sabato 13 marzo 2021

Come il Cammino devasta i simboli cristiani

PERCHÉ CONTRASTO IL CAMMINO NEOCATECUMENALE
di Lino Lista
 
In giro per la rete, si trovano vari articoli e commenti, pubblicati dai neocatecumenali, specialmente in FB e fino a stamane, nei quali si inveisce contro di me. Al solo leggere il mio nome divengono assatanati e, essendo incapaci di confrontarsi nel merito, ricorrono all'insulto, alla fallacia contro la persona e alla censura, che sono le uniche armi che i kikos fanatizzati sanno impugnare, e non solo quelli a livello più basso. 
 
Il motivo per il quale solitamente mi attaccano è la mia critica al fango sul cieco nato secondo Kiko. 
Proprio non riescono a digerire che io sei anni fa sia stato il primo al mondo (ma non più il solo, ringraziando il Cielo) a svelare la vergognosa mistificazione di Gv 9 (Il cieco nato, Vangelo di Giovanni 9) una mistificazione senza la quale il Cammino dovrebbe chiudere i battenti: niente più fango che mostra i peccati dell'adepto cieco, niente più scrutini e kenosis secondo Arguello. 
 
I neocatecumenali, però, non hanno inteso il motivo fondamentale del mio impegno; mi pare il caso di riferirlo, per chiarezza. 
 
La scala, simbolo della vita contemplativa
per Kiko simbolo di discesa nel peccato
Io contrasto il Cammino giacché m'interesso di simboli (biblici e poetici) da oltre due decenni e perché il Cammino diffonde le devastazioni che Kiko Arguello fa del simbolismo dei Vangeli, non solo del fango/argilla. 
Il fango (essendo, a detta di Kiko, una immagine e un tempo del Cammino) è solo la catechesi sballata più rappresentativa del CNC. 
Dall'olio delle vergini al sicomoro di Zaccheo, dal vino di Cana alla pietruzza dell'Apocalisse è sempre così. 
E non è da poco la mistificazione del simbolo: falsificare il simbolo significa falsare i Vangeli e il deposito della Fede. 
 
Il simbolo è un codice della teologia, il linguaggio umano non ha parole e locuzioni per figurare l'Altro e l'Altrove. 
Soltanto con il simbolo si riescono a rappresentare contemporaneamente le cose di questo mondo e le idee concernenti le realtà invisibili. 
Solo il simbolo teologico (non l'allegoria, pure quando essa non sia forzata) rende entrambe le sue parti vere, sia la metà terrena sia la soprasensibile. Non casualmente "simbolo" è da "symbállo = metto insieme". 
Non per caso l'evangelista che maggiormente fa uso del simbolo è detto "Giovanni il Teologo". 
 
Il nostro Sommo Simbolo è Cristo, sin dal Prologo del IV Vangelo: 
"E il Verbo si face carne e venne ad abitare in mezzo a noi". 
Cristo unisce perfettamente in sé la natura divina, il Verbo, e quella umana, la carne. 
Simbolo in tali termini è l'Eucarestia, che unisce in sé la componente tangibile e visibile, il pane e il vino, con quella del Corpo e del Sangue del Signore
 
É questa, dal mio punto di vista, la massima eresia di Kiko Arguello e del Cammino: trasportare tutti i simboli dei Vangeli sul piano meramente terreno, esistenziale, antropologico, rimuovendone la metà trascendente. Lo è perché da questa eresia scaturiscono tutte le altre, in primo luogo l'Eucarestia trasformata in banchetto e trasmessa prevalentemente con un "tipo", la prefigurazione dell'Esodo. 
 
Oramai i neocatecumenali, più che il pane e il vino, più che il Corpo e il Sangue del Sacrificio di Cristo, vedono l'Esodo, il passaggio nella Terra promessa, il passaggio dalla morte alla vita figurato anche nel loro balletto attorno alla mensa. 
 
I neocatecumenali, nell'unzione di Gv 9, non riconoscono la Grazia che porterà a "vedere" Cristo, soltanto una lordura che mostra i peccati. 
 
I neocatecumenali, nel sicomoro di Zaccheo, non riconoscono l'ascesa, lo sforzo per "vedere" Cristo: per chi ha ascoltato Kiko alla GMG di Sidney, il sicomoro è un'altra kenosis, un'altra discesa nei propri peccati; è un montare sugli altri, un isolarsi sull'attaccamento "al denaro e al mondo", come predicò Arguello. 
 
Per i neocatecumenali (perlomeno per quelli che sono giunti alla tappa del "Padre nostro" e hanno ascoltato i catechisti ripetere la catechesi di Kiko sulle Nozze di Cana) la mancanza di Vino non significa la sopravvenuta insufficienza della Legge, della Torah per la salvezza, l'inadeguatezza sostitutiva colmata da Cristo con il Sacrificio dell'Ultima Ora: essa significa che "nella tua vita, nel tuo matrimonio, nella tua famiglia manca il vino c’è una sofferenza!". 
 
Il Cammino: un Narciso allo specchio
 
Si potrebbe continuare per ore, perché questo è il criterio "esegetico" di Kiko Arguello, quando non si produce (per l'assenza di simboli nei passi evangelici che tratta) in allegorie forzate e fondamentaliste, che non hanno alcuna corrispondenza con la lettera dei Vangeli, quando non tira fuori interpretazioni sballate come per il peccato originale che, per decenni fino alle correzioni dei mamotreti, è stato insegnato come "una realtà che ci circonda". 
Purtroppo per i neocatecumenali (quelli fanatici, intendo), la favola del bambino che svela la nudità del re ha una sua morale. Una volta mostrato l'imbroglio, in tanti si rendono conto che i sarti del re sono imbroglioni e che il re è nudo (e non di una nudità biblica, è nudo di una nudità oscena). 
 
Perciò le mie critiche alle catechesi di Kiko sono state tradotte e diffuse in inglese, spagnolo, polacco, croato e non so in quante altre lingue. Tutto ciò con buona pace dei Pasqualoni della Rete, che non hanno compreso che io sto attuando quello che avrebbero dovuto fare altri: rieducare i neocat a una sana lettura del Vangelo, poco o nulla aggiungendo di mio alla sapienza della Tradizione. 
Con parecchi ci sono riuscito, perlomeno a insinuare il dubbio. 
Certamente non nei Pasqualoni, capaci soltanto di linkare un decreto di approvazione del Pontificio Consiglio per i Laici (successivo di sette anni alla correzione dei mamotreti) che la Congregazione competente, quella per La Dottrina della Fede, non volle dare.
 
(Lino Lista)

61 commenti:

  1. le catechesi di kiko sono la dimostrazione che stiamo parlando di un'altra chiesa non certo la cattolica. Con buona pace per i frequentatori di tale setta.

    fuori tema:vorrei sapere come mai la setta neocatecumenale si circonda di tanti avvocati; ma non erano quelli che dicevano di non fare causa e di lasciare perdere se qualcuno ti chiama in causa? mah..

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    1. Bella domanda. La risposta è semplice, però.
      Ma perchè questa è l'ennesima menzogna.

      Avvocati a gogo e notai/avvocati di fama e nobile schiatta.
      Ne hanno bisogno come il pane, come ogni buon don Rodrigo che si rispetti.

      E che costoro, se non lo erano già prima, imparino ben presto ad essere degli "Azzeccagarbugli". Pronti e abili a tutelare i don Rodrigo, rigirando le grida, e ad affondare i Renzo con o senza capponi (dei quali son sempre meglio i soldoni!).

      Cordatus, forse ti è sfuggito il deplorevole COMUNICATO STAMPA del duo Chinaglia-Pasotti, per salvare il "BUON NOME DEL CAMMINO" dall'accusa di untore e, in contemporanea, far cristallizzare la falsa accusa che ha travolto un Sacerdote (non presbikiko), innocente e vittima insieme, della loro così malcelata sconsideratezza.

      Come al solito. Nel Cammino "innocenti e vittime" vengono sacrificati perchè il "potente cammino" conservi intatta la sua crudele potenza malvagia.

      Pax

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  2. Che grande gioia ritrovare Lino Lista sul Blog stamattina.

    Il suo contributo prezioso resterà indelebile. Come quello di padre Zoffoli.

    Entrambi non hanno frequentato mai il Cammino. Lino raccontava di averlo incontrato, ma gli bastò ascoltare una catechesi per capire. Chiese conto. Ma si sa come lì funziona: non si risponde a domande. Il Cammino è fondato sull’ “ascolto” (da parte dei partecipanti, si intende, come tutti noi che abbiamo frequentato sappiamo per esperienza vissuta. Si dice: “Vieni e ascolta e capirai”. Ma loro non ascoltano mai nessuno! Questo avviene non solo alle prime catechesi, no! Questo dura tutto il percorso. I kikatekisti annunciano, tu ascolti ed aderisci in toto e acriticamente, altrimenti te ne vai e prima lo fai meglio è, anche per loro, che te lo dicono proprio; non hanno tempo da perdere!).

