giovedì 21 ottobre 2010

Uso della Scrittura nel Cammino neocatecumenale. la "scrutatio"

Partiamo da questa testimonianza:

La Scrittura è molto usata nel cammino: all'inizio si fanno i temi usando il Dufour

Dopo il primo passaggio si incomincia a leggere l'A.T. Finchè si resta sui libri storici, (storia di Abramo, Mosè, e anche Davide) la lettura e il seguente riporto alla comunità è relativamente semplice.

Quando si arriva ai profeti iniziano i problemi: una lettura puramente 'cronologica' dal primo all'ultimo capitolo, e senza conoscere lo sfondo storico a cui questi testi fanno riferimento, fa sì che si capisca poco.

Poi si leggono i salmi. L'uso dei paralleli della bibbia di Gerusalemme, secondo me, può essere molto utile per comprenderli. Però da un po' di anni è diventata di gran moda la scrutatio, la quale è un aggrovigliamento interiore, una introversione psicologica in cui alla scrittura posso far dire di tutto e il contrario di tutto, a seconda dell'umore del momento.

La scrutatio si fa anche sui salmi.
Sono state costruite le jeshivah nei seminari per far fare scrutatio ai seminaristi.
Si fa nelle convivenze.

Poi c'è la parola dei passaggi (letture quaresimali dell'anno A), che viene strumentalizzata a favore del cammino.
I baal della samaritana sono gli idoli che ti impediscono di fare il cammino
La guarigione del cieco nato rappresenta l'incontro con Cristo che hai fatto nel cammino, e così via.

Poi ci sono le interpretazioni aneddotiche/kikiane della scrittura, per cui Abramo dubita, ha più fede Isacco di lui.
E in generale la scrittura viene usata per mettere in evidenza le debolezze dell'uomo: la paura di Abramo, di Mosè, i peccati di Davide che gli impediscono di essere un buon genitore, e così via.

Ho scritto rapidamente quello che mi veniva in mente sulla manipolazione della scrittura che si fa nel cammino.
Per non parlare della lettura moralistica che si fa del discorso della montagna, dell' amore al nemico, che diventano dei martelli in mano ai catechisti per farti vedere che non sei convertito.

I catechisti nc che si occupano di iniziazione cristiana commettono il grave errore di usare quasi esclusivamente l'A.T. perchè è quello che conoscono meglio, perchè si può tradurre in storie facilmente raccontabili. Ma siccome la figura di Gesù Cristo è poco compresa - perchè ci si è fermati al sola scriptura, trascurando il magistero successivo al 105 d.C., si finisce per parlare poco di Gesù ai bambini, e molto più di Mosè e Pesah varie. [tutto ciò non meraviglia, tenendo conto anche di tutti gli altri elementi di giudaizzazione contenuti dal cammino]

La Parola non viene accostata per cercare la Verità, essi non cercano la verità, ma piegano alla loro formazione tutto quello che ascoltano, compresa la Parola, che non è più "lampada per i passi" ma arma da brandire

e non è più nemmeno il cesello del Vasaio, quello vero, ma la frusta e lo scalpello del padrone delle loro anime

Omne quod recipitur ad modus recipientis recipitur

questo significa che, se il recipiente è deformato, quello che entra risulta deformato ed ecco perché non riusciamo ad intenderci
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E' certamente un'invenzione di Arguello quella della "scrutatio
Dallo statuto nc - art.20, c.1), 2° capoverso:
I neocatecumeni, scrutando i salmi in piccoli gruppi, sono iniziati alla pratica assidua della “lectio divina” o “scrutatio scripturæ”, «nella quale la Parola di Dio è letta e meditata per trasformarsi in preghiera». Infatti, «l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo».

Nella prassi cattolica la ‘scrutatio’ è solo un momento della lectio, che insieme a meditatio, oratio, contemplatio, (e successiva ruminatio: il lasciarla risuonare costantemente nel proprio intimo, cogliendone sempre più le luci e i significati profondi) segna le fasi di approfondimento della Parola che consentono di assimilarla sempre di più e di tramutarla in nostra vita con l'aiuto della Grazia del Signore presente e operante in essa.

Scrutatio poi, non significa meditazione, ma ha la funzione di approccio di capire dal punto di vista storicistico il senso delle scritture. Invece Kiko e i catechisti con fare misterioso un bel giorno ti dicono adesso facciamo la "scrutatio"....E' una cosa che si rifà, appunto, alla Lectio divina ma non vi assomiglia neanche lontanamente. Per comprendere in modo corretto le scritture c'è chi fa anni di seminario o altrimenti di esperienza guidata... la Lectio è certamente riservata ad ogni credente, ma occorre all'inizio esservi guidati da un sacerdote e comunque da chi conosce l'esegesi e ha già maturato un'esperienza profonda e consolidata di questa pratica che consente di accostarsi alla Scrittura con gli atteggiamenti interiori adeguati ed anche con gli strumenti conoscitivi che permettono di andare oltre la "lettera". Essa non è altro che la porta d'accesso per tutti gli altri momenti di approfondimento e di assimilazione. Da quel che dice lo statuto vi si accenna solo in parte; ma poi in realtà accade tutt'altro.

Invece nel cammino accade che dai catechisti viene data una parola, si prende il Dufour che è un dizionario di teologia biblica e la si cerca lì. In genere i commenti del Dufour risultano molto lunghi e non mancano le persone che si rifiutano addirittura di leggerlo perché, dicono, è troppo complicato. Capita che i più svogliati se lo preparano a parte su un pezzo di carta. Questo non è concesso perché la "preparazione della parola" dovrebbe essere comunitaria. Qualcuno deve fare l' "ambientale" cioè l'introduzione , ma c'è chi non vuol mai farla o la fa in modo goffo o strampalato, in genere perché incapace di riassumere i concetti desunti dal Dufour. Il risultato: davvero pietoso.

Anche perché non sempre, anzi raramente è presente il sacerdote e il tutto si risolve in una interpretazione spesso letterale, del tutto personalistica e quindi approssimativa e, neppure si insegna l'atteggiamento di venerazione, rispetto, attesa amorosa di quel che la Parola vuol dirci, anche perché in essa irrompe il Soprannaturale se siamo capaci di vero ascolto e Adorazione; invece la si tratta con banalità, con superficialità, alla pari di uno strumento materiale, circondato di cure tutte esteriori: la copertina di Kiko, gli ammennicoli vari da lui introdotti (ricordate la Torah vestita messa in primo piano? Vedere immagine sopra, riferita agli elementi di 'giudaizzazione', cui fanno ala un rabbino e un vescovo, con Kiko gongolante al centro).

Peccato che non abbia introdotto il dato fondamentale, che ricordiamo alla scuola di Don Nicola Bux: «È necessario ribadire che la presenza di Cristo nella Parola c’è, a due condizioni: quando la lettura si fa “nella chiesa”, non privatamente, e quando “si legge” la Sacra Scrittura. Dunque non basta che ci sia il libro sacro sull’ambone o sull’altare, perché ci sia la presenza.». Questo oltre a rappresentare un’altra delle serie contaminazioni neocatecumenali alla fede cattolica (la pari dignità della Parola e delle S. Specie, rappresentata dai tabernacoli “a due piazze”) dimostra come la ‘scrutatio fai da te’ del cammino, sia ben lontana dal leggere ed interpretare la Sacra Scrittura nella Chiesa e, soprattutto, con la Chiesa.

Completa la riflessione il contributo di Larus:

Dall’Interpretazione della Bibbia nella Chiesa – Documento della Pontificia Commissione Biblica:

La Chiesa accoglie la Bibbia come Parola di Dio che si rivolge ad essa e al mondo intero nel tempo presente. Questa convinzione di fede ha come conseguenza uno sforzo di attualizzazione del messaggio biblico e di elaborazione di diversi modi per l’uso di testi ispirati.

