giovedì 10 settembre 2009

Dalla Terra Santa

Oggi riprendiamo a parlare della situazione in Terra Santa.

Ho preferito passare sotto silenzio la testimonianza inserita ieri, che resta del tutto significativa per chi ha fatto in tempo a leggerla, ma dalla quale mi è parso più prudente passare oltre.

Tuttavia, per rispetto a tutti coloro che ci hanno dedicato il loro tempo e la loro attenta riflessione, trascrivo i commenti pervenuti, dai quali ripartire per l'approfondimento.

Da parte mia vi rimando a questo link per aggiungere un elemento alla riflessione, riscontrando il grado d'inquinamento e di penetrazione di cui purtroppo il Cammino NC è capace. Il documento risale allo scorso anno ma nulla di quanto vi è scritto, a parte l'intervenuta nel frattempo approvazione degli Statuti, è da ritenersi superato; anzi, pervengono voci di una sempre maggiore e aggressiva penetrazione del "novum di cui i neocatecumenali sono portatori, in un contesto nel quale i vescovi con accenti accorati chiedevano il rispetto delle millenarie tradizioni [Testo della lettera degli Ordinari di Terra Santa] rimasta purtroppo lettera morta come tutti i richiami provenienti anche dalla Santa Sede (non ultima la raccomandazione del Papa alla comunione ecclesiale il 10 gennaio scorso). Comunione ecclesiale totalmente inestistente come ben conoscono tutti coloro che sono in diaspora dalle loro parrocchie invase al cammino, che fagocita nelle sue strutture e nei suoi schemi ogni altra pastorale esistente o proponibile. Perchè il Cammino NC ha la sua IDENTITA' irreformabile e indiscutibile.

13 commenti:

  1. Blogger mic ha detto...

    un episodio che ci ricorda che la 'resistenza', oltre che un dovere è anche un diritto

    riguardo all'efficacia, ho la certezza che quel fraticello avesse la Santa Vergine dalla sua parte

    08 settembre, 2009 17:52

    Blogger mic ha detto...

    Vi ricordo anche il link agli inquietanti aspetti della Domus Galileae

    08 settembre, 2009 18:44

    Blogger cinzia ha detto...

    Non ci sono dubbi, il motore che anima il lider del cammino è senza dubbio l'autoaffermazione!

    Anche nella mia Parrocchia si sente

    l'aria della sua vanagloria,ma quello che mi stupisce è il compiacimento degli adepti a tutto ciò che dice, che pensa, che dispone.....

    Non so se ciò che provo per tutti loro sia compassione, una cosa è certa soffro molto per questa
    marcata divisione che non permette più la comunione tra di noi.

    08 settembre, 2009 19:12

    Blogger Emma ha detto...

    Ma come ancora stupirsi delle differenze del cammino, prassi liturgiche e catechetiche diverse,
    struttura diversa, nueva estetica, olè, simboli diversi ?

    Come stupirsi dell'arroganza di chi li guida?

    Quello che è drammatico è che i membri del cammino sono convinti di essere nel giusto, che tutto è
    ok, che sono cattolici, anzi l`elite, convinti che rito, insegnamento, tutto è conforme.

    I capi sanno che così non è, sanno che ciò che portano in avanti è un progetto diverso, ma i piccoli
    non lo sanno.

    Anche perchè chi dovrebbe dire loro stop, non siete sulla strada giusta, siete altrove, siete su una via parallela, non lo fa, tace, legittima, incoraggia.

    Poi c`è anche da dire che se i nc guardano e ascoltano il Papa qualche domandina dovrebbero farsela, quache dubbio dovrebbe sorgere, la curiosità di andare a cercare, di saperne un pò di più dovrebbe farsi
    sentire.

    Ma sappiamo anche che per questo è necessario che il grado di impregnazione psichica e mentale
    non sia già troppo profondo.

    08 settembre, 2009 22:01

    Blogger Emma ha detto...

    Quello che mi fa sorridere, ma un sorriso amaro, è che i neocatecumenali criticano chi porta
    divisione nella Chiesa.

