giovedì 5 novembre 2020

"Eccellenza, il Suo vicario e presbitero del Cammino consiglierà alle vittime di abusi di non denunciare"

Premessa: il caso qui considerato riguarda una persona che ha subìto violenza da un cosiddetto "catechista" del Cammino Neocatecumenale. Ciò, più il modo con cui quest'ultimo se l'è comodamente cavata (grazie all'intervento del fondatore Kiko Argüello e alla connivenza di certi membri del Cammino, fino al vergognoso reintegro come "catechista"), gridano vendetta al cospetto di Dio.

Tollerare questo stato di cose purtroppo equivale ad infierire sulla vittima e a regalare uno scandaloso precedente a cui si appiglieranno i colpevoli di casi come questo. È nel vescovo, per divino incarico tenuto a pascere il gregge, che gli agnellini sanno di poter aver fiducia, specialmente dopo che hanno ricevuto grave danno da parte di soggetti che almeno sulla carta erano ufficialmente incaricati di collaborare col vescovo.

Molte delle stranezze qui descritte si possono comprendere solo alla luce del fatto che nel Cammino Neocatecumenale, nonostante i proclami ufficiali, vigono una mentalità che ha alterato il concetto di peccato (e quindi di pentimento, giustizia, grazia, perdono...) ed un'idea di ubbidienza assoluta alla gerarchia dei cosiddetti "catechisti" (anche quando sbagliano, o vanno contro la ragione, o contro la fede), con tutte le dolorosissime conseguenze che ciò comporta.



Eccellenza Reverendissima,

come da sua richiesta ho incontrato il suo Vicario - e membro del Cammino Neocatecumenale oltre che ex "catechista itinerante" -, don Ciccio, per parlargli del mio caso, del cosiddetto "catechista" neocatecumenale Fernando B., dal quale ho subìto abusi sessuali; quest'ultimo, protetto dal Cammino, è stato comodamente reintegrato nella funzione di "catechista" dal fondatore del Cammino stesso, Kiko Argüello.

Il colloquio col suo Vicario è durato più di due ore, toccando i vari temi più volte.

Il suo Vicario ha anzitutto tenuto a precisare che la coppia di cosiddetti "catechisti", all'epoca dei fatti, era stata interdetta dal proprio ruolo e rimandata nel suo paese d'origine, a Torino. Con tono dispiaciuto ha aggiunto che il Fernando ha addirittura dovuto trovarsi un lavoro come imbianchino, «guadagnandosi il pane», quasi come fosse impensabile che un cosiddetto "catechista" neocatecumenale potesse svolgere un lavoro per sostenere la propria famiglia, senza far leva sulla comunità neocatecumenale dispensatrice di danaro.

Lo ha ripetuto soggiungendo che pur non volendo assolutamente sminuire quello che è accaduto, quel cosiddetto "catechista" è stato «tolto dall'équipe di questa zona, Kiko lo ha fermato, è tornato a casa sua, è stato a casa per qualche anno, guadagnandosi il pane andando a fare l'imbianchino…».

Don Ciccio mi ha quindi confermato che tutto ciò che Le ho comunicato corrisponde a verità, assicurandomi di averla resa partecipe di questa sua affermazione. Mi ha esortato a constatare il suo dire chiedendo direttamente a Lei, Eccellenza. Ha quindi riconosciuto che la gravità dell'evento è assolutamente elevata a causa dello scandalo che ha sconvolto i fratelli della realtà neocatecumenale, «una cosa gravissima che ha scandalizzato i fratelli».

Ebbene, nonostante questa sua ammissione, ha preso le difese del Fernando che - a suo dire - essendo stato umiliato abbastanza in passato andrebbe preservato da ulteriori imbarazzi, lui e sua moglie, che don Ciccio definisce una «santa donna» poiché ha supportato e perdonato il marito.

Il suo Vicario ha insistito più volte che il Fernando sarebbe già stato purificato dalle circostanze umilianti, cioè dalla temporanea perdita del ruolo di "catechista" (con temporaneo lavoro da imbianchino) e la temporanea missione in Africa e Madagascar (che a giudicare dalle foto pubblicate su Facebook dai diretti interessati sembra essere molto più comoda di quanto don Ciccio non tentasse di dare a credere) e nientemeno che il non poter alzare gli occhi quando l'équipe dovette abbandonare il paese. Addirittura il suo Vicario si commuove nel momento in cui racconta che il Fernando avrebbe dovuto portare addosso un'immagine difficile presso i fratelli, che corrisponderebbe ad un fardello non indifferente - quasi come la situazione non fosse dipesa dalle azioni stesse del Fernando -. (Mi consenta qui di notare che a suo tempo don Ciccio, seppur a conoscenza dei fatti, mai venne a constatare, da buon pastore, il mio stato emotivo.)

Ora, dopo ciò che ho vissuto e che mi addolora persino ricordare, sarebbe tutta lì la giustizia? Si metta per un attimo nei miei panni, Eccellenza, e immagini lo strazio di vedere non solo quel "catechista" comodamente reintegrato nella funzione in cui aveva potuto abusare della sua autorità a danno di una persona indifesa, non solo dopo essere comodamente sfuggito al giudizio ecclesiastico e civile, ma addirittura difeso dal suo Vicario don Ciccio in termini di: poverino, era stato congedato dall'équipe, poverino, quanto ha penato a lavorare per guadagnarsi il pane e mantenere la famiglia (meglio il mestiere di "catechista" che quello di imbianchino, giusto?), poverino, quanto ha sofferto nella vacanza in Madagascar, poverino, sono passati oramai degli anni... ma ora è stato giudicato idoneo (da chi?) e quindi reintegrato. In tutta onestà e nel nome del Signore non le pare, Eccellenza, che queste circostanze possano essere una nuova violenza sulla vittima e una inaccettabile difesa dell'aggressore?

Glielo domando, Eccellenza, ricordandole che nella mentalità neocatecumenale, anche in caso di gravi reati, deve essere sempre e solo la gerarchia del Cammino a stabilire le colpe e i modi e tempi per espiarle, senza ricorrere alla legge, né civile, né ecclesiastica. L'insistenza di don Ciccio sul "catechista" fermato da Kiko e rimandato a casa sua "per guadagnarsi il pane e fare l'imbianchino" ne è una conferma. Don Ciccio si è spinto addirittura a dire che il Signore non avrebbe permesso quel reintegro se il Fernando non avesse vissuto una conversione piena e seria (ritenuta sufficiente da chi? da personaggi interni al contesto neocatecumenale?), per poi propormi una strana riflessione.

Secondo don Ciccio, se non ci fosse stata tale conversione, non potrebbe concepire come lui - riferendosi a sé stesso - potesse rivestire il ruolo del prete:  «io annuncio che Gesù Cristo è risorto, che un uomo può risorgere dall'inferno in cui si è messo e ha messo altre persone». Mi dice che nell'uomo può avvenire qualcosa di sconvolgente, che la vita lo pone mani e piedi nella polvere; ma per una persona che ha sbagliato in maniera gravissima esiste la possibilità di una rigenerazione, in virtù anche del fatto che Gesù ha perdonato Pietro. Afferma che quel Fernando avrà pur avuto gesti di generosità, e che se ha sbagliato è il demonio che lo ha demolito e distrutto. Addirittura suppone che il Fernando non ha provveduto a chiedermi perdono in virtù di un certo riguardo nei miei confronti e del disagio da lui provato.

La stranezza di tale riflessione sta nel fatto che ruota esclusivamente attorno all'aggressore per attenuarne in ogni modo la responsabilità, senza alcun cenno per il danno arrecato alla vittima, per giunta adoperando il nome del Signore. Ma da qui don Ciccio alza il tiro ed afferma: «COME PUOI PENSARE CHE QUESTA PERSONA SVOLGA IL COMPITO DI CATECHISTA SE NON HA LO SPIRITO SANTO? QUELLA DEL CATECHISTA È UNA VOCAZIONE!»

Eccellenza, da quel momento non sta parlando più il suo Vicario, ma il Vicario di Kiko. L'aggressore «ha lo Spirito Santo», la vittima è dunque un ostacolo allo Spirito? Don Ciccio insiste: «MA UN CRISTIANO PUÒ DENUNCIARE SECONDO TE?» e di fronte alla mia risposta positiva mi riprende, poiché non è corretto pensare che questa persona, il violentatore per intenderci, dovesse andare in carcere, con il rischio che si suicidasse. Mi chiede di lasciar fare al Signore, siccome la conversione la opera Dio, dicendomi inoltre che se qualcuno dovesse fargli del male lui lascerebbe correre, poiché sa che dovrà presentarsi dinanzi a Dio; se una persona ha Dio nel cuore non denuncia perchè sa che il giudice è Lui. Sono parole che disorientano, Eccellenza, e se in passato mi fossi rivolta a lui a quel tempo in cui era appena accaduto l'amaro avvenimento, al pari di Padre Adolfo mi avrebbe di certo consigliato di «NON DENUNCIARE, PER AMORE A CRISTO CROCIFISSO E ALLA CHIESA».

Il vicario di Kiko provvede quindi a invitarmi alle "catechesi" neocatecumenali, pur sapendo che conosco bene cos'è il Cammino e con quanta decisione avrei subito rifiutato. Passa poi a giustificare la modalità della Comunione in uso nelle liturgie del Cammino: il Corpo di Cristo viene dispensato in piedi, per poi essere assunto da seduti assieme al pastore. Chiedo come mai avvenga una circostanza così particolare, cioè l'assunzione del Pane Consacrato tutti assieme al presbitero seduti al proprio posto, mi risponde che il prete provvede a nutrirsi assieme a tutto il suo corpo, essendo l'assemblea e il pastore un unico componente; che in chiesa provvede diversamente, secondo le norme vigenti, ma che non sarà sempre così essendo che «IL CAMMINO STA PREPARANDO UNA CHIESA COL TEMPO».

Continua dicendo che nelle parrocchie frequenta solo il quindici per cento dei fedeli e che «NON C'È LA FEDE NELLA CHIESA», e che bisogna proporre un catecumenato: il Cammino è un catecumenato, come la Chiesa ha avuto ai primi tempi, il Concilio Vaticano II ha stabilito fosse ripreso, il cammino è un catecumenato che il Signore ha benedetto. Conclude esortandomi a non pronunciarmi contro il Cammino, poiché chi si espone in tal modo, fosse anche un pastore, dovrà rendere conto a Dio.

Di fronte a tali sbalorditive affermazioni in merito a quel "catechista" e in merito al Cammino, Eccellenza, ho forse sbagliato nel definirle don Ciccio Vicario di Kiko?

Le confido che, nel corso di quel colloquio, nonostante Lei sa che non avessi alcuna illusione al riguardo, ciò che mi ha abbattuto ed amareggiato grandemente è stata non solo l'insensibilità nei miei confronti e, per converso, la delicatezza nei confronti del violentatore, ma soprattutto la freddezza nei confronti della Chiesa e l’ammirazione smisurata nei confronti del Cammino, a suo dire in grado di sostituire la Chiesa e di correggerne le molte lacune. Addirittura è arrivato al punto, dopo aver asserito che solo nelle comunità si rende visibile l’amore fraterno perché in parrocchia «nessuno ti conosce e si preoccupa di te», di concludere che la mia esperienza è stata negativa «perchè non hai visto l’amore nella Chiesa», dimenticando totalmente che invece è stato proprio il Cammino, tramite i suoi "catechisti", presbiteri e fratelli, a farmi così tanto del male. Un completo ribaltamento della realtà.

Più ancora forse colpisce la mia sensibilità, certamente esacerbata dalla mia esperienza personale, che questo sacerdote, come tanti altri sacerdoti e catechisti del cammino, consiglierà alle vittime che dovessero chiedergli consiglio o essere affidate a lui, prendendo a pretesto la Croce di Cristo, di non denunciare l’abuso subito, e considererà più che lecito che i criminali non vengano puniti, anzi, che possano avere altre occasioni favorevoli per delinquere.

 

Madonna del Soccorso

 

98 commenti:

  1. Questa testimonianza è di un'importanza eccezionale non solo perché, come tante altre testimonianze di ex del Cammino, racconta quello che il Cammino fa sempre e ovunque, e perciò che il Cammino è un cammino malato, ma anche perché chiama in ballo Kiko dimostrando che il Cammino è malato perché è la testa del Cammino a essere malata.
    E purtroppo tira in ballo anche i Pastori.

    La differenza tra Kiko e i Pastori è che il comportamento di Kiko è conseguente a ciò che è il Cammino che lui ha inventato, mentre il comportamento dei Pastori che hanno avuto a che fare con questo caso è in contraddizione con la morale della Chiesa.

    Tutte le testimonianze che riguardano i comportamenti nascosti di Kiko e Carmen sono importantissimi e questa testimonianza in particolare ci fa vedere Kiko di fronte a un peccato disgustoso come questo.
    Questa testimonianza basterebbe, da sola, a far capire che il Cammino è un falso, le apparizioni di Kiko e Carmen sono false, che il Cammino è una setta.
    Allo stesso modo che fa capire che certi Pastori non solo non sono fedeli alla loro missione, ma la tradiscono senza alcun pudore e senza alcuna vergogna.
    Non si tratta di giudicare i Pastori, per i quali si deve pregare, ma di giudicare il vero dal falso, e questo è un diritto e un dovere riconosciuto dalla stessa Chiesa.

    Parafrasando i catechisti del Cammino, posso dire che se il Signore non tenesse le mani sulla mia testa, rimarrei scandalizzato da certi comportamenti viscidi e untuosi di alcuni Pastori, che invece di denunciare e allontanare il male, scendono a COMPROMESSI.
    Questo è più deleterio all'immagine della Chiesa che il peccato di alcuni.
    Crea un'immagine della Gerarchia della Chiesa, che Gesù ha scelto, che sembra confermare quella che davano del clero gli anti clericali di una volta (quelli di oggi sembrano diventati clericali, forse perché tanti chierici sono diventati loro per primi anticlericali).

    Se Gesù tra i suoi seguaci avesse trovato un suo discepolo che avesse abusato di una persona a cui lo aveva inviato, come avrebbe reagito, visto il modo in cui ha trattato Pietro solo perché, in perfetta buona fede e con amore di discepolo, cercava di scandalizzarlo distogliendolo dal mettersi in pericolo?
    E San Paolo come avrebbe reagito riguardo un caso del genere?
    San Francesco cacciò dall'ordine un frate solo perché era ozioso, chiamandolo "frate mosca".
    Il buonismo non è misericordia è solo malvagità, perché non si fonda sulla verità, ma sulla menzogna.

    Un conto è contatare che nessuno è perfetto, tollerare le mancanze altrui e nostre, ecc., ma un conto dare una alona di normalità a ciò che ripugna il senso cumune e la ragione anche di tanti non credenti.
    Dove è l'equilibrio di chi copre sempre qualsiasi peccato?

    La prova della distorsione che questa falsa misericordia produce a livello di sensibilità e di ragione è data dall'abbandono totale della vittima da parte di chi la doveva proteggere e consolare, oltre che fargli giustizia (la giustizia terrena, se fondata sulla verità, non contraddice affatto quella divina, ma la precede e, in qualche modo, la prepara).

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    1. Concordo su ogni punto Pietro. Chiaro ed esaustivo come sempre.

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  2. Ritorno con la domanda semplice-semplice per i boss della mafia neocatecumenale. Ma soprattutto per i loro pecoroni ipnotizzati che gli reggono il sacco e gli fanno scudo intorno.

    Se i parenti di una vittima, per vendetta, come a volte si legge nella cronaca, si organizzano e massacrano, o commissionano il massacro, del "catechista" violentatore. Senza ucciderlo, visto che non volete che muoia, ma (tralasciamo i dettagli) facendolo finire disabile e sfigurato in sedia a rotelle, per il resto dei suoi giorni.

    Cosa dite al violentatore in questo caso?

