sabato 30 maggio 2009

Chi comanda in Vaticano?

Da un articolo di Paolo Rodari su "Il Riformista 30 maggio 2009:

"... Il problema sembra comunque essere a monte. Occorre tornare indietro negli anni, al pontificato di Paolo VI. Fu lui, sostituto nella segreteria di Stato ai tempi di Pio XII, a modificare quella che allora era un’aristocrazia democratica (tutti i prefetti e i segretari delle Congregazioni vaticane vedevano più volte il Papa e la segretaria dello stesso Papa, suor Pasqualina, contribuiva nell’incentivare i rapporti tra Pacelli e i vari monsignori) in una monarchia di fatto. Da Paolo VI in poi, infatti, è la segreteria di Stato a gestire ogni richiesta dal basso vuole essere esposta al Papa. È la segreteria di Stato a decidere, dunque, quali questioni siano degne d’essere comunicate al Pontefice e quali no. È la segreteria di Stato a bloccare riforme della curia e cambiamenti in posti di potere importanti. Una centralizzazione di potere che blocca l’effettivo esercizio del potere a discapito, in fondo, dello stesso Pontefice".

Leggiamo sul blog di Tornielli sempre oggi: .."Un dato di fatto che emerge negli ultimi mesi e il consolidamento dell’influenza del Sostituto della Segreteria di Stato Fernando Filoni sul governo di tutta la Curia romana."

Non è una buona notizia, né per la Chiesa né per il Papa - ora che la Segreteria di Stato è l'organo più potente della Curia e di fatto 'filtra' quello che deve o non deve 'passare' al Papa - lo è certamente per Kiko, nelle cui fila Filoni è arruolato...

Volete un esempio di quanto sostiene Rodari? Ecco come è andata riguardo alla "festa" dopo l'anomala approvazione dello statuto

Stralcio dall'"Accoglienza alla Convivenza di Porto S. Giorgio Giorgio 25-28 settembre 2008"

Parla Kiko Arguello:... Mons. Filoni ci riceve mercoledì anche perché vuole un progetto per vedere come celebrare i 40 anni del Cammino in Roma... Mons. Filoni vuole che gli presentiamo un progetto. Abbiamo chiesto al Papa: lo possiamo celebrare in modo massivo (siamo tantissime comunità nel mondo), o lo facciamo in tono minore? E il Papa ci ha detto che le cose fatte in modo più umile con il tempo sono più efficaci. Come dire io preferirei una cosa più umile. Ha celebrato da poco i 40 anni Comunione e Liberazione in P.za S. pietro, 150.000 con il Papa. Lo hanno celebrato i Focolarini e anche la Comunità di S. Egidio. Hanno fatto dei Vespri con il Papa, molto bello. Adesso tocca a noi! L'ideale sarebbe farlo nella Basilica di S. Pietro...

...e così è stato nonostante le diverse indicazioni del Papa: e abbiamo avuto il 10 gennaio... e il Papa ha 'mandato' una dozzina di "Comunità NC" in altrettante parrocchie a evangelizzare la periferia romana: qualcuno deve avergli pur detto che il Cammino si è messo in riga, altrimenti non sapremmo cosa pensare!

Un secondo esempio: traduzione dall'originale dal sito della Conferenza Episcopale giapponese:

" Nonostante la decisione del vescovo Osamu Mizobe e del consiglio pastorale della diocesi di Takamatsu di chiudere per il 30 giugno 2008 il seminario Redemptoris Mater a Higashi Kagawa (nella prefettura di Kagawa), decisione ratificata dal Vaticano a seguito di due visite a Roma del vescovo e dell'incontro personale che questi e altri tre arcivescovi giapponesi hanno avuto con papa Benedetto XVI il 25 aprile scorso, è giunto da Roma l'ordine di bloccare tutte le azioni contro tale seminario. L'ordine di bloccare la chiusura è giunto in un messaggio all'arcivescovo Alberto Bottari De Castello, nunzio apostolico in Giappone, da parte del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di stato Vaticano, ed è stato passato al vescovo Mizobe il 31 maggio. Quando è giunta la direttiva da Roma, la decisione della chiusura era già stata notificata al consiglio pastorale, al consiglio presbiterale e alla commissione diocesana per l'evangelizzazione della diocesi (che conta 5.070 fedeli). All'inizio di luglio ancora non si registrano sviluppi."

Possibile che una decisione, presa dalla Conferenza Episcopale Giapponese e ratificata dal Papa, possa essere stata annullata con un colpo di spugna ad un soffio dalla sua concretizzazione ed a notifiche di rito già effettuate, da un diktat della Segreteria di Stato?

Perché il Cammino Neocatecumenale sembra intoccabile?

22 commenti:

  1. Tra "il Papa ci ha detto che le cose fatte in modo più umile con il tempo sono più efficaci. Come dire io preferirei una cosa più umile." ... dato che: "Ha celebrato da poco i 40 anni Comunione e Liberazione in P.za S. pietro, 150.000 con il Papa. Lo hanno celebrato i Focolarini e anche la Comunità di S. Egidio. Hanno fatto dei Vescpri con il Papa, molto bello. "

    e Adesso tocca a noi!..

    Cosa ha vinto? ADESSO TOCCA A NOI!

    così come ha vinto la NON applicazione della Lettera di Arinze, così come HA DOVUTO recedere una decisione presa dalla Conferenza Epicscopale Giapponese, così come da 40 anni 3 generazioni di cristiani continuano a subire una pseudo-evangelizzazione...

