domenica 20 settembre 2009

Situazione a rischio per i cristiani in Terra Santa

Stranamente nessun media lo ha riportato, ma il Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, durante un discorso pronunciato l'8 settembre nella Cattedrale di Westminster, a Londra, ha avvertito che il futuro della Chiesa in Terra Santa è a rischio. Per questo motivo, ha chiesto ai cristiani di tutto il mondo di unire i propri sforzi per aiutare i fedeli della terra di Gesù. Mons Twal ha sottolineato che l'emigrazione ha ridotto drasticamente il numero dei cristiani sia in Israele che in Palestina. Egli ha confessato che fino ad ora il pellegrinaggio svolto da Benedetto XVI in Terra Santa a maggio non ha portato a una minore oppressione delle minoranze e che "la continua discriminazione in Israele minaccia sia i cristiani che i musulmani".

"Tra la limitazione degli spostamenti e la noncuranza per le necessità abitative, le tasse e la violazione dei diritti di residenza, i cristiani palestinesi non sanno da che parte voltarsi". Il Patriarca Twal ha condannato in particolare il muro eretto da Israele intorno alla West Bank, affermando che oltre a ostacolare la libertà di movimento "ha chiuso molti palestinesi in zone-ghetto in cui l'accesso al lavoro, all'assistenza medica, all'istruzione ed ai servizi di base è stato gravemente compromesso". "Abbiamo una nuova generazione di cristiani che non può visitare i Luoghi Santi della sua fede anche se distano solo pochi chilometri dal luogo in cui risiede"
Nell'omelia della Messa che ha celebrato nella Cattedrale di Westminster prima dell'incontro, ha espresso la propria riconoscenza affermando: "Contiamo sul vostro affetto e sul vostro sostegno. Senza di voi, che ne sarà del nostro futuro?".
Il presule ha poi sottolineato l'importanza delle cinque "P": preghiera, pellegrinaggio, pressione, progetti, che portano tutti alla quinta "P", quella della pace. "Se in 61 anni non siamo riusciti a ottenere la pace, vuol dire che i metodi che abbiamo usato erano sbagliati", ha commentato parlando della necessità di raggiungere una soluzione definitiva nella regione. "Sembra che i politici siano più preoccupati della pace che della guerra e preferiscano gestire il conflitto piuttosto che risolverlo".
Secondo il presule, ricorda l'associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), che ha organizzato l'incontro londinese, si pensa che i fedeli di Gerusalemme diminuiranno dai 10.000 attuali a poco più di 5.000 nel 2016. In tutta la Terra Santa, ha aggiunto, i cristiani sono scesi dal 10 al 2% in 60 anni, anche se altre prove mostrano che il declino potrebbe essere superiore.
In compenso aumentano i "cristiani d'importazione": conosciamo tutti la Domus Galileae [vedi] e la capacità di penetrazione del Cammino neocatecumenale, che è riuscito ad assicurarsi l'appoggio del Vescovo Melchita nonostante sia uno dei firmatari della Lettera degli Ordinari di Terra Santa che richiama il Cammino NC a rispettare le tradizioni millenarie delle Chiese orientali che lì convivono da millenni, appunto, e che corrono -oltre al rischio della diaspora forzata in base alla situazione- anche quello dell'inquinamento come è accaduto e continua ad accadere alla Chiesa di Roma.
Innalziamo la nostra preghiera per i Cristiani di Terra Santa e di tutte le altre regioni martoriate dal Medio Oriente, invocando e attendendo anche dal Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente convocato dal Papa per ottobre 2010, al quale sono chiamati a partecipare anche ebrei e musulmani, proposte e interventi di pacificazione e di armoniosa convivenza.

21 commenti:

  1. i fronti di sofferenza dei cristiani sono davvero tanti e assumono modalità ed esperienze diverse anche rispetto al Paese in cui si vive. Anche questo fa parte della Provvidenza e della chiamata che ognuno di noi ha.

