martedì 12 gennaio 2021

Storia di una colazione non fatta, di un borsellino miracoloso e di come Kiko si salverà l'anima

Leggiamo su Cruxsancta il seguente commento:

«Ricordo che i catechisti non perdevano ogni occasione propizia per magnificare l'austerità di Kiko che sbarca il lunario con non più di 300 euro al mese (tenendo conto del fatto che viene spesato di tutto, non vedo che merito ne abbia, ma lo dicevano sempre quando potevano).

Poi è stato lo stesso Kiko a uscire con la cavolata che ogni giorno dava 50 euro al poveretto all'angolo. E non dava di più perché non lavora e non ha sussidi (per quanto incassi, in sacchi molto neri).

È palesemente un miracolo che, senza spendere più di 300 euro al mese, possa dare 50 euro ogni giorno.

Il fatto è che, a dire cavolate, sono proprio imbattibili.»

Chiariamo subito che non è bello fare i conti in tasca a nessuno.

Però, dal momento che la dichiarazione della elemosina di 50 euro al povero ogni mattina recandosi alla Messa l'ha fatta proprio Kiko Argüello e l'ha diffusa via mail a tutti i catechisti del Cammino neocatecumenale perché venisse riferita a più di un milione di aderenti per invitarli a seguire il suo esempio di generosità, e dal momento che, allo stesso modo, la notizia sulla austerità di vita dello stesso Kiko, attraverso sempre i soliti canali, ha raggiunto sempre gli stessi utenti a livello planetario, ci corre l'obbligo di cercare di chiarire come possa avvenire questo vantato ennesimo plateale 'miracolo' del Cammino.

Diciamo subito che l'indole al risparmio del denaro (proprio) e il rapporto noncurante e generoso con il denaro (altrui) di Kiko Argüello ci viene raccontato in primo luogo da Carmen Hernández, che, già al primo incontro con il profeta delle Palomeras, dovette pagare il conto del bar e il taxi per il suo rientro a casa.

Lo stesso genere di risparmio personale e di fiducia nella "Provvidenza", ha sempre caratterizzato la missionarietà dell'Argüello.

Nella sua baracca infatti del Borghetto latino, in cui soggiornò nei primissimi tempi del suo arrivo a Roma, campeggiava la scritta: "Non darmi né povertà né ricchezza: fammi avere il cibo necessario".

È il suo concetto di ciò che è "necessario" che ci intriga...

Riportiamo qui un episodio raccontato da don Cuppini, il sacerdote che affiancò i due iniziatori proprio in quei primi anni di scorribande.

«Era il giorno della proclamazione di S.Teresa d'Avila "Dottore della Chiesa" ad opera di Paolo VI.

Quel giorno dovevamo vedere Mons. Morcillo, che per l'occasione era venuto a Roma. Kiko ed io dormivamo nella baracca al borghetto latino. Franco Voltaggio ci aveva lasciato una 600.

La mattina (era il 27 settembre 1970) vado a mettere in moto la macchina: ci avevano rubato la benzina! Avevamo 200 lire, quanto bastava per la colazione. Allora a Roma cappuccino e brioche costavano 100 lire. Ma andai dal benzinaio, con una bottiglia, a prendere un po' di benzina e quindi non facemmo colazione.

Mi ricordo che Kiko disse: "Il Padre ci tratta male questa mattina... ci deve una riparazione" (o qualcosa di simile).

Andammo a pranzo da Nunzio (allora abitavano in via dei Lucchesi); ad un certo punto arriva un fratello della comunità di S.Luigi dei Parioli e ci porta una busta a nome del Parroco. Sapeva che dovevamo andare ad Ivrea e ci mandava i soldi del viaggio. Quando salutammo Nunzio, anche lui ci diede dei soldi, che Kiko mise in tasca senza guardare. Quando guardammo i soldi, erano due biglietti da 100.000 (erano le prime banconote da 100.000 che io vedessi).

Mi ricordo che Kiko disse: "Ecco la riparazione!".

La sera, dopo l'incontro con Mons.Morcillo, andammo al cinema, una prima visione in via Veneto e poi a cena alla "Carbonara" a Campo dei Fiori.

Quei soldi servirono a Carmen per prendere l'aereo per andare da suo padre che stava male (quando fummo a Ivrea ci telefonarono che il padre di Carmen stava morendo).

Kiko non ha mai fatto del pauperismo.

Comunque, in quei tre anni, le entrate erano sempre aleatorie, ma abbiamo sempre viaggiato, mangiato, fumato (loro) senza nessuna preoccupazione»

Don Cuppini ribattezza Kiko

Ecco svelato l'arcano, il motivo occulto del palese miracolo della austerità di Kiko e, nel contempo, del fatto che giri con rotoli di monete in tasca, viaggi con il jet personale, pasteggi ad ostriche e non si neghi neppure il whisky in bar appena sveglio (cioè non prima di mezzogiorno): il 'Padre' di Kiko - sulla cui reale identità preferiamo non azzardare ipotesi, ma deve avere qualcosa a che fare con i cornetti - per quella colazione saltata il 27 settembre del 1970, ha pagato e sta pagando salato fino ad oggi per ogni iniziativa o capriccio del figlioletto spagnolo.

Naturalmente, tutto questo fiume provvidenziale di danaro, viene "mediante" (preposizione che ai neocatecumenali piace assai) il sacco nero, le buste, le offerte, le decime che i neocatecumenali fanno pervenire, dietro pressante e continua richiesta, perché non si fermi ciò che viene loro spacciata come "evangelizzazione".

Come dimostrato dall'episodio precedente, Kiko, essendo povero, non ha due borselli, ma ne ha uno solo: quindi, sia per le proprie necessità personali, sia per edificare la lussuosissima Domus, attinge allo stesso borsello, continuamente rifornito dai Pantaloni neocatecumenali, spinti in modo magico a ripianare quel debito che il 'Padre' di Kiko ancora non ha finito di pagare per quella famosa colazione saltata.

Per questo Kiko miracolosamente può dire con il salmista "nulla mi manca" pur essendo un modello di austerità e spendendo dai suoi miseri risparmi di disoccupato senza sussidio al massimo 300 euro al mese (forse il provento di una piccola pensione sociale dello Stato Italiano?)

"Sacra reliquia di san Kiko"
Rimane il dubbio amletico: per cosa spende Kiko questi suoi 300 miseri euro mensili? Per la casa no: solo le spese condominiali dell'appartamento davanti a San Pietro sono altissime, quindi per quelle sovviene il borsello del Cammino, come pure per i viaggi e gli spostamenti, le vacanze eccetera.

Colazione, giornali, pranzi, cene, vestiario e quant'altro sappiamo essere tutte a carico dei "maggiordomi" del Cammino, che a loro volta attingono le risorse dai soliti proventi dei salassati adepti neocatecumenali o da proprie fortune personali messe ai piedi del guru madrileno.

Le sigarette? Fumando più di un pacchetto al giorno, e considerando che Kiko fuma anche pregiati sigari, la spesa supera di gran lunga i 300 euro. E poi, non penseremo mica che i maggiordomi factotum non riforniscano regolarmente il nicotina-dipendente con idonee stecche della marca preferita e con profumati Avana?