    Che è una bella prova che "Dio" gli ha mandato per la sua conversione?
    Una bella occasione di purificarsi dal suo precedente peccato?
    Che "Dio" ha voluto questo per la sua conversione?
    Gli imponete, con lo stesso tono velenosamente mieloso, di non denunciare a sua volta?
    Gli fate paternamente capire che i suoi conciatori sono già puniti abbastanza dalla bruttezza del gesto che hanno commesso?
    E che sicuramente condurranno già una vita difficilissima, in quanto privi dello spirito-di-dio?

    Pensateci un po'.
    Ci pensi soprattutto chi li difende, e sbugiardi e denunci questa setta di prepotentacci arrampicati a scranno senza merito, che si svegliano, non dico alla carità e figuriamoci all'intelligenza, ma al buon vecchio senso pratico, solo quando rischiano di esser menati sodo, nei soldi o in tribunale.

    A.NON.

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  3. PERCHÉ QUESTO SOGGETTO NON È STATO CONDANNATO PER IL REATO DI STUPRO?

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  4. LA VITTIMA (O LA SUA FAMIGLIA) LO HANNO REGOLARMENTE DENUNCIATO PRESSO UNA STAZIONE DEI CARABINIERI O UN COMMISSARIATO DI POLIZIA?

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  5. Tutto il resto (discorsi chiesaioli) non vale un granello di polvere, né davanti agli uomini, né davanti a Dio.

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    1. PS
      ad eccezione di quanto ha da dire la vittima che può tacere o parlare di tutto ciò che vuole..
      Ma ricordo che dopo 1 vittima ce ne può essere 1 altra e poi 1 altra ancora se l'aggressore psicopatico non viene fermato.

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    2. Pietro,
      non mi riferisco alla tua riflessione ma ai discorsi dei NC e dei preti.

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    3. Roberta, in riferimento alle tue domande riguardanti se c'è stata denuncia, mi sembra chiaro che non c'è stata ma non è colpa della vittima! ti assicuro che quando sei nelle mani dei catechisti sei veramente "plagiato". Ti porto la mia esperienza con catechisti non certo di elevata posizione come gli itineranti in questione. Una delle mie figlie, allora minorenne, è stata molestata pesantemente dal papà di un bambino alla quale faceva la babysitter che poi abbiamo saputo che lo faceva sistematicamente. I nostri catechisti ci hanno imposto di non fare denuncia e noi, allora scemi, abbiamo ubbidito. Quindi non mi sembra il caso di fare certe domande in maiuscolo quasi a voler far sentire in colpa la vittima, la quale ritengo abbia subito già troppo. Chi doveva denunciare era il sacerdote!!!!!Fides

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    4. Dipende dall'età della ragazza, se è minore.
      Se era il sacerdote, come tu dici, che doveva denunciare allora è lui che si deve sentire in colpa.
      Se la vittima è minorenne, è la famiglia che deve denunciare o in mancanza di genitori, i tutori legali devono denunciare.

      In maiuscolo o in minuscolo questa è la verità, poi se se preferite ammantarla di religione per renderla più accettabile, va bene.

      Ma il fatto è che cose di questo tipo NON dovrebbero essere considerate o diventare accettabili. MAI.

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    5. Scusa Roberta ma sbaglio o stiamo parlando di cose successe all'interno dell'ambito del Cammino, quindi nell'ambito religioso? Io personalmente non sto ammantando proprio nulla e nemmeno gli altri mi pare. Pane al pane, vino al vino si dice dalle mie parti. Chiaro che ora agirei in modo diverso e non solo nell'ambito delle molestie sessualità ma anche di altri tipi di ingiustizie. Qua stiamo parlando della gravità del comportamento, soprattutto, dei sacerdoti che sono lupi anziché pastori. Saranno loro, quanto il Fernando, a rendere conto a Dio e siccome credo nella Misericordia ma ancor più nella giustizia Divina, sicuramente ne dovranno rendere conto a Lui, senza nessuna giustificazione. Fides

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  6. Messaggio lapidario per i cristiani della domenica:

    Informatevi sul confessore.

    Se è di estrazione neocatecumenale : evitatelo COME LA PESTE e fatelo evitare, soprattutto ai figli, e soprattutto alle donne.

    Questa attitudine perversa e satanica di difendere i violentatori non appartiene solo alle alte sfere del cammino ma arriva capillarmente, fino all'ultimo presbiteraccio neocatecumenale.

    Ti difendono persino l'incesto sui bimbi di due anni e costringono la vittima a tenersi l'offesa. Dicono che vale per tutti ma, grazie al cavolo, poi di fatto chi è che infligge e chi è che subisce?

    Vanno sbugiardati e boicottati.
    Vediamo come cambia il loro concetto di giustizia, quando affogheranno nei loro stessi liquami.

    Fine del messaggio lapidario.

    A.NON.

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  7. Non stiamo parlando di una vicenda recentissima. Anche dalla relazione si evince che sono passati degli anni, che la vittima a suo tempo coinvolta nella Matrix del Cammino è stata dissolta dal denunciare.
    Gli anni sono passati e il catechista, dopo essere stato mandato 'in missione' fuori sede è stato fatto rientrare e gli sono stati diffidati incarichi da catechista a livello regionale.
    La vittima dell'abuso si è rivolta al vescovo per chiederne la rimozione. Il vescovo le ha inviato il suo vicario, guarda caso neocatecumenale fino al midollo.
    La relazione riferisce le risposte del presbitero, che più del vicario del vescovo è un vicario di Kiko.
    Quindi non stiamo più al livello di denuncia penale, perché sono passati gli anni: stiamo assistendo ad un'altra fase di questa bruttissima vicenda.

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    1. Sì però, scusate se sono tarda a capire, ma la lettera riportata nel post comincia dicendo al Vescovo "ho incontrato il suo Vicario .." e prosegue riferendo ciò che costui ha detto e fatto.

      "La relazione riferisce le risposte del presbitero"
      -------
      Appunto, la mia domanda si riferiva a cosa ha risposto il vescovo a questa seconda lettera o "relazione" come la vuoi chiamare.

      Non mi pare di aver chiesto una cosa tanto strana, che non si evince affatto dal post, se no, scusate, ma spiegatevi un po' meglio.

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    2. Roberta: mi riferivo alle tue domande delle ore 9.44 e ore 9.45

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    3. Ok, quindi 09:42 la metto tra le domande retoriche.

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    4. No, la domanda delle 9.42 è pertinente, ma può rispondere solo l'interessata.

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  8. Riporto qui la premessa di by Tripudio:

    Premessa: il caso qui considerato riguarda una persona che ha subìto violenza da un cosiddetto "catechista" del Cammino Neocatecumenale. Ciò, più il modo con cui quest'ultimo se l'è comodamente cavata (grazie all'intervento del fondatore Kiko Argüello e alla connivenza di certi membri del Cammino, fino al vergognoso reintegro come "catechista"), gridano vendetta al cospetto di Dio.

    Tollerare questo stato di cose purtroppo equivale ad infierire sulla vittima e a regalare uno scandaloso precedente a cui si appiglieranno i colpevoli di casi come questo. È nel vescovo, per divino incarico tenuto a pascere il gregge, che gli agnellini sanno di poter aver fiducia, specialmente dopo che hanno ricevuto grave danno da parte di soggetti che almeno sulla carta erano ufficialmente incaricati di collaborare col vescovo.

    Molte delle stranezze qui descritte si possono comprendere solo alla luce del fatto che nel Cammino Neocatecumenale, nonostante i proclami ufficiali, vigono una mentalità che ha alterato il concetto di peccato (e quindi di pentimento, giustizia, grazia, perdono...) ed un'idea di ubbidienza assoluta alla gerarchia dei cosiddetti "catechisti" (anche quando sbagliano, o vanno contro la ragione, o contro la fede), con tutte le dolorosissime conseguenze che ciò comporta.

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  9. La premessa di Tripudio al post mette bene in chiaro i termini della questione. E' facile fare domande scontate a cui non esistono risposte esaustive. Non è faccenda che si può risolvere con due o tre passaggi
    obbligati da compiere. Che non potranno mai cancellare il misfatto.

    Qui poi la questione che rileva primariamente è un'altra
    questa:
    - IL CAMMINO COL SUO MODO DI GESTIRE GLI SCANDALI DA'ULTERIORE SCANDALO A SUA VOLTA, aggiungendo dolore al dolore, male al male (e qui si rallegra grandemente il demonio, quello vero...)
    - devasta le coscienze
    - confonde le idee in coloro che pretende di formare alla vita cristiana che, grazie a lui, non sapranno distinguere mai più il bene dal male e daranno man forte al demonio e al trionfo della iniquità e dell'ingiustizia
    - crea quella che diventerà una prassi consolidata, come tutto nelle comunità, che sarà replicata mille volte dappertutto COME DI FATTO E' AVVENUTO. Prechè tutti i kikatekisti agiscono secondo quanto hanno visto fare da Kiko e da Carmen hanno imparato. Essi sono il modello da replicare, secondo le linee degli iniziatori-

    Poi vi racconto qualche cosetta, tranquilli! Ora mi preme mettere bene in chiaro qualche elementare concetto di base.

    Pensiamoci bene, Gesù stesso dice che non c'è soluzione.
    Non si sofferma sui contorni storici, lofistici o legali della faccenda.

    Egli semplicemente dice, a chi scandalizza i piccoli di mettersi una macina al collo e di gettarsi nel pèrofondo del mare.

    Solo per questi schifosi personaggi Gesù ripete quanto ha detto di Giuda: meglio per loro se non fossero mai nati!

    Pax

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    1. Le risposte invece esistono e le domande non sono scontate ma DOVEROSE.

      Non vi rendete conto che anche voi contribuite a questa "mentalità di copertura" con la scusa della religione?
      Buttando tutto su considerazioni di fede religiosa?
      La prima considerazione da fare è sulla GIUSTIZIA.

      Non fa parte della religione anche la GIUSTIZIA?

      Potete criticare i NC quanto volete per queste azioni, ma finché non vi dissociate chiaramente dagli ECCLESIASTICI che hanno favorito, non sono intervenuti e hanno coperto .. contribuite anche voi a questa opera di COPERTURA.

      Non volete parlare male di preti, vescovi, cardinali, Papa?
      Non è parlare male dire la verità dei fatti.

      " . È nel vescovo, per divino incarico tenuto a pascere il gregge, che gli agnellini sanno di poter aver fiducia "
      -------
      Davvero? Mi pare invece che opera buona e GIUSTA sarebbe mettere in guardia che NON si può , NON si deve, riporre nel Vescovo la fiducia, quando accadono questi fatti tragici, ma SOLO dell'autorità GIUDIZIARIA.

      E scusate se il mio basso livello di spiritualità mi fa dire cose così BANALI e scontate come quella che denunciare (ho capito che per il fatto riportato ormai è tardi, ma PURTROPPO, mi pare che la cronaca ci racconti che fatti simili sono ancora ATTUALI no?) è doveroso ed è l'unica cosa che può portare a contrastare questo maledetto fenomeno.

      Finché le vittime stesse impediscono la non applicazione della legge, non se ne esce.
      Che devono dire quindi le eventuali ragazze venute dopo?
      Le successive vittime ringraziano per la mancata denuncia.

      Bene, mi ritiro con le mie puerili domande scontate terra-terra e vi lascio alle vostre considerazioni tutte spiritualità, religione e Chiesa.
      Sappiate però che la Giustizia, attributo e dono di Dio, è sopra a tutte queste.

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    2. Ti contesto questa frase:
      'Finché le vittime stesse impediscono la non applicazione della legge, non se ne esce'.
      Forse non te ne rendi conto, ma è un argomento cavallo di battaglia degli abusatori e dei loro fiancheggiatori.
      Prima ti impediscono di reagire (la vicenda la conosciamo benissimo: riguarda una ragazza che aveva la comunità come famiglia, per sua somma disgrazie, quindi senza tutela al di fuori del Cammino) e poi ti dicono, belli freschi come quarti di pollo: non potevi denunciare allora? È colpa tua, in fondo...tua la responsabilità di ogni cosa.
      Sono le stesse accuse rivolte agli ex: di che ti lamenti? Hai voluto tu entrare in comunità...perché non hai denunciato allora? Sei in fondo loro complice.
      Spero di aver chiarito la questione.
      Anche perché qui stiamo parlando di una giovane donna coraggiosa che invece ha continuato a denunciare apertamente e a parlare della sua vicenda e che non merita queste accuse. Non fosse così, non avremmo tra le mani questo documento.
      Come anche gli ex del Cammino continuano a parlare, anche se spesso a proprio danno e solo per amore di verità e giustizia.


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    3. Scusa, stavo scrivendo il seguente commento e non avevo visto che mi avevi risposta.

      Che fai minacci noi con il Divino Giudizio?

      Se è per questo esso è sopra a tutte le nostre azioni, pensieri, parole opere e anche omissioni... Questo vale per tutti e il Signore scruta i cuori e conosce le intenzioni segrete di ogni uomo, LUI SOLO, il fine ultimo per cui agisce e mette in atto i suoi piani.

      L'apparenza poco conta. Il Signore non ama l'ingiustizia, nè chi ama la violenza, nè chi opera nelle tenebre. Egli chiederà conto all'uomo di ogni suo atto, del fine per cui lo compie...

      Vogliamo farci la catechesi a vicenda?

      Si vede che non hai affiancato mai persone colpite da queste sventure. Mai come in questo caso non si può tagliare col coltello. Sia ben chiaro, è questa la mia personale esperienza.

      Ora non ho tempo di spiegarmi meglio, anche perchè queste cose le abbiamo esposte già mille altre volte, in interi post e innumerevoli commenti. Ma, e lo dico con grande amarezza, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

      E come vedi io non ti attacco, mi sto solo difendendo, perchè non posso accettare che tu mi dica:

      O tu parli come dico io o non hai diritto di parlare: TACI!
      Questo non posso accettarlo.

      Io, sinceramente, rispetto il tuo punto di vista e ti riconosco che magari al mio posto avresti saputo far meglio di quanto io sono stata capace di fare. Ripeto e sono sincera, credo si percepisca.

      Ma il mondo è bello perchè è vario, mica siamo fatti tutti allo stesso modo? Con lo stampino, come nel cammino!

      Bisogna sapersi rispettre a vicenda.

      Perdonami per la mentalità opposta a questa etica ho un poco di allergia, mi sembra troppo neocatecumenale, neocatecumenale fin nel midollo.

      E purtroppo solo che ne sento l'orribile puzza, mi prende la nausea.

      Pax

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    4. @Valentina
      "è un argomento cavallo di battaglia degli abusatori e dei loro fiancheggiatori"
      ------
      Certo che lo è, perché loro sanno bene che quando le loro prepotenze riguardano non solo l'ambito morale, ma sconfinano in quello del penale, delle leggi dello stato, l'unica cosa che li può salvare è una buona difesa LEGALE, si difendono con fior fiore di avvocati e quindi ragionano in termini legali: cosa si può dimostrare, quali sono le prove, quali le testimonianze ecc.
      Per questo non gliela si deve dare vinta.
      Vanno combattuti sullo stesso piano, rivolgendosi ad Associazioni per l'aiuto a donne maltrattate , che quanto a collegio di avvocati non sono da meno e possono dar filo da torcere agli avvocati NC molto più di quanto possa fare un avvocato privato.

      Certo che la giovane donna è stata coraggiosa (ho forse detto il contrario?), a parlare apertamente della sua dolorosa vicenda, ma denuncia all'autorità giudiziaria, da parte di chi poteva farla, è un'altra cosa e non accetto che mi si dica che incolpo la vittima per il fatto che insisto su questa verità.

      Non si può paragonare l'essere ex del Cammino dove si è subìto "solo" un abuso psicologico (per propria decisione di entrarvi) non punibile dalla legge, con l'aver subìto una aggressione (con violenza sessuale) che è configurata dalla legge come REATO.

      Ciò che ipotizzo e che mi fa arrabbiare è che all'Associazione o agli avvocati, o alle autorità di polizia, non ci si VOGLIA rivolgere perché sono giudicate "anticlericali", non ci si va, per non mettere in cattiva luce la Chiesa.
      Quando invece, se esiste una Chiesa onesta, avrebbe tutto da guadagnare a che venissero alla luce gli scandali, quando sono veri, perché la vera e onesta Chiesa deve avere, come unica corazza di protezione, la verità e non gli insabbiamenti.

