venerdì 23 gennaio 2009

L'opposizione al Magistero Petrino impedisce l'unità dei cristiani

VATICANO - LE PAROLE DELLA DOTTRINA
a cura di don Nicola Bux e don Salvatore Vitiello -
L’opposizione al Magistero petrino impedisce l’unità dei cristiani

In non poche Lettere pastorali non si cita più il Papa quale termine di paragone dell’autenticità e garante della cattolicità dell’insegnamento episcopale, ma il Cardinale o il teologo, il laico, magari non credente, o il monaco di grido del momento, ritenendoli interpreti autorizzati dell’insegnamento ufficiale della Chiesa.

Inoltre talora si dà l’impressione di pensare che una loro dichiarazione, anche se difforme dalla verità cattolica, abbia uguale peso di un intervento pontificio. Si procede analogamente in campo ecumenico ed interreligioso, ritenendo che la voce di un rabbino o di un imam possa esprimere il pensiero di tutto il popolo ebraico o il mondo islamico, quando questi non hanno una "gerarchia", ma sono solo periti o dottori "privati" non essendo né sacerdoti né "Vescovi". Cosa è successo?

Dimenticando che Lumen gentium ha riaffermato che la Chiesa è il popolo di Dio gerarchicamente ordinato, si pratica una rimozione e una sorda opposizione al Magistero della Chiesa, costituito dall’inscindibile e necessario legame tra il Vescovo di una Chiesa particolare e il Supremo Pastore della Chiesa universale. Quasi possa essere concepibile una "responsabilità locale" non in stretta dipendenza e relazione teologica, e perciò giuridica, con il Supremo Pastore. Gli storici ritengono che tutto ciò sia incominciato nel 1968 con la contestazione all’enciclica di Paolo VI Humanae vitae.

Sebbene, grazie ai mass media, qualche spezzone – senza capo né coda – della parola del Papa arrivi a domicilio, i fedeli comuni hanno, tuttavia, il diritto di riceverla nella sua interezza da parte dei Pastori delle Chiese particolari e dei sacerdoti e laici loro collaboratori. Dagli Apostoli in poi, quel che ha fatto "funzionare" la Chiesa è stato l’assiduità all’insegnamento, una delle condizioni per diventare un cuor solo e un’anima sola.

E’ la traditio o trasmissione della fede che avviene massimamente nella catechesi e nella liturgia, in specie nelle omelie. Senza tradizione della fede non c’è ricezione da parte dei fedeli. Il paradosso a cui si è giunti è che si parla tanto di ricezione dei documenti ecumenici, ma nello stesso tempo si mette il silenziatore o peggio si censura il magistero petrino.

Giova sempre ricordare che il magistero del Vescovo è autentico solo se è in comunione effettiva (ed affettiva) con quello del Papa. A cinque anni dal Concilio, l’8 dicembre 1970, Paolo VI mise in guardia da "una tendenza a ricostruire, partendo dai dati psicologici e sociologici, un Cristianesimo avulso dalla tradizione ininterrotta che lo ricollega alla fede degli Apostoli, e ad esaltare una vita cristiana priva di elementi religiosi".Un tale fenomeno produce divisioni e contrapposizioni nella Chiesa. Forse i cattolici sono stati contagiati dall’autocefalia ortodossa e dal libero arbitrio protestante? Si è dato a credere che esista, come in politica, una diarchia o triarchia tra Roma, Costantinopoli e Mosca? Ma questo non ha nulla a che fare con i principi cattolici dell’ecumenismo enunciati dal Vaticano II.

Che dal mondo si debba attaccare la Chiesa, è fisiologico, ma che debba avvenire dall’interno, è preoccupante. Ciò infatti condiziona, almeno da un punto di vista umano, l’efficacia dell’evangelizzazione. Non di rado i fedeli quando ascoltano un sacerdote o un Vescovo predicare in modo difforme dal Papa, avvertono la confusione che ciò genera e domandano l’uniformità dell’insegnamento!

