sabato 27 gennaio 2018

Norme anti-Cammino del cardinal Cañizares

Il cardinal Cañizares, che a suo tempo era soprannominato "il piccolo Ratzinger" per i suoi interventi, si era in seguito distinto negativamente per essere stato amicone del Cammino e della sua devastazione liturgica (ad esempio, a settembre 2011 Kiko vantava di avergli detto testualmente: «guardi come alla Comunione stiamo tutti seduti e riceviamo il Corpo del Signore», col sottinteso che Cañizares non aveva avuto nulla da ridire).

Abbiamo perciò appreso con gioia da Crux Sancta che lo scorso 3 gennaio 2018 il cardinale ha inviato una lettera a tutti i sacerdoti dell'arcidiocesi (Valencia, tre milioni di battezzati) con alcune norme per celebrare degnamente la liturgia. Queste norme, in linea con i documenti liturgici validi per tutta la Chiesa, sembrano colpire in modo particolare le carnevalate liturgiche neocatecumenali, nemiche del silenzio, del raccoglimento, del rispetto, dei luoghi sacri, e soprattutto della necessaria devozione al Santissimo Sacramento.

Traduciamo qui sotto alcuni brani della lettera di Cañizares intitolata «La mia casa è casa di preghiera» (che riprende Mt 21,13: «...La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri»).


La mia casa è casa di preghiera

Cari fratelli sacerdoti e cari fedeli, vi scrivo questa lettera con tutto l'affetto a la naturale preoccupazione nel massimo interesse che le chiese - cattedrali, basiliche, parrocchie, cappelle, eremi con culto regolare... - siano case di preghiera e non vengano trasformate o convertite in luoghi profani.

[...] ...oltre alla cura materiale dei templi (pulizia, bellezza, ordine, dovuto decoro, illuminazione adeguata, buona acustica), bisogna fare moltissima attenzione al silenzio. [...] Il silenzio viene rotto troppo frequentemente e indebitamente nello scambio della pace, anche alla fine della celebrazione, e talvolta anche quando si entra in chiesa.

In attesa che scatti il
segnale manducatorio
Da bambino, i miei genitori e maestri mi hanno insegnato a stare in silenzio quando si è in chiesa. Quando stavamo per giungere alla chiesa parrocchiale, i miei genitori ci facevano abbassare le voci e nel passare davanti all'ingresso della chiesa ci imponevano il silenzio; già dentro, ci inginocchiavamo e facevamo una preghiera, poi, durante la Messa, tenevamo la postura corrispondente con ogni devozione e rispetto. I miei genitori hanno esagerato? Al contrario. Mi hanno insegnato a stare davanti al Mistero con stupore e ammirazione, nel silenzio e nel raccoglimento, proprio come dovrebbe essere: non li ringrazierò mai abbastanza per avermi educato in quel modo. Oggi, purtroppo, alcuni entrano in chiesa come in qualsiasi altra casa, senza nemmeno salutare il "proprietario" della casa, o come in qualsiasi stanza a fare spettacolo, e si parla come in strada, ci si siede subito appena entrati, senza entrare in un clima di silenzio, e tanto altro. Al segno della pace si scatena un gran chiasso, spesso irriverente, e alla fine della celebrazione è una vera caciara. Chiedo ai sacerdoti e a tutti i fedeli di procedere diversamente e di rispettare la chiesa, la celebrazione, il mistero che lì si celebra, che richiede una preparazione adeguata e il giusto contegno.

Mi permetto di richiamare l'attenzione anche su come si è vestiti quando si entra in chiesa. Troppe volte si entra con abiti inadeguati o indecorosi, senza il dovuto rispetto alla casa di Dio. [...] Si potrebbero esporre cartelli per richiamare l'attenzione su come entrare in chiesa, come si fa ad esempio nella basilica di San Pietro a Roma: se qualcuno entra in modo inadeguato o inappropriato, va invitato gentilmente a uscire, cambiare o vestire diversamente...

Mi permetto anche di richiamare l'attenzione sui servizi fotografici, specialmente alla fine della celebrazione, di prime comunioni, battesimi, cresime o matrimoni. Il putiferio che si verifica, la mancanza di rispetto e quant'altro, si scontra con tutte le norme su come comportarsi in chiesa... [...] Ma naturalmente la chiesa non è un set fotografico, né il luogo per flirt e frivolezze.

Mi permetto poi di richiamare la vostra attenzione a come comportarsi nel passare di fronte al Tabernacolo. A volte si passa davanti al Tabernacolo come se fosse una cosa qualsiasi, senza alcuna riverenza né genuflessione (che invece è dovuta). I ragazzi passano davanti al Tabernacolo senza notare che Gesù è presente nel Santissimo Sacramento. Vanno educati, così come vanno educati anche gli adulti e anziani.

Tipica caciara "liturgica" neocatecumenale
Nella celebrazione dell'Eucaristia tutta l'assemblea, tranne le persone disabili e validamente impedite, deve avere la postura indicata volta per volta dai libri liturgici e che ho già ricordato nella mia lettera pastorale sull'Eucaristia intitolata "Fate questo in memoria di me".

Nella stessa lettera ho ricordato come dovrebbe essere il segno della pace e come ricevere la Comunione. Confesso che ci sono momenti in cui è molto brutto vedere come alcuni si avvicinano, senza alcun raccoglimento, senza alcuna devozione, senza alcun gesto di adorazione, come se stessero andando a prendere un biscotto o uno snack. Insisto qui a ripetere ciò che scrissi in quella lettera: ci si può comunicare alla bocca o alle mani, ma devo ribadire che il modo coerente col mistero del Corpo di Cristo è il ricevere la Comunione inginocchiati e alla bocca. Non sono retrogrado nel dirvelo: vi indico solo ciò che è più in sintonia con la Comunione.

Infine, le chiese devono essere rispettate per ciò che sono e utilizzate solo per ciò che sono. Abbiamo purtroppo tutti visto come in Catalogna sono state usate come seggi elettorali e luoghi di conteggio dei voti... [...]

