domenica 10 giugno 2018

Noi, incastrati dal Cammino

Kikus vult!
Gentili lettori e gestori di questo blog, dopo aver letto l'ennesima sciocchezza del Cammino Neocatecumenale, ormai divenuto completamente autocelebrativo e autoconsistente per tutto quello che riguarda la liturgia, che evidentemente è in molti casi piegata da una volontà di trasformarla in qualcosa d'altro, sempre più lontanta da quella ecclesiastica, ma pazienza. Volevo ragionare con voi sul perché centinaia (migliaia?) di persone, anche frequentatori di questo blog, delusi e amareggiati da questi eccessi, non si destino una mattina e dicano:

"BASTA!!".

Io "ci" chiamo ("ci" perchè io sono uno di questi) "gli incastrati del cammino".

Ma cosa ci costringe a "rimanere" in Cammino? Provo a fare un piccolo elenco  delle cause, ma spero che questa riflessione desti qualche ulteriore commento.

1) Moglie o marito in Cammino, magari prima del matrimonio. Questa situazione è la più delicata, poichè genera tensioni nella coppia (purtroppo spesso distruttive) e incastra l'altro coniuge, che non può neanche criticare liberamente...

2) Figli in Cammino, entrati magari in un momento in cui uno o entrambi i genitori erano ferventi camminanti. Qui chiaramente subentrano altre dinamiche che inchiodano spesso entrambi i genitori che non riescono, anche in crisi, a "prendersi la responsabilità" di uscire con il rischio che i figli si "perdano".

3) Altri vicini in Cammino. Io conosco una persona che oltra alla moglie, ai parenti della moglie, a tutti i nipoti, ha in cammino anche il capufficio, molti dei colleghi di lavoro (assunti proprio perché in Cammino)... immaginate con quale difficoltà questa persona possa ipotizzare di uscire...

Il laico santone "benedice" i suoi adoratori
4) Persone "semplici" che hanno sempre condotto una vita normale, ai quali il Cammino ha regalato un ruolo "importante" (ostiari, cantori, responsabili...): queste persone, anche se volessero uscire, avrebbero paura di tornare nella loro quotidianità semplice, magari solitaria e quindi resterebbero non certo per l'aspetto catechetico del cammino, ma per quello più sociale...

Per noi incastrati, purtroppo, l'unica via di fuga (e l'unica speranza) è che il Cammino svanisca, da cui anche una certa forza nei commenti che legge e nei quali mi ritrovo in pieno.

Per noi incastrati, leggere i commenti dei vari "voltaggi" non sortisce alcun effetto, poichè ce li sentiamo fare ogni giorno intorno a noi. frequentiamo questo blog alla ricerca di spunti per andare avanti, per avere una ragione di speranza in un futuro diverso.

Continuate così!!
M.A.

49 commenti:

  1. L'immagine di Kiko sotto alla gigantografia mostruosa del suo dipinto del giudizio che benedice come un santone vale più di mille parole.

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  2. Grazie M.A..

    Il tuo commento mi aveva colpito molto e sono contenta di questo post.
    Il cammino crea una dipendenza dalla quale è difficile liberarsi.
    Non è una realtà che valorizza la persona, che dà dignità e autonomia.
    Tutto, anche i rapporti più sacri, sono usati per legare ancora di più al contesto che non porta ad alcuna crescita, ma ad una progressiva e inarrestabile decomposizione.
    Gli schemi rigidi, le obbedienze che scandiscono tutta la vita, la direzione delle scelte affidata agli infallibili catechisti fanno il resto.
    Chi prova ad allontanarsi dal cammino resiste ben poco, tende ad essere risucchiato inevitabilmente, anche col contributo – appunto – dei parenti, più o meno stretti, amici, colleghi che condividono l’esperienza e magari, colmo della sventura, sono entrati nel cammino proprio grazie a te, un giorno lontano!
    Una delle cose più atroci, io trovo, sia la ricaduta sui figli.
    Se sono cresciuti nel cammino, tendono a proiettare la loro realizzazione solo all’interno dell’esperienza. Se si sposeranno con un camminante - questa la cosa più ovvia! - e specie, poi, se i genitori sono catechisti della prima ora, finiranno facilmente “famiglia in missione” o, dopo due tre tentativi di fidanzamento falliti, finiranno in Seminario R.M., dando per scontata la vocazione.
    Ne ho conosciuti di ragazzi destrutturati, senza nessuna personalità, tutti uguali, fatti con lo stampino, che parlano come un libro scritto…molto male!

    Pax

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    1. Mi permetto di risponderle con garbo si intende. Io sono un'ex neo catecumenale, ma a parte simpatie( come è logico che accada, anche nella vita quotidiana che nulla ha a che fare con la religione), io non ho avuto alcun problema di sorta ad uscirne e siccome la mia parrocchia li ospita il sabato sera per la celebrazione e il mercoledì per le letture della Bibbia e la preghiera, mi capita spessissimo di incontrare i miei confratelli( per me sono e resteranno sempre tali) e chiaccherare con lorovsenza invidue ne cattiverie, anchebse sanno benissimo che sono col movimento csrismatico di Gesù Risorto e una coppia che frequenta il cammino, ha una figlia che è proprio nei carismatici. Certo, ci sono simpatie e antipatie a pelle, ma questo anche quando ero con loro. Io invece ringrazio Dio di averli incontrati e saranno sempre nel mio cuore.

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  3. Voglio anche riportare qui, per riaprire la discussione, alcune considerazioni fatte quando M.A. ha pubblicato il suo commento sul blog il 30 maggio scorso; questo il link del post
    https://neocatecumenali.blogspot.com/2018/05/liturgie-ortofrutticole-del-cammino.html

    Mi aveva molto amareggiato leggere che si può arrivare ad aspettare, come "l'unica via di fuga (e l'unica speranza)" possibile che "il cammino svanisca"!

    Purtroppo molti soffrono, sulla loro pelle, il fatto di essere finiti in una "gabbia invisibile" e, contemporaneamente, si scoprono legati da catene. Nel momento in cui la porta fosse per un attimo aperta, neanche allora possono fuggire!

    Detto questo, andare via dal cammino non è cosa semplice né indolore, mai.
    Attraverso le cose elencate nel post, tutte riscontrabili da chi sta nel cammino o ci è stato, si esercita un forte ricatto.
    Anche quando sei fuori, in tutti i modi, si prova a ritirarti dentro.

    Pax

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  4. Il cammino "ci" incastra, Kiko ha creato un sistema perfetto, dal suo punto di vista.
    Non ha bisogno di tenere le persone legate o sotto vigilanza di secondini, come in carcere.
    Se qualcuno entra in comunità e dice il suo AMEN, viene bombardato ogni momento perché faccia entrare la moglie/marito, poi i figli, poi viene sollecitato perché inviti genitori, fratelli, cognati, amici. Così si crea quello che M.A. descrive molto bene.
    Come un altro sistema efficace è legare le persone attraverso un ruolo che dia visibilità, quando magari nel mondo non sono nessuno.
    Cosicché decidere di lasciare la comunità diventa sempre più difficile e doloroso, col passare degli anni.
    I primi con i quali non riesci più a dialogare, se ti stacchi, diventano proprio le persone a te più care, e questo aggiunge dolore a dolore, lacerazione a lacerazione.
    Ne conosco tante di famiglie divise dal fatto che uno abbia aperto gli occhi e non sia più riuscito a stare nel cammino! Gli altri componenti della sua famiglia, fedeli camminanti, sono diventati i suoi primi nemici, i primi a criticare la coraggiosa scelta.

