domenica 25 febbraio 2018

Annuncio di Kikuaresima 2018 - La tentazione di inventarsi il senso dei Vangeli

- Prefazione -
In questi giorni abbiamo avuto il piacere di assistere alla resurrezione socialmediatica del pasqualone, il quale, forse infuso di "spirito" durante la missione due a due a San Giorgio a Cremano, è uscito dal sepolcro digitale imbiancato nel quale era stato intombato ed ha aperto nientepopodimeno che una pagina Facebook. L'iniziativa ha rastrellato ben 37 (diconsi trentasette) adepti. Non si scoraggi il Pasquale, all'andar si va piangendo portando i covoni.... prima o poi raccoglierà i frutti della sua ardita predicazione a sei chilometri da casa. Che gli fanno a questi i missionari francescani in Siria! - pfui!



In questi giorni abbiamo, come sempre, ricevuto il plico dell'Annuncio di Quaresima 2018. Addirittura, in questa occasione, prima dagli spagnoli - solerti come sempre: gracias Alejada y Gloria! - e poi dalle varie fonti italiane, saldamente piantate come una invisibile spina nel cuore dell'impero di Kiko.

Le scorse settimane abbiamo dovuto assistere al fallimento dell'impresa avviata dal Pasquale e dal suo fido scudiero Enzo, in una pausa della loro quotidiana lotta contro i mulini a vento delle persecuzioni immaginarie subite dal Cammino (che invero imperversa nel mondo praticamente indisturbato), di scoprire chi - maledetto Giuda Iscariota! - abbia l'ardire di svelare gli arcani segreti del loro Augusto Sovrano Francisco I Argüello de Gomez y Wirtz.

Compito improbo, in verità: minacce, repressione, delazione ai kommissari katekisti di Roma purtroppo non sono servite a molto, a parte costringere un innocente padre di famiglia fedele neocatecumenale e suo figlio a chiudere una pagina che su Facebook contava 5.000 iscritti più spiccioli. Niente male! Se davvero la nostra missione fosse distruggere il Cammino, non potremmo che ringraziare costoro: fanno tutto da soli e noi non dobbiamo muovere nemmeno un dito.
Grazie mille dell'aiuto a Don Paxqualote y Enzo Panza!

Passiamo ora al contenuto dell'Annuncio di Kiko.

Saltiamo a piè pari le prime 10 pagine, nelle quali vediamo ripetuti gli stessi mantra di sempre: solitudine, distruzione della famiglia, malessere mondiale, quant'è bello, santo e ispirato il Cammino. 
Alla novella sostituta di categoria superiore, Maria Ascension Romero - dopo una presentazione per la quale il fondatore meriterebbe una denuncia per diffamazione - viene concesso, bontà di Kiko, il permesso di emettere un timido cinguettio pio pio, dal che sappiamo che è lì, sulla mensola del camino, soprammobile comodamente sistemato accanto a Padre Mario.

A pagina 11 viene letto il Vangelo di Luca riguardante le tre prove del deserto (il leit-motiv dell'annuncio di Quaresima da almeno trent'anni), il quale viene "spiegato", dall'esegeta "teologo" honoris causa in questo modo:
«Dice il Deuteronomio: “Ti ho portato nel deserto perché tu conoscessi quello che c’era nel tuo cuore”. Gesù Cristo prima della sua missione è stato messo davanti a questo scrutinio, lo Shemà, che è la preghiera del popolo ebraico. Ogni ebreo prega lo Shemà al mattino quando si alza, la sera prima di andare a letto, prega durante il giorno lo Shemà. Per questo quando noi cantiamo lo Shemà gli ebrei piangono, perché è la loro preghiera più profonda, tocca le fibre più profonde di questo popolo. (¹)»
Perché Kiko dice questo? Ovviamente per accostare l'immagine di Cristo nel deserto a uno dei suoi cavalli di battaglia: la crisi del tipico neocatecumenale. Quando un neocatecumenale esce dal Cammino, e poi vi rientra con la coda fra le gambe, sempre i catechisti lo apostroferanno con questa idiozia: Dio ti ha permesso di uscire dal Cammino per farti conoscere chi sei. Questo passo del Deuteronomio è ripreso anche nel Direttorio, nel volume dello Shemà.

In tre righe Cristo è diventato uno che deve "conoscere sé stesso", come il cieco nato, un po' come Zaccheo, come tutti i neocatecumenali che, negli scrutini del passaggio della Traditio, denunciano i propri peccati passati e presenti come modalità di scoperta del proprio io, che Kiko chiama - bestemmiando - kenosis.

Kiko mostra una sorprendente coerenza interna, nella sua predicazione, ripete sempre gli stessi concetti, e sa anche essere subdolamente raffinato. Parla sempre per frasi brevi e apodittiche, che non ammettono replica, parla a un uditorio beato che mai si sognerebbe di contraddirlo, e se pure ci fosse qualcuno con tanto coraggio verrebbe immediatamente isolato come un corpo estraneo, una cellula cancerosa.

Kiko è in grande errore nell'affermare che Gesù aveva necessità di conoscere se stesso. Gesù non fu sospinto dal Padre a subire una specie di "scrutinio" (è stato messo davanti a questo scrutinio...), ma ha voluto condurre se stesso nel combattimento, abbandonando il mondo, per insegnarci a resistere alle tentazioni. È, come tutte le scelte della vita di Cristo, non un'azione in conseguenza di uno stimolo esterno ma una scelta volontaria, consapevole, che ha uno scopo ben preciso.

Gesù, ritirandosi in preghiera lontano dal mondo, si è sottoposto alla prova della tentazione, perché - dice Sant'Agostino - "se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere quando tu sei tentato"Ci ha insegnato a pregare il Padre, a non dialogare con il diavolo, a non cedere alle tentazioni della carne o alla vanagloria e ad amare Dio prima di ogni altra cosa.

Cristo è la roccia su cui noi siamo edificati, che "venne per prima battuta dai venti, dal fiume, dalla pioggia, che cioè Cristo fu tentato dal diavolo. Ecco la solidità su cui volle poggiasse il tuo edificio. Per questo non cade a vuoto la nostra voce, ma è esaudita: perché poggiamo su una grande speranza.". Primogenito fra molti fratelli, Gesù ha vissuto in tutto la nostra vita mortale per insegnarci come viverla da seguaci suoi, seguendo il suo esempio: "Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova."

Ci ha anche insegnato che servire Dio comporta essere tentati dal diavolo: quanto più si entra nella comunione con Dio, tanto più il diavolo si accanisce. La tentazione è persino salutare, perché ci aiuta a esercitarci nella carità, a resistere alla mondanità: la tentazione non può nuocere in nessun modo a chi le si oppone virilmente.

La blasfema idea di "Gesù scrutinato" - e poi da chi? dal diavolo? dal Padre? -  è, come al solito, un'invenzione fasulla e strumentale al sogno di Kiko di rendere il mondo neocatecumenale. Che cosa avrebbe dovuto conoscere Gesù? I propri inesistenti peccati?

Continua Kiko:
«Sta quaranta giorni e quaranta notti senza mangiare. Immaginate che è portato nel deserto, e nel deserto di Giuda, se stai senza mangiare e senza bere, ti disidrati completamente. Dopo quaranta giorni di digiuno Cristo era distrutto, disidratato, quasi sul punto di morire. In quel momento appare il demonio: ha aspettato quaranta giorni che fosse morto, moribondo, e cosa gli dice? “Come stai? Stai bene?”. Gli dice: “Confessa con me che quello che ti sta succedendo è una mostruosità. Se Dio è tuo Padre e ti ama, dimmi perché stai morendo. Allora? Riconosci con me che Dio si è sbagliato e dì che questa pietra si trasformi in pane, e vivrai”. Questa è una tentazione che abbiamo tutti, vuol dire che in questo consiste il nostro combattimento nella vita.»
Kiko, dato che gli fa comodo per stravolgere il senso dei Vangeli, se ne frega altamente dei simboli. Il numero "quaranta" è simbolico. Neppure Gesù, come nessun altro essere sulla terra, avrebbe mai potuto resistere per un tempo così lungo senza acqua né cibo: è accertato scientificamente che un uomo può resistere senza liquidi per meno di una settimana prima di morire e per circa 3 settimane senza cibo. Quaranta è simbolo di compiutezza, indica in questo contesto un tempo completo, sufficiente, che  richiama i 40 anni trascorsi da Israele nel deserto, come anche i 40 giorni di cammino di Elia verso il monte di Dio.