    Così fu che Lino incontrò il Cammino, poi perché se n’è interessato lo spiega in diverse occasioni. Noi tutti gli saremo sempre grati per il tempo che ha dedicato all’approfondimento di questo ambiguo percorso “di fede”. Lino ripeteva spesso che è come un pozzo senza fondo: più cerchi e più trovi.

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  3. ........

    Nacque così il suo Libro messo ben presto all’indice: “Il fango e il segreto”.
    Certo, perché il più grande pericolo che rappresenta il C.N. è proprio la segretezza. Essa dimostra anche un’altra cosa che va rilevata: Se lo tengono segreto significa che sanno bene che non è cosa buona. Giusto? Sanno che non è presentabile né difendibile. Per questo lo tengono celato il più possibile. A dimostrazione della malafede. Fanno del male sapendo di fare del male.

    Altrimenti, se avessero avuto di che vantarsi, fosse solo perché sono vanesi, presuntuosi e superbi – come dimostrano i numeroni che sbandierano, i successi che elencano, i Seminari aperti, le Domus costruite, le famiglie salvate, i figli numerosi, il numero delle comunità, le nazioni conquistate, ecc., ecc. - mai si sarebbero trattenuti, per modestia e umiltà, dall’ostentare. Che solo a sentirli sono urtanti. Perchè tanta vanagloria proprio al cristiano NON si addice! Se avessero avuto di che vantarsi, statene certi, come per tutto il resto avrebbero diffuso urbi et orbi i loro testi, le loro scoperte esegetiche e liturgiche per ricevere lodi e riconoscimenti (fosse anche solo per far soldi, cosa che non hanno mai disdegnato).

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  4. ........

    A parte queste meschinità che già li stigmatizzano, facciamo un discorso più evangelico.

    Dice il Signore, Giovanni 3, 19-21

    “ E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio. ”


    Avessero magari avuto a cuore, come si addice ai veri fedeli in Cristo, la “Gloria di Dio”, mai si sarebbero nascosti, come ratti nelle fogne, tutta la vita.

    Amo citare il Vangelo di Giovanni perché Lino Lista ad esso ha dedicato tutta la sua esistenza, nell’età matura, dopo il suo incontro esistenziale e profondo con la Fede e con la Vergine Maria.
    Giovanni il Teologo, Apostolo ed Evangelista è stato il suo faro. Dal Prologo in poi.

    Non a caso, la luce dirimente, la luce che ha disvelato finalmente il C.N. nei suoi veri e inconfessabili intenti, è quella che promana dal brano del Vangelo di Giovanni, capitolo 9, del “Cieco nato”.
    Il centro sorprendentemente “la Luce”: dalla cecità alla vista riacquistata.

    Luce che, per divina disposizione, è stato concesso a Lino di penetrare.
    Da qui la sua opera, che gratuitamente ha messo a disposizione di tutti.
    Anzi ci ha pure rimesso.

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  5. ........

    La prima edizione del suo Libro “Il fango e il segreto” fu edito dalle Edizioni Paoline. Non fece a tempo a consolidarsi sul mercato che un giorno, come d’incanto, sparirono tutte le copie disponibili nella Libreria più importante, quella di Roma, vicino al Vaticano. Furono acquistati in un sol giorno da un unico acquirente e fatti sparire.
    Quando Lino, per le numerose richieste che riceveva per l’interesse suscitato dalla sua opera, chiese una riedizione, gli fu rifiutata.
    Ecco che apparve chiaro che, dietro la misteriosa e singolare “sparizione” di tutte le copie, c’erano sempre e solo loro, le serpi infiltrate dappertutto.
    Diamo merito alla meno famosa Casa Editrice “Il Segno”, che dopo altri rifiuti collezionati da più parti, accettò di fare la ristampa dell’inviso Libro. Non senza aggravi anche economici per Lino.
    Così anche io ho potuto venirne in possesso e come me tanti altri, interessati al tema.

    E’ da dare un particolare riconoscimento a Lino Lista per la sua tenacia, per la sua libertà, per il suo totale disinteresse. Egli era una di quelle persone, rare in verità, che quel che fanno lo fanno semplicemente perché va fatto. Per coscienza e per dovere. Per puro amore alla Verità.

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    2. Traduzione: Si prega di tradurre presto il libro in inglese, tedesco o (e) polacco!

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    3. "Il fango e il segreto" è un libro scorrevole e limpido, facilmente comprensibile e fortemente illuminante. Lino ha colto e condotto alla ribalta gli aspetti più rilevanti del movimento confutandoli con sapienza.

      Il gesto concernente la questione delle edizioni Paoline è stato decisamente rivelatore. I camminanti hanno risentito del libro intriso di verità di Lino, per tale hanno provveduto ad eliminarlo dalla circolazione proibendone addirittura la ristampa.

      Più volte abbiamo dialogato con Lino circa la questione, ed anche sulla disponibilità della Casa Editrice "Segno" che, guarda caso, si chiama "Segno" (la vita di Lino è stata costellata di segni e, di essi, lui se ne intendeva).
      Nonostante le azioni squallide dei neocat. Dio ha diretto la vicenda a suo favore. E il tutto ha preso forma come un puzzle, anzi no, come un mosaico.

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    4. Herbert

      hai ragione, ma io personalmente non saprei come fare. Spero con te che la Divina Provvidenza apra una via-

      Pax

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    5. Herbert, speriamo che "Il fango e il segreto" venga tradotto in molte lingue. Esso è un libro illuminante e alla portata di tutti.
      Lino ha scritto questo saggio con umiltà e semplicità, lasciando nelle mani di Dio il suo percorso. Quindi, come dice Pax, affidiamoci alla Divina Provvidenza.

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  6. ........

    Dovevo questo ricordo, anche se i più su queste pagine già conoscono bene la storia, che non raccontiamo certo oggi per la prima volta.

    Ma a due anni dalla sua morte, nella cocente nostalgia che ci avvolge, sempre attuale e viva, per me parlare di lui è farlo presente anche agli altri.
    Ricordare è sempre doveroso, la memoria un obbligo. Serve a dare onore a chi in vita lo ha guadagnato, e dignità a chi sa coltivare la riconoscenza. Merce veramente rara ai nostri giorni!
    La memoria è il tributo dovuto alle persone che ci hanno fatto del bene lungo la nostra vita. Essa sola ci rende capaci di custodire l’eredità che i nostri padri e maestri ci hanno lasciato e che non muore con loro.
    E’ sempre la memoria poi che ci fa più uomini, veri uomini. Votati al bene e paladini della verità, contro la menzogna e i traffici oscuri. Contro l’ipocrisia che è il “lievito dei farisei”.

    Ho desiderato partecipare quello che ogni giorno per me è una realtà.
    Lino presente e vivo, unito per sempre nella Comunione dei Santi.
    Ringrazio Iddio per averlo incontrato e conosciuto un giorno e di aver goduto della sua amicizia per il tempo che ci è stato concesso.

    Pax

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  7. Il suo interesse, improntato sulla verità e sostenuto da un'ampia e variegata cultura, ha condotto Lino ad approfondire, analizzare e rilevare le mistificazioni più decisive che il Cammino propina come legge e insegnamento incontestabile. Egli ha contraddetto il sistema eretico con determinazione e sicurezza, dapprima obiettando apertamente le menzogne affermate alle catechesi cui si era recato per tastare la situazione, e in seguito con i suoi scritti inconfutabili, dotati di documentazione indiscutibile a sostegno.

    Lino era uno studioso che approfondiva i temi per un raro senso di generosità. Egli usava i propri talenti per benedire gli altri; per fare il bene.

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  8. Kiko ha reso l'unzione di Cristo una sozzura. Egli, con un colpo di cancellino, ha cassato la luce, quindi il lieto messaggio e la libertà. Per tale, come spiega Lino con chiarezza ed efficacia (cosa che io mai riuscirei a fare non possedendo la sua cultura e le sue capacità espressive. Anche per questa ragione gli sono profondamente grata, mi ha dato modo di intendere dei concetti fondamentali che non avrei mai afferrato altrimenti), i neocatecumenali, nell'unzione di Gv 9, non riconoscono la Grazia che porterà a "vedere" Cristo, soltanto una lordura che mostra i peccati.

