lunedì 15 marzo 2021

"Anche se hai violentato tua figlia, Dio ti ama": la giustizia a geometria variabile dei kikos

La giustizia a geometria variabile, che pesa gli atti di più o di meno, secondo la categoria a cui appartiene l'autore del misfatto!
Dopo gli abusi morali a cui ho assistito, risponderei, a questi soggetti che praticano il protezionismo sistematico in favore degli stupratori di donne o di bambini: 
 
TU, e dico tu, col TUO corpo, e non col corpo di tua figlia o tuo figlio, che col corpo degli altri son tutti capaci, specialmente quelli come te che non rispettano né i vivi né i morti ; 
TU : accetteresti essere stuprato nelle TUE proprie carni, quando eri piccolo e anche ora che sei adulto per poi sentirti dire che devi ritenerti moralmente uguale, meglio se inferiore, al tuo stupratore? 
 
E bada che non se ne parla perché non conviene, ma queste cose succedono, non è che un maschio adulto sia intoccabile su questo fronte. 
QUALE santo deve apparire per convincerci a non schifare questi ratti di retrobottega, maestri di meschinità vilissime e di ritorsioni sotterranee, illusi di propugnare una sottomissione per gli altri, che non li riguardi? 
 
E invece risultano persino più spregevoli degli stereotipi da donnaccia che vorrebbero appioppare, unilateralmente s’intende, al genere femminile. 
I bambini abusati, poi, sono da loro considerati poco meno che un inerme strumento di peccato, cioè di salvezza, per l’abusatore. 

Se qualcosa di cui incolpare le donne e le ragazze la trovano sempre, quando le vittime sono bambini piccoli non osano cercare appigli. Allora li ignorano, passano semplicemente oltre. 

Li ho sentiti bene a predicare: "anche se hai violentato tua figlia, Dio ti ama! Abbandonati all'amore di Dio!". 
(Invece il resto della famiglia ti vuole depezzare da vivo, trai qualche conclusione.)
Ovviamente mai una parola di speranza per la povera bambina, né di raccomandazione per il duro e lungo lavoro di recupero di grazia perduta che attende l'abusatore. 
 
E se nell'uditorio a sentire ste bestemmie ci fosse stata una giovane vittima? Che doveva fare? Cosa doveva pensare di Dio? 
Cavoli suoi, zitta e accettare la sua presunta inferiorità, oppure purificare le salette col fuoco, magari con loro dentro mentre preparano le "catechesi", così si purificano un po'anche loro? 

Si meritano tante e vigorose punizioni sia morali che corporali, per questo viziaccio di sfruttare la religione all’unico scopo di trafugare una meschina virilità d’accatto, quella basata sull’abuso di potere su donne e bambini, invece che sul conseguimento delle virtù degli Uomini di Dio. 

Roba da far buttare via la fede nello scarico del cess@, con loro stessi attaccati dietro, altro che evangelizzazione. 

(da: Anonima sarda)

72 commenti:

  1. Vi ripropongo un estratto da una interessante omelia di un presbitero-kiko dal Seminario RM di El Salvador.

    "Perché il Sigmnore ci ha dato tantissimi doni, grazie, talenti perché li mettiamo al servizio degli altri, e quando dico al servizio degli altri mi riferisco al servizio dei più poveri, e non mi riferisco alla gente che ha meno soldi, ma il più povero è un fratello che veramente non ti va bene, con cui veramente non vai d'accordo. I più poveri sono i peccatori; questa società è ipocrita perché dice di amare l'uomo e invece disprezza i più deboli, disprezza i peccatori, scarta la gente, i malvagi, che nessuno li veda, no? Perché sia una società di perfetti, di gente buona."

    Grande sensibilità per il malvagio! Nessuna per le vittime del malvagio. È il mondo alla rovescia. Naturalmente la conclusione dell'omelia è che Dio ti ama così come sei e non vuole assolutamente che tu cambi. Per carità...

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    1. La quantità e la serietà dei link che in questo post di riepilogo rimandano ad argomenti simili è impressionante :-(

      È proprio quello che uno si aspetterebbe in un percorso di riscoperta del Battesimo, che attira gente con la promessa di incontrare qualcuno che ti ama così come sei! :-/

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  3. E' ripugnante l'uso che si fa del Vangelo per giustificare l'antivangelo. E' come l'uccidere nel nome di Dio.
    Che Dio perdona tutti coloro che gli chiedono sincero perdono è una verità fondamentale, ma decontestualizzare questa verità dal tutto il resto del Vangelo è perversione.

    Gesù ha parole terribili contro coloro che danno scandalo e san Paolo dice che gli immorali non erediteranno la vita eterna.
    Se la Chiesa non deve scandalizzarsi di nulla, deve però reprimere gli scandali.
    Gli scandali infatti vanno ESPIATI: se si sorvola su questo, come sul fatto che per essere perdonati occorre la volontà di non commetterli più, in realtà si da scandalo.

    Nel cammino si parla di certe turpitudini con una tale naturalezza, che sembra quasi che li vogliano rendere normali. Sembra che ci sono abituati. I camminanti sembrano dei professionisti, come dei chirurghi che hanno il gusto morboso di parlare delle loro operazioni in tutti i particolari, trattando il corpo dell'uomo come fosse solo una bistecca con l'osso.
    Ma agli scandali non ci si deve abituare mai.
    Non scandalizzarsi è un conto, abituarsi agli scandali è altra cosa.

    Gli stessi esempi turpi che si fanno con insistenza tanto MORBOSA nel Cammino, è sintomo di una perversione tipica delle sette.

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  4. Paolo VI nel 1972, in un'omelia diventata storica, disse che in Vaticano era entrato il fumo di Satana. Chissà a cosa si riferiva, non lo disse nello specifico, solo un discorso generico. Vuoi vedere che questo fumo altro non è che il Cammino, e Satana è per caso Kiko? Attendiamo opinioni e pareri in proposito

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    1. @anonimo 10:45, non credo visto che nel 1974 ha fatto quest'altro storico discorso: https://neocatechumenaleiter.org/it/discorsi-dei-papi/s-paolo-vi/udienza-generale-8-v-1974/
      Fallacio Vinicio

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    2. Beh, tanto storico non fu. Comunque è chiaro che a Paolo VI non furono date notizie esatte (oppure che voleva fare della curiale ironia), dal momento che conclude il saluto ai neocatecumenali presenti in udienza:
      'Siamo lieti di sapervi animatori di queste riprese di coscienza in tante parrocchie. Siamo lieti in modo particolare di sapere che in ogni vostra iniziativa siete sommamente attenti alla dipendenza dai vostri pastori e alla comunione con tutti i fratelli. Per questa sensibilità ecclesiale – che è sempre garanzia della presenza edificatrice dello Spirito – vi rivolgiamo il nostro incoraggiamento.'.
      L'incoraggiamento Di Paolo VI fu allora rivolto ai neocatecumenali per una sensibilità ecclesiale, una comunione con altre realtà della Chiesa e una addirittura 'dipendenza' dai pastori che essi erano allora e sono ancora ben lungi dal dimostrare.
      I discorsi di incoraggiamento dei Papi sono quelli che più vi mettono in mora, ancor più delle correzioni.
      Per quanto riguarda il fumo di Satana di cui tanto si discute, riguarda sicuramente tutte quelle realtà post-conciliari che approfittarono del clima di primavera che si respirava nella Chiesa per far passare delle ideologie e delle prassi anti cattoliche.

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  5. Se fosse per voi, il perdono di Maria Goretti al suo assassino non ci sarebbe mai stato, secondo voi Maria Goretti ha sbagliato? Forse non sapete che Assunta Goretti, madre di Maria Goretti, accolse l'assassino di sua figlia nella sua casa nel Natale del 1934 come un figlio. Alessandro busso' alla sua porta e Assunta lo accolse, equando Alessandro chiese perdono, Assunta disse:"Ti ha perdonato mia figlia, ti perdono anche io". Assunta convinse anche i suoi figli a perdonare Alessandro Serenelli, ucciso re della loro sorella, i figli di Assunta erano restii a perdonarlo, fu Assunta a insistere. Secondo voi sia Maria che Assunta Goretti avrebbero sbagliato?

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    1. Certo che no, infatti è Kiko che sbaglia, e dietro a lui i suoi tirapiedi.

      L'esempio di Santa Maria Goretti non ha niente a che fare con Kiko, che insegna e promuove il male e poi manda i suoi a calare veli pietosi e ad arrampicarsi sugli specchi, solo per restaurargli l'immagine.

      Ditegli di non nascondersi dietro ai Santi, soprattutto dopo aver sputazzato bile per decenni sul "devozionismohh.

      A. Non.

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    2. 27 anni di carcere si fece il Serenelli. Era reo confesso e pentito. Non fu assolto da Kiko e mandato a svernare qualche annetto alle Seychelles per poi rimetterlo in sella a fare il catechista senza mai aver chiesto perdono.
      Eddai, almeno smettila di oltraggiare ogni volta la memoria di una santa. Cambia disco!