E’ una opposizione e talora un disprezzo per la Chiesa odierna in nome di quella futura, una ermeneutica che va sempre un Papa indietro: si esalta oggi Giovanni Paolo II da parte di chi lo ha bollato come reazionario e conservatore mente era in vita. La disobbedienza è un peccato da confessare, anche perché finisce per causare nei fedeli l’indifferenza verso il Magistero, oltre alla confusione e al disorientamento. Solo il Magistero vivente, del Papa e dei Vescovi in comunione con Lui – sottolineiamo "in comunione con Lui"– costituisce l’orientamento sicuro della barca della Chiesa anche nel nostro tempo, al fine di aiutare a formare il giudizio di fede e di morale, per scegliere il bene e rifiutare il male alla luce della verità di Cristo. Lui ha affidato a Pietro "le mie pecore", cioè tutte. Questa è l’ermeneutica cattolica.
(Agenzia Fides 22/1/2009)

14 commenti:

  1. Questo articolo andrebbe scolpito a caratteri d'oro nei nostri cuori e ripetuto quasi come una preghiera!

    Il fondamento dei problemi che oggi sono preponderanti è questo, registrato così magistralmente da Don Bux. Che Dio lo Benedica.

    Ho quasi la tentazione di dire che ho precorso il Vescovo Benemerito di cui sopra.

    Avete letto spesso dalle mie righe quanto detto ed espresso da Don Bux, perchè è constatabile concretamente.

    Il Santo Padre, come figura e come "Pietra Istituita da Cristo in Persona", è IGNORATO. Oppure è considerato UNA OPINIONE. Che si può condividere o meno.

    Questo, E SOLO QUESTO, è il problema principale, determinante, tutto il crollo dell' Edificio!

    Il lascito di questa ERESIA TERRIBILE forse arriva da Oriente... Ma non è importante la provenienza. Importante è la PERMANENZA di questo gravissimo problema.

    Cito dall'Articolo:

    "Non di rado i fedeli quando ascoltano un sacerdote o un Vescovo predicare in modo difforme dal Papa, avvertono la confusione che ciò genera e domandano l’uniformità dell’insegnamento!"

    ESATTO! Finchè non ci sarà l'UNITA' dell'Insegnamento nella COERENZA DELLA TRADIZIONE, vi sarà quello che anche Don Bux evidenzia: DIVISIONE SEMPRE PIU' GRAVE.

    E infatti: "E’ una opposizione e talora un disprezzo per la Chiesa odierna in nome di quella futura, una ermeneutica che va sempre un Papa indietro: si esalta oggi Giovanni Paolo II da parte di chi lo ha bollato come reazionario e conservatore mente era in vita."

    Come non vedere in modo chiaro queste parole?

    Ma la domanda è: il rimedio?

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  2. E’ una opposizione e talora un disprezzo per la Chiesa odierna in nome di quella futura, una ermeneutica che va sempre un Papa indietro: si esalta oggi Giovanni Paolo II da parte di chi lo ha bollato come reazionario e conservatore mente era in vita.

    mi sembra anche l'opposizione alla chiesa passata, come se non fosse mai esistita o piuttosto come fosse tutta da 'rifondare'

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  3. Cito dall'Articolo:

    "Non di rado i fedeli quando ascoltano un sacerdote o un Vescovo predicare in modo difforme dal Papa, avvertono la confusione che ciò genera e domandano l’uniformità dell’insegnamento!"


    ********

    caro Stephanos io aggiungo:
    Non domandiamo, MA CHIEDIAMO E VOGLIAMO!!!!^__^

    le parole di don Bux e di don Vitiello mi rammentano santa Caterina da Siena che quando scriveva a Papi e Vescovi iniziava le sue Lettere accorate con queste parole:
    "Io, Caterina, serva e schiava dei sevi di Cristo, per amore del Cristo dolce: VOGLIO...."
    e via giù a chiedere chiarimenti sulla sana Dottrina ^___^

    Questa è la vera Comunione dei Santi....

