mercoledì 11 settembre 2024

Contrordine, fratelli di comunità: Kiko rivaluta la "religiosità naturale"... perché servono supporters per la falsa Sancarmen Santhernandez

Benedetto XVI accerchiato dai
«nuovi falsi profeti» Kiko e Carmen
(complimenti per il product placement)

Diceva Kiko: "Questa la nostra religiosità naturale: quella che ci fa rivolgere a santa Barbara quando tuona."

Oggi dice Kiko: "Se avete un problema, rivolgetevi a santa Carmen! Poi scrivete le grazie ricevute ed indirizzatele alla mail..."

Questi neocatecumenali sono tutti religiosi naturali: se nella loro vita tuona, si rivolgono addirittura a una che non è nemmeno santa!

Ma il primo religioso naturale è Kiko e tutta la sua banda apicale: raccomandano addirittura la religiosità naturale ai loro sottoposti, per risolvere problemi e problemucci presso la non ancora santa a cui sono devoti.

Ma santa Barbara morì martire. E nel 306 non c'era nemmeno una casella di posta a cui inviare le grazie ricevute. E la Carmen?... Come minimo non hanno le idee chiare, ma credo che si tratti di molto peggio. 

Marco

78 commenti:

  1. Ricordiamo ai gentili lettori che il titolo di santità, nella Chiesa, viene dato ad anime che hanno vissuto in modo eroico le virtù della fede, della speranza e della carità. Eroico, cioè totalmente al di sopra dell'ordinario. Nel lungo e articolato processo di canonizzazione, le autorità della Chiesa valutano anche i miracoli (cioè i fatti assolutamente straordinari e scientificamente inspiegabili) ottenuti per l'intercessione di tale anima eroica e significativi per la fede (il principio è che se Nostro Signore accorda grazie per tramite di un'anima santa, si può essere certi che quell'anima è davvero santa e che tutta l'indagine sulle virtù eroiche era ben fondata).

    Dunque il titolo di santità non è un titolo nobiliare ma è un'indicazione che quell'anima è esemplare per tutti i cattolici, e non viene assegnato per l'aver "fatto cose importanti" ma viene assegnato alle anime che hanno vissuto in modo eroico le virtù cristiane. Motivo per cui sono stati spesso dichiarati santi soggetti che in vita hanno "prodotto", "fondato", "iniziato" poco e niente: ragazzine malaticce in clausura (come Teresa di Lisieux), bambini (come i pastorelli di Fatima, come Tarcisio), studenti (come Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis), ecc.

    Naturalmente Carmen non è santa, per quanto i postulatori kikolatri si affannino a farla sembrare tale a suon di reinterpretazioni di comodo, omissioni strategiche, circonvoluzioni di aria fritta. Per essere più precisi, la megera non era neppure cattolica, visto l'atteggiamento che per tutta una vita ha avuto nei confronti della gerarchia ecclesiale, delle verità di fede, della Tradizione, e che le sue "virtù" eroiche consistevano solo nel fumare sigarette (anche davanti al Papa), nell'interrompere il Papa mentre parla (caso più unico che raro, in tutta la storia della Chiesa), nell'arroganza e nella superbia infaticabilmente vissute, e soprattutto nel propalare vere e proprie eresie e promuovere strafalcioni liturgici (dunque non è un caso che sia stata alleata di Kiko per tutta una vita).

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  2. La "donna "Carmen che doveva tacere dinnanzi a GP II non è santa ! Se la chiesa di " Bergoglio ci ha salvati" la farà santa....allora sarà la fine.Ricominceremo come la chiesa primitiva...di nascosto,se no ci ammazzeranno tutti.Non sarà Nerone questa volta...ma il Vaticano stesso!
    Perché difende kiko, il CNC e la massoneria. Ho denunciato e dall'alto nessuno ci ascolta.
    Se, come una volta si diceva, NON SI MUOVE FOGLIA CHE DIO NON LO VOGLIA, allora Dio sa.Posso solo affidarmi a Lui. Non so se vedremo giustizia su questa terra.

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    1. Posso supporre che nemmeno la peggior cricca bergogliana, e neppure di fronte ad un bel fiume di soldi, regalìe e prebende (e minacce, ricatti e vendette trasversali, metodi tipici del Cammino), osi assumersi l'imprevedibile responsabilità di spingere agli onori degli altari una donna eretica e arrogante. Magari tenteranno qualche trucchetto per far credere a Kiko "lei no ma tu sicuramente sì" (cioè no a entrambi), tenteranno di tirarla per le lunghe (lunghissime), magari hanno già preso tutti i provvedimenti per far arenare il "processo" al momento giusto, chissà.

      È pur vero che in epoca conciliare, e specialmente dal pontificato di Giovanni Paolo II, sono state distribuite canonizzazioni e beatificazioni con un po' troppa faciloneria, ed è probabile che in un futuro anche non lontano verranno sottoposte di nuovo al vaglio della Santa Sede e possibilmente "bocciate" e fatte ripartire da capo... e che non arriveranno mai più in porto, visto che saranno morti tutti quelli che avevano interesse a spingere certi candidati magari virtuosi ma non davvero eroici.

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  3. Reborn in Christ, una chiesa evangelica con una lista di problemi legali più lunga dei rotoli del Mar Morto. Evasione fiscale, riciclaggio di denaro, falsa testimonianza, diffamazione, abuso dello status di organizzazione no-profit, però con un tasso di conversione - e una quantità e una qualità di agganci (anche un futuro presidente!) - sufficienti a risolvere tutti i problemi.
    Insomma, una chiesa esemplare.

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  4. La Fondazione Cammino Neocatecumenale ha preso tutte le precauzioni legali affinché non possa essere indagata sul piano economico: infatti si definisce "senza patrimonio".

    Se anche dovessero indagare una delle sue Fondazioni satellite, le altre continuerebbero a funzionare e si potrebbe sempre dire che è solo quella la mela marcia.

    Il punto centrale mai dibattuto sufficientemente è la legittimità di questa "Fondazione".
    Nei media sono comparse solo le scarsissime dichiarazioni di neocatecumenali o filo-neocatecumenali, tutte avvenute ben 4 anni dopo l'erezione a fondazione mediante un decreto introvabile e uno Statuto altrettanto introvabile.

    Tutti hanno poi dato per scontato che l'iter procedurale dei riconoscimenti fosse andato secondo le regole.
    Nessuno si è posto mai la domanda se di fatto è stato così.
    Senti le dichiarazioni di Chinaglia, di Arrieta, di Kiketto e di Gennarini (poi più nessun altro) e ti fidi anche se capisci poco.
    Ma non c'è da fidarsi per niente: va fatta luce.
    Quelle dichiarazioni non provano nulla, sono solo parole accomodaticce.

    Si potrebbe così venire a scoprire che la Fondazione Cammino Neocatecumenale non è legittima, o addirittura non è nemmeno stata eretta. Mancano tutte le prove non solo dell'erezione, ma anche della correttezza delle procedure e del rispetto delle norme.

    In tal caso, siccome al di là degli uomini nostro Signore difende la Sua Chiesa, sarebbe come se la Fondazione Cammino Neocatecumenale non fosse mai stata riconosciuta davvero ed agisse come un corpo estraneo all'interno della Chiesa Cattolica.

    Da qui, anche la santità della sua paladina decadrebbe ipso facto.
    Marco

    PS. Prevengo qualsiasi neocatecumenale che venga a dire che "è stato approvato lo Statuto, il Direttorio, le liturgie...".
    Non può esistere l'approvazione di uno Statuto senza che sia collegato ad un ente ecclesiale. Gli "itinerari" non possono avere Statuti, mentre le Fondazioni sì.
    Ma non è possibile legalmente che si eriga una Fondazione nel 2004 e se ne approvi lo Statuto nel 2008, manca la necessaria contestualità.
    E quindi: lo Statuto 2008 a quale ente ecclesiale si collega? A quello "eretto" 4 anni prima quando era ancora in corso l'experimentum dello Statuto precedente?
    Qui non valgono i discorsi triti e imparaticci: servono basi legali che provino la legittimità di questa Fondazione e ad oggi non ce ne sono.
    Lo Statuto 2008, se non si collega contestualmente ad alcuna entità ecclesiale, è carta straccia.

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  5. Ribadisco ( anche se nessuno risponde o risponderà): sarebbe quindi l'uomo per il Sabato e non il Sabato per l'uomo?
    Saluti

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    1. Nel Cammino, purtroppo, è l'uomo (il fratello di comunità) per il Sabato (sera).

      C'è infatti un'abissale differenza fra le norme che paternamente ci dà la Chiesa (che rispecchiano l'ordine delle cose, la loro ragione, la loro logica: se per esempio ti chiedi perché il sacramento del battesimo può essere ricevuto una sola volta nella vita, ne scopri tutto il significato coerente con la dottrina della fede), e i regolamenti che il Cammino infligge ai suoi aderenti (cantare esclusivamente i canti di Kiko, mollare la Decima, partecipare alle cosiddette "convivenze"...), letteralmente i 613 precetti dei kikofarisei.

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  6. Religiosità naturale è l'acronimo di :

    Ridicole Eresie Larvatamente Intriganti Generano Immonde Obbrobriosità Straordinariamente Indecenti Terribilmente Abnormi Neocatecumenalmente Angoscianti Troppo Umane Reconditamente Assurde Lesivamente Escrementizie

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  7. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. il più nascosto

    Kiko è preoccupato perchè Carmen da molto tempo non da più segni visibili di miracoli. La interpella e lei, da Lassù, gli dice che sta sempre operando, ma non lo da a vedere perchè non la si accusi di sfornare miracoli a gogò. Kiko avvisa Semeraro che avvisa il Papa appena rientrato dal lungo viaggio e questi risponde : "hermano cardenal, esto viaggio es stado mas stancante, ma dopo una notizia cosi la stanchezza m'es passada de colpo. Es claro che Carmensita non si vuole vantare, e l'umiltà es signo de magna sanctitad, onde per cui procedamos senza indugio con la beatificasion". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un plico contenente una fotocopia dell'ultimo numero di Civiltà Cattolica, insigne rivista dei Gesuiti, dove il dottissimo padre Gustavo Gutierrez dell'Università Cattolica di Salamanca ha scritto nell'intestazione di un articolo : "come si può diventare santi in poco tempo senza fare praticamente un tubo".

    e la causa continua....