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  2. ... ecco perché continuiamo a parlare al vento (almeno così sembra). Ma il Signore ci ascolta e non lascia senza risposta il grido dei suoi 'piccoli'!

    E forse ci ascolta anche qualcuno che orecchie per intendere ce l'ha!

    E' per te che parliamo!

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  3. Per chi volesse approfondire la questione del seminario in Giappone

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  4. Mons. Filoni è senza alcun dubbio uno dei più potenti e influenti sostenitori del cammino, ma immagino tenga alla sua carriera "professionale", siamo ridotti a considerare così i nostri pastori, immagino e oso sperare, da grande ingenua che sono, che non voglia essere identificato come un Kiko Arguello-dipendente.
    I nostri pastori hanno già dato di sè una pietosa immagine, come il card. Rylko, il giorno della consegna dello statuto, sorridente e fiero, con Arguello, sorridente e fiero, che gli tiene il braccio che tiene il pezzo di carta.
    Filoni è ambizioso, senza dubbio, forse anche per questo, più abile manovratore, più o meno nell`ombra e dell`ombra.
    Ma forse, purtroppo, anche per questo più pericoloso e efficace.
    E qui la mia ingenuità e le mie speranze si frantumano.

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  5. aggiornamenti sulla vicenda del Giappone dal Sito della conferenza Episcopale Giapponese (traduzione di Tripudio)

    Fonte: http://www.cbcj.catholic.jp/eng/jcn/apr2009.htm#2
    TAKAMATSU BISHOP ANNOUNCES CLOSING OF NEOCATECHUMENAL WAY SEMINARY
    IL VESCOVO DI TAKAMATSU ANNUNCIA LA CHIUSURA DEL SEMINARIO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE

    Il 7 marzo 2009, in un messaggio quaresimale alla sua diocesi, il vescovo di Takamatsu, Osamu Mizobe, ha formalmente annunciato la chiusura del contestatissimo seminario missionario internazionale Redemptoris Mater gestito dal Cammino Neocatecumenale. Il vescovo ha invitato i fedeli della diocesi di Takamatsu alla collaborazione a tale decisione. L'annuncio formale è stato l'ultimo passo di una lunga controversia.
    Nell'ottobre 2007, dopo che il consiglio pastorale diocesano aveva dichiarato l'intenzione di chiudere il seminario di Takamatsu, il Vaticano aprì un'indagine supplementare. Dopo complessi negoziati, nel giugno 2008 il Segretario di Stato Vaticano cardinal Tarcisio Bertone annunciò la decisione di Roma in una lettera.
    Secondo il messaggio del cardinale, il seminario sarebbe stato chiuso come istituto diocesano e trasferito a Roma, mentre una delegazione inviata dalla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli avrebbe trattato con i preti del Cammino Neocatecumenale cui riguardava tale decisione.
    Successivamente la diocesi di Takamatsu ha avviato le procedure legali richieste per chiudere la scuola, secondo le linee guida del Ministero dell'Educazione, Cultura, Sport, Scienze e Tecnologia. Come ultimo passo di queste procedure, la diocesi ha pubblicamente annunciato il procedimento nella metà di febbraio 2009, precisando che il terreno e gli edifici accanto al seminario non sarebbero stati utilizzati per insegnamento teologico, sebbene la diocesi manterrà la proprietà di tali beni.
    I seminaristi e i membri della facoltà non direttamente legati alla diocesi di Takamatsu si sono trasferiti a Roma nello scorso autunno.
    (Quindi formalmente il seminario non è chiuso, ma TRADFERiTO a Roma) Ma è importante la determinazione del vescovo.

    A proposito della perenne opposizione del Cammino Neocatecumenale alla decisione della chiusura, il vescovo Mizobe ha affermato: «La giustizia non è qualcosa che muta a seconda del momento o della situazione. Quando nascono divisioni e non si riesce a raggiungere alcun accordo, non c'è altra soluzione che affidarsi al giudizio del vescovo».
    A proposito della controversia, il vescovo ha chiarito il suo desiderio che sia i preti che i fedeli cambino radicalmente modo di pensare. Rimarcando il forte legame tra un vescovo ed i suoi sacerdoti, monsignor Mizobe ha richiamato tutti ad un rinnovare l'armonia.

    «I fedeli della diocesi hanno bisogno di essere uniti e di avere considerazione per le parrocchie, i decanati e la diocesi», ha affermato.

    ...continua

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  6. ...continua

    Il vescovo ha anche ricordato "l'infanzia" delle comunità cristiane avviate dai missionari europei ed americani in queste regioni a cui il cristianesimo era assolutamente nuovo, "infanzia" da cui Takamatsu è finalmente uscita.
    «Ora che non abbiamo più un seminario, ciò che maggiormente desidero che i fedeli comprendano è che va bene, in una piccola diocesi, avere piccole parrocchie: qualcosa in cui possiamo impegnarci, costruendole con le nostre stesse mani. Per "noi" intendo tutti i fedeli che vivono in diocesi, ognuno di noi».
    Mons. Mizobe ha salutato esplicitamente anche i giovani e i sacerdoti della diocesi, ricordando loro di accettare questa decisione confermata dal Vaticano.

