sabato 22 febbraio 2025

Catho-washing neocatecumenale - cioè l'ipocrisia degli eretici

Glossario per i non addetti ai lavori:

  • "Annuncio": autocelebrazione stagionale di Kiko, in cui annuncia sé stesso.
  • "Kerigma": le elucubrazioni "annunciate" da Kiko, farcite di eresie e di svarioni tragicomici.
  • "SRM": seminario neocatecumenale Redemptoris Mater, uno degli oltre cento avamposti kikolatri nel mondo, solitamente consistente in un presbikiko e un paio di "seminaristi".
  • "SRM Roma": il primo SRM aperto nel 1990 grazie al cardinal massone Ugo Poletti.
  • "Catho-washing": quando si aggiunge un po' di decorazione fintamente cattolica sopra un coacervo di eresie e malvagità, per farle sembrare cattoliche a chi non è abbastanza informato. Si applica il noto detto partenopeo: "Pascà, è inutile che aggiungi rum: una cacca non diventerà mai un babà".

Ci permettiamo qui sotto di spiegare alcuni termini da pagina 18 dell'Annuncio di Paskiko 2024, desiderando mettere alla luce la smania neocatecumenalizia di sembrare più cristiani dei cristiani.

 "Accompagnato dai sacramenti": per la nostra salvezza Nostro Signore ha istituito i sacramenti, non i "kerigmi" di autoeletti "iniziatori", nemmeno se questi ultimi si autoproclamassero "ispirati dallo Spirito". Infatto lo Spirito non suscita eresie, né ipocrisie, né malvagità, né pagliacciate liturgiche.

"Morire gli uni per gli altri": modo troppo pomposo per indicare la virtù della carità; nel Cammino, però, contiene il sottinteso che quella virtù vale solo all'interno delle comunità neocatecumenali e solo sotto la direzione dei cosiddetti "catechisti" del Cammino. Se compi un atto di carità verso qualcuno che non ti è stato indicato esplicitamente da tali "catechisti", infatti, "sei un superbo", "hai un idolo", "non stai facendo bene il Cammino", ecc.

"Perché il Kerygma porti frutto": «affinché le elucubrazioni di Kiko e Carmen continuino a produrre i pessimi frutti che hanno prodotto dal 1964 fino ad oggi». Frutti di idolatria, di ipocrisia, di mancanza di carità, di clericalismo, di eresia, di sacrilegi eucaristici...

"Crocifiggerci per gli altri": modo troppo pomposo per indicare la virtù della pazienza; stranamente non si tratta mai di esercitare tale virtù verso persone che criticano il Cammino...

"Amare il nostro fratello": fratello di comunità, s'intende; e s'intende che devono anche "volare le sedie", altrimenti non stai "facendo bene il Cammino". Invece, verso le persone esterne al Cammino, i neocatecumenali vengono addestrati a fingere di essere sempre calmi e sorridenti, in modo da poter dire all'interlocutore "ma perché si altera?", col sottinteso: "io non mi altero, dunque io ho ragione".

"Non resistere al male": ipocrisia pura, visto che sono abituati a minacciare azioni legali, compiere vendette e rappresaglie, fare mobbing e doxxing, verso chiunque critichi il Cammino - specialmente quando lo critica in modo pacato, documentato, e con testimonianze dettagliate. (Nota: per gli adepti di Kiko, una "testimonianza" è tale solo se favorevole al Cammino, a Kiko, e ai suoi pretoriani cosiddetti "catechisti").

"Lavanda dei piedi": un gesto liturgico della Chiesa interno alla liturgia del giovedì santo, che i neocatecumenali hanno staccato e alterato per trasformarlo in carnevalata autocelebrativa comunitaria.

"Sermone della cena": enorme fiume di parole kikolatriche, di cui se ne poteva proprio fare a meno. Chissà perché lo chiamano "sermone", come i protestanti. Forse per indicare che a parlare è un cosiddetto "catechista" laico anziché un sacerdote?