48 commenti:

  1. Naturalmente i neocatecumenali diranno che hanno lo statuto. Certificato di santità passata, presente e futura.

    RispondiElimina
  2. È un po' comico il fatto che quando la carriera ecclesiastica di Cañizares-Llovera si è conclusa con l'assegnazione alla sede di Valencia, il soggetto ha cominciato ad essere meno amicone di Don Kikolone. Se avesse reagito come si deve alle elucubrazioni di quest'ultimo riguardo allo stare "tutti seduti", i kikos (inclusi i pasqualoni-baccalà che correvano qui a vantare Cañizares "cardinale serio e importante", li ricordo bene) lo avrebbero iscritto immediatamente nell'elenco degli «zoffoliani» e proceduto alla damnatio memoriae. Si vede che il suo apprezzare il kikismo-carmenismo era un gesto di pura facciata e indipendente dalle "qualità" del Cammino e dei suoi autonominati iniziatori...

    Riguardo alla comunione, il cardinale ripete ciò che c'è scritto nel Messale - il gesto normale della Comunione è in ginocchio e alla bocca. La Comunione "in piedi, processionalmente" è una concessione, quella "sulle mani" è addirittura una concessione temporanea di alcune conferenze episcopali (in Italia solo dal tardo 1989) che era intesa a facilitare l'accesso alla Comunione, non a banalizzarlo. E invece guardate la prassi invalsa nel Cammino: la Comunione è ridotta a una specie di snack, che si mangia solo quando scatta l'apposito segnale, stando comodamente seduti, come se quel "sacro snack" fosse davvero un normale snack (tant'è che spesso è obbligatorio anche per gli atei).

    Riguardo alle genuflessioni, il cardinale puntualizza bene: «tranne le persone disabili e validamente impedite». Genuflettersi e inginocchiarsi vale per tutti, con la sola eccezione degli acciacchi dell'età, della salute che effettivamente non te lo permette, della disabilità. I documenti liturgici hanno usato un po' troppa delicatezza indicando "genuflessione o riverenza", presupponendo che ogni cattolico abbia la dignità di inginocchiarsi e genuflettersi finché la salute non lo costringe a limitarsi ad una riverenza.

    Sennonché tutte queste cose sono state abilissimamente mistificate dal modernismo vaticansecondista che ha inteso cancellare la genuflessione, gesto di umiliazione verso Dio veramente presente nel Santissimo Sacramento, sostituendola con una generica riverenza identica a quella che si farebbe di fronte a qualsiasi oggetto sacro (che poi in breve non si fa più). Un cretinissimo (cioè tipico) neocatecumenale a cui avevo fatto notare che non si era genuflesso davanti al Santissimo, mi rispose che lui aveva già fatto «l'inchino profondo» (era così "profondo" che nessuno lo avevo notato), e contestualmente ripeté tale «inchino profondo» per accontentare me piuttosto che per onorare il Signore (l'ipocrisia è infatti scritta a caratteri cubitali nel DNA neocatecumenale).

    Piccola parentesi off-topic: il fatto che gesti del corpo aiutino ad aver attenzione e coscienza di qualcosa è stato "riscoperto" persino in certe ferrovie, il cui regolamento per i macchinisti prevede che nel riconoscere un segnale lo si punti col dito e identifichi a voce, specialmente se si è da soli, e tale abitudine ha dimostrabilmente ridotto in modo drastico incidenti ed errori.

    Ricordo anche un vecchio salesiano che mi spiegava che il breviario si poteva recitare "anche senza voce ma sempre muovendo le labbra", perché altrimenti non sarebbe stato un pregare (cioè rivolgersi a Dio) ma solo un leggere.

    A chi blatera che Nostro Signore non ha bisogno delle nostre genuflessioni, dobbiamo rispondere che siamo noi che educhiamo continuamente la nostra mente a riconoscere la Sua presenza attraverso gesti del nostro corpo. Come il macchinista che fa il "pointing and calling" al semaforo che ha appena intravisto in lontananza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In alcune parrocchie dotate di neocatecumenali la Comunione domenicale si prende con le mani a croce già dai primi anni 80, ben prima della concessione ufficiale.

      Elimina
    2. Per essere precisi, la moda è cominciata in ambienti protestantizzati già subito dopo il Concilio (e i kikos non fecero altro che ereditarla), perché da secoli era solo nelle "sante cene" protestanti (e nemmeno tutte) che il pane benedetto veniva afferrato con le mani (ricordate quell'incisione in cui si vedono gli eretici Lutero e Melantone fare la "comunione protestante" inginocchiati e alla bocca?).

      Si trattò di una moda che ovviamente era - ed è tuttora - contro le norme liturgiche, tant'è che quello che hanno dato le conferenze episcopali è un "indulto", cioè un permesso che non spetterebbe, di carattere "temporaneo", che teoricamente potrebbe essere ritirato da un giorno all'altro.

      Per imporre la moda i modernisti la fecero anzitutto attecchire nei seminari e nei conventi (non potete immaginare quanta presa faccia in ambienti chiusi come quelli la tentazione di sentirsi più speciali dei "cristiani della domenica"), spacciandola per una novità esclusiva, un privilegio per "adulti" della fede. Per esempio un sacerdote di mia conoscenza, entrato in seminario nei primissimi anni '80, mi raccontò che rimase allibito nelle prime settimane quando vi cominciarono gli incontri di preghiera leggendo il Corano piuttosto che il Vangelo. Quando Giovanni Paolo II acconsentì al diabolico incontro ecumenico di Assisi nel 1986, il terreno era stato già preparato da tempo fin nei seminari: infatti a lamentarsene furono soprattutto i preti "retrogradi" (quelli per i quali il Vangelo vale più del Corano) e i cristiani "della domenica" (quelli per i quali il Catechismo vale più del dialogo ecumenico e interreligioso).