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    1. Più che altro Carmen sarà inc....ta nera di tutto questo teatrino che hanno messo su per la causa di beatificazione, di tutti i camminanti che si rivolgono a lei con le richieste più disparate (ti prego, fammi andare bene domani all'esame; ti prego, fammi incontrare un/a ragazzo/a; ti prego, fa che mio figlio sia promosso a giugno; ti prego, fa che domenica non piova quando dobbiamo andare in convivenza, ecc. ecc.). Lei odiava i santi e particolarmente il culto dei santi. Lei sembra che fosse molto più coerente di Kiko nella propagazione dell'eresia, e difficilmente avrebbe apprezzato la svolta odierna a 360° della "dottrina" neocat. riguardante i santi e la devozione.
      Porto

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  8. Allora, c'è un prete neocatecumenale che in una sola predicazione è riuscito a fare questa descrizione del fedele cattolico, anche neocatecumenale (ammesso e non concesso che i neocatecumenali siano cattolici):

    1) Un cieco che prende per mano moglie e figli per accompagnarli nella buca.
    2) Uno che il demonio ha indotto a fare il male “per credersi più del Maestro”
    3) Uno che non dovrebbe essere libero di decidere cosa è bene e cosa è male
    4) Uno come Sansone che cedette alle lusinghe del demonio (Dalila), quando lo presero i Filistei (i peccati).
    5) Uno a cui il demonio ha cavato gli occhi donati dal Padre.
    6) Uno a cui è stato tolto lo stomaco e ha iniziato a sentire una fame atroce, per saziare la quale posa lo sguardo su immagini seducenti e avvelenate, scambiandole per il Paradiso
    7) Uno prigioniero e obbligato a girare intorno a sé stesso per soddisfare il suo ego
    8) Uno privo del discernimento
    9) Uno di cui moglie, marito, figli, parenti colleghi… diventano trave che pesa sugli occhi togliendo gioia e pace
    10) Uno che sogna felicità artificiali nella pornografia, negli acquisti a rate di idoli sempre nuovi, sublimando negli oggetti e nei progetti ciò che la sua fantasia avvelenata vorrebbe fosse la sua vita
    11) Uno a cui il demonio ripete il fatidico “stai sereno”
    12) uno che si autoconvince e cerca di convincere gli altri che “va tutto bene”, che sta da Dio perché è Dio
    13) Uno in cui il demonio è riuscito nel suo vero obiettivo, che non è solo farlo cadere nella buca, ma a cui occulta i peccati
    14) uno a cui il demonio inculca subdolamente che non ha bisogno di misericordia per farlo disperare della salvezza
    15) uno a cui il demonio induce il pensiero che non ha peccato “così gravemente” e quindi non ha bisogno di così tanta misericordia da scomodare la croce e il sangue di Cristo
    16) uno che quando (e non “se”) si ritroverà un grosso peccato tra le mani subirà un altro pensiero opposto del demonio: che è uno schifo, il più grande peccatore

    Naturalmente ho condensato, ma le frasi sono esattamente del forsennato prete predicatore, che nei video si agita da attore con un sorriso ebete sempre stampato sulla faccia.
    Immaginiamo chi è?
    Marco

    PS. è seguito, per dare una misura, dall'equivalente della popolazione di Chivasso, un paesino in provincia di Torino.
    Rispetto a tutto il mondo, si può fare il paragone...

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  9. Altra chicca.

    Dicono che nel 2022 iniziarono a costruire un altro faraonico seminario RM ad Armagh, Irlanda del Nord.

    Per questo fecero una raccolta su buonacausa.org, mostrando come sarebbe dovuto risultare il seminario (faraonico) e dichiarando che chiedevano il costo di una camera per un seminarista: € 90.000.

    Ormai i termini sono scaduti a giugno ed hanno raccolto solo € 405.

    Ma...

    Sul sito del seminario si vede che la FASE 1° è stata completata nel 2016.

    La FASE 2° non viene mostrata, ma viene mostrata la deposizione della "prima pietra" (primaa?? Ma se è già tutto completato)

    Ah... ma la "prima pietra" era per i lavori di ampliamento!...

    Scrivono: "con la crescita sostenuta delle vocazioni, c'è un'urgente necessità di ampliare l'edificio esistente".

    Ancora: "La cerimonia ha segnato l'apertura del nuovo cantiere. In linea con la crescita delle vocazioni degli ultimi anni, la nuova estensione fornirà camere da letto aggiuntive, maggiori aree pranzo e soggiorno, nonché un bellissimo nuovo Oratorio. Si prevede che il progetto sarà completato entro la fine del 2023".

    Crescita delle vocazioni???

    Tuttavia, nella brochure reperibile nel sito del seminario, si apprende che SOLO per costruire 10 camere il costo è di € 495.000.
    Poi nell'ampliamento c'è anche la nuova cucina e il nuovo refettorio: € 285,560.
    E poi c'è il nuovo oratorio: € 506,600.
    In totale, SOLO L'AMPLIAMENTO è costato € 1.286.860
    Quanto sarà costato quindi l'intero seminario?
    Dunque...
    Il "santuario della Parola": € 403,380.
    L'area di studio: € 143,065.
    La cappella del Santissimo Sacramento: € 53,915.
    Il giardino interno: € 96,508.
    Totale: € 696.867 + 1.286.860 = totale complessivo € 1.287.556.867

    E infatti hanno fatto un'altra raccolta fondi su gofundme per € 500.000
    Dal giugno 2021 (più di 3 anni) hanno raccolto SOLO € 12.796

    Furbetti furbetti non mettono mai il numero dei seminaristi, ma dalle foto nel sito pare circa 13.
    Un miliardo e 300 milioni per 13 seminaristi! Wow!
    Dal 2014 al 2022 sono stati ordinati solo 4 preti e 1 diacono.

    E poi la Fondazione Cammino Neocatecumenale sarebbe "senza patrimonio proprio"... E certo, il patrimonio ce l'hanno tutte le fondazioni satellite...
    E che patrimonio!
    Marco

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    1. Quando si tratta di raccogliere soldi, i cosiddetti "catechisti" sono dei lupi rapaci, su questo non ci piove.

      Per cui la prima impressione nel vedere il fantozziano fallimento di quelle raccolte fondi è che siano state organizzate in buona fede da alcuni fratelli di comunità, e che i soldi provengano solo da amici e parenti di qualcuno che in teoria doveva essere spedito spedito in quel seminario. Tanto più che se non c'è un ordine perentorio del cosiddetto "catechista", gli altri fratelli normalmente si guardano bene dal mollare un singolo centesimo. (Il "provarsi coi beni" diventa infatti opportunità di ipocrisia: dopo che ti controllano fiscalmente e ossessivamente, finisci per "donare beni" solo quando ci sono gli squilli di trombe, solo quando il cosiddetto "catechista" ti vede bene).

      Le cifre grosse di quel seminario, invece, indicano un grosso giro di soldi - quasi certamente non proprio puliti - che vengono riciclati in opere di edilizia "ufficialmente" per il Cammino, ma praticamente intestate a enti controllati da qualcuno dei "non credenti ma praticanti" il kikismo-carmenismo. Che è gente ai livelli più alti del Cammino che sa benissimo che dopo la morte di Kiko il declino della setta andrà avanti sempre più rapido... e quindi si assicurano di avere il controllo di un immobile riciclabile da sfruttare quando il Cammino sprofonderà, per fare la bella vita.

      Immagina essere il proprietario di fatto di un immobile con 13 stanze del valore di qualche milione di euro: molli un centone a un operaio per fargli sradicare tutti gli sgorbi kikolatrici, abbattere le brutture come il plinto neoclassico all'ingresso, e rivendere l'immobile come opportunità per un mini albergo-agriturismo-b&b, magari anche al 90% del suo valore facciale così da liquidare presto. Dopodiché hai parecchi milioni nel conto in banca, coi quali vivere da pascià con parenti e figli senza dover più lavorare (probabilmente, in qualità di pezzo grosso del Cammino, probabilmente non avevi mai lavorato neanche prima): il sogno di tutti quelli che vogliono riempirsi i granai.

      Tali soggetti sono non credenti in Kiko: recitano solo una parte (vogliono sembrare praticanti il kikismo-carmenismo), solo per continuare a campare di rendita, per dare un comodo futuro ai propri figli, per accalappiare le opportunità di far bella vita dopo che il Cammino sprofonderà (e non manca molto, Kiko non è eterno, e già adesso il Cammino è striminzito e malmesso).

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    2. A proposito di vocazioni, a fronte di un numero così esiguo di nuovi " presbiteri" ho notato, almeno dalle mie parti, un fiorire di diaconi permanenti all'interno del cammino. Forse un tentativo di neocatecumenalizzare la Chiesa dal suo interno?

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  10. Sono quella che commenta sempre ot. Volevo raccontarvi cosa è successo ieri sera.
    Mio marito è stato di nuovo riacciuffato dai neocatecumenali dopo che per mesi e mesi quasi non frequentava più, ma sono riusciti a convincerlo a fare il passaggio del Credo e ora ci è di nuovo dentro con tutte le scarpe ( per fortuna non è fanatico e sa mettere la famiglia prima dei nc).
    Ieri sera sono andata in " celebrazione " insieme a lui e alla fine della messa siamo stati intercettati nientepopodimeno che da Filippo Di Mario, uno dei pezzi grossi del cammino, che forte della sua posizione altolocata, si affanna a fermare la gente e chiedere dei fatti loro per poter avere l'occasione di fare il profeta e dire la sua parola salvifica.
    E così ha fatto anche ieri sera. Io ho perso il lavoro da poco per cui ovviamente in clima in famiglia non è dei più sereni. Ebbene lui ha voluto parlarci, e dire che avremmo dovuto partecipare a un incontro con lui che si era tenuto qualche sera fa così avremmo potuto ascoltare la sua parola ( quella di Di Mario non di Gesù) che sicuramente avrebbe potuto illuminarci e essere utile alla nostra vita. Lui ci vuole aiutare e vuole parlare con me per capire perché io ho lasciato il cammino e che forse quello che mi è successo è perché Dio vuole umiliarmi, e forse c 'entra il fatto che io ho lasciato il cammino. Lui dice che mio marito deve farsi gli affari suoi, non deve starci male x il mio licenziamento perché questa è una questione fra me e Dio, e che noi viviamo per il nostro tornaconto personale e non per il Signore ( come faccia a saperlo visto che non ci frequentiamo, proprio non lo so, ma lui evidentemente ha il Carisma e sa leggere i cuori della gente). Ha sciorinato banalità su banalità e quando alla fine gli ho detto che noi abbiamo un caro amico prete ( non nc) che ci fa da direttore spirituale è ammutolito perché ovviamente dire che lui avrebbe potuto fare meglio di un sacerdote sarebbe stato troppo pure per lui. Insomma la conclusione è che dobbiamo andare ad ascoltarlo in un incontro che sta cercando cdi organizzare a breve perché così lui ci può aiutare.
    Il tipico nc di alto bordo: io ho l'illuminazione divina per dirti che tu invece sei umiliato da Dio. E anche se ti conosco appena sono in grado di darti consigli sulla tua vita privata e sulle tue faccende quotidiane.
    Anche mio marito non è riuscito a prenderlo sul serio.
    Scusate la digressione ma davvero non ho mai avuto a che fare con un uomo tanto superbo e pieno di sé.
    Elena

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    1. Dopo diversi anni di silenzio da quando uscimmo dal Cammino, il capo catechista ci contattò per un incontro.
      Prima di uscire, di incontri ne avevamo fatti a bizzeffe, tutti autoritariamente condotti dai catechisti.

      Affinché non potessero dire, oltre a tutto ciò che avevano già detto su di noi, che li avevamo rifiutati, dicemmo loro che sì, certamente li avremmo incontrati, ma non in un rapporto catechista-catecumeno. Semplicemente come normali fedeli, alla pari.

      Risultato?
      Il gran catechista nemmeno rispose e non si fece risentire, salvo tornare all'attacco molti mesi dopo come se nulla fosse.
      Così dimostrò che non eravamo noi ad interessargli, ma la sua autorità su di noi, alla quale nemmeno si sognò di rinunciare.

      Bella gente, eh?
      Marco

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  11. Una domanda importante: la lettera di Arinze la posso trovare da qualche fonte ufficiale? Le disposizioni di quella lettera sono ancora da rispettare?
    Oggi una neocatecumenale di mia conoscenza ha detto che non è vero che durante la tappa del Padre Nostro viene più volte detto che siamo figli del demonio, qualcuno può raccontarmi meglio questa tappa? Grazie mille.