    Loro che portano la divisione ovunque arrivano, loro che non si uniscono ma separano, loro che non
    collaborano ma si impongono, e quando non possono imporsi se ne vanno, loro che assorbono, con una
    faccia tosta impressionante si fanno gli alfieri dell`unità.

    Il cammino cammina, si muove su vie parallele e lo si lascia fare, noi possiamo solo informare,
    resistere se e quando necessario.

    08 settembre, 2009 22:22

    Blogger Francesco ha detto...

    La testimonianza conferma quanto sospettiamo da sempre.

    Che, cioè, il Cammino Neocatecumenale, se privato dei suoi segni esteriori, delle sue suggestioni canore o di immagini o di atteggiamenti e gestualità o addirittura del suo vocabolario ormai codificato
    su alcune espressioni condivise, rischia di crollare.

    In una parola: il Cammino Neocatecumenale ha paura di " tornare alla Chiesa" per non smarrire la propria identità e dunque i suoi privilegi, tra cui - il più alto e canceroso - sfruttare le strutture della Chiesa ( materiali e organizzative) irridendone al contempo prassi e telogogia.

    Un'azione mostruosamente ipocrita e capziosa insomma.

    09 settembre, 2009 09:12

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  2. Blogger jonathan ha detto...

    Grazie a Dio ci sono ancora dei fraticelli impavidi!

    Quello che più mi sconcerta è l'assenso che viene dato a queste stridenti contraddizioni, da parte di chi deve custodire il patrimonio dell'autentica fede della Chiesa. E sconcerta proprio perché quel
    Patrimonio non è una sorta di ideologia modificabile a seconda dei 'tempi'. Come si diceva nel
    bellissimo thread precedente a proposito di Rahner (spero lo riprendiate). La Chiesa è stata 'disegnata' dal dito di Dio, a partire dal 'Tu sei Pietro'; così come nessuno si sognerebbe di cambiare il Decalogo,
    di aggiungere o togliere un comandamento, allo stesso modo la teologia implicita nella Tradizione della Chiesa non si tocca. Perché è per l'uomo, ma è opera di Dio. Neppure uno iota, appunto. Allora come può accadere lo scempio cui oggi si assiste? Io non so se nella storia della Chiesa ci sia stata una lacerazione così profonda, non so se questa attuale sia come la febbre 'di crescenza' dei bambini, un malessere fisiologico che aiuta a crescere. Bisogna vigilare. Custodire in sè la bellezza inalterabile del Volto di Cristo così come emerge dalla Sua Parola. Conservare nel cuore tutte queste cose, come Maria.

    09 settembre, 2009 12:40

    Blogger Michela ha detto...

    I neocatecumenali non hanno fatto l'Eucarestia a Nazareth, che appartiene alla custodia di Terra
    Santa dei Francescani, mentre celebrano al Cenacolo, che è sotto giurisdizione ebraica e dove è
    assolutamente vietata ogni celebrazione cristiana!

    E difatti sono gli unici gruppi che hanno avuto il permesso dagli ebrei e che possono fare la loro
    celebrazione in ore serali.

    09 settembre, 2009 13:45

    Blogger mic ha detto...

    Questa loro sintonia con gli ebrei è tanto più 'strana' in un momento difficoltoso nei rapporti tra
    Santa Sede e Stato d'Israele, nonostante i comportamenti e le parole più che corrette e dialogali del S. Padre.

    Sta di fatto che, mentre la Chiesa di Roma stenta e far valere i propri diritti sulle proprietà in Terra Santa e l'Accordo Fondamentale che stabilisce criteri essenziali, stipulato già diversi anni fa, non riesce a vedere la luce nei dettagli applicativi, il Cammino Nc si appresta a costruire una simil-Domus a Gerusalemme, mentre quella sul Monte delle Beatitudini ospita spesso rabbini che si beano davanti alla Torah come nella migliore delle sinagoghe

    Anche questo è uno dei tanti aspetti del misterium iniquitatis

    Tuttavia credo che il Cenacolo, se n ricordo male, è di proprietà musulmana

    09 settembre, 2009 16:18

    Blogger Emma ha detto...

    Mic, credo che siano gli Israeliani ad aver giurisdizione sul Cenacolo.