      Il Cammino ha operato la perfida "comunione sulle mani" fin dai suoi inizi, a meno che non vogliate credere che Kiko e Carmen andassero devotamente alla Messa in latino (quella in vigore fino all'avvento 1969) e facessero la Comunione senza usare le mani e senza aspettare che scattasse l'apposito segnale manducatorio di loro invenzione. Dal 1969 al 1989, lungo vent'anni, hanno disubbidito alla Chiesa in tutti i modi a cominciare dalla Comunione "sulle mani"; dal 1989 ad oggi continuano a disubbidire alla Chiesa perché tale Comunione "sulle mani" consiste non nel fare come la CEI concede, ma nel tener sotto sequestro il Santissimo Sacramento in attesa che arrivi l'ordine di mangiare contemporaneamente al celebrante (altro abuso liturgico), senza contare il fatto che stanno comodamente seduti (postura di chi mangia uno snack, non di chi riceve umilmente e con fede il Corpo di Cristo).

      Queste precisazioni servono a capire come mai nelle parrocchie neocatecumenalizzate in certe condizioni si faceva la Comunione sulle mani ben prima che la CEI desse l'indulto nel luglio 1989. Indulto che poi era stracarico di raccomandazioni sull'essere devoti e sul fare massima attenzione a non disperdere frammenti, e che un addolorato Giovanni Paolo II già nel febbraio 1980, appena pochi mesi dopo, dimostrava aver portato già ad una quantità immane di sacrilegi (Dominicae Coenae, nr. 11: «...giungono voci su casi di deplorevoli mancanze di rispetto nei confronti delle specie eucaristiche, mancanze che gravano non soltanto sulle persone colpevoli di tale comportamento, ma anche sui pastori della Chiesa, che fossero stati meno vigilanti sul contegno dei fedeli verso l'eucarestia...»). Abbiamo pubblicato numerosi articoli in tema.

      E per concludere, la votazione della CEI avvenne di soppiatto quando uno dei vescovi principali oppositori era assente per malattia (il cardinale Siri era morto da pochi mesi), e passò con un solo voto in più del minimo indispensabile.

      Elimina
    3. Per non parlare degli esperimenti di consacrazione del pane con le olive o altri condimenti, frantumato, disposto in cestini che passavano di mano in mano tra i fedeli seduti (ognuno sulla sua sedia senza inginocchiatoio, buttate le panche), i quali fedeli si servivano da soli. Un brutto esperimento francese dell'immediato post-concilio, e per fortuna represso presto, secondo quello che riporta Lefebvre. Quando il Cardinal Sarah ha ritenuto opportuno precisare la lista degli ingredienti che NON vanno nella composizione delle ostie, a molti fa ridere, ma da qualche parte un motivo c'è...

      Elimina
  3. Chiese:
    Cattedrali. Basiliche. Parrocchie. Cappelle. Eremi con culto regolare.
    Che c'entrano loro, loro fanno quello che vogliono nelle loro squallide salette kikodecorate.
    Più luogo profano di così? Magari fosse solo profano......
    .....nell'ufo colorato di Porto San Giorgio....navicella spaziale.....

    Pax

    RispondiElimina
  4. Intendo dire che se Il cardinal Cañizares voleva rivolgersi a loro, doveva interpellarli chiamandoli per nome.
    Tutto è inutile!
    Se riescono a bypassare quanto viene indirizzato a loro, figuriamoci una lettera indirizzata in modo generico ai fedeli di una diocesi, la massa informe dei cristiani della domenica,
    Cosa hanno da spartire con loro i neocatecumeni?
    Sapete cosa diranno?
    Noi non c'entriamo niente, perché per fare quello che facciamo abbiamo ricevuto un'iniziazione che gli altri non hanno avuto.....
    Questo Cañizares lo sa, ci conosce bene, è nostro amico....

    Pax

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo, i kikos sicuramente diranno che la lettera non è indirizzata a loro. Ma se è per questo, qualora uno affermi il dogma della transustanziazione, risponderanno che non li riguarda poiché loro hanno ricevuto un'iniziazione che gli altri non hanno avuto...

      Il Cammino sta perdendo pezzi a velocità crescente, ormai si è ridotto ad un'élite di pasqualoni che tenta di spremere il più possibile i pasqualoni dei livelli inferiori.

      Essendo opera di mani d'uomo, il Cammino è destinato a perire. Chissà se ciò avverrà con lo sfaldarsi e la fuga dei pasqualoni in tutte le direzioni, oppure se avverrà come per l'eresia del valdismo, che è sì sopravvissuta per nove secoli, ma conta a tutt'oggi un numero miserrimo di "credenti", venticinquemila, che non sono più convinti di essere gli unici detentori del vero cristianesimo visto che da tempo si sono integrati ai metodisti (eresia protestante nata sei secoli dopo di loro).

      Il sottoscritto propende per la prima ipotesi a causa del Culto della Personalità di Kiko e della grande probabilità che costui non rinneghi le proprie eresie nemmeno in punto di morte (laddove i valdesi hanno ingoiato il rospo - e opportunamente silenziato - della probabile riappacificazione del loro fondatore con la Santa Sede prima di morire).

      Elimina
  5. Ho avuto anche io lo stesso pensiero. Il pubblicare qui ha l'unica funzione di svegliare qualche dubbioso che ancora non si sa decidere, perché capisca da che parte sta la verità. È comunque una gioia che un cardinale conosciuto come lui dica queste cose. Un altro insieme a Sarah.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì. Bello leggere. Ma ora che si pongono il problema di arginare tante atroci conseguenze di una riforma liturgica avventata, che ha distrutto la liturgia millenaria della Chiesa di cui in pochi abbiamo il ricordo ( vedi che esperienza racconta il Cardinale di come lui stesso era stato educato dai genitori, cose di cui tanti oggi, già adulti, non hanno alcuna memoria), perché non mettono mano alla stortura delle storture?
      Se il Cardinale ha ritenuto di scrivere ai suoi fedeli una lettera come questa, perché non fa un richiamo esplicito alla liturgia eucaristica del c.n.?
      Penso che in coscienza dovrebbe farlo. A chiare lettere, MA NON LO FA. NESSUN CENNO ALLE DISUBBIDIENZE ALLE MOLTEPLICI CORREZIONI.
      Sempre la stessa storia, la stessa amarezza.
      Richiamando la lettera doveva scrivere a Kiko e padre Mario, che ben conosce, perché la riportassero alle comunità che non poteva raggiunge nelle Basiliche e Chiese consacrate.

