sabato 8 maggio 2021

"Alegría hermános!": della gioia artificiosa che cozza contro lo stile cristiano

Periodicamente ci troviamo a commentare queste buffonate spacciate per "testimonianza della gioia cristiana" e forme di "evangelizzazione".

 

Se provi a contestare ti bollano come bigotto, cupo, fariseo che si batte il petto...

Ovviamente sono polarizzazioni e alternative tanto artificiose quanto ridicole per chi prende la fede cristiana seriamente (da non confondersi con seriosamente) e osserva, con una certa preoccupazione le forme e i contenuti attraverso i quali si crede di educare alla fede le giovani generazioni.

Anche e soprattutto alla luce dei "risultati" conseguiti e delle sfide generali che il mondo ci porta.

 

Testimonianza.

Che senso ha una testimonianza di questo tipo? È un banale spettacolo, un balletto, più che una testimonianza uno spot, la vendita di un prodotto : ti invito a essere come me, a diventare cristiano perché io sono "felice", perché "ho la gioia".

Non si tratta solamente di una colossale stupidaggine ma anche di una forzatura e di una artificiosita' che cozza proprio con lo stesso stile cristiano.

La testimonianza è naturale e non costruita. I balletti e la gioia che vorrebbero testimoniare invece sono costruiti artificiosamente. Si testimonia efficacemente e realmente solo quando non ci si pone il problema di testimoniare semplicemente perché, educati a pensare e vivere nella fede, si è così: naturalmente, semplicemente e spontaneamente anche se non senza fatica.

 

Gioia non artificiosa

La gioia.

La gioia cristiana è qualcosa di estremamente delicato e riservato, soprattutto interiore, perché è accompagnata alle tribolazioni quotidiane, alla consapevolezza dei propri e altrui limiti.

Esteriormente si traduce in serenità d'animo per via delle virtù teologali vissute e della consapevolezza di non essere mai soli né abbandonati anche nelle prove più difficili e che, alla fine della nostra esistenza, incontreremo Colui per il quale tutto ha senso e nel quale il male e la morte saranno sconfitti definitivamente. 

 

Il tempo non passa mai,  in attesa del ballo finale


Occasione d'incontro e di evangelizzazione.

Si dice che sia un'occasione di incontro ma chi incontri e cosa trasmetti? Un giovane intelligente o comunque che cerca un po' più di profondità non sarà mai attratto da spettacoli del genere di cui, ripeto, coglie l'artificiosità e la pochezza.

Purtroppo il giudizio di questa pochezza difficilmente non si rifletterà sulla Chiesa, sul Vangelo e sul cattolicesimo.

Chi rimane allora?  

Non sempre, perché è vero che Dio riesce ad attrarre in mille modi, ma rimangono spesso gli ingenui, soggetti che attratti da un messaggio ricevuto in maniera banale lo banalizzano ulteriormente a loro volta e lo diffondono - soprattutto all'interno degli ambienti cattolici, stravolgendoli e stravolgendone la loro natura-, e costituiscono la massa, non solo inerte, ma addirittura ingenuamente e scioccamente collaborante o comunque scarsamente rispetto a tutti gli equivoci e le trappole che i nemici del cattolicesimo tendono.

Inutile dire però che spesso il volto ufficiale del cattolicesimo sembrano essere proprio loro.

 

Di Piero Mainardi.

84 commenti:

  1. Tutto molto triste! Altro che gioia!

    Poi inutile dire che se

    " spesso il volto ufficiale del cattolicesimo sembrano essere proprio loro "

    Beh! Qui la colpa è tutta della Chiesa che li legittima, li lascia fare a modo loro ed essi, giustamente, si arrogano....

    Pax

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    1. La colpa è sempre della Chiesa, ma la Chiesa per definizione non si critica perchè per definizione è infallibile, quindi la colpa è sempre del Cammino al quale la Chiesa lascia fare i cavoli che vuole.

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  2. I neocatecumenali non vivono la vera gioia perché sono stati derubati (e alcuni di essi sono i ladri) del vero Vangelo di Gesù Cristo.

    È vero che essi nutrono comunque una sorta di gioia che potremmo definire effimera, falsa e temporanea, ma non una duratura pace di mente e di cuore: “E la pace di Dio, che sopravanza ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.” – Filippesi 4:6-7

    I kikos identificano come 'gioia' un'emozione volatile, superficiale, che si disperde al termine dei saltelli e della musica. Ma un gaudio che non cresce sull'albero della speranza nel terreno di grazia e verità non ha valore né spirituale, né eterno.
    A tal proposito è rilevante ricordare agli amici neocat e ai Pasqualoni che la gioia cristiana, quella vera e non applicata sul volto per mera apparenza, non è naturale bensì spirituale. Quindi l'allegria, la vivacità, il dinamismo che sentite nel vostro essere quando stonate a squarciagola a ritmo di chitarre, bonghi, cembali e nacchere, e che nutrite quando ballate con lo sguardo rivolto al cielo abbracciandovi o battendo le mani, non è di origine spirituale ma artificiale.

    I neocatecumenali sono schiacciati dal peso di precetti e interpretazioni del sacro che sono in profonda contraddizione con il Vangelo, pertanto si dibattono disperatamente nella condizione kikiana del non-senso della vita.

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  3. "spesso il volto ufficiale del cattolicesimo sembrano essere proprio loro"

    Oltre alla stampa, che in effetti li sostiene spesso, però ho l'impressione che la gente sappia ben distinguere i neocatecumenali dai cattolici: "una specie di testimoni di Geova" è l'impressione che danno a occhio, innanzitutto quando si presentano tutti insieme ma anche certi singoli particolarmente ligi.

    Molto interessante la riflessione sulla gioia. Le esternazioni del cammino in proposito sono veramente azzardate, visto che nel segreto delle comunità, durante le risonanze, i fratelli sono costantemente abituati ed incoraggiati a scavare nelle proprie sofferenze... per sentir proclamare subito dopo: "ma Cristo ci dà la gioia della resurrezione!". Montagne russe emotive che sradicano l'anima dal senso cristiano della gioia e della sofferenza.

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    1. se guardate i volti nelle liturgie...altro che gioia..musi lunghi..sembrano tutti depressi...
      per la gioia ormai vanno a comando
      ...un tempo forse certe manifestazioni erano spontanee....ma poi vedendo che non c'erano quasi più...le forzano a comando

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  4. "sempre, perché è vero che Dio riesce ad attrarre in mille modi, ma rimangono spesso gli ingenui, soggetti che attratti da un messaggio ricevuto in maniera banale lo banalizzano ulteriormente"

    Quelli che rimangono sarebbero, secondo voi, ingenui, mentre voi invece sareste furbi? Voi quindi sareste più intelligenti? Questo senso di superiorità che avete su cosa si fonda? Siete sicuri che i veri cretini non siete voi?

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    1. Penso tu abbia personalizzato troppo l'articolo. Evidentemente, l'autore non sta parlando in particolare dei neocatecumenali, ma di quei movimenti che attraggono i giovani per la loro capacità di esprimere gioia, e si preoccupa del fatto che qualcuno possa aderire solo perché attirato da un messaggio unicamente superficiale ed esteriore.
      Non è il caso dei neocatecumenali, il cui comportamento spesso chiassoso e sguaiato colpisce, ma sfavorevolmente.

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    2. @Anonimo
      Non siamo più furbi degli altri, semplicemente Dio ci ha aperto gli occhi e ora per riconoscenza vogliamo aiutare gli altri con la nostra testimonianza, consapevoli però dei nostri limiti e senza presunzione

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    3. @Anonimo 8 maggio 2021 11:02
      Quelli che rimangono sarebbero, secondo voi, ingenui, mentre voi invece sareste furbi? Voi quindi sareste più intelligenti?
      ----
      La furbizia e l'intelligenza non hanno nulla a che vedere tra di loro anzi, sono all'antitesi l'una con l'altra ed in questo caso, con i vostri sporchi raggiri, i furbi siete proprio voi.
      Mi piace inoltre ricordare, che i furbi e la furbizia, fanno quasi sempre una brutta fine.