    Le facilità di cui godono i neocatecumeanli in Israele è veramente scioccante quando si pensa alle difficoltà dei cattolici che vivono in Terra Santa.

    Un`altra anomalia, una prova ultriore se ce ne fosse bisogno che il cammino segue una strada altra,
    un`altra strada.

    E il tutto senza che nessuno si muova.

    09 settembre, 2009 18:24

    Blogger Michela ha detto...

    "Tuttavia credo che il Cenacolo, se n ricordo male, è di proprietà musulmana"

    è zona ebraica perchè c'è anche la presunta tomba di David.

    Chissà invece quanti soldi devono lasciare i ncn per avere, unici tra tutti i gruppi cristiani, la
    possibilità di celebrare in un luogo sacro per gli ebrei.

    Hai ragione, Emma, è vergognoso dare tanti soldi agli ebrei quando i cristiani di Terra Santa sono
    costretti a lasciare la loro terra e ad emigrare.

    09 settembre, 2009 19:19

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  3. il 21 novembre il Papa incontrerà gli artisti per RICUCIRE CIO' CHE E' RICONOSCIUTO QUALE STRAPPO TRA L'ARTE E LA FEDE.....

    ottimo l'intervento di mons. Ravasi su l'OR uscito stamani

    ....

    di Gianfranco Ravasi

    La grande sfida dell'artista è quella di "carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità".
    Così, il 7 maggio 1964, Paolo VI nella cappella Sistina si rivolgeva agli artisti da lui convocati per riprendere un dialogo, anzi, per ristabilire - come egli ribadiva - un'alleanza nuova tra l'ispirazione divina della fede e l'ispirazione creatrice dell'arte.

    Come confessava il grande pittore catalano Joan Miró, l'arte non ha il compito di descrivere il visibile, ma di cogliere nel visibile l'Invisibile. Anche un poeta, Jules Laforgue, nei suoi Complaintes, proclamava che "l'Arte è l'Inconnu, l'Ignoto, il Mistero". Si deve, invece, riconoscere che da tempo l'alleanza tra fede e arte si è infranta.
    (...)

    L'ARTE HA LASCIATO IL TEMPIO...
    (..)
    Ora l'arte vuole ancora turbare, ma lo fa solo scandalizzando e provocando, non più inquietando le coscienze, le menti e i cuori, costringendoli ad affacciarsi sull'abisso dell'Infinito, dell'Oltre, dell'Altro.
    (...)

    Noi adesso, in attesa di raccogliere le linee che Benedetto XVI vorrà suggerire
    .

    qui il testo integrale:
    http://fidesetforma.blogspot.com/2009/09/21-novembre-dialogo-con-larte-di.html

    ^__^

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  4. Interessanti passi di un articolo di Rtazinger del dicembre 2004 pubblicato dalla rivista 30Giorni

    - Ci sono gli strenui difensori della riforma, per i quali è una colpa intollerabile che, a certe condizioni, sia stata riammessa la celebrazione della santa Eucaristia secondo l’ultima edizione del Messale prima del Concilio, quella del 1962. Allo stesso tempo, però, la liturgia è considerata come “semper reformanda”, cosicché alla fine è la singola “comunità” che fa la sua “propria” liturgia, nella quale esprime sé stessa. Un Liturgisches Kompendium [Compendio liturgico, ndr] protestante (curato da Christian Grethlein e Günter Ruddat, Göttingen 2003) ha recentemente presentato il culto come «progetto di riforma» (pp. 13-41) riflettendo il modo di pensare anche di molti liturgisti cattolici.


    - Mi sembra molto importante che il Catechismo, nel menzionare i limiti del potere della suprema autorità della Chiesa circa la riforma, richiami alla mente quale sia l’essenza del primato, così come viene sottolineato dai Concili Vaticani I e II: il papa non è un monarca assoluto la cui volontà è legge, ma piuttosto il custode dell’autentica Tradizione e perciò il primo garante dell’obbedienza.