    Una sofferenza infinita e infiniti conflitti.
    Allora, per quieto vivere, tanti restano dentro, (o ritornano prima o poi dopo essere usciti per un periodo), abulicamente, vanno avanti così. Ma in cuor loro sanno bene e condividono tutto quanto raccontiamo su questo Blog.
    Il cammino è sempre uguale, dappertutto. Lo sappiamo da tempo, ormai.

    Pax

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  5. E, per finire, riporto la conclusione di un commento di M.A. che mi ha fatto rabbrividire, perché, come confermiamo tanti di noi veterani, ohinoi!, del cammino (in cui abbiamo trascorso anche 30 anni della nostra vita!), la distruzione profonda dell'esistenza di tanti è più diffusa di quanto si sappia o si possa mai immaginare.
    Chiesa,nostra Madre, dove sei? Questa la domanda senza risposta.

    Ha scritto M.A.:
    "i vostri commenti mi hanno confermato che se ero pazzo, per lo meno ero in compagnia. Così ho preso il coraggio e ho scritto. Per chi fino ad oggi ha solo letto questo blog, vi dico, non abbiate paura, un pensiero piccolo, un commento anonimo vi liberano da un peso enorme, perchè cari voltaggi, qui c'è gente che soffre e in alcuni casi medita anche gesti estremi.

    Continua

    Pax

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  6. Ultime mie considerazioni

    Tante volte ho pensato, visto che in pochi rispondevano all'invito di unire alle nostre le loro testimonianze, che forse continuavo inutilmente a ripetere sempre le stesse cose, più per me che per gli altri!

    E' vero, come tu dici, che "un pensiero piccolo, un commento anonimo liberano da un peso enorme".
    Certamente fa bene a noi che scriviamo, scrivere.

    Poi lo sconforto sull'efficacia per gli altri è anche legato al fatto che, quando ancora eravamo nel cammino, almeno io, più parlavo più mi ritrovavo isolata, incompresa.
    La mia testimonianza di dolore, più che aprire gli occhi agli altri, li rendeva miei nemici o quanto meno, diventavano quasi distratti.
    Poi ho capito che erano impauriti di scoprire magari una verità che non ritenevano di poter gestire.
    Quanta devastazione dentro e fuori lascia il cammino!
    _______________________________________________________

    Una parola ai "voltaggi" (chiamiamoli pure così per semplificare, come tu M.A. dici)...

    I "voltaggi" sono...

    ...quelli dei luoghi comuni del cammino che tutti conoscono a memoria,
    ...quelli che hanno sempre la risposta pronta per difendere Kiko e Carmen dietro le approvazioni, con o senza di esse,
    ...quelli che mistificano tutto, eppure te lo presentano come pura dottrina della Chiesa,

    i "voltaggi"...

    che assistono senza far nulla alle mille nefandezze che commette il cammino neocatecumenale
    - contro persone inermi,
    - contro la libertà di coscienza,
    - contro la dignità dell'uomo,
    - contro la dottrina e la liturgia della Chiesa,
    e poi neanche stanno in silenzio, ma vengono qui a difendere l'indifendibile,
    giusto perché chi li legge pensi...
    "Vedi questo come parla sicuro!? Ma chi sa, forse ha ragione lui!".... aumentando lo stato di confusione di chi comincia appena a vedere la luce.

    Hai proprio ragione, caro M.A., i loro ragionamenti li conosciamo a memoria, ce ne hanno riempito la testa per una vita, a noi sicuro non ci incantano più, né ci ingannano!

    Come aprono bocca per noi sono carta letta.
    Tutto è solo una infinita, squallida, desolazione!

    Pax

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  7. Qualche tempo fa, avendo conosciuto un amico in ambiente universitario mi sono avvicinata alla realtà neocatecumenale facendone lui parte.. Conoscevo già l'esistenza di questa comunità perchè nella mia adolescenza in compagnia c'era un ragazzo che ne faceva parte ma non avevo mai avuto lo stimolo di approfondire le mie conoscenze a riguardo.. Ora ci sto provando ma devo ammettere che è molto difficile farlo..

    Testimonianze positive (perlomeno sul web) di coloro che vi appartengono se ne trovano molto poche e molto spesso leggendole percepisco quasi una sorta di fanatismo nelle parole che i catecumeni utilizzano per esprimersi.. Informazioni sulla storia della nascita e sulla struttura del cammino idem, se ne trovano poche, come se chi non ne facesse parte o non intendesse partecipare attivamente non potesse sapere nulla prima di entrarvi..

    Al contrario ho trovato molte testimonianze di ex neocatecumenali su blog molto simili a questo e non le definirei testimonianze negative ma proprio spaventose, spesso mi inquietano e mi mettono paura..

    Mi chiedo come sia possibile che ancora ci sia gente comune intrappolata in questi circoli.. E dico "comune" perchè non nego che per alcuni soggetti con alle spalle delle esperienze particolarmente difficili il cammino possa essere una salvezza.. Ritengo invece che per altri sia una vera e propria limitazione della propria libertà e ciò mi rende triste..

    Come ho letto in qualche commento mi ritrovo a scrivere per liberarmi di questo peso pur non facendo parte della comunità, pur non essendo credente..

    Tengo molto a questo mio amico e lui a me (ci siamo aiutati molto negli studi e ci siamo conosciuti a fondo), sebbene i litigi in materia siano molto frequenti, ma non so davvero come affrontare la cosa..

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    1. Laura, ti consiglio di tenere un basso profilo, se ci tieni all'amicizia. Se non sei credente, il tuo amico accetterà che tu contesti la fede cattolico-cristiana, molto meno la critica specifica, peggio se puntuale è informata, nei confronti del cammino. Soprattutto fai attenzione a ciò che dici quando lui è appena tornato da convivenze di passaggio (di più giorni), pellegrinaggi o incontri importanti: le migliori amicizie, amori, rapporti di parentela si incrinano proprio in quei momenti, in cui si rientra infatuati ed esaltati da ciò che si è ascoltato (e bevuto) e l'opinione anche affettuosa di una persona cara può essere vista come un "attacco del demonio" che ci vuole allontanare dalla fede.

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    2. Quelle che Laura ha descritto sono esattamente le dinamiche tipiche di ogni setta:

      - le testimonianze positive danno l'impressione di un fanatismo, cioè di un giudizio positivo "a prescindere dalla realtà" e di un gergo preconfezionato. Essere entusiasti è un conto, essere fanatici a ripetere gli slogan preconfezionati è invece segno che qualcosa non va bene (e gli slogan servono a nascondere il problema);

      - le informazioni sulla storia e la struttura del gruppo ugualmente sono preconfezionate (per mostrare un'evoluzione paradisiaca e senza intoppi), col solito slogan che "se non entri nel gruppo non puoi capire" (sarebbe come dire che se non ti droghi non puoi giudicare gli effetti della droga...)