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    1. http://www.internetica.it/neocatecumenali/lettera-Arinze.htm
      A meno che non ci siano dei documenti che la annullino (e non ne sono a conoscenza), è ancora valida.

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    2. Ricordiamo che sebbene colloquialmente la chiamiamo "lettera di Arinze", è in realtà la lettera della Congregazione per il Culto Divino, contenente le «decisioni del Santo Padre» Benedetto XVI, messe nero su bianco dal prefetto della Congregazione (che all'epoca era il cardinale Francis Arinze).

      La lettera è datata 1° dicembre 2005 e i contenuti erano stati anticipati più volte al Tripode Kiko-Carmen-Pezzi, in particolare il 19 (forse 20) novembre 2005 in un'udienza privata da Benedetto XVI.

      La lettera è parte integrante dell'articolo 13 dello Statuto del Cammino (l'articolo che tratta della liturgia neocatecumenale) e non è mai stata "superata" o "abolita", perché per farlo occorre un atto giuridico equivalente (altre «decisioni del Santo Padre», che esplicitamente modifichino o aboliscano, e che vengano inviate per iscritto dal Papa o dal dicastero che si occupa della liturgia).

      Da notare che le «decisioni del Santo Padre» si sintetizzano nell'espressione conclusiva: il Cammino seguirà i libri liturgici approvati senza aggiunte né omissioni.

      Dunque i neocatekikos ancor oggi disubbidiscono al Papa, alla Chiesa, ai documenti liturgici, e persino al loro stesso Statuto.

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    3. @Uomo libero
      Non può ammetterlo, è inutile che glielo chiedi, e più avanti ti spiego perché.

      Io, come ho detto in un altro commento, ho fatto solo la convivenza di apertura del Padre Nostro (e grazie a Dio, non so quante convivenze si facciano in totale nel corso degli anni per "chiudere" questa tappa, ma per come sono strutturati tipicamente i passaggi saranno credo 2-3 convivenze). In quella convivenza di apertura "siete figli del demonio" fu ripetuto in praticamente tutte le catechesi della convivenza, che durò dal venerdì sera a domenica a pranzo. E fu ripetuto nel solito stile neocatecumenale: urlandolo sguaiatamente e senza spiegare cosa intendesse Gesù nel Vangelo di Giovanni né a chi si rivolgeva.

      Negli anni, una volta lasciato il CNC, ho considerato attentamente cosa significasse mettere in discussione il cammino, e la conclusione è questa: è una realtà talmente permeante a livello materiale, psicologico, spirituale ed emotivo che significa accettare di veder tutto sgretolarsi: ogni convinzione, ogni concetto, ogni priorità, ogni relazione, ogni convinzione circa la Fede. Significa accettare di vedersi sgretolata l'identità in ogni suo aspetto e livello. Si tratta realmente e letteralmente di una vita tutta da rifare ex novo, a partire dal rapporto con sé stessi e con Dio e poi a cascata su tutto il resto (lavoro, relazioni, soldi, ecc.). Non è facile: se un catecumeno dovesse ammettere che sì, quella frase in quella tappa viene ripetuta senza sosta (o mettere in dubbio una qualsiasi delle follie del CNC), capisci che scenario si apre? Significa che tutto il sistema su cui basi la tua vita vacilla, significa entrare in un'insicurezza totale prendendo le distanze da tutta la tossicità di cui si è ormai permeati. Quanto è più facile lasciare tutto così? Quanta maggiore tranquillità per la psiche?

      Quando comunicai alla mia psicoterapeuta (catecumena) che per me era chiaro che la maggior parte dei problemi che avevo erano indiscutibilmente ed evidentemente acuiti dalla mia appartenenza a quell'ambiente e che ero intenzionata a lasciare il CNC, lei mi rispose testuali parole: "Rischi di diventare schizofrenica". E la tragedia vera è che da un punto di vista clinico-patologico, aveva ragione: stavo scardinando alla base il sistema su cui poggiava la mia identità, essendo io stata dall'età di 7 anni nell'ambiente neocatecumenale, e questo mi esponeva a un reale pericolo di non riuscire a ricostruire. Quello che non poteva dire era "Distruggete questo tempio, e in tre giorni lo farò risorgere". Ci sono voluti anni, sofferenze indicibili e grazie talmente grandi e misteriose da essere impronunciabili, ci è voluta la Santa Madre Chiesa, la sua pazienza, il suo infinito amore, e soprattutto ci è voluta la Vergine Maria. Se guardo questi 10 anni, mi commuove guardare come veramente il Signore è il Buon Pastore, e che non esistono ferite che non possa guarire.
      Ai catecumeni viene strappato via quel santo dono e quella divina facoltà che si chiama senso critico, che va a braccetto con la libertà. Ne hanno paura, non sapendoli utilizzare. L'arte è invece lasciarsi formare in queste due dimensioni, per scegliere Dio consapevolmente e liberamente. Ma loro non sono né consapevoli né liberi, né possono quindi insegnare ad esserlo.

      Un anno dopo tornai da quella pseudo psicoterapeuta per saldare il conto di alcune sedute, le feci notare che no, non ero diventata schizofrenica e che, se un cammino di fede è in grado di determinare l'insorgere di patologie mentali o comunque determinare la salute mentale, era più che evidente che non agiva nel piano della Fede.

      Autore della lettera

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  12. Il weekend passato kiko ha fatto la convivenza che dovrà rimpinguare un pò le casse , si saranno inventati cose nuove ed astruse o attingeranno ad i tempi d'oro quando non esisteva internet ?

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  13. Puoi iniziare con questa, poi puoi cercarla nel sito della Congregazione Culto Divino e disciplina dei sacramenti.

    https://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/46462.html

    Frilù

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    1. A titolo di cronaca - e per capire quanto il Cammino e i suoi iniziatori siano mentitori e ingannatori - Kiko e Carmen, che già a novembre 2005 sapevano che avrebbero ricevuto quella lettera, evitarono astutamente di parlarne in giro.

      Ma qualche settimana dopo il giornalista Tornielli apprese del contenuto della lettera (non era un mistero che papa Benedetto XVI aveva preso quelle «decisioni») e ne scrisse un pacato articolo su Il Giornale attorno al 21 dicembre 2005, intitolato "la Messa è una sola: adeguatevi" (che è esattamente ciò che intese dire il Papa).

      L'ineffabile Gennarini andò su tutte le furie. Negò il contenuto e addirittura l'esistenza della lettera e pretese da Tornielli una clamorosa rettifica, con chissà quali sottintese minacce. Tornielli ubbidì.

      Ma il 1° gennaio 2006 copia della lettera finì nelle mani del giornalista Magister, che la pubblicò e commentò. In quegli stessi giorni l'ineffabile Gennarini stava cercando di turlupinare l'apologeta americano Jimmy Akin, dicendogli (testuale) che "è la prima volta che nella Chiesa si accettano delle variazioni liturgiche...". Ma Akin il testo della lettera l'aveva letto, e aveva intitolato i propri articoli blog con "Neocatechumenal spin", "il raggiro neocatecumenale", perché aveva capito benissimo che non erano state affatto "approvate" variazioni liturgiche. (Lo spostamento del segno della pace - che è un segno facoltativo - non fa testo).

      Kiko presenterà ai suoi luogotenenti la lettera solo il 22 febbraio 2006, dicendo testualmente "il Papa ci dà due anni". Chiaro il sottinteso?

      Il 1° dicembre 2005 in quella lettera, in extremis e forse addirittura all'insaputa di Benedetto XVI, era stata aggiunta la clausola che "entro due anni" le pagliacciate - specialmente la "comunione seduti" - andavano tassativamente corrette. Ora, pare estremamente improbabile che Benedetto XVI (che già da cardinale annotava che la crisi della Chiesa era dovuta anzitutto a un crollo della liturgia) acconsentisse ad un supplemento di due anni di abusi liturgici. Ma anche accettando tale assurda ipotesi, vien da chiedersi: se il Papa ti dice di correggere una cosa "entro due anni", tu cosa capisci? Un cattolico capisce che deve correggerla subito, e che il termine ultimo di "entro due anni" non è una concessione data a chi la desidera, è al massimo per qualche caso particolare di cui non è a conoscenza e dunque non è chiamato in causa. Se il Papa avesse detto "entro due mesi" o "entro due giorni", il cattolico avrebbe capito ugualmente che deve correggere subito, e che è già un abusare della paterna pazienza del Papa il rinviare la correzione di un solo giorno.

      E invece Kiko disse "il Papa ci dà due anni", col sottinteso che fino a un anno e 364 giorni tutti possono infischiarsene del Papa.

      Inutile dire che alla scadenza di quei "due anni", il 1° dicembre 2007, nulla era cambiato nel Cammino, poiché nel Cammino se ne infischiano del Papa, giacché è lo stesso Kiko a infischiarsene del Papa.

      E non cambiò nulla nemmeno dieci anni dopo, e quest'anno saranno diciannove anni e scommetterei che nulla è cambiato.

      Da notare che il 17 gennaio 2006 (un mese e mezzo dopo aver ricevuto la lettera) il tripode Kiko-Carmen-Pezzi rispose scrivendo al Papa che avrebbero ripristinato certe parti della Messa che in certe "tappe" venivano soppresse (Credo, Gloria, ecc.) ma che almeno sul punto più importante, sulla Comunione, non avrebbero ubbidito. Benedetto XVI - che era pur sempre il Papa terrorizzato dai "lupi" fin dal primo giorno del suo pontificato -, anziché prendere seri provvedimenti, decise di usare la strategia della paterna benevolenza, sperando (inutilmente) che il Cammino cambiasse dall'interno. Tentarono altre volte di truffarlo - come a gennaio 2012, quando il card. Burke sventò il losco piano di Kiko e Carmen.

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    2. Cosa molto simile è accaduta per i riconoscimenti, a partire dal primo Statuto.

      Ce lo racconta mons. Delgado Galindo, Capo Ufficio al Pontificio Consiglio per i Laici durante tutto il periodo relativo alle approvazioni e ai riconoscimenti accordati al Cammino Neocatecumenale.

      Dal 1997 il PCL (compreso mons. Delgado) si confrontò direttamente con l’équipe responsabile del Cammino "alla ricerca della figura giuridica più adeguata alle caratteristiche del Cammino. Non un compito facile, perché CON MOLTA NETTEZZA gli iniziatori affermarono IMMEDIATAMENTE che NESSUNA DELLE FIGURE GIURIDICHE PREVISTE DAL CODICE DI DIRITTO CANONICO (1983) ERA CONFACENTE ALLA NATURA DEL CAMMINO".

      Così tutto si fermò...

      Allora Giovanni Paolo II, nel 2001, inviò una lettera al card. Stafford, allora presidente del PCL, per sollecitare e RIBADIRE LA COMPETENZA del PCL sul riconoscimento della REALTÀ ECCLESIALE Cammino Neocatecumenale (non "itinerario", realtà ecclesiale come tutte le altre).

      Infatti, nel mentre, Kiketto insisteva a volere il riconoscimento di un Breve, che non è il riconoscimento della REALTÀ ECCLESIALE, ma dell' "itinerario" (come per gli esercizi di Sant'Ignazio).
      Non fu accontentato ma, anzi, in risposta il Papa RIBADÍ che era competente il PCL, e quindi la considerò REALTÀ ECCLESIALE come tutte le altre.
      Con ciò decise e determinò CHIARAMENTE che il Cammino Neocatecumenale NON È UN "ITINERARIO", MA UNA "REALTÀ ECCLESIALE" (altrimenti la competenza sarebbe stata di altri, in primis del Papa stesso).