"Non accettiamo di essere umiliati dai nostri fratelli": sottinteso che i fratelli di comunità sono autorizzati a umiliare gli altri fratelli (alla faccia dell'amare il nostro fratello). Sottinteso del sottinteso: i cosiddetti "catechisti" devono umiliare tutti, ma non devono ricevere alcuna critica perché altrimenti "stai criticando lo Spirito"...

"È importante che non solo il presbìtero... si umilia": nel Cammino si comanda che il gesto liturgico del sacerdote debba essere scimmiottato dai laici. In questo caso col termine "umiliarsi" vogliono intendere un "accettare che qualcun altro reciti la scenetta del lavare i tuoi piedi". Ribadiamo che nella liturgia cattolica è il sacerdote a compiere il gesto, che ha valore simbolico (cioè non riguarda nel merito ciò che i partecipanti avrebbero da perdonarsi).

"Ma anche noi che ci mettiamo al servizio dei fratelli": si intende dei fratelli del Cammino; in quel contesto il "servizio" sarebbe il darsi da fare nel cerimoniale kikolatrico che scimmiotta (e modifica) il segno liturgico della lavanda dei piedi della liturgia cattolica.

"Prendendo su di noi i loro peccati": colossale idiozia, anche se volesse scimmiottare l'offrirsi come vittima per i peccati di altri. Infatti ognuno è responsabile dei propri peccati, e spesso è anche vittima dei peccati altrui. Ma anche se è possibile offrire preghiere e penitenze per le anime altrui, nessuno prende formalmente "su di sé" i peccati" degli altri, in quanto i peccati sono offesa a Dio (per cui non bastava una riparazione umana, non bastavano olocausti e sacrifici, se non quello di Nostro Signore, vero uomo e vero Dio). In altre parole, nel Cammino confondono i peccati con le sofferenze e le difficoltà...

"Significa accettare che la croce è...": bisogna diffidare di chi cerca di infilare significati diversi (anche se "eleganti") su ciò che fa e dice la Chiesa. Nella sua plurimillenaria saggezza, la Chiesa (che ci ha sempre insegnato che solo Dio merita adorazione) ha stabilito il rito dell'adorazione della croce, per farci meglio comprendere il Venerdì Santo, la Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo. In qualità di cattolici, seguiamo ciò che ha sempre fatto e celebrato e insegnato la Chiesa, senza infilare a forza "nuovi significati" (che hanno sempre il sottinteso che i "vecchi significati" insegnati dalla Chiesa sarebbero superati, incompleti, sbagliati).

"La croce è il cammino luminoso...": tanta pompa magna per evitare di dire che nel Vangelo l'espressione «rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (cfr. Lc 9,23) ci insegna che siamo chiamati alla salvezza attraverso le difficili circostanze della vita di ogni giorno, e che siamo chiamati a costo di rinnegare le nostre cattive inclinazioni (attraverso le penitenze, la preghiera, le opere buone) e i peccati (attraverso la confessione, l'unzione degli infermi, il battesimo).

"Vivremo una notte di festa": sono solo alcune comunità monastiche a passare la notte di Pasqua in veglia e preghiera. Nella Chiesa cattolica, infatti, a parte la "messa della notte" (che raramente comincia più tardi delle 23), non è richiesto di far levatacce o seratacce o nottatacce, tanto meno alle persone anziane, ai bambini, ai malati. La Chiesa non impone fardelli da farisei, ma usa il buon senso. Nel Cammino, invece, si fa la nottataccia con interminabile digiuno, e con grande cagnara alle sei del mattino - dove dei poveracci che bevono a stomaco vuoto si ubriacano o peggio, e altre scenette mondane tutt'altro che di manifestazione di fede nel Risorto.

"Anche i bambini la stanno desiderando": che ipocrisia! È come dire "il mio gatto è vegano".

"È un modo per catechizzarli": in senso kikiano, s'intende.