      Ruben.

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    4. no, Anonimo, l'ingenuità è un riflesso a fidarsi che possono avere persone di diverso grado di intelligenza. Si può fondare sull'educazione ricevuta, su un ottimismo esagerato, sulla mancanza di informazione o sul rifiuto di collegare gli elementi in proprio possesso, per abitudine o per qualche vantaggio personale, più o meno nobile che sia.

      D'altra parte esistono persone che, dotate di un'intelligenza molto nella media, indovinano la cosa giusta da fare per istinto o per esperienza e non sono ingenue perché non hanno problemi a non fidarsi.

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    5. Molti camminanti ricevono talmente tanto male dal cammino che dopo un po' forse si convincono che questo male sia bene, se non altro per non sentirsi così masochisti da sopportare tanto male per così lungo tempo.

      Anche in assenza di sofferenze sensibili resta il fatto che il cammino è una ferita nella chiesa e dovrebbe bastare questo per starne lontani.
      Per alcuni, tuttavia, è più facile fidarsi e lasciarsi ingannare che ammettere d'essere stati ingannati ed uscire dal cammino.

      Irene

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  5. Sarà che il pattern di giocosità neocatecumenale non è stato pensato per i giovani, come in altri movimenti o realtà, ma per gli adulti, sarà che si ispira allo stile ebraico, sempre molto compassato, ma perché rituale, il modo di esprimere l'allegria neocatecumenale, sarà perché troppo chiassoso, non attrae di certo chi lo vede dall'esterno.
    Ma lo scopo appunto non è quello di attrarre, o almeno non direttamente.
    I neocatecumenali esprimono una gioia rituale, con movimenti e comportamenti e linguaggio standard.
    Dimostrano l'allegria nel momento preciso in cui devono dimostrarla, e in essa esprimono la propria unità come gruppo. Infatti, chi si associasse al loro balletto, per esempio, provenendo dall'esterno, dopo l'Eucarestia, non sarebbe visto di buon occhio.
    È un'immagine della gioia, un'allegria rituale e non spontanea.
    Invece i musi lunghi durante le celebrazioni, nelle monizioni, nelle risonanze, vengono naturali, visto che si deve sempre meditare sul proprio peccato, e poi si deve dimostrare ogni volta il passaggio dalla morte alla vita (se no, perché andare in comunità e non in parrocchia?).
    Per non parlare poi delle facce sempre totemiche dei catechisti e dei supercatechisti, che devono incutere timore, rispetto e in certi casi paura per il loro ruolo sopraordinato di ispirati da Dio. Naturalmente anche il comportamento deve essere scostante, scorbutico, freddo, anaffettivo e in questo soprattutto Carmen ha fatto scuola a tutti.
    P.S. Purtroppo a volte anche con i figli, quando devono comunicare loro dei 'comandi' o delle 'verità religiose', il volto si irrigidisce tipo sfinge, la voce diviene metallica e secca. Naturalmente non vale per tutti, ma l'ho visto spesso ed anche in genitori molto giovani che sembravano addestrare i figli piuttosto che educarli.
    Questo è sicuramente un atteggiamento che si impara in Cammino e che i catechisti pretendono che i genitori adottino in famiglia, gli stessi che loro dimostrano sempre nei confronti dei catecumeni, loro 'allievi' a vita.

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    1. Pattern è l'acronimo di :

      Pagliacciate Allucinanti Tremendamente Tragiche Esprimono Ridicolaggini Neocatecumenali

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    2. Tanti anni fa feci uno scrutinio con uno degli itineranti della prima ora e più famosi.
      Incuteva terrore, non sorrideva mai, mai una battuta, mai una parola di conforto, completamente anaffettivo e privo di empatia. Nessuno osava contraddirlo e tutti avevano paura addirittura a parlargli.
      Lo scrutinio con lui fu peggio di un interrogatorio in caserma.

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  6. @Valentina Giusti

    Non ho personalizzato nulla anche se non è rivolto a me o al Cammino, dico ugualmente che nessuno è autorizzato a giudicare i sentimenti o la fede degli altri, questa è presunzione per me. Chi ci autorizza a giudicare il comportamento e le scelte degli altri?Fa parte della pedagogia di Dio attrarre attraverso la gioia e solo Dio conosce il cuore dell'uomo non siamo presuntuosi per cortesia. Chi siamo noi per giudicare la storia che Dio fa con ogni uomo?Per chiassoso che possa sembrarci non sta a noi giudicare i comportamenti altrui.


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  7. Ve lo ripeto, siete uno spot a favore del Cammino, uno leggendovi ha l'impressione di avere a che fare con dei cialtroni e che il Cammino e' un dono dello Spirito Santo. Contenti voi!

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    1. A me quelli del blog non sembrano proprio per niente dei cialtroni. Ci vuol ben altro per essere dei cialtroni!

      FungKu, Cialtrone©™️, Diffidate Delle Imitazioni!

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    2. Cialtrone è l'acronimo di :

      Camminante Indecentemente Allucinante Lungamente Terribile Ridicolmente Osceno Neocatecumenalmente Eretico

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    3. Condivido @anonimo. Da quando leggo il blog cammino con rinnovato zelo. Continuate così.
      Fallacio Asino Vinicio

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    4. Uno leggendovi ha l'impressione di avere a che fare con dei cialtroni e che il Cammino e' un dono dello Spirito Santo. Contenti voi!

      Mah. Ho un certo intuito e credo di non sbagliare dicendo che devi essere uno con al max 5-6 anni di cammino, incapace ancora di rendersi conto che gran parte delle cose che dicono qui sono vero. E poiché io il cammino l'ho finito più di 10 anni fa, chiedo come può un tipo come te fare uscite di questo genere senza avere conosciuto a fondo tutto il cammino.

      Sei stato alla Domus? Sei uscito dalla tomba come Lazzaro? Hai il nome sulla mattonella vicino ai cerbiatti alla fonte? Sei entrato nel cenacolo con il tappetino da mettere vicino a quello degli altri (ad imitare un tappeto da celebrazione)? Hai proclamato l'amore a Cristo alla roccia del primato?. Hai fatto la cena di gala finale al King David (sperabilmente non di sabato perché la cena sarebbe stata magra)? ecc. ecc.

      No? Beh allora aspetta prima di dare del cialtrone ad altri. Dalle mie parti è cialtrone chi se ne esce in giudizi ed affermazioni contro gli altri guardandosi bene dal rispondere ad uno solo delle domande legittimamente fatte in questo forum.

      Alcune: disubbidienza a vescovi e Papi (v. lettera Arinze), giudizio su alcune sparate kikiane (es difesa di Apuron), ecc. ecc.

      Vuoi cominciare a dire qualcosa o vuoi dare l'ennesima dimostrazione di cialtronaggine?

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    5. E cammini verso dove, caro Vinicio?

      FungKu, Da Quando Sei Asino Anche Tu, Temo La Concorrenza.

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    6. Fatto anch'io quello che dici tu molti anni fa, ma con la differenza che non le sparo li come se fossero medaglie, ma solo un punto di inizio.
      Fallacio Asino Vinicio

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    7. FungKu, verso Cristo e la sua volontà.
      Fallacio Asino Vinicio

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    8. Sono contento per te Fallacio ma spero che non ti fai fregare da Kiko. Non mi fido di Kiko.

      Fung Asino Ku (Ho una Dignità E Un Nome Da Console Romano Anche Io, Che Credete!)