Resta solo da ipotizzare che Kiko, per una volta nella sua vita, abbia detto la verità e che elargisca i suoi personali 300 euro proprio per le elemosine al povero con il carrettino che lo aspetta speranzoso sotto casa. 

Certo, non più di sei volte al mese, a colpi di 50 euro per volta. Ma d'altronde, siamo seri: quante volte andrà ad una Messa cattolica Kiko Arguello? Una o due volte la settimana sono già troppe.

E con questa elemosina, tratta dai propri soldi personali, di cui nessuno ha finora mai visto neppure il colore, Kiko forse si comprerà la salvezza dal Padre quello vero, non dal 'Padre' con i cornetti che gli sta ripagando principescamente la colazione perduta cinquant'anni addietro . 

Anzi, forse, nonostante questo grande sacrificio personale, Kiko non si salverà l'anima, almeno secondo i propri stessi criteri, per i quali chi si vanta dell'elemosina ne perde ogni merito; e lui se ne è vantato, eccome! 

Povero Kiko...

56 commenti:

  1. E rieccoci! Ricominciamo oggi sempre dallo stesso punto. Poi dice che siamo noi i fissati!
    Certo che a raccontare storielle amene con Kiko non si finisce mai.
    Vien proprio da commentare, iniziando dalla ormai famosa testimonianza della elemosina mattutina andando alla Messa.
    L’elemosina quotidiana di Kiko a 50 euro a botta è stato un clamoroso autogol, non c’è chi non lo veda. Per uno che non ha nulla è davvero un fatto inspiegabile, ha del miracoloso!
    Anche perché, per fare scena, quando Kiko dal leggio indice collette straordinarie per esaurimento risorse, esordisce da sempre così
    “Io non ho neanche un euro in tasca!” e
    “Giampiero ci dice che non abbiamo più soldi e abbiamo un sacco di debiti. Giampiero dicci, quanti debiti abbiamo?”…
    … per la convivenza di itineranti che non abbiamo potuto saldare con gli alberghi (gli itineranti, si sa, sono nullatenenti e le convivenze a Porto San Giorgio si prolungano per giorni e giorni, visto che nessuno di loro ha impegni lavorativi né ferie da chiedere),
    per l’invio famiglie (troppo numerose per potersi da sole spesare)
    … e dobbiamo fare alla Domus un incontro con 300 Vescovi e poi con 150 Rabbini (e si sa che tutti saranno indistintamente aspitati gratis, per molti si pagheranno anche i viaggi, sempre coi soldi estorti ai fratelli)
    … Oh costosissima Merkabà!

    Siamo noi che inventiamo menzogne? Che calchiamo con perfidia la mano? Chi legge giudichi da sé se son cose che si possono sentire.

    Ma neanche la più fervida fantasia riuscirebbe a partorire quanto Kiko da solo ne infila una dietro l’altra. Noi decodifichiamo solo, semplicemente. A beneficio di chi ha alienato il suo cervello e ha rinunciato del tutto a ragionare. Per tentare di salvarne ad ogni costo almeno qualcuno.

    Certo, e chiedo scusa agli zingari, è evidente che Kiko ha mutuato il peggio da loro! Si vede che la sua “vocazione” ha preso forma vivendo tra loro. Egli ricorda quegli zingari che millantano povertà nera, poi posseggono macchinoni e abitano ville super-lussuose al limite dello sfregio, con ori e argenti e pietre preziose ovunque…
    Non si può essere così marchianamente incoerenti e contraddittori.
    Come spesso si ripete: non noi condanniamo Kiko, le sue stesse parole lo giudicano e lo condannano.
    ........

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  2. ........

    E che dire della frase di Kiko riportata da Francesco Cuppini?
    Kiko disse: "Il Padre ci tratta male questa mattina... ci deve una riparazione"

    Encomiabile la sincerità di questo presbitero, che parla senza rendersi conto di quello che dice. Vuol dare testimonianza e sconcerta. Segno del mondo irreale in cui vivono. Neanche si rendono conto di ferire, prima di tutto, le persone normali che ogni giorno devono sbarcare il lunario e il comune buon senso.
    Kiko appare come un figlio di famiglia benestante e viziato, che pretende dal padre di tutto e sempre di più, con sfrontatezza.

    Dopo aver vissuto senza far niente un giorno intero
    (N.B. seguire nel dettaglio il racconto di Cuppini di una giornata tipo con Kiko in quel di Roma):

    - mattina colazione saltata,

    - ultimi spiccioli nel serbatoio,

    - morti di fame, a pranzo ospiti di Nunzio (fratello della prima dei Martiri Canadesi, uomo di fiducia di Donnini, con incarico di collettore delle raccolte straordinarie “per l’evangelizzazione” che, fatte nelle varie zone, venivano portate di persona dai vari responsabili a Roma – i quali ci rimettevano pure il viaggio - e venivano consegnate a Nunzio pro manibus),

    - ricezione di buste generose e spontanee e del contributo economico dello stesso Nunzio, che non li congeda a mani vuote… e Kiko mette in tasca “senza guardare” (la tasca di Kiko, un pozzo senza fondo… più scavi più trovi, se togli 50 ne trovi ancora di più… ma lui nelle ammonizioni alle collette straordinarie giura “Io non ho neanche un euro in tasca!”),

    - incontro con Mons.Morcillo,

    - sera al cinema, una prima visione in via Veneto,

    - e poi a cena alla "Carbonara" a Campo dei Fiori (al termine di una faticosa giornata da missionari zelanti evangelizzatori).

    Accidenti, ragazzi, a viverle giornate così!!! Da metterci la firma per tutta la vita, davvero!
    ........

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  3. ........

    Cuppini racconta tutto questo per concludere che “Kiko non ha mai fatto del pauperismo”. E certo, chi meglio di lui!

    (Vien da chiedersi che fine abbia fatto Cuppini. Egli non ha retto a lungo con loro - pur avendo battezzato entrambi gli Iniziatori nel Giordano - come l’impermeabile, inossidabile, inamovibile padre Mario Pezzi; ci vuole una stoffa speciale, non da tutti, per sopravvivere a lungo con loro)

    Egli ancora ricorda che Kiko gli disse: "Ecco la riparazione!".

    E questa la dice lunga sul rapporto di Kiko con la fede. Nulla per puro amor di Dio, tutto per amore a se stesso, per nutrire il suo insaziabile, in tutti i sensi, YO YO YO! Con incarnato nel fondo uno spirito esigente e pretenzioso, contrario al Vangelo che pretende di annunciare agli altri.

    … poi via, si parte in aereo alla volta di Ivrea, dove altre visite li attendono, altri inviti a pranzo; con vitto e alloggio e tutto spesato per giorni e... prima della partenza altre buste spontanee e qualche spicciolo gettato in tasca così, distrattamente, senza guardare.

    Pax

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  4. Ma le opere dell'Argϋello sono protette dal diritto d'autore?
    Come mai firma tutti i suoi dipinti, icone comprese?
    Con tutte le vendite di copie che registra, comprese quelle dei dipinti della corona misterica, libri, crocifissi, Madonne, dischi... potrebbe realizzare una fortuna.
    Ci sono tantissimi negozi, italiani e non, che vendono articoli con la riproduzione delle sue opere, anche online.
    Tutta la nuova estetica potrebbe essere un grosso business, architettura compresa?
    Il pagamento dei diritti di utilizzo su tutto mica ammonterebbe a poco...
    Domando eh...