"Coloro che hanno terminato l'itinerario neocatecumenale sono chiamati a vivere 50 giorni di festa": chiamati da Kiko, non dalla Chiesa; festa per Kiko, non della Chiesa; e naturalmente dovranno continuare a pagare la Decima e a dipendere dai cosiddetti "catechisti", poiché il Cammino Neocatecumenale non termina mai, nemmeno dopo vari decenni quando sarebbe ufficialmente "terminato".

lunedì 17 febbraio 2025

A proposito di punteggi e di classifiche...

La "comunione seduti", in attesa che
che scatti il segnale manducatorio...
Premessa necessaria: come in ogni setta, anche nel Cammino vige la mentalità vittimista del "ci perseguitano, dunque abbiamo ragione", intesa a respingere ogni critica senza mai entrare nel merito. Proiettano il loro odio su chiunque getti luce sul Cammino. E quando proprio non riescono ad appioppare l'etichetta di "odiatore" (perché magari il bersaglio è un vescovo, o lo stesso Pontefice), si limitano a dire che "non capisce il Cammino" (come se delle future spiegazioni sicuramente lo convinceranno), "non ha fatto il Cammino" (come se occorresse fare esperienza della droga per poter maturare un giudizio sulla droga), addirittura dire che chi critica il Cammino "guadagna punti" su questo blog (che però, dal 2006 ad oggi, ancora non ha mai pubblicato punteggi né classifiche). 

Il Cammino Neocatecumenale contiene errori liturgici e dottrinali, che i suoi fautori ancor oggi si rifiutano di correggere. Non è "odio" il dirlo. È solo la verità.

Una delle mode imperanti nella Chiesa postconciliare è quella del voler dare valore alle proprie critiche incensando il soggetto criticato quel tanto che basta da sembrare equilibrati. Ora, c'è una seria differenza fra una disamina fatta elencando i pro e i contro, e una critica talmente fondata da non aver bisogno dell'ipocrisia del presentare qualche "aspetto positivo" per compiacere gli interlocutori. Dareste da bere a un vostro caro - o anche ad un estraneo - una bottiglia di minerale in cui c'è anche solo il sospetto che sia stato aggiunto un po' di arsenico? Stareste mica "odiando" quelle poche gocce anziché apprezzando tutta quell'acqua minerale? Il presentare gli "aspetti positivi" della minerale, cambia forse qualcosa delle poche ma letali gocce di arsenico che vi sono state disciolte o anche solo il sospetto che vi siano state disciolte?

Il Cammino è marcio fin dalle fondamenta, e i suoi "iniziatori" sono stati eretici per tutta la vita. Qualsiasi "lato positivo" del Cammino vogliate discutere, questi due punti fondamentali non cambiano.

Il marciume del Cammino è anzitutto dottrinale e liturgico. Fin dai suoi inizi, nel Cammino sono state insegnate dottrine erronee ed eretiche. Per di più i due spagnoli Kiko e Carmen hanno proclamato che il loro insegnamento era "ispirato dallo Spirito", col sottinteso che chi li criticasse - o anche solo facesse qualche correzione o osservazione critica -, stava con ciò stesso "rifiutando lo Spirito".

E lo stesso vale per le strampalate liturgie, zeppe di strafalcioni, abusi, veri e propri sacrilegi eucaristici (esempio): persino quando vent'anni fa papa Benedetto XVI comandò nero su bianco ai neocatecumenali di celebrare la liturgia cattolica senza modifiche arbitrarie, Kiko, Carmen e Pezzi scrissero il 17 gennaio 2006 al Papa che avrebbero disubbidito e continuato a celebrare la "comunione seduti". E ancor oggi, ogni sabato sera, nelle comunità del Cammino si continua a disubbidire al Papa, alla Chiesa, al proprio stesso Statuto (che recepì pienamente quelle «decisioni del Santo Padre» del 1° dicembre 2005), a celebrare carnevalate e strafalcioni.