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    9. Kikofobia = paura irrazionale di una persona: Francisco gomez Arguello, detto Kiko. Generalmente chi ne è affetto non lo ha mai visto da vicino ma ne ha solo sentito parlare sul blog. Chi è affetto da disturbi da kikofobia, comincia a parlarne tutti i giorni scrivendo commenti sul blog, accusando questa persona di tutti i Mali possibili, dalla crisi delle vocazioni con la conseguente chiusura e vendita di chiese, alla forfora. Rimedi contro la kikofobia: preghiera e umiltà.
      Fallacio Asino Vinicio

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    10. Kikofilia = generico apprezzamento verso il carisma e l'attività di un laico cattolico ispanico denominato Kiko Argüello.
      Tale benevola predisposizione porta all'ascolto attento delle parole del soggetto e al confronto di queste con la dottrina cattolica.
      Dopo l'ascolto attento ed il confronto, obiettivamente constatatando la divaricazione tra i due insegnamenti e i danni che ciò provoca in chi ne subisce l'influenza, può nascere la kikofobia.
      Quindi la kikofobia nasce dalla kikofilia o perlomeno dalla kikoapatia (o kikoindifferenza).
      Da non confondersi con la kikomania, che consiste nella sequela indiscriminata del carismatico iberico al punto di anteporlo a Cristo stesso senza mai ascoltarlo veramente in modo critico e senza utilizzare mai la ragione che Dio ha donato a tutti gli uomini.
      Il kikomane non è un kikofilo, perché altrimenti avrebbe a cuore l'anima del suddetto e il suo eterno destino.
      Rimedi contro la kikofilia: ascolto attento di Kiko o lettura dei mamotreti.
      Rimedi contro la kikofobia: preghiera e umiltà.
      Rimedi contro la kikomania: usare la ragione, preghiera e umiltà.

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    11. Fallacio Vinicio sei più asino di me, non è giusto :-( Ti volevo solo avvertire.

      Menomale che Valentina spiega tutto, i kikomani sono quelli che devono faticare di più, menomale che io sono solo kikofobo.

      FungKu, Ammetto La Sconfitta Nella Competizione Asinina E Disfo le Treccine Alla mia Somaresca Criniera.

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  8. Ma per piacere!
    In chiesa s’è visto di tutto. Battesimi, cresime, matrimoni ridicolizzati dalla smania di essere sempre più simili al mondo Sacerdoti come showmen, benedizioni impartite con lo scopino del gabinetto, frizzi e lazzi scomposti …
    Se il vescovo di Noto canta Noemi e Mengoni durante le celebrazioni eucaristiche, che male c’è (a parte essere terribilmente stonato) se un sacerdote prepara una versione de L’estate sta finendo dei Righeira da far cantare ai cresimandi della sua parrocchia? La moda dei sacerdoti canterini non è una novità, alcuni avranno in mente don Bruno Maggioni, il sacerdote che durante i matrimoni usa una base musicale per cantare e ballare canzoni dei Ricchi e Poveri. Lo sguardo scioccato dello sposo dice tutto. Il parroco di San Teodoro di cui non si hanno informazioni particolari se non che ama filmarsi mentre prepara le sue hit liturgiche, come la già citata L’esercito del Cristo è un suo convinto seguace, decisamente più spinto. Su youtube troviamo anche la versione “ufficiale” cantata fortunatamente da ragazzi cresimandi davanti al vescovo il giorno della Cresima e l’effetto è già un altro, dalla orripilante performance del sacerdote stonato e un po’ effeminato nelle movenze. Ci si aspetta una reazione veemente del vescovo che invece ringrazia e applaude l’iniziativa. E vabbè, so’ ragazzi direbbe quello, consigliamo però al parroco di San Teodoro di farsi scrivere i testi da qualcun altro e di evitare di farsi i video da solo. I commenti ironici e con bestemmie assortite sotto al video si sprecano, ecco qual è il risultato dell’uso delle moderne tecnologie da parte di chi dovrebbe invece insegnare a starsene lontani. Ma insomma, per finire questa carrellata di fedeli e sacerdoti canterini, ci sta bene anche questa tarantella stile ultras della curva nord (sotto)

    E’ il festival dell’ipocrisia questo, il bue che da del cornuto all'asino


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    1. a parte che con tutti, non si capisce bene con chi ce l'hai, anonimo.

      chiaro che chi critica questi atteggiamenti li critica tutti, ed alle messe canterine del prete contemporaneo in tutù viola non ci va. fosse il presbitero nc dalle 18 chitarre o una qualunque parrocchia in cui si compiono scempi liturgici.

      A. Non.

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    2. Mi pare che tu riferisca di veri e propri abusi liturgici e quindi non sia esattamente in tema con l'articolo che parla di manifestazioni di festa, di danza e di allegria in generale ed extra liturgici.
      In tema di abusi liturgici, il Cammino è imbattibile, perché non sono estemporanei come quelli che ci hai riferito, né legati a un singolo sacerdote un po' troppo esuberante o convinto di dover intrattenere la sua platea di fedeli, ma sono abusi diffusi, pervicaci, segreti e continui, sono dei sacrilegi commessi in tutto il mondo su indicazioni di un laico che si ritiene più autorevole della Chiesa e di Dio stesso. Sono delle eresie, dei delitti contro la Santa Eucarestia istituzionalizzati all'interno di un gruppo organizzato.

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    3. A. Non:l'anonimo delle 13 e 17 che l'ha con tutti, anche con se stesso.

      E' un "antitutto" e un "sonotuttidaccordo".
      Per lui gioa composta o scomposta, vera o artefatta, spontanea o indotta... è tutta una farsa. E tutto il resto è noia.
      E' però da riconoscergli la coerenza.

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    4. Aggiungete quel prete, non so se inglese o americano, che all'inizio del matrimonio canta agli sposi dall'altare l'Alleluja di Cohen, poi fa una battuta in inglese suscitando la risata dei presenti, poi dice okay e giù un'altra risata. Su youtube c'è il filmato.

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  9. Rispondo ai due commenti anonimi precedenti.
    L'articolo fa alcune osservazioni sulle manifestazioni di gioia, anche tramite danze o altro, in ambito cattolico, che trova forzate, poco spontanee e addirittura contro producenti.
    Chi legge, a seconda della propria esperienza personale, della propria esperienza e della propria sensibilità, trarrà le debite conseguenze.
    Personalmente, per una questione forse caratteriale o di educazione, non ho mai sopportato la rigidità e l'artificiosità delle manifestazioni esplosive del Cammino, che sembrano voler imporre a tutti la allegria o la tristezza in momenti prestabiliti, e questo lo pensavo quando anch'io ne facevo parte: li vedevo e mi vedevo dall'esterno, credo e spero come anche altri sappiano fare pur essendo del Cammino.
    A me pare che chi ha scritto i due commenti sia così 'partigiano' nei confronti del Cammino da non avere idea di quali sono le reali reazioni di chi assiste a certe sceneggiate neocatecumenali dall'esterno.
    L'elitarismo dei neocatecumenali, per chi guarda dall'esterno, non può essere amabile. Si capisce che stanno festeggiando per qualcosa che soltanto loro possono capire, la loro allegria non è volta verso gli altri, ma si concentra all'interno del loro cerchio magico. Gli altri semplicemente 'non possono capire' perché non appartengono al Cammino.
    Come poi possano pretendere di essere amati per questo, non saprei. Il carisma del CN non è l'amabilità, questo dovrebbe essere chiaro per tutti, tranne per chi ci è cosi immerso da aver perso ogni contatto con la realtà esterna.
    Per concludere: non si tratta di 'giudicare', ma di avere occhi per vedere, la capacità di riflettere e fare confronti, di fare anche autocritica, quando è necessario.


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    1. E in tutti i casi i neocatecumenali non sono ben visti da nessuno, allegria o non allegria. Quindi.....