    Vecchio ex

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  5. A Cagliari ci sono 5 parrocchie dove c'è il Cammino, oltre la Palma e il Poetto c'è Bonaria, retta dai mercedari, il Carmelo retta dai carmelitani e san Carlo Borromeo, diocesana. In quest'ultima, raccontava una nostra parrocchia molto anti neocat, c'era una famiglia, sua amica, di cui una figlia aveva aderito al Cammino, e questa aveva chiesto ai familiari di aderirvi, forse spronata dai catechisti. I familiari rifiutarono e lei ruppe i rapporti con loro. Non sò il seguito, se si è riconciala con la famiglia o no, la mia parrocchiana definiva il Cammino un movimento sfasciafamiglie, per quello ce l'aveva con loro. Aldo dei focolari di Cagliari

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  6. La chiesa del Poetto, anni '50, fu affidata alla Fsmi nel 1970, prima era diocesana, ci mandarono un parroco di Roma, p. Erminio Passi, con il compito di incistare il Cammino. Questo prete mi disse anni fa che in origine era anche contrario, perchè non sapeva niente del Cammino, essendo recente, del 1964, disse : spiegatemi le cose o rinuncio. Glielo spiegarono, approvò e operò di conseguenza. Il CNC, partito in sordina, ebbe una "esplosione" (p. Passi dixit) raggiungendo la bellezza di 1000 camminanti e oltre. Dopo 9 anni, per diritto canonico, il padre generale di Roma gli propose un trasferimento e lui si oppose, contravvenendo al voto di obbedienza fatto alla sua ordinazione a prete. I camminanti "convinsero" il vescovo di allora a lasciarlo li con una busta piena di soldi, portati da un incaricato che conosco bene, era da loro prima, per 18 anni, poi li lasciò e venne a fare il ministro da noi. Nel 2009 p. Passi lasciò per gravi motivi di salute, lo sostituì un certo p. Enrico, anche lui neocat , al quale chiesi spiegazioni. Mi aspettavo un diniego, invece confermò tutto e disse : non lo sai che a questo Vescovo piacciono i soldi? Adesso p. Enrico è stato trasferito a Fiumicino, due mesi fa, al suo posto c'è un certo p. Ruben, argentino, non sappiamo ancora se è neocat o no, il suo vice, che è filippino proprio no, un giorno disse che erano dei pazzoidi che purtroppo doveva seguire per obbedienza. Le notizie sul Poetto per adesso sono queste, se so altro vi scrivo. Aldo del movimento dei focolari di Cagliari

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    1. Aldo ti confermo che da parte dei catechisti e della comunità in generale c'è la forte tendenza a spronare altri membri della famiglia ad entrare in comunità; ti racconto questo fatto personale: quando avevo quasi 18 anni ed ero in Cammino da un anno e mezzo, finita la celebrazione eucaristica il capo equipe mi avvicina e mi chiede perché mia madre non veniva in Cammino e mi ha detto di dirle (testuali parole) che se non voleva venire io la rinnegavo come madre..ti lascio immaginare cosa provocò questo in famiglia; ovviamente visto che ero ancora minorenne mia madre mi vietò di tornare in comunità finché non avessimo parlato con il parroco della nostra parrocchia, che su alcune cose ci rassicuro' mentre su altre (come la futura decima) ci mise in guardia. Questo sacerdote ha fatto il meglio che poteva fare, basandosi sulla sua conoscenza del Cammino (anche un'altra volta mi aveva dato un consiglio a riguardo). Negli anni seguenti ci furono altri tentativi di convincere la mia famiglia,io ero d'accordo perché ti portano a credere che stai facendo un'opera di carità, ora mi pento di aver favorito questi tentativi, e do ragione alla mia famiglia che mi metteva in guardia.

      Altro fatto personale:quando andammo da una famiglia in missione all'estero, visitammo un santuario mariano famoso e ci invitarono a chiedere una grazia su cui Maria avrebbe sicuramente agito; io chiedi che la mia famiglia potesse venire in comunità con me, bene la Vergine ha ascoltato questa preghiera perché ha permesso che aprissi gli occhi e chiedessi scusa alla mia famiglia..tante volte li ho giudicati e sperato di essere nata in comunità, o sono andata la sera in comunità senza stare con chi aveva bisogno della mia compagnia,ora me ne pento e ringrazio il Cielo di essere nata in una famiglia cristiana semplice; avrei molto altro da dire probabilmente lo farò in un altro commento

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  7. Naturalmente queste notizie sono molto importanti perché ci vengono non solo da un sacerdote, don Cuppini, che pur non mantenendo il proprio incarico di prete posticcio con i due spagnoli (per propria stessa ammissione, non ha mai parlato nel corso delle loro catechesi), è rimasto in Cammino, ma, in più, sono state filtrate dall'autore del libro, altro neocatecumenale di ferro.
    Il Cuppini ci dice che il Kiko che lui ha conosciuto non ha mai fatto del 'pauperismo': infatti le 200mila lire messe in tasca a Kiko da uno dei suoi discepoli (circa 4mila euro attuali se con 200 lire si pagavano cappuccino e brioches) sono state spese subito andando a cena in ristorante e al cinema e chissà cos'altro; in più l'ereditiera Carmen ci si pagò l'aereo per andare al capezzale del padre industriale.
    Non li sfiorò neppure lontanamente l'idea di dare almeno una parte del malloppetto a qualcuno che fosse più bisognoso di loro, visto che a casa propria avevano ciascuno un più che solido patrimonio da poter devolvere in opere di carità, oltre a provvedere al proprio stesso mantenimento.
    Ma cosa erano 4mila euro per due riccastri nullafacenti come i due evangelizzatori iberici? Nada de nada...
    Chi non capisce questi presupposti, non ha compreso nulla del Cammino neocatecumenale.




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  8. C'era un mio conoscente del Cammino che mi raccontò come la sua nuova auto era frutto della provvidenza.
    Incuriosito gli domandai delle circostanze con cui la provvidenza l'aveva soccorso e scoprii che, nel suo gergo, il termine "provvidenza" equivaleva a quello di "suocero".
    Aveva un suocero decisamente facoltoso che per provvedere alla figlia e ai primi nipoti, aveva fornito al mio amico, oltre che della casa, anche di un'auto, gli pagava le vacanze e qualunque altra necessità
    Con questa "provvidenza" il mio amico era libero di pagare la dua decima senza troppi problemi.
    Non so se pagasse la decima anche sulla "provvidenza" o se abbia trovato un compromesso.
    Sarebbe stato meglio che mi avesse detto che il suocero gli aveva regalato l'auto di cui aveva bisogno e sarei stato eventualmente io ad accostare la circostanza, tutt'altro che straordinaria o miracolosa, alla provvidenza.