    Preghiamo per ogni tipo di sofferenza e di persecuzione e che il signore faccia germogliare il suo giardino dai poveri semi, che comunque sempre da Lui abbiamo ricevuto

    In particolare benedica, insieme ai loro pastori, le Comunità del Medio Oriente che ci sono lontane solo geograficamente

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  2. "
    Stranamente nessun media lo ha riportato, ma il Patriarca latino di Gerusalemme
    "

    il patriarca dice quello che è sotto gli occhi di tutti e nessuna agenzia di informazione può esporsi a dirlo perchè verrebbe accusata di antisemitismo, come se lo stato d'Israele coincidesse con l'ebraismo o non piuttosto col sionismo, che non sono la stessa cosa

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  3. la cura con cui affrontate tanti argomenti vi fa onore

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  4. ...quanto segue andrebbe postato al threa sotto a questo ^__^

    Conferenza del card. Joseph Ratzinger sulla Musica Sacra e Liturgia:

    Gruppo o Chiesa?

    Cerchiamo brevemente di conoscere questa concezione nelle sue li­nee maestre. Il punto di partenza della liturgia — così ci viene detto —è il riunirsi di due o tre che stanno insieme nel nome di Cristo (199 a). Questo riferimento alla parola del Signore (Mt 18, 20) di primo acchito sembra innocuo e tradizionale. Ma tale parola acquista una portata ri­voluzionaria per il fatto che la citazione biblica è tolta dal suo contesto e viene fatta risaltare per contrasto sullo sfondo di tutta la tradizione liturgica. Perché i «due o tre» sono messi ora in opposizione nei con­fronti di un’istituzione con ruoli istituzionalizzati e nei confronti di ogni «programma codificato ». Così tale definizione significa quanto segue: non è la Chiesa che precede il gruppo, bensì il gruppo precede la Chiesa.
    Non la Chiesa nel suo insieme fa da supporto alla liturgia dei singoli gruppi e comunità, bensì il gruppo stesso è il luogo dove di volta in volta nasce la liturgia. La liturgia perciò non si sviluppa neppure par­tendo da un modello comune, da un «rito» (ridotto, in quanto «pro­gramma codificato», all’immagine negativa della mancanza di libertà); la liturgia nasce nel momento e nel luogo concreto grazie alla creatività di quanti sono riuniti. In tale linguaggio sociologico il sacramento del sacerdozio viene considerato un ruolo istituzionalizzato che si è procu­rato un monopolio (206 w) e, grazie all’istituzione (cioè alla Chiesa) ha dissolto l’unità primitiva e la comunitarietà dei gruppi. In tale contesto la musica, così ci viene detto, come pure il latino, sono divenuti un lin­guaggio da iniziati, «la lingua di un’altra Chiesa, cioè dell’istituzione e del suo clero».



    Due Chiese?

    L’aver isolato il passo di Mt 18, 20 dall’intera tradizione biblica ed ecclesiale della preghiera comune della Chiesa, come si vede, mostra ora gravi conseguenze
    : a partire dalla promessa che il Signore ha fatto a quanti pregano in ogni luogo, si è fatta una dogmatizzazione dei gruppi autonomi. La comunanza della preghiera è stata esasperata sino a divenire un appiattimento che considera lo sviluppo del ministero sacerdo­tale il sorgere di un’altra Chiesa. Da questo punto di vista ogni propo­sta che viene dalla Chiesa universale è giudicata una catena contro cui bisogna insorgere per amore della novità e libertà della celebrazione li­turgica. Non l’ubbidienza di fronte a un tutto, bensì la creatività del mo­mento diviene la forma determinante.

    :-)
    http://difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8806012

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  5. “Grande sapienza e’ grande tormento. Chi piu’ sa, piu’ soffre”.

    Libro del Qoelet, 1,13.

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  6. Insomma, dal post di Caterina, nonché da tutti i suoi interventi e scritti sulla Liturgia il Papa conosceva, fin da cardinale, le magagne della Chiesa. E, poi, il 10 gennaio...

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  7. Insomma, dal post di Caterina, nonché da tutti i suoi interventi e scritti sulla Liturgia il Papa conosceva, fin da cardinale, le magagne della Chiesa. E, poi, il 10 gennaio...


