sabato 19 novembre 2011

Il Papa e i suoi Vescovi fedeli approvano?

Chiedo scusa per questa "incursione". Ma le domande che si sono poste Michela e Jo, e non solo loro, riguardo la vicenda Nc (e non solo...) meritano di essere trattate e di avere una risposta. Tra l'altro in perfetta consonanza con gli argomenti fin qui trattati.

Vorrei inserire un articolo, perfettamente attinente sia con l'argomento del blog, che con l'ultima testimonianza inserita. Ebbene, l'argomento dell'articolo di cui sotto, è perfettamente inseribile e trasponibile alla situazione Nc. Leggiamolo insieme:

Il funerale latino negato

(di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro su “Il Foglio” del 17/11/2011) Storia di un prete zelante che non concede a un fervente cattolico la celebrazione nel “rito di sempre”

Qui si parla di un fatto personale, ma il lettore non tema importune ondate emotive. Il vantaggio di lavorare in due è che uno racconta quanto gli è accaduto e l’altro ci mette le opinioni, così si salvaguarda il necessario distacco professionale.Ci fosse stato il Peppone di Guareschi, mio padre avrebbe compiuto l’ultimo viaggio con la sua messa, quella in latino ricamata di oremus, dominusvobiscum e Kyrie eleison splendidi e secolari. Ma ci voleva giusto quel Peppone che, infischiandosene del Consiglio comunale al completo, in piena Repubblica, come capo dei comunisti ordinò di portare al cimitero la vecchia maestra del paese nella bara coperta dalla sua bandiera, quella ricamata con lo stemma del re. Purtroppo, mio padre non ha avuto la fortuna di morire sotto l’amministrazione del comunista Giuseppe Bottazzi.Mio padre è morto nella bianca e cattolica terra bergamasca, parrocchia di sant’Andrea apostolo in Villa d’Adda. E così si è imbattuto in un certo don Diego, il quale non ha saputo che farsene della volontà di un defunto e neppure di quella della sua famiglia. Che poi quella volontà fosse legittima e sostenuta da un Motu proprio del Santo Padre ha contato meno di zero. Eppure il Motu proprio, l’ormai celebre quanto inapplicato “Summorum Pontificum” che regolamenta la celebrazione della messa in rito gregoriano, all’articolo 5, paragrafo 3, parla chiaro: “Per i fedeli e i sacerdoti che lo chiedono, il parroco permetta le celebrazioni in questa forma straordinaria anche in circostanze particolari, come matrimoni, esequie o celebrazioni occasionali, ad esempio pellegrinaggi”.Onestamente, va riconosciuto che il parroco non poteva essere toccato dal documento del Santo Padre dato che, candidamente, ha confessato di non conoscerlo. Così come non era al corrente del fatto che il testo applicativo del Motu proprio, l’istruzione “Universae Ecclesiae”, in simili casi invita il parroco a lasciarsi “guidare da zelo pastorale e da uno spirito di generosa accoglienza”. Tutto inutile: “In curia mi hanno detto…”. E’ stato questo il filo conduttore delle discussioni con don Diego.Questi sacerdoti si riempiono il cervello e la bocca di parole come “libertà” e come “autonomia”, e poi non sono in grado di opporsi al palese sopruso ordinato dall’alto perché “in curia mi hanno detto…”. Si riempiono il cervello e la bocca di parole come “libertà” e “autonomia”, denigrano un passato a loro dire prepotente e clericale e poi si prestano a calpestare la volontà di un morto e della sua famiglia, quella della chiesa e del Santo Padre perché “in curia mi hanno detto…”.Da troppo tempo, nella diocesi di Bergamo, come in grandissima parte delle diocesi dell’orbe cattolico, comanda dispoticamente l’autorità più prossima, quella che mette paura perché minaccia di intervenire direttamente sulle persone. Roma, che sarebbe l’autorità suprema, non conta nulla. Da Bergamo a Piazza San Pietro ci vogliono un’ora di aereo e mezz’ora di taxi, ma è come se fosse su un altro pianeta.Il vescovo Francesco o chi per lui può ordinare ciò che vuole, in aperto contrasto con il Santo Padre, e non deve temere nulla. Così, anche nella bianca terra bergamasca, il parroco raccoglie una richiesta dei suoi fedeli, la trasmette al vicario generale, il vicario generale si confronta con chi ritiene opportuno, poi, in nome e per conto del vescovo decide come agire e il parroco esegue. E, se si fa notare all’esecutore materiale la palese ingiustizia a cui si sta prestando, rispunta la solita spiegazione: “In curia mi hanno detto…”.Il contrario sarebbe stato un miracolo troppo grande. Eppure don Diego, al primo incontro, aveva espresso una considerazione di assoluto buon senso e di naturale umanità: “Credo che davanti alla morte e per un funerale non ci siano problemi”. Ma, quando i problemi si sono manifestati in tutta la loro evidenza, ha tentato di dare veste teologica al sopruso con quanto gli hanno messo in testa in seminario sostenendo testualmente la seguente tesi: “Se ci fosse stata la richiesta, per esempio, di un rito bizantino, allora, in virtù dell’ecumenismo, si sarebbe fatto. Perché, in quel caso, io con il mio rito incontro te con il tuo rito e ci arricchiamo a vicenda. Ma voi chiedete un rito della chiesa cattolica e siccome non concorda con lo stile celebrativo della comunità si può dire di no”.A questo proposito, va detto che lo “stile celebrativo” della comunità in oggetto, in materia di funerali, ha toccato uno dei suoi vertici con l’esecuzione di “C’è un grande prato verde dove nascono speranze” accompagnata dalle chitarre. Naturalmente, su tutti i colloqui con il parroco aleggiava lo spirito del Vaticano II e la consegna di difenderlo a oltranza inculcata nell’animo dei poveri sacerdoti formati in questi decenni: “Perché voi dovete sapere che il Vaticano II…”, “Non vorrete mettere in dubbio il Vaticano II…”, “Dovete capire che la chiesa, a partire dal Vaticano II…”, eccetera, eccetera.Tutto quello che si è compreso da quello sproloquio sul Vaticano II è che mio padre, in nome del suddetto Vaticano II, non avrebbe avuto ciò a cui aveva sacrosanto diritto. Povero papà, troppo cattolico per usufruire almeno delle attenuanti generiche previste dall’ecumenismo, delle quali, oltre tutto, giustamente non avrebbe voluto saperne. Così come non avrebbe saputo che farsene della “messa con la condizionale” proposta in extremis dalla curia per interposto parroco: messa in latino sì, ma in una chiesa di Bergamo deputata a mezzo servizio a tale rito.Più che una mediazione, il tentativo di sgravarsi la coscienza potendo far ricadere la colpa di “aver preteso troppo” su una famiglia che invece non ha acconsentito a chiedere niente di meno del giusto. Un sopruso nel sopruso che avrebbe costretto mio padre a una messa semi clandestina, a venti chilometri dalla parrocchia per cui ha lavorato una vita intera e in cui avrebbe invece avuto il sacrosanto diritto che venisse concesso ciò che aveva chiesto.In tal modo, salvo pochi intimi, nessuno avrebbe visto nulla e la comunità, nuova divinità del pantheon neocattolico, non sarebbe lesa nel suo “stile celebrativo”. Perché la vera ragione pastorale del divieto l’ha spiegata bene don Diego: “Se la messa viene concessa qui, poi bisogna concederla anche dalle altre parti”. Insomma, bisogna evitare il contagio. Ma mio padre, anche se non ha compiuto l’ultimo viaggio con la sua messa, continua a essere contagioso: si chiama Vittorino Gnocchi e sono orgoglioso di lui.Le opinioni Andare contro le volontà di un defunto è atto che richiede argomenti fortissimi. Si può farlo, quando il morto chiede cose