Nella "omelia" di Kiko, fra gli altri errori, si sostiene chiaramente che Cristo subì la prova, come fosse qualcosa che Lui non volle: "quello che ti sta succedendo è una mostruosità", fa dire a Satana, così da completare l'identificazione Gesù-adepto neocatecumenale. Questa visione è contraria all'esegesi di Sant'Agostino secondo cui Gesù "si lasciò tentare". Gesù si recò nel deserto volontariamente, proprio per sottoporsi alla prova, ascoltando la voce dello Spirito Santo che così gli suggeriva. Cristo sapeva esattamente perché doveva subire quelle prove e a cosa sarebbe andato incontro. Il Gesù dipinto da Kiko è in balia degli eventi, in balia di Satana: che insegnamento potrebbe mai darci questo Cristo? Gesù, al contrario, scende in battaglia, potremmo dire, si sottopone al confronto con il diavolo per prepararsi alla missione per la quale si era incarnato, che è la Crocifissione e la Redenzione dell'umanità.

Che Gesù fosse in punto di morte, inoltre, è una mistificazione. Nei Vangeli non sono riportati questi dettagli inutili, dettagli che umanizzano Gesù più di quanto sia realmente necessario. Certamente Cristo soffrì e di sicuro ebbe fame. Questi sono i dettagli che ci interessano e che conosciamo; importante non è in che stato fosse Gesù, ma come Lui combatté (e vinse) le tentazioni. 
In che cosa consiste secondo Kiko il combattimento nella nostra vita?
«Ecco: la sofferenza, prima tentazione. Ti devi trovare con la sofferenza, sei messo di fronte al combattimento della sofferenza, tutti noi. La sofferenza ha molti aspetti: la salute, i problemi, la mancanza di denaro, i conflitti con gli altri, con la moglie, con il marito, con i figli, con i nipoti, non so… la sofferenza! E cosa dice il demonio a Cristo? “Riconosci con me che se Dio manda questa sofferenza, Dio è cattivo. Riconosci con me che Dio è cattivo, no? Perché se ti amasse non permetterebbe le sofferenze. Come è possibile che tua moglie abbia un cancro? No, tu non devi tollerare questo”. Mi ricorda un ammiraglio americano molto famoso – tanto che una portaerei portava il suo nome –, e sua moglie aveva una malattia, è un fatto pubblicato sui giornali. Lui ha firmato un testamento davanti a un notaio per dire che loro non vogliono resuscitare, che loro non vogliono andare in cielo, che sono molto contenti di stare nell'inferno a bestemmiare Dio (²). È l’orgoglio: “Come si permette Dio di toccare mia moglie?”. Alcuni dicono che nell'inferno sta chi vuole starci. La sofferenza!»
La sofferenza, vera ossessione di Kiko, è al centro della sua predicazione. Come sempre Kiko deve infilare in ogni suo discorso il concetto (non cattolico) che il dolore, la malattia, la morte, siano fatti voluti espressamente da Dio. Ritorna continuamente il concetto del Dio "cattivo" di Kiko, che "manda le disgrazie per convertirti". La tentazione "del pane", quindi, sarebbe la tentazione di chiedere a Dio aiuto nella difficoltà: infatti, se è Dio a mandare una malattia, perché dovresti chiedergli di togliertela? Il padre del ragazzo epilettico e indemoniato del vangelo giovanneo è, infatti, "un cretino", secondo il "Gesù" di Kiko.

La verità è, ovviamente, molto più semplice. Gesù viene tentato a togliere Dio dal primo posto: l'uomo vive anche di pane (cioè ha bisogno di cose materiali e spirituali, com'è normale che sia - salute, felicità, beni essenziali), ma non di solo pane: non può esistere felicità senza Dio. In Dio è possibile vivere qualsiasi situazione di necessità, cioè di fame. Dio viene prima dei nostri bisogni, e allo stesso tempo è da Dio che viene il bene di cui abbiamo bisogno. Dio non vuole il nostro male, né ci indurrebbe a una tentazione del genere. Che razza di giro mentale avrà fatto per arrivare a questa conclusione? Esaminiamo scientificamente il "ragionamento" di Kiko:
  • Dio ti manda una disgrazia (malattia, morte, privazione)
  • Ti lascia solo a provare dolore finché non sei "quasi morto"
  • Lo stesso Dio ti porta a subire una tentazione, uno "scrutinio", in questa condizione di debolezza
  • La tentazione consisterebbe nel desiderare di chiedere a Dio che la sofferenza sparisca
  • Dunque è Dio che ti condanna se cedi alla tentazione di pregare per la tua salvezza
Non contento, il nostro caro Kiko rincara:
«Bisogna essere umili per accettare che ti hanno scoperto un tumore, o che tuo marito è malato, senza scandalizzarsi, senza fare un giudizio a Dio, senza dire con il demonio: “Dì che questo è male, che tu non devi stare morendo, dì che non sei d’accordo con il morire, dì che questa pietra si trasformi in pane, cambia la storia, dì che Dio non deve tollerare Auschwitz, non deve tollerare le torture, non deve tollerare i morti di fame, Dio non deve tollerare niente di questo. Dillo con me che Dio è un mostro!”. Questa è la prima tentazione, tutti noi dobbiamo essere provati con la sofferenza che ci fa umili, umili. Ma dietro la sofferenza c’è il demonio che ci mette questo dubbio: se Dio è amore, se Dio è tuo Padre, come è possibile che ti trovi di fronte a questo?»
Non so se Kiko abbia avuto un'esperienza del genere - combattere con un cancro o vedere persone care malate gravemente - però sembra stia parlando di situazioni umane che non capisce, che non ha vissuto e per le quali non mostra nemmeno un minimo di misericordia.

Che dovrebbe dire un malato di cancro davanti al dolore lancinante che possono provocargli le piaghe indotte dalle medicine che prende? All'umiliazione delle pustole che compaiono in tutte le parti del corpo? Se quel malato chiedesse: "perché devo soffrire questo male" , starebbe bestemmiando Dio?

Ciò che è più agghiacciante, però, è la frase di Kiko che è riportata in grassettodovremmo pensare che Dio, dunque, tollera gli stermini di massa, le torture, la povertà e le malattie? Le tollera? Che significa "tollerare" per Kiko? Forse che Dio approva? Che Dio "manda" queste calamità, questi orrori, per qualche bene supremo? Perché ho la netta sensazione che, quando Kiko affronta questo argomento, parla di sé e di quello che pensa lui?

Abbiamo già trattato ampiamente il rapporto fra sofferenza e fede secondo i neocatecumenali, perciò non mi soffermo oltre sull'argomento.
Conclusione kikiana, ciliegina sulla torta:
«E come vince Dio il demonio? Cristo ha un’arma che è il digiunare, perché vuol dire al demonio: “Sono disposto a soffrire! Veramente Dio è mio Padre”, senza bestemmiare contro di Lui: “Guardami, sono disidratato e mezzo morto ma sto qui!”»
Ma cosa diamine c'entra la sofferenza con la prima prova subita da Gesù?

 - fine prima parte -

NOTE:

(¹) La vera tentazione - alla quale cede immancabilmente - la subisce Kiko tutte le volte che apre bocca: incensare se stesso e la propria creazione cammino. "Gli ebrei piangono quando NOI cantiamo lo Shemà". Ma per favore!

(²) L'aneddoto storico su Charles Nimitz (realmente morto suicida nel 2002) è anch'esso sbagliato in modo imbarazzante: nel testo inglese che devono avergli tradotto malamente la frase "In a note commanding that they not be resuscitated", che significa "In una nota nella quale comandavano di non essere rianimati". L'ammiraglio chiedeva di non essere sottoposto a procedure di rianimazione! Il testamento non conteneva nessun desiderio di finire all'inferno e bestemmiare Dio, nel quale, peraltro, non credevano. Come si fa a fidarsi di uno che non trova nemmeno il tempo di leggersi un articolo e che è circondato da imbecilli che non sono capaci ad usare un minimo traduttore automatico? La moglie di Nimitz, Catherine, era affetta da osteoporosi ed entrambi erano malati, essendo molto anziani. La conclusione secondo cui l'ammiraglio non volesse accettare la malattia della moglie è un'altra astrazione di questo mentitore di professione. 

72 commenti:

  1. Come al solito questo post è uno splendido capolavoro! Complimenti!
    Le citazioni di Sant'Agostino sono sempre una bastonata data in testa a Kiko e a tutti i neocatecumenali da parte della Tradizione dei Padri della Chiesa.
    Spero che i neocatecumenali aprano gli occhi e preferiscano seguire la Chiesa piuttosto che quel "falso profeta" di Kiko.