    Il 10 gennaio il Papa ha dato dei criteri netti di integrazione e delle richieste esplicite di correzione, ribadendo e non negando nemmeno una virgola di quello che ha detto precedentemente.

    Gli Statuti del Cammino, con le norme che contengono, hanno in potenza tutte le caratteristiche che richiederebbe una integrazione.

    Certo quello che è anomalo è come questi statuti sono stati considerati dal CnC è da parte della Chiesa Gerarchica. Si afferma una cosa, se ne fa un'altra.

    Ma da parte nostra abbiamo difettato molto nella disperazione e nel lutto che abbiamo espresso con l'uscita (che sappiamo tutti anomala) degli Statuti, senza guardare al merito fino in fondo e senza capire se e come anche da parte nostra, per la nostra parte, si potesse tentare l'integrazione di cui il Papa HA DATO OGGI DEGLI STRUMENTI PIU' PRECISI. Strumenti da far valere, anche da parte nostra e per quanto ci è dato. Strumenti che IERI NON C'ERANO.

    Poi sappiamo che la realtà racconta di situazioni di pressione e di solitudine. Ma la realtà dobbiamo imparare ad accettarla, quando non la possiamo cambiare. E' l'esercizio più difficile che esista nella vita! Perchè la realtà, spesso, non la comprendiamo. Non capiamo, anche a lume di ragione. Sono io il primo a non capirla.

    Ma, come mi ha consigliato Caterina, in questi casi si deve Pregare di più. Per capire cosa Voglia Dio da noi.

    Ovvero, offrire. Non avere e farsi aspettative. Non "lottare" per il risultato ma "solo" per l'Intenzione. Quella sarà esaminata da Dio! Non il risultato.

    Non possiamo e non dobbiamo farci carico di responsabilità non nostre. Anche questo fa parte di un processo de-responsabilizzante (rispetto agli altri) che mettiamo in atto. Lo facciamo in modo inconsapevole. Ma in realtà ad ognuno la SUA responsabilità.

    Noi non abbiamo nessun altro potere se non quello della parola (della preghiera) e della testimonianza della Vita.

    E nessuna "battaglia", per buona che sia, potrà mutare questa realtà e questa nostra responsabilità. Con l'Umile e fecondo soffrire, spesso si cambia il corso della storia, come disse la nostra Madre. E forse, oggi, siamo chiamatia a questo.

    RIcordando sempre che le battaglie per ottenere la Giustizia UMANA (anche nella Chiesa) non vengono benedette dal cielo!

    Per questo dicevo all'utente tradizionalista del Blog MessaInLatino, che insistere sulla battaglia per il riconoscimento degli errori del Vaticano NON PORTERA' A NULLA. Le ingiustizie sono tante e sono evidenti.

    Ma occorre lottere cuore a cuore perchè la Fede sia preservata! Non per il DIRITTO DI QUESTO O QUEL GRUPPO! Verrà da sè, poi, nascendo dalla sofferenza patita ingiustamente...

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  8. Caro Steph, quoto in tutto il tuo post, in ogni dettaglio.

    Penso però di dover aggiungere qualche precisazione: io il nostro impegno non l'ho mai considerato una battaglia: S. Paolo parla di "buona battaglia" ma è quella che dobbiamo fare con noi stessi e le nostre pulsioni negative, che solo con la Fede e l'Amore del Signore possono essere vinte e noi possiamo essere ri-generati.
    Ciò non toglie che siamo anche nella "Chiesa militante", che lo è sia a livello personale che comunitario.

    Ebbene, partendo dall'informazione e dalla denuncia, ci siamo trovati implicati in una sorta di 'militanza' non cercata, ma non per questo meno impegnativa.

    Comunque la ricerca della Verità e la conseguente denuncia di storture permanenti, nonostante i ripetuti richiami, è una militanza che -oltre a fedeltà alla Chiesa e quindi al Signore- è anche carità nei confronti delle potenziali vittime, nonché di quelle in atto che, se l'errore non viene denunciato, vi persisteranno inesorabilmente.

