lunedì 30 marzo 2009

Tipicità (e necessità di fedeltà) e universalità della Liturgia


Pubblichiamo questo stralcio dall'intervista rilasciata da monsignor Guido Marini, maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie: "Le cerimonie africane con elementi tipici e universali". La riteniamo significativa per quanto riguarda la recente esperienza africana della quale viene sottolineato il respiro universale presente in tutti gli eventi ecclesiali - con sottolineature importanti in materia liturgica - ed anche per i riferimenti alle "sette", che sono molto pertinenti con quanto andiamo ripetendo da tempo sul Cammino neocatecumenale e i suoi aspetti settari e comunque élitari e di chiusura piuttosto che ecclesiali, nella sua convinzione - negata ad extra ma manifestata e inculcata ad intra attraverso gli insegnamenti trasmessi - che la vera Chiesa è costituita dal Cammino stesso, che ha l'intento e la funzione di 'trasformare' o addirittura 'rifondare' la Chiesa dal suo interno con il pretesto di un malinteso "spirito del concilio"...

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Il Papa incontrando i giornalisti ha voluto sottolineare la bellezza delle celebrazioni liturgiche vissute in Africa, mettendone in risalto la grande dignità e la sacralità, manifestate anche attraverso alcune modalità espressive tipiche della cultura africana. A lei cosa è sembrato?

Sicuramente abbiamo partecipato a celebrazioni liturgiche durante le quali si è respirato il senso del sacro, in un clima di grande dignità, e tutto vi ha contribuito: il canto, il silenzio, la parola, alcune gestualità tipiche della cultura africana, le espressioni di gioia contenuta e religiosa. Sono stati incontri di preghiera molto intensi nei quali si è avuta la grazia di entrare nella bellezza del mistero di Dio e della Chiesa.

Secondo lei come si può conciliare la necessità del rispetto dei canoni della liturgia con la manifesta volontà degli africani di esprimere la loro fede secondo la cultura tradizionale africana che del resto ha innato, come ha voluto ricordare il Papa, il rispetto per il sacro?

Sono del parere che il punto di partenza debba essere sempre la realtà più intima e vera della liturgia, il suo essere celebrazione del mistero del Signore, della sua morte e risurrezione per noi uomini e per la nostra salvezza, preghiera della Chiesa nella quale tutti entriamo in vista di una conversione vera della vita. Quando le diverse espressioni culturali vengono messe al servizio di questa celebrazione è possibile che trovino adeguato spazio ed espressione nella liturgia. Non la devono cambiare, perché la liturgia è un dono prezioso donato alla Chiesa e da essa vissuto nella continuità della sua tradizione, che non è modificabile soggettivamente e arbitrariamente; possono però offrirle una forma espressiva culturale, tipica e arricchente. Mi pare di poter affermare che questo è quanto è stato vissuto nei giorni della visita di Benedetto XVI in Africa.

Le sette religiose basano il successo del loro proselitismo proprio sulla capacità di mimetizzarsi con la cultura africana. Visto che gli africani sembrano tenere molto all'inserimento nelle loro celebrazioni di elementi tipici della loro cultura cosa si può fare per aiutarli a identificarsi sempre meglio e sempre di più con la celebrazione della messa?

Il discorso riguardante le sette comporta una molteplicità di problematiche, tra l'altro complesse. Penso, tuttavia, che per quanto attiene alla liturgia la possibilità che la cultura africana possa trovare adeguata collocazione nella celebrazione dei misteri del Signore sia senza dubbio di aiuto a superare il pericolo dell'adesione alle sette. Ritengo che sia importante anche ricordare che non tutte le espressioni culturali sono compatibili con la liturgia della Chiesa: vi può essere la necessità di educazione e di purificazione. È questo, d'altra parte, il cammino necessario di ogni cultura che si incontra con il Vangelo: ne rimane sanata e purificata e diventa capace di dargli una nuova espressione storica.

Il Papa è sembrato gradire le forme espressive manifestate durante le celebrazioni africane.

Mi sembra di sì, considerando anche le parole avute al riguardo da Benedetto XVI durante l'incontro con i giornalisti sull'aereo durante il viaggio di ritorno dall'Africa. Mi pare che il gradimento sia rivolto al fatto che in tali celebrazioni si è vissuto un intenso senso del sacro e del mistero, che grande è stato il raccoglimento, nonostante la grande folla di partecipanti, e che si è realizzata una fruttuosa compresenza di elementi tipici locali e di elementi universali. Si stavano vivendo delle celebrazioni liturgiche in Africa, ma si stava vivendo al contempo una celebrazione liturgica della Chiesa universale.

28 commenti:

  1. Si stavano vivendo delle celebrazioni liturgiche in Africa, ma si stava vivendo al contempo una celebrazione liturgica della Chiesa universale.

    come può dirsi la stessa cosa del rito NC, così "centrato" sull'Assemblea e su tutte le sue manifestazioni che restano in essa circoscritte?

    Sappiamo che nulla, a livello metafisico, resta circoscritto in realtà. Ci chiediamo, quindi, quali influssi spirituali e con quali effetti nel Corpo Mistico di Cristo, vengano troppo imprudentemente ed irresponsabilmente lasciati circolare nella Chiesa,

    anche se dobbiamo essere certi che di per sé ogni elemento che non è in comunione col Magistero perenne, si pone automaticamente 'fuori' dalla comunione ecclesiale, basata sulla Presenza Reale di Gesù, nostro Signore accolta e vissuta nella vita Sacramentale, nella preghiera e nella quotidianità...

    ma viene da sé che questo forsennato impegno a fare proseliti e perpetuare il Cammino in ogni dove non fa altro che sottrarre forze spirituali (anime, con loro grave danno umano e spirituale) e impoverire la Chiesa

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  2. Ma la Chiesa di Roma e' Cattolica?

    Ovvero in una realtà cattolica (tale considero la Parrocchia )il Parroco puo' affermare che Martin Lutero sbagliava nella forma ma non nella sostanza, perche' il suo anelito era quello di riformare la Chiesa?

    Una simile posizione, non implica il non riconoscimento del Concilio di Trento?, dal momento che Lutero ha distrutto il valore sacramentale del cattolicesimo, riducendo, in primis, la Messa a banchetto e azzerando lo stesso Magistero.

    Questa fa seguito al Tabernacolo inteso come luogo in cui si conservano le Ostie consacrate in eccesso, postato tempo fa.

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  3. Sappiamo che nulla, a livello metafisico, resta circoscritto in realtà. Ci chiediamo, quindi, quali influssi spirituali e con quali effetti nel Corpo Mistico di Cristo, vengano troppo imprudentemente ed irresponsabilmente lasciati circolare nella Chiesa.

    Questo e' un discorso affrontato diverso tempo fa (circa un anno credo). Ma il punto non e' solo la celebrazione Nc ma il NOM in genere.

    Ieri sono stato con la famiglia al Divino Amore dove abbiamo partecipato alla Santa Messa al Vecchio Santuario. L'unica nota stonata il Sacerdote con le spalle rivolte al Tabernacolo. Ed e' un peccato considerando la bellezza di quell'altare sovrastato dall'immagine della Madonna del Divino Amore.
    Pensa quanto i fedeli che vanno in pellegrinaggio sarebbero beneficati ancora di piu'da una celebrazione verso il Signore!!!!!!

    Il problema di fondo e' la demisterizzazione (si puo' dire?) della Messa. Se l'Angelo Santo non e' piu' invocato, se l'Altare non e' incensato, se il Confiteor non e' recitato, se non ce' spazio durante la Messa per la devozione personale (tanto per citarne alcuni) certo che si creano danni.

    Ma la posizione che qui dovreste rivedere e' che la celebrazione nc estremizza il NOM, introducendo elementi giudaici oltre quelli protestanti gia' presenti.

    Domenica delle Palme e' vicina.

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  4. Parole pronunciate da Mons Bux ieri a Monopoli
    (l'intero documento pubblicato da Rinascimento Sacro sarà disponibile domani tra la documentazione del sito)

    Se quanti amano o scoprono la precedente tradizione liturgica devono anche convincersi “del valore e della santità del nuovo rito”, tutti gli altri dovrebbero riflettere sul fatto che
    “nella storia della liturgia c’è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso” [27]
    Le parole di Benedetto XVI richiamano queste altre:
    “se da una parte constatiamo con dolore che in alcune regioni il senso, la conoscenza e lo studio della liturgia sono talvolta scarsi o quasi nulli, dall’altra notiamo con molta apprensione che alcuni sono troppo avidi di novità e si allontanano dalla via della sana dottrina e della prudenza. Giacché all’intenzione e al desiderio di un rinnovamento liturgico, essi frappongono spesso principi che, in teoria o in pratica, compromettono questa santissima causa, e spesso la contaminano di errori che toccano la fede cattolica e la dottrina ascetica”
    Chi le ha scritte è Pio XII, nell’introduzione dell’enciclica Mediator Dei. La logica è la medesima: la tradizione è necessaria e l’innovazione ineluttabile, ed entrambe sono nella natura del corpo ecclesiale come del corpo umano. Non si oppongono ma sono complementari e interdipendenti. Pertanto non ha senso essere ad oltranza innovatori o tradizionalisti. Semmai bisogna incontrarsi e confrontarsi senza pregiudizio e con grande carità.

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  5. Come da abitudine passo ogni tanto a leggere il blog.
    Evito di fare interventi, come li definisce Mic, "inutili"; e cioè non pienamente incentrati sull'argomento o solo in difesa del Cammino Neocatecumenale.
    Però devo dire che salta all'occhio il peso degli interventi di Cruccas.
    E' difficile leggere un post di Caterina e subito dopo uno di Cruccas... Chisolm poi sembra che stia scrivendo in un altro blog.
    Mic è la moderatrice. Che si taglino i post dei fratelli del Cammino Neocatecumenale che scrivono in modo "inutile" o offensivo, ma, che se non si tagli, almeno si "moderi" i post di alcuni fratelli eccessivamente risentiti.
    La Pace

    Gianluca

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  6. Non credo che il rito nc sia un`estremizzazione del NOM, io direi che è un rito sui generis, uscito dalla mente di un uomo, un laico.
    Non penso affatto che la Sacrosanctum Concilium possa essere presa come riferimento per quella creazione kikiana, come del resto gli altri documenti magisteriali.
    Il NOM non prevede di certo le derive protestantizzanti di certi liturgisti ideologi postconciliari e ancor meno le aggiunte ebraiche di Mister Arguello, ma purtroppo chi è stato incaricato dell`applicazione della costituzione conciliare sulla liturgia, Bugnini e compagni ma essenzialmente Bugnini ha permesso l`infiltrazione possibile del protestantesimo nella nostra liturgia, ha creato delle breccie e i risultati sono sotto i nostri occhi.
    Inutile negarlo.
    Del resto i protestanti dicono che gli sforzi per l`ecumenismo sono da farsi in diversi campi, ma non tanto nella liturgia che grazie al Concilio Vaticano II si è già avvicinata alla loro cena.
    Il rito di Arguello è al massimo la perversione estrema di chi ha pervertito il documento del CV II sulla sacra Liturgia.
    In un caso come in un altro , non siamo più in presenza di liturgie cattoliche ma di riti sincretistici.