Ora, il professare eresie ti pone di fatto al di fuori della Chiesa, il celebrare carnevalate fa capire che la tua fede non è quella della Chiesa (poiché chi ha a cuore la fede della Chiesa vorrà celebrare solo la liturgia già valida per tutta la Chiesa): non si scherza coi sacramenti, non ci si "personalizza" la liturgia; solo chi ha una fede inquinata può considerare la liturgia cattolica inadatta alla propria fede. Gli strafalcioni liturgici del Cammino - dalle canzonette urlate alle orride suppellettili sacre, dalla modifica dei formulari (perfino quello della consacrazione: "Padre! Padre!") alla pagliaccesca "comunione seduti" (che ha dato luogo a innumerevoli sacrilegi eucaristici) - sono la più plateale testimonianza che la setta neocatecumenale professa una fede che non è cattolica, sebbene desideri spacciarsi per cattolica (poiché va pescando nuovi adepti solo nelle parrocchie...).

sabato 15 febbraio 2025

Rispondiamo ad alcuni dei tipici slogan kikolatrici che piovono spesso nello spazio commenti...

Premessa: per dire una menzogna bastano poche parole; per smentirla e fugare gli equivoci occorrono molte più parole. Per cui per replicare a pochi slogan neocatecumenali occorre qui un'intera pagina.

Altra premessa: nella mentalità degli aderenti alla setta "Cammino Neocatecumenale", è lecito e addirittura doveroso mentire e ingannare pur di salvaguardare il prestigio e i soldi della setta, dei suoi capicosca, e dei suoi autoproclamati "iniziatori" Kiko e Carmen.



Quando dicono "il Cammino è ispirato dallo Spirito" è una menzogna. Nessuno può autocertificarsi "ispirato dallo Spirito", perché è solo l'autorità della Chiesa a poter discernere in materia di cose spirituali (perfino l'apostolo Paolo, pur certissimo della straordinarietà della propria esperienza spirituale, prima di qualsiasi attività fu accolto da Ananìa, cfr. At 9).
E comunque anche quando comunemente si afferma che "XYZ è ispirato dallo Spirito" non significa affatto che le cattive opere, le ambiguità, gli errori di XYZ provengono dallo Spirito (in quanto lo Spirito non può ispirare ambiguità, errori, malvagità). E anche se il Papa dicesse - fuori da un contesto di magistero pontificio - che "XYZ è ispirato dallo Spirito", non può essere preso come un certificato di "provenienza dallo Spirito" applicabile gratis a qualsiasi parola o azione passata, presente o futura (infatti neppure il Papa può garantire che una persona o un ente, in un futuro anche molto vicino, non compiano malvagità e non diffondano errori).

Sì, le opere di vera carità possono essere indicate come "ispirate dallo Spirito". Però di vere opere di carità il Cammino ne conta davvero pochissime (dovute solo al buon cuore dei singoli; e comunque normalmente non sono gradite ai cosiddetti "catechisti" neocatecumenali).
Il Cammino nel frattempo propala liturgie piene di strafalcioni, "catechesi" piene di errori, ambiguità e vere e proprie eresie, tracotanza e arroganza dei cosiddetti "catechisti", ipocrisia, autoreferenzialità e clericalismo dei neocatecumenali (non basta riempirsi la bocca di "ilsignore-ilsignore" per autoqualificarsi cristiani), inganni e menzogne e ipocrisie (mentendo persino ai propri adepti)... tutta questa robaccia è ispirata dal demonio, non dallo Spirito. Il Cammino è ispirato dal demonio, in quanto quella robaccia è la normalità, mentre le opere di vera carità sono la rara eccezione.
Quando usano espressioni come "...tutto questo odio verso il Cammino..." è perché furbescamente chiamano "odio" qualsiasi critica al Cammino, anche la più onesta. Rifiutano a prescindere ogni critica, anche la più documentata, perché sanno benissimo che se accettano anche su un solo punto secondario l'idea che il Cammino debba essere corretto, si finirebbe in breve tempo a dover correggere proprio tutto del Cammino.
Notare che è uno di quei tanti casi in cui il termine "Cammino" può indicare sia i suoi contenuti che i suoi membri e capi che ne dettano la linea. Ora, tutti gli ambienti umani hanno una propria quota di gente poco seria, di gente ipocrita, di gente cattiva... anche gli ambienti ecclesiali. Il vero problema è quante di quelle persone vengono lasciate pascere in posizioni di comando. Il problema è infatti la "linea" che viene imposta agli aderenti. Se un ambiente non è in grado di isolare le "mele marce", finirà per marcire tutto il raccolto.
Quando ti accusano dicendo "...tu giudichi!" è perché chiamano furbescamente "giudizio" qualsiasi critica al Cammino, anche la più onesta e documentata. Con "giudizio" intendono giudizio temerario, perché (coerentemente) hanno il terrore che qualcuno maturi liberamente convinzioni non favorevoli al Cammino. Come se pensassero che nessuno sia autorizzato a maturare convinzioni critiche sul Cammino.
Pretendono che per farsi un'idea sul Cammino uno debba prima "fare esperienza del Cammino", col sottinteso che se poi hai qualcosa da ridire allora non avresti fatto veramente esperienza. Fingono di non sapere che uno possa formarsi un giudizio sulla droga o sulla sodomia, pur non avendo mai fatto esperienza di droga o di sodomia.