    D'altronde, mi sembra che nessuno di noi ha mai puntato a risultati precisi, anche se prima dell'approvazione potevamo avere qualche aspettativa di maggior rigore nell'applicare gli statuti, ad esempio; ma eravamo ben consapevoli che nulla dipendeva né dipende da noi, che davvero siamo "servi inutili", che solo ambiscono a conoscere e far conoscere sempre di più e sempre meglio lo Sposo...

    Aggiungo che anche la preghiera e il silenzio, in realtà, fanno pur sempre parte della battaglia. E c'è chi, nell'econmomia della salvezza è chiamato a dedicare la propria vita interamente alla preghiera e al silenzio...
    Ora noi siamo fedeli comuni, ognuno con il proprio 'posto' (noto solo al Signore) in questa economia della Salvezza presente nella Sua Chiesa e siamo solo portatori e testimoni della nostra personale -ognuno con i suoi doni e peculiarità- conoscenza ed esperienza, la cui condivisione ha la pretesa di essere utile a chi passa, seme per il viandante, che solo il Signore può far germogliare. Questa agorà ne offre l'opportunità. Ciò non toglie che anch'io sento che, per quanto mi riguarda, i 'tempi' dedicati al silenzio e alla preghiera debbano aumentare, ma solo per alimentare con maggiore carità e discernimento l'impegno attuale.

    Trascrivo nel prossimo post un brano di una corrispondenza di P. Zoffoli che leggevo proprio ieri sera.

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  9. Dice p. Zoffoli in una sua lettera a p. Livio:

    Ciò penso riflettendo sulla solita ragione addotta dai neocatecumenali di non permettersi di spiegare la loro dottrina, quando la richiesta può avere il senso dell'accusa. Essi ripetono: "Se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra" (Mt 5,39).
    Ma nel caso nostro il testo evangelico è applicato a sproposito:
    - la reazione proibita da Gesù è quella suggerita dal risentimento destato da offese personali. Ma qui la protesta è motivata dal dovere di difendere la fede: quella compromessa dagli errori insegnati nella catechesi di Kiko e Carmen... Le parti allora s'invertono: gli OFFENSORI SONO QUESTI (in buona o cattiva fede), mentre i credenti sono gli OFFESI, che DEVONO reagire non per difendere interessi personali, ma l'ORTODOSSIA quale sommo di tutti i beni... E' per questo che proprio Gesù, se tacque agli insulti dei manigoldi, si oppose sempre e vivacemente agli scribi e ai farisei, al sinedrio, a Caifas e a Pilato quando si trattò della CAUSA DEL PADRE, della VERITA' DELLA SUA MISSIONE.
    Dunque, privo di qualsiasi fondamento biblico il silenzio opposto dai neocatecumenali ai loro critici: la ragione con la quale si pretende di giustificarlo si riduce ad una grossolana fandonia quando non tradisce una menzogna diabolicamente raffinata...
    La verità fa bene a tutti, e la purezza della fede è un BENE COMUNE A TUTTI: precisamente quello che noi intendiamo salvare anche per i Neocatecumenali, e ciò unicamente per un dovere di carità, non per uno sciocco puntiglio. Tanto vero che io ed altri saremmo dispostissimi e felicissimi di ricrederci, se si arrivasse a dimostrare che ci siamo ingannati... Cosa si potrebbe esigere di più da persone oneste?


    Quante volte ho detto con profonda convinzione queste stesse cose, senza aver mai letto questa lettera?

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  10. Per questo dicevo all'utente tradizionalista del Blog MessaInLatino, che insistere sulla battaglia per il riconoscimento degli errori del Vaticano NON PORTERA' A NULLA. Le ingiustizie sono tante e sono evidenti.

    anche qui la vera battaglia non consiste nel fare la rivoluzione (che in genere opera cambiamenti rapidi, ma spesso traumatici, come del resto ha operato la riforma di Paolo VI). Ma chi prende coscienza degli errori e delle ingiustizie è tenuto non a fare la rivoluzione o a imporre ma a non tacere, continuando a pregare e ad aver fiducia in Chi, solo, è Giustizia (oltre che Verità) e può donare la Giustizia, la Verità e la Carità che non vanno mai separate sia nel parlare che nell'agire.
    Questo è il nostro intento, talvolta facciamo qualche scivolone; ma, se siamo ben orientati, e restiamo Fedeli e preghiamo e Adoriamo, la nostra via si illumina e il nostro agire diventa portatore di una Presenza, che è la sola che può operare secondo la volontà del Padre.