    La lettera contiene un chiaro ammonimento alla leadership del Cammino Neocatecumenale. Monsignor Mizobe ha raccomandato agli iniziatori di considerare le necessità delle diocesi prima delle loro, e di seguire la volontà del vescovo locale. Il vescovo ha anche proibito esplicitamente di continuare le celebrazioni speciali neocatecumenali della Settimana Santa isolandosi dal resto della Chiesa locale.

    Dopo un anno di attesa, la Congregazione per l'Evangelizzazione delle Genti ha scelto come delegato Francisco De Javier Sotil Vaios Espiriceta. Il suo viaggio in Giappone era annunciato dal 10 al 25 marzo, con visite nelle aree dove lavorano i preti associati al Cammino Neocatecumenale.

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  7. Note del Traduttore (Tripudio)

    * Si fa il nome di Bertone, si fa il nome della Congregazione, si parla di "complessi negoziati" (complicated negotiations). Ma non si fa il nome del Papa: i vescovi giapponesi sanno bene che gli amici dei neocatecumenali tengono fuori il Papa da questi affari. Dai precedenti articoli pubblicati sullo stesso sito web della conferenza episcopale giapponese (CBCJ) sappiamo solo che il Papa è ben informato e che non aveva intenzione di dare un riconoscimento al Cammino Neocatecumenale (sarà infatti un Pontificio Consiglio a prendere iniziativa, mentre il Papa tacerà per un anno su quel riconoscimento).

    * Con i preti neocatecumenali bisogna "trattare, conferire" (to confer), inviando in Giappone una delegazione Vaticana: i preti neocatecumenali evidentemente non sono usi a obbedire ai vescovi delle diocesi in cui vanno ad impiantarsi, forti dell'appoggio del Cammino e di ciò che il Cammino riesce ad orchestrare nelle curie vaticane. Sono talmente estranei al vescovo locale da aver bisogno di un delegato neocatecumenale spagnolo inviato da Roma per parlare col vescovo a cui in teoria avrebbero promesso obbedienza fin dal momento dell'ordinazione.

    * La "perenne opposizione" (continuing disagreement) del Cammino Neocatecumenale è una conferma di quel potere, tale da costringere una intera conferenza episcopale ad appellarsi al Papa vedendo poi vanificati i propri sforzi dagli "amici dei neocatecumenali" presenti in certe congregazioni romane.

    * Sebbene a prima vista la lettera sembri indirizzata a tutti i fedeli, quel "cambiare radicalmente modo di pensare" (radical change of thinking) riguarda i soli neocatecumenali, che già erano stati descritti più volte come un corpo estraneo, chiuso, isolato, autonomo e ostile, capace solo di parassitismo, seminatore di discordie e fomentatore di divisioni nella Chiesa. Quel "cambiare radicalmente" è un giudizio durissimo sulla mentalità neocatecumenale.

    * La lettera infatti contiene un netto ammonimento (clear warning) a Kiko e Carmen.

    * Purtroppo per i vescovi giapponesi, se in Giappone la fabbrica di "preti neocatecumenali" è stata chiusa, restano ancora dei parroci neocatecumenali e dei fedeli neocatecumenali che non hanno ancora cominciato quel radicale cambiamento di mentalità.

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  8. sappiamo solo che il Papa è ben informato e che non aveva intenzione di dare un riconoscimento al Cammino Neocatecumenale (sarà infatti un Pontificio Consiglio a prendere iniziativa, mentre il Papa tacerà per un anno su quel riconoscimento)?
    ..............

    Ma cari amici...se è vero che il Papa è ben informato (e io non l'avevo creduto),
    perchè ha taciuto per un anno su quel riconoscimento che non condivideva (così crediamo, non è vero?...) ?
    perchè ha lasciato che prevalesse la forza di un riconoscimento proveniente da organi o persone in contrasto con la sua vera intenzione (così sembra, non è vero... ?) ?
    Chi ci dirà che cosa è vero...
    e che cosa non è vero, oggi,
    in questa Santa Chiesa che sembra a noi piccoli spauriti e dispersi fedeli non essere più
    nè MADRE nè MAESTRA ?

    Maria SS.ma,
    Madre della Chiesa,
    Santi Apostoli Pietro e Paolo,
    santi papi, fedeli incorruttibili
    e Martiri di ogni tempo,
    pregate per la Chiesa di Cristo
    orribilmente sfigurata
    e irriconoscibile
    dai suoi poveri figli!

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  9. Perché il Cammino Neocatecumenale sembra intoccabile?...

    Questa domanda e la domanda cruciale, è abbastanza evidente che la setta totalmente eretica del CN fondata dall'eretico Kiko Arguello non agisce da sola, ma dietro le quinte del suo agire, un movimento più grande e potente del CN tira le fila, e questi non sono altro che la massoneria ebraica, che tanto si è data da fare durante il Concilio Vaticano II.

    Un altra risposta a questa DOMANDA è IL FATTO CHE IL VATICANO, COME è SUCCESSO PER LO SCANDALO DELLA PEDOFILIA, non ha agito per arginare codesto nefasto movimento, ma adirittura tra i vari e mumerosi compromessi con questa setta non ha corretto, non ha arginato, non ha avvisato ,non ha curato, non ha agito in maniera risoluta per risolvere questo probblema del CN.

    Risulta veramente evidente che dal Concilio Vaticano II in poi si sono aperte le porte, siggillate col Sangue di Cristo, alla'agire nefasto di satana, di cui il CN spicca come sua creatura molto ben riuscita, lo stesso Paolo VI lo ha ammesso nel suo celebre discorso, ma come per lui anche gli altri Pontefici, ingabbiati nel difendere gli evidenti errori di codesto concilio, ben poca cosa hanno e stanno facendo per arginare l'azione nefasta di satana all'interno della Chiesa Cattolica.

