giovedì 15 marzo 2012

Liturgia e cammino neocatecumenale nell'insegnamento di Benedetto XVI

Manuel Nin, su L'Osservatore Romano del 15 marzo scorso, affronta l'argomento di cui al titolo. Ne risulta evidente la necessità di chiarire esattamente i termini di una questione che nel cammino viene interpretata a proprio uso e consumo, fornendo le coordinate indicate dal Papa nel suo discorso del 20 gennaio.

Pur apprezzando l'esigenza di chiarezza e di precisa interpretazione della mens e degli insegnamenti del Santo Padre, torniamo a esprimere quello che resta lo scandalo di continuare ad elogiare e permettere quella che è una evangelizzazione distorta. Ecco, questa forma di 'inclusivismo' di conio conciliare, non può non essere dannosa per il bene della Chiesa, pur nell'istanza di salvaguardare il bene di tante anime coinvolte in buona fede in quel contesto. Insomma anche il discorso dell'Osservatore è fatto in ecclesialese, linguaggio comprensibile solo a chi VUOL ascoltare. Nel cammino invece prevale e signoreggia il linguaggio direttivo degli iniziatori, che veicola altri contenuti e comportamenti.

Del resto sappiamo quanto le puntualizzazioni del Papa siano state accolte con contrarietà e di quanto il richiamo a confluire nella Parrocchia strida col comportamento esattamente opposto di inglobare, non di integrarsi. Solo l'integrazione, altezzosamente rifiutata, potrebbe essere un autentico segno di cristianità e di cattolicità.


I Padri della Chiesa (in particolare Cirillo di Gerusalemme, Giovanni Crisostomo, Teodoro di Mopsuestia) nelle loro catechesi prebattesimali predicate soprattutto durante la Quaresima, introducevano, si potrebbe dire portavano per mano, guidavano i catecumeni, cioè coloro che si preparavano a ricevere il battesimo nella notte di Pasqua, a scoprire, conoscere e memorizzare la fede cristiana attraverso la professione di fede, il Credo, e dando loro un modello di preghiera, il Padre nostro. Durante tutto questo periodo di preparazione, nell'attesa del battesimo che, come tutti i sacramenti, è un dono che si riceve, che si accoglie nella grande Chiesa, nel suo grembo che rigenera, i catecumeni erano iniziati alla fede, all'ascolto e alla comprensione della Parola di Dio, e partecipavano soltanto alla prima parte della celebrazione dei santi misteri. Dopo il Vangelo infatti - e di questo abbiamo una testimonianza ancora oggi nelle liturgie orientali - il diacono congedava i catecumeni, intimava loro di uscire dalla chiesa, mettendoli in qualche modo in attesa, una gioiosa attesa, di partecipare all'unico sacrificio di Cristo, quello celebrato la notte di Pasqua dal vescovo nella grande e unica madre Chiesa che nel Battesimo li rigenerava in Cristo. Perciò i catecumeni, accolti nella chiesa al canto del versetto paolino "Tutti quelli che siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo, alleluia", non venivano più chiamati "catecumeni" bensì "neofiti", cioè innestati, inseriti. Dove? In Cristo nell'unica e grande Chiesa; e da quel momento partecipavano pienamente ai santi misteri del Corpo e del Sangue di Cristo che erano - e sono tuttora - non più una tappa nel catecumenato bensì la pienezza dell'appartenenza di tutti i fedeli cristiani alla vita di Cristo nella Chiesa.

Sulla scia dei grandi Padri della Chiesa, delle loro catechesi e delle loro mistagogie, possiamo collocare il discorso di Benedetto XVI ai membri del Cammino neocatecumenale dello scorso 20 gennaio; udienza, che lo stesso Papa situa nell'insieme di udienze da lui concesse ai fondatori e agli aderenti a questa realtà ecclesiale. Si tratta di una lezione di teologia liturgica valida e utile per il Cammino neocatecumenale e per tutta la Chiesa. Il Papa sin dall'inizio sottolinea il valore dell'impegno missionario e di evangelizzazione del Cammino neocatecumenale, impegno che deve essere fatto sempre - e il Santo Padre lo ricorda per ben due volte - "in comunione con tutta la Chiesa e con il Successore di Pietro"; cercando "sempre una profonda comunione con la Sede Apostolica e con i pastori delle Chiese particolari nelle quali siete inseriti". Si direbbe che il Vescovo di Roma non dimentichi mai il suo ruolo di principio di comunione con tutti i pastori della Chiesa cattolica: "l'unità e l'armonia del Corpo ecclesiale sono una importante testimonianza a Cristo e al suo Vangelo nel mondo in cui viviamo".

Benedetto XVI, da buon pastore, ancora e giustamente non si risparmia nel mettere in luce la generosità e lo sforzo missionario del Cammino neocatecumenale - e anche le difficoltà che incontra nel suo impegno evangelizzatore - e nell'incoraggiare i suoi membri, sacerdoti, laici, famiglie intere a continuare nello zelo di annunciare ovunque, anche in luoghi molto lontani dal cristianesimo, il Vangelo, sempre nell'amore a Cristo e alla Chiesa. [che dovrebbe essere manifestato nell'aderenza agli insegnamenti ed ai Sacramenti da essa impartiti, dalla quale siamo purtroppo lontani.]

Dopo le parole introduttive, il Papa spiega il senso dell'approvazione per il Cammino neocatecumenale di quelle celebrazioni che "non sono strettamente liturgiche, ma fanno parte dell'itinerario di crescita della fede". Benedetto XVI ricorda al Cammino neocatecumenale e a tutta la Chiesa che le celebrazioni liturgiche sono quelle approvate dalla Chiesa nei diversi testi del magistero del vescovo di Roma o dei vari concili ecumenici che hanno regolato e approvato la liturgia della Chiesa.

Il Papa mette in evidenza come l'approvazione delle celebrazioni presenti nel Direttorio Catechetico del Cammino neocatecumenale vada letta in maniera strettamente vincolata al sensus Ecclesiae e in sintonia con le esigenze della costruzione del corpus Ecclesiae. Il Papa mostra il suo cuore di Pastore della Chiesa "che comprende la vostra ricchezza, ma guarda anche alla comunione e all'armonia dell'intero Corpus Ecclesiae".

Ancora una volta, lungo il pontificato di Benedetto XVI, vediamo Pietro come fondamento di comunione e di unità nella Chiesa. Quanto detto sul ruolo e l'impegno nell'annuncio del Vangelo da parte del Cammino neocatecumenale e sull'approvazione delle celebrazioni non strettamente liturgiche previste dal Direttorio Catechetico, offre a Benedetto XVI anche l'occasione per parlare del valore della liturgia. In fondo il Papa si intrattiene col Cammino neocatecumenale parlando della liturgia, cioè di quella realtà della vita ecclesiale che precisamente non ha nessuna necessità di specifica approvazione perché già esaminata, approvata e regolata dalla Sede romana e dallo stesso Vaticano II. Il Papa non pretende di "spiegare" cos'è la liturgia, bensì ne vuol mettere in luce il "valore", cioè quello che essa ha di centrale e di valido nella vita della Chiesa e di ogni cristiano. Volendo fissare dei principi chiari nel suo ragionamento, Benedetto XVI inizia la sua riflessione partendo dal n. 7 della Sacrosantum concilium: la liturgia è "opera di Cristo sacerdote e del suo corpo che è la Chiesa".

Mette al centro della sua catechesi l'anno liturgico che non soltanto ricorda ma celebra, fa presente e attuale con una forza veramente epicletica tutto il mistero di Cristo per e nella Chiesa: "La Passione, Morte e Risurrezione di Gesù non sono solo avvenimenti storici; raggiungono e penetrano la storia, ma la trascendono e rimangono sempre presenti nel cuore di Cristo. Nell'azione liturgica della Chiesa c'è la presenza attiva di Cristo Risorto che rende presente ed efficace per noi oggi lo stesso Mistero pasquale, per la nostra salvezza; ci attira in questo atto di dono di Sé che nel suo cuore è sempre presente e ci fa partecipare a questa presenza del Mistero pasquale". La Chiesa, quindi, celebrando il mistero di Cristo ne diventa il suo corpo. E Benedetto XVI corrobora la sua riflessione citando sant'Agostino: "Questa opera del Signore Gesù, che è il vero contenuto della Liturgia (…) è anche opera della Chiesa, che, essendo suo corpo, è un unico soggetto con Cristo - Christus totus caput et corpus".

Fedele alla tradizione catechetica e mistagogica dei Padri della Chiesa, Papa Benedetto situa l'Eucaristia come "culmine della vita cristiana"; essa è la piena comunione con Cristo attraverso il sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, e con la Chiesa che a sua volta ne è anche corpo e suo custode. Le Chiese orientali, fedeli all'antica tradizione cristiana, celebrano sempre i sacramenti dell'iniziazione cristiana tutti e tre insieme: Battesimo, Cresima, Eucaristia. Quindi il culmine del cammino del catecumenato che finisce col battesimo nella notte di Pasqua è la partecipazione - nella piena comunione della Chiesa - ai santi e divini misteri.

