domenica 26 luglio 2009

La religione civile dei cardinali

Mi ha molto colpito questo articolo a firma di Ernesto Paolozzi, apparso su La Repubblica del 16 luglio e ripreso da alcuni blog radicali, su uno dei quali ho postato la riflessione che troverete dopo il testo dell'articolo

Non vi è alcun dubbio che, nella Chiesa italiana, vi sia un nuovo, importante fermento al cospetto di una crisi tangibile, per certi aspetti veramente profonda. In molte città, e fra queste Napoli e Milano in prima fila, i cardinali da tempo conducono battaglie di carattere civile. Se Tettamanzi si prova ad arginare, a Milano, le ventate razziste sollevate dal leghismo, a Napoli Sepe prova a confrontarsi col mondo degli emarginati nostrani. Nella comunità cattolica è aperto ormai un confronto su quella che alcuni definiscono la religione civile, intesa come unica possibilità di salvezza di una Chiesa che, altrimenti, sembra avere esaurito il suo ruolo. Personalmente, per quello che vale, concordo con chi afferma che non è possibile ridurre la complessità della religiosità alla sola questione dell'impegno sociale e civile. La Chiesa, svolgendo un ruolo sia pure nobile e fondamentale, di puro impegno politico, finirebbe in poco tempo col confondersi con tante altre istituzioni che svolgono e svolgeranno un ruolo analogo. In poche parole, la Chiesa non esaurisce il suo compito nel porsi al fianco dei poveri e dei negletti. Per quanto umana e importante sia tale funzione. Essa copre un orizzonte più vasto: quello della fede, innanzitutto, del bisogno, autentico, di rivolgersi alla divinità, di affidarsi al sacro. Copre l'orizzonte esistenziale e individualissimo strettamente legato alla condizione umana, quello nel quale ci si interroga sul destino profondo di ogni fragile creatura. Ma c'è un altro spazio che la Chiesa copre assieme, naturalmente, alla filosofia, alla cultura, alla politica. Quello spazio che definirei etico-politico, che si nutre della fede come dell' impegno civile, che, attraverso l'identificazione dei valori, elabora modi e stili di vita, comportamenti concreti da attuare e promuovere nella vita quotidiana. È in questo luogo, mi sembra di poter dire, che si consuma parte dell'attuale crisi. Per due motivi almeno: uno di carattere generale, l'altro più legato alla contingenza politica. Nel primo caso, si avverte una Chiesa del divieto, del no, della mancanza di pietà e di generosità nei confronti dei peccatori: una Chiesa quasi ossessionata dalle questioni legate al sesso o, più in generale, ai cosiddetti problemi della bioetica. Non è un caso che il cardinal Martini, voce autorevole come poche, abbia riproposto con grande forza la questione del divorzio invocando addirittura un Concilio. Sembra che la Chiesa abbia smarrito quel senso di accoglienza paterna, benevola, umanamente generosa nei confronti del suo popolo, per cui stride l'impegno civile verso poveri e disagiati rispetto all' inappellabile rigorismo mostrato nei confronti degli omosessuali, dei cosiddetti diversi. Se tale condizione si paragona poi al concreto operare nei confronti della politica quotidiana, la contraddizione si rileva ancora più eclatante. Una Chiesa così rigorosa, come nel caso Englaro o nei confronti dei divorziati, che poi sembra distratta o, quantomeno, divisa di fronte al paganesimo ostentato da una parte della classe politica italiana. Si dirà che i laici non possono invocare il principio di laicità dello Stato in alcuni casi e in altri l'intervento della Chiesa, a seconda delle loro convenienze politiche. Per essere chiari: nel caso Englaro deplorare l'ingerenza della Chiesa, nel caso Berlusconi invocarla. È una giusta obiezione, da accogliere pienamente perché è la stessa che rispettosamente si deve muovere alle istituzioni religiose. Un paese sfiduciato e quasi atterrito come il nostro, città come Napoli e Milano ormai snaturate e senza identità, hanno bisogno di politica ma anche di impegno civile e religioso. La religione non è superstizione, non è strumento per regnare nell'ordine, è una dimensione intima e profonda, e anche pubblica perché indica un orizzonte comune: si nutre di generosità e costanza.
Ernesto Paolozzi (la Repubblica)

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Bene la prima parte, tutto esatto e condivisibile perché non è la "religione civile" che forma le coscienze e nutre i cuori e le anime, ma la "fede viva" che indica e rende possibile il comportamento retto, eticamente sano e giusto.

Non è la Chiesa che impone divieti, dicendo alcuni "no": ma "la legge naturale" e, ancor più luminosamente, i Consigli evangelici nonché quelli che vengono chiamati 10 Comandamenti, ma in realtà sono "Dieci Parole per la Salvezza", che più che legge, sono rivelazione del Progetto di Dio per l'uomo.

Se la Chiesa stigmatizza dei comportamenti che portano l'uomo 'fuori' dal progetto di Dio, non è essa a porre dei divieti, ma ad ergersi custode della Verità nel ricordarli e, insieme al peccatore - che essa accoglie per il perdono e la Redenzione che ne scaturisce, che implica Trasformazione - non accoglie il peccato.

Il problema del nostro tempo è che si è perso il senso del peccato come distacco da Dio e conseguente morte spirituale e smarrimento del senso della sua vita dell'uomo. Generosità vera non è essere indulgenti e quindi accogliere il peccato insieme al peccatore, perché la Carità non può mai essere separata dalla Verità e anche dalla Giustizia. E' difficile, certamente, e rende la risposta dell'uomo - cioè la sua responsabilità nei confronti della Vita - più seria e impegnativa, ma è qui che si gioca il suo futuro e quello dell'umanità tutta.