      Pax

      Elimina
  6. Condivido, la tua amarezza è anche la mia. Il cammino è un figlio ribelle che urla e strepita alla prima correzione. Figlio viziato dalla sua stessa madre la Chiesa.
    Come con quei figli tossicodipendenti impossibili, che ami ma ti massacrano l'esistenza.

    RispondiElimina
  7. Come saprete, il Cardinal Robert Sarah sta insistendo da diverso tempo sulla necessità del silenzio, interiore ed esteriore, come presupposto per il raccoglimento dell’Anima e per crearle un luogo appropriato all’incontro con Dio.

    Trovo molto interessante il video della conferenza del Cardinale “Contro la dittatura del Rumore” tenuta il 13 Dicembre 2017 ad Avignone. La conferenza è in francese, ci sono i sottotitoli -credo automatici, quindi purtroppo con diverse imprecisioni- ma credo aiutino lo stesso.

    Riporto soltanto l’opinione del Cardinale sulle “comunità rumorose”. Si parla dei Carismatici (RnS ?) ma la linea guida è molto chiara e uguale per tutti.

    ———————————————————————————————————————————

    Link al video https://www.youtube.com/watch?v=zLJ9Ns83Jfs
    Domanda di una persona del pubblico, al minuto 1:08:22

    ———————————————————————————————————————————

    Domanda:

    Si può considerare che i Carismi donati dallo Spirito Santo possono anche essere espressione
    aperta e talvolta rumorosa, nei canti, nelle lodi, come fanno i gruppi carismatici?
    E là, una serata di lodi o una messa animata da un gruppo carismatico non sono esattamente silenziosi, ciononostante la gioia è comunque presente.

    Risposta del Card. Sarah:

    La Chiesa ha 3000 anni. Non sono uno storico ma questo tipo di comunità rumorose non si è verificato spesso, nella Chiesa. Quello che ha caratterizzato la Chiesa sono le persone che volevano vivere la radicalità del Vangelo andando nel deserto. E, se non andavano nel deserto, avevano le comunità monastiche, nel silenzio.

    Penso che i carismatici dovrebbero essere attenzionati dall’episcopato, perché il discernimento dei Carismi compete al Vescovo. Non è qualcosa di spontaneo da esercitare in autonomia, bisogna che la Chiesa dica: “è questo”.

    È vero che Giovanni Paolo II ha riconosciuto i carismatici, ma capite che è anche importante che i carismatici verifichino l’autenticità delle loro manifestazioni carismatiche. E che si facciano verificare da qualcuno, da un’autorità. E anche per verificare se questa manifestazione rumorosa ci fa crescere nella Carità, ci fa crescere nella Fede, ci fa crescere nell’amore di Dio, ci fa crescere nella missione.

    Io non ho la capacità di giudicare. Questa [= quella carismatica] non è la mia sensibilità. Non mi pone alcuna difficoltà, [ma] io non potrei pregare in questo modo. Può darsi che si tratti di una grazia di Dio ma questa grazia deve essere verificata dalla gerarchia.

    Ad ogni modo, qualcuno mi diceva che Dio ha orrore del rumore, ed è vero.
    Perché quel che Dio fa all’interno del tuo cuore, tu devi manifestarlo così, pubblicamente?
    Perché quel che è fatto nel segreto del tuo cuore, tu devi esporlo al grande pubblico?
    Vivi la tua via cristiana semplicemente, e si vedrà che lo Spirito Santo è in te.

    Non critico e non sono contrario ai carismatici ma guardiamo la storia della Chiesa e come la Chiesa ha pregato.

    RispondiElimina
  8. Antonello Iapicca, copiatore del copista Kiko Arguello, ci rallegra ogni giorno con la stessa tiritera, nel stile Kiko, ma più colta perché conosce la Scrittura meglio di lui.
    Ieri, per es:
    Antonello Iapicca
    25 gennaio alle ore 10:15: 
    Saulo, lanciato nel fuoco dello zelo, aveva incontrato un amore più grande di ogni entusiasmo; gli era arrivato addosso come un fendente, rovesciando la sua vita e le certezze religiose che sembravano granito. Nei lunghi anni di silenzio in Arabia aveva capito: Saulo sapeva, ma non conosceva. Soprattutto, non lo lasciava il ricordo vivo di un giorno amaro di pietre e sangue, e il volto di Stefano, come quello di un angelo inginocchiato sull'altare di un amore incomprensibile ...

    Caro Antonello, sei sempre lo stesso e si intuisce nei tuoi commenti, la stessa voce, anch'essa, sempre la stessa, di Kiko.
    A proposito del fatto che siete sempre gli stessi, voi due, ti racconto una storiella ebraica: "Antonello chiede al suo maestro Kiko: "Nella Torah si parla di Reincarnazione? Certo, risponde il gran maestro in storia dell'ebraismo, nella Torah c'è tutto.
    Gestire
    Mi piace · Rispondi · 18 min
    Daniel Lifschitz
    Daniel Lifschitz Antonello: Maestro venerabile, puoi spiegarmi, che anch'io gioisca della tua sapienze. Risponde il gran maestro: "Immaginati, caro Antonello che io muoia. Facciamo un gran banchetto. Preghiamo e mi ricordate, e poi mi portate al cimitero seguito da tutte le comunità del mondo.Scavate una buca,mi vi deponete, sopra uno strato di terra, e tornate tutti a casa. Dopo due mesi cominciano a crescere delle erbette, viene una mucchina, ci fa la sua cacchina. io, ricordando il mio dovere di visitare regolarmente la tomba del miog ran Maestro, vado al cimitero. Vedo l'erbetta, vedo la cacchina e dicco: "Kiko, mio Kiko mio, come sei cambiato".


