martedì 24 febbraio 2009

Pecore e pastori: un libro contro i luoghi comuni

Il Cardinale Biffi si chiede perché l’ortodossia fa più notizia dell’eresia
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di Antonio Gaspari

ROMA, martedì, 24 febbraio 2009 (ZENIT.org). Chi è il cattolico adulto? Qual è il compito dei pastori? Chi sono e quale ruolo svolgono i componenti del gregge? Perché non ci sono donne sacerdote? Perché la Chiesa ha un solo capo? E perché gli si deve obbedienza? A queste ed altre domande risponde il Cardinale Giacomo Biffi con il libro “Pecore e pastori. Riflessioni sul gregge di Cristo”, pubblicato dalla Cantagalli (256 pagine, 13,80 Euro).

Il libro, il cui titolo sembrerebbe destinato solo al clero, è anche una schietta e brillante riflessione sui fondamenti e sui compiti della Chiesa, su quel popolo di Dio che il porporato indica come “gregge di Cristo”. Scrive l’Arcivescovo emerito di Bologna: “Una delle cose che mi impressionano di più è che al giorno d’oggi non è più l’eresia, ma è l’ortodossia a fare notizia”, ed in questo libro il Cardinale Biffi parla chiaro, sgonfia i luoghi comuni, cancella i sofismi ed i condizionamenti del “politically correct”. Circa l’accondiscendenza con cui alcuni si piegano ai condizionamenti del “politically correct” il Cardinale Biffi sostiene: “Talvolta in qualche settore del mondo cattolico si giunge persino a pensare che debba essere la divina Rivelazione ad adattarsi alla mentalità corrente per riuscire ‘credibile’, e non piuttosto che si debba ‘convertire’ la mentalità corrente alla luce che ci è data dall’alto. Eppure si dovrebbe riflettere sul fatto che ‘conversione’ non ‘adattamento’ è parola evangelica”. Del resto, continua il porporato, “la prima frase che Gesù pronuncia inaugurando il suo apostolato non è: ‘Il mondo va bene così come va; adattatevi al mondo e siate credibili alle orecchie di chi non crede’ ma è: ‘Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”. Sul ruolo del pastore l’Arcivescovo emerito di Bologna rileva che “tra i gravi problemi della cristianità non c' è solo la scarsità dei pastori, c' è anche la difficoltà dei cristiani a riconoscersi evangelicamente pecore” e aggiunge “il pastore condivide la vita del gregge”, ma ne è soprattutto “il capo e il condottiero”, perché i sacerdoti “non devono seguire le pecore nei loro sbandamenti, ma guidarle con mano ferma”. E pazienza se questa autorità “sarà vista ovviamente come un’autorità che si fonda su sé stessa, e sarà classificata come antidemocratica”.

A proposito di coloro che si sono autodefiniti “cattolici adulti” scrive il porporato: “Se qualcuno manifesta ad alta voce di voler essere considerato ‘adulto’ nella Chiesa, l’intenzione ci sembra legittima e persino encomiabile, purché egli rimanga convinto che, secondo il Vangelo, chi dentro di sé non diventa come un bambino non entrerà nel Regno dei cieli”.

In un capitoletto titolato “Ladri e Lupi” il Cardinale Biffi scrive: “Gesù ci mette in guardia da una visione troppo idilliaca, da un’idea arcaicamente serena della vita pastorale, e ci ricorda che esistono, e sono sempre attive, le forze del male”. “Le sue pecore – continua l’Arcivescovo emerito di Bologna – non devono dimenticare che esistono i ladri ed esistono i lupi. Anzi ci dice senza mezzi termini che il suo gregge vive in mezzo ai lupi i quali tentano sempre di rapire e disperdere gli agnelli di Dio”. “Questi lupi non sono solo esterni al gregge – precisa il porporato –. Si possono trovare anche tra noi in veste di pecore. A questo proposito san Paolo non esita a parlare in termini espliciti di falsi apostoli, lavoratori fraudolenti che si mascherano da apostoli di Cristo” e aggiunge: “Ciò non fa meraviglia, perché anche Satana si maschera da angelo di luce”.

Su coloro che sparlano della Chiesa, Biffi afferma: “E’ psicologicamente impossibile continuare ad amare una donna, quando se ne vede e se ne sottolinea solo la bruttezza, la meschinità, la natura malvagia. Un prete che si accanisce a parlar male della Chiesa – non diciamo a parlar male degli ‘uomini di chiesa’, che qualche volta è doveroso – farà molta fatica a restarle fedele”.

Il Cardinale che predicò gli Esercizi Spirituali quaresimali alla Curia romana e a Papa Benedetto XVI nel marzo del 2007 sostiene che “è in atto oggi una violenta e sistematica aggressione alla Chiesa, che si esprime e si rifinisce quotidianamente in qualche nuovo atto di ostilità; ed è stupefacente che la cristianità – almeno quella loquacior (quella che più parla e più fa parlare di sé) - non mostra di rendersene conto in misura adeguata”.