Il Papa, citando gli statuti del Cammino neocatecumenale, che contemplano anche l'Eucaristia come una sorta di catecumenato post-battesimale, situa questa particolare visione dell'Eucaristia soprattutto in vista "di favorire il riavvicinamento alla ricchezza della vita sacramentale da parte di persone che si sono allontanate dalla Chiesa, o non hanno ricevuto una formazione adeguata". È come se il Papa volesse in fondo ricondurre l'Eucaristia da una visione e un contesto di catecumenato verso quel contesto di mistagogia vera e propria che le è specifico. In tal modo intende ricondurre anche l'Eucaristia celebrata dal Cammino neocatecumenale o da qualsiasi altro gruppo o movimento ecclesiale, al contesto ecclesiale fuori dal quale la celebrazione stessa dei divini misteri si vedrebbe privata dal suo fondamento cristologico ed ecclesiologico: "Ogni celebrazione eucaristica è un'azione dell'unico Cristo insieme con la sua unica Chiesa e perciò essenzialmente aperta a tutti coloro che appartengono a questa sua Chiesa. Questo carattere pubblico della Santa Eucaristia si esprime nel fatto che ogni celebrazione della Santa Messa è ultimamente diretta dal Vescovo come membro del Collegio Episcopale, responsabile per una determinata Chiesa locale".

Benedetto XVI ancora una volta ribadisce il ruolo, unico e insostituibile, del vescovo come custode e liturgo della Chiesa. La liturgia non appartiene - magari adattata, modificata, fatta a propria misura - a nessuno, si tratti di persone o gruppi o movimenti, ma appartiene alla Chiesa stessa avendo come garante colui che per l'imposizione delle mani ha ricevuto la pienezza della grazia divina e del dono dello Spirito Santo, per pascere il gregge, per essere colui che "veglia dall'alto" (questo è il senso vero e proprio del termine epìskopos). Oserei dire che la liturgia, in qualsiasi Chiesa cristiana d'Oriente e d'Occidente va rispettata e accolta quasi come i santi doni che si ricevono come tali, come doni, non come qualcosa che ognuno si prende o di cui si serve a propria misura e piacimento. Concludendo il suo discorso, il Papa ricorda al Cammino neocatecumenale - e a tutti i membri della Chiesa - la necessaria fedeltà ai libri liturgici che sono lo strumento che regola la celebrazione liturgica, evita qualsiasi arbitrarietà e soggettivismo e che in fondo sono al servizio della comunione ecclesiale che ne deriva.

Il necessario inserimento nella piena vita ecclesiale viene ancora sottolineato dal Papa: "Al tempo stesso, la progressiva maturazione nella fede del singolo e della piccola comunità deve favorire il loro inserimento nella vita della grande comunità ecclesiale, che trova nella celebrazione liturgica della parrocchia, nella quale e per la quale si attua il Neocatecumenato, la sua forma ordinaria".

Infine, Benedetto XVI ribadisce il filo conduttore di tutto il suo intervento: "Ma anche durante il cammino è importante non separarsi dalla comunità parrocchiale, proprio nella celebrazione dell'Eucaristia che è il vero luogo dell'unità di tutti, dove il Signore ci abbraccia nei diversi stati della nostra maturità spirituale e ci unisce nell'unico pane che ci rende un unico corpo. La teologia, la liturgia, la comunione ecclesiale. Ecco tre argomenti che stanno a cuore a Papa Benedetto. Nel testo del 20 gennaio sono trattati da teologo? Sì, ma soprattutto da mistagogo che sa portare per mano i fedeli alla vera comprensione dei misteri, nella piena comunione con Cristo nella Chiesa.
(©L'Osservatore Romano 15 marzo 2012)

53 commenti:

  1. Ma anche durante il cammino è importante non separarsi dalla comunità parrocchiale, proprio "...nella celebrazione dell'Eucaristia che è il vero luogo dell'unità di tutti, dove il Signore ci abbraccia nei diversi stati della nostra maturità spirituale e ci unisce nell'unico pane che ci rende un unico corpo"

    "anche durante il cammino è importante non separarsi dalla comunità parrocchiale": tradotto in neocatecumenese diventa che "quelli del cammino" si occupano del "servizio" delle messe a modo loro, imponendo i loro canti e le loro chitarre e diventano catechisti dei sacramenti d'iniziazione al posto di altri laici formati dalla Chiesa, introducendo gli insegnamenti che ricevono e di fatto anche il loro stile.

    Secondo la vulgata camminante è l'eucaristia del cammino il "luogo di tutti"... e quando schiodano?

    Quel "ci abbraccia nei diversi stati della nostra maturità" esclude anche le celebrazioni separate a seconda delle tappe raggiunte dalle varie comunità...

    "ci unisce nell'unico pane": si tratta del "pane disceso dal cielo" nel quale il nostro Signore è presente nella sua umanità e nella sua divinità. Come trattarlo con la banalizzazione ben nota. Come lasciarlo 'spezzare' e manipolare da mani non consacrate? (lo "spezzare il pane" da parte degli ostiari, che diventa uno scempio del corpo di Cristo oltre ad essere l'ennesimo abuso liturgico)

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  2. Ho letto su un altro blog come vive la sua missionarietà un neocatecumenale.
    Ebbene, è una testimonianza che mi ha commossa, per molte delle espressioni usate. E tuttavia è anche tutta impregnata di "sentimento" e "sensazioni", piena di gioia e di danze da condividere, nella liturgia, naturalmente...

    L'incontro con Cristo è un FATTO serio e importante che fa dire SI' ad un progetto di vita, ma soprattutto ad una Persona che ce lo rivela e ce lo rende contemporaneamente possibile.

    Non ho mai sentito nominare una volta Cristo, ma solo nell'incipt "la gioia di scoprire che Dio mi ama" e poi "mi alza e mi fa ripartire"... Tutto bello e tutto vero, ma messo insieme a tutto quello che conosciamo del cammino, mi fa venire il magone, perché vedo una persona bella e generosa e impegnata e penso che forse il Papa vede solo questo... ma è sufficiente?

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  3. mic dice:
    vedo una persona bella e generosa e impegnata e penso che forse il Papa vede solo questo...

    Bhè si, il Papa vedo solo questo, tu con la tua illuminata sapienza, chiaramente, vedi oltre.
    Ma non è che hai tu le chiavi di Pietro? :))))

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  4. Cara Mic e cari tutti coloro che scrivono su questo blog.

    Consentitemi vi prego di scrivere questo commento.

    Ritengo questo articolo una pietra miliare per il CNC. Perchè con una semplictà e pacatezza riesce a disarmare qualunque velleità di "disunione".

    Mi spiego. Credo che non ci sia mai stato intervento, neppure gli stessi discorsi del Santo Padre, che abbia chiarito il modus operandi del Santo Padre stesso.

    E anche le questioni aperte nonostante le approvazioni di questi anni, perchè sono aperte, e adesso con le "buone" vengono ricordate, a più riprese.

    Le cose che anche tu Mic sottolinei, soprattutto questo "anche durante il cammino è importante non separarsi dalla comunità parrocchiale" è il centro di tutto. Risolvere questo, a cascata provoca il raggiungimento di altri obiettivi.

    Lo sostengo internamente al cammino da tempo. Dal 20 gennaio è arrivato per noi il momento di girarsi, e spulciare qualunque cosa facciamo, per correggere eventualmente quanto c'è da correggere e migliorare quanto c'è da migliorare.

    Tale processo DEVE ESSERE FATTO. L'invito qui è per Kiko, Carmen e Mario Pezzi.
    Il CNC è nato inequivocabilmente come azione di cambiamento della pastorale della Chiesa. Ma il processo di approvazione del CNC ha comportato invece nell'abbraccio della Chiesa stessa un cambio di rotta, cioè quello di essere edificante per la Chiesa stessa, non stravolgente, ma comunque contributivo, non sostitutivo.

    Ma poter rispondere nei fatti a questa richiesta del Papa, comporta un intevento dall'alto, e parlo di Kiko e gli altri iniziatori, e tutti gli altri catechisti itineranti.

    Perchè anche il Santo Padre indica l'obiettivo, ma non traccia la soluzione da percorrere. non lo fa, perchè ancora neppure lui la sa.

    Va riconosciuto infatti che ad oggi poter creare questa Unità visibile e invisibile è davvero un'impresa, da alcuni non voluta ed ostacolata. lo dico apertamente. anche al di fuori del CNC.