      Perciò non capisco che differenza c'è tra quelli che "coprono" per difendere il "buon nome del Cammino" e quelli che lo fanno per il "buon nome della Chiesa".

      Quindi non è la vittima come persona singola che incolpo, ma una mentalità bigotta che condiziona chi già è stato ulteriormente condizionato dal CN.
      Che per "scrupoli religiosi" si considerino certe azioni come inevitabili (perché sempre ci saranno soggetti violenti che aggrediscono i più deboli) non posso accettarlo come concetto cristiano .. sono i NC e i vescovi che ha descritto Tripudio che ragionano così.
      Spero anch'io di aver chiarito la questione.

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    5. @Pax

      1) In quale parte di ciò che ho scritto trovi (suppongo detto con altre parole) il concetto
      "O tu parli come dico io o non hai diritto di parlare: TACI!"

      2) Per favore chiarisci anche quest'altra affermazione

      "Perdonami per la mentalità opposta a questa etica ho un poco di allergia, mi sembra troppo neocatecumenale, neocatecumenale fin nel midollo"
      ----
      Che cosa ci trovi di NC nel dire che denunciare all'autorità giudiziaria (non ecclesiastica ma giudiziaria) è un dovere, perché altrimenti si lascia un delinquente libero di fare del male ad altre persone?
      E anche tu mi accusi di mancare di rispetto alla vittima?
      Non a lei (ovviamente devastata e in stato di enorme fragilità psicologica) , ma alle persone "lucide" che la attorniavano e non l'hanno ben consigliata (preti al primo posto) sono ben contenta di mancare di rispetto.


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    6. No, ti tranquillizzo subito: la ragazzina era completamente nelle mani del Cammino e non ha potuto reagire in nessun modo. Quindi la tua ipotesi che lei stessa o chi per lei non volesse rivolgersi alle autorità 'per non mettere in cattiva luce la Chiesa' decade, puoi stare serena al riguardo. Della vicenda abbiamo già parlato diffusamente e pensavo te ne ricordassi. Ora spero che ci siamo chiarite. Certo che andava fatta la denuncia! Se solo uno dei personaggi coinvolti nella vicenda (preti, catechisti, sottocatechisti e quant'altro) non fosse stato prono al CNC e preoccupato solo di non ledere ai suoi interessi, la denuncia sarebbe stata certamente portata a termine. Invece è successo esattamente il contrario.

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    7. Va bene Valentina, adesso ho capito riguardo a questo caso specifico, i tutori, essendo NC, hanno omesso la denuncia.
      Grazie.

      Resta immutata la mia convinzione che non bisogna "aver riguardo" del buon nome della Chiesa davanti a questi fatti.

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    8. Roberta, magari la vittima era ben più lucida di te in questo momento, ma limitata nelle scelte da fattori che non sono riportati nel testo del thread e che per tale non possono essere elemento di discussione.
      Il post è costellato di questioni determinanti, perché soffermarsi su ciò che non è contemplato?

      Erri grandemente ad indicare l'innocente come una poveraccia senza senno incapace di ragionare perché vittima - anche in questo caso ti basi su ciò che non è palesato ma soltanto frutto della tua creatività - poiché, invece, a quanto risulta dallo scritto, è l' unica equilibrata a non aver mai perso il contatto con la realtà ma ad aver sempre e comunque denunciato per come era possibile nei vari momenti. È lei ad aver dichiarato di voler denunciare, è lei ad aver divulgato una realtà che in alternativa sarebbe rimasta inesorabilmente sotterrata, è lei ad essersi salvata con l' unico e il più importante soccorso, la FEDE!

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    9. @Rebel

      In questo caso è così, la vittima era lucida e nonostante questo non ha potuto ottenere giustizia.

      E tutte le altre ?

      Ci sono altre vittime sai? non solo exNC e non solo credenti praticanti.
      Hanno meno diritto di avere giustizia (da parte di chi le circonda) perché non vanno in Chiesa?

      E quelle che, in più, non hanno una tale forza morale?

      È così "creativo" ritenere che una ragazzina abusata sia devastata psicologicamente?

      Di cosa mi rimproveri esattamente?
      Forse del fatto che non sto facendone una questione di fede ma di giustizia sociale?
      Ti ripeto che, un conto è DIVULGARE, un altro denunciare alle autorità COMPETENTI (non ecclesiastiche).
      In questo caso le persone che avrebbero dovuto denunciare non lo hanno fatto, pur avendo la vittima chiaramente dichiarato, come tu sottolinei (e come io non ho negato) la sua volontà in tal senso.

      Stai praticamente ripetendo quello che anch'io ho detto, quelli che dovevano provvedere non hanno provveduto.
      Ma il fatto che, in questo caso, la vittima abbia dimostrato maggior coraggio e lucidità degli adulti NON è cosa comune, la maggioranza delle ragazze non fa così, non ha forza se non trova figure d'appoggio, è paralizzata dalla paura, per lungo tempo .. non è certo lei che si deve muovere per prima e non è certo lei che rimprovero, ma gli adulti attorno.

      Buon per lei, (questa ragazza particolare intendo, non "lei" generica che ho scritto sopra), che il soccorso le sia venuto dalla fede, ma vivendo in uno Stato civile, è pretendere troppo che anche chi non ha nessuna appartenenza religiosa sia tutelata, soprattutto se minorenne e (a differenza di questo caso) non lucida? O, se si arriva troppo tardi, per lo meno il delinquente sia perseguito dalla giustizia?
      E con lui i "copritori" anche se (o soprattutto se) ecclesiastici?

      Dicendo che il soccorso deve venire dalla fede, resti nello stesso campo dei NC, che, sempre per "fede" (anche se la loro fede) dicono di non denunciare.
      Io dico invece che bisogna ribellarsi a questa omertà non "per fede" ma per giustizia, cosa che può essere propria anche di chi non è credente.

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    10. Roberta se hai letto bene tutta la storia e ne hai preso nota, come avresti tu reagito se fossi stata al suo posto dal momento che le condizioni per denunciare erano nulle? Sei un po' polemica e a sproposito direi. S.R.

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    11. @S.R.
      Ho preso nota:

      "al pari di Padre Adolfo mi avrebbe di certo consigliato di NON DENUNCIARE, PER AMORE A CRISTO CROCIFISSO E ALLA CHIESA ...
      questo sacerdote, come tanti altri sacerdoti e catechisti del cammino, consiglierà alle vittime che dovessero chiedergli consiglio o essere affidate a lui, prendendo a pretesto la Croce di Cristo, di non denunciare l’abuso subito, e considererà più che lecito che i criminali non vengano puniti, anzi, che possano avere altre occasioni favorevoli per delinquere"
      -------
      Questo lo fanno e lo dicono dei preti, cioè la Chiesa.
      Se "invocare" l'umana giustizia (che nulla può fare senza denuncia legale), che ha valore anche per i non praticanti come me, indipendentemente dalla religione, vuol dire essere polemica, allora sono polemica.
      La mia è una GIUSTA polemica.
      Ma se non vi piace che dica quello che penso, smettete di chiamarmi in causa .. limitatevi a parlarne tra voi GENTE di CHIESA.

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    12. Scusa Roberta, certamente la polemica costruttiva ha il suo grande valore allorquando si ottengono dei risultati per qualcosa di obbiettivamente attuabile. Ma nel caso espresso in cui il carnefice viene protetto in modo sostanziale e difeso da ogni possibile eventuale denuncia, come ti saresti rapportata tu in quel contesto raccontato, per ottenere giustizia? Sai cosa significa impostare una causa di questo genere? Hai percepito chi sono i respobsabili, i vicari, i vescovi che appoggiano il cammino? È gente capace di negare l'evidenza dichiarata, e di ribaltare i termini facendo ricadere sulla vittima l'onere di tanto ardire! S.R.

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  10. Ecco, Pietro ha descritto bene. Questa storia, che purtroppo è solo una delle tante collezionate dal cammino in materia.
    Questa storia è come la pietra di inciampo di cui alla prima lettera di S.Pietro Apostolo
    (capitolo 2, 7s.)

    “ ma per quelli che non credono
    la pietra che i costruttori hanno scartato
    è diventata pietra d'angolo
    e sasso d'inciampo, pietra di scandalo. Essi v'inciampano …”


    Pietra di scandalo per il C.N.
    Questa storia è come uno “scrutinio” a Kiko e Carmen e ai capintesta del cammino e al cammino tutto. Perché sempre i fratelli si piegano supinamente come una indistinta banda di “ignavi” all’obbedienza ai catechisti che in questi frangenti gli impongono di farsi i fatti loro, di non appoggiare la vittima nel chiedere giustizia. E così tutta la comunità si mette vergognosamente contro, lasciandola sola e coprendola di sensi di colpa e, moralisticamente, spingendola a entrare nella “parola dei catechisti” che le impone di andarsi ad umiliare lei ai piedi del carnefice (perché il perdono neocatecumenale si chiede in ginocchio!) e di non giudicare…, lei, figuriamoci!
    Si stenta a credere una cosa simile e me ne rendo conto, ma è proprio così che accade lì dentro. Quando obbedire significa mettersi contro la propria coscienza, contro gli uomini, contro Dio stesso. E la dice lunga sull’ottundimento diabolico a cui il cammino riduce i suoi adepti.
    Cosa che grida vendetta al cospetto di Dio.

    Pietra di inciampo anche per i cari Pastori della Chiesa.
    Che danno letteralmente scandalo con la loro inerzia. Lo dico senza mezzi termini, perché sono testimone del fatto che pur informati, pur quando da parte delle vittime si è chiesto di persona il loro aiuto, essi MAI si sono messi contro le gerarchie neocatecumenali.
    Alla fine, diciamolo, chi poteva opporsi alla tenuta in sella di soggetti che andavano destituiti a vita? Solo loro. E hanno girato la testa dall’altra parte. I Vescovi e i Parroci e i presbiteri tutti.
    Poco importa se i presbikiki hanno venduto l’anima a… Kiko, non sarà un’attenuante. Per l’incarico che Dio ha loro affidato, per la loro alta missione tutti costoro, senza eccezione, hanno la responsabilità più grande e più severo sarà per loro il Divino Giudizio.
    ........

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  11. .........

    Questo non lo dimentichino mai! Se qualcuno di loro ci legge rifletta, ben sapendo di cosa io parlo.
    Inutile girarci intorno. Se i violentatori, stupratori, schiavi del sesso che hanno ceduto alla tentazione con tutte le sue conseguenze e magari sono anche recidivi (qua non vale che uno cada sette volte… al giorno) restano a fare gli itineranti, i responsabili di zona, capofamiglia di famiglie in missione per il mondo come mine vaganti; se costoro continuano a far parte della comunità di origine nella quale hanno devastato coi loro vizi la vita di esseri indifesi,
    Di chi è la responsabilità ultima?
    Ma il Cammino che vantaggio trae da questo inferno? Legittima domanda.
    Il cammino vuole dimostrare che non può sbagliare e che lui non si piega. Non dimenticate che “anche se il tuo catechista sbaglia”, fa una cosa cattiva anche moralmente, dio (il loro dio) la trasformerà in bene.. perché dio va con lui, sempre (Kiko dixit, non lo dimentichiamo).
    Hanno portato questi asserti alle peggiori conseguenze. Fino a dire, catechizzando le vittime con le loro menzogne, che essa non si deve ribellare alla sua storia, perché la sua storia è dio. Dio ha ritenuto buono per lei quella violenza, nel suo disegno provvidenziale, da qui salire sulla croce, non resistere al male, non giudicare, chiedere perdono tu.
    Che dire? Come si può stravolgere così la Parola? Pensare che questi sono i criteri che informano gli scrutini. Ci chiediamo: Con quali danni nella vita dei fratelli indottrinati??
    Il C.N.: Trionfo dell’iniquità e dei peggiori peccatori IMPENITENTI.
    E poi su tutto a coronamento:
    Non dimentichiamo che QUESTE STORIE, se portate alla luce per ripristinare verità e giustizia, DISTRUGGONO IL CAMMINO.
    Peggio di Macchiavelli!
    Qualsiasi cosa a tutela del BUON NOME DEL CAMMINO.

    Pax

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  12. Purtroppo le persone normali si scontrano sempre con alcuni perfidi meccanismi. Ne indico qui qualcuno.

    Primo: ai vescovi non piace essere aggiustaguai. Un sacco di gente va a lamentarsi dal vescovo per questioni strane. I vescovi vorrebbero dedicarsi a questioni pastorali, senza dover assecondare gente il cui disagio nasce spesso da fattori che non c'entrano con le realtà della Chiesa (per esempio: lamentarsi del parroco potrebbe essere dettato da invidie e vendette, non da problemi oggettivi creati dal parroco in questione). E comunque, come ogni persona al "posto di comando", anche il vescovo ha tutto il diritto e il dovere di informarsi anche da altre fonti.

    Tutto questo però non significa che il vescovo è autorizzato a lavarsene le mani tutte le volte che il caso sembra complicato o banale o faticoso. Il vescovo, in qualità di pastore, ha il divino compito di pascere il gregge affidatogli dal Signore.

    Ricordiamoci poi il fatto che i vescovi sono generalmente persone estremamente permalose. Lo sono per "deformazione professionale", perché abituate ad essere bersagliate da preti, laici, giornalisti, politici e politicanti. Anche chi ha pienamente ragione, non può permettersi il lusso di rinfacciare qualcosa al vescovo. Nessuno - men che meno un vescovo - ama sentirsi spiegare come deve fare il suo "mestiere".

    Purtroppo questo significa che a "convincere" di più i vescovi sono gli ipocriti dalla buona parlantina, come i kikos, gente che conosce i tanti modi complicati di adulare un vescovo, di minacciarlo sottilmente senza neppure dare l'impressione di star tentando pressioni, di comprarlo per 30 denari (eh, sì, tantissimi vescovi hanno qualche sogno nel cassetto - economico o carrieristico). Purtroppo i fedeli normali come noi fanno grandissima fatica a denunciare qualcosa al vescovo, poiché diamo sempre per scontato che:
    - dal vescovo ci va solo chi ha un caso serio, e solo dopo averne parlato col proprio parroco o confessore e averne ricevuto incoraggiamento a parlarne col vescovo
    - al vescovo si spiega la situazione e lui provvederà a decidere cosa farsi, non senza aver dato una parola di incoraggiamento o iniziativa per ottenere più informazioni.
    Cioè, salvo rari casi, coi vescovi la schiettezza non paga, l'onestà è deleteria, la totale sincerità è pericolosa: un vescovo abituato a doversi scrollare continuamente di dosso ogni sorta di strani soggetti con stranissime richieste, non ha gran vo glia di ascoltare il tuo caso, tanto più se è qualcosa che può lontanamente mettere a repentaglio la sua tranquillità quotidiana.

    I vescovi conciliari, loro malgrado, consentono ingiustizie. Questo perché le novità conciliari e di quest'ultimo mezzo secolo - la collegialità delle conferenze episcopali, la capacità dei media di distruggere la reputazione con pochi titoli da prima pagina, il potere di certe istituzioni civili di fare anche peggio, e lo sfascio generale della Chiesa, rendono difficile ad un vescovo essere vero pastore. Per esempio, se un prete celebra malissimo, il vescovo non lo punirà perché altrimenti dovrebbe punire tutti i preti che celebrano malissimo, cioè il 95% (minimo) dei preti della sua diocesi: e che blocchiamo una diocesi "solo" perché i preti celebrano male? E allora tutti quelli che hanno celebrato male in quella stessa diocesi dagli anni '60 fino ad oggi? E allora in casi come quello il vescovo diventa complice delle ingiustizie, suo malgrado, e magari gli tocca persino recitare la parte del paciere, certe volte perfino abbandonarsi a qualche carnevalata liturgica per evitare di creare dissapori nel clero: se il dieci per cento dei parroci dà contemporanente le dimissioni, la diocesi va sottosopra dalla sera alla mattina e succede un mega-putiferio...