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  10. @Valentina Giusti

    Ma scusa secondo quale criterio formuli questi giudizi? La gioia è un sentimento personale, perché vuoi giudicarla? Controproducente secondo quale criterio, ma quale competenza avete per formulare questi giudizi? A quale titolo parlate? Perché volete a tutti i costi affibbiare credibilità a giudizi soggettivi vostri? Perché dovrebbe interessare qualcosa alla gente del vostro punto di vista, non trovi tutto questo molto pretenzioso?Per me contano i dati di fatto, non le chiacchiere. Prendo atto del fatto che non gradisci le manifestazioni gioiose del Cammino, ma è un punto di vista tuo un sei miliardesimo, questo conta, ma perché disprezzi i sentimenti e la sensibilità degli altri e ritieni le emozioni di queste persone, una mahifestazione di stupidità, questo snobismo su cosa si fonda? A me sembra che sia tu a voler imporre il tuo modo di vedere le cose come se avere dei sentimenti delle emozioni sia indice di stupidità mentre il non averne di maggiore intelligenza, ma dove sta scritto? Tu hai vissuto il Cammino in un modo nel quale non mi riconosco, il Cammino e' perfettibile ma sembra che per te nulla vada mai bene, troppo critica, la perfezione non è di questo mondo. Lo ripeto tu cosa e sai delle reazioni degli altri? Perché ti ergi a giudice delle emozioni e dei sentimenti altrui? Perché avete sempre questa tendenza a sentirvi più intelligenti di quelli che sono in cammino? Perché ci considerate dei poveri cretini, manipolabili? Ti sbagli cara amica hai una visione distorta dai tuoi pregiudizi. Avete troppi pregiudizi, dovete imparare a rispettare le opinioni degli altri.Ti sbagli la partigiana sei tu non io. Vedi le cose solo dal tuo punto di vista e non cerchi di capire il tuo interlocutore e sei in errore

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    1. se prendi atto che non gradiamo le manifestazioni gioiose
      e poi affermi che non bisogna urtare la sensibilità altrui

      perché urtate la nostra sensibilità con le vostre manifestazioni gioiose?
      non sono forse un'opinione personale anche le vostre manifestazioni gioiose?
      oppure solo la vostra sensibilità non va urtata?

      A. Non.

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  11. Rispondo per la terza volta: non c'è nessun giudizio personale, nè nell'articolo (una semplice riflessione con un confronto fra certe manifestazioni esterne in voga nel mondo cattolico e la gioia cristiana), ne nei miei commenti.
    È evidente a tutti che le manifestazioni di allegria neocatecumenale sono univoche e predisposte dall alto. Lo hai per caso inventato tu il balletto intorno all'altare? Immagino di no. Potresti proporre di sostituirlo con altro? Non so, per esempio con una preghiera di lode in ginocchio? Con un canto non di Kiko?
    Possono i giovani confezionare striscioni senza la Madonna di Kiko, l'indicazione di essere il CN, addirittura il font dei caratteri kikiani? La gioia se è spontanea si esprime con spontaneità, non è pilotata ed imposta e istituzionalizzata.
    Nel Cammino tutto è ritualizzato: quindi la mia critica va alla manifestazione esterna, non al cuore di ciascuno che può essere pervaso di autentica gioia cristiana pur dovendosi adeguare alle manifestazioni di gruppo.
    Certo che, chi ha in cuore questa gioia, la comunica in modo aperto e soffre dell'elitarismo, della chiusura e della prepotenza neocatecumenale.
    E prima o poi se ne esce, oppure, se non può farlo materialmente, se ne esce con l'anima.

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  12. ANONIMO delle 12 e 32:

    se sei convinto che noi siamo un spot a favore del Cammino, allora pubblicizzaci così pubblicizzerai il Cammino.
    Di a tutti di leggerci: ai camminanti, come a chi ha dei dubbi sul Cammino ma non lo conosce bene e vorrebbe saperne di più.

    Grazie. Fa piacere fare fare "affari" con uno come te!

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  13. @ Rebel 8 maggio 2021 10:24

    La gioia è fittizia, non ha sostanza. Lo spiega bene Rebel.

    Il fiume di giovani alle GMG che si lanciano sul palco a frotte rispondendo alla chiamata, alcuni poco più che bambini. Così ai Pellegrinaggi estivi o ai Corsi Post-Cresima.
    Al di là dell'immagine che vogliono dare di tutta questa gioventù realizzata alla loro sequela sappiamo bene che la verità è un'altra.
    Basta pensare ai percorsi a cui vengono sottoposti nei Centri Vocazionali, tra interminabili scrutatio pilotate e parole aperte al caso per fare discernimento individuale e veri e propri scorticanti scrutini, come solo loro sanno fare.
    Ecco che quella "gioia" apparente si dissolve.

    ........

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ........

      Ecco che quella "gioia" apparente si dissolve.

      Dietro questo paravento io vedo non una massa indistinta, ma volti di ragazzi, con un nome e una storia... distrutta. Quelli che ho conosciuto lungo tutti gli anni di cammino.

      L'ho detto altre volte, o ci si adatta allo stampo preparato per loro che contempla due sole opzioni (farsi prete o sposarsi con una ragazza delle comunità e diventare padre di famiglia numerosa, possibilmente missionaria), non di più, oppure sei abbandonato al fallimento e anche al generale disprezzo che ne consegue.
      Ricordo i ragazzi destinati a qualche R.M...
      Quanti ne sono tornati!
      Che poi non erano più né carne né pesce.
      Qualcuno ha ripiegato per il matrimonio con annesso invio ad gentes, qualche altro ha continuato per anni a dibattersi alla caccia della sua vocazione, riprendendo a frequentare periodicamente il Centro Vocazionale (tanto agli itineranti che importa! Intanto fanno numero. Anche se, come l'esercito di Franceschiello, Re di Napoli, son sempre gli stessi che fanno il giro in tondo!) .
      Altri ancora sono finiti in depressione, come bloccati.
      Erano semplicemente incapaci di vivere, di continuare gli studi o cercarsi un lavoro. Incapaci di costruirsi un futuro. Mentre i loro coetanei andavano avanti, loro restavano sempre allo stesso punto. Continuando a pascolare nelle comunità, senza una meta né una prospettiva di niente.
      Scusate! La questione la risolverei alla radice:
      MA DI CHE GIOIA E FELICITA' PARLIAMO?
      ........

      Elimina
    2. ........

      Intanto nel contesto, per chi non si adatta ben bene ai suoi rigidi canoni, nessuna pietà!

      In ogni caso il C.N. è nato come catechesi per adulti, molto poco adatto a dei giovani, spesso solo adolescenti.

      Ma giovani o non giovani, tutti devono adeguarsi al Cammino così com'è, e tutti devono farlo allo stesso modo; ciascuno come tutti gli altri. Una ricetta unica.
      Questo solo per sottolineare ancora una volta che l'uomo, il singolo uomo nel suo essere unico NON CONTA NULLA NEL CAMMINO.
      Vorrei che questo fosse ben chiaro.
      Il Cammino ama i numeroni, anche Le persone sono SOLO numeri (nella forma) e carne da macello (nella sostanza).

      Voglio essere ancora più spietata nella franchezza, sì.
      Credo che sia necessario chiamare le cose per nome.
      Per ripetere, ancora una volta, che il problema si azzera alla radice.

      E mi rivolgo a quegli Anonimi risentiti perché oseremmo contestare la loro "gioia" (finta).
      MA DI CHE GIOIA E DI CHE FELICITA' PARLATE?
      ........

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    3. ........

      Nel Cammino non si fanno eccezioni per nessuno: tutti sono uguali.
      (Tranne loro che comandano che sono la casta, una cosa a parte!)
      Questo vale anche per i sacerdoti o per i vescovi che, com'è accaduto, hanno accettato, specie agli albori dell'esperienza in gran numero, di fare anche loro il cammino "per la loro vita"; accettando di sottomettersi a catechisti laici, lasciando completamente nelle loro mani il discernimento sulla loro stessa vita e su ogni loro scelta. futura.

      Il C.N. è intoccabile, nulla si può omettere nulla cambiare mai. A nulla si deve RINUNCIARE, senza eccezioni.
      Nonostante il Papa lo abbia chiesto accoratamente, in nome della comunione e della disponibilità a donarsi. Zero.