Forte è la Critica del cardinale Biffi nei confronti dell’invasione sessuale: “La nostra epoca – ha scritto il porporato - è dominata e afflitta da una specie di pansessualismo. Il sesso è continuamente chiamato in causa: non solo negli enunciati sociali e psicologici, non solo nelle molteplici espressioni di arte e di cultura, non solo negli spettacoli e negli intrattenimenti; persino nei messaggi pubblicitari non si può fare a meno di evocarlo e di alludervi”.“Abbiamo talvolta l’impressione di essere condizionati e intrigati da una misteriosa accolta di maniaci che impongono a tutti una loro degenerazione mentale – continua –. Sono gli stessi che non mancano mai di definire bigotti e bacchettoni quanti non si lasciano convincere dalle loro elevate argomentazioni”. “Bisogna che ci decidiamo – conclude il Cardinale Biffi – o stiamo col ‘mondo’ che ci intima di essere ‘politicamente corretti’, o, senza preoccuparci affatto di essere ‘politicamente corretti’, stiamo col nostro Maestro e Salvatore".
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16 commenti:

  1. ....io piazzo qui il contributo di Manuele e la mia risposta^___^

    Gentile Caterina,
    purtroppo non ho avuto tempo di aggiornare alcuni miei commenti perchè trovandomi spesso sul lavoro, non riesco a tenere il ritmo con i repentini cambiamenti dei testi che fate sul Blog.
    Prima di fare altre considerazioni condivisibili, mi si passi una critica circa il thread in cui si parla di bambini all'interno del Cammino.
    Quando non si tratta di violenze, non è accettabile che altri vengano ad insegnare ai genitori cristiani, il mestiere dell'educatore verso i propri figli.
    Ciò che vorrei sottolineare è la delicatezza dell'argomento che non può essere trattato o come un errore, o come una violenza su dei bambini da parte dei genitori, occorre guardare al lato buono di tutta l'operazione.
    E' raro vedere oggi dei genitori che educano i propri figli a cercare Dio attraverso la Preghiera, i salmi, e all'appartenenza stessa di una comunità che comunque siano i pareri, è stata riconosciuta dal santo Padre, il Papa.
    Nella mia famiglia di figlio unico solo mia madre è stata praticante, ma in famiglia non facevamo di nulla e ne sento un pò la mancanza.
    Poi invece può accadere che i figli cresciuti nel Cammino, appena grandi, rigettino quanto hanno ricevuto fino ad uscire dalla chiesa, ma questi sono i rischi che corriamo tutti, non è necessario rinchiudere i motivi esclusivamente alle tattiche del Cammino per quanto giuste o sbagliate che vogliate esse siano.

    Oggi è Quaresima, un tempo di riflessione, di penitenza, di conversione, ma anche di misericordia, guardare a Dio come ci ha salvati uno ad uno e credere come ci crede il Papa che lo Spirito Santo operi anche nel Cammino, magari in una forma diversa, ma che quando sarà aggiustata e riportata alle sue giuste dimensioni, risulterà essere una delle tante vie sulle quali il Signore si è messo in moto per venirci incontro, ripescarci e salvarci.

    Vi ringrazio per il testo sull'altare, sulla croce e sull'inginocchiatoio, lo farò leggere in parrocchia e se riesco anche tra i fratelli e le sorelle della comunità.

    Se posso dire anche due righe sullo scisma lefevriano, esse si collegano con il libro del cardinale Biffi su "Pecore e Pastori", è un bellissimo libro che andrò subito ad acquistare per leggerlo in questa Quaresima.
    Lo scisma lefevriano ci fa comprendere che qualcosa è andata storta circa le interpretazioni del Concilio, tu stessa Caterina hai fatto notare che il papa nel motu proprio sulla Messa ha di fatto dato ragione alla resistenza del vescovo Lefevre nel difendere la Messa detta antica, altrimenti non l'avrebbe liberata dicendo che fu un abuso grave l'averla proibita.
    Io credo che i lefevriani potranno ripartire da qui, ma anche tutti noi, ripartire con il papa da quello che ci sta insegnando a fare, del resto non vedo altre vie di uscita da questa profonda crisi che colpisce e ferisce tutti.
    Una buona Quaresima a te e a tutti i fratelli e le sorelle del Blog.