Quando dicono "siamo approvati, le approvazioni", o sono totalmente ignoranti o stanno mentendo. La Chiesa non ha mai approvato - né mai potrebbe - la libertà di  celebrare strafalcioni e carnevalate, né la libertà di usare metodi che sfociano tipicamente in sacrilegi eucaristici. La Chiesa non ha mai approvato - né mai potrebbe - le eresie, la "scarnificazione delle coscienze", l'esazione - per di più ossessiva e non rendicontata - delle "Decime"...

Al di là delle "autoapprovazioni" fatte per mettere il Papa di fronte al fatto compiuto (e spesso miseramente fallite), quello che il Cammino ha visto "approvare" è solo una serie di linee guida generiche (come lo Statuto del 2008) oppure generici incoraggiamenti ai vescovi (come la Ogniqualvolta).

La menzogna e l'inganno sono letteralmente i pilastri fondamentali del Cammino. Per esempio vanno dicendo che i seminari neocatecumenali "Redemptoris Mater" sarebbero "diocesani" o addirittura "proprietà della diocesi". Che sono menzogne ben costruite. Infatti tali seminari sono intesi a formare preti secondo le esigenze del Cammino (loro vogliono pomposamente chiamarli "presbìteri") anziché secondo le esigenze della Chiesa (e puntualmente, quando si tratta di scegliere servire il Cammino o servire la Chiesa, preferiscono il Cammino - quei pochi che preferiscono di servire la Chiesa hanno subito abbandonato il Cammino). "Presbìteri" secondo la bislacca "spiritualità" del Cammino (ubbidire ciecamente ai cosiddetti "catechisti" anche se laici e anche se contraddicono il vescovo, celebrare le carnevalate liturgiche del Cammino, ecc.). In quei seminari del Cammino la diocesi non può mettere becco (e se il vescovo locale non ritiene un candidato adatto al sacerdozio, i neocat spediscono il candidato "in missione" presso qualche vescovo compiacente che lo ordina lo stesso).

Ancora proseguendo con l'esempio dei seminari R.M. spacciati per "diocesani": talvolta l'immobile è di proprietà della diocesi, ma solo perché i neocat non sono riusciti ancora a sgraffignarlo - si consideri ad esempio la truffa del seminario neocatecumenale di Guam (immobile della diocesi, la truffa della Deed Restriction e del certificato di proprietà falsificato, e il Board of Guarantors composto da tre neocatecumenali italiani e dal vescovo pedofilo neocatecumenale a titolo personale anziché a titolo di ordinario del luogo).