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  4. In non poche Lettere pastorali non si cita più il Papa quale termine di paragone dell’autenticità e garante della cattolicità dell’insegnamento episcopale, ma il Cardinale o il teologo, il laico, magari non credente, o il monaco di grido del momento, ritenendoli interpreti autorizzati dell’insegnamento ufficiale della Chiesa.

    ultimamente mi ha molto meravigliato la pluricitazione, sull'Osservatore Romano, di Enzo Bianchi, per esempio.
    E' molto gettonato anche da molti progressisti che si scambiano i suoi articoli come testi preziosi (così come noi facciamo con quelli di Mons. Bux ad esempio). Io ho provato a criticare alcune cose con miei amici entusiasti (lo sono anche di Martini ad esempio)... figutatevi con quale risultato ;)

    I cattivi maestri pullulano, ma sono anche in molti a prediligerli...

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  5. Il problema,
    per niente risolto, sia qui che altrove è il seguente:

    CHE COSA DEVE FARE
    una piccola pecora, che non ha nessun potere di dire:
    VOGLIO SAPERE E CAPIRE,
    quando viene catturata e trascinata
    A FORZA O CON L'INGANNO (CNC)
    O CON LE MINACCE
    O CON UMILIANTI FUSTIGAZIONI VERBALI pronunciate dall'altare (!)
    (=rifiuto esplicito - gridato
    nell'omelia - del Motu Proprio)

    non ai pascoli erbosi e ad acque tranquille,
    ma al regno della Menzogna e
    della confusione
    da pastori (preti e prelati)
    che, come lupi in veste di agnelli
    SI OPPONGONO FIERAMENTE E TENACEMENTE E SPREZZANTEMENTE
    (SORRIDENDO PERO'...)
    ALLA VOLONTA' DEL PAPA,

    erigendo un muro di granito
    (testimoniabile dai fedeli
    della mia diocesi, e pressochè tutta la mia regione)
    usando il loro potere per condurre
    il popolo di Dio dove essi vogliono,
    non dove il Papa, Vicario di Cristo
    vuole?

    Come farebbe oggi
    Santa Caterina, al posto di quelle
    piccole pecore,
    a dire
    VOGLIO ?

    PS
    Spero, dalla Carità di Cristo,
    che passa attraverso voi tutti,
    che la mia domanda, che rivolgo
    da mesi sui blog cattolici,
    possa trovare qui una risposta
    esauriente e REALISTICA.

    Ovviamente il mio cuore
    è esacerbato dalla realtà vissuta
    che cozza pesantemente con
    l'esortazione a
    ("collaborare" col Papa!)

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  6. Sì come fa una pecorella dire "voglio" quando si fa rapidamente zittire, se non schiacciare, sputacchiare, da chi la guarda dall`alto del suo "io so", "è giusto così", del suo orgoglioso disprezzo ?
    Non ho mai sentito un sacerdote fare riferimento al Papa se non quando è uscito il Summorum Pontificum, mai una parola sulle sue encicliche, mai un riferimento alle sue pur profonde omelie o parole dette all`Angelus, MAI !
    Mai ho sentito un sacerdote fare riferimento alla Sacramentum Caritatis e del resto perchè stupirsi, mi dovrei piuttosto domandare se i sacerdoti l`hanno letta!

    Sì Roma sembra molto distante per una piccola pecora e lo è ancor più a causa dei pastori che vorrebbero portarla su prati ancor più lontani, prati da dove il Pastore Universale è invisibile o peggio ancora ridiviene visibile solo se e quando bisogna criticarlo o contestarlo .

    Come può una pecorella farsi sentire?

    C`è chi è andato nel gregge della FFSPX, chi ha sopportato impotente le derive progressiste, l`anarchia, la disobbedienza organizzata, chi ha abbandonato il gregge, chi ha resistito e lottato per restare fedele a Pietro, alla Tradizione, alla Liturgia.
    Sì nella Chiesa "regna" il disordine, la divisione, la confusione.
    Oggi più che mai risuonano le parole del cardinale Ratzinger alla Via Crucis del 2005.

