giovedì 6 gennaio 2011

Brevi nozioni di logica


Piccolo aneddoto introduttivo: un giorno uno sconosciuto disse ad alta voce che due più due fa quattro. Subito ci fu un tumulto di folla.


Ci fu uno che disse: ma come ti permetti? Ma chi sei? Hai finito di dire idiozie? Non ti conosce nessuno! Stupido! Parli proprio tu che vuoi sommare a tuo guadagno i numeri? Proprio tu che non fai mai autocritica? Non hai nessuna laurea in matematica, perciò devi tacere! (fallacia "ad hominem").

Ci fu un altro che disse: ma come osi? Non esiste nessun documento di nessuna università scritto per dimostrarlo! E tu vuoi convincerci senza citare documenti ufficiali? (fallacia "ad auctoritatem").

Ci fu un altro che disse: ma come ti permetti? La maggioranza delle persone non sta dicendo nulla su quel risultato, per cui il tuo è un calcolo azzardato! (fallacia "ad judicium", talvolta fallacia "ex silentio").

Ci fu un altro che disse: ma come osi? A me non risulta, né risulta ad alcuno dei miei amici: non hai il diritto di trarre una simile conclusione! (fallacia "ad ignorantiam").

Ci fu un altro che disse: ma come ti permetti? Guarda che io chiamo Tizio e Caio! (fallacia "ad baculum" o "ad verecundiam").

Si potrebbe andare avanti a lungo, ma preferiamo fermarci qui: ai lettori di questo blog non sfuggirà che stiamo parlando delle fallacie degli strenui difensori del Cammino Neocatecumenale, cioè di coloro che si trovano a difendere l'indifendibile.

Qui non pretendiamo di convertire alla verità chi è solidamente radicato nei propri pregiudizi: dopotutto ricordiamo che perfino Nostro Signore appariva poco convincente ai farisei, che quando finalmente riconoscevano un miracolo (bontà loro!) lamentavano che era stato operato in giorno di sabato...

Ci rivolgiamo piuttosto a coloro che dentro o fuori del Cammino si interrogano sulla sua effettiva bontà, a coloro che hanno appena cominciato il Cammino e non hanno ancora fatto propri quei metodi, a coloro che di fronte all'evidenza hanno ricevuto dai neocatecumenali risposte come quelle sopra esemplificate, hanno ricevuto mezze verità (cioè intere bugie), hanno ricevuto spiegazioni incomplete e complicate.

Chi difende l'ambiguità e la menzogna avverte sempre l'urgente bisogno di far corto circuito verso la soluzione (sapendo bene che solo con abbondanti tempo, pazienza e parole sarà finalmente possibile rettificare verso la verità). Per esempio, è tipico dei neocatecumenali ragionare così: «tu critichi i nostri canti? ma i nostri sono canti biblici! tu dunque critichi la Bibbia!» Quante parole ci vogliono per mostrare la fallacia di tale affermazione?

Una delle più sentite necessità dei neocatecumenali è definirsi "approvati" dalla Chiesa in modo da annichilire chiunque abbia da ridire sugli abusi liturgici, sugli svarioni dottrinali (e le vere e proprie eresie insegnate con sottile ambiguità), rispondendo: «tu critichi il Cammino? ma noi abbiamo lo Statuto! tu dunque critichi la Chiesa!»

A tale scopo piegano a quel significato preconfezionato qualsiasi notizia li riguardi. Fa impressione, ai fedeli cattolici poco informati, sentir dire che Giovanni Paolo II ha scritto nel 1990 «riconosco il Cammino» (preparatevi ad un «tu dunque critichi papa Giovanni Paolo II?»). Eppure, per capire l'inganno, bastava conoscere qualche particolare in più su quella lettera (provate a questo link: una delle più famose mistificazioni neocat), che fa naufragare miseramente ogni slogan neocatecumenale del tipo: «tu giudichi! il Papa ci loda!»

Un amico parroco ti dice che dopotutto il Cammino sarebbe "approvato", magari ha saputo che ha «la stima e la benevolenza della Santa Sede»... Sì, queste parole le ha pronunciate veramente papa Benedetto XVI. Ma se non ci limitiamo all'estrapolazione di quella frase e leggiamo tutto intero il discorso pronunciato dal Papa, vediamo che la realtà è molto meno piacevole per i neocatecumenali.

La prima cosa che colpisce è che il Papa, nonostante il suo notevole spessore culturale (di cui ha sempre dato ampie dimostrazioni, per esempio, nelle udienze del mercoledì)... sembra parlare come la propaganda neocatecumenale: quel discorso, evidentemente, gli è stato consegnato già scritto, come spesso avviene quando si tratta di discorsi di circostanza (non vorremo mica che il Papa perda tre quarti del suo tempo per scriverseli con tutti i saluti e gli auguri e correggerseli indovinando tutti i numeretti che deve citare?) in cui aggiunge poco di suo.

E quel "poco" cosa può essere? Per l'ennesima volta il Papa ammonisce i neocatecumenali (disobbedienti ai vescovi e isolati come una setta), raccomandando loro «un cammino di docile adesione alle direttive dei Pastori e di comunione con tutte le altre componenti del Popolo di Dio». Piccolo quiz: e quando dei Pastori non vogliono il Cammino? Come ad esempio in Giappone...