- L’attualizzazione di un testo biblico, nell’esistenza cristiana, non può realizzarsi correttamente se manca la relazione con il mistero di Cristo e della Chiesa e presuppone una corretta esegesi che ne determini il senso letterale.
Se la persona che attualizza non ha personalmente una formazione esegetica, deve ricorrere a buone guide di lettura che permettano di ben orientare l’interpretazione per restare in accordo con la verità salvifica espressa nella Bibbia e di rispettare certi limiti evitando così possibili deviazioni.
Benché ogni lettura della Bibbia sia necessariamente selettiva, sono da evitare le letture tendenziose cioè quelle che invece di essere docili al testo, non fanno che utilizzarlo per i loro fini limitati (come nel caso dell’attualizzazione fatta da alcune sette, per esempio i Testimoni di Geova).
Le deviazioni saranno evitate se l’attualizzazione parte da una corretta interpretazio­ne del testo e si effettua nella corrente Tradizione vivente, sotto la guida del magistero della Chiesa.

- Un modo che si è elaborato per l’uso dei testi ispirati è la lectio divina, prassi attestata nell’ambiente monastico già dei primi tempi ed estesa a tutti i chierici (secolari e religiosi) per mezzo dell’istruzione “De Scriptura Sacra” del 1950.
Ai nostri giorni, la costituzione conciliare “Dei Verbum” (ed è questa la novità), invita tutti «i fedeli di Cristo» ad apprendere «la sublime conoscenza di Gesù Cristo».
La lectio divina sotto il suo duplice aspetto, comunitario e individuale, è quindi divenuta attuale con lo scopo di suscitare ed alimentare «un amore effettivo e costante» per la Sacra Scrittura, fonte di vita interiore e di fecondità apostolica.
Numerose associazioni movimenti e comunità di base, che mettono al primo posto la lettura della Bibbia in una prospettiva di fede e di impegno cristiano, centrano le loro riunioni sulla Bibbia e propongono un triplice obiettivo: conoscere la Bibbia, costruire la comunità e servire il popolo.
E’ motivo di gioia vedere la Bibbia presa in mano da gente umile e povera, che può fornire una luce più penetrante dal punto di vista spirituale ed esistenziale, di quella che viene da una scienza sicura di se stessa ma, a passare dalla lettura del testo biblico al suo significato di salvezza per il tempo presente, si corre il rischio di limitarsi a un commento superficiale causato dalla mancanza di preparazione specifica ed ha come conseguenza la tentazione di rinunciare ad approfondire le letture bibliche limitandosi a moraleggiare o a parlare di questioni attuali, senza illuminarle con la luce della Parola di Dio. Occorre quindi l’aiuto di esegeti per evitare attualizzazioni poco fondate.

La novità della Lectio nel popolo di Dio richiede una formazione illuminata, paziente e continua, tra i presbiteri, le persone di vita consacrata e i laici, in modo da giungere ad una condivisione delle esperienze di Dio motivate dalla Parola ascoltata. [cfr. Lineamenta “LA PAROLA DI DIO NELLA VITA E NELLA MISSIONE DELLA CHIESA” – Sinodo dei Vescovi, XII assemblea generale ordinaria]
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http://www.teologiabenedettine.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1070:approfondimenti-bibbia-parola-di-dio-e-teologia&catid=97:archivio-approfondimenti-bibbia&Itemid=130

  • la scrutatio necocatecumenale non aderisce alla lectio divina perché non rispetta i suoi 7 momenti
  • la preparazione della parola, anche se orientata dal dtb, non permette una attualizzazione ben fondata perché esso non implementa la Tradizione, non fa alzare lo sguardo dalla “pagina scritta”, non è sufficiente!
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2008/october/documents/hf_ben-xvi_spe_20081014_sinodo_it.html

Art. 11,c.2) Nella celebrazione della Parola di Dio, prima dell’omelia, il presbitero invita chi lo desidera tra i presenti ad esprimere brevemente ciò che la Parola proclamata ha detto alla sua vita. Nell’omelia, che ha un posto privilegiato nell’istruzione del Neocatecumenato, il presbitero prolunga la proclamazione della Parola, interpretandola secondo il Magistero e attualizzandola nell’oggi del cammino di fede dei neocatecumeni.
[Bene, per fare ciò il Sacerdote deve presiedere ad ogni riunione di ciascuna comunità presente in parrocchia e quindi, se ci sono 5 comunità, visto che le stesse celebrano rigorosamente separate l’una dall’altra, si può dire che da lunedì fino al venerdì è impegnato con la celebrazione settimanale, sabato con la celebrazione eucaristica, domenica con la convivenza mensile di ciascuna comunità ... ma il resto dei servizi parrocchiali quando li dovrebbe garantire? E se invece di 5 comunità ne fossero 6 o 7 o 13 o anche molte di più (così come è) come potrebbe aderire al c.2) dell’art.11? Chiamando altri 5 presbiteri? Anche se ci fossero, sarebbero a piena disposizione dei capricci NC?]
Continuiamo...

Art. 11,c.3) Ogni celebrazione della Parola è preparata accuratamente, a turno, da un gruppo della comunità, con l’aiuto, quando possibile, del presbitero. Il gruppo sceglie le letture e i canti, prepara le monizioni e dispone la sala e i segni liturgici per la celebrazione, curandone con zelo la dignità e la bellezza.
Benissimo! Oltre agli impegni di cui sopra il presbitero dovrà, quando possibile, essere presente alla preparazione della Parola che normalmente si fa a turno in casa di qualche fratello. Ma quando non è possibile che si fa? Chi potrà garantire una giusta attualizzazione? Forse altri presbiteri che non ci sono perché già impegnati per quanto detto prima?
... andiamo avanti!

4. Per approfondire la Scrittura «con l’intelligenza ed il cuore della Chiesa», i neocatecumeni si avvalgono soprattutto della lettura degli scritti dei Padri, dei documenti del Magistero, in particolare del Catechismo della Chiesa Cattolica, e di opere di autori spirituali.
Questa poi … Solo la mano benevola di chi sa il fatto suo ha potuto scrivere ciò. Chi l’ha scritto (voglio essere buono) non è stato informato che i NC dalla ‘nascita’ della comunità fino al secondo passaggio, passano a volte anche più di 7 anni e, durante questo tempo gli unici testi dei quali si avvalgono i NC sono il dizionario di teologia biblica Léon-Dufour ed un testo dalla copertina blu, ormai non più spacciato dai catechisti, dal titolo “le tappe della storia della salvezza”. Ambedue i testi traggono gli argomenti esclusivamente dalle pagine della Bibbia senza integrare e attualizzare in alcun modo la Tradizione bi millenaria della Chiesa cattolica, condizione essenziale per una corretta esegesi che attualizzi fondatamente le letture bibliche.