      - le testimonianze presentate su questo blog possono sembrare talvolta meno "spaventose" di altre fonti perché nelle nostre discussioni tendiamo a considerare gli aspetti dottrinali e liturgici (che sono in fin dei conti il punto in cui massimamente si vede che il Cammino è una setta: ad ogni errore "sociale" corrisponde inevitabilmente un errore "teologico", e coloro che calpestano il Signore finiscono inevitabilmente per calpestare anche gli uomini);

      - le dinamiche umane per cui anche persone apparentemente intelligenti si ritrovano intrappolate hanno anzitutto a che fare con la "bomba emotiva". Infatti, non a caso, i capibastone del Cammino giocano parecchio sull'aspetto emozionale ("dietro quella porta c'è il diavolo, che fai? te ne vai?": detto davanti a tutti, dopo averli martellati con slogan per convicerli che loro sono i privilegiati e i salvati, uno non riesce facilmente a trovare il coraggio di dire: "non è vero, dietro quella porta non c'è il diavolo ma c'è la mia libertà, e voi mi minacciate perché avete paura della libertà di vivere la fede in modo diverso da come lo volete voi");

      - dopo un po' di anni in cui il tipico neocatecumenale viene addestrato a sentirsi il privilegiato perseguitato, è perfettamente naturale che definisca "demonio" qualsiasi cosa tenti di fargli cambiare idea sul Cammino (perciò minimizzerà qualsiasi problema e qualsiasi critica, dicendo "siamo approvati", come se l'avere la patente di guida autorizzasse ad andare contro il Codice della Strada). Viceversa, il suo obiettivo - che lo ammetta a chiare lettere o che lo tenga ipocritamente nascosto - è quello di sfruttare qualsiasi cosa, perfino i sentimenti altrui, pur di accalappiare altri membri nella setta. Del resto i suoi capicosca gli hanno sempre fatto capire che "entrambi i coniugi" devono frequentare il Cammino, "altrimenti il matrimonio fallisce".

      No, Laura, purtroppo non c'è molto da fare. Tutto si gioca sulla sua libertà e sulla sua capacità di sopportazione. Se lui cominciasse a nutrire dubbi sul Cammino, si giocherebbe immediatamente la stima e l'affetto dei suoi familiari e della mefitica "comunità" in cui è inserito. A volte possono non bastare trent'anni di vessazioni per cambiare idea (c'è gente che dopo trentacinque anni di tentativi di cambiare in meglio il Cammino dall'interno alla fine si è arresa e ne è uscita).

      Intanto suggerisco la lettura di articoli a caso da questo blog (spesso può bastare anche una singola fotografia a farsi una buona idea di dove si andrà a parare); consiglierei anzitutto:

      - fantozziane disavventure dei fratelli neocatecumenali

      - fidanzato neocatecumenale? guai in vista!...

      - la carità dei neocatecumenali e "il miracolo della macchina".

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    3. Valentina, grazie dei consigli, cercherò di essere più pacata anche se in alcune occasioni mi è molto difficile..

      Sono una persona sincera e difficilmente riesco a nascondere ciò che ho dentro e mentire su ciò che penso,, rifletto molto sulle cose, cerco di capirle e dargli il significato che meritano ma quando non riesco a trovare dei perchè alle cose impazzisco (e l'attività neocatecumenale è uno di questi casi).. Ho sempre avuto dei preguidizi basati su sentiti dire e leggendo qui mi sento che alla fine dei conti erano azzeccati.. Lui crede che quando storgo il naso per i 3/4 incontri a settimana (che a mio parere sono davvero troppi, e sarebbe piu utile fare volontariato, sport o altro, soprattutto se poi ci si lamen che non si ha tempo libero) sia sulla base unicamente di quelli e obietta che non sono informata e che non posso sapere in realtà com'è veramente..

      Cercherò di fare attenzione a quei momenti di "debolezza" post convivenza come mi consigli di fare, ma per una volta non sono convinta che la mia razionalità possa aiutarmi a risolvere tutti questi pensieri..

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    4. Gentile Tripudio, grazie per la pronta risposta..

      Devo ammettere che nel tuo ultimo paragrafo hai pienamente centrato il problema: poter perdere l affetto dei propri cari.. Non sono madre e non voglio avere la presunzione di sapere come sia, ma ma penso che l amore dei genitori debba essere indipendente da tutto, dalla più banale condotta a scuola, al credo, dall orientamento sessuale, alle amicizie (perlomeno nel mio immaginario è così)..

      Proprio per questo motivo mi sento in colpa di oppormi alla comunità, perché nel caso in cui anche lui aprisse gli occhi e perdesse la fiducia dei suoi genitori, in qualche modo sarebbe colpa mia..

      Ma quindi è giusto lottare per renderlo "libero" (o perlomeno consapevole)? E a che prezzo?

      I dubbi dice di averli anche lui, dice che delle domande lui se le fa, ma alla fine delle discussioni dice che il cammino lo aiuta ad affrontare le difficoltà della vita e finché vivrà a casa con i suoi genitori ci rimarrà.. Da questa sua ultima affermazione ho potuto capire molto ed avere ulteriore conferma del discorso di prima..

      Provvederò a leggere gli interventi che mi consigli e son sicura che troverò qualcosa di interessante..

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  8. Cara Laura,
    come vedi chi voglia informarsi sul cammino trova sul web parecchio materiale.
    Io ritengo che internet sia stato, in questo caso, una risorsa.
    Per questo credo che Kiko, mentre da una parte lo usa spregiudicatamente per la sua propaganda, i suoi mega-concertoni, poi dice ai camminanti che internet è uno strumento in mano al demonio, che è proibito usarlo, come tutti i social indistintamente.
    Chiediti da sola "perché?".
    Le opere della luce, non temono la luce! Le opere malvagie, sì!
    Il cammino neocatecumenale si blinda dietro il cosiddetto "arcano" per cui non consente a nessuno l'accesso alle catechesi, né la conoscenza delle varie tappe che ne costituiscono il percorso, neanche a chi viene dopo nel cammino rispetto a chi lo precede, con la scusa che "bisogna vivere l'esperienza"; anche se è chiaro che ormai, dopo tanti anni, le cose si vengono a sapere molto più che alle origini. Ma tant'è!
    Storpiano così il "Vieni e vedi" di Gesù per il loro tornaconto, come fanno con molta parte della Parola di Dio.
    Il loro è un gioco sottile di mistificazioni, verità che si mescolano abilmente a menzogne.
    Ti trovi imprigionata in una "tela di ragno" e, quando te ne rendi conto, è già troppo tardi; come qui abbiamo spiegato.
    Chi investe tutta la propria vita nel c.n., ha difficoltà a gettare tutto all'aria e ricominciare da capo, questo si capisce.
    Non so cosa consigliarti se non di continuare ad informarti, a parlare con il tuo amico a cui tieni, a formarti un tuo convincimento.
    (Perché quando ne parlate si crea sempre una tensione che porta a litigare?)