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    1. Ho scritto quanto sopra non per giustificare (sono il primo a cui queste profonde ingiustizie fanno ribollire il sangue) ma solo per indurre a capire per quale diavolo di motivo, di fronte a casi scottanti:

      - ti fanno parlare col Vicario... (la figura del vicario episcopale esiste solo per alleggerire il vescovo di compiti più perditempo: ed infatti il Vicario Episcopale non è mica il Vescovo);

      - tentano di difendere l'aggressore... (quando in realtà dovrebbero limitarsi a sentire l'altra campana e comunque senza colpevolizzare preventivamente la vittima). Nel caso di cui sopra, mi chiedo: ma il vescovo lo sa che il suo "Vicario" prende iniziativa per difendere l'abusatore sessuale? I vescovi si arrendono solo quando torme di avvocati scatenano cause miliardarie?

      - cosa diavolo c'entra "Kiko lo ha fermato"? (forse che l'autorità ultima sul laico abusatore sessuale è il laico Kiko? da quando in qua la gerarchia ecclesiale deve preservare i movimenti ecclesiali dagli scandali rendendosene di fatto complice?)

      - ti fanno la predica sull'annunciare Cristo Risorto (cioè nominano il nome di Dio invano, anzi, lo adoperano per scagliarti addosso le responsabilità altrui)

      - "quella del «catechista» è una vocazione! ha lo Spirito Santo!" (ecco dunque sgamato il Vicario di Kiko).

      - "ma un cristiano può denunciare?" (certo: deve denunciare; il perdono non consiste nel negare la giustizia, il perdono all'aggressore non equivale a rendersi complice delle sue malefatte, il dare l'esempio del perdono non consiste nel mostrare agli altri che si può compiere impunemente il male).

      Fra parentesi, questo blog esiste dal 2006, e in questi ultimi quattordici anni i kikos ci hanno minacciato mille volte di denunciarci.

      Sepolcri imbiancati! per loro "denunciare" è cristiano solo quando serve a proteggere il Cammino.

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    2. 'Ti fanno parlare con il vicario'...
      Andrebbe pure bene, se il vicario non fosse il referente diocesano del Cammino Neocatecumenale! Quale garanzia di obbiettività può dare?

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  13. Il concetto che maggiormente mi scandalizza è l' avversione di questo sacerdote per qualsiasi tipologia di lecita denuncia, sia penale che ecclesiastica. Egli dichiara con presuntuosa sicurezza che se una vittima si presentasse a lui con la volontà di denunciare la violenza subìta lui non stenterebbe ad opporsi. Ma non solo, esorta la vittima e autrice della relazione in oggetto a star zitta, a non divulgare l' accaduto sfruttando e mistificando ancora una volta la Parola di Dio. Ciò non equivale forse ad una bestemmia?

    Il trattamento riservato a questa vittima è prassi consolidata del cammino, non una questione isolata ma vera e propria consuetudine, un trattamento standard destinato a tutti coloro che subiscono e con criterio si ribellano all'opposizione del perdono forzato.

    Kiko è il fautore nonché il rappresentante primo ed il modello da perseguire di questo contesto malsano. Proprio lui che si è identificato come un pedofilo, anzi no, peggio di un pedofilo e che ha più volte difeso dei violentatori salvaguardandoli dalla giustizia. Lui che nel caso in oggetto ha inviato fuori dal bel Paese il maniaco disinteressandosi dell' innocente per non danneggiare lo schifoso cammino kikiano!

    I katechisti tutti ed i sacerdoti kikiani come questo don Ciccio si vergognino ed inizino a preoccuparsi seriamente per la propria anima, poiché sfruttare le Sacre Scritture per rafforzare i propri iniqui concetti, tentando quindi di far perdere la fede all'innocente, è quanto di più grave sussista. Gesù ha usato un bambino per insegnare ai Suoi discepoli che la fede di pargolo è necessaria per entrare nel regno dei cieli. Allo stesso tempo, Egli disse che il Padre si preoccupa di tutti i Suoi "piccoli" (Matteo 18:1–14). In quel passaggio, Gesù dice: “Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse legata una macina d'asino al collo e che fosse sommerso nel fondo del mare” (Matteo 18:6). La parola scandalizzare in greco significa “far inciampare, mettere un ostacolo o un impedimento nel cammino, sul quale un altro possa inciampare e cadere, o indurre al peccato, o causare che una persona perda la fiducia e diserti chi dovrebbe credere ed obbedire".

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  14. È molto semplice, il CN di Kiko&C, usa gli scrutini e qualsiasi altro modo similare per acquisire informazioni sui suoi adepti.
    Poi usa queste informazioni per "controllare" le persone e convincerle che Dio è dalla parte del CN.

    Una volta fatto questo, usa i suoi adepti per avere denaro ed usa il denaro per acquisire informazioni , corrompere e ricattare le persone esterne al CN che gli servono per garantire la sopravvivenza e l'espansione della "setta".

    La pseudo "chiesa" di Scientology e i testimoni di Geova, fanno la stessa cosa, anche con risultati migliori.

    Il sistema funziona egregiamente.

    Oggi sono un po' a corto di denaro, ma hanno sicuramente gli "schedari" pieni zeppi di informazioni utili alla loro causa.

    Il problema di questo ingranaggio, quasi perfetto, sono le informazioni negative sul CN che trapelano fuori dalla setta, le testimonianze negative degli ex e ovviamente gli scandali.

    Sono sicuro che la voce "occultamento scandali" assorbe considerevoli somme di denaro.

    Quindi il punto debole del CN di oggi è la mancanza cronica di denaro.

    Ecco le iniziative, quali la "Bibbia Unica al mondo", i libri di Kiko e Carmen e qualsiasi altro orpello con il quale fare cassa.

    Sarebbe interessante conoscere la situazione patrimoniale del CN, tramite il suo "responsabile unico", nonché cassiere di Kiko o suo apostolo "Giuda" personale: Giampiero Donnini.

    Pultroppo per ora non è possibile sapere nulla, ma considerato che il noto gangster Al Capone è stato incastrato per evasione fiscale, c'è sempre la possibilità che anche Kiko&C facciano,prima o poi, qualche passo falso in questa direzione, magari sprovvisti di informazione riservate e di denaro liquido in pronta consegna.

    Le vie del Signore sono infinite.

    Speriamo che quelle della setta neocatecumenale siano TERMINATE, come il denaro gestito dal Donnini.

    LUCA

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  15. E con tutto ciò, il Cammino Neocatecumenale sostiene di non essere tenuto a stilare delle Linee Guida contro l'abuso e che la gestione degli abusi va demandata ai catechisti regionali! Se non sbaglio in questo caso l'abusatore era un catechista regionale...rendiamoci conto...
    Se qualcuno ora scrive che il CNC non è tenuto a stilare e a rispettare un protocollo contro gli abusi perché non è una Associazione di fedeli ma una Fondazione di beni spirituali, mi farà il piacere di spiegarmi da quando il Codice Canonico ha rubricato lo stupro come bene spirituale.

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  16. Ciao tanti conoscono la mia vicenda 26 anni nel CNC
    Tanti conoscono chi sono questi illuminati catechisti corrotti omertosi attaccati al danaro al successo
    Credono di essere immuni
    Sono il virus che sta distruggendo la chiesa
    Il loro vangelo è scritto da Kiko
    Non esiste perdono senza pentimento
    Non esiste perdono senza aver ( pagato) il reato con la punizione
    Per entrare nel regno dei cieli è necessario mettere in pratica la parola di Dio non quella dell'uomo Kiko
    Così anche nella vita chi ha commesso un reato deve pagare in base al reato commesso
    Altrimenti se ( dovessimo perdonare tutto) tutto sarebbe lecito!
    Ma non è così
    Sappiamo cosa dice la scrittura in merito ( guai a chi scandalizza uno di questi miei piccoli e' MEGLIO PER LUI che si leghi una macina al collo e si butti nel mare
    L'invito che fa il signore a queste bestie al suicidio ( È MEGLIO PER TE
    Ora a voi illuminati dico ( guai a voi pastori che pascolate i vostri interessi che camminate con lunghe vesti e con l'anello grosso al dito!
    Voi che pur di difendere nascondere il peccato pur di proteggere i vostri omicidi pedofili avete cacciato una famiglia intera facendo sì che non fossero vittime ma carnefici
    Lasciate che i bambini vengano a me dice il signore se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli
    Voi siete stati omertosi infami corrotti perché avete preferito la menzogna rifiutato la verità
    Voi avete preferito satana a Dio per i vostri crimini contro l'innocenza ( non potete pensare che Dio sia dalla vostra parte
    Perché ciò che è il vostro intento è in abominio a Dio
    La verità si affaccerà dal cielo e la giustizia germoglierà dalla terra
    Non giustificatevi perché le conseguenze dei danni che avete commesso ai bambini li pagherete ! Ci sarebbe da dire tanto altro ma ne sono schifato

    Giacomo Rossi

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  17. Riporto un brano del documento indirizzato al Vescovo:

    "Ma da qui don Ciccio alza il tiro ed afferma: «COME PUOI PENSARE CHE QUESTA PERSONA SVOLGA IL COMPITO DI CATECHISTA SE NON HA LO SPIRITO SANTO? QUELLA DEL CATECHISTA È UNA VOCAZIONE!»
    Eccellenza, da quel momento non sta parlando più il suo Vicario, ma il Vicario di Kiko."

    Qui il vicario del vescovo, dell'affascinante nome di don Ciccio (sarà un alias?) sostiene che uno che fa il catechista neocatecumenale ha lo Spirito Santo. Praticamente espone un dogma, di fronte al quale l'infallibilità papale impallidisce. Il catechista neocatecumenale è stato scelto dallo Spirito Santo e non può essere altrimenti? Questa è una vera bestemmia del Nome di Dio, dal momento che sappiamo che i catechisti sono dei laici investiti da questo compito nell'ambito dei loro gruppuscoli di laici, senza nessuna formazione di nessun tipo, senza nessun controllo che non sia quello di essere dei ripetitori della parola di Kiko e degli esecutori della volontà di Kiko.
    Questa è una eresia vera e propria, anzi, una bestemmia inconcepibile per un cattolico, tanto meno per un prete, tanto meno ancora per un vicario del vescovo.
    Continuo a leggere dal documento:

    "L'aggressore «ha lo Spirito Santo», la vittima è dunque un ostacolo allo Spirito? Don Ciccio insiste: «MA UN CRISTIANO PUÒ DENUNCIARE SECONDO TE?» e di fronte alla mia risposta positiva mi riprende, poiché non è corretto pensare che questa persona, il violentatore per intenderci, dovesse andare in carcere, con il rischio che si suicidasse. Mi chiede di lasciar fare al Signore, siccome la conversione la opera Dio, dicendomi inoltre che se qualcuno dovesse fargli del male lui lascerebbe correre, poiché sa che dovrà presentarsi dinanzi a Dio; se una persona ha Dio nel cuore non denuncia perchè sa che il giudice è Lui."

    Questa è un'altra bestemmia. Il cristiano non denuncia. In queste frasi riconosco le stesse parole di Kiko, di cui il don Ciccio è sconsiderato ripetitore. Il cristiano può solo peccare, e dal peccato non ha scampo (qui don Ciccio diventa vicario pure di Lutero, complimenti!); il cristiano può solo perdonare, perché se denuncia e il violentatore in carcere si suicida, il cristiano diventa responsabile di un suicidio.
    Mi chiedo: forse c'è un errore di fondo, invece di cristiano si dovrebbe leggere kikiano...allora tutto questo sproloquio sarebbe più comprensibile!
    L'unica cosa che non è ammissibile è che il vicario di Kiko possa essere considerato un vicario di un vescovo cattolico, che un servo di Kiko possa dire di essere un servo del popolo di Dio.
    Questo personaggio, e tutti i presbiteri neocatecumenali, dovrebbero, come tutti gli eretici e i lapsi e i protestanti che volevano rientrare nella Chiesa Cattolica, fare una pubblica professione di fede rigettando punto per punto la dottrina kikiana, pena la scomunica.





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    1. Sei gentile Valentina, io direi prima la scomunica, poi la penitenza e poi, se vogliono rientrare, pubblica abiura e pubblica professione.
      E ricominciare da zero il seminario, compresi i vescovi di 70 anni: se hai fatto casini fino a 70 anni, gli ultimi 30 te li passi a studiare e a meditare.

      Sono talmente invertiti in tutti i dettagli del loro credere ed operare... sembra la Chiesa allo specchio.

      D.D.

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    2. Io aggiungerei anche un bel calcio nel sedere alla don Camillo...
      Perché non basta l'assoluzione, per rimettergli le idee al posto!
      Grazie D.D., è sempre un grande piacere leggerti!

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    3. Grazie cara, è un piacere per me, vi seguo regolarmente, non finisce mai di stupire, questo CNC.

      D.D.

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  18. Mi pare che per ogni vittima del CNC che con grande carità mette a disposizione la sua vicenda, ce ne siano molte altre non conosciute, che magari si credono esse stesse casi isolati. Quindi, per quanto doloroso, è utile che se ne parli.

    Diverso tempo fa anche io ritenni per casi isolati, o mele marce, un gruppuscolo di catechisti e/o presbiteri di estrazione neocatecumenale e rango medio-basso all'interno della setta, i quali protessero molestatori e stupratori di donne o bambini, ideologicamente e, come conseguenza, anche di fatto.

    Gli abusatori dei casi a me noti direttamente non appartenevano al cammino, e tuttavia quei bravi neocatecumenali protettori del male riuscirono a dissuadere le vittime, che si erano confidate o confessate con loro, dall'intraprendere qualsiasi azione, anzi, ad assumere su di sé l'intera portata del fatto, lo stress e addirittura la colpa in tutto o in parte.

    Come se l'abusatore, per il semplice fatto di essere tale, fosse esente dal dover rispondere delle azioni di cui si è macchiato. Vigliacchi, ciabatte vecchie del Maligno.

    L'ideologia neocatecumenale massicciamente propagandata nell'ambiente poi paralizzava l'entourage delle vittime, creando fotocopie conniventi dei catechisti. Io, trovandomi in minoranza, "mi allontanai da loro per ritornare al tempo fissato".

    In seguito, imbattendomi in altre testimonianze incredibilmente sovrapponibili a quelle conosciute, mi resi conto che non avevo avuto a che fare con casi isolati o mele marce, bensì con un sistema ben organizzato, marcio fino alle radici e dotato di direttive ideologiche e di ordini di scuderia ben precisi ed irrevocabili. Così si fa carriera nelle sette: sacrificando gli innocenti.

    Adesso, considerato che la putrefazione dei costumi della gerarchia ecclesiastica rende impossibile avere giustizia nell'immediato (sanno tutto e lo fanno apposta a fregarsene), visto anche che le class action all'americana non funzionano, dobbiamo almeno organizzarci per difendere noi stessi, i nostri cari e chiunque altro, giovani in primis. Prevenire, de-ipnotizzare, boicottare in tutti i modi leciti e possibili. Curare e consolare dove c'è bisogno.

    Il lavoro di ristabilire la verità, che questo blog svolge in modo infaticabile, è fondamentale perché le vittime (in realtà siamo tutti vittime, perché se soffre un membro soffre tutto il corpo) devono sapere che, fuori dalla massa di coloro che sono ancora sotto anestesia, il resto del corpo è anch'esso sofferente e che chiama "male" il male e "crimine" il crimine. E che non cessa di esporre il peccato di questi irresponsabili, di rubare la verità mentre dovrebbero onorarla, e di rubare la giustizia mentre dovrebbero esercitarla.

    D.D.

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    1. In un caso dovetti constatare con inquietudine quanto ostinatamente la vittima di molestie si fosse ella stessa schierata con il suo catechista neocatecumenale, che l'aveva convinta a non denunciare l'abusatore, contro di me che la volevo accompagnare alla Polizia.