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  11. Del resto, Steph, se le molte voci che si stanno unendo alla nostra nel prendere atto delle derive post-conciliari, cosa fanno se non corroborarci, aumentare le consapevolezza e ripristinare la Verità della Tradizione?
    Se avessero continuato a tacere o non se ne alzassero altre, non credi che sarabbero in molti di più a seguire i tanti pifferai magici post conciliari spiritodelconciliodipendenti?

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  12. Se avessero continuato a tacere o non se ne alzassero altre, non credi che sarabbero in molti di più a seguire i tanti pifferai magici post conciliari spiritodelconciliodipendenti?


    Sai bene che non mi riferisco a questo, quando faccio queste mie considerazioni.

    Mi riferisco ai toni da Battaglia "politica" che sai bene molti usano.

    Il che è anche comprensibile, umanamente.

    Ma non è assolutamente la via maestra per accelerare il ritorno della Sacra Tradizione Viva.

    Nessuno di noi è immune a questo problema. Spesso questo umano agire ci viene ributtato addosso da chi lavora per la distruzione. E dobbiamo fare autocritica, evitando di tornare ad esporci, usando con INTELLIGENZA le armi della Verità e della Giustizia nella Carità.

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  13. ...è la vexata questio del "metodo" ^__^

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  14. preghiamo tutti per le comunita' nc in israele, purtroppo quasi ultimo bastione della presenza cristiana in terra santa...

    z

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  15. Ottima scelta quella del nuovo titolo del blog :-)))

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  16. Sono d'accordo in tutto con Stefano, che in qualche modo mi rincuora. Mi sembra indichi una via equilibrata, oltre che giusta, per non restare intrappolati nelle tante contraddizioni che convivono nella Chiesa, si contrappongono, si graffiano. Vorrei essere analfabeta, cieca, sorda, vorrei riavvolgere il nastro e tornare nell'utero di mia madre, o anche prima. In questi ultimi giorni mi sono ritrovata nel cuore un ingombrante e fastidioso rimpianto per il bunker dorato del cammino dove non vedevo né sentivo altro che l'auto- celebrarsi dei 'quanto è bello stare insieme coi fratelli'. Perché è brutta questa Chiesa che non sa essere più Una né Santa né Apostolica né Romana. Questa Chiesa che si va perdendo il Cielo senza neppure guadagnarsi la terra. E io dove andrò, Signore, a cercarti? Se solo Tu hai parole di Vita eterna? Nel cuore di Tua Madre andrò, davanti a un Tabernacolo che ancora e sempre mi parla di Te.

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  17. Io non mi sento di pregare per le comunità NC in Israele, Zufolo £ C., mi sento invece di pregare per i veri cristiani di Terra Santa, che sono sia di lingua ebraica, ma soprattutto arabi israeliani e palestinesi....

    Le comunità NC sono baluardi del Cammino e delle dottrine dei suoi iniziatori, non del cristianesimo in Terrasanta, che ha tradizioni millenarie, quelle delle origini autentiche e che i vescovi vi hanno detto di rispettare; cosa che evidentemente non fate, perché dovunque andate portate il Cammino, non il cattolicesimo che, per Grazia del Signore, sta ritrovando la sua vera identità

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  18. preghiamo tutti per le comunita' nc in israele, purtroppo quasi ultimo bastione della presenza cristiana in terra santa...

    Preghiamo perchè le "Comunità" del Cammino, in Terra Santa e altrove, si possano finalmente integrare nella Chiesa, accettando la SUA Identità e rinunciando alla propria.