    Questa circostanza caratterizza l'intero cammino ed è l'artefice dei sacrilegi attuati e delle svariate eresie affermate. Quindi non ci stupiamo se nel movimento di Kiko e Carmen il male viene difeso a spada tratta e non solo, anche avvantaggiato e, soprattutto, procurato. Infatti il movimento brulica di oscure ingiustizie che causano la morte interiore dei partecipanti, indipendentemente che siano essi carnefici o vittime. Tra depressione e spiritualità lacerata la morte è assicurata.

    Kiko e Carmen hanno sempre dichiarato di annunciare la salvezza di Cristo, ma per farlo hanno eliminato la luce. Su questo tema inevitabile mi riallaccio a Pax. Il Vangelo di san Giovanni rivolge a Gesù il simbolo della luce. Già il suo prologo afferma della Parola divina, del Logos: “In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” (Gv 1,4-5). La luce è ciò che rischiara l’oscurità (la Verità illumina e travolge tutto ciò che è nascosto distruggendolo. Il cammino teme la luce), ciò che libera dalla paura che ispirano le tenebre (la fobia che caratterizza i nc, contaminati degli stravolgimenti kikiani), ciò che dà un orientamento e permette di riconoscere la meta e la via (che è Cristo, il grande escluso dal movimento). Senza Luce, non c’è vita. 

    - Il racconto della guarigione del cieco è una “storia di segni” caratteristica di san Giovanni. Essa mette in evidenza che Gesù è “la luce del mondo” (Colui che Carmen voleva abbattere; idem Kiko), che Egli è la rivelazione in persona e la salvezza di Dio - offerte a tutti. -

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  9. Questa dell'inversione dei simboli in Kiko è qualcosa che si nota in particolare nella sua produzione pittorica (Gesù bambino stella del mattino in veste nera e occhiaie; la Madonna, che è la nuova Eva giovane e splendente di grazia, invecchiata, con il volto rugoso di Elisabetta, o la mano avvizzita o, proprio lei che è la sempre vergine, mentre urla con il ventre gonfio; san Giuseppe che prende il volto dell'Uomo della Sindone oppure che nasconde il volto per la vergogna come Adamo cacciato dal giardino dell'Eden; Giovanni il Battista che battezza Gesù con una mano secca, la scure che dovrebbe essere posta alla radice degli alberi, che penzola dai rami di una mandragola; Gesù Cristo (sempre raffigurato con il volto di Kiko) risorto che partecipa alla cena Pasquale con un Giuda redivivo pronto ad un nuovo tradimento e Tommaso, l'incredulo della comunità, assente; la croce rovesciata nel sedile del trono del Papa, la Trinità di Rublev in cui di ravvisano i volti del Tripode (i due fondatori e il presbitero Pezzi)...e si potrebbe andare avanti a lungo.
    Identica inversione nelle pericopi del vangelo: il padre che chiede di guarire il figlio non ha la fede, il cieco nato invece di essere unto da Cristo con l'argilla della creazione viene unto con il fango del peccato, Zaccheo stava sul sicomoro della propria autosufficienza, la Chiesa è la Sinagoga che caccia i suoi figli, il peccato originale è qualcosa che ci circonda. Per poi arrivare anche agli oggetti sacri: la croce con un Cristo impassibile, il candelabro di hannukiah sull'altare e agli atteggiamenti corporei: rifiuto di inginocchiarsi davanti al Santissimo, di adorarlo nel silenzio, balletti ebraici intorno all'altare, beveroni di latte e miele dopo la comunione.
    Pur avendo stigmatizzato le eresie del Cammino, teologi di vaglia come padre Zoffoli o don Gino Conti non individuarono questa completa inversione di simboli e di significati; forse per la difficoltà di arrivare a supporre che un gruppo sedicente cattolico praticasse quell'inversione dei simboli che è appannaggio della Massoneria o delle sette sataniche
    Lino ebbe invece questa intuizione che costituisce la chiave di volta dell edificio neocatecumenale, e poté arrivare a certe conclusioni perché non si limitò ad analizzare le eterodosse dottrinali, ma ne studiò l'estetica, l'architettura, i comportamenti, le stranezze liturgiche, le strategie formative, le mistificazioni addirittura nelle parole dei canti.
    Per questo il suo libro Il fango e il segreto è così importante se si vuole capire qualcosa di più di questo strano fenomeno che conosciamo come Cammino neocatecumenale.

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  10. Scusate OT. E' mancato pochi giorni fa per il covid Padre Jesus Blazquez, uno dei primi itineranti, e uno dei cefali del cammino. R.I.P.

    https://www.canale190.it/morto-di-covid-padre-jesus-blazquez-iniziatore-del-cammino-neocatecumenale-in-colombia-ad-annunciarlo-kiko-argello/

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    1. Andrà sostituito, chi sa con chi...
      Ma oramai i tempi d'oro son passati, almeno!
      Se no chi sa quanti stavano scalpitanti e bramosi!
      Ma ora son ridicoli, chi volete che si prenda lo sfacelo che si appresta a lunghi passi per il Cammino? E poi son tutti vecchi e malandati e dei più giovani Kiko non ne ha testati chi sa quanti, neanche li conosce!

      Pax

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  12. Le parole di Lino sono un esempio perfetto di come questo blog non si riduce, come dicono i camminanti, ad attaccare l Cammino, ma fa luce sul Cammino attraverso la verità.
    La verità può essere annunciata anche confutando l'errore.

    Chi si imbatte in questo post senza conoscere il Cammino ne ricaverebbe comunque un grande insegnamento.
    Il blog non attacca il Cammino, ma fa verità (e di conseguenza attacca il Cammino).
    Gli argomenti di Lino sono chiari e ineccepibili. O sei daccordo con Lino, che riporta la tradizione della Chiesa, o sei daccordo con Kiko, che riporta la sua personale interpretazione del Vangelo.
    Di conseguenza, dei camminanti non c'è traccia.

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    1. Infatti sono scomparsi tutti, come le tenebre al sorgere della Luce.
      Cosa potrebbero mai dire? Cosa eccepire? Abbiamo conferma, ogni volta di più, che l'unica cosa che potevano fare era tenere nascoste le loro predicazioni. Quando i mamotreti possono essere letti da chi non è stato indottrinato dentro il contesto, saltano fuori tutte le contraddizioni. E di fronte a queste, i fedeli camminanti neocatecumenali altro non possono fare che sparire loro.

      Pax

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    2. E ci credo che il disvelamento della mistificazione del Cieco nato li destabilizza.
      Una clamorosa smentita di tutto quello che hanno vissuto e in cui hanno creduto.
      Pensiamo solo per un attimo cosa significa scoprire che, invece del "fango che mostra i peccati dell'adepto cieco", in Gv. 9 si parla di un'unzione che apre gli occhi alla conoscenza di Dio in Cristo Gesù.
      Questo solo ti cambia la vita, ti fa creatura nuova.

      Filippo quando si imbattè nell'eunuco etiope, assetato di conoscenza, che cercava di penetrare la Parola del Profeta Isaia, si mise in viaggio con lui e gli annunziò subito Gesù Cristo, gli svelò il senso delle Scritture che parlavano di Lui e del suo Avvento, del suo Sacrificio per amore degli uomini.
      Quando l'eunuco riconobbe il Signore, aperti i suoi occhi dall'istruzione di Filippo, alla prima fonte scesero dal carro e Filippo lo battezzò, facendolo cristiano.
      Nessun percorso complesso da fare, prima.

      E dunque, questo significherebbe che, per arrivare al Battesimo, niente più scrutini prolungati.

      Prima per vendere i beni, poi per andare ad annunziare nelle case e fare la professione di fede, poi per comprendere di essere figli del demonio prima di approcciarsi a chiamare Dio Abbà, e poi scrutati alla luce delle Beatitudini per l'Elezione e poi... ...sempre conoscendo più profondamente il proprio essere peccatore che non può non peccare.

      No, noi non esageriamo, perchè alla fine del cammino questo si è acquisito, in un continuo ripiegarsi su se stessi, scrutinio dopo scrutinio, che nel fondo, se andate a rivederli, sono tutti uguali:
      Tu prima del cammino
      Tu durante il cammino
      Tu oggi (e cosa tu sei oggi te lo dicono loro)

      Ma si può per tanti anni ripetere sempre, ossessivamente, le stesse identiche cose?

      Tutto in una infinita kenosis, discesa, gnosi sempre più profonda di sè.
      Ma il cristianesimo non è vivere ripiegati, "vivere per se stessi", in se stessi.
      Assolutamente!
      Ma è essere in Dio, vivere in Cristo, uscire da se stessi.
      E' proprio tutto il contrario di quello a cui si viene addestrati nel neocatecumenato per 30 o più anni!!

      Quando l'aver conosciuto e riconosciuto il Signore comporta piuttosto l'inizio di un percorso di vita nuovo e di santità.
      Non può assolutamente essere un continuare a rivoltarsi sempre negli stessi peccati. Che vengono enumerati ogni volta nello stesso modo, negli scrutini che si snodano lungo le varie tappe del cammino, fino alla fine. ...E oltre!

