martedì 14 luglio 2009

QUANDO IL FONDATORE E'...TROPPO INGOMBRANTE...

Stralcio dall'intervista a P. Thomas Berg, ex Legionario di Cristo su caratteristiche del movimento che li accomunano al Cammino neocatecumenale. Tema: l'obbedienza e il tipo di 'morte a sé stessi': dai neocatecumenali definita "kenosi" e dai Legionari "immolazione"; ma, sostanzialmente, constatiamo si tratta della stessa cosa che porta agli stessi risultati: immaturità, dipendenza, chiusura!

D. – Quali sono le cose che lei pensa debbano cambiare nella cultura interna della Legione, specialmente legate al "voto di carità" recentemente abolito, il voto cioè di non criticare i superiori?

R. – Al centro dei seri problemi che riguardano la cultura interna della congregazione c'è un modo errato di comprendere e di vivere il principio teologico – in sé valido – secondo cui la volontà di Dio si manifesta al religioso attraverso il suo superiore. Il seminarista della Legione è erroneamente guidato a nutrire una esagerata concentrazione sulla "dipendenza" interiore dal superiore per virtualmente qualsiasi suo atto intenzionale (sia esplicitamente, sia in virtù di certe norme o autorizzazioni ricevute, sia in virtù di permessi abituali o presunti). Questo non è in armonia con la tradizione della vita religiosa nella Chiesa, né è teologicamente o psicologicamente appropriato. Comporta piuttosto una pericolosa soppressione della libertà personale (lontanissima dalla ragionata, ponderata e liberamente esercitata oblazione dell'intelletto e della volontà che lo Spirito Santo genuinamente ispira nelle istituzioni di obbedienza religiosa) e determina restrizioni non sane e non sante nella coscienza personale.

Inoltre, le norme della Legione che riguardano il "riferire", l'"informare", il "comunicare con", il "dipendere da" i superiori costituiscono un sistema di controllo e di conformità che ora deve essere considerato altamente sospetto, posto ciò che sappiamo di padre Maciel. In più esse ingenerano una nozione semplicistica e impoverita umanamente e teologicamente della volontà di Dio (il suo discernimento e manifestazione) che produce immaturità personale.

Più seriamente, la maniera di vivere entro la quale i Legionari praticano l'obbedienza è intrecciata con quel genere di indiscutibile sottomissione che in primo luogo ha consentito al culto della personalità di affermarsi attorno alla figura di Maciel, e poi ha coperto i suoi misfatti. I seminaristi della Legione sono essenzialmente allenati a sospendere la ragione nella loro obbedienza, a cercare un'intima totale conformità a tutte le norme e a resistere a ogni impulso interiore a esaminare o criticare le norme o le indicazioni dei superiori.

Certo, la motivazione prima che sta dietro a questa vita di obbedienza è l'ideale della totale "immolazione" di sé per amore di Cristo, in quanto incarnato nel vivere integralmente tutte le norme e le indicazioni dei superiori. Questa "immolazione" dell'intelletto e della volontà è nel cuore dell'"olocausto" che il Legionario è invitato a vivere per amore di Cristo e della Chiesa. Per quanto la motivazione sia valida – e generazioni di Legionari l'hanno seguita in buona fede – a lungo andare essa non solo si dimostra profondamente problematica, ma spiega anche il negativo cambiamento di personalità che molti, se non la gran parte dei Legionari subiscono nel tempo: la superficialità delle loro espressioni emotive, la mancanza di empatia e l'incapacità a relazionarsi normalmente con gli altri nei più vari contesti, la sensazione generale di condurre una vita "a parte", eccetera. Solo eccezionalmente i sacerdoti della Legione superano questo stato, ma solo grazie ai molti talenti e ai doni umani che essi portano con sé nella Legione.

9 commenti:

  1. Per comprendere meglio. Le coincidenze col cammino neocatecumenale, viste come elementi negativi nelle stesso senso da noi sempre sostenuto:

    1. il voto di non criticare i superiori E' del tutto analogo alla direttiva di obbedire acriticamente ai catechisti
    determinata da:

    2. errata comprensione e relativo vissuto del principio teologico – in sé valido – secondo cui la volontà di Dio si manifesta al religioso attraverso il suo superiore, né teologicamente né psicologicamente appropriato che provoca:
    - esagerata concentrazione sulla "dipendenza" interiore dal superiore
    - pericolosa soppressione della libertà personale
    - restrizioni non sane e non sante della coscienza personale

    3. le norme della Legione che riguardano il "riferire", l'"informare", il "comunicare con", il "dipendere da" i superiori costituiscono un sistema di controllo e di conformità che ora deve essere considerato altamente sospetto
    - analogamente a quanto accade nel contesto neocat, nel quale l'informazione interna e la comunicazione sono rigorosamente controllati e gestiti dai catechisti