    All'interno della Chiesa si aggirano dei personaggi che si aggirano, come serpi, per contrastare e demolire l'agire del Pontefice, ignorando, schiavi come sono della serpe per antonomasia per eccellenza, che il giudizio di Dio sul loro agire sarà terribile.

    Scandalo

    Sconcerto

    Sofferenza

    Speranza... solo nel Signore Gesu' ...

    E basta.


    Gianluca cruccas

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  10. MODERNISMO E GIUDAISMO

    Premessa: una “manovra” annunciata

    Nel numero di agosto 1985 sì sì no no (pp. 1 ss.) denunziò un’ «offensiva comune per giudaizzare la fede cattolica». Il 24-25 giugno di quell’anno, infatti, L’Osservatore Romano aveva pubblicato il documento “Sussidi per una corretta presentazione dell’Ebraismo” curato dalla Commissione per i rapporti con l’Ebraismo, presieduta dal Card. Willebrands d’infelice memoria. Quel vergognoso documento giungeva fino a negare la storicità dei nostri santi Evangeli per poter tessere l’apologia dei… Farisei! Per di più, la sua pubblicazione su L’ Osservatore Romano era accompagnata da un articolo di Prospero Grech, allora docente alla Lateranense, dal titolo “Educare una nuova generazione”.

    Vi si leggeva: “bisogna che sia fatta un’opera di istruzione capillare a livello di professori di teologia, maestri d’istruzione religiosa, catechisti, mezzi di comunicazione e particolarmente nelle omelie”. Dunque – scrivemmo allora – ci si annunzia “una manovra a lungo termine – il tempo di una generazione – per cambiare la mentalità dei cattolici” al fine di “realizzare un progressivo amalgama tra fede della Chiesa e fede della Sinagoga mediante l’uso di termini a doppio senso ed un miscuglio di verità ed errori” (sì sì no no cit., p.3).

    Da quella data il nostro periodico non ha mai cessato di tener d’ occhio questa “manovra”, come attesta una lunga serie di articoli[1], dettati non da avversione per gli ebrei increduli, ma dall’amore per la Chiesa, per i cattolici minacciati nella fede da chi dovrebbe confermarli in essa, per gli ebrei stessi, confermati, da chi avrebbe il dovere di convertirli, nella loro funesta illusione di potersi salvare senza Nostro Signore Gesù Cristo.

    Ci sono ora capitati tra le mani diversi libri di case editrici ancor oggi, sia pure solo nominalmente “cattoliche”, come Àncora e Marietti, i quali libri documentano 1) fino a che punto sia progredita la “manovra” per giudaizzare la fede cattolica, annunziata nel 1985 da L’ Osservatore Romano; 2) la connessione, allora ancora tra le quinte, fra modernismo e giudaismo talmudico, connessione oggi messa allo scoperto e coltivata dai neomodernisti, che “credono di aver vinto”.



    L’«ecumenismo» secondo un rabbino livornese



    Elia Benamozegh (Livorno 1823-1900) biblista, talmudista, cabalista, nato da una famiglia sefardita, originaria del Marocco, trascorse tutta la sua vita a Livorno, esercitandovi l’ufficio di rabbino. Egli scrisse un Essai sur l’origine des dogmes e de la morale du christianisme (“Saggio sull’origine dei dogmi e della morale del cristianesimo”). Nel 1863 l’Alliance Israélite Universelle pubblicò la terza parte di quest’ opera sotto il titolo di Morale juive et morale chrétienne e nel 1997 l’ editrice ebraica Carucci la pubblicò in italiano sotto il medesimo titolo Morale ebraica e morale cristiana. E fin qui nulla di strano. Ma nel 2002 la “cattolica” Marietti (Genova-Milano) si prese cura di pubblicare in italiano anche le due prime parti dell’ opera di Elia Benamozegh sotto il titolo L’origine dei dogmi cristiani. Nel 1990 aveva già pubblicato di Benamozegh Israele e l’umanità; terranno dietro nel 2006 Il noachismo e nel 2007 La storia degli Esseni del medesimo autore. In Israele e l’umanità (scritto prima del 1885, pubblicato in Francia per la prima volta nel 1914 e nel 1990 in Italia dalla Marietti) Benamozegh presenta il giudaismo come “messaggero della religione nel mondo intero” ed accusa il cristianesimo di aver cercato di adulterare la missione divina di Israele per cui (in riparazione di tanto fallo) esso dovrebbe restaurare “un ordinamento gerarchico dell’ umanità a Israele e rinunciare alla centralità della Chiesa a favore della centralità di Israele ordinando l’ umanità al popolo sacerdotale Israele”[2].

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  11. CONTINUA...

    Il sacerdozio del popolo ebraico presuppone una comunità al servizio della quale è posta: «La fraternità tra tutti i popoli e la comunione di tutti con Israele, che è il centro verso cui devono tendere, per riunirsi, tutte le religioni».[3]

    Israele deve essere il centro dell’umanità, poiché è un popolo destinato ad assumere – nell’ umanità – il ruolo di sacerdote: «Israele è stato scelto per assolvere il compito eminente di dottore, di predicatore, di sacerdote delle nazioni, compito dovuto [...] certamente anche alla sua naturale predisposizione ad accogliere la verità religiosa [...] e soprattutto al suo carattere indomito, fermo e tenace, che era necessario per resistere al mondo pagano, per vincerlo e convertirlo»[4].