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    1. Passiamo da San Tommaso al pettegezzo condominiale...suvvia non è un bello stile

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    2. Non è colpa nostra se i neocatecumenali considerano la propria vita privata una testimonianza viva dell'incontro con Kiko e trasformano il suocero ricco in Provvidenza, i genitori in nemici, la moglie in croce, i figli in idoli eccetera eccetera. Il tutto rendendolo di pubblico dominio per dare la propria bella testimonianza di fede.

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    3. Hai ragione che il pettegolezzo condominiale non è bello, infatti i pettegolezzi e le chiacchere sono uno dei motivi che mi hanno portato ad uscire dalla comunità; anche Papa Francesco condanna questi atteggiamenti disse infatti "le chiacchiere uccidono la comunità", ed era in una parrocchia neocatecumenale di Roma; l'atteggiamento di San Tommaso non si addice a questo blog, dove le testimonianze sono in maggioranza di persone che nel Cammino hanno trascorso anche decenni,per cui abbiamo già visto di persone quello di cui parliamo

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  9. "Vien da chiedersi che fine abbia fatto Cuppini. Egli non ha retto a lungo con loro"

    https://www.youtube.com/watch?v=Xhp-qDD4Px4

    https://www.libreriadelsanto.it/libri/9788863621150/intervista-a-francesco-cuppini.html

    https://www.parrocchiacalderara.it/cammino-neocatecumenale/

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    1. Lo sappiamo, lo sappiamo, che il Cuppini ha comunque perseverato dell'eresia del Cammino. 'Non ha retto a lungo' a fare il prete posticcio con la strana coppia Kiko & Carmen. Soprattutto non ha disobbedito ai superiori, come invece ha fatto don Pezzi.

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  10. La figura d Kiko il "poverello" fa un po' ridere, proprio perché a kiko sembra non sia mancato mai nulla. Non solo del necessario, ma anche del superfluo, a meno che le sigarette non siano da considerarsi necessarie alla sua sopravvidenza.

    Non voglio fare i conti in tasca a Kiko, ma voglio puntualizzare che chi incassa parecchi introiti (Vecchio ex fa giustamente riferimento ai diritti di autore), non può parlare di provvidenza, almeno in senso stretto, altrimenti anche Berluconi potrebbe dire che si è arricchito grazie alla provvidenza.

    In ogni caso Kiko spende, e forse non poco, per il fumo e il fumo è un VIZIO.
    Piccolo se si fuma poco, grande se si fuma molto. E se si fuma molto è anche costoso e la provvidenza non paga i grandi vizi, al massimo può arrivare a elargire uno "sfizio" desiderato a cui si era dovuto rinunciare.

    Non voglio fare come certi protestanti che vedono ovunque il peccato e il peccato grave: pur non essendo fumatore, ammetto che una fumata ogni tanto non costituisce né un attentato alla propria vita, né un vizio grave.
    Ma un vero fumatore può essere paragonato a un alcolizzato: è schiavo di un vizio e dà contro testimonianza evangelica, tanto più grave quanto più si fa portavoce e testimone del Vangelo.

    Se un Vescovo o il Papa fumassero come ciminiere, le persone sarebbero forse edificate?
    Quanti giovani indurrebbero al fumo?
    Così Kiko: quante persone avrà indotto al fumo? Se imitano Kiko nel modo di portare la barba, di suonare la chitarra, perché non dovrebbero imitarlo nel fumare?

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  11. Anni fa Kiko venne a Cagliari per una conferenza aperta a tutti, la fece in un salone della Curia e anche l'unione Sarda il nostro quotidiano locale, che è di tendenze laiche, riporto6 la notizia con gli orari. Volevo andarci e telefonai a una coppia di ex Cnc del Poetto, mi rispose la moglie dicendomi in tono sgarbato : manco per idea che ci vado lo do io perché e venuto e poi non me l'ha detto. Ho chiesto a una catechista nostra che frequentava il Cnc al Poetto e mi rispose anche leisgarbata : non capisco questa tua curiosità. Infine lo dissi al parroco, il primo, quelli neocat, mi disse ; ti autorizzo io ad andare, parlo con i responsabili. Autorizzo? Ma se era aperto a tutti. Mi gira di brutto e non ci andai, poi in riunione nel mio movimento seppi che una rappresentanza era presente e hanno riportato una buona impressione, dissero che nel Cnc c'era una bella spiritualità. Aldo dei focolari di Cagliari

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    1. Si è visto...grande accoglienza!😀
      Credo Aldo che in tale occasione tu abbia assaporato la 'vera' spiritualità del Cammino.

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  12. Penso fosse una frase di circostanza, il nostro gruppo non di sbilancia mai Aldo

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  13. Negli Statuti del Cammino, art. 13 par. 2, c'è scritto che le liturgie sono aperte a tutti i fedeli. Non è proprio cosi. Vi racconto questo : quando in parrocchia c'era il primo parroco, neocat, si faceva il sabato sera la messa dei bambini, animata da un gruppetto di giovani della parrocchia. Siccome non sapevano suonare la chitarra, il parroco invitò due giovani del CNC del Poetto a suonare. Erano anche simpatici, con uno di loro ho stretto amicizia su Fb. Vennero per circa un anno, poi sono spariti, non li ho più visti. Notai che cantavano spesso i canti della messa composti dal Gen Rosso, che è un gruppo musicale del mio movimento, glielo feci notare e loro dissero con un pizzico di ironia : ah, sei dei focolarini, si sa che sono i migliori. A parte che non l'ho mai pensato, feci trenta e trentuno e chiesi se potevo venire al Poetto ad assistere a una liturgia nelle salette, adducendo il motivo che è quello che dissi a Valentina tempo fa, mi risposero, sempre a battuta : come no, a patto che non dica niente a nessuno, mica sei dei servizi segreti. Mah !!! a questo punto lo chiesi al mio parroco, mi disse : se vuoi andare, ti do io il permesso, parlo con i loro responsabili. Ancora con questo permesso! stessa risposta di quando volevo andare alla conferenza di Kiko. Non ci stavo e rifiutai. Questo accadde dieci anni fa circa, ora leggo negli Statuti che le liturgie sono aperte ai fedeli. Si, sulla carta, come no. Voi del blog che avete grande esperienza del cammino, avete mai visto qualcuno non del CNC che l'abbiano ammesso a queste liturgie? credo di no. Poi vi racconto altre cose, ma sono tutte dello stesso tipo. Nel mio movimento invece ci dicevano sempre di invitare qualcuno alle riunioni, io lo facevo e le risposte erano sempre negative da parte degli invitati, credo succedesse a tutti, infatti negli ultimi anni non ce l'hanno più detto, tanto.....Quindi da chi vengono le chiusure.....Aldo dei focolari di Cagliari

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    1. Aldo, a me è capitato di portare alla celebrazione eucaristica delle persone, ma ho dovuto avvisare prima (non il parroco, persone della comunità)

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    2. Generalmente nei neocat. vige la regola non scritta che l'unica celebrazione alla quale si può invitare un esterno è l'eucaristia. In quella occasione, prima dell'inizio della celebrazione, la persona che ha portato l'invitato comunica la sua presenza e il suo nome al responsabile, che così potrà presentarlo alla comunità prima dell'inizio della messa. Lo stesso avviene nel caso che si portino all'eucaristia persone camminanti in altre comunità (amici, parenti, genitori di studenti fuori sede, ecc.). Chiaramente si sottintende che l'invitato non neocat. verrà prontamente invitato alle successive catechesi e (sperabilmente) entrerà nel cammino e frequenterà con la sua comunità. Cioè una stessa persona esterna non può semplicemente frequentare una eucaristia neocatecumenale tutte le volte che vuole. Se insiste, dopo qualche volta, gli si dice o gli si fa capire che per continuare a frequentare l'eucaristia neocatecumenale dovrà seguire le catechesi ed entrare in comunità. L'unica celebrazione neocatecumenale aperta a tutti è la veglia di Paasqua. Quello che è scritto nello Statuto è sostanzialmente disatteso nella pratia neocatecumenale. Lo statuto dipinge un movimento che non esiste nella pratica. Loi ststuto è una farsa, è ststo redatto e approvato solo perché la Santa Sede ne ha richiesto uno.