Quindi il Papa fa capire che il Cammino Neocatecumenale, così com'è, non è molto efficace (eufemismo) ma «sarà ancor più efficace nella misura in cui vi sforzerete di coltivare costantemente quell'anelito verso l'unità che Gesù ha comunicato ai Dodici durante l'Ultima Cena». Piccolo quiz: perché ha precisato "costantemente"?

Insomma, se leggete tutto il discorso del Papa capite subito che i neocatecumenali estrapolano le sole parole che fanno loro comodo, guardandosi bene dal citare i continui, incessanti richiami all'unità, alla docilità, all'osservanza delle norme liturgiche e delle leggi della Chiesa, perché sanno bene che tutti questi continui richiami non hanno altra causa che una perenne disobbedienza.

Se il Cammino è così ostinatamente disobbediente, perché il Papa non lo blocca immediatamente ed anzi temporaneamente acconsente ad ammannirgli perfino qualche elogio? Ovvio: perché ha a cuore le anime semplici che ancora non si sono rese conto di ciò che è in realtà il Cammino, e che in buona fede ancora credono che il Cammino conduca a Cristo invece che a Kiko.

Il Papa, che è più paziente di me, rischia le novantanove pecore nel deserto per salvare quella recalcitrante incamminatasi sulla cattiva strada. Quanto ancora dovrà inseguirla? Quanto ancora durerà la sua pazienza?

Il Papa è certamente al corrente del terribile ricatto psicologico di cui sono vittime i neocatecumenali: «se lasci il Cammino sei perduto! se critichi il Cammino sei satana! sei fuori dalla Chiesa!» (quante tristi testimonianze in tanti decenni riportavano concordi questo atteggiamento feroce e crudele dei cosiddetti "catechisti"! e quanta faticosa premura del Papa nei confronti delle anime ingannate e ingabbiate nella tela del ragno neocatecumenale!)

Quanto agli elogi... chi di noi non è mai stato bambino discolo che in certe circostanze ha sentito sua madre o suo padre dire "ma che bravo" anziché essere punito come sapeva di meritare? Chi di noi non ha mai visto un sorriso accompagnato da un "poi a casa faremo i conti" magari espresso con un eloquente silenzio? Forse che al Papa sia vietato tener conto delle circostanze come invece fanno i genitori che non possono immediatamente dare una lezione al proprio figlio ostinatamente capriccioso?

Mi dispiace dover utilizzare tante parole per esprimere concetti così semplici: è come dover spiegare con pazienza e rigore che sì, due più due fa quattro, e che sì, il cielo è blu. Senza contare che mentre noi qui vogliamo ascoltare e capire tutto ciò che dice il Papa, i neocatecumenali al contrario estraggono solo le parole da utilizzare come propaganda, senza né farsi domande, né riflettere, né cercare di capire tutto il resto, poiché «abbiamo lo Statuto!» «Tu giudichi!»

È facile immaginare come va a finire: quando qualcosa è scomodo, tra i neocatecumenali passa sotto silenzio. Avete presente la cosiddetta lettera di Arinze? Quella che contiene le «decisioni del Santo Padre» in materia di liturgia per il Cammino, che il Santo Padre si aspettava fossero «attentamente osservate» dai neocatecumenali? Bene: la prima cosa che avvenne, ai vertici del Cammino, fu di negarne ogni valore!

Pochi giorni dopo fu il Papa stesso a confermare che le decisioni erano proprio le sue: lo disse di persona ai neocatecumenali che riceveva in udienza (quell'udienza che i neocat ingannevolmente intitolarono: "il Papa manda le famiglie neocatecumenali in missione!" come se fosse stato il Papa a sceglierle e mandarle).

Ma cinque giorni dopo la triade Kiko-Carmen-Pezzi scrive a Benedetto XVI che quelle decisioni sarebbero state contrattate con i vescovi tenendo però conto «dei fratelli più piccoli e più lontani». Ossia che la comodità del Cammino vale più delle decisioni del Papa (tutte queste cose le abbiamo documentate e ripetute da anni!) Anche quando queste decisioni diventano parte integrante dello Statuto neocatecumenale (articolo 13, comma 3, nota 49).

Quando si può estrarre una "lode" da un discorso del Papa, subito fanno gran baccano. Ma quando invece ci sono le "decisioni del Santo Padre" diventano sordi ad ogni richiamo, e addirittura se ne fanno beffe.

No, non stiamo scherzando. 17 gennaio 2006: Kiko scrive al Santo Padre «siamo contentissimi» della lettera di Arinze (sottinteso: ma decideremo noi quando e come obbedire, in virtù di non meglio precisati «fratelli più piccoli e lontani»). 13 giugno 2008: all'indomani dell'approvazione degli Statuti "definitivi ma incompleti" Kiko esultava dicendo: «Ora è il Papa a dover combattere con Arinze!» e sulle «decisioni del Santo Padre» commentava: «una catastrofe! siamo perduti!» Dunque, che ve ne pare?

D'altronde, come meravigliarsi di tutto questo? Il fondatore del Cammino va dal Papa non per ascoltarlo, ma per pretendere che i Vescovi accettino il Cammino. La "nueva estetica" kikiana è autocelebrativa oltre che agghiacciante. Ma non sentirete mai un neocatecumenale dire: "Kiko, in tale azione, ha sbagliato" oppure: "Kiko, dicendo così, ha sbagliato" o almeno: "quell'icona (o quel canto) di Kiko è inadatta alla liturgia", o almeno: "Kiko disegna delle brutture"...