Ma i neocat mentono anche sulle cose sacre. Per esempio vanno dicendo che "...la liturgia neocatecumenale del sabato sera è considerata Messa domenicale". Furbescamente omettono di dire "da chi" sarebbe "considerata" tale: solo da loro, nel senso che andando alla liturkikia del sabato sera si sentono esonerati dall'andare in parrocchia (nonostante le «decisioni del Santo Padre» del 1° dicembre 2005, parte integrante dello Statuto del 2008 (all'articolo 13), esigano che i neocat "almeno una volta al mese" vadano alla messa della parrocchia).

Ora, una Messa dei "primi vespri della domenica", cioè celebrata il sabato sera, può andar bene per il precetto domenicale ma nel caso dei neocat il loro scopo è di non aver nulla a che fare con le parrocchie, le diocesi, la gerarchia cattolica, se non per chiedere soldi e per adescare nuovi membri. E per di più le liturgie neocatecumenali del sabato sera non vengono celebrate secondo il Messale ma secondo le indicazioni di Kiko e Carmen, nonostante papa Benedetto XVI abbia esplicitamente vietato il 1° dicembre 2005 gli strafalcioni liturgici kikiani-carmeniani.

Quindi ciò che può essere vero in una parrocchia non neocatecumenalizzata ("liturgia dei primi vespri della domenica" celebrata in chiesa il sabato sera aperta a tutti i fedeli), non lo è nel caso neocatecumenale ("celebrazione degli strafalcioni kikolatrici il sabato sera in una saletta con sbarramento d'ingresso").
Nostro Signore ci ha detto: «il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato» (cfr. Mc 2,27). Chiarendo con termini di oggi, i precetti religiosi servono a sostenere la vita spirituale dell'uomo, non sono intesi ad essere un fardello autoreferenziale. Per cui non ha senso che i neocatecumenali celebrino separatamente dalla Chiesa. Non ci sono scuse.

Ai kikolatri piace parlare della crisi delle parrocchie e di porsi come soluzione a tale crisi. In realtà il Cammino non è una cura, ma un tumore. Ha desertificato le parrocchie in cui si è incistato, creando dolorose divisioni, spazzando via tutto per far posto alle deiezioni di Kiko. 

Ed anche oggi, che è sabato, nel chiuso delle salette neocatecumenali si procederà a celebrare la liturgia zeppa di strafalcioni, voluti da Kiko e Carmen, nonostante il Papa l'avesse vietata, e nonostante lo stesso Statuto del Cammino avesse fatto sue quelle «decisioni del Santo Padre».

sabato 8 febbraio 2025

Quando dicono "non mi risulta", sono ipocriti (o al più ingenui)

Nei suoi autoritratti,
Kiko si autorappresenta come il Redentore:
non vi "risulta"?
"Ho fatto il Cammino e non mi risulta che..."

Quante volte abbiamo sentito questa frase, che denota ipocrisia, ingenuità, arroganza.

Ingenuità: credere che se XYZ è una "prassi invalsa", allora è giustificata "sicuramente" da qualcosa. Ma questo è un errore madornale. Equivale a dire, alla vittima di un furto, che dopotutto oggidì i ladri vanno rapinando qua e là, "è una prassi invalsa", cioè che quel furto è "sicuramente" giustificabile, "non mi risulta che sia proibito". Che quindi, se nel Cammino è "prassi invalsa" l'obbligo di versare la Decima, allora la Decima sarebbe ben fondata, accettabile, giustificata, anche se la Chiesa Cattolica non la chiede, non la impone, non la consiglia, non la raccomanda, non la nomina neppure come possibilità per i cattolici di oggi (ed infatti la Decima non è prevista nemmeno dallo Statuto del Cammino: ve la fanno pagare e basta!). La Chiesa si limita a dire che tutti siamo chiamati alla carità, ciascuno secondo la propria libertà, e a raccomandare alcune prassi minime (come ad esempio l'offerta per le intenzioni di Messa) solo allo scopo di evitare abusi.
Invece nel Cammino hanno dovuto esasperare la rappresentazione di un problema dell'animo umano (l'attaccamento ai soldi) per giustificare l'esazione fiscale della Decima (come se quell'attaccamento svanisse solo se paghi il "pizzo" al Cammino).