    Antonello: “Ho capito gran Maestro, che meraviglia. Anch'io mi decido di visitarti; vado al cimitero, vedo la cacchina e dico: "Kiko, Kiko, sei sempre lo stesso.!”
    Cordiali saluti, a te e al tuo "Gran Maestro",

    Daniel Lifschitz
    25 Gennaio 2018 15:59

    RispondiElimina
  9. Grazie Daniel per la citazione di Iapicca!
    Mi chiedevo proprio come Kiko e i neocat spiegassero la fulminea conversione di San Paolo, senza la kenosi che ben conosciamo, il fango del cieco nato, il riconoscimento della propria natura di peccatore eccetera.
    Ecco che il viaggio in Arabia di Paolo successivo alla conversione e prima di presentarsi agli altri Apostoli ("Subito, senza consultare nessun uomo, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco" Galati 1,16-17), così rapido da non essere neppure accennato negli Atti, diventa la kenosi tanto cara ai nc. Dice infatti Iapicca: "Nei lunghi anni di silenzio in Arabia aveva capito: Saulo sapeva, ma non conosceva".
    Saulo sapeva ma non "conosceva": in quelli che nella fantasia febbricitante nc sono diventati "lunghi anni in Arabia" (quanti? Beh, il tempo del catecumenato di San Paolo, perbacco! Mica sarà stato sveglio come sanKiko che non ha avuto bisogno di farlo?), san Paolo ha acquisito la conoscenza, altrimenti detta "gnosi".
    Eccovi sistemato anche l'apostolo Delle Genti!
    Bello sarebbe sapere se è la ripetizione di una catechesi di Kiko, ma dall'esperienza che abbiamo già fatto con la ripetizione letterale di don Antonello dell'assurda catechesi su Zaccheo, giurerei di sì!
    Lo stesso Daniel, che evidentemente lo conosce, lo definisce "copiatore del copista Kiko Argüello", quindi possiamo azzardare che questa interessante rivisitazione in chiave gnostica, tramite mistificazione del dettato del Nuovo Testamento, della conversione paolina, venga da qualche illuminata catechesi del fondatore.

    RispondiElimina
  10. Aggiornamento sulla catechesi itineranti: la data è quella iniziale. Riparlando ora con le persone che devono andare a questa convivenza a PSG ho saputo che partono domani e la convivenza da 10 giorni comincia domani sera. Non so da dove sia venuta fuori la notizia dello spostamento a fine febbraio

    RispondiElimina
  11. Non condivido Daniel ;-)
    Questa volta don Antonello si è preso un po' di autonomia (fino a quando Kiko non lo saprà, naturalmente, poi dovrà rettificarsi).
    Kiko avrebbe spiegato che san Paolo andò in Arabia ancora con le squame sugli occhi per fare la kenosis e conoscere i propri peccati e se stesso; fu poi là raggiunto dai "nostri Anania - i pastori, catechisti e fratelli -" (citazione dalla catechesi di don Antonello), si lavò in una miqwa'ot portatile che avevano trasportato in groppa a un cammello, e gli cadde il fango/squame dalla vista.

    Vorrei proprio sapere: dove don Antonello ha appreso che san Paolo stette in Arabia "molti anni"? Se ne inventano una al giorno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I catechisti, credo al secondo passaggio, paragonano se stessi alla figura di Anania. Don Iapicca neocat fino al midollo.

      Elimina
    2. p.s. Sulla questione di san Paolo in Arabia don Iapicca dovrebbe studiare di più la storia. Per gli uomini del tempo "Arabia" era la parte di territorio oltre il fiume Giordano e fino al Sinai. Forse nella sua ignoranza avrà immaginato san Paolo nel deserto con i cammelli e le dune...

      Elimina
    3. Già. Mi fanno davvero ridere. Come scrissi nel mio saggio è una commedia o un gioco di ruoli. Si identificano ora l'Inviato, ora con gli Apostoli, ora con Anania... e chi più ne ricorda più ne citi.
      Per forza che, dopo un po' di anni, in tanti si ritengono di una categoria superiore, adulti nella Fede, illuminati, Eletti!

      Elimina
    4. Sulla questione degli anni di san Paolo in Arabia (odierna Giordania):
      in Galati egli racconta "senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per
      consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni".
      Dagli Atti sempre Paolo dice che, a Damasco,
      "subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio".
      Quindi i tre anni sono il tempo dopo il quale Paolo conobbe Pietro e non il tempo in cui rimase in "silenzio" perché "sapeva ma non conosceva". San Paolo cominciò subito a predicare, non ebbe bisogno di fare secondi passaggi, Traditio, Redditio, agapi, balletti e via discorrendo.

      Elimina
    5. Cara Valentina, con questi signori ci ritroviamo la lezione di Kiko docente di Astronomia su Kairos. Cosa vuoi che contino gli anni di san Paolo in Arabia? :-)
      http://kairosterzomillennio.blogspot.it/2017/10/convivenza-di-inizio-corso-porto-san_11.html

      Elimina
  12. Riporto qui un commento che è stato postato stanotte su un altro thread.

    Anonimo 28 gennaio 2018 00:44

    qualcuno mi puo spiegare?sono alla tappa del credo manca solo la professione fino a 2 settimane fa con la benedizione del parroco distribuivo il pane e il vino poi mi hanno detto che lo dovevano distribuire solo i responsabili e un fratello catechista sono rimasto male è giusto così?
    p.s.siamo tre comunita senza ministro ordinato

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No che non è giusto. Ma questi fanno sempre e solo ciò che vogliono.
      La colpa è dei Parroci che dovrebbero fermarli e difendere persone come te al servizio dell'Eucarestia per mandato.
      La tragedia è che i Parroci subiscono quasi sempre per quieto vivere.
      Per non fare la fine che il mellifluo, in uno dei suoi incommentabili commenti, scriveva, a proposito del Parroco per il quale loro avevano ceduto molto più che i "dettagli" e che poi voleva distruggerli (tapini) PERCHÉ ASSETATO DI POTERE.
      Non ho voluto rispondergli prima perché è stato vomitevole, lo faccio ora.
      1. A parte che vedono negli altri i loro peccatacci LORO ASSETATISSIMI DI POTERE E SOLO DI QUELLO...
      2. Molti Parroci tacciono per paura di essere sommersi dalle loro calunnie, li distruggono i Parroci con le calunnie, ho un florilegio in proposito, prima o poi vi faccio un excursus.