    Qui non facciamo la lotta a nessuno.
    Per quanto mi riguarda cerco di condividere la mia esperienza trentennale nel cammino, nessun preconcetto: quello che ho scoperto mi ha distrutto; per anni ho provato e riprovato, dando loro altre occasioni, ma è stato sempre peggio, finché sono fuggita via, cosa che loro hanno cercato di intralciare fino all'ultimo giorno.
    Io qui racconto fatti accaduti, esprimo anche le mie conclusioni, perché, dopo aver lasciato tutto per il cammino, nel quale ho contribuito molto con tutta me stessa, vorrei risparmiare almeno a qualcuno un poco delle sofferenze che ho dovuto patire con la mia famiglia. Accorciare i tempi della presa di coscienza e della liberazione.
    Quello che ho scoperto, a mie spese, è una cosa di sicuro:
    Stando all'interno è impossibile incidere in alcun modo alla correzione di storture strutturali, ad orientare per l'obbedienza alla Chiesa, a contrastare l'uso della menzogna come strumento di copertura e di occultamento di malefatte di ogni genere.
    Devi fare sempre e solo quello che dicono loro, non usare il tuo cervello e rimettere a loro perfino la tua stessa coscienza.
    (Solo a questo proposito brevissimamente una esperienza concreta: essendo depositaria di un abuso subito da una povera sorella "insignificante" - lì dentro i primi saranno sempre i primi, e gli ultimi, ultimi e basta - visto che incessantemente chiedevo un intervento di giustizia, mi si disse: "Parla di questo a Kiko, quando lui sappia, tu non hai più nessun obbligo tuo di coscienza perché hai rimesso tutto a lui!"
    Come pensi che sia andata? Se oggi sono qui a dare il mio contributo alla verità sul Cammino?)

    Alla fine loro vanno sempre avanti imperterriti, a te ti distruggono.
    E' un impero dei prepotenti.

    Non voglio ripetermi, puoi trovare nelle pagine di questo Blog infinite testimonianze, mie e di tanti altri ex.
    Ti auguro una buona e fruttuosa ricerca.
    A presto.

    Pax

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  9. L'argomento secondo cui se uno è intelligente non ci casca, oppure se uno è intelligente e fa parte del cammino allora il cammino è buono , argomento usato anche da Voltaggio, per esempio, è il classico pretesto per evitare una seria riflessione. Forse che i TDG o i luterani sono tutti stupidi o poco istruiti? In quale modo l'intelligenza dovrebbe garantire l'impermeabilità a una setta?
    Specialmente il cammino, che con discorsi pomposi, linguaggio apparentemente complesso ed elitario, vuole creare un senso di specialità, di elezione, di mistero. È una formula che funziona alla grande, sia per i semplici che si sentono chiamati a qualcosa di superiore, sia per gli istruiti, che vengono solleticati e insuperbiti.
    In più non bisogna dimenticare che nella maggior parte dei casi i neocatecumenali entrano in cammino in situazione si crisi e di difficoltà e su queste persone la tecnica del love bombing ha una presa enorme

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  10. Caro M.A., purtroppo hai ragione da vendere. Anche in questo il Cammino mostra la sua faccia "settaria": come in tutte le sette, quando una persona ne entra a far parte a risentirne sono (oltre a lui) anche le persone a lui vicine. Genitori, figli, amici, parenti, ecc., vivono una situazione di sofferenza: vedono una persona cara che è entrata in un percorso distruttivo (senza mezzi termini, perché lo è), e non possono farci niente. Anzi: qualsiasi commento contrario al CNC, fosse anche solo una critica ragionata e non offensiva, provoca il taglio dei contatti e l'allontanamento della persona cara.

    Capisco la situazione drammatica di chi si trova "incastrato" nel CNC: se un commento negativo potrebbe portare a quanto sopra, pensa a cosa potrebbe provocare addirittura l'uscita dal CNC di un membro in una famiglia neocat! Questo è l'aspetto più "mafioso" del CNC: alcuni membri sono letteralmente tenuti dentro usando degli ostaggi, cioè i loro famigliari, amici, colleghi di lavoro, ecc., dando a intendere che se mai lasceranno il CNC, tutte queste persone saranno spinte a tagliare i ponti con lui. E' un modo d'agire estremamente vigliacco, e penso che i membri intrappolati in questa situazione sono molti più di quelli che pensiamo: se a un certo punto il CNC abbandonasse l'abitudine di isolare chi è uscito e non proibisse più di avere rapporti con lui, sono convinto che il numero dei membri del cammino diminuirebbe vertiginosamente.

    Sono d'accordo col commento di BPS: l'intelligenza, maggiore o minore che sia, non ha nulla a che fare con l'ingresso in un culto come il CNC. Il punto centrale è la situazione emotiva di una persona: i gruppi come il CNC fanno presa sulle persone che si trovano in un momento di crisi profonda, personale o dovuta a eventi esterni che sia. Chi entra in un gruppo del genere è una persona confusa, disorientata, che si trova a un bivio nella vita e non ha idea di quale strada prendere: ed ecco che, in questo stato di confusione estrema, si presenta ul gruppo (in questo caso il CNC), che afferma di avere tutte le risposte e i cui membri affermano di non avere mai nemmeno mezzo dubbio e che le loro vite sono state salvate dal CNC (vedi le varie storielle di vite salvate dal degrado, dalla droga, ecc., a volte persino inventate senza ritegno). In una situazione del genere, l'emotività prende il sopravvento sulla lucidità, e la persona in difficoltà entra nel gruppo, rafforzata dal fatto che effettivamente i membri sembrano avere tutte le risposte. I membri del CNC, come quelli di molte sette, hanno sempre la risposta pronta a ogni quesito, ogni dubbio, ogni perplessità. Hanno persino la risposta pronta per quanto riguarda la volontà di Dio (cosa che io considero una bestemmia in se per se). Ovviamente è solo un'illusione: tali risposte o sono sbagliate, o sono frutto di una estrema semplificazione della realtà, ed ovviamente non reggono il confronto con la realtà vera e propria (da qui la tendenza dei CNC ad evitare il dibattito civile).

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  11. Il motivo che mi ha spinto ad entrare in cammino è stato la mia insicurezza,la mia ricerca di essere accettato come sono,di trovare un gruppo di persone in cui mi sentissi considerato,ed all'inizio così sembrava,ma con il tempo,ho incominciato a notare troppe cose distorte,ma nonostante ciò, per la mia debolezza non riuscivo a dire basta per paura di restare solo e non avere più una vita sociale; dopo 20 anni nonostante abbia deciso di chiudere, ancora non riesco a chiudere definitivamente,perché la paura di restare completamente solo fa paura,mi sento che ancora non riesco a distaccarmi completamente nonostante non vado più! Quindi come diceva Bps,nonostante abbia capito da tanto con l' intelletto le mancanze del cammino,continuavo ad andare ed il distacco di oggi è doloroso,perché ciò che più condiziona le persone è lo stato emotivo,la solitudine etc. Quindi come si fa a non dire che non è una setta,e non un cammino vero di fede! Una setta distrugge la propria autostima e chi non la ha non fa altro che approfittare di ciò,invece un vero cammino di fede dovrebbe invece far crescere il proprio amore per se stesso,nonostante i limiti,che non significa diventare arroganti, e sentirsi amati da Dio e che si è unici,Anche se nella scala sociale umana sei ultimo!
    Ex fratello!

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    Risposte
    1. Non ho capito ..
      cosa significa che "non riesci a chiudere"? Che nn vai più in comunità ma continui a frequentare alcuni di loro? Oppure che continui a pensarci,che hai nostalgia per via che ora vivi nella solitudine?