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    3. Aldo, a me è capitato di portare la madre della mia fidanzata alla Messa neocatecumenale per ben 2 o 3 anni di fila ed i catechisti e nessuno di noi cercava di forzarla a venire alle catechesi. Poi dipende da che catechisti/presbiteri ti trovi.

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    4. Diciamo piuttosto che quei volponi sanno bene che devono tirare la corda lentamente per evitare che la preda scappi impaurita.
      Mai sentito parlare dell'esempio della "rana bollita"?

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    5. La conosco la storia della rana bollita, così come so bene che l Signore ci ha donato i libero arbitrio

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    6. ... e duenque col "libero arbitrio" cosa vuoi dire a questo proposito?

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    7. Dipende dai catechisti e anche dalla persona che si invita, se ha pedigree o meno. Nel caso della mamma della tua fidanzata, magari speravano che entrasse in comunità ed era la mamma della TUA fidanzata, quindi immagino futura (reale o meno) moglie. Se avessero forzato la madre della tua fidanzata e lei si fosse risentita, magari temevano che sareste andati via anche tu e la tua fidanzata (o solo tu se la tua fidanzata non era in cammino). A queste cose i neocat. ci fanno molto caso. In una delle parrocchie in cui ho fatto il Cammino un poveraccio a cui piaceva l'eucaristia neocat. e la seguiva (le messe erano generalmente a comunità riunite) dopo qualche mese che partecipava tutti i sabati e dato che non era intenzionato a seguire le catechesi, fu mandato via in malo modo e gli fu intimato di non tornare più.

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  14. Piccolo promemoria per i cattolici sconcertati.

    Non c'è niente di male ad avere una grandissima stima del "fondatore" di un movimento (piccolo o grande che sia) attraverso il quale uno cominciato ad accostarsi alla fede. Uno potrebbe benissimo essere convinto in cuor suo che se non ci fosse stato tale "fondatore", non avrebbe ritrovato la "fede" ("fede" tra virgolette perché un conto è desiderare di riavvicinarsi a Dio, un conto è l'essere guidati dall'unica vera Chiesa nell'unica vera fede).

    Il problema è quando quella grandissima stima diventa idolatria, cioè il sottinteso che chi non apprezza tale "fondatore" starebbe sbagliando, starebbe sputando sulle ispirazioni dello Spirito, eccetera.

    Quando uno veramente ritrova la fede, ritrova la fede di tutta la Chiesa. Pertanto non gli fa né caldo né freddo il fatto che altri restino indifferenti o diffidenti rispetto a ciò che lui ha trovato.

    Quando un "itinerario" o "movimento" ti riporta veramente alla fede, sei prontissimo a dimenticarlo qualora ciò diventi minimamente di ostacolo all'appartenenza alla Chiesa.

    Per questo i furbacchioni e i disonesti devono inventarsi astuzie e acrobazie verbali, tipo:

    - "siamo approvati" (sottinteso: quel che facciamo va sempre bene, a prescindere da tutto il resto; ossia, "siamo indipendenti dalla Chiesa");

    - "quel che facciamo noi è opera della Chiesa" (sottinteso: la vera Chiesa siamo noi e chi ci critica è fuori dalla Chiesa; ossia: "la vera Chiesa non ci piace, per cui ce ne siamo inventata una noi e gridiamo essere quella vera - un po' come il vitello d'oro nella Bibbia...);

    - "vescovi, cardinali e pontefici ci apprezzano" (sottinteso: fingiamo sempre di non aver sentito i rimproveri che da loro abbiamo ricevuto; ossia: "le critiche al nostro movimento non hanno diritto di esistere");

    - "nella mia esperienza..." (sottinteso: i dati oggettivi non contano, conta solo la mia opinione; ossia: "devi credermi, sono drogato e ti dico che la droga fa bene").

    È facile dire che movimenti e associazioni sono solo uno strumento, una "rampa di lancio", ed è altrettanto facile dimenticarsene, e illudersi che la Chiesa sarebbe una federazione di club religiosi che magari gareggiano nelle classifiche di visibilità e di numero di adepti.

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    1. Ah, nella fretta avevo dimenticato il trucchetto principale: l'invito all'omertà: "tu giudichi!" (sottinteso: se non ti attieni alla narrativa propagandistica obbligatoria allora sei un peccatore; ossia: "la fede è un moralismo, e il moralismo esige il recitare la parte degli ultrà del clericalmente corretto").

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  15. Non ho letto i commenti. Qual è il dono più bello che conoscere Gesù Cristo?

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    1. Non esiste dono più bello.

      Per cui, se il demonio volesse inquinare quel dono (e potete star terti che vuole inquinarlo ad ogni costo) comincerebbe col promuovere una erronea conoscenza. Per esempio: anche i protestanti parlano di Gesù Cristo ma non lo conoscono veramente perché hanno cominciato col censurare i sacramenti e la Chiesa. Anche i testimoni di geova cantano le lodi al Signore, ma non lo conoscono perché hanno letteralmente costruito una religione diversa, che del Signore adopera abusivamente il nome (storpiandogli perfino il nome in "Geova").

      Anche i neocatecumenali professano un falso dio fingendo che i loro ridicoli metodi (carnevalate liturgiche, assemblearismo, idolatria per Kiko e tutte le sue oscene esalazioni autocelebrative, assurda ubbidienza ai cosiddetti "catechisti", eccetera) porterebbero all'unica vera fede. Il nome del Signore è nella loro bocca, ma il loro cuore è lontano da Lui ed è vicinissimo a Kiko Argüello e Carmen Hernández, due spagnoli furbescamente autoproclamatisi "iniziatori" e "ispirati". Il demonio - quello vero, non il portasfortuna dei kikos che ti fa trovare la pioggia quando vai alla convivenza - è molto soddisfatto del Cammino, delle sue pratiche invalse, della sua squinternata dottrina, e anzitutto delle sue carnevalesche liturgie.

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    2. A me pare che Stefano non abbia letto neppure l'articolo, nel quale non si parla di doni, ma solo di mazzette (date a Kiko), di risarcimenti (dovuti dal Padre coi cornetti a Kiko per una colazione saltata), di elemosine vantate sempre dallo stesso Kiko.
      Concordo con by Tripudio: la liturgia è dono di Dio all'uomo proprio perché confessi la retta fede, quindi mistificando la liturgia si impedisce alle persone di conoscere Cristo e di aver fede in Lui. In genere quando si paga a caro prezzo una catabattola, si dice di aver preso una sola e non un dono e del venditore si dice che è un furfante, non un benefattore.