    Eppure c`è chi ancora oggi parla della primavera della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II.
    Malgrado i seminari vuoti, malgrado le chiese vuote, malgrado che i seminari pieni siano quelli legati alla Tradizione.
    A me sembra piuttosto che all`autunno è subentrato l`inverno, un inverno gelido per molti piccoli.
    L`estate è stato come un fuoco impetuoso che con la pretesa di purificare, bruciare il vecchio legno della vecchia Barca per ricostruire una nuova Barca, ha provocato solo danni immensi.
    Il Successore di Pietro, oggi constata i danni, cerca di ripararli, sceglie talvolta il male minore .
    È prevedibile che la Barca di Pietro sarà nei prossimi giorni sottomessa ad una bufera, venti esterni e interni.

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  7. Rileggendomi mi rendo conto che ho detto che i sacerdoti avrebbero menzionato il Papa quando è uscito il Motu Proprio ma in realtà non è vero, devo correggermi, anche in quella occasione ha regnato il silenzio.
    Si è fatto finta di niente!
    Mi ricordo che nel luglio 2007 avevo chiesto attorno a me ,ai mei amici: il vostro sacerdote ha parlato del Motu Proprio?
    Risposte eloquenti, o il sacerdote non ne aveva parlato o l`aveva menzionato facendo ben capire che lui si sarebbe opposto o che quel documento non riguardava la sua parrocchia!

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  8. Che fare?

    Bella domanda.

    Da parte nostra è un problema di non poco conto! In Scienza e Coscienza (come recita il Diritto Canonico), dobbiamo rimanere Fedeli alla Dottrina di SEMPRE. Nel dubbio, operare COME SI E' SEMPRE OPERATO. Senza sovvertimenti.

    Ma in questa fedeltà, non possiamo chiudere gli occhi a ciò che ci circonda!

    La nostra fedeltà si deve fondare su Pietro. Sulla Tradizione Viva. Sul Magistero DI SEMPRE.

    Ora: nella mia nuova parrocchia, ad esempio, tutto questo NON ESISTE.
    Vi sono le "Comunità Nc", vi sono i "movimenti", vi è il Parroco che ha istituito la "diaconessa" o la "preta" che "supplisce" al celebrante: legge il Vangelo, accede al Tabernacolo, distribuisce la Comunione, ecc, ecc, ecc...

    Non vi nego che mi sento in DIASPORA. Che fare, anche in questo caso? Chiedere ragione? Obiettare? Chiedere la fine di questi scempi?
    E' difficile, obiettivamente, in una Parrocchia totalmente FUORI dalla Comunione della Fede come quella in cui sono capitato...Dopo essere uscito dal CnC per Obbedire al PAPA!

    Allora viene da andarsene! Ma DOVE? Mi faccio decine e decine di chilometri per Partecipare ATTIVAMENTE al Sacrosanto Rito di San Pio V! Il Papa vuole che nella sua Diocesi, esempio per tutte, in OGNI PARROCCHIA venga stabilmente Officiato il Rito Gregoriano. Risposta: A ROMA CE NE SARANNO SI E NO 2 (DICASI DUE!) che mettono in pratica la Volontà del PAPA (non di un monsignore, ma del PAPA!). Due parrocchie, una Parrocchia Personale (Trintà dei Pellegrini), Chiese rettorie e Basiliche minori sparse qua e là...

    Ma c'è anche da dire una cosa: stavamo molto peggio di così...IL CHE E' TUTTO DIRE!

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  9. Vi sono le "Comunità Nc", vi sono i "movimenti", vi è il Parroco che ha istituito la "diaconessa" o la "preta" che "supplisce" al celebrante: legge il Vangelo, accede al Tabernacolo, distribuisce la Comunione, ecc, ecc, ecc...

