domenica 29 settembre 2024

La bufala della Decima "per i fratelli poveri" della comunità neocatecumenale

"Kiko si vuole incontrare con te"...
Però ci scrivono "Cristo" per ingannarti.
E per fregarti meglio, non ti scrivono che è un
reclutamento del Cammino Neocatecumenale
La questione della Decima ai "fratelli poveri" non è per niente come viene raccontata.

Innanzitutto la si può dare ai "poveri" solo se ne avanza, dopo il saldo di tutte le altre spese e degli anticipi.

Inoltre, se i "poveri" sono più di uno, è il responsabile che decide a chi darla, secondo criteri suoi.
Se uno chiede tutti i mesi, a volte non gli verrà data per darla ad altri, per esempio.
Se uno chiede una somma, può ricevere una somma inferiore per poter accontentare tutti.
Si può adottare il metodo del "chi primo arriva meglio alloggia", dandola soltanto a chi ne fa richiesta per primo e non agli altri.

Insomma, siccome la decima viene maneggiata solo dal responsabile, che sa anche quanto è l'importo, il fatto di ricevere o meno dipende dal ricavato, dalle spese e dalla gestione del responsabile.
Non è per niente scontato che il "fratello povero" ottenga ciò che chiede.

E poi, i furbetti, predicano di dare comunque la decima anche se si è in difficoltà, perché richiederla indietro sarebbe un "esercizio di umiltà".
In realtà è una trappola, perché non è assolutamente garantito che la si possa avere indietro.

Ed è anche un "esercizio di umiltà" stupido, dare per poi richiedere.
"Liberarsi da Mammona" per poi chiedere Mammona.

La questione è sempre questa: nelle comunità ci sono i ricchi e i poveri, nessuno mette i propri beni ai piedi degli "apostoli" perché vengano divisi secondo le necessità.

Io ho fatto 35 anni di cammino e chi ha iniziato da ricco è rimasto ricco, mentre chi ha iniziato da povero è rimasto povero.
Chi aveva molte case se le è tenute, come si è tenuto la casa al mare, per esempio, alla faccia di chi non possedeva nemmeno una casa.
Il Cammino è per i furbi o per gli ingenui.

(Marco)

6 commenti:

  1. Basterebbe questo tema per capire la natura del cammino e per farlo chiudere. Si sa qualcosa su quali sono i temi della propaganda neocatecumenale di quest'anno?

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  2. Brevi note per i nuovi lettori.

    Tempo fa Kiko si vantò di dare 50 euro ad un generico "povero" che incontrava al mattino andando a messa - non ridete, Kiko davvero andò fanfaronando di andare a messa ogni mattina, so che sembra una panzana ma vi prego di non ridere e di concentrarvi sull'aritmetica: 50 euro al giorno per 30 giorni al mese fanno 1500 euro di disponibilità di contanti per Kiko. Da dove gli arrivano quei soldi visto che non ha mai lavorato in vita sua? Possiamo capire che siano sempre i suoi adepti a pagargli i costi per vivere (affitti, bollette, pasti, whisky al bar a colazione, aragoste di cui va ghiotto, passaggi in elicottero e jet privato...), ma qui si parla di 1500 euro in contanti al mese, eh (condoglianze agli altri poveri della parrocchia che non vedono mai un centesimo).

    Insomma, l'essere "iniziatore" gli ha comportato una clamorosa quantità di benefit economici. Si direbbe proprio che Mammona è il padre del Cammino, se non fosse per il fatto che il Cammino ha talmente calpestato la fede cattolica e la liturgia cattolica, da darci la certezza che il padre del Cammino è il demonio, e che Mammona si è comodamente associato dopo. Ed infatti per "mammoni" motivi, Kiko e Carmen abbandonarono subito l'esperienza dei baraccati di Madrid perché non potevano estrarne Decime.