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  16. Che combinazione, anche questa storiella narrata da don Cuppini coincide con una data di rilievo che viene marcata per assegnare sin da principio un'aurea divina agli eventi: «Era il giorno della proclamazione di S.Teresa d'Avila...»; mentre alla fittizia e assurda visione mariana di Argüello, "fautrice" ed eterna accompagnatrice dell'eretico cammino, è stato assegnato l'8 dicembre, giorno dell'Immacolata Concezione. E così via...
    Disgraziatamente per lui, Kiko non può ritoccare il proprio genetliaco per piazzarlo al 25 dicembre, mossa furbesca che gli consentirebbe di sostituire quel Bambinello "da non imitare" ("Cristo non è modello di santità per nessuno" concetto appartenente a Kiko) con una riproduzione della sua stessa narcisistica persona. Proposta che i neocatecumenali - al pari di quanto già accade l'otto dicembre, giorno in cui sostituiscono i festeggiamenti dell'Immacolata con quelli concernenti l'immaginaria visione di Kiko - accoglierebbero con il solito irrazionale e aberrante entusiasmo.
    Oramai non stupisce più nulla.

    La storiella espressa da don Cuppini è disturbante, si avverte una qualcosa di sgradevole tra le righe.

    "Il Padre ci tratta male questa mattina... ci deve una riparazione" (Kiko)

    Una frasetta superba e callida che manifesta sfida e pretesa. Un'esclamazione falsamente ironica che rende bene l'associazione provvidenza/soldi contenuta nelle catechesi del cammino, che sortisce quell'effetto plagio che induce i neocatecumenali a sborsare i propri averi.

    Nel prosieguo del raccontino i due ricevono dei soldi che Argüello mette scortesemente in tasca senza constatarne l'importo, per poi scoprirne in segreto l'ammontare e spenderli interamente per i fattacci suoi. Esattamente ciò che avviene in seguito alla decima comunitaria, la quale nel silenzio tombale d'una stanza buia viene calcolata e spesa per i fattacci del cammino, quindi di Kiko.

    "Quando guardammo i soldi, erano due biglietti da 100.000 (erano le prime banconote da 100.000 che io vedessi).
    Mi ricordo che Kiko disse: "Ecco la riparazione!"."

    Cuppini poteva inventare un moto di gratitudine al Signore, un ringraziamento che seppur inesistente desse un senso edificante alla favoletta, invece nulla, si narra solo di soldi, sfizi soddisfatti ed elezione - dato che anche in questo caso Kiko appare come un prediletto che addirittura pone comando a Dio (difatti si supera la dimensione della provvidenza per approdare nella superbia e nell'idolatrìa) -.
    Un resoconto di fatti ambigui che non arreca nessun profitto reale ma che giova al cammino, siccome questo aneddoto, come tanti altri, non serve ad altro che a confermare e dare sprint all'eterodossa dottrina kikiana.

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    1. C' era un catechista che aveva il vizio di raccontare aneddoti su Kiko ogni volta che faceva le ammonizioni e le catechesi. Racconti inventati di sana pianta sicuramente per spingere i catecumeni a comportarsi come Kiko comanda.

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  17. Da un pò di tempo leggo il vostro blog, e ho notato che quasi mai parlate di Maria Ascension e di don Mario Pezzi, solo di Kiko e Carmen, per quanto deceduta già da 5 anni. In effetti Maria e don Mario sono poco appariscenti, anche su youtube non ho trovato filmati su di loro, non so che voce hanno, eppure essendo dell'equipe internazionale dovrebbero in teoria contare quanto Kiko, come si dice 33, 33 e 33 e invece pare sia solo Kiko, solo Kiko, solo Kiko, cioè decide solo lui e gli altri due approvano. Può darsi gli stia bene cosi, oppure non gli sta bene ma sono succubi di Kiko che in effetti ha una personalità troppo forte e ingombrante. Questa triade è solo di figura, quindi? Perchè l'equipe internazionale dev'essere per forza di tre persone, se poi è solo una che conta? Leggendo la biografia di Maria, molto striminzita, su Wikipedia, c'è scritto che lei non è definitiva ma ad esperimentum, cioè? E' provvisoria? Quanto durerebbe in carica? Poi la rinnovano e diventa definitiva, o la sostituiscono con un'altra? Aldo

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    1. Aldo, sei encomiabile per la tua attenzione al Cammino. Ami conoscere e approfondire. Bene, ci dai occasione di precisare cose.
      Mi fai anche pensare che noi a volte diamo tutto per scontato, quando tante cose scontate non sono affatto.
      Alcune cose noi ex le conosciamo troppo bene e ci sembrano logiche ormai. Ma mi rendo conto che, per chi è fuori dalle dinamiche neocatecumenali, non sono poi tanto facilmente deducibili.

      Allora cerco di spiegarti qualcosa.

      Nel cammino è certo che conta Kiko e solo Kiko.
      Da quando Carmen è arrivata, ed è arrivata subito, è nato il fatale connubio durato poi tutta la vita. Da quel momento, mi sento di dire, che tutto quello che è stato messo in piedi e strutturato del Cammino è assolutamente 50 e 50.
      Kiko intuiva e Carmen ratificava e rifiniva. In più lei ha innestato il tutto sulla sua visione balzana "teologica" (non so se sai che Carmen vantava di essere laureata in Teologia, con tutto questo ha preteso la laurea ad honorem anche per sè quando è stata conferita a Kiko che di Titoli Accademici suoi non ne ha mai avuti) che gli ha porto sul famoso "vassoio d'argento (all'ignorante)insieme al Concilio Vaticano II.

      Detto questo, oltre Kiko e Carmen nel Cammino non conta nessuno, al netto di una ristretta cerchia (cerchio magico?) di "consiglieri fraudolenti" - che mai mancano in tutti i sistemi dittatoriali che si rispettino, con la loro bella quota di responsabilità occulta nelle scelte più importanti.

      Ecco perchè qui Tripudio ha coniato un acronimo che tutti utilizziamo quando vogliamo riferirci alla cd. Triade: Kiko/Carmen/Cammino.

      Dunque non è esistito padre Mario, esiste ancor meno la Ascension.
      Altro che 33. Zero.
      Padre Mario, soprannominato pesce rosso, è stato ben addomesticato e lui si è lasciato plasmare. Irretire, minacciare, altrimenti da ora che sarebbe stato detronizzato.
      Parla a telecomando e non ha un pensiero proprio se non coniato sui due iniziatori che a ogni piè sospinto ha sempre coperto di lodi sperticate. Grazie a questo il padre Mario, da Francesco Cuppini in poi, ha condiviso con gli Iniziatori, fino ad oggi, tutto il percorso di vita.

      La Triade non esiste. Altra foglia di fico dietro la foglia di fico dell'inutile Statuto che di approvazione non è ma di copertura.