      Lasciami dire 1 cosa sulla solitudine (nn per te ma x gli altri, per i vincenti, x quelli che cadono sempre in piedi) .. da grandissima esperta quale mi considero: "se non sei veramente solo, tanto che la puoi toccare con mano e respirare e vedere sempre al tuo fianco come compagna del tuo quotidiano, la solitudine, quella vera, nn 1 surrogato di solitudine (di una che si lamenta "sono sola" poi viene fuori che ha 1 figlio qua, 1 altro la, nipoti, fratelli, 2 o 3 gruppi di ritrovo a settimana ..), la solitudine DOC, quella che comincia a straziarti il cuore la mattina quando apri gli occhi e "ti ricordi" di esserlo (sola) .. ecco, se nn sperimenti qsto allora, per dirla alla maniera NC:
      NON PUOI CAPIRE".

      C'è gente che non riuscirebbe a resistere 1 solo pomeriggio a vivere come vivo io da tanti anni (forse praticamente da sempre) ma tu sai che nn ci si fa mai "l'abitudine" e col tempo il dolore aumenta anziché diminuire.

      E loro non capiranno mai il male che mi hanno fatto:
      "Padre perdonali perché non sanno quello che fanno".. per lo meno questo è qllo che penso di mio marito .. x gli altri faccio più fatica a pensarlo.

      Ma pensi che per nn vivere più qsto strazio sarei disposta a tornare indietro?
      Non mi sfiora neanche il pensiero, sai perché? Perché prima era FINZIONE, ora è VERITÀ, ed 1 solo attimo di verità è meglio di interi anni passati nella finzione.
      In più, come se una non stesse già abbastanza male, ci si mettono anche certi preti a farti pure sentire "in colpa" proprio della solitudine che tu non hai voluto e cercato .. perché dicono che va vissuto "l'aspetto relazionale e comunitario della fede" , ma dico io, dipenderà anche dal temperamento di 1 persona no?
      O può essere cristiano solo chi è estroverso, gioviale e chiacchierone?

      Non tutti lo dicono però, anzi il sacerdote di oggi ha detto (con altre parole) la stessa cosa che hai detto tu:
      "un vero cammino di fede dovrebbe invece far crescere il proprio amore per se stesso,nonostante i limiti,che non significa diventare arroganti, e sentirsi amati da Dio e che si è unici"
      --------
      Ha detto che di tutta la bellissima creazione , l'uomo è la più bella creatura, di maggior valore, anche se malmesso fisicamente o malato e che anche il peccato non lo fa smettere di essere una perla preziosa agli occhi di Dio, nell'uomo Dio ha messo il "sigillo" di tutta la creazione e per questo il demonio odia Dio e noi, perché nella scala sociale delle creature, il demonio è superiore all'uomo e si è ribellato a Dio perché non ha accettato di adorare Dio in Gesù, cioè il Verbo incarnato in una creatura "inferiore" come l'uomo.

      E poi ha citato suor Faustina, alla quale Gesù diceva: "dammi tutto di te, lo gradisco, dammi anche i tuoi peccati, li gradisco perché sono tuoi".

      Ma sono io che nn vedo bene .. o i NC sembrano piuttosto carenti in questa coscienza della "preziosità di ogni persona umana"?
      :)
      Roberta

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    2. Non vado piú in comunità e non ho nostalgia di ciò che ho lasciato,anzi ho rabbia per me stesso per averci buttato tempo,ma temo che essendo rimasto solo e non ho un carattere forte, di poter ricadere e tornare,in un momento di particolare abbattimento :(( Perciò dicevo che non riesco a chiudere. Mi ritrovo in tutto quello che hai scritto a Laura nei tuoi commenti delle 22.36 e successivi! Mi ritrovo Anche in ciò che mi hai risposto, se non ci sei dentro non puoi capire ed anzi,riprendendo ciò che dici benissimo "in colpa" proprio della solitudine che tu non hai voluto e cercato .. perché dicono che va vissuto "l'aspetto relazionale e comunitario della fede" , ma dico io, dipenderà anche dal temperamento di 1 persona no?
      O può essere cristiano solo chi è estroverso, gioviale e chiacchierone?" le persone ti fanno sentire sbagliato,e non solo per la fede ma anche nella vita sociale,perché se sono solo è colpa mia che non mi propongo,come se esser introverso chiuso e timido è un lato di se facilmente superabile...
      Non ne parliamo cosa dicevano i catecumeni,che sono orgoglioso, vigliacco,che non voglio perdere me stesso,etc,insomma,mi hanno finito di distruggere perché non hanno fatto altro che confermare ciò che penso di me e che non mi piace essere come sono,e poi è normale anche che mi sono allontanato dalla Chiesa e Dio,se non solo non ho chiesto di nascere ma mi fa sentire sbagliato sempre come se io avessi voluto essere così,quando per me è stato sempre un peso avere questo carattere e non aver avuto il coraggio di cambiare per adeguarmi al mondo! Nel cammino non ho mai avuto una parola di conforto e mi ha confermato i miei sensi di colpa e confermato di sentirmi sbagliato.
      Dici alla fine "Ma sono io che nn vedo bene .. o i NC sembrano piuttosto carenti in questa coscienza della "preziosità di ogni persona umana"? Vedi benissimo,sono completamente carenti :)
      Grazie di cuore e scusa te e tutti per la lunghezza.
      Ex fratello!

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    3. Certo che un cammino dove per fare proseliti ,si mettono a gridare nelle piazze :. " Fai schifo" solo a queste cose può portare... Elena

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  12. Laura, tu dici:

    "non nego che per alcuni soggetti con alle spalle delle esperienze particolarmente difficili il cammino possa essere una salvezza .."
    --------------
    no non lo è, è anzi, nel tempo, un peggioramento della propria situazione.
    All'inizio sembra proprio "una salvezza" .. a me sembrava di "aver trovato l'America" , un posto dove poter avere delle amicizie, un mio "ruolo" nel mondo, un avanzare in un "progetto" di vita che ti prospetta cambiamenti strabilianti .. ci vedevo l'occasione di diventare quello che non ero, un posto dove poter anch'io considerarmi, come tu hai definito, persona "comune" .. come purtroppo non mi ero mai sentita.

    Ma questo fa parte dell'ESCA iniziale:
    i primi approcci, le cosiddette "catechesi iniziali" sono studiati proprio per dare questa apparenza, la promessa di qualcosa di grande e di bello per la TUA vita, qualcosa di mai provato.
    So che molti non saranno d'accordo con me, ma a mio parere, non c'entra nulla la religione, il voler "approfondire la fede" e cose di questo genere, le motivazioni per cui uno comincia e PROSEGUE questa exp sono solo psicologiche (o di convenienza per lavoro o di "obbligo" se dovute a parentele o innamoramenti) .
    D'altra parte, per chi lo ha fondato il CN, la religione non è stata solo 1 pretesto per il business?
    %

    RispondiElimina
  13. %Una volta che prosegui l'effetto, come è stato ben spiegato da altri, (e come tu stessa ti sei resa conto dalle manifestazioni di fanatismo) è quello che produce lo stare in 1 setta: come può 1 persona che già aveva problemi trovare giovamento in una struttura che ti aliena dalla realtà e che , con questa trovata dell' "obbedienza" ti
    de-responsabilizza?