    «...e darete la Decima!», proferiva impetuosamente Kiko. "Darete", mica "darò e vi invito a dare". E poi... darete "a chi"? Non importa chi materialmente la riscuote (spesso sono stati gli stessi cosiddetti "catechisti", come ad esempio durante i lockdown del 2020, quando andavano casa per casa a esigerla in contanti, infischiandosene del rischio di essere beccati dalla polizia e per giunta con un paccone di banconote addosso...), l'importante è spennarvi per bene, e in questo i capicosca della setta di Kiko e Carmen ci riescono benissimo. Quale bislacco giro facciano poi quei soldi (insieme alle tante raccolte fondi "per le missioni", "per i seminari", ecc.), vi bastino i soliti slogan vuoti ("per la comunità e per i poveri", "per l'evangelizzazione", ecc.), e guai a voi se chiedete che vengano anche solo minimamente rendicontati i soldi che vi hanno estratto dalle tasche.

    Che poi il Cammino abbia gente molto ammanigliata fra le mafie (come in Perù nel Callao), nei paradisi fiscali (come nelle Turks e Caicos), e altrove... sembrerebbe quasi un'organizzazione internazionale per il riciclaggio di denaro sporco, sembrerebbe quasi un'organizzazione che a fronte di una improbabile donazione finanziaria da parte di un losco soggetto gli restituisca una percentuale (magari anche l'80-90%) in contanti puliti, eludendo così il fisco e i controlli della finanza. E comunque per fare qualche grossa speculazione immobiliare bisogna pur convertire in formato elettronico quei contanti senza passare attraverso i circuiti bancari (che se versi anche solo una decina di migliaia di euro, scattano segnalazioni e controlli).

    Insomma, anche se un cosiddetto "catechista" fosse genuinamente convinto della bontà del Cammino, il fatto di risultare più gradito a Kiko in proporzione ai soldi estratti dai fratelli delle comunità, e il fatto di ottenerne benefici personali aggiuntivi (qualche volta ci esce anche la macchina nuova, miracolo!), e magari anche il comodissimo intestarsi immobili che quando crollerà il Cammino potranno legittimamente rivendere... sono tutti ottimi motivi per continuare a fingere di essere fedelissimi al kikismo-carmenismo. Non credenti ma praticanti. Alla morte di Kiko ci sarà un fuggi-fuggi generale (i topi sono i primi ad abbandonare la nave che affonda), e in tanti con discrezione venderanno gli asset che ufficialmente concedevano al Cammino, magari dopo aver chiamato i muratori per far estirpare dai muri gli sgorbi kikiani. Mica fessi.

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    1. Per capire argomenti trattati su questo blog - come su qualsiasi altro blog cattolico - bisogna ricordare che ci sono alcuni punti su cui noi cattolici non possiamo scendere a compromessi. Così come un matematico non può accettare che due più due faccia cinque, neppure con la clausola che "l'addizione va reinterpretata solo nei giorni dispari quando c'è pioggia e vento", così noi cattolici non possiamo accettare "reinterpretazioni" anche se sembrano tanto gentili.

      Per esempio, Nostro Signore ci ha detto: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (cfr. Gv 14,6). Questo significa chiaramente che non esiste salvezza che escluda Nostro Signore, o che Lo che metta in secondo piano, o che Lo vada equivocando e strumentalizzando. Si può giungere al Padre - o in altri termini: alla felicità senza fine, alla comunione totale con Dio, al paradiso, alla salvezza eterna... - solo per mezzo di Nostro Signore Gesù Cristo. E Nostro Signore ha istituito la Chiesa (nella persona di Pietro e gli Apostoli, e dei loro successori) proprio per evitare "reinterpretazioni" di comodo e nuovi "falsi profeti".