impossibili, o bislacche, o sconvenienti, o contro legge. Ma ci vuole sempre un motivo oggettivo per tradire le sue attese, un motivo che metta al riparo dal sospetto di compiere una prevaricazione irreparabile e particolarmente odiosa. Il sopruso consumato dai vivi contro i morti. Infatti, il de cuius non può difendersi, non può ricorrere in appello, non può chiedere aiuto. Ciò basta a spiegare perché di norma le ultime volontà siano eseguite con particolare fedeltà: esse sono sacre.Ora, si tratta di capire se un cattolico che chiede un funerale con la messa antica, stia pretendendo qualche cosa di impossibile, o di bislacco, o di sconveniente, o contro legge. La risposta è molto semplice: il Papa felicemente e faticosamente regnante ha scritto di sua iniziativa, in totale libertà e in pieno possesso delle sue facoltà mentali, che un cattolico può eccome chiedere e ottenere un rito funebre che è ancora pienamente legittimo nella chiesa, e che nella chiesa è stato utilizzato per accompagnare al camposanto milioni di fedeli per centinaia di anni.Il Motu Proprio Summorum Pontificum non lascia scampo ad alcuna interpretazione di segno opposto. Sotto il profilo del diritto della chiesa cattolica, il diritto canonico, non si capisce come sia possibile rifiutare di adempiere a una simile richiesta, soprattutto quando sia perfettamente possibile adempierla. Nel caso specifico, il sacerdote in grado di celebrare in quella forma era stato subito trovato – ché molti preti oggi non sono più capaci di celebrare secondo il rito antico – e i familiari non avevano espresso la benché minima riserva sull’argomento, ma anzi condividevano l’istanza del defunto. In questa tristissima storia c’è un lato grottesco e insieme paradossale: il dispregio dimostrato dal clero interpellato nei confronti dell’autonomia del singolo.A partire dal 2008, la Conferenza episcopale Italiana ha “aperto” la strada – per voce del suo autorevole presidente – alle cosiddette Dichiarazioni anticipate di trattamento, le ormai famose Dat: un documento scritto nel quale la persone dice quali trattamenti sanitari intende o non intende ricevere, qualora cada in stato di incoscienza. A noi (e anche al direttore di questo giornale) queste Dat non piacciono, perché offrono un comodo scivolo alla cultura eutanasica. Ma ai fini del nostro ragionamento, la “svolta” della Cei sulle Dat serve a dimostrare che nella cultura contemporanea tutti – e la chiesa stessa – riconoscono un valore molto importante alla volontà espressa da ogni singola persona.Questa volontà non può essere arbitraria, ma se è conforme al bene deve essere assecondata. Ora, il paradosso del “caso Gnocchi” sta in questo fatto: se un fedele chiede, attraverso la voce di suo figlio, un funerale secondo il rito tridentino, non viene esaudito. Se invece redige le Dat rifiutando magari certe cure, agisce in conformità alla Conferenza episcopale italiana.Che cosa deve fare, allora, un cattolico, per ottenere quello che il Papa ha stabilito come suo pieno diritto? Forse deve chiedere le esequie in forma antica redigendo le Dat e consegnandole al parroco finché è in grado di farlo. Dunque, nel “caso Gnocchi” è stato consumato un sopruso. Ma il movente qual è? Niente di personale: non c’era l’intenzione di nuocere alla persona e alla famiglia.Il punto è un altro: fare resistenza all’applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum, ostacolando in ogni modo le celebrazioni nella forma antica. In questo, come in molti altri casi, si è voluto colpirne uno per educarne cento. Ciò che fa paura a certi ambienti cattolici non è la celebrazione sporadica della Messa di san Pio V: si potrebbe in fondo tollerarla come folkloristica manifestazione di nobili decaduti un po’ snob e vecchie dame velate di nero.La preoccupazione è un’altra: e cioè che, cedendo nel singolo caso, la prassi dilaghi. E che, a quel punto, non il signor Vittorino Gnocchi di Villa d’Adda, ma decine, centinaia di fedeli mettano nero su bianco le loro Daf, le Dichiarazioni anticipate di funerale. E che parrocchie e diocesi, per rispetto verso i fedeli defunti e per ossequio verso il Papa vivente, siano costrette ad abbozzare e a lasciar celebrare. A questo punto, il “contagio” sarebbe incontrollabile: altri fedeli, partecipando a funerali esteticamente belli e dignitosi, resterebbero colpiti favorevolmente, e direbbero: “lo voglio anche io”.Altri fedeli, incuriositi dall’originale stile liturgico, si avvicinerebbero alla Messa di San Pio V, e alcuni magari inizierebbero a frequentarla. Sarebbe la realizzazione su scala planetaria di quella “democrazia dei defunti” di cui parla G.K. Chesterton, in base alla quale hanno diritto di voto anche i morti, quando si deve decidere qualcosa di veramente importante. Insomma: un vero disastro. Un disastro, s’intende, dal punto di vista di chi vuole seppellire per sempre l’antico rito.
Quello che abbiamo appena scritto non appartiene al genere letterario della dietrologia o della complottistica, ma nasce dalla constatazione che esiste nella chiesa cattolica un ampio fronte che non ha mai digerito le decisioni di Benedetto XVI sulla Liturgia. E che non ne fa mistero. Il Papa celebra il nuovo rito sempre con un crocifisso sull’altare e una fila di candelabri, e distribuisce la comunione sulla bocca di fedeli inginocchiati, affiancati da chierichetti con il piattino.Bene: nella quasi totalità delle chiese del mondo il clero fa esattamente il contrario, altari (e chiese) senza Crocefisso, particole nelle mani dei fedeli, inginocchiatoi al rogo e piattini chiusi negli armadi. E buona notte al Primato di Pietro. Sul fronte della messa antica, le barricate sono ancora più alte e il fuoco “amico” – si fa per dire – è fitto e spietato. Al punto che non poche diocesi si sentono autorizzate ad agire in spregio alle indicazioni che provengono da Roma.Nel “caso Gnocchi”, il parroco è stato raggiunto tempestivamente da una telefonata dell’Ecclesia Dei, organismo istituito in Vaticano per occuparsi della spinosa materia. Una volta si diceva: Roma locuta, causa soluta. E invece non è bastato l’intervento telefonico dal Vaticano a sgomberare il campo dagli ostacoli opposti alla celebrazione del funerale vecchio stampo: i motivi pastorali, la volontà del vicario episcopale, e via cavillando in un crescendo ben più intricato del latinorum di don Abbondio.Dove si vede un ulteriore paradosso della chiesa post conciliare: le diocesi agiscono in una sorta di semifederalismo dottrinale e gerarchico, nel quale Roma non comanda più. E dove un qualunque prete di provincia conta di più della Commissione pontificia ecclesia dei. Così può accadere, come è accaduto a Napoli qualche giorno prima del “caso Gnocchi”, che un fedele chieda il funerale in rito antico e si senta rispondere che no, non potrà averlo in quella parrocchia perché non frequentava la tal parrocchia.Dal che si potrebbe desumere che allora la Chiesa stia per escludere dal funerale tutti i cattolici che, a suo insindacabile giudizio, ritiene tiepidi e non praticanti: cosa che, nei fatti, grazie a Dio non risulta. E anzi, assai ampia si è fatta la porta che oggi accoglie chiunque richieda esequie religiose, in nome del dialogo e della tolleranza. Gli unici che sembrano non meritare tale attenzione pastorale sono i cattolici pacelliani, quelli insomma che amano la tradizione e che vorrebbero un funerale nel rito di sempre.Tutto qui.