    Perché, magari si trattasse solo di ciò che tu hai def.
    " una vera e propria limitazione della propria libertà "
    ---------------
    ma non è solo questo, in fondo uno alla propria "libertà" ci può rinunciare anche "liberamente" .. scusa il gioco di parole, intendo dire che ogni volta che uno fa 1 scelta, rinuncia a qualcos'altro ..
    ma se "scegli" il CN rinunci a scegliere, sia sulle cose piccole che su quelle grandi, anche su ciò che riguarda più intimamente la tua coscienza .. perché su tutto hai l'obbligo di "chiedere ai catechisti" come regolarti ..
    Perciò chi non è disposto ad andare contro la propria coscienza, quando si rende conto di questo se ne esce, come ho fatto io.
    %

    RispondiElimina
  14. %Le persone "comuni" che conosco,
    hanno riportato meno danni di me dall'exp del CN .. una volta uscite, si può dire che "sono cadute in piedi" , perché ad es. si tratta di famiglie o coppie che così come ci sono state dentro insieme, allo stesso modo ne sono uscite anche "insieme" mettendo il loro bene reciproco prima del legame con la comunità.
    Io non avevo "parentele" in cammino (e quindi in questo non posso lamentare quanto detto da altri e nel post sulla "difficoltà" a lasciare) ..

    avevo "solo" mio marito, conosciuto e sposato nel CN .. e PERSO a causa del fatto che io ho abbandonato il CN e lui no.

    Permettimi di dire 1 cosa sul fatto di essere "credenti" :
    la vera FEDE rispetta sempre la persona e la coscienza, se questo non si pratica, si può sempre avere "il Signore" sulla bocca ma non si è davvero "credenti" in Gesù ...
    Nel CN questo rispetto NON c'è ..
    Si è credenti nel proprio "gruppo" forse, nel proprio leader .. ma allora perché non dirlo apertamente ?
    Come uno dice "sono buddista" , sono "agnostico", sono "non credente" .. perché spacciarsi
    per "cattolici" quando il solo fatto che tua moglie, cattolica praticante, non "pratichi" il CN è motivo sufficiente per abbandonarla?

    Un matrimonio può "funzionare" tra persone di diverse religioni, tra un coniuge credente e uno che non lo è ... ma per la mia (e di altri) exp, ritengo che non possa "funzionare" quando uno solo dei due è NC.
    Perciò ritengo che anche le persone senza particolari problematiche, le persone "comuni", siano a rischio di farsi "accalappiare" dal CN, perché magari vogliono accontentare 1 persona amica che le invita e forse a livello di religione nn danno troppa importanza a certi contenuti, una modalità vale l'altra ecc. , danno cioè più importanza all'aspetto affettivo o della socializzazione .

    Ma, anche se "sana", se continui a permanere per lungo tempo, sei a rischio di subire 1 lavaggio del cervello che ti toglie capacità di giudizio critico sulle situazioni, le relazioni e i tuoi stessi sentimenti.
    E quell'affetto iniziale, tra "fratelli" che in principio forse c'era anche veramente ed era sincero, un po' alla volta, ad opera dei "catechisti" (con i loro fiumi di parole e di gesti e di "inquisizioni" ) viene smantellato e sostituito da pura ipocrisia che ti lascia sola nel momento del bisogno.

    Come dice il proverbio? Quando si vedono i veri amici?

    Laura, tu hai scritto per liberarti 1 po' dal peso e tristezza che qsta situazione col tuo amico ti crea ..
    e mi spiace se io coi miei racconti dovessi invece averla aumentata, non era questa mia intenzione ..

    è solo che ritengo che la verità e la sincerità siano alla base di ogni rapporto serio ..
    ben più della "diplomazia"..

    Ti auguro vi possiate incontrare su queste basi.

    Roberta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Roberta,

      io penso dipenda da caso a caso e proprio per questo avevo utilizzato il verbo possa..

      Conosco una persona che ha passato delle esperienze tremende, è stata lasciata dall'ex marito che le aveva rapito il figlio e solo dopo due anni di ricerche lo hanno trovato in sud america, sono seguite battaglie legali e ovviamente difficoltà nel crescere un bambino con questa storia alle spalle.. dopo queste vicende è entrata in cammino ed ha trovato la forza e la gioia nella sua vita grazie ad esso, e nonostante tutto appare come la persona più gentile del mondo.. io penso che le sia stato utile non per la fede ma perchè probabilmente si sente parte di una comunità e da senso alla propria vita cosi, si tiene occupata..

      In un caso come questo, secondo me, entrare in cammino non è limitante.. obbedirà anche ai catechisti ma non deve renderne conto nessuno a casa; il problema è quando in una relazione si è in due, quando c'è in mezzo una famiglia, quando si è giovani e si ha ancora tutta la vita davanti..

      Non ti preoccupare dell'effetto delle tue parole, leggo tutto e cerco di trarne utilità..

      Elimina
  15. LAURA:

    a chi dare retta? La risposta è semplicissima. A quelli che l'esperienza l'hanno vissuta e ti dicono che è brutta. Che interesse avrebbero a inondare il web per raccontare i traumi e le ingiustizie che hanno vissuto se non fossero vere?
    Sono tantissimi e ognuno riporta testiminianze agghiaccianti.
    Raccontare per loro è una ragione di vita, un po' come gli ex internati dei lager.
    Quali ex di altri movimenti ecclesiali fanno così?

    RispondiElimina
  16. @ Laura delle 13:06 (del 10 giugno)

    Cara Laura, io penso che forse sia già innamorata di questo tuo amico che sicuramente sarà una bravissima persona, ma attenta. Io ho conosciuto tante mie amiche (ex-sorelle) di comunità che hanno ricattato il proprio fidanzato dicendogli: "O entri in Cammino con me, oppure ci lasciamo". E questo si chiama amore? No, è un ricatto! Quei fidanzati che hanno ceduto al ricatto sono entrati in Cammino e poi si sono sposati, ma hanno dovuto rinunciare alla possibilità di avere un libero pensiero e hanno dovuto mettere tutta la loro vita nelle mani dei loro catechisti. Io spero che lui non arrivi mai a farti questo ricatto, ma se così fosse abbi tanta pazienza con lui perché la maggior parte della colpa è dei catechisti e dei fratelli della comunità che gli fanno il lavaggio del cervello.
    Due sono i consigli che ti posso dare:
    - non cedere ad eventuali ricatti, perché altrimenti poi saresti sempre ricattabile;
    - chiedigli di frequentare insieme qualche gruppo giovanile (non neocatecumenale) in qualche Parrocchia, oppure di fare insieme i famosi "Dieci Comandamenti" di Don Fabio Rosini (http://lapartemigliore.org/site/index.php/iniziative/2012-03-28-16-06-45 ) che piacciono moltissimo anche ai giovani del Cammino, e sono una grazia di Dio.

    Con tanto affetto e tenerezza,
    una tua "sorellina" più grande,
    Annalisa


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    Risposte
    1. Annalisa, si, probabilmente è così..

      Il coninvolgimento emotivo che mi sta prendendo forse è troppo per una semplice amicizia.. Come dici è una bravissima persona, educata e con sani (apparentemente sani forse) principi.. Sono sempre stata sincera fin dall'inizio sulla mia posizione contraria al cammino proprio per paura di essere tirata dentro, gli ho sempre detto "non posso darti nemmeno un dito perchè c'è il rischio che poi prenda tutto il braccio"..

      L'idea dei Dieci Comandamenti non è male, mi informerò.

      Grazie dei consigli.