    Annalisa

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  2. Prima di sentire le catechesi di Kiko mai, con la mia formazione cattolica, avrei pensato che Dio fosse un mostro! Mai, assolutamente! In questo momento penso ai ragazzi, agli adolescenti cui può essere trasmesso questo dubbio e prego che il Signore li protegga, eriga un muro di protezione attorno alle loro giovani menti e ai loro cuori.
    Al di là della polemica a volte pittoresca contro Kiko, oggi Beati Pauperes Spiritu hai messo secondo me in evidenza la necessità di allontanare da sé questa disgrazia umana e spirituale, di prenderne le distanze dentro di sé ancor prima che all'esterno.
    Nel momento in cui quest'uomo pericoloso sta subendo delle prove fisiche, ecco le parole di sollievo che sa dare: penso invece alla frase di Benedetto XVI: sono in viaggio verso la Casa del Padre.
    Buona domenica a tutti.

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  3. La sofferenza, vera ossessione di Kiko, è al centro della sua predicazione. Come sempre Kiko deve infilare in ogni suo discorso il concetto (non cattolico) che il dolore, la malattia, la morte, siano fatti voluti espressamente da Dio.
    La'utore dell'articolo conosce evidentemente poco della dotrina cristiana nei secoli. Questo è esattamente cosa i nostri predecessori ritenevano che facesse Dio per punire. Del resto filosofi e mistici per secoli si sono confrontati con opposte soluzioni sulla teodicea che si ricava dai primi versetti.
    Sebbene il suo modi di esporre sia irritante nel suo pedagosismo infantile comunque ha abbracciato una soluzione che ribadisco è stata tante volte espressa nel corso della storia del cristianesimi.
    Piaccia o no alle anime belle.

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    1. Nel corso della storia dei cristianesimi c'è chi ha creduto alla teoria della retribuzione, che è parte sostanziale del pedagogismo neocatecumenale. Pare che sin dalla Sapienza e da Giobbe, però, sia stata messa in discussione. Nemmeno l'ebraismo riformato ci crede più. E' rimasto solo Kiko a predicarla con tanta sicumera (a predicarla, non a crederci, c'è da giurarci).

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    2. Per i mistici la sofferenza che Dio manda è fuoco purificatore, fonte di infinite grazie, strumento di elevazione dell’anima. Per Kiko la sofferenza è il la vergogna fatta carne di cui l’uomo è costituito, fuoco infernale eternamente identico a se stesso e privo di ogni speranza. Bisognerebbe anche poter confrontare le vere sofferenze di Kiko con le piaghe dei mistici, per sapere di quale tipo di sofferenza egli stia parlando, esattamente, e quali frutti dello Spirito le sofferenze gli abbiano portato. Kiko parla volentieri dei pesi che portano gli altri e che lui non tocca neppure con un dito, lasciando pensare che, della soluzione secolare che vuol far credere di avere abbracciato, lui conosce solo il nome.

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  4. Volevo dire "primi Versetti del Genesi". Aggiungo che non credo minimamente verosimile congrua e teologiamente corretta l'interpretazione che il predicatore spagnolo da delle tentazioni di Cristo nel deserto, il cui senso -confesso- comunque mi sfugge.

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  5. Bellissimo post,davvero complimenti Bps,chiaro e ben esaustivo! Grazie! Per aver ascoltato per 20 anni queste eresie, mi sono convinto anche io purtroppo che Dio manda e permette le disgrazie,e continuo a pensarlo e non riesco a vedere che in realtà non è così, perché per colpa di sta gente non vado più in chiesa, e siccome Dio permette a sta gente di influenzare chi è più debole caratterialmente,do la colpa anche lui...ecco i risultati del cammino, e ripeto non mi sento neanche in colpa perché ad ogni azione c'è una reazione uguale e contraria e la mia reazione è stata ed è schifare tutto ciò che riguarda la Chiesa e lo stesso Dio! Consapevole che le "vittime" sono abbandonate a se stesse mentre i carnefici verranno salvati, perché a Dio interessa salvare la pecorella smarrita,amare il nemico,porgere l'altra guancia...grazie ai catecumeni non credo più a Dio ma a occhio per occhio, e non mi interessa salvare la mia anima da un Dio del genere! Complimenti ai catecumeni ed alla Chiesa per aver permesso a ste bestie di rovinare la vita delle persone! Io avevo bisogno solo di sentirmi accettato come sono, e rispetto per le proprie difficoltà,per spingermi a migliorare e dare il 1000per1000,mi bastava poco,e non accusato di essere sbagliato qualsiasi cosa fai,invece il grande Dio che "tutto vede" non lo ha fatto e anzi mi permesso di stare 20 anni in quel covo di Serpi! Grazie al cammino,il periodo che sarebbe dovuto essere il più bello per età e acquisire autostima per essere un adulto forte, è stato invece pieno di sensi di colpa, sentirmi sbagliato, sempre inadeguato e ha peggiorato la mia insicurezza...ora sono un adulto infelice e che si sente ancora un bambino impaurito, grazie anche a Dio perché davvero aiuta chi ha pregato con il cuore a chiedere aiuto...mi ha "donato" il cammino (è ironico)!
    Ex fratello

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  6. Splendido post! Complimenti!
    Leggendolo mi è sovvenuta una piccola riflessione, un pensiero veloce: ad un certo punto, scrivi "la crisi del tipico neocatecumenale. Quando un neocatecumenale esce dal Cammino, e poi vi rientra con la coda fra le gambe, sempre i catechisti lo apostroferanno con questa idiozia: Dio ti ha permesso di uscire dal Cammino per farti conoscere chi sei."

    Ecco, leggendo questo passo mi è venuto in mente questo video:
    https://www.youtube.com/watch?v=mnNSe5XYp6E
    E' un video (satirico) che spiega come imbastire un gruppo religioso basato sulla manipolazione mentale, passo dopo passo.
    Al minuto 4:29, si istruisce: "Separate them from themselves by attacking the self and inducing a mental breakdown disguised as a spiritual awakening".
    Traduzione: "Separate le persone da loro stesse attaccando il loro io, e provocando un esaurimento nervoso mascherato da risveglio spirituale".
    Non è forse quello che subiscono i kikos?

    P.s.: se conoscete l'inglese, vi esorto a vederlo tutto: oltre che essere ben fatto e spiegare bene la realtà di queste sette, è sorprendente come ricordi il CNC.

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  7. Io mi rifiuto di credere che Kiko non conosca il simbolismo del quaranta, che esso significhi un tempo necessario e sufficiente per compiere una missione, che intenda il tempo adatto per verificare una fedeltà, che simboleggi il tempo di una prova, un tempo che non coincide con il valore numerico. Mi rifiuto perché questa è una conoscenza elementare dei simbolismi biblici.
    Rispondo, allora, all'anonimo 25 febbraio 2018 11:15 che ha scritto: "Aggiungo che non credo minimamente verosimile congrua e teologicamente corretta l'interpretazione che il predicatore spagnolo da delle tentazioni di Cristo nel deserto, il cui senso -confesso- comunque mi sfugge".
    Le interpretazioni di Kiko non hanno un senso, sono insensate, hanno solo uno scopo: adattare le Sacre Scritture alla sua "dottrina". E per fare questo devasta i simboli, toglie e aggiunge ai Vangeli, legge periodi in un modo che una maestrina della V elementare lo rimanderebbe in prima. Questa prassi di Kiko oramai è acclarata.

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  8. A titolo di chiarimento: è sbagliato affermare che Dio manda qualcosa di cattivo (sofferenze, disgrazie, quant'altro), perché ciò implicherebbe che Dio sarebbe un sadico cattivone.

    Quell'idea sbagliata nasce dall'aver semplificato un po' troppo le cose. Nella traduzione della Bibbia che dice che "Dio indurì il cuore del Faraone", va letto invece che Dio è fonte di ogni grazia, e che la grazia è indispensabile per compiere le azioni buone, e che pertanto va continuamente accolta poiché Dio continuamente la concede, e che nel momento in cui si smette di accoglierla il cuore "si indurisce": Dio ti sta comunque diluviando di grazie e tu Faraone, liberamente e deliberatamente rifiutandole, ottieni come naturale risultato l'esatto contrario di ciò che Dio ti invita a compiere, "come se Dio ti stesse indurendo il cuore". Appunto: "come se". L'ostinazione nella cattiveria non può essere una deliberazione di Dio, ma solo quella di un'anima che liberamente sceglie di stare dalla parte sbagliata (se certi angeli si ribellarono liberamente a Dio, tanto più possono gli uomini, che sono infinitamente più stupidi e più deboli degli angeli: ed è anche per questo che il Signore ci ha concesso il sacramento della confessione, per poter più volte, nel corso della vita, rinnegare tutto il male e ricominciare in grazia di Dio). Dio Onnipotente può "permettere" il male, ma "permettere" non significa affatto approvare. Certi baccalà credono che il Buon Pastore - quello che rischia 99 pecore perché sta correndo a recuperarne una nel deserto - preferisca invece augurare la morte alla pecorella smarrita e suonare un sacco di legnate alle rimanenti 99 dicendo "lo faccio solo per convertirvi".