Ingenuità: credere che se XYZ ha un nome elegante, allora è qualcosa di elegante, bello, desiderabile. È un errore madornale in cui ci cascano solo i bambini. Ed equivale a dire, alla vittima di un furto, che non è stata una rapina ma solo un "esproprio proletario". Immaginate la voce fantozziana della vittima: "ah, ma allora cambia!" Così come le Decime vengono estratte dalle tasche dei fratelli a suon di ricatti morali ("fa' un'elemosina che ti faccia sanguinare il cuore!", "un tesoro in cielo!", "sei troppo attaccato a Mammona!", "vi dovete provare sui beni!"...), allo stesso modo i neocatecumenali definiscono pomposamente "liturgia" quella che invece è solo una carnevalata autogestita, chiamando pomposamente "Decima" l'esazione di una tangente del dieci per cento del tuo reddito mensile, qualificando pomposamente "evangelizzazione" il tentativo di impiantare nuove comunità kikolatriche di Paganti Decima: sono tutte menzogne, sono tutti paroloni altisonanti che non rendono né giuste, né serie, né valide, né legittime, né eleganti tali iniziative.

Coppone-insalatiera
"designed by Kiko":
nella liturgia onorano KIko,
non Nostro Signore
Ipocrisia: se non so o se fingo di non sapere ("non mi risulta! mai sentito!"), allora non esiste. L'ipocrisia è un requisito essenziale per poter far bene il Cammino. È come fingere di non vedere che la spia della riserva è accesa: "bof, questo benzinaio non mi piace, proseguiamo il viaggio". Ma la spia della riserva - o, se volete, le critiche al Cammino - getta luce sul problema, ti avverte proprio per consentirti di risolverlo prima che sia troppo tardi. Il far finta di non sapere, il fare i finti tonti, dimostra che c'è una forte volontà di non risolvere i problemi, pur sapendo che esistono quei problemi. L'ipocrisia è uno dei pilastri fondamentali del Cammino: se stai soffrendo a causa del Cammino, è perché ti rifiuti di essere ipocrita, ti rifiuti di mentire a te stesso o agli altri, ti rifiuti di fingere.

Ipocrisia: sto facendo / ho fatto il Cammino, dunque ne so più di te. Questa è un mix di ipocrisia e arroganza. C'è l'ipocrisia del credersi più informati solo perché si è membri di... di una setta che sugli "arcani" e sui "segreti" ci ha costruito un intero sistema. "Non chiedere cosa verrà dopo!" (Non sia mai che tu scopra le bidonate che riceverai, non sia mai che tu venga a conoscenza delle porcherie che ti aspettano). E poi c'è l'arroganza del pretendere che tu, che non hai fatto le mie stesse "tappe" nella mia stessa "comunità", non possa essere al corrente di cosa c'è nel Cammino. È lo stesso che dire: "per maturare un giudizio sulla droga occorre drogarsi".

Arroganza: anche se so che dici la verità sul Cammino, mi rifiuto di ascoltare, e uso il "non mi risulta" come alibi. Se un fratello del Cammino avesse a cuore la verità, prenderebbe in considerazione anche le critiche al Cammino per capire quanto c'è di vero, per capire cosa bisogna correggere del Cammino.
Noi cattolici difendiamo la nostra fede ricorrendo alla verità. I neocatecumenali, per difendere la loro fede in Kiko, ricorrendo alla menzogna, all'arroganza, al fintotontismo del "non mi risulta", "non puoi capire", "non hai fatto esperienza del Cammino"...

domenica 2 febbraio 2025

Notizie da JungleWatch

Marchio e corporate brand della filiale australiana

Sul blog Jungle Watch nel corso degli ultimi anni sono comparse notizie sulle attività del Cammino Neocatecumenale sull'isola di Guàm (nel Pacifico, territorio incorporato degli USA), che hanno portato a scoperchiare non solo diversi grossi scandali della setta di Kiko e Carmen, ma anche a far conoscere la mentalità interna della setta. Attorno a tali scandali comparivano spesso nomi italiani (come l'ineffabile Gennarini, grosso supercatechista del Cammino e aspirante successore al trono kikiano), perché gran parte dei pretoriani di Kiko sono di Roma e di Madrid.