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  7. ....ha ragione Uriel....la teatrale messa NC è una estremizzazione del NOM..E' UNA RACCOLTA DI ERRORI SCATURITI DAL NOM..senza il NOM sarebbe stata giudicata immediatamente eretica senza appello ^__^

    il NOM, per chi non lo sapesse, ossia il supporto liturgico cerimoniale e del canone è stato CORRETTO PER BEN CINQUE VOLTE, man mano che ci si rendeva conto DELLE AMBIGUITA' di molte frasi che davano una sorta di APERTURA a forme NUOVE di liturgie....
    L'ultima correzione è stata consegnata sotto Natale al Papa...

    Vi trasmetto ora le parole del Papa al CONSIGLIO PARROCCHIALE Volto Santo di Gesù alla Magliana la quale DOVREBBE OSPITARE TRE COMUNITA' NC e altre SEI REALTA' ECCLESIALI....ebbene il Papa non li ha MAI nominati..mentre ha fatto il nome delle altre realtà impegnate NELLA CATECHESI PARROCCHIALE....e la Messa non era NC ^__^


    Dopo la celebrazione della messa, nel salone parrocchiale Benedetto XVI ha incontrato i membri del consiglio pastorale. Rispondendo al saluto rivoltogli da un rappresentante, il Papa ha improvvisato un discorso sul ruolo del laicato a partire dal concilio Vaticano ii, sottolineando che i consigli pastorali realizzano un'opera dello Spirito Santo e ne testimoniano la presenza nella Chiesa.

    Cari amici, in questo momento posso dire soltanto grazie per tutto quello che fate per la costruzione della Chiesa viva in questo quartiere di Roma. Mi sembra che sia uno dei doni del concilio Vaticano ii l'esistenza di questi Consigli pastorali, dove laici rappresentanti di tutta la comunità affrontano, insieme con il parroco e con i sacerdoti, i problemi della Chiesa viva di un quartiere, aiutano a costruire la Chiesa, a rendere presente la Parola di Dio e a sensibilizzare la gente sulla presenza di Gesù Cristo nei sacramenti.

    In questo tempo dove il secolarismo è forte, e tutte le impressioni che si raccolgono attorno si pongono un po' contro la presenza di Dio, contro la capacità di percepire questa presenza, è tanto più importante che il sacerdote non sia lasciato solo, ma sia circondato da credenti che con lui portino questo seme della Parola e aiutino perché sia vivo e sia crescente anche nel nostro tempo. Perciò grazie per queste vostre iniziative. È importante consolare, aiutare, assistere la gente nella sofferenza, far sperimentare la vicinanza dei credenti che si sentono particolarmente vicini a tutti quelli che soffrono.

    (...)
    Secondo la tradizione
    il consiglio è un dono dello Spirito Santo e un parroco, tanto più un Papa, ha bisogno di consiglio, di essere aiutato nel trovare le decisioni. Perciò questi consigli pastorali realizzano anche un'opera dello Spirito Santo e testimoniano la sua presenza nella Chiesa.
    Grazie per tutto quello che fate; il Signore vi assista sempre e vi dia la gioia pasquale per tutto l'anno. Grazie.

    (L'Osservatore Romano - 30-31 marzo 2009)

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  8. P.S.
    il Papa ha nominato i gruppi di Massimiliano Kolbe e della Comunità di s.Egidio...

    Nell'Omelia il Papa da cosigli e descrive questa Parrocchia e nulla risulta delle attività dei tre gruppi NC....dice il Papa:


    So quanta cura voi ponete nella formazione liturgica, valorizzando ogni risorsa della vostra comunità: i lettori, il coro e quanti si dedicano all’animazione delle celebrazioni. E’ importante che la preghiera, personale e liturgica, occupi sempre il primo posto nella nostra vita.

    So con quanto impegno vi dedicate alla catechesi, perché risponda alle attese dei ragazzi, tanto di quelli che si apprestano a ricevere i sacramenti della Prima Comunione e della Confermazione, quanto di quelli che frequentano l’Oratorio. Vi preoccupate anche di assicurare una catechesi adatta ai genitori, che invitate a compiere un percorso di formazione cristiana insieme ai loro figli. Volete così aiutare le famiglie a vivere insieme gli appuntamenti sacramentali educando ed educandosi alla fede "in famiglia", che deve essere la prima e naturale "scuola" di vita cristiana per tutti i suoi membri.

    (è palese che qui il Papa non sta parlando dei catechisti kikiani, ma di quelli DIOCESANI ^__^ e fa risaltare L'INDIPENDENZA DI UNA PARROCCHIA CHE FUNZIONA da contaminazioni che la vorrebbero fare schiava...^__^)


    ancora dice il Papa:

    Mi rallegro con voi perché la vostra parrocchia è aperta ed accogliente, animata e resa viva da un amore sincero verso Dio e verso tutti i fratelli, ad imitazione di san Massimiliano Maria Kolbe, a cui in origine essa era dedicata. Ad Auschwitz, con eroico coraggio, egli sacrificò se stesso per salvare la vita altrui. In questo nostro tempo, segnato da una generale crisi sociale ed economica, molto meritevole è lo sforzo che state compiendo, attraverso soprattutto la Caritas parrocchiale e il gruppo S. Egidio, per andare incontro, come è possibile, alle attese dei più poveri e bisognosi.

    **********************

    il monopolio NC nelle Parrocchie E' FINITO...^__^
    ciò che diceva il sig. Veneranda a luglio in questo blog: e cioè che le parrocchie sarebbero dovute diventare NC è stato smentito oggi dal Papa...O SI COLLABORA FACENDO LA MESSA CHE FA IL PAPA, FACENDO LE CATECHESI PARROCCHIALI-DIOCESANE... O SI AVANZA VERSO LA DIVISIONE...

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  9. So quanta cura voi ponete nella formazione liturgica, valorizzando ogni risorsa della vostra comunità: i lettori, il coro e quanti si dedicano all’animazione delle celebrazioni. E’ importante che la preghiera, personale e liturgica, occupi sempre il primo posto nella nostra vita.

    So con quanto impegno vi dedicate alla catechesi, perché risponda alle attese dei ragazzi, tanto di quelli che si apprestano a ricevere i sacramenti della Prima Comunione e della Confermazione, quanto di quelli che frequentano l’Oratorio. Vi preoccupate anche di assicurare una catechesi adatta ai genitori, che invitate a compiere un percorso di formazione cristiana insieme ai loro figli. Volete così aiutare le famiglie a vivere insieme gli appuntamenti sacramentali educando ed educandosi alla fede "in famiglia", che deve essere la prima e naturale "scuola" di vita cristiana per tutti i suoi membri.


    Cara Caterina HAI SENZA DUBBIO RAGIONE.

    MA...

    Il problema è come queste frasi saranno accolte dalle comunità nc!
    Sappiamo quanto i nc siano bravi ad interpretare tutto in loro favore.

    Catechesi? =catechesi nc

    Percorso di formazione cristiana?= itinerario nc!

    Liturgie accurate e preparate?= "liturgie" nc!

    La TUA lettura è senza alcun dubbio quella corretta, ma purtroppo non riesco a condividere il tuo ottimismo!
    Mi piacerebbe sapere come si svolgono le catechesi in quelle parrocchia, a chi sono affidate, se sono i nc che preparano al battesimo, al matrimonio.
    Se anche in quella parrocchia le catechesi finiscono per diventare l`occasione di creare comunità nc e dunque di aumentare il numero dei membri.

    31 marzo, 2009 10:05

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  10. Cara Emma...quando il Papa catechizza io non vado ai "se e ai ma"...colgo il seme offertomi, e a mia volta lo pianto nel mio prossimo, dopo averlo deposto dentro di me....quanto ad irrigarlo ci pensa Cristo...^__^

    Ciò che faranno i NC di questo seme diventa un problema LORO se la Parrocchia INDIPENDENTEMENTE DA LORO offrirà le opportunità elencate dal Papa...è ovvio che invece diventa affar nostro quando una Parrocchia NON funzionando, diventa PREDA DEL PREDATORE...
    ^__^

    Non si tratta di accogliere il mio ottimismo, anche perchè in tal senso più che ottimismo si tratta di una CONSTATAZIONE di fatto di ciò che il Papa ha detto e fatto in una Parrocchia dove ci sono ben tre comunità NC e quel giorno erano praticamente inesistenti...^__^

    Non credere amica mia, non sono tanto ottimista in tal senso a riguardo della proliferazione NC... se fossi ottimista cesserei ogni combattimento ^__^
    sono piuttosto realista di fatti che stanno dicendo chiaramente che alcune cose stanno cambiando e ciò mi basta per sperare che LE PARROCCHIE RESTINO INDIPENDENTENTI e non vengano assediate da certi predatori...

    Non abbiamo altra arma per questo combattimento...solo il divulgare la presenza di catechisti NON diocesani... che interpretano DISTORTAMENTE IL MAGISTERO PETRINO e agiscono nelle Parrocchie come il Cuculo...^__^

    E cosa fa? essi sono parassiti di nidi altrui...quando trovano un bel nido(=parrocchia) SENZA NESSUNO A CUSTODIRE LA PROLE....il Cuculo piazza le sue uova... una volta che esse si sono dischiuse insieme a quelle LEGITTIME, i nuovi cuculi BUTTANO FUORI DAL NIDO la prole legittima...subentrandovi...

    Puoi forse impedire al Cuculo di fare il Cuculo?^__^

    Idem è per noi, la zizzania NON possiamo potarla (ne possamo sterminare i cuculi ^__^), ma ci è stato promesso che LUI poterà la zizzania...nel frattempo cosa possiamo fare? QUELLO CHe CI DICE DI FARE CORRETTAMENTE IL PAPA...

    ^__^

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  11. Mons. Nicola Bux, lavorando alla causa di beatificazione di Giovanni Paolo II, coglie l'occasione della conferenza sulla liturgia di Monopoli per testimoniare la devozione eucaristica di questo grande Papa. Un eredità di fede pienamente colta dal pensiero liturgico di Benedetto XVI: "la liturgia è l'adorazione di Dio" e non "una danza intorno al vitello d'oro che siamo noi stessi".

    http://www.rinascimentosacro.com/2009/03/giovanni-paolo-ii-qui-ce-gesu-per.html

    ^__^

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  12. Che si taglino i post dei fratelli del Cammino Neocatecumenale che scrivono in modo "inutile" o offensivo, ma, che se non si tagli, almeno si "moderi" i post di alcuni fratelli eccessivamente risentiti.