59 commenti:

  1. la testimone ha dimenticato di dire che la "scrutatio" in convivenza DEVE DURARE 2 ORE.. durante il digiuno (ci si ciba della parola) del venerdì...

    a parte questo mi viene in mente un altro "uso strumentale della Parola di Dio":
    durante i Pellegrinaggi GMG o altro.. (premetto che io da Parigi fino a Colonia li ho fatti tutti - compreso Gerusalemme) è "usanza" chiamare uno ad uno i fratelli e far aprir loro una "parola a caso" come fosse un "libro magico" poi la si fà leggere, dopodichè il fratello - poverino - deve dire "cosa dice alla Sua vita".. chiaramente non corrisponde mai a ciò che ti dirà subito dopo il super-catechista.. perchè sì.. solo lui ha il potere di interpretarti quella parola; poi congeda il fratello "consegnanodogli quel brano" in maniera solenne - vai questa parola è per Te.. (a me per es. Parigi Luca 5)

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    1. Mi dispiace, probabilmente avete incontrato delle persone negative e opprimenti capita anche nei movimenti cattolici che entrano persone come se fossero al bar a prendere un caffè, il fatto è che quest' comunità dove non c'è condivisione ma invidia sono destinate a chiudere in pochi anni

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  2. la cosa che mi colpì di più (primo Pellegrinaggio a Parigi pochi mesi di cammino..) fù che, dopo aver aperto la Bibbia di Gerusalemme e letto il brano di Luca (preciso che non ci vedevo nulla nella mia vita "chiamata di Pietro..Ti farò pescatore di unomini..) il sacerdote che era al fianco del catechista capo non disse (ma non solo con me... mai lo fece) una parola.. lasciò l'interpretazione al super-catechista.. io ingenuamente invece mi aspettavo che fosse Lui a dirmi qualcosa, anche perchè il giorno prima mi aveva confessato... invece niente.. il super-catechista dalla sua cattedra ammaestrava e sentenziava a tutti - ma senza autorità -
    a me per esempio disse che il Signore voleva fare grandi progetti
    mi caricò talmente tanto che nella mia mente, ironicamente, pensai vuoi vedere che mi vuole far diventare Papa..

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  3. mi fece scrivere quel passo su un foglietto e mi disse di conservarlo.. perchè quella parola era per me e nei momenti di sconforto dovevo andarla a riprenderla e scrutarla

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  4. scusa Mic non avevo letto il resto..
    16 anni di cammino "MAI" un presbitero ha preparato con noi la Parola di Dio, mentre in comunità lo avrò avuto, diciamo, 10 volte su 16 anni..
    (in casa a stento si voleva leggere il Leon figuriamoci tutto il resto.. e poi le preparazioni duravano 2 ore lAgape 4)

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  5. Cito dall'articolo di apertura:

    statuto nc - art.20, c.1), 2° capoverso:I neocatecumeni, scrutando i salmi in piccoli gruppi, sono iniziati alla pratica assidua della “lectio divina” o “scrutatio scripturæ”, «nella quale la Parola di Dio è letta e meditata per trasformarsi in preghiera». Infatti, «l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo».

    Lo Statuto, qui, compie un ottimo passo in avanti per definire quello che DOVREBBE essere il contenuto di quella che viene comunemente chiamata "la Parola", nel Cammino.

    C'è un artificio, ma secondo me potenzialmente "risolutore". Come evidenziato dall'Articolo di apertura, la "Scrutatio" è una parte, sebbene importante, di ciò che la Chiesa chiama "Lectio Divina". Lo Statuto dice: "I neocatecumeni, scrutando i salmi in piccoli gruppi, sono iniziati alla pratica assidua della “lectio divina” o “scrutatio scripturæ”"

    Si evidenziano DUE MODI di identificare un unico elemento: La Lectio Divina! Il suo "sinonimo", secondo lo Statuto, è la "Scrutatio Scripture"! Il Che significa che i due termini, indicano una medesima realtà. E il fatto che la Lectio Divina venga nominata prima, e che la "Scrutatio Scripture" venga nominata dopo, come suo sinonimo, è chiaro per dire che il secondo termine richiama il primo. Inoltre in questo stesso articolo c'è un riferimento in nota che rimanda al Catechismo (dove si Parla della Lectio Divina svolta nella Tradizione della Chiesa!) e alla "Interpretazione della Bibbia nella Chiesa"!

    Altrove, nell'articolo 11, comma 4 si dice:
    Per approfondire la Scrittura «con l’intelligenza ed il cuore della Chiesa», i ne-ocatecumeni si avvalgono soprattutto della lettura degli scritti dei Padri, dei documenti del Magistero, in particolare del Catechismo della Chiesa Cattolica, e di opere di autori spirituali.

    Ora la domanda è: come si svolge e come si prepara la "Parola" nelle Comunità Nc? Così come è descritta nello Statuto? Così come dovrebbe essere la Lectio Divina che insegna la Chiesa?

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  6. Attenzione. Ho volutamente "assimilato" la Lectio Divina, con la "Liturgia della Parola" che si tiene nel Cammino.

    Entrambe si possono e devono assimilare. Poichè entrambe possono svolgersi sia privatamente che comunitariamente CON LA STESSA MODALITA'. Questo, almeno, ci insegna la Chiesa.

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  7. La presenza del Sacerdote, per una Lectio Divina, non è sicuramente obbligatoria, ma è sicuramente importante. A volte necessaria, soprattutto quando sono presenti persona che non conoscono l'Insegnamento della Chiesa.

    Come giustamente dice lO Statuto, il compito del Sacerdote, oltre che rappresentare Cristo-Maestro, è quello di guidare i presenti secondo il Magistero Perenne.

    E' questo quello che avviene?

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  8. "Attenzione. Ho volutamente "assimilato" la Lectio Divina, con la "Liturgia della Parola" che si tiene nel Cammino."

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    Non ho capito questo tuo passaggio, Stefano.

    Da quanto ricordo, ad un certo punto, Kiko scopre la scrutatio, e la fa fare nelle convivenze, per esempio di inizio anno, come dice Aldo, e poi nei gruppi nelle case.

    E' diversa dalla preparazione della Parola, si fa su un quaderno grande, su una pagina doppia:
    alla base del foglio si scrive il versetto di partenza ( che sarà la radice dell'albero)
    con l'aiuto dei versetti paralleli si scrive più sopra un versetto che colpisce, e si prosegue man mano, costruendo graficamente la chioma dell'albero.
    Ogni versetto significativo viene cerchiato ( e sarà la foglia), accanto si scrive quello che il versetto ci ha ispirato ( E QUI STA IL PROBLEMA).

    Quando la sequenza dei paralleli si ferma, si arriva a un punto morto, ci si alza in piedi, con le mani alzate, si prega in silenzio, e poi si riparte dalla radice, cercando un'altra sequenza di versetti.

    Poi si conserva quanto scritto, e lo si rilegge nel gruppo in casa.
    Anche la lettura dei salmi, viene fatta così ( dopo l'iniziazione alla preghiera)

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  9. Dice Mic

    Non ho capito questo tuo passaggio, Stefano.



    Ho volutamente scritto quello che dovrebbe essere. Ma non è!

    Il Cnc non fà la Lectio Divina. E manco la vera scrutatio, che ne è parte.

    La Lectio Divina e la "Parola" possono e devono essere assimilate, poichè dovrebbero svolgersi nel medesimo modo. A maggior ragione con iL Sacerdote presente, dovrebbero imperniarsi sul Magistero e sull'Interpretazione della Bibbia NELLA CHIESA.

    Ma nel CnC, così non è!

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  10. Ovvero ancora: Liturgia della Parola e Lectio nella Chiesa sono due termini della stessa sostanza.

    E nel Cammino?

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  11. Ripeto.
    Ora la domanda è: come si svolge e come si prepara la "Parola" nelle Comunità Nc? Così come è descritta nello Statuto? Così come dovrebbe essere la Lectio Divina che insegna la Chiesa?

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  12. Questa scrutatio, fatta da soli, non è niente altro che una serie di riflessioni, come potrebbe essere un diario personale, in cui scrivo le mie impressioni.

    Ricordo una signora non italiana che non capiva il passo di Mt 5, che dice che anche chi dice stupido al fratello merita la geenna. Lei pensava che non si deve usare la parola 'stupido' ma si può dire 'deficente', ecc. ecc.