Per difendere l'indifendibile è necessario fare a meno della logica, è necessario utilizzare stratagemmi e inganni, giochi di parole, ambiguità. Conoscendo i trucchi della propaganda neocatecumenale, si capisce subito chi sta (consapevolmente o no) dalla parte delle tenebre.

E si capisce cosa intendeva san Pio da Pietrelcina quando, ancor prima che Kiko e Carmen si stabilissero a Roma, già li aveva definiti i nuovi falsi profeti.
(da: by Tripudio)

32 commenti:

  1. ho ripostato il thread di Tripudio perché comparisse per primo (normalmente conservano la data di elaborazione, per cui era apparso datato domenica)
    e riporto qui il commento di Freedom:

    Devo fare i miei complimenti all'autore del thread. Ottimo, ben congegnato , esaustivo e ben scritto. Spero che invogli a postare molti commenti.

    RispondiElimina
  2. Proviamo ad applicare qualche esempio...

    Citazione 1: su un blog neocatecumenale si leggeva: il CNC da 40 anni celebra l'Eucarestia secondo la sua prassi usando il candelabro a nove bracci, hanno celebrato ben due papi, ma non c'è mai stata alcuna proibizione ufficiale.

    Dunque, se io giorno per giorno sull'altare metto una statua di Budda, devo aspettare una "proibizione ufficiale"?

    E quando sono venuti a celebrare i "ben due papi", credete forse che i neocat non abbiano nascosto temporaneamente tutti gli abusi liturgici?

    Inoltre, i "ben due papi" sono venuti in tempi lontanissimi (il secondo era solo cardinale), quando ancora non vi conoscevano. Le foto che li ritraggono, inoltre, non confermano nessuno degli abusi liturgici per cui i neocat sono divenuti famosi...

    Infine: ha difeso la "prassi" senza spiegare perché hanno protratto per 40 anni un abuso liturgico... su un candelabro che non esiste da nessuna parte della tradizione cattolica!

    Ecco come funzionano i "ragionamenti" dei neocat: è tutto un elenco di fallacie, omissioni, forzature, interpretazioni di comodo...

    RispondiElimina
  3. Quando i neocat vantano l'esclusiva di "variazioni liturgiche ammesse dalla Chiesa", trascurano sempre di dire che sono soltanto due:

    1) lo spostamento del segno della pace a prima dell'offertorio (come nel rito ambrosiano)... che è un "indulto" (permesso) "temporaneo" che vale solo fino a nuova disposizione

    2) la comunione sotto le due specie (che però è un permesso dato dalla Conferenza Episcopale Italiana a qualsiasi sacerdote)... naturalmente i neocat utilizzano questo cavillo per fare le due specie a modo loro (anziché le ostie e l'intinzione, usano le "piadine" e il "boccale", che è un pessimo modo di applicare il permesso).

    RispondiElimina
  4. Ecco che cosa ha detto Padre Kolfhaus durante il recente convegno sul Vaticano II:

    "La pastorale poggia sulla dottrina, la prassi presuppone la retta dottrina. Il rovesciamento di questo ordine porta troppo facilmente a far sì che con "una nuova realtà pastorale" si sviluppi una "nuova" dottrina. Esempi di ciò ve ne sono in abbondanza nella vita quotidiana delle comunità ecclesiali."

    Chi vuol capire, capirà.

    RispondiElimina
  5. Citazione 2: padre Zoffoli ebbe poca fiducia nei confronti della Santa Sede...

    Scusatemi, ma certe baggianate sono esilaranti.

    Quanto alla Santa Sede, che "fiducia" hanno avuto i neocatecumenali di fronte alla lettera di Arinze? (quella che oggi è parte del loro stesso Statuto, ed alla quale tuttora disobbediscono).

    Quanto al Papa, che "fiducia" hanno avuto i neocatecumenali di fronte alle norme che il Papa si aspettava venissero «attentamente osservate»?

    Quanto al padre Zoffoli, che "titoli" poteva mai vantare quel povero sacerdote passionista, autore di parecchie decine di volumi di apologetica, filosofia, teologia, agiografia? curare l'opera omnia di san Giovanni della Croce è uno scherzetto, ci riuscirebbe anche un bambino, vero? Tutto questo senza risparmiarsi sulle ore passate in confessionale e sui suoi doveri di religioso...

    Ecco il punto: i neocatecumenali hanno sempre urgente bisogno di denigrare coloro che hanno da ridire sul Cammino.

    E ne hanno bisogno perché hanno il terrore che le loro opere vengano alla luce!

    RispondiElimina
  6. Padre Zoffoli oltre che un teologo, scrittore ecc. era un sant'uomo e come tale, seguace della verità. E' impossibile pensare che un'uomo tutto d'un pezzo e integerrimo come lui (magari ne nascessero altri!)potesse venire a patti col cammino neocatecumenale.Comunque sarebbe utile ed opportuno chiedersi, come mai, il cnc abbia avuto un tale successo tra i "lontani" e tra i giovani.Non bisogna demonizzare gli avversari ma bensì comprenderli nella loro essenza e capirne i lati positivi e negativi.