      Badate bene, non basta farcire i propri discorsi col nome di Nostro Signore per autoqualificarsi cattolici, per autoproclamarsi missionari, per sembrare maestri della fede. La fede e la salvezza non sono robe acquistabili a un mercato delle vacche. Tutto ciò che non segue le autorevoli indicazioni dell'unica vera Chiesa ("autorevoli" e "vera" solo perché garantite personalmente da Nostro Signore), comporta come minimo equivoci e rischi.

      Sì, lo sappiamo benissimo che in casi eccezionali ("eccezionali", non stimabili da noi, e non frequenti come ci farebbe comodo immaginare) il Signore - che è infinita giustizia - può degnarsi di salvare anime che non Lo avevano conosciuto ma che avevano qualche grande merito (per esempio di opere di carità). Ma, per l'appunto, sono casi "eccezionali", non sono la norma. Così come il vincere alla lotteria è un "caso eccezionale" e non la norma, è ragionevole dire che se compri un biglietto della lotteria hai buttato i soldi.

      Le religioni sono tentativi umani per giungere a "Dio" (virgolette necessarie, perché raramente lo intendono come il principio e fine di tutte le cose, creatore delle cose visibili e invisibili, ecc.; chiamare "Dio" una generica disposizione interiore, o una supremazia politico-finanziaria, o una generica prateria con molti bufali facili da cacciare, è un palliativo tutto umano, è una panzana ben infiocchettata). Dunque chiunque vada insinuando che per salvarsi basterebbe una qualsiasi religione (o anche una qualsiasi variante sballata del cristianesimo, come ad esempio il neocatecumenalismo), sta negando l'opera salvifica di Nostro Signore, sta venendo meno al comando di Nostro Signore («andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre...», cfr. Mt 28,19: ma se in tali nazioni professano ognuno la propria religione, Nostro Signore si sarebbe sbagliato a comandare di insegnare e di battezzare?).

      Ricordate che Dio è infinita misericordia (ma solo per coloro che la accettano) e contemporaneamente anche infinita giustizia (poiché vede benissimo le malvagità umane e saprà ricompensare chi ha sofferto a causa Sua, e saprà punire chi è stato malvagio ed anche chi si è dedicato a idoli come il triplice vitello d'oro Kiko-Carmen-Cammino).

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  3. Proprio a seguito del commento sopra, va dimostrato come certi Pbri tentino di desautorare la Chiesa Cattolica per affermare che anche chi "non è dei nostri" possa liberamente improvvisare la sua pseudo religione cristiana.

    Subdolamente si inizia con una descrizione inventata e malvagia degli Apostoli, che penso sia bene citare tale e quale a com'è stata scritta per non incorrere in inutili polemiche:

    1) GLI APOSTOLI NON AVEVANO ACCOLTO GESÙ PERCHÉ NON LO CAPIVANO:
    "I discepoli di Gesù continuavano a non capire quando prese in braccio un bambino. Erano con Lui da tempo, gli camminavano dietro, ma non lo avevano ancora accolto"

    2) GLI APOSTOLI, STANDO CON GESÙ, CERCAVANO LA LORO IDENTITÁ PER DIFENDERSI E "DARSI UN NOME":
    "Nel loro stare con Gesù cercavano la propria identità come al tempo di Babele, quando gli uomini smisero di camminare nella precarietà e si stabilirono in una città per difendersi e così darsi un “nome”"

    3) GLI APOSTOLI, SEGUENDO GESÙ COME A BABELE, ERANO CORROTTI DELLA STESSA CORRUZIONE DI GIOVANNI E DI QUELLI CHE DISCUTEVANO SU CHI FOSSE IL PIÙ GRANDE:
    "La città di Babele è immagine del principio di ogni corruzione, la stessa che segnava ancora il cuore di Giovanni e degli altri discepoli intenti a discutere su chi fosse il più grande, su chi avesse un “nome” più prestigioso da garantire il primo posto"