    Secondo il rabbino livornese «la Cabala concilierà Israele sacerdote con l’umanità laica»[5].

    Lo scopo supremo del culto ebraico è per la Cabala l’unificazione del Dio immanente e del Dio trascendente, per mezzo dell’uomo: “L’ uomo deve agire sulla natura dominandola, e tale dominio è – per l’ ebraismo – una cooperazione con Dio [...]. I cabalisti hanno presentato questo dominio come una vittoria che l’uomo riporta su Dio come Creatore”[6]. Al contrario, il cristianesimo con la sua concezione del Dio-uomo, Gesù Cristo, avrebbe scavato un abisso tra il Dio trascendente e il mondo: se per il cristianesimo l’ Incarnazione si compie in un solo uomo, «per la Cabala l’incarnazione esiste nel fatto e pel fatto dell’intera creazione»[7]. Il giudaismo-religione, per Benamozegh, «racchiude una duplice credenza: il pluralismo della divinità e l’ immanenza. È perlomeno quanto afferma la teologia cabalistica [...]. Quanto all’immanenza [...] gli angeli appaiono come il prolungamento della Divinità nella natura; il Talmud dice perfino che sono sue membra ed organi [...]. La Cabala è la sola capace, di ristabilire l’armonia tra l’ ebraismo e la gentilità [...] poiché la vera tradizione ebraica riconosce sia l’immanenza che la trascendenza di Dio, e unisce così il panteismo con il monoteismo. La fede che Israele conserva potrà un giorno riconciliare le Chiese divise»[8]..

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  12. CONTINUA...

    L’altra opera di Benamozegh che qui interessa è L’origine dei dogmi cristiani. L’autore vi sostiene che Gesù era stato iniziato dagli esseni all’esoterismo cabalistico e al talmudismo[9] e il Cristianesimo sarebbe nato dall’incontro della Cabala con la filosofia platonica, stoica e orientale. La prova, per Benamozegh, è che lo gnosticismo è di origine cabalistica: «Lo gnosticismo non è che un puro travestimento della tradizione acroamatica [esoterica] ebraica, ossia della Cabala»[10]. Perciò la Cabala tramite lo gnosticismo ha influito sul cristianesimo[11] finché i Padri della Chiesa del II secolo non lo rifiutarono e lo bollarono come eretico. Quindi per Benamozegh, il cristianesimo primitivo era gnostico, esoterico e cabalistico; furono i Padri, e già prima gli Apostoli con Giovanni e Paolo, a ripudiarne le origini giudaico-cabalistico-talmudiche per erigersi in Chiesa[12]. Ma la Gnosi dichiarata eretica da S. Giovanni e S. Paolo e scomunicata dai Padri è la Cabala rabbinico-farisaica accettata da Gesù. Perciò Benamozegh invita la Chiesa a ritornare alle sue origini cabalistiche e a rifiutare la ellenizzazione e romanizzazione del cristianesimo originario operata dagli Apostoli e dai Padri[13].

    In Morale ebraica e morale cristiana Benamozegh, infine, cerca di dimostrare che la morale del Vangelo è inferiore a quella farisaica: «Il cristianesimo [...] ha fatto un Dio a sua immagine, come gli dèi d’Omero, invece di far l’uomo ad immagine di Dio [...]. Ora, non solo, con ciò, ha offeso il buon senso, la retta ragione [...], ma ha reso inutile ogni rivelazione» [14]. Inoltre accusa il cristianesimo di aver distrutto l’amor patrio: «Il patriottismo, è un sentimento dell’Antica Alleanza, che teoricamente non ha posto nella Nuova; ed il giorno in cui il Vangelo è stato predicato ai Gentili è stato l’ultimo giorno delle nazionalità [ovvero, del nazionalismo esasperato giudaico, nda]. Il sentimento di nazionalità come l’intendono gli Inglesi è un sentimento essenzialmente ebraico [...] I cristiani sono un non-popolo, cioè la negazione teorica e pratica di ogni nazionalità»[15].

    Benamozegh continua: «spettacoli orribili, teorie ripugnanti, dottrine difformi, vizi inauditi si nascondono sotto i princìpi del Cristianesimo [...] questi vizi non si sono nascosti, non si son vergognati di sé, ma hanno occupato arditamente un posto nella Chiesa, hanno esposto senza pudore la loro deformità al sole»[16]. Per il cabalista livornese, invece, la morale farisaica è di gran lunga superiore: «la morale ebraica rassomiglia all’uomo, ma all’uomo che realizza le sue due forme, e cioè l’uomo primitivo di Mosè, l’ androgino di Platone, l’uomo dai due sessi [...], la morale cristiana rassomiglia alla donna isolata, separata dall’uomo, senza il contrappeso della sua fermezza, della sua esperienza; la donna abbandonata a tutti i trasporti della sensibilità, della passione [...] la concezione del cristianesimo primitivo ha qualcosa di troppo femmineo [...], vi è nella parola e negli atti di Cristo e dei suoi primi discepoli l’eterno femminino [...]»[17].

    FONTE-
    http://www.sisinono.org/index.php?option=com_content&view=frontpage&Itemid=1


    GIANLUCA CRUCCAS

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  13. dall' OMELIA DEL SANTO PADRE di oggi, Pentecoste

    Cari fratelli e sorelle!