    Quando i santi accettano sofferenze in nome del Signore, stanno semplicemente prendendo sul serio san Paolo apostolo che scrive (Col 1,24): «...sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa». Le sofferenze, le disgrazie, anche il dolore innocente, sono conseguenze dell'umanità ferita dal peccato, anche quando ci ostiniamo a chiamarle "punizione divina" (che è esatto solo nella misura in cui significa "di fronte al Signore la meriteremmo davvero"). Nostro Signore, infatti, ha chiaramente spiegato in più occasioni (cieco nato, torre di Siloe, ecc.) che non è Dio a mandare le "disgrazie" - tanto meno "vendicarsi" dei peccati - e che comunque concede sempre qualche via d'uscita per trasformare il male e il peccato in occasioni di grazia.

    La diabolica "teologia" neocatecumenale, sbagliando grossolanamente sul peccato e sulla grazia, sfigura anche il volto di Dio, sottintendendo che Dio sarebbe un sadico che si diverte a mandare punizioni e disgrazie. Il tipico narcisismo delle sofferenze che vige nelle comunità neocatecumenali al punto che i fratelli si inventano "sofferenze virtuali" pur di far bella figura davanti ai cosiddetti "catechisti", è gradito solo al demonio (quello vero, non quello che ti manda la pioggia quando stai andando a farti spennare alla "convivenza").

    Kiko e Carmen, i «nuovi falsi profeti», dal 1964 ad oggi hanno insegnato un'accozzaglia di eresie, cosa che ha permesso loro (e ai loro pretoriani) di fare la bella vita a spese dei loro adepti (che al contrario si sono rovinati la vita). Dire che Dio è infinitamente misericordioso e poi contraddirsi un attimo dopo suggerendo l'idea che Dio manda le disgrazie, non è frutto dell'aver fatto colazione col whisky (tanto gradito a Kiko), ma semplicemente un'eresia.

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  9. A me pare di cogliere nei primi versetti del cap. 9 del Vangelo di Giovanni, chi sia l'autore del male ed a cosa serva

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  10. Io credo che i primi versetti di Gv 9 dicano di chi non è la colpa e che quella cecità senza colpa è l'occasione affinché Cristo si riveli compiendo l'opera del Padre.
    Chi è colpevole, invece - e il peccato non gli sarà perdonato, gli rimarrà perché è un peccato contro lo Spirito Santo commesso da chi rifiuta la Grazia - è riferito nella chiusa, in Gv 9,41.

    Nel leggere Gv 9, non bisogna dimenticare che il peccato secondo l'Evangelista teologo è non riconoscere, non "vedere" Cristo (("Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete VEDUTO", cfr. Gv 14,7). Da questo peccato di non "vedere" Cristo discendono tutti gli altri.

    Ho compassione di chi, in cotanta teologia di Gv 9, si ostina a vedere i peccati (al plurale) del cieco nato, credendo alle parole di Kiko che, nel mamotreto per la fese di conversione (p. 166) insegna:
    "E' un dono enorme poter tirare fuori il senso di morte dell'uomo. Perché tirare fuori il peccato è già luce, come dice Gesù Cristo nella catechesi del cieco.
    Vai a capire dove Cristo ha detto in Gv 9 quello che Kiko gli mette in bocca!


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  11. Tripudio. Qui ci sarebbe da parlare per mezz'ora visto che se c'è una teodicea il tema non è di facile soluzione
    Per semplificare estraggo per comodità un brano che riguarda la Salette. Io ho un altro Libro di Samvatore Panzica La madonna di Salette ovvero il segreto scomodo
    Invito Lei e i lettori a confrontarlo con il suo
    A titolo di chiarimento: è sbagliato affermare che Dio manda qualcosa di cattivo (sofferenze, disgrazie, quant'altro), perché ciò implicherebbe che Dio sarebbe un sadic

    Tratto dal libro "I segreti de La Salette" di Mons. Antonio Galli - Sugarco Edizioni

    IL MESSAGGIO DI MELANIA CALVAT
    Melania, sto per dirti qualcosa che non dirai a nessuno. Il tempo della collera di Dio è arrivato, se, quando avrai detto ai popoli ciò che ho detto adesso e che ti dirò di dire ancora; se, dopo ciò, essi non si convertiranno, non si farò penitenza e non si cesserà di lavorare la domenica e si continuerà a bestemmiare il santo nome di Dio, in una parola, se la faccia della terra non cambia, DIO SI VENDICHERÀ CONTRO IL POPOLO INGRATO e schiavo del demonio. Il mio Figlio sta per manifestare la sua potenza.
    Parigi, questa città macchiata da ogni sorta di crimini, perirà infallibilmente, Marsiglia sarà inghiottita poco tempo dopo. Quando queste cose succederanno, il disordine sarò completo sulla terra; il mondo si abbandonerà alle sue empie passioni."

    Per quanto rigiuarda la Bibbia per favore si confronto almeno con il ibro Moche Idel prima di parlare a vanvera (se poi i lettori el sito vogliono essere rassicurari fate voi in capo avete scritto "la verità di farà liberi"
    Veda un po' se trova il coraggio di pubblicarlo, non credo che vorrà smentire la stessa Madonna?.

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    Risposte
    1. Anzitutto un cattolico non è tenuto a considerare le rivelazioni private superiori alla Rivelazione pubblica. La fede dipende solo da quest'ultima. L'approvazione, da parte della Chiesa, di certe rivelazioni private, non le rende automaticamente uguali o addirittura superiori al Vangelo.

      In secondo luogo chi usa una terminologia molto grezza (come "indurì il cuore del Faraone", come "collera di Dio") lo fa solo per farsi capire dall'interlocutore, tentando di far leva su qualcosa che svegli quest'ultimo dal torpore. «...Quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc 13,4-5): quel severo "perirete" non è una minaccia di vendetta, ma è un mettere in guardia dalle logiche e inevitabili conseguenze del non convertirsi.

      In terzo luogo, benché Dio parli al cuore dell'uomo in modo da farsi capire, non si può attribure a Dio una debolezza che è tipicamente umana. Dio è infinita giustizia, come può mai "adirarsi" e "vendicarsi"? Sarebbe assurdo e ingiusto. Dio è anche infinita misericordia: come può mai "andare in collera"? Sarebbe assurdo e sbagliato.

      Un "dio" vendicativo contro l'uomo non è Dio. Il singolo peccatore, in quanto "ingrato" e in quanto peccatore, ha tutta la responsabilità a lungo termine dei propri peccati. Anche se si pente. Come una donna che si dà alle pazze gioie della droga, poi magari si pente sinceramente e smette, e dopo un po' di anni si sposa diventa mamma. Il bambino nasce malato e storpiato: è una "vendetta" di Dio? è un punire i figli per le colpe dei genitori? è una disgrazia inviatale per farla convertire meglio? oppure è il fatto che il suo corpo era devastato da veleni che lei liberamente si era assunta in gioventù? E se il figlio invece nasce malato e storpiato a causa dell'inquinamento ambientale commesso da altri, puoi ugualmente parlare di "punizione", "collera", "vendetta"?

      Bisogna pure aggiungere che tali "collere divine" sono riconoscibili solo ragionando alla luce della fede. Parigi e Marsiglia stanno ancora in piedi, non sono state né "perite" né "inghiottite", e per spiegare tali parole riferite da Melania occorre riflettere sulla situazione francese di drammatico calo delle nascite, delle violenze, dell'immigrazione selvaggia, sulla diffusione dell'immoralità, sulla crisi economica, sulla robusta scristianizzazione di quella che era la "figlia prediletta" della Chiesa, ecc. Allora, com'è che prendi alla lettera le parole "collera di Dio" riferite da Melania, e non prendi alla lettera le parole "perirà infallibilmente, sarà inghiottita poco tempo dopo" riferite da Melania? Prendi solo quello che ti fa comodo? Sei il tipico neocatecumenale bramoso di azzeccare solenni figuracce?

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    2. @ Anonimo delle 14:55

      Forse non ti è chiaro un concetto teologico. Sai come si vendica DIO contro un popolo ingrato? Sai qual è la peggior vendetta di DIO?