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    3. @anonimo
      La vicenda di Santa Maria Goretti la conosco e mi ha colpito molto fin da piccola, e come dice Valentina, l'aggressore fu perdonato in punto di morte da Maria, ma poi si pentì,fece 27 anni di carcere e alla fine della sua vita fu accolto dai frati dove viveva in penitenza; l'incontro tra lui e la madre di Maria avvenne quando uscì di carcere dopo un lungo processo di pentimento

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    4. Grazie Valentina. È oltraggioso come i neocat. cerchino sempre scuse e accomunino episodi diversi per giustificare le malefatte dei loro membri. Ma ogni tanto non vi vergognate un po', solo un pochino? Purtroppo no, è questa la triste risposta. Ecco i cristiani adulti.

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    5. E non c'arifece, il Serenelli. E nessuno gli disse "èh normaleehhh"
      Occhio a non sventolre ste foglie de Kiko, che nun ve coprono. Volevo dire, di fico.

      FungKu, Dopo Aver Contato Fino A 10. Forse era Meglio fino a 100.

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    6. Il caro fratello Pasqualone da Nola, insieme ai suoi cloni, è il classico troll identico a quei bambini capricciosi che sputano fuori imprecazioni e bestemmie senza comprenderne il significato ma sapendo bene che danno fastidio agli interlocutori.

      Uno dei capisaldi della parlantina pasqualonica è la presunzione che santa Maria Goretti, avendo perdonato il proprio aggressore, dimostrerebbe che la vittima deve chiedere perdono al suo stupratore (una teoria neocatecumenalizia, inventata da Kiko e Carmen a proprio uso e consumo, quando il numero di mega-catechistoni abusatori e stupratori divenne troppo grande da poter difendere uno per uno a suon di bustarelle).

      Ora, ricordiamoci che Serenelli si pentì amaramente di ciò che aveva fatto, e per tutta la vita intese fare qualsiasi cosa possibile per espiare il proprio grave peccato (infatti la conversione fu talmente sincera che riuscì anche ad accedere al sacerdozio; e all'epoca il vaglio delle vocazioni era molto più severo di oggi). Solo così, dalla volontà di redimersi e di non peccare più, si può capire il fatto che venne accolto dalla famiglia della vittima.

      In particolare ricordiamo che nessuno - né la famiglia di santa Maria Goretti, né le autorità ecclesiastiche -, "accogliendo" il Serenelli, fece mai finta che il peccato non era peccato. Nostro Signore, schiaffeggiato dalla guardia, non "perdonò" automagicamente, ma spiegò alla guardia che quello schiaffeggiare non aveva ragioni (cfr. Gv 18,22-23: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?"), e perfino riguardo alla folla inferocita invocò il perdono «perché non sanno quello che fanno» (cfr. Gv 23,34): cioè, senza un sincero ravvedimento, non verrà mai perdonato da Dio chi peccando sapeva quel che faceva.

      Bisogna essere proprio dei tontoloni neocatecumenali per confondere il perdono (atto cristiano di carità) con il perdonismo (far finta che il peccato non sarebbe peccato). Il "perdono" rimette il giudizio al Signore («Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore»: cfr. Rm 12,19); il "perdonismo" è un odio verso sé stessi che invece di rimettere il giudizio al Signore, finge che il peccato non sarebbe peccato.

      Quando la giovane Goretti perdonò il suo aggressore, non implicò che il peccato di costui non fosse peccato. Quando la Assunta convinse i familiari a perdonarlo, non disse loro che il peccato di costui non sarebbe peccato. Se il Serenelli ha scansato l'inferno, è stato per l'aver espiato per tutta la vita il suo gesto giovanile, senza mai pensare comodamente che quell'evento fosse sepolto nel passato. Altro che certi peccatori - come lo schifoso Argüello, che ha un gigantesco posto all'inferno pronto per lui e col suo nome scritto in font kikizzato - stracarichi di gravissimi peccati, oltre alle eresie!

      Quando il signor Kiko e i suoi kikolatri si ritroveranno davanti al Signore, non dicano di non essere stati avvertiti. Questo blog è solo uno dei tantissimi "avvertimenti" che hanno già ricevuto.

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  6. Ormai è sempre più chiaro lo slogan pubblicitario segreto del Cammino: «ti daremo una Comoda Autorizzazione a Peccare!».

    Perché è vero che Dio ti ama sempre, ma Dio non ama il peccato.

    È parzialmente vero che il Signore ti ama "così come sei" (nel senso che il Signore ti considera sua creatura anche se statisticamente sei un gran peccatore), ma resta sempre vero che il Signore non vuole che tu pecchi (all'adultera appena perdonata il Signore disse: «và e d'ora in poi non peccare più», cfr. Gv 8,11).

    Facciamo poi notare che quando si parla del peccato, si è sempre vaghi e generici, al fine di non dare scandalo e di non centrare l'attenzione degli interlocutori su determinati peccati anziché sul resto del discorso. In tutte le omelie, in tutti gli scritti, nel Magistero, eccetera, i peccati vengono descritti in modo generico tutte le volte che non sia assolutamente necessario scendere nei dettagli.

    Kiko e Carmen invece hanno sempre vomitato immagini raccapriccianti (ricordate quella dei «trecentomila incesti a Napoli»?) e voialtri sapete bene che quel loro livello di preoccupante volgarità era involontariamente specchio dell'anima. Le persone che più si crogiolano nei lussi, nella lussuria e nella malvagità, sono più propense a vomitare discorsetti fastidiosi e volgari. (Quando verranno fuori alcuni dei tanti scheletri nell'armadio di Don Kikolone, i kikos che pure sanno fingeranno di non credere).

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  7. I Catechizzati Infuriati15 marzo 2021 alle ore 11:25

    kikodixit, dal mamotreto per il secondo scrutinio battesimale, con le correzioni dei catechizzati infuriati.

    "Non mi sento di giudicare anche la canaglia più canaglia perché io sono capace di questo. [LA CANAGLIATA PERÒ LA DEVI RIFIUTARE] E questo lo dice il Sermone della Montagna: Ma voi credete che sono assassini solo quelli che stanno in galera! Voi siete anche assassini quando dite alla vostra moglie: tu sei pazza. E voi credete che sono adultere solo le prostitute. Quando voi guardate una donna desiderandola già siete adulteri. [CIOÈ DOVETE EVITARE DI INIZIARE CERTI PROCESSI PER NON PASSARE POI DAL PENSIERO ALL'AZIONE. E NON CHE DOVETE ESSERE LAPIDATI SUL POSTO COME UNO STUPRATORE VERO.]

    Ma voi dite: non con la stessa intensità! Bisogna guardare la intensità, la gradualità del peccato, le circostanze. Questo lo dite voi. Questo non lo dice il Vangelo. [ALLARME ERESIA]

    Per questo S. Paolo dice che Dio ha voluto racchiudere tutti sotto il peccato per avere con tutti misericordia. Anzi Gesù Cristo dice che prostitute e assassini [ASSASSINI DE CHE. PUBBLICANI DI GIORNO E SERIAL KILLER DI NOTTE?] vi precederanno, a voi che mai credete di avere adulterato. [LINGUAGGIO GENERICO, FALSE CITAZIONI E SALTO LOGICO INDEBITO]

    C'è gente capace di uccidere [SENTI CHI PARLA]. Quando leggete sul giornale che un uomo ha infilato il coltello ad un altro, credete che lo volesse uccidere? No, fratelli, non se ne era reso conto [MA CHE NE SAI? - Se lo sogna perché gli piace pensarlo - ILLAZIONE INDEBITA]. E quante volte sei stato nel tuo matrimonio tentato di prendere il coltello? Forse non c'era la mano. [MAI (a parte per tagliare il pane) - ILLAZIONE INDEBITA] Ti può capitare che una frase detta ti faccia uscire fuori dai gangheri [ORA SÌ] e quando ti sei reso conto là davanti a te c'è il sangue. "

    [ESATTO]
    Dal mamotreto segreto dei catechizzati infuriati:


    Predicatore neocatecumenale amico degli stupratori, quando non stupratore tu stesso. E che magari ci fai pure il presbitero, per proteggere questa bella gente. E leggiti Santa Veronica Giuliani, se sei presbitero!

    Mi hai fatto proprio inca***re, ben bene, predicatore neocatecumenale.
    Càpita. Può capitare di essere presi dall'ira, no? Siamo peccatori!

    Quindi abbassa la cresta e vieni subito a chiedermi perdono in ginocchio, perché l'ira è peccato mortale e lo sono anche le stramaledizioni che ti ho mandato a causa dell'ira che TU hai provocato.