    La pace di Cristo, Manuele

    ***************************

    Caro Manuele....intanto BUONA QUARESIMA A TE E A TUTTI....^__^
    essendo impegnata sulla gestione del forum dedicato a Madre Lalìa...ho diradato anch'io la mia presenza sul blog...^__^
    Poi essendo in Quaresima, diraderò personalmente la mia presenza dalle varie discussioni... per potermi dedcare di più alla CONTEMPLATIO squisitamente domenicana ^__^

    Dunque riguardo al thread sui bambini preferisco non commentare, non conoscendo la pratica, nè avendo conosciuto persone del CN che me ne abbiano potuto parlare...tuttavia condivido il tuo stato d'animo in qualità di genitore...personalmente non consentirei delle critiche sull'educazione RELIGIOSA da me data a loro se non in tema DOTTRINALE e da persone competenti....^__^
    un esempio?
    Ho la grazia di avere da 20 anni dei sacerdoti spirituali, i Confessori, anche di diversi Ordini...a loro ho sempre rimesso ogni giudizio sul mio operato...da loro i consigli ed anche qualche rimprovero ^__^, anche non poche penitenze...e concordo con te: anche i miei figli potrbbero allontanarsi dalla Chiesa, ma appunto non potrei sentirmene in colpa....in colpa dobbiamo sentirci se non avremo dato nulla di religioso ai figli che Dio ci ha donato....
    ergo è meglio trattare l'argomento bambini CON DEGLI ESPERTI SACERDOTI, non laici....^__^

    Riguardo alla FSSPX mons. Lefebvre ha commesso diversi errori primo fra tutti l'aver perso la fiducia...questa revoca ha ridato a tutti la speranza e la fiducia perduta....ora si potrà davvero lavorare INSIEME....
    NON ci sono errori dottrinali con la FSSPX MA DI INTERPRETAZIONE dei tesi conciliari....ergo è un problema spinoso e lungo, ma sicuramente di risoluzione...

    Ed infine il grande capolavoro del card. Biffi
    ^__^
    PECORE E PASTORI....
    il libro è uscito in verità a NOVEMBRE...io l'ho già regalato per Natale....e l'ho letto ue volte, è un tascabile praico e di facilelettura...^__^

    ora sarò un pò lunga, ma abbiate la pazienza di leggere fino in fondo^__^

    in una intervista a la croix del 26 gennaio scorso,lo storico emile poulat diceva a proposito delle vocazioni al sacerdozio:

    È il problema dei progressisti cristiani: non hanno posterità. Questo cattolicesimo militante, fondato sulla promozione del laicato, non si è preoccupato della promozione del clero,si è quindi condannato a deperire.
    http://www.dici.org/accueil.php



    Parlando con delle persone qualche anno fa, quando con Giovanni Paolo II i Movimenti laicali videro il loro maggiore splendore, ma anche l'apice della loro confusione... .subito si attaccò Benedetto XVI per aver ridimensionato se non altro nel folclore...la vistosità goliadica di questi Movimenti....e cominciò, il Pontefice, ad indirizzare l'attenzione di tutta la Chiesa VERSO IL SACRO, LA LITURGIA, IL CLERO.....

    Non che Giovanni Paolo II li trascurò, ma diciamo a giustizia che Benedetto XVI esaltò questi ultimi fin dall'inizio del suo Ministero Petrino...ma non a discapito dei Movimenti, bensì A LORO CURA....

    Per molti anni è come se nella Chiesa la PAURA e i SENSI DI COLPA avessero prevalso spingendo i Movimenti a far vedere che la Chiesa ERA VIVA nonostante la moria del sacerdozio e lo svuotamento dei conventi e dei Monasteri nonchè dei Seminari....

    leggere anche qui
    http://www.oriensforum.com/index.php?topic=422.0

    C'è del vero in tutto questo:
    nella stessa tattica di Wojtyla di organizzare appuntamenti continui con i LAICI dando, i Media anche del Vaticano, il massimo risalto, e TACENDO spesso sulle poche attività con il Clero...ma Giovanni Paolo II di incontri con il Clero ne ebbe moltissimi...tuttavia risultò sempre spropositata l'attenzione fra gli uni e gl altri finendo per EQUIPARARE I LAICI CON I SACERDOTI provati già da una grave forma di eresia sprigionatasi negli anni '70 con la quale si intese porre sullo stesso piano il SACERDOZIO DEI FEDELI CON IL SACERDOZIO ORDINATO....

    Non a caso sempre l'allora Ratzinger (sarà sempre il solio caso? ) nel 2001 ad un Convegno presso l'Abbazia francese di Fontgobault:

    "Una parte non trascurabile di liturgisti cattolici sembra essere praticamente arrivata alla conclusione che occorre dare sostanzialmente ragione a Lutero contro Trento nel dibattito del XVI secolo; si può del pari ampiamente constatare la medesima posizione nelle discussioni post-conciliari sul sacerdozio".


    Così dice Pio XII a suo tempo ai Vescovi:

    “ E’ necessario, Venerabili Fratelli, spiegare chiaramente al vostro gregge come il fatto che i fedeli prendano parte al Sacrificio Eucaristico non significhi tuttavia che essi godano di poteri sacerdotali.”
    (Pio XII Enciclica, Mediator Dei )

    La Dottrina Cattolica insegna, dunque, che il prete possiede un vero sacerdozio che gli conferisce poteri che gli altri, laici, non hanno.
    La dottrina Protestante insegna che no, non esiste un sacerdozio al di fuori di quello che possiedono tutti i battezzati senza alcuna distinzione.