47 commenti:

  1. Scusami Stefano,senza dubbio interessante e degno di attenzione il thread che hai inserito ma penso che si poteva, e forse di doveva, lasciare più spazio e tempo alla testimonianza che mic ha messo stamattina.
    Le testimonianze che ci arrivano da neocatecumenali o ex-neocat sono una delle componenti più importanti di questo blog,credo sia importante dare loro lo spazio che meritano e che richiedono, perchè con loro siamo in presa diretta con ciò che succede nella Chiesa, in un gruppo approvato dal PCL.

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  2. A me pareva assolutamente pertinente. Se pensate non lo sia Mic potrà rimuoverlo. Senza problemi

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  3. condivido i sentimenti e le riflessioni di portata generale che questo fatto suscita.
    Non ne avevo tenuto conto perché già ampiamente dibattuto i due diversi articoli da Messa in Latino.
    Certo il comportamento dei vescovi non è secondario né ci può lasciare indifferenti. Condivido la visione delle cose che ne ha dato Michela.
    Il problema è serio e di non facile né immediata soluzione.
    Continuiamo a pregare, a supplicare il Signore. La attuale passio Ecclesiae è anche quella della nostra fede bersagliata e oscurata su troppi fronti.

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  4. ... ah, ovviamente non cancello, ma si poteva indugiare.

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  5. Ho eliminato la testimonianza successiva, che avevo pubblicato conoscendo la serietà della fonte.
    Ci sono molte cose che restano e resteranno senza risposta, finché il Signore lo permetterà.
    Nel frattempo, preoccupiamoci dei piccoli che, nelle loro testimonianze, esprimono esperienze fonte di dolore e destabilizzazione da non sottovalutare alle quali la Chiesa visibile oggi appare sorda e indifferente.

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  6. La recente vicenda del cosiddetto "caso Gnocchi", unitamente ad alcune dichiarazioni di mons. Bernard Fellay che rievocavano fatti accaduti in occasione del famoso pellegrinaggio FSSPX a Lourdes nel 2008, fanno emergere una curiosa teoria teologica, da qualche tempo penetrata in taluni ambienti ecclesiastici conciliaristi. Potremmo chiamarla, prendendo in prestito la terminologia dal sindacalese, "tesi dell'esodo incentivato" o "dello scivolo in uscita". La medesima suona più o meno così:

    se tu te ne vai dalla Chiesa Cattolica e la smetti di "romperci" le scatole, potremmo darti parecchi vantaggi: ovviamente la salvezza eterna dell'anima, quella non si nega a nessun "uomo di buona volontà", ma anche il rispetto delle tue idee, l'accoglienza liturgica, l'invito a pregare insieme ad Assisi ed in tutti gli altri raduni ecumenici, la possibilità di tenere conferenze nelle Università ecclesiastiche, forse addirittura anche qualche recensione dei vostri libri sui settimanali diocesani o qualche riga finanche su Avvenire, ecc. ecc.
    Un bel "pacchetto" di vantaggi dunque... pensateci bene.

    Se invece vi intestardite a dichiararvi cattolici... allora, ci dispiace, ma la musica cambia, e di molto!

    Non importa se il Papa è con voi, tanto meno se lo è il Vangelo o Cristo stesso. E' vero infatti che Gesù ci ha insegnato di "amare il prossimo" e il prossimo è chi ci sta oggettivamente più vicino, a cominciare dai famigliari e dai nostri fratelli nella Fede.
    Noi, in realtà, ci sentiamo però più vicini a buddisti o mussulmani piuttosto che a quei cattolici amanti della tradizione.

    E che dire poi di quella antiquata dottrina, tipica della "Chiesa costantiniana", che si esprime nelle parole, senz'altro non attribuibili al "Gesù storico": "Andate e predicate a tutte le genti battenzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo". Noi partiamo invece dalla novella Pentecoste del Concilio Vaticano II, e nella fattispecie dalla dichiarazione "Dignitatis Humanae" e andiamo oltre, sempre nello spirito del concilio: non solo diritto alla libertà religiosa ma anzi esodo incentivato, offerte speciali per chi se ne va!

    E allora: se il dott. Gnocchi avesse chiesto "ospitalità ecumenica"... allora sì, avrebbe sicuramente potuto far celebrare i funerali antichi al suo papà, se i Vescovi FSSPX si fossero posti come quelli anglicani, il presbiterio della Basilica di Lourdes sarebbe loro stato senz'altro aperto!

    Non ho parole. Attendo dunque fiducioso qualche articolo di un valente teologo alla Melloni o Enzo Bianchi che mi espliciti più chiaramente questa dottrina.

    Marco BONGI

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  7. Questa vicenda emblematica per molti versi, dimostra che quella di un Papa esautorato, disobbedito per scelta, non è una favoletta da somministrare ai deboli di cuore. E’ la realtà che sta sotto i nostri occhi. Di cui è necessario tener conto, per capire e servire meglio la Chiesa.

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  8. E’ la realtà che sta sotto i nostri occhi. Di cui è necessario tener conto, per capire e servire meglio la Chiesa

    Esatto. E' il motivo comune alla crisi che ci attanaglia. Ma è un motivo che è cresciuto nel tempo, fino ad oggi. Presente nei pontificati passati e oggi. Direi che la "vittima" più illustre fu proprio il Beato Giovanni Paolo II, che purtroppo fu vittima della malattia.. Una malattia nella quale vedo una specie di "espiazione" per la Chiesa.

    Il dramma è prorpio sotto i nostri occhi.

    In questo articolo troviamo le motivazioni comuni, che coinvolgono anche il movimento Nc, ma non solo.

    Rabbrividente la motivazione data dal Parroco per il rifiuto del Rito di Sempre e per le condizioni di una sua eventuale accettazione... "Se fosse stato un rito non cattolico...". Appunto!

    Ecco, il problema epocale. La gravità unica di questa crisi, di questa Babele moltiplicata per dieci...

    Una realtà che sta sotto gli occhi di tutti, ma che pochi VOGLIONO comprendere. Continuo a trasecolare, quando leggo o ascolto commenti "indignati": "il Papa COMANDI"! Ma come si fa a pensare che il Papa, comandando, abbia chi obbedisce? Come, dopo quello che vediamo? Come si fa a pensare che la crisi possa risolversi solo "dall'alto", in una situazione come questa?

    Se il Papa "comanda", come ha fatto con Kiko, come ha fatto col MP, come ha fatto con "l'esempio" della sua Ars Celebrandi, come ha fatto con la U.E., come ha fatto con la pedofilia nel clero, come ha fatto in tanti altri casi, CHI OBBEDISCE? CHI? Quando i mercenari sono travestiti da pastori e quando sono DOPPI? Per questo mi domando come si possa ragionare in termini "normali" in questa situazione che non è affatto "normale".

    Perchè il Papa non interviene? A me risulta che sia intervenuto, che abbia espresso la volontà di non approvare lo statuto Nc, PUBBLICAMENTE, DUE VOLTE. E dunque? A me sembra sia intervenuto più e più volte, anche disponendo norme (la lettera al CnC). E che è successo? NULLA.

    E se non è successo nulla così, forse succederebbe se arrivassero le sanzioni disciplinari? Le sanzioni disciplinari funzionano per chi le reputa "valide"... Chi se ne frega, se ne fa un baffo... Lo vediamo con il FEDERALISMO dottrinario e di governo (termine azzeccatissimo!) in opera nelle diocesi. Roma Locuta? Non più! Chiessene importa di ROMA! A Roma c'è il Papa, qui ci sono io: così rispondono i Vescovi...