    RispondiElimina
  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  8. l problema con certi neocatecumenali, è che si sentono più realisti del Re. Non credo sia utile una disputa fra chi si sente , più o meno depositario, a buon titolo della "vera tradizione". Il problema NON E' se si facciano o meno le danze davidiche alla fine della celebrazione. IL PROBLEMA, a mio avviso, E', che degli sprovveduti si facciano pastori d'anime seguendo un logoro canovaccio opera d'un megalomane pittore ormai canuto.

    RispondiElimina
  9. Posso chiedere delucidazioni sulla frase di Padre Pio?

    RispondiElimina
  10. La testimonianza è custodita tra la corrispondenza ricevuta da p. Zoffoli, al quale nel corso di molti anni si rivolgevano molti sacerdoti e fedeli che lo interpellavano sul cammino neocatecumenale.

    La lettera che contiene la testimonianza viene da un sacerdote abruzzese, al quale alcuni suoi parrocchiani avevano chiesto consigli sui neocatecumenali di cui allora si cominciava a parlare.
    Il sacerdote scrive a p. Zoffoli che, dopo un pellegrinaggio a S. Giovanni Rotondo, questi parrocchiani, che hanno rivolto la domanda a p. Pio, gli hanno riferito la sua risposta: li ha definiti "falsi profeti"

    RispondiElimina
  11. Mic ti prego per completezza di riportare questo mio post.

    Come credo sappiate bene, San Pio morì il 23 Settembre del 1968.
    Il 1968 è anche l'anno in cui Kiko, da Madrid, venne a vivere nelle baracche del Borghetto Latino a Roma.

    Ora, che poco prima di morire San Pio abbia avuto modo di scrivere riguardo al Cammino Neocatecumenale risulta quantomeno dubbio dal momento che:
    1. Kiko era poco più di un barbone che si aggirava predicando nelle parrocchie, bellamente ignorato da quasi tutti i parroci
    2. il Cammino Neocatecumenale nemmeno si chiamava così: era una realtà embrionale che avrebbe assunto un'identità più specifica (e ovviamente non definitiva) solo qualche anno dopo
    3. Nel 1968 l'unica comunità esistente era formata dai vagabondi della periferia di Madrid.

    Ergo, pure assumendo con tutta la buona fede del mondo che San Pio pochi giorni prima di morire abbia scritto davvero qualcosa riguardo alle nascenti comunità neocatecumenali è pressoché impossibile che ne conoscesse la struttura ed il funzionamento per il semplice fatto che essi erano ancora ignoti allo stesso Kiko.

    Per dovere di cronaca Mic, credo che dovresti dare anche questi dati, in un post in cui si parla di "brevi nozioni di logica" :-)
    Poi proseguite pure con il resto della conversazione, non voglio assolutamente sviarvi visto che mi accusate di deviare sempre gli argomenti di discussione ;)

    RispondiElimina
  12. Chiedo venia, non avevo letto che Tripudio già aveva specificato che San Pio si sarebbe espresso su Kiko e Carmen ancor prima che essi si trasferissero a Roma.

    (concedetemi una battuta, probabilmente si sarà informato sul loro conto leggendo qualche blog :-) )

    Vabbè, lascio a voi le conclusioni "logiche", per restare in tema :-)

    Saluti

    RispondiElimina
  13. sapevo che sarebbe venuta fuori questa obiezione, perché conosco la data di morte di p. Pio e conosco anche le origini del cammino.
    Il 1968 è anche l'anno dell'insediamento del cammino ai Martiri Canadesi e la sua proliferazione in altre parrocchie fu molto rapida.

    Si dà il caso che ho letto le lettere autografe, nelle quali nessuno parla di uno scritto di P. Pio, ma di sue parole in risposta alla domanda di qualcuno, recatosi in pellegrinaggio a S. Giovanni Rotondo, che gli chiedeva cosa ne pensasse del cammino neocatecumenale.

    Ti trascrivo una parte della prima lettera:

    "Rev.mo p. Enrico,
    seppi da padre Camillo, con il quale mi sono trovato l'ultima estate a Rivisondoli, mentre predicava gli esercizi spirituali alle monache Agostiniane, che aveva pubblicato un'opera circa il Movimento dei neocatecumenali e la loro dottrina. Nel mese si dicembre ho letto il suo articolo, veramente chiarificante circa le perniciose eresie di questo movimento. Il Venerato Padre Pio da Pietralcina li chiamò "i nuovi falsi profeti" già al loro inizio e così è stato...

    la seconda lettera riporta la testimonianza del sacerdote e dei suoi parrocchiani

    RispondiElimina
  14. .. aggiungo che Kiko non era bellamente ignorato da tutti i parroci, ma appoggiato da molti vescovi, spagnoli, in primis e poi italiani (uno fu il card dell'Acqua), che non gli fecero mancare le loro autorevoli lettere di presentazione!

    Non a caso fu lo stesso card Poletti (quello del blitz della comunione sulla mano, per intenderci: la NUOVA Chiesa stava già nascendo...) che di lì a poco redasse lo statuto dei seminari Redemptoris Mater...

    Altro che barbone! Risulta anche che fu uno, sia pur credo giovanissimo, osservatore al concilio e dotato di molte credenziali altolocate fin dall'inizio...