    Il pastore Luterano L.Reed, nell’applaudire la Riforma Liturgica cattolica della Messa degli anni Settanta, dice: “Riconoscendo il principio del sacerdozio comune a tutti i fedeli, si è fatto della Confessione un atto dell’assemblea e non soltanto del sacerdozio….”
    (La Liturgia Luterana, Luther D.Reed, pag. 257)


    non toccò gà a Wojtyla e poi a Benedetto XVI ripetere di frequente che la Lituriga PENITENZIALE COMUNITARIA non può e non deve sostituire la Confessione privata?
    ^__^
    Non si arrivò forse a denunciare che i Confessionali si erano svuotati a vantaggio delle "confessioni COMUNITARIE"?
    E non fu questo uno dei frutti ABBONDANTI di una falsa interpretazione dottrinale nata proprio all'interno dei Movimenti laicali?



    E’ infatti un altro errore quello di pensare che “Messa e Cena” abbiano un unico significato così da aver divulgato che dire “la Messa” o dire “Cena del Signore” sia la stessa cosa…

    NON è la stessa cosa
    : eliminare o sminuire il termine “Santa Messa” ha rimosso ciò che esso implica “la Presenza reale e la realtà di un Sacrificio – VIVO E SANTO – come si dice appunto nel Canone che si attua (in modo incruento) per mezzo del sacerdote, trasformando il tutto in una allegra combriccola di fedeli riuniti per un semplice “invito a Cena” seppur definita “santa”…. Santa si, ma privata della sua realtà sacrificale e della sua presenza Viva e vera.

    Infatti così diceva Lutero:
    “ Perciò la Messa non può e non deve chiamarsi né essere un sacrificio a motivo del sacramento, ma solo a motivo del cibo raccolto sulla mensa e delle preghiere dei fedeli con le quali Dio viene ringraziato e il cibo benedetto…”

    (Lutero, Sermone sul Nuovo Testamento, la Messa)

    Non si spiega forse così la rimozione della Croce dall'Altare e dell'Inginocchiatoio qui spiegato da Daniele in qualche Thread sotto...

    e non si spiega forse così il perchè NON piacciono affatto i cambiamenti di Benedetto XVI che sta apportnado al NOM e per i quali infatti NESSUN VESCOVO nè sacerdote nelle Parrocchie lo sa imitando?

    E come mai Giovanni Paolo II dovette dire queste cose?

    Il Popolo di Dio ha bisogno di vedere nei sacerdoti e nei diaconi un comportamento pieno di riverenza e di dignità, capace di aiutarlo a penetrare le cose invisibili, anche senza tante parole e spiegazioni. Nel Messale Romano, detto di San Pio V, come in diverse Liturgie orientali, vi sono bellissime preghiere con le quali il sacerdote esprime il più profondo senso di umiltà e di riverenza di fronte ai santi misteri: esse rivelano la sostanza stessa di qualsiasi Liturgia.

    LETTERA DI S. S. GIOVANNI PAOLO II
    ALLA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO
    E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI 21.9.2001


    ********



    e come mai nel 1983 Ratzinger dovette scrivere questa Lettera?

    Lettera "Sacerdotium ministeriale"
    Circa alcune questioni riguardanti il ministro dell'Eucaristia
    http://www.vatican.edu/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19830806_sacerdotium-ministeriale_it.html
    (vi prego leggetela e fatela conoscere, è stata postata in qualche thread più in fondo qui sul blog ^__^)

    vi si legge tra l'altro:

    2. Negli ultimi anni sono però cominciate a diffondersi delle opinioni, talvolta tradotte nella prassi, che negando il suddetto insegnamento ledono nell'intimo la vita della Chiesa. Tali opinioni, diffuse sotto forme e con argomentazioni diverse, cominciano ad attirare gli stessi fedeli, sia perché si afferma che godrebbero di un certo fondamento scientifico, sia perché vengono presentate come rispondenti alle necessità della cura pastorale delle comunità e della loro vita sacramentale.

    3. Pertanto questa sacra congregazione, mossa dal desiderio di offrire ai sacri pastori, in spirito di affetto collegiale, il proprio servizio, intende qui richiamare alcuni tra i punti essenziali della dottrina della Chiesa circa il ministro dell'eucaristia, trasmessi dalla viva tradizione ed espressi in precedenti documenti magisteriali (2).

    Presupponendo la visione integrale dei ministero sacerdotale presentata dal Concilio Ecumenico Vaticano II, essa giudica urgente, nella presente situazione, un intervento chiarificatore a proposito di questo particolare compito essenziale del sacerdote.