    Se bastasse "ci unisce nell'unico pane", davvero allora sarebbe già tutto risolto: perchè quello è l'unico Pane, ci cibiamo dello stesso unico Pane, seppur in luoghi e orari diversi.
    MA questo non basta.

    Basterebbe rispettare 1 domenica al mese in parrocchia? Questo non è stato ribadito, perchè allora dovrebbe essere imposto alle vecchiette delle 8:30, alle famiglie delle 10:00, ai giovani delle 12:00 e ai vespertini delle 18:30 del sabato e ai ritardatari delle 18:30 della domenica.
    Ma questa sarebbe la via più semplice e meno impegnativa. credete a me. sarebbe di facciata.

    E per adesso altre soluzioni non ci sono. Sono anni che spingo verso il mutuo coinvolgimento nelle attività, che suggerisco la partecipazione anche alle attività parrocchiali, quando ci sono e se ci sono.

    Ma sappiamo bene tutti quanto il CNC sia totalizzante dal punto di vista delle energie fisiche e mentali.

    Ad esempio per me fare catechismo ai ragazzi (che comporta anche le preparazioni insieme agli altri catechisti, i ritiri la domenica, ecc...) è un modo per creare occasioni di scambio. Ma sono stremato, affaticato, non reggo il doppio impegno. Gli altri che fanno come me sono chiamati comunque a rinunciare a qualcosa.

    Senza regole, stabilite dagli iniziatori, ognuno fa come vuole, in un senso o nell'altro.
    Spero, prego incessantemente che questo articolo, se non lo ha già fatto l'intevento del Papa del 20 Gennaio, possa mettere in moto qualcosa.

    Ma tale articolo spero possa creare anche in voi una maggiore consapevolezza sul modus operandi del Papa, davvero "comprende la vostra ricchezza, ma guarda anche alla comunione e all'armonia dell'intero Corpus Ecclesiae".

    Ne riconosce la ricchezza, voi no. prima o poi capiterà qualcosa che vi faccia cambiare una valutazione sul valore intrinseco del CNC, pur ripulito di tutte quelle intemperanze dei singoli (non pochi certo, ma comunque particolari).

    Alessio

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  5. tu con la tua illuminata sapienza, chiaramente, vedi oltre.
    Ma non è che hai tu le chiavi di Pietro? :))))


    Io, ovviamente, non ho le chiavi di Pietro (come non le hanno i tuoi iniziatori anche se qualcuno sembra consegnargliele) e nemmeno vedo oltre "con la mi illuminata sapienza".

    Io mi limito a confrontare le linee e gli insegnamenti dei tuoi iniziatori con il Magistero della Chiesa per riscontare quanto non coincidano! Che poi questo oggi che le verità di fede sono oscurate e non più difese, non susciti provvedimenti di 'purificazione' in alcune occasioni invece adombrati, purtroppo dipende dal clima spirituale e culturale in cui siamo ancora invischiati.

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  6. Perchè anche il Santo Padre indica l'obiettivo, ma non traccia la soluzione da percorrere. non lo fa, perchè ancora neppure lui la sa.

    Forse Simone, cioè Joseph, non lo sa; ma Pietro lo DEVE sapere e dovrebbe anche imporre se non ci fosse desistenza nel suo governo, come acutamente evidenzia Amerio.

    Il vero problema è questo e non me lo invento io...

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  7. http://cordialiter.blogspot.com/2012/03/la-messa-tridentina-sfonda-anche-tra-i.html

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  8. Ne riconosce la ricchezza, voi no. prima o poi capiterà qualcosa che vi faccia cambiare una valutazione sul valore intrinseco del CNC, pur ripulito di tutte quelle intemperanze dei singoli (non pochi certo, ma comunque particolari).

    Non lo dico io, ma San Tommaso:
    bonum ex integra causa malum ex quocumque defectu

    Le storture che avvelenano "il vino buono" non possono essere ignorate. Solo se venissero eliminate (quella 'purificazione' di cui parlava a suo tempo anche il Santo Padre prima dell'approvazione degli statuti), potrebbero acquistar valore alcuni elementi positivi.

    Si cade nell’inganno di credere che le verità parziali possano essere la porta d’accesso alla verità totale.

    Invece “in una dottrina globalmente falsa la verità non è l’anima della dottrina, ma la schiava dell’errore”. (Lo dice p. Garigou Lagrange)

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  9. Scrive Alino77
    "...sono stremato, affaticato, non reggo il doppio impegno. Gli altri che fanno come me sono chiamati comunque a rinunciare a qualcosa".

    Anch'io come ncn non reggo il doppio impegno e spesso preferisco dedicarmi alla parrocchia (saltando gli incontri ncn) anche perchè la crescita nella fede, principalmente, non dipende da questo o quel cammino particolare ma dalla grazia che scaturisce dai sacramenti. Per rafforzare l'unità della parrocchia non si potrebbe, appunto, saltare qualche volta la parola o una preparazione nelle case e fare adorazione eucaristica in Chiesa o partecipare a una lectio divina diocesana? Credo che il Papa intenda qualcosa del genere quando parla di inserimento nella vita della grande comunità ecclesiale...E poi perchè la formazione dei catechisti deve essere affidata ad altri catechisti? Rimanendo inter nos come facciamo a confrontarci seriamente con il Magistero? Alla fine ce la suoniamo e ce la cantiamo sempre come ci pare, non vi sembra fratelli ncn?

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  10. E poi perchè la formazione dei catechisti deve essere affidata ad altri catechisti? Rimanendo inter nos come facciamo a confrontarci seriamente con il Magistero? Alla fine ce la suoniamo e ce la cantiamo sempre come ci pare, non vi sembra fratelli ncn?

    Se il cammino non avesse la struttura e i metodi di una setta, la tua osservazione più che valida non avrebbe ragione di esistere, Razor. Il Papa non ha mancato in altre occasioni di parlare della formazione dei catechisti che, invece nel Cncavviene soltanto "in house"

    Siccome tutto DEVE procedere "secondo le linee degli iniziatori" come, se non sbaglio anche da statuto (il che vale anche purtroppo per i presbiteri), QUANDO e COME il cammino si può integrare con la Comunità ecclesiale?

    Di fatto lo fa inserendo i suoi adepti come catechisti, come ho già detto, o animando le celebrazioni con i suoi canti e le sue monizioni, come avviene nella mia parrocchia. Ma questa non è integrazione. E' "occupazione" di tutti gli spazi.

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  11. saltando gli incontri ncn
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    ma quando fai i 'passaggi', nessuno ti contesta di saltare gli incontri?
    E quali altre possibilità di 'formazione' hai?

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  12. Le linee degli iniziatori, Mic, non sono dogmi. Il Santo Padre ha parlato di "paziente discernimento"; ciò significa che queste linee non sono, e non devono essere rigide, né, tanto meno, immodificabili.
    Se tutto nel metodo ncn fosse già perfetto cosa ci sarebbe da discernere?

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  13. Quel che segnala Anonimo 13:50 è già stato anticipato da Tripudio sull'altro thread.

    Sul blog Cordialiter leggo la notizia che la Messa "tridentina" starebbe nientemeno che "sfondando" tra i neocatecumenali.

    Sarebbe una bella notizia, se non fosse solo l'eco delle menzogne di certi nostri fratelli neocat.

    Ricordo in particolare l'episodio di un parroco neocatecumenale abruzzese che disse che nel Cammino si teneva in considerazione anche la Messa "tridentina", e che lui stesso stava studiando per "prepararsi" a celebrarla.

    Dopo più di tre anni, si sta ancora "preparando": evidentemente la semplicità plurimillenaria del latino della Chiesa è un ostacolo insormontabile rispetto alla gridatissima lingua kikiana-carmeniana (tutta inzeppata di paroloni come "shemà", "midràsh", "kènosi", "Zorobbabbèle", eccetera).

    D'altronde, se i neocat stessi evitano accuratamente di obbedire al Papa che chiede di rispettare i libri liturgici... con quale spirito potrebbero mai partecipare ad una liturgia "tridentina", che contiene un mucchio di cose che loro hanno sempre disprezzato ed scansato? (inginocchiarsi, silenzio adorante, comunione "alla bocca"... Sacrificio, Transustanziazione...)

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  14. Razor,

    è vero che le linee degli iniziatori non sono dogmi.
    Ma mi sai spiegare perché chi non le segue deve USCIRE dal cammino?

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  15. È stato quantomeno divertente leggere questo articolo.

    In esso vediamo:

    - la pavidità di clero e gerarchia, che per frenare la caotica valanga neocatecumenale mostrano timidamente (e da lontano) i loro muscoli da formica

    - la necessità di anteporre alle chiare e concise parole del Papa una interminabile spiegazione, un lunghissimo discorso preparatorio, come se per i neocatecumenali fosse traumatico e offensivo sentirsi dire dal Papa che occorre «seguire fedelmente i libri liturgici»

    - la necessità di apparire a chiunque (a cominciare dagli stessi neocatecumenali) come un elogio al kikismo-carmenismo, nel terrore nero di essere marchiati a fuoco come "Faraoni", "zoffoliani", "preconciliari", "lefebriani", eccetera.