    Perchè non scomunicare i ribelli? Perchè ci ritroveremmo con 3/4 dell'orbe "cattolico" scomunicato. Esagerazione? C'è ancora chi dice che sia un'esagerazione? Si faccia avanti..

    Inoltre non è semplice intervenire disciplinarmente verso chi in un 50ennio è stato deformato inconsapevolmente. Un 50ennio di autocefalia, di federalismo, dove i FEDELI sono state le vittime inconsapevoli. Di chi la "colpa"? Forse di Roma, che non ha "governato"? Anche. Ma Roma, PUO' GOVERNARE? Questa domanda è la chiave di tutto. La risposta è certamente sì. Ma la voce del Governo di Roma non è ascoltata. E chi aiuta il Papa? Questa situazione era già PRIMA del famigerato Vaticano II... Dopo quel concilio si è solo accelerato il passo.

    Per questo i problemi sono molto ma molto più gravi di quanto la gravità che vediamo mostri..

    E per questo ci sarebbe bisogno che si unissero, concretamente, tutti i Cattolici "Tradizionali".. Tutti con il Papa, per "aiutarlo", per "stare con lui".. Perchè i giorni sono molto cattivi.. Non sono giorni normali... Non lo sono affatto...

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  9. Roma Locuta? Non più!

    Il "non più" non vale per chi non obbedisce a Roma che parla.

    Il problema è che soprattutto Roma non più chiaro, ma parla doppio, parla ambiguo. L'inclusivismo è la tomba dell'ordine e della chiarezza e la porta d'accesso alla Babilonia all'ennesima potenza che stiamo vivendo.

    D'altronde il Papa non governa solo dando delle norme (lettera di Arinze e compagnia) ma anche esigendo che vengano applicate. Del resto i vescovi che non obbediscono chi li ha nominati? Alcuni possono aver costituito amare sorprese; ma di molti è noto il pensiero e anche la dimestichezza che hanno col Santo Padre: Schoenbron, Zollitsch, tanto per fare degli esempi di vescovi che danno un pessimo esempio...

    Alla radice di tutto c'è il famigerato "spirito del concilio", che è quanto di più nefasto possa aver intossicato la Chiesa!

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  10. @ Mic che ha detto:
    "Alla radice di tutto c'è il famigerato "spirito del concilio", che è quanto di più nefasto possa aver intossicato la Chiesa!"

    Non so, cara Mic. Di per sè, quello spirito avrebbe potuto seguire cammini diversi. Il problema è che si è avvelenato con nuovi fenomeni: con l'individualismo e con il relativismo dei nostri tempi, con la comunicazione di massa, con le folle di "turisti del cristianesimo" che hanno invaso la teologia sapendo a stento leggere una pericope dei Vangeli, con le corse al potere e alla fama di chi inganna quelle folle portandole sul ciglio del burrone. Il cieco e il Giuda kikiani insegnano.
    Senza voler entrare nel merito della veridicità delle apparizioni,
    mi deprimo quando, nella mia Parrocchia, trovo gli ultimi messsaggi di Medjugorje, fotocopiati da un parroco che organizza viaggi e addormenta i fedeli imponendo le mani sulla testa. Ma non avrebbe dovuto attenersi alle disposizioni, in attesa delle decisioni della Congregazione per la dottrina della Fede?
    Forse le folle in cammino - che si riuniscono nell'etere delle Radio -guidate da falsi profeti fanno più paura di pochi eremiti assorti in meditazione. Noi confidiamo in Gesù che si ritirò, spesso di notte, in disparte, nella solitudine, sulla montagna, per pregare il Padre.

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  11. Ho eliminato la testimonianza successiva, che avevo pubblicato conoscendo la serietà della fonte.
    Ci sono molte cose che restano e resteranno senza risposta, finché il Signore lo permetterà.

    MA IO CE L'AVEVO LA RISPOSTA... MA A VOI NON SEMBRA INTERESSARE

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  12. Se c'è una risposta, daccela. Chi ti dice che non ci interessa?

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  13. Chissà cosa sarebbe successo se il parroco si fosse invece rifiutato di concedere il rito neocatecumenale...

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  14. @Michele
    personalmente parlando mi sono baste le risposte contenute negli articoli di Romasette che ho postato nel thread prima che venisse cancellato. Lì ci sono tutte le risposte.

    E francamente non mi interessa sapere altro.

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  15. “Perché voi dovete sapere che il Vaticano II…”, “Non vorrete mettere in dubbio il Vaticano II…”, “Dovete capire che la chiesa, a partire dal Vaticano II…”

    Io mi chiedo...MA QLC LO HA VERAMENTE CAPITO IL CVII?? Se ne è mai parlato seriamente? Oppure, più semplicemente, è stato preso come scusa per fare "tutto quello che mi passa per la mente"

    Avanti, parliamone!

    E poi a Madrid mi devo sopportare la vista di vescovi e vescovoni che a stento si inginocchiano davanti a Gesù Eucarestia
    e si rialzano subito dopo la Benedizione (tutti presi dall'artrite??) mentre lì vicino magari hanno un ragazzo che sta ancora fermo immobile sulle ginocchia con gli occhi persi sull'ostensorio di Arfe..(che aveva Gesù Eucarestia ricodiamocelo)

    E poi ci si stupisce che i laici si prendono certe libertà...

    Se lo fanno i sacerdoti!

    Personalmente ne conosco uno che le preghiere eucaristiche semplicemente le lascia nei libri. Recita una cosa completamente diversa e per giunta, se deve celebrare fuori dalla sua parrocchia (per un matrimonio p.es) se la porta dietro.

    Non sia mai che reciti quello che dicono tutti...

    Pensate che qlc gli abbia mai detto qualcosa? Ovviamente no.

    Detto questo, non piangiamoci addosso. Bisogna "sputtanarli" facendo vedere che hanno torto. Bisogna essere i primi a lavorare, a dare se stessi.

    Non ci sono altre "soluzioni"

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  16. x alect

    veramente ci sarebbero un'infinità di altre soluzioni.
    Te ne suggerisco una:
    occuparsi di Amelia.

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  17. @anonimo

    Chiedo scusa per la limitatezza del mio comprendonio...

    Che vuoi dire?

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  18. C'è sempre qualcuno che dice di occuparsi di altro, magari di non perdere tempo in Internet. Questo qualcuno, talvolta, è giusto chi scarica tonnellate di byte sul proprio blog tra articoli e commenti. Vorrei anche io dare un suggerimento: evitare di mischiare il Sacro con il profano, le cose del Cielo con quelle mondane. Mi fanno rabbrividire le immagini di Cristo e dei Santi pubblicate su thread che con il Sacro non hanno niente da spartire. Purtroppo, questi signori credono che per mezzo della loro bocca sempre parli lo Spirito, perciò non pubblicano un articolo senza il supporto di un'immagine di Cristo o di un Santo. Bah! Immaginiamo noi che rispetto hanno del Sacro.

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  19. Nel frattempo sto aspettando che l'anonimo delle 11.11 si chiarisca...

    Anche in privato (la mia mail è nel mio profilo). Io non ho problemi..

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  20. Leggo su Messainlatino che addirittura il Papa avrebbe lodato l'«accresciuto decoro» cioè la devastazione della cattedrale di Reggio Emilia. Parole del cardinal Bertone (quello che fu chiamato dal Papa alla segreteria di Stato perché era il meno disubbidiente).

    Ma guarda guarda...! Sempre la stessa storia: fanno "certificare" al Papa le proprie imbecillità.