    2. Opinioni errate

    1. I fautori delle nuove opinioni affermano che ogni comunità cristiana, per il fatto stesso che si riunisce nel nome di Cristo e perciò beneficia della sua presenza indivisa (cfr. Mt 18,20), è dotata di tutti i poteri che il Signore ha voluto accordare alla sua Chiesa.
    Ritengono inoltre che la Chiesa è apostolica nel senso che tutti coloro che nel sacro battesimo sono stati lavati e incorporati ad essa e resi partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, sono realmente anche successori degli apostoli. Dal momento poi che negli apostoli è prefigurata la Chiesa intera, ne conseguirebbe che anche le parole dell'istituzione dell'eucaristia, dirette ad essi, sono destinate a tutti.

    2. Ne consegue anche che, per quanto necessario al buon ordine della Chiesa, il ministero dei vescovi e dei presbiteri non differirebbe dal sacerdozio comune dei fedeli quanto alla partecipazione al sacerdozio di Cristo in senso stretto, ma solo in ragione dell'esercizio. Il cosiddetto compito di moderare la comunità - che include anche quello di predicare e di presiedere alla sacra sinassi - sarebbe un semplice mandato conferito in vista del buon funzionamento della comunità stessa, ma non dovrebbe essere "sacramentalizzato". La chiamata a tale ministero non aggiungerebbe una nuova capacità "sacerdotale" in senso stretto - e per questo il più delle volte si evita lo stesso termine di "sacerdozio" -, né imprimerebbe un carattere che costituisca ontologicamente nella condizione di ministri, ma esprimerebbe soltanto davanti alla comunità che l'iniziale capacità conferita nel sacramento del battesimo diventa effettiva.


    *****************************

    No dico....ci rendiamo conto della gravità di queste parole scritte quale DOCUMENTO nel 1983?

    E' come un mosaico nel quale i pezzi si stanno ricomponendo e tutto sta diventando davvero più chiaro...e ci auguriamo che insieme alla chiarezza soprgiunga la CORREZIONE FRATERNA non solo misericordiosa, ma anche disciplinare a chi NON obbedisce più al Magistero....Vorrei sapere infatti quali e quanti Vescovi abbiano dal 1983 applicato questo Documento....

    Ottimo, dunque, eminenza..il suo libro su PECORE E PASTORI ^__^..cominciamo allora anche con l'applicare la disciplina, le punizioni evangeliche, e la remissione di certi mandati?

    Grazie a Dio noi (io) Laici non abbiamo questi "poteri", ma VOI SI....insegnateci a NON aver paura di noi stessi, insegnateci a NON temere di dire la VERITA'... insegnateci a non essere "politicamente corretti" seppur sempre con una dose di CARITA' E....PERFETTA LETIZIA tanto per rammentare il "poverello di Assisi...

    Altrimenti qui si corre il rischio di ascoltare sempre belle prediche, ma quanto ai fatti, non si vede nulla e NOI Laici abbiamo bisogno di TESTIMONIANZE....

    Fraternamente CaterinaLD
    e Santa Quaresima a tutti....
    vi h fatto fare un pò di penitenza leggendo fino in fondo, ma meditare e CONTEMPLARE sono doti del Cattolico...
    ^__^

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  2. Forse i termini biblici "pecore e pastori" hanno un po' perso la loro pregnanza (non per chi ha familiarità con la S. Scrittura, ma per i 'lontani') e quelli da sostituirvi sono "Guide" e "fedeli".

    S'intende che, come già intende l'autore, le guide sono i sacerdoti mentre i laici sono i fedeli cosa, come ben sappiamo, completamente estranea alla tipologia formativa del Cammino...

    pensate già nello 'spezzare' la parola 'fedele' quanto del vero annuncio viene dato: per essere 'fedeli' occorre prima adesione e acquisto di 'familiarità' famulis tuis e, poi, costanza, continuità, vita piena... e già nell'introdurre alla familiarità ci sono molte cose da dire su Chi è il Signore, sul Suo Amore, su cosa questa familiarità comporta: rapporto vivo, fluire della Grazia accolta e assimilata, trasformazione...

    Purtroppo queste meravigliose verità assimilate nella vita sacramentale della Chiesa, non sono quelle che insegna il Cammino, il cui kerygma (annuncio) consiste nel fatto che "siamo schiavi del peccato perché abbiamo paura della morte"!

    Dimenticando che è la morte che si è introdotta nella creazione a causa del peccato, il cui effetto devastante è il fatto che ci 'distacca' e allontana da Dio e dal Suo amore, mentre è il Sacrificio e la Risurrezione di Cristo che ha ricostituito questo rapporto vivo e vitalizzante? E nella Chiesa si parte proprio da tutto questo, conosciuto tutto e subito... le 'tappe' sono i gradi di approfondimento personale di questa meravigliosa realtà che 'accadono' vivendo la Fede, non tappe di conoscenza di stampo gnostico...