    Per colpa delle tue provocazioni, ora io rischio l'inferno, perché ti ho inviato tanti di quei diavoli a torturarti che l'inferno è mezzo vuoto, mentre loro sono intenti a sistemare te. E ho anche pensato di dartene tante, ma così tante e così ben date, da farti ridere irrefrenabilmente per la vergogna isterica di quante ne hai prese.

    Corajo, predicatore neocatecumenale favorevole allo stupro, perché prima o poi a forza di indurre all'ira non troverai solo persone civili, ma assaggerai la legge del taglione. È solo questione di tempo. Sai com'e, la gente si vendica, siamo tutti peccatori, tutti uguali nel peccato. Non fare l'ipocrita.

    Quando sarai stato picchiato, stracciato ed umiliato ben bene, ti ricucirai un po' ed andrai a prostrarti ai sacri anfibi che ti hanno ridotto a pezza da piedi, che aspettano solo la tua devota richiesta di perdono, perché TU li hai indotti alla vendetta.

    E ringrazia Dio perché sarà sempre meglio della famosa macina di mulino, che è comunque già meglio della condanna eterna.


    Vi meritate solo dei demoni pari vostro, che vi si rivoltino contro il muso, carogne.

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    1. Nota tecnico-operativa: quando Nostro Signore dice che «i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio» (cfr. Mt 21,32), lo sta dicendo in un contesto del ravvedersi e fare la volontà del Padre. Cioè sta parlando di pubblicani sinceramente pentiti e di prostitute sinceramente pentite.

      Invece, nel Cammino vige la comoda "autorizzazione a peccare": basta fare la recita del "mi faccio schifo, sono peccatore", e poi tirar fuori l'alibi «quando il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni!» (sottinteso: non devo mica pentirmi, dopotutto è colpa del Signore se ho peccato, Lui mi ha "tolto la mano dalla testa" quando io ho voluto peccare, pertanto non sono responsabile, anzi, la mia vittima deve chiedermi perdono perché mi ha indotto in tentazione!).

      Decisamente, il Cammino è estremamente gradito al demonio (quello vero, non il simpatico portasfortuna neocatecumenale che ti fa trovar traffico in autostrada quando vai alla convivenza).

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    2. Ci mancavano i catechizzati infuriati. Ma non è finita qui. Ne sentiremo, ne sentiremo.....

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    3. I Catechizzati Infuriati15 marzo 2021 alle ore 18:24

      (secondo tentativo di invio, mi pare il primo si sia perso)

      Ben notato, Tripudio, e mi permetto di insistere ulteriormente su questo punto micidiale (con piccole variazioni sul tema).

      L'accento qui cade sul passare avanti (o sorpassare), che dipende, oltre che dalla Grazia Divina, anche dall'energia e dalla costanza dell'impegno personale. Gesù sta dicendo ai farisei che i pubblicani e le prostitute mettono più impegno e passione di loro.

      Ma per Kiko è più importante la condizione di peccatore. È quella, una volta che l'interessato ne prenda piena coscienza ovviamente, a garantire la salvezza. Più uno è peccatore e sa di esserlo, più Dio si fa presente nella sua vita e lo salva senza che egli debba far nulla. Questa è la filosofia bacata che distribuiscono, che non ha niente a che vedere con l'esame di coscienza di chi è determinato a cambiare vita dopo una buona confessione e che sa che il santo sforzo è possibile .

      E quindi i kiki sono talmente abituati all'idea che sforzarsi nel bene sia da ipocriti, che alla fine incolpano le vittime e persino Dio per i peccati che hanno commesso loro.
      Addirittura, davanti ai cocci rotti delle situazioni e delle relazioni che hanno sbriciolato, ci sta che commentino con sfacciato menefreghismo: "ci penserà il Signore!!".

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  8. Riporto quanto riferito da un padre che aveva scoperto il tradimento perpetrato da un catechista della Comunità NC che considerava un fratello nella sua stessa casa, ai danni di sua figlia:

    "mi hanno detto che Gesù Cristo con questa storia stava creando un disegno santo per la mia bambina e quello che era successo era un segno della sua santità sulla nostra famiglia. E poi mi hanno detto che se io avessi denunciato l'accaduto Gesù Cristo ci avrebbe mandato un castigo superiore a quello che stavamo già subendo."

    Sarebbe interessante che qualche catechista di quelli che hanno detto, nei vari casi che sono stati portati a nostra conoscenza su Osservatorio, che l'abuso era un segno di santità, sia per chi lo commette che per chi lo subisce, venisse qua a spiegarci che cosa si intenda, nel Cammino, con queste frasi.

    Sarebbe interessante sentire quel presbitero NC che fece l'omelia per il padre abusatore e suicida, pet capire in forza di cosa lo ritenesse degno di essere paragonato a Lazzaro, l'amico di Gesù, o addirittura ad un alter Christus.

    Questo è uno dei veri arcani del Cammino, un comportamento sistematico che rovescia i ruoli: la vittima diviene colpevole di mancato perdono e l'aggressore naturalmente vittima se non viene prontamente perdonato, anche senza nessun pentimento.

    Che venga qui un catechista a spiegarci questo! Ma certo non verrà, perché si tratta di uno degli arcani ineffabili del Cammino, cioè irripetibile a parole, ma ben conosciuto da tutti gli adepti (e purtroppo accettato e riproposto).

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  9. La struttura del CN è impostata sullo stupro dell'anima, sull'abitudine al e la connivenza con il peccato che rendono anestetizzati davanti a reati gravissimi contro la persona e la Giustizia.
    Non mi stupisce che gli stupri del corpo vengano considerati e trattati con l'ingiustizia tipica che contraddistingue una mentalità volta al peccato.

    Al parere di Kiko, secondo cui l'uomo non può non peccare, rispondo con le parole del Siracide (Sir 15,20):

    Egli non ha comandato a nessuno di essere empio
    e non ha dato a nessuno il permesso di peccare.

    E ci ricorda Dio stesso nel Levitico (Lv 19,2)

    Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo.

    Quindi, non solo DOBBIAMO non peccare, ma pure lo POSSIAMO. Dio ci pone traguardi raggiungibili, a differenza dell'ignorante Kiko che insozza la vita delle persone con la sua dottrina demoniaca e le incatena ad una vita non vita, rendendole ora depresse, ora cattive contro il prossimo, ora superbe.
    E a proposito di superbia, il buon San Tommaso ci ricorda che l'eresia è un effetto della superbia.

    Agli inizi del duemila, quando imperversavano le denunce contro la Chiesa Cattolica negli USA a seguito degli scandali dei preti pedofili, il presbitero conduttore delle catechesi, parlava di amore di Dio verso gli stupratori e negli esempi tralasciava sistematicamente di menzionare i suoi colleghi d'oltreoceano, nonostante i giornali ne parlassero e insisteva perennemente sullo stupro contro le femmine, anche in questo caso trascurando tutti i seminaristi e i chierichetti coinvolti nelle zozze scorribande ecclesiastiche.
    Poi vai a scoprire di McCarrick, dei RMS americani, Apuron, Guam, e tutti gli altri retroscena.
    Questa sua sfacciata partigianeria mi convinse, al primo comandamento, ad abbandonare le catechesi del CN, non la Chiesa Cattolica.

    Per quale motivo l'indottrinamento talebano depressivo dei neocatecumenali viene preferito alle parole dei Santi che sono piene di luce e giustizia per il presente e speranza per il futuro? I nostri cari Santi ci aiutano a prepararci per il Giudizio finale, vogliamo studiare sugli appunti di chi non ha mai frequentato le lezioni ed ancora deve dare l'esame o su quelli di chi ha preso 30 e lode e bacio accademico?

    Leggendo il vostro blog rimango sempre più stupita di come non siano intervenuti gli esorcisti di fronte ad una tale manipolazione neocatecumenale della sana dottrina ma sono contenta per la vostra grande opera di misericordia spirituale nei confronti degli indecisi e degli scampati al CN.

    Velia

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  11. ANONIMO delle 10 e 46:

    grazie per il tuo intervento che, anche se non te ne sei reso conto, è la più bella conferma del fatto che NOI abbiamo RAGIONE.

    Infatti, Santa Maria Goretti, la VITTIMA, la Chiesa l'ha fatta SANTA.
    Perché ha perdonato, ma perché ha perdonato da vittima, pur avendo ragione.
    Mentre, come specificato da Valentina, Serenelli, il COLPEVOLE, sia per la Chiesa che per la giustizia umana, ha scontato 27 anni di galera, poi si è ritirato fino alla fine dei suoi giorni in un convento.
    E' proprio della MISERICORDIA chiamare il bene come bene e il male come male.

    Ma voi, come avreste trattato Santa Maria Goretti?
    L'avreste giudicata colpevole, chiamano male il bene (e questo la dice lunga su chi può essere il vostro vero "iniziatore").
    E, invece di additarla come esempio di virtù, l'avreste additata al ludibrio pubblico con l'aggiunta dell'umiliazione a essere lei a dover chiedere perdono.
    Mentre Serenelli l'avreste promossso "catechista" di primo rango, spingendolo verso la dannazione eterna.