      E su questo non ci piove: decisioni di Giovanni Paolo II.

      Allora, dice mons. Delgado, che fu seguito "lo stesso percorso con tutte le ASSOCIAZIONI INTERNAZIONALI RICONOSCIUTE dal Pontificio Consiglio. Questo percorso prevede per tutti l’approvazione degli Statuti con la formula ad experimentum: è una fase di “rodaggio” che... consente alle REALTÀ APPROVATE (non agli "itinerari") di valutare esse stesse cosa fare ALLA SCADENZA DEL TEMPO STABILITO…"

      NON PRIMA, ALLA "SCADENZA DEL TEMPO STABILITO".

      E il tempo stabilito, per il Cammino Neocatecumenale, scadeva il 29 giugno 2007.

      Continua...

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    3. Però mons. Delgado prevedeva, nel caso del Cammino Neocatecumenale, che prima dell' approvazione DEFINITIVA della REALTÀ ECCLESIALE dovesse già essere intervenuta l'APPROVAZIONE CONGIUNTA del Direttorio catechetico da parte di 3 dicasteri: Congregazione per la Dottrina della Fede, Congregazione per il Culto Divino e Congregazione per il Clero.
      Il che avrebbe anche potuto comportare il rinnovo dell'experimentum per prorogare il tempo fino all'intervento di detta "approvazione congiunta" dei dicasteri.

      Alla fine dell'experimentum, infatti, la REALTÀ ECCLESIALE o chiede l'approvazione definitiva o chiede il rinnovo. E ciò avviene massimo nell'arco di qualche settimana dalla scadenza del termine.

      Sappiamo invece dalla storia che l'ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE CAMMINO NEOCATECUMENALE NON ASPETTÓ LA SCADENZA DEI CINQUE ANNI DI EXPERIMENTUM ma, nel 2004, (ben 3 anni prima della scadenza e solo dopo 2 dall'inizio dell'experimentum) venne eretta dal PCL come FONDAZIONE AUTONOMA (anomala).

      Di questa erezione a Fondazione non si seppe nulla nel 2004, tutto fu fatto alla chetichella e, ancora ad oggi, sono introvabili sia il decreto di erezione che il relativo Statuto della Fondazione.

      Ma questo mons. Delgado evidentemente non lo sapeva, perché candidamente ancora credeva, alla fine del 2006, che il Cammino fosse ancora un'ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE che doveva terminare il suo experimentum.
      Invece, da ben due anni, era già una Fondazione Autonoma e l'experimentum si era malamente interrotto.

      Se lo era... perché di questa Fondazione non c'è alcuna risultanza da nessuna parte.
      Non vorrei che l'avessero inserita nello Statuto 2008 e invece non esiste...
      Per mons. Delgado non esisteva.
      Magari fu tenuto all’oscuro di tutte le manovrine sotto banco e prima della scadenza del termine.
      Oppure non ci furono nemmeno manovrine, ma semplicemente hanno inserito nello Statuto 2008 il richiamo a una Fondazione autonoma che “non esiste” proprio.
      Chi lo sa...

      Ricordo che mons. Arrieta, all’epoca semplice professore ordinario di Diritto Canonico nella Pontificia Università della Santa Croce, ma che dal 2007 diverrà (guarda caso) segretario del PCL, all’epoca dello Statuto 2002 rilasciò dichiarazioni contrarie a quelle di mons. Delgado, nelle quali precisava che: “anche se NON SI TRATTA DI UNA ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE, il Papa ha espresso la sua volontà che sia il PCL a continuare ad accompagnare l’attività apostolica del Cammino Neocatecumenale”.
      Ed anche: “Il testo del documento (Statuto) approvato ad experimentum per un periodo di cinque anni - elementare prudenza che la Santa Sede usa di solito quando si tratta di dare configurazione giuridica di QUALSIASI ISTITUZIONE…”

      Pur volendo glissare sui termini giuridici, non può fare a meno di parlare di “ISTITUZIONE”, perché il Cammino Neocatecumenale NON È UN “ITINERARIO”, ma un’ISTITUZIONE GIURIDICA, un ENTE ECCLESIALE.

      Poi, il professore di Diritto Canonico, un anno prima dell’approvazione dello Statuto 2008 e prima della scadenza dell’experimentum dello Statuto 2002, divenne segretario del PCL. Strano no?
      Marco

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    4. Quanto alla lettera di Arinze del dicembre 2005, mons. Delgado dice:

      “su quanto finora deciso NON C’È NEPPURE BISOGNO DI ASPETTARE DUE ANNI PRIMA DI UNIFORMARSI NEL MODO DI RICEVERE LA COMUNIONE: le indicazioni contenute nella lettera del cardinale Arinze sono CHIARISSIME. La si conosce, e DUNQUE LA SI PUÒ APPLICARE ANCHE SUBITO. Ma d’altronde le comunità neocatecumenali sono tante, e si è dato del tempo forse anche in considerazione di questo. Comunque, ogni punto affrontato in quella lettera ha una sua storia: ciò che è stato detto è stato detto, ma non è affatto scontato che sia tutto. Ma sarà solo la Congregazione del Culto Divino a potercelo dire”.

      Non siamo solo noi a dire che dovevano adeguarsi subito...
      Marco

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    5. Mi chiedo come mai Papa Francesco ha deciso di non chiudere il cammino come, invece, stava per fare Papa Benedetto XVI

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    6. su wikipedia è scritto che il cammino è "un itinerario di formazione cattolica" quindi smentisce quello che ha detto Marco... che ha ragione?

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    7. La voce wikipedia sul Cammino l'ha scritta un pasqualone kikolatra che ha adattato ogni riga e ogni parola alla propaganda kikiana, propaganda presente a piene mani anche nei documenti ufficiali (come lo Statuto del 2008, a cui gli stessi neocat disubbidiscono).

      La menzogna nasce direttamente nel Cammino, quando il 30 agosto 1990, dopo un pranzo in Vaticano in cui il vino scorse a fiumi, Cordes si premurò di porgere a Giovanni Paolo II una lettera da firmare. Una lettera scritta in gergo neocatecumenalizio, con addirittura qualche errore di grammatica, che fingeva di essere scritta da Giovanni Paolo II e indirizzata allo stesso Cordes. Non era scritta da Giovanni Paolo II: gli fu data da firmare e basta.

      Giovanni Paolo II, chissà come, firmò.

      Il giorno dopo l'Osservatore Romano si rifiutò di pubblicare la lettera, sebbene la firma fosse autentica... Ed infatti la lettera fu pubblicata solo sugli Acta Apostolicae Sedis con aggiunta una nota che diceva: «la Mente del Santo Padre, nel riconoscere il Cammino Neocatecumenale come valido itinerario di formazione cattolica, non è di dare indicazioni vincolanti agli Ordinari del luogo, ma soltanto di incoraggiarli a considerare con attenzione le Comunità Neocatecumenali, lasciando tuttavia al giudizio degli stessi Ordinari di agire secondo le esigenze pastorali delle singole diocesi».

      Dunque l'espressione "itinerario di formazione cattolica" non solo è stata inventata dai neocatecumenali (e ripetuta pappagallescamente e acriticamente dai kikolatri in ogni loro presentazione e documento), ma è stata fatta furbescamente firmare a Giovanni Paolo II, che subito dopo ha fatto chiarire di aver inteso "solo incoraggiare a considerare con attenzione" (cari vescovi, se proprio vi avanza del tempo, date un'occhiatina a quest'altra roba), lasciando però che i singoli vescovi si accollassero le responsabilità di accettare o non accettare.

      Ma il danno era fatto: i kikolatri affissero copia della lettera in tutte le diocesi dove erano incistati, e i parroci - che solitamente non stanno a compulsare con pignoleria gli Acta, che peraltro non vengono pubblicati certo ogni giorno, ci cascarono.

      Vedete, il Cammino si basa sulle menzogne, sugli inganni, sul porre il Papa di fronte al fatto compiuto (l'avrà letta la lettera prima di firmarla? l'avrà capita prima di firmarla?), sul fabbricarsi autoapprovazioni e spacciarle per "ci manda il vescovo, ci manda il Papa".

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    8. Gli itinerari non possono avere Statuti perché non sono persone giuridiche.
      Sarebbe come se un libro potesse avere uno Statuto.
      Già qui, con un minimo di ragionamento, si capisce che il Cammino NON È un itinerario, perché vi è uno Statuto e dicesi che sia una persona giuridica pubblica.

      Infatti dovrebbe essere una Fondazione autonoma, cioè un ente ecclesiale.

      L'"itinerario di formazione cattolica" è il FINE/SCOPO della Fondazione, come hanno anche tutte le associazioni ecclesiali.
      L'Azione Cattolica, che è un'associazione, ha il suo "itinerario di formazione".
      Il movimento dei Focolari, che è un'associazione, ha il "patto educativo".
      Comunione e Liberazione, che è un'associazione, ha "scuola di comunità".

      I furbetti hanno sempre spacciato la storiella dell'itinerario, facendo credere che il riconoscimento sia stato dato non alla Fondazione, ma al suo "fine".
      Poi, a macchia d'olio, tutti i media hanno sempre ricopiato questa definizione, come ricopiano sempre pari pari il primo scritto su un argomento, diffondendo acriticamente ciò che vi è scritto.

      I neocatecumenali sanno che non va utilizzata la ragione, che va "circoncisa", e quindi bevono tutto quello che viene loro sapientemente spacciato.
      Marco

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  14. Cmq i vari pasqualoni ci vanno a nozze leggendovi perchè (loro) (NON RESISTONO AL MALE ) con schitarata relativa !

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    1. Allora darò loro un altro buonissimo motivo per non resistere al "male" della verità.

      Dopo accurate ricerche ho ottenuto le informazioni che intendevo trovare riguardo all'invio dei "missionari" neocatecumenali, dato che gli Stati richiedono garanzie attraverso le leggi sull'immigrazione.

      1) Se fanno partire i "missionari" col visto/permesso di soggiorno come lavoratori, nessun problema.
      Di fatto sono lavoratori in trasferta che poi fanno anche il Cammino Neocatecumenale all'estero e cercano di precettare adepti per il Cammino Neocatecumenale.
      La loro situazione giuridica, comunque, è di lavoratori e non di missionari.
      Sono in tutto e per tutto autoreferenti e non dipendono (legalmente) da alcuna organizzazione.
      Sono semplicemente degli immigrati.

      2) Diverso il caso in cui le famiglie partano col visto/permesso di soggiorno di "missionari".

      Premetto subito che il Cammino Neocatecumenale, in quanto non riconosciuto civilmente come organizzazione/ente/associazione, non può inviare "missionari", perlomeno dall'Italia.

      E questo in virtù della "Convenzione per il Servizio in Missione dei Fedeli Laici", documento della Conferenza Episcopale Italiana riferito all' Ufficio Nazionale per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese.

      Affinché i laici possano partire come "missionari", infatti, occorre che vi sia un' ORGANIZZAZIONE DI RIFERIMENTO che presenta la documentazione al Vescovo e sarà poi il Vescovo ad autorizzare l'invio.

      Siccome però il Cammino Neocatecumenale, non essendo civilmente riconosciuto, non può essere una legittima organizzazione di riferimento, decade tutto fin dal primo step.