    RispondiElimina
  15. Grazie mic per queste precisazioni.
    Sono sicura che molti neocatecumenali aderiscono in buona fede e si bevono tutte le favole su Kiko Arguello.
    Kiko Arguello un barbone che predicava!?!
    Predicava?
    Ci rendiamo conto dell`abuso di vocabolario?
    E chi lo lasciava entrare nelle parrocchie?
    Chi lo ha accolto e lasciato diffondere le sue "fantasie ispirate"?
    Tutto è fatto per costruire la leggenda, pedissequamente diffusa e ripresa tale e quale non solo dai neocat ma anche dai loro numerosi amici che aprono le porte delle loro diocesi.
    Insomma l`immagine del barbone,"predicatore" ispirato, ignorato e anche respinto e incompreso è perfetta per la costruzione del mito.
    Come il mito della povertà!
    Povertà di Arguello, povertà del cammino nc!
    Povertà e cammino nc, cercate l`errore.
    Povertà e umiltà, mi ricordo di una ncn che diceva di non avere conosciuto nessuno più umile di Arguello!
    Umiltà e Kiko Arguello,ricercate l`errore, si escludono a vicenda.
    Ma questi in fondo sono dettagli insignificanti se messi in raffronto con la devastazione liturgica e dottrinale che il movimento neocat ha portato nella Chiesa di Cristo.

    RispondiElimina
  16. Padre Pio è famoso perché aveva la vista lunga.

    Non solo quando criticò la riforma agraria (sul principio che per arricchire i poveri non si può procedere impoverendo i ricchi: la giustizia non può nascere da un'ingiustizia).

    Ma anche quando disse che il demonio stava per entrare in tutte le case: parlava della TV. Nella metà degli anni sessanta la TV nelle case era ancora per pochissimi. Con almeno vent'anni di anticipo aveva previsto la sua funzione antieducativa e distruttiva della società italiana.

    Non dovrebbe far meraviglia che padre Pio, notoriamente abbondante di doni dello Spirito, avesse intuito bene quale piega avrebbe preso la creatura di Kiko e Carmen, concepita in quel bar di Palomeras Altas.

    Specialmente oggi, che il Cammino vanta mezzo milione di aderenti nel mondo.

    Inoltre, non dimentichiamo che i neocatecumenali parlano del periodo 1964-1968 come epoca d'oro del Cammino, dove avrebbero guadagnato la benevolenza del vescovo di Madrid (che morirà nel 1971).

    Secondo la vulgata neocat, l'opera di Kiko e Carmen era tutt'altro che sconosciuta, avendo guadagnato il favore e addirittura una visita dell'allora vescovo di Madrid (che nonostante i tre milioni e mezzo di pecorelle da pascere e un parco sacerdoti di migliaia di unità, avrebbe trovato il tempo di visitare le
    comunità dei baraccati).

    Insomma, quando si tratta di scrivere la gloriosa storia del Cammino, i fondatori sono famosissimi. Quando invece si tratta di replicare a padre Pio, i fondatori sarebbero stati ignoti... Che ve ne pare?


    Nei panni di un neocatecumenale non mi sentirei insultato.

    Ma mi sentirei terribilmente spronato ad indagare su quanto abbia avuto ragione padre Pio.

    Quale è infatti la caratteristica dei falsi profeti? Che si spacciano per veri profeti (cfr. Kiko: «io sono Giovanni Battista in mezzo a voi», cfr. Kiko: «ma quanto è difficile, Santo Padre, che i vescovi capiscano che hanno bisogno dei carismi!», cfr. Carmen: «questo Pontificio Consiglio avrà un futuro grandioso, se appoggerà il Cammino Neocatecumenale» e così via).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Siete profondamente falsi. Ma perchè vi accanite? I frutti. Voi non volete vedere i frutti. L' amore al nemico, il non resistere al male. Questo ho visto realizzato in molti fratelli del cammino. E questo è da Cristo. Non le vostre false accuse, mentre vi arrampicate sugli specchi per far coincidere date improponibili tra padre pio e kiko e carmen. E mettete in bocca frasi mai dette: " io sono giovanni battista????" fate il cammino poi giudicate. Cordialmente. David

      Elimina
  17. La Carmen "Adidas" Hernandez pronunciò quella "minaccia mafiosa" nel suo discorso in occasione della presentazione degli Statuti del 2002.

    Il testo è stato presente sul sito web del Cammino fino al 2008, quando le pagine vennero sostituite con gli aggiornamenti per lo Statuto definitivo.

    Riporto qui il testo esatto della Carmen, così come apparve sul sito www.camminoneocatecumenale.it (nel commento precedente avevo citato a memoria):

    Pontificio Consiglio per i Laici - Aula Magna - Roma, 28 Giugno 2002 - Carmen Hernandez:

    «Bene, io ringrazio tutti, specialmente Mons. Rylko perché la battaglia che abbiamo sostenuto è stata interessantissima. Lui aveva una volontà enorme di aiutarci, davvero, e per lui il vero aiuto era assicurarci in una associazione. La lotta che abbiamo sostenuto ha fatto bene a lui e a noi, e anche a questo Pontificio Consiglio che avrà un futuro immenso, appoggiando il cammino neocatecumenale».