    La pretessa che legge il Vangelo???

    Ma se i fedeli accettano è anche perchè l`ignoranza è gigantesca, monumentale, la passività mostruosa o al contrario è la manifestazione estrema di come la participatio actuosa secundum CVII è stata recepita
    E il prete ? Preferisco tacere .
    E il vescovo? Qui ho meno voglia di tacere, perchè senza dubbio SA e TACE!

    !

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  10. vi è il Parroco che ha istituito la "diaconessa" o la "preta" che "supplisce" al celebrante: legge il Vangelo, accede al Tabernacolo, distribuisce la Comunione, ecc, ecc, ecc...

    ----

    E proprio qui sta forse per molti nella Santa Sede e tra le pecorelle l'appeal dei movimenti, cammini & Co, in cui queste cose non succedono. Ne succedono altre, naturalmente.

    RispondiElimina
  11. mic ha detto...


    I cattivi maestri pullulano, ma sono anche in molti a prediligerli...

    ****************

    Non ti meravigliare ^___^
    ai tempi i sant'Agostino quando appunto si prediligevano i sermoni degli eretici, Agostino potè dare in tal senso il meglio della sua conversione e della sua apologetica ^__^
    E nonostante la sua battaglia (insieme a sant'Ilario a san Gerolamo, sant'Athanasius, san Cirillo, ecc...), come ben sappiamo, gli ariani riuscirono ad infettare TUTTA LA CHIESA sia ad Oriente quanto ad Occidente, resistendo per circa 300 anni....
    Ario, sacerdote, come vediamo ha avuto lo stesso "successo" di questi Padri della Chiesa, ma lui appunto non ci è diventato ^__^
    Ricordiamo Ario si, ma in che modo?
    Ricordiamo i Padri, ma in quale modo?
    ^__^

    Idem dicasi per Lutero, Calvino, Zwuingli...nei confronti di un san Francesco, san Domenico, santa Caterina, san Tommaso, san Francesco di Sales di cui ogi ricorre la Memoria Liturgica.....san Carlo Borromeo, un grande del Concilio di Trento...san Bellarmino....^__^

    Come vediamo la storia della Chiesa ci aiuta molto a capire come essa avanzi fra mille difficoltà , NELLA ZIZZANIA....ma dalla quale emergono sempre i fiori più profumati ^__^

    "è necessario che lo scandalo avvenga" dice Gesù....
    ergo, scandalizziamoci pure perchè è giusto che i "piccoli" si rendano conto che in mezzo al grano buono regna la zizzania che non possiamo tagliare, ma possiamo far riconoscere....in quale modo?
    Bè il testo riportato a capo di questo Thread ce lo dice chiaramente:

    E’ una opposizione e talora un disprezzo per la Chiesa odierna in nome di quella futura, una ermeneutica che va sempre un Papa indietro: si esalta oggi Giovanni Paolo II da parte di chi lo ha bollato come reazionario e conservatore mente era in vita.

    In non poche Lettere pastorali non si cita più il Papa quale termine di paragone dell’autenticità e garante della cattolicità dell’insegnamento episcopale, ma il Cardinale o il teologo, il laico, magari non credente, o il monaco di grido del momento, ritenendoli interpreti autorizzati dell’insegnamento ufficiale della Chiesa.

    ************

    ergo, IMPARANDO A FARE DISCERNIMENTO e seguire i veri APOSTOLI della Chiesa di Cristo che sono il Papa e i Vescovi, ma SOLO QUELLI IN COMUNIONE DOTTRINALE CON LUI, che applicano le sue direttive e non quelli che usano il proprio ruolo di potere per fare delle proprie Diocesi dei piccoli regni del FAI DA TE....a seconda delle proprie interpretazioni....