    Questa è l'ESATTA dinamica degli eventi che sarebbe avvenuta nel Cammino

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    1. Non perdo tempo a risponderti Pietro sarebbe inutile, tanto voi non volete capire e quando si e' ottusi, non c'è nulla da fare. La storia di Maria Goretti e' limpida come il sole, poi non volete accettare, non ci posso fare nulla, contro l'ottusita' non ci sono armi.

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    2. Limpida come il sole di fronte alle vostre oscure e ambigue brutte storie gestite nell'inganno e nella paura.
      Di cosa parli? Voi che non conoscete il riconoscimento dei vostri errori, la contrizione del cuore e l'espiazione dei peccati?

      Pax

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    3. Noi siamo ottusi?
      BEnissimo, allora era ottuso anche il Serenelli che, dopo 27 anni di carcere disse: "

      " Consumai a vent’anni un delitto passionale del quale oggi inorridisco al solo ricordo . Maria Goretti, ora santa, fu l’angelo buono che la provvidenza aveva messo avanti ai miei passi per salvarmi. Ho impresse ancora nel cuore le sue parole di rimprovero e di perdono. Pregò per me, intercedette per il suo uccisore. Seguirono trent’anni di prigione. Se non fossi stato minorenne, sarei stato condannato a vita. Accettai la sentenza meritata, rassegnato: capii la mia colpa. La piccola Maria fu veramente la mia luce, la mia protettrice ; col suo aiuto mi comportai bene nei ventisette anni di carcere e cercai di vivere onestamente quando la società mi riaccettò fra i suoi membri. I figli di S. Francesco, i Minori Cappuccini delle Marche, con carità serafica mi hanno accolto fra loro non come servo, ma come fratello. Con loro vivo da 24 anni. Ed ora aspetto sereno il momento di essere ammesso alla visione di Dio, di riabbracciare i miei cari, di essere vicino al mio angelo protettore ed alla sua cara mamma, Assunta. Coloro che leggeranno questa mia lettera vogliono trarre il felice insegnamento di fuggire il male e di seguire il bene sempre, fin da fanciulli ."

      HAi capito? "Sentenza meritata", FUGGIRE IL MALE!

      Alessandro Serenelli ha espiato in pieno la sua colpa davanti a DIo pentendosi amaramente e CAMBIANDO VITA e davanti agli uomini accettando la sua pena.

      Te lo insegnano questo nel cammino, Pasqualone dei miei stivali?
      Te lo insegnano A FUGGIRE IL MALE? O piuttosto non ti dicono che è stato Dio che "ti ha levato la mano dalla testa" (certo, ora è colpa Sua magari)

      Hai ragione, la storia di MAria Goretti è limpida come il sole. Siete voi che ci buttate addosso il vostro fango e poi dite che "è sporca" pure lei.
      E' quello che è successo con tutte le vittime di abusi nel cammino: sono loro che DEVONO chiedere perdono infatti. Il colpevole, poveretto, ha tutta la vostra comprensione. Chissà perchè.

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    4. Pasqualone dei miei stivali....

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    5. Segna segna...
      continua a concentrarti su questo e lascia perdere le cose importanti.

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  12. Sì Pietro. Il male peggiore che il Cammino apporta potrebbe sembrare quello che arreca alle vittime, misconosciute e colpevolizzate. Ma a ben vedere è all'anima di chi viene convinto d'essere il Superuomo e di avere il diritto di peccare, come se si trattasse di aggiungere una stellette al proprio medagliere, che viene fatto il male peggiore.

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  13. Per fare un esempio di come agisce il 'perdonismo neocatecumenale', al processo ad un sacerdote accusato di dare ai ragazzi sostanze ipnotiche per abusarne, una parrocchiana neocatecumenale ha dichiarato alla stsmpa:
    „Ma io sono scandalizzata dal fatto che tutto sia nato all’interno delle comunità neocatecumenali. Mi aspettavo un atteggiamento più cristiano. Non è questo il modo di trattare una persona se ci diciamo cristiani. C’è tanta cattiveria che viene dal demonio, non da Cristo».“

    La 'cattiveria' era la denuncia, inconcepibile perché partita da famiglie neocatecumenali. Naturalmente è quello il comportamento non cristiano, non l'abuso programmato. Chissà Kiko cosa ha detto? Di certo, di lavare in casa i panni sporchi del Cammino.

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  14. Pur di non perdonare, vi inventate un neologismo cioè il perdonismo. Ma non ci girate intorno, chi non ha lo Spirito di Cristo non gli appartiene, potete fare tutte le pratiche religiose che volete ma se non vivete lo Spirito del Servo di Jahve', del servo sofferente, vivete un cristianesimo di facciata. Rigetto i vostri discorsi sono ipocriti, falsi. Il perdono di un cristiano non dipende dal comportamento di chi lo ha offeso, il cristiano perdona, punto. Come anche Dio perdona sempre a prescindere dal nostro accoglierlo. Non vi giustificate, non c'e' bisogno, il Signore vi giustifica.

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    1. @anonimo
      Il perdono implica anche la misericordia e la misericordia implica giustizia; ne parla proprio San Giovanni Paolo II, lui ha perdonato la persona che voleva ucciderlo (se ti sembra poco), che comunque ha scontato la sua pena in carcere

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    2. Chi ha lo spirito di Cristo prima di tutto non pecca. Nel caso peccasse, ammette la colpa, chiede perdono e ripara al male compiuto.
      Non evita la giustizia umana, non mentisce e non si nasconde. È felice di espiare il male commesso. Ha il santo Timor di Dio. Ricerca la Sua giustizia e difende il misero, la vittima.
      Dove va a finire, nel vostro insegnamento, tutto ciò? In che senso 'l'altro è Cristo' se non avete cura dei piccoli?
      Come mai tutta la vostra tensione va nel difendere il violento, soprattutto quando è una pedina importante nel Cammino? Prima di occuparvi del perdono, pensate a togliere di mezzo a voi il malvagio.

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    3. Voi non insegnate a perdonare. Per perdonare vuol dire che ti si è fatto un torto. Voi GIUSTIFICATE IL PECCATORE. E lo fate perchè GIUSTIFICATE IL PECCATO. Non insegnate ad evitarlo e date la colpa a Dio che lo avrebbe "permesso". Siete dei blasfemi. Prendete Dio a giustificazione delle vostre cattive inclinazioni

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    4. 17:15,
      Siete voi che, pur di peccare a volontà, vi siete inventati "doverismo" e "moralismo".
      E non avete capito cosa siano il perdono, il dovere o la morale.

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    5. Risponda a questa domanda:

      Perché la Chiesa Cattolica ha SEMPRE sostenuto la liceità della pena di morte?
      E stia attento a non rispondere di pancia come al solito, perché se si azzardasse ad affermare che l'insegnamento della Chiesa era sbagliato o contro il Vangelo lei si porrebbe automaticamente fuori dalla Dottrina Cattolica.
      Su, risponda, è cristiana o no la pena di morte? Lo sa che GRAZIE e ATTRAVERSO la pena capitale tanti criminali hanno potuto espiare il peccato commesso salvandosi l'anima non passando neanche per il Purgatorio? Lo sa che a causa dell'insegnamento di Kiko migliaia di anime precipitano all'inferno per impenitenza finale e presunzione di salvarsi senza merito (ricordo che per noi babbani trattasi di peccati contro lo Spirito Santo)

      Tomista EX nc

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    6. Tomista mi può spiegare meglio questa cosa? Non la sapevo! In che modo la pena di morte salva l anima del condannato? E uccidendo una persona, seppur colpevole non si compie a propria volta peccato? Elena

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    7. Una domanda interessante, Elena.

      Mi veniva in mente che è vero che sta scritto "non uccidere" però Gesù stesso ha predicato che per chi scandalizza i piccoli, è meglio per lui che gli mettano una macina da asino al collo, e sia gettato nel mare.

      chi = chiunque, non un peccatore che ha incontrato, come l'adultera o Zaccheo etc, che Egli stesso ha ricondotto a più miti consigli.

      per lui = non per il suo prossimo che lo deve sopportare in questa vita, Gesù parla della vita eterna, si rivolge ad un morituro. In questo senso sembra proprio che un'esecuzione, nei casi più aberranti, possa essere salvifica.

      gli mettano = una vera e propria esecuzione, non è previsto il suicidio.
      macina = essere sicuri del risultato, senza sconti.
      nel mare = l'affogamento non è morte veloce ed indolore.

      È un avvertimento durissimo, in netto contrasto con la mentalità neocatecumenale di amare il peccatore lasciandolo imbottito di tutto il suo peccato a fare le sue scorribande a spese altrui.


      D.D.