    RispondiElimina
  18. Chiedo scusa se esco dal titolo un poco, ma riguardo alla logica matematica,ieri un commento da Affari Italiani("quotidiano online" assolutamente laico con nessuna attinenza a religione)scrisse nel finale di un commento su islam e Corano, le seguenti frasi di una logica inappuntabile per noi (le cito esatte):
    ".....Una volta per tutte la Chiesa Cattolica dovrebbe dichiarare pubblicamente ai fedeli ciò in realtà pensa privatamente, vale a dire che il Corano non è stato dettato a Maometto dall’Arcangelo Gabriele (in questo caso il libro sarebbe sacro, veritiero e portatore di pace), bensì da qualche entità maligna che si è palesata sotto le mentite spoglie di un angelo di luce.

    Basti chiedere a qualsivoglia esorcista o sacerdote serio per averne conferma. Se non ci si ficca in testa questa banale verità, si continuerà a spiegare la brama di sangue insita nel dna dell’islam, con una serie di inconcludenti analisi sociologiche che lasceranno il tempo che trovano. Si continuerà a dire che gli integralisti e i kamikaze usano la religione per fini altri, che i veri islamici predicano la pace e la tolleranza e che le cause del terrorismo sono imputabili alla povertà. Baggianate!!! La radice dell’odio va unicamente ricercata nel Corano. La soluzione? Elementare: evangelizzare e convertire chi non ha avuto la fortuna di conosce Cristo, la Via, la Verità, la Vita. Tutto il resto, a partire dal cosiddetto dialogo interreligioso, per passare dalle marcette della pace e per finire con lo spirito di Assisi, è improduttiva perdita di tempo e di vite." QUESTE PAROLE SCRITTE FORSE DA UN SEMPLICE CREDENTE, SONO ESPRESSIONE DELLA DRAMMATICA ESIGENZA DI CHIAREZZA CHE SI VORREBBE DAL PAPA E DAL VATICANO SUI TANTI PROBLEMI CHE CI AFFLIGGONO, TRA CUI IL PROBLEMA DELL'ERESIA NEOCATECUMENALE.

    RispondiElimina
  19. Caro Jeff,
    questa storia di Kiko non l'avevamo tirata fuori così... ma forse Giovanni che l'ha innecata aveva interesse ad alimentare il flare...

    ma logica vuole ;) che al di là delle vicende private-pubbliche che lo hanno portato fin qui, delle quali si occupano principalmente i vostri agiografi, noi ci occupiamo di quel che dice come fosse vangelo e delle prassi che impone.

    Io ho detto quel che mi risultava da lettere lette in originale (quindi non per sentito dire), ma
    quel che conta davvero è tutto ciò di cui abbiamo parlato e di cui stiamo parlando

    RispondiElimina
  20. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  21. L'analisi di Tripudio è logica e corrisponde spesso al vero.

    Ma dobbiamo considerare anche quello che ho detto nel post precedente (e che abbiamo detto un po' tutti) sulla motivazione del radicamento di Kiko nelle coscienze, sulla motivazione della sua espoansione, e sul diverso "grado" di coscienza presente nei vari gradi "gerarchici" degli aderenti al CnC e dipendente dalla provenienza precedente di chi aderisce.

    Il discorso non può e non deve essere generico.

    RispondiElimina
  22. Riguardo le Intuizioni dei Santi, non credo si debbano prendere per "discrimine" rispetto a quanto accaduto o doveva accadere.

    Ci sono santi che non impegnano l'infallibilità per dare intuizioni o conisgli immediati, ed infatti i santi possono sbagliarsi su determinati fatti. Sia in un senso che nell'altro.

    RispondiElimina
  23. Solo un cieco può non rendersi conto che la rapida diffusione del cammino nc non ha potuto farsi senza l`appoggio di personaggi importanti che avevano in mano il potere nella Chiesa in quel periodo di tempesta postconciliare dove tutto doveva essere rivoluzionato, dove tutto ciò che esisteva prima del Vaticano II doveva essere buttato via, sepolto e dimenticato.

    Una nuova Chiesa doveva nascere per quei distruttori rivoluzionari.
    Chi doveva vigilare sulla corretta applicazione dei testi conciliari chiudeva non un occhio ma tutti e due, chi DOVEVA vigilare sulla Dottrina e la Liturgia della Chiesa ha lasciato fare chi stava calpestandole.

    Come può essere voluta dal Signore, ispirata dallo Spirito Santo, addirittura suggerita da Maria Santissima (!) una creazione che devasta il Culto a Dio e il Deposito della Fede conservati e trasmessi dai successori degli Apostoli?
    Non è certo il numero di adepti che garantisce l`ortodossia del cnc o che ne garantisce l`ispirazione divina!
    Lo è ancora meno quando sappiamo COME e con quali metodi questi numeri sono stati e sono ottenuti.

    In realtà la devastazione liturgica e dottrinale non sono il fatto del solo cammino nc, basta che ci guardiamo attorno, ma ciò che distingue gli abusi del cammino nc dagi altri è che sono eretti in sistema,sono rigidamente codificati.