    4. il negativo cambiamento di personalità che molti, se non la gran parte dei Legionari subiscono nel tempo: la superficialità delle loro espressioni emotive, la mancanza di empatia e l'incapacità a relazionarsi normalmente con gli altri nei più vari contesti, la sensazione generale di condurre una vita "a parte", eccetera
    - anche nel cammino accade la stessa cosa, con l'aggravante che nel suo contesto e nei suoi metodi interviene anche una forma di manipolazione, le cui tecniche sono andate sempre più affinandosi nel tempo

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  2. Si firma "Ungestore" e non riesco a pubblicarlo. Scrive così:

    Assimiliamo sotto molti aspetti metodologici di "guida" il fondatore dei Legionari di Cristo con il fondatore del Cammino Neocatecumenale.
    Stessa direttività.
    Stesso piglio severo e impositivo

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  3. La figura del "Superiore" è certamente determinante per coloro che vogliono intraprenedere una vita conventuale o monastica, ma certamente tutto dipende dalla persona designata e dalla sua personalità. Non dimentichiamoci che alcune volte all'interno di queste istituzioni Religiose, si nascondono individui frustrati e pieni di tante paure, che riescono a nascondere anche a loro stessi.
    Certamente l'obbedienza è un voto che si fà in qualunque professione Religiosa, ma stà al discernimento del Superiore capire la psicologia dell'adepto e non gravarlo più di quanto possa sopportare.
    Certamente nel c.n i catechisti sono tutti dei psicologi e si sentono autorizzati a violentare la psiche degli associati, ma anche in questo caso, c'è la volontà di annientare la personalità dell'individuo anzichè portarla alla crescita della consapevolezza del suo "SE".

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  4. avete giustamente messo a confronto una comunanza di elementi negativi che creano dipendenza e immaturità, ma è necessario sottolineare che c'è una sostanziale differenza:

    nei Legionari di Cristo viene insegnata la Rivelazione cristiana e viene praticato un rito cattolico. Nessuno si è inventato una nuova rivelazione e un nuovo rito!

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  5. Ho una grande stima dei Legionari di Cristo, per vari motivi che posso testimoniare personalmente ripensando ai loro sacerdoti che ho conosciuto:

    - ortodossia dottrinale
    - liturgia sobria, curata, sentita
    - uomini di preghiera, aperti a tutti, senza eccessi (non strafanno, non sono una setta)
    - capacità di curare le anime, sano apostolato, nessuno spreco di soldi e nessuna avidità, ecc.

    Perciò vorrei dire che un parallelo tra i Legionari e i Neocat non mi sembra per niente possibile, perché quanto sopra descritto è l'esatto contrario di ciò che vediamo nel Cammino.

    L'unico punto veramente controverso è la figura del fondatore dei Legionari, che mentre predicava bene (sottolineo "predicava bene", cosa che Kiko non fa), razzolava male (e perciò aveva necessità di chiedere tanta cieca obbedienza e tanta discrezione, per evitare che si diffondesse la notizia che ancora alle soglie dei settant'anni si trastullava con qualche amante in età fertile).

    Semplificando al massimo concluderei perciò così:

    - Kiko potrebbe anche avere una vita ascetica ineccepibile (molti grandi eretici l'avevano), ma ciò che dice e fa lo qualifica come disobbediente ed eretico; quelle stesse eresie e disobbedienze sono la radice profonda di tutte le storture del Cammino (idolatria del fondatore, aspetto da vera setta, ecc.)

    - Il fondatore dei Legionari è caduto nel peccato (scagli la prima pietra chi è senza), ha voluto nasconderlo (e non c'era modo più efficiente del creare una sorta di culto del fondatore); ciò è certamente deprecabile ed avrà certamente conseguenze su chi si era ciecamente fidato di lui, ma non lo si può certo accusare di aver insegnato errori o istigato alla disobbedienza.

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  6. Certamente nel c.n i catechisti sono tutti dei psicologi e si sentono autorizzati a violentare la psiche degli associati...

    i catechisti NC non sono né psicologi né teologi (salvo, credo, casi sporadici che può darsi ci siano ma che io non ho conosciuto), sono solo acritici ripetitori degli insegnamenti ed esecutori e impositori delle prassi introdotte da Kiko e Carmen

    In tempi più recenti risulta siano intervenute consulenze di psicologi e psichiatri entrati nel cammino e non in ausilio degli adepti, ma per manipolarli meglio!

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  7. Aggiungo inoltre che molti soloni oggi pontificano contro il moscerino del fondatore dei Legionari... ingoiando il cammello del fondatore del parassitismo Neocatecumenale.

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  8. Concordo con Tripudio e Observer: si corre il rischio di guardare il moscerino e ingoiare la trave!

    Ma un'altra analisi utile, pur con i dovuti distinguo, è stata fatta

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  9. all'interno di queste istituzioni Religiose, si nascondono individui frustrati e pieni di tante paure, che riescono a nascondere anche a loro stessi.

    si Cinzia, è vero. Ma una sana vita spirituale, guidata con 'sapienza' e delicatezza da un superiore illuminato - e non dalla tirannide di certi contesti - aiuta a superare anche queste difficoltà non da poco

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