    Tutto sommato è un segnale positivo che sull'Osservatore Romano compaia una timida eco delle ineluttabili parole del Papa.

    Anche se, come in questo caso, ha la forza d'urto di un rutto di un boy-scout di fronte alla calata dei Vandali.

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  16. Anonimo mi chiede:
    "ma quando fai i 'passaggi', nessuno ti contesta di saltare gli incontri?
    E quali altre possibilità di 'formazione' hai?"

    Me lo contestano ma non possono obbligarmi, né prelevarmi da casa con la forza ;-) Nel cammino sicuramente bisognerebbe approfondire i concetti di "persona", di "dignità", di "foro interno" e di "libertà dei figli di Dio". Di possibilità di formazione ce ne sono a bizzeffe: incontri diocesani, corsi di teologia ecc...e io ne usufruisco. Uno dei problemi principali nel cnc è l'informazione...

    Mic
    Non è che uno deve uscire o viene cacciato se non rispetta le linee, è che si crea una situazione invivibile per cui il camminante non riesce più a proseguire...ma con questo non voglio giustificare tali pressioni anzi...le detesto.

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  17. Me lo contestano ma non possono obbligarmi, né prelevarmi da casa con la forza ;-)

    Non è che nel tuo caso gioca il fatto che, se non ricordo male sei figlio di catechisti? ;)

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  18. Non è che uno deve uscire o viene cacciato se non rispetta le linee, è che si crea una situazione invivibile per cui il camminante non riesce più a proseguire...ma con questo non voglio giustificare tali pressioni anzi...le detesto.

    in moltissimi casi, conosco: "o è così o te ne vai", col condimento del "fico sterile".
    E quando famiglie intere sono "messe fuori" d'ufficio come nel caso di F. in Calabria?

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  19. Mic
    La vicenda calabrese mi ha lasciato senza parole, è inconcepibile, per questo non ho commentato i giorni scorsi.
    Se le linee degli iniziatori portano a questi atteggiamenti devono essere modificate, i singoli devono essere aiutati a riscoprire la propria dignità di persone e di figli di Dio, io nel mio piccolo cerco di farlo.
    Se mi dicessero "o è così o te ne vai" andrei direttamente dal vescovo e poi vediamo come va a finire ;)Di frasi del genere ne ho sentite anch'io da catechisti infervorati ma rimangono parole(fanno sempre male, non lo nego)ma nella Chiesa cattolica nessuno ha il potere di cacciare un fratello a meno che non si tratti di eresia, ma questa è un'altra questione.

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  20. nella Chiesa cattolica nessuno ha il potere di cacciare un fratello a meno che non si tratti di eresia

    E invece nel Cnc vengono cacciati coloro che le eresie le subiscono ;)

    E non mi pare che la Chiesa post-conciliare cacci più nessuno per eresia. Anzi, tende ad includere: per questo la chiamo "Chiesa patchwork", che tuttavia e paradossalmente presenta un buco: dov'è finita la Tradizione perenne?
    Attualmente è in vigore solo la tradizione "vivente", ma non in senso evolutivo, in senso storicistico, cioè mutevole a seconda delle mode del tempo...

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  21. Mic ha detto:
    "Non è che nel tuo caso gioca il fatto che, se non ricordo male sei figlio di catechisti? ;)"

    Gioca il fatto ma non insistono più, quando tiro fuori Magistero e discorsi del Papa il discorso termina lì (Spesso comincio io a punzecchiare, a volte litighiamo ma pazienza, la Verità è più importante giusto? ;)

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  22. L'opera di padre Zoffoli, a suo tempo, era tutt'altro che sconosciuta: la trovo citata anche dal don Pasqualino che, parlando delle "messe sataniche" e delle orrende profanazioni del Santissimo Sacramento, fece anche il nome dei neocatecumenali [link qui].


    Vedo con piacere che l'articolo del beatificando mons. Landucci sul Cammino Neocatecumenale (articolo scritto trent'anni fa e purtroppo ancora terribilmente attuale), riappare di quando in quando sui blog. Ricordiamoci che le storture del Cammino sono sottovalutate proprio perché ancora poco conosciute.

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  23. non ci credo proprio che la messa tridentina sfondi tra i neocatecumenali.
    qualcuno ci va per i fatti suoi sì (e sono comunque pochissimi in proporzione)ma non le intere comunità.

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  24. @ Razor che ha detto: "Me lo contestano ma non possono obbligarmi, né prelevarmi da casa con la forza ;-)

    Possono, però, bocciarti :-)
    Li hai letti gli "Orientamenti", Razor? Ripropongo questa sequenza che mi ha atterrito:
    "Kiko.: Puoi sederti. (Chiede adesso al presbitero della comunità).
    – P.: Io conosco X dall’anno 70 e posso testimoniare che è un altro differente, completamente cambiato.
    Kiko: Un momento. Tu come presbitero puoi testimoniare... Primo, ha fatto il cammino nella sua parte tecnica, ha fatto i temi, è venuto alla comunità?
    – P.: Sì.

    Andiamo al sodo del problema, semplifichiamo, Ockham's Razor: sei stato promosso, avanzato di grado? Oppure ancora non hai sostenuto l'esame? C'è poco da occhieggiare e da sorridere: un esame è un esame ;-)

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  25. Lino

    Tu riporti delle sequenze, io le ho vissute in prima persona :)
    Avevo già detto di aver fatto il secondo passaggio (diverse volte tra l'altro, a causa di fusioni e problemi vari) e se proprio vuoi saperlo l'ho passato due volte ;-) Un esame è un esame se uno lo considera tale, dal momento che non riconosco nessuna autorità ai catechisti e nemmeno mi interessava "passare di grado", per me si è trattata di una chiacchierata con dei fratelli (per questo occhieggio e sorrido) ciò non toglie che il passaggio mi sia servito per chiedere perdono a una certa persona e per provarmi nei beni, e questa la considero una crescita nella fede. Ciò che non approvo è la pressione psicologica che c'è dietro, nel mio caso non ha avuto effetto perchè con me non attacca; se faccio qualcosa è perchè in coscienza la ritengo giusta, non per obbedienza a dei laici.

    Se anche uno viene "bocciato" ciò non comporta essere cacciati ma riprendere il cammino con una comunità più giovane. A volte si aspettano quelle persone non ancora "pronte" e si rifa il passaggio tutti quanti successivamente.
    Se nei prossimi passaggi (sempre che intenda farli) incontrerò resistenze e ottusità insormontabili alzerò i tacchi e me ne andrò (dal cnc, non dalla Chiesa). Posso aver fatto tutti i passaggi di tutti i cammini di questo mondo ma se non sono cresciuto davanti a Dio a poco mi serve :-)

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  26. e questa la considero una crescita nella fede. Ciò che non approvo è la pressione psicologica che c'è dietro, nel mio caso non ha avuto effetto perchè con me non attacca;

    La mia domanda di cui sopra, a cui hai risposto come se fosse riferita ai tuoi genitori, invece riguardava la tua posizione nel cammino. Ed era questa:

    Non pensi che la tua posizione sia diversa perché sei figlio di catechisti, magari di un certo calibro ed è per questo che tollerano le tue, immagino, garbate non-condivisioni?

    Noto che sia tu che Alessio sembrate anticonformisti rispetto al cammino. Tu mostri una maggiore integrazione con la Chiesa.
    Alessio invece, sembra convergere, ma lo fa solo su questioni marginali e formali ed è totalmente impermeabile a critiche sulla 'sostanza'. E, su queste, in parte lo sei anche tu.

    Francamente è difficile giudicare una realtà che conosciamo come la conosciamo, da due casi limite come i vostri, persino nell'ipotesi che uno dei due (Alessio) sia completamente strumentale allo scopo che si prefigge.

    La cosa strana è che ho sperimentato momenti di intesa anche umana, sia emotiva che razionale, con Jeff, che -come voi- ha capacità dialettiche e atteggiamento dialogale. La sgradita sorpresa, proprio nell'ultimo thread è una sua risposta secca e stroncante, addirittura offensiva, nei miei riguardi. Non me lo sarei aspettato.

    Non è facile, parlando con voi, capire il confine tra la persona e il camminante...
    Mi capisci? Riesci a formulare una risposta?