I Cardinali, più che preoccuparsi di questioni politiche e sociali, dovrebbero preoccuparsi di più di custodire e diffondere la Verità che 'indica' quel che è Bene per l'uomo singolo e per l'umanità intera, senza costringere, perché l'uomo è libero di scegliere.

Ma non bisogna mai smettere di "Annunciare" la Persona Vivente che rende possibile la vera "scelta per la Vita", cioè il Signore Gesù che - guarda caso - è l'unico Nome che i Cardinali, nel riempirsi la bocca di etica di giustizia e di socialità, non nominano mai... forse è proprio Questo che si sono perso

7 commenti:

  1. Due notazioni:
    l'articolo è pertinente con la nostra mission per diversi motivi:

    1. allarga l'orizzonte a tutta la realtà della Chiesa e quindi anche a quel progressismo, di cui il Cammino NC è solo uno degli aspetti, anche se non è il più insignificante, ed è e resta uno dei più subdoli e deleteri

    2. il discorso del "senso del peccato", se nella società laica si è completamente perso, nel cammino, viene luteranamente distorto e non vede la Redenzione della persona operata da Cristo nelle sua Chiesa come perdono e trasformazione nella "Fede viva", ma praticamente 'coperto' dalla Misericordia, senza implicare autentica responsabilità individuale, dato che la salvezza consiste nell'appartenenza al cammino e assume connotati collettivi, non 'passando' - come invece accade secondo la rivelazione evangelica - attraverso la singola persona e poi, da essa, estendesosi alla comunità

    3. drammaticamente serio mi sembra il richiamo ai vescovi a preoccuparsi di svolgere la loro vera funzione che è quella di custodire e diffondere le Verità della Fede, dall'accoglimento vissuto delle quali soltanto scaturisce il comportamento etico che può fecondare la società e la cultura, perché nasce da cuori redenti e si esprime attraverso le "opere della Fede" (vedi S. Giacomo nella bellissima citazione del thread precedente) e non è imposto dall'esterno come un abito da indossare, ma che non incide sul cuore sulla mente e sulla volontà

    ... c'è altro da dire, collegato anche al thread precedente. Vi aspetto

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  2. Sembra che la Chiesa abbia smarrito quel senso di accoglienza paterna, benevola, umanamente generosa nei confronti del suo popolo

    la Chiesa, che è "Mater et Magistra", non ha smarrito il senso di "accoglienza" paterna, ma ha purtroppo abbandonato l'esercizio dell'Autorità che condanna l'errore. Ma tutto questo per l'articolista non va ancora bene

    La Chiesa non respinge un peccatore pentito; tuttavia DEVE chiamare l' 'errore' o la 'deviazione' con il suo nome e, oggi, essa continua a farlo di quando in quando su questioni di bioetica o di eugenetica, di politica o di impegno sociale. Il problema è che sembra abbia smesso di farlo nei confronti delle Verità di Fede, tant'è che ne risultano scossi o quanto meno offuscati i Fondamenti.

    In ogni caso quel che dice e fa la Chiesa riguarda i credenti, che non possono pretendere un comportamento o pronunciamenti secondo quanto fa loro più comodo; quanto ai non credenti la questione non li riguarda, e allora cos'è che dà loro fastidio?

    Vorrei far notare che la Chiesa non è solo "umanamente", ma anche "soprannaturalmente" generosa e questo richiede l'adeguamento a parametri che ci sono stati DATI che non sono umani, ma che sono "per" l'uomo (vedi gli effetti del Sacramento dlela Riconciliazione e quelli dell'Eucaristia).

    Inoltre, come ho già ricordato nella riflessione sull'articolo di apertura, "generosità" non è = indulgenza nei confronti dell'errore, ma semmai degli erranti perché la Carità non è mai disgiunta dalla Verità e dalla Giustizia

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  3. "1. allarga l'orizzonte a tutta la realtà della Chiesa e quindi anche a quel progressismo, di cui il Cammino NC è solo uno degli aspetti, anche se non è il più insignificante, ed è e resta uno dei più subdoli e deleteri"

    condivido la vostra impostazione,c'è sempre molto da imparare da queste riflessioni

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  4. Attenzione cari amici, non mi fiderei molto di opinionisti spiccatamente di "Sinistra", bugiardi e drammaticamente pessimisti, gli stessi che più volte hanno accusato il Santo Padre di "Ingerenza" e la Chiesa "non al passo con i tempi".
    Lasciamo che i loro articoli trovino i loro sostenitori, perchè non penso che possano darci indicazioni nè illuminazione coloro che sostengono il male in tutte le sue forme.

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  5. non è una forma di religione civile anche quella dei cardinali che lasciano proliferare movimenti come il cnc solo perchè sembra garantire principi morali: famiglie numerose, vocazioni, ecc.?
    Senza conoscere il rivescio della medaglia da voi ampiamente
    Non so innserire i link, ma rimando ai documenti più volte ricordati da MIC

    http://www.internetica.it/neocatecumenali/noFamily.htm

    http://www.internetica.it/neocatecumenali/dove-siamo.htm

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  6. Lasciamo che i loro articoli trovino i loro sostenitori, perchè non penso che possano darci indicazioni nè illuminazione coloro che sostengono il male in tutte le sue forme.


    Cinzia, noto che MIC si è servito dell'articolo per criticarne i limiti e evidenziarne le falsità

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  7. Caro Vittorio, grazie per la precisazione,ma ho pensato di essere più sintetica e incisiva, per mettere ancora più in risalto le loro contraddizioni.

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