      E il fatto che debba essere civilmente riconosciuto è di vitale importanza, perché sarà l'organismo di riferimento a "provvedere alle spese di viaggio di andata e di ritorno, all’inizio e al termine del servizio, inoltre in presenza di necessità particolari provvede anche alle spese prive di specifiche coperture finanziare."

      Se non lo fa, può sempre essere citato in giudizio.
      Ma se non è civilmente riconosciuto, è impossibile citarlo in giudizio e quindi il "missionario" maltrattato non può ottenere tutela.
      Ed è già successo che i "missionari" non abbiano trovato tutela.

      Per la Spagna è quasi lo stesso, solo che non è il Vescovo ad inviare, ma l'organizzazione/associazione direttamente: https://conferenciaepiscopal.com.es/wp-content/uploads/2014/06/comisiones_misiones_LaicosMisioneros.pdf

      Comunque, per l'Italia DEVE essere il Vescovo ad autorizzare l'invio e, se lo fa senza che ci sia una LEGITTIMA organizzazione di riferimento, ne dovrebbe rispondere in caso di problemi.

      Non si possono inviare a caso fedeli cattolici senza che appartengano ad una qualche legittima organizzazione che prepara missionari.

      Si potrebbe dire che il Cammino sia quest'organizzazione ma, non essendo un'entità legittimamente riconosciuta nel territorio italiano, non può offrire le debite garanzie di tutela necessarie in caso di problemi legali perché è INESISTENTE.

      Chi invia dunque i cosiddetti "missionari" neocatecumenali?
      Non gli immigrati con visto di lavoro, ma proprio i veri "missionari" (se ce ne sono)?
      C'è qualche vescovo che si prende la responsabilità di inviare intere famiglie allo sbaraglio senza che siano tutelate da una legittima organizzazione civilmente riconosciuta, commettendo quindi un illecito?
      Marco

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  15. Notizie da Guam: un giornalista locale ha commentato un articolo del New York Times che parla di preti abusatori sessuali che venivano "parcheggiati" nelle isole del Pacifico - sottinteso "Guam" - tra cui un "itinerante" di cui sul NYT non viene fatto il nome. Ma "itinerante" è un termine del gergo neocatecumenalizio.

    Subito è comparso un lungo commento - che si conclude con un equivalente di "bof, scherzavo", inteso evidentemente solo a scansare querele - in cui l'autore (con nome falso e profilo ancora più falso) rivanga nelle infamanti accuse (già smontate tutte dal tribunale) contro Tim, autore del blog Jungle Watch. Evidentemente i pasqualoni di Guam ancora ricorrono ai classici metodi neocatecumenali (infangare, calunniare, odiare) e ancora non hanno digerito la stangata ricevuta dal Cammino a Guam, anche se il nuovo vescovo dell'isola sembrava favorevole alla setta di Kiko e Carmen e quindi sta comunque bollendo qualcos'altro nel pentolone neocatecumenalizio.

    Il commento anti-Tim usa le stesse argomentazioni inventate dai kikolatri a suo tempo, che comparvero sul giornale italiano La Stampa nel 2021: evidentemente i kikolatri di Guam hanno come fonte esclusiva alcuni pezzettoni grossi del Cammino in Italia, che ripetono sempre le stesse calunnie pur sapendole già smentite e sbufalate.

    Tim conclude ricordando che il procedimento di bancarotta della diocesi - dovuto per gran parte ai danni lasciati dal vescovo pedofilo neocatecumenale, che aveva accolto e protetto altri preti pedofili - è concluso, ma il processo contro Apuron non è ancora concluso, e prima o poi potrebbe tornare a far notizia. E si parlerà ovviamente di nuovo del Cammino e delle sue oscene ramificazioni.


    Intanto approfitto per ricordare ai lettori che l'Osservatore Romano è il quotidiano non ufficiale della Santa Sede ("non ufficiale" perché ha una sua propria "linea editoriale", pur legatissima alla Santa Sede, ma scegliendo quali argomenti meritano risalto) e riporta notizie generali, articoli e riflessioni. Un po' come Radio Vaticana e Vatican Media.

    Gli Acta Apostolicae Sedis (AAS) sono una pubblicazione ufficiale dei documenti della Santa Sede. Ha la forma non di un quotidiano ma di un'enciclopedia con un nuovo volume ogni anno (a partire dal 2003 c'è più o meno un aggiornamento ogni mese).

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    1. L'articolo sopra indicato de La Stampa del 2021 era del neocatecumenalissimo Cernuzio, quello che a suo tempo candidamente ammetteva che il conteggio delle "vocazioni" neocatecumenali è gonfiato all'inverosimile. Il Cammino, dopotutto, si fonda sulla menzogna.

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  16. Piccolo off topic. Vengo contattato da una persona della mia ex comunità. Ovviamente sapevo che l'obbiettivo era chiedermi perché non ci andassi più, quindi l'ho anticipata. Gli dico che sto vivendo bene la mia fede andando a messa la domenica (purtroppo non c'è altro nella mia parrocchia) e parte subito con il pippone sul fatto che è importante vivere la fede in un gruppo e che non gli basterebbe andare a messa la domenica. Poi mi ha detto io non giudico e tu sei libero. A voi i commenti.

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    1. L'asino che ti ha ragliato non sa che la "dimensione comunitaria" sarà anche un grande aiuto ma non è indispensabile alla vita cristiana. Altrimenti non avremmo santi eremiti, né santi che hanno vissuto la loro vita di fede senza una comunità stabile o sotto persecuzioni plurisecolari (come i cattolici giapponesi che segretamente conservarono e tramandarono la propria fede: che "vita comunitaria" avrebbero potuto vivere, se l'esibire un segno vagamente cristiano poteva comportare carcere o condanna a morte?).

      La "dimensione comunitaria" non è un dogma. Nostro Signore non ha detto "andate e fate comunità". Esaltare la dimensione comunitaria significa deificare il proprio operato: "ehi, Signore, guarda un po' come siamo comunitari! non puoi non approvarci! guarda come paghiamo bene la Decima a Kiko!"

      E poi, che piaccia o no, le parrocchie - con tutti i loro possibili limiti - sono proprio comunità. E non è mica un dogma che con la comunità parrocchiale uno debba condividere gli aspetti più intimi della propria vita spirituale. Non è mica un dogma il dover recitare la parte dei "siamo tutti comunitari". Se uno va alla Messa della parrocchia e non saluta nessuno e però partecipa alla Messa a cui partecipano quelli della parrocchia, sta già vivendo la "dimensione comunitaria", anche se li detestasse tutti, perché resta comunque il fatto che i suoi occhi vedono una comunità, le sue orecchie percepiscono attorno a sé una comunità, la sua voce risponde alle formule liturgiche insieme alla comunità parrocchiale, la sua persona è circondata da una comunità... anche se non stringe la mano a nessuno, anche se non saluta nessuno.

      Dopotutto ciò che c'è di fondamentale, Nostro Signore ce l'ha spiegato bene: «Io sono il pane della vita... Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno...» (cfr. Gv 6,48-51).

      Non ha mica detto "chi fa comunità e paga la Decima e fa il battimani come un cretino e sgrattugia la chitarrella urlando come un ossesso".

      Chiariamo infine che quando diciamo "la parrocchia", non è automaticamente detto che debba essere per forza quella sotto casa. Uno può benissimo appartenere a parrocchia X, e andare a Messa in parrocchia/convento/cappella Y, o a confessarsi da sacerdote Z.

      Il punto fondamentale, infatti, è la propria crescita spirituale, non l'incrementare un valore in una casellina "membri" di un immaginario foglio Excel.

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    2. Grazie per l'ennesimo asino ragliante. Ribadiamo che la comunità del Cammino è MOOOOOOOOOOOOOOLTOOOOOOOOOOOOOOOO meglio di quella della parrocchia.............................

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    3. Ariecco il fintotontismo neocatecumenale con la tecnica del difendersi da accuse che nessuno aveva posto.

      Qui non si è detto "la comunità parrocchiale è meglio di quella del Cammino".

      Qui si è detto invece che la "vita comunitaria" non è un dogma. La dimensione comunitaria è utile, è un aiuto, ma non è una necessità assoluta. Tanti santi sono tali pur non avendo avuto opportunità di vivere la "dimensione comunitaria", anzi, alcuni erano addirittura eremiti e stiliti, cioè avevano liberamente e coscientemente rinunciato alla "dimensione comunitaria".

      Se qui parliamo di "parrocchia" è perché la Chiesa, da un paio di millenni, è organizzata in diocesi e parrocchie proprio allo scopo di dare ai fedeli la più accessibile possibilità di accostarsi ai sacramenti e l'insegnamento della dottrina cattolica. Certo, riconosciamo tutti lo stato penoso di tante parrocchie di oggi. Ma se la Chiesa si è organizzata così (e da così tanto tempo), chi sei tu per pretendere di cancellare le parrocchie (per sostituirle con le "comunità di comunità di kikolatri"), cioè voler cancellare un sistema che la Chiesa nella sua saggezza ritiene ideale non da un paio di giorni ma da un paio di millenni?

      La "piccola comunità" del Cammino, non dimentichiamolo mai, ha il perverso scopo di sostituirsi alla "dimensione comunitaria" della Chiesa. Infatti gli appartenenti alle comunità del Cammino evitano il più possibile di partecipare a qualsiasi iniziativa ecclesiale, tranne quando il Cammino comanda di "marcare presenza".

      Il 1° dicembre 2005, fra le «decisioni del Santo Padre» Benedetto XVI (tuttora in vigore, e pienamente recepite dallo Statuto del Cammino del 2008), c'era anche quella di far partecipare i neocatecumenali "almeno una volta al mese" alla Messa della parrocchia (una «decisione» del genere implica che le liturgie del Cammino non sostituiscono quelle della parrocchia, non sono considerabili liturgie della parrocchia).

      In particolare, la "dimensione comunitaria" del Cammino contiene un gran numero di obblighi (espressi o impliciti) che la Chiesa non ha mai richiesto e neppure raccomandato. Come ad esempio l'obbligo delle confessioni pubbliche, malamente mascherato in "scrutini", "giri di esperienze", "testimonianze". Oppure l'obbligo delle "decime" (provatevi a non darla, e guardate come immediatamente vi sgamano e ve la fanno pagare cara). E la segretezza ("le cose che dite non devono uscire da questa stanza", sì, come no...), tipica di una setta.

      Sì, il Cammino è letteralmente una setta, un cancro della Chiesa, un parassita che cerca di togliere fedeli alla parrocchia per portarli alla kikolatria (e per spennarli vita natural durante), all'ipocrisia, all'autoreferenzialità, all'ubbidienza cieca ai cosiddetti "catechisti" del Cammino.

      E sì, quando chiamiamo "asino" qualcuno, è perché intendiamo "si ostina a fingere di non capire".

      E il ragliare dell'asino serve a non ascoltare l'interlocutore. Notate quante "o" e quanti puntini ha dovuto usare per la ragliata delle 11:11. (A proposito, ma non ha nulla di meglio da fare? alle 10:01 il sottoscritto scrive "asini raglianti" e alle 11:11 il sentitosi chiamato in causa già ha inviato la sua risposta...).

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    4. Molti anni fa, i primi tempi che collaboravo con questo blog, osservai a Mic che per rispondere alle obiezioni neocatecumenali e agli slogan della propaganda kikiana avevo dovuto approfondire argomenti di fede, avevo dovuto leggere i documenti della Chiesa, avevo dovuto informarmi sulla vita di diversi santi... Per "criticare il Cammino" è sufficiente ribadire le verità di fede, è sufficiente prendere sul serio il Magistero e la Tradizione, è sufficiente riepilogare i concetti del Catechismo, è sufficiente leggere i documenti promulgati dalle autorità ecclesiastiche, è sufficiente rivedere qualche episodio della vita dei santi.