    Ogni volta che celebriamo l’Eucaristia, viviamo nella fede il mistero che si compie sull’altare, partecipiamo cioè al supremo atto di amore che Cristo ha realizzato con la sua morte e risurrezione.
    L’unico e medesimo centro della liturgia e della vita cristiana – il mistero pasquale – assume poi, nelle diverse solennità e feste, "forme" specifiche, con ulteriori significati e con particolari doni di grazia. Tra tutte le solennità, la Pentecoste si distingue per importanza, perché in essa si attua quello che Gesù stesso aveva annunciato essere lo scopo di tutta la sua missione sulla terra.
    Mentre infatti saliva a Gerusalemme, aveva dichiarato ai discepoli: "Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!" (Lc 12,49).
    Queste parole trovano la loro più evidente realizzazione cinquanta giorni dopo la risurrezione, nella Pentecoste, antica festa ebraica che nella Chiesa è diventata la festa per eccellenza dello Spirito Santo: "Apparvero loro lingue come di fuoco… e tutti furono colmati di Spirito Santo" (At 2,3-4).

    Il vero fuoco, lo Spirito Santo, è stato portato sulla terra da Cristo. Egli non lo ha strappato agli dèi, come fece Prometeo, secondo il mito greco, ma si è fatto mediatore del "dono di Dio" ottenendolo per noi con il più grande atto d’amore della storia: la sua morte in croce.

    Dio vuole continuare a donare questo "fuoco" ad ogni generazione umana, e naturalmente è libero di farlo come e quando vuole. Egli è spirito, e lo spirito "soffia dove vuole" (cfr Gv 3,8).

    C’è però una "via normale" che Dio stesso ha scelto per "gettare il fuoco sulla terra": questa via è Gesù, il suo Figlio Unigenito incarnato, morto e risorto.

    A sua volta, Gesù Cristo ha costituito la Chiesa quale suo Corpo mistico, perché ne prolunghi la missione nella storia. "Ricevete lo Spirito Santo" – disse il Signore agli Apostoli la sera della risurrezione, accompagnando quelle parole con un gesto espressivo: "soffiò" su di loro (cfr Gv 20,22). Manifestò così che trasmetteva ad essi il suo Spirito, lo Spirito del Padre e del Figlio. Ora, cari fratelli e sorelle, nell’odierna solennità la Scrittura ci dice ancora una volta come dev’essere la comunità, come dobbiamo essere noi per ricevere il dono dello Spirito Santo. Nel racconto, che descrive l’evento di Pentecoste, l’Autore sacro ricorda che i discepoli "si trovavano tutti insieme nello stesso luogo". Questo "luogo" è il Cenacolo, la "stanza al piano superiore" dove Gesù aveva fatto con i suoi Apostoli l’Ultima Cena, dove era apparso loro risorto; quella stanza che era diventata per così dire la "sede" della Chiesa nascente (cfr At 1,13). Gli Atti degli Apostoli tuttavia, più che insistere sul luogo fisico, intendono rimarcare l’atteggiamento interiore dei discepoli: "Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera" (At 1,14).

    Dunque, la concordia dei discepoli è la condizione perché venga lo Spirito Santo; e presupposto della concordia è la preghiera.

    Questo, cari fratelli e sorelle, vale anche per la Chiesa di oggi, vale per noi, che siamo qui riuniti. Se vogliamo che la Pentecoste non si riduca ad un semplice rito o ad una pur suggestiva commemorazione, ma sia evento attuale di salvezza, dobbiamo predisporci in religiosa attesa del dono di Dio mediante l’umile e silenzioso ascolto della sua Parola.

    Perché la Pentecoste si rinnovi nel nostro tempo, bisogna forse – senza nulla togliere alla libertà di Dio – che la Chiesa sia meno "affannata" per le attività e più dedita alla preghiera. Ce lo insegna la Madre della Chiesa, Maria Santissima, Sposa dello Spirito Santo.
    ....

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  14. ...
    Ma vorrei sottolineare anche un altro aspetto: la tempesta è descritta come "vento impetuoso", e questo fa pensare all’aria, che distingue il nostro pianeta dagli altri astri e ci permette di vivere su di esso.

    Quello che l’aria è per la vita biologica, lo è lo Spirito Santo per la vita spirituale; e come esiste un inquinamento atmosferico, che avvelena l’ambiente e gli esseri viventi, così esiste un inquinamento del cuore e dello spirito, che mortifica ed avvelena l’esistenza spirituale.

    Allo stesso modo in cui non bisogna assuefarsi ai veleni dell’aria – e per questo l’impegno ecologico rappresenta oggi una priorità –, altrettanto si dovrebbe fare per ciò che corrompe lo spirito. Sembra invece che a tanti prodotti inquinanti la mente e il cuore che circolano nelle nostre società - ad esempio immagini che spettacolarizzano il piacere, la violenza o il disprezzo per l’uomo e la donna - a questo sembra che ci si abitui senza difficoltà.

    Anche questo è libertà, si dice, senza riconoscere che tutto ciò inquina, intossica l’animo soprattutto delle nuove generazioni, e finisce poi per condizionarne la stessa libertà. La metafora del vento impetuoso di Pentecoste fa pensare a quanto invece sia prezioso respirare aria pulita, sia con i polmoni, quella fisica, sia con il cuore, quella spirituale, l’aria salubre dello spirito che è l’amore!
    ....