      Per Maria Ascension è vero che è stata nominata ad esperimentum... una trovata anche questa, per tenerla sulla graticola e mettere alla prova la sua capacità di rimanere succube, per saggiarla bene, prima di ogni conferma. E mi chiedo perchè la Chiesa, dopo aver aspettato pazientemente una nomina che non veniva e che ha dovuto ripetutamente sollecitare, abbia sopportato anche questo ennesimo squallido giochetto!
      Oltre che una cosa così ti tiene sulla corda: cra Ascen, stai attenta a non sgarrare, se no il sogno finisce prima ancora di incominciare!

      Pax

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  18. "Quei soldi servirono a Carmen per prendere l'aereo per andare da suo padre che stava male (quando fummo a Ivrea ci telefonarono che il padre di Carmen stava morendo)."

    Immagino il timbro grave della voce narrante corrispondente a questo stralcio di vicenda. Un'inflessione suggestiva volta a dare ancora maggior enfasi alla frase principe di Kiko ("Il Padre ci tratta male questa mattina... ci deve una riparazione") che, addirittura, avrebbe ottenuto dal "cielo" il viaggio che condusse Carmen ad accudire il padre gli ultimi istanti di vita.
    Una provvidenza particolare che non è stata concessa a chi, pur di non perdersi l'olio del II scrutinio - ed ogni singola convivenza ed evento ncn - ha omesso d'assistere la cognata (la madre, lo zio, il fratello, il marito, il figlio...) perdendo l'occasione di vederla un'ultima volta e, soprattutto, di donare e ricevere quell'amore che in un tempo così importante e sacro risulta necessario.

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    1. Bella osservazione davvero, Rebel. Carmen era attesa a Ivrea... per volontà di Dio ma... non ha lasciato "i morti seppellire i loro morti".

      Posso sembrare spietata? Sto infierendo?
      No, davvero no.
      In convivenza di itinerannti a Porto San Giorgio arrivò, a convivenza iniziata, un presbitero. Carmen neanche lo fece sedere e lo appellò "Ora arrivi? Per te è passato il Kairos".
      E lui, nel silenzio generale: "Carmen, dovevo andare a casa, mio padre stava morendo". La vipera pungente: "Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti".

      Riferisco cose avvenute in assemblea, eravamo nella Sala Azzurra ed eravamo circa trecento persone.

      Pax

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    2. Semplice Pax, fate quello che DICO io,ma non fate quello che FACCIO io.

      LUCA

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    3. Grazie Pax per questo ricordo amaro ma essenziale, utile a dare consapevolezza a chi ignora la vera personalità di questa fondatrice che i ncn denominano "santa di categoria superiore". Carmen era una persona cinica e sarcastastica, priva di qualsivoglia sensibilità e coerenza.
      Ricordiamoci che il coerente rifugge la divisione e l’ipocrisia e tenta di dare prosecuzione pratica alle sue parole, ai valori che professa, alla fede che lo ispira, mentre Carmen, con la sua contraddizione, risultava inaffidabile, squilibrata nelle sue dichiarazioni, irrispettosa di Dio e del prossimo; un'illogica che desiderava abbattere i Tabernacoli del mondo.

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    4. E questa sarebbe stata la 'santa'? Il kairòs era da darglielo nel posteriore, e pure qualche kippah nei denti.

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  19. Mi telegrafano un'interessante statistica relativa alle donazioni e alle famiglie numerose, aggiornata al 2013-2016 in Usa (fonti: Catholicphilly del 17-5-2013, CARA 2014, Pew Researth 12-5-2015, Relevant 8-3-2016).

    I cattolici Novus Ordo donano alla Chiesa una media dell'uno virgola due per cento dei propri guadagni.
    I protestanti raggiungono invece il 2,5%.
    (Durante la Grande Depressione di ottant'anni fa, la media totale di tutti i cristiani e i protestanti arrivava al 3,3%).
    I cattolici tradizionalisti donano invece il 6% in media.

    Trattandosi di donazioni libere non sono confrontabili alla cosiddetta "Decima" del Cammino, che è una vera e propria tassa imposta agli aderenti a partire dal diciottesimo anno di età (esattamente per questo motivo hanno la furbizia di far cominciare il Cammino ai quattordicenni, in modo che arrivino a compiere i 18 proprio nel momento in cui pioverà loro addosso il fatidico Secondo Scrutinio con l'Obbligo della Decima).

    Secondo la stessa statistica, il 99% dei cattolici tradizionalisti frequenta la Messa festiva e frequenta regolarmente il sacramento della confessione, contro il 22% dei cattolici praticanti Novus Ordo. Il tasso di fertilità dei tradizionalisti è mediamente di sei figli per donna, contro i due dei cattolici Novus Ordo praticanti.
    Naturalmente non si possono confrontare allo "sfornare figli come conigli" del Cammino Neocatecumenale, dove avviene che quando tua moglie non è incinta i cosiddetti "catechisti" ti rimproverano di fare chissà che oscene pratiche sessuali; inoltre nel Cammino i figli servono solo a vantarsi alle convivenze "salve mi chiamo X faccio il Cammino nella comunità Y e ho 20 figli di cui 12 in cielo".

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    1. Davvero non capisco come le persono cadano nella trappola della decima. Ho fatto parte del cammino per 9 anni ed ero pure uno dei piu dedicati essendo vice-responsabile. Alle votazioni del secondo scrutinio quasi tutti votarono per una mia riconferma come viceresponsabile (non ci fu opzione di votare un nuovo responsabile). Tutto bello finche aderivo al gioco e alle regole. Ma dopo i dissidi della ostia da asporto e la mie obiezione alla decima, nessuno mi parlava piu e il capocatechista ci riuni per fare un altra votazione di responsabili. Nessuno voto per me.

      Il mio punto e che purtroppo i cosidetti "fratelli" ti "amano" solo quando ti tieni al gioco. Qualsiasi pensiero contrario non e ben accettato, anche se il mio pensiero aderisce perfettamente alla chiesa cattolica.

      La decima fu il punto dove mi ritrovai tutti contro.
      Dissi ai cetechisti che la mia decima la davo alla chiesa appartenente e risposero che cosi non valeva come decima. Quindi la decima e solo valida se va nelle loro tasche, che assurdita.

      Da li la mia decisione di ritirarmi dalla giostra neocatecumenale.

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    2. Non poteva esserci dimostrazione migliore. "La decima non vale se non la dai al Cammino": ma questo è esattamente ciò che dicono quelli che criticano il Cammino, cioè che la "decima" è una tassa obbligatoria, che non c'entra niente la libertà di donare.

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  20. il mio amico iglesiente del Cammino mi dice che tutte le liturgie che fanno sono approvate dal Vaticano, però critica da un lato che i neocat si vogliano distinguere per forza dagli altri

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    1. Sono state approvate solo le celebrazioni presenti nel "Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale", che non sono liturgiche, ma riti che fanno parte delle varie tappe. Non tutte, perché per esempio il rito della firma della Ketubah nell'ultima tappa del matrimonio spirituale di certo non è stata approvata.
      Non so cosa intendeva il tuo amico, ma le uniche modifiche della liturgia Eucarestica consentite loro sono lo scambio di pace anticipato e la comunione sul posto invece che in processione. La comunione tutti insieme seduti con il sacerdote, i balletti, i cicchetti, i canti dei bambini a pasqua, le ambientali, le monizioni, le risonanze non sono approvati. Tutto ciò che esula dal Messale che loro ritengono essere addirittura un 'rito neocatecumenale' è abusivo.