    Era lo stesso Bertone che, nel caso dei vescovi giapponesi, scrisse a Tokyo di sospendere ogni provvedimento contro il Cammino poiché "il Papa vuole ristudiarsi il caso".

    Anche in quel caso Bertone ubbidiva non al Papa ma a qualcun altro.

    E il Papa cosa fa? Può mai smentire la Segreteria di Stato su una faccenda come questa? Creando così un precedente per azzerare qualsiasi cosa faccia o dica la Santa Sede?

    Ecco la solita dinamica, ecco perché solo i cretini possono essere "più papisti del Papa".

    Ed ecco anche il motivo per cui occorre necessariamente diffidare quando qualcuno dice che "il Papa elogia i neocatecumenali".

    La spiritualità del Papa, il suo "stile" di pastore della Chiesa, la sua tensione verso la Tradizione, sono noti a tutti.

    Il Papa non è definito dalle cose che è costretto a fare (altrimenti dovremmo giudicare un cretino Pio VII perché è stato incarcerato e ricattato da Napoleone).

    Il Papa è qualificato invece dalle cose che liberamente fa.

    E ditemi dunque: quando il Papa "loderebbe" quell'orrore reggiano sarebbe stato libero e cosciente? E quando invece il Papa dà la Comunione alla bocca e in ginocchio, sarebbe stato ricattato e costretto a farlo?

    Quando il Papa indice l'anno sacerdotale sotto la protezione del curato d'Ars, sarebbe stato "costretto" a farlo? E quando invece i cardinali riescono a far cancellare il curato d'Ars dall'anno sacerdotale, lo hanno fatto per ubbidire al Papa?

    Non ci vuole troppa fatica, per un cristiano onesto, per distinguere tra gesti "politicamente inevitabili" (come la presunta lode del «decoro accresciuto») e gesti "da pastore".

    E questo varrebbe perfino nel caso peggiore, quello di un Papa kikolatrico.

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  21. Stamattina il giornale radio ha dato la notizia su una riflessione che la chiesa vuole fare sull'architettura sacra, per ritornare ai canoni più tradizionali.

    Quindi le parole del papa sembrano più di circostanza e generiche, come devono essere nel caso di una consacrazione del nuovo altare.
    invece non capisco i gesti, a cui nessuno lo obbliga, come l'invio delle famiglie, o la festa in S.Pietro per i 40 anni di cammino.
    (non poteva mandare un suo rappresentante al suo posto? o il papa non fa queste cose?
    )
    Sul motu proprio e sull'Ecclesia Dei mi pare che il papa si muova abbastanza liberamente, nonostante le opposizioni palesi.
    invece sul cammino, ha evidentemente voluto continuare la linea del predecessore, anzi è andato ancora più avanti.
    Inoltre , in continuità con il pontificato prededente, non si può non definire il cammino come dono dello Spirito Santo, dopo la Pentecoste del 1998, con tutti i movimenti a S. Pietro.

    Il problema è che adesso c'è uno statuto ed una approvazione che sta spalancando le porte al cammino. I vescovi che negli anni '80 e '90 hanno messo vari paletti al cammino, sono stati superati dall'approvazione.
    Lo so che sto usando un linguaggio neocat, ma questo è quello che vedo dal mio angolino, tappeti rossi al cammino, tutte le richieste accettate, i ragazzi neocat che trovano lavoro....anche in curia....

    Quindi la risposta alla domanda del thread è:
    SI' il papa e i suoi vescovi fedeli approvano.

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  22. Quindi la risposta alla domanda del thread è:
    SI' il papa e i suoi vescovi fedeli approvano.


    Quanto al Papa, ormai siamo abituati ad ascoltare parole sante e fatti che le contraddicono e parole che non sembrano confermare nella fede di sempre (Erfurt, Assisi e compagnia)

    Quanto ai suoi vescovi fedeli, mi pare che la fedeltà sia solo nelle cose che io mi limito a definire 'ambigue', perché il mio cuore (non la mia intelligenza, che ci sono casi in cui si ferma ad una soglia che si autopreclude l'andare oltre perché manca di molti elementi) rinuncia ad andare più a fondo.

    RispondiElimina
  23. "Inoltre , in continuità con il pontificato prededente, non si può non definire il cammino come dono dello Spirito Santo, dopo la Pentecoste del 1998, con tutti i movimenti a S. Pietro."

    Sì, si può NON definire il cammino neocatecumenale come dono dello Spirito Santo.

    La Chiesa sta diventando una sorta di federazione composta da gruppi, associazioni, movimenti, che funzionano in modo autonomo, che non guardano a Roma, al Papa, al suo Magistero, come una guida sicura a cui obbedire e sottomettersi.
    Ognuno fa quel che vuole nel suo orticello senza preoccuparsi di quel che fa il vicino, salvo se il vicino è tradizionalista.

    Quel che distingue il cammino neocat sono le sue prassi liturgiche e catechetiche ALTRE, la sua struttura ALTRA, i suoi metodi ALTRI,intrusivi e poco o per niente rispettosi del foro interno, il suo SEGRETO che ne fa un gruppo settario, un percorso iniziatico esoterico.

    Un movimento che rifiuta la Tradizione,la Liturgia, l`insegnamento della Chiesa e se ne inventa dei tutti suoi interpretando la Tradizione, la Sacra Scrittura,la storia della Chiesa secondo la visione distorta del suo iniziatore,può essere un dono dello Spirito Santo?

    Siccome il Papa, quando chiama un movimento "dono dello Spirito Santo" non proclama un nuovo dogma di fede, è assolutamente lecito per un cattolico, non condividere quella definizione.

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  24. "La Chiesa sta diventando una sorta di federazione composta da gruppi, associazioni, movimenti, che funzionano in modo autonomo, che non guardano a Roma, al Papa, al suo Magistero, come una guida sicura a cui obbedire e sottomettersi.
    Ognuno fa quel che vuole nel suo orticello senza preoccuparsi di quel che fa il vicino, salvo se il vicino è tradizionalista."

    Questa è una cosa che ho notato anche io. Aggiungo anche che ora, per essere un buon cristiano, sarebbe sufficiente fare "al meglio" il proprio compitino fregandosene altamente di quello che c'è fuori dalla porta.

    Per mia esperienza essere cattolica è un'altra cosa. E il Santo Padre, nei suoi discorsi è molto preciso in questo.

    Detto questo, basta seguire il proprio "istinto ecclesiale". L'ho detto un sacco di volte. Basta molto poco per risolvere tutto quanto. Basta riflettere. Batsa non aver paura di quello che c'è fuori. Magari farsi aiutare per farlo. Sono 2000 anni che la Chiesa va avanti così..

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  25. Dice Michela

    Quindi la risposta alla domanda del thread è:
    SI' il papa e i suoi vescovi fedeli approvano.


    Sarà che sono un "giustificazionista" o forse uno che non è "realistico". Ma a me la risposta sembra diametralmente OPPOSTA.

    La risposta, si può dire l'ha esplicitata anche Tripudio, è che il Papa è in un drammatico isolamento AFFETTIVO oltre che effettivo. Lui e chi (pochi) gli è fedele.

    La Chiesa sta vivendo un momento terribile di crisi di autorità e di obbedienza. Nel senso CATTOLICO del termine.

    Al fondo della crisi c'è una crisi incredibile di autorità. Di FEDELTA' all'autorità e di FEDE nel Vangelo e in Cristo che l'ha fondata! E sucsa se è poco!!!

    Il Papa non è andato affatto "oltre". Non credo che NEGARE ciò che abbiamo visto con i nostri occhi, per giustificare quella che secondo me (lo sottolineo) è una NOSTRA personale convinzione, faccia bene.