      Le dissi che avremmo chiesto di parlare con una poliziotta e che, in caso di indagine, il rattuso se la sarebbe vista molto brutta. Visto il tipo, dovevano esserci per forza altre vittime. Una dopo l'altra si sarebbero fatte coraggio e avrebbero parlato anche loro.

      Alla fine passai io per molesta perché, avendo rifiutato le idee del cammino, "non avevo la fede" e quindi non potevo leggere nella "storia che Dio stava facendo" ma andavo contro Dio stesso. Invece, al catechista, che "aveva il carisma", erano attribuiti poteri divinatori e la capacità di interpretare quella che chiamano "la volontà di Dio su di me".

      Insomma, alla sfiducia totale nella giustizia ed al comprensibile desiderio di non esporsi, comune a tutti i casi, diedero il colpo di grazia la manipolazione mentale e l'aura divinatoria di quel catechista-babbuccia di kiko, ben addestrato a servire sotto ai piedi del suo talebanissimo padrone.

      Per quanto "satanica" fosse l'impressione che ne ebbi, però, all'epoca non sospettavo ancora di aver di fronte gli emissari ben addestrati di un'associazione a delinquere. Il formicaio dei predatori neocatecumenali è stato scoperchiato solo anni dopo.

      Ora che la gente ha iniziato a raccontare e che se ne parla su Internet, speriamo che sia più facile sciogliere lo stato di ipnosi che trattiene le vittime, attuali o potenziali, e le loro famiglie.


      D.D.

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    2. D.D. anche io ti ringrazio e sono contenta di rileggerti. Veemente e decisa più che mai. Mi pare che ne abbia viste parecchie anche tu e non sai quanto sono preziose queste testimonianze. Esattamente quel che diciamo e che io confermo avendo vissuto per lunghi anni nel cammino parecchi dei quali ai livelli più alti. Per questo ho conosciuto che tanto male viene dalla testa. Quindi è incurabile. Come vuoi che si corregga il Cammino? Se un corpo, un organismo ha un bubbone lo asporti. Ma se tagli la testa, tutto perisce.

      Tu scrivi:
      Così si fa carriera nelle sette: sacrificando gli innocenti.

      Cosa che anche io confermo e che ho sempre pensato. Sacrifici umani li richiede il demonio. Per questo mi sono convinta, quando decisi di andare via di corsa, che la radice del cammino era cattiva, non era una pianta buona ammalata, il seme era marcio. Mi dispiace dirlo. Questo è ciò che penso.

      Mitica quest'altra espressione, che mi sembra proprio in linea:

      Vigliacchi, ciabatte vecchie del Maligno.

      Grazie di essere tornata

      Pax

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    3. Grazie a te, Pax cara. Vi seguo sempre ma non ho più tanto da dire.
      Ne ho viste un po', non tante, ma mi hanno marcato parecchio.

      Ho evitato di entrare nel Cammino più per i miei difetti di carattere che per aver compreso subito di cosa si trattasse, anche perché dal Cammino venivano assorbite tante brave persone, sicuramente migliori di me, quindi non poteva essere così cattivo. E invece.

      Grazie ancora a te e a tutti per il lavoto che continuate a fare


      D.D.

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  19. Ho vissuto l' inferno. Un tornado di eventi in cui un personaggio guida del cammino mi ha inflitto del male, le uniche persone vicine mi hanno abbandonata, i grandi del cammino rimproverata per non aver taciuto, i rappresentanti della Chiesa umiliata. Senza la fede, senza il santo Rosario da pregare, mi sarei persa appresso agli sviati che mi attorniavano. La fede non preclude la denuncia penale, anzi sprona a cercar giustizia, anche quella terrena, quindi su ciò sussiste ben poco di cui discutere.
    Ma a livello personale, spirituale, quindi di benessere generale, non avrei mai trovato soluzione, serenità e conforto se non mi fossi aggrappata alla fede! Ancor oggi mi porto appresso la sofferenza della mancata giustizia, però ho numerose altre certezze "celesti" che mi quietano e sollevano dall'afflizione.
    Anche la storia che quest' oggi caratterizza il thread mi sembra possedere gli stessi connotati della mia, e chissà quante altre ingiustizie d' ogni genere subite nel contesto neocatecumenale permangono irrisolte perché la giustizia è prontamente soppressa dal cammino.

    Voglio incentrarmi proprio sul tentativo da parte di questo don Ciccio, dei catechisti tutti, forse anche del Vescovo sordo, di strappare la fede dal cuore di questa donna che in definitiva ha richiesto soltanto la rimozione dal ruolo di catechista del maniaco, a tutela di altre ragazze. Ma questo sacerdote, come è rigore nel cammino, di tutta risposta le ha rifilato dei concetti traviati in cui Dio è l' artefice del male subìto, così da privarla dell' arma più potente: la fede, senza la quale le forze vengono meno. Questa la furbizia più meschina da loro ideata per soggiogare e uccidere l' anima.

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    1. Quando si tratta di dolore non esiste una scala di valori, ogni sofferenza va rispettata. Ognuno di noi è in grado di portare il suo ma non tutti sanno trasformarlo in positivo. Tu ci sei riuscita molto bene. Non si può cambiare il passato ma tu lo stai facendo fruttare per aiutare gli altri. Ti faccio i miei complimenti.

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  20. In altro commento avevo usato il termine "mi fa ribollire il sangue" riguardo alla violenza fatta contro innocenti

    Ed è il fatto che l'abusatore neocatecumenale viene difeso dai presbikikos bramosi di finire all'inferno con lui.

    Non so se mi spiego: parlo di sacerdoti (almeno ufficialmente tali), che hanno consacrato la loro vita al Signore (almeno ufficialmente), che ogni giorno per doveri sacerdotali celebrano Messa (ufficialmente presumiamo che celebrino tutti i giorni così come raccomanda il Codice di Diritto Canonico), cioè ogni giorno elevano con quelle loro stesse mani il pane perché diventi Pane di vita eterna, che ogni giorno devono pregare il Breviario seguendone tutto il percorso di salmi e letture bibliche (dunque almeno ufficialmente hanno un contatto continuo con la Parola) e patristiche e spirituali, ogni giorno amministrano almeno a sé stessi (almeno ufficialmente) il Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, ogni giorno sono in grado di curare le anime con i sacramenti (in particolare penitenza e unzione degli infermi, almeno ufficialmente si presume che lo facciano)...

    Dunque, in qualità di sacerdoti, sanno benissimo cosa significa che anime innocenti subiscano il male, e conoscono benissimo (anche per gli studi teologici e canonici fatti - almeno ufficialmente - prima di poter accedere al sacerdozio) quanto è grave che il malfattore calpesti ancor più le vittime, e ancor più grave la colpa del malfattore quando almeno "ufficialmente" era incaricato di collaborare con la Chiesa a trasmettere le verità di fede, e non meno grave la colpa di chi deliberatamente appoggia il malfattore...

    Ebbene, di fronte a tutto questo, quei vergognosi e schifosi pretuncoli kikizzati che avevano pressoché direttamente a che fare con l'abusatore, perché diavolo lo hanno difeso?

    Lo hanno difeso perché mentre la loro bocca è piena di "Dio", il loro cuore è pieno solo di Kiko, a costo di compiere le opere del demonio - cioè calpestare gli innocenti, inquinare la verità quel tanto che basta per rendere gloria a Kiko, confidare nell'uomo Kiko mentre affermano di confidare nel Signore...

    La vita di tali presbiteronzoli kikiani è dunque una patetica e vergognosa messinscena: si fingono uomini di Dio, sono in realtà marionette di Kiko, si fingono al servizio del Signore, ma le opere che compiono e le parole che dicono dimostrano che sono al servizio del demonio.

    Possono ingannare perfino noialtri, ma non riusciranno a ingannare Dio.

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    1. Quando i laicisti insultano la Chiesa, vanno dicendo che i preti sarebbero venditori di chiacchiere, favolette, astruserie.

      Ebbene, se ci fate caso, senza saperlo hanno parlato proprio di quei presbiteronzoli neocatecumenali che letteralmente vendono chiacchiere, favolette, astruserie.

      La "prova che Dio gli ha mandato per la sua conversione"? Astruseria, favoletta, chiacchiera diabolica. Poiché in realtà Dio non manda il male, Dio non ti costringe a compiere peccati. Un sacerdote di Nostro Signore Gesù Cristo dovrebbe saperlo. Un presbikiko finge di non saperlo, poiché in qualità di presbikiko ha a cuore la gloria di Kiko molto più che la gloria di Dio.

      Parlano come se Dio fosse "solo misericordia" e niente giustizia. Cioè come se Dio fosse ingiusto, cioè cattivo. Cattivo al punto tale da inviarti il male e da costringerti a peccare. Eppure sono i primi a sapere che perfino quando con linguaggio enfatico la Bibbia racconta che «...il Signore aveva reso ostinato il cuore del faraone», quell'ostinazione è frutto della libertà umana, non di una cattiveria del Signore infinitamente giusto e infinitamente misericordioso.

      Chissà, magari qualcuno di quei soggetti - un Fernando, un don Ciccio, un presbikiko che conosce bene il Fernando - leggerà questa pagina blog e tenterà di scacciare via i ricordi, e di fabbricarsi nuove giustificazioni mentali sempre più ridicole per evitare di ammettere che le ingiustizie permangono anche molto a lungo, e Nostro Signore continua a vederle benissimo. Tenteranno di autoassolversi dicendosi davanti allo specchio che "dopotutto" loro sono i Giusti, i Perseguitati, i Candidi Agnellini. Cercheranno qualche ridicolo appiglio per poter dire che è acqua passata, che la denuncia è fatta male, che di queste cose non si deve parlare su un blog, e altre robette così: proprio come quando un drogato risponde a chi gli dice che la droga fa male.

      Carmen è pressoché certamente tra le fiamme, con un enorme posto ancor più giù pronto per Kiko. E loro, narcotizzando la propria coscienza, stanno facendo di tutto per assaggiare il fuoco eterno.

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  21. Non sono per i roghi ma per certi traviati e soprattutto per chi addirittura li santifica a strumento di Dio andrebbero seriamente ripristinati

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  22. Voglio tornare alla testimonianza che Tripudio ci regala in questo post. Testimonianza coraggiosa e ammirevole.

    Essa va meditata affondo. Ha il pregio di svelare moltissimo del Cammino perché non è solo la teoria del Cammino sotto i nostri occhi, pur deprecabile e manifestamente eretica e blasfema per la gran parte, ma attuazione pratica delle teorie stesse.
    Qui non è ammessa confutazione.
    Qui siamo davanti al disastro che produce il pensiero neocatecumenale, nudo e crudo.
    Non siamo di fronte ad ipotesi ipotetiche.

    Pur riservandomi di analizzare attraverso la mia esperienza trentennale i molteplici aspetti che emergono dalla testimonianza (potendo personalmente vantare il privilegio di avere in archivio numerose conferme provate della spregevole prassi invalsa nel cammino a proposito di peccati sessuali consumati ai danni del prossimo) vado immediatamente al suo cuore.

    Allorquando la nostra eroica testimone definisce il Vicario del Vescovo, VICARIO DI KIKO piuttosto.
    La mentalità perversa che manifesta questo prete è palesata dallo stesso con un accento cinico disgustoso. Quella solita mancanza di empatia, quella incapacità totale di provare compassione, frutti del cammino, quella sua attitudine a generare mostri insensibili (altro che “creature nuove”). Cose tutte che tante volte ho sperimentato con sconcerto sulla mia stessa pelle, campanelli di allarme che hanno segnato il percorso della mia presa di coscienza con conseguente uscita irrevocabile dalla realtà neocatecumenale.

    Copio questo passaggio che dà la vera quota dell’alienazione neocatecumenale con totale stravolgimento della realtà.

    Il nostro don Ciccio, in un momento di esaltazione assolutamente fuori contesto provocata dall’euforico autocompiacimento esploso in lui al solo descrivere la superlativa eucarestia sacrilega del cammino (perché poi tesse le lodi dell’eucarestia neocatecumenale in una occasione simile, lo sa solo lui!) che ha appena evocato con toni accorati - dopo essersi preoccupato solo di chiedere e mostrare pietà per il povero stupratore umiliato oltre misura e mentre continua ad ignorare la vittima come se neanche la tenesse davanti - è arrivato ad affermare che il Cammino dovrà sostituirsi alla Chiesa morente.
    Davanti a questa missione tutto cessa e scompare insieme agli scandalucci dietro i quali, suo malgrado, sta perdendo il suo tempo.
    ................

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  23. ............

    E asserisce convinto che

    “solo nelle comunità si rende visibile l’amore fraterno perché in parrocchia «nessuno ti conosce e si preoccupa di te»” per poi concludere, con un volo pindarico da vertigini che l’esperienza meschina vissuta dalla ragazza “è stata negativa «perchè non hai visto l’amore nella Chiesa»... perché in parrocchia «nessuno ti conosce e si preoccupa di te» ”. E meno male! Se nel cammino ci si preoccupa degli altri per ricevere simili trattamenti… per favore fratelli: SCORDATEVI CHE ESISTO!
    Mi spiegate, per favore, cosa cavolo significano le bizzarre affermazioni di don Ciccio? A parte la loro sconclusionatezza?
    La ragazza sarebbe una non convinta dell’amore nella Chiesa, per cui non abbandona tutto al perdono, non sale lieta sulla croce, non ama i nemici, resiste cocciutamente al male… in definitiva non trova pace e non la fa trovare.

    Che poi dove ce l’ha la testa questo don Ciccio e che faccia di corno ha?
    Affermare che “solo nelle comunità si rende visibile l’amore fraterno”. Che bell’amore fraterno, visibilissimo davvero!! Un grido si alza unanime: Fratelli, per favore non amatemi, cancellatemi dal libro della vita! Ma questa cosa è? Una condanna?

    E io qui ricordo il ruolo infausto che svolgono i cari fratellini della comunità, in simili vicende: essi come scimmie ammaestrate ripetono le litanie dei kikatekisti alla vittima indomita e ribelle. Ella DEVE comprendere che NON ha scampo, o si piega o verrà emarginata, sommersa di giudizi e dell’unanime dispregio fraterno.
    Normalmente in questa fase le malcapitate lasciano puntualmente il cammino e vengono abbandonate da tutti all’istante. Un impiccio in meno per i fratelli di comunità.
    Se invece insistono ad andare in cammino vengono emarginate e sono destinate a non superare più una sola tappa da quel momento in poi. Per loro ogni volta si riproporrà lo scoglio: Hai perdonato, sì o no? Sei andata a chiedere perdono dei tuoi giudizi… Tu ti credi migliore, quel peccato di sesso tu… MAI? Chi credi di essere? Non fai bene il cammino… Qui le cose si fanno sul serio, devi conoscerti per diventare “cristiano adulto” che salva il mondo… noi siamo agnelli al macello che offrono la gola…. Ancora non hai visto l’amore di Dio per te che ha permesso questa storia per il tuo bene? Non sei illuminato: La Croce Gloriosa!! La Croce Gloriosa!!
    Che tappa vuoi più superare?
    Oramai tu sei una vittima immolata sull’altare del Cammino Neocatecumenale, con i fratelli a farti da corona, a incitarti, spingerti, incoraggiarti, costringerti con crescente disappunto.
    Così deve andare. Il peccatore ammaestrato a dovere dal fango, i piccoli seppelliti… vivi.

    Pax

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    1. Ma questa cornamusa presuntuosa di Don Ciccio vicario, che afferma che "in parrocchia nessuno ti conosce e si preoccupa di te", ma è scemo, si fa autogoal da solo, praticamente sta dicendo

      1) "buttatemi fuori a calci dove sarà pianto e stridore di denti, perché se nelle parrocchie la gente si ignora io ho fallito la mia missione in Diocesi!!!"

      2) "come vicario non valgo una cicca, infatti lavoro per kiko, mica per la Diocesi, quindi buttatemi fuori a calci dove sarà pianto e stridore di denti!!!".

      Bah. Si crede intoccabile, evidentemente.
      Gli durerà finché non sarà toccato. Poi gli passerà.