    Caro Gianluca NC,
    non trovo affatto Gianluca Cruccas RISENTITO: semmai lo definirei APOLOGETICO e profondamente convito e anche documentato su quel che espone.
    Normalmente evitiamo di far l'uso che fa lui della Scrittura; ma noto che non la usa come un maglio nei confronti di singole persone, la cita in riferimento a catechesi per nulla in linea col 'sentire' cristiano cattolico

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  13. Gianluca ha detto...

    E' difficile leggere un post di Caterina e subito dopo uno di Cruccas... Chisolm poi sembra che stia scrivendo in un altro blog.

    *********************

    prova a vederla così: la diversità dei carismi che si incontrano, apportando contributi diversi, ma tutti con un unico scopo, L'AMORE PER L'ALTRO, magari anche con qualche difetto che segnala proprio la ricchezza delle diversità...^__^

    quanto a Chisolm è esattamente il contrario, scrive proprio alle persone qui coinvolte e che scrvendo la propria esperienza aprendo il proprio cuore, chiedono delle risposte, magari anche consolazione....
    Vedi che errore fai?
    Tu non lo comprendi però lo giudichi...ma non ti poni la domanda a chi stia scrivendo e cosa sta scrivendo...quando leggi Chisolm non devi aprire alcun libro, ma solo mettere in moto il cuore e la mente...^__^

    Santo Triduo Pasquale....

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  14. Mi è stata inviata in posta non so dunque se già la conoscete....ho fatto delle ricerche in rete ed ho trovato il contenzioso....in due Blog....ed una risposta che non posterò integralmente, ma solo la parte TECNICA, perchè egli stesso dice che è fallibile nei consigli che da....ed usa la "politica corretta" dando una botta al cerchio ed uno alla botte^__^

    La Lettera che segue è invece interessante perchè è del 2007...

    questi i fatti....


    Il caso di"Un parroco, un visitatore di un Ordine religioso, e 8 comunità neocatecumenali".

    Si tratta di una parrocchia retta da un ordine religioso, che nella seconda metà del 2007 ha ricevuto la visita straordinaria da parte di un delegato del superiore generale, e successivamente una lettera, indirizzata al parroco e ai dirigenti neocatecumenali.

    Quella lettera del visitatore è interessante poiché è l'ennesima chiara testimonianza che il Cammino Neocatecumenale:

    1) entra nelle parrocchie come un parassita, e le fagocita

    (io avevo parlato di Cuculo eh! ^__^)

    2) crea divisioni, tensioni, contrasti

    3) non rispetta le indicazioni che riceve

    4) celebra numerose liturgie contemporaneamente (e per di più autonome) il sabato sera

    5) conduce una "pastorale" indipendente, ignorando deliberatamente quella del parroco edi conseguenza quella del Vescovo...

    6) se ne infischia della "lettera di Arinze" (a cominciare da quell'«almeno una domenica al mese»)

    7) manca di carità verso tutto ciò che non è neocatecumenale.

    Anche la correttezza e la cautela del visitatore religioso, che talvolta appaiono addirittura eccessive, confermano che la lettera descrive onestamente la realtà.

    Ecco dunque il testo:

    «Carissimi fratelli e sorelle,
    vi porgo un cordiale saluto nella pace di Cristo risorto...
    Dal... al... ho fatto la visita canonica straordinaria, a nome del superiore generale...

    Durante la visita, ho dedicato tempo all'ascolto delle persone e alla visione delle situazioni. Ho parlato con la comunità religiosa, con i responsabili delle comunità del Cammino, con i rappresentanti dei gruppi parrocchiali.

    Ho incontrato s.e. mons. vescovo, il vicario episcopale per la pastorale della città, il superiore provinciale.

    Ho letto la documentazione che si trova nell'archivio della comunità religiosa riguardante le visite canoniche...; tra l'altro, ho notato come alcune delle indicazioni offerte a riguardo del "Cammino" siano state disattese.
    Ho meditato sugli ultimi pronunciamenti del magistero del papa e dei vescovi.


    A fine della visita, così scrivevo: "Nella comunità parrocchiale ci sono otto comunità del Cammino neocatecumenale. In questo momento c'è tensione soprattutto tra la comunità religiosa e tali comunità".

    Inoltre aggiungevo: "La comunità religiosa continui con la sua proposta, relativa al nostro carisma, di animazione della parrocchia, secondo i nostri documenti ufficiali; le linee di pastorale per la parrocchia vengono date dalla comunità religiosa e dal consiglio pastorale".

    Infine, parlavo di una "lettera di orientamento", che avrei fatto giungere, dopo ulteriori approfondimenti, alla comunità religiosa e ai responsabili delle comunità neocatecumenali.

    Dopo discernimento e preghiera, sono giunto a queste conclusioni, che vi indico in vista di un cammino di comunione.
    "Al di sopra di tutto vi sia la carità". Ciò che si deve salvaguardare è la carità, ciò che si deve edificare è la comunità, ciò che si deve vivere è la comunione.
    Nella situazione dell'attuale tensione e in vista dell'edificazione della comunità parrocchiale, vi indico i seguenti passi da realizzare progressivamente. Essi vi offrono concreti cammini di comunione.

    1. Per favorire la crescita armonica della comunità parrocchiale e del nostro carisma, constato che la presenza di otto "comunità del Cammino" sia troppo numerosa. Invito perciò i responsabili delle comunità del Cammino neocatecumenale a trovare soluzioni alternative, come la fusione di alcune comunità o il loro trasferimento in altre sedi, in modo che nella parrocchia non vi siano più di tre comunità. Inoltre, invito i responsabili a non iniziare altre catechesi; se sorgerà l'esigenza di altre catechesi, queste non siano svolte nella parrocchia.

    2. Per realizzare la comunione visibile e per evitare sovrapposizione di orario, le celebrazioni eucaristiche del sabato sera per le "comunità del Cammino" presenti in parrocchia, il sabato sera negli ambienti parrocchiali non ci saranno più di tre celebrazioni eucaristiche. In particolare poi nel momento culminante dell'anno liturgico, a partire dall'anno 2008 nella chiesa parrocchiale o negli ambienti dell'Oratorio non sia tenuta la celebrazione della veglia pasquale.

    3. Per concretizzare l'indicazione della lettera della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti del 1° dicembre 2005, indirizzata ai responsabili del Cammino, in cui si chiede che "almeno una domenica al mese le comunità del Cammino neocatecumenale devono partecipare alla santa messa della comunità parrocchiale", chiedo che una volta al mese, al sabato sera, in tutte le sale dell'Oratorio non vi sia nessuna celebrazione eucaristica.

    4. Per potenziare la comunità pastorale e l'espressione del nostro carisma nella parrocchia, che è stata affidata dal vescovo alla congregazione, si trovino orientamenti convergenti all'interno del consiglio pastorale e si sviluppi una proposta esplicitamente nostra di animazione della parrocchia, secondo i nostri documenti ufficiali.

    Sono consapevole che la via proposta è ardua; i passi non sono facili da realizzare. "È la carità di Cristo che mi spinge". L'edificazione della comunità parrocchiale chiede scelte coraggiose.

    Il Cammino neocatecumenale sta facendo un grande bene nella chiesa, creando però alcune tensioni, soprattutto nell'inserimento pastorale parrocchiale (Benedetto XVI, incontro con i parroci e il clero della diocesi di Roma, 22 febbraio 2007).
    In questi anni scorsi, non si è riflettuto sufficientemente da parte della nostra comunità e della comunità parrocchiale su che cosa significhi che una parrocchia sia animata da un carisma di vita consacrata.
    Lo Spirito Santo, che è Spirito di verità e di amore, vi suggerirà come realizzare questi orientamenti. Lascio al superiore provinciale, in dialogo con il vescovo, di vederne i tempi di concretizzazione fin dall'inizio del nuovo anno pastorale. La Vergine Maria...
    Con sincera stima e affetto fraterno».


    Questa lettera è stata abusivamente inoltrata da un neocatecumenale infuriato che cercava di spaccare il capello in quattro su quanti diritti avesse il visitatore straordinario, appoggiandosi al fatto che il vescovo di quella diocesi tace.

    *******************************

    dunque ho letto la risposta che è stata data a questo NC che chiedeva appunto se questa lettera fosse stato lecita...ecco la risposta:

    Il caso è comunque complesso poiché richiede di armonizzare più soggetti:

    1) il vescovo e la sua autorità pastorale, cui i religiosi sono sottoposti in ciò che riguarda «la cura delle anime, l’esercizio pubblico del culto divino e le altre opere di apostolato» (can. 678,1 e 681,1);

    2) il Cammino, con uno Statuto approvato dalla Santa Sede;

    3) l’ordinario religioso (il visitatore) che, a differenza del vescovo, è “ordinario” solo per i confratelli (can. 134,1), i quali nell’apostolato «sono soggetti anche ai propri superiori e devono mantenersi fedeli alla disciplina dell’istituto» (can. 678,2);

    4) la comunità religiosa che collabora all’apostolato parrocchiale (can. 519) ma che, come persona giuridica, non è parroco (can. 520,1);

    5) il parroco, che esercita l’azione pastorale «sotto l’autorità del vescovo diocesano» (can. 519).

    Tenendo conto di quanto sopra, alla domanda: «Poteva il visitatore scrivere quello che ha scritto?», la risposta è: «Sì, lo poteva».

    E per tre ragioni, poiché il visitatore:

    a) rispetta lo Statuto del Cammino quanto all’eucaristia in comunità e alle non determinazioni circa la veglia pasquale (St 13,3; 12,3 e Lettera del 1.12.2005, n. 1);

    b) rispetta i suoi limiti di essere “non ordinario” verso i fedeli del Cammino, ai quali, dopo aver parlato con il vescovo, si rivolge non dando ordini, ma usando i termini “invito / chiedo” ;

    c) interviene come “ordinario” presso i religiosi spronandoli a far emergere il carisma proprio e, dopo aver parlato con il vescovo (è la reciproca intesa di cui al can. 678,3).