      Devono mettere in evidenza che quello che prevale nelle comunità sono i loro carismi. Che c'entra essere responsabile o catechista? Annullare i ministri straordinari che per essere tali hanno fatto un corso e ricevuto un mandato?
      Ignoranti e miscredenti, questo sono. Zero rispetto per le sacre specie.
      Perché poi questi soggetti hanno ricevuto solo la formazione neocatecumenale, il pane della fretta della fuga dall'Egitto, il pane che serve solo per il loro banchetto, che non va conservato. Quante volte ho visto addirittura fare la purificazione dei piatti, pieni di briciole, dietro le salette da costoro. Cosa aggiungere?
      TI DICO SOLO SCAPPA VIA PRIMA CHE PUOI.
      Ti risparmierai altre sofferenze.
      Che vadano al diavolo!
      Scusatemi, ma lo dico col cuore.

      Pax

      Elimina
    2. Pax, se vuoi rispondere sul thread in cui è stato postato, lo trovi qui.

      Elimina
    3. Per rispondere al commento di questo fratello che distribuiva con la benedizione del parroco l'Eucaristia: concordo con tutto ciò che ti ha detto Pax.
      Vedi questa situazione come la dimostrazione che in comunità anche la Liturgia della Messa viene privatizzata e sono riconosciuti soli i "carismi" di loro invenzione (vedi quello del cantore, del lettore e del monitore).
      Ti chiedevo se "è giusto": non è giusto, ma è perfettamente in linea con ciò che il Cammino fa, in aperta o sotterranea contraddizione con le disposizioni della Chiesa: la benedizione del parroco nulla può contro il volere del catechista, che ha un ordinazione che viene direttamente dallo Spirito Santo, secondo loro, non solo dal Vescovo (e, attraverso di lui, da Dio) come un normale parroco.
      Ti diranno che lo devi prendere come un segno che ti insegna ad essere umile: e se invece fosse che Dio ti dà la possibilità di non essere coinvolto in una Eucaristia in cui i sacrilegi verso il Corpo e il Sangue di Gesù sono continui ed inveterati?

      Elimina
  13. Credo che il Card. Canizares divenne amico del Cammino per seguire senza discernimento le esortazioni di Papa Giovanni Paolo II ad aprirsi ad esso.
    Ma il Papa diceva anche che il Cammino doveva essere in comunione con la Chiesa. Cioè: è il Cammino che, là dove non è in armonia con la Chiesa, che si deve adeguare, e non la Chiesa che si deve adeguare al Cammino.
    Il Papa riconosceva un certo carisma, ma non gli errori del Cammino, che voleva eliminare attraverso l'assimilazione del Cammino alla Chiesa.

    Purtroppo molti vescovi sono stati deboli o non hanno approfondito l'argomento e hanno accettato il Cammino senza alcun discernimento.
    Quello che puntualizza il Card. Sarah in fondo è questo: i carismi, purché autentici, la Chiesa li riconosce e li accoglie, ma è la Chiesa stessa a precisare questi carismi, che si devono armonizzare alle esigenze della Chiesa.
    Sta alla Gerarchia dire come si devono armonizzare e sta ai movimenti UBBIDIRE.

    Nel caso del Cammino ci sono state grandi colpe sia da parte della Gerarchia, che ha ingoiato tutto, sia da parte del Cammino, che non ha MAI UBBIDITO quando delle disposizioni venivano date.

    A volte sembra di essere arrivati al fondo dell'abisso e invece si scoprono sempre nuove blasfemie.
    Come quella riportata dalla preziosa testimonianza di Dorothea, sul Pane consacrato con aggiunta di olive o altro. Un vero sacrilegio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo tipo di sacrilegio è avvenuto molto spesso nel cammino. Quando affidi a una persona ignorante il compito di preparare il pane per l'eucarestia può capitare che in buona fede ci aggiunga il sale, lo zucchero, qualche aroma...
      Anni fa una pia vedova della mia comunità fu incaricata di preparare i pani per una mega celebrazione , perché lo sapeva cucinare bene.
      Lo stesso giorno si mise a cucinare biscotti secchi per i nipotini, e, subito dopo cucinò 10 azzimi. Sapevano tutti di anice...
      In un'altra occasione un'altra pia donna pensando di far bene sostituì la farina normale con una già pronta con dentro lievito secco. Venne fuori uno stranissimo pane soffice soffice...
      Questo è il cammino.

      Elimina
  14. Sono qui per chiedervi aiuto. Mia cugina, che per me è come una sorella, ha deciso insieme al suo ragazzo di uscire dalla comunità. Adesso i suoi genitori la stanno obbligando a tornare in comunità e per farlo la chiudono in casa. Se non vuole andare in celebrazione vuol dire che non può neanche uscire. Le tolgono il telefono e le fanno pressioni incredibili. Il suo fidanzato è molto paziente, ma stanno soffrendo tanto. Dimenticavo: hanno entrambi 25 anni.
    Cosa posso consigliare di fare?
    Non denunce o cose simili: tenete conto che stiamo parlando di genitori. Non so davvero cosa possono fare. Temo per lei. È molto provata.
    Claudia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che, andando a Messa alla domenica (non le impediranno di andare a Messa spero!, contatti un bravo sacerdote che conosce il cammino ma non è nc che passi "casualmente" da casa sua per una benedizione alla famiglia.
      Tutte le mie preghiere per questa ragazza, che non perda la fede (e la pazienza).