      Tutte le cose buone della fede e della Chiesa sono di fatto "critiche al Cammino".

      Persino di fronte alla vasta crisi che la Chiesa vive oggi, ciò che condanniamo di quella crisi sono le stesse cose che vanno "criticate al Cammino". Quando critichiamo una fede fatta di apparenze, con ciò stesso stiamo criticando l'ipocrisia neocatecumenale, quando ci addoloriamo per il crollo della liturgia, con ciò stesso stiamo condannando le pagliaccesche liturgie del Cammino, quando ci lamentiamo dello strapotere di certi laici clericalizzati, con ciò stesso stiamo criticando la gerarchia dei cosiddetti "catechisti" del Cammino, quando lamentiamo dell'adorazione della Pachamama, con ciò stesso stiamo criticando l'idolatria agli autoproclamati "iniziatori" del Cammino...

      E quando il Cammino si autoproclama "frutto del Concilio Vaticano II" e nessun vaticansecondista ha da ridire, dobbiamo dedurre che il Vaticano II ha prodotto solo frutti marci. Se almeno un convinto vaticansecondista si degnasse di notare che il Cammino va perfino contro il Vaticano II...!

      E invece no: ancor oggi, nel 2024, la convinzione universale dei vaticansecondisti è che "contro il Concilio" è solo "tutto ciò che è preconciliare". Solo con questo genere di alibi il cancro della Chiesa denominato "Cammino" poteva presentarsi.

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    5. Come sempre tripudio hai saputo rispondere perfettamente. Purtroppo però per i neocatecumenali la fede è solo quella che si vive nel cammino. Tutto il resto non conta. Tralasciando che la dottrina neocatecumenale non è per nulla in linea con quella della Chiesa Cattolica.

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    6. Primo, ti sta giudicando, infatti se tornerai in comunità ti chiederà "perdono" perché ti ha giudicato. Anzi perché lo hai fatto giudicare. Il peccato lo fa chi giudica, non chi è libero.
      Secondo, secondo lui non sei libero, perché una volta entrati nella setta non puoi più uscire.
      Più tempo passa dal mio essere uscito dalla setta, più mi rendo conto delle manipolazioni narcisistiche della stessa.setta, questo è il termine esatto, non altri termini political correct di persone colluse con essa. Dio lascia liberi SEMPRE, ed uscire dal CNC non implica nulla, anzi, vuole dire liberarsi dai vari narcisismi manipolatori di chi pensa di vivere bene la sua fede e si maschera nel gruppo.
      Ovviamente sono constatazioni di fatto, il giochino idiota del tu giudichi lo conosco bene. Si nasce soli, si vive la propria fede da soli, si muore da soli e il Giudizio sarà singolo, non comunitario. Ognuno risponderà del suo operato davanti a Dio singolarmente, non in gruppo, poiché ogni singolo uomo conosce la differenza tra bene e male, dire "ma ho obbedito ai catechisti", non conterà nulla, perché ognuno risponderà per sé stesso delle proprie azioni. Che Dio ci liberi presto da questa setta.

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    7. Ci si salva a grappoli. Kiko dixit.......................................................................................................................

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    8. "il giochino idiota del tu giudichi", dici benissimo. Giocano tantissimo sul farti sentire sbagliato e sui sensi di colpa.

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    9. "se tornerai in comunità ti chiederà "perdono" perché ti ha giudicato"

      Ma chi l'ha detto?

      La mia esperienza è del tutto diversa, frutto della protervia neocatecumenale.

      Dopo aver fatto un anno fuori dalla comunità, pur continuando il Cammino in una comunità di diversa parrocchia per gentil concessione di Kiketto stesso, fummo nuovamente precettati nella nostra comunità di origine per fare la tappa inventata del "matrimonio spirituale".

      Partimmo per Israele e la sera, alla Domus Galilaeae, i catechisti convocavano la comunità "per dialogare".
      Sapete qual era la prima domanda che ponevano a tutti?
      Era: "Tu sei contento che Tizio e Tizia siano tornati in comunità?"
      E sapete cosa rispondevano tutti?
      Che NO, non erano contenti, oppure lo erano ma... e giù giudizi a non finire.

      Parlammo col presbitero dell'équipe e questo sinedrio finì.
      Però continuarono ad isolarci per tutto il tempo, noi ed anche il parroco.
      Nelle visite ai luoghi eravamo sempre da soli, nel tempo libero lo stesso. A tavola nessuno parlava non noi... Un incubo quel "matrimonio".
      Noi e il parroco da soli, e loro che se la ridevano sgangherati con urla altissime per ostentare una comunione frutto di un cattivo patto.

      Termine un mese ed eravamo già fuori da quel ghetto per sempre.
      Il parroco un annetto e mezzo dopo di noi.

      E poi i catechisti dovrebbero concludere la loro interferenza e il loro comando dopo l'Elezione...
      Ma quando mai...
      Li abbiamo visti più dopo l'Elezione che in tutti gli anni di Cammino...
      Ed hanno anche preso decisioni pesanti ed infauste a danno anche della parrocchia e del parroco (neocatecumenale formato al RM).

      Il Cammino è una truffa, un inganno.
      Tutto quello che predica e promette è una malefica trappola sapientemente occultata con foglie leggere e rametti friabili.
      Appena ci caschi dentro senza rendertene conto, ti rende la risalita difficilissima e, per alcuni, spesso impossibile. Ci marcisci dentro.
      Il Cammino è una fabbrica di farisei: filatteri e frange, pesanti fardelli legati e imposti sulle spalle della gente, gente apprezzabile dal di fuori, ma con uno spirito marcito dentro: giudicatori, superbi, divisivi, calunniatori, menzogneri, assassini dell'anima, luogo in cui tutti sono nemici solo per il fatto di essere diversi.
      Marco

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    10. È una setta potentissima, non giriamoci intorno. Il fatto di presentarsi come gruppo cattolico è un inganno forte che permette di manipolare le persone.

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    11. Concordo con Marco. Non è mica vero che in comunità si chiede perdono. Qualcuno forse una tantum lo fa per poi dire ai catechisti he lo ha fatto e farsi anche bello davanti ai fratelli di comunità, ma solo per "aver giudicato". In tanti anni di Cammino, non ho mai sentito nessuno, e ripeto MAI, chiedere perdono per le proprie cattive azioni ai danni di qualche fratello/sorella. Le cattiverie gratuire, le maldicenze, l'isolare i fratelli, l'infierire sui più deboli sembra che non siano peccati, e invece sono quelli che fanno più male e quelli più gravi, perché compiuti intenzionalmente con il preciso scopo di fare male. A me, soprattutto negli ultimi anni, ne hanno fatte di ogni, ma nessuno mai si è sognato di chiedermi perdono per nulla. Proprio mai.
      Porto

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    12. È proprio una questione della mentalità dell'uomo nuovo neocatecumenale.

      Una volta mia moglie fu anche aggredita fisicamente da una "sorella" considerata tra i più illuminati.
      Questa si confidò con uno dei suoi "amici" e poi lo mandò come messaggero per la riappacificazione.
      Evidentemente reputava di non potersi presentare di persona...
      Il "fratello", nel riportare le parole dell'aggressiva "sorella", disse che si doleva per la "brutta figura che aveva fatto"!

      Non per aver aggredito una persona sia fisicamente che verbalmente, ma per la figura fatta...
      Ed eravamo già "Eletti"...

      Non ce la fanno proprio.
      Non solo mancano di amore, ma proprio della semplice umanità rinvenibile in molte persone "del mondo".
      Marco

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  17. Padre Zoffoli (e altri) non erano ostili al Vaticano II ma hanno criticato il Cammino...

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    1. È vero, mentre scrivevo avevo in mente solo i tipici vaticansecondisti d'assalto.

      Il problema del vaticansecondismo è che tutti gli sforzi intesi a interpretarlo in senso cattolico (di cui il massimo esempio è Ratzinger, anche da prima di diventar Papa) vengono vanificati dalla stessa ideologia vaticansecondista - quella che per esempio si sforza di eliminare il latino, la comunione "alla bocca", l'inginocchiarsi, quella che per esempio si rifiuta di celebrare ad orientem (cioè col sacerdote orientato come i fedeli, verso Dio anziché verso l'assemblea come un comune variety televisivo domenicale), ecc.

      Ma mi preme sottolineare che tutte le storture postconciliari sono state giustificate "in nome del Concilio". Persino il Cammino: «gli ho servito [a Kiko] il Concilio su un piatto d'argento». Ma quale "Concilio", se sia Kiko che Carmen hanno preso sbandate dottrinali, liturgiche, pastorali, semplicemente mostruose?

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  18. Basta essere dei poveracci ed il cammino durante il tragitto ti scarta a 'priori a loro interessa l'albero (della vita?) dei limoni da spremere !

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  19. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. quello di Medjugorje

    Recentemente il Vaticano si è espresso sulla nota vicenda di Medjugorje. Essendoci ancora dei dubbi, Kiko ha implorato Carmen e lei, da Lassù, durante un pellegrinaggio è apparsa alla folla vestita da Madonna, dove si vedeva la faccia che si trasformava in quella della Madonna e viceversa ogni due secondi per almeno un'ora. Un fedele ha ripreso con lo smartphone la cosa e l'ha inviata al suo parroco, che l'ha inviata al suo vescovo, che l'ha inviata a Semeraro, che l'ha fatta vedere al Papa, che ha detto : "hermano cardenal, questa es la prova provata que les apparissiones de Medjugorje sono di origine divina e que Carmensita es como la Madonna, quindi es por definision una sancta. Procedamos con la beatificasion". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un plico contenente un DVD con un programma speciale di Arenzulla che permette di intercambiare le immagini in tempo reale.

    e la causa continua....

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  20. Gli scritti di Don Zoffoli molto discutibili.

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    1. Per discuterli, devi prima leggerli e capirli.
      Ragliar forte non è un argomento.
      Finora nessuno ha mai controargomentato a ciò che ha scritto padre Zoffoli. Anche perché per smentirlo occorrerebbe smentire la Chiesa, la Tradizione, il Magistero che padre Zoffoli cita continuamente per far capire i madornali errori di Kiko e Carmen.

      Voi odiate padre Zoffoli anche senza conoscerne gli scritti. Cioè il vostro odio è del tutto gratuito, come una tifoseria ultrà: "noi siamo i migliori, e loro devono per forza essere peggiori perché loro non sono dei nostri, e dobbiamo odiarli perché non sono dei nostri".
      All'origine di questo odio c'è naturalmente Kiko, che con disprezzo menzionò gli "zoffoliani", personaggi immaginari che andavano contro il Cammino.
      Ma tutto questo non ci meraviglia, perché sappiamo bene - fin troppe prove e testimonianze lungo tanti decenni - che la spiritualità neocatecumenale è basata sull'odio, sull'inganno, sulla menzogna.

      A proposito, lo chiamiamo "padre Enrico Zoffoli" perché è stato nei padri Passionisti, fino alla fine. Il titolo di "padre" lo si dà tipicamente ai sacerdoti religiosi professi (quelli che emettono voti solenni di povertà, castità e ubbidienza in un ordine religioso). Non importa che qualcuno, più per affetto che per altri motivi, chiami "padre" anche il proprio parroco diocesano o addirittura il proprio vescovo (al quale si dà invece il titolo di "eccellenza", o se è cardinale, "eminenza").