    Amen!
    ^__^

    RispondiElimina
  15. A scanso di ambiguità...leggendo i due blog trovati, leggo ora uno a firma di By Tripudio ^__^
    immagino dunque che parte di quei commenti erano i suoi
    ^__^

    http://cammino-neocatecumenale.blogspot.com/2008_06_01_archive.html


    confermo comunque che l'email mi è giunta così come l'ho postata (sto leggendo ora qualche commento leggermente corretto), di mio c'è la presentazione iniziale e il finale....
    ^__^

    e bravo by Tripudio, non conoscevo quel Blog...
    ^__^

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  16. Ringraziando Caterina per le sue precisazioni, vorrei replicare a Gianluca che mi ha chiamato in causa.
    In questo periodo sto lavorando su una cosuccia e ho tratto spunto dal motto del Card. Newman che recita: “Cor ad cor loquitur” il “cuore che parla al cuore”. Sembra che il cardinale l’abbia tratta da una lettera di S. Francesco di Sales e l’abbia assunta come programma del suo ministero. La sua premura di pastore è quella, in linea con l’omiletica dei Padri, di farsi capire “forte e chiaro” dal suo gregge, evitando teologismi complicati e frasi pompose.

    “Cor ad cor loquitur” somiglia molto al “contemplata aliis tradere” sulla cui scia mi sono formato, non so se ci sono riuscito bene… Mi è piaciuta questa frase perché il mio intento è quello di rivolgere il mio cuore verso quello di questi miei fratelli, anche se certe volte scrivo cose che possono sembrare al limite del buon senso.

    Pur essendo abilitato all’insegnamento della Teologia, cerco sempre (o quasi) di evitare quelle costruzioni articolate che, in realtà, appartengono ad altra sede e ad altro contesto, che è quello Accademico. Qui mi limito a riflettere su quanto mi arriva al cuore e lui, di conseguenza, risponde come può.

    Per quanto riguarda le tue impressioni sul buon Cruccas, io lo leggo sempre con piacere: non vedo nelle sue parole odio alcuno ma amore per la verità. Se può dare quest’impressione, è perché qualche volta ci dimentichiamo del tono col quale i profeti si rivolgevano alle pecore d’Israele. A nessuno piace sentire ammonizioni tanto forti ed è per questo, forse, che molti si scelgono un “pastore” più morbido, telegenico, accattivante e carismatico.
    Questioni di scelte e di coscienza.

    Quindi, non sembra che io scriva in un altro blog: scrivo in questo, coi miei limiti e le mie semplicionerie, col cuore che parla al cuore, cor ad cor loquitur…
    Con amicizia,
    Chisolm

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  17. 1 Testificor coram Deo et Christo Iesu qui iudicaturus est vivos ac mortuos, et adventum ipsius et regnum eius: 2 praedica verbum, insta oportune inportune, argue, obsecra, increpa in omni patientia et doctrina. 3 Erit enim tempus cum sanam doctrinam non sustinebunt, sed ad sua desideria coacervabunt sibi magistros prurientes auribus, 4 et a veritate quidem auditum avertent, ad fabulas autem convertentur.
    5 Tu vero vigila in omnibus, fossura tolerate patientia, labora opus fac evangelistae, ministerium tuum imple. ( 2 Tim 4 ,1 – 5 )

    Ecco, questo è il momento opportuno.

    Cari Neocatecumenali, anziché commentare sulle persone che scrivono in questo blog, perché vi rifiutate di commentare le catechesi aberranti del vostro falso profeta, Kiko Arguello e company?

    Perché non ci convincete a livello dottrinale che le catechesi del vostro, grande profeta eretico sono Cattoliche?

    Io ancora insisto, commentate queste perle di eresie:

    Ecco come Kiko fa celebrare ancora oggi l‟Eucaristia in tutte le sue comunità : “Il rinnovamento è ripulire da tutto il rivestimento che c‟era, perché il nucleo e il contenuto che era nascosto sia visto in tutto il suo splendore. Così si cominciano a recuperare le cose realmente importanti. “Si sta recuperando l‟assemblea, si abbandonano gli altari laterali e le messe simultanee. Tuttavia non ci sarà una vera assemblea se non sorgeranno comunità che vivano dello Spirito per esultare in comunione. “Si recuperano i segni: si comincia a comunicare con il pane e non con l‟ostia che non sembra più pane, si beve il calice. “Il Concilio Vaticano II ha stabilito che si recuperino i segni in tutta la loro ricchezza di segni. Si recupera l‟abbraccio di pace, nonostante che risulti difficilissimo alla gente dato che non siamo né assemblea né comunità” (OR, p. 327).
    NIENTE “GLORIA” E “CREDO”
    “Neppure c‟è il „Gloria‟. Il Gloria è un brano meraviglioso ed è una preghiera del mattino; ma non ha senso nell‟Eucarestia, perché significa duplicare l‟anafora. L‟origine sta nel fatto che i monaci, prima della messa dicevano le lodi in cui recitavano il Gloria; col tempo finirono per inserirlo nella Messa. 10
    “Lo stesso per il „Credo‟. Esso viene dal tempo delle eresie. Quando cominciarono ad apparire eretici ed apostati, prima di passare all‟eucarestia, gli si faceva confessare la loro fede. Ma non è un brano dell‟anafora né qualcosa di meno” (OR, pp. 328-329).
    NIENTE OFFERTORIO
    E‟ UN RITO PAGANO CHE ENTRA NELL‟EUCARESTIA
    “Altro aspetto di fasto e religiosità è la processione delle offerte cioè l‟offertorio … comincia ad apparire un culto d‟offerta col quale l‟uomo deve placare Dio ch‟è proprio l‟idea pagana di portar offerte… Al principio perlomeno le offerte si lasciavano alla porta dei templi; poi … si comincia a portare offerte fino all‟altare. Allora si organizza una processione con tutte le offerte e con molte preghiere sulle offerte, fino al punto che l‟idea offertoriale invada l‟eucarestia primitiva … Questa idea offertoriale è giunta fino ai nostri giorni. Noi stessi abbiamo vissuto questa spiritualità offertoriale. Io stesso mi ricordo che l‟offertorio era per me di una importanza che non potete immaginare: con l‟ostia pura, santa e immacolata ti offri tu, il tuo lavoro... Ma qualcosa di ancora peggiore succede quando scompaiono le offerte materiali che davano senso all‟offertorio e allora rimane il rito senza il contenuto... occorre supplire con... molte preghiere particolari. E allora si fa l‟orazione per l‟ostia, un‟orazione per il calice; si offre il pane ed il vino che servono per il sacrificio... E‟ chiaro che questo offrire a Dio non è affatto una cosa cattiva. Tu puoi offrire a Dio quello che vuoi, ma l‟Eucarestia è una cosa ben diversa, nettamente distinta da tutto ciò. Nell‟Eucarestia tu non offri nulla: è Dio assolutamente presente quello che dà la cosa più grande e cioè la vittoria di Gesù Cristo sulla morte … La liturgia si riempie di queste idee di offerta e di molte altre legate ad una mentalità pagana” (OR, p. 321). “L‟offertorio nella riforma ha perduto di importanza” (OR, p. 327). “Sull‟offertorio, più concretamente, vi sono tre possibilità; una è quella che dice: Così come questo pane saremo riuniti nel tuo Regno. E‟ quella che alla fine si è preferita perché non ha senso offertoriale. La Chiesa primitiva non aveva offertorio: semplice-mente si portava il pane e il vino per celebrare i misteri … Accade che molti preti … non capiscono a cosa miri la riforma. Nella Eucarestia non c‟è nessuna offerta; le offerte si portano e si presentano semplicemente … La formula che si è lasciata non è che sia molto felice. La rinnovazione è appena incominciata” (OR, p. 328).
    NIENTE “ORATE FRATRES”
    “L„orate fratres‟ è l‟esempio maggiore di tutte quelle preghiere che furono introdotte nella messa di tipo individuale, penitenziale e sacrificale. Riassume tutte le idee medioevali della messa: pregate fratelli, perché questo sacrificio mio e vostro sia gradito …; la risposta era ancora peggiore: il Signore riceva dalla tue mani questo sacrificio … La riforma voleva toglierlo perché è un‟aggiunta con molte deformazioni. Fecero una catechesi speciale a Paolo VI per spiegarGli che bisognava toglierlo; Paolo VI fu convinto di questo, ma disse di non toglierlo per motivi pastorali; toglierlo è una questione delicata, perché lì il popolo aveva cominciato a partecipare e senza una previa catechizzazione non lo si poteva togliere perché avrebbe causato sconcerto nella gente. La prima cosa che ha detto infatti il Concilio è che per poter fare la riforma bisogna fare una catechizzazione. Altrimenti la gente si scandalizza perché non capisce niente; e per quanto cambiano le forme la gente continuerebbe a vivere la messa a suo modo, con il suo rosario ecc. Il popolo infatti non ha mai smesso di partecipare con novene, rosari” (OR, p. 328). 11
    E ancora : “Non si tratta di spiegare con la ragione i sacramenti … altrimenti Dio ci avrebbe dato la filosofia per spiegarci quello che è Lui” (OR, p. 326). “Il pane è per il banchetto … La presenza reale è sempre un mezzo per condurci al fine, che è la Pasqua. Non è un assoluto, Gesù Cristo è presente in funzione del Mistero Pasquale. “Invece da Trento in poi si celebrerà l‟Eucarestia per consacrare e avere presente Gesù Cristo e metterlo nel tabernacolo. “In molti conventi di monache si dice la messa per riempire il tabernacolo. Abbiamo trasformato l‟Eucarestia che era un canto al Cristo glorioso, nel divino prigioniero del tabernacolo. “La riserva era per gli infermi … ; allora li si faceva partecipare, comunicare con l‟Eucarestia, con la Pasqua, con la Festa, che hanno celebrato in assemblea tutti i fratelli, per mezzo delle specie. E‟ come quando uno non ha potuto partecipare a delle nozze e gli conservano un pezzo di torta perché partecipi al banchetto. Ma più di questo è l‟intera celebrazione eucaristica in funzione della quale sono le specie” (OR, pp. 329-331). “… In un certo momento, per esempio, fu necessario insistere contro i protestanti sulla presenza reale. Ma una volta che questo non è più necessario, non bisogna insistervi più. Perché quel momento storico è passato. Perché se mette qualcosa come contrappeso sulla bilancia, perché non si sbilanci, una volta che il peso opposto è scomparso, non bisogna conservare il contrappeso perché se no si sbilancia dall‟altro lato. Se le cose stanno come devono essere, non bisogna insistervi più” (OR, pp. 333-334). SOLO NELLA CELEBRAZIONE C‟E‟ PRESENZA REALE QUINDI NIENTE ADORAZIONE FUORI DELLA MESSA “Le teologie del sec. XVI non sono altro che elucubrazioni mentali senza un‟esperienza biblica… Il mistero si incentra sulla presenza… La Chiesa cattolica diventa ossessionata riguardo alla presenza reale, tanto che per essa è tutto presenza reale… Comin-ciano le grandi esposizioni del Santissimo (prima mai esistite), perché la presenza era in funzione della celebrazione eucaristica e non il contrario. Il pane e il vino non sono fatti per essere esposti, perché vanno a male… sono fatti per essere mangiati e bevuti. “Io sempre dico ai Sacramentini, che hanno costruito un tabernacolo immenso: se Gesù Cristo avesse voluto l‟Eucarestia per stare lì, si sarebbe fatto presente in una pietra che non va a male. “Il pane è per il banchetto, per condurci alla Pasqua. La presenza reale è sempre un mezzo per condurci al fine, che è la Pasqua. Non è un assoluto, Gesù Cristo è presente in funzione del Mistero Pasquale. “Invece da Trento in poi si celebrerà la Messa per consacrare ed avere presente Gesù Cristo e metterlo nel tabernacolo. “In molti conventi di monache si dice la messa per riempire il tabernacolo. Abbiamo trasformato l‟Eucarestia che era un canto al Cristo glorioso, nel divino prigioniero del tabernacolo. “In questa epoca incomincia il Corpus Christi, le esposizioni solennissime del Santissimo, le processioni col Santissimo, le messe sempre più private, le visite al Santissimo e tutte le devozioni eucaristiche … “La presenza di Gesù Cristo è un‟altra cosa. E‟ il carro di fuoco che viene a trasportarci verso la gloria, a passarci dalla morte alla resurrezione, a farci veramente entrare nella morte, che è molto diverso. L‟eucarestia è completamente dinamica, ci mette in cammino. Noi l‟abbiamo trasformata in qualcosa di statico e manipolabile per noi. Pensate che è tanto vero quel che dico che facciamo il ringraziamento dopo aver comunicato, mentre tutta l‟Eucarestia, come abbiamo visto, è azione di grazie” (OR, pp. 329-330). “Come cosa separata dalla celebrazione cominciano le famose devozioni eucaristiche: l‟adorazione, le genuflessioni durante la messa ad ogni momento, l‟elevazione perché tutti adorino… “L‟adorazione e la contemplazione sono specifiche della Pasqua, ma dentro la celebrazione, non come cose staccate” (OR, p. 331). 12
    “Si rinnovò la settimana santa... Sant‟Elena costruì (basiliche) a Gerusalemme. Allora la Pasqua si trasformò in un rivivere teatralmente i fatti della Passione con molte cerimonie storiche, non sacramentali. La Pasqua si disperse in tante Via Crucis, processioni e grandi offici. La notte pasquale perde, a poco a poco, di valore e aumenta l‟importanza del giovedì santo, del venerdì santo e del sabato santo … con cerimonie molto arricchite con teatralizzazioni e cariche sentimentali. Il mistero si perde in una commemorazione storica. La Pasqua perde unità e si trasforma in 1 settimana di feste” (OR, 331).