    Se è falso che il Papa ha corretto il CnC, che lo ha fatto pubblicamente, che ha chiesto di essere obbedito, che ha negato di voler approvare gli statuti finchè non vedeva risultati (per ben due volte in due occasioni PUBBLICHE differenti: la ruinione con i presbiteri di Roma e la visita dei Vescovi Giapponesi), ecc...., allora possiamo dire che il "Papa e i suoi approvano e sono andati oltre..". Se invece, alla prova dei fatti, i PASSI concreti del Papa e dei suoi, anche a Statuti Approvati, NON SONO ANDATI AFFATTO OLTRE, allora il discorso è differente. Infatti sono andati nella direzione della correzione (tentata), come dimostrato anche dai tentativi di molti vescovi sparsi per il mondo..

    Prima di Bendetto XVI non c'era la lettera... di Benedetto XVI!!! E non credo che quella lettera indichi la volontà di "blandire" il CnC per poi arivare ad approvare tutto... Se questa è l'interpretazione da dare a quella lettera ed ai passi successivi, allora mettiamo la propaganda di Gennarini a fondamento del blog!

    Vi faccio un esempio militare, a te ed a Mic.

    E' vero che i Vescovi sono stati nominati dai Papi, ma è anche vero che moltissimi vescovi, SILENTI PRIMA DEL VATICANO II, sono "venuti fuori" DOPO. SOLO DOPO. E molti che sono stati nominati DOPO, lo sono stati in condizioni di DIFFUSO AMMUTINAMENTO. E sono stati nominati per INVSETIRLI DI UNA RESPONSABILITA', sperando di "riprenderli", in qualche modo.

    Se in una nave l'Ammiraglio dà ordini ai suoi sottoposti, perchè vengano comunicati ai soldati, ma i sottoposti non li diramano, e diramano ai soldati ordini FALSI spacciandoli per ordini dell'AMMIRAGLIO, e i soldati eseguono continuamente ordini FALSI, e quando c'è la rassegna dell'Ammiraglio i suoi sottoposti dicono apertamente ai Soldati che quelli erano gli ordini dell'Ammiraglio, anche se falsi, che succede?

    Se i sottoposti dell'Ammiraglio lo mettono continuamente davanti a fatti compiuti coinvolgendo la sua Autorità pubblicamente con i soldati, e se si fanno forti della fedeltà della truppa, che si vedrebbe "tradita" e se la mettessero sul piano dell'ammutinamento completo, cosa succederebbe?

    Possibile che solo io vedo la cosa come davvero grave, gravissima, e senza grandi spiragli UMANI?

    RispondiElimina
  26. Caro Stefano, in questo thread si parlava di vescovi FEDELI, non di chi se ne approfitta per fare quello che vuole.

    secondo me e secondo quello che vedo dalla 'finestra di casa mia' le cose stanno cambiando.
    Non diciamo nulla di nuovo quando affermiamo che le iniziative del papa vengono ostacolate, ma
    1. o tutti i vescovi stanno camminando per conto loro, e non c'è n'è più neanche uno che sia rimasto fedele al papa ( e non è vero)
    2. oppure i vescovi non dicono più nulla sul cammino ( tranne quelli molto lontani, e dove il cammino è poco numeroso),
    perchè questa è l'indicazione- più o meno sotterranea -che sta venendo dalla curia romana.

    Il cammino va bene per l'evangelizzazione ( ed ecco che viene creato un dicastero fatto quasi a misura di cammino)
    il cammino va bene come risposta al relativismo morale di oggi.

    Il fatto del boicottaggio fatto al papa, è verissimo, ma non spiega i ponti e i tappeti rossi che la chiesa sta srotolando davanti al cammino.

    Da come parli sembra che ci sia rimasto solo il papa a difendere la tradizione. Invece ci sono tanti sacerdoti ed anche vescovi che hanno lo stesso 'sentire' del papa. e allora perchè tacciono? perchè sacerdoti da sempre contrari al cammino, oggi non dicono più nulla?
    Evidentemente perchè il papa non è così contrario al cammino come tu dici. E per non aumentare la frattura nella chiesa si tace, così come stiamo facendo anche noi.

    Io spero che non sia così, ma non mi voglio illudere, so già che prima o poi mi toccherà partecipare a qualche convegno in cui i neocat spiegheranno alla diocesi come leggere le Scritture con la scrutatio, o spiegheranno il senso dell'Eucarestia. E con il vescovo sorridente che approva il tutto.

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  27. Dice Michela

    Da come parli sembra che ci sia rimasto solo il papa a difendere la tradizione. Invece ci sono tanti sacerdoti ed anche vescovi che hanno lo stesso 'sentire' del papa. e allora perchè tacciono?

    Non è solo, ma quasi. Questo dice la realtà

    I Vescovi che sono fedeli al Papa (lo ripeto: SONO POCHI! POCHISSIMI!), non è vero che hanno taciuto e non è vero che tacciono. Hanno parlato, e parlano. Ma le loro parole sono cadute nel VUOTO. Lo abbiamo visto in Giappone, in Terra Santa, in varie parti dell'Asia, in alcune parti dell'Europa... E' significativo che in Italia i Vescovi abbiano parlato, ma in modo più sommesso... Proprio perchè siamo in Italia ed il problema è più grave...

    Anche Mons. Bux, che Dio lo benedica, ha parlato del Cammino PUBBLICAMENTE indicando la necessità di OBBEDIRE AL PAPA... Ma più di questo, che puà fare?

    Non possiamo dire che i Vescovi TACCIONO o DIFFONDONO il Cnc, se il CNC NON OBBEDISCE MANCO AL PAPA! Non obbedisce al Papa, quindi dei Vescovi SE NE FA UN BAFFO! I Vescovi che volessero, hanno questo ostacolo insormontabile: il CnC DI LORO SE NE FA UN BAFFO!

    Perchè questo fatto grave non suscita nulla? La risposta l'ho già data... Purtroppo.

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  28. Giova rileggere qualche breve articolo a riguardo, per capire che quello che sto dicendo è affermato apertis verbis da Vescovi Santi:

    1

    2

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  29. perchè questa è l'indicazione- più o meno sotterranea -che sta venendo dalla curia romana.

    Così appare su tanti fronti. Tra l'altro proprio oggi una fonte attendibile mi ha informata che in Ungheria erano stati "imposti" i seminari Redemptoris Mater. Alcuni vescovi si sono opposti. E' andato o intervenuto, non so a che titolo Ravasi. Ora i seminari ci saranno...

    Potrei avere anche altri dettagli. Ma, disgustata, non li ho nemmeno chiesti.

    RispondiElimina
  30. OT
    Per Lvvfl:
    ma invece di stare sempre sul tuo blog a sprecare giorni preziosi ...ma guardati Napoli- Manchester...Cavani ha fatto un goal da paura....

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  31. Caro Stefano, in Italia c'è un nuovo RM, a quanto sembra voluto o appoggiato da Crepaldi di Trieste.
    E' un vescovo 'fedele' al papa, puoi leggere il suo pensiero sul Foglio, dove ogni tanto pubblicano i suoi articoli.

    Difende il magistero del papa, e accetta un RM. Come mai?

    RispondiElimina
  32. E' un vescovo 'fedele' al papa, puoi leggere il suo pensiero sul Foglio, dove ogni tanto pubblicano i suoi articoli.

    è un vescovo fedele al Papa che va a farsi evangelizzare da Arguello in Galilea [vedi Crepaldi a Gerusalemme che firma per il RM di Trieste all'ombra dell'inquietante croce astile kikiana] - e qui

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  33. Sapete niente di questo documento vaticano riferito alla liturgia?