    Non può fare ciò che vuole, e proprio per questo può opporsi a coloro che intendono fare ciò che vogliono. La legge cui deve attenersi non è l’agire ad libitum, ma l’obbedienza alla fede. Per cui, nei confronti della liturgia, ha il compito di un giardiniere e non di un tecnico che costruisce macchine nuove e butta quelle vecchie.

    - Basta che ci sia la materia e che siano pronunciate le parole dell’istituzione: tutto il resto è “a piacere”.

    Purtroppo molti sacerdoti oggi agiscono sulla base di questo schema; e persino le teorie di molti liturgisti, sfortunatamente, si muovono in questa direzione. Essi vogliono superare il rito come qualcosa di rigido e costruiscono prodotti di loro fantasia, ritenuta pastorale, attorno a questo nocciolo residuo, che viene così relegato nel regno del magico oppure privato del tutto del suo significato.

    - Chi, come me, nella fase del movimento liturgico alla vigilia del Concilio Vaticano II, è stato colpito da questa concezione, può solo constatare con profondo dolore la distruzione di quel che ad esso stava a cuore.

    il testo integrale ed altro materiale ratzingeriano lo trovate qui:
    http://difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8164194&#idm97007792

    ^__^

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  5. Per ritornare alla Terra santa e alle difficoltà dei cattolici che lì vivono, mi ritornano in mente le loro proteste perchè durante il viaggio di Giovanni Paolo II non avevano potuto assistere alle sue Liturgie, in effetti tutti i posti erano occupati dai neocatecumenali venuti dall`estero!
    Per il viaggio di Benedetto XVI i vescovi di Terra Santa hanno dovuto prendere delle misure limitando il numero degli stranieri.
    E così quando i neocat arrivati in massa non hanno potuto accedere ai luoghi della Santa Messa, il loro grande amico e protettore Monsignor Filoni molto irritato ha protestato ufficialmente!
    Quanto vorrei vedere la stessa sollecitudine per i cattolici che vivono in Terra Santa che si sentono abbandonati e dimenticati.
    Sapere che il cammino neocatecumenale, grazie all`amicizia dei suoi dirigenti con gli ebrei gode di vantaggi che sono esclusi ai cattolici di Terra Santa, dovrebbe sollevare al minimo la curiosità se non l`indignazione .
    Sapere che il cammino può costruire una nuova cittadella neocatecumenale a Gerusalemme, quando conosciamo i problemi dei cattolici per praticare la loro fede dovrebbe interrogarci.
    Quando sappiamo ch egli ebrei si sentono in casa loro nella Domus Galileae dovremmo al minimo porci delle domande e porle a chi dovrebbe occuparsi di queste anomalie .

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  6. Vale la pena leggere la lettera dei vescovi della Terra Santa al Cn. Risulta evidente infatti da quel documento la tracotanza con cui il cammino vuole affermare se stesso, altro che evangelizzare. In un luogo sacro, dove bisognerebbe 'togliersi i calzari'. Un luogo che invece il cammino vuole porre come centro della sua neo-chiesa, simil ebraico-protestante. Ed è incredibile che i vescovi debbano limitarsi ad un accorato, sì, ma anche prudente richiamo: non possono fare altro?

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  7. jonathan ha detto...
    "Vale la pena leggere la lettera dei vescovi della Terra Santa al Cn. Risulta evidente infatti da quel documento la tracotanza con cui il cammino vuole affermare se stesso, altro che evangelizzare. In un luogo sacro, dove bisognerebbe 'togliersi i calzari'. Un luogo che invece il cammino vuole porre come centro della sua neo-chiesa, simil ebraico-protestante. Ed è incredibile che i vescovi debbano limitarsi ad un accorato, sì, ma anche prudente richiamo: non possono fare altro?"

    Tipo?

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  8. "...Ed è incredibile che i vescovi debbano limitarsi ad un accorato, sì, ma anche prudente richiamo: non possono fare altro?"

    Tipo?


    tipo allontanare dalle parrocchie nelle quali impongono il loro credo eretico le invadenti comunità

    qui in Italia ci sono parroci che cacciano dalla loro parrocchia fedeli (e sacerdoti) che celebrano la messa tridentina, che ha addirittura l'avallo di un motu proprio papale, perché un vescovo NON PUO' allontanare le comunità NC?