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    2. Il guaio è che la stragrandissima parte dei presbiteronzoli neocatekiki sono di quella stessa pasta del "Don Ciccio".

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    3. A me viene il dubbio che abbiano delle gravi tare mentali, probabilmente dovute alle abbondanti libagioni e alla rilassatezza morale.

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  24. L'intervento di questa ragazza, o donna, è magistrale, nel senso pieno della parola.
    Spero per lei che trovi un ambiente all'altezza della sua sensiblità e della sua intelligenza.

    Peccato che molti Vescovi non ascoltino nessuno e che non vogliano farsi insegnare il mestiere, perché un Vescovo umile troverebbe qui una lezione di vita, di missione, di contenuti e anche di stile. Un santo Vescovo poi si inchinerebbe a baciar la mano di questa ragazza.

    D.D.

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  25. Concordo con Tripudio: i camminanti "Parlano come se Dio fosse "solo misericordia" e niente giustizia".
    In questo sono come i modernisti.

    Sembra che i settari abbiano un problema a INTEGRARE: dai singoli brani biblici al loro contesto e alla spiegazione che né dà la Chiesa, agli attributi di Dio come la giustizia e la misericordia.
    Perciò non riescono a concepire come Dio possa essere, nello stesso tempo, sia giusto, che misericordioso.
    Una giustizia misericordiosa, ma, anche, una misericordia giusta.

    La misericordia di Dio diventa efficace solo attraverso la CONVERSIONE, che non consiste nel passare dal mondo al Cammino, ma consiste nel passare dal PECCATO alla vita di GRAZIA.
    La parabola della liturgia di oggi è chiara: il Buon pastore cerca la pecora smarrita e la porta con se, ma conclude dicendo che c'è grande gioia in Paradiso quando un PECCATORE si CONVERTE. La conversione è necessaria.

    Contrariamente a quanto pensano i camminanti, la conversione trasforma il peccatore in GIUSTO.
    Non che sia necessariamente perfetto o che non pecchi più, ma vivendo in grazia, non pecca mortalmente e perciò è sostanzialmente giusto.
    Se non c'è questa giustizia non c'è nemmeno la misericordia.

    Inoltre, se la conversione è autentica, cioè se è frutto della carità, l'espiazione, anche umana, diventa un'esigenza della carità.
    Basta pensare alla Confessione, il Sacramento della misericordia divina: un ladro che riceve l'assoluzione è chiamato a restituire il "malloppo" rubato o estorto (come quando un "catechista" dovesse intimare a un suo suddito: "O il malloppo o la dannazione eterna".

    Sconcertante, poi, è l'affermazione dei camminanti che, poiché è Dio che fa giustizia, l'uomo non deve fare nulla, neanche denunciare il male.
    Ma l'uomo è chiamato a collaborare con Dio e, per quanto è possibile, deve fare la sua parte.
    Altrimenti, siccome è Dio che converte, i cristiani non sarebbero nemmeno tenuti ad annunciare Cristo!

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  26. a detta di un sacerdote vicino a San Pio uscire dalla setta neocat non significa peccare contro lo Spirito Santo quindi...
    dom

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    1. Direi piuttosto che significa lasciare che lo Spirito Santo possa davvero agire nella nostra vita... Non incatenato dalle eresie di catechistucoli vari... Non ho nulla da aggiungere al caso agghiacciante della povera ragazza in mano al CNC. E' così aberrante che si commenta da solo. Posso solo pregare per lei e per tutte le vittime di abusi che davvero gridano vendetta al cospetto di Dio, perché trovino il coraggio di denunciare e di liberarsi dai tentacoli della piovra neocatecumenale. Quello che posso testimoniare è che, contrariamente a tutte le balle che si dicono sul fatto che in Cammino non sei solo che la comunità c'è, diverse volte io e la mia famiglia nel momento del bisogno siamo stati lasciati soli (e non mi riferisco a bisogno economico). E negli anni di Cammino ho visto tanti fratelli e sorelle lasciati "indietro", perché magari non erano simpatici e spiritosi, ma invece erano soli e bisognosi di aiuto e non avevano da offrire se non la loro "compagnia". C'è una enorme ipocrisia nel Cammino riguardo a questo, enorme. Generalmente, proprio come accade nel mondo, vieni usato finché fai comodo, finché servi. Poi ti si butta via come un cencio vecchio. Formalmente nessuno ti dice che non puoi andare in comunità, ma di fatto vieni isolato, nessuno si vuole sedere accanto a te a tavola o condividere con te la camera nelle convivenze. E magari durante il giro di esperienze fanno finta di ascoltarti, ma magari ridacchiano di sottecchi mentre tu parli... E non si vergognano nemmeno di trattarti così... Ne ho visti diversi di casi simili...
      Ovviamente l'invito di Gesù Cristo a fare del bene a chi non ha da ricambiare sono del tutto disattese, ma proprio del tutto.

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    2. Padre Pio rivolgendosi a Kiko e Carmen disse anche "questi sono i due nuovi falsi profeti".
      Quindi abbandonare il cammino è un atto santo.

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  27. Siete degli ignoranti, la Chiesa ha canonizzato Maria Goretti, perchè ha perdonato il suo uccisore, che tentò di stuprarla.Per voi la santa ha sbagliato?Maria Goretti non doveva perdonare Alessandro Serenelli?Ha sbagliato a perdonarlo?Praticamente siete sulla stessa posizione di Giordano Bruno Guerri, un ateo, nemico della Chiesa.Non vi vergognate?Allora ha ragione Kiko a chiamarvi cattolici della domenica?Ma nemmeno quello voi siete.Vergognatevi.

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    1. Ariecco il Pasqualon de' Pasqualonis.

      Facciamo qualche chiosa alla sua quotidiana vomitata di veleno, la sua pasqualonata giornaliera.

      - "Siete degli ignoranti", dice, intendendo "ma io lo sono di più, e vengo a darvi lezioni di ignoranza!". Ed infatti viene qui a insinuare che il cristiano dovrebbe rinunciare alla giustizia.

      Sottinteso: se uno è cristiano, secondo lui, può essere bersagliato di violenze, tanto è obbligato dalla sua fede a rinunciare alla giustizia. Infatti ai capicosca dei kikos piace molto avere dei "cristiani" masochisti, che odiano sé stessi al punto da rinunciare alla giustizia quando subiscono un torto o una truffa. Sottinteso: così i capicosca possono massacrare in ogni modo i propri adepti, per poi dir loro: "se chiedi giustizia non sei cristiano".

      - "Maria Goretti ha perdonato il suo uccisore": ma perdonare non significa approvare la violenza e l'omicidio. Il perdono riguarda la giustizia - poiché infatti l'odiare chi ti fa del male non è giustizia. Perdonare non significa chiedere a Dio e agli uomini di non fare giustizia; significa invece non rispondere all'odio con l'odio.
      E chiedere giustizia non equivale a odio.

      Chiaro? Di fronte al male, il perdono riconosce quel male, e non lo trasforma in occasione di odio. Maria Goretti non ha reagito odiando il suo aggressore. Ma se fosse sopravvissuta all'aggressione non avrebbe mica detto "ehi, io non lo denuncio": avrebbe invece chiesto aiuto - cioè chiesto giustizia - perché in qualità di cristiana non voleva essere complice di quella violenza.

      Eh sì, perché il perdonismo neocatekiko non è un "perdonare" ma solo un fingere che non sia successo nulla. Cioè è un avvelenare il proprio cuore con l'ipocrisia e l'insensato odio a sé stessi, perché il proprio cuore chiede giustizia e le convenzioni sociali neocatecumenali esigono invece che i VIP del Cammino la facciano franca.

      Facciamo poi notare che il riconoscere che un'azione è malvagia non significa autorizzare a compierla o apprezzare chi l'ha già compiuta. Chiaro? "Disprezzare" non necessariamente equivale a "odiare". Il male va fuggito, il bene va ricercato; il male va qualificato come male, non come bene. Maria Goretti non ha mica apprezzato l'azione ripugnante compiuta dall'aggressore. Se avesse "apprezzato", se avesse fatto finta di niente (come vorrebbero i capicosca dei kikos), avrebbe compiuto un atto di odio verso sé stessa, cioè avrebbe peccato. Bisogna essere proprio protestanti - come i neocatecumenali - per convincersi che nel Vangelo, quando si parla di "odio", non sempre significa il vero e proprio odio. (Cfr. l'altro famoso equivoco neocat: "chi non odia suo padre e sua madre...", di fronte al quarto comandamento e alla virtù della carità).

      p.s.: quando Nostro Signore fu schiaffeggiato dalla guardia del Sommo Sacerdote (cfr. Gv 18,22-23), disse a quest'ultimo: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?". Nostro Signore sfida il suo aggressore a rendere ragione di quella violenza, proprio perché quella violenza non aveva senso. Ma certamente nel Vangelo di Pasqualone troverete il Signore che schiaffeggiato risponde: "ehi, ti perdono, anzi, ti porgo l'altra guancia! ehi, gente! applauditemi! io non denuncio mica! infatti, come dice Kiko, denunciare non è cristiano! è invece cristiano dare la decima a Kiko!"

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    2. Anonimo delle 12:42

      bene, allora tu perdona a noi e lasciaci dire quello che ci pare del CNC.

      Non te lo auguro ma ci saprai dire quando il corpo SARÀ il TUO, se hai deciso di perdonare chi ti stupra, oppure no. Sappi che maschio o femmina non conta, per i criminali.
      Non ti sostituire alla coscienza altrui, soprattutto in una materia così delicata che tocca l'origine stessa della vita umana, ma taci e perdona, perdona e taci. Subisci e non protestare. Perdona, Anonimo.

      Perdonaci e lasciaci tirare il kiko giù dal piedistallo che su cui si è arrampicato.
      Perdonaci e lasciaci fare.

      Anche lui perdonerà quelli che lo ridicolizzeranno e mostreranno al mondo tutto quello che ha fatto. Imitalo e perdona.

      Vedrai, non si arrabbierà, non urlerà, non insulterà. Perdonerà.
      Tu imitalo.

      Lasciaci esporre la nequizia dei presbiteri che agiscono secondo le loro turbe e la loro convenienza.
      Lasciaci fare. Lasciaci consigliare a tutti di evitare il CNC e perdonaci.

      Quando il Cammino sarà un ghiaino di macerie, tu perdonaci per averle calpestate e prega per noi. Lasciaci fare e sopportaci. Perdonaci e sopportaci.

      La tua pazienza sarà ben riposta e retribuita, tanto più che diciamo la verità.

      A.NON.

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    3. @anonimo
      Vergognati tu ad usare SANTI VERI per giustificare le prassi invereconde del cammino. Senti un poco: per caso Maria Goretti ha chiesto perdono al Serenelli? Ha detto: "è colpa mia?" A me non risulta. A me risulta che MAria Goretti abbia risposto al male con il bene. Cosa che il Serenelli HA CAPITO. Si è fatto i suoi anni di carcere (non ha avuto l'ergastolo solo perchè minorenne per la legge dell'epoca) e poi si è chiuso in convento A SERVIRE i monaci. Nel più assoluto silenzio.

      Fosse stato neocatecumenale il Serenelli avrebbe ricominciato a fare le stesse cose SENZA IL MINIMO PENTIMENTO anche perchè, se è colpa di Dio che ti toglie la mano dalla testa, di che cosa ci si dovrebbe mai pentire?

      Infine non mi risulta che un ragionamento del genere sia mai stato fatto dai sacerdoti dell'epoca.

      Dacci un taglio e vergognati.

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    4. Aggiungo che nel cammino non si insegna a rispondere al male con il bene, ma si insegna a coltivare le proprie inclinazioni malvagie perchè "Dio ti ama per questo". Guai se provi a resistere alle tentazioni! Sei un ipocrita! RIcordiamo le parole di CArmen HErnandez: "pensi di essere entrata nel cammino per diventare santa?"

      LA carissima Carmen si è scordata che proprio il CVII ha proclamato la CHIAMATA UNIVERSALE ALLA SANTITA'. Un percorso cattolico se non ti guida verso quella strada è INUTILE oltre che DANNOSO.
      Ma per Kiko e CArmen la santità era seguire alla lettera le indicazioni schizoidi partorite dalla loro testa e dalla loro superbia. Tutto il resto era "roba preconciliare".

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    5. @Anonimo 12:42
      Ma davvero kiko parla di noi in modo tanto dispregiativo chiamandoci cattolici della domenica? E tu che fai? Gli dài ascolto? Non capisci che crea zizzania verso i fedeli battezzati? Chi sarebbe kiko che si permette di alzare la voce contro i figli di Dio? Sai perché hai stravolto il concetto di perdono di Santa Maria Goretti? Perché ti abbeveri all'acqua sporca di kiko che stravolge anche il Vangelo di Gesù, riveduto e da lui corretto e ve ne insinua la menzogna. Hai fatto molto male il tuo intervento, degno figlio NCN. S.R.

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    6. Anonimo delle 12 e 42: io mi vergogno per te per la tua ignoranza religiosa, perché il perdono cristiano non ammette il male come quello kikiano.

      Forse poi non sai che Serenelli è stato condannato all'ergastolo? Che ha passato una trentina di anni in prigione prima di ricevere la grazia senza lamentarsi ma offrendo a Dio una pena che considerava giusta e che per lui si è rivelata come una benedizione perché in carcere si è convertito?
      E non sai che dopo la scarcerazione si è ritirato in convento passando i suoi ultimi anni santamente in preghiera?

      Tu parli di giustizia e delle canonizzazioni della Chiesa?
      Se al posto dello Stato ci fosse stato il Cammino, Serenelli non sarebbe finito in carcere e non si sarebbe convertito ma, in compenso, sarebbe andato in vacanza in "missione".
      E se al posto della Chiesa ci fosse stato Kiko, a essere canonizzato sarebbe stato Serenelli: ma non quello che dopo 30 anni di prigione si è ritirato in convento, ma quello che sarebbe sfuggito alla giustizia così come è sfuggito alla giustizia i Vescovo pedofilo del Cammino Apuron e l'altro Vescovo filo Cammino e abusatore seriale di seminaristi McCarrick.

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    7. Anonimo delle 12:42, vi servite della memoria di Santa Maria Goretti senza aver capito niente della sua vicenda, solo per avere uno slogan con cui sottomettere le vostre vittime ed ingrassare i vostri capobanda.

      Siete storpi e ciechi. Magari foste anche muti.

      D.D.

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    8. Mi metto sulla scia dei commenti di AleCT che condivido in pieno. E’ paradossale che proprio chi ha ridicolizzato una che è entrata in cammino per diventare “migliore” (accusandola di moralismo) dicendole sulla faccia “Ma tu mica sei entrata nel cammino per diventare santa?” poi la si voglia fare a tutti i costi santa, e di categoria superiore, per tutta la Chiesa. Questi son matti davvero. E Carmen dovrebbe registrare il suo più grande fallimento post-mortem. Da menarlo a Kiko.


      Pax

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    9. Anonimo intelligentissimo e per niente kamikaze delle 12:42,

      è trapelata nelle salette la notizia che nel mondo reale esiste una cosa che si chiama

      REATO DI FAVOREGGIAMENTO ?

      E che, se quelli che avete convinto a denunciare, cambiano idea, i catechisti rischiano fino a 4 anni di galera per il solo favoreggiamento, più gli anni del reato originario, con l'aggravante dell'abuso di autorità?

      Ve sona, sta campana?
      C'è da vendere casa e macchinone per pagarsi l'avvocato.
      C'è da morire (meritatamente) di scandalo.
      Sempre meglio che bruciare all'inferno.

      Pensateci.

      A.NON.

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    10. erratum - quelli che avete convinto a non denunciare -


      Il fatto che certi di voi siano a piede libero è un semplice accidente di percorso.

      Questo dato dovrebbe farsi strada limpido e cristallino nella mente dei fratelli semplici
      che ancora portano ossequio a dei veri criminali e si fanno dirigere da loro.

      A.Non.

