martedì 5 maggio 2009

Scrittura e Tradizione

Traggo questo brano da un recente scritto di uno scrittore cristiano che ammiro: Luigi Copertino e vorrei ricollegarlo al nostro Tema della Rivelazione e della Sacra Scrittura secondo la parole recenti di Papa Benedetto

La luce che sorge dalla Rivelazione inonda lo spirito dell’uomo e conferisce luminosità a tutto il suo essere. Lo splendore della Parola di Dio è la luce dell’occhio, ossia l’illuminazione della coscienza umana, la chiaroveggenza sui segreti della vita e sul Mistero infinito ed imperscrutabile di Dio. Questa necessaria dipendenza dell’uomo creatura dal Creatore determina l’incapacità del primo di comprendere al di là del proprio naso, ove si sottragga alla Luce del suo splendore. Allontanamento dalla Luce significa tenebre ed oscurità, freddo e paralisi eterna, in una parola, perdizione. La Parola di Dio è, quindi, veramente efficace in grado di operare quel che dice, trasformare con la sua energia ogni cosa ed ogni realtà.

Non dobbiamo limitare il Verbo Divino alla sola Sacra Scrittura (come Lutero e i suoi emuli odierni, compreso il Cammino neocatecumenale - ndr); la Rivelazione è definita e definitiva nella Bibbia, ma resta vivente e vivificante nella santa Chiesa, attraverso il suo Magistero (infallibilmente nel suo Magistero perenne) e nella santa Tradizione, negli scritti di Santi innamorati di Cristo ed in coloro che vivono il loro essere Chiesa come unico palpitare del cuore di Gesù ed in ultimo, ma non meno efficacemente nella celebrazione liturgica dei misteri sacramentali. La divina Rivelazione è Gesù vivo e vivente, che in forza della sua resurrezione si rende presente all’uomo di oggi e di sempre, attraverso il mistero della Chiesa.

«Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato» (Giovanni 15,3).

La Parola di Dio, quando penetra all’interno del cuore umano è capace di purificare l’anima; questo accade quando l’assenso al Dono ricevuto è apertura dell’udito spirituale. La purificazione avviene perché il confronto con la Verità rende l’uomo umile, debitore e bisognoso di riscatto verso gli errori ed i peccati commessi. La bontà di Dio, ineffabile e misericordiosa, lo invita ad una trasformazione interiore (conversione, metanoia) utile all’azzeramento del male commesso, se diviene radicale guarigione dal passato.

9 commenti:

  1. Cari amici,

    sono Francesco del blog Fides et Forma. Ho pubblicato oggi un articolo sulla chiesa di Prato Fiorito. Vi ringrazio anticipatamente se potrete mettermi in contatto con la signora Cinzia che firmava l'articolo su tale chiesa. Sarei fortemente interessato a poter avere una testimonianza di prima mano sulla "devastazione estetica" di questa chiesa appena inaugurata. Un cordiale saluto.

    Il mio indirizzo email è fcolafemmina@safeweb.it

    www.fidesetforma.blogspot.com

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  2. vorrei iniziare la nostra riflessione con lo stralcio di questa recente intervista di Mons Nicola Bux:

    Tradizione e innovazione sono dunque espressioni da dimenticare?

    Tutt’altro. La migliore definizione della tradizione l’ha data san Paolo: ”Ho ricevuto dal Signore quanto vi ho anche trasmesso”(1 Cor 11,23).
    L’Apostolo si riferisce alla fractio panis, l’eucaristia che è il centro della sacra liturgia. Per questo la liturgia si riceve dalla Tradizione che è fonte della Rivelazione insieme alla Scrittura. Ora, traditio viene da tradere, un verbo di movimento che, per essere tale, implica cambiamento e vita, trasporto di cose antiche e nuove, perché Egli, il Verbo eterno, fa nuove tutte le cose (Ap 21..).
    Qui la tradizione diventa innovazione che non è una cosa diversa che viene dal mondo, da fuori, ma da dentro, perciò in-novazione, da Colui che è il Vivente
    .

