domenica 29 settembre 2024

La bufala della Decima "per i fratelli poveri" della comunità neocatecumenale

"Kiko si vuole incontrare con te"...
Però ci scrivono "Cristo" per ingannarti.
E per fregarti meglio, non ti scrivono che è un
reclutamento del Cammino Neocatecumenale
La questione della Decima ai "fratelli poveri" non è per niente come viene raccontata.

Innanzitutto la si può dare ai "poveri" solo se ne avanza, dopo il saldo di tutte le altre spese e degli anticipi.

Inoltre, se i "poveri" sono più di uno, è il responsabile che decide a chi darla, secondo criteri suoi.
Se uno chiede tutti i mesi, a volte non gli verrà data per darla ad altri, per esempio.
Se uno chiede una somma, può ricevere una somma inferiore per poter accontentare tutti.
Si può adottare il metodo del "chi primo arriva meglio alloggia", dandola soltanto a chi ne fa richiesta per primo e non agli altri.

Insomma, siccome la decima viene maneggiata solo dal responsabile, che sa anche quanto è l'importo, il fatto di ricevere o meno dipende dal ricavato, dalle spese e dalla gestione del responsabile.
Non è per niente scontato che il "fratello povero" ottenga ciò che chiede.

E poi, i furbetti, predicano di dare comunque la decima anche se si è in difficoltà, perché richiederla indietro sarebbe un "esercizio di umiltà".
In realtà è una trappola, perché non è assolutamente garantito che la si possa avere indietro.

Ed è anche un "esercizio di umiltà" stupido, dare per poi richiedere.
"Liberarsi da Mammona" per poi chiedere Mammona.

La questione è sempre questa: nelle comunità ci sono i ricchi e i poveri, nessuno mette i propri beni ai piedi degli "apostoli" perché vengano divisi secondo le necessità.

Io ho fatto 35 anni di cammino e chi ha iniziato da ricco è rimasto ricco, mentre chi ha iniziato da povero è rimasto povero.
Chi aveva molte case se le è tenute, come si è tenuto la casa al mare, per esempio, alla faccia di chi non possedeva nemmeno una casa.
Il Cammino è per i furbi o per gli ingenui.

(Marco)

45 commenti:

  1. Basterebbe questo tema per capire la natura del cammino e per farlo chiudere. Si sa qualcosa su quali sono i temi della propaganda neocatecumenale di quest'anno?

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  2. Brevi note per i nuovi lettori.

    Tempo fa Kiko si vantò di dare 50 euro ad un generico "povero" che incontrava al mattino andando a messa - non ridete, Kiko davvero andò fanfaronando di andare a messa ogni mattina, so che sembra una panzana ma vi prego di non ridere e di concentrarvi sull'aritmetica: 50 euro al giorno per 30 giorni al mese fanno 1500 euro di disponibilità di contanti per Kiko. Da dove gli arrivano quei soldi visto che non ha mai lavorato in vita sua? Possiamo capire che siano sempre i suoi adepti a pagargli i costi per vivere (affitti, bollette, pasti, whisky al bar a colazione, aragoste di cui va ghiotto, passaggi in elicottero e jet privato...), ma qui si parla di 1500 euro in contanti al mese, eh (condoglianze agli altri poveri della parrocchia che non vedono mai un centesimo).

    Insomma, l'essere "iniziatore" gli ha comportato una clamorosa quantità di benefit economici. Si direbbe proprio che Mammona è il padre del Cammino, se non fosse per il fatto che il Cammino ha talmente calpestato la fede cattolica e la liturgia cattolica, da darci la certezza che il padre del Cammino è il demonio, e che Mammona si è comodamente associato dopo. Ed infatti per "mammoni" motivi, Kiko e Carmen abbandonarono subito l'esperienza dei baraccati di Madrid perché non potevano estrarne Decime.

    «...e darete la Decima!», proferiva impetuosamente Kiko. "Darete", mica "darò e vi invito a dare". E poi... darete "a chi"? Non importa chi materialmente la riscuote (spesso sono stati gli stessi cosiddetti "catechisti", come ad esempio durante i lockdown del 2020, quando andavano casa per casa a esigerla in contanti, infischiandosene del rischio di essere beccati dalla polizia e per giunta con un paccone di banconote addosso...), l'importante è spennarvi per bene, e in questo i capicosca della setta di Kiko e Carmen ci riescono benissimo. Quale bislacco giro facciano poi quei soldi (insieme alle tante raccolte fondi "per le missioni", "per i seminari", ecc.), vi bastino i soliti slogan vuoti ("per la comunità e per i poveri", "per l'evangelizzazione", ecc.), e guai a voi se chiedete che vengano anche solo minimamente rendicontati i soldi che vi hanno estratto dalle tasche.

    Che poi il Cammino abbia gente molto ammanigliata fra le mafie (come in Perù nel Callao), nei paradisi fiscali (come nelle Turks e Caicos), e altrove... sembrerebbe quasi un'organizzazione internazionale per il riciclaggio di denaro sporco, sembrerebbe quasi un'organizzazione che a fronte di una improbabile donazione finanziaria da parte di un losco soggetto gli restituisca una percentuale (magari anche l'80-90%) in contanti puliti, eludendo così il fisco e i controlli della finanza. E comunque per fare qualche grossa speculazione immobiliare bisogna pur convertire in formato elettronico quei contanti senza passare attraverso i circuiti bancari (che se versi anche solo una decina di migliaia di euro, scattano segnalazioni e controlli).

    Insomma, anche se un cosiddetto "catechista" fosse genuinamente convinto della bontà del Cammino, il fatto di risultare più gradito a Kiko in proporzione ai soldi estratti dai fratelli delle comunità, e il fatto di ottenerne benefici personali aggiuntivi (qualche volta ci esce anche la macchina nuova, miracolo!), e magari anche il comodissimo intestarsi immobili che quando crollerà il Cammino potranno legittimamente rivendere... sono tutti ottimi motivi per continuare a fingere di essere fedelissimi al kikismo-carmenismo. Non credenti ma praticanti. Alla morte di Kiko ci sarà un fuggi-fuggi generale (i topi sono i primi ad abbandonare la nave che affonda), e in tanti con discrezione venderanno gli asset che ufficialmente concedevano al Cammino, magari dopo aver chiamato i muratori per far estirpare dai muri gli sgorbi kikiani. Mica fessi.

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    1. Per capire argomenti trattati su questo blog - come su qualsiasi altro blog cattolico - bisogna ricordare che ci sono alcuni punti su cui noi cattolici non possiamo scendere a compromessi. Così come un matematico non può accettare che due più due faccia cinque, neppure con la clausola che "l'addizione va reinterpretata solo nei giorni dispari quando c'è pioggia e vento", così noi cattolici non possiamo accettare "reinterpretazioni" anche se sembrano tanto gentili.

      Per esempio, Nostro Signore ci ha detto: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (cfr. Gv 14,6). Questo significa chiaramente che non esiste salvezza che escluda Nostro Signore, o che Lo che metta in secondo piano, o che Lo vada equivocando e strumentalizzando. Si può giungere al Padre - o in altri termini: alla felicità senza fine, alla comunione totale con Dio, al paradiso, alla salvezza eterna... - solo per mezzo di Nostro Signore Gesù Cristo. E Nostro Signore ha istituito la Chiesa (nella persona di Pietro e gli Apostoli, e dei loro successori) proprio per evitare "reinterpretazioni" di comodo e nuovi "falsi profeti".

      Badate bene, non basta farcire i propri discorsi col nome di Nostro Signore per autoqualificarsi cattolici, per autoproclamarsi missionari, per sembrare maestri della fede. La fede e la salvezza non sono robe acquistabili a un mercato delle vacche. Tutto ciò che non segue le autorevoli indicazioni dell'unica vera Chiesa ("autorevoli" e "vera" solo perché garantite personalmente da Nostro Signore), comporta come minimo equivoci e rischi.

      Sì, lo sappiamo benissimo che in casi eccezionali ("eccezionali", non stimabili da noi, e non frequenti come ci farebbe comodo immaginare) il Signore - che è infinita giustizia - può degnarsi di salvare anime che non Lo avevano conosciuto ma che avevano qualche grande merito (per esempio di opere di carità). Ma, per l'appunto, sono casi "eccezionali", non sono la norma. Così come il vincere alla lotteria è un "caso eccezionale" e non la norma, è ragionevole dire che se compri un biglietto della lotteria hai buttato i soldi.

      Le religioni sono tentativi umani per giungere a "Dio" (virgolette necessarie, perché raramente lo intendono come il principio e fine di tutte le cose, creatore delle cose visibili e invisibili, ecc.; chiamare "Dio" una generica disposizione interiore, o una supremazia politico-finanziaria, o una generica prateria con molti bufali facili da cacciare, è un palliativo tutto umano, è una panzana ben infiocchettata). Dunque chiunque vada insinuando che per salvarsi basterebbe una qualsiasi religione (o anche una qualsiasi variante sballata del cristianesimo, come ad esempio il neocatecumenalismo), sta negando l'opera salvifica di Nostro Signore, sta venendo meno al comando di Nostro Signore («andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre...», cfr. Mt 28,19: ma se in tali nazioni professano ognuno la propria religione, Nostro Signore si sarebbe sbagliato a comandare di insegnare e di battezzare?).