      "Io sono il SIGNORE, il Dio tuo, che ti fece risalire dal paese d'Egitto;
      apri la tua bocca, e io la riempirò.
      Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce,
      Israele non mi ha ubbidito.
      Perciò li abbandonai alla durezza del loro cuore,
      perché camminassero secondo i loro piani
      .
      Oh, se il mio popolo volesse ascoltarmi,
      se Israele volesse camminare nelle mie vie!"
      (Salmo 81,10-13)

      DIO non manda disgrazie come vendetta, ma lascia semplicemente gli uomini "alla durezza del loro cuore", ossia li lascia liberi di rifiutare il Suo amore e di perseverare nel male, ossia (forse così lo capisci) toglie semplicemente le mani dalla testa e dal cuore delle persone.

      Annalisa

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  12. Il messaggio a Melanie Calvat è parecchio discusso. Comunque, la Vergine Maria usa parlare in modi che chi ascolta possa capire, di modo che quando i messaggi vengono riferiti siano comprensibili rapidamente a tutti. Quel "Dio si vendicherà" oggi potrebbe essere tranquillamente "ne pagheranno le conseguenze", che, in definitiva, è lo stesso, se si punta l'attenzione sulle conseguenze e sul peccato che le causa, più che sul mezzo.

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  13. Il discorso che fa il dio di Kiko è molto diverso delle rivelazioni a La Salette. Infatti non invita a penitenza , a santificare la domenica, a smettere di bestemmiare facendo comprendere le gravi ripercussioni di questi peccati.
    Il dio di Kiko dice, ai poveracci suoi adepti a cui ha promesso il mille per uno, lavoro, successo economico, matrimonio inossidabile, fede adamantina se solo si fossero adeguati pedissequamente alle leggi e ai balzelli del cammino, il motivo per il quale tutto ciò non si sta verificando.
    Per questo paragona il catecumeno a Gesù scrutinato nel deserto o alla Madonna assunta in Cielo.
    Kiko non può collegare il dolore e la sofferenza né ai peccati individuali (secondo lui necessari per la conversione e comunque inevitabili) né al peccato originale, al quale, abbiamo visto anche recentemente, dimostra di non credere.
    Quindi, dopo aver risolto il problema della morte fisica e del comprensibile timore del giudizio individuale trasformandola in una ascensione gloriosa, risolve il problema della sofferenza, attribuendola ad una prova necessaria e quasi preordinata, come appunto lo scrutinio in un passaggio.
    Per fare un esempio concreto di un thread appena trattato, la moglie neocatecumenale alla quale il marito chiederà conto della dazione della decima o dell'educazione dei figli, non si chiederà se i suoi problemi nascono da un proprio errore, non si chiederà se il marito ha ragione, ma attribuirà la crisi matrimoniale al demonio o a una prova estrema della propria fede: non avrà dubbi nell'assimilare le proprie sofferenze a quelle di Cristo.
    Spero di aver chiarito la differenza fra le parole di Kiko e quelle della Madonna all'Anonimo che le ha paragonate.

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  14. Gli gnostici dovrebbero dare una oliatina agli ingranaggi del loro bispensiero. Dunque: il male sta nella materia oppure è Dio a mandarlo? Perché, se già sta nella materia, che motivi avrebbe Dio per mandarlo?

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  15. @ Annalisa ;-)
    Aggiungiamo:
    Lc 19,41-44
    In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa, dicendo: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi.
    Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata”.

    Gli gnostici credono che anche Gesù fosse afflitto dal loro pensiero che fonde gli opposti: pianse per Gerusalemme e mandò il male su Gerusalemme.

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  16. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  17. OT
    A proposito dei Pasqualoni, mi hanno or ora segnalato questa pasqualonata a relativa a un mio precedente commento:
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t34.0-12/28510951_10211326460292575_1947105220_n.png?oh=53fef9ace533e3932748e7f392bc4e69&oe=5A94F3B7

    Ah "Sommo Pasqualone della Rete - cavalier servente di Kiko Argüello e all'occorrenza anche cavallo o asino", fai finta di non avermi letto mai? Dalla parabola delle vergini stolte secondo Kiko all'idiozia della GMG di Zaccheo che si sarebbe arrampicato sul sicomoro per montare sugli altri, dalla balordaggine del sale che sarebbe la pietruzza dell'Apocalisse fino alle ultime eresie degli Annunci (il peccato originale che sarebbe la realtà che ci circonda, quella delle Nozze di Cana con Gesù che definisce nevrotica la Madre e l'altra dei cristiani che morirebbero come la Vergine Maria) vi sto pittando.
    Tenta un esercizio intellettuale (lo so che per te è proibitivo, ma tentaci): prendi una sola delle precedenti esegesi sballate di Kiko e dimostra che è accettabile. Magari aumenterete i membri del gruppo perché al momento dopo un mese siete solo in sette e nemmeno li mostrate, per non esibire i cloni. Vi legge solo qualche ex come l'amico che mi ha segnalato il raglio sopra linkato, per ridere :-)

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    1. P.S. @ BPS
      Quando diffondiamo il significato secondo Kiko del Vino di Cana? ;-)

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    2. Non sono un radiologo, ma in quell'immagine del presunto "Enzo" ci leggo un rovinosissimo torcimento di fegato con travaso di bile multiplo.

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    3. Voglio sperare che sia così. Molto peggio sarebbe se davvero dovesse credere a quello che scrive: in questo caso dovremmo leggerci un rovinoso stato del cervello.

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    4. Caro Lino, sto cercando il giusto incipit per altro sul Vangelo di Cana, e, ovviamente, sto studiando la bozza del saggio che mi hai inviato sugli scrutini. ;-)

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  18. Queste sono le parole che la Santa mistica Faustina Kovalska (1905-1938) scrisse nel proprio diario:

    “Oggi, guidata da un angelo, sono stata negli abissi infernali. E’ un luogo di grandi torture e lo spazio che occupa è vastissimo”.

    “Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l’inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi di coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l’anima, ma non l’annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall’ira di Dio; la quinta pena è l’oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l’odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie”.

    Ogni spirito dannato subisce tormenti eterni a seconda del peccato in cui si decise di perseverare in vita: è la cosiddetta pena del senso. Ci sono gradi di sofferenza diversi a seconda dell’intensità del peccato, ma tutti gli spiriti dannati soffrono. I peccati intellettivi sono più gravi di quelli carnali, quindi vengono puniti con più gravità. I demoni non potevano peccare per debolezza carnale, come noi uomini, per questo i loro peccati sono gravissimi, eppure ci sono uomini dannati che soffrono più di alcuni demoni, perché l’intensità del loro peccato in vita superò addirittura quello di taluni spiriti angelici.



    Tra i peccati, ce ne sono quattro particolarmente gravi, sono i cosiddetti peccati che invocano la vendetta divina: l’omicidio volontario, le perversioni sessuali che confondono la società (sodomia e pedofilia), l’oppressione dei poveri, il defraudamento della giusta mercede a chi lavora. Questi peccati gravissimi più di tutti “accendono l’ira di Dio”, perché egli ha cura di ogni suo figlio, soprattutto dei più piccoli, dei più poveri, dei più deboli.

    Ci sono anche altri sette peccati, particolarmente gravi anche perché mortali per l’anima, e sono i sei peccati contro lo Spirito Santo: la disperazione della salvezza, la presunzione di salvarsi senza merito (questo peccato è molto diffuso tra i protestanti che credono di salvarsi “per sola fede”), impugnare la verità conosciuta, l’invidia della grazia altrui, l’ostinazione nei peccati, l’impenitenza finale. Gli esorcismi sono la prova che gli spiriti dannati convivono eternamente con il proprio peccato.



    I demoni, infatti, si differenziano proprio a seconda del loro “peccato”: ci sono demoni dell’ira e quindi si manifestano con rabbia e furore; demoni della disperazione e quindi si mostrano sempre tristi e senza speranza, demoni dell’invidia e quindi più degli altri odiano tutto ciò che li circonda, inclusi gli altri demoni. Poi ci sono i peccati dettati dalla debolezza carnale e dalle passioni. Essi sono di intensità minore, perché dettati dalla debolezza della carne, ma possono essere egualmente gravi e quindi mortali per l’anima, perché comunque deformano lo spirito e allontanano dalla grazia.

    RispondiElimina
  19. Scusate, avrei una domanda per i gestori del blog: l'indirizzo email fornito nella sezione contatti è ancora attivo e funzionante?
    Lo chiedo perché vorrei inviarvi un articolo, se vi può interessare (volevo scriverlo come commento, ma è venuto troppo lungo).
    Grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, Nicola, l'indirizzo email del blog è ancora attivo.


      Piccolo promemoria per i Pasqualoni: i capi degli altri movimenti non fanno "annunci segreti", anzi, si premurano di far pubblicare a stretto giro di posta il libretto col testo degli esercizi spirituali appena dettati agli aderenti.