    4) PER GLI APOSTOLI, IL NOME DI GESÙ ERA COME LA TORRE DI BABELE, PER DARSI UN NOME E UN'IDENTITÁ NEL MONDO:
    Per questo il “nome di Gesù” appariva loro come la torre che gli uomini tentarono di costruire proprio per darsi un nome, che significa un’identità, un senso nel mondo

    5) PER GLI APOSTOLI GESÙ ERA UN "BRAND" CHE DISTINGUEVA IL GRUPPO, NELLA PERFETTA MENTALITÁ DEL MONDO:
    "Gesù, che, secondo la mentalità orientale era presente nel suo “nome”, era per loro il “brand” che distingueva il gruppo, nella perfetta mentalità del mondo"

    6) GLI APOSTOLI, INVECE DI PREGARE E ASCOLTARE, DISCUTEVANO E LITIGAVANO PER SCALARE LA SOCIETÁ COME FA QUALUNQUE IMPRESA CHE COMPETE CON LE ALTRE:
    "I discepoli, invece di pregare e ascoltare, discutevano e litigavano proprio per scalare la “società”, come si fa in qualunque impresa, per poi competere con le altre"

    7) GLI APOSTOLI SI INDIGNAVANO PER UNO CHE SCACCIAVA I DEMONI NEL NOME DI GESÙ, MA LORO NON RIUSCIVANO A SCACCIARLI (falso, non riuscivano a scacciare un certo tipo di demoni):
    "Proprio loro che si indignavano per “uno che scacciava i demoni nel nome di Gesù”, non riuscivano a scacciarli"

    8) GLI APOSTOLI NON RIUSCIVANO A SCACCIARE I DEMONI PERCHÉ LE LORO RICCHEZZE ERANO MARCE E I VESTITI MANGIATI DALLE TARME (come i farisei del Vangelo):
    "“Le loro ricchezze”, infatti, erano “marce, i vestiti mangiati dalle tarme”

    9) GLI APOSTOLI NON POTEVANO SCACCIARE I DEMONI PERCHÉ ATTRAVERSO IL NOME DI GESÙ CERCAVANO LA PROPRIA GLORIA. SI ERANO INSTALLATI ED ERANO ENTRATI IN COMPETIZIONE TRA DI LORO E CON GLI ALTRI:
    "Quel “nome”, pronunciato da loro, non aveva “potere” perché attraverso di esso cercavano la propria gloria; non era “dynamis”, il potere di muovere e far muovere, perché si erano installati ed erano entrati in competizione tra loro e con gli altri raggiunti dalla Grazia"

    Continua...

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  4. 10) GLI APOSTOLI AVEVANO ROTTO LA COMUNIONE IN NOME DELLA CARNE E COSÍ AVEVANO SBARRATO LE PORTE DELLA CHIESA:
    "Avevano rotto la comunione in nome della carne, e così avevano finito per sbarrare le porte della Chiesa"

    11) GLI APOSTOLI IMPEDIVANO AGLI ALTRI DI SCACCIARE I DEMONI NEL NOME DI GESÙ E LORO INVECE NON CI RIUSCIVANO:
    "I discepoli hanno “visto” quello che scacciava i demoni in nome di Gesù. E proprio loro che non ci riuscivano, “impedivano” a chi “non era dei nostri” di lottare con il male e vincerlo in Cristo"

    12) GLI APOSTOLI RESTANO INDIFFERENTI ALL'ANNUNCIO DELLA PASSIONE E INIZIANO A PARLARE TRA DI LORO SU CHI FOSSE IL PIÚ GRANDE SECONDO LA CARNE:
    "All'udire l'annuncio di questo compimento - il passaggio doloroso del Messia nel rifiuto, nell'umiliazione e nella morte di croce - i discepoli restano come indifferenti, rimuovono la questione in modo del tutto naturale, secondo la carne, e, in tutta risposta, cominciano a discutere su chi, tra loro, fosse il più grande"