    In questo modo potrebbero arrivare persecuzioni più gravi, nei confronti del CnC in Terra Santa, allo stesso modo degli altri Cristiani... Ma d'altra parte questa realtà ci ha mostrato il Signore... "Hanno perseguitato me, lo faranno anche con voi"

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  19. Mic....dalle parole di Ratzinger e tutti i vostri interventi....dovrebbero essere ripostati al primo thread che hai aperto ^__^

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  20. Ma da parte nostra abbiamo difettato molto nella disperazione e nel lutto che abbiamo espresso con l'uscita (che sappiamo tutti anomala) degli Statuti, senza guardare al merito fino in fondo e senza capire se e come anche da parte nostra, per la nostra parte, si potesse tentare l'integrazione di cui il Papa HA DATO OGGI DEGLI STRUMENTI PIU' PRECISI.

    da parte nostra non abbiamo difettato nella disperazione e nel lutto ma nel realissimo ed inevitabile sconcerto, e anche nel dolore di ciò che accade nella e alla Chiesa anche su altri fronti, sconcerto e dolore che permangono tuttora, e non mi sembra che esprimerlo sia mancanza di rispetto per il Papa o sia una cosa riprovevole.

    Quanto al Papa, come riconosce lo stesso p. Zoffoli non può che essere male informato, perché in molte cose egli è tributario delle informazioni dei suoi collaboratori (valeva per Giovanni Paolo II e vale anche per Benedetto XVI)

    (il Papa ha dato) Strumenti da far valere, anche da parte nostra e per quanto ci è dato. Strumenti che IERI NON C'ERANO.

    perché la lettera di Arinze cos'era e tutte le esortazioni di Giovanni Paolo II sulla penitenza e suol ruolo dei sacerdoti? Ma sono servite a qualcosa?
    Come del resto non sono serviti neppure tutti i richiami dei vescovi, quelli di Terrasanta (ben 18) compresi, come non è servita l'iniziativa dell'intera Conferenza Episcopale Giapponese.

    Non credo che il fatto di evidenziarlo sia un 'metodo' poco caritatevole: è semplicemente informazione corretta, dimodoché chi non conosce queste cose o le conosce superficialmente solo riguardo ai numeri e alla morale indefettibile che nascondono dottrina e liturgia (come sottolineava Emma) sia portato a prenderne atto e a trarne le conseguenze logiche e di retta coscienza bene informata e senza pressapochismi o 'sensazioni' superficiali.

    Poi sappiamo che la realtà racconta di situazioni di pressione e di solitudine. Ma la realtà dobbiamo imparare ad accettarla, quando non la possiamo cambiare. E' l'esercizio più difficile che esista nella vita! Perchè la realtà, spesso, non la comprendiamo. Non capiamo, anche a lume di ragione. Sono io il primo a non capirla.

    ti sembra che il mio atteggiamento sia di non accettazione della realtà? Io accetto questa realtà, che il Signore ha permesso anche perché vengano alla luce e si approfondiscano molte cose altrimenti sottratte all'attenzione dei più dall'ombra dell'indifferenza. Sì, perché quella che mi sembra sia scossa, oggi, nella Chiesa, e quell'indifferenza che appecorava tutti dietro al primo pifferaio di turno, che lo spiritodelconcilio promuoveva a 'carismatico' o a 'profeta' e sono in molti, speriamo, a chiedersi anche in quella che qualcuno chiama 'massa informe' (ma che per il Signore è fatta di anime senza guida): cosa è successo alla mia fede? In cosa credo davvero? Chi è che mi muove e mi guida?

    In ogni caso, partendo dall'accettazione di questa realtà, NON ACCETTO -né il Signore mi obbliga certo a farlo- gli errori che vi sono ancora dentro e, per quanto mi è dato, continuo a denunciarli spero secondo Verità Carità e Giustizia

    Del resto in non mi ergo a giudice di nessuno, non ce l'ho coi neoctecumenali (e come potrei, se resto nel Signore?), ma quello che vedo e quello che constato continuo a dirlo, anche perché l'approvazione esige pur sempre una verifica... che forse non interessa nessuno di quelli che dovrebbero occuparsene; ma di certo interessa chi è amante della Verità e non si stanca di cercarla e approfondirla, sfrondandola delle troppe incrostazioni e travisamenti dell'ultimo 40ennio

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