      Pax

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    3. Pietro, hai affermato una sacrosanta verità. Chi si imbatte in questo thread non può che ricavarne un insegnamento utile. Lino ci ha consegnato dei testi incontestabili perché basati su una verità facilmente accertabile.
      Ecco perché i lavori di Lino, che son frutto di studi approfonditi e leali, posseggono tanta forza. Essi urtano i Pasqualoni che, come diavoli colti dall'acqua santa, si dibattono e ribellano inutilmente.

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  13. L'interpretazione che da Kiko sul brano evangelico di Zaccheo è ridicola, perché è il Vangelo stesso che specifica che Zaccheo sale sull'albero perché è basso e non perché vuole innalzarsi sugli altri.
    Al massimo può essere presa come una metafora, ma anche così è sbagliata, perché in quel momento Zaccheo in qualche modo si sta umiliando.

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    1. ll racconto di Zaccheo, che Lino ottimamente descrive rilevando tutte le sfumature eterodosse della catechesi kikiana, è molto semplice. Soltanto una persona dagli intenti avversi, abituata a mistificare i Vangeli per un proprio tornaconto, poteva mettere in bocca a Cristo una simile scempiaggine rivolta a Zaccheo: "Scendi, dal tuo albero, dalle tue cose, dal tuo montare sopra gli altri, perché sei piccolo e non accetti la tua piccolezza: di statura, di carattere, di soldi, di quello che sia...d'intelligenza...". Soltanto Kiko poteva assimilare il gesto di Zaccheo che si eleva in piedi con le "alzate" dei neocatecumenali.
      In questo caso non esiste attenuante alcuna, non ci si può confondere, chi conferma la katechesi di Zaccheo non vuol leggere volutamente, oppure possiede dei seri problemi in materia di comprensione testuale.

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    2. E' incredibile. Dalla versione catechetica kikiana salta fuori che Kiko fa lo scrutinio pure a Zaccheo.

      Ecco, o voi che per caso passate per questa via, Udite!
      Leggete cosa Kiko dice a Zaccheo e avrete un assaggio degli scrutini che vi attendono nel cammino.

      Se voi che passate siete entrati da poco, vi scongiuro, fuggite!!!

      Così sarete trattati, un miscuglio di falsa psicologia da tre soldi, ottima per finire di deprimere le persone, togliergli anche quel poco di autostima rimasta, magari dopo cinque o sei anni di cammino e assoggettarla del tutto.

      Questo il kikiano intento, neanche troppo celato.

      Ma mi domando e dico a lui lo scrutinio chi lo fa? Nessuno?
      Nanerottolo spagnolo presuntuoso.

      Gesù stesso va a casa di Zaccheo e si prende cura di lui in prima persona.
      Ma ecco che Kiko si intromette e dice al Signore "Fatti da parte, che a questo lo scrutinio lo faccio io!"

      Una faccia di bronzo simile è difficile da incontrare! E' stata una grande sfortuna.

      Pax

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  15. E’ un fatto che i mamotreti riportanti le catechesi di Kiko su cui si sono formati TUTTI i “catechisti” del Cammino, sono stati pesantemente corretti dalla Chiesa prima dell’approvazione del direttorio nel 2013.
    Pare però che anche oggi le catechesi del Cammino ricalcano le vecchie catechesi di Kiko, quelle SBAGLIATE, in quanto Kiko non si è mai corretto.
    Forse perché, avendo dichiarato che il Cammino è frutto di un'apparizione in cui lui è stato inviato a riformare la Chiesa, se ammettesse di aver sbagliato ad annunciare il Vangelo, potrebbe essere preso per un impostore riguardo l’apparizione, e perciò l’invio a fondare il Cammino.

    Personalmente, quando mi imbatto in fenomeni straordinari non approvati dalla Chiesa, ma nemmeno condannati, come delle presunte stimmate o apparizioni come quella millantata da Kiko, mi regolo tenendo presente:

    1) i segni dell'umiltà e dell'ubbidienza alla Chiesa (nel Cammino la disubbidienza si manifesta spesso in modo chiaro, come in Giappone e, al posto dei segni dell'umiltà, vedo spesso tracotanza e saccenza).

    2) I frutti tipici dello Spirito, che in una parola possono essere detti i frutti della SANTITA' (dalle testimonianze degli innumerevoli ex camminanti, pare che il Cammino non faccia affatto camminare verso la santità, ma verso il suo opposto).

    3) Gli eventi mistici, o comunque straordinari, devono essere conformi in tutto alla dottrina della Tradizione della Chiesa, tenendo presente che in certi casi, soprattutto quando tali eventi raggiungono altezze particolarmente elevate, sono occasione di approfondimento dottrinale come, ad esempio, nel caso di Padre Pio, i cui scritti, detti e fatti rappresentano non solo una miniera di "fioretti", ma anche una vera miniera di dottrina spirituale (la dottrina del Cammino invece non solo non risulta chiaramente conforme a quella della Chiesa, ma sembra assolutamente PIATTA perché, come ha scritto Lino, mancante del tutto della "metà" trascendente).

    4) Quando certi fenomeni straordinari coinvolgono molte persone, sempre, o quasi sempre, il Signore corrobora l'annuncio del Vangelo con dei veri miracoli.
    Ne sono un autorevole esempio i santuari mariani e i santi a cui il Signore ha donato dei doni straordinari affinché potessero attirare molti fedeli alla conversione (nel Cammino di VERI miracoli non ne sono mai avvenuti).

    Quando tutti e quattro tali segni di autenticità vengono a mancare, personalmente sono certo che le eventuali apparizioni e invii a iniziare qualcosa non vengono da Dio.

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    1. Ho letto con interesse, questa analisi è disarmante. Anche il grido risentito che innalzano a contestarci costantemente i difensori del Cammino "Siamo approvati!", cessa.
      Infatti sono scomparsi tutti!

      1) umiltà e ubbidienza alla Chiesa
      ZERO (umiltà, che dire? giudicate voi. Ubbidienza?...)
      2) frutti di SANTITA'
      ZERO (l'aspirazione alla santità per Kiko è superbia)
      3) conformità in tutto alla dottrina della Tradizione della
      Chiesa
      ZERO (se lo fossero, non nasconderebbero i loro testi)
      4) Miracoli veri
      ZERO (li hanno sempre disdegnati considerandoli roba da
      religiosi naturali - parlo di guarigioni, grazie da ex voto
      di cui tanti Santuari, specie Mariani, sono pieni.
      Salvo ora ad invocarne spasmodicamente per creare le
      condizioni della canonizzazione di Carmen che li ha sempre
      disprezzati più di Kiko.)

      Hai ragione Pietro, nessuna delle quattro condizioni si riscontrano in loro.

      Pax

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  16. I Vangeli utilizzano un liguaggio di figure e simboli per esprimere concetti teologici che non si potrebbero trasmettere in altro modo.
    Non c’è nulla nei Vangeli che sia contrario alla ragionevolezza e alla razionalità dell’uomo. E quando ciò accade è colpa dell'uomo stesso che si priva dell'esegesi che trova riscontro nella Tradizione della Chiesa. Questo è il caso dei neocatecumenali che Lino ci presenta con precisione.

    Le difficoltà che ravvisano i neocatecumenali nel confrontarsi sull'interpretazione delle Scritture, derivano da Kiko e Carmen che sin dal principio le hanno mistificate. Da allora, sino all'epilogo del movimento, mai rispetteranno le chiavi di lettura dei Libri Sacri, ma sempre lì inquineranno, poiché su queste alterazioni - come spiega esaurientemente Lino - è basato l'intero cammino.

    La verità è che i camminanti non riescono a districarsi nelle discussioni perché continuano a blaterare della storia che Dio avrebbe fatto con loro, mentre noi, invece, parliamo - confutando - 'di Tabernacoli a due piazze - chi mai li aveva visti, prima? Chi aveva messo la Torah nel Tabernacolo? - di parrocchie nelle quali quando entrano tutto viene kikizzato, dall'architettura ai quadri fino ai canti; si ragiona di esegesi dei Vangeli che non hanno riscontro nella Tradizione della Chiesa, che fanno ridere come quella di Zaccheo alla GMG di Sydney, di catechesi nelle quali Cristo insozza il cieco nato (il quale si infurierebbe!) per mostrargli i suoi peccati, di mistificazioni della parabola delle vergini, dove le sagge sarebbero quelle che vanno alle convivenze nc dove si prenderebbe l'olio dello Spirito Santo e le stolte quelle che vanno a visitare un'ammalata. Il cattolicesimo ha due millenni di Tradizione, poi sono arrivati loro ad affermare che da Trento fino al CV II tutto è stato sbagliato, che l'Eucarestia è altro rispetto a quello che la Chiesa ha insegnato, che il sacerdote si deve comunicare assieme all'assemblea perché è dall'assemblea che sgorga l'Eucarestia, che la Messa privata è inutile ecc. eccetera eccetera.