    Riprendiamo queste parole del Papa, rivolte il 23 aprile scorso ai membri della Commissione Biblica:

    "esiste una inscindibile unità tra Sacra Scrittura e Tradizione, poiché entrambe provengono da una stessa fonte: «La sacra Tradizione e la Sacra Scrittura sono strettamente congiunte e comunicanti tra loro. Ambedue infatti, scaturendo dalla stessa divina sorgente, formano, in un certo qual modo, una cosa sola e tendono allo stesso fine. Infatti la Sacra Scrittura è parola di Dio in quanto è messa per iscritto sotto l'ispirazione dello Spirito Santo; invece la sacra Tradizione trasmette integralmente la parola di Dio, affidata da Cristo Signore e dallo Spirito Santo agli apostoli, ai loro successori, affinché questi, illuminati dallo Spirito di verità, con la loro predicazione fedelmente la conservino, la espongano e la diffondano. In questo modo la Chiesa attinge la sua certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Sacra Scrittura. Perciò l'una e l'altra devono esser accettate e venerate con pari sentimento di pietà e di riverenza» (Dei Verbum, 9). Come sappiamo, questa parola “pari pietatis affectu ac reverentia” è stata creata da San Basilio, è poi stata recepita nel Decreto di Graziano, da cui è entrata nel Concilio di Trento e poi nel Vaticano II. Essa esprime proprio questa inter-penetrazione tra Scrittura e Tradizione. Soltanto il contesto ecclesiale permette alla Sacra Scrittura di essere compresa come autentica Parola di Dio che si fa guida, norma e regola per la vita della Chiesa e la crescita spirituale dei credenti."

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  3. Per Francesco Colafemmina

    non siamo ancora in grado di aiutarti nel senso che ci chiedi perché per ora Cinzia ha scritto solo sul nostro blog e ancora non ci ha fatto avere la sua mail.
    Spero che ti legga e possa mettersi in contatto con te

    abbiamo già citato e apprezzato il tuo articolo nel thread precedente e comunque di invieremo anche altra documentazione interessante.

    Conoscevi, ad esempio, questa icona presente in uno dei tantissimi altri scempi: quello di Scandicci?

    RispondiElimina
  4. "
    Conoscevi, ad esempio, questa icona presente in uno dei tantissimi altri scempi: quello di Scandicci?
    "
    ALtra schifezza fatta da Mattia Del Prete... e, conoscendo l'andazzo, pagata assai cara ai muratori - imbianchini - arredatori CNC che l'avranno costruita...

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  5. Scusa Mic se vado fuori tema, ma ho letto stamattina sul blog di Raffaella, in articolo sul viaggio del Papa in Terra Santa ch si conclude così...attaccate le cinture !


    "Ultima preoccupazione per gli organizzatori: riservare il massimo dei posti ai cristiani locali, che
    siano arabi, di lingua ebraica o lavoratori stranieri (filippini, africani...), stabiliti nel paese. Di fatto, nel 2000, durante la messa presieduta da Giovanni Paolo II a Nazareth, la maggior parte
    dell'assemblea era composta da pellegrini portati in aereo dai gruppi catecumenali...
    “Questa volta, l'Assemblea degli ordinari di Terra Santa (NDLR: che riunisce i vescovi cattolici dei diversi riti) ha deciso di limitare al 5% il numero di pellegrini stranieri”, segnala padre Pietro Felet, suo segretario generale!"

    Enorme, non trovo altre parole, i necoatecumenali non indietreggeranno davanti a nessun ostacolo pur di manifestare la loro arrogante e rumorosa presenza !
    Vedremo se i vescovi di Terra Santa riuscirannoi nel loro intento di lasciare spazio anche a chi non è nc!!
    E conto tenuto delle amicizie locali, ebree, di Kiko Arguello niente è meno sicuro!

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  6. COME MAI CODESTA DOTTRINA CONTENUTA IN QUESTO DOCUMENTO NON è STATA APPLICATA NEI CONFRONTI DELLA DOTTRINA ERETICA DEL CN?

    COME MAI A CODESTA SETTA VIENE PERMESSO DI AVERE UN PROPRIO RITO, UNA PROPRIA STUTTURA DI CHIESA, DEI PROPRI SACERDOTI FORMATI NEI LORO SEMINARI SPACCIATI PER CATTOLICI?