    I tempi e i modi sono diversi per ognuno e davvero sono affidati allo Spirito Santo e alla collaborazione personale con la Grazia santificante!

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  3. E' raro vedere oggi dei genitori che educano i propri figli a cercare Dio attraverso la Preghiera, i salmi, e all'appartenenza stessa di una comunità che comunque siano i pareri, è stata riconosciuta dal santo Padre, il Papa.

    Caro Manuele, è proprio questo il punto da cui non ci siamo lasciati tappare la bocca, perché convinti che di queste cose bisogna continuare a parlare, perché non in tutti alberga la tua consapevolezza, né dentro né fuori dal cammino...

    Riconosco anch'io la positività di questo dato che sottolinei; ma condividerai con me che è la 'obbligatorietà' la 'cogenza', in sostanza i metodi coercitivi, estremamente presenti del cammino che vengono criticati, i quali non fanno bene a nessuno, tanto meno se si tratta di bambini che vanno guidati ma non irreggimentati, come gli adulti del resto...

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  4. ALLEUJA.......QUALCOSA SI STA METTENDO IN MOTO....

    che abbiano letto in Vaticano il Pecore e Pastori di Biffi?
    ^__^

    mons. Ranjith parla della necessità di una "riforma della riforma".

    ed ha definito "audace e coraggiosa" la decisione di affrontare gli abusi liturgici che sono accaduti dopo la riforma del Concilio Vaticano II.

    http://www.rinascimentosacro.com/2009/02/rdr-mons-ranjith-parla-della-necessita.html


    SIAMO DUNQUE DEGLI AUDACI E CORAGGIOSI???
    ^__^

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  5. Oggi, scrive Ranjith, la Chiesa può guardarsi indietro e riconoscere le influenze che hanno distorto l’intento originario del Concilio. Quella ricognizione, dive, dovrebbe "aiutarci ad essere coraggiosi nel migliorare o cambiare quel che fu erroneamente introdotto e che appare incompatibile con la vera dignità della liturgia".
    Una "riforma della riforma" assolutamente indispensabile, osserva, dovrebbe essere ispirata "non solo da un desiderio di correggere errori del passato ma molto di più dall’esigenza di essere in sintonia con quello che la Liturgia nei fatti è e significa per noi e con quello che il Concilio stesso definì che fosse".


    da "Messainlatino.it"

    e non venissero a dire alcuni NC che queste sono parole PRIVATE...queste parole stanno spiegando la volontà di Beneetto XVI e stnno spiegando cosa sta facendo il Papa...QUESTO E' MAGISTERO ECCLESIALE....
    ^__^

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  6. Scrive l’Arcivescovo emerito di Bologna: “Una delle cose che mi impressionano di più è che al giorno d’oggi non è più l’eresia, ma è l’ortodossia a fare notizia”…

    In un capitoletto titolato “Ladri e Lupi” il Cardinale Biffi scrive: “Gesù ci mette in guardia da una visione troppo idilliaca, da un’idea arcaicamente serena della vita pastorale, e ci ricorda che esistono, e sono sempre attive, le forze del male”. “Le sue pecore – continua l’Arcivescovo emerito di Bologna – non devono dimenticare che esistono i ladri ed esistono i lupi. Anzi ci dice senza mezzi termini che il suo gregge vive in mezzo ai lupi i quali tentano sempre di rapire e disperdere gli agnelli di Dio”. “Questi lupi non sono solo esterni al gregge – precisa il porporato –. Si possono trovare anche tra noi in veste di pecore. A questo proposito san Paolo non esita a parlare in termini espliciti di falsi apostoli, lavoratori fraudolenti che si mascherano da apostoli di Cristo” e aggiunge: “Ciò non fa meraviglia, perché anche Satana si maschera da angelo di luce”.

    Per quanto mi riguarda è scandaloso che codesto cammino è stato approvato dalla chiesa. E dato che Kiko Arguello sostiene che il cammino da lui ideato, porterebbe avanti il cosi detto rinnovamento del Concilio Vaticano II, possiamo affermare che se la Chiesa per attuare questo rinnovamento ha bisogno di un cammino protestante e massonico-Ebraico, ciò significa che il Concilio ha fallito.
    Da quanto appena desunto ci si chiede, come si può accettare il CN come movimento Cattolico nonostante l’approvazione della Santa Sede?
    Come sia possibile che tutti i fedeli catecumeni e non possano accettare l’ approvazione ufficiale da parte della Gerarchia, di un simile statuto che recita, in riferimento all’ Orientamenti alle Èquipes di Catechisti (totalmente eretiche) e all’articolo 13 sull’Eucarestia ( totalmente BLASFEMO ) codeste affermazioni:

    Titolo I ( Natura e attuazione del Cammino Neocatecumenale )
    Art. 2 (Attuazione del Cammino Neocatecumenale)
    2º. secondo «le linee proposte dagli iniziatori», contenute nel presente Statuto e
    negli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti

    Capitolo II Catechesi iniziali Art. 9 (Kerigma e celebrazioni)
    Il Neocatecumenato comincia nella parrocchia, su invito del Parroco, con delle catechesi kerigmatiche,22 chiamate catechesi iniziali, contenute negli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti.