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  28. # Passa poi a giustificare la modalità della Comunione in uso nelle liturgie del Cammino: il Corpo di Cristo viene dispensato in piedi, per poi essere assunto da seduti assieme al pastore. Chiedo come mai avvenga una circostanza così particolare, cioè l'assunzione del Pane Consacrato tutti assieme al presbitero seduti al proprio posto, mi risponde che il prete provvede a nutrirsi assieme a tutto il suo corpo, essendo l'assemblea e il pastore un unico componente; che in chiesa provvede diversamente, secondo le norme vigenti, ma che non sarà sempre così essendo che «IL CAMMINO STA PREPARANDO UNA CHIESA COL TEMPO».

    non so se questi sacerdoti di Kiko sono validi. Penso che sia conveniente porsi il dubbio sentendo quello che dicono. Vogliono strozzare la Chiesa e riformarla o kikatizzarla per allinearla al cammino? Bastano queste parole soltanto per bollare il cammino come un eretico nemico della Chiesa. Mi associo a quanto detto sopra:

    # Informatevi sul confessore.

    Se è di estrazione neocatecumenale : evitatelo COME LA PESTE e fatelo evitare, soprattutto ai figli, e soprattutto alle donne.

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  29. @Anonimo6 novembre 2020 12:42

    Per tornare all’Anonimo che parla a vanvera di Santa Maria Goretti. Cosa pensi che ci prendi per stanchezza? Noi ripeteremo mille volte le stesse cose.
    Nel cammino si pretende che chi ha subito violenza – parliamo di qualsiasi tipo di violenza perché sai? Nel cammino ne puoi subire tante! Ma qui parliamo finanche di quella fisica, sessuale, anche nel caso in cui la vittima sia addirittura una minorenne – DEVE CHIEDERE PERDONO A CHI L’HA VIOLENTATA PERCHE’ LO GIUDICA E CREDE DI NON ESSERE CAPACE LEI DI QUEGLI STESSI PECCATI? Perchè non si conosce, sta facendo male il cammino. Piccola precisazione, tu ,mi dirai Anonimo attento, ma che cammino fa la minorenne? No, in quel caso non si pretende dalla minorenne che abbia fatto bene il cammino e veda le profondità di satana in lei, ma dai genitori che sono invitati (eufemismo) a non resistere al male.
    Il perdono cristiano (che va dato a chi ha peccato contro di noi, non chiesto/perchè/io/ti/giudico) è finalizzato alla salvezza delle anime di coloro che ci hanno fatto del male, ma non è sufficiente. La salvezza si guadagna con la contrizione, il pentimento sincero, il proposito di emendarsi e riparare, la penitenza, la conversione, il cambio totale di vita.
    Chi deve chiedere perdono è il peccatore a chi ha fatto del male. Deve chiedere perdono a Dio e agli uomini.
    Kiko e Carmen che non hanno insegnato questo devono e dovranno renderne conto a Dio.
    Questi insegnamenti non solo hanno devastato la vita delle vittime,ma hanno allontanato dalla vita eterna i peccatori, dal momento che si è detto loro che vedevano i loro peccati perché Dio gli aveva tolto la mano dalla testa in vista di poter far bene il cammino e capire affondo la catechesi del fango della Traditio. Di modo che questi campioni di purezza li vedevi tutti orgogliosi incedere guardandoti dall’alto in basso, te povero camminante che ancora non avevi scoperto il porco che è in te e che cercavi ognigiorno di fare il tuo meglio nella vita, moralista che non sei altro!
    Kiko e Carmen che hanno intenzionalmente insegnato questo devono e dovranno renderne conto a Dio.
    Santa Maria Goretti ha praticato le virtù cristiane al grado eroico, non dimentichiamolo. Noi vorremmo almeno vivere decorosamente da bravi cristiani, secondo la volontà di Dio, che a ciascuno dispensa i suoi doni secondo il suo amore. Su questa strada il Cammino non è un aiuto, ma un intralcio.
    Anche di questo Kiko e Carmen che lo hanno confezionato così devono e dovranno renderne conto a Dio.
    Noi possiamo solo continuare a dire la verità dei fatti che accadono lì dentro. Quello che abbiamo conosciuto e visto e patito.

    Pax

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  30. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  31. Poi Kiko cita sempre Santi e Miracoli a sproposito. Parla poco dei Santi e meno ancora della santità. La sua specialità è sviscerare il peccato, metterlo a cultura e farlo fruttare a suo vantaggio. Perchè certo sulle pecche dei suoi, sui difetti, sui loro capricci e vizietti ha costruito molto del suo impero. Qual sistema migliore per tenere la gente in pugno? Uno, man mano che diventa migliore diventa anche più autonomo e libero. E non è questo ciò che Kiko vuole!. Kiko che non è un buon “padre” non desidera il bene per i suoi. Egli non è padre ma patrigno, mette al suo servizio ogni cosa; la docilità altrui, la totale dedizione è primo obiettivo.

    Uno dei pochi miracoli che Kiko raccontava sempre - presente nei suoi mamotreti tra il primo e secondo srutinio detto il tempo della “rinuncia ai beni” - era quello che Sant’Antonio fece per convertire la città piena di gente avara e indurita come solo gli avari sanno essere. Per l’amore smodato al denaro, essi erano del tutto sordi e insensibili alla predicazione del Santo. Era morto un avaro famoso della città e Sant’Antonio disse “Costui non ha il cuore!” Tutti stupiti lo guardavano increduli. Fu aperto il petto del morto e il cuore non c’era. Allora il Santo disse “Andate nei suoi forzieri, dov’è tutto il suo denaro e i suoi averi guadagnati sfruttando i poveri, là troverete il suo cuore” Andarono e trovarono come il Santo aveva detto.
    Ma Sant’Antonio fece questo miracolo per toccare il cuore delle persone, portarle al pentimento e alla conversione, vedendo il triste destino finale dei peccatori.
    Kiko invece pone questo miracolo alla tappa della rinuncia al denaro e a tutti i propri beni che, si dice, sarà per una volta sola. Vuol fare in modo che impauriti i fratelli si provino a dovere, senza riserve. I poverini a quel tempo NON sanno che questo è solo un preparare il terreno. Negli anni a venire e in vari modi si pretenderà sempre di più dai fratelli, affinchè diano nel tempo TUTTO a Kiko e al Cammino.

    I Santi veri fanno i Miracoli per il bene delle persone.

    Kiko li racconta per il bene suo.

    Bravo, Anonimo, hai bene imparato la lezione dal tuo maestro.

    Pax

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  32. OT
    (sulla violenza contro donne e ragazze non religiose)

    Poiché mi sono accorta di essere stata nuovamente chiamata in causa, nonostante avessi cortesemente chiesto di non farlo, ma pazienza ��‍♀️ .. (verso la parte iniziale dei commenti, però scrivo qui per praticità) con le stesse domande a cui avevo già risposto, non mi resta che ripetere, con parole diverse per cercare di farmi capire meglio.

    La mia insistenza sulla "denuncia" , perché?

    Perché non serve raccontare la triste vicenda, non è di incentivo per nessuna, se non se ne trae una conclusione "utile" a chi può trovarsi in condizioni simili e la conclusione non può che essere un appello:
    "genitori, denunciate alla polizia! Ragazze, parlate con qualcuno di fiducia .. se non avete nessuno di famiglia che vi ascolta e vi crede, parlate con un'insegnante, una dottoressa, andate al consultorio del vostro comune, potete parlare anche in modo anonimo .. una assistente sociale avrà cura di voi e vi dirà cosa fare".
    Anche se in tanti casi può non essere così (nel senso che non sempre gli AS danno i consigli migliori) è sempre meglio che non fare niente o, peggio, parlare in ambienti di Chiesa .. tanto più, per chi è immerso in una setta come il CN è importante rompere una maglia della RETE e introdurre persone ESTERNE all'ambiente, con queste confidarsi e farsi aiutare.

    Molti dei commenti davano invece un'altra lettura, rimanendo nell'ambito dello specifico caso raccontato, quasi limitandosi a "contemplare" il coraggio di questa ragazza particolare piena di fede ..
    ma indignata, io dico:
    e le altre che invece reagiscono in modo "normale"?
    Cioè con angoscia, paura, fragilità, traumi e senza fede?
    Chi se ne frega! Qui siamo in ambiente religioso e solo chi si affida alla religione ci interessa ! Questo è quello che si evince leggendovi.
    Si vede che ci sono vittime di "categoria superiore" rispetto alle altre ..

    Ma ancor peggio è il ragionamento che dice: come è possibile denunciare quando ci sono dall'altra parte questi potenti appoggi di vescovi ed altre importanti personalità, capaci di stravolgere la verità dei fatti? .

    È un messaggio SBAGLIATISSIMO
    che passa e demoralizzante per chi si dovesse trovare in questo frangente (famiglia e ragazza),
    cioè che è INUTILE denunciare perché QUESTI sono troppo ricchi e POTENTI .

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    Risposte
    1. Bruttissimo concetto: "contro la Mafia non si vince, non c'è niente da fare".
      Non è vero. Molti lo hanno dimostrato con la vita.

      Vi lascio queste letture, forse le giudicherete poco spirituali (o forse no? Dove c'è una vittima che soffre, c'è un'altissima spiritualità, il suo dolore è già preghiera inconsapevole, che sarà ascoltata se ci saranno persone di buona volontà capaci di commuoversi e di muoversi .. verso i luoghi di denuncia).

      Qui si parla di donne adulte e non di minori, ma la sostanza non cambia, cambia solo la persona che DEVE fare la denuncia.

      1) http://www.larampa.it/2020/04/07/violenza-sulle-donne-lappello-di-cortese-denunciare-sempre/

      2)
      https://www.orticalab.it/violenza-donne-polizia

      Qui alcune indicazioni pratiche
      3)
      https://www.voltoweb.it/svoltadonna/domande-e-risposte/

      4)
      https://www.casadonne.it/informazioni/vademecum-per-aiutare-una-donna-che-subisce-violenza/

      5)
      https://www.gruppopolis.it/violenza-di-genere/come-riconoscerla-e-cosa-puoi-fare-tu/#

      Nei primi è sufficiente leggere i titoli o le righe iniziali, lì viene già detta la cosa fondamentale .. le indicazioni pratiche è invece utile leggerle tutte.

      Io ho scritto tutto quello che ho scritto con l'intenzione di essere, anche se in piccola parte, utile per qualcuno o per tutti, se questo non vuole essere recepito, pazienza, continuate a pensare quello che volete, un insetto solitario non può disturbare uno sciame, anche se vola in senso contrario.

      Colgo l'occasione per congedarmi dal blog, so che altre volte l'ho detto e poi ci ho ripensato, ma stavolta no, ho avuto conferma che questo non è proprio luogo per me.

      Vi faccio i migliori auguri, ringrazio quelli che sanno di aver "diritto" (per così dire ��) ai miei doverosi ringraziamenti e a tutti auguro buone cose e buon proseguimento.
      Un saluto.

      PS
      potete risparmiarvi di rispondere, sia perché già tutto è stato detto e ripetuto, sia perché toglierò l'icona dalla schermata principale del cell e, vista la mia quasi allergia al computer e tecnologia in genere, non starò certo a cercare su Google il sito Osservatorio.
      In pratica, smetto di seguirvi anche per la sola lettura.

      Elimina
  33. Detesto i ricatti emotivi Roberta, a chiunque siano rivolti o a qualsiasi scopo servano.

    Icona o non icona capeggiante sul tuo schermo mi esprimo, poiché non è importante che legga tu, ma il lettore in generale, che merita verità.

    "Si vede che ci sono vittime di "categoria superiore" rispetto alle altre .."

    Una frase di cattivo gusto in cui comanda il riferimento rivolto dai superbi neocatecumenali a Carmen.
    Ciò che intendi è chiaro e non mi soffermo oltre, la scarsità di rispetto dimostrata mi indigna.

    I tuoi commenti iniziali sono rivolti al caso specifico, riflessioni dirette ed espresse in maiuscolo che parevano piuttosto delle accuse. Sei stata quindi informata circa la motivazione per cui questa ragazza non è riuscita a denunciare nonostante ne avesse intenzione, ma non te ne fai ragione tentando di sminuirla su un fattore principale: la fede.

    In questo thread non si è fatto altro che rimarcare l' importanza della giustizia umana, in alcuni casi portando in auge dei versi biblici corrispondenti a tale realtà, ma ancora ci accusi d' essere avversi alla giustizia terrena. Sbagli, le persone sedotte da questo pensiero meschino sono i neocatecumenali. Ancora ti sfugge?

    G.P.II
    In nessun passo del messaggio evangelico il perdono, e neanche la misericordia come sua fonte, significano indulgenza verso il male, verso lo scandalo, verso il torto o l’oltraggio arrecato. In ogni caso la riparazione del male e dello scandalo, il risarcimento del torto, la soddisfazione dell’oltraggio sono condizione del perdono.

    Questo accanimento sulla fede della ragazza non è una novità, ci sarà abituata essendo stata in cammino, ma certamente è pessimo. Perché ti provochi tanto disturbo sino a svilirne il senso che vi ha donato è un mistero irrisolvibile.

    "OT
    (sulla violenza contro donne e ragazze non religiose)"

    Come se una testimonianza di fede ledesse qualcuno.

    RispondiElimina
  34. Il fatto che una persona abbia in qualche modo cercato di volgere in bene il suo dramma passato, continuando a riesumare con tanto dolore eventi passati di violenza e di mancata giustizia principalmente per evitare che a un personaggio che ha stuprato impunemente e che per l'azione convergente di preti e responsabili e responsabili locali, provinciali, regionali, nazionali e internazionali del CNC è rimasto impunito, sia un catechista della Chiesa cattolica (perché tale viene considerato un catechista del Cammino) e quindi per salvare tante altre potenziali vittime, deve essere apprezzato da chiunque: da chi crede e da chi non crede.
    Ripeto per chi non avesse letto né l'articolo né i commenti fino ad ora: si tratta della vicenda di una giovane donna che, minorenne, ha subito violenza nell'ambito neocatecumenale, alla quale è stato impedito di denunciare l'aggressore, che è stata maltrattata e abbandonata, che è però sopravvissuta; avrebbe diritto a non pensare più a tanto dolore e ingiustizia, invece ha affrontato colloqui defaticanti con vescovo e vicario neocatecumenale dello stesso perché il proprio violentatore se non altro non fosse catechista regionale, cioè perché non gli fossero affidati tanti giovani tra i quali poter scegliere un'altra vittima, agevolato dalla propria posizione di carismatico 'inviato dallo Spirito Santo' riconosciutagli all'intervento del Cammino neocatecumenale.
    Questo è l'argomento di cui abbiamo parlato, che con la fede potrebbe pure non c'entrare per nulla, ma solo con il coraggio, la perseveranza, l'eroismo, se vogliamo usare termini condivisibili per tutti.

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    Risposte
    1. E.C.: all'interno del Cammino neocatecumenale

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    2. Salvare delle potenziali vittime è più difficile e doloroso ma forse più utile che mettere dei link. Vuol dire proprio cercare di estirpare il male alla radice, non metterci dei pannicelli caldi. Vuol dire di nuovo pagare prezzi aggiuntivi di persona, senza mandare nessuna controfigura. E io lo apprezzo tanto e lo apprezzerò sempre.

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  35. Poco mi importa se tu leggi o non leggi. Rispondo prima di tutto per me. Anche io ho bisogno di spiegarmi.

    Quello che tu raccomandi ed evidenzi ossia che è cosa buona anzi doverosa denunciare è cosa assolutamente condivisa da tutti, chiesaioli e non. E' addirittura banale!
    E questo va ben chiarito.

    Qui si è commentata una storia che è andata com'è andata e, come tutte le storie molto dolorose della vita che prendono una pessima piega, è inutile e crudele dire "Se tu avessi fatto così o colà non sarebbe successo questo e quell'altro".
    E' facile fare gli "amici di Giobbe" pieni di sapienza e tanto buon senso.

    Poi tengo a dire anche quest'altra cosa:
    Non sarebbe successo tutto quello che di spiacevole è disceso dai tuoi commenti e dai commenti ai tuoi commenti se tu avessi esposto la tua idea senza attaccarci e giudicarci tutti.