    ^__^

    RispondiElimina
  12. ergo, IMPARANDO A FARE DISCERNIMENTO e seguire i veri APOSTOLI della Chiesa di Cristo che sono il Papa e i Vescovi, ma SOLO QUELLI IN COMUNIONE DOTTRINALE CON LUI, che applicano le sue direttive e non quelli che usano il proprio ruolo di potere per fare delle proprie Diocesi dei piccoli regni del FAI DA TE....a seconda delle proprie interpretazioni....

    quoto... e dove non ci sono, seguire S. Vincenzo da Lerino, cioè il Magistero di sempre. La Chiesa è ricca di tesori di insegnamento e di profonda spiritualità, scaturiti da rapporti vivi e profondi con IL VIVENTE, il cui vero aggiornamento consiste nel conoscerli e metterli in pratica, non a rimaneggiarli ad uso e consumo delle proprie visioni antropologiche e pseudo-spirituali!!

    RispondiElimina
  13. Mic....dagli tu il posto che merita...^__^


    ORA E' UFFICIALE


    # COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

    Il Santo Padre, dopo un processo di dialogo tra la Sede Apostolica e la Fraternità Sacerdotale San Pio X, rappresentata dal suo Superiore Generale, S.E. Mons. Bernard Fellay, ha accolto la richiesta formulata nuovamente da detto Presule, con lettera del 15 dicembre 2008, anche a nome degli altri tre Vescovi della Fraternità, S.E. Mons. Bernard Tissier de Mallerais, S.E. Mons. Richard Williamson e S.E. Mons. Alfonso del Gallareta, di rimettere la scomunica in cui erano incorsi vent’anni fa.

    A causa, infatti, delle consacrazioni episcopali fatte, in data 30 giugno 1988, da S.E. Mons. Marcel Lefebvre, senza mandato pontificio, i menzionati quattro Presuli erano incorsi nella scomunica latae sententiae, dichiarata formalmente dalla Congregazione per i Vescovi in data 1° luglio 1988.

    S.E. Mons. Bernard Fellay, nella citata missiva, manifestava chiaramente al Santo Padre che: "siamo sempre fermamente determinati nella volontà di rimanere cattolici e di mettere tutte le nostre forze al servizio della Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo, che è la Chiesa cattolica romana. Noi accettiamo i suoi insegnamenti con animo filiale. Noi crediamo fermamente al Primato di Pietro e alle sue prerogative, e per questo ci fa tanto soffrire l’attuale situazione".

    Sua Santità Benedetto XVI, che ha seguito fin dall’inizio questo processo, ha cercato sempre di ricomporre la frattura con la Fraternità, anche incontrando personalmente S.E. Mons. Bernard Fellay, il 29 agosto 2005. In quell’occasione, il Sommo Pontefice ha manifestato la volontà di procedere per gradi e in tempi ragionevoli in tale cammino ed ora, benignamente, con sollecitudine pastorale e paterna misericordia, mediante Decreto della Congregazione per i Vescovi del 21 gennaio 2009, rimette la scomunica che gravava sui menzionati Presuli. Il Santo Padre è stato ispirato in questa decisione dall’auspicio che si giunga al più presto alla completa riconciliazione e alla piena comunione.

    [00146-01.02] [Testo originale: Italiano]

    #
    DECRETO DELLA CONGREGAZIONE PER I VESCOVI

    Con lettera del 15 dicembre 2008 indirizzata a Sua Em.za il Sig. Cardinale Dario Castrillón Hoyos, Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, Mons. Bernard Fellay, anche a nome degli altri tre Vescovi consacrati il giorno 30 giugno 1988, sollecitava nuovamente la rimozione della scomunica latae sententiae formalmente dichiarata con Decreto del Prefetto di questa Congregazione per i Vescovi in data 1° luglio 1988. Nella menzionata lettera, Mons. Fellay afferma, tra l'altro: "Siamo sempre fermamente determinati nella volontà di rimanere cattolici e di mettere tutte le nostre forze al servizio della Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo, che è la Chiesa cattolica romana. Noi accettiamo i suoi insegnamenti con animo filiale. Noi crediamo fermamente al Primato di Pietro e alle sue prerogative, e per questo ci fa tanto soffrire l'attuale situazione".