      Nostro Signore ha raccomandato «gridatelo sui tetti», mentre gli adoratori di Kiko si limitano al "sussuratelo nel chiuso delle salette e solo a coloro che hanno superato l'apposita tappa".

      p.s.: quello di Kiko è sempre un "annuncio"... eccolo El Kiko Anunciador! L'autoproclamato profeta che annuncia! Prendete nota, ragazzi, anzi no, non prendete nota, perché i suoi "annunci" sono particolarmente "arcani", e ve li spiegheranno a suo tempo i vostri "catechisti" perché ovviamente voi non siete in grado di comprendere!

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  20. Senza che dissimuli il delatore non è di Roma

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    1. Se lo chiami «delatore» significa che sai già che si tratta di imbarazzanti arcani...

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  21. "Delatore"....
    Uso interessante di un termine: quindi voi compite dei reati?

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  22. p.s. Facezia: di solito questa parola si usa per definire il membro di una banda di delinquenti che tradisce i suoi complici e si costituisce alla polizia

    RispondiElimina
  23. Ecco il motivo per il quale la mensa è posta al centro, come una sorgente, perché i greggi accorrano da tutte le parti ad essa e si dissetino alle sue acque salutari.
    Ecco il motivo per il quale la mensa è posta al centro, come una sorgente, perché i greggi accorrano da tutte le parti ad essa e si dissetino alle sue acque salutari.

    Ecco il motivo per il quale la mensa è posta al centro, come una sorgente, perché i greggi accorrano da tutte le parti ad essa e si dissetino alle sue acque salutari.

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    1. Ecco il motivo per il quale i neocatecumenali credono che la Chiesa abbia sempre sbagliato e che solo il Cammino avrebbe ripristinato il tavolone smontabile centrale.

      Ecco il motivo per il quale i neocatecumenali credono che la Chiesa abbia sempre sbagliato e che solo il Cammino avrebbe ripristinato il tavolone smontabile centrale.

      Ecco il motivo per il quale i neocatecumenali credono che la Chiesa abbia sempre sbagliato e che solo il Cammino avrebbe ripristinato il tavolone smontabile centrale.

      p.s.: adoperare una citazione del Crisostomo contro la Chiesa (per di più confondendo il piano metaforico con quello geografico) è un gesto addirittura più patetico che diabolico.

      Elimina
    2. Anonimo 09:54, la tecnica di lavare i cervelli a suon di ripetizioni funzionerà forse in comunità ma qui fa solo vedere a tutti che vi servite di questi mezzucci.

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    3. Anonimo delle 09.54, la tecnica di cantilenare la stessa frase per farla entrare nella testa degli adepti funziona solo "dal vivo", cioè quando hai l'adepto davanti e gliela fai ripetere a voce.
      Scrivendola sembrate solamente delle persone che hanno perso il controllo dei tasti Ctrl, C e V della tastiera.

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  24. Al poveretto neocat che parla di delazione

    Egregio, prova a leggere i seguenti passi del Vangelo, poi chiediti: "Come mai i kikatekisti ci impongono di mantenere segreto tutto, caso unico nella Chiesa cattolica?"

    Se hanno torto, vuol dire che disobbediscono e fanno disobbedire alla Chiesa.

    Se hanno ragione, significa che siete una setta e perciò non siete in comunione con la Chiesa.

    Leggi, anonimo, e poi prova a pensare con il tuo cervello.

    Matteo 5,14-16:
    14 Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, 15 e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.

    Matteo 10,26-27:
    26 Non li temete dunque; perché non c'è niente di nascosto che non debba essere scoperto, né di occulto che non debba essere conosciuto. 27 Quello che io vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce; e quello che udite dettovi all'orecchio, predicatelo sui tetti.


    Piccolo OT (scusate).

    Ho avuto notizia da testimone oculare del seguente fatterello, accaduto poco tempo fa in via di Porta Angelica.

    Detto testimone ha visto il signor trettre [33] dottor (h.c.) ciarlatano Arguello uscire dal portone del palazzo dove abita a scrocco.

    Lo ha avvistato un presbitero il quale, segnatolo a dito, si è precipitato da lui e gli si è inginocchiato davanti.

    Il signor trettre [33] dottor (h.c.) sciamano Arguello gli ha imposto le mani sulla testa e lo ha benedetto.

    E vissero tutti felici e contenti, il presbitero di inginocchiarsi davanti a un laico eretico, il laico eretico di benedire un sacerdote consacrato (ancorché RM).

    Il buon presbitero RM è uno che permette di starsene seduti mentre si manduca l'Eucaristia, però davanti a Sankiko ciarlatano si inginocchia e si fa benedire, anche se è un consacrato e dovrebbe essere lui a impartire la benedizione.

    Una volta trascinarono davanti a san Francesco un prete che si era macchiato di colpe gravi. La folla si apettava rampogne, e invece san Francesco gli baciò le mani perché "erano consacrate". E quel gesto fu molto più forte di qualunque reprimenda.

    Comunque, contento il presbikiko, contenti tutti.

    p.s. Il testimone oculare non ha notato distribuzione di banconote da 50€ da parte di Sankiko elemosiniere. Forse il sacco nero non era stato ancora recapitato…

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    1. Giustamente un pretino che va in giro per Roma si ritrova (guarda caso!) proprio nei paraggi della porta da cui esce Kiko per andare a far colazione col solito whiskino (sapete, con questo freddo!)... e per pura coincidenza lo nota e corre ad inginocchiarsi davanti a lui (potete scommetere che il pretino in questione davanti al Santissimo non si inginocchia mai).

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  25. Passiamo a notizie più serie. Da Guam:

    - i cattolici continuano ad aiutare le vittime del clero pedofilo;

    - un'altra foto del vescovo pedofilo neocatecumenale mentre si fa benedire dal Bergoglio, di fatto coinvolgendo quest'ultimo nello scandalo che sta per scoppiare (lo abbiamo già detto tante volte, la tempesta sulla Chiesa è imminente, e a quanto pare l'urgenza dei prìncipi della Chiesa è altrove, ad instaurare una Messa Ecumenica con cui concedere ancor più spesso la Comunione ai protestanti, come da danni già preparati da Paolo VI e Giovanni Paolo II)

    - il prossimo 20 marzo cominciano le udienze in tribunale per la diocesi di Guam per le vittime del vescovo pedofilo neocatecumenale

    - il vescovo Byrnes, a marzo 2017 (quasi un anno fa), aveva chiesto ai capicosca del Cammino una copia del Direttorio Catechetico. Dato che a furia di scuse, rinvii e trucchetti ancora non gli è stata consegnata (sapete, l'arcano non va rivelato ai babbani della domenica, nemmeno al vescovo di cui teoricamente il Cammino è al servizio), corre già voce che Byrnes dopo aver chiuso il seminario kikiano chiuderà anche il Cammino a Guam. Sarebbe una batosta solenne, resa ancora più forte dalla chiusura del Redemkikos Mater, e che sveglierebbe parecchi vescovi che hanno bisogno di un "precedente" a cui appoggiarsi per estirpare dalla loro diocesi il tumore neocatecumenale. Perciò state certi che nelle comunità kikiane già corre voce che dovranno "ritirarsi nelle case", per poter continuare a celebrare i sacrilegi eucaristici del sabato sera.

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  26. "Non c'è Eucaristia senza assemblea. È un'assemblea intera che celebra la festa e l'Eucaristia; perché l'Eucaristia è l'esultazione dell'assemblea umana in comunione", ecco il motivo per il quale la mensa è posta al centro, perché i pecoroni accorrano da tutte le parti ad essa e si dissetino al sacro mamotreto desecretato.

    "Non c'è Eucaristia senza assemblea. È un'assemblea intera che celebra la festa e l'Eucaristia; perché l'Eucaristia è l'esultazione dell'assemblea umana in comunione", ecco il motivo per il quale la mensa è posta al centro, perché i pecoroni accorrano da tutte le parti ad essa e si dissetino al sacro mamotreto desecretato.

    "Non c'è Eucaristia senza assemblea. È un'assemblea intera che celebra la festa e l'Eucaristia; perché l'Eucaristia è l'esultazione dell'assemblea umana in comunione", ecco il motivo per il quale la mensa è posta al centro, perché i pecoroni accorrano da tutte le parti ad essa e si dissetino al sacro mamotreto desecretato.