      Immaginiamo i giovani con i questionari unici per le Tappe, ad esempio,

      Chi eri tu prima del Cammino?

      Quali erano prima del cammino le tue sicurezze?

      Cosa devono rispondere, poverini, quelli che hanno iniziato il cammino poco più che bambini, a 12/13 anni?

      Se poi sono "figli del cammino", nati e cresciuti lì, potresti sentirti anche rispondere "la mia sicurezza? Il cammino!"... che ha preso il posto di Dio. Come ben sappiamo.

      ........

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    4. ........

      Tutto questo è innescato da Kiko, tutta questa dissociazione o schizofrenia, fate voi!

      Ci siamo chiesti spesso da dove venga a Kiko questa oscena mania di ostentare tanta felicità.
      Ultimamente continua a incitare alla gioia, anche in momenti poco opportuni come questi della pandemia.

      Negli ultimi annunci: "Fratelli state allegri!" (ha fatto pure un canto).
      Come volesse rassicurare ad ogni costo (ha la coda di paglia).

      Tranquilli, fratelli, tutto sotto controllo.
      Il Signore aveva previsto tutto: che celebriamo nelle case, che restiamo uniti, ancor più... Comunità, non c'è fede senza comunità. Unità, Unità... Corajo!

      Ostenta questo.
      Anche quando dice: Io sono un profeta, vero?
      Lo sapete che lo sono.
      Ebbene vi dico (prendete nota) che il prossimo anno 2021 sarà un anno di felicità, meraviglioso, per voi, per noi, per il Cammino. Tutto bellissimo.

      Ecco. Tutta una falsità insensata.

      Questa è la gioia neocatecumenale. Deriva da questi deliri. E i fratelli la esternano suonando e cantando come scalmanati, danzando col passetto, quando sono sotto effetto kikiano, quando possono, orgogliosi di dare al mondo questo spettacolo indegno.

      Come quando ai funerali lasciano la gente esterrefatta al sentirli cantare il Credo in quel modo che fa accapponare la pelle. Ma loro credono, credono come nessuno al mondo... Che tutti stanno a bocca aperta!
      Da qui la loro superbia.

      Proprio perché, come detto, non trattasi di gioia cristiana, ma di esaltazione insensata che sfocia nella sfrenatezza.
      Una forma di alienazione totale, insomma.

      Pax

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  14. Avete presente i clown del circo? Con quei sorrisi enormi pitturati in faccia? Ecco i N.C. hanno queste maschere.. Ma dentro ..sono cadaveri puzzolenti!!!!

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    1. @Cordatus 8 maggio 2021 19:01
      Avete presente i clown del circo? Con quei sorrisi enormi pitturati in faccia? Ecco i N.C. hanno queste maschere.. Ma dentro ..sono cadaveri puzzolenti!!!!
      -----
      Si! Ma tra di loro anche se in modo falso; con gli estranei alla setta, sguardo austero e puzza sotto al naso!...

      Ruben.

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    2. anche i cadaveri puzzolenti, adesso. E poi, cos'altro vi inventerete?

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    3. Importante che tu le legga tutte.

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  15. Di giudizi sul Cammino e sui camminanti ne ho sentiti molti: alcuni negativi, altri del tipo: "Sono strani, ma ci credono" oppure: "Sono un po' fanatici, ma in sono seri"...
    C'è chi rimane colpito per le famiglie numerose, chi per la durata delle Messe, chi per la lagnosità dei canti, ma MAI nessuno è rimasto colpito dalla gioia.
    Anzi, per qualcuno sono troppo seri e noiosi.

    La gioia che si sprigiona dal Cammino assomiglia a certe battute di spirito di cui ridono solo chi le fa. La capiscono solo loro.

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    1. Nel contempo, se dici di essere felice, di sentirti in pace e di non avere particolari angustie, ti bollano come un superficiale, che non vuole vedere la sua croce e che non hai capito niente della vita.
      Elena

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    2. Ma infatti la felicità indica e descrive uno stato di vita permanente e persistente che il neocatecumenale non deve avere, perché deve essere perennemente angustiato, in lotta con Dio e a rischio di perdere la fede: altrimenti si decreterebbe l'inutilità del Cammino. Va bene invece l'allegria, situazione temporanea ed esplosiva subito ricondotta alla tristezza di fondo, perfettamente espressa dal canto 'Vivete allegri' che ha l'andamento di un inno funebre.

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  16. secondo noi non le capiscono neanche loro

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    1. Infatti nel Cammino l'importante non è "capire" ma mollare il malloppo.

      Come dice Kiko ai suoi cosiddetti "catechisti" - documentato nei mamotreti degli Orientamenti per il II scrutinio almeno fin dal 1972 - «se ti ascoltano si convertono, e se si convertono DEVONO MOLLARE IL MALLOPPO!». Roba che neanche un capomafia esperto di tangenti.

      Un cristiano della domenica, al posto di Kiko, avrebbe invece detto: «se annunci correttamente il Vangelo secondo quanto insegnato dalla Chiesa e se ti ascoltano potrebbero capire e liberamente convertirsi, e se si convertono donerebbero con libertà e carità e a nostra insaputa e non necessariamente a noi, anzi, meglio che non donino a noi, altrimenti daremmo l'impressione di essere venditori di chiacchiere religiose».

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    2. mollare il malloppo.....

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  17. Il discorso dell'ANONIMO delle 13 e 17 di ieri, ha un fondo di verità, anche se nella sua conclusione sembra non esserci quasi più speranza.

    Gli abusi nella liturgia sono sempre sbagliati, ma un conto sono gli abusi di chi contesta apertamente la Tradizione della Chiesa, un conto sono quelli di chi, cercando di sovvertire la Tradizione, dicono di esserne la vera espressione.
    E' la stessa differenza che c'è tra un semplice lupo e un lupo travestito da agnello.

    Il Cammino dice di amare la Tradizione ma cerca di distruggerla. In questo,
    nonostante alcune differenze, è simile al neo modernismo che non contesta più la Chiesa "ufficiale", ma che si è incistato in essa.

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  18. Il Cammino ama la Tradizione

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    1. Certo, la tradizione kikista-carmenista - ed esclusivamente quella.

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  19. Il razzo cinese, diretto sulla Terra, è caduto in mare senza fare danni. Qualcuno avrà pensato : ma non era meglio se cadeva su Porto San Giorgio e polverizzava qualcuno, un nome a caso : Kiko Arguello? Beh, rassegnatevi. Andrà meglio la prossima volta. Oppure qualcuno dirà che è intervenuta da Lassù Carmen che ha fatto deviare il razzo diretto a Porto San Giorgio. Un altro miracolo per impinguare i faldoni della causa di beatificazione di Carmen, hai visto mai....

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    1. Per carità! Ne avrebbero fatto un martire della persecuzione religiosa cinese!

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    2. Un punto in più per la sua beatificazione, dopo quella di Carmen. E siccome non c'è due senza tre, il terzo chi sarà? Ma don Mario Pezzi. E chi se no?

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  20. Ricordiamo ai gentili lettori che c'è un'abissale differenza fra l'«allegria» - che è una sensazione passeggera - e la «letizia» - poiché si può essere lieti anche di fronte ad un grande dolore, lieti a causa della cristiana speranza, speranza fondata sulla certezza che tutto è in mano al Signore e che anche la più colossale delle ingiustizie troverà ad attenderla l'infinita giustizia di Dio.

    I cristiani che venivano dati in pasto alle fiere durante i primi secoli di persecuzioni violente erano lieti, non "allegri". Sapevano che Nostro Signore vedeva benissimo le loro sofferenze, i loro timori, le loro ansie, le loro paure, l'assurda ingiustizia a cui erano sottoposti per il solo fatto di non aver gettato una manata d'incenso ad una statua. Essere lieti è cosa ben diversa dall'essere allegri.