    COME MAI IL SIGNOR KIKO ARGUELLO RICEVE L'INVITO A FARE IL RELATORE AD UN SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO, QUANDO DA QUARANT'ANNI, CODESTO PERSONAGGIO SI AGGIRA DENTRO LA CHIESA CATTOLICA PRONUNCIANDO LIBERAMENTE LE SUE ERESIE CONTENUTE NELLE SUA CATECHESI ORAMAI NOTE ADIRITTURA AL VATICANO?

    COME MAI A CODESTA SETTA VIENE DATO UNO STATUTO SENZA LA DOTTRINA APPROVATA, PERCHè INAPPROVABILE?

    COME MAI A CODESTA SETTA VIENE DATO UN MANDATO PER LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE, QUANDO SONO NOTE LE LORO OPERE NEFASTE, SIA A LIVELLO DOTTRINARIO, SIA SPIRITUALE CHE FISICO NELLE PERSONE CHE CADONO NELLE LORO MANI SENZA CHE NESSUNO INTERVENGA?

    GIANLUCA CRUCCAS


    GIOVANNI PAOLO II
    Lettera Apostolica data Motu Proprio
    AD TUENDAM FIDEM,
    con la quale vengono inserite alcune norme nel
    Codice di Diritto Canonico
    e nel Codice dei Canoni delle Chiese Orientali

    PER DIFENDERE LA FEDE della Chiesa Cattolica contro gli errori che insorgono da parte di alcuni fedeli, soprattutto di quelli che si dedicano di proposito alle discipline della sacra teologia, è sembrato assolutamente necessario a Noi, il cui compito precipuo è confermare i fratelli nella fede (cf Lc 22, 32), che nei testi vigenti del Codice di Diritto Canonico e del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali vengano aggiunte norme con le quali espressamente sia imposto il dovere di osservare le verità proposte in modo definitivo dal Magistero della Chiesa, facendo anche menzione delle sanzioni canoniche riguardanti la stessa materia.

    1. Fin dai primi secoli sino al giorno d'oggi la Chiesa professa le verità sulla fede di Cristo e sul mistero della Sua redenzione, che successivamente sono state raccolte nei Simboli della fede; oggi infatti esse vengono comunemente conosciute e proclamate dai fedeli nella celebrazione solenne e festiva delle Messe come Simbolo degli Apostoli oppure Simbolo Niceno-Costantinopolitano.
    Lo stesso Simbolo Niceno-Costantinopolitano è contenuto nella Professione di fede, ultimamente elaborata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede(1), che in modo speciale viene imposta a determinati fedeli da emettere quando questi assumono un ufficio relativo direttamente o indirettamente alla più profonda ricerca nell’ambito delle verità circa la fede e i costumi oppure legato a una potestà peculiare nel governo della Chiesa(2).

    2. La Professione di fede, preceduta debitamente dal Simbolo Niceno-Costantinopolitano, ha inoltre tre proposizioni o commi che intendono esplicare le verità della fede cattolica che la Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo che Le «insegnerà tutta la verità» (Gv 16, 13), nel corso dei secoli ha scrutato o dovrà scrutare più profondamente(3).
    Il primo comma che enuncia: «Credo pure con ferma fede tutto ciò che è contenuto nella parola di Dio scritta o trasmessa e che la Chiesa, sia con giudizio solenne sia con magistero ordinario e universale, propone a credere come divinamente rivelato»(4), convenientemente afferma e ha il suo disposto nella legislazione universale della Chiesa nei cann. 750 del Codice di Diritto Canonico(5) e 598 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali(6).
    Il terzo comma che dice: «Aderisco inoltre con religioso ossequio della volontà e dell'intelletto alle dottrine che il Romano Pontefice o il Collegio dei Vescovi propongono quando esercitano il loro magistero autentico, sebbene non intendano proclamarle con atto definitivo»(7), trova il suo posto nei cann. 752 del Codice di Diritto Canonico(8) e 599 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali(9).

    3. Tuttavia, il secondo comma in cui si afferma: «Fermamente accolgo e ritengo anche tutte e singole le verità circa la dottrina che riguarda la fede o i costumi proposte dalla Chiesa in modo definitivo»(10), non ha alcun canone corrispondente nei Codici della Chiesa Cattolica. È di massima importanza questo comma della Professione di fede, dal momento che indica le verità necessariamente connesse con la divina rivelazione. Queste verità, che nell’esplorazione della dottrina cattolica esprimono una particolare ispirazione dello Spirito di Dio per la comprensione più profonda della Chiesa di una qualche verità che riguarda la fede o i costumi, sono connesse sia per ragioni storiche sia come logica conseguenza.