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    8. Ci scusiamo per eventuali repliche non pubblicate sull'argomento, che ci allontanerebbero dal tema odierno.
      Per un un'approfondimento di alcune sue implicazioni, consiglio la lettura di un articolo di padre Cavalcoli.

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  15. Ci ricorda bene Velia che l'eresia è figlia della superbia.
    E in quanto figlia della superbia difficilmente viene riconosciuta da chi l'ha messa in campo e rinnegata tornando sulla retta via.
    Le speranze di ravvedimento sono davvero esigue se pensiamo agli ideatori. Non ci resta che cercare di avvisarne il più possibile tra gli adescati e con ogni mezzo, anche povero, a nostra disposizione.

    A proposito del solito alibi kikiano di cui parla Tripudio nel commento delle 14:34

    «quando il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni!»

    che è quasi un ritornello ricorrente sulle bocche dei camminanti in vena di raccontarsi, c'è una cosa da osservare.

    Chiediamoci: Che senso ha evidenziare, ogni volta che hai peccato pesantemente; che... Dio ti ha tolto la mano dal capo? Dio lo ha permesso... Questo fatto era buono per te... ne avevi bisogno per la tua conversione. Questa la consecutio logica...
    E il capolavoro è fatto.

    Il problema nel cammino è sempre lo stesso. Una vera e propria ossessione di dover cogliere sempre il lato pedagogico della storia, il valore della conoscenza intesa come gnosi di se stesso e quindi della vera natura dell'uomo.

    Ecco che non c'è da stupirsi che alla fine, tra deduzioni e controdeduzioni, si approdi ad aberrazioni del tipo "l'uomo non può non peccare".
    Ecco cosa pensano e insegnano:
    L'esperienza del peccato è indispensabile a volte PER VINCERE LA CECITA' DELL'UOMO, e dunque Dio, come atto di misericordia, ti toglie la mano dal capo e tu CONCRETAMENTE sperimenti che sei un porco, un essere assurdo, un egoista, un lussurioso, un avaro...

    Ma per poterlo sperimentare devi cadere in un peccataccio e dunque... ragionando ragionando questi arrivano a che il peccare in quel modo è stato per te salvezza. Volontà di Dio per te.

    Ora, se Dio lo ha permesso perchè non aveva altro modo per "convincerti di peccato", stiano bene attenti tutti quelli che giudicano il peccatore! E siamo giunti alla conclusione.
    Se lo giudicano è perchè essi si ritengono migliori di lui, ossia incapaci di commettere i loro stessi peccati (ricordiamo a noi stessi che qui si parla di abusi, violenze sessuali su minori. Mica una bazzecola!).

    Ecco perchè SECONDO LA LORO LOGICA (abominevole quanto volete ma pur sempre logica che segue il loro ragionamento) chi è più a rischio è la vittima. Perchè si sente ingiustamente colpita. Si sente dalla parte della ragione, si sente buona e l'altro è stato cattivo...

    Per questo è la vittima che, non solo deve perdonare il carnefice (troppo poco sarebbe)... ma deve ANCHE chiedergli perdono per averlo GIUDICATO. Giudicando anche Dio. Che come dicevamo è il vero artefice per aver permesso Lui al peccatore di peccare in concreto.

    Ecco cosa succede quando si segue la propria testa bacata e la si lascia libera dietro le sue concatenazioni logiche.

    Perchè questo avviene nel Cammino. Si pretende la richiesta di perdono da parte della vittima, fosse anche poco più che adolescente, nei confronti del suo abusatore PERCHE' LO HA GIUDICATO (accidenti! che capolavoro).

    Pax

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    1. La storia della mano sulla testa, che detta in un certo contesto può avere un senso, ripetuta ottusamente e a pappagallo come fanno i camminanti diventa un vero modo per giustificare il male.
      E se il male si giustifica, in realtà lo si favorisce.

      Prendere una frase del genere in modo fondamentalista, e i camminanti sono FORMATI ad essere fondamentalisti, equivale a rendere Dio autore del male. Una vera bestemmia.

      Dio viene descritto come il padrone di un pitbull che, se sguinzaglia il cane, quello gliene combina di ogni..
      Ma se un cane attacca qualcuno perché non è stato trattenuto, la colpa è sempre del padrone.

      Se uno, anche solo inconsciamente, fa proprio un concetto del genere, tende sempre a rendere il peccato come inevitabile per l'uomo a cui Dio, magari perché si era stufato, ha tolto la mano dal capo, e tende sempre a considerare Dio come il "mandante" del peccato.
      E di conseguenza, poiché Dio ha sempre ragione, tende a giustificare non tanto il peccatore, ma lo stesso peccato! Se è Dio che lo vuole...
      Ripeto: una vera bestemmia!

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  16. Cari camminanti in buona fede, sappiate una cosa.
    Dio dice di FUGGIRE il peccato. Ripetiamo una preghiera che ci hanno insegnato da piccoli:

    Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami.

    CApisco che, nel cammino, questa preghiera è impronunciabile, ma parliamone solo un attimo.

    "fuggire le occasioni prossime di peccato". Capito. Possiamo fuggire. E Dio ci aiuta in questo. E lo fa per un semplice motivo: perchè il peccato FA MALE. Fa male a noi e a chi ci sta intorno. Provoca una ferita dolorosa e sanguinante. Ci distacca DA LUI.

    Ora ditemi con che coraggio Dio, secondo la logica neocatecumenale, TOGLIE la mano dalla testa dei suoi figli per fargli del male. Questo sì che sarebbe sadico. Se pecchiamo (e stiamo parlando di peccati MORTALI) necessariamente c'è LA NOSTRA VOLONTA' DI MEZZO.

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  17. Dal famoso libro Il Combattimento Spirituale ,di Padre Lorenzo Scupoli (1530-1610), riporto un passo interessante sulla conoscenza di se stessi, tramite il peccato (oppure no).

    "Chiara è questa cosa: a ognuno che vuol congiungersi con la luce suprema e con la verità increata è necessaria la conoscenza di se stesso, che la divina clemenza dà ordinariamente ai superbi e ai presuntuosi attraverso le cadute: essa li lascia giustamente incorrere in qualche mancanza dalla quale si persuadono di potersi difendere, affinché, venendosi così a conoscere, apprendano a diffidare in tutto di se medesimi.
    Il Signore, però, non è solito servirsi di questo mezzo così miserabile se non quando gli altri più benigni, che abbiamo detto sopra, non hanno portato quel giovamento inteso dalla sua divina bontà. Essa permette che l'uomo cada più o meno tanto quanto maggiore o minore è la sua superbia e la propria reputazione; in maniera che dove non si ritrovasse la pur minima presunzione, come fu in Maria Vergine, similmente non vi sarebbe nemmeno la pur minima caduta. Dunque quando cadi, corri subito col pensiero all'umile conoscenza di te stessa e con preghiera insistente (cfr. Lc 11,5-13) domanda al Signore che ti doni il vero lume per conoscerti e la totale diffidenza di te stessa, se non vorrai cadere di nuovo e talvolta in più grave rovina."

    D.D.

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    1. I neocatecumenali integrali invece chiamano superbo chi non ha molto da confessare. Più è realmente elevata la purezza di qualcuno, più loro ci vedono superbia, e pure con una smorfia di disgusto. Tutto invertito...

      D.D.

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    2. Grazie dell'informazione.
      Leggerò il testo

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  18. I commenti dei camminanti sono stupefacenti. Sono come la prova scritta che il Cammino è un'altra "chiesa" che, sotto certi aspetti, è lontanissima dalla vera Chiesa.

    Quelle stesse persone che, giustamente, parlano di apertura alla vita, non capiscono che il perdono comporta l'espiazione e che a espiare non deve essere l'innocente, ma il colpevole.
    E' da credere che non abbiano fede, ma solo fede in Kiko.
    Professano l'apertura alla vita non perché lo dice la Chiesa, ma perché l'ha detto Kiko, e professano il "perdonismo", cioè il FALSO perdono (frutto di una falsa carità), perché l'ha detto Kiko.

    Ai camminanti in buona fede suggerisco di formarsi sul Catechismo della Chiesa Cattolica.
    Li potranno apprendere che i criminali devono andare in galera, che i peccatori devono espiare i peccati, che gli innocenti vanno protetti e che il perdono lo deve chiedere il colpevole, non l'innocente.

    Far chiedere perdono all'innocente e premiare il colpevole è un'idiozia non solo per i cattolici, ma anche per gli atei e gli animisti.
    Eppure funziona!
    Un decadimento morale e di onestà intellettuale simili a quelli delle ideologie.
    Un vero tentativo di sovvertire l'ordine morale naturale stabilito da Dio.

    Ci si trova davanti a dei "sapienti" tuttologi che, evidentemente, non hanno MAI dato un'occhiata al Catechismo della Chiesa Cattolica! Forse perché lo considerano per religiosi naturali.
    A volte ho l'impressione di avere a che fare con degli alieni.