    La chiarezza di Lino è impareggiabile.

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  17. Che bello ed edificante leggere ancora gli scritti di Lino. Semplici e chiari, chiunque può capirli. Grazie Lino, mi mancano i tuoi post e i tuoi commenti.

    Frilù

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    1. Sì, Frilù, preghiamo per lui e, anche per noi.

      Pax

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  18. Se i neocatecumenali ragionassero, si chiederebbero dove nella Bibbia e nei Vangeli la conversione a Cristo avviene dopo un lungo e penoso percorso nella melma dei propri peccati.
    Perché nelle Scritture avviene tutt'altro: può essere che la risposta a Dio non sia immediata e che Egli debba ripetere la sua chiamata più volte (come nel caso di Samuele nel tempio), ma la risposta degli eletti giunge sempre chiara e cristallina, come quella degli Apostoli del Signore Gesù, dei suoi discepoli, dei primi tremila convertiti a Gerusalemme il giorno di Pentecoste, di tutti coloro che chiedevano ai seguaci di Gesù il battesimo per sé e per tutta la propria casa.
    Capirebbero così, i neocatecumenali, perché Kiko e Carmen, per lanciare l'idea che la conversione dovesse essere un percorso lungo e faticoso di discesa, sostituito al concetto di ascesi cattolica, si appellano a due concetti: gli anni di Israele nel deserto prima di entrare nella Terra Promessa e il cieco nato. Proprio così: hanno mistificato il racconto di quel cieco che fu guarito immediatamente Gesù senza neppure che lo chiedesse, con l'invenzione che l'argilla mista a saliva di Gesù, simbolo della creazione, fosse in realtà il fango del peccato con cui volutamente Cristo insozza i catecumeni per rimandare la loro conversione e la loro rinascita al termine di un percorso di discesa e di abbruttimento nel peccato.
    Per questo anche la kenosi, svuotamento, che indica il fatto che Cristo si è spogliato della sua dignità per farsi uomo, è stata forzata a descrivere questo cammino di discesa nella morte che è il catecumenato.
    Non ci sono prove in tutta la Parola di Dio che ci debba essere una discesa, ma solo una salita verso Dio, una imitazione di Cristo. Per questo Kiko, o i suoi ispiratori, l'hanno dovuto inventare.
    E molti di coloro che ascoltano le loro martellanti catechesi se ne convincono, sebbene da nessuna parte sia scritto nulla del genere: il riconoscimento del peccato, in realtà, è un momento, quello in cui a Gerusalemme i neoconvertiti si sentirono pungere il cuore quando si resero conto d'aver mandato a morte il loro Salvatore e redentore, subito dopo il quale, come nella storia della conversione di San Paolo, avviene la rinascita.
    Il Cammino neocatecumenale basa le proprie premesse su un imbroglio scritturale, nascosto in montagne di parole inutili e a volte pure blasfeme.

    Questo l'insegnamento di Lino Lista, mai modificato, visto che il contributo di oggi, di esemplare chiarezza, fu scritto pochi mesi prima di concludere la sua esperienza terrena.
    Lo dico per quei cretini che inventano su di lui, come su padre Zoffoli, improbabili storielle di 'pentimento' e di ritrattazione. Evidentemente, lo temono molto, e hanno ragione, visto che svela i loro infingimenti e le loro astruse balordaggini.

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  19. Lino ha adempiuto un lavoro meticoloso anche sulla mistificazione kikiana delle nozze di Cana.

    Kiko mette in bocca a Cristo delle locuzioni mai proferite, stravolgendo completamente la lettera del Vangelo.

    Ad esempio, chi mai poteva asserire che Gesù chiamò "NEVROTICA" la Madre, perché Lei non poteva vedere il "sufrimiento" di nessuno?

    Ma Kiko ovviamente! Ed i nc, i quali pendono dalle sue labbra, gli credono perché Kiko ebbe una "visione intellettiva" della vergine maria (categoricamente in minuscolo).

    Ogni cattolico che si rispetti dovrebbe osteggiare le mistificazioni kikiane, soprattutto perché palesemente offensive verso la Vergine Santissima.

    Quindi, secondo Kiko, Gesù chiamerebbe "nevrotica" Sua Madre.
    Questa bestemmia di Argüello nasce dal tentativo superbo di fare aderire la figura del Salvatore alla sua, esattamente come fa quando disegna il suo viso al posto del Cristo. Infatti Kiko perpetra degli insolenti e volgari epiteti a chiunque, non risparmiando neanche la Madre di Dio.

    Se quest'uomo avesse per davvero ricevuto il dono di una visione mariana, esso traboccherebbe di Ave Maria e morrebbe dalla voglia di diffondere il santo Rosario scomparendo, per umiltà, dalla ribalta.

    Ma ciò non accade e nel movimento la Madonna viene scansata, deteriorata e resa "nevrotica".
    Tutto ciò è di una gravità immane, ma chiarisce il fatto che il cammino non è cattolico, che Kiko non è stato soggetto ad alcuna apparizione celeste e che il suo credo si contrappone alla Vergine Maria...perciò è diabolico.

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  20. Oggi

    IV Domenica di Quaresima, Anno B

    Dal vangelo secondo Giovanni

    Gv 3,14-21

    In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:

    «... E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
    ________

    Questo il Vangelo della Messa di oggi, mi è parso "un segno".

    In uno dei miei primi commenti a questo post avevo citato proprio questo passo e a risentirlo alla Messa di oggi mi sono emozionata.

    Chiediamoci: Perchè mai costoro preferiscono le tenebre alla luce?

    Parlare di arcani, tenere nascosti i mamotreti, proibire agli adepti di parlare con estranei al Cammino di cosa si fa nelle salette
    "Perchè il Cammino bisogna viverlo"
    mentre si incita a fare altri proseliti, a invitare (come un obbligo) familiari e amici alle catechesi e accompagnarli pure. Ma a loro non va detto nulla di ciò che lì dentro li aspetta.
    E' tutto troppo chiaro.

    Il Cammino è un grande inganno. A noi stessi che l'abbiamo fatto, fu detta una cosa, ne fu data un'altra.

    No, a questo sporco gioco non ci siamo stati più. Troppo tardi abbiamo lasciato tutto. Avessimo avuto più lucidità e coraggio prima! Quanti anni sprecati. Ma è inutile rimpiangere ancora.

    E dunque. Chi sono quelli che pretendono che noi taciamo? A cos'altro è servita la nostra dolorosa esperienza se non per raccontarla? Invertire la tendenza all'omertà, vincere il timore?

    Quasi che a osare di parlarne porti male.

    Certo, alcuni lo hanno detto e lo confermo:

    Quando ti metti contro di loro, chiedendo conto di anni di menzogne...

    (che il cammino non finisce, perchè? perchè se il Signore ama la giustizia e difende i deboli, perchè devi assistere al trionfo dell'ingiustizia e restare impotente? Al sopruso sui deboli e sui piccoli e tacere? Tacere sempre???)

    ...le profezie degli "ispirati"...

    (i tuoi stessi catechisti, Kiko, gli itineranti)

    ...si trasformano in profezie di morte e TUTTE LE BENEDIZIONI SI TRASFORMERANNO IN MALEDIZIONI. QUesto è ciò che ti succede. Per noi tutti è stato così.

    Questo ti vien detto. E' STATO DETTO A ME, COSI'

    E poi le calunnie, la gogna, il disprezzo dei tuoi ex fratelli che vengono a casa per farti rinsavire e ti annunciano che devi salire sulla croce (che poi sarebbero loro la croce) che devi obbedire (ai catechisti si intende) senza pensare, senza chiedere nulla, senza neanche ragionare un minimo.

    Ecco qua, è tutto chiaro, grazie anche a Lino, al suo approccio al Vangelo di Giovanni.

    COSTORO hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie.

    Sì, hanno decisamente amato più le tenebre, tutto è tenebroso nel Cammino, al di là e nonostante strumenti, canti, battimano e balletti.

    Ricordo gli ultimi tempi, io davvero non ce la facevo più, un senso oscuro mi avvolgeva nelle liturgie kikiane, nelle celebraioni e negli incontri. Un oscuro magone che non riuscivo più a dominare.

    Un bisogno di luce, di pace, di aria nuova, di libertà di vita.

    Certo COSTORO amano le tenebre e le preferiscono alla luce
    PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE RIPROVATI.