    Non credo di aver compreso male, anche perchè certe cose si comprendono a pelle in primis, il fatto che per te ogni altro commento era illeggibile e inopportuno.

    Un solo grido si doveva alzare in coro, in coda all'articolo ed era:
    DENUNCIA. DENUNCIA. DENUNCIA. DENUNCIA.

    Bene! Lo hai fatto tu. Ma ci sarà consentito a noi altri di esprimerci come riteniamo giusto esprimerci o dobbiamo chiedere a te ogni volta il permesso?

    E poi, siamo tutti adulti qui, e dunque:
    Abbiamo il coraggio delle nostre azioni e la capacità di esprimere liberamente le nostre diverse opinioni. Pretendendo il rispetto per noi e per chi la pensa diversamente da noi.
    Abbiamo il coraggio di gestire anche il dissenso e la non condivisione da parte degli altri.

    Libertà bella, mi vien da dire!
    Questi limiti li ho subiti nel cammino dove ti tappavano la bocca ed avevano il terrore del tuo libero pensiero e delle diverse identità.
    Questo solo dico e vado ripetendo sempre.
    Nessuno può dire a un altro cosa deve scrivere, come deve commentare.
    E se si ha uno spirito maturo tutto è arricchimento e guai il giorno che leggiamo solo quello che ci conforta nelle nostre convinzioni.

    Ok, basta prediche. Anche perchè non voglio fare la predica a nessuno e io non voglio sentirne.

    Solo un ultimo aspetto.

    Un piccolo consiglio che ovviamente - se leggi non so - puoi anche tranquillamente gettare nella spazzatura:

    Basta con questo eterno atteggiamento di vittima, di incompresa, di perseguitata.
    Possiamo ben confrontarci alla pari e guardandoci negli occhi.
    Un tempo si chiamavano "dispute" anche quelle tra teologi o grandi pensatori sull'agorà ateniese.
    Erano sempre molto fruttuose e stimolanti per nuove aperture mentali.
    Solo le dittature hanno necessità di "gestire" il dissenso.
    Viva le idee diverse liberamente espresse e ascoltate.
    Anche perchè chi veste sempre l'abito della ETERNA VITTIMA normalmente con questo atteggiamento endemico schiavizza tutti quelli che gli stanno intorno!
    Su questo bisogna anche meditare.

    Poi, se uno si sente un piccolo insetto solitario che vola sempre in senso opposto allo sciame si faccia, alla buon ora, qualche domanda!

    Pax

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  36. La violenza è inaccettabile sempre. Ma ciò che è accaduto alla ragazza del thread risulta particolare perché è proprio il gruppo di appartenenza a svilirla e a renderla indifesa come se fosse stata accerchiata da una muta di cani rabbiosi. È quanto non è stata capace di cogliere Roberta, che dà l'addio al blog sentendosi offesa e inadeguata a seguire una realtà a lei sconosciuta e non voluta comprendere fino in fondo. Lei ne fa anche una questione di fede! Ma cosa c'entra? In tale contesto si afferma che inseriti in una setta distante anni luce dalla verità di Cristo, si diventa lupi famelici e senza ideali umani e cristiani. Il senso di giustizia rimane forte negli animi ed è per questo che a distanza di vari anni, questo episodio tanto scabroso torna ad essere considerato con tutti gli addentellati che circondano gli avvenimenti. La storia credo, non verrà mai affossata perché simili aggressioni lasciano una traccia indelebile, specialmente laddove la prepotenza e l'arroganza di gruppo impedisce di chiedere perdono. S.R.

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  37. Piccolo promemoria per quelli che si sentono "censurati".

    Questo è un blog. Cioè uno dei tanti posti nel mare di internet dove vengono pubblicati articoletti e riflessioni. Nel nostro piccolo, ci sforziamo di pubblicare materiale quanto più preciso possibile - indicando le fonti, chiarendo il più possibile a chi non conosce bene le questioni, citando documenti, riportando immagini e materiale di provenienza neocatecumenale. Non ci inventiamo nulla. Sfidiamo i lettori a verificare personalmente ciò che diciamo, verificare le fonti, verificare nella propria esperienza. Ci interessa solo la verità. E la verità è estremamente sgradita per il Cammino Neocatecumenale, i cui pilastri fondamentali sono l'inganno e la menzogna.

    Noi non ci occuperemmo del Cammino se non fosse che il Cammino si autoqualifica come cattolico, ed ha ricevuto dalle autorità della Chiesa persino uno Statuto (che non è un certificato di santità ma solo un quadro normativo generale entro cui il Cammino dovrebbe procedere; e intanto qui dimostriamo continuamente, prove alla mano, che il Cammino disubbidisce al suo stesso Statuto, ai libri liturgici, all'autorità della Chiesa, a Dio stesso). Come abbiamo già detto mille volte, se il Cammino venisse scomunicato, oppure se Kiko abiurasse le eresie che lui e Carmen per una vita intera hanno esalato, oppure se il Cammino compisse definitivamente lo scisma (cioè portasse alla luce lo scisma sommerso che è in atto fin da quando Kiko e Carmen si incontrarono in quel bar di Madrid nei primi anni '60), questo blog non avrebbe più motivo di esistere.

    Questo blog, come pressoché tutti i blog, è dotato di uno "spazio commenti". Bisogna essere proprio rincitrulliti per illudersi che il dire "vi sbagliate!" senza fornire solide argomentazioni, non è un commento ma solo un viscido tentativo di deviare altrove la discussione, di estenuare gli interlocutori (che saranno pure disposti ad ascoltare un punto di vista diverso dal loro, ma il "vi sbagliate!", l'insultare, il minacciare, il fingersi agnellino innocente e perseguitato, non sono argomenti, non sono punti di vista, sono solo aggressione gratuita).

    Tale genere di esternazioni non viene pubblicato. Il valore di questo blog non sta né nel numero di commenti pubblicati, né nel numero di pagine pubblicate. Il valore di questo blog sta nella verità. Se un fratello del Cammino legge qualche pagina a caso e comincia a rendersi conto che il Cammino non è cattolico, abbiamo già un enorme risultato di cui gioire nel Signore. Non ci interessano i milioni di visitatori e le centinaia di migliaia di commenti: ci interessa solo la verità. E la verità è che il Cammino si spaccia per cattolico ma non lo è, e Kiko e Carmen si sono spacciati per ispirati dallo Spirito ma per tutta la vita non hanno fatto altro che servire il demonio e fare la vita comoda da borghesotti arricchiti, riveriti, ubbiditi, temuti, incensati e osannati. I due santoni hanno letteralmente fondato una setta attirandovi dentro dei cattolici che desideravano solo fare un percorso di conversione, di preghiera, di santificazione personale. I fratelli del Cammino sono stati ingannati fin dal primo giorno, hanno dovuto subire un bombardamento di "catechesi" ambigue ed eretiche, partecipare a imbarazzanti liturgie zeppe di strafalcioni, hanno dovuto imparare la cantilena de "il-cammino-mi-ha-salvato", hanno dovuto usare in esclusiva i canti e i gadget della setta...

    Lo spazio commenti non è il muro a disposizione dei vandali graffitari di passaggio. E su tante, troppe cose, il Cammino è indifendibile. Quando Kiko fa allusioni eretiche, è indifendibile.

    RispondiElimina
  38. I neocatecumenali, avendo "per padre il diavolo" (lo dicono loro stessi in quel passaggio in cui devono proclamarsi «figli del demonio», lo esige Kiko!), hanno grandissima dimestichezza con l'inganno e la menzogna. Cioè, anzitutto, col distorcere la discussione, per esempio difendendosi da accuse che nessuno aveva posto, oppure fingendo di non capire, o di non conoscere certe differenze.

    Per esempio, nel caso sopra citato - quello di santa Maria Goretti che perdonò il suo aggressore - il solito neocatekiko finge di credere che perdonare equivalga a rinunciare alla giustizia del Signore, col sottinteso che se il cosiddetto "catechista" del Cammino ti usa violenza, tu che subisci la violenza devi consentirgli di farla franca, anzi, devi addirittura chiedergli perdono per averlo "indotto in tentazione". Questo è profondamente diabolico, perché solo il demonio può gradire la sofferenza degli innocenti, l'impunità (terrena) dei malvagi, e l'ulteriore umiliazione degli innocenti.

    Il perdono cristiano, invece, è un affidarsi al Signore e chiedere che sia Lui a compiere giustizia (Dio è infinita misericordia per chi si pente ed è anche infinita giustizia: non dimentichiamo mai che nessuna cattiveria resterà impunita, dovremo render conto persino di una parola detta per scherzo!). Come leggiamo anche nella Bibbia (cfr. Dt 32,35), il Signore dice: «Mia sarà la vendetta e il castigo, quando vacillerà il loro piede! Sì, vicino è il giorno della loro rovina e il loro destino si affretta a venire». Santa Maria Goretti perdona di cuore il suo aggressore, cioè non giustifica le azioni del suo aggressore ma affida a Dio il giudizio. (Nel caso storico in questione, l'aggressore si è poi pentito, ha scontato la condanna, ha fatto una lunga vita di penitenza). Perdonare non significa approvare che il tuo aggressore la faccia franca, non significa renderti complice delle sue malefatte.

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    1. Così, nella testimonianza sopra riportata, abbiamo due personaggi ottimi candidati all'inferno:

      1) il cosiddetto "catechista" del Cammino, autore della violenza, che non manifesta segni di sincero pentimento. Dopo aver rovinato la vita di una persona innocente, l'ha fatta franca, riguadagnandosi il posto onorifico di "catechista" (come se bastasse fare un po' l'imbianchino per mettersi a posto la coscienza). Dopo quello che ha fatto, i kikos lo vedranno sempre come colui che l'ha fatta franca, ciò che in termini biblici si chiama scandalo. Davanti a Dio, c'è non solo la gravissima colpa della violenza fatta, ma anche l'aggravante che il Fernando era nelle circostanze di essere "uno importante" nel Cammino; un VIP, un personaggio "rispettabile", uno che più facilmente potrebbe farla franca, uno che più facilmente poteva permettersi il lusso di arrecare del male alle persone su cui aveva responsabilità.

      2) il "vicario di Kiko", che di fronte a Dio rende sé stesso colpevole di connivenza con l'autore della violenza, dandosi alacremente da fare per umiliare la vittima e indurla al silenzio, affinché l'altro la faccia franca. I kikos vedranno don Ciccio come il difensore dell'impunità dei VIP del Cammino. Davanti a Dio questo è un atteggiamento di gravissima colpa, ulteriormente aggravato dal fatto che don Ciccio è un sacerdote, cioè uno che per la sua formazione - intellettuale, spirituale, pastorale... - e per il suo ministero conosce benissimo il significato di "sofferenza degli innocenti". È uno le cui mani giorno per giorno elevano quel Pane di vita eterna, sfogliano (si spera) quel Breviario per meditare e pregare, studiano e commentano la Parola...

      Faccio poi presente che di fronte ad un atto di violenza, il cristiano chiede giustizia perché Dio è infinita giustizia. Il moralista perbenista puritano e imborghesito, invece, corre dalla vittima a esigere che perdoni l'aggressore, come se la giustizia non c'entrasse niente. Ma scusate, l'aggressore cosa diavolo avrebbe mai fatto per meritarsi il perdono della sua vittima? E poi, perché diavolo non correte invece dall'aggressore a reclamare che costui faccia di tutto per farsi perdonare dalla vittima? Ma che per caso siete amici del diavolo, visto che date addosso alla vittima anziché all'aggressore? Come diavolo si fa a difendere l'indifendibile don Ciccio che tenta di mettere a tacere la vittima e di santificare il Fernando "che ha lo Spirito"?

      Per questo sono irricevibili le elucubrazioni neocatecumenali su santa Maria Goretti intese a colpevolizzare la vittima e a consentire al VIP kikiano di farla franca.

      Il Signore desidera che tutti si salvino - e di conseguenza lo desiderano anche i cristiani - ma ciò non toglie che per salvarsi è indispensabile pentirsi e riparare per quanto possibile al male fatto. Cosa diavolo hanno fatto il don Ciccio e il Fernando per riparare? Nulla. Hanno fatto il contrario; quest'ultimo ha fatto di tutto per farla franca e tornare (riuscendoci) alla gloriosa carica di "catechista" del Cammino; l'altro non ha fatto altro che appoggiarlo, nel nome di Kiko.

      Nostro Signore desidera che tutti si salvino e sulla croce disse: «Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno». Che significa che chi sa quel che fa, non sarà perdonato. L'augusto catechistone Fernando sapeva quel che faceva. L'augusto Vicario di Kiko, esalando il suo imbecillissimo pastrocchio in burocratese kikiano per colpevolizzare la vittima, sapeva quel che faceva. Dai loro gesti non risulta che si siano pentiti, anzi. Sono indifendibili. Potrebbero prendere in giro noialtri - e non ci riescono -, ma non possono prendere in giro il Signore.

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    2. Piccola nota a margine: quanto detto sul Fernando e sul don Ciccio vale anche se si trattasse di un movimento diverso dal Cammino. E comunque, “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” (cfr. Mt 25,40).

      Eh, già, perché in quanto cattolici, sappiamo che un'azione malvagia non diventa santa perché compiuta in un movimento ecclesiale anziché un altro.
      E quando uno prende le parti dell'aggressore anziché della vittima, Dio lo vede benissimo.

      Per noi cattolici conta la giustizia di Dio, non il prestigio di una qualsiasi aggregazione religiosa e dei suoi VIP.

      Questo blog è dedicato al Cammino Neocatecumenale. Le testimonianze sulle storture dei pezzi grossi (pezzettoni grossi) del Cammino confermano, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che la spiritualità del Cammino viene dal demonio. Solo al demonio può far piacere che per consentire all'aggressore di farla franca, si sputa sulle vittime - si veda ad esempio il caso dei kikos di Guàm che per difendere il pedofilo hanno sputato sulle vittime del pedofilo. È proprio la mentalità del Cammino: riconoscere ai propri VIP l'autorizzazione a peccare e a farla franca.

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  39. Grazie by Tripudio, per questi tuoi commenti che ci riportano al cuore del problema.
    La mia riflessione è la seguente: sappiamo che almeno due presbiteri neocatecumenali, di uno dei due dei quali si parla diffusamente in questa lettera al vescovo, leggono regolarmente il nostro blog. Leggono, sanno che tutto ciò che è stato scritto è vero, conoscono nei particolari la vicenda e, sia ora che allora nell'imminenza degli eventi tacciono.
    Anche solo con il loro silenzio, si rendono colpevoli.
    Questi 'ministri di Dio' confessano, fanno prediche e direzioni spirituali, magari anche omelie su internet. Sono presbiteri di comunità neocatecumenali, ma sicuramente seguono anche i fedeli nelle parrocchie.
    Per colpa del Cammino Neocatecumenale abbiamo nel cuore della Chiesa dei vicari di Kiko, portatori della sua ideologia dell'omertà e del silenzio.
    Se anche il guru dovesse andare presto al suo giudizio personale di fronte a Dio (evento che sempre ha negato e che lo sorprenderà moltissimo), purtroppo lascerà a noi questi suoi figli deformi. Ai quali auguro di trovarsi presto degli amici con la loro disonesta ricchezza, perché se il loro capo spirituale riuscirà a rimanere indenne dalla resa dei conti durante la sua vita terrena, a loro non succederà altrettanto.


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  40. Sono veramente schifata dall'atteggiamento di chi, ancora una volta, provoca dolore a chi ha subito una simile violenza! Non ci sono scusanti ed è ancor più offensivo e doloroso se questo viene da ex nc in questo blog che, da sempre, ha cercato di fare verità su tante, troppe cose occultate dai kikos! Chi assume questo atteggiamento lo ritengo complice! Le vittime vanno difese e basta! Anche certi silenzi che non rispondono agli attacchi per una sorte di buonismo, finiscono con far del male a chi di male ne ha già subito troppo! La coscienza non vi dice nulla? Fides

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