    Uno dei più madornali errori del Cammino Neocatecumenale - trasformare la liturgia in spettacolino autogestito - ha come conseguenza l'obbligo di esibire "allegria", far tanta "caciara", fingere "gioia" per poterla spacciare come "frutto". È la versione pseudo-religiosa delle cafonate tipo "ehi guardate questa volgarità, fa ridere".

    Il fatto che delle persone adulte vengano indotte a recitare bambinate come quelle è altamente significativo di quanto il Cammino sia una setta.

    La gioia cristiana è essere lieti ("letizia"); il neocatecumenalismo non porta all'essere lieti, e perciò ha bisogno di inscenare "allegria". Nella famigerata Lettera di Disubbidienza al Papa del 17 gennaio 2006, Kiko, Carmen e Pezzi blaterarono che le loro "liturgie" porterebbero i fratelli delle comunità «dalla tristezza all'allegria», come se fossero le comiche di Ridolini o la partita in cui l'Inter si aggiudica il meritato scudetto.

    La cronologia degli eventi 2005-2012 è [qui] e le disubbidienze neocatecumenali al Papa, alla liturgia, alla Chiesa, vanno ancora avanti.

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  21. Quindi i camminanti sono allegri com'è allora che hanno i volti così tetri?

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    1. Fingono allegria. Fanno caciara. Eseguono uno spettacolino. Ma dentro di loro non sono lieti. Non possono essere veramente lieti perché vivono un falso cristianesimo, quello kikiano-carmeniano, quello con una visione pessimista della vita, dell'uomo, del peccato, della morte. Vanno dicendo che il Signore ha vinto la morte, ma in fondo in fondo sono morti dentro: se gli si toglie il Cammino, il tipico kikos si sente perduto. E non parliamo dello spinosissimo argomento dei suicidi fra i neocatecumenali. Il Cammino trasmette una mentalità cupa e funerea (dietro la falsa e ipocrita cagnara sull'«allegria» e sulla «gioia»), che rovina irrimediabilmente chi aveva già problemi di depressione, e induce alla depressione chi non l'aveva.

      Ma il tipico kikos dalla pancia piena certe cose riesce ancora a fingere di non capirle...

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    2. In sostanza, il Cammino è un immenso funerale perenne. Come diceva Mike Bongiorno : allegriaaaaa......

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  22. Mi dico sempre che noi cattolici dobbiamo imparare dalle erbacce.

    Le erbacce infestanti sono un capolavoro della natura. Crescono in terreni impervi, si contentano di pochissima acqua e di pochissimo sole, e più le calpesti e più trovano modo di allungarsi e crescere altrettanto forti più in là.

    Ne ho strappata una stamattina cresciuta vicino ad un muro. Alta quaranta centimetri, aveva come base una "scarpetta" di polvere alta mezzo centimetro. Qualcosa di sorprendente, che pareva quasi sfidare le leggi della fisica. Affondava le sue radici in quel mezzo centimetro scarso di altezza per un centimetro scarso di lunghezza, eppure era cresciuta a più di trenta, nei pressi di un muro a "L" (cioè perdendosi tre quarti delle ore di sole ogni giorno), con la sola umidità notturna e un solo giorno di pioggia in diverse settimane. È quello che una volta si chiamava "resilienza", cioè capacità di andare avanti anche di fronte a gravi imprevisti e a circostanze sempre più difficili (oggi il termine "resilienza" è inflazionatissimo e finirà presto per significare altro). Se penso solo a quanto siano gracili e deboli le buone piante e i fiori, che hanno bisogno di cure, di un posto adeguato e lontano dalle erbacce, di quantità giuste di sole e di acqua, possibilmente di qualche concime... Sono bastati un paio di giorni di freddo intenso per far strage di certi ortaggi, mentre le erbacce - nonostante il freddo - in pochi giorni si rialzavano dopo essere state calpestate.

    Santa Francesca Cabrini osservò, all'inizio della sua missione verso gli USA, che «i ministri di satana sono sempre più zelanti dei ministri di Dio». Mentre era in viaggio in nave e si stava attrezzando per fare una raccolta di beneficenza fra i passeggeri, un protestante lanciò la sua raccolta. I ministri di satana sono sempre più zelanti (e più organizzati e più "resilienti") dei ministri di Dio. Capi, capetti, vicecapi e aspiranti capi neocatecumenali sono infatti zelantissimi, esperti pianificatori, capaci di intrufolarsi nelle redazioni, negli studi professionali, nei posti dove poter incassare soldi senza far nulla (come quel tragicomico commento anonimo di qualche giorno fa a proposito di una giovane neocat assunta a tempo indeterminato nel 2013 e da allora non ha mai fatto un giorno di lavoro perché sempre in gravidanza, sempre a sfornare figli per Kiko, figli di cui vantarsi nelle convivenze mentre venivano rifilati a babysitter e didascali kikiani): sono candidi come serpi, prudenti come serpi, mentre Nostro Signore ci invitava ad essere prudenti come serpi ma candidi come colombe.

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    1. Mi ricorda il passo del Vangelo che dice che la zizzania cresce insieme all'erba buona, poi un bel giorno verrà colui che separerà l'erba buona dalla zizzania. Sembra di capire che la zizzania sia il Cammino, che cresce insieme all'erba buona che è la Chiesa. Un giorno qualcuno, Dio presumiamo, separerà il Cammino dalla Chiesa e la Chiesa si salverà e il Cammino andrà all'inferno. E' cosi che va interpretato questo intervento? Quindi un milione di camminanti si danneranno tutti? Ohibò....

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    2. Aggiungo solo che la questione della zizzania era sul "quando rimuoverla". Infatti il caso in questione si crea quando la zizzania può essere confusa con le piante, cioè il rimuoverla comporterebbe il rischio di danneggiare le piante buone (mentre al momento del raccolto il problema non si pone). Sulla zizzania riconoscibile come tale e lontana dalle buone piante il problema nemmeno si pone, va rimossa e basta. Altrimenti la Chiesa, nel corso di venti secoli, non avrebbe condannato tutti quegli eretici, massoni, scritti pericolosi, eccetera. (Ed infatti è oggi che si pone il problema che i vertici della Chiesa no nstanno compiendo il loro dovere ma stanno collaborando col nemico).

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  23. Colgo l'occasione per un pro memoria, valido in particolar modo per i "Giardinieri Ecclesiastici": alle erbacce non va data una spuntatina come alle piante buone, le erbacce vanno proprio sradicate appena iniziano a dare fastidio perché sono anche infestanti, oltre che erbacce. A buon intenditor.

    Si parla di idee, non di persone (se l'intenditor fosse cattivo).

    A. Non.

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    1. Pur di aggredirci, sono disposti a difendere le erbacce. Pensa se avessi detto che ho usato lo spray contro le zanzare. "Nooo! anche le zanzare sono creature di Dio!" Sì, certo. Me li immagino, quei mega-catechisti neocatecumenali, che lasciano le finestre aperte d'estate e acconsentono che le zanzare vadano dissanguandoli.

      La natura ci è stata affidata per servirci, non per comandarci, non per essere un idolo. A Pietro, in visione, fu detto: «uccidi e mangia» (Atti 10,10-15): la natura è al servizio dell'uomo, e il rispetto della natura non significa idolatria della natura. Purtroppo le persone molto ipocrite avvertono sempre l'urgentissima urgenza di seguire la moda del momento e di rinfacciarlo agli altri per sentirsi superiori e di "fede adulta come i primi cristiani delle origini delle prime comunità cristiane delle origini cristiane".