      Il titolo "don" lo si dà ai sacerdoti "secolari", come ad esempio i sacerdoti diocesani. (Il titolo onorifico di "monsignore" lo si dà solitamente solo ai vescovi; chiamare "monsignore" un sacerdote, o è troppo formale, o suona ironico, anche se il soggetto avesse davvero avuto il titolo in quanto - ad esempio - vicario generale).

      Quindi un prete che venga buttato fuori dall'ordine religioso, come il Pezzi, non merita più il titolo di "padre" che molti di voi kikolatri gli attribuite, ma solo quello di "don". (Pezzi fu messo alla porta dai comboniani perché per vent'anni aveva servito solo il Cammino, trascurando del tutto i suoi doveri nell'ordine per servire il Cammino; lo ammise lui stesso in un'intervista, intervista che poi opportunamente sparì).

      A proposito, vi ricordate di quando Kiko scrisse una lettera a padre Zoffoli?

      Lo scopo di Kiko era far visita a padre Zoffoli quel tanto che basta per poter raccontare falsamente che in punto di morte padre Zoffoli gli avrebbe chiesto perdono. Entrò addirittura senza farsi annunciare né presentare. Tentò l'astuzia del dire "lei ha scritto per amore della Chiesa", col perfido sottinteso che per salvaguardare il prestigio di un'entità (la Chiesa) avrebbe attaccato il prestigio di un'altra entità (il Cammino).

      Gli andò buca perché padre Zoffoli, benché provatissimo, rispose chiaro e forte: "per amore della verità!" Dunque gli scritti di padre Zoffoli vanno valutati chiedendosi: è vero ciò che dice? Non vanno valutati col metodo di "per amore di quale entità lo dice?". Conta solo la verità, non la tifoseria.

      Kiko aveva addirittura tentato di mobilitare contro padre Zoffoli il superiore generale dei Passionisti. Sapendo che padre Zoffoli onorava i suoi voti religiosi, avrebbero costretto padre Zoffoli a dire o fare qualcosa che la propaganda kikiana avrebbe poi furbescamente presentato come rinnegamento di ogni critica a Kiko e Carmen. (Purtroppo in molti contesti le anime più pie vengono raggirate allo stesso modo: "in nome dell'ubbidienza, devi cancellare/banalizzare/azzittire la tua opera! chi disubbidisce a un superiore, disubbidisce a Dio!" e robe di questo genere. Ora, le anime sante sanno benissimo che non puoi essere costretto a fare il contrario di ciò che in coscienza ritieni giusto, sanno benissimo che un superiore non può comandarti di mentire o peccare - e che se lo fa è perfido perché sfrutta l'ubbidienza come clava contro i giusti).

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  21. Intanto a Guam ci si chiede come mai certi preti diocesani siano perennemente assenti, e ci si chiede chi sarebbero i preti abusatori sessuali "parcheggiati" a Guam (di cui ha fatto menzione un recente articolo del New York Times).

    Da notare che in USA (e quindi anche a Guam, che ne è "territorio incorporato") non prevedono un equivalente del Sostentamento Clero che abbiamo in Italia (e che alimentiamo con "l'otto per mille": quasi il 40% di quell'otto per mille è destinato al pur magro "stipendio" dei sacerdoti incardinati nelle diocesi italiane; dopotutto anche i sacerdoti hanno da pagare benzina, bollette e cibo). Credo che siano pochissime le nazioni in cui c'è un equivalente decente del Sostentamento Clero italiano. Cioè nel resto del mondo i preti diocesani vengono sostentati solo dalle offerte dei fedeli, e quindi anche in USA (e quindi anche a Guam) ogni prete viene "stipendiato" dalla diocesi di appartenenza (e pertanto già l'idea di mandarne uno "in missione" - o averlo comunque piuttosto assente dalle parrocchie locali - viene percepito dai fedeli e dalla curia come un "pagare per un servizio non ricevuto").

    Certamente molti di quei preti abusatori sessuali sono stati incardinati a Guam ad opera del vescovo pedofilo neocatecumenale, che essendo un "fratello di comunità" neocatecumenale ubbidiva ciecamente agli ordini dei suoi cosiddetti "catechisti" neocatecumenali. Ricordiamo che il Cammino gradisce moltissimo avere a che fare con persone ricattabili - come ad esempio i preti abusatori sessuali che cercano di non far notare il proprio torbido passato e magari anche il torbido presente.

    Tim menziona un caso piuttosto importante (Wadeson) che dopo che scappò da Guam nel 2014, sta tuttora prendendo almeno 1500 dollari al mese di "stipendio" anche se da oltre dieci anni è dall'altra parte dell'oceano Pacifico, addirittura in servizio attivo (cioè probabilmente presso qualche cappella o parrocchia). E ci sono almeno sei presbikikos incardinati a Guam che ancora percepiscono lo stipendio (da 1800, in quanto teoricamente "in servizio attivo") pur essendo assenti senza una precisa motivazione ufficiale (cioè se ne vanno 130mila dollari al mese, più tasse, a spese dei fedeli cattolici, per dei presbikikos che sono al servizio esclusivo del Cammino; senza contare che le spese di formazione a suo tempo pure furono a carico dei cattolici).

    Vedete, i soldi (lo sterco del demonio) sono sempre una questione importante perché fanno capire le vere intenzioni della gente. Per capire le vere intenzioni dei cosiddetti "catechisti" del Cammino smettete di pagare la "Decima" al Cammino, e usatela per onorare il Signore. Se comprate i libri di scuola ai vostri figli, avete già "fatto la Decima", in quanto quei soldi sono serviti a onorare i doveri derivanti dal sacramento del matrimonio. Quello che pagate per visite mediche e medicinali, vale come "Decima già data", perché la salute è un dono di Dio e non va sprecata per risparmiare soldi. Quello che spendete per il riscaldamento, per la bolletta della luce e dell'acqua, vale come "Decima già versata". Smettete di dare soldi al Cammino, e scoprirete come il Cammino è avido dei vostri soldi, scoprirete che il Cammino è letteralmente Mammona e vuole spennarvi come polli. Se date cento euro al Cammino avete buttato cento euro nell'idolatria, ma se lasciate venti centesimi alla parrocchia (o in qualsiasi altra opera cattolica di carità) avrete accumulato un tesoro in cielo. Tesoro vero, non quello immaginario neocat (che è composto solo dal "malloppo" che vi estraggono dalle tasche per gloriare Kiko).

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    1. Il sullodato Wadeson, dopo che gli era stato vietato di esercitare il ministero nella diocesi di Los Angeles, approda a Guam e... diventa "formatore" del seminario neocatecumenale Redemkikos Mater. Ma guarda un po', i formatori scarseggiano talmente che i kikolatri accettano anche preti abusatori sessuali.

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  22. @ByTripudio

    Se confuto Don Zoffoli mi pubblichi ?

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    1. Ma figuratevi, un asino che dall'alto del suo anonimato si sente capace di "confutare" nientemeno che padre Zoffoli.

      Sì, padre Zoffoli, che quando era ancora vivo, i suoi scritti teologici venivano citati nei discorsi di Giovanni Paolo II.

      Ma pensate un po', l'anonimo asino ragliante è persino più perspicace di Giovanni Paolo II.

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    2. Giovanni Paolo II ha anche approvato, sostenuto e incoraggiato il cammino ma di questo te ne sbatti evidentemente!

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    3. Nessun Papa - neppure Giovanni Paolo II - ha mai speso una parola a favore degli strafalcioni liturgici e dottrinali del Cammino, per l'arroganza dei cosiddetti "catechisti" del Cammino, per gli abusi sessuali dei capicosca del Cammino, per il settarismo del Cammino, per la "Decima" da dare al Cammino...

      Il paterno abbraccio degli ultimi pontefici - incluso persino Benedetto XVI che aveva proibito gli strafalcioni liturgici del Cammino - non implica la loro connivenza con le eresie, con le carnevalate liturgiche, con la scarnificazione delle coscienze, con lo strapotere dei cosiddetti "catechisti", con la copertura di scandali (anche sessuali, anche finanziari), con la complicità con le menzogne dei capicosca della setta di Kiko e Carmen...

      Vedete, il Cammino è fondato sulla menzogna.
      Vi dicono che il Cammino "evangelizza"? Ma nel gergo neocatecumenale "evangelizzare" non significa evangelizzare: significa solo costituire nuove comunità di Paganti Decima.
      Vi dicono che il Cammino è "al servizio del vescovo"? Ma nella mentalità neocatecumenale il vescovo o è totalmente al servizio del Cammino (obiettivo per il quale si usano i soliti metodi mafiosi del bastone e della carota, cioè di minacce velate e di corruzione), oppure è un "faraone". Certamente non è mai il ministro di Dio a cui dare ubbidienza; per i neocatekikos, infatti, «l'ubbidienza al catechista è tutto», sottinteso che l'ubbidienza al Papa è "niente", l'ubbidienza al vescovo è "niente", l'ubbidienza al parroco è "niente"... Parroci, vescovi, cardinali, pontefici, per i kikolatri sono solo dei polli da sfruttare e abbindolare (e da calpestare qualora non servano ciecamente al Cammino).

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    4. Ma Giovanni Paolo II credeva che il Cammino durasse 7 anni e che gli itineranti non viaggiassero in aereo come lui, cosa di cui anche si scusò.

      Il Cammino che conosceva Giovanni Paolo II era tutta un'altra cosa dal vero Cammino.
      Marco

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  23. Non so se qualcuno l'abbia già visto, ma compare come già santa anche in questa teoria di santi veri 🤦🏻‍♂️

    https://www.instagram.com/santiritratti/p/DAAaPFqC0E5/

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    1. Santa non e' e nemmeno loro se la credono,

      Una amica di mia moglie che fa il cammino, gli si stava annegando il figlio questo fine settimana. Il bimbo era gia incoscente quando la mamma ha pregato, nel momento di disperazione, a padre Pio, mica alla carmen!!!

      Grazie a Dio e l'intercessione di San padre Pio, il bambio si e' ripreso subito all' invocazione di un Santo vero!!!

      Tutta la gloria a Dio!!

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  24. alla fine della fiera, quello che proprio questo blog non sopporta, e che qualcuno cerchi di vivere la Fede in maniera profonda. Quando il gioco si fà duro saltano fuori mille scuse per rimanere nel proprio brodo. Anche Gesù è stato seguito da folle smisurate fino a che ha sparso miracoli a destra e a sinistra. Ma quando ha iniziato a parlare seriamente della Croce e del sacrificio che avrebbe dovuto affrontare, e col quale ogni Cristiano è chiamato ogni giorno a misurarsi, hanno iniziato a boicottarlo e odiarlo. Finchè parliamo di una messa di 40 minuti alla domenica tutti cristiani ... ma se parliamo di sacrificio allora anche basta...

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    1. Perché non parli di tutte le schifezze che fate? È inutile vi sentite superiori

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    2. Nota tecnica: in psicologia chiamano "proiezione" l'abitudine ad attribuire agli altri i propri difettucci e difettacci.