    Ora tutte queste affermazioni eretiche sono contenute negli “Orientamenti alle équipes di catechisti per la fase di conversione” - “Orientamenti alle équipes di catechisti per la convivenza della rinnovazione del primo scrutinio battesimale‟, 1972 (1986) - “Orientamenti alle équipes di catechisti per lo Shemà”, 1974‟ – “Orientamenti alle équipes di catechisti per il 2° Scrutinio Battesimale” - “Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla Preghiera”, 1981, 1977 - “Passaggio della Redditio”, 1986, che tuttora vengono predicate ed attuate nelle loro celebrazioni Eucaristiche, in tutte le comunità del mondo. E c‟è solo da immaginarsi che cosa ci sia scritto nelle catechesi non rese pubbliche e che da tanti anni sono in possesso anche del Vaticano. Difatti tutte le correzioni alla celebrazione Eucaristica, impartite a Suo nome, Santità, da parte delle Congregazioni per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, agli iniziatori del Cammino, in data 1 Dicembre 2005, sono state da loro deliberatamente disattese.

    E ancora: “Che in una parrocchia esista un parroco, due coadiutori, una grande chiesa con 5 campane, 35 statue… tutto questo non fa la Chiesa… per il fatto che in un posto si faccia la catechesi e si formi una comunità non esiste la Chiesa. Se quelli che stanno lì dentro non danno i segni della fede, non si dà la Chiesa… questo è soltanto aderire a delle verità… Dov‟è allora la Chiesa? Dov‟è lo Spirito Santo, lo Spirito vivificante di Gesù Cristo Risorto, dov‟è l‟uomo nuovo del Sermone della Montagna. Dove c‟è questo, lì c‟è la Chiesa” (OR, p. 88). “La Chiesa non è una cosa giuridica, ma sacramentale… Se passiamo a una visione giuridica della Chiesa come si farà dopo, la penitenza acquista anche essa una dimensione giuridica, la Chiesa primitiva è un corpo che esplicita nel mondo la resurrezione di Gesù Cristo” (OR, p. 167). (Queste tesi erano proprie di Montano e di Beguardi (D-S 893), dei Fraticelli (D-S 910-912), di Wyclif (D-S 1187), di G. Hus (D-S 1201-1206), di Lutero (D-S 1465ss), di P. Quesnel (D-S 2474ss), dei Giansenisti (D-S 2615) e del noto teologo protestante Bonhoeffer.)

    “Questa crisi (di fede)… consiste nel fatto che non abbiamo mai visto i segni della fede. I teologi dicono che senza i segni non si può dare la fede” (OR, p. 72).
    “Se il cammino deve apportare qualcosa alla Chiesa deve essere in mezzo alla contraddizione se va ad essere un fermento per la Chiesa deve scontrarsi con un‟altra mentalità. Io mi rallegro sempre di questo e mi conforta: quanti più problemi abbiamo a Roma sempre dico: “Questo va bene”. La contraddizione è un‟opera di Dio perché se tutto andasse molto bene vorrebbe dire che non apportiamo nulla di nuovo alla Chiesa” (1°SCR, p. 3). “La Chiesa, sacramento di salvezza, oggi nelle parrocchie non si vede da nessuna parte, piuttosto sono degli uffici dove la gente va a Messa, al Battesimo, però non sono un sacramento di salvezza” (1°SCR, p. 31).
    “Io giunsi a venticinque anni senza vedere un solo cristiano… ma il cristianesimo che si legge nei Vangeli dove lo abbiamo visto?… Tutti questi cristiani che vanno e riempiono le chiese quando ci hanno dato una testimonianza di cristianesimo adulto?” (1°SCR, pp. 53-54). 13
    “… a noi è stato dato il Battesimo, da piccolini tutto di un colpo, con la fede prestata dalla Chiesa e poi non ci è stata fatta la catechesi. … E nei collegi come ci hanno catechizzato? Magari il prete ciccione che ci faceva religione e le cui lezioni erano dormite profonde e che se non sapevi la lezione ti mollava un ceffone… (1°SCR, p. 53).
    “Quando abbiamo conosciuto noi un cristiano adulto?” (1°SCR, p. 59).
    “Ed è un fatto che le nostre parrocchie oggi per il 78% degli uomini che se ne sono andati dalla Chiesa, non sono sacramento di salvezza. Di quelli che noi chiamiamo cristiani siamo scandalo per quelli che non vengono più in Chiesa” (1°SCR, p. 62).
    “Io ho visto che cosa ha significato un certo tipo di cristianesimo per la mia famiglia, ho visto come mai questo cristianesimo ha salvato mio padre, anzi lo ha ucciso e così con mia madre, con i miei zii, con tutta la società cattolica di Madrid” (SH, p. 44). “Sacerdote è Cristo in quanto è il vero, l‟unico Sacerdote. Ma la Chiesa. Quale Chiesa? Sono parole assurde! Ma che Chiesa? Vedendo i preti dire messa? Vedendo il Papa? Il Vaticano? Che è la Chiesa? Vedete la confusione che esiste?” (2°SCR, p. 74).
    “Questo tempio dove deve abitare lo Spirito Santo non c‟è. Tuo cognato che va a messa tutti i giorni, va a vedere se è tempio dello Spirito Santo…” (2°SCR, p. 75).
    “Oggi dobbiamo ricostruire la Chiesa come se si incominciasse di nuovo … Non si sa più che è essere cristiano. In alcuni essere cristiano significa liberazione politica, per altri … Mah!… Questo tempio dove deve abitare lo Spirito Santo non c‟è” (2°SCR, p. 75). “Per questo dice qui che il sacrificio che Dio vuole è il nostro corpo, la nostra vita nella storia perché nel cristianesimo non esistono templi. Questo fratelli è molto importante perché se non cambiate, se non uscite dalla religiosità dovete andarvene da qui, bisogna uscire dall‟idolatria del tempio. Il tempio siete voi, voi siete il nuovo tempio che è il vostro corpo. Siete sacerdoti di un nuovo tempio che è il vostro corpo, di un culto spirituale che si fa nella storia e nel mondo, non nella Chiesa nel senso di tempio-edificio. Perché la Chiesa è piena di idolatrie, la Chiesa cattolica è piena di paganesimo; anche si può fare questo lì. Allora il culto è nel vostro corpo facendo la volontà di Dio nella storia. Dio non vuole sacrifici né oblazioni, né Messa al mattino, né andare a pregare i santi quando poi nella storia sei un idolatra, quando nella storia tu non rispondi, quando in casa tu non hai misericordia, quando nella tua famiglia tu sei un uomo che fa il contrario di quello che dice il cristianesimo” (“Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla Preghiera”, 1981, p. 34).
    “La Chiesa è mezza distrutta e bisogna ricostruirla” (“Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla Preghiera”, p. 168). “Oggi il cuore del Vangelo è in pericolo molto grave… Tu chiedi qualcosa a un prete… e c‟è una confusione…gravissima” (“Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla Preghiera”, 1981, p. 173).
    “Siamo a Roma, stiamo fino ai capelli nel cristianesimo, sono tutti già „vaccinati‟. E‟ la terra peggiore, è la terra che ha dato già tutto. E‟ la peggio terra del mondo!… Qui siamo nelle parrocchie romane! Figurati! In tutte le parti del mondo si pensa che Roma è il peggio, in tutta Italia: „Lì a Roma con i cardinali, la curia… ognuno si fa i fatti suoi, lì non c‟è pastorale vera: in Roma mai stata una pastorale… si dice da tutte le parti ed è vero, è vero!‟” (“Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla Preghiera”, 1981).