      Ricordate che Dio è infinita misericordia (ma solo per coloro che la accettano) e contemporaneamente anche infinita giustizia (poiché vede benissimo le malvagità umane e saprà ricompensare chi ha sofferto a causa Sua, e saprà punire chi è stato malvagio ed anche chi si è dedicato a idoli come il triplice vitello d'oro Kiko-Carmen-Cammino).

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  3. Proprio a seguito del commento sopra, va dimostrato come certi Pbri tentino di desautorare la Chiesa Cattolica per affermare che anche chi "non è dei nostri" possa liberamente improvvisare la sua pseudo religione cristiana.

    Subdolamente si inizia con una descrizione inventata e malvagia degli Apostoli, che penso sia bene citare tale e quale a com'è stata scritta per non incorrere in inutili polemiche:

    1) GLI APOSTOLI NON AVEVANO ACCOLTO GESÙ PERCHÉ NON LO CAPIVANO:
    "I discepoli di Gesù continuavano a non capire quando prese in braccio un bambino. Erano con Lui da tempo, gli camminavano dietro, ma non lo avevano ancora accolto"

    2) GLI APOSTOLI, STANDO CON GESÙ, CERCAVANO LA LORO IDENTITÁ PER DIFENDERSI E "DARSI UN NOME":
    "Nel loro stare con Gesù cercavano la propria identità come al tempo di Babele, quando gli uomini smisero di camminare nella precarietà e si stabilirono in una città per difendersi e così darsi un “nome”"

    3) GLI APOSTOLI, SEGUENDO GESÙ COME A BABELE, ERANO CORROTTI DELLA STESSA CORRUZIONE DI GIOVANNI E DI QUELLI CHE DISCUTEVANO SU CHI FOSSE IL PIÙ GRANDE:
    "La città di Babele è immagine del principio di ogni corruzione, la stessa che segnava ancora il cuore di Giovanni e degli altri discepoli intenti a discutere su chi fosse il più grande, su chi avesse un “nome” più prestigioso da garantire il primo posto"

    4) PER GLI APOSTOLI, IL NOME DI GESÙ ERA COME LA TORRE DI BABELE, PER DARSI UN NOME E UN'IDENTITÁ NEL MONDO:
    Per questo il “nome di Gesù” appariva loro come la torre che gli uomini tentarono di costruire proprio per darsi un nome, che significa un’identità, un senso nel mondo

    5) PER GLI APOSTOLI GESÙ ERA UN "BRAND" CHE DISTINGUEVA IL GRUPPO, NELLA PERFETTA MENTALITÁ DEL MONDO:
    "Gesù, che, secondo la mentalità orientale era presente nel suo “nome”, era per loro il “brand” che distingueva il gruppo, nella perfetta mentalità del mondo"

    6) GLI APOSTOLI, INVECE DI PREGARE E ASCOLTARE, DISCUTEVANO E LITIGAVANO PER SCALARE LA SOCIETÁ COME FA QUALUNQUE IMPRESA CHE COMPETE CON LE ALTRE:
    "I discepoli, invece di pregare e ascoltare, discutevano e litigavano proprio per scalare la “società”, come si fa in qualunque impresa, per poi competere con le altre"

    7) GLI APOSTOLI SI INDIGNAVANO PER UNO CHE SCACCIAVA I DEMONI NEL NOME DI GESÙ, MA LORO NON RIUSCIVANO A SCACCIARLI (falso, non riuscivano a scacciare un certo tipo di demoni):
    "Proprio loro che si indignavano per “uno che scacciava i demoni nel nome di Gesù”, non riuscivano a scacciarli"

    8) GLI APOSTOLI NON RIUSCIVANO A SCACCIARE I DEMONI PERCHÉ LE LORO RICCHEZZE ERANO MARCE E I VESTITI MANGIATI DALLE TARME (come i farisei del Vangelo):
    "“Le loro ricchezze”, infatti, erano “marce, i vestiti mangiati dalle tarme”

    9) GLI APOSTOLI NON POTEVANO SCACCIARE I DEMONI PERCHÉ ATTRAVERSO IL NOME DI GESÙ CERCAVANO LA PROPRIA GLORIA. SI ERANO INSTALLATI ED ERANO ENTRATI IN COMPETIZIONE TRA DI LORO E CON GLI ALTRI:
    "Quel “nome”, pronunciato da loro, non aveva “potere” perché attraverso di esso cercavano la propria gloria; non era “dynamis”, il potere di muovere e far muovere, perché si erano installati ed erano entrati in competizione tra loro e con gli altri raggiunti dalla Grazia"

    Continua...

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  4. 10) GLI APOSTOLI AVEVANO ROTTO LA COMUNIONE IN NOME DELLA CARNE E COSÍ AVEVANO SBARRATO LE PORTE DELLA CHIESA:
    "Avevano rotto la comunione in nome della carne, e così avevano finito per sbarrare le porte della Chiesa"

    11) GLI APOSTOLI IMPEDIVANO AGLI ALTRI DI SCACCIARE I DEMONI NEL NOME DI GESÙ E LORO INVECE NON CI RIUSCIVANO:
    "I discepoli hanno “visto” quello che scacciava i demoni in nome di Gesù. E proprio loro che non ci riuscivano, “impedivano” a chi “non era dei nostri” di lottare con il male e vincerlo in Cristo"

    12) GLI APOSTOLI RESTANO INDIFFERENTI ALL'ANNUNCIO DELLA PASSIONE E INIZIANO A PARLARE TRA DI LORO SU CHI FOSSE IL PIÚ GRANDE SECONDO LA CARNE:
    "All'udire l'annuncio di questo compimento - il passaggio doloroso del Messia nel rifiuto, nell'umiliazione e nella morte di croce - i discepoli restano come indifferenti, rimuovono la questione in modo del tutto naturale, secondo la carne, e, in tutta risposta, cominciano a discutere su chi, tra loro, fosse il più grande"

    13) GLI APOSTOLI NON DISCUTEVANO TRA DI LORO SU CHI FOSSE IL PIÚ GRANDE, AVEVANO UN DIALOGO INTERIORE E QUINDI ERANO CADUTI NELLA TRAPPOLA PIÚ SUBDOLA: CHIUSERO L' ORIZZONTE CELESTE GUARDANDO SOLO A SÉ STESSI:
    "Probabilmente, secondo il significato originale del termine dialogismos che appare nel testo, si tratta di una riflessione interiore e non di una vera e propria discussione tra i discepoli. Ciascuno dialoga con se stesso, ed è la trappola più subdola: l'orizzonte celeste è chiuso, si guarda solo a se stessi, non si riconosce un Altro cui sottoporre i propri pensieri; non si ascolta, è pura solitudine e soliloquio, profezia di una morte incipiente"

    14) I DISCEPOLI DIALOGAVANO COL DEMONIO:
    "Dialogando con se stessi su chi fosse il più grande, i discepoli, senza rendersene conto, dialogavano con il demonio, perché in ogni dialogo chiuso e ripiegato nel proprio ego, si nasconde l'interlocutore più perverso e subdolo, pronto ad ingannare e a gettare in schiavitù"

    15) ALL' ANNUNCIO DELLA PASSIONE, GLI APOSTOLI ESALTANO IL PROPRIO EGO, CHE È IL RANTOLO DI SATANA DAVANTI ALLA CROCE, LO STESSO RANTOLO CHE EBBE PIETRO QUANDO NON VOLEVA CHE A GESÙ ACCADESSE DEL MALE.
    EGOISTICAMENTE, RIFIUTAVANO LA PASSIONE DI GESÙ PERCHÉ NON VOLEVANO CHE QUESTO ACCADESSE ANCHE A LORO:
    "Colpisce infatti come proprio all'annuncio della Verità - l'umiliazione della Croce che attendeva il Messia - i discepoli cadano preda dell'esaltazione del proprio ego: è il rantolo di satana di fronte alla Croce, lo stesso che aveva colto Pietro dinanzi allo stesso annuncio: "questo non ti accadrà mai", che è come dire, "Tu sei il più grande, e noi con te! La sofferenza, il rifiuto, il disprezzo, la sofferenza, la morte, non si addicono né a Te nè a noi"

    15) I PENSIERI DEGLI APOSTOLI SONO GUIDATI DA CRITERI IRRIMEDIABILMENTE MONDANI (senza rimedio) PERCHÉ SONO SCHIAVI DELL' INGANNO SATANICO:
    "I criteri che guidano i pensieri dei discepoli sono irrimediabilmente mondani, perché schiavi dell'inganno satanico"

    16) GLI APOSTOLI ERIGONO UN MURO INTORNO A GESÙ E ALLA MISSIONE PERCHÉ HANNO IL VELENO DEMONIACO DELLA PROPRIA GRANDEZZA, PRESTIGIO E POTERE, CAMUFFATI DAL "NON SONO DEI NOSTRI":
    "La propria grandezza, veleno demoniaco, il prestigio ed il potere, camuffati dal "non sono dei nostri, non ti seguono insieme con noi", erigono un muro intorno a Gesù, e alla sua stessa missione"

    Continua...