    In effetti, se ovunque nel mondo possiamo purtroppo denunciare abusi liturgici gravi, e che sempre di abusi trattasi, bisogna però fare una distinzione fra gli abusi commessi in seno al cnc e gli altri.
    Se fuori dal cnc, gli autori di abusi, sacerdoti, animatori liturgici, innovano, creano, fanno la loro insalata mista ognuno nel loro angolino lasciando libero sfogo alla loro inventività, a secondo dell`"ispirazione"-voglia del momento", all`interno del cammino nc le prassi sono pedissequamente ripetute e rigorosamente le stesse ovunque nel mondo, gli abusi sono dunque strutturati.
    C`è chi ha inventato quelle prassi, le ha codificate e c`è chi le applica con un`obbedienza che sarebbe ammirevole se non fosse volta ad eseguire gesti che non sono quelli della Chiesa cattolica ad assorbire una "teologia liturgica" che cozza con quella cattolica.
    Ricordo sempre e ancora:
    LEX ORANDI,LEX CREDENDI

    RispondiElimina
  24. Per esempio io ho sentito con le mie orecchie una storia NeoCatecumenale che mi risulta strano Jeff non abbia usato come "contraltare" a questa dell'intuizione di Padre Pio sulla falsa profezia del CnC.

    Il Seminario RM di ROma, Via tenuta della maglianella, è stato protagonista di una storia in cui Padre Pio "profetizza" la sua bontà e la "benedizione futura" di questo seminario.

    Il Seminario attuale prima apparteneva ad un convento, se non ricordo male. Ma Padre Pio avrebbe profetizzato la "benedizione per la venuta di un seminario" (ovviamente quello RM), e quel convento avrebbe dovuto "cedere il posto".

    Ovviamente, come nel caso di Kiko che ha ricevuto direttamente da Maria Santissima il "mandato" di fare il CnC, anche in questa storia si ha solo la parola di chi la racconta. E l'ha raccontata anche a me, quando siamo andati come Comunità Parrocchiali in VISITA al Seminario. Seminario la cui ESTETICA mi è rimasta impressa, e parla più delle "storie" che girano sui Santi. Che vengono tirati per la tonaca un po' da tutti...

    RispondiElimina
  25. Potrebbe essere anche un altro aneddoto che contribuisce a creare la mitizzazione del cammino, come la storia dell'apparizione/locuzione mariana
    come la storia che in punto di morte p.Zoffoli ha chiesto scusa a Kiko,
    come tutte le storie che senza un fondamento circolano di bocca in bocca e diventano "leggende neocatecumenali"

    RispondiElimina
  26. come la storia dell'apparizione/locuzione mariana
    come la storia che in punto di morte p.Zoffoli ha chiesto scusa a Kiko,


    per la storia dell'approvazione mariana la Chiesa, stranamente, com'è solita invece fare in questi casi, non ha fatto indagini né valutazioni....

    la storia che p. Zoffoli ha chiesto scusa a Kiko in punto di morte è una leggenda metropolitana fatta circolare all'interno del cammino ad opera dello stesso kiko, il quale, il 1 giugno 1996, si è recato in visita nella clinica dove il padre passionista era ricoverato, portandogli in regalo un quadro. Kiko gli dice: “Padre io so che lei ha scritto tutte quelle cose per amore della Chiesa”, padre Zoffoli lo riprende: “Per amore della verità” (intendendo che non si può amare la Chiesa e contemporaneamente mentire). Dopo il commiato di Kiko, padre Zoffoli commenta: “E’ stato un grande atto di umiltà, però Kiko deve tornare e firmare che crede nelle cose che ho scritto”, chiedendo ai testimoni presenti di prendere nota di tutti i particolari del loro incontro. Gli appunti critici di padre Zoffoli non sono mai stati contestati dalle varie Congregazioni vaticane delle quali conosciamo i rilievi negativi a Kiko, il quale ancora non obbedisce.

    aggiungo che p. Zoffoli non era in punto di morte, ma è morto pochi giorni dopo la visita di Kiko a causa di una iniezione di insulina dopo la quale è stato tenuto a digiuno... nessuno ha tratto o trae conclusioni di alcun genere, né lo faccio io che mi limito a riferire i fatti come sono.

    Questa versione dei fatti l'ho ascoltata personalmente da chi era presente a quell'incontro e seguiva p. Zoffoli quotidianamente

    RispondiElimina
  27. Insomma cari miei, la logica dai neocat viene applicata solo in senso uniderezionale...
    strano comunque come ci si venga a ocntestare un dettaglio, non tirato in ballo da noi e che possiamo considerare secondario, quando sono in ballo questioni ben più importanti e significative...

    resta confermato il fatto che la comunicazione interna al cammino è falsata e orientata ad enfatizzarne la positività, che nessuno può mettere in discussione senza esser tacciato come minimo da superbo anche se porta argomenti solidi e, alla fine, da indemoniato

    RispondiElimina
  28. Perdonate l'OT ma ritengo utile questa iniziativa DOMENICANA....
    e...Buon Anno a tutti ^__^


    Liturgia creativa

    Considerazioni irrituali su alcune presunte applicazioni della riforma liturgica

    pp. 120 - formato mm 115x190 - € 12,00

    Se siete persuasi che la riforma liturgica del Concilio Vaticano II sia sinonimo di improvvisazione, di paramenti in poliestere, di calici di latta, di canzonette da varietà e assenza del sacro; o se siete convinti che la riforma abbia liquidato latino e gregoriano e rivoltato l’assetto architettonico delle nostre chiese, allora questo libretto riserva non poche sorprese.

    Gli amanti della liturgia creativa troveranno questo testo irritante, irriverente, a tratti impertinente.