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  27. @ Razor: "Ciò che non approvo è la pressione psicologica che c'è dietro, nel mio caso non ha avuto effetto perchè con me non attacca; se faccio qualcosa è perché in coscienza la ritengo giusta, non per obbedienza a dei laici"
    Benissimo. Prendo atto che dietro ai "passaggi" c'è - a tuo dire - una "pressione psicologica". La quale (mi riferisco in particolare alla questione della privazione dei beni) può trovare persone con cui "attacca". O no?
    In sintesi, continuando il ragionamento - che tu potrai sempre confutare logicamente, senza però contraddire quanto già hai affermato - ci sono laici (i cui comportamenti, beninteso, tu non approvi) i quali dietro a questi passaggi praticano una pressione psicologica che, con persone con le quali "attacca", può spingere alla privazione dei beni.

    Sbaglio, nel ridurre ai minimi termini la questione? ;-)

    Concludendo: esistono persone con le quali "la pressione psicologica non attacca", che volontariamente sottostanno alle condizioni per il passaggio di grado (tra le quali la
    rinuncia ai beni). Queste persone, però, partecipano a eventi nei quali le condizioni per il passaggio, talvolta, sono accettate da fratelli i quali le subiscono in quanto con essi la pressione psicologica attacca (e un esame è un esame). Fanno cristianamente bene queste persone a tollerare la pressione psicologica che "attacca" i fratelli non capaci di liberarsene?

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  28. Se anche uno viene "bocciato" ciò non comporta essere cacciati ma riprendere il cammino con una comunità più giovane.

    Questo nel caso di bocciatura ad un passaggio-esame. ma in caso di dissenso? Non si torna indietro, si esce e basta!

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  29. @ Mic che ha detto: Questo nel caso di bocciatura ad un passaggio-esame. ma in caso di dissenso? Non si torna indietro, si esce e basta!
    Beh, cara Mic, tu sei troppo buona. A voler seguire rigorosamente gli insegnamenti di Kiko, non si esce e basta: si viene "tagliati". Mica si può portare una lunga pazienza con questi discoli che non superano gli esami? Le disposizioni del maestro spagnolo sono chiarissime (cfr. Orientamenti per lo Shema, pag. 30-31):
    Il catechista, la Chiesa, dirà al Signore: “Aspetta ancora un anno, lasciami un altro anno, un altro anno di cammino, che lo concimiamo, che diamo catechesi. Se dopo un altro anno questo tipo continua con il suo orgoglio, continua con il suo collo di ferro, mormorando tutti i giorni della comunità (che c'è una mormorazione a volte orribile! il demonio assolutamente!... distruggendo la carità, raffreddando la comunità costantemente...), allora se l'anno prossimo continua a succedere questo, allora tagliamo".

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  30. @ Mic che ha detto: Questo nel caso di bocciatura ad un passaggio-esame. ma in caso di dissenso? Non si torna indietro, si esce e basta!

    Mah, mi sto perdendo un pezzo. Se uno non condivide, boicotta e mormora continuamente in un percorso non obbligatorio per la sua fede.... che ci stà a fare, a rompere e basta? Fanno bene a "tagliaro".

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  31. @alino77: "anche durante il cammino è importante non separarsi dalla comunità parrocchiale" ecc ecc....

    No. Mi dispiace caro Alino77, il problema non è affatto questo.
    Il cnc può avere tutte le approvazioni che vuoi MA resta sempre un modo di esercitare una coercizione psicologica su persone spesso inermi.
    Per come è stato ideato e per come viene universalmente applicato è una pericolosa SETTA in cui si pratica il PLAGIO MENTALE spesso in maniera così subdola che i malcapitati nemmeno ne hanno coscienza.
    A mio avviso criticare il cammino da un punto di vista liturgico è importante ma pericoloso perchè distoglie dalla reale pericolosità sociale e psicologica che ha il cnc.
    Il cnc non è la diretta conseguenza del "modernismo" del concilio vaticano II, è ben altro: è una realtà perniciosa, una realtà aberrante che genera devastazioni psichiche e servaggio mentale: come tale va smascherato e condannato senza se e senza ma. Il cnc non cambia dall'interno: le posizioni assunte da Razor e Alino77 non hanno riscontro nella abituale conduzione del cnc. Le motivazioni per cui questi 2 "eccentrici" cnc fanno esternazioni apparentemente contro corrente non interessano. Interessa invece sapere che non sono un campione rappresentativo della realtà del cnc, dunque ininfluenti. Interessa ricordare come tutte queste catechesi in realtà servono a esigere DENARO dagli aderenti di ogni ordine e grado per finanziare gli scopi degli iniziatori. Tali scopi sono quelli di parassitare la Chiesa tramite l'uso del denaro e creare una sorta di chiesa parallela apparentemente funzionale alla Chiesa vera ma in realtà antitetica ad essa. Il concilio vaticano II non è stato fatto per generare simili mostri ne è interamente da considerarsi un male. Il cnc e' una aberrazione pericolosa e come tale va etichettata.

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  32. Il cnc e' una setta che sottomette psicologicamente i suoi adepti ed estorce denaro. Non è affatto dissimile dalla psico-setta Arkeon e dai legionari di Cristo di Padre Marcial Maciel.

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  33. @ Mko che ha detto: Fanno bene a "tagliaro"
    Hai ragione. Non bisogna mormorare, contestare, parlare troppo:
    "Tu non puoi raccontare ad uno che viene dopo di te i segreti più profondi del Catecumenato. Oltretutto non servirebbe a nulla e la gente penserebbe che sono cose ridicole. Se in paese corre la voce che per entrare in queste comunità bisogna vendere i beni, nessuno viene più alle catechesi. Potrete fare le catechesi che vorrete ma non verrà nessuno. Questo è successo a Barajas (Baracas) un quartiere di Madrid. Si è sparsa la voce che bisognava dar via i beni e non c'è modo che la gente venga alle catechesi" (cfr Orientamenti Orientamenti per lo Shema, pag. 97).
    Hai proprio ragione Mko: fanno bene a tagliare, altrimenti saranno essi a ritrovarsi con i rifornimenti tagliati.

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  34. Scrive Mic:
    "Non è facile, parlando con voi, capire il confine tra la persona e il camminante...
    Mi capisci? Riesci a formulare una risposta?"

    Provo a formularla ma non so se sarà la risposta che cerchi. Dov'è questo confine in me, se esiste, non lo vedo neanche io e non mi sento diviso. Come avrai capito non mi interessa fare pubblicità al cammino, riporto solamente le mie esperienze e le mie idee, e non ho altro scopo se non condividere qualcosa di me che potrebbe servire ad altri.
    D'altra parte è inutile (e ingiusto) nascondere i problemi nell'epoca dell'informazione e dei media, oggi come oggi non c'è arcano che regga.

    I miei genitori non sono "di un certo calibro" e non svolgono compiti di prim'ordine. Io non sono trattato meglio di nessun altro e, per quello che ho potuto vedere, ai figli dei catechisti non vengono riservati trattamenti di favore. E poi anche se non mi tollerassero più cosa cambierebbe? La mia vita non dipende dal cammino, questo lo avrai intuito.

    Come scrive Mko, se uno dissente in toto, non ha senso che continui il cammino; di solito è il fratello stesso che se ne va, senza essere cacciato.
    Io non ho mai conosciuto persone cacciate dal cnc.

    Lino
    Si in certe persone queste pressioni (poi bisogna vedere che tipo di pressione è, a volte sono solo esortazioni), funzionano e si staccano da beni (spesso denaro) che poi vanno ai poveri della parrocchia.
    Tuttavia nessuno di quelli che ha fatto il secondo passaggio con me si è pentito di quel gesto e nemmeno si è ritrovato sul lastrico. Al contrario si è sentito liberato, perchè prima del passaggio non era mai riuscito a fare qualcosa del genere, me compreso. Questo non vuol dire che approvi i metodi di certi catechisti ma il risultato, ai miei occhi, è buono.

    Conclusione: ritengo che le persone sulle quali certi metodi non attaccano fanno cristianamente bene ad accettare che altri fratelli stacchino il cuore da vari idoli, non fanno bene ad accettare le prevaricazioni psicologiche di alcuni; io difatti non le accetto e le critico apertamente, ma staccare il cuore dai beni a da qualsiasi forma di concupiscenza è una pratica fondamentale e salutare per qualsiasi cristiano. Sui metodi c'è ancora molto da lavorare.

    Poi possiamo buttarla sulle parole: tagliare, cacciare, espellere, escludere...come dicevo a Mic, certi catechisti, Kiko compreso, possono dire ciò che vogliono ma la Chiesa non ha dato a nessuno il potere di cacciare un fratello o una sorella.

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  35. Scrive Freedom (sembra di leggere il "Malleus Maleficarum" del 1487):

    "Il cnc non è la diretta conseguenza del "modernismo" del concilio vaticano II, è ben altro: è una realtà perniciosa, una realtà aberrante che genera devastazioni psichiche e servaggio mentale: come tale va smascherato e condannato senza se e senza ma...Il cnc e' una aberrazione pericolosa e come tale va etichettata.".