    13) GLI APOSTOLI NON DISCUTEVANO TRA DI LORO SU CHI FOSSE IL PIÚ GRANDE, AVEVANO UN DIALOGO INTERIORE E QUINDI ERANO CADUTI NELLA TRAPPOLA PIÚ SUBDOLA: CHIUSERO L' ORIZZONTE CELESTE GUARDANDO SOLO A SÉ STESSI:
    "Probabilmente, secondo il significato originale del termine dialogismos che appare nel testo, si tratta di una riflessione interiore e non di una vera e propria discussione tra i discepoli. Ciascuno dialoga con se stesso, ed è la trappola più subdola: l'orizzonte celeste è chiuso, si guarda solo a se stessi, non si riconosce un Altro cui sottoporre i propri pensieri; non si ascolta, è pura solitudine e soliloquio, profezia di una morte incipiente"

    14) I DISCEPOLI DIALOGAVANO COL DEMONIO:
    "Dialogando con se stessi su chi fosse il più grande, i discepoli, senza rendersene conto, dialogavano con il demonio, perché in ogni dialogo chiuso e ripiegato nel proprio ego, si nasconde l'interlocutore più perverso e subdolo, pronto ad ingannare e a gettare in schiavitù"

    15) ALL' ANNUNCIO DELLA PASSIONE, GLI APOSTOLI ESALTANO IL PROPRIO EGO, CHE È IL RANTOLO DI SATANA DAVANTI ALLA CROCE, LO STESSO RANTOLO CHE EBBE PIETRO QUANDO NON VOLEVA CHE A GESÙ ACCADESSE DEL MALE.
    EGOISTICAMENTE, RIFIUTAVANO LA PASSIONE DI GESÙ PERCHÉ NON VOLEVANO CHE QUESTO ACCADESSE ANCHE A LORO:
    "Colpisce infatti come proprio all'annuncio della Verità - l'umiliazione della Croce che attendeva il Messia - i discepoli cadano preda dell'esaltazione del proprio ego: è il rantolo di satana di fronte alla Croce, lo stesso che aveva colto Pietro dinanzi allo stesso annuncio: "questo non ti accadrà mai", che è come dire, "Tu sei il più grande, e noi con te! La sofferenza, il rifiuto, il disprezzo, la sofferenza, la morte, non si addicono né a Te nè a noi"

    15) I PENSIERI DEGLI APOSTOLI SONO GUIDATI DA CRITERI IRRIMEDIABILMENTE MONDANI (senza rimedio) PERCHÉ SONO SCHIAVI DELL' INGANNO SATANICO:
    "I criteri che guidano i pensieri dei discepoli sono irrimediabilmente mondani, perché schiavi dell'inganno satanico"

    16) GLI APOSTOLI ERIGONO UN MURO INTORNO A GESÙ E ALLA MISSIONE PERCHÉ HANNO IL VELENO DEMONIACO DELLA PROPRIA GRANDEZZA, PRESTIGIO E POTERE, CAMUFFATI DAL "NON SONO DEI NOSTRI":
    "La propria grandezza, veleno demoniaco, il prestigio ed il potere, camuffati dal "non sono dei nostri, non ti seguono insieme con noi", erigono un muro intorno a Gesù, e alla sua stessa missione"

    Continua...

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  5. Poi dopo si capisce perché questo sedicente Pbro ce l'ha a morte con gli Apostoli, tanto da dipingerli arbitrariamente come mostri spietati.
    Anche se l'avevamo intuito servivano conferme.
    Ecco le conferme:

    1) GLI APOSTOLI NON VOGLIONO CHE UNO CHE NON È DEI LORO SCACCI I DEMONI, COME ACCADE NELLE PARROCCHIE E NELLE DIOCESI CHE SI CHIUDONO AI CARISMI, ILLUDENDOSI CHE LO SPIRITO SANTO DISCENDA SOLO SUI SETTANTA ANZIANI:
    "Quell’uomo non seguiva loro! Per questo era da tagliare, escludere, disprezzare, scandalizzare: anche loro, avevano “condannato e ucciso il giusto” nel loro cuore, “ed egli non vi ha opposto resistenza”... Come? Facendo della comunità una cosa loro, mondana, nella quale vigevano le regole e gli usi di ogni gruppo umano, trasformandola così in un luogo di schiavitù. Come accade nelle diocesi e nelle parrocchie che si chiudono ai carismi dello Spirito Santo, illudendosi che esso discenda solo sui settanta anziani"

    2) GUAI ALLA GELOSIA DELLE PARROCCHIE E DELLE DIOCESI CHE SI CHIUDONO AI CARISMI (come dovrebbe essere il Cammino Neocatecumenale):
    "lo Spirito Santo ispira la profezia anche dove spesso i pastori come Giosuè non si aspettano. Guai alla loro “gelosia” che impedisce al carisma di offrire una parola profetica scandalizzando i piccoli che credono in Cristo…"

    3) ANCHE NELLA CHIESA CI SONO LE GELOSIE VERSO I CARISMI:
    "Quante volte ci imbattiamo nelle pastoie di queste gelosie, nella Chiesa e fuori, arrogandoci diritti che non ci appartengono, usando simoniacamente del ministero che ci è affidato, della missione che ci ha raggiunto per condurre a Cristo, e non a noi stessi, gli uomini…"

    4) GLI AFFETTI DA CLERICALISMO CRONICO SONO DURI E RITENGONO DI ESSERE GLI UNICI DEPOSITARI DEL NOME DI GESÙ PERCHÉ NON ACCETTANO I CARISMI (come dovrebbe essere il Cammino Neocatecumenale):
    "Quante difficoltà hanno incontrato ed incontrano i carismi donati da Dio alla Chiesa, scontrandosi, nella loro effervescenza e nel loro zelo, con la durezza di chi, spesso affetto da clericalismo cronico, ritiene di essere l'unico depositario del Nome di Gesù..."

    4) GESÙ ERA UN CARISMA INCOMPRESO (non il Figlio di Dio):
    "Gesù stesso in fondo è stato un carisma incompreso, uno che, secondo il Sinedrio e i potenti di Israele, aveva usato in modo improprio del Nome di Dio, sino a morire per aver bestemmiato ed essersi fatto Dio, ovvero apostolo del Padre"

    5) GESÙ SVELA CHE NESSUNO È CONTRO CHI ANNUNCIA IL VANGELO (veramente quell'uomo non predicava, scacciava i demoni):
    "Gesù spezza il laccio della gelosia svelando la verità, che nessuno è contro chi annuncia il Vangelo, non vi può essere rivalità tra chi è stato raggiunto dalla stessa Grazia, dallo stesso amore gratuito: tutti sono quello che sono perché è Cristo in ciascuno a dare autenticità e forza, autorità e pienezza all'annuncio"

    Il demonio conosce molto bene le Scritture e le utilizza stravolgendole come tentò di fare con Gesù nel deserto. Le interpreta malamente per seguire il suo disegno.

    Se vuoi affermarti e mettere in cattiva luce la Chiesa APOSTOLICA, la prima cosa da fare è denigrare gli Apostoli, quelli veri.
    Una volta che è passato che gli Apostoli erano mostruosi e non semplicemente retti ma deboli, puoi inziare a dire che la Chiesa che rifiuta i carismi (furbo come il serpente, intende il Cammino Neocatecumenale ma non lo dice) è GELOSA e impedisce la predicazione.
    Guai alle parrocchie e alle diocesi che non accettano la Fondazione Cammino Neocatecumenale, sono affette da clericalismo cronico!

    Dopotutto anche Gesù, come la Fondazione Cammino Neocatecumenale, non era mica Dio, era un CARISMA INCOMPRESO!!!
    Marco

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