      Elimina
  17. Hai ragione Roberta, io sono entrato nel cammino per amore di mia moglie e sono rimasto tanti anni in questa realtà per non fare soffrire mia moglie.
    Ho visto i miei figli entrare in cammino dopo di noi.
    Uno dei due ne è uscito e dopo un periodo in cui l'abbiamo spinto è rientrato nel cammino.
    E' andata avanti per anni questo non senso, come ho detto ad uno scrutinio: per me il cammino è 99% di noia e 1% di qualcosa che non comprendo.
    Avanti così per altri anni nei quali sono stato sincero: non faccio la decima e non faccio le lodi.
    Poi c'è stata la resa dei conti e ho assistito a fatti veramente brutti, ho provato l'umiliazione di persone senza scrupoli che vogliono prendere la tua vita e dirigerla a proprio piacimento dove vogliono loro.
    Sono stato colpito duramente senza motivo, solo per essere stato sincero fino in fondo, ho rischiato di rompere il mio matrimonio, ma non mi sono arreso, ho detto quello che dovevo dire a questa gente (i catechisti) che si spacciano per Dio in terra.
    Sono rimasto nella Chiesa e ho mollato il cammino.
    Non è stato facile, perchè essere fuori e avere il coniuge dentro è
    molto difficile.
    Ho litigato spesso con mia moglie, però gli ho sempre detto: guarda che io sono cristiano come te, il cammino è un ramo della Chiesa non è la Chiesa, quindi siamo dalla stessa parte, abbiamo un matrimonio felice dei figli che non cambierei neanche di una virgola, il cammino passa, la nostra vita resta ed è l'unica che abbiamo.
    Ho scelto di prendere il buono di quello che poteva darmi il cammino
    Non è facile per mia moglie continuare da sola, ma abbiamo amici del cammino che continuiamo a frequentare, io rispetto la loro scelta e loro rispettano me e la mia scelta.
    I miei figli non sono fanatici del cammino e sono più fuori che dentro.Io sono impegnato in parrocchia, faccio catechismo, oratorio , vado a messa la domenica e faccio le lodi con la mia famiglia (la domenica).
    Parlando con tanti catecumeni ho scoperto che molti la pensano come me, ma hanno paura della solitudine.
    Se il cammino finisse oggi devo ammettere che sarei contento, non per me ma per tanta gente che rimane dentro ad ingoiare rospi ed a farsi rovinare la vita da pessime persone che guidano un pessimo percorso di falsa fede.

    Luca

    RispondiElimina
  18. Grazie Valentina per aver postato questo mio commento. E grazie PAX, le tue puntualizzazioni sono impagabili. Non immaginavo di arrivare a leggere così tante testimonianze di dolore vero! Sono con voi e i vostri commenti mi hanno ancora una volta arricchito. Se la Chiesa, quella vera, riuscisse a dare queello che voi date in questo blog, quante sofferenze sarebbeo risparmiate... e invece i "presbiteri" continuano, con la loro presenza sterile nelle equipe dei catechisti, ad avallare quello che abbiamo letto fin qui. Sto cominciando a pensare che volendo dare un voto alle responsabilità delle equipe, almeno il 60% della responsabilità la darei al presbitero, il quale, normalmente muto ed incapace di bloccare o correggere la componente "laica", purtroppo non fa altro che rafforzare il concetto che Kiko, Catechisti e Chiesa siano un tutt'uno.

    Tempo fa è venuto a macare un presbitero di una equipe che ha avuto grande eco. Io in 20 anni l'ho sentito parlare forse 3 vote.... forse è stata questa la qualità maggiormente apprezzata??


    M.A.

    RispondiElimina
  19. "O entri in Cammino con me, oppure ci lasciamo".
    ---
    Con questa pregiudiziale da te giustamente riportata, la quasi totalita'dei matrimoni che si celebrano all'interno del Cammino, sono consensualmente viziati e quindi nulli!
    Sia dal punto di vista Canonico che da quello Civile in caso di Matrimonio Concordatario.

    E quindi, cari sposi del Cammino Neocatecumenale, che avete contratto matrimonio "sub condicio" secondo la clausola sopra riportata, sappiate che state praticando sesso al di fuori del matrimonio.

    Gli eventuali e numerosi figli, anche se nati da un rapporto anomalo sono e
    saranno sempre Figli di Dio.

    Anche se non vi appartengono,
    magari, fategli percepire un po' piu' di "famiglia" e meno di baby sitters.

    RispondiElimina
  20. Luca ha detto: "per me il cammino è 99% di noia e 1% di qualcosa che non comprendo".

    Una definizione da mettere in cornice.

    RispondiElimina
  21. @ M.A.

    Hai colto un altro aspetto che va rimarcato.
    Il ruolo dei presbiteri nelle equipe di evangelizzazione del cammino e la loro personale responsabilità che consiste nella legittimazione, con la sola loro presenza, di una realtà viziata nella sostanza.
    I presbiteri sono essenziali proprio per avallare l'operato dei catechisti neocatecumenali: i soli che conducono di fatto le comunità nei vari passaggi, i soli che esercitano il Kiko discernimento che viene appreso "facendo esperienza" al seguito delle equipe itineranti e attingendo dai numerosi scrutini, fatti da Kiko, e riportati nei mamotreti che si tramandano di generazione in generazione.
    Grande è la loro responsabilità, perché hanno un ministero ordinato, un mandato preciso della Chiesa, che disattendono per fare gli uomini di paglia di Kiko, a volte solo le foglie di fico.

    Pax

    RispondiElimina
  22. Uscire dal cammino è veramente difficile,se esci perché cominci a averne abbastanza di Kiko catechisti vari e abusi liturgici,devi prepararti,specialmente se rimani attaccato alla Chiesa,ad essere ignorato dagli ex fratelli che ti consideranno un giuda o u faraone,ti toglieranno anche il saluto.Infatti non rientra nel loro disegni che dipingono chi esce dal cammino come uno che si perde ed è preda del demonio e diranno che non eri fatto per il cammino,ma la cosa li farà interrogare.Altra cosa è uscire per motivi di perdita di fede,che faranno dire ai fratelli che fuori dal cammino non c'è salvezza.Comunque è triste vedere persone con cui sei stato in grande intimità per 20/30 anni che dopo che sei uscito non ti cerco più.Questa è la fede adulta che il cammino ti porta ad avere.Cerchiamo di rifletterci sopra

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  23. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  24. Anonimo delle 16 e 47:

    penso che hai ragione: la maggior parte dei matrimoni del Cammino sono nulli.
    Ricordo di aver letto che Papa Pio XII nella Casti connubi (spero di aver scritto bene) ha scritto che chi si vuole sposare è bene che metta una GRANDE ATTENZIONE nella scelta del futuro coniuge, in quanto da questa scelta molto dipende della felicità del matrimonio.
    Non ho citato alla lettera, ma mi è rimasta impressa l'enfasi con cui il Papa ha sottolineato questo passo, in modo da evidenziarne l'importanza.

    Anche per la scelta del coniuge la grazia va di pari passo col l'umanissimo e ragionevolissimo buon senso.
    Ma lo dice la Chiesa: la grazia presuppone la natura, per cui senza l'umano, la grazia non c'è. Kiko può dire quello che vuole ma è così.

    In pratica quello che il Papa dice che è bene fare, è l'ESATTO CONTRARIO del modo di fare dei CATECHISTI del Cammino

    RispondiElimina
  25. @ M.A. (15:31)

    Tu dici: Non immaginavo di arrivare a leggere così tante testimonianze di dolore vero!