    RispondiElimina
  27. All’Anonimo delle 09:54

    ” Ecco il motivo per il quale la mensa è posta al centro, come una sorgente, perché i greggi accorrano da tutte le parti ad essa e si dissetino alle sue acque salutari.” [ripetere tre volte il ritornello]

    Egregio neocat ripetitivo compulsivo (come Sankiko parolaio) palesemente ti intendi più di pastorizia che di altari. Abbandona per un momento il gregge e tenta di leggere quel che la Chiesa dispone.
    Fino a prova contraria è il cosiddetto Cammino a dover obbedire alla Chiesa, e non viceversa come ti raccontano i kikatekisti.

    Leggi, tra una pecora e l’altra:

    CODICE DI DIRITTO CANONICO:

    CAPITOLO IV, GLI ALTARI

    §2. L'altare mobile può essere costruito con qualsiasi materia solida conveniente all'uso liturgico.

    Can. 1237 - §1. Gli altari fissi devono essere dedicati; quelli mobili, invece, dedicati o benedetti secondo i riti prescritti nei libri liturgici

    Can. 1239 - §1. L'altare, sia fisso sia mobile, deve essere riservato unicamente al culto divino, escludendo del tutto qualsivoglia uso profano.


    Hai mai visto, egregio somaro, consacrare o dedicare i tavolini da picnic che usate? Salvo ovviamente il fatto che dopo vengono riciclati per le abbuffate neocat.


    ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO:

    299. L'altare sia costruito staccato dalla parete, per potervi facilmente girare intorno e celebrare rivolti verso il popolo: la qual cosa è conveniente realizzare ovunque sia possibile. L'altare sia poi collocato in modo da costituire realmente il centro verso il quale spontaneamente converga l'attenzione dei fedeli. Normalmente sia fisso e dedicato.
    ”Verso il popolo” egregio somaro. Se tutti stanno intorno, un terzo dei presenti vedrà solo le terga del sacerdote. Figurati che attenzione può avere chi ne rimira appunto solo le terga.
    Ti ci entra in testa?

    300. L'altare, sia fisso che mobile, sia dedicato secondo il rito descritto nel Pontificale Romano; tuttavia l'altare mobile può essere solamente benedetto.

    301. …L'altare mobile può essere costruito con qualsiasi materiale di un certo pregio e solido, confacente all'uso liturgico, secondo lo stile e gli usi locali delle diverse regioni.


    Tavolini da picnic benedetti e di legno pregiato non ne ho mai visti.

    Usi locali? Il format neocat è uguale e imposto in tutto il mondo.

    E ti risparmio il resto, su fiori candelabri eccetera.

    Ti ricordo solo la risposta di Sankiko farnetico, quando gli chiesero perché aveva piazzato sulla “mensa” il candelabro a nove braccia.
    Rispose che il “nove” è il numero dell’evangelizzazione.
    L’interlocutore, invece di rispondergli che dava i numeri , in tutti i sensi, tacque.
    Perché?
    Perché il mondo è pieno di fessi, e c’è chi se ne approfitta, come Sankiko burattinaio.

    Contenti voi, contenti tutti.

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  28. @ l'apostata

    Quando ciancia di simboli e tenta le allegorie, fa rivoltare Dante nella tomba:
    "Lo numero del tre è la radice del nove, però che, sanza numero altro alcuno, per se medesimo fa nove, sì come vedemo manifestamente che tre via tre fa nove. Dunque se lo tre è fattore per se medesimo del nove, e lo fattore per se medesimo de li miracoli è tre, cioè Padre e Figlio e Spirito Santo, li quali sono tre e uno, questa donna fue accompagnata da questo numero del nove a dare ad intendere ch’ella era uno nove, cioè uno miracolo, la cui radice, cioè del miracolo, è solamente la mirabile Trinitade" (Dante, Vita nuova, cap. XXIX).

    Asini, studiate, non continuate a papparvi le balordaggini con le quali il vostro fondatore vi nutre da mezzo secolo.

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    1. L'unico Dante che Sankiko patrono dei numeri al lotto conosce è il sor Dante Panzanera, oste e discendente di osti della rinomata "Hostaria delle Visioni", luogo privilegiato degli incontri tra Sankiko sommelier e lo spirito (s minuscola).

      Secondo Dante (Panzanera, non Alighieri, ovvio) "Nove" è il numero dei boccali che il Nostro abitualmente trangugia prima che cominci ad avere visioni.

      Ecco spiegato l'ennesimo arcano neocat.

      p.s. E i fessi plaudono estasiati...

      Elimina
  29. OT OT OT OT OT OT

    Per favore, non strumentalizzate questa lettera :-)
    https://www.facebook.com/100piazze/posts/1123070524502823?comment_id=1123073321169210&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R9%22%7D

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    1. stanno iniziando le guerre di secessione... ops, ho strumentalizzato.

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    2. Ma quale "Off Topic", c'è una interessante testimonianza di Lucia S. (commento 1 e commento 2).

      Chissà se si riferisce a qualcuno dei grossi "catechisti" che hanno commentato la stessa pagina.

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  30. "Ecco il motivo per il quale la mensa è posta al centro, come una sorgente, perché i greggi accorrano da tutte le parti ad essa e si dissetino alle sue acque salutari."

    San Giovanni Crisostomo? Quello che Kiko cita mistificandone le parole e inventandosi catechesi di sana pianta?
    Bah...

    RispondiElimina
  31. Non sono uno studioso, non ho cultura , ho la terza media, e invidio chi è riuscito a studiare .
    Ma dal basso o dall'alto della mia ignoranza mi piace pensare ad un Dio che è triste quando io sono triste ,è allegro quando sono allegro
    Spesso faccio Delle "scemate" e guardo un quadro della " Divina Misericordia" e mi piace pensare di far ridere "Dio".
    Quando ho una sofferenza , la offro a Gesù che ha tanto sofferto per noi.
    Ma questo sono io , sono un caso clinico m

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, non sei un caso clinico, sei uno dei "piccoli" che tanto piacciono a Dio

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    2. In sé il principio è esatto. Nostro Signore pianse per l'amico Lazzaro morto, benché fosse in grado di risuscitarlo. Nostro Signore ha condiviso tutto della nostra natura umana, eccetto il peccato.

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  32. X Lino:

    Che meraviglia!
    Dopo le indebite incursioni nella vita privata, matrimoniale, amicale, ricreativa, affettiva, lavorativa, ecc. ecc., adesso si arriva trionfalmente a cercare di condizionare il voto del 4 marzo! Qualcuno ha ancora il coraggio di negare che il CNC cerca di infiltrare i suoi tentacoli ovunque?

    RispondiElimina
  33. Ah Ah Ah!
    Leggete questa pasqualonata sul post di BPS

    BEATI PAUPERES SPIRITU NON CAPISCE O DIMENTICA CHE LE CATECHESI DI KIKO NON SONO LEZIONI DI TEOLOGIA. HANNO UNA CHIAVE DI LETTURA BEN PRECISA,CHE DON GIUSEPPE GROPPO TEOLOGO SALESIANO,NEL 1977 COMPRESE ASSAI BENE. KIKO E' UN ARTISTA,UN PITTORE E QUINDI SI ESPRIME CON IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE E LA PROPRIA ESPERIENZA.I SUOI NON SONO CONCONCETTI NITIDI, FORMULAZIONI TEORICHE CHIARE,MA UN ESPRIMERSI PER IMMAGINI, PER PARADOSSI,ESAGERAZIONI.IL VERO MESSAGGIO,LA VERITA' DEL SIGNIFICATO NON VA RICERCATO NELLA SINGOLA FRASE O PARTE MA NEL COMPLESSO.KIKO DA DELLE PENNELLATE,NON SI ESPRIME IN MODO NOZIONOSTICO,MA VUOLE PARLARE IN MODO ESPERIENZIALE.

    Mi chiedo io: ma come si fa a non leggerlo? Altro che comiche! Chi propone la concessione a Kiko di una laurea H.C. in "teologia paradossale"?"

    Ma quale paradosso e paradosso! Un paradosso è Lc 9,59-60 "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu, invece, va’ e annuncia il regno di Dio", che voi non capite.
    "Nevrotica" (fatto dire da Cristo alla Madre), "teppista" e "sporcaccioni" (messi in bocca al cieco nato che così si sarebbe rivolto a Gesù) non sono paradossi o immagini, sono mistificazioni della lettera dei Vangeli e offese.

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    1. ma li scalpellano nel marmo, sti commenti, che son sempre in stampatello?

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    2. Crede di essere più convincente urlando :-)

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    3. Queto bel "neretto maiuscolo" potrebbe anche avere un minimo senso se non ci fosse l'obbligo di ripetere ESATTAMENTE parola per parola quando da Kiko detto, e non limitarsi a dire con parole proprie il concetto base, sempre che si riesca a trovarlo. Lo trovate scritto anche nelle prefazioni dei mamotreti ma la prassi è decisamente un'altra. Le note del CCC sono ignorate dai più, mentre secondo stò tomo qui dovrebbero essere il centro delle catechesi e quanto detto da Kiko solo il filo conduttore, con le obiezioni di prima, se però così fosse spiegatemi a cosa servono i mamotreti, basterebe uno schema con i riferimenti teologici e dottrinali.