    Se ci sara' (e ne avete notizia), sara' un decreto indultivo o una vera e propria istituzione di una liturgia particolare (tipo ambrosiana per capirci)?

    E' vero poi che saranno in grado di "sfornare" a partire dal 2018, dai 500 ai 700 presbiteri all'anno?
    Domando perche' mi sembra una enormita', visto che la Chiesa italiana, che e' una delle piu' vocate del mondo, non arriva a 400 ordinazioni (diocesane) all'anno sulla base di 50 milioni di fedeli.

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  34. Possiamo già essere certi che se si tratta di un "documento", avrà poco effetto.

    Quanto alla liturgia, è notoriamente desiderio del Papa che il rito tradizionale in latino e quello nuovo in lingua volgare promulgato da Paolo VI "si arricchiscano a vicenda".

    In parole povere, nel rito tradizionale in latino occorrerà assorbire il calendario dei santi e beati (per esempio manca addirittura padre Pio), mentre il rito "moderno" dovrà invece tagliare via tutte le storture che si sono accumulate in quarant'anni (per esempio l'alleluia "delle lampadine" o la comunione "sulle mani" o il paternoster "tutti tenendosi per mano" o la valanga di chiacchiere dei fedeli spacciate per preghiere o monizioni).

    Il Papa vorrebbe "unificare" i due riti, lasciando in lingua volgare la liturgia della parola e obbligando al latino per tutta la liturgia eucaristica (in modo che il rito torni ad essere comprensibile in tutto il mondo, senza la tipica babele delle lingue che si vede per esempio a Lourdes).

    Il problema del sacerdozio (per carità cristiana, chiamiamolo col suo nome esatto: sacerdozio - il termine "presbiterato" è un arcaismo snob utilizzato da chi vuol sentirsi più intelligente degli altri) il problema del sacerdozio è che le vocazioni si possono "fabbricare" o con le preghiere (così come ci ha indicato Nostro Signore: operai per la Sua messe) oppure con un feroce indottrinamento in un qualche circolo chiuso.

    Fare stime sul numero di preti è perciò solo un passatempo da giornalisti che devono "far notizia" e da ecclesiastici che non hanno capito niente della vita e della Chiesa.

    La Chiesa infatti non è un'azienda con le sue statistiche di mercato e le sue proiezioni di produzione. La Chiesa vive solo dei doni che il Signore elargisce.

    RispondiElimina
  35. "Il Papa e i suoi Vescovi fedeli approvano?"

    Se posso dire la mia il vescovo della mia diocesi è conscio che il movimento sia una setta "sue stesse parole". Ma ritiene che sia meglio cercar di correggere il movimento nella diocesi che eliminarlo e questo lo porta a prender parte ad alcuni dei loro incontri. Tenete conto che prima o poi Kiko per motivi terreni o di causa maggiore non sarà più impegnato nel far ciò che fa e il movimento si sbriciolerà o comunque sarà più facilmente gestibile. Mettere vescovi favorevoli al movimento in posti importanti penso sia una mossa per far capire loro la limitatezza del movimento e la sua particolarità che cozza con tutto il resto della Chiesa. Poi penso che il Papa tenga in considerazione il movimento perché sa che sono i più bisognosi e come il nostro buon Gesù andava da pubblicani e prostitute lui cerca di star vicino al movimento e continua in più occasione a rimarcare i loro errori. Penso che faccia così perché l'alternativa è una scomunica (visto il carattere di Kiko) e in questo momento la Chiesa non ha bisogno della nascita di faide interne, ha più bisogno di un sano amore fraterno.

    RispondiElimina
  36. strano comportamento, che rimarca gli errori e 'manda' a evangelizzare nonostante essi.
    L'amore fraterno può dirsi "sano" solo se ha per fondamento Cristo Signore e non le sue scimmiottature giudaizzanti...

    RispondiElimina
  37. Se ci sara' (e ne avete notizia), sara' un decreto indultivo o una vera e propria istituzione di una liturgia particolare (tipo ambrosiana per capirci)?

    Sarebbe l'ennesimo scandalo, se dovesse trattarsi dell'approvazione dell'abominevole rito kikiano.

    Ricordo che la Liturgia Ambrosiana è ricca di secoli e nutrita dalla fede viva di generazioni di credenti e di Santi e, come ogni Liturgia di tradizione più antica di 200 anni, è stata lasciata in vigore dal Concilio di Trento.

    Se questa 'strana' Chiesa post-conciliare, dovesse -Dio non voglia- approvare anche l'abominevole rito nc, mi astegno dalle conclusioni perché sono "da ultimi tempi"...

    RispondiElimina
  38. mi astegno dalle conclusioni perché sono "da ultimi tempi"...

    Certo che sono "da ultimi tempi". E' ormai chiaro. E con questo rispondo anche a Michela. Perchè un "vescovo fedele" accetta il CnC? Vedere sopra. Il Vescovo che "accetta", e sembra schizofrenico, o lo è (ed in questo caso ci sarebbe bisogno della Neuro) oppure dietro la schizofrenia c'è il discorso che ho già fatto

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  39. San Pio V fece piazza pulita delle liturgie che non vantassero almeno due secoli di tradizione.

    Per questo motivo il rito ambrosiano fu conservato, accanto a quello romano.

    Il rito kikiano invece risale alla fine degli anni Sessanta. Mi pare comica l'ipotesi che possa essere "approvato".

    Di sicuro, qualsiasi cosa sia contenuta nel documento, i neocatecumenali correranno a dire qui che il loro rito sarebbe stato "approvato".

    È la famosa menzogna neocatecumenale sempre all'opera: quando Gennarini (portavoce del Cammino) parlò della lettera di Arinze, la interpretà esattamente al contrario, dicendo addirittura "è la prima volta che vengono approvate delle variazioni liturgiche..."

    Quindi, più che al documento, bisognerà fare attenzione alle menzogne neocatecumenali.


    Aggiungo inoltre che la liturgia non si può fabbricare a tavolino. La Santa Sede può ripulire, può correggere, può proporre, può riordinare, ma non può improvvisamente imporre una "variazione liturgica".

    Le imposizioni e le cose create a tavolino, infatti, producono sempre pessimi frutti (per esempio la "comunione sulle mani", quanto scempio e quanti sacrilegi ha portato!! ed infatti era stata decisa a tavolino, non era il frutto della devozione ma era il frutto di una votazione).

    Ma vedrete, ci saranno i soliti professoroni neocatecumenali che confonderanno il piano teologico e liturgico con il piano legalistico e pretenderanno quindi di confondere quest'ultimo con le loro manie.

    Per questo sfidiamo i neocat a pensare non secondo i comandi dei cosiddetti "catechisti", ma secondo la ragione, secondo il Papa, secondo la Tradizione.

    RispondiElimina
  40. Scusate la domanda magari un po fuori luogo ma dopo l'ultimo commento di Tripudio mi sorge un dubbio. Io personalmente la comunione la ricevo sulle mani nel massimo rispetto del sacramento per una questione di igiene che una volta mi è stata fatta notare da un prete ancora quando ero piccolo (il prete di allora aveva alcuni problemi di carattere psicologico a quello che mi dicono). Da allora l'ho sempre presa così e mi viene spontaneo. Non capisco per quale motivo dovrebbe essere uno scempio. Se me lo spiegate magari mi correggo.

    RispondiElimina
  41. Se ricevi il Sacramento con "grande rispetto" non vedo quel problema dovresti avere a riceverlo dalle mani del Sacerdote.