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  19. Alieni è l'acronimo di :

    Ancora Lugubri Indecenti Elucubrazioni Neocatecumenalmente Irrilevanti

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  20. Volo d'aquila non ha niente da dire?

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  21. Per Tomista
    Nessuno tocchi Caino.
    Parola di Dio.
    Questo è anche stato lo slogan della Chiesa contro la pena di morte che è sempre un sostituirsi a Dio.
    È giusto che il colpevole paghi, è giusto anche che chieda perdono e giusto anche che espii la colpa che viene inflitta.
    Da non dimenticare però che questi discorsi sono veri per i cattolici che hanno il senso del peccato.
    Diversamente i non credenti hanno perso questo senso e non credendo vivono la condanna e la pena non come senso di giustizia e nemmeno si riconoscono peccatori. A che gioverebbe la pena di morte se chi la subisce non è pentito?E nemmeno potrebbe salvarsi perché come dice GESÙ e come insegna il magistero, morire da impenitenti e uno dei peccati contro Lo Spirito Santo. ( A chi rimetterete i peccati saranno rimessi,a chi non li rimettete,resteranno non rimessi)
    Servirebbe solo a soddisfare un desiderio di vendetta.
    Mentre una giusta pena fosse anche l'ergastolo può giovare perché dal momento della condanna tutto il tempo restante è da considerarsi "MAGNANIMITÀ del Signore" cioè tempo in cui il condannato se aiutato può ritornare in se stesso e convertirsi..
    GPII ha lottato molto contro la pena di morte.

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    1. Sicuramente, come ricorda il recente magistero della Chiesa, oggi sono quasi inesistenti circostanze in cui il ricorso alla pena capitale risulti necessario. Tuttavia è bene ricordare che in linea di principio essa rimane sempre giusta. Il quinto comandamento proibisce di uccidere l'innocente. Non è peccato uccidere per legittima difesa o in guerra, né pecca il giudice o il boia nel comminare una condanna. Il primo ad entrare in Paradiso fu proprio un condannato a morte e lo stesso Vangelo si fonda su una pena di morte che Cristo ha scontato in vece dell'umanità intera. Il peccato viene perdonato con il Sacramento della Penitenza riguardo alla colpa, ma porta con sé una pena temporale proporzionata alla gravità del peccato stesso, da scontare in questa vita o dopo la morte. Sono sempre stati i massoni e gli anticlericali a rifiutare la pena di morte per principio. Questo lo sa bene (e lo scrive) anche la vostra amica Angela Pellicciari.

      Tomista EX nc

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    2. "Nessuno tocchi Caino" vale per la società prediluviana; principio dovuto all'assenza di un ordinamento giuridico e dello Stato. Ma il Signore stesso prevede la morte come pena adeguata ai crimini più gravi. E nel Nuovo Testamento non esiste un sola riga per giustificare l'incompatibilità tra la pena di morte e la Religione Cattolica.

      Tomista EX nc

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    3. Ti ringrazio Tomista per la tua spiegazione, perché anche a me non era molto chiaro questo concetto.

      Frilù

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  22. Sondaggio neocatecumenale

    Definire il Cammino Neocatecunemale con l'aggettivo più appropriato.
    La risposta dovrà pervenire entro il 18/3/2021 al Centro di Porto San Giorgio esclusivamente online al seguente indirizzo : portosangiorgio@gmail.com. Le schede saranno valutate da Maria Ascension e don Mario Pezzi, cosi ci passano il tempo visto che non fanno niente in quanto decide solo ed esclusivamente Kiko. Chi vince riceverà uno sconto del 2 % sulla decima, che però verrà recuperato aumentando del 2% la decima agli altri camminanti, cosi Kiko può continuare a mangiare aragoste e ostriche, bere whisky e fumare sigari Avana.

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  23. Potrei sbagliare, ma mi sembra che una frase come: "Se il Signore mi togliesse le mani dalla testa chissà cosa sarei capace di fare" lo ha detto, anche se in senso diametralmente opposto a quello dei camminanti, San Francesco di Sales.

    Tale santo, Vescovo e Dottore della Chiesa, è noto come il santo della mitezza, ma il suo carattere lo portava ad essere tutt'altro che mite: ha raggiunto un tale dominio di se da diventare mitissimo, attraverso la GRAZIA accompagnata da uno SFORZO UMANO addirittura eroico.
    Riusciva a reprimere i suoi scatti rabbiosi con un impegno fuori dal comune e aveva la coscienza che senza la grazia divina tutto il suo impegno non sarebbe servito a molto, ma aveva anche la coscienza che Dio non toglie MAI le mani dalla testa, cioè non toglie mai la grazia, a chi lo vuole sguire con tutto il cuore e per questo collabora con lui impegnandosi nella lotta.

    Il senso che nel Cammino si dà a questa espressione, invece, è opposto.
    Sembra che Dio possa togliere il suo aiuto a seconda del suo umore, per cui che, in tal caso, il povero camminante sia "costretto" a peccare per colpa di Dio, per cui che il peccato è imputabile a Dio, è perciò in definitiva non è un vero e proprio peccato.
    In quest'ottica l'impegno dell'uomo non è contemplato: con la scusa che fa tutto Dio, l'uomo è esentato dall'impegno.

    Nel Cammino si usano i santi a proprio uso e consumo.
    Proprio come Santa Maria Goretti, che la Chiesa ha elevato agli onori degli altari e che nel Cammino sarebbe stata chiamata peccatrice e costretta a chiedere lei perdono andando contro la verità stessa.

    Per chi voleva sapere cosa fosse il perdonismo: è un perdono che non si basa sulla verità ma sulla menzogna.

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  24. Per quanto riguarda l'amore di Dio, è vero: Dio ama tutti, ama anche i dannati. Ciò non toglie l'eternità della loro condanna.
    Se il peccato fosse solo una debolezza, una fragilità, come suggeriscono le catechesi kikiane, allora sarebbe ingiusto Dio a tenerne conto al momento del giudizio.
    E quando l'apostolo si vanta delle proprie debolezze, non si sta vantando dei peccati commessi.
    Ricordo la modifica delle parole di Isaia nel canto 'Dite agli smarriti di cuore' in cui i poveri per i quali si aprirà una via santa, sono per Kiko i peccatori: più gravi i peccati, più grande l'amore di Dio, come insinua la frase citata nell'articolo.
    Non dice nulla ai neocatecumenali che si debba alterare la parola di Dio per sostenere le asserzioni delle catechesi di Kiko? A cosa servono decenni di ascolto della Parola di Dio se alla fin fine essa viene sempre letta con le lenti distorte dell'autore del Vangelo dei Miserabili?

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  25. Vangelo dei Miserabili è l'acronimo di :

    Vedete Anonimi Neocatecumenali Grandi Eventi Lusinghieri Ora Determinanti E Importanti Mamotreticamente Insignificanti Soltanto Esecrabili Ridicolmente Anacronistici Bellamente Irricevibili Lontanamente Irrisolti

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  26. Una delle caratteristiche che, pur con tutte le differenze, accomuna la setta neocatecumenale e la setta modernista, è la convinzione che, in passato, la Chiesa ha sbagliato perfino riguardo la DOTTRINA e che è destinata ad essere "riformata" da loro, dall'interno, prendendone la guida.

    Questo stare all'interno del corpo che si vuole fagocitare, da a queste due sette vantaggi e svantaggi.
    I vantaggi sono quelli di poter agire attraverso le strutture ecclesiali e mimetizzarsi, gli svantaggi sono dovuti al fatto che, coinvolgendo molti che si sono formati alla luce della fede tradizionale e che sono in buona fede, e dovendo fare i conti con molti disposti a non cedere ruguardo alla verità rivelata, devono andare piano pur smaniando a causa dei pruriti riformisti, e devono parlare in modo poco chiaro, in modo che chi può capire capisca, sperando che gli altri, a poco a poco, si adeguino al diktat del potere, che ha sempre un suo fascino perverso.

    La mentalità di oggi, favorita da scoperte scientifiche che sembrano non aver mai fine e che perciò sono difficili da integrare, tanto da far sembrare che la realtà si fondi sull'incertezza, e favorita dalle più disparate esigenze sociali, per cui è difficile dare una risposta univoca e non complessa ai problemi (ad esempio i motivi che oggi causano la migrazione clandestina), ha influenzato anche tanti Pastori della Chiesa, a cui sembra quasi che il dare delle definizioni inequivocabili sulle verità di fede, sia un come restringere il campo della conoscenza e come un semplificare la realtà.

    Ma in realtà è vero l'esatto opposto, perché la verità divina, che è infinita, la si può scoprire solo passando attraverso dei passaggi stretti, come la porta stretta di cui parla Gesù o come la siepe di Leopardi che, sebbene limiti la vista, poprio attraverso quel limite stimola a pensare all'infinito.
    Le definizioni della fede e della morale non esuriscono la conoscenza di Dio e del suo amore, ma stabiliscono i paletti di confine entro cui si trovano.