    Ricordo una persona depressa, che soffriva nel leggere certi salmi che parlano di morte e nessuno le aveva spiegato come andavano letti ( e io l'ho capito solo dopo aver seguito un po' di Sacra Scrittura in un istituto di scienze religiose).

    Ho fatto due esempi banali, ma è pur vero che nel cammino si legge la parola come un giudizio nella propria vita, mettendo in evidenza la nostra incapacità.
    Alla parola che 'ci giudica', il che può anche andare bene, noi aggiungiamo il nostro giudizio personale, o quello dei catechisti, si strumentalizza la parola per far vedere che dobbiamo fare ancora tanto cammino, che siamo chiamati a cose grandi, ecc. ecc.
    ecco perchè non deve essere presente il sacerdote.
    Una scrutatio fatta così, serve solo a misurare il mio bisogno di fare ancora il cammino, mi mette in guardia dal non uscirne, mette in evidenza le mie debolezze, la distanza tra le mia realtà e l'ideale di buon cristiano. E' una riflessione tra me il mio Super- io.

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  14. perfetto Michela..
    ciò che ho detto con il mio esempio.. in Luca 5 Gesù chiama Pietro.."per farlo pescatore di uomini".. ora nella mia vita cosa voleva e vuol dire.. che diventerò Sacerdote? che ogni buon cristiano deve evangelizzare? o che forse dovevo reclutare quante più persone al cammino neocatecumenale?

    Caro Stefano.. la risposta alla Tua domanda è NO.. nel cammino non si fà né Lectio né Scrutatio come dice Madre Chiesa... mai.. e non lo si farà mai..
    vogliamo parlare di quando si preparano gli "articoli del Credo"?
    perchè poi andranno "cuciti" su misura della propria vita per "restituirli" il giorno della professione di Fede?

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  15. La realtà che ho vissuto.

    La "Parola" è preparata sempre da un gruppo di associati al CnC (nella mia esperienza non ho mai visto un Sacerdote preparare la Parola col gruppo). Ovviamente della medesima comunità.

    Dipendentemente dal "punto" di Cammino in cui si è, il gruppo è scelto o ciclicamente, all'interno della Comunità, o a secondo del tipo di tappa si stabilise il gruppo in modo diretto con un tema specifico.

    La preparazione della parola ha uno schema unico e valido in tutte le comunità. Per tale preparazione si ha come libro di riferimento (tema e riferimenti scritturistici) il Dizionario Leon Dufour. Dizionario assolutamente COMPLESSO e, secondo me, INADATTO ad essere "divulgativo".
    Secondo il Tema, si legge il Leon Dufour e poi si annotano i riferimenti biblici a margine.
    Si leggono i riferimenti biblici e si annotano quelli che "mi hanno colpito". Si mettono in comune le "risonanze" e si scelgono le parti che andranno ad essere lette in comunità.
    Si scelgono (ovviamente se si è daccordo) le persone che terrano le varie Monizioni interne alla Liturgia, ovviamente secondo ciò che la persona ha "ricevuto" da quella data Parola. Si scelgono i salmi in risposta alle Letture.
    Si fanno le preghiere spontanee prega il Pater, e ci si scambia la Pace.

    Questo è quanto.

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  16. Dice Aldo

    Caro Stefano.. la risposta alla Tua domanda è NO..

    Lo so Aldo, è una domanda retorica purtoppo...

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  17. La liturgia della Parola si prepara su alcune 'parole' date dai catechisti
    poi sulle grandi figure bibliche
    sul credo apostolico,
    Padre Nostro
    Comandamenti
    e Discorso della montagna ( si termina il cammino, con la stessa parola che era stata 'consegnata' alla prima convivenza)

    Viene preparata leggendo il Dufour che riporta i passi biblici inerenti a quella parola, poi per il Credo e il Padre Nostro si usano anche dei compendi/raccolte dei Padri d Chiesa,
    Per gli ultimi temi, su usa sempre più il catechismo e i passi paralleli.

    I testi, anche i più impegnativi dei Padri, noi li abbiamo sempre letti nel gruppo, poi dipendeva dalla sensibilità di ognuno, prendere qualche appunto, cercare di capire.

    Non capisco bene quello che vuoi dire, Stefano,
    perchè anche se formalmente il cammino usa i libri del magistero, e quindi è formalmente inattaccabile,
    in realtà l'interpretazione dei testi, anche se fosse presente un sacerdote, passerebbe sempre attraverso il filtro del cammino( e cioè quel sentirsi sempre inadeguati e bisognosi di essere guidati da altri uomini).

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  18. Cosa c'entra la liturgia dela Parola con la lectio?

    ho solo l'impressione, ma sono ignorante in materia, che la liturgia dela parola sia una specie di ripresa della liturgia sinagogale.

    Per questo non capisco e non credo che nello statuto le due cose siano assimilate.

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  19. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  20. Dice MIchela
    Non capisco bene quello che vuoi dire, Stefano,
    perchè anche se formalmente il cammino usa i libri del magistero, e quindi è formalmente inattaccabile


    Formalmente inattaccabile?
    A me non risulta. Io il cammino non l'ho fatto fino in fondo, quindi parlo per quello che ho fatto.

    Già il fatto di usare il Catechismo e ALCUNI testi dei Padri solo quasi a fine cammino la dice lunga! E poi il COME si usano questi testi la dice ancora più lunga!

    Se è per questo, quando chiesi il motivo ad un catechista del perchè si stava sempre e solo in piedi a Messa, mi hanno citato pure un Concilio della Chiesa! Ma ovviamente non c'entrava un piffero con quello che avevo chiesto!
    Non è solo il fatto di non usare il Magistero, ma anche il fatto che quando si "usa" lo sia fa svuotandolo di quello che è. E riempendolo con il CnC

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  21. Sollecitato da un esperienza recente, ho appreso che la Chiesa adotta da sempre alcuni strumenti affinché i fedeli possano nutrirsi della Parola di Dio, sia in forma comunitaria che privata.

    Tra questi (oltre, ovviamente oltre alla Liturgia della Parola che precede quella Eucaristica) c’è la Lectio Divina che, composta da 4 (ma alcuni ne indicano 7) tempi, comprende anche quello che io conoscevo come unico ‘strumento’ capace per dialogare con Dio, ‘la scrutatio’.
    Questo, lo strumento ‘principe’ per i NC, veniva esercitato da principio a fine, da soli anche perché così venivano stimolati...”quando hai un problema, interrogati! Prega il Signore che ti illumini su quel fatto che non capisci...apri la Bibbia, scruta la Parola e vedrai che troverai la risposta!”

    Ci credevi davvero e lo facevi, senza pensare minimamente (per ignoranza non per altro) che ciò era la pratica del “libero esame” dei protestanti.

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  22. il cammino è formalmente inattaccabile,
    l'unico punto veramente debole dello statuto è il passaggio dove si parla dei falsi concetti di sè, che rivela la natura più psicologica delle catechesi del cammino.

    Nel cammino si leggono i Padri,
    che poi tutto avvenga attrraverso il filtro, lo sappiamo solo noi che ci siamo passati.

    Ricordo che verso la fine del cammino, dopo aver fatto tantissime preparazioni, ti assicuro che spesso ero in grado di trovare fuori le 4 letture richieste a memoria perchè ricordavo i passi, a volte anche delle lettere di Paolo. Quale altro gruppo cristiano può vantare una tale cultura biblica?
    E' ovvio che un esterno resta impressionato da chi cita un Rufino, piuttosto che un Cromazio ( che sul Credo hanno scritto qualcosa se non ricordo male), invece dei soliti Agostino e così via.

    In realtà sono molto ignorante di tutte queste cose, era solo per dire che il cammino si presenta bene, anche culturalmente.