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    2. L’unica erba infestante che si conosca è l’uomo nella sua versione suprematista, quello che divenuto “sordo” all’armonia delle sfere, si ripara dietro il paravento dei “libri sacri” per giustificare le innumerevoli nequizie che ha compito nei secoli e che tuttora compie (Bolsonaro docet)
      Uno di questi assiomi assurti a sacertà assoluta è “uccidi e mangia”. Milioni di persone sono da sempre vegetariane. Pitagora era vegerariano, gli Esseni erano vegetariani, i Buddisti sono vegetariani. In ogni caso il pasto animale non era per “mangiare”, che era solo un riflesso dell’assunzione, ma per partecipare a una “comunione” con l’essere sacrificato (Mircea Eliade; Storia delle idee e credenze religiose vol. primo).
      L’uccidere significava far rientrare un’anima animale in un circuito di generazione in cui l’uomo e l’animale prosperavano in reciproca collaborazione. Per questo sempre Mircea Eliade parlava dell’amicizia dell’uomo con l’animale come “sindrome paradisiaca”.
      Poi venne la razza bastarda degli stupratori che, giustificati dall’”uccidi e mangia”, non comprendendo più la rete che avvolge gli esseri tutti, e per questo hanno sterminato qualsiasi forma vivente in base al criterio di utilità , l’hanno ridotta a “servizio”. L’animale da indicatore metafisico com’era concepito nelle grotte rupestri dai primigeni abitatori del “tempio intatto” , da essere buono per pensare prima che da mangiare, secondo la felice espressione di Claude nLevi Strauss, da consigliere onirico, da angelo custode in forma ursina, che veglia sul sonno dei nostri figli e nipoti, è stato spodestato, reificato, ridicolizzato
      James Hillmann si domanda in Presenze animali:
      Chi sono, gli animali che compaiono nei nostri sogni, e perché vengono a noi, proprio a noi che abbiamo trascorso gli ultimi due secoli a sterminarli regolarmente, a un ritmo sempre più rapido, senza pietà, specie dopo specie, in ogni parte del globo?
      “Ma gli animali continuano a visitarci, per lo meno nei sogni. E ci ricordano un'altra vita – ormai remota e lunghissima – in cui gli uomini erano stati una specie mescolata a molte altre. Anche in cielo, le costellazioni dello Zodiaco – il cui nome stesso significa luogo degli animali – disegnano la mappa di una zoologia che non cessa di manifestarsi. Più di ogni altro fra coloro che hanno preso le mosse da Jung, James Hillman ha saputo interrogarsi su queste «presenze» e inchinarsi davanti al loro potere, come mostra questo libro, che è una magnifica guida per chi voglia riconoscere che cosa sono gli animali in noi”.
      La religione tradizionale la cultura e l’economia dei popoli siberiani è intimamente connessa all’ambiente naturale. I popoli nordici hanno sempre avuto un’attitudine non solo religiosa ma anche etica, nei confronti della natura. Un concetto di fondamentale importanza nelle culture sciamaniche è il mantenimento dell’equilibrio tra microcosmo umano e macrocosmo naturale. La devastazione ecologica ha dunque portato a un conseguente declino culturale ed economico dei popoli nordici.
      (Juha Pentikainen: La lunga via degli sciamani )

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    3. Juha Pentikainen come ha ricostruito tutta sta storia? L'ha vista in visione o è una specie di Einstein rupestre?
      Credo che gli uomini primitivi mangiavano carne perché avevano fame e al tempo delle glaciazioni c'era bisogno di proteine e grassi per sopravvivere.
      Poi, visto che c'erano, hanno fatto come Juha Pentikainen: si sono inventati un significato che solo loro conoscono.
      In ogni caso anche se Juha Pentikainen avesse azzeccato quello che pensavano i cavernicoli, come fai a dire che avevano ragione?

      Il peccato originale spiega tutti gli squilibri e chi non crede al peccato originale se ne deve inventare uno: che sia il patriarcato o "mangia e uccidi".

      Pitagora era vegetariano ed è morto perché gli è andato di traverso un raspo d'uva.
      Ma Archimede era carnivoro eppure è stato il più grande dei matematici.

      Comunque un parallelo tra Kiko e Juha Pentikainen si può fare: Juha Pentikainen è la Kiko degli sciamani e Kiko è lo sciamano dei camminanti

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  24. L'allegria, se è sana, è una bella cosa, ma di per se non è ancora segno della presenza di Dio.
    L'allegria è dovuta a cause umane, e perciò può essere indotta.

    Non è da disprezzare: noi umani siamo fatti così: ci esaltiamo, ci commoviamo o ci rallegriamo, per cose come la musica, o un film, o un evento sportivo, o una commemorazione...
    E' Dio che ci ha fatto così.
    Ma questo fa parte della nostra NATURA. Che di per se è buona, ma che, dopo il peccato originale, si è parzialmente corrotta.

    La gioia di Cristo, invece, è data dalla grazia. E, anche se si "incarna" nella vita degli uomini e si esprime attraverso la loro umanità, è esclusivamente dovuta alla grazia.

    L'allegria può essere contagiata dalla gioia cristiana, può convivere con la gioia, ma allegria e gioia cristiana non vanno confuse.
    Considerarle la stessa cosa, come si fa nel Cammino, è fuorviante.
    Fa credere che la grazia sia opera dell'uomo: basta caricarsi, basta esaltarsi, et voilà, siamo felici, mentre invece siamo solo allegri o esaltati.

    Non ho nulla contro l'allegria, anzi. Ma enfatizzarla troppo è sintomo proprio che non c'è gioia, come il bere troppo è sintomo che si vuole dimenticare qualcosa di molto triste.
    Del resto basta vedere la faccia di Kiko allegro: non è molto differente da quella di Kiko furioso.

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    1. Don Bosco, il fondatore dei Salesiani, diceva che un Santo dev'essere allegro. Allora, se Carmen era sempre triste, non può essere santa. Di conseguenza, nella Congregazione della Causa dei Santi stanno perdendo tempo. A meno che i camminanti dimostrino che l'allegria di Carmen fosse solo interiore, non esternata dal viso sempre cupo. In quel caso la faranno Santa. Vedremo.....

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  25. Anonomo delle 9 e 49:

    forse mi sbaglio, ma personalmente sono convinto che a sperare nel "miracolo" del razzo cinese che colpisce Kiko sia stato proprio qualche camminante.
    Soprattutto qualche super catechista che aspetta da 50 anni, come Carlo d'Inghilterra, di passare da principe ereditario a monarca, e invece si trova a vivere in un fumetto come Topolino, che è l'eterno fidanzato di Minnie e mai la sposa.

    No, ti assicuro, a nessuno di noi ci è venuto in mente di sperare che il razzo cadesse sulla testa di Kiko. Non abbiamo evidentemente la tua fantasia "perversa".

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    1. Abbiamo sempre augurato una lunga vita a Kiko perché ogni volta che parla fa capire che il Cammino è beyond repair, come dicono gli americani, "al di là di qualsiasi possibile riparazione". Il Cammino è marcio fin dalle fondamenta, e Kiko non fa altro che testimoniarlo pubblicamente, sia pure inconsapevolmente, tanto è concentrato sulla propria gloria terrena.

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    2. Il motivo vero per cui avete augurato lunga vita a Kiko è perchè cosi il blog sa cosa scrivere, altrimenti.........

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    3. Personalmente, temo il dopo-Kiko. Ho paura che nel Cammino avvenga un'involuzione e un irrigidimento ancora più drammatici degli attuali.
      Inoltre, finché è vivo Kiko, c'è semore la speranza che, un bel giorno, per paura dell'inferno o per ispirazione del paradiso, si metta di buona lena a cercare di correggere le prassi peggiori del Cammino. Lui è l'unico ad avere l'autorità per farlo.
      Per quanto riguarda il blog, saremmo credo tutti felici di non dover parlare più né di Kiko né dei suoi rampolli.

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    4. Il termine più esatto è infatti "utili idioti".