    4. Spinti perciò da detta necessità abbiamo opportunamente deliberato di colmare questa lacuna della legge universale nel modo seguente:
    A) Il can. 750 del Codice di Diritto Canonico d’ora in poi avrà due paragrafi, il primo dei quali consisterà del testo del canone vigente e il secondo presenterà un testo nuovo, cosicché nell’insieme il can. 750 suonerà:
    Can. 750 - § 1. Per fede divina e cattolica sono da credere tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio scritta o tramandata, vale a dire nell'unico deposito della fede affidato alla Chiesa, e che insieme sono proposte come divinamente rivelate, sia dal magistero solenne della Chiesa, sia dal suo magistero ordinario e universale, ossia quello che è manifestato dalla comune adesione dei fedeli sotto la guida del sacro magistero; di conseguenza tutti sono tenuti a evitare qualsiasi dottrina ad esse contraria.
    § 2. Si devono pure fermamente accogliere e ritenere anche tutte e singole le cose che vengono proposte definitivamente dal magistero della Chiesa circa la fede e i costumi, quelle cioè che sono richieste per custodire santamente ed esporre fedelmente lo stesso deposito della fede; si oppone dunque alla dottrina della Chiesa cattolica chi rifiuta le medesime proposizioni da tenersi definitivamente.
    Nel can. 1371, n. 1 del Codice di Diritto Canonico sia congruentemente aggiunta la citazione del can. 750 § 2, cosicché lo stesso can. 1371 d’ora in poi nell’insieme suonerà:
    Can. 1371 - Sia punito con una giusta pena:
    1) chi oltre al caso di cui nel can. 1364 § 1, insegna una dottrina condannata dal Romano Pontefice o dal Concilio Ecumenico oppure respinge pertinacemente la dottrina di cui nel can. 750 § 2 o nel can. 752, ed ammonito dalla Sede Apostolica o dall'Ordinario non ritratta;
    2) chi in altro modo non obbedisce alla Sede Apostolica, all'Ordinario o al Superiore che legittimamente gli comanda o gli proibisce, e dopo l'ammonizione persiste nella sua disobbedienza.
    B) Il can. 598 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali d’ora in poi avrà due paragrafi, dei quali il primo consisterà del testo del canone vigente e il secondo presenterà un testo nuovo, cosicché nell’insieme il can. 598 suonerà:
    Can. 598 - § 1. Per fede divina e cattolica sono da credere tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio scritta o tramandata cioè nell'unico deposito della fede affidato alla Chiesa, e che insieme sono proposte come divinamente rivelate sia dal magistero solenne della Chiesa, sia dal suo magistero ordinario e universale, ossia quello che è manifestato dalla comune adesione dei fedeli sotto la guida del sacro magistero; di conseguenza tutti i fedeli curino di evitare qualsiasi dottrina che ad esse non corrisponda.
    § 2. Si devono pure fermamente accogliere e ritenere anche tutte e singole le cose che vengono proposte definitivamente dal magistero della Chiesa circa la fede e i costumi, quelle cioè che sono richieste per custodire santamente ed esporre fedelmente lo stesso deposito della fede; si oppone dunque alla dottrina della Chiesa cattolica chi rifiuta le medesime proposizioni da tenersi definitivamente.
    Nel can. 1436 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali si aggiungano convenientemente le parole che si riferiscono al can. 598 § 2, cosicché nell’insieme il can. 1436 suonerà:
    Can. 1436 - § 1. Colui che nega una verità da credere per fede divina e cattolica o la mette in dubbio oppure ripudia totalmente la fede cristiana e legittimamente ammonito non si ravvede, sia punito come eretico o come apostata con la scomunica maggiore; il chierico può essere punito inoltre con altre pene, non esclusa la deposizione.
    § 2. All'infuori di questi casi, colui che sostiene una dottrina proposta da tenersi definitivamente o condannata come erronea dal Romano Pontefice o dal Collegio dei Vescovi nell'esercizio del magistero autentico e legittimamente ammonito non si ravvede, sia punito con una pena adeguata.