    I fautori della discontinuità e di un’improbabile tenzone fra il partito di Pio V e quello di Paolo VI si accorgeranno, con sconcerto, di militare tutti dalla stessa parte: basta leggere i documenti conciliari, basta osservare le norme liturgiche, basta essere fedeli ai principi della riforma, per scoprire che non c’è stata alcuna rivoluzione. Insomma, liturgia e fantasia non fanno rima sempre...

    Per saperne di più: http://www.esd-domenicani.it/sito/spot.asp?IDscheda=746

    Alleghiamo il Sommario, dalla cui lettura si ricava lo stile umoristico e tutt’altro che ieratico:

    1 Liturgia creativa, ovvero della difficile via della fedeltà;

    2 Della liturgia orizzontale, ovvero: cosa succede quando si dimentica che la liturgia è rivolta al Padre;

    3 Di Marta che pretendeva di prendersi la parte migliore: ovvero cosa succede se si fraintende l’attiva partecipazione dei fedeli;

    4 Della liturgia della parola: ovvero la parola di Dio ridotta ad antipasto;

    5 Dell’omelia: ovvero il siparietto del prete;

    6 Delle didascalie, ovvero: come la pubblicità può rovinarti il film proprio sul più bello;

    7 Delle preghiere dei fedeli, ovvero: come insegnare al buon Dio a fare il suo mestiere;

    8 Latine loqui, sed extra ecclesiam, Si parli pure in latino, ma non in chiesa;

    9 I segni liturgici, ovvero: quando liturgia fa rima con fantasia;

    10 Arte sacra e senso del sacro, ovvero: quando il pauperismo diventa virtù evangelica;

    11 Della musica sacra, ovvero: quando San...Remo prende il posto di Santa Cecilia;

    12 Stasera mangiamo al cinese, ovvero: il fascino dell’esotico.


    sito www.esd-domenicani.it

    RispondiElimina
  29. È proprio di chi SA che non può difendersi sull`essenziale, che SA che gli argomenti dell`"avversario"sono fondati e difficilmente contestabili, di accanirsi su un dettaglio di secondaria importanza e gonfiarlo al massimo nel tentativo di togliere ogni credibilità e sviare l`attenzione.
    Niente di nuovo dunque.
    Non c`era bisogno di essere un Santo per intuire, anzi per sapere e prevedere che quel gruppo che stava nascendo non poteva che portare scompiglio e divisione nella Chiesa, non c`era bisogno di essere un teologo per sapere che ciò che insegnava e faceva praticare ai suo adepti quel pittore spagnolo NON era cattolico, ma tutto si faceva nel segreto, e chi doveva vigilare non l`ha fatto, chi doveva mettere dei paletti non l`ha fatto.
    Anzi sono state costruite autostrade per quel cammino, sono stati srotolati tappeti rossi, un seminario, seguito da altri, e chiese son stati costruiti senza che nessuno statuto avesse ancora visto il giorno, senza che quei testi zeppi di eresie fossero stati visti e corretti.
    Così vanno le cose nella nostra amata Chiesa cattolica.
    Dove il potere dei soldi,le amicizie e le alleanze, contano molto di più che il rispetto della Dottrina e della sacra Liturgia.
    Che cosa possiamo fare noi piccoli se non dire il nostro malessere che diventa talvolta disgusto, se non continuare a pregare Colui che tutto sa, che tutto vede?

    RispondiElimina
  30. È proprio di chi SA che non può difendersi sull`essenziale, che SA che gli argomenti dell`"avversario"sono fondati e difficilmente contestabili, di accanirsi su un dettaglio di secondaria importanza e gonfiarlo al massimo nel tentativo di togliere ogni credibilità e sviare l`attenzione.
    Niente di nuovo dunque.


    Chiedo perdono, mi sembra di aver abbondantemente detto di non voler distogliere l'attenzione dal topic, quindi tornate pure alle vostre discussioni. (l'avevo detto in un post ma Mic non l'ha lasciato passare...non so perchè...)
    Era solo una puntualizzazione che mi sembrava interessante, per pura completezza di informazione.

    Se non mi dedico a contestare le vostre affermazioni ben più gravi è solo perché dopo anni e anni di tentativi (ormai siamo a 3 anni, se non vado errando) ho maturato la personale convinzione che sia impossibile ed inutile discutere attraverso questo blog.
    Comunque libera di pensare quello che vuoi, libera di credere che non so come difendermi dalle vostre accuse (ma perché poi dovrei farlo? il mio difensore è un'Altro...)

    @Mic: ribadisco la mia richiesta: potresti mandarmi in privato maggiori info su questa storia di Kiko come osservatore al Concilio? Thanks!

    RispondiElimina
  31. Jeff,
    non ho documenti sulla partecipazione di Kiko al Concilio. A me lo ha detto Don Gino Conti.


    Comunque ti faccio notare che non abbiamo mai basato le nostre contestazioni su questi dettagli secondari, ma su questioni più polpose e consistenti.
    Sull'andamento e sulle cause dell'impossibilità di dialogo abbiamo convinzioni differenti, che nascono dalla nostra differente formazione ed esperienza.

    Per il resto buon proseguimento.

    noi siamo qui a continuare a parlare di Cristo Signore e della sua Chiesa mettendo in luce tutte le cose storte che vediamo. Il risultato è nelle Sue mani...

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.