    Che poveracci che sono!
    Non sanno che stanno solo rimandando.
    Più terribile sarà la condanna.

    Pax

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  21. Riporto qui alcuni brani...

    Dai «Trattati su Giovanni» di sant'Agostino, vescovo
    (Tratt. 34, 8-9; CCL 36, 315-316)

    Il Signore in maniera concisa ha detto: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8, 12), e con queste parole comanda una cosa e ne promette un'altra. Cerchiamo, dunque, di eseguire ciò che comanda, perché altrimenti saremmo impudenti e sfacciati nell'esigere quanto ha promesso, senza dire che, nel giudizio, ci sentiremmo rinfacciare: Hai fatto ciò che ti ho comandato, per poter ora chiedere ciò che ti ho promesso? Che cosa, dunque, hai comandato, o Signore nostro Dio? Ti risponderà: Che tu mi segua.

    Che cosa seguono quelli che sono stati liberati e rialzati, se non la luce dalla quale si sentono dire: «Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre»? (Gv 8, 12).
    ........

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    1. ........

      N.B. il seguente brano è per noi di grande interesse:

      Si, perché il Signore illumina i ciechi. O fratelli, ora i nostri occhi sono curati con il collirio della fede. Prima, infatti, mescolò la sua saliva con la terra, per ungere colui che era nato cieco. Anche noi siamo nati ciechi da Adamo e abbiamo bisogno di essere illuminati da lui. Egli mescolò la saliva con la terra: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14). Mescolò la saliva con la terra, perché era già stato predetto: «La verità germoglierà dalla terra» Sal 84, 12) ed egli dice: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14, 6).
      Godremo della verità, quando la vedremo faccia a faccia, perché anche questo ci viene promesso.

      Parla di collirio, parla di unzione, parla di illuminazione.
      NULLA che neanche lontanamente si avvicini al fango della lordura kikiana dello sporcare gli occhi e il volto del cieco nato.
      Paragona il "mescolò la saliva con la terra"
      a
      «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi».

      Di quale insozzamento può mai legittimamente parlare Kiko?? Funzionale alla scoperta orrida dei nostri orridi peccati?

      Sant'Agostino dice che questa unzione che Gesù fa sugli occhi del cieco è perchè noi possiamo contemplarlo così come Egli è: Faccia a faccia.

      Lo ripeterò mille volte, tutto è troppo chiaro, da che Lino ci ha fatto parte di quanto il Signore gli ha fatto comprendere, per la Sua misericordia.
      E devo confessare che tante cose mi hanno delusa del Cammino, alcune storpiature mi erano ben chiare quando ho lasciato la comunità. Ma mai ero riuscita a comprendere tutte le eresie e dissacrazioni dei mamotreti che pure ho predicato per anni, a mia vergogna, ad altri, ubbidendo al loro mandato.

      Questo Blog mi ha disvelato tantissime cose, così sui dipinti di Kiko, i segni massonici ed esoterici, oltre che "le sue libere interpretazioni" iconografiche (un'arte sacra con canoni rigidi e ben precisi che vanno rispettati, ma Kiko se ne frega).

      Su questo delle icone ancora il lavoro di Lino è stato encomiabile.

      Devo ringraziare questo Blog, partendo dal quale le mie conoscenze si sono allargate. E ho trovato solo conferme.
      Chi ci legge ed è dubbioso, farebbe bene ad approfondire, approfittando di questa occasione che forse il Signore gli mette davanti, invece di difendere a spada tratta e con argomenti deboli gli indifendibili. Invece di trincerarsi dietro le approvazioni. Che poi farebbero bene a considerare che approvazioni o non approvazioni, non hanno mai ascoltato la Chiesa, nè mai le hanno dato ubbidienza.

      Tornando a Giovanni, anche in questo hanno fatto il gioco delle tenebre. Davanti alla Chiesa sono stati sempre molto ossequiosi, agli incontri c'ero anche io tante volte.
      Ma poi, girato l'angolo: marameo!!

      Pax

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  22. Basta già il primo capoverso dell’articolo di Lino per capire con che razza di gente, prima che con che razza di dottrina, abbiamo a che fare.

    Gente che non si mette mai al livello degli altri, che divide il prossimo in “chi ci ascolta e ci segue” e in “chi non ci ascolta”.

    I primi saranno da asservire.
    Della serie questi figuri non rispettano neanche chi gli dà ascolto.

    I secondi da asfaltare.
    Tra Giuda (cfr. con il disegnino della IV Catechesi del ciclo iniziale sulla “Missione della Chiesa” che divide l’umanità nel piccolo sale, gli eletti, i salati e non so cos’altro, per finire col cerchio dei giuda) e Faraoni e cristiani della domenica e religiosi naturali, SI SALVANO SOLO LORO, e non solo in senso escatologico, ma proprio in tutti i sensi.

    Oltre loro sulla faccia della terra c’è il nulla.

    Da nessuno hanno niente da imparare, su tutto pontificano e hanno la loro da dire.
    Quando poi si trovano di fronte qualcuno della caratura di Lino Lista - cosa che hanno già fatto con padre Zoffoli e replicato recentemente con padre Ariel - partono insulti irripetibili, colpi bassi; come dice Lino sembrano demoni aspersi con l’acqua santa!
    Certo, che altro destino poteva avere Lino presso costoro? Dopo che aveva disvelato l’inganno del cieco nato e FATTO LUCE??
    Stavano così bene a trafficare nelle loro tenebre, nessuno se n’era accorto dell’inganno subdolo, e Lino è arrivato a rovinargli la festa.
    Perchè egli dice bene: niente fango mota, niente scrutini in salsa kikiana, il75% del C.N., senza il cieco nato, non ha più alcun senso.
    Al netto dell’orribile scavo negli abissi, il Cammino finalmente poteva durare al massimo 4/5 anni, tutto compreso.

    Pax

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  23. Voglio spiegarmi meglio:

    Lino Lista li ha smascherati sul “simbolo” partendo dal cieco nato e non solo.

    Il cieco nato, dice Kiko è paradigma del C.N.. Un itinerario che si addentra pervasivamente nell’animo umano a scandagliarlo. A penetrarne gli abissi.
    Kiko convince che questa opera è l’opera per la conversione. E convince che si concretizza nel cieco nato.

    Alla luce del contributo di Lino tutto finalmente appare chiaro, ora sembra semplice e anche logico. E io mi sono arrovellata a pensare: come ho fatto ad essere così sciocca?? Lino ha ragione. La catechesi del cieco nato è tutta sbagliata, fuorviante è dire poco. Come ho fatto tanti anni a subirla e a propinarla a mia volta a coloro che io stessa ho catechizzato?
    Dio mi perdoni!

    Pax

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    1. Voglio scrivere alcune cose che ho compreso solo dopo aver letto Lino.
      Sì, confesso, ero fuori dal cammino già da molti anni e mai mi era passata per la testa l’esegesi errata dei Vangeli, in particolare di Giovanni.

      Lino per me è stato come quegli scienziati che fanno scoperte epocali.
      Prima di loro, tutto è oscuro. Dopo tutto appare di una semplicità estrema, tutto si illumina. Poichè la menzogna è contorta, ma la Verità è sempre semplice, limpida, lineare. Tutto ha acquistato i suoi veri contorni. Tutto ha preso luce, Tutto è stato salvezza e gioia.

      Pax

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    3. Per questo sono impegnata con tutte le mie forse a smascherare il Cammino, a fare questo “servizio” - defatigante, tante volte inutile pure (chi sa!) perché nessuno ascolta – in favore di coloro che ancora sono intrappolati nella “tela del ragno”, ai dubbiosi che non si risolvono, ai testardi che non vogliono vedere, comprendere o forse non possono più, ormai!

      Ricordo bene la domanda dal mamotreto di Kiko, a cui tutti noi neocatecumenali siamo stati sottoposti: Quando il cieco recupera la vista cosa vede finalmente?. E la risposta, ovviamente obbligata, è “i peccati” i suoi peccati.
      Durante gli scrutini te l’infilano in testa. E tutti, a pappagallo, rispondono a questa domanda rivolta a ciascuno singolarmente, “Vedo i miei peccati”. E giù a elencarli davanti a tutta l’assemblea.

      Invito a rileggere alla luce della spiegazione di Lino il capitolo 9 del Vangelo di Giovanni. E’ sorprendente!
      Rileggendolo con attenzione ho scoperto una cosa meravigliosa: in esso neanche un minimo abbozzo di scrutinio, niente di niente.
      Proprio nel cieco nato, niente. Eppure Gesù a volte si intrattiene a parlare sulla vita, fa cenno ai peccati, qui niente di niente.
      Giovanni 9, proprio Giovanni 9 è altro. E Kiko qui ha preso proprio una tranvata, poverino! Ma no, non è da compatire: qui forse volutamente ha fatto una autentica schifezza. O è stato accecato dal suo tragico amico dei piani bassi, il suo vero padre. Chi sa!