    5. Ordiniamo che sia valido e ratificato tutto ciò che Noi con la presente Lettera Apostolica data Motu Proprio abbiamo decretato e prescriviamo che sia inserito nella legislazione universale della Chiesa Cattolica, rispettivamente nel Codice di Diritto Canonico e nel Codice dei Canoni delle Chiese Orientali così come è stato sopra dimostrato, nonostante qualunque cosa in contrario.

    Roma, presso san Pietro, 18 maggio 1998, anno ventesimo del Nostro Pontificato.
    GIOVANNI PAOLO II

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  7. Can. 1436 - § 1. Colui che nega una verità da credere per fede divina e cattolica o la mette in dubbio oppure ripudia totalmente la fede cristiana e legittimamente ammonito non si ravvede, sia punito come eretico o come apostata con la scomunica maggiore; il chierico può essere punito inoltre con altre pene, non esclusa la deposizione.
    § 2. All'infuori di questi casi, colui che sostiene una dottrina proposta da tenersi definitivamente o condannata come erronea dal Romano Pontefice o dal Collegio dei Vescovi nell'esercizio del magistero autentico e legittimamente ammonito non si ravvede, sia punito con una pena adeguata
    .

    esiste la norma canonica - anzi le norme: ce ne sono di molto esplicite - esiste il documento magisteriale specifico (anche a non voler tener conto dei precedenti), ma chi lo applica?
    Anche perché nessuno sembra intenzionato e riconoscere errori e storture che noi abbiamo documentato e che hanno presentato situazioni di tutta evidenza: basti pensare all'icona blasfema di Scandicci, all'intervista di Kiko di giugno, nonché al Vangelo secondo Carmen, Kiko, Farnes e al sacerdozio secondo il Card. Schönborn a Porto S. Giorgio nel settembre scorso, i cui atti ufficiali sono in possesso della Dottrina della Fede...

    Per incorrere nelle sanzioni ricordate, potrebbero bastare solo queste cose, ma ce ne sono miriadi di più sia nella prassi che negli insegnamenti. Ed è qui che si riconosce, a volte, l'impotenza della verità di fronte alla menzogna

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  8. Grazie, cari amici per aver dato voce alla mia tristezza, dovuta all' incapacità di combattere contro una forza che ha gettato a terra molte realtà parrocchiali.
    La mia impressione, dopo aver conosciuto personalmente l'ideatore del c.n soprannominato Kiko, è che dietro di lui vi sia qualche personaggio molto potente che non ha voluto esporsi in prima persona, poichè, lo stesso Kiko manca, oltre che di capacità espressiva, anche di carisma .
    Per questo non si può spiegare come abbia potuto avere un seguito così numeroso e raggiungere tanta popolarità. Certamente tutto questo non è nato per caso, poichè questo "pseudo" personaggio, è guidato dal maligno, che solo ha l'intento di spaccare in due la Chiesa Cattolica Apostolica, creando confusione e separazione.
    Dio unisce, non divide mai e, il movimento n.c non contribuisce all'unione dei fedeli; addirittura dentro il cammino vengono separati nei passaggi annuali i componenti di una stessa famiglia.
    Ad ogni modo io non mi farò buttare fuori dalla Parrocchia e non lascero che si approprino di tutto ciò che la nostra cultura, antica di secoli, ci ha tramandato attraverso i grandi Padri della fede, per entrare alla sequela di... una new-age, il minestrone proposto dal c.n.
    Per Francesco
    Sarò lieta di rispondere alle tue domande.
    Il mio indirizzo email è:
    cinzia.sammartino@gmail.com

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  9. Cario Gianluca le tue domande sono come un grido, una supplica che non troveranno risposta pressochi sta permettendo questo scandalo .

    Le tue domande sono le mie e quelle di innumerevoli fedeli cattolici che non possono che constatare che chi dovrebbe salvaguardare il deposito della dottrina, correggere gi errori, sanzionare i responsabili, TACE e non solo tace ma ringrazia e loda.

    Grande è lo sconcerto, i danni che la medicina della misericordia ha provocato e continua provocare sono sotto gli occhi di tutti.
    E noi dobbiamo assistere a questo scempio leggittimato dalla gerarchia, consapevoli della nostra impotenza, ma coscienti anche che esiste un giudizio divino, LA Giustizia divina.

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