    Santa Caterina Emmerick, in una sua visione sulla Chiesa del futuro, che non voglio azzardare a chiamare profezia, ma che comunque costituisce un insegnamento spirituale profondo, dice che vi sarà un giorno in cui tanti prelati si uniranno ai nemici della Chiesa nel tentativo di distruggere la Chiesa (rimarranno però le fondamenta) e, cosa interessante, dice che queti prelati lo fanno di nascosto, anche tra loro.
    Cioè si fanno vedere i veri continuatori della tradizone della Chiesa, ma in realtà si rallegrano delle sue distruzioni.

    In questo mi sembra di rivedere tanti camminanti che, con finto dispiacere e malcelata gioia, evidenziano i mali delle parrocchie, speranzosi che si spopolino e che la Chiesa perda fedeli e punti di riferimento, cosicché, poi, possaono prenderne il posto.

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    1. Impressionante il parallelo tra modernismo e neocatecumenalismo: ambedue le realtà, siccome aspirano a coinvolgere persone in buona fede d comunque formate nella dottrina cattolica, non possono uscire allo scoperto e quindi contano sull'uso di un linguaggio ambiguo, sul dire e non dire, in attesa del momento in cui tutto potrà essere dichiarato apertamente, perché ormai penseranno di non trovare più resistenza. È come la bestia di Apocalisse 13 che esce dal mare e 'che aveva due corna simile ad agnello che però parlava come un dragone'.

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  27. Commento Pax 15 marzo 2021 17:17

    Grazie Pax, questo commento è eccezionalmente chiaro e comprensivo di tutta la dottrina distorta del peccato e del perdono neocatecumenale.
    Mai riuscito a legare così tanti punti critici del CN in modo così semplice, evidente e logico
    Ogni volta che rileggo il tuo commento mi si mettono a fuoco, come d'incanto, 17 anni di pensieri sfocati.

    GRAZIE !!!!!

    LUCA

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  28. In quell'ambiente fradicio di scandali prevale il comportamento sociopatico, infatti gli aderenti reagiscono alle circostanze con un approccio sfornito di compassione e di ogni sana e logica emozione.

    Come ben sappiamo il catechismo di Kiko apporta al peccato un potere salvifico, fuorviando i partecipi.
    Mentre la realtà è che col peccato ci si mette sotto il potere del demonio perché ci si priva della grazia santificante che è come un muro di protezione o una siepe che difende. Perseverare nel peccato debilita la forza dell'anima perché “col peccato la ragione si offusca, specialmente nel campo pratico; la volontà diviene restia al bene; cresce l’interna difficoltà a ben operare; e la concupiscenza si accende” (San Tommaso, Somma teologica, I-II, 85, 3)

    Quindi ciò che affermano gli ideatori del sistema neocatecumenale è traviante e fallace. Col peccato ci si rende schiavi del peccato perché “chiunque commette il peccato è schiavo del peccato”(Gv 8,34)
    Pertanto, ciò che affermano e attuano i figli dell'eretica e svalutante kikokenesi, è tecnicamente un suicidio dell'anima indotto da un colpevole primo che è colui che ancor oggi non si tira indietro ma trascina avanti l'eretica lurida baracca.
    Per Kiko fede e opere sono rimpiazzate da gesti e atteggiamenti drammatici e sfavorevoli, e l’intelligenza è sostituita da slogan suggestivi che attraggono l'ascoltatore e lo persuadono sino a portarlo a ripetere, come un pappagallo ottimamente addestrato, le medesime frasi fatte in uso nell'ambiente.

    Io di queste filastrocche infernali ne ho ascoltate tante, anche la classica costituente il più antico pensiero perverso del cammino: (questo atto di violenza che ti è stato inflitto) "è opera di Dio che ha un progetto per te. Devi avere fiducia".

    La fiducia che volevano che io nutrissi, in caso fossi stata accondiscendente alla pretesa - mi avrebbe istigata ad odiare Dio (mi nuoce anche soltanto il più flebile pensiero); a ritrarmi in un angolino scuro posto un gradino più giù della scala avvilente e mortificante di Kiko, a sospirare arrendendomi all'idea di un dio (uso di proposito il carattere minuscolo) che umilia, violenta, ruba, arreca danni d'ogni aspetto e ingiustizie.

    La seconda lettera di San Giovanni così mette in guardi:

    Poiché molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne.
    Ecco il seduttore e l'anticristo! Fate attenzione a voi stessi, perché non abbiate a perdere quello che avete conseguito, ma possiate ricevere una ricompensa piena. Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo; poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse."

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  29. Nota tecnico-chiarificatrice per i soloni che vogliono spararla grossa perché iscritti a qualche ritardatissimo Istituto di Scienze Religiose.

    La Chiesa non ha mai escluso la pena di morte perché possono sussistere dei casi in cui un uomo, commettendo certe grosse malvagità, perde la dignità di uomo e può recuperarla solo attraverso la pena di morte.

    Non entriamo qui nei casi che si aggiungono a quanto detto sopra, per esempio quando la pena di morte serve anche a proteggere la società dal male che il condannato potrebbe ancora compiere col solo fatto di rimanere in vita.

    Per capire questo concetto, possiamo per esempio riflettere sul comandamento «non uccidere»: se un aggressore sta per uccidere degli innocenti, cosa fai? Lo combatti come puoi, anche a costo di ucciderlo. Se l'unico ragionevole modo per salvare quegli innocenti è uccidere l'aggressore, non puoi startene con le mani in mano e lasciare che costui uccida degli innocenti, altrimenti ti rendi complice dell'uccisione di questi ultimi. E fra la morte di un aggressore e la morte di innocenti, è quest'ultima che ripugna di più. Questo è anche il caso in cui per salvare delle persone accetti di morire: non è catalogabile come suicidio, ma è immolazione (fu il caso, ad esempio, di Salvo D'Acquisto e di padre Kolbe: per amore del Signore e per amore della vita furono lieti di perderla).

    Dunque chi pretende di pontificare che la pena di morte sarebbe "sempre immorale" sta in realtà giocando con le parole in modo da farti sentire in colpa e si sta mettendo dalla parte del demonio (che pur di far compiere malvagità le presenta con la comodissima scusa di "ubbidire a Dio"; anche i neocatekikos blaterano di ubbidienza a Dio quando in realtà ubbidiscono al santone Kiko e ai suoi mega-catechisti).

    Riguardo al recente cambiamento del Catechismo, c'è una clausola importante che fa capire che quel "cambiamento" non è un cambiamento. Quella clausola è il fatto che nella società di oggi troppa gente "odia la vita". Il condannato a morte, di fronte al fatto che "non c'è più niente da fare", era tipicamente desideroso di convertirsi (salvo rari casi, come Giordano Bruno, o gente che ha preferito morire per un'idea o un pezzo di stoffa colorato). Invece oggi c'è gente che compirebbe le più terribili efferatezze e godrebbe (diabolicamente) del venir condannata a morte, perché odia la vita, odia il mondo, odia Dio. Dunque condannare a morte questo genere di persone, nelle circostanze attuali, significa fare un favore al demonio.

    Giovanni Paolo II spiegò la cosa dicendo che «oggi» non ha «quasi» più senso usare la condanna a morte (che, ricordiamolo, ha anzitutto un valore di deterrente: "se esiste la condanna a morte, è meglio resistere alla tentazione di combinarla davvero troppo grossa"). Siamo pur sempre in una società che cerca la morte continuamente - droghe, aborto, eutanasia, suicidi, "suicidio assistito"... - e ci mancherebbe solo che qualche imbecille bramoso di morire compia malvagità a sufficienza per farsi beccare e condannare.

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  30. Ringrazio anche io Tomista EX nc per i suoi commenti (17:43 - 17:48) chiarificatori sulla pena di morte e Dottrina della Chiesa.

    Confesso anch'io, come Frilù, che non ne avevo affatto un'idea chiara.

    A dimostrazione che certi argomenti tanto delicati non vanno mai affrontati partendo dalle tendenze dei tempi.

    Per questo per noi cattolici è sempre importante stare saldi, con entrambi i piedi, e fondati nella Tradizione e sul Deposito della Fede, così come trasmessi dai nostri Padri, dai Santi Maestri e Dottori della Chiesa.

    Penso che valga lo stesso discorso per tutti i temi legati alla morale.

    Ringrazio anche Tripudio per la sua utile chiarificazione.

    E' proprio vero che, specie quando si affrontano temi spinosi e cruciali, i falsi maestri, che amano spacciarsi per veri sapienti, utilizzano l'astuto stratagemma di giocare "con le parole in modo da farti sentire in colpa", bloccarti il cervello e... tapparti la bocca.

    Sia di lezione per comprendere con quanta prudenza, con quanta accortezza e vigilanza e con quanta umiltà vada affrontato tutto ciò che riguarda la vita e la morte e la salvezza delle nostre anime.