    Ottima analisi, imparziale, non c'è che dire, una fotografia della realtà. Voglio proprio vedere cosa riesci a fare con le tue etichette, lo sai dove te le devi mettere? Con la tua fede propositiva risolverai in un batter d'occhio i problemi del modernismo. Adesso direte che non ho argomenti, quindi mi rifugio negli insulti, nelle risposte evasive e nei sofismi; mi dispiace ma quando leggo commenti del genere (tipo processo alle streghe), non mi viene in mente altro. "Chi crede di stare in piedi, stia attento a non cadere".

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  36. Per Lino
    Cmq, almeno in 28 anni di cammino, di "tagliati" non ne conosco uno, sono tutti usciti da soli. Il taglio a me non scandalizza molto in senso generale anzi, lo trovo doveroso. Sono invece d'accordo con te su questa gestione non chiara dei dollaroni. Da quando ho iniziato ne girano molti e mi chiedo se anche nel cammino li stiano utilizzando per le stesse finalià che hanno condannato nella Chiesa e nei catecumenti peccatori.

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  37. Ottima analisi, imparziale, non c'è che dire, una fotografia della realtà.

    Per chi è in gradi di VEDERE, è un'analisi assolutamente oggettiva. Esattamente una fotografia della realtà che conosco ho conosciuto io, ad esempio

    Voglio proprio vedere cosa riesci a fare con le tue etichette, lo sai dove te le devi mettere?

    Sai Razor, quelle non sono etichette, sono realtà cocenti, ferite profonde che non sono da mettere da nessuna parte perché purtroppo sono già collocate nell'intimo di tante anime semplici stuprate e ferite profondamente.

    Con la tua fede propositiva risolverai in un batter d'occhio i problemi del modernismo.

    I problemi del modernismo sono un altro discorso.

    Adesso direte che non ho argomenti, quindi mi rifugio negli insulti, nelle risposte evasive e nei sofismi; mi dispiace ma quando leggo commenti del genere (tipo processo alle streghe), non mi viene in mente altro. "Chi crede di stare in piedi, stia attento a non cadere".

    Dico solo che puoi parlare in certi termini in quanto ci sei profondamente invischiato, nonostante il tuo anticonformismo e la tua cultura anche perché, probabilmente, è l'unica realtà che conosci profondamente tanto da vicino e che ti ha formato fin da piccolo. Qualunque altra esperienza tu abbia fatto non usa le tecniche manipolatorie e martellanti dei vari momenti comunitari del cammino e non può realisticamente lasciare gli stessi segni!

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  38. Mko

    Senza offesa, ma non concordo con il suo punto di vista. Anche io in diverse esperienze spirituali ho avuto a che fare con persone più o meno motivate, alcune volte anche con atei, o meglio, agnostici in ricerca. Che continuavano a fare domande crude e mi mettevano in crisi. Ricordo una ragazza che era talmente cinica e davanti all'enorme amore di Dio ha avuto un istintivo rifiuto esagerato e mi ha verbalmente aggredito in maniera pesante tanto da mettere in crisi la mi fede (allora ero molto giovane ed influenzabile). Gli animatori di allora non si sono mai sognati di mandarla via, se mai lei era in dubbio, però è restata. Da quell'esperienza è maturata e ha scoperto una fede. Ha trovato le forze per uscir da una situazione difficile.

    Caro Mko non si abbandona ne si caccia chi la pensa diversamente, si cerca di discutere e capire chi ha ragione e che motivazioni porta, mettendosi in discussione. Solo così si può crescere.

    Se posso darle un consiglio stia attento a non prendere per oro colato quello che dice kiko e i catechisti. Ma glie lo dico non perché penso che sbaglino su tutto (io sono uno dei pochi in questo forum che pensa che in fondo siano in buona fede) ma perchè nella mia vita è successo lo stesso. Io per anni son stato seguito da una persona molto carismatica e molto sapiente (ora per i suoi impegni in vaticano ci sentiamo poco purtroppo) per un certo periodo tutto quello che lui diceva per me era parola di Dio, per fortuna i miei genitori mi hanno aiutato a vedere anche le cose da altri punti di vista e lui stesso si è sforzato per cercar di evitar che io lo seguissi cecamente.

    Il mio onsiglio è non seguire tutto ciò che ti è detto ciecamente. Sono convinto che il cammino ti possa essere utile, ma se ti è stato utile non pensare che tutto ciò che viene dal cammino sia volontà di Dio, se no del cammino fai un idolo così come io avevo fatto un idolo del mio padre spirituale. Impara ad ascoltar le critiche e a metterti in discussione. E' l'unica via di crescite, per te e per il cammino.

    Sincerametne vedo in alcune comunità ed in alcune prediche dei piccoli germogli di cambiamento, spero che crescano e non vengano strozzati dai rovi che abbondano ai piani superiori del cammino.

    Nota finale. Non credo il cammino sia una setta ma nelle forme e nei metodi kikiani sono presenti le tipiche forme delle sette. Qualche piccola comunità a fatica cerca di uscirne fuori un po alla volta, cerco di dare tempo e fiducia a queste comunità sperando di non illudermi. Ma cari fratelli nc dovete imparare a mettervi un po in discussione. A me piace molto l'atteggiamento di rasoio e Alino77. Magari non condivido quello che dicono ma hanno un atteggiamento per lo meno costruttivo, cercate di prendere esempio da loro.

    Anonimo Gv

    RispondiElimina
  39. Scrive Alessio:

    "Dal 20 gennaio è arrivato per noi il momento di girarsi, e spulciare qualunque cosa facciamo, per correggere eventualmente quanto c'è da correggere e migliorare quanto c'è da migliorare.

    . prima o poi capiterà qualcosa che vi faccia cambiare una valutazione sul valore intrinseco del CNC, pur ripulito di tutte quelle intemperanze dei singoli (non pochi certo, ma comunque particolari).

    Il CNC è nato inequivocabilmente come azione di cambiamento della pastorale della Chiesa."



    E così continua e continuerà ad essere!
    Alessio si illude che il cnc possa cambiare, rifiuta di accettare che il cnc, "il cammino" non si cambia, niente e nessuno può e deve cambiarlo.

    Non c`è riuscito il Papa, come potete anche solo immaginare che possa riuscirci un adepto della base?
    Non so a che livello, a quale grado dell`iniziazione esoterica necatecumenale si trovi Alessio, ma è certo che i catechisti sono totalmente in simbiosi con Kiko Arguello, la parola di Arguello è parola di vangelo.

    I fatti parlano e quel che ci mostrano è una realta sconvolgente, ci mostrano un iniziatore che si permette di dire davanti al Papa che la pastorale sacramentale deve essere con urgenza abbandonata a beneficio di una pastorale di evangelizazzione!
    Abbiamo un pittore spagnolo che lotta per rifiutare la sacra Liturgia della Chiesa, contro le norme del Papa e riesce ad imporre la sua creazione sincretista, farcita di elementi non cattolici, che il Magistero definisce abusi liturgici.

    Niente, assolutamente niente, ci mostra la benchè minima intenzione dell`élite del cnc di seguire la via tracciata dal Papa, NON hanno obbedito alle sue norme, credete veramente che saranno permeabili ai suoi richiami?
    Vi illudete che un articolo dell`OR possa scalfire la loro granitica certezza di essere i salvatori-ricostruttori della Chiesa ?

    RispondiElimina
  40. Segnalo l'articolo Sólo 15 kikos ingresaron en los seminarios españoles después de la JMJ:
    http://www.periodistadigital.com/religion/espana/2012/03/15/religion-iglesia-seminaristas-kikos-cibeles-arguello-vocaciones-15-5000-jmj-rouco.shtml

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  41. Mko

    Senza offesa, ma non concordo con il suo punto di vista. Anche io in diverse esperienze spirituali ho avuto a che fare con persone più o meno motivate, alcune volte anche con atei, o meglio, agnostici in ricerca. Che continuavano a fare domande crude e mi mettevano in crisi. Ricordo una ragazza che era talmente cinica e davanti all'enorme amore di Dio ha avuto un istintivo rifiuto esagerato e mi ha verbalmente aggredito in maniera pesante tanto da mettere in crisi la mi fede (allora ero molto giovane ed influenzabile). Gli animatori di allora non si sono mai sognati di mandarla via, se mai lei era in dubbio, però è restata. Da quell'esperienza è maturata e ha scoperto una fede. Ha trovato le forze per uscir da una situazione difficile.

    Caro Mko non si abbandona ne si caccia chi la pensa diversamente, si cerca di discutere e capire chi ha ragione e che motivazioni porta, mettendosi in discussione. Solo così si può crescere.