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  15. Io non so chi c`è dietro il cammino necatecumenale, voglio dire come organizzazione potente e influente, anche se posso avre le mie intuizioni, ma di una cosa sono certa e cioè che il cammino ha beneficiato di aiuti considerevoli, di quelli che pesano, che sono capaci di influenzare le coscienze, di farle tacere, di addomesticarle.
    Basta dare un`occhiata alla storia del cammino per convincersene.
    Ad ogni momento vediamo vescovi e cardinali appoggiare, incoraggiare e persino ringraziare il cammino, incuranti delle evidenti storture dottrinali e liturgiche, li vediamo legittimare un gruppo che agisce fuori dalla parrocchia, con le sue prassi .
    Li vediamo incuranti delle testimonianze dei fuoriusciti che affluiscono sempre più numerose.
    Conosciamo molti di questi nomi.
    Quelli del passato e quelli di oggi.
    Come non essere sconcertati dalle recenti parole del card. Vallini?
    Questo resta un grande mistero, altri direbbero scandalo, della nostra Chiesa.
    Un mistero che nulla deve allo Spirito Santo.

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  16. http://www.fidesetforma.blogspot.com/

    Pubblichiamo questo interessantissimo articolo tratto dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 31 Maggio 2009, che illustra la situazione drammatica dell'applicazione del Motu Proprio in Puglia.

    di Anna Langone

    E’ l’unico nell’Arcidiocesi a celebrarla, uno dei pochi in Puglia e punta il dito contro i vescovi che la osteggiano. Lui è don Guglielmo Fichera, parroco di San Luigi, la parrocchia dove si celebra la messa di S. Pio V, cioè secondo il messale romano promulgato da Giovanni XXIII nel 1962 e riportata in auge da Papa Benedetto XVI con il “Motu proprio” del 14 settembre 2007. In Puglia la messa di S. Pio V è fuorilegge: «Così hanno deciso i vescovi - spiega il sacerdote - mi domando se il Santo Padre che verrà a S. Giovanni Rotondo il 21 giugno sa che i vescovi che andranno a baciargli l’anello sono ostili al suo Motu proprio». Eppure il Vaticano aveva già censurato l’atteggiamento di alcuni presuli: a settembre 2008, mons. Camillo Perl, segretario della Commissione pontificia Ecclesia Dei, aveva dichiarato che erano poche le messe di S. Pio V celebrate in Italia a causa del boicottaggio dei vescovi. «Da allora - dice don Guglielmo - la situazione è peggiorata. Ora già solo parlarne costituisce una violazione del diritto acquisito sia dei preti che dei fedeli laici. Un atteggiamento di rifiuto a priori, di ostilità preconcetta, che si riversa non solo sul Motu proprio, ma anche sul Papa stesso: se infatti il provvedimento del Papa non fosse importante, perchè il Santo padre avrebbe liberalizzato la messa tradizionale?». L’uso del rito romano, va detto, è facoltativo, ma la messa di S. Pio V è posta come libera scelta, di chi la chiede o di chi desidera parteciparvi, da parte del prete e dei fedeli. Eppure, anche in Puglia «I vescovi hanno raggiunto un qualche accordo per boicottare o addirittura vietare, in molte diocesi - puntualizza don Guglielmo - la celebrazione della messa di S. Pio V. La strategia è quella di non parlare ufficialmente del Motu proprio, per poi parlarne male o boicottarlo ufficiosamente, ritenendo (bonariamente) che il Papa si sia sbagliato, che il suo provvedimento sarebbe addirittura contro il Concilio». Don Guglielmo va oltre: «Sembra che sempre dietro le quinte i preti vengano scoraggiati, anche solo a proporre di celebrarla, o vengano ricattati con la “prospettiva” di emarginarli dalla pastorale. E poi vengono bocciate richieste di gruppi laici, ignorate le testimonianze di giovani entusiasti di questa messa». Cosa accade in concreto? «Alcuni vescovi - è la risposta - hanno ingiunto di creare difficoltà, del tipo “non c’è il messale, mancano i paramenti, la messa è solo per chi ha studiato il latino”, oppure hanno adottato norme restrittive, come nella Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano. Altri vescovi hanno indicato chiaramente la propria intransigenza, un terzo gruppo è orientato a fare concessioni, ma col contagocce. Soltanto un’esigua e lodevole minoranza, in cui rientrano i vescovi di Foggia Bari e Lecce, ha permesso che sia reso applicativo il Motu proprio». Che fare? «Chi vuole protestare, presenti ricorso alla Commissione Ecclesia Dei, Palazzo del Sant’Ufficio, 00120 Città del Vaticano, al telefono 06/69885213».

    Copyright © Gazzetta del Mezzogiorno - Foggia

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  17. Io credo che quando ci sara il successore di Papa Benedetto il Messale di Pio V sara rimesso in soffitta.Credo che sia una moda che gia sta scemando.E infatti i fedeli che chiedono questa Messa sono pochissimi.D altronde e gia difficile assicurare la Messa a tuttte le parrocchie perche i Sacerdoti sono pochi.Se ci mettiamo anche a fare richieste di Messe Tridentine e finita

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  18. I vescovi hanno raggiunto un qualche accordo per boicottare o addirittura vietare, in molte diocesi - puntualizza don Guglielmo - la celebrazione della messa di S. Pio V. La strategia è quella di non parlare ufficialmente del Motu proprio, per poi parlarne male o boicottarlo ufficiosamente, ritenendo (bonariamente) che il Papa si sia sbagliato, che il suo provvedimento sarebbe addirittura contro il Concilio».

    ci sono sacerdoti che sarebbero disposti a non obbedire a questi vescovi dato che essi non sono evidentemente in comunione col Papa... il problema è che sempre dietro le quinte i preti vengano scoraggiati, anche solo a proporre di celebrarla, o vengano ricattati con la “prospettiva” di emarginarli dalla pastorale.

    ricorda il comportamento del cammino: a parole obbedienza e ossequio al Papa e nei fatti tutt'altro!!!! Chissà quanti di quei vescovi, così attaccati al Concilio come fosse davvero il fondamento della NUOVA Chiesa, sono direttamente o simpatizzanti NC?