    Guru come Kiko, che si arrogano un ministero apostolico, dovrebbero tremare e temere molto, per sè e per chi li ascolta.

    Pax

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  32. Praticare il perdono cristiano non significa rinunciare all’idea che il colpevole debba rendere conto anche alla giustizia umana. Il cammino però se ne infischia, infatti dapprima istiga il fedele a spogliarsi delle proprie realtà più intime e poi lo istiga alla mortificazione che lede sia lui, che bussa alla porta del proprio carnefice per chiedergli un illogico e ingannevole perdono, e sia il peccatore che in tal modo mai sconterà e mai si riconcilierà con Dio.

    È proprio come l'autrice del thread riporta, nel movimento il violento gode di un'accurata difesa e di profondo rispetto, mentre la vittima subisce l'umiliazione e l'esclusione.
    I kikos disattendono la misericordia verso le vittime, e quindi l'ascolto della loro indignazione, la loro pretesa di giustizia, e anche il riguardo dei loro sentimenti, facendo banalmente leva sulla dovuta misericordia verso il peccatore che ha sbagliato.

    Uno dei dilemmi maggiori del cammino riguarda il Sacramento della Penitenza, che viene sbiadito da una dottrina fuorviante che, in sintesi, afferma che l'uomo non può evitare il peccato.

    La Chiesa ci insegna che il coronamento della Riconciliazione sacramentale sta nel proposito di non più peccare. Sarebbe infatti un controsenso confessare colpe che si intendono ripetere; nessun peccato può essere perdonato se non vi è un sincero proposito di non commetterlo più; tale proposito è indispensabile per la remissione dei peccati mortali, che vanno confessati per forza. Ma se in cammino vige la convinzione che il peccato è inevitabile e che reiterarlo è d'obbligo, che il peccatore è degno di riscuotere il perdono della vittima (nonostante dovrebbe accadere l'opposto) e che basta 'confessarsi' con i katechisti dinanzi alla comunità per ricevere l'assoluzione, come può succedere che il fedele ottenga la remissione dei peccati, il perdono e la pace?

    L’assenza del proponimento, come quella del dolore, costituisce un elemento di inefficacia nella recezione del Sacramento - che in comunità si effettua con una celebrazione svilente il sacro che ne causa uno svolgimento indegno -, se è consapevole e volontaria, rende colpevoli di sacrilegio. 

    Questa gente è talmente compromessa da non guardare di buon occhio il confessionale, ritrovandosi a permanere nella propria inquietudine senza trovare ristoro.

    Circostanza personale: in seguito ad un gravissimo 'torto' che subii mi diressi io, vittima, in un confessionale per trovare quell'accoglienza e quella consolazione che miriade di neocatecumenali presenti a quel pellegrinaggio non vollero darmi. Eppure quanti di loro avrebbero dovuto recarvisi non per confidarsi, bensì per ripulire quell'anima sporca?

    Il sacerdote mi consegnò un Rosario di legno che accolsi tra le mani con gratitudine - ancora una volta il santo Rosario è segno indelebile d'amore nella mia vita -; un gesto che mai avrei ottenuto dai camminanti.
    Il tentativo di Kiko e Carmen di escludere la preghiera della Vergine Maria dalla vita dei fedeli, corrisponde ad una spinta ben assestata che fa cadere di schianto sul fondo spaventoso dello 'svuotamento' kikiano.

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    1. Per voi, cari nc che imperterriti avanzate sulla strada kikiana della perdizione; che senza scrupolo annunciate d'essere figli del diavolo dimostrandolo nella pratica quando un innocente si accosta a voi chiedendo supporto nella giustizia, e voi lo scacciate con disprezzo perché, affermate, il peccato è cosa buona . Per voi, dicevo, un altro estratto del Vangelo di San Giovanni:

      "Figlioli, nessuno v'inganni. Chi pratica la giustizia è giusto com'egli è giusto. Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché il diavolo è peccatore fin dal principio. Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo. Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché un germe divino dimora in lui, e non può peccare perché è nato da Dio.
      Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello."

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    2. Con il racconto instancabile di Rebel, di quanto ha sofferto nella sua carne, cade ogni contestazione dei neocatecumenali, che cercano di sminuire le responsabilità del sistema catechetico kikocarmeniano o proprio di negarle come pure illazioni di visionari.
      L'elemento in più che colgo in questo commento è il duplice danno, grave e inescusabile in tutt'e due i casi, che il Cammino col suo procedere produce.
      Un danno per le vittime, costrette a perdonare, non solo ma addirittura ad umiliarsi loro nei confronti di chi contro di loro ha peccato gravemente. Un danno per i carnefici che si vedono giustificati dai capi del cammino e ai quali, per colpa loro, viene sottratto il pentimento vero e la contrizione.
      Duplice danno quindi. E distorsione completa dei fatti e di ogni discernimento alla luce della fede.
      Quello che offusca tutto è che si usano impropriamente delle verità incontestabili, facendo un miscuglio micidiale, cosicchè dalle verità si precipita nella menzogna.
      E' verità ad esempio che tutti siamo peccatori o che il cristiano perdona. E' l'uso che si fa di tutto che è perverso. Perchè la lettera non giova a nulla, è lo Spirito che dà la vita. Lo stesso demonio, si ripete spesso, tenta il Signore usando la Parola di Dio, mica dicendo parole sue!!
      Allora è inutile venire qui a brandire i Vangeli, non serve a niente. Non è problema la Parola, il problema è lo spirito, appunto, che nelle comunità è lo "spirito del cammino".
      E' Kiko che rivendica questo. Egli dice "secondo lo spirito del cammino". E dice bene. Perchè nelle salette vige e comanda tutto e tutto ordina quello spirito, non lo Spirito Santo.

      Di fatti lo Spirito Santo, annunziato da Gesù ai suoi, dopo la sua dipartita è lo Spirito proveniente dal Padre... che - dice Gesù - prenderà del mio e ve lo darà"... di Gesù "obbediente" al Padre.
      Ma lo "spirito del cammino" è lo spirito di Kiko, di fatti nel cammino tutto è ordinato a lui e ognuno deve obbedire a lui.
      Ecco che si sente autorizzato a piegare a sè anche la Parola di Dio.
      Di questo dovrà rendere conto. Con tutti i disastri nella vita degli ultimi, dei piccoli, degli indifesi che ha prodotto.
      Tante le testimonianze, da Rebel, dal post odierno, da tanti altri.

      Pax

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  33. Grazie Rebel.

    Io spero di non essere mai stata così sprezzante degli innocenti in 2l anni di cammino. Ma non ci voglio pensare troppo...dei rimorsi gia ce li ho e mi bastano.

    Dorotea

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  34. Io poi pensosamente mi chiedo: ma se i neocatecumenali sono così convinti che bisogna "amare il loro nemico", come mai odiano chiunque collabori con questo blog? Non dovrebbero amarci "così come siamo"?

    Se pretendono che la vittima debba chiedere perdono al suo stupratore, allora secondo logica dovrebbero chiedere perdono a noi perché abbiamo criticato il tripode Kiko-Carmen-Cammino. Perché non lo fanno? Come diavolo è possibile che siano così ipocriti, da essere super-mega-perdonisti quando si tratta di un mega-catechistone violentatore e pedofilo, e da essere super-mega-vendicativi quando si tratta di fondatissime critiche al Cammino e ai suoi autoinventati "iniziatori"?

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  35. Grazie a Rebel. Il motivo dello scatenamento di alcuni personaggi quando parla Rebel è sempre, in fondo, lo stesso: dà fastidio che metta in primo piano la propria vicenda personale. Disturba l'esemplarità della sua storia, nel bene e nel male, da lei pagata, ieri ed oggi, a caro prezzo. D'altronde uno dei dogmi del Cammino è il seguente: non esistono esempi da seguire. Non esistono le 'personalità ' singole, fossero pure quelle dei santi, della Madonna, di Gesù. Esiste solo la comunità, il gruppo, dove il singolo serve solo finché è in grado di fare la propria parte. E infatti la morte cancella tutti, anche le persone che più hanno saputo donare o avere le intuizioni più grandi: non 'servono' più, sono solo dei 'morti'. Per il resto, è chiaro che, per chi ha questa mentalità ,nessuno può dare l'esempio, perché l'individuo può vivere solo la propria tenebrosa vicenda di morte (vedi le Anotaciones di Kiko).
    Addirittura i fondatori del Cammino 'accettano umilmente' di essere canonizzati per il solo motivo che questo può essere utile all'organizzazione Cammino.
    Ma non fermiamoci al Cammino: questa mentalità collettivista purtroppo è diffusa anche all'esterno, soprattutto quando si insiste sulla Chiesa di peccatori e di peccati, senza pensare che invece essa è costituita dai santi e da chi, pur nella militanza terrena e nella propria fragilità umana, è in grazia di Dio e dà un esempio perché ne seguiamo le orme.

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