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    4. Ha ripetuto, senza virgolettarle, le parole attribuite a don Groppo (è un classico del Pasqualone) così come si ritrovano in Wikipedia, la primaria informazione dei pasqualoni.

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    5. Il fatto è che questo salesiano Groppo lo conosce esclusivamente il pasqualone, e fu lui stesso a inserirlo in wikipedia in modo da cantarsela e suonarsela.

      Se Groppo fosse una fonte importante per i capibastone del Cammino, lo avrebbero citato anche i kikos di altre lingue, di altre regioni, di altre comunità. Invece Groppo - con e senza virgolette - è conosciuto esclusivamente dal Pasqualone e dai suoi numerosi pseudonimi.

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  34. Ah, Lino, non lo seguo più. Nel senso che mi sono veramente perso nei meandri della sua follia.
    Caro Pasquale, se fossero davvero paradossi (ammesso e non concesso che la catechesi si possa dare paradossalmente) si potrebbe deviare largamente dal discorso, ispirarsi alla propria esperienza personale, e fregarsene altamente del direttorio. Invece non è così. Anzi, a dirla tutta il sottoscritto fu duramente richiamato perché improvvisava troppo...

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    1. Io mi diverto, di tanto in tanto. 'Sta storia delle pennellate è un mantra di Kiko, nemmeno in questo il Pasqualone è originale.

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    2. "...'Sta storia delle pennellate è un mantra di Kiko..."

      L'ho sempre detto, imbianchini si nasce, non si diventa.

      Lo stesso dicasi per i somari...

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  35. Sempre stando a 100 Piazze, il 5 maggio 2018 papa Bergoglio si limiterà ad un saluto ai kikos e a benedire le croci kikiane dei partenti in missione kikiana. Al termine della celebrazione verrà cantato il canto «Sono rotti i miei coglioni, me ne vado da ogni parte», che è noto essere una poesia indù di Tagore malamente plagiata.

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    1. Al punto 8 del programma del 5 maggio c'è scritto:

      8) Invio delle "Communitates in missionem" nelle periferie di Roma.

      Ma Roma è una "terra di missione"? Oppure lo fanno perchè vogliono kikizzare tutta Roma? Oppure vanno a fare questa missione per trovare un posto alle Comunità cacciate dalle altre Parrocchie e magari accorparle?
      Di certo avere Comunità in Parrocchia non aiuta la Parrocchia a crescere, perchè toglie semplicemente i cristiani e li rinchiude nelle stanze.

      Annalisa

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    2. Kiko crede di essere al Gioco dell'Oca. È partito 50 anni fa dalla periferia di Roma e ora ritorna alla periferia di Roma.

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  36. Annalisa sono d'accordo con te, il pproblem è che se il papa li invia avranno man forte nell imporsi ai parroci che magari prima non volevano ilicammino e adesso si sentono obbligati ad accogliere a causa dell invio del papa

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  37. Sulla sofferenza che porta al masochismo nel cammino non ho tempo oggi di scrivere niente, vediamo stasera.

    Ma la ciliegina che Kiko e' diventato artista per noi lo riportate nella seconda parte vero?
    Ci sono altre barzellette del genere?

    Fateci fare due risate, per tirarci su il morale.

    EX-NC-???

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  38. Dove posso trovare il documento completo da dare al parroco della mia parrocchia? Crede siano dei falsi gli estratti riportati nel posto
    Roberto

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    1. Se il parroco è amicone dei kikos crederà al documento solo se glielo consegnano personalmente il suo "catechista" laico e Don Kikolone, e comunque interpretandolo a favore del Cammino a costo di ogni figuraccia immaginabile. Non c'è peggior sordo di chi non vuole ascoltare. Tanto più perché i suoi vantaggi dipendono dalla sua complicità con le storture neocatecumenali. Ho sentito con queste mie stesse orecchie un prete dire che dopotutto questi neocatecumenali davano una ricca offerta, e quindi si prostituiva a celebrare le carnevalate liturgiche del sabato sera.

      Ricordiamo poi che è da cinquantacinque anni che Kiko e Carmen hanno accuratamente evitato di lasciare qualcosa di scritto (i falsi Diari di Carmen sono stati fabbricati dopo la sua morte, forse inventati di sana pianta anziché limitarsi a pescare frasette carmeniane a caso per addolcirle coi "Gesummìo-Gesummìo"; ugualmente le Anotaciones kikiane sono state sicuramente fabbricate gratis da qualche ubbidientissimo ghostwriter neocatecumenale). Le cosiddette "catechesi" venivano infatti tramandate oralmente: andavano imparate a memoria (fino ad almeno i primi anni '80 Kiko stesso interrogava gli aspiranti "catechisti" per verificare che seguissero alla lettera il copione, persino nelle battute e nella parlantina), e i "mamotreti" nati per necessità dovevano essere tenuti segreti a qualsiasi costo. Diversi anni dopo che padre Zoffoli aveva pubblicato e commentato il testo del primo volume dei "mamotreti", i neocatekikos continuavano a negare risolutamente l'esistenza di tali "mamotreti"...

      Per questo il problema non è esibire il Documento Ufficiale in cui Kiko Sottoscrive Determinate Affermazioni. Il problema, invece, è prendere sul serio i neocatekikos quando ripetono pappagallescamente le affermazioni kikiane.

      Infatti, se uno di loro proclama una vaccata, due sono le possibilità: o non ha capito il suo leader (sordità? stupidità? è successo una sola volta? due?), oppure il leader non ha saputo farsi capire (succede una volta? due? cosa pensare se succede sempre?).

      È bastato lasciar salire Kiko sul palco, e una manifestazione a favore della famiglia ha fatto notizia per le sue deliranti affermazioni sul "femminicidio". Ancor oggi non si è visto alcun neocatecumenale ammettere che certe volte Kiko sbaglia. Addirittura, riguardo al vescovo pedofilo neocatecumenale, vanno blaterando che questi sarebbe innocente e che le sue vittime sarebbero bugiardi mestieranti dell'odio. Nostro Signore saprà come ricompensare il pedofilo e i suoi zelanti difensori (che sanno bene che più la portano per le lunghe, e più sarà possibile inventare un alibi: se il vescovo pedofilo neocatecumenale morisse per un qualsiasi motivo, diranno che non è mai stato ufficialmente condannato).

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  39. Come al solito il Pasqualone dà in escandescenze per ogni riga che legge su questo blog. È ossessionato dall'idea di dover scoprire l'identità del sottoscritto e degli altri collaboratori di questo blog, ma finge di non capire che ciò non ridurrà minimamente gli errori del Cammino. Sono lieto che faccia tanta pubblicità gratuita a questo blog.

    Mi lascia però un po' perplesso il selfie che si è fatto con le due suore, tenendole sotto braccio come se fossero le sue due mogli. Ora, ancor più che l'aspetto cafone, irriguardoso e volgare, ci preoccupa il fatto che quel gesto ha come oggetto due donne consacrate al Signore. Secondo l'insegnamento di Kiko, infatti, i consacrati - preti, suore, monaci, ecc. - non valgono niente di più di un qualsiasi laico (Carmen si dilettava a calpestare la dignità dei "presbìteri" del Cammino, ed è tutto dire). Per i «nuovi falsi profeti» o "fai il Cammino" o sei un'anima persa e irrecuperabile.

    Noi cristiani della domenica, invece, nutriamo rispetto e stima per coloro che scelgono di consacrare a Dio tutta la propria vita (e per questo ci addolora e ci offende vedere qualche religioso - fosse anche il Papa - far qualcosa che danneggia la Chiesa, oscura la verità, avvelena la fede). Nutriamo rispetto e stima proprio perché riconosciamo il valore del consacrarsi. Al contrario, gli adoratori degli idoli Kiko e Carmen vengono addestrati a considerare trascurabili e addirittura dannose le vocazioni che non fanno riferimento al Cammino.

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  40. Io metto semplicemente questo articolo.


    https://www.avvenire.it/papa/pagine/papa-francesco-incontra-ragazzi-orfani

    EX-NC-???

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  41. A titolo di curiosità, c'è una pagina di questo blog dove si parla del Pasqualone che "ritorna" dopo un periodo di assenza, come al solito con un nuovo pseudonimo, facendosi subito scoprire a causa dei suoi strafalcioni grammaticali e dei suoi pseudoargomenti. È una pagina di nove anni fa, [qui].

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