      Elimina
    2. Perdonami Claudia, non voglio dubitare della tua buona fede, ma non riesco a capire una ragazza di 25 anni che si fa rinchiudere in casa dai genitori. Non è che ci stai prendendo per i fondelli? Purtroppo non sarebbe la prima volta...

      Elimina
    3. Beh, tra i fondamentalisti musulmani non è la prima volta che succede, quando le figlie vogliono seguire i costumi occidentali. Magari i musulmani stanno dando l'esempio di come si fa.

      Elimina
    4. ...e non dimentichiamo i Testimoni di Geova. Nel loro ultimo congresso sono date precise disposizioni sull'ostracismo da praticare obbligatoriamente nei confronti dei figli che volessero apostatare.
      E i genitori della cugina di Claudia stanno seguendo precisamente questa stessa linea di intervento.

      Elimina
    5. Si staranno radicalizzando? Come tutte le sette e i culti che arrivano verso la loro fine.

      Elimina
    6. Non so se si stanno radicalizzando. Ma più di dieci anni fa, a un genitore nc che riferiva di avere un figlio uscito dal cammino, un catechista tra i 12 fedelissimi di Kiko diceva "fosse mio figlio, ce lo manderei a calci in culo". Scusate, ma la frase fu proprio questa. E questo catechista non ha figli (purtroppo, perché altrimenti avremmo potuto constatare il campionario che altri catechisti hanno tra i propri figli: divorziati, atei, gay ecc.). Questi gli ottimi risultati della loro raffinata pedagogia.

      Elimina
    7. Sì, si stanno radicalizzando. Ne dà una idea Kiko, oramai per niente prudente. Le catechesi iniziali - dove ancora le fanno - oramai non procurano nuove comunità. Le vecchie si fondono, perché i fuoriusciti aumentano. La sopravvivenza del CNC è legata all'ingresso dei numerosi figli dei camminanti.

      Elimina

    8. Purtroppo qua da me c'è un ritorno di fiamma, le catechesi che sono ora iniziate vedono partecipi "vecchissimi" ex della ex prima comunità (sciolta dai vecchi catechisti) che aveva "finito" il cammino ... i quali (vedovi, quindi forse perché soli .. ma il motivo lo sanno solo loro), dopo esserne stati lontano per 8 anni (lamentandosene .. Sia x i soldi spesi sia x il comportamento) ora dicono di avere "nostalgia".

      Il tempo è passato invano.

      Sono molto pessimista su 1 vicina "fine" del CN

      Scusate la negatività ..

      Roberta

      Elimina
    9. Perché dubitare? Ho riferito un fatto reale chiedendo aiuto: non so davvero come aiutare mia cugina. Anche lei ha pensato di parlare con il prete, ma non credo basterà. Anch’io sono passata per il CN e so benissimo che i preti sono collusi.
      In ogni caso, sono metodi utilizzati da tempo. Inibizioni, minacce, pressioni, talvolta violenza.
      Capisco sia difficile credere che si possa rinchiudere in casa una venticinquenne, ma solo chi ci è passato può capire.
      Grazie
      Claudia

      Elimina
    10. Claudia, infatti consigliavo un prete non nc, ma che conosca bene i Neocatecumenali. Possibilmente un prete che sia accreditato in curia, molto vicino al vescovo o comunque personaggio di un certo rilievo.
      Oppure molto carismatico.
      Ma è necessario che conosca il cammino, altrimenti non crederà a tua cugina oppure non saprà come intervenire o crederà alle proteste di innocenza e di buona fede dei genitori.
      Deve essere un sacerdote che ha la piena coscienza che, a lode di Kiko, certi fanatici nc arriverebbero tranquillamente a mentire o a ostracizzare un figlio.
      Potete cercare glfra i parroci che non hanno accolto bil cammino in parrocchia o se ne sono allontanati.
      Comunque un sacerdote in buona fede e non impaurito dal cammino che voglia aiutare una ragazza almeno a riacquistare la sua libertà, confido che lo troverete.
      L'alternativa è solo rientrare in cammino, registrare tutto ciò che le verrà detto e mandarlo in Osservatorio (scherzo!).
      Seriamente, può rientrare in cammino e cercare di rendersi al più presto indipendente da questa famiglia di pazzi.

      Elimina

    11. Claudia,

      Qnto dice Valentina sarebbe ottimo, purtroppo i preti così nn crescono sugli alberi, sono rari (dipende poi anche se lei abita in 1 grande o in 1 piccola città ).

      Secondo la mia exp, che qndo ho iniziato il cammino (però i miei genitori ne erano del tutto estranei) non avevo ancora indipendenza economica, questo fatto ha contribuito fortemente a farmi restare perché in parte ero anche 1 po' aiutata tramite il responsabile, ma soprattutto
      mi sentivo (a ragione o a torto) rassicurata dalla comunità anche sotto l'aspetto della provvidenza economica; poi io ero sola.
      Tua cugina ha un fidanzato che la sostiene (e ha anche te) e quindi potrebbe eventualmente prendere in considerazione di rischiare un "allontanamento" da parte dei genitori ... certo che se entrambi sono ancora studenti la cosa nn è facile.
      So di genitori che per ordine dei catechisti hanno cacciato di casa un figlio (.. "x il suo bene" è stata la giustificazione).
      Però forse alla fine dovrebbe essere lei a prendere l'iniziativa di non cedere su questo punto, ne va del suo equilibrio psicologico, del suo futuro .. dipende molto dalle sue priorità secondo me.
      Forse l'aiuto più grande che le puoi dare è di aiutarla a capire quali siano.

      Mi spiace di nn saper dare indicazioni più concrete.

      Roberta

      Elimina
    12. Se lavora, che se ne vada a vivere da sola.
      Se studia, che si trovi un lavoro part time e vada a vivere da sola. Intanto può vhiedere ad un'amica di ospitarla per un periodo (anche su un divano).
      Se uno a 25 anni non ha gli strumenti per affrancarsi da dei genitori di questo tipo, sarà sempre sotto ricatto.
      Non esiste un'altra soluzione.