    Se posso darle un consiglio stia attento a non prendere per oro colato quello che dice kiko e i catechisti. Ma glie lo dico non perché penso che sbaglino su tutto (io sono uno dei pochi in questo forum che pensa che in fondo siano in buona fede) ma perchè nella mia vita è successo lo stesso. Io per anni son stato seguito da una persona molto carismatica e molto sapiente (ora per i suoi impegni in vaticano ci sentiamo poco purtroppo) per un certo periodo tutto quello che lui diceva per me era parola di Dio, per fortuna i miei genitori mi hanno aiutato a vedere anche le cose da altri punti di vista e lui stesso si è sforzato per cercar di evitar che io lo seguissi cecamente.

    Il mio onsiglio è non seguire tutto ciò che ti è detto ciecamente. Sono convinto che il cammino ti possa essere utile, ma se ti è stato utile non pensare che tutto ciò che viene dal cammino sia volontà di Dio, se no del cammino fai un idolo così come io avevo fatto un idolo del mio padre spirituale. Impara ad ascoltar le critiche e a metterti in discussione. E' l'unica via di crescite, per te e per il cammino.

    Sincerametne vedo in alcune comunità ed in alcune prediche dei piccoli germogli di cambiamento, spero che crescano e non vengano strozzati dai rovi che abbondano ai piani superiori del cammino.

    Nota finale. Non credo il cammino sia una setta ma nelle forme e nei metodi kikiani sono presenti le tipiche forme delle sette. Qualche piccola comunità a fatica cerca di uscirne fuori un po alla volta, cerco di dare tempo e fiducia a queste comunità sperando di non illudermi. Ma cari fratelli nc dovete imparare a mettervi un po in discussione. A me piace molto l'atteggiamento di rasoio e Alino77. Magari non condivido quello che dicono ma hanno un atteggiamento per lo meno costruttivo, cercate di prendere esempio da loro.

    Anonimo Gv

    RispondiElimina
  42. Scrive Razoe:

    "Voglio proprio vedere cosa riesci a fare con le tue etichette, lo sai dove te le devi mettere? "

    Questa tua frase, così volgare, palesa quanto e come il cnc sia radicato in te, quanto tu gli appartenga in profondità, quanto tu sia identificato in lui, sei d`accordo di esprimere alcune riserve ma che non sia mai che te lo tocchino in modo troppo forte o violento,allora lo difendi con gli artigli e anche purtroppo cadendo nella più becera volgarità.
    Eppure quel che dice freedom è una conclusione alla quale si arriva, anche se la si esprime altrimenti, osservando le prassi liturgiche, i metodi fortemente e gravemente lesivi della dignità della persona, il segreto tipico di sette, loggie massoniche, gruppi esoterici.
    Non è perchè il cnc è stato approvato (e ci sarebbe molto da dire anche sull`iter di queste approvazioni...) che chi osserva il cnc si mette delle fette di salame sugli occhi!

    RispondiElimina
  43. @ Mko ha detto...
    "Per Lino...
    Sono invece d'accordo con te su questa gestione non chiara dei dollaroni."

    Io, invece, la trovo molto chiara la questione della gestione dei dollaroni, gentile Mko.
    Riesci a immaginare quanto possano costare iniziative del genere, dove si spostano centinaia di persone da una nazione all'altra?
    http://gloria.tv/?media=132437
    Qui, naturalmente, il Cammino non c'entra perché il Cammino è una fondazione di beni spirituali. Gli enti che gestiscono i dollaroni sono altri, con un Comitato di Fondazione (il quale chiaramente nomina i Consigli di Amministrazione) costituito da nomi noti:
    http://www.diocesidiroma.it/Ente.asp?ID=4146
    La sensazione è che la rinuncia ai beni si configuri come una particolare "Robin Hood tax": si toglie ai fratelli lavoratori e pensionati per foraggiare (in parte)i fratelli artisti (perlomeno le loro esibizioni e relazioni pubbliche, o no?).

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  44. Sono F. continuate a dire che non viene cacciato nessuno, io e la mia famiglia siamo stati buttati fuori è questa la verità e torno a ripetere per la credibilità del cammino, della chiesa e del parroco " è meglio per Voi che state fuori". Il penultimo dei miei figli che all'epoca aveva 7 anni e il più grande che ne aveva 16 quando andavamo a messa piangevano. Non penso che questo sia un buon modo per evengelizzare.

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  45. Piccola nota di metodo sul donare soldi.

    Prendo spunto dal comento di rasoio:

    "Al contrario si è sentito liberato, perchè prima del passaggio non era mai riuscito a fare qualcosa del genere, me compreso. Questo non vuol dire che approvi i metodi di certi catechisti ma il risultato, ai miei occhi, è buono."

    Attenzione. La decima è una pericolosissima arma a doppio taglio perchè deresponsabilizza.

    Faccio un esempio pratico. Lavoro ogni giorno due ore in più così non ho problemi economici e posso donare la decima. Ne consegue che ho meno tempo da dedicare alla famiglia e alla parrocchia. In questo caso un apparente atto di carità diventa un peccato. E' incredibilmente più facile dare la decima.

    Altro caso. ho tanti soldi dono la decima, ho fatto il mio dovere di cristiano. Sbagliato, la rinuncia ai beni materiali è un corollario di ultima istanza. Prima bisogna imparare ad amare chi hai vicino, mettersi in gioco nella vita di tutti i giorni.

    Altro caso gravissimo. Dono la decima cecamente. E dove va a finire? Io personalmente non ricevo stipendio, sono studente universitario. Sarebbe sciocco donare la decima, non è frutto del mio lavoro sarebbe un deresponsabilizzarmi rispetto agli altri e sentirmi appagato. Se uno vuole versre il denaro, intanto è assurdo mettersi a fare i conti precisi, ma lo fa in virtù di un rinuncio ad un vizio, o ad un piacere mondano. Se no la decima non ha senso.

    Esempio pratico, la sera, esco co ngli amici, invece che bermi un paio di birre mi bevo un caffè e il resto lo do alla parrocchia, di nascosto e senza tante cerimonie, o raccimolo con questo metodo un po di soldi e li verso su un conto corrente di un'associazione di mia conoscienza che so come agisce. Senza rendere conto a nessuno, è un azione che faccio per me. Io rinuncio a qualcosa di superfluo per educarmi all'essenziale, non perchè me lo impone il catechista o perchè se no non supero un passaggio. La fede e il rapporto con il Signore non si misura con queste banalità. E' quello lo scopo della decima. Se si limita ad una semplice raccolta di fondi diventa semplice deresponsabilizzazione.

    E' molto più semplice versar la decima che occuparsi della parrocchia.

    Faccio una proposta alternativa che vorrei qualche catechista prendesse in considerazione come spunto per cambiar atteggiamento al riguardo: una persona lavora (se lavora) almeno 40 ora a settimana. Il 10% di 40 ore sono 4 ore. Provate a dedicare 4 ore alla settimana alla parrocchia o al prossimo. Non è forse più importante che un banale versamento? E' troppo semplicistico rifugiarsi alla rinuncia dei beni. Una vera rinuncia è un voto di povertà, la decima ha senso solo se mi obbliga a rinunciare a qualche vizio e non mi rende la vita più defficile. Se uno per versar la decima si deve stressare per far quadrare il bilancio familiare non è forse meglio che non la versi e si concentri sul crescere i suoi figli?

    Cari nc. Sbaglio o ho ragione? Avete mai spiegato il senso della decima o vi siete limitati a demonizzare il denaro e a farvi deresponsabilizzare da un semplice versamento, che per alcune persone è causa di stress e l'aumento di stress che ne consegue contribuisce a rendere deleterio il clima familiare?

    Vi rendete conto che son altre le cose veramente importanti nel cammino di fede e che non siamo tutti uguali e i medesimi atti comportano diverse reazioni nelle persone? Siete consci del fatto che obbligare a versare la decima rischia di danneggiare il percorso spirituale di molte persone. Non perchè non siano pronte oe perchè adorino il denaro ma per i motivi su citati. Mi domando se i catechisti e gli iniziatiori ci abbiano mai pensato.

    Anonimo Gv

    RispondiElimina
  46. Luisa scrive:

    "Questa tua frase, così volgare, palesa quanto e come il cnc sia radicato in te, quanto tu gli appartenga in profondità, quanto tu sia identificato in lui".

    Anche tu sei una di quelle che aspettato le frasi forti (come risposta a provocazioni forti) per appiccicare etichette. Sono così identificato con il cnc che ieri sera invece di andare a preparare sono stato ad un incontro parrocchiale con una suora e con altri ragazzi e da più di due mesi non frequento ne la parola ne l'eucaristia il sabato sera se non sporadicamente, pensa un pò che radici.