Da qualche tempo Jungle Watch si sta occupando di altri temi relativi alla fede e alla vita della Chiesa, ma occasionalmente emergono altre magagne in cui è in qualche modo coinvolto il Cammino.

Il caso più recente riguarda il gruppo di neocatecumenali di Guam che sotto lo pseudonimo "Diana" tiene un blog sul Cammino. Lo scorso 18 gennaio 2025, allo scopo di far sembrare innocente e perseguitato il vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron (condannato anche dalla Santa Sede), hanno scritto che "il Vaticano non ha mai specificato ciò di cui era stato trovato colpevole Apuron". Sono proprio abituati a mentire, con una faccia di bronzo incredibile, sono abituati persino a dire che la vittima del pedoApuron sarebbe consenziente, pur di difendere il vescovo pedofilo neocatecumenale. Il quale, non appena una delle sue vittime si era fatta pubblicamente avanti, scappò dall'isola.

Un altro caso è quello di tale D.C.Quitugua, presbikiko che vedemmo già all'opera a mobilitare Filoni pur di ostacolare la breve visita di un gruppo di laici cattolici al seminario neocatecumenale. Inutile precisare che se un pretino riesce rapidissimamente a mobilita un cardinale dall'altra parte del mondo per impedire una visita del genere, il pretino è kikolatra certificato, e il cardinale è altrettanto neocatecumenale. La mafia neocatecumenalizia si sente più potente di tutta la gerarchia e di tutte le leggi della Chiesa. Ed infatti ci arriva l'ennesima conferma dal fatto che il sullodato presbikiko Quitugua è nientemeno che amministratore parrocchiale a Darby, in Pennsylvania (arcidiocesi di Philadelphia), grazie a qualche vescovo amicone del Cammino, nonostante sia incardinato a Guam (ricevendone lo "stipendio"; notare che lì a Guam non vige alcuna forma di Sostentamento Clero, per cui sono le diocesi - cioè i soldi dei fedeli - a "stipendiare" in qualche modo i sacerdoti). Per di più, ha indicato come residenza un seminario Redemkikos Mater a pochi chilometri da lì. Già varie volte, negli scorsi anni, Jungle Watch aveva inutilmente chiesto come mai l'arcidiocesi di Agaña (Guam) avesse "a libro paga" diversi preti che non risiedevano sull'isola. I neocatecumenali sono sempre esperti parassiti capaci di vampirizzare le risorse dei cattolici.

Altro caso, quello di un presbikiko soprannominato Boboboy, che dopo lo scandalo di Apuron attorno al 2017 (in cui era fra i lacché più fidati del vescovo pedofilo neocatecumenale), aveva pazientemente tramato a suon di inganni e manipolazioni per "rifarsi una verginità", per poi proporsi al nuovo vescovo per riuscire infine a farsi incaricare di una delle parrocchie più importanti dell'isola e addirittura del compito di speaker per la Marcia per la Vita...

Quindi c'è stato il caso di tale presbikiko Caminiti, pare di origine italiana, defunto all'improvviso in circostanze poco chiare, riguardo alle quali la lettera del vescovo non chiarisce molto. Il presbikiko era stato accusato undici anni fa di cattiva condotta (sessuale) riguardo ad una donna adulta. Fra i commenti della stessa pagina leggo che il vescovo Byrnes, che era succeduto ad Apuron, aveva proceduto in almeno due diverse occasioni con l'esorcismo alla residenza episcopale, "per liberarla dalla presenza degli spiriti maligni". Byrnes, fu portato all'esaurimento nervoso proprio dall'ostile accanimento dei diabolici neocatecumenali.