    NEL CRISTIANESIMO NON C‟E‟ TEMPIO, NE‟ ALTARE, NE‟ SACERDOTI IL MINISTRO RAPPRESENTA L‟ASSEMBLEA: SIAMO TUTTI SACERDOTI

    “Nel cristianesimo non c'è tempio, né altare, né sacerdoti nel senso della religiosità naturale. “Non c‟è tempio nel senso di luogo sacrosanto, in cui si rende un culto sacro, la casa di Dio dove Egli abita … Il tempio nel cristianesimo siamo noi cristiani. 14
    “Allo stesso modo nel cristianesimo non c'è altare, nel senso di pietra sacra cui nessuno si può avvicinare, né tanto meno toccare. Di questo, quelli di voi che avete vissuto il cristianesimo a livello di religiosità naturale, avete una piccola esperienza: quando andavate a Messa, vi mettevate dietro, e se ti capitava di essere vicino al tabernacolo sentivi un tuffo al cuore perché ti avvicinavi all'intoccabile, al luogo dove c'era il sacro. Noi cristiani non abbiamo l‟altare perché l‟unica pietra santa è Cristo, Pietra angolare. Perciò noi possiamo celebrare l‟eucarestia sopra un tavolo; e la possiamo celebrare in una piazza, in campagna e dove ci piaccia. “Non abbiamo nemmeno sacerdoti nel senso di persone che separiamo da tutti gli altri perché in nostro nome si pongano in contatto con la divinità. Perché il nostro sacerdote, colui che intercede per noi è Cristo. E siccome siamo il suo corpo, siamo tutti sacerdoti. Tutta la Chiesa è sacerdotale nel senso che intercede per il mondo. E‟ vero che questo sacerdozio si visibilizza in un servizio e vi sono alcuni fratelli che sono i servitori di questo sacerdozio, ministri del sacerdozio” (OR, pp. 56-57).
    “Il prete deve essere, nella religiosità naturale, un uomo povero, con il vestito rattoppato, molto casto, per essere un buon ponte tra Dio e gli uomini. Ma questo non è cristiano. L‟altro giorno Farnes davanti a cinquanta preti diceva: il sacerdozio nel Cristianesimo non esiste, i templi non esistono, gli altari non esistono. Per questo l‟unico altare del mondo tra tutte le religioni che ha tovaglie è il cristiano, perché non è un altare, è una mensa. Anche noi abbiamo fatto nell‟epoca della mescolanza con la religiosità altari di pietra monumentali, anche se poi gli mettevamo le tovagliette. Un altare non può avere tovaglie, perché l‟altare è per fare sacrifici di capre e di vacche” (1°SCR, p. 54).
    “Il presbitero sta facendo un ministero in nome di tutti noi, parla in nome della nostra assemblea, unito a Gesù Cristo chiede al Padre per noi. Ha un ministero perché rappresenta l‟Assemblea. Siamo tutti sacerdoti, siamo il Corpo di Gesù Cristo, abbiamo una missione per il mondo; vedendo noi il mondo conoscerà Dio. Ma il presbitero è il ministro del nostro sacerdozio, questo è molto importante; in questa assemblea sta facendo un ministero sacerdotale come tutti noi ne stiamo facendo un altro. Lui va, in nome di tutta la nostra assemblea, ad alzare al Signore la nostra preghiera. Va a chiedere al Signore che abbia pietà di noi e ci dia il suo Spirito per ascoltare la sua Parola e perché possiamo convertirci e perdonarci gli uni gli altri” (PR, p. 55).


    [1]Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina. [2]Molti seguiranno le loro dissolutezze e per colpa loro la via della verità sarà coperta di impropèri.
    26
    [3]Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna è già da tempo all'opera e la loro rovina è in agguato. (Pietro2, capitolo 2 )


    Gianluca Cruccas

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  18. scusatemi ma ho postato per errore con il nick di Annarita, che è la mia fidanzata.

    Gianluca cruccas

    RispondiElimina
  19. Ok,Gianluca,
    andava bene anche il mio nick
    pechè era esattamente quello che volevo dire: anzichè spostare artatamente il discorso su pregi e difetti degli utenti del blog, si commentino le catechesi di Kiko.
    Non dimentichiamoci mai che il Cammino Neocatecumenale è...Kiko Arguello, e quello che lui dice.
    (Ciccio, hai postato tanto materiale...eppure stavolta l'ho letto tutto d'un fiato: forse perchè noi ex-nc siamo abituati, purtroppo, a quel terribile linguaggio.)

    Questo per quanto riguarda le sue catechesi "storiche" sulla visione protestante della storia della Chiesa Cattolica e sulla protestantizzazione della liturgia, manca ancora la catechizzazione antica e recente sulla "giudaizzazione", immensamente più grave, quella di cui parlava in principio Uriel.
    A.Rita

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  20. Ringrazio Gianluca e Annarita per il loro contributo!

    Sono d'accordo con A.Rita che abbiamo parlato poco della parte finale delle catechesi, quelle che introducono una giudaizzazione più 'forte' e che viene circondata da un alone di mistero molto più stretto delle precedenti.

    Ricordo l'atteggiamento di grande chiusura e silenzio ostinato di miei amici al ritorno dal battesimo al Giordano, ma ricorda anche tutta l'enfasi su Elia e il suo mantello e la lettura corrispondente pervenutaci da alcune testimonianze.

    Comunque, a prescindere dalle 'catechesi finali', quel che è stato reso noto fino ad ora sia in termini di contenuti che di prassi e, soprattutto, di nessun cambiamento rispetto alla Liturgia ed agli scrutinii (il riferimento al foro interno tuttora pesantemente violato riguardo a questi ultimi lascia molto perplessi), dovrebbe bastare a mettere in guardia chiunque ha un briciolo di responsabilità nella Chiesa...

    RispondiElimina
  21. Ebbene quando leggo i testi degli orientamenti citati da Gianluca che sono eretici, non bisogna avere paura di chiamare le cose con il loro nome,
    sapendo che questi testi sono conosciuti dalla CDF e dunque anche dal Cardinale Ratzinger,
    sapendo che questi testi sono ancora sulla scrivania di chi deve analizzarli,
    risulta totalmente incomprensibile che Benedetto XVI abbia ringraziato gli autori, o meglio l`autore di queste enormità, e abbia confidato alle persone da lui istruite il compito di andare ad evangelizzare.

    Posso solo pensare che il Santo Padre crede, perchè così gli è stato detto, che tutto è in ordine, che i testi sono stati corretti e approvati, che Arguello ha corretto i suoi strafalcioni e dunque con la sua bontà e generosità ha accolti i neocatecumenali facendo loro fiducia.
    Non posso credere che Benedetto XVI abbia mandato a catechizzare persone che ripeteranno le eresie di Kiko Arguello.
    È impensabile.

    I danni che causa il cnc ovunque arrivi, portando divisione, assorbendo e imponendosi, sono conosciuti al Papa da qui il suo richiamo, come lo è il problema della formazione dei seminaristi nc , da qui l`altro suo richiamo.
    Che non ci sia stato nessun richiamo sui testi catechetici, non approvati, mi fa pensare che il Santo Padre non è stato informato in maniera corretta.
    Sappiamo quanti amici conta il cnc in seno alla Curia ne conosciamo i nomi, sappiamo quanto siano influenti.

    RispondiElimina
  22. Sappiamo quanti amici conta il cnc in seno alla Curia ne conosciamo i nomi, sappiamo quanto siano influenti.

    purtroppo, ma non possono mettere il bavaglio alla verità e ciconforta che nella Chiesa, roispetto a qualche anno fa, di certe cose si possa parlare più liberamente e certe critiche al cosiddetto "spirito conciliare" e quanto è penetrato nella Chiesa proprio con questo pretesto, abbiano ormai un esteso diritto di cittadinanza.

    Certo questa non è ancora la soluzione del problema, il cui esito è nelle mani del Signore... ma almeno è un inizio di speranza di 'risanamento' dell'autentica identità cattolica così pesantemente oscurata da molti versanti e, per quanto ci riguarda, cercheremo di continuare a fare del nostro meglio!

    RispondiElimina
  23. PAPA BENEDETTO XVI
    ai rappresentanti della "Associazione Italiana Organisti di Chiesa"

    Cari organisti di Chiesa! Oggi ho l'immensa gioia di accogliere una folta
    rappresentanza dei musicisti impegnati nel servizio liturgico. Saluto
    tutti Voi che siete venuti qui a nome dell'Associazione Italiana Organisti
    di Chiesa presieduta dall'egregio maestro commendator Giancarlo Parodi,
    docente ordinario d'organo nel Pontificio Istituto di Musica Sacra.

    Conoscete tutti la mia passione per la musica e molti di Voi conoscono
    forse le pagine dove ho fissato le riflessioni sulla liturgia e sulla
    musica durante la mia missione di docente universitario e il mio ministero
    di pastore a München e a Roma. Da parte mia ho letto con interesse, talora
    con non celato stupore e fremito, alcune pagine che esprimevano vari
    giudizi, desideri e timori quando sono stato chiamato a succedere al
    beneamato pontefice e mio predecessore Giovanni Paolo II. Vescovo oggi di
    Roma, proprio perché sento una particolare propensione per la musica,
    permettetemi di rivolgermi a Voi con familiarità e semplicità, direi quasi
    con la confidenza che abbatte diffidenze e timori tra amici.

    È mio fermo convincimento che nella Chiesa cattolica l'impegno musicale
    sia scarso. Ciò dipende certamente da aspetti musicali quale, ad esempio,
    può essere qui in Italia, l'analfabetismo diffuso al quale sono condannati
    i giovani che non trovano nell'istituzione scolastica un adeguato aiuto
    formativo. Il problema, a mio modesto avviso, è tuttavia ben più grave e
    trascende il campo della musica; riguarda tutto il nostro continente e il
    mondo intero.

    Dove non c'è profondo interesse per la musica sacra è perché prima ancora
    non c'è attenzione alla liturgia. Una perversa infiltrazione mondana ha
    stravolto l'ordine delle cose e ha favorito il sorgere e il diffondersi di
    un nefasto convincimento: la liturgia sarebbe una serie di operazioni
    culturali fatte dall'uomo secondo i propri gusti individuali, come piace,
    quando piace, se piace. Si è perso il senso mistico di ciò che nella
    Chiesa e per la vita della Chiesa è stato - ed è ancora - la 'Opus Dei': l'opera
    che noi realizziamo nei confronti di D-i-o elevando a Lui la nostra
    preghiera, ma prima ancora - ed è la cosa più importante, l'essenziale - è
    quanto lo Spirito di D-i-o realizza nel nostro cuore e porta a compimento
    quando nella sua totalità della nostra persona siamo trasfigurati e resi
    capaci di rivolgerci a D-i-o con il dolce appellativo di 'babbo-abbà'.