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  23. Dice MIchela

    Nel cammino si leggono i Padri,
    che poi tutto avvenga attrraverso il filtro, lo sappiamo solo noi che ci siamo passati.



    A quale tappa? Dopo quanti anni di formazione alternativa? Che comprensione si ha di questi testi dopo essere formati da un'altra dottrina?

    Quale altro gruppo cristiano può vantare una tale cultura biblica?


    Quale altro gruppo "cristiano" può vantare una tale cultura EBRAICA della Bibbia?

    il cammino si presenta bene, anche culturalmente.


    Che il Cammino si presenti bene, culturalmente, non c'è dubbio. Si presenta bene anche a livello organizzativo, strutturale, di coesione.

    Ma questo non significa che il Cammino si fondi su contenuti "inattaccabili".

    RispondiElimina
  24. Dice Michela


    ho solo l'impressione, ma sono ignorante in materia, che la liturgia dela parola sia una specie di ripresa della liturgia sinagogale.


    Michela, la Lectio Divina è la vera "Liturgia della Parola" della Chiesa, fatta con la CHiesa e per mezzo della Chiesa.

    Ma il CnC la distorce. Per cui, in teoria la Lectio Divina si dovrebbe poter assimilare alla "Parola", ma in pratica la "Parola" nel CnC non è assimilabile alla Lectio Divina della Chiesa.

    RispondiElimina
  25. Io scrivo quello che è il mio 'sentire', quello che so, e che vedo.
    La liturgia della Parola è la prima parte della S.Messa, che si conclude con l'omelia e le preghiere

    la lectio è altra cosa, innanzitutto non segue il tempo liturgico, ma segue altre esigenze, e questa mi sembra una differenza fondamentale.

    La differenza sta che nella lectio, io chiedo qualcosa al testo, ed attendo la risposta.
    Nella liturgia, è la chiesa che mi propone, mi dice che strada seguire.

    Mi rendo conto che è difficile parlarsi via web, spero che si capisca cosa intendo.

    RispondiElimina
  26. Cari amici ,offro alla vostra riflessione questo stralcio di documento, per me sconvolgente, inerente non solo al tema della “scrutatio”, ma anche a quello della mania per l’ebraismo, la cabbala o comunque la ricerca di un codice per interpretare la bibbia .

    Ecco il link:
    http://www.bibbiaweb.net/lett082a.htm

    e l’inizio del testo:

    “LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...
    Roma, Ateneo Salesiano, con gli studenti del corso biblico
    Università Pontificia Salesiana UPS di Roma.

    "SCRUTATIO" CRISTIANA
    DEL TESTO MASORETICO DELLA BIBBIA

    di Alessandro Conti Puorger

    LA MIA ESPERIENZA, LA "SCRUTATIO" - COM'È NATA L'IDEA

    Cattolico, ingegnere, 45 anni di matrimonio, tre figlie, nonno per ora di 8 nipoti, ho un "hobby", scrutare il Testo Masoretico (T.M.) della Bibbia Canonica ebraica detta anche TaNaK (acronimo di Torah, Nebiaim profeti e Ketubim scritti vari, le tre parti del T.M.).
    Entrato nel cammino neocatecumenale, per la preparazione alla S. Pasqua del 1980 presi visione del Seder o Ordinamento per la Pasqua ebraica, un libretto ove c'erano anche parole in ebraico con lettere grandi in caratteri rabbino quadrato e mi colpirono le lettere di Pasqua "Pesach".”

    Io me lo sono letto tutto e sono rimasto…….. senza parole.

    RispondiElimina
  27. Ma infatti la "liturgia della Parola" dovrebbe essere intesa solo come quella che avviene nella Messa.

    Si dovrebbe chiamare lecctio Divina quella che avviene al di fuori della Messa, mentre nel CnC viene chiamata "Liturgia della Parola" anche quella che dovrebbe essere invece "LEctio divina", PER COME AVVIENE.

    In realtà è entrato nell'Uso Comune della CHiesa usare Lectio Divina e Liturgia Della Parole come sinonimi.

    RispondiElimina
  28. Tra l'altro, per chiarezza, nella Chiesa la "liturgia della Parola" della Messa si chiamva "Pars Didactica"...

    Quello a cui mi riferisco ora quando parlo di "LIturgia della Parola" è a quella che avviene FUORI DALLA MESSA.

    RispondiElimina
  29. I libri di Lifschitz sui salmi sono una specie di scrutatio che tiene conto di tutte le fonti ebraiche, ma con tutto il rispetto per Lifschitz, e per tutti i midrash che ci siamo sorbiti nel cammino, sono letture fini a se stesse, noiosissimi percorsi intellettuali, che a noi cristiani non dicono nulla, perchè non si può leggere la Scrittura senza Gesù Cristo.

    Parlo a livello di esperienza cristiana, per uno studioso di cultura biblica e cultura semita, sono percorsi utili, ma che nulla aggiungono alla fede cristiana.

    RispondiElimina
  30. dice Stefano
    Si dovrebbe chiamare lecctio Divina quella che avviene al di fuori della Messa, mentre nel CnC viene chiamata "Liturgia della Parola" anche quella che dovrebbe essere invece "LEctio divina", PER COME AVVIENE.

    ------------------

    per questo ho l'impressione che si sia voluto enfatizzare il termine 'Liturgia della parola' ispirandosi al modello sinagogale, in cui chiunque può commentare la parola, i megacatechisti possono leggere il Vangelo, e così via.

    RispondiElimina
  31. In realtà è entrato nell'Uso Comune della CHiesa usare Lectio Divina e Liturgia Della Parola come sinonimi.

    1. oltre alla dizione 'Liturgia della Parola' usata dai libri Liturgici per le "Letture" durante la Santa Messa, ora addirittura sta prendendo sempre più piede, a proposito delle Letture, dire 'mensa della Parola' equiparata sempre più alla 'mensa Eucaristica', in cui il Signore non si dona attraverso il testo Sacro, ma direttamente nella Sua Persona, che si fa Presente Realmente in Corpo Sangue Anima e Divinità.
    Questo livellamento, naturalmente, tende a diluire e quindi pian piano ad espungere la "Presenza Reale", con l'enfasi tutta protestante sulla Parola

    2. A volte si parla di Liturgia della Parola, anche fuori della Messa quando ci sono incontri senza la consacrazione: e qui davvero si riconosce molto lo stile sinagogale che ricorda Michela e anche l'enfasi tutta protestante sulla Parola

    3. La Lectio (scrutatio), che porta a livelli più profondi: meditatio oratio contemplatio infine actio e attitudine alla ruminatio, implica momenti -e livelli di profondità crescente- di approccio diverso con la Scrittura: di ascolto e studio amoroso, che alimentano la conoscenza e il dialogo col Signore. Approfondendo la dimestichezza con la Sua Parola "lampada per i miei passi", nutrono e alimentano la fede

    4. La 'Liturgia delle ore' è una preghiera comunitaria di tutta la Chiesa. Oltre a Salmi e letture contiene anche inni, già prefissati, distribuiti seguendo i vari momenti dell'Anno Liturgico; essa rappresenta il cosiddetto "Ufficio", cioè la lode e la preghiera 'dovuta' al Signore, che scandisce i ritmi della giornata nel costante pensiero e ricordo rivolto a Lui: compito essenzialmente comunitario, un tempo riservato alle comunità monastiche e di consacrati, esteso tuttavia a chiunque voglia parteciparvi... Non è una prerogativa del cammino. Ricco di Grazia e nutriente per chi sia capace di vero ascolto e autentica preghiera (solo il Signore può dirlo) e non metta anche in questo la griglia di lettura che è tipica del cammino stesso

    RispondiElimina
  32. Rispondo a Stefano , a proposito della lettura dei Padri:
    si fa quando si prepara il Credo e il Padre Nostro, ma si tratta del Credo Apostolico, per cui si tralascia la parte su Gesù vero Dio e vero uomo,che probabilmente è quella che farebbe aprire gli occhi sulle storture del cammino.