    Anche il vostro modo di appiccicare etichette è volgare, perchè anche se non usate espressioni becere (che tante volte sono più sincere), denota superficialità (nei confronti delle singole persone) e una tendenza a massifficare. Alla fine uno si chiede: " A cosa serve discutere su un blog, se avete già le risposte e le sentenze che cercate? E' inutile confrontarsi se uno è certo di avere la visione assoluta della realtà e cerca sempre di riconfermarla a prescindere da quello che l'altro dice. Perlomeno io ho messo in discussione diversi elementi del cnc, voi nulla del vostro modo di etichettare.

    Anonimo Gv
    Premetto che non ho mai versato la decima di quello che guadagno perchè nello statuto si parla solamente di collette, se i catechisti dicono diversamente tanto piacere. E comunque non è mai facile mettere mano al portafogli, perlomeno a me risulta più difficile staccarmi dal denaro che stare 4 ore in più in parrocchia, tu probabilmente hai raggiunto un grado più alto di ascesi. Il senso della cosiddetta "decima" è sperimentare che Dio provvede (o se vi piace di più "non ci abbandona" che fa meno A.T.) ed anche per venire incontro alle esigenze di qualche fratello in difficoltà. In un modo o nell'altro alla fine del mese ci si arriva comunque e a volte avanzano anche dei soldi, guarda un pò.

    RispondiElimina
  47. Anche tu sei una di quelle che aspettato le frasi forti (come risposta a provocazioni forti) per appiccicare etichette. Sono così identificato con il cnc che ieri sera invece di andare a preparare sono stato ad un incontro

    Razor, che c'entra adesso questa polemica con Luisa?

    La tua frase era volgare. Punto

    E non mi sembra che Luisa riprenda solo le frasi volgari.

    Dopo aver detto che non versi la decima perché lo statuto non lo prevede, comincio anche a dubitare delle tue affermazioni perché, a quanto mi risulta, l'avvenuto o meno versamento della decima è una delle domande più gettonate...

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  48. Rasoio non si tratta di gradi di ascesi. Si tratta di ordini di priorità. Io posso permetermi di non essere attaccato al denaro perchè non ho figli da mantenere, ne problemi di affitto o economici, ho avuto la fortuna di stare a contatto con persone che lavorano nel terzo mondo e con i francescani che mi hanno aiutato a rendere le rinunce più semplici ma non è questo il punto. Mi spiego. C'è crisi, nella mia parrocchia ci sono famiglie che hanno bisogno di sostentamento monetario per mangiare. Durante la settimana in chiesa c'è un cesto e chi vuole lascia del cibo, poi all'occorrenza il parroco dice, a messa finita che c'è qualche famiglia bisognosa (ovviamente senza far nomi) e puntualmente si raccolgono le offerte. Poi un gruppo di laici discretamente verifica che il bisogno sia reale (purtroppo ci è gia capitato di restar fregati) e si agisce. non dando moneta (che può finire in mani bucate) ma dando il contributo necessario e pesato. Ogni anno a fine messa c'è il presidente del consiglio degli affari economici che fa il rendiconto di tutte le spese e le entrate (siamo puntualmente in rosso e puntualmente si arriva dopo qualche settimana in pareggio). Ora nelle comunità dove vanno a finire i soldi? La responsabilità non finisce nel donare, bisogna vedere a chi si dona (esempio ci sono onlus che destinano meno del 25% del bilancio ai poveri).


    Non sto condannando la decima (che per fortuna non in tutte le comunità si impone) sto mettendo in luce il rischio che comporta (cfr esempi su citati). Se io propongo la decima non posso non dire ad un padre di famiglia che la sua prima responsabiltà economica non è la decima ma la famiglia, e tantomeno posso chiederla ad un precario.

    Il problema non è la decima in se, il problema è il come. Innanzi tutto essa è un corollario. Prima bisognerebbe insegnare ad amare e a donare gratuitamente. Molti donano per ricevere gratitudine o ricompense in questa vita o perché sanno che così in caso di necessità avranno la comunità che supporta. Capisci che se la decima non è legata strettamente all'amore gratuito rischia di diventare deleteria?

    P.S. per i lcaro rasoio. Se posso vorrei descriverti un metodo che mi ha aiutato a staccarmi dal denaro. Io per due, tre anni in quaresima ho rinunciato al pasto serale, facendo solo due pasti al giorno, in modo di andar a dormire con la fame, e nel letto con lo stomaco che reclamava pensavo ai bambini che vanno ogni sera a dormire con lo stomaco più vuoto del mio e sanno che il giorno dopo non mangeranno. Questo digiunare unito alla preghiera mi ha stimolato fortemente nell'educarmi al evitar gli sprechi, noto che ha funzionato molto, perchè aiuta ad apprezare di più le piccole cose e a non sprecare il cibo. A me se uno mi avesse imposto la decima non l'avrei mai accettato. Con questo metodo ho imparato a non sprecare, e se ho qualcosina in più lo do senza contare quanto do. Altro rischi nella decima. se ho 10000 euro di stipendio e ne dono 1000 e con gli altri esagero togliendomi ogni sfizio veniale la decima diventa una presa in giro. La funzione principale non è farsi un bilancio in tasca ma educarsi all'altro. Questo insegnamento, che penso sia fondamentale, mi pare venga trascurato dai catechisti nc o sbaglio?

    Anonimo Gv

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  49. Mic

    Fino a pochi mesi fa non lavoravo e non potevo mettere la decima di quello che guadagnavo perchè non percepivo nulla; ho sempre dato offerte libere ed è questo che dicevo ai catechisti, non me l'hanno mai fatto pesare, al contrario mi hanno aiutato quando ero a corto. L'ultimo secondo passaggio lo abbiamo rifatto da poco e ancora non hanno iniziato a chiedere la decima, comunque sia non la darò neanche in futuro, non hanno neanche il diritto di chiedermi se la do o meno.
    Poi Mic, puoi anche non credermi ma non ho motivi per mentire; il limite dei blog è proprio quello di non poter vedere le persone in faccia, conoscerle e verificare quello che dicono.

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  50. No, non sbagli Anonimo Gv, nel cammino questo insegnamento viene trascurato. Tutto sommato mi sembra che abbiamo gli stessi principi anche se espressi in modo diverso. Grazie per aver condiviso la tua esperienza, mi sarà utile.

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  51. Caro Razor, vedrai che i catechisti te lo chiederanno se dai la decima, sicuramente non è obbligatoria,e no devi dire per forza se la dai, però è una domanda che ti fanno. E ti diranno per convincerti che il Signore restituisce il centuplo.

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  52. Mi ritengo un "infiltrato" nel CNC,vi do alcune chicche affinche tutti possano comprendere la "captatio benevolentiae" ke fanno i capi CNC nei ocnfronti del Papa etc. Nell'ultimo annuncio (?) di quaresima nelle prime due ore si è parlato del CNC richiesto (?) dai vescovi indiani, sono stati definiti inviati da satana (!) padre Zoffoli e padre Gino Conti, sono stati chieste collette x le missioni, etc. ( ma non c'era la Divina Provvidenza?), abbiamo visto il solito pallosissimo video dell'invio delle famiglie in missione da parte del Papa con il solito ruffianesimo di Kiko e compagnia nei confronti di Benedetto XVI. Gli ultimi venti minuti, con tutti stanchi e affamati ( erano passate le 23 !) dedicati per modo di dire alla lettura di una parte della bellissima Lettera ai Romani commentata in due,dico due, minuti ed alla fine la sola lettura della catechesi quaresimale del Papa! Qualcuno mi chiederà: e ke ci stai a fare? ci sto x scoprire sempre più l'anima protestante e sionista di questo tumore ke va assolutamente debellato! continuate nella vostra opera!

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  53. No, non sbagli Anonimo Gv, nel cammino questo insegnamento viene trascurato.

    Sono contento che su questo siamo sulla stessa linea d'onda.

    Il passo successivo sarebbe chiedersi, perché viene trascurata l'essenza e si da tanto spazio all'apparenza? E' innegabile che in questo aspetto come in moltissimi altri nel cammino si tende a dare molta apparenza e poca sostanza. O sbaglio? E perché questo accade? Che il fondatore abbia preso in buona fede un grosso abbaglio e si sia costruito il suo vitello d'oro che molti non distinguono dal vero Dio? Non mi permetto di giudicare, non so se sia così, e non lo posso sapere per certo, molti indizi mi danno da riflettere. Cari fratelli nc, non vi dico, se non pensate così è perchè vi hanno fatto il lavaggio del cervello (è un argomentazione che sinceramente non mi piace) ma per lo meno rifletteteci. Questa riflessione parte dal mio vissuto e da un analisi sulla mia esperienza personale, la quale mi ha insegnato che gli idoli più pericolosi sono quelli meno evidenti, che si mascherano meglio e che tali non sembrano. Sia chiaro non voglio affermare che per voi il cammino sia un idolo, ma con umiltà vorrei invitarvi a riflettere se è così perché in alcuni mi è parso di notare questa idolatria.


    Anonimo Gv

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