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  5. Poi dopo si capisce perché questo sedicente Pbro ce l'ha a morte con gli Apostoli, tanto da dipingerli arbitrariamente come mostri spietati.
    Anche se l'avevamo intuito servivano conferme.
    Ecco le conferme:

    1) GLI APOSTOLI NON VOGLIONO CHE UNO CHE NON È DEI LORO SCACCI I DEMONI, COME ACCADE NELLE PARROCCHIE E NELLE DIOCESI CHE SI CHIUDONO AI CARISMI, ILLUDENDOSI CHE LO SPIRITO SANTO DISCENDA SOLO SUI SETTANTA ANZIANI:
    "Quell’uomo non seguiva loro! Per questo era da tagliare, escludere, disprezzare, scandalizzare: anche loro, avevano “condannato e ucciso il giusto” nel loro cuore, “ed egli non vi ha opposto resistenza”... Come? Facendo della comunità una cosa loro, mondana, nella quale vigevano le regole e gli usi di ogni gruppo umano, trasformandola così in un luogo di schiavitù. Come accade nelle diocesi e nelle parrocchie che si chiudono ai carismi dello Spirito Santo, illudendosi che esso discenda solo sui settanta anziani"

    2) GUAI ALLA GELOSIA DELLE PARROCCHIE E DELLE DIOCESI CHE SI CHIUDONO AI CARISMI (come dovrebbe essere il Cammino Neocatecumenale):
    "lo Spirito Santo ispira la profezia anche dove spesso i pastori come Giosuè non si aspettano. Guai alla loro “gelosia” che impedisce al carisma di offrire una parola profetica scandalizzando i piccoli che credono in Cristo…"

    3) ANCHE NELLA CHIESA CI SONO LE GELOSIE VERSO I CARISMI:
    "Quante volte ci imbattiamo nelle pastoie di queste gelosie, nella Chiesa e fuori, arrogandoci diritti che non ci appartengono, usando simoniacamente del ministero che ci è affidato, della missione che ci ha raggiunto per condurre a Cristo, e non a noi stessi, gli uomini…"

    4) GLI AFFETTI DA CLERICALISMO CRONICO SONO DURI E RITENGONO DI ESSERE GLI UNICI DEPOSITARI DEL NOME DI GESÙ PERCHÉ NON ACCETTANO I CARISMI (come dovrebbe essere il Cammino Neocatecumenale):
    "Quante difficoltà hanno incontrato ed incontrano i carismi donati da Dio alla Chiesa, scontrandosi, nella loro effervescenza e nel loro zelo, con la durezza di chi, spesso affetto da clericalismo cronico, ritiene di essere l'unico depositario del Nome di Gesù..."

    4) GESÙ ERA UN CARISMA INCOMPRESO (non il Figlio di Dio):
    "Gesù stesso in fondo è stato un carisma incompreso, uno che, secondo il Sinedrio e i potenti di Israele, aveva usato in modo improprio del Nome di Dio, sino a morire per aver bestemmiato ed essersi fatto Dio, ovvero apostolo del Padre"

    5) GESÙ SVELA CHE NESSUNO È CONTRO CHI ANNUNCIA IL VANGELO (veramente quell'uomo non predicava, scacciava i demoni):
    "Gesù spezza il laccio della gelosia svelando la verità, che nessuno è contro chi annuncia il Vangelo, non vi può essere rivalità tra chi è stato raggiunto dalla stessa Grazia, dallo stesso amore gratuito: tutti sono quello che sono perché è Cristo in ciascuno a dare autenticità e forza, autorità e pienezza all'annuncio"

    Il demonio conosce molto bene le Scritture e le utilizza stravolgendole come tentò di fare con Gesù nel deserto. Le interpreta malamente per seguire il suo disegno.

    Se vuoi affermarti e mettere in cattiva luce la Chiesa APOSTOLICA, la prima cosa da fare è denigrare gli Apostoli, quelli veri.
    Una volta che è passato che gli Apostoli erano mostruosi e non semplicemente retti ma deboli, puoi inziare a dire che la Chiesa che rifiuta i carismi (furbo come il serpente, intende il Cammino Neocatecumenale ma non lo dice) è GELOSA e impedisce la predicazione.
    Guai alle parrocchie e alle diocesi che non accettano la Fondazione Cammino Neocatecumenale, sono affette da clericalismo cronico!

    Dopotutto anche Gesù, come la Fondazione Cammino Neocatecumenale, non era mica Dio, era un CARISMA INCOMPRESO!!!
    Marco

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  6. @ByTripudio

    Caro amico vorrei farti notare che i tuoi interventi, sebbene lunghi, spesso mancano di consistenza e sostanza e chiarezza. Hai una verbosità che rende difficile per gli altri seguirti si perde il filo del discorso .Sei prolisso e noioso, non credo che chi fa il Cammino ti legga, io non leggo né i thread ne' i tuoi interventi perché sono troppo lunghi.Quando rispondi alle nostre domande?

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    1. Purtroppo questa è la conseguenza di quando uno circoncide la mente. Non sapete seguire un discorso come quello di tripudio che dice la verità.

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    2. La sua verità che certo non è la nostra.......................

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    3. Rispondo al commento delle 18:56.

      Questo blog riguarda il Cammino Neocatecumenale, non le singole persone che scrivono commenti.

      Prima di porre una qualsiasi domanda, sarebbe utile usare la casellina "Cerca in questo blog" in alto a sinistra per chi naviga da "desktop". Infatti è probabile che nelle oltre 2840 pagine pubblicate dal 2006 ad oggi, la risposta sia già stata data numerose volte.

      Questo è uno spazio commenti, non il muro da imbrattare a disposizione dei vandali di passaggio. Pertanto i commenti non attinenti, o di insulto, o intesi comunque a far perdere tempo ai lettori e collaboratori, vengono cestinati, tanto più se scritti da quei soliti tre o quattro asini raglianti che si sentono continuamente chiamati al sacro dovere di contraddire chiunque su internet non sia d'accordo con loro (come riepilogava quella vecchia vignetta). La loro ostinazione - frutto dell'idolatria per gli autoeletti "iniziatori" e per il Cammino - ha un che di proverbiale.

      Il Cammino Neocatecumenale contiene purtroppo un gran numero di strafalcioni, errori, ambiguità, vere e proprie eresie, e una ferrea determinazione a non correggere nulla (dovuta anche al fatto che gli autoproclamati "iniziatori" si sono spacciati per ispirati dallo Spirito per sembrare al di sopra di ogni critica). Se il Cammino venisse condannato dalla Chiesa - oppure se si autoproclamasse non cattolico - questo blog non avrebbe più motivo di esistere, poiché il problema fondamentale è proprio nella pretesa di spacciare per "cattolico" ciò che invece è un guazzabuglio di errori e di eresie.

      C'è da notare che strafalcioni liturgici, errori ed eresie, attirano (o sono l'alibi per consolidare) molte più ingiustizie dei normali ambienti religiosi. La tracotanza e lo strapotere dei cosiddetti "catechisti" del Cammino, l'arroganza impudente dei sedicenti "iniziatori", la comoda vita da pascià (spacciata per povertà ed eroismo) dei vari "itineranti", "responsabili", "missionari", "seminaristi", e di tutta l'aristocrazia interna, il nascondere la polvere sotto il tappeto (specialmente in fatto di abusi sessuali, di speculazioni immobiliari, del fiume carsico di soldi estratti dalle tasche dei fratelli delle comunità e a disposizione delle piccinerie dei pezzettoni grossi del Cammino), ecc., sono inevitabilmente figli di una predicazione sbagliatissima riguardo al peccato e alla grazia, riguardo al rapporto personale con Dio, riguardo alla presunta inevitabilità dei peccati, riguardo al "giudicare", ecc. (Ci aspetteremmo, come negli altri movimenti ecclesiali, che se un cosiddetto "catechista" si macchia di abusi, venga immediatamente defenestrato anziché difeso a suon di menzogne e promosso a miglior incarico o addirittura mantenuto nell'incarico dove aveva compiuto gli abusi. E invece, nel Cammino, come in una qualsiasi mafia o una qualsiasi setta, l'abusatore resta al suo posto con tutti gli onori...).