      È un termine coniato da Lenin per indicare persone che avevano una gran premura di sostenere la "rivoluzione" pur non avendone capito niente. Sapete, dopo aver fatto tanti discorsi sulla coscienza rivoluzionaria del sostenitore del socialcomunismo, a Lenin quasi non pareva vero che una massa di ignorantoni, mossi dalla propria superbia (convinti di aver capito tutto e invece non avevano capito niente) e dalla propria voglia di "far qualcosa, qualsiasi cosa", appoggiavano in ogni modo la rivoluzione, quella stessa rivoluzione che li avrebbe presto schiacciati senza pietà. Per questo erano "idioti". Idioti sì, ma utili alla rivoluzione, perché supplivano alla mancanza di mezzi, uomini e risorse di cui i convinti rivoluzionari non disponevano.

      Così, anche il Cammino. Il Cammino è opera di mani d'uomo, e come tale destinato a perire. Il Cammino è stato inventato dai due spagnoli per garantirsi la bella vita, riveriti, temuti, ascoltati, ubbiditi, e soprattutto pagati. Letteralmente due venditori di chiacchiere - chiacchiere religiose, cioè di quelle più pericolose.

      Coloro che hanno aderito al Cammino lo hanno fatto quasi sempre in buona fede. "Catechesi per adulti", diamine, sono adulto, sono lontano dalla fede, ora ci vado, finalmente potrò capire qualcosa di più della fede che stavo lasciando morirmi dentro, della fede in cui i miei mi hanno battezzato, perbacco, questi mi promettono di riscoprire il battesimo, mi conviene aderire, dopotutto stanno in parrocchia, quindi è garantito dalla Chiesa, esatto?
      Per niente.

      Fra ricatti morali, insegnamenti lievemente ma consistentemente e continuamente distorti, un'infinità di fardelli calati dall'alto sulle spalle di chi in buona fede si era fidato... a lungo andare uno resta talmente infognato nella setta, da non riuscire facilmente a districarsi, obbligato a fingere di trovarsi bene perché dopo che per ubbidienza ha troncato amicizie, rapporti, hobby, attività, passioni, magari addirittura facendosi dettare le scelte di vita riguardo a matrimonio, lavoro, figli, diventa quasi impossibile uscirne.

      Viene il momento - per tutti i kikos prima o poi quel momento inevitabilmente viene - in cui ci si ritrova davandi ad un bivio: dover scegliere fra l'opera di Dio e l'opera dei due imbroglioni Kiko-Carmen, dover scegliere tra la propria vita e la finzione necessaria a permanere quieti nella setta, dover scegliere fra l'ubbidienza a Dio e l'ubbidienza ai cosiddetti "catechisti".

      Alcuni, avendo il cuore più indurito di una pietra, scelgono zelanti di proseguire nell'ipocrisia. È convenientissimo, è necessario a fare carriera ("perbacco, stasera farò la mia prima Ambientale!", "godo! ho soffiato il posto di Cantore a quel lurido di Enzo!"), e fa entrare a pieno titolo nella categoria degli utili idioti del Cammino: cioè coloro che hanno la capacità di rendersi conto che il Cammino Neocatecumenale è una setta eretica, e però continuano a difenderlo e a contribuirvi e a lodarlo. Poveri ipocriti. Credono di poter ingannare anche Nostro Signore: "ma come osi, Signore? noi avevamo lo Statuto! noi eravamo approvati! molti vescovi e cardinali ci lodavano! io ho fatto perfino l'evangelizzazione senza borsa né bisaccia a due a due negli Hunger Games, ho perfino esorcizzato intere città, roba che neanche Tu ci riuscivi! Signore, ma come ti permetti? Tu giudichi!"

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  26. beyond repair.....aspettiamo con ansia il prossimo termine

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    1. Gli americani usano trainwreck (rottami di un incidente ferroviario) per indicare un pasticciaccio, e dumpster fire (incendio in una discarica) per indicare qualcosa di estremamente ripugnante oltre che devastato. A differenza di questi due termini, il termine beyond repair (irreparabile) può essere usato anche in contesti commerciali e tecnici. Fine della lezione d'inglese americano.

      Quello che i raglianti somari neocatecumenali fingono di non capire, è che la pseudo-fede promossa dal Cammino è sbagliatissima, è un trainwreck, un'accozzaglia di corbellerie che imitano malamente la dottrina cattolica e la inquinano sui punti più essenziali.

      Alla faccia della tipica mentalità pagana, l'unico vero Dio ha affermato «non avrai altro Dio al di fuori di me». Cioè la vera fede non è compatibile con aggiunte o modificazioni, nemmeno se piccole migliorie e abbellimenti, neanche se fatte di buon cuore e in buona fede. Il cattolico può solo tendere continuamente alla verità, rialzarsi quando cade, tendervi col cuore sempre di più, convinto che nessun umano può sondare i divini misteri, e ricordandosi che numerosi bambini e ragazzini hanno raggiunto vette notevoli di santità - da Bernadette a Domenico Savio, da Teresa di Lisieux ai pastorelli di Fatima, tanto per fare esempi noti.

      Dunque il cattolico sa che c'è una verità unica ed eterna, sa che a quella verità si accede anzitutto con la purezza di cuore, sa che deve adeguarsi continuamente a quell'infinita e immutabile verità, sa che tutte le proprie iniziative e tutte le proprie elucubrazioni non cambieranno nulla di quella verità a cui gli conviene tendere finché vive, rialzandosi quando cade, facendosi vagliare da chi ha autorità (cioè solo dalla legittima autorità dell'unica vera Chiesa).

      Il Cammino è una setta che si spaccia per gruppo cattolico. I fondatori del Cammino hanno insegnato un sacco di fandonie - documentate come tali da persone molto più valide e preparate di noi, ed i cui libri e articoli non sono mai stati confutati.

      In particolare, nella mentalità del Cammino c'è l'idea del "noi facciamo meglio della Chiesa, noi siamo la vera Chiesa, la Chiesa deve prendere esempio dalle nostre comunità, le parrocchie devono diventare comunità di comunità neocatecumenali...", cioè una fondamentale superbia di chi non solo rifiuta il vaglio dell'autorità della Chiesa, ma addirittura pensa di saperne di più della Chiesa.

      E questo si capiva anche solo dall'attitudine dei kikos, costantemente impegnati ad affermare la propria identità e i propri numeroni. Per esempio, pensiamo alla devozione mariana: nel mondo cattolico è vissuta in tantissime forme (non tutte buone, certo); nel Cammino è vissuta esclusivamente per gloriare Kiko, adoperando solo le "icone" mariane di Kiko, solo il rosario "modificato by Kiko" (e solo dopo l'apposita tappa di Kiko), cantando esclusivamente le canzoncine di Kiko ("la schecchinà del Signoooureee!").

      Il neocatecumenalismo è fondamentalmente ipocrita e costitutivamente viscido. È un "itinerario" non di riscoperta del battesimo, ma di scoperta del kikismo-carmenismo, sotto le maldestre spoglie di un cristianesimo "più intenso". Nel senso che si sforza di sembrare (notate il verbo dell'ipocrisia: sembrare) più cattolico dei cattolici: i cattolici sono aperti alla vita? ma nel Cammino sono apertissimi, 12 figli, 15 figli! (paternità irresponsabile: sfornar figli come conigli e solo per vantarsene, tanto ci penseranno le babysitter); i cattolici pregano? ma nel Cammino fanno preparazioni e super preghiere, come la pagliacciata delle Lodi Domestiche del Kiko Domestico la domenica mattina (non sia mai che qualche kikos ceda alla tentazione di andare alla Messa della parrocchia), ecc.

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    2. che dire? a parte il termine raglianti somari neocatecumenali, da questo intervento ne esce fuori un quadro sul Cammino.....che ci esorta a proseguire come stiamo facendo da sempre, e per sempre....alla prossima...

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    3. Ovvio. Solo gli asini sono incapaci di smentirsi, incapaci di adeguarsi alla realtà, incapaci di accettare l'evidenza. Ti consiglio di ragliare più forte, altrimenti rischi di udire ciò che ho detto.

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