    RispondiElimina
  33. Se la dimestichezza con la Bibbia che il cn promuove portasse ad una autentica conoscenza della Parola, fedele alla Tradizione della Chiesa, da sola basterebbe ad escludere, a non tollerare il sincretismo giudeo-cristiano che il cn ha introdotto impunemente nei suoi riti. San Paolo basterebbe, io credo.

    In realtà nel cn si fa una specie di bricolage della Parola. E’ una forma di addestramento, appunto, che ti abitua a quei testi, a riconoscerli, a rintracciarli rapidamente , anche a citarli e a farne una sorta di gergo simil-biblico. Certo, ti abitua anche al confronto con quella Parola, ma per penetrare ed esplorare la ricchezza della Parola di Dio non basta una cuore aperto all’ascolto, come si dice nel cn, ma c’è bisogno di chi quell’ascolto lo guidi e lo riempia anche di contenuti autentici, come appunto insegna la Chiesa.

    RispondiElimina
  34. E a proposito di bricolage della Parola, vorrei richiamare quella pratica indotta e ampiamente incoraggiata nel cn, cui accennava Aldo. Consiste nell’apertura a caso della Bibbia e nella meditazione della pagina che capita così sotto gli occhi. Questa pratica diventa per molti un’abitudine quotidiana tesa a trovare risposte o comunque orientamento nella Parola che ‘ti parla’. Ferma restando l’efficacia intrinseca della Parola di Dio, non so quanto possa ritenersi giusta, opportuna, legittima questa pratica e quanto invece sia al limite di un uso superstizioso della Parola per piegarla ai nostri tempi e ai nostri bisogni. La casualità in questa pratica infatti vuole essere una specie di garanzia che quel versetto capitato sia proprio ‘una parola per te’.

    RispondiElimina
  35. Dice Michela
    ho solo l'impressione, ma sono ignorante in materia, che la liturgia della parola sia una specie di ripresa della liturgia sinagogale.

    ci sono molte più 'assonanze' di quante si immagini. Anche perché il momento 'misterico' della celebrazione cristiana è l'Actio dal Canone-Consacrazione-Comunione. Ed era quello il momento in cui, quando esisteva ancora il catecumenato, venivano esclusi i catecumeni finché non avessero ricevuto il Battesimo...

    Le letture sono strettamente collegate con l'antica liturgia sinagogale

    Del resto i primi cristiani partecipavano alla proclamazione della Parola di Dio insieme con gli ebrei nelle sinagoghe. E, quando sono stati proclamati eretici e cacciati dalle sinagoghe - perché cercavano di portarla al suo punto finale: l'annuncio della salvezza realizzata nel Messia Gesù, cioè la « buona novella » dell' avvenuta realizzazione delle promesse -, l'hanno inserita nella Santa e Divina Liturgia Cristiana (i Santi misteri, appunto), ma non hanno mai confuso la proclamazione della Parola con il Grande Mistero del Corpo e del Sangue del Signore Risorto...

    La nuova enfasi sulla Parola neocat è molto protestante oltre che giudaizzante, anche avuto riguardo alla predilezione per l'A.T., i midrashim, il seder di Pesach e compagnia bella: utilissimi da conoscere, ma devono lasciare il passo al Nuovo Testamento, che è il compimento della storia dlela Salvezza.

    Non vi ha colpito della testimonianza di apertura proprio questo dato sull'A.T. e sulla la scarsa conoscenza di Gesù (del vero Gesù), che abbiamo tante volte richiamato anche noi?

    RispondiElimina
  36. @Aldo
    vogliamo parlare di quando si preparano gli "articoli del Credo"?


    ... sarebbe interessante ...

    RispondiElimina
  37. La Scrittura è molto usata nel cammino...

    ************

    leggendo questa frase pensavo:

    - anche i Protestanti usano molto la Scrittura e forse anche più dei Cattolici...per Lutero esiste solo la Sola Scriptura e l'archeologismo cristiano...

    - anche Satana conosceva a memoria le Scritture, ma non sapeva e non voleva interpretarle come Dio;

    -anche i Farisei conoscevano a memoria le Scritture, ma le interpretavano a modo loro;

    - anche san Paolo conosceva le Scritture, ma perseguitava i Cristiani...

    - anche i Giudei, gli Ebrei conoscevano le Scritture, ma rifiutarono, una parte di essi, di riconoscere il Messia;


    e pensavo ancora:

    - moltissimi Santi erano analfabeti e NON conoscevano la Scrittura, ma adoravano l'Eucarestia e la Santa Messa così come confermata nel Concilio di Trento...

    Conoscere le Scritture è importante, l'episodio di Emmaus ce lo fa comprendere, tuttavia ciò che COMPLETA LE SCRITTURE E' SOLO L'INCONTRO CON IL RISORTO E SOSTARE SUL CALVARIO PER RICONOSCERLO SULLA CROCE, NELL'EUCARESTIA, NEI SACRAMENTI SGORGATI DAL FIANCO SQUARCIATO....

    ^__^

    RispondiElimina
  38. grazie Caterina,
    con pochi tratti essenziali hai ben centrato la questione

    RispondiElimina
  39. "L'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo"
    San Girolamo

    RispondiElimina
  40. Quanto vi offro da leggere non è proprio un OT, ma un arricchimento ulteriore che ruota sempre attorno al Sacerdozio correttamente inteso...
    Vi invito a questa lettura, da fare propria e donarla ai nostri Sacerdoti....

    ^__^

    CARI SACERDOTI, ecco cosa desidera un autentico Laico da voi....

    http://www.oriensforum.net/index.php?topic=2862.0

    RispondiElimina
  41. "L'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo"
    San Girolamo


    Ma è mai possibile, lvvfl, che non riusciate a dare una lettura esatta di quel che scriviamo?

    Chi è che ha scritto che la Scrittura non è importante o che non è necessario conoscerla?

    Caterina dice cose molto serie e vere che vanno interpretate correttamente senza pregiudizi e non assolutizzate. La conoscenza delle 'cose sacre' è infinita e molte sono le sue ricchezze: questa non è che una briciola...

    Quello che stiamo stigmatizzando in questa discussione, con argomenti e testimonianze, è l'uso scorretto nonché l'enfatizzazione tutta protestante che il cammino fa della Parola, non il fatto che se ne faccia uso, perché la Parola del Signore è nutrimento per ogni cristiano; ma a poco serve -anzi ne viene vanificata la dirompente fecondità- se non è accostata e assimilata rettamente nella Chiesa!

    RispondiElimina
  42. Piccola puntualizzazione.

    Per comprendere e lasciarsi plasmare dalla Scrittura è indispensabile aver sempre presente che la «lettera da sola uccide» perché «lo Spirito illumina la lettera». Questo non significa che la lettera debba essere eliminata. E neppure che ci sia chi ha il monopolio dello Spirito, solo perché se lo attribuisce...

    Anche la lettera ha i suoi diritti ed il suo spazio. Alla base di ogni esegesi autentica c'è l'approccio prioritario ed essenziale con la lettera.