    Art. 10 (Nascita della comunità neocatecumenale)
    § 3.La comunità neocatecumenale è affidata alla cura pastorale del Parroco e del presbitero da lui incaricato (cfr. art. 27). Inoltre la comunità indica, mediante votazione, un responsabile laico e alcuni corresponsabili,31 che vengono confermati dal Parroco e dall’équipe dei catechisti. Essi collaborano con il Presbitero per assicurare che la comunità percorra l’itinerario del Cammino Neocatecumenale, secondo quanto stabilito nello Statuto e negli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti e per curare gli aspetti organizzativi.32

    Art. 11 (Celebrazione settimanale della Parola)
    § 1. Ciascuna comunità neocatecumenale settimanalmente ha una celebrazione della Parola di Dio,33 di norma con quattro letture,34 secondo i temi indicati dagli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti per ogni tappa.

    Art. 13 (Eucaristia)
    § 1. L’Eucaristia è essenziale al Neocatecumenato, in quanto catecumenato post-battesimale, vissuto in piccola comunità.47 L’Eucaristia infatti completa l’iniziazione cristiana.
    48
    § 2. I neocatecumeni celebrano l’Eucaristia domenicale nella piccola comunità, dopo i primi vespri della Domenica. Tale celebrazione ha luogo secondo le disposizioni del
    Vescovo diocesano. Le celebrazioni dell’Eucaristia delle comunità neocatecumenali al sabato sera fanno parte della pastorale liturgica domenicale della parrocchia e sono aperte anche ad altri fedeli.
    § 3. Nella celebrazione dell’Eucaristia nelle piccole comunità si seguono i libri liturgici approvati del Rito Romano, fatta eccezione per le concessioni esplicite della Santa Sede49. Per quanto concerne la distribuzione della Santa Comunione sotto le due specie, i neocatecumeni la ricevono in piedi, restando al proprio posto.
    § 4. La celebrazione dell’Eucaristia nella piccola comunità è preparata sotto la guida
    del Presbitero, da un gruppo della comunità neocatecumenale, a turno, che prepara brevi monizioni alle letture, sceglie i canti, provvede il pane, il vino, i fiori, e cura il decoro e la dignità dei segni liturgici.

    Art. 16 [L’esperienza della koinonia e i frutti della comunità)
    § 1. Nella misura in cui i neocatecumeni crescono nella fede, cominciano a manifestarsi i segni della koinonia: il non giudicare, la non resistenza al malvagio, il perdono e l’amore al nemico.57 La koinonia si visibilizza anche nel soccorso ai bisognosi, nella sollecitudine per i malati, per i sofferenti e per gli anziani e nel sostegno, per quanto possibile, di coloro che sono in missione, secondo quanto indicato negli Orientamenti alle Équipes di Catechisti. I neocatecumeni vengono gradualmente formati a un sempre più profondo spirito di comunione e di aiuto reciproco.

    Art. 28 (Catechisti)
    § 1. Le équipes di catechisti sono composte da alcuni laici, eletti in conformità all’art. 17 § 3, e da un presbitero.
    § 2. Le équipes di catechisti, come esplicitato nel presente Statuto120 e negli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti:
    1º. su invito del parroco danno le catechesi iniziali che avviano un processo di gestazione alla fede in cui si formano le comunità;

    Art. 29(Formazione dei catechisti)
    5°. infine, preparano ogni catechesi e passaggio del Neocatecumenato, per quanto possibile insieme al presbitero, leggendo in ambiente di preghiera i brani corrispondenti della Sacra Scrittura, del Catechismo della Chiesa Cattolica e degli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti, che ravvivano in loro la «parola di salvezza» (At 13,26) che essi stessi hanno ricevuto oralmente dai propri catechisti.