      I contenuti del Cammino e la predicazione dei due autonominati "iniziatori" spagnoli, sono stati dimostrati eretici da autori molto più qualificati di noi - da padre Enrico Zoffoli fra gli anni '80 e '90, fino a don Ariel Di Gualdo in tempi recenti -, dei quali vi invitiamo a leggerne libri e articoli e a farli leggere ai vostri parroci e ai vostri vescovi. Considerate inoltre le numerose testimonianze personali di chi è stato in Cammino e ne ha vissuto con crescente dolore le ingiustizie e malvagità.

      Mi scuso per la lunghezza dei miei commenti ma è indispensabile metter sempre i puntini sulle "i" e chiarire le questioni ai nuovi lettori del blog che dovessero cadere nella trappola retorica del "ma che c'è di male, ma i problemi sono altri".

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    4. Rispondo al commento delle 9:37.

      Breve nota per i lettori: la verità è una sola: «io sono la Via, la Verità e la Vita» (cfr. Gv 14,6).

      Dunque il contrapporre "mia verità / vostra verità" è, oltre che un malizioso artificio dialettico, anche l'errore madornale di confondere verità con opinione. È l'errore del relativismo, il negare che esista la verità o l'affermare che la verità non sia davvero riconoscibile.

      Inoltre il ripetere a cantilena "ilsignore-ilsignore" non rende automaticamente suoi seguaci, né mette automaticamente dalla parte della verità. Qualcuno avvisi i cari fratelli del Cammino che il Cammino contiene eresie, errori, malvagità, e il negarlo o minimizzarlo significa andare contro la verità. Anche se stanno continuamente a dire "ilsignore-ilsignore".

      La verità può essere espressa in tanti diversi modi. Per esempio, è parola di Dio sia quella che Nostro Signore diceva gentilmente ("alzati e cammina"), sia quella che Nostro Signore diceva severamente ("ipocriti! razza di vipere! ne avete fatto una spelonca di ladri! voi avete per padre il diavolo!...").

      Questo blog non tratta di opinioni (al massimo pubblichiamo testimonianze, ma dovreste già interrogarvi sul perché lungo tanti decenni le testimonianze sugli errori del Cammino siano praticamente tutte concordi). Qui cerchiamo di illustrare i fatti secondo verità, non secondo la propaganda kikiana. Ci si può contestare che qualche espressione non suoni troppo gentile, ci si può contestare che non copriamo estensivamente tutto lo scibile sul Cammino, ci si può contestare che talvolta non abbiamo la perfezione enciclopedica e letteraria nell'esprimerci (ma come si fa ad esprimersi in modo inappuntabile dopo che per una vita intera il Cammino e i suoi fautori ti hanno calpestato, umiliato, sfruttato, denigrato, bullizzato, minacciato?), ci si possono contestare tante cose secondarie come queste, certo. Ma non abbiamo mai avuto bisogno di inventarci nulla nel descrivere le eresie e le malefatte del Cammino e dei suoi fautori.

      Invece i difensori del Cammino, dovendo difendere l'eresia e l'arroganza della gerarchia neocatecumenale, e dovendo addirittura difendere i loro VIP pedofili, si ritrovano a dover usare la menzogna e l'inganno. Nella mentalità neocatecumenale, mentire e ingannare sono azioni sante qualora usate per difendere il prestigio e i soldi della setta e dei suoi fautori. Non veniteci dunque a dire "la mia verità contro la tua verità". La verità è una sola, ed è quella che non vi piace per niente (perché davanti a Nostro Signore è ineluttabilmente vero che storpiate arbitrariamente la liturgia, che alterate arbitrariamente la dottrina, che inquinate massicciamente la carità riducendola ad un fare solo le cose richieste dal Cammino, ecc.), per questo avete tanta premura nel confondere verità e opinioni.

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    5. Tripudio mi ha prevenuto.

      La verità è una sola e la detiene la Chiesa Cattolica per mandato dello stesso Gesù.
      Non gli uomini, s'intende, ma la Santa Chiesa.
      Ogni verità "diversa" non è quella della Santa Chiesa.

      Al commentatore Anonimo non giova nulla personalizzare, soprattutto nei confronti di uno che scrive certamente meglio e più chiaramente di lui, che difetta del corretto uso della punteggiatura e passa di palo in frasca.

      Poi è buffo come quel commentatore Anonimo scriva al plurale "noi", quasi a voler manifestare un'appartenenza, una forza coesiva di gruppo, a fronte di un singolo commentatore che peraltro esprime concetti espressi anche da altri.

      Ho io una domanda per l'Anonimo: chi siete "voi"? "Voi" quelli che appartenete ad un "itinerario"?
      Come si fa ad appartenere ad un "itinerario" o a un "metodo"?
      Se vai in agenzia di viaggi e ti complilano un itinerario, tu appartieni a quell'itinerario?
      Se a scuola segui il metodo Montessori, tu appartieni a quel metodo?

      Quando facevamo le riunioni dei responsabili/catechisti di tutte le comunità della diocesi (oggi grandemente decimate), le persone si presentavano dicendo: "Appartengo alla x comunità della y parrocchia" e non "Appartengo all'x itinerario della y parrocchia".
      Allora "appartenete", voi.

      Se "appartenete", appartenete ad un gruppo (la comunità è un gruppo di persone) e se appartenete ad un "insieme di persone", siete giuridicamente un'associazione (insieme di persone), sebbene i vostri leader vogliano far credere che appartenete a un "insieme di cose", ossia la Fondazione autonoma Cammino Neocatecumenale.

      Non ti conviene scrivere al plurale maiestatis.
      Marco

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  7. I capoccia del cammino cmq fanno l'alleanza con relative crapule ,a loro personale discernimento,ostracizzando quelle persone che (non sono funzionali al kikkirikianesimo !

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  8. Consigliamo alcuni articoli pubblicati in passato ma tuttora utili a capire la mentalità neocatecumenalizia:

    - ipocrisia - Con esempio di dialogo tra un "catechista" e un "signor nessuno" - appunti riguardo alla questione del “figlio malato” che bisogna abbandonare a casa pur di non mancare alla «convivenza»

    - l'arcano di fine Cammino: la Pasqua "latte e miele"

    - «uno dei Dodici "Cefali" mi ha espulso chiamandomi demonio»

    - la cleromanzia e la regola del due nei seminari Redemkikos Mater

    - costose panzane neocatecumenali: "il cardinale ha invitato i neocat ad evangelizzare", segue secca smentita del cardinale: "sono stati loro a organizzare tutto e a invitare me".

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  9. Nemmeno questa volta avete risposto comunque.

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    1. Oh cielo, qualche kikolatra esige Risposte che già in partenza ha deciso che non sono valide.

      Questo blog vuole solo informare, prescindendo dai falsi slogan della propaganda kikiana. La maggioranza assoluta dei lettori proviene dai motori di ricerca, talvolta cercando argomenti non attinenti al Cammino. E i più si soffermano anche su più pagine, magari sono proprio quelli che ritengono già di avere qualche indizio sul fatto che il Cammino è «una setta protestante-ebraica che di cattolico ha solo la decorazione».

      Le risposte che il solito asino ragliante delle 21:02 cerca tanto disperatamente le può trovare usando la casellina di ricerca. Dal 2006 a oggi, praticamente non c'è argomento sul Cammino che non abbiamo trattato e più volte.

      Ci permettiamo di far notare, infatti, che nel Cammino avvengono un po' troppe storture. Un ambiente "ispirato", in cui la fede diventerebbe "adulta", in cui si vien caricati di fardelli (come la diabolica "Decima") che la Chiesa non esige dai cristiani, è almeno in teoria un ambiente che dovrebbe respingere con forza qualsiasi cosiddetto "catechista" (o altro pezzettone medio-grosso del Cammino) che insegni corbellerie, e ancor più se fa furbate coi soldi, se bullizza qualche "fratello di comunità", se compie abusi sessuali... E invece non succede, poiché nel Cammino gli unici due veri peccati sono il non mollare tutto il malloppo e il non ubbidire ciecamente ai cosiddetti "catechisti". E gli asini raglianti queste cose le sanno benissimo, perché dopo aver visto come sono stati trattati nel corso degli anni i propri "fratelli di comunità", non possono più far finta di niente.

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  10. Su Jungle Watch Tim interviene su una polemica relativa al presbikiko Harold, reclutato dai neocat in America Latina e schiaffato nel seminario Redemkikos Mater di Guàm, seminario oggi felicemente soppresso. Tim osserva che se le cose andassero male, i seminaristi neocatecumenali R.M. normalmente non hanno alcuna via d'uscita, in quanto il Cammino fa attorno a loro terra bruciata, e comunque il percorso formativo e di studi risulterà pressoché inaccettabile per un qualsiasi altro seminario (notando comunque tra le righe che almeno in qualche caso era andata diversamente, come quello di un certo Daniel, seminarista in quello stesso seminario kikolatrico, era riuscito a mollare tutto e presumibilmente proseguire nel suo percorso vocazionale senza il Cammino).

    E pensare che i kikolatri spedivano "in missione" quell'Harold col solito gioco dello spostare pedine qua e là. Una volta sparito dalle scene il vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron, pare che l'Harold sia riuscito lentamente a emanciparsi dal Cammino, fino a diventare un sacerdote che - a detta di uno dei lettori - "ha influito tanto sulla mia fede". Una fede non neocatecumenale. Dunque seppure indicato ancora come presbikiko, si direbbe che non sia più strettamente al guinzaglio dei cosiddetti "catechisti" neocatecumenali. Sta' a vedere che sono moltissimi gli ufficialmente presbikiki ma praticamente pronti a lasciare la nave che affonda e a servire esclusivamente la diocesi di appartenenza...

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    1. È un problema di tutti i movimenti e associazioni ecclesiali: non appena c'è un minimo di "successo", non appena si raggiunge una pur piccola "massa critica" (cioè abbastanza membri iscritti da poter pensare che il gruppo resti in piedi anche di fronte a imprevisti medio-grossi), i leader decidono che è ora di smettere di santificarsi per finalmente campar di rendita gestendo il gruppo, l'immagine del gruppo, il "carisma" (marchio di fabbrica) del gruppo, ecc. Succede persino in certe parrocchie, che un gruppetto nato informalmente, consolidatosi per attività fatte bene, riunitosi settimanalmente per abbastanza tempo, diventi letteralmente una presenza intoccabile, un piccolo "centro di potere" di cui anche il nuovo parroco non riesce a sbarazzarsi, una presenza non spostabile. E anche se si riuscisse a colpirne la dirigenza, restano sempre i membri (ai quali non par vero di avere un'etichetta importante, confusa con la dignità, e che si sentono personalmente offesi qualora uno dei loro capi venga giustamente ridimensionato o punito).

      Molti decenni di tv e cinema hanno instillato una mentalità "nobiliare". Aderiscono al gruppo perché desiderano qualcosa di buono per la propria fede, acquisiscono l'etichetta di appartenente al gruppo, la confondono con un titolo nobiliare (ancorché riconoscibile solo in parrocchia), e prendono per oro colato gli improvvisati sermoni dei propri capi. Tentano di scalarne la "gerarchia" perché si accorgono che c'è una cerchia più alta e più "privilegiata" di loro, e dopo di quella una cerchia ancor più alta e ristretta, e poi una cerchia ancor più piccola ed esclusiva con quotidiano accesso ai capi... E soprattutto si sentono mortalmente offesi se qualcuno dei pezzi grossi o addirittura il leader riceve una multa per divieto di sosta o viene rampognato dal nuovo parroco (che magari è giovane, ignaro delle dinamiche del gruppo, e che voleva solo riordinare gli orari di utilizzo delle salette parrocchiali).

      Queste dinamiche sono riconoscibili ancor più nelle realtà grosse come il Cammino, con due aggravanti importanti. La prima è che deliberatamente ti fanno sentire "prescelto" fin da quando viene costituita la "piccola comunità" (non solo mediante le love bomb e l'autoreferenzialità esasperata: "solo noi viviamo come i primi cristiani delle origini cristiane", cioè grattugiata di chitarrelle ed esazione fiscale delle Decime). La seconda è la mania di segretezza ("non chiedete cosa verrà dopo!"... "ci hanno consegnato un nuovo canto"...), cioè la mancanza di trasparenza, che viene trasformata in "attesa di sbloccare un nuovo livello".

      Ma la vita cristiana è unione con Dio, non l'espansione di un gruppo, il mantenimento (o miglioramento) del titolo "nobiliare" faticosamente acquisito, l'esecuzione di un elenco di attività. Può darsi che certe attività siano utili alla mia crescita spirituale solo in un determinato periodo della mia vita e per il resto siano solo un fardello. Può darsi che mi santifichi senza acquisire alcun importante "titolo nobiliare" nel gruppo, tanto meno fidanzamento o parentela con qualche pezzo grosso del gruppo. Può darsi che le attività del gruppo, magari pure tutte buone, non coincidano con ciò di cui ho veramente bisogno per convertirmi.

      La grande menzogna, infatti, sta tutta nel sottile passaggio da "le attività e il gruppo ti aiuteranno" a crescere nella fede a "ti sono indispensabili alla fede (perché? perché sì)".

      In realtà sono necessari solo dottrina e sacramenti (solo per questo esistono le parrocchie: per darti ciò che è necessario e dartelo il più possibile vicino a casa, pàr oikìa, dal greco, "nei pressi di casa"), vissuti sforzandosi di vivere i precetti del Vangelo. Tutte le infrastrutture aggiuntive, o servono a facilitare o sono un fardello o sono un "gruppo" autoreferenziale come descritto sopra.

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    2. Dal vangelo secondo Kiko: in principio Kiko disse: "e mi darete la Decima!" e insieme a Carmen stabilì che le parrocchie fossero in crisi e che perciò dovessero diventare comunità di comunità...

      La crisi della Chiesa è una crisi di fede, di cui i più evidenti fattori scatenanti sono:
      1) il crollo della liturgia (e conseguente ridotta frequentazione dei sacramenti), di cui se ne lamentò amaramente perfino il cardinal Ratzinger (in "Rapporto sulla fede") meno di vent'anni dopo l'indizione del Concilio Vaticano II (ma guarda un po': la crisi è letteralmente in parallelo col Concilio)
      2) il crollo dell'insegnamento della dottrina cattolica (la gerarchia ha clamorosamente smesso di insegnarla: per esempio quando poche settimane fa il Bergoglio ha detto a Singapore che tutte le religioni sono uguali nessuno dei vescovi si è lamentato...).

      Nostro Signore non ha detto "andate e rimpolpate le parrocchie" né "andate e fate comunità".
      Nostro Signore ha detto cose tipo «va' e d'ora in poi non peccare più», «la tua fede ti ha salvato», ecc., e per rimproverare ha detto cose tipo «gente di poca fede» (cfr. Lc 12,28), «abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me» (cfr. Gv 14,1), «dov'è la vostra fede?» (cfr. Lc 12,25).
      Cioè quello che conta è la fede personale. Tutto dipende dalla personale disposizione del cuore.
      La Chiesa è intesa ad aiutare i singoli a santificarsi.
      È sommamente sbagliato credere che ci si salvi facendo un elenco di attività ("fare comunità", "provarsi con Mammona", "fare le Lodi a Kiko", "fare le convivenze"...).
      Tutto riguarda la disposizione del cuore del singolo.
      E Nostro Signore ha insegnato, santificato, guidato, e perciò la Chiesa è chiamata ad insegnare (non puoi approfondire la fede se non conosci la santa dottrina), a santificare (non puoi crescere spiritualmente se non nutri la tua anima con quei santi sacramenti), e guidare (non puoi andare da solo da nessuna parte, hai bisogno di essere guidato dalla Chiesa).
      E persino quando Nostro Signore dice «sapranno che siete miei discepoli, sa avrete amore gli uni per gli altri» (cfr. Gv 13,35), sta parlando di una disposizione del cuore dei singoli, non dell'eseguire una particolare attività intesa a farsi riconoscere.

      Insomma, tutto l'aspetto "comunitario" è solo una conseguenza.
      La comunione ecclesiale riguarda la fede, non il produrre uno show di "unità" comunitaria.
      "La Chiesa chiamata ad essere segno visibile bla bla bla": tutto giusto, per carità, ma non sostituisce (né ha almeno altrettanta importanza) i sacramenti e la dottrina. Altrimenti Nostro Signore anziché insegnare e santificare e guidare, avrebbe orchestrato riunioni affinché gli apostoli sembrassero segno visibile bla bla bla.
      E comunque storicamente abbiamo fior di santi eremiti e stiliti che sono giunti alla santità senza "fare comunità".

      Cioè la dimensione comunitaria è utile, ma non va trasformata in una specie di dogma o una specie di sacramento.
      In particolare nel Cammino viene vissuta in modo sbagliatissimo:
      - la "guida" consiste nei cosiddetti "catechisti", ignoranti, ideologicamente schierati dalla parte degli eretici Kiko e Carmen, e che vi appioppano addosso pesanti fardelli che loro non toccherebbero mai neppure con un dito;
      - i sacramenti vengono ridotti ad una carnevalata, una pagliacciata, uno show degli strafalcioni, una grattugiata di chitarrelle kikolatriche ritmata col battimani e col girotondino imbecille conclusivo;
      - la "dottrina" consiste nella pappagallesca ripetizione delle cosiddette "catechesi" kikiane-carmeniane, zeppe di errori, ambiguità, vere e proprie eresie.

      Dunque il Cammino non è una risposta alla crisi delle parrocchie.
      Il Cammino non trasforma in "praticanti" i cattolici "non praticanti"; al contrario, li trasforma in kikolatri che snobbano la Chiesa, le parrocchie, la vita diocesana, l'ascesi personale (preferendo le carnevalate del sabato sera, le convivenze, le attività comandate dai cosiddetti "catechisti" neocatecumenali).

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    3. Dici benissimo tripudio. Il problema più grande, almeno secondo me, è vedere sacerdoti totalmente d'accordo con il cammino. Conosco preti che amano follemente il cammino. Questo è un problema troppo serio

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  11. @Tripudio

    Leggi bene non sono io a dirlo ma sono dati ufficiali.

    Negli ultimi trent'anni, in Italia sono state soppresse circa 458 parrocchie, il che equivale a una media di circa 12,5 parrocchie chiuse ogni anno. Questo fenomeno è dovuto principalmente alla diminuzione del numero di fedeli e di sacerdoti.

    E non dire che poi vengono i tradizionalisti e le riaprono perché siete quattro gatti spelacchiati.Dunque le parrocchie dei cristiani della domenica che si basano solo sui sacramenti sono in estinzione fattene una ragione.

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    1. Signori miei, non c'è nessun campionato ecclesiale in corso. Non si vince nulla a vantare di avere più iscritti degli altri club.

      La diminuzione delle parrocchie - come numero totale e come numero di fedeli - può dispiacermi un pochino (poiché preferirei una società più cristiana) ma dal punto di vista della fede è un fatto poco significativo. La mia fede, la tua fede, non sono definite dai numeretti delle parrocchie. La possibilità di salvezza non dipende dal numero di diocesi e di parrocchie, né dal numero di fedeli. Nel giorno del giudizio non saremo chiamati a spiegare quante parrocchie e quanti fedeli c'erano.

      Dal punto di vista della fede conta la santità, non i numeretti di presenze e percentuali su un immaginario foglio Excel.

      E quelli che tu chiami sprezzantemente "tradizionalisti" sono qualificati non dai loro numeri ma dal fatto che non vogliono rinunciare a ciò che la Chiesa tradizionalmente aveva sempre proclamato buono (e che i santi, vivendolo, confermavano con la loro vita).

      Dunque il punto è che tu guardi solo i numeretti e le percentuali, illudendoti di poterli vantare davanti a Dio: "ma Signore, ma come Ti permetti? noi avevamo più di centoventidue seminari! noi avevamo bandierine in più di centoventuno nazioni! noi avevamo seimila comunità in settemila continenti! ma come Ti permetti, Signore? Tu giudichi!"

      p.s.: a me, in qualità di fedele cattolico, mi allarma molto che il Bergoglio dica una vaccata come a Singapore e mi allarma ancor di più che nessun vescovo abbia avuto da ridire. (Certo, ha detto anche qualcosina contro l'aborto, ma... di tutte le vaccate dette fino a quel momento, quante ne sono state rettificate? per esempio l'Amoris Laetitia contiene ben sette eresie, cosa dobbiamo aspettare per vederle finalmente corrette?). Vedi, in questo caso è in gioco la fede perché se qualcuno prende sul serio l'Amoris Laetitia e fa la Comunione nonostante sia in stato di peccato mortale... "mangia e beve la sua condanna". (E voialtri neocatekikos siete in prima linea visto che avete ridotto la Comunione a una specie di "sacro snack di unità della comunità", e quindi molti fratelli delle comunità si comunicano solo per abitudine e per show: chissà quanti ne avete comodamente introdotti alla perdizione eterna).

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    2. Visto che riesci a ragionare solo per numeri e non per concetti, mi duole informarti che le parrocchie nel mondo sono ben 249.426.

      Dal vostro sito ufficiale si apprende che le parrocchie neocatecumenalizzate NEL MONDO sono SOLO
      6.293.

      Uno sputo nell'oceano, verrebbe da dire.

      Eppure, con tutto il vostro fracasso e le vostre evangelizzazioni e piazzate state sul pezzo da quasi 60 anni...

      La conquista del mondo per voi è mooolto lontana, fattene una ragione.

      Le parrocchie sono in difficoltà, è vero, come è in difficoltà tutta la Chiesa e pure la Fondazione Cammino Neocatecumenale, ma in proporzione numerica chi resisterà?
      L'evidenza è chiara.
      Non certo voi.
      Marco

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  12. A motivo dei soldi non deve partire la merkabà, non sia mai ! Sentivo 35 anni fà quando ascoltai le catechesi per la prima volta.Infatti nel cammino a motivo dei soldi si fà tutto ! Passando su tutto è tutti !

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    1. Merkaba è l'acronimo di :

      Mamotreti Eretici Ridicolmente Kikiani Annunciano Baggianate Assurde

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  13. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. il più risolutivo

    Kiko da alcuni giorni legge con apprensione che la guerra si sta mettendo male. Preoccupatissimo, ha invocato Carmen e lei, da Lassù, è apparsa in sogno ai responsabili di tutto ciò, dicendo loro che se non la smettevano sarebbero morti tutti e sarebbero andati all'Inferno. I responsabili si sono riuniti subito segretamente e hanno promesso di fare marcia indietro. Kiko ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa che ha detto : "hermano cardenal, esto interviento mas provvidenziale es signo que Carmensita es sancta porquè solo una sancta ottiene un risultato simile. Quindi? Beatificasion". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un plico contenente un DVD di una registrazione inedita di "Scherzi a parte" dove gli attori recitano con le facce dei responsabili di cui sopra.

    e la causa continua....

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  14. 10 sintomi che probabilmente fai parte di una setta: https://medium.com/@zelphontheshelf/10-signs-youre-probably-in-a-cult-1921eb5a3857

    Quanti di questi si applicano al CN? Secondo me tutti e 10!

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    1. Purtroppo non riesco a leggere l'articolo completo. Qualcuno può pubblicarlo qui sul blog?

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    2. Lo trovi qui: https://old.reddit.com/r/neocatechumenalcult/comments/1fvtkkj/how_many_of_those_signs_you_can_apply_to_ncw/

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    3. Assolutamente. Tutti e dieci.
      Porto

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    4. 1. Il leader è l'autorità suprema
      Se non ti è permesso criticare il tuo leader, anche se la critica è vera, probabilmente sei in una setta. Le sette iniziano con un leader carismatico che afferma di avere una conoscenza suprema. Possono definirsi profeti, messia, messaggeri o insegnanti illuminati. Possono anche essere CEO, ufficiali militari, politici e guru dell'auto-aiuto. I leader delle sette convincono i membri a rinunciare alla loro capacità di pensiero critico in cambio di un senso di appartenenza, autorità e scopo. Per i membri, non importa cosa possano suggerire le prove o la logica, il leader ha sempre ragione e le sue malefatte sono sempre giustificate. Le critiche al leader sono proibite.

      2. Il gruppo sopprime lo scetticismo
      Se ti è consentito studiare la tua organizzazione solo tramite fonti approvate, probabilmente sei in una setta. Le sette considerano il pensiero critico una malattia infettiva e si fa ogni sforzo per sopprimerlo. I membri dubbiosi sono incoraggiati a isolarsi dalle influenze esterne e a concentrarsi esclusivamente sulla dottrina della setta. La critica è proibita. Le persone che contraddicono il gruppo sono viste come persecutori e spesso vengono etichettate come "anti", "apostata" o "persona repressiva". I membri sono scoraggiati dal consumare qualsiasi materiale critico nei confronti del gruppo.

      3. Il gruppo delegittima gli ex membri
      Se non riesci a pensare a una ragione legittima per lasciare il tuo gruppo, probabilmente sei in una setta. Poiché la setta si considera l'autorità suprema sulla verità, non riesce a immaginare che qualcuno la lasci con la propria integrità intatta. Quindi, deve perpetuare una falsa narrazione secondo cui gli ex membri erano ingannati, orgogliosi, immorali o pigri. Se gli ex membri parlano, vengono liquidati come amareggiati, arrabbiati, disonesti o malvagi. Le sette spesso impongono una sorta di emarginazione per svergognare gli ex membri e impedire loro di infettare altri membri con la verità.

      4. Il gruppo è paranoico riguardo al mondo esterno
      Se il tuo gruppo insiste che la fine del mondo è vicina, probabilmente sei in una setta. Le sette si posizionano come l'unico rifugio da un mondo esterno malvagio che è intenzionato a distruggerle. Le sette prosperano su teorie cospirative, pensieri catastrofici e complessi di persecuzione . Nel tentativo di attrarre più membri paganti, le sette sono spesso molto aggressive nei loro sforzi di reclutamento che sono solitamente giustificati come "salvataggio" delle persone dal mondo malvagio. Coloro che rifiutano il messaggio della setta sono non eletti, orgogliosi, malvagi o stupidi.

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    5. 5. Il gruppo si basa sui cicli della vergogna
      Se hai bisogno del tuo gruppo per sentirti degno, amato o sufficiente, probabilmente sei in una setta. I leader della setta intrappolano i membri nei cicli della vergogna imponendo codici di condotta anormalmente rigidi (solitamente prescrizioni su dieta, aspetto, sesso, relazioni, media), facendo sentire in colpa i membri per le loro mancanze e poi posizionandosi come l'unico rimedio ai sentimenti di colpa che loro stessi hanno creato. Ai membri della setta viene fatto credere di essere insufficienti o indegni da soli e che l'unico modo per diventare degni è confessare le proprie mancanze al gruppo o al leader. Il leader diventa quindi il meditatore della dignità e il fondamento dell'autostima del membro. I leader che possono far sentire male i seguaci per qualsiasi cosa possono usare la vergogna per manipolare i seguaci inducendoli a fare qualsiasi cosa, anche se è contro il loro stesso interesse personale o il loro miglior giudizio.

      6. Il leader è al di sopra della legge
      Se sei tenuto a uno standard morale diverso, in particolare per quanto riguarda il sesso, probabilmente sei in una setta. Un'idea prevalente tra i leader di una setta è che sono al di sopra della legge, sia essa umana o divina. Questa idea consente loro di sfruttare i loro seguaci economicamente e sessualmente senza ripercussioni. Quando vengono confrontati, non confessano, ma creano giustificazioni per la loro scorrettezza. L'adescamento sessuale dei membri è comune. I membri leali della setta eseguiranno qualsiasi quantità di "ginnastica mentale" per giustificare o ignorare il comportamento del leader.

      7. Il gruppo usa metodi di "riforma del pensiero"
      Se alle tue domande serie si risponde con dei cliché, probabilmente sei in una setta. L'indottrinamento o "lavaggio del cervello" è il processo attraverso il quale una setta distrugge lentamente il senso di identità di una persona e la sua capacità di pensare razionalmente. Comportamenti come il digiuno eccessivo, la preghiera, l'ipnosi, la lettura delle scritture, il canto, la meditazione o l'uso di droghe possono essere tutti usati per aumentare la vulnerabilità di una persona ai suggerimenti del leader. Il segno distintivo dell'indottrinamento è l'uso di cliché che mettono fine al pensiero. Banalità come "segui il leader" o "dubita dei tuoi dubbi" vengono ripetute più e più volte in modo che i membri non debbano analizzare criticamente questioni complesse.

      8. Il gruppo è elitario
      Se il tuo gruppo è la soluzione a tutti i problemi del mondo, probabilmente fai parte di una setta. Le sette si vedono come l'organizzazione illuminata, scelta ed eletta incaricata di trasformare radicalmente le vite individuali e il mondo intero. Questo elitarismo crea un maggiore senso di unità di gruppo e responsabilità incentrato su uno scopo comune. Tuttavia, questo senso di responsabilità è spesso manipolato dai leader della setta che costringono i membri a comportamenti finanziari rischiosi, favori sessuali, lavoro manuale gratuito o sforzi di reclutamento intensificati per "promuovere la causa".

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    6. 9. Non c'è trasparenza finanziaria
      Se non ti è permesso sapere cosa fa il gruppo con i propri soldi, probabilmente sei in una setta. Un gruppo che si rifiuta di rivelare le proprie finanze è un enorme campanello d'allarme. Le organizzazioni etiche non hanno nulla da nascondere. I leader delle sette tendono a vivere nell'opulenza mentre i loro seguaci sono tenuti a fare sacrifici finanziari. I membri sono spesso incoraggiati a pagare le loro offerte anche se ciò significa mettere a rischio le loro famiglie.

      10. Il gruppo esegue riti segreti
      Se ci sono insegnamenti o cerimonie segrete che non hai scoperto fino a quando non ti sei unito, probabilmente sei in una setta. Le sette usano rituali segreti come riti di passaggio che consolidano la lealtà di un membro al gruppo. L'iniziazione a questi riti di solito avviene solo dopo che un membro ha superato determinati test o ha fatto adeguati contributi finanziari. Spesso, le iniziazioni di setta sono confuse, bizzarre o persino offensive. Questa dissonanza mentale tra il loro senso di confusione e la loro lealtà verso la "cerchia ristretta" convince l'iniziato a raddoppiare i propri sforzi per apprezzare adeguatamente il procedimento. Questo non fa che radicarli ulteriormente in un ciclo di vergogna, rendendoli ancora più suscettibili alla manipolazione.

      Insomma, hanno descritto il cammino neocatecumenale

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    7. Intanto raccomandiamo ai lettori di non farsi turlupinare dalla tecnica del fintotontismo neocatecumenale.

      Il neocatecumenale è addestrato a fare il finto tonto ogni volta che l'evidenza della realtà è contro il Cammino (cioè praticamente sempre). Ad esempio, di fronte all'elenco di 10 caratteristiche tipiche di una setta, cercherà il più misero appiglio - fosse anche soltanto un errore di grammatica in un'espressione secondaria - pur di dire a sé stesso (ma facendo di tutto per farsi udire dagli altri) che avendo trovato il pelo nell'uovo, l'elenco non si applicherebbe al Cammino.

      Il tipico kikolatra deve infatti continuamente mentire anzitutto a sé stesso (in gergo neocatecumenale si dice "circoncidere la ragione") perché se cominciasse a nutrire anche un solo piccolo ragionevole dubbio sul Cammino o sugli autoeletti "iniziatori", tutto l'impianto di panzane e di favolette che sostiene il vitello d'oro di categoria superiore (Kiko-Carmen-Cammino) crollerebbe ineluttabilmente.

      In certi ambienti vige il modo di dire che "se ha le piume e il becco di un'oca, e starnazza come un'oca, e ha forma e dimensioni di un'oca, e nuota come un'oca, beh, fino a prova contraria è proprio un'oca". San Tommaso d'Aquino, prima di iniziare la lezione ai suoi universitari, mostrava loro una mela dicendo qualcosa come: "se qualcuno di voi non è sicuro che questa sia una mela, è pregato di andarsene via". Noi cattolici usiamo la ragione (che è un dono di Dio), e dunque non abbiamo bisogno di dover dimostrare che il cielo è blu e che una rondine non fa primavera. Tanto più quando i nostri interlocutori sono degli idolatri che pur di continuare a idolatrare il proprio idolo sono stati dispostissimi a rinunciare alla ragione, a calpestarla, a "circonciderla".

      Raccomandiamo inoltre i lettori di non farsi buggerare dai pomposi discorsoni della "fede da salotto" di gente con la pancia piena (anche non neocatecumenale).

      Quando in genere si parla in modo sprezzante di "cattolici da salotto" (ma vale per qualsiasi tipo di esperienza religiosa vissuta in modo comodo, come un hobby, un'aggiunta tranquilla alla propria vita), si allude al fatto che di fronte agli eventi difficili della vita - come ad esempio la morte di una persona cara - tutto l'ambaradam del Provarsi Coi Beni, del Preparare La Parola, dell'esporre le Palme Alte, del fare il sacro Girotondino Col Passetto, o va a farsi friggere o viene vissuto come un tentativo di non pensare al dolore (mediante il recitare una parte, cioè ipocritamente).

      Per noi cattolici la fede vale in qualunque momento della vita, sia quando si pasteggia elegantemente in salotto (complimenti a chi ha tempo e soldi per permetterselo), sia di fronte alla fatica e alla sofferenza di tutti i giorni, sia di fronte a eventi drammatici come può esserlo la perdita di una persona cara. Dunque noi cattolici non siamo ad abituati a fabbricare messinscene (di cui, onestamente parlando, non abbiamo alcun bisogno), non siamo abituati a "decorare" le situazioni con una spruzzata di religiosità. Se invochiamo anche solo mentalmente l'intercessione di un santo, o della Beatissima Vergine, è perché mendichiamo davvero un aiuto di Dio. Noi cattolici non facciamo il girotondino della caciara come degli scemi attorno alla bara. Non abbiamo alcuna voglia (tanto meno l'ordine perentorio) di eseguire uno show per gloriare degli autoproclamati "iniziatori", dei sedicenti "catechisti", una qualche "unità" della "comunità" (tenuta insieme dagli sforzi, dalla voglia di apparire, dai ricatti morali, e soprattutto dall'idolatria). La nostra urgenza è la salvezza eterna, per noi e per i nostri cari (e possibilmente per quanta più gente possibile), non la gloria terrena di un qualsivoglia "Cammino" o altra associazione, men che meno un "Cammino" autoreferenziale ed eretico.

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  15. https://www.youtube.com/watch?v=5pOydQTDrFU compare scompare Compari di kikkilon ?

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  16. Scommettiamo che tra i nuovi Cardinali non c'è nessuno dei tradizionalisti?Ma ci saranno molti favorevoli al Cammino Neocatecumenale?

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    1. La chiave di lettura riguardo alle nomine non è "conservatore, tradizionalista, progressista, ecc.", tanto meno "amico di tale o talaltro movimento ecclesiale".

      La vera chiave di lettura è che posizione si prende rispetto al Concilio Vaticano II.

      È stato infatti un concilio solo pastorale - cioè non ha definito dogmi di fede, non ha condannato errori, ha solo prodotto una serie di documenti pastorali ricordando ogni tanto qualche dogma precedentemente definito (al punto che comunemente si dice che del Concilio "ciò che era buono non era nuovo, ciò che era nuovo non era buono").

      "Pastorale" significa legato a circostanze temporanee, locali, passeggere. Ciò che può essere "pastoralmente efficace" qui, potrebbe non esserlo nelle regioni più a nord o più a sud. Ciò che può essere "pastoralmente utile" qui, potrebbe non esserlo nei paesi confinanti. Dunque ogni discorso o iniziativa di natura "pastorale" è soggetto a critica, ad aggiornamenti, a variazioni "a seconda delle esigenze".

      Per i fanatici "conciliari" il Vaticano II è una specie di superdogma (al di sopra di qualsiasi critica) che consente - se non addirittura esige - di calpestare tutti i dogmi, tutta la tradizione, la liturgia, il catechismo, il buon senso, tutto. Se oggi la Chiesa ha fra i tanti malanni anche quel tumore spirituale che è il Cammino, è perché c'è stato "ilconcilio-ilconcilio". Se un Bergoglio a Singapore si permette di dire che tutte le religioni sono uguali per arrivare a Dio e nessun vescovo conciliare eleva almeno una pernacchia, significa che il Concilio è una religione radicalmente diversa da quella cattolica, poiché un qualunque padre Kolbe, Teresa di Lisieux, Pio X, Chiara d'Assisi, padre Pio, mai avrebbe osato dire - o anche solo pensare per scherzo - una robaccia del genere. (E non è che qualche veloce battutina bergogliana contro l'aborto aggiusti la situazione, eh).

      A proposito, ma i kikolatri che per accusarci si spacciavano per papisti, sono pronti a ripetere quell'affermazione del Bergoglio? La trovate sul sito del Vaticano: «Tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio». Cari conciliari, come si concilia quest'affermazione con il Vangelo? Specialmente con l'incarico di pascere gli agnelli e le pecorelle del Signore...

      p.s.: se un soggetto ecclesiastico è "amico del Cammino", lo è solo per i benefit (carriera e soprattutto soldi) e magari anche per le minacce (velate ma concrete: gli esponenti del Cammino non solo amano ricattare ma sono estremamente vendicativi). Il Concilio ha portato (suo malgrado o di proposito?) errori, strafalcioni, caos liturgico e dottrinale, svuotamento delle parrocchie, movimenti eretici come il Cammino... (li ha portati "suo malgrado" oppure "di proposito"? e se è stato "suo malgrado", come diavolo è potuto succedere?).

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    2. A proposito di Vangelo, Nostro Signore disse a Simon Pietro - e dunque vale per ogni Papa - «Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (cfr. Lc 22,31-32).

      "Una volta ravveduto".

      Siamo ancora in attesa di quel ravvedimento e di quella conferma nella fede.

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    3. Quindi il cammino fa cose contrarie agli insegnamenti della chiesa cattolica, ma rimanete comunque innamorati del cammino? Ma voi credete nella Chiesa Cattolica o nel cammino neocatecumenale?

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    4. Il loro idolo è il triplice vitello d'oro Kiko-Carmen-Cammino.

      Il punto è che se una cosa era vera per padre Pio, per Teresa di Lisieux, per don Cafasso, per don Bosco, per Teresa d'Avila... è assurdo che oggi venga considerata "falsa" o "superata" o "inattendibile".

      Allora la domanda per i vaticansecondisti (e per i kikolatri, che ne sono una delle espressioni più lerce) è proprio questa: la vostra fede, le vostre "catechesi", le vostre liturgie, come sarebbero state considerate da un padre Kolbe, una Francesca Cabrini, un don Bosco, un padre Pio?

      La risposta è fin troppo facile.

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    5. Vero quello che dici tripudio ma bisogna tenere conto del plagio che si subisce nel cammino. E parlo di plagio vero e proprio. Per anni sapevo che molte cose erano sbagliate eppure mi era difficile uscire da quel contesto. Poi sono arrivato adl limite dove la mia vita era scandita dal cammino e sono scoppiato. Umanamente non reggevo più. Nel frattempo avevo visto l'intervista a monsignor Schneider e i dubbi sono aumentati a dismisura. Ho iniziato a cercare risposte a tutte quelle domande che mi facevo da anni e sono arrivate le risposte. Questo blog è stato fondamentale soprattutto per via delle numerose esperienze che vengono riportate. Quando ho visto che non ero il solo ad avere fatto certe esperienze o ad avere avuto certi dubbi, lì ho capito che non ero io quello sbagliato ma è il cammino che, ahimè, è una setta

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  17. Brevi notizie.

    Nell'ultimo concistoro è stato elevato a cardinale anche mons. Kikuchi, arcivescovo di Tokyo, che aveva criticato il Cammino.

    Su Jungle Watch Tim spiega che i kikolatri (attraverso certi loro fantocci) avevano trovato il modo di mettere in pericolo la sua famiglia, e di essersi trovato di fronte a un bivio: o continuare a lottare per la verità, o perdere la famiglia. Tim non si arrese al ricatto (del resto, come avrebbe potuto vivere in pace con la sua famiglia se avesse lasciato che i perfidi neocatekikos continuassero a devastare la Chiesa nella quale la sua famiglia era cresciuta?).

    Tim fa anche notare che i presbikikos che sembrano essersi convertiti alla fede cattolica prendendo le distanze dal Cammino, finora non si sono minimamente scusati per i danni fatti quando erano al soldo di Kiko.

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  18. son tornato a leggere il blog perché essendoci nato e cresciuto lì dentro, nonostante sia riuscito ad uscirne definitivamente da gennaio scorso, sento ancora una grande influenza nella mia vita.. soprattutto perché vivo ancora con i miei genitori che ne fanno ancora parte, anche se non mi pressano più a rientrare e mio fratello che purtroppo non riesce ad uscirne, mi chiede aiuto ma non posso andare a parlarci io per lui, è un passo che deve riuscire a fare da solo semplicemente smettendo di andare perché ti fregano sempre con la scusa che vogliano sentire le ragioni per le quali uno vue uscirne e così parlarne in una delle convivenze per poi tenerti ancora invischiato lì dentro.. alla fine onestamente tanti mi fanno anche una gran pena a esaurirsi così mentalmente, energeticamente per far fare la bella vita a chi è nei gradi superiori che son gli stessi che ti dicono di come dovresti vivere secondo loro.. io già a 16 anni non son mai riuscito a mentire, a fare pressione a chi riportava la sua esperienza per dirgli come invece avrebbe dovuto fare ma chi siamo per entrare con un arroganza tale nella vita degli altri, chiedergli soldi, dirgli quante volte fare sesso, con chi sposarsi.. non c'è nulla di cristiano lì dentro, solo una finta e apparente illusione di vivere in un falso "rifugio" dal mondo esterno e non avere il coraggio di usare il libero arbitrio e sperimentare una Fede Vera, autentica vedendo "l'altro è Cristo" nella quotidianità no in uno schema preimpostato che guarda caso la volontà dei catechisti coincide con quella di Dio.. alcuni credo che trovino proprio gusto a far soffrire gli altri e entrare prepotentemente nelle loro vite.. chi non esce è perché non ha la forza per farlo, perché ha già subito una marea di condizionamenti mentali, infatti c'è un enorme differenza tra i figli e tra chi magari ci entra da sé a 40 anni e poi ci sono anche quelli che proprio ci stanno bene in un ambiente del genere e cercano di trarne maggior vantaggio possibile per sentirsi migliori e soddisfare il proprio ego.. m'hanno rubato una quantità di tempo ed energie, provocandomi sofferenze enormi dalle quali ne sto piano piano uscendo ma chi li ripaga tutti questi danni fatti ai figli? Non so neanche se riuscirò a perdonare i miei genitori.. non ho mai avuto un briciolo di relazione ed ancora non sono indipendente e tra poco tempo faccio 32 anni ma mi sembra di aver iniziato a vivere da poco perché fino a un po' di tempo fa le mie scelte, le mie aspirazioni, desiderio dovevano essere in linea con quello che dicano quattro cialtroni che si permettano anche di parlare a nome di "Cristo".. menomale che Gesù quello vero se lo cerchi con il cuore sincero si fa trovare in modi incredibili, fuori dagli schemi preimpostati.. abbiate il coraggio di lasciare quella setta che rovina la vita alle persone e le allontana da una Fede Vera.. il vostro caro Simich

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    1. Simich ho letto diversi tuoi commenti negli altri articoli del blog. Abbiamo praticamente la stessa età, ho passato troppi anni anch'io nel cammino. Forza, non mollare.

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  19. "Il Cammino è per i furbi o per gli ingenui." Non ingenui... stupidi!

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