    Ora, lettera significa anche storicità, in senso pieno. Una base storica è sempre necessaria alla Rivelazione, come la natura in rapporto alla grazia. Infatti, come la Grazia perfeziona la natura senza eliminarla (altro che "svuotamento di sé"!), la Rivelazione, lo Spirito, illumina, senza eliminarla, la storia. Ma solo la Sapienza può creare equilibrio, tra Rivelazione e storia, Spirito e lettera. Nulla a che vedere con la presunzione intellettualistica di chi crede di poter approcciare il Mistero con i poveri strumenti umani a nostra disposizione, ma consapevolezza che c'è una soglia, un "oltre" che dobbiamo sempre attraversare... ed è la Chiesa, non senza la nostra adorante ed accogliente disposizione interiore, che ci guida. Nessun pressapochismo, nessuna banalizzazione, nessun 'fai da te'...

    Mi viene in mente un'immagine dei 'Padri'. E' Origene che paragona la Scrittura alle noci: "Così è la dottrina della Legge e dei Profeti alla scuola di Cristo: amara è la lettera, che è come la scorza; in secondo luogo perverrai al guscio, che è la dottrina morale; in terzo luogo troverai il senso dei misteri, del quale si nutrono le anime dei santi nella vita presente e nella futura."

    Cristo ringrazia il Padre per aver svelato queste cose ai semplici di cuore ed averle invece nascoste ai dotti ed agli intelligenti, secondo il mondo. Ed è per questo che si dice che Dio si rivela agli Adoratori e si ritrae dagli indagatori e io aggiungo ai banalizzatori delle cose sacre, come Sacra è anche la Scrittura

    RispondiElimina
  43. Visto che Caterina 63 parla tanto della scuola dei santi e che dobbiamo imitarli ,imiti e ascolti l'esortazione del grande San Giovanni Crisostomo che invita a leggere le Scritture con frequenza.
    Esattamente il contrario di quello che ha detto lei.Caterina 63 impari come si diventa Santi attraverso le Sacre Scritture che non sono un optional eviterà di dire le scemenze che dice.Come farà catechismo questa donna?Mah!!

    S.Giovanni Crosostomo:

    "Datevi alla lettura delle Sacre Scritture.Non solo accontentandovi di udirle in chiesa,ma quando ve ne tornerete a casa, prendendo nelle vostre mani la Bibbia ed immergendovi nel significato di ciò che vi è scritto. Seduti, per così dire, presso queste acque, quand'anche non abbiate nessuno al fianco per interpretarle, però dallo studio diligente di esse voi riceverete molto profitto".

    RispondiElimina
  44. La verità vi farà liberi ha detto...
    "L'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo"
    San Girolamo

    **************************

    caro amico, a quanto detto da Mic ti rammento che san Girolamo ha detto molto altro....se si estrapola una sola frase facendone uno slogan si fa il giogo di Lutero del SOLA SCRIPTURA infatti Lutero vincerà perchè convincerà i cattolici dubbiosi che la Chiesa NASCONDESSE la Scrittura o che peggio, la vietasse...
    ^__^

    Prova a chiedere ad un Pentecostale oggi (ma voi NC con i Protestanti non avete alcun thread aperto!) cosa ne pensa di questo passo e ti risponderà che la Chiesa Cattolica HA VIETATO di leggere la Scrittura perchè temeva che i fedeli scoprissero la verità....
    ossia che la Chiesa aveva inventato tutto a cominciare dall'EUCARESTIA, dalla Messa che fu la prima abolizione, con il sacerdozio, fatta dai protestanti LEGGENDO LA SCRITTURA...

    Ordunque cosa intendeva san Girolamo?

    lo spiega sant'Agostino, da voi poco conosciuto ^__^ come il resto dei Padri, il quale ha una discussione con Girolamo a riguardo DELLE TRADUZIONI....
    quando Girolamo scrive questa frase aveva da poco risolto LO SCONTRO AVUTO CON AGOSTINO circa l'uso della Settanta e del testo originale ebraico che da li a breve sarebbe scomparso, lasciandoci il Masoterico sorto intorno all'Anno Mille....

    L'avanzata DELL'ARIANESIMO e di altre eresie e la questione sulla TRINITA', donatista ecc... spinsero così Girolamo che nel frattempo traduceva i testi in latino, DI CHIARIRE L'IDENTITA' DEL CRISTO ATTRAVERSO LE SCRITTURE...
    ^__^

    La Chiesa Cattolica ha sempre incoraggiato le anime pie e devote alla lettura ed alla meditazione del Vangelo e della Bibbia ma ha sempre sospettato che la lettura delle Sacre Scritture fosse poco utile agli spiriti increduli, superstiziosi, ignoranti o instabili (Matteo 7,6 ; Tito 3,10-11; 2 Pietro 3,16).

    Ciò che la Chiesa ha con forza affermato nel passato è che la lettura della Bibbia non è strettamente necessaria per tutti né è sempre conveniente per le persone impreparate o caratterialmente volubili, visto che queste persone sono più facilmente esposte al rischio di fraintendere le Scritture, travisandone il significato e scivolando nel dubbio o nell'eresia. Nessuna madre amorevole vieterebbe un cibo salutare ai propri figli, a meno che i figli non ne abusassero e ne facessero scempio. È pertanto comprensibile come in tempi di ignoranza, di eresie e di scismi la Chiesa possa aver limitato, controllato e vietato la lettura di bibbie sospette, senza note, senza approvazione ufficiale, edite da stamperie anonime, in lingua volgare o in dialetto.


    Per la Chiesa di oggi il pericolo è rimasto, tuttavia la conoscenza essendo più amplificata, per chi vuole, attraverso anche internet e la quantità di LIBRI SPIRITUALI SANI, rende dunque la Chiesa disponibile ad invitare la lettura della Bibbia, ma

    continua.........

    RispondiElimina
  45. continua da sopra....

    come insegna lo stesso Benedetto XVI:

    A queste dottrine l'autore fa fronte con due richiami di fondo. L'uno consiste nel rimando a una lettura spirituale della Sacra Scrittura (cfr. 2 Tm 3, 14-17), cioè a una lettura che la considera realmente come "ispirata" e proveniente dallo Spirito Santo, così che da essa si può essere "istruiti per la salvezza". Si legge la Scrittura giustamente ponendosi in colloquio con lo Spirito Santo, così da trarne luce "per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia" (2 Tm 3, 16). In questo senso aggiunge la Lettera: "Perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (2 Tm 3, 17).

    L'altro richiamo consiste nell'accenno al buon "deposito" (parathéke): è una parola speciale delle Lettere pastorali con cui si indica la tradizione della fede apostolica da custodire con l'aiuto dello Spirito Santo che abita in noi. Questo cosiddetto "deposito" è quindi da considerare come la somma della Tradizione apostolica e come criterio di fedeltà all'annuncio del Vangelo.

    E qui dobbiamo tenere presente che nelle Lettere pastorali come in tutto il Nuovo Testamento, il termine "Scritture" significa esplicitamente l'Antico Testamento, perché gli scritti del Nuovo Testamento o non c'erano ancora o non facevano ancora parte di un canone delle Scritture. Quindi la Tradizione dell'annuncio apostolico, questo "deposito", è la chiave di lettura per capire la Scrittura, il Nuovo Testamento.

    In questo senso, Scrittura e Tradizione, Scrittura e annuncio apostolico come chiave di lettura, vengono accostate e quasi si fondono, per formare insieme il "fondamento saldo gettato da Dio" (2 Tm 2, 19). L'annuncio apostolico, cioè la Tradizione, è necessario per introdursi nella comprensione della Scrittura e cogliervi la voce di Cristo. Occorre infatti essere "tenacemente ancorati alla parola degna di fede, quella conforme agli insegnamenti ricevuti" (Tt 1, 9).


    Udienza del 28 gennaio 2009

    ^__^
    TRADIZIONE...senza la Tradizione la lettura della Scrittura perde tutto!