      Quale altra conferma vogliamo alla teoria di Lino Lista? Per di più in perfetta linea col passo di Sant’Agostino in cui oggi mi sono imbattuta di commento al Vangelo della Messa di oggi su Nicodemo, proprio sulla LUCE.

      Gesù non si sofferma, nel dialogo col cieco, sulla sua vita, né sui suoi peccati, dicevamo, neanche per un solo istante.

      L’impostazione è già nei primi versetti:

      [1]Passando vide un uomo cieco dalla nascita [2]e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». [3]Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio.

      Ecco. Gesù corregge il tiro e, prima ancora di iniziare, sgombra il campo dalla questione Peccato non Peccato.
      Questo Vangelo ci parla della necessità che sia manifestata l’opera di Dio realizzata per noi in Cristo Gesù, Suo Unigenito Figlio.

      Pax

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    4. E qui entra in campo, per informare tutta la narrazione, quanto Lino ci rivela:
      Gesù non imbratta di un fango schifoso il cieco, ma ne unge gli occhi di un unguento, con un gesto messianico che richiama la creazione (Dio fece l’uomo plasmandolo con le Sue stesse mani).
      E’ questo un segno di luce, ci parla di illuminazione e rivelazione. Di fatti Gesù non si intrattiene con questo cieco a parlare dei suoi peccati e questo cieco non grida a Gesù, come altri nei Vangeli: “Pietà di me che sono un peccatore!”.
      Nè a questo cieco Gesù dice, dopo averlo guarito “Và e non peccare più”, come pure Egli fa in tantissime altre occasioni. Perchè?

      Ma perché qui l’insegnamento è un altro.

      Se ricordiamo la Samaritana, in quella circostanza Gesù entra nella vita della donna e le dice “tutto quello che lei ha fatto”… dei suoi cinque matrimoni dell’attuale uomo con cui vive, che non è neanche suo marito.

      Nel cieco nato niente di tutto questo.

      Neanche un abbozzo di “scrutinio”.

      Alla prima domanda dei farisei egli risponde:

      [17]Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «E' un profeta!».

      Qui si comprende che l’aprire i suoi occhi è stato in funzione di riconoscere il Signore, e il cieco gli dà testimonianza.

      La cosa sorprendente è che a parlare di peccati si incaponiscono i farisei. E lungo tutto il racconto più volte.

      (Diciamo che Kiko, come sempre, sta più dalla parte dei farisei che del Signore!)

      Di fatti i farisei …

      [34]Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.

      Pax

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    5. Il finale di questo Vangelo meraviglioso è degno di essere letto, penso che ognuno potrà trarre le sue conclusioni.

      [35]Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». [36]Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». [37]Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». [38]Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi. [39]Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi». [40]Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?». [41]Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».

      Ecco, dopo che il cieco gli ha reso testimonianza prendendosi le ingiurie, Gesù gli si fa dappresso e gli chiede una professione di Fede, un riconoscimento esplicito della Sua Signoria.
      Gesù si rivela a questo povero cieco al quale ha unto gli occhi, rivelandosi come il “Figlio dell’uomo”. Tanto che il cieco dichiara «Io credo, Signore!» e si prostra davanti a Lui. Lo riconosce come Dio.

      Il finale è sensazionale. Gesù svela a questo povero la Sua missione:
      «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi».

      E ai farisei che lo interrogavano circa il loro destino (essendo duri di comprendonio poiché a questo punto potevano pure capirlo da soli)
      [41]Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».

      E qui cessa ogni dubbio e possibile contesa.
      In Giovanni 9 una volta Gesù parla di peccato. Ma lo fa rivolgendosi però ancora ai farisei.

      A definitiva smentita di Kiko e a confermare l’interpretazione di Lino Lista.

      SE FOSTE CIECHI NON AVRESTE ALCUN PECCATO
      Onde per cui la questione del peccato non è posta in relazione al “cieco”.

      Al contrario è posta in relazione ai farisei
      MA SICCOME DITE: NOI VEDIAMO, IL VOSTRO PECCATO RIMANE

      Ossia, a Gesù preme rivelare i peccati per la conversione, ma non al cieco nato.
      Gesù inchioda ai loro peccati i farisei giudicatori, che lo accettino o no.

      Kiko ne esce bastonato. Nella sua superbia. Nel suo giocare molto sul sorprendente, sugli effetti speciali. Ancora una volta non giova l’amore per il nuovo, per le invenzioni.

      Qui e per lui si compie la Parola di Gesù per quelli che si dicono da soli “Io vedo!”

      «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi».

      Farebbe bene Kiko a farsi il fango per sé.

      Pax

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  24. Grazie Pax per avere riletto per noi Giovanni 9.
    A corredo di quanto hai detto, ricordo che proprio negli scrutini fatti a confronto con la vicenda del cieco nato nel corso della Traditio, la frase di Cristo in risposta ai discepoli 'nè lui ha peccato, nè i suoi genitori' è diventata, in bocca a Kiko, 'anche tu hai peccato, oltre ai tuoi genitori'. Insomma, nel corso dello scrutinio il catecumeno cieco nato, oltre ai propri peccati, doveva pure confessare quelli dei propri genitori. Oltre a non poter guarire, perchè il Cammino in discesa doveva ancora proseguire. Un vero e proprio capovolgimento del dettato evangelico.

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  25. Piccolo promemoria: attenti alle panzane neocatecumenali.

    Nelle lunghe telefonate che ebbi con Lino Lista nell'ultimo periodo della sua vita, era perfino più furioso di me riguardo allo scempio portato dalla setta neocatecumenale, sbigottito dal fatto che tante persone intelligenti e di buon cuore avessero voluto ostinatamente credere a quell'accozzaglia di menzogne e di eresie che è il "kerygma" kikiano-carmeniano.

    Nei suoi interventi scritti (su carta e su internet) Lino è sempre stato preciso e puntuale oltre che pacato (per quanto si può essere pacati di fronte all'eresia travestita da cattolicità) - come tutti gli autori seri, del resto, che sanno che a distanza di tempo un loro articolo potrebbe venir di nuovo a galla e venir contestato nei punti dove si era espresso in modo impreciso o senza documentarsi bene.

    Il neocatecumenalismo, che è grandissimo amico della Menzogna (e voi sapete bene chi è il Padre della Menzogna e Omicida fin dal principio), dopo la morte di ogni autore sfavorevole al Cammino, mette in giro la panzana secondo cui tale autore, in fin di vita, si sarebbe ravveduto e avrebbe chiesto (parzialmente o totalmente) perdono al sacro tripode Kiko-Carmen-Cammino. Naturalmente si guarda bene dallo specificare le circostanze e i contorni esatti di tale favoleggiato "pentimento" e di tale immaginaria "richiesta di perdono", perché - nel migliore dei casi - si tratta solo di qualche osservazione dovuta alla gentilezza (come l'espressione "non vorrei sembrare severo ma..." che non cambia affatto le carte in tavola). Ai kikos non interessa la verità, ma solo la propaganda kikiana; per questo, non potendo sopprimere la verità, devono infangare ad ogni costo chi la dice.

    Fecero così con padre Zoffoli (che non chiese mai perdono a Kiko, eppure tale favoletta viene ancor ripetuta oggi nelle comunità quando lo si sente nominare), non mi meraviglierebbe che facciano così anche contro Lino. I fratelli del Cammino vivono in un mondo immaginario, si raccontano panzane a vicenda e quando le cose vanno male si raccontano frottole ancor maggiori.

    L'eredità spirituale di Lino Lista era già notevole di suo, e ci si aggiungono anche gli scritti sul Cammino che ne svelano il fondo eretico-gnostico a partire dalle deiezioni "artistiche" di Kiko Argüello. Ma gli idolatri di quest'ultimo non possono tollerare che quegli scritti continuino ad essere validissimi anche dopo la morte di Lino. Lino se ne è andato carico di meriti, e il volerne infangare la memoria è tipico degli Utili Idioti del Padre della Menzogna, che godono nel raccontarsi panzane a vicenda, s'infervorano sulle Frottole Ufficiali che Kiko Comanda di Credere, che hanno urgentissimo bisogno di negare il valore di qualsiasi autore che abbia scoperchiato l'orrido calderone delle porcate neocatecumenali.

    Piccola nota conclusiva: i kikos sono talmente amici della menzogna che vanno proclamando che "Dio ti ama così come sei" (sottinteso: puoi anche essere pedofilo o stupratore, tanto la colpa è sempre della vittima), ma stranamente non applicano mai tale detto a chi svela le magagne del Cammino e dei suoi VIP.