      Elimina

    13. Anonimo 17:01

      Certo in linea generale hai ragione, ma non tieni conto che a 25 o anche più anni, uno gli strumenti x affrancarsi può NON averli, proprio perché ha genitori di qsto tipo ..

      Se il CN riesce a fare il lavaggio del cervello a persone adulte che vi approdano dopo aver già fatto altre exp, quanto più pregnante e invasivo può essere l'effetto su un figlio loro che non ha mai conosciuto altro e che riceve questa negatività dai genitori,le persone che dicono di amarlo e di volere il suo bene?

      Se così nn fosse non sarebbe così dannosa questa setta.

      Roberta

      Elimina
    14. Se si trattasse di mia cugina proverei a parlare con gli zii e, se non mi ascoltano, proverei a farci parlare altre persone, cercherei comunque anche aiuto da persone esterne alla famiglia e, soprattutto, al Cammino. Se la reclusione è stretta (chiusa in casa o in camera a chiave, senza poter uscire neanche volendo) andrei senza indugio dai Carabinieri e, già che ci sono, parlerei loro estensivamente del Cammino Neocatecumenale, decime comprese (magari è la volta che parlano con la GdF), e mi farei indirizzare verso qualcuno di competente ed efficace che si occupa di recupero di vittime di psico-sette.

      Chiederei consigli presso un centro anti-violenza: non per il fidanzato ma perché nelle grinfie di un falso amore, a volte si viene indirizzati da un’educazione familiare predisponente. Togliere il cellulare, rinchiudere una giovane donna più che maggiorenne in casa, negarle teoricamente e di fatto altra vita che non quella della comunità, oltre che essere illegale rientra nell’ “educazione familiare predisponente”. Un centro antiviolenza è sicuramente in contatto con buoni psicoterapeuti specializzati in traumi familiari di lungo corso.

      Poi regalerei a mia cugina un cellulare + ricariche da tenere ben nascosto in modo che non sia del tutto isolata, e anche qualche buon libro per rilassare la tensione, o qualche libro di psicologia ma con una sovracopertina diversa, così i genitori non lo buttano. Purtroppo chi è vittima lo è anche perché non ha le forze di reagire, qualcuno deve combattere al posto suo. D'altra parte non si può "salvare" nessuno che non abbia l'intenzione di essere salvato, perché magari non vede una speranza di cambiamento, e quindi bisogna fornirgliela in modo concreto, compreso il recupero del senso del reale. Sono sempre equilibri delicati.

      Elimina
    15. Io invece trovo che sarebbe molto più efficace andare a parlare con gli zii accompagnato da un sacerdote nc (o da qualche altro nc anche laico) che non condivida questo tipo di segregazione. Non mi si dica che è difficile trovarli perchè non ho mai sentito nessuno che si comporti così con un figlio 25enne. Con i ragazzi più giovani sì, a volte capita. Ma una volta arrivati al massimo alla maggiore età li si lascia liberi: non ha alcun senso continuare a costringerli a fare un percorso nel quale non credono.

      Saluti
      Jeff m.

      Elimina
    16. Continuare a lasciare intromettere i nc anche solo come mediatori significa continuare ad esporsi al pericolo di qualche frasetta "chiave" ovvero, di quelle che hanno costruito la situazione durante gli anni. Anche una frasetta apparentemente innocente può richiamare anni di catechesi ed è comunuque troppo, bisogna proprio tagliare. Con le cautele e le strategie del caso ma tagliare. Del resto i nc non fanno diversamente, anche quando sono buoni, sorridono e tagliano, consigliano e impongono, non è che accettino mediazioni da qualche non-nc che non condivide completamente ciò che anche loro rifiutano.
      Per la ragazza è meglio prima pensare alla propria auto-conservazione e sviluppo e poi, quando si sarà distaccata, non avrà problemi a parlare con tutti i preti nc che vuole e dire loro quello che pensa.

      Elimina
  15. Sicuramente il caso della cugina di Claudia è estremo , ma non pensiate che famiglie dove 1 o più membri decidono di chiudere con l esperienza del cammino questo di svolga tranquillamente , So di di realtà dove la scelta a avuto un prezzo molto alto , è stato acettato ma non rispettato con atteggiamenti severi di isolamento e cattiiverie varie , una scelta fatta pagare . Che tristezza , carità zero !

    RispondiElimina
  16. Nella mia città (75000 ab) solo 3 preti hanno accettato gli annunci delle catechesi durante la mezza e solo uno ospita il C nella sua parrocchia. Ma nessuno ha mai preso serie posizioni contro il C. Non so a chi mia cugina possa rivolgersi. Quando ci ho provato io ho trovato certamente ascolto da parte dei preti. Ma tutto si è concluso con un: “il Cammino non è l’unica via per raggiungere il Signore”.
    È una setta. Una maledetta setta che ha rovinato la mia vita e continua a farlo.
    Siete falsi, neocatecumenali, covate il male dentro di voi e lo sputate fuori sotto forma di fanatismo.
    Claudia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non tutti ma tanti preti sono manipolati fradici di relativismo religioso e fondamentalmente non capiscono un * di problemi reali, specialmente quelli che a loro non toccherebbero mai. A volte usano la religione come una droga (sì le parole drogano), quando invece si può avere fede ed esercitare la giustizia concretamente e coraggiosamente. Quindi se un prete che predica molto bene poi si comporta molto male (non comportarsi affatto significa comportarsi molto male) è il segno che non ce la fa - e non che ha qualche piccolo difetto e che siamo tutti peccatori, capito, NC? Non ce la fa e ha bisogno di aiuto lui, ergo non ha le sante carte per interferire con la vita di nessuno.

      Elimina
  17. Claudia: se è davvero segregata in casa, forse puoi andare alla locale stazione di polizia o dei carabinieri e farti consigliare in proposito.

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.