    RispondiElimina
  46. "Datevi alla lettura delle Sacre Scritture.Non solo accontentandovi di udirle in chiesa,ma quando ve ne tornerete a casa, prendendo nelle vostre mani la Bibbia ed immergendovi nel significato di ciò che vi è scritto. Seduti, per così dire, presso queste acque, quand'anche non abbiate nessuno al fianco per interpretarle, però dallo studio diligente di esse voi riceverete molto profitto".

    altra affermazione apodittica, che non cambia una virgola delle nostre sensate osservazioni e riflessioni

    e dimostra di come non venga preso in considerazione il contenuto logico e raziocinante oltre che Magisteriale di quel che diciamo, per ribadire ostinatamente e a testa bassa la propria ormai irreversibile de-formazione, dovuta ad un 'addestramento' che non è 'formazione' (leggi post di Larus)

    RispondiElimina
  47. .. per non parlare degli insulti del tutto gratuiti e davvero stomachevoli.

    a causa di questi, avrei fatto forse bene a non pubblicare, ma intendo mettere in risalto - oltre all'ostinata improntitudine e cecità ad ogni discorso autenticamente ecclesiale e perciò stesso pieno di 'Sapienza' oltre che di logica, che può aiutare chiunque a crescere in umanità -, il persistente implacabile e davvero sconcertante monitoraggio cui siamo sottoposti...

    E a questo proposito mi viene un'immagine troppo eloquente per non esternarla: lvvfl si affaccia qui per assorbire quel che diciamo e poi elaborarlo a modo suo, depositando quindi quello che non sono altro che suoi escrementi (perché di altro non si tratta) sul suo blog

    RispondiElimina
  48. sarebbe stato più cristiano lasciare la mia esternazione nella tastiera... ma anche da quel che mi segnalano via mail di ciò che scrive sull'altro blog, la misura è davvero colma

    non lo faccio più e andiamo avanti

    RispondiElimina
  49. Per lvvfl
    Cara Caterina 63 sperando sempre che la tua amica MIC non censuri,
    perchè messa con le spalle al muro lo fa,ti dico: [...] al cubo


    ti censuro non perché mi metti con le spalle al muro (credo di averti dimostrato ampiamente che non mi ci hai mai messo), ma perché la tua logorroica trattazione sul concilio di Trento e la scrittura nella Chiesa, in polemica con Caterina, non ha niente a che fare con l'uso scorretto e banalizzato della Scrittura nel Cammino, argomento di questo thread e non serve ad arricchire alla nostra discussione.

    Sul fatto che dici che non avete nulla a che spartire con i pentecostali, magari sarà anche vero formalmente; sotto certi aspetti sostanziali, invece, se ne potrebbe riparlare... ma non è né il luogo né il momento

    RispondiElimina
  50. Che ne dite di preparare un articolo con la differenza che c'è tra "Liturgia" e "Lectio"? E raffrontare quello che dice lo statuto in proposito?

    RispondiElimina
  51. Caro/a lvvfl

    ^__^
    posso assicurarti che Mic non censura nulla e spesso ci scriviamo anche in privato non chissà per cosa, ma per approfondire anche fra di noi poichè spesso lo scritto può dare adito a diverse interpretazioni come VOI del CNC brillantemente ci dimostrate ^__^

    Io, dal mio piccolo, come vedi NON ho affatto usato e tanto meno strumentalizzato le vostre catechesi, ma ho solo dimostrato l'uso distorto che oggi si fa della richiesta di "approfondire le Scritture..."
    Se un NC alle prove portate della distorsione, risponde con la frase di san Girolamo estrapolata dal contesto, bè, è la conferma che le CRITICHE qui sollevate sono giustificate pienamente...

    Il fatto che non sappiate "difendervi" correttamente, rispondendo con argomentazioni valide, dimostra che non difendete la Verità, ma solo il vostro orticello, il vostro INDIVIDUALISMO...

    Benedetto XVI, come ho riportato, ha spiegato cosa si intenda per APPROFONDIMENTO DELLE SCRITTURE:
    senza la Tradizione e l'interpretazione DEL MAGISTERO ECCLESIALE, si fa della Scrittura una vivisezione farisaica...
    ed io vado ben oltre dall'accusare "voi", NON vi accuso affatto, mi limito semplicemente a sottolineare aspetti che tra VOI NC e Magistero Ecclesiale Dottrinale, che non sono fusi insieme, ma camminano in parallelo
    e le vostre risposte, purtroppo, confermano queste differenze....
    e credetemi, a me piacerebbe tanto poter dire un giorno: "sono d'accordo con voi"!
    ma sembra essere molto lontano...
    ^__^

    RispondiElimina
  52. Che ne dite di preparare un articolo con la differenza che c'è tra "Liturgia" e "Lectio"? E raffrontare quello che dice lo statuto in proposito?

    OK. a me sembra interessante.

    potresti farne una stesura, soprattutto a quel che dice lo Statuto? Sulle differenze qualcosa è già venuto fuori dalle nostre riflessioni; ma sarà utile estrarne il succo e approfondire. Se vuoi io potrei completare l'articolo con questi approfondimenti

    RispondiElimina
  53. Poi, a completare, ci sarebbe anche la proposta di Larus in collaborazione con Aldo, che mi sempra importante...

    RispondiElimina
  54. Abbiate pazienza ma amo essere sintetico:
    - presenza dei sacerdoti durante la preparazione della parola: in 15 anni di Cammino MAI!
    - presenza dei sacerdoti durante la celebrazione della parola: direi meno di 1 volta su 20.
    Scrutatio: secondo me, come viene fatta nel Cammino, terribile esperienza che ti porta ... dove vuoi te! Terribile specialmente per i "piccoli" (che magari si sentono giudicati dalla parola).

    Uso dei catechisti della parola: l'interpretazione che viene data di ogni cosa che viene letta è sempre e comunque "pro catechista", anche quando verrebbe spontaneo pensare o che non centra niente di niente o che, se proprio dobbiamo dargli un senso, direbbe di smettere di interpretare così la parola...

    Apetura a caso della Bibbia: molto usata, specie durante i passaggi, gli incontri con i catechisti in cui si conclude sempre con l'apertura di una parola a caso; per quanto riguarda l'interpretazione vedi sopra.

    Apertura della Bibbia a caso durante i pellegrinaggi ed interpretazione da parte del super catechista con silenzio da parte del presbitero: l'esperienza di Aldo mi sembra un caso di scuola! Ho visto sempre fare così! Grazie a Dio una parte di me è sempre rimasta profondamente scettica su questa capacità di discernere dei catechisti... e con gli anni gli ho visto fare delle castronerire così grandi da avere conferma della LORO NON CAPACITA' DI DISCERNERE, sigh!

    RispondiElimina
  55. Preparazione della parola tramite il libro Dufour: libro pesante anzicheno ma niente, a confronto, di quello che si usa per preparare il "credo": Santos Sabugal!! E, ovviamente, il tutto senza presbitero...
    Per chi vuole ecco dove comprarlo... poi mi fate sapere.
    http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788820982768/credo.html

    RispondiElimina
  56. aspetto un contributo di Larus, Aldo e Strl e chi altri vuole sul Credo...

    coraggio!

    RispondiElimina
  57. dopo 40 anni di vita, nel CNC sono cambiate un po di cose, vi invito a venire chi è di Roma ogni prima domenica del mese nella parrocchia dei Martiri Canadesi dove si fa la scrutatio. Un vero momento di preghiera e fraternità per avvicinare i giovani ad avere un dialogo intimo con nostro Signore! non polemizzate su ciò che avete letto, venite e vedrete con i vostri occhi, c'è il SAcerdote sempre!

    RispondiElimina
  58. chi conosce bene il cammino sa che una rondine non fa primavera!

    RispondiElimina

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