    Infatti, se tutti sono devoti al Sacramento, come dovrebbe, non ci dovrebbe essere NESSUN PROBLEMA a riceverlo con una ACCRESCIUTA devozione. Nessuna devozione è ESAGERATA riguardo il Corpo di Cristo. Per cui, se davvero ci fosse questa devozione, nessuno avrebbe nessun problema a metterla in atto in una forma più "alta". Questo avvenne nella Chiesa, quando proprio per questa devozione che si è "innalzata" (come Cristo sulla Croce!) è stato deciso, divinamente ispirati, di distribuire il Corpo del Signore direttamente sulla BOCCA del fedele.

    Dunque, se davvero ci fosse una adorazione, una devozione sincera verso il Corpo del Signore, se davvero si andasse OLTRE l'aspetto accidentale di "cibo" del Corpo del Signore, allora non ci sarebbe nessuna obiezione e nessun problema. Non ci sarebbe dietrologia e non ci sarebbero polemiche. Si riceverebbe, con devozione, il Corpo del Signore nella forma più devota (siamo fatti di Anima e CORPO, non siamo "new age" e quindi non facciamo dello spiritualismo disinccarnato!).

    Il motivo per cui la ricezione del Signore sulle mani è un ABOMINIO è relativo a cosa ci sta dietro. Abbiamo avuto LUTERO, Calvino e compagni. PER QUESTO dobbiamo, DOBBIAMO, evidenziare la nostra FEDE! Non si può mettere tra parentesi e non si può sottointedere. Dietro un gesto, nella religione, non c'è solo un gesto! Soprattutto in un sacramento come la Messa!

    Ogni cosa che "mostra" un rapporto troppo UMANO con il sacramento, lo svilizza e lo associa alle concezioni protestantiche. Quando si dava la Comunione in Mano, nelle antichità della Chiesa, NON SI AVEVA LUTERO. C'è una differenza sostanziale. La forma del Sacramento, noi crediamo venga da Dio in ogni tempo.

    Ma dietro a queste posizioni, oltre che una poca fede nel Sacramento (per non dire altro), c'è anche una volontà di cancellare la storia della Chiesa e di definirla implicitamente FINITA in un dato periodo...

    E se la prendono con i lefebvriani...!! E queste posizioni che sono ?

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  42. Io sinceramente non penso che la mia devozione sia influenzata da come prendo la comunione. Certo il palcoscenico neocatecumenale ne fa un teatrino insultante (che sento come peccato contro lo Spirito) ma in una messa cattolica penso che prender la comunione in mano non sia un abominio. certo la tua spiegazione mi fa riflettere e pensandoci su se uno pensa al senso dell'atto e a quello che ci sta dietro mi tocca darti ragione. Proverò a cambiare questa brutta abitudine e vedrò se mi aiuta a gustar meglio il rapporto con Dio.

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  43. La questione della Comunione "sulle mani" è spinosa.

    Anzitutto la liturgia approvata da papa Paolo VI non prevede la Comunione "alle mani".

    La possibilità è stata introdotta dalle singole conferenze episcopali. Quella italiana l'ha introdotta nel 1988.

    In Italia la decisione fu presa a maggioranza dai vescovi e passò per un solo voto in più, guarda caso proprio il giorno in cui uno dei vescovi più ostili era assente per malattia.

    Ora, questa "possibilità", sebbene nelle istruzioni sia caldamente raccomandato di evitare ogni mancanza di rispetto e di evitare ogni cosa che possa portare al sacrilegio... ha aperto la strada purtroppo a tantissime mancanze di rispetto al Santissimo e tanti, troppi sacrilegi nei confronti del Corpo e Sangue di Nostro Signore.

    Aggiungiamo poi che la "possibilità" della Comunione "sulle mani" è diventata in tante parrocchie vero e proprio obbligo, e addirittura tra i neocatecumenali è un elemento così obbligatorio che il 17-1-2006 Kiko scrisse a papa Benedetto XVI facendogli capire che avrebbe disubbidito alle «decisioni del Santo Padre» pur dichiarandosi «contentissimo».

    Per capire cosa intendo, prova a dare un'occhiata alle foto presentate in questa pagina e in particolare il modo in cui il Papa preferisce amministrare la Comunione.

    La Comunione "sulle mani" che nei primi secoli era stata abolita proprio per aumentare la devozione e ridurre gli abusi, non appena è stata reintrodotta ha ridotto la devozione e generato nuovi abusi e mancanze di rispetto e sacrilegi (quanti frammenti del Santissimo Sacramento calpestati dai neocatecumenali che ballano al termine della celebrazione kikiana!)

    Insomma, giudica tu se una "novità" introdotta dalla CEI, vissuta bene dal cinque per cento dei fedeli e vissuta in modo distratto o irrispettoso (quando non sacrilego) da tutto il resto, valga la pena di essere mantenuta. Specie quando c'è il rischio di profanare il Santissimo Sacramento.

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  44. Grazie Tripudio per le delucidazioni impeccabili e documentate. Ora son ancor più stimolato a riceverla in bocca perché nonostante io abbia sempre avuto il massimo rispetto mi rendo conto che l'atteggiamento porta altre persone a comportarsi in maniera irrispettosa. Infatti pensandoci bene più volte ho visto un atteggiamento non sufficientemente attento dei fedeli alle messe normali. Per le "messe" nc ho visto una volta persino un anziana che si piegava per recuperare le briciole ma è assurdo usare il pane come pratica comune perché anche adoperando la massima cura è inevitabile che frammenti finiscano sul pavimento. E' assurdo che il movimento insista in questa direzione in maniera caparbia. Come se il corpo e di Cristo cambiasse in funzione del tipo di pane che si usa per celebrare. E' una dimostrazione palese di come la suggestione domini sulla Fede.

    RispondiElimina
  45. Sì, è un argomento molto spinoso.
    Chi ha dimestichezza con la Messa Antica, ma anche chi la frequenta saltuariamente, le ragioni a favore della Comunione in ginocchio e sulla lingua le sa, le coglie, le percepisce, le riceve senza bisogno di tante parole. Ma chi questa esperienza non ce l’ha, chi è cresciuto nella liturgia riformata del NO, difficilmente comprenderà, tanto più chi sta nel cammino.

    Io stessa sono portatrice (sana spero) di questa specie di dualità che trovo molto molto pericolosa, per tante ragioni che vi risparmio. In sostanza credo che prendere la Comunione in ginocchio e sulla lingua non vale a migliorare o accrescere la propria devozione all’Eucarestia, se quell’atteggiamento non è in armonia con tutto il resto, con l’ambiente liturgico, diciamo così, nel quale si svolge il Rito. E’ come cominciare dalla fine. E’ come insegnare l’aoristo a chi non conosce l’alfabeto greco. Il rimedio ottimale sarebbe una imposizione dall’alto definitiva che almeno ridimensioni quella insidiosa doppiezza, e anche una diffusione capillare della Messa Antica che ripristini la purezza della liturgia. Entrambe cose da coniugare al futuro, purtroppo.

    RispondiElimina
  46. Proverò a cambiare questa brutta abitudine e vedrò se mi aiuta a gustar meglio il rapporto con Dio.

    Trovo bellissimo questo proposito. Mi permetto di fare una piccola osservazione: è bello anche il 'gustare' il rapporto col Signore, perché fa parte della fede vissuta. Ma non perderei di vista la cosa più importante, che viene prima di ogni nostra sensazione o sentimento: l'atto di volontà che dà al Signore il culto e l'Adorazione che gli sono dovuti. Il resto è conseguenza!

    RispondiElimina

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