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  21. Non sapevo di questa presunta laurea in teologia di Carmen, so che è laureata in chimica, anch'io lo sono, è che doveva lavorare nella ditta del padre ricco industriale, poi voleva entrare in un convento e non l'hanno voluta, non so perché, poi conobbe Kiko è...la storia recente è nota Aldo

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    1. Ci teniamo a far presente che i titoli di studio in teologia (baccellierati e dottorati da università pontificie, attestati da Istituti di scienze religiose, ecc.) non garantiscono né che uno abbia fede, né che l'abbia approfondita. Al contrario, garantiscono solo che il soggetto ha rischiato di perderla, la fede, visto che ai professori di tali istituti molto raramente interessa la salvezza del singolo o almeno la sua crescita spirituale. In particolare, negli istituti teologici si passano in rassegna gli autori moderni (neanche tutti cattolici, neanche solo formalmente), e molto poco gli autori tradizionali (molti dei quali santi).

      Ricordo che Carmen aveva una fissa sulla Quarta Coppa perché da qualche parte aveva letto che gli ebrei benedicevano non le prime tre coppe di vino allo Shabbat ma la quarta. Quando i kikos blaterano del quattro di coppe, saprete che non stanno giocando a briscola ma stanno solo giocando a fare i sapientoni detentori di chissà quali arcane spiegazioni di segretissimi arcani...

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    2. A questo proposito vorrei ricordare questo: Madre Teresa riceveva spesso dei riconoscimenti importanti, se non sbaglio anche da parte di università, ma usava dire che di quei titoli non le importava assolutamente niente e che andava alla cerimonia solo perché così avrebbe avuto occasione di parlare di Gesù, e perfino alla consegna del Nobel si presentò in sari nonostante il freddo pungente, solo dopo molte insistenze da parte delle persone accettò un paio di calze di lane; chiese anche di devolvere in beneficenza il banchetto

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  22. Buongiorno! Premetto che non faccio parte del cammino neo catecumenale, ho però molti amici che ne fanno parte; ebbene, quando molti anni fa mi proposero di entrare, io risposi semplicemente "no, grazie.". Ebbene, amici come prima, usciamo insieme, ci divertiamo insieme, andiamo allo stadio ecc.ecc.. non conosco pazzi invasati che non ti considerano più se non sei dei loro, che si comportano da elitari, '' e chissà cosa fanno durante le celebrazioni,". Sono semplicemente persone come me (sono credente e praticante) che vivono la fede probabilmente in maniera più intensa, comunque senza fare male a nessuno. Non trovo onesto dipingerli tutti come degli elitari spocchiosi che fanno adunante tipo loggia. Ciao. Emil f c k

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    1. Ma certo! Anch'io ho degli amici Testimoni di Geova ottime persone. Chi ha mai detto diversamente? Ci puoi chiacchierare di ogni cosa, avere le stesse idee politiche. Come dirittura morale poi non li batte nessuno (intendo i TdG, non i neocat, che da questo punto di vista solitamente sono molto più sciolti).
      Tu credo non abbia idea di come effettivamente i tuoi amici vivano la fede e soprattutto del perché vivano la fede in un modo o nell'altro: ne sei all'esterno, e dal momento in cui hai detto "no grazie" non hanno creduto opportuno informarti di nessuna delle caratteristiche e meccanismi interni del proprio itinerario.
      Infatti, temono che tu possa scandalizzartene, in quanto cattolico ordinario, cioè, a loro parere, a scartamento ridotto.
      Non puoi ritenere disonesto ciò che delle loro "adunate tipo loggia" diciamo qui visto che tu non ne sai nulla, né puoi sapere quanto siano elitari e spocchiosi se non ti sei mai trovato a che fare con loro se non con i singoli fuori dall'ambiente parrocchiale.
      Puoi fare delle ipotesi, ma non conosci la realtà.

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    2. Unknown....
      I Tuoi amici del cammino,Ti sono ancora amici,perchè per Tua grazia non sei entrata in cammino,quindi...non hai potuto constatare la loro vergogna,non conosci tutti i retroscena,quindi non ti considerano un giuda solo perchè non hai messo piede all interno della loro vergogna che si chiama cammino neocatecumenale.

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  23. Volevo aggiungere, su Carmen, che il mio amico iglesiente mi disse tempo fa che Carmen era malata nell'ultimo periodo e che hanno tenuta nascosta questa malattia, mi pare ne abbiate già parlato nel blog. Gli dissi che anche per Chiara Lubich è successo lo stesso, è morta nel 2008 e ancora oggi, dopo 12 anni, non si sa cosa avesse, o meglio, lo sapevano gli alti responsabili del movimento e credo anche i capi focolare e i capi zona sparsi in tutto il mondo, che si sono ben guardati da dire le cose, la voce era : malattia neurovegetativa, niente di più. Dico solo questo : dicendoci le cose a noi semplici aderenti , questo vale anche per Carmen per il Cammino, diminuiva forse il loro carisma o la considerazione che noi avevamo su di loro? Non credo, anzi i movimenti ne avrebbero guadagnato in trasparenza. Aldo dei focolari di Cagliari

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    1. Nel caso di Chiara Lubich immagino possa essere così: ha scritto così tanto e comunicato in modo così continuo e fluente che la malattia neurodegenerativa degli ultimi tempi non poteva togliere nulla a quanto espresso da sempre in qualità di persona e di credente.
      Diversissimo è il caso di Carmen, i cui problemi nervosi, l'altalenanza di umore, la depressione costante (testimoniata dai suoi stessi Diari), le difficoltà espressive erano già evidenti. Di lei possono citare unicamente una frase: la donna è la fabbrica della vita. Frase discutibilissima, ma almeno non è una eresia o uno dei suoi discorsi sconclusionati.
      Nel suo caso, la malattia finale è stata la conferma di un problema costante, per questo, in vista della deprecata canonizzazione, è stato nascosto.

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  24. Posso essere d'accordo con te, Valentina, intendo però dire che io sono contrario alle generalizzazioni, non solo so questo argomento ma sempre. Di nuovo ciao! Emil f c k

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    1. Ti ho capito bene. Ti dirò di più: oltre ad essere stata in Cammino in passato, ho coltivato anch'io di recente la collaborazione con alcuni neocatecumenali per una attività no profit che nulla aveva a che vedere con il Cammino. Generalmente si tratta di persone molto aperte ed espansive, perché sono abituati da sempre a parlare con tutti, senza timori o timidezze. Fanno un training di tutto rispetto fin da piccoli in famiglie numerose e in comunità. Non hanno all'apparenza gli atteggiamenti di chiusura verso il mondo e di paura di sporcarsi che hanno altri cattolici devoti. Dimostrano una confidenza con gli argomenti di fede come se si trovassero sempre a casa propria (e generalmente pensano di saperne più di quanto non sappiano in realtà).
      Ciò che diciamo qui non riguarda mai le singole persone, ma il gruppo e le dinamiche del gruppo all'interno della parrocchia e della Chiesa.

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