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  19. Io credo che quando ci sara il successore di Papa Benedetto il Messale di Pio V sara rimesso in soffitta.Credo che sia una moda che gia sta scemando..

    e bravo zunbla!!! avete già la soluzione che più vi aggrada!

    ma credo che abbiate fatto i conti senza il Capo della Chiesa che è Cristo, non Kiko

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  20. Cari amici, veramente lo "smarrimento" è la senzazione di molti nella chiesa.
    Certo è che, arrivati al punto di chiederci "CHI COMANDA IN VATICANO?"stà a significare che non vi sono più i riferimenti essenziali della nostra cultura Cristiana.
    Sono troppi i -cattivi consiglieri del Papa- questo è ciò che viene evidenziato, con forte dolore
    da parte di noi tutti.
    Alla domanda iniziale, possiamo come risposta trarre delle conclusioni.
    La confusione,è la prima responsabile; l'inganno è per eccellenza il padrone; il denaro è il grande sovrano(...)
    Sono loro che vogliono modificare
    la verità annunciata da Gesù Cristo.

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  21. avete letto dal blog di Tornielli?
    la modestia è una dote di Kiko e dei suoi seguaci!

    Ragazzi, vi ricordate come, dopo la nomina della Palin a candidata vice presidente di McCain, la sua pagina su Wikipedia venne ‘edulcorata’, ‘abbellita’, etc..?
    La cosa avviene spesso, per molti personaggi: avere una pagina di Wikipedia specchiata e nel segno dell’esemplarità/irreprensibilità, fa parte senz’altro del marketing politico-umano d’oggidì.. Però, dopo aver letto la pagina di Mons. Filoni, ci sono rimasto davvero di stucco..

    Qualche suo fan (o suo collaboratore, o lui stesso -spero proprio di no) ha fatto davvero un lavorone..:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Fernando_Filoni

    Alcune perle di asciutta umiltà :

    “…è in contatto in ogni emisfero del mondo con popoli di razze e religioni diverse, al servizio della pace e della Chiesa.”

    “La nomina a Sostituto della Segreteria di Stato non giunge inattesa o all’improvviso, ma dopo un percorso diplomatico irto di asperità e di momenti difficilissimi, dopo una lungo lavoro diplomatico al servizio della Santa Sede, e caratterizzato da una serie di missioni svolte in numerose Rappresentanze Pontificie…”

    “L’ultima prestigiosa nomina, ovviamente, premia il grande coraggio dell’arcivescovo di Volturno che, negli anni della cruciale nunziatura a Bagdad (2001-2006) mentre infieriva la guerra, non aveva voluto abbandonare il paese dilaniato dalle bombe, affrontando quotidiani rischi personali, e testimoniando più volte, la vicinanza della Chiesa romana alle popolazioni martoriate, e in maniera critica, il dissenso del Pontefice Giovanni Paolo II nei confronti delle potenze belligeranti…”

    “Alla perfetta conoscenza di numerose lingue, il sostituto mons. Filoni aggiunge numerosi saggi e studi filosofici…”

    E, come in un anticipato dossier di beatificazione, si scomoda un quasi beato:



    « Sono certo che sarai per le comunità cristiane sparse in quelle terre un messaggero di pace e di speranza. »

    (Giovanni Paolo II in occasione della sua nomina ad arcivescovo titolare il 19 marzo 2001) ”

    [Sono peraltro certo che l’estensore di tale pagina ai limiti dell’adulazione, avrebbe già pronta la frase “La nomina a Segretario di Stato non giunge inattesa o all’improvviso, ma dopo un percorso…”

    In confronto, lo stesso Sepe parrebbe un dilettante…]

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  22. La Congregazione per il Culto Divino
    e la Disciplina dei Sacramenti, dispone tali osservanze:
    Art.11. Troppo grande è il Mistero dell'Eucaristia, perchè "qualcuno
    possa permettersi di trattarlo con arbitrio personale, che non ne rispetterebbe il carattere Sacro e la dimensione universale".
    Chi al contrario, anche se Sacerdote,agisce così, assecondando le proprie inclinazioni,lede la sostanziale unità del rito romano, che và TENACEMENTE SALVAGUARDATA.
    Atti arbitrari infatti, non giovano ad un effettivo rinnovamento,ma ledono il giusto diritto dei fedeli all'azione liturgica, che è espressione della vita della Chiesa secondo la sua tradizione e la sua disciplina.

    Ma il c.n.c perchè consacra il pane con l'uvetta? Perchè continua a celebrare separatamente l'Eucaristia? Perchè propone atti e regole diverse dalla regolamentazione della Sacra Liturgia?
    E perchè in Vaticano fanno finta di non vedere queste grandi difformità?

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