    Art. 7 (Il Neocatecumenato si attua in piccola comunità)
    § 2. Modello della comunità neocatecumenale è la Sacra Famiglia di Nazaret, luogo storico dove il Verbo di Dio, fatto Uomo, si fa adulto crescendo «in sapienza, età e grazia», stando sottomesso a Giuseppe e Maria.18 Nella comunità i neocatecumeni divengono adulti nella fede, crescendo in umiltà, semplicità e lode, sottomessi alla Chiesa.
    In riferimento a quest’ultimo blasfemo articolo . “Modello della comunità neocatecumenale è la Sacra Famiglia di Nazaret…” lo sdegno raggiunge il culmine, come già avevamo scritto nella prima lettera, che io e Annarita abbiamo mandato al Santo Padre:
    ( Ora come si può pensare che sia la verità quella che vanno annunciando i Signori Karmen e Kiko e tutti i loro catechisti?
    Essi affermano tutti e due di aver visto la Vergine Santa.
    A kiko la Vergine Maria, avrebbe detto: “Bisogna fare piccole comunità come la Sacra Famiglia di Nazaret, che vivano in umiltà, semplicità e lode, dove l’altro è Cristo”
    La Karmen invece racconta: “Io pensavo di fondare, con alcune amiche, qualcosa di nuovo, ma ho sentito dalla Madonna: “No …, è la Chiesa: benedetta tu fra le donne, sarà la Chiesa”.
    Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di andare contro la Dottrina e il Magistero della Chiesa Cattolica?
    Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di mistificare e distorcere a proprio tornaconto la Parola di Dio, che si è fatta Carne in Lei, ed è suo Figlio?
    Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di distruggere in vari modi il Sacerdozio Ministeriale?
    Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di formarsi dottrinalmente con i Protestanti e sul Catechismo Olandese?
    Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di devastare la Liturgia e negare il Sacrificio Eucaristico di suo Figlio, con abusi, Sacrilegi e peccati di ogni genere?
    Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di togliere dai cuori il senso del pentimento del peccato, cioè il Santo Timore di Dio, scardinando così a lungo andare la Confessione Sacramentale individuale?
    Forse che la Vergine Santa avrebbe detto loro di distruggere le coscienze di tutti i suoi figli, con ogni sorta di menzogne e violenze psicologiche?
    (A proposito di questo,ci fu un caso agghiacciante, due anni fa a Terni: di un uomo anziano che stava in una Comunità Neocatecumenale di Terni. Quest’uomo aveva avuto problemi con la moglie e si erano separati. Accadde che nel corso di una convivenza mensile, durante il giro di esperienze, un fratello gli si scagliò contro accusandolo di questo suo doloroso problema personale che lo affliggeva da tempo; in seguito a ciò l’uomo abbandonò la comunità, entrò in depressione e a distanza di un mese, un giorno prese il suo nipotino di quattro o cinque anni e lo uccise a colpi di roncola davanti ad una chiesa e subito si tolse la vita anche lui. Questa notizia ci fu data dal Responsabile della mia ex comunità, che era un suo amico di famiglia. Ma il Responsabile della comunità che quest’uomo per anni aveva frequentato, negò che avesse mai fatto il Cammino insieme a loro.)
    Dove sono le comunità come la Santa Famiglia di Nazareth? Dove sono l’umiltà, la semplicità e lo spirito di lode? Dove si vede che “l’altro” in comunità è “Cristo”?
    Ogni commento è superfluo.)

    Come si possa affermare che le comunità neocatecumenali siano strutturate a modello della Sacra Famiglia di Nazareth, (dato che la Santa Sede è in possesso delle catechesi fatte da codesti eretici da svariati anni, e delle decine di testimonianze mandate alle varie congregazioni da persone con la vita distrutta, e infine da tutte le azioni malvagie compiute da Kiko Arguello in totale disubbidienza alle disposizioni dategli dai vari Papi in questi anni), quando Kiko afferma:
    … Il cristianesimo non è un moralismo. Gesù Cristo non è affatto un ideale di vita. Gesù Cristo non è venuto a darci l'esempio e ad insegnarci a compiere la legge. Dio ha manifestato agli uomini la sua volontà dando la legge sul monte Sinai, con i dieci comandamenti. Questa legge nessuno l'ha potuta compiere. Come dice l'apostolo san Giovanni: "Se diciamo che non abbia mo peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi... Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di Dio un bugiardo". Quindi, se la legge mosaica nessuno l'ha potuta compiere né giustificarsi mediante essa, come ci darà Gesù Cristo una legge ancora più difficile? Come potremo compiere qualcosa di ancora più difficile? (Mosè al quadrato, come dicono i protestanti). Se già prima la legge era ardua e nessuno l'ha compiuta, tanto che la legge ha dimostrato che tutti noi siamo peccatori, come compiere ora il discorso della montagna, che è ancora più difficile? Perchè Gesù Cristo dice: "Avete udito che fu detto: non
    commettere adulterio (per commettere adulterio bisognava accostarsi a una donna diversa dalla propria moglie), ma Io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso
    adulterio con lei nel suo cuore". Gesù Cristo porta la legge a un grado ancora più difficile di prima. Così quando dice: "Avete udito: non uccidere (per essere un assassino bisognava ammazzare qualcuno fisicamente), ma lo vi dico: chiunque dice al fratello: imbecille, è già colpevole di omicidio. Come si può capire una cosa simile? Se era impossibile compiere la legge di Mosè, come può Gesù Cristo darci una legge nuova, col sermone della montagna, ancora più impossibile da compiere