    Sappi che dietro c'è ne sono molte di più, come forse puoi immaginare!
    Le tue considerazioni hanno avuto il merito di mettere il dito nella piaga, la piaga ha cominciato a sanguinare, ma è venuto fuori il pus e questo è indispensabile per la guarigione.


    Una sola parola volevo dire anche a Ex fratello, come a tutte quelle persone che si sono sentite attratte dalle catechesi del cammino per la speranza che ha acceso in loro di trovare finalmente una comunità di fratelli che si amano, dove i privilegiati, i più curati, sono coloro che vengono da solitudine e delusioni, che hanno difficoltà nella vita di ogni giorno.
    E non è stato così, poiché il cammino è una macchina trita-tutto che "non si può fermare". Non accetta intralci, non si ferma a curare chi, a terra, è ridotto in fin di vita....ma prosegue oltre...sempre oltre...
    Basta vedere i ritmi serrati che Kiko impone. Tenere impegnati tutti, sempre, giova anche a un altro scopo primario del cammino: non lasciare il tempo per pensare!

    Pax

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  26. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  27. Ex fratello dice:
    Nel cammino non ho mai avuto una parola di conforto e mi ha confermato i miei sensi di colpa e confermato di sentirmi sbagliato.
    Non ne parliamo cosa dicevano i catecumeni,che sono orgoglioso, vigliacco,che non voglio perdere me stesso,etc,insomma,mi hanno finito di distruggere perché non hanno fatto altro che confermare ciò che penso di me e che non mi piace essere come sono....

    La testimonianza di Ex fratello è la conferma, nei fatti, della loro prassi distruttiva.
    Sintesi estrema di una frase ricorrente in bocca a tutti i catechisti ben formati alla scuola di Kiko e abituati a risolvere questioni per casistiche, con risposte ad effetto sempre uguali.

    Dopo che il fratello aveva finito di dare la sua esperienza, pur con qualche fatica in più essendo schivo, si sentiva iniziare il "sermone" a lui dedicato così:
    "Ma lo sai che la timidezza è la maschera della superbia?".
    Il resto lo lascio immaginare.
    Questo per confermare quanto raccontato da Ex fratello, che non esagera affatto.

    Pax

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  28. Bisogna trovare una soluzione a questo problema...magari pensavo di fare dei gruppi che aiutano quelli usciti fuori dal cammino per non farli sentire soli...anche per me uscito dal cammino non è stato facile ho capito che mi dovevo reinventare e dopo due anni di dura depressione ho cercato nuove amicizie all'interno della chiesa...Devo ammettere che per me forse è stato più semplice avendo 27anni e non essendo sposato per un altra persona sposata è molto più complicata la cosa...però è da un po di tempo che penso a questo problema è sono contento che qui se ne parli...la questione andrebbe presa seriamente anche dalla chiesa...la quale però alcune volte mi sembra impotente...abbiamo visto tutti la faccia del papa il 5 maggio sembrava molto scocciato di stare all'incontro la mia paura è che il cammino o megli KIKO ha fatto amicizie con cardinali che hanno voce in capitolo e che quindi sia molto difficile riuscire a fare qualcosa...Roberto ex del cammino(uscito per grazia di DIO)

    RispondiElimina
  29. Comunque io spero che vi sia una rivolta nelle parrocchie contro il cammino. Mi dispiace riconosco che questo non è un comportamento cristiano...ma gli auguro il peggio per tutto il male che hanno fatto alla gente

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  30. Scusate, qualcuno sa come è strutturata una convivenza ? Cosa viene fatto il sabato sera ? Grazie a tutti

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    1. La cosiddetta "convivenza" è un breve periodo di permanenza in albergo, durante il quale vengono effettuate "liturgie" e cosiddette "catechesi".

      Il problema è che le liturgie sono carnevalesche pagliacciate zeppe di strafalcioni, per di più celebrate in un locale dell'albergo anziché in una chiesa o cappella. Quegli strafalcioni sono proibiti dal Papa e da tutti i documenti liturgici della Chiesa e persino dallo Statuto ufficiale del Cammino. Ma ai kikos non interessa ubbidire.

      Come se non bastasse, con la scusa che "l'operaio ha diritto alla sua mercede", i cosiddetti "catechisti" non solo godono di stanze migliori e di un tavolo più ricco, ma hanno la permanenza pagata gratis per tutta la famiglia ed immancabili baby-sitter. Si veda per esempio l'articolo Fantozziane disavventure dei neocatecumenali più piccoli.

      Le comunità del Cammino celebrano la loro liturgia generalmente il sabato sera a tarda ora in uno dei saloni parrocchiali, o in altro salone, quasi mai in uno spazio liturgico aapprovato (come chiese e cappelle). Fanno la comunione "tutti insieme seduti", col fortissimo rischio di dispersione di briciole e gocce (cioè di sacrilegi contro il Santissimo Sacramento). Tranne quando sono proprio costretti, celebrano sempre a porte chiuse con "sbarramento d'ingresso": non ti fanno entrare se non sei dei loro, perché hanno paura che qualcuno fotografi quello scempio e lo pubblichi su internet mostrando come nel Cammino si continua ancor oggi a disubbidire.

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    2. La messa sempre fatta in chiesa e aperta ai parrocchiani. Come detto non sono di parte perché non frequento da 15 anni ormai, però ritengo corretto evitare di esasperare le informazioni.

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    3. Purtroppo sei tu che stai esasperando.

      Ordinariamente, nel Cammino, si celebra in salette separate e a porte chiuse. Ovunque. Gli unici rarissimi casi in cui si celebra in chiesa e a porte aperte, è quando c'è da esibirsi ipocritamente come "aperti a tutti", per esempio dopo aver ricevuto qualche rimprovero serio dal vescovo.

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  31. Anch'io sono stato un cammino pultroppo spero che il camino neocatecumenale venga sciolto finalmente io ne sono uscito spero che nessuno ci casa piu in questa setta

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    Risposte
    1. Ti do ragione anch'io ero in cammino finalmente ne sono uscito spero vengano sciolti presto

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  32. Mi hanno tolto la possibilita' di correggere e seguire i miei figli, non sono tuoi, devi dare loro la possibilita' di sbagliare.Continua a ubbidire a noi catechisti, l'ho fatto e alla fine non solo ho perso i figli ma senza alcuna motivazione sono stato l'unico della comunita' a non finire il cammino con l'elezione. Tutti o quasi hanno iniziato a guardarmi come se fossi diventato il maligno e dopo alcuni mesi di agonia ho lasciato tutto.Nessuno mi ha mai cercato.

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  33. Ho fatto parte del cammino per diversi anni e non ne faccio più parte da altrettanti. Non mi ritrovo con gli aspetti descritti, sono sempre stata molto libera e quando ho deciso di interrompere non c'é stato alcun problema.

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    1. Sei stata fortunata.

      Come avrai letto da numerosissime testimonianze di ben diverso tenore, il tuo è un caso piuttosto raro. Nella mentalità neocatecumenale, chi lascia è un "Giuda", un "demonio", uno che "deve cuocersi nel suo brodo", uno a cui "togliere il saluto", uno di cui spiattellare in piazza tutti i "segreti" (le cose dette nelle "confessioni pubbliche", altrimenti note come "giri di esperienze", "scrutini", "risonanze", "passaggi", "testimonianze"...) eccetera.

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