      Il fratello Leonardo ci proietta addosso i problemi del Cammino, infatti:

      - quello che proprio nel Cammino non si sopporta, è che qualcuno cerchi di vivere la Fede in maniera profonda (cioè mettendo da parte il tripode Kiko-Carmen-Cammino e prendendo sul serio ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e celebrato). Il tipico dramma neocatecumenalizio è che qualche fratello di comunità riflette per un attimo sulla Parola appena letta o annunciata, e si rende conto che è il Cammino ad essere sbagliato, sono gli "iniziatori" ad insegnare a sbagliare, non è lui a sbagliare (giacché lui voleva genuinamente essere in unione con Dio);

      - quando "il gioco si fa duro", cioè quando un fratello di comunità si trova davanti al "bivio" di dover scegliere di servire o il Cammino o Nostro Signore, saltano fuori mille scuse per rimanere nel proprio brodo neocatecumenale (scuse fornite dai cosiddetti "catechisti" neocatecumenali). Ma se per un attimo preferisce compiere opere di fede, speranza e carità, anziché le perfide opere del Cammino... o sta per abbandonare il Cammino, o ne è già stato buttato fuori con la scusa che "il Cammino non fa per te!!!!!!"

      Notate come il fratello Leonardo vada guardando non la crescita spirituale del singolo, ma la durata in minuti della liturgia. Come se lo show fosse valido solo se dura intere ore. (Infatti per i neocatekikos l'importante non è il Sacrificio dell'Altare, ma la lunga pagliacciata autogestita con grattugiate di chitarrella, battimani ritmati, girotondino col passetto, esposizione ortofrutticola sul tavolinetto smontabile, "comunione seduti", eccetera, tutto con gadget made in Kiko e immagini "sacre" designed by Kiko).

      p.s.: sappiamo tutti che c'è una abissale differenza fra ciò che il Cammino proclama di essere ("riscoperta del battesimo!" "evangelizzazione!" "itinerario!") e ciò che il Cammino invece insegna, fa, obbliga a fare.

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    3. Da quando la fede si misura con la durata di una messa?
      Cito il Vangelo di Matteo: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. "

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    4. Ah è risbucato fuori Leonardo. A quando la risbucata fuori di FAV????????????????????????

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    5. Voi non vivete la fede in maniera profonda.
      La fede in Kiko, intendo, che è quella che alla fine della fiera vivete voi.

      Voi avete trasformato la fede in baldoria: mangiate, balletti, gite fuori porta, edifici extralusso, alberghi comodi, ruoli, schitarrate continue, amicizie, fazioni, clan familiari...

      Nulla è duro nel Cammino, neanche le Eucarestie di due ore, perché si esercitano i ruoli, si cantano canti rimaneggiati da Kiketto, si balla, si preparano agapi per le mangiate...
      Si dimentica la famiglia d'origine, se non appartiene alla Fondazione autonoma, e ci si diletta in convivenze sparatutto, anche di due o tre giorni, facendo chiacchiericcio, bevutine, ricche colazioni e letti comodi.
      Si può uscire anche per fumare, come faceva santa Carmen durante l'Eucarestia.

      Infatti Leonardo non conosce i Vangeli né i 3 annunci della passione, perché afferma che "quando Gesù ha iniziato a parlare seriamente della Croce... hanno iniziato a boicottarlo e odiarlo".
      Insegnano questo nel Cammino?

      Tutti e 3 gli annunci della passione (morte in croce), sono seguiti da narrazioni gi FOLLE che seguivano Gesù, non da boicottaggi e odio.
      Tipico dei neocatecumenali, parlano sempre di odio, anche dei discepoli di Gesù.

      Lc. 9: "Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno".
      Poi c'è la trasfigurazione.
      Poi, "Il giorno seguente, quando furon discesi dal monte, una gran folla gli venne incontro"

      Solo un esempio.

      Nel Cammino tutto è pura mondanità: tutto creato apposta per per fungere da collante umano.
      Poi, se un giorno "passa" lo spirito...
      Ma qual è lo spirito che "passa" al di fuori dei sacramenti?
      Non certo quello di Dio, perché lo Spirito Santo non "passa".
      C'è.
      Marco

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    6. @leonardo
      ebbasta con sta manfrina. Non ci credete più neppure voi, su!

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    7. Eh si è un grande sacrificio una " celebrazione " in cui già dal Credo comincia l'andirivieni per il bagno ( a volte si forma anche una piccola fila) o approfittare delle risonanze e dell omelia per uscirsene per una pausa sigaretta. Una volta addirittura uno appena finito il vangelo sparì per diversi minuti e quando alla fine della " messa" gli hanno chiesto se fosse stato male rispose che no, era andato al bar lì accanto per un gelato e una sigaretta. Questo durante una delle vostre celebrazioni, che a vostro dire sono molto più curate, sentite, belle, raffinate migliori ecc ecc rispetto alle messe tirate via da 40 minuti che si fanno in parrocchia!
      Meglio partecipare a una celebrazione di quasi due ore durante la quale ti senti autorizzato a fare quel che vuoi ( il commento del signore di cui sopra davanti al mio stupore fu sul genere " io non sono perfetto come si ritengono gli altri") o una messa con le sue parti essenziali, letteralmente " come Dio comanda"e vissuta con rispetto e rendendo culto a Dio?
      Che cammino è quello che vi fa sentire in diritto di farvi i cavoli vostri durante una messa?

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  25. Cmq si canta ancora quella nenia ipocrituccia direi che (kiko?) è il pane dei poveri l'allegria per tutti !

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  26. Scusate ma perchè non rispondete mai su questo blog?

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    1. Ad oggi questo blog ha pubblicato 2840 (duemilaottocentoquaranta) pagine.
      Lo spazio commenti di ogni pagina è uno spazio commenti, non il muro da imbrattare a disposizione dei vandali di passaggio. Per cui i commenti che ribattono inutilmente su questioni trattate in quasi ogni pagina, o che ripetono falsità già largamente smentite mille volte in questo blog, o che si limitano a insinuazioni e illazioni, o che tentano di cambiare argomento, restano nella cartella "spam" anziché venir pubblicati.

      Quello che conta è solo la verità.
      Il Cammino contiene madornali errori e vere e proprie eresie.
      Gli autoproclamati "iniziatori" hanno insegnato madornali errori e vere e proprie eresie.
      Errori ed eresie non possono provenire dallo Spirito, ma solo dal demonio.
      Il demonio è il vero padre del Cammino.

      Dalle "catechesi" e dalla pratica del Cammino Neocatecumenale sono scaturite tantissime ingiustizie, anche molto gravi, di cui né la gerarchia neocatecumenale né i perpetratori hanno mai veramente fatto qualcosa per rimediare.

      E i commenti dei kikolatri su questo blog - anche quelli che vengono pubblicati - dimostrano che da parte neocatecumenale non c'è nessunissima intenzione di riflettere sugli errori da correggere e sulle ingiustizie da appianare.
      E vi assicuro che Nostro Signore vede quegli errori e quelle ingiustizie molto meglio di quanto non potremmo immaginare.
      Ed essendo infinita misericordia, saprà generosamente ricompensare le vittime del Cammino, ed essendo infinita giustizia, saprà severamente punire i malvagi neocatecumenali, specialmente i lupi che sono stati sempre abilissimi a travestirsi da pecore.
      Dopotutto, come ci ha detto nel Vangelo, non basta recitare la parte "ilsignore-ilsignore" per qualificarsi come cristiani.

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    2. Quando un kikolatra dice che la decima viene raccolta per i fratelli di comunità che non arrivano a fine mese, o è un ingenuo, o sta mentendo. Forse - lo ripeto: "forse" - nei primi tempi può darsi che qualche soldo venga usato per aiutare qualche "fratello" più povero. Ma presto viene assorbita tutta da imprecisate spese comunitarie (e che anche quando vengono precisate come "affitto sala albergo" o "fiori per la celebrazione", ci sarebbe da obiettare che si poteva benissimo celebrare gratis nella parrocchia di origine e senza la vasta distesa di fiori e prodotti ortofrutticoli)... fra i tanti "dogmi" del Cammino, infatti, c'è l'obbligo di andare in alberghi costosi e lontani, l'obbligo delle grandi mangiate, l'obbligo dello sfarzo liturgico (ufficialmente "per il Signore", praticamente solo per la carnevalata liturgica autocelebrativa e autoreferenziale).

      Abbiamo avuto tante testimonianze relative a fratelli "poveri" che al momento di difficoltà si son visti negare un aiuto, alla faccia dello slogan che dal "sacco nero" si può anche "prendere".

      E tutto questo avviene comunque insieme alla schizofrenia che bisogna "provarsi coi beni" (quindi se "prendi" significa che sei "attaccato a mammona"). A un certo punto nel Cammino lo sanno tutti che la Decima è un obbligo, che son tutti controllatissimi anche se ufficialmente è "segreta", e che tutte le volte che non si raggiunge la quota prestabilita ci deve essere per forza qualche fratello che fa il furbo (e quindi tutti si mettono a controllare tutti gli altri) oppure il responsabile ha avuto ordini perentori dal cosiddetto "catechista" (e quindi tutti devono rimettere dolorosamente mano al portafoglio)...

      Nel gergo menzognero del Cammino, "fatevi un tesoro in cielo" equivale a "mollate il malloppo altrimenti non state facendo bene il Cammino".

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    3. E mollatelo questo malloppo nooooooo??????????

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    4. No.

      Nostro Signore elogiò la vedova al Tempio per chiarire che donare è un gesto libero e che non va misurato sulla quantità.

      Kiko, al contrario, disse ai suoi pretoriani: «se vi ascoltano si convertono, e se si convertono devono mollare il malloppo!» Sono interessati non alla salvezza delle anime, ma ai soldi e al potere (e anche alla lussuria, ogniqualvolta si presenti una minima occasione).

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    5. Per mia esperienza, essendo stato responsabile per decine d'anni, la questione della decima ai "fratelli poveri" non è per niente come viene raccontata.

      Innanzitutto si può dare ai "poveri" se ne avanza, dopo il saldo di tutte le altre spese e degli anticipi.

      Inoltre, se i "poveri" sono più di uno, è il responsabile che decide a chi darla, secondo criteri suoi.
      Se uno chiede tutti i mesi, a volte non gli verrà data per darla ad altri, per esempio.
      Se uno chiede una somma, può ricevere una somma inferiore per poter accontentare tutti.
      Si può adottare il metodo del "chi primo arriva meglio alloggia", dandola soltanto a chi ne fa richiesta per primo e non agli altri.

      Insomma, siccome la decima viene maneggiata solo dal responsabile, che sa anche quanto è l'importo, il fatto di ricevere o meno dipende dal ricavato, dalle spese e dalla gestione del responsabile.
      Non è per niente scontato che il "fratello povero" ottenga ciò che chiede.

      E poi, i furbetti, predicano di dare comunque la decima anche se si è in difficoltà, perché richiederla indietro sarebbe un "esercizio di umiltà".
      In realtà è una trappola, perché non è assolutamente garantito che la si possa avere indietro.

      Ed è anche un "esercizio di umiltà" stupido, dare per poi richiedere.
      "Liberarsi da Mammona" per poi chiedere Mammona.

      La questione è sempre questa: nelle comunità ci sono i ricchi e i poveri, nessuno mette i propri beni ai piedi degli "apostoli" perché vengano divisi secondo le necessità.

      Io ho fatto 35 anni di cammino e chi ha iniziato da ricco è rimasto ricco, mentre chi ha iniziato da povero è rimasto povero.
      Chi aveva molte case se le è tenute, come si è tenuto la casa al mare, per esempio, alla faccia di chi non possedeva nemmeno una casa.
      Il Cammino è per i furbi o per gli ingenui.
      Marco

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  27. Kiko é il.pane dei poveri? Praticamente un Cristo 2.0.

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