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  9. Perchè caro mic, in Terra Santa come altrove, immagino che i membri del cammino nc arrivino preceduti dai responsabili, molto convincenti, con argomenti di peso, argomenti in oro, di quelli che purtroppo mettono a tacere le coscienze .
    Arrivono il sorriso sulle labbra, con la frase totem, "il Papa ha approvato il cammino", arrivano con la loro falsa generosità che è in realtà un grande egoismo perchè tutto è fatto a lode e gloria unicamente del cammino e del suo iniziatore.
    Molti son caduti nel tranello , non tutti hanno in seguito il coraggio di correggere il loro errore.

    Quando parlo di falsa generosità che è in realtà egoismo puro perchè tutto è fatto a servizio del cammino, penso anche ai membri del cammino che obbediscono agli ordini, senza dubbio credendo di far prova di generosità, o forse senza nemmeno interrogarsi.
    Se solo riflettessero, se solo prendessero un pò di distanza, vedrebbero che non sono al servizio della Chiesa cattolica, della parrocchia, ma solo e unicamente del progetto di Kiko Arguello.

    E questa distanza, dovrebbero prenderla, ovunque, anche i vescovi che confidano al cammino le parrocchie, certi senza riflettere alle conseguenze, altri, la maggioranza, consapevoli delle conseguenze della loro decisione.
    Purtroppo sappiamo che oggi nella Chiesa cattolica la sacralità della Liturgia e la retta dottrina sono diventate di secondaria importanza.

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  10. Volevo dire prima che se i vescovi si accorgono, come accade in terra Santa, che c'è qualcosa che non va, che il cn manca di rispetto e di carità e quant'altro, dovrebbero poter impedire che si permanga nell'errore. Mi sembra invece che attorno al cn ci sia spesso molta cautela e prudenza: un richiamo, puntualmente disatteso, e poi finisce lì. Non si può non chiedersi perché, sapendo che invece i vescovi hanno un potere di veto.

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  11. "un richiamo, puntualmente disatteso, e poi finisce lì. "

    Quanto hai ragione jonathan.
    È esattamente così.
    Quando i richiami ci sono, non sono ascoltati.
    Non sono ascoltati quando è il Papa a farli, perchè sarebbero ascoltati quando è un vescovo a farli?

    Questo è uno dei tanti scandali che accompagnano il percorso di questo cammino.
    Noi non capiamo, noi poniamo domande che non ricevono risposte.
    Ma c`è CHI tutto sa, tutto vede e ci ascolta.
    In Lui confido.

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  12. cara Jonathan,
    la tua logica riflessione, mi fa venire in mente due cose:
    - lo strapotere esercitato della Segreteria di Stato sull'intera conferenza episcopale giapponese, che ha provocata la revoca di una decisione presa in concerto col Papa (chiusura del seminario RM di Takamatsu)
    - quanto in Terra Santa può pesare l'influenza di Filoni, notoriamente neocat e vice di Bertone, oltre al noto e aggressivo comportamento delle comunità che tende a mettere tutti di fronte al fatto compiuto da cui è poi difficile recedere (anche per 'debolezza' o ignavia o ignoranza di chi dovrebbe intervenire). Non è certo il caso né della Conferenza episcopale giapponese né degli ordinari di Terra Santa (anche se hanno già fatto in modo che il vescovo melchita -uno dei firmatari della lettera- sia ora una voce fuori dal coro)

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  13. Beati i miti, e i puri di cuore e chi ha fame e sete della giustizia...Sembrano paroline ingenue buttate lì da un qualche adolescente idealista e sognatore; paroline di scarso o nullo interesse per chi è così impegnato in giochi di potere, nel nome di Dio. Ma invece in quelle parole c'è il dna dell'universo intero. Su quelle parole saremo misurati e scandagliati. Di quelle parole si nutrono i fili d'erba che non hanno voce ma crescono lo stesso. Perché quello è i pensiero di Dio, non supposto o congetturato, ma rivelato proprio lì, su quel monte delle beatitudini, da Gesù Cristo Signore di cui la Chiesa è e sarà sacramento.

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