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    1. Ottima sintesi, come sempre, quella di by Tripudio.
      Che ci mette sulla retta strada con i suoi "promemoria".
      Adattissimi a gente abile ed esperta a tornare ogni volta punto e accapo come se niente fosse, qualunque cosa uno gli dica o qualunque cosa gli si dimostri.
      La strategia dello stancheggio è una loro specialità, ma con noi non funziona: cocciutaggine ne abbiamo da vendere e "cazzimma" pure! Si mettano sereni! O si rassegnino. Come più preferiscono.

      E' proprio di chi vive nella menzogna, della quale ha bisogno per avallare le sue false tesi ogni giorno, l'odio per la Verità, l'inimicizia per la luce.
      Detestano essere messi allo scoperto. Poichè, se avessero come difendere validamente le loro tesi, sarebbero ben contenti di poter addurre apertamente le loro ragioni.
      Essi detestano, come è molto facile comprendere, anche la "memoria". (E in genere chi aborrisce la memoria è anche un ingrato per natura, che non conosce riconoscenza).

      E' un'operazioncina alla quale sono intenti giorno e notte: Cancellare la memoria.

      - Delle cose che hanno promesso come certe, perchè mai manterranno una sola promessa (non mi intrattengo qui ad elencarle ancora).

      - Delle molteplici azioni vergognose compiute dentro il Cammino e, tante volte, a nome del Cammino. (Esse vanno rimosse, seppellite, come sepolte assieme restano le tante vittime, sempre prese tra i più deboli e sprovveduti o lasciati indifesi troppo a lungo).

      - Delle persone a loro scomode o invise... E ripetiamo sempre le stesse cose!
      ........

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    2. ........

      Tripudio, avendo conosciuto Lino, rende onore alla sua "memoria", com'è giusto che sia. Ben sapendo quali e quante ingiurie ha ricevuto in vita a causa del suo interessamento alla questione Cammino Neocatecumenale. Egli avrebbe potuto benissimo disinteressarsene.
      Non ne era stato coinvolto personalmente, per cui per Lino non si possono neanche ipotzzare lontanamente i cd. "motivi personali di rivalsa" o peggio "di vendetta" con i quali i difensori a spada tratta del cammino cercano di vanificare le analisi di chi, come me e tanti altri ex, ad esempio, ha fatto sulla sua pelle la dolorosa e devastabte esperienza del C.N., anche per interi decenni.

      Per questo Lino destabilizza e crea problemi, ancor oggi, più di ogni altro. E questa stessa cosa, devo dire, vale allo stesso modo per Tripudio, che non ha avuto contatti con la setta neanche di striscio mai nella sua vita. Questa cosa va certamente a suo merito. E' per questo che io gli sono ancor più grata della sua testimonianza spontanea.

      Dice Tripudio che Lino "è sempre stato preciso e puntuale oltre che pacato". Confermo e testimonio anche io.
      Non aveva alcuna animosità. E di fatti, quando veniva attaccato dai suoi fedelissimi Pasqualoni e Troll, la sua risposta era sempre serena, ironica. In questo era un vero maestro. Sullo stle di Tripudio, appunto.

      Per la sua scrupolosità mi corre l'obbligo di testimoniare, per mia esperienza diretta (per aver assistito al suo metodo di ricerca e di lavoro), che Lino non si stancava mai di andare a caccia di tutte le possibili fonti (secondo la sua mentalità scientifica). Pur quando aveva oramai raccolto a suo favore argomenti a iosa.
      Ricordo una volta che non chiudeva un lavoro perchè aspettava riscontro all'ennesima consultazione che si era sentito in obbligo di fare presso un teologo di fama.

      Sentiva il piccolo e il grande. Chi aveva vissuto il Cammino, per calare i suoi studi nell'esperienza raccontata da chi i fatti li aveva vissuti, i tempi delle approvazioni e quanto atteneva all'esperienza personale. Nulla Lino tralasciava mai. Sempre pronto a mettersi in discussione e a ricominciare tutto daccapo.

      Mi sono soffermata su questo non perchè spero di convincere Pasqualoni e Troll redivivi, o i loro numerosi eredi (che la madre dei cretini è sempre incinta!). Ma perchè chi con un poco di intelletto ancora acceso e soprattutto con retta intenzione dovesse leggere, sappia come veramente stanno le cose.

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    3. ........

      Per dire che qui non esageriamo, per dire delle persecuzioni che Lino ha subito e di cui siamo testimoni, come anche delle calunnie sparse su di lui. Così come dei fatti che si sono susseguiti e di come si sono sviluppati nel tempo.

      Lino non è più tra noi, purtroppo, e non può difendersi. E dunque tocca a noi che lo abbiamo conosciuto. Tocca a noi prendere il suo testimone e umilmente portarlo avanti per un tratto di strada.

      Di una cosa siamo certi: senza la dritta di Lino saremmo tutti un bel pezzo indietro. Questo è sicuro!

      La speranza che coltivano coloro che hanno tutto da perdere dalla diffusione e divulgazione degli scritti di Lino (che sono poi gli stessi che rivendicano il copyright) è quella che, dopo la sua morte, pian piano tutto si affievolisca.

      Illusi! Lino è stato profetico nel vero senso della parola. E in quanto tale, col passare del tempo la sua opera produrrà ancor più frutto di quando egli era in vita. Perchè solo col tempo se ne coglierà tutta la portata.
      Questa è anche un poco la nostra missione.

      Noi dobbiamo a lui tantissimo, come glielo deve questo Blog.
      Dall'avvento di Lino, dal suo enorme lavoro (tante volte in collaborazione con B.P.S.) che ha svolto con dedizione unica, il Blog stesso ha ricevuto quella spinta in avanti, quel sigillo ulteriore di attendibilità che ci ha portato fino ad oggi e ci orienterà da domani in avanti. Sempre.

      Pax

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    4. Promemoria tecnico: Kiko non è Dio. Al contrario, è un nemico di Dio, perché ha portato tante anime all'eresia e alla perdizione. LLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLL

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    5. Perdonami carissimo Tripudio, ma non ho compreso il nesso.

      Che Kiko non è Dio è pacifico.
      Che sia suo nemico lo è altrettanto e da molto tempo ormai!

      No, Kiko non è solo uno sprovveduto o un avventato.
      Seminare eresie a piene mani com'egli ha fatto, sordo ad ogni richiamo, è come aprire un'autostrada per l'inferno e tirarsi dietro un sacco di gente ingenua e sempliciona, incauta o propensa alla menzogna....

      Se completi il tuo "promemoria tecnico" ti sarò grata.
      Forse si è bloccata la tastiera e il commento è rimasto incompleto, desidererei leggerlo completo.

      Grazie mille.

      Pax

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    6. Va bene Tripudio, non importa. Mi sa che son io che non capisco. Lascia stare. Si vede che il commento era compiuto e il promemoria completo.
      Grazie lo stesso.

      Pax

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  26. Risposte
    1. Eccolo qui, spuntato come il cavolo a merenda.

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    2. Kiko è amico di Dio perchè è il più bello, perchè è il più belloooo, dei figli di Adam, dei figli di Adam......

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    3. Peccato che questo canto del cammino faccia riferimento - come è ovvio - a Gesù Cristo.
      Certo avete una bella faccia tosta a dirlo così, bello chiaro e tondo, che per voi il Signore e Kiko sono la stessa cosa.
      Anzi che il vostro unico signore è Kiko Arguello.

      Pax

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  27. Il Papa vi ha sbugiardati parlando dei blog offensivi della dignità altrui
    Non vi accorgete che parlava di voi

    Nico

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    1. La tua dignità di credente viene offesa da chi non rispetta la fede e la dottrina cattolica. Peccato che tu non te ne accorga.

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    2. @Nico
      Che ne pensi invece della dignità violata durante gli scrutini e le Redditio?

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    3. Eh sì! Secondo te il Papa Francesco, difensore dei poveri per eccellenza, si preoccupa di difendere voi appartenenti al "potente cammino" (N:B: è Kiko che l'ha battezzata così la sua creatura) dai cattivoni del Blog, molti dei quali vittime dello strapotere dello stesso C.N. per anni?
      Guarda che hai proprio toppato.
      Ti ricordo solo che il Papa, non parlando in generale, ma in un discorso rivolto a voi ha chiesto espressamente a voi rispetto per la dignità delle persone che vi affidano la loro vita. Si vede che sa bene anche lui che ne avete poco o niente, di rispetto per il prossimo in generale.

      Pax

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  28. Il Papa ci vuole bene tanto bene

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  29. @Anonimo
    È vero, vi vuole bene per questo vi corregge, voi però dovete ascoltarlo

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