    Sua Santità Benedetto XVI - paternamente sensibile al disagio spirituale manifestato dagli interessati a causa della sanzione di scomunica e fiducioso nell'impegno da loro espresso nella citata lettera di non risparmiare alcuno sforzo per approfondire nei necessari colloqui con le Autorità della Santa Sede le questioni ancora aperte, così da poter giungere presto a una piena e soddisfacente soluzione del problema posto in origine - ha deciso di riconsiderare la situazione canonica dei Vescovi Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta sorta con la loro consacrazione episcopale.

    Con questo atto si desidera consolidare le reciproche relazioni di fiducia e intensificare e dare stabilità ai rapporti della Fraternità San Pio X con questa Sede Apostolica. Questo dono di pace, al termine delle celebrazioni natalizie, vuol essere anche un segno per promuovere l'unità nella carità della Chiesa universale e arrivare a togliere lo scandalo della divisione.

    Si auspica che questo passo sia seguito dalla sollecita realizzazione della piena comunione con la Chiesa di tutta la Fraternità San Pio X, testimoniando così vera fedeltà e vero riconoscimento del Magistero e dell'autorità del Papa con la prova dell'unità visibile.

    In base alle facoltà espressamente concessemi dal Santo Padre Benedetto XVI, in virtù del presente Decreto, rimetto ai Vescovi Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta la censura di scomunica latae sententiae dichiarata da questa Congregazione il 1° luglio 1988, mentre dichiaro privo di effetti giuridici, a partire dall'odierna data, il Decreto a quel tempo emanato.

    Roma, dalla Congregazione per i Vescovi, 21 gennaio 2009.

    Card. Giovanni Battista Re

    Prefetto della Congregazione per i Vescovi

    [00145-01.02] [Testo originale: Italiano]


    Grazie Santo Padre.....

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  14. Carissimi,
    credo che oltre a riprendere in mano il S. Rosario per ringraziare il Signore del miracolo della remissione della scomunica, pari solo a quello del Motu proprio, dovremo alzare al cielo molte ferventi preghiere...

    Infatti, nella situazione in cui versa la Chiesa (e il mondo, forse abche di conseguenza), mentre entrambi sono da considerarsi interventi potenti della Provvidenza che si è servita alla grande del nostro Papa, le difficoltà non sono finite, anzi forse quelle più serie cominciano ora:

    1. secondo voi da cosa sono determinati gli attacchi diretti alla persona di Benedetto XVI - ed alla Chiesa cattolica che egli rappresenta - da parte dei potentati ebraici di questi ultimi tempi? Questo è un dato da non sottovalutare, perché non a caso si parla di 'potentati'

    2. la stessa potenza ce l'ha la Chiesa neocatecumenale, che ora non può più accanirsi, disprezzandoli, verso i seguaci di Mons. Lefebvre (che il Signore lo abbia in gloria) trinciandoli come scismatici, perché tali più non sono neppure de iure se già non lo erano di fatto

    3. vi chiedete come mai in Israele, mentre i francescani di Terra Santa incontrano ogni giorno difficoltà arrivate per alcuni perfino al ritiro dei passaporti e la Chiesa ha ancora serie difficoltà a far applicare il Trattato Fondamentale, che sancisce i suoi diritti e i riconoscimenti ufficiali delle proprietà conservate nei secoli nella Terra Santa, i neocatecumenali possano costruire una seconda Domus a Gerusalemme, come rivelato da Kiko?

    4. E se in nostri fratelli lefebvriani non sono scismatici ma anzi perfettamente cattolici, pur con qualche (motivato) irrigidimento, che dovrà trovare adeguate soluzioni, i neocat dovrebbero davvero chiedersi in cosa consiste il loro cattolicesimo, dal momento che l'unica cosa che hanno con loro in comune sono le famiglie numerose...

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