    La liturgia non è un momento che si possa relativizzare nel cammino di
    fede, che si possa fare o omettere a piacimento, e neppure può essere
    manipolata e stravolta nell'affannosa ricerca di trovare adesione e
    plauso. La liturgia è un momento privilegiato e unico nella storia della
    salvezza: vede come protagonista Cristo Signore che ci chiama alla sua
    sequela attraverso il nascondimento di Nazareth e la vita pubblica negli
    impegni sociali, nel diffondere la buona novella delle Beatitudini e nello
    stupore silenzioso dell'adorazione. La liturgia è prima di tutto fare
    memoria della passione morte risurrezione del Signore che ha aperto il suo
    cuore confidando i segreti più intimi attraverso le parole del Vangelo.

    Per questi motivi, cari amici, la vostra formazione di organisti di
    Chiesa non può limitarsi allo studio dello strumento e all'approfondimento
    delle tecniche compositive. Anche nel vostro itinerario formativo c'è una
    priorità: una rigorosa e insieme appassionata presa di contatto con la
    Parola di D-i-o. Questo impegno trova un suo sostegno nello studio della
    vita della Chiesa e del divenire storico dei riti liturgici, del loro
    significato teologico e spirituale. Queste conoscenze non devono certo
    limitarsi alla sfera di uno sterile nozionismo, ma sono l'inizio di un
    cammino verso la maturazione interiore che introduce alla sapienza
    spirituale, al gusto delle cose di D-i-o, a percepire la realtà e il
    valore della liturgia nella vita quotidiana.

    Penserete allora: tra poco ci dirà che dobbiamo cantare solo il canto
    gregoriano. D'istinto lo direi, e con grande commozione. Ma mi trattengono
    due considerazioni: la prima, tragica - conosco il peso di questa parola
    ! - è che pochissime comunità sarebbero oggi in grado di svolgere un
    programma musicale impegnativo in modo dignitoso. Non lasciatevi ingannare
    dalle apparenze: il canto gregoriano, quello che noi oggi cantiamo a una
    sola, voce è quanto di più difficile ci sia da interpretare in modo
    creativo. Penso, tra l'altro, alla linea semplice della salmodia: la sua
    esecuzione limpida richiede una tensione spirituale e una correttezza
    verbale che si acquisiscono solo in un diuturno impegno sul fronte della
    preghiera personale e del canto comunitario.

    La seconda considerazione: il canto gregoriano costituisce un'esperienza
    fondamentale e ancora attuale nella vita della Chiesa come, in misura
    diversa, può dirsi anche della polifonia sacra. Ma la vitalità della
    Chiesa, che pure si manifesta nell'attualizzare oggi l'esperienza orante
    del passato (non perché è del passato, ma perché i nostri Padri hanno
    raggiunto un valore di perenne attualità), esige una sapiente
    com-posizione sinfonica tra 'nova et vetera', tra 'conservare et
    promovere'.

    Alcuni di Voi resteranno delusi, ma occorre fare delle scelte oculate e
    prudenti in questo momento particolarmente critico nella vita della
    comunità cristiana. Essa è smarrita, confusa, ha perso o non trova più
    precisi punti di riferimento. Non ritengo opportuno dire che questo o
    quello è vietato. Penso che le catechesi del magistero ecclesiale e le
    norme del diritto canonico siano già sufficientemente esplicite e chiare.
    Sono convinto che la cosa più urgente da fare sia il ricupero dell'identità
    cristiana attraverso un rinnovato impegno spirituale.

    Cari organisti di Chiesa, prima di suonare e comporre qualche brano che
    serva alla glorificazione di D-i-o e alla santificazione della Vostre
    assemblee, pregate, meditate sulla Parola e sui testi della sacra
    liturgia. Pregate. Ritagliatevi spazi di silenzio per l'adorazione,
    inginocchiatevi davanti all'Eucaristia, regalatevi ore di adorazione
    attonita. Il rinnovamento della musica sacra esige una profonda pietà che
    sboccia dall'ascolto della Parola e dalla preghiera che da essa deriva.
    Gettiamo le fondamenta per un rinnovato edificio ecclesiale che si
    distingua per bellezza e armonia, luminosità e trasparenza.

    Affinché questo cammino trovi un impulso concreto e fattivo, vorrei
    rivolgere un pressante invito ai miei diletti fratelli nell'episcopato.
    Curate la formazione del clero! Aiutate i seminaristi a divenire ministri
    della Parola e non freddi burocrati e meri organizzatori. Sia incoraggiato
    ciascuno a trovare il tempo dell'otium necessario a coltivare le letture
    che non servono direttamente a sostenere le verifiche scolastiche, ma che
    sono necessarie alla formazione integrale della persona: letture di testi
    poetici, letture e ascolto della musica, letture delle opere delle arti
    pittoriche e scultoree, letture delle architetture che danno il senso
    degli spazi interiori protesi non verso l'alto, bensì verso l'Altissimo.

    Nei seminari sia coltivata la musica quale scoperta ed esperienza vissuta
    di inedite e sconfinate vibrazioni interiori. Sia cantato ogni giorno in
    modo dignitoso qualche brano del patrimonio gregoriano anche nell'intento
    di fornire ai nuovi pastori d'anime il senso del canto liturgico. Essi
    acquisteranno così un solido criterio di valutazione per accogliere in
    futuro nuove composizioni, differenti sì nel linguaggio, ma simili nel
    significato spirituale.

    Non vi trattengo oltre, cari amici, ma Vi assicuro che siete presenti al
    mio cuore. Non lascerò deluse le Vostre aspettative per un rinnovamento
    della musica sacra. Spero di potervi donare tra non molto un documento
    ufficiale, forse un'enciclica o forse un 'Motu proprio'. Penso a un testo
    che affronti in modo positivo e sistematico le problematiche della musica
    sacra, una 'magna charta' che delinei l'universo liturgico e la sua
    musica, fornisca spunti di riflessione teologico-spirituali e chiare linee
    operative.

    Cari organisti di Chiesa! Spero di ritrovarvi presto pervasi di quella
    sensibilità che rende tutti voi attivi collaboratori nel campo del
    Signore. Bandite concordi la zizzania effimera della banalità e dello
    squallore, coltivate i fiori della bellezza rigogliosa che espande il
    profumo dello Spirito. Le vostre voci siano profezia della Parola che
    annuncia un'alba radiosa di speranza nel nome del Padre e del Figlio e
    dello Spirito santo.

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  24. si stà verificando nella mia città un avvenimento al quale i nc non erano abituati, non solo li ha colti di sorpresa (anche se io lo avevo previsto, e fino a quando ero dentro avevo cercato le "contro misure" cioè=obbediamo alla Chiesa)
    ma non sanno cosa fare, tanto da riunire un "summit"...
    mi spiego: in 3 tornate di catechesi iniziali, quaresima-avvento-quaresima, non si sono "raccolti" più di 15 "lontani", addirittura nell ultimo "round" su 2 Parrocchie 7 + 5 - sono andati comunque in convivenza ed hanno unito i "fratelli" (immaginate le lotte fra le 2 equipe)
    Cosa vuol dire ? risponderei da nc
    "fratelli interrogatevi"???
    ma penso che il malessere sia più profondo, in una città di poco meno di 200.000 ab. con una presenza quarantennale, i "danni" che hanno procurato sono stati tanti, i "fuoriusciti" compresi il proprio "grappolo" ormai supera di gran lunga gli "aderenti" - gli altri movimenti/gruppi né stanno lontani, la "loro fama" li precede
    non fanno più presa.. sono diventati "vecchi" mentre come ha detto Benedetto XVI - la Chiesa non invecchia, ringiovanisce - ecco perchè era "necessario" stare "nella Chiesa" .. io la vedo così..
    questo è quello che percepisco, e Vi assicuro che con il mio lavoro conosco 180.000 abitanti... ho i numeri per fare statistiche..

    P.S. Mic, ho parlato con quel Sacerdote Rotale, sai cosa mi ha detto? "perchè non chiami prima il catechista regionale, così lui prende i dovuti provvedimenti?" l ho ringraziato cortesemente, ma gli ho anche detto con Carità, che un giorno non solo risponderemo di ciò che abbiamo fatto, ma anche di ciò che abbiamo detto...
    Passo al piano B........

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  25. Leggo vari commenti alla festa del 40esimo del CnC: “Amici, oggi sono nell'incomprensione la più totale, sono molto delusa, ma si tratta sempre di uomini e dunque fallibili. Voglio con tutte le mie forze mantenere la fede in Dio che solo sa perché permette che certe cose succedano nella Sua Chiesa. Ho il cuore che piange scrivendo questo, ma se un movimento come il CN ha potuto imporsi alla Chiesa, come lo ha fatto e sta facendo, comincio a credere che aveva ragione chi diceva e dice che una nuova Chiesa è nata dopo il Concilio, io in questa Chiesa non sono sicura di trovare il mio posto.” Oppure: “È sempre più difficile essere e rimanere veri cattolici... abbiamo un bisogno immenso del Signore e di tutti i Suoi Santi...” e cosi via. Mia sensazione: È emblematico come l’uomo sia pronto a riconoscere gli errori del prossimo. Si potrebbero riassumere così le numerose reazioni: “…i laici possono sbagliare, i preti possono sbagliare, anche i vescovi sbagliano, persino il papa, forse anche Dio in rarissimi casi sbaglia. Solamente IO sono infallibile”.

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  26. [1]Guai alla città ribelle e contaminata, alla città prepotente! [2]Non ha ascoltato la voce,
    non ha accettato la correzione. Non ha confidato nel Signore, non si è rivolta al suo Dio.
    [3]I suoi capi in mezzo ad essa sono leoni ruggenti, i suoi giudici sono lupi della sera,
    che non hanno rosicchiato dal mattino. [4]I suoi profeti sono boriosi, uomini fraudolenti.
    I suoi sacerdoti profanano le cose sacre, violano la legge. [5]In mezzo ad essa il Signore è giusto, non commette iniquità; ogni mattino dà il suo giudizio, come la luce che non viene mai meno. [6]Ho sterminato le nazioni, le loro torri d'angolo sono state distrutte; ho reso deserte le loro strade sì che non c'è alcun passante; sono state depredate le loro città e nessuno più le abita. [7]Io pensavo: «Almeno ora mi temerà! Accoglierà la correzione.
    Non si cancelleranno dai suoi occhi tutte le punizioni che le ho inflitte». Ma invece si sono affrettati a pervertire di nuovo ogni loro azione. [8]Perciò aspettatemi - parola del Signore - quando mi leverò per accusare, perchè ho decretato di adunare le genti, di convocare i regni, per riversare su di essi la mia collera, tutta la mia ira ardente: poichè dal fuoco della mia gelosia sarà consumata tutta la terra. (Sofonia - cap 3)

    Ultimamente, riguardo alla cosiddetta Pasqua Ebrea che propina ai suoi discepoli, L’eretico Kiko Arguello a detto:

    Tratto dal sito www.internetica.it
    Kiko Argüello "spiega" il motivo teologico della Comunione nel Cammino neocatecumenale! Ed ecco le prime, sconcertanti ambiguità dopo l'approvazione...
    http://korazym-neocat.blogspot.com/2008/06/cammino-neocatecumenale-giallo-in.html

    “Noi l’abbiamo finora sempre fatta da seduti, e non per disprezzo – ha affermato - ma perché per noi è sempre stato molto importante comunicarsi anche con il Sangue. Nelle comunità portiamo avanti infatti una catechesi basata sulla Pasqua ebrea, con il pane azzimo a significare la schiavitù e l’uscita dall’Egitto e la coppa del vino a significare la Terra promessa”. E qui, aprendo una lunga parentesi, l’iniziatore ha riassunto la sua catechesi sull’ultima cena, sul pane e sul vino: “Quando nelle cena della Pasqua ebraica si scopre il pane si parla di schiavitù, quando si parla della Terra promessa scoprono il calice, la quarta coppa. In mezzo a questi due momenti c’è una cena, quella nel corso della quale Gesù disse “Questo è il mio Corpo” (a significare la rottura della schiavitù dell’uomo all’egoismo e al demonio) e “Questo è il mio Sangue” (a significare la realizzazione di un nuovo esodo per tutta l’umanità). Più tardi – ha continuato Kiko – i cristiani toglieranno la cena e metteranno insieme il pane e il vino [ma che diamine sta dicendo?]. Ora, nel Cammino abbiamo molta gente lontana dalla Chiesa, non catechizzata, e nei segni del pane azzimo (la frazione del pane) e del vino noi diamo visibilità a quei significati”. “Abbiamo scelto di fare la comunione seduti – ha affermato Kiko avvicinandosi al cuore della questione - soprattutto per evitare che si versasse per terra il Sangue di Cristo. La nostra paura era che se si versasse il Vino per terra: se fosse successo per tre volte, saremmo stati denunciati e ce la avrebbero vietata”. Invece, con il fedele seduto, questi ha il tempo – ha spiegato Kiko - di “accogliere il Calice con tutta calma e senza movimenti bruschi, di portarlo alla bocca, di comunicarsi con tranquillità e in modo solenne”. “Seduti come seduto era anche Gesù”, ha specificato Carmen alla sua destra. Dal canto suo padre Mario Pezzi rilevava che la decisione originaria di comunicarsi seduti era stata presa di comune accordo con la Congregazione per il Culto Divino e con il cardinal Mayer, prefetto fra il 1984 e il 1988.

    Questo e veramente un linguaggio da vipera:

    …“Abbiamo scelto di fare la comunione seduti – ha affermato Kiko avvicinandosi al cuore della questione – soprattutto per evitare che si versasse per terra il Sangue di Cristo. La nostra paura era che se si versasse il Vino per terra: se fosse successo per tre volte, saremmo stati denunciati e ce la avrebbero vietata”…

    …Io fui anche testimone, assieme alla mia fidanzata, durante un’ Eucaristia in un'altra Parrocchia di Terni di quanto segue: durante la distribuzione del Calice una sorella bevendo sbadatamente rovesciò una grossa quantità del Sangue di Cristo sui suoi vestiti e per terra davanti a sé. Mentre il Sacerdote continuava tranquillamente la distribuzione e i cantori continuavano i canti, qualcuno asciugò sommariamente il pavimento con un purificatoio lasciandovi evidenti tracce fresche. Dopo la benedizione finale anziché preoccuparsi sollecitamente di completare la rimozione da terra del Sangue di Cristo, cominciarono subito la danza finale, cantando “Tu sei il più bello tra i figli di Adam” e calpestandoLo con i piedi. Io e la mia fidanzata non prendemmo parte alla danza ma, appena terminata, chiedemmo subito un purificatoio e cominciammo, al posto degli ostiari incaricati, a pulire. Mentre pulivamo alcune sorelle si risentirono della nostra iniziativa, dicendo che ci avrebbero pensato poi loro. Tutto questo è la riprova, in base alla loro dottrina perniciosa, del fatto che non credono alla Presenza Reale di Cristo nelle Sacre Specie, sia durante la Celebrazione che dopo, e soprattutto è la conferma dei gravi delitti contro l’Eucaristia che avvengono nelle Comunità Neocatecumenali… (prima lettera che abbiamo mandato al Santo Padre)

    E che dire di tutte le volte che una mia sorella di comunità quando andava a pulire la cripta nella basilica di San Valentino a Terni, trovava, a distanza di tre giorni, frammenti del Corpo di Cristo gettati per terra?

    E ancora che dire di quello che accadeva e forse ancora accade, nella Basilica di S. Giovanni in Laterano in Roma?

    …Così hanno fatto nella Basilica di S. Giovanni in Laterano in Roma, celebrando la Messa di ringraziamento per l’approvazione degli Statuti ed anche nell’ultima ordinazione del 30.10.03.
    Per ovviare a questa profanazione, prima di raccogliere e gettare i frammenti nella spazzatura, i NC fanno fare ad un „Ostiario la preghiera di sconsacrazione. Questo è avvenuto più volte anche nella Basilica Cattedrale di Roma, S. Giovanni in Laterano, dove sono stati raccolti i frammenti lasciati per terra dopo le celebrazioni dei NC. Nonostante che il fatto sia stato ampiamente dimostrato ai dirigenti del Vicariato di Roma (ben 13 volte), con testimonianze e foto, la cosa continua a ripetersi senza che alcuno vi ponga rimedio (foglio settimanale “il Cristiano Fedele”)

    E quando i Neocatecumeni finiscono le loro blasfeme celebrazioni, si portano a casa i vasi sacri e purificandoli(secondo loro), gettano i residui del Corpo e del Sanguedi Cristo nei lavandini, per terra nel giardino di casa, o peggio ancora nelle fogne?

    Orrore e blasfemia.

    Ci sarebbe da rispondere all’eretico Kiko Arguello che se fossero nati prima del Concilio Vaticano II sarebbero stati buttati fuori della Chiesa in 10 minuti, tragicamente oggi sono stati approvati e mandati in giro a scorazzare, per la cosiddetta Nuova Evangelizzazione, a nome del Vaticano.

    …Nelle comunità portiamo avanti infatti una catechesi basata sulla Pasqua ebrea, con il pane azzimo a significare la schiavitù e l’uscita dall’Egitto e la coppa del vino a significare la Terra promessa”…
    E questa sarebbe l’insegnamento che il servo del diavolo Kiko Arguello e la sua combriccola fanno a tantissime persone?

    Ecco perché, rispetto alle eresie del Cammino Neocatecumenale, cio’ che dice Chesterton (nel post, inserito da Caterina) e assurdo:
    Ma per Chesterton l’ortodossia è l’unica garanzia per la nostra salvezza! Essa è inconfondibile, è l’unico magistero affidabile dando, invece, all’eresia, una visione positiva, per lui le eresie “sembrano persino corrispondere alla verità e talvolta sono vere, ma nel senso limitato in cui una verità non è la Verità !” L’eresia, afferma a ragione Chesterton, è quella verità che trascura tutte le altre verità che conducono in sostanza alla vera ed unica Verità! E’ per questo che Chesterton arriva a concepire la bellezza insita nella Chiesa Cattolica da lui ritenuta l’unico baluardo rimasto a difesa dell’uomo autentico, dell’uomo “normale” e dice: “ La Chiesa… è il luogo dove tutte le verità si danno appuntamento” esse vengono spurgate, ragionate, discusse, corrette, esse diventano una verità nell’ortodossia che è poi quella espressione felice di san Paolo della “Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno DELLA VERITA’” (1Tm.3,15)

    L’eresia va combattuta e gettata fuori della Chiesa,(insieme a chi la dice), non introdotta al Suo interno per infestare le coscienze dei fedeli.

    [4]Poi egli mi disse: «Figlio dell'uomo, và, recati dagli Israeliti e riferisci loro le mie parole, [5]poiché io non ti mando a un popolo dal linguaggio astruso e di lingua barbara, ma agli Israeliti: [6]non a grandi popoli dal linguaggio astruso e di lingua barbara, dei quali tu non comprendi le parole: se a loro ti avessi inviato, ti avrebbero ascoltato; [7]ma gli Israeliti non vogliono ascoltar te, perché non vogliono ascoltar me: tutti gli Israeliti sono di dura cervice e di cuore ostinato. [8]Ecco io ti do una faccia tosta quanto la loro e una fronte dura quanto la loro fronte. [9]Come diamante, più dura della selce ho reso la tua fronte. Non li temere, non impaurirti davanti a loro; sono una genìa di ribelli». (Ezechiele Cap,3)

    Gianluca Cruccas

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  27. La cosa più scioccante per la semplice fedele che sono è che in tutti questi anni nessuno si sia alzato per mettere un termine a questo scempio e quando dico nessuno penso a chi aveva il dovere e l`autorità per farlo.
    Mentre in Curia alla CDF, il cardinale Ratzinger, paziente, li seguiva da vicino, cercava di correggerli, di guidarli, discuteva fiducioso, nella realtà, sul terreno, il sistema iper-efficace, che taluni potrebbero definire "diabolico", di Arguello prendeva radice, si diffondeva a macchia d`olio. Con la complicità di chi affidava ai neocatecumenali le catechesi pur non conoscendone il contenuto e pur sapendo che queste catechesi sarebbero sfociate sulla formazione di comunità neocatecumenali.
    Di comunità che non avrebbero celebrato le loro eucaristie in parrocchia ma in sale separate, di comunità che non avrebbero celebrato le loro eucaristie con la Sacra Liturgia cattolica ma con un rito creato dal loro fondatore, ai tempi lungi dall`essere approvato, di comunità che avrebbero seguito un insegnamento dottrinalmente non conforme .
    Sì il sistema creato da Arguello sembrerebbe infallibile, ma si può sempre sperare sul granello di sabbia, un sistema creato da mano e mente d`uomo, prima o poi sarà confrontato non solo ad altre menti, volontà e intelligenze umane, ma dovrà vedersela con la Giustizia divina.

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  28. Si potrebbero riassumere così le numerose reazioni: “…i laici possono sbagliare, i preti possono sbagliare, anche i vescovi sbagliano, persino il papa, forse anche Dio in rarissimi casi sbaglia. Solamente IO sono infallibile”.

    SD ha fatto un'affermazione realisticamente attribuibile soltanto all'iniziatore del Camino NC, avallata da coloro che gli obbediscono del tutto acriticamente, dando oltretutto vita ad un 'culto della personalità' che purtroppo nel corso della storia ha prodotto danni incalcolabili...

    il problema più grande è che, nel caso di specie, siamo nell'ordine delle 'cose spirituali', che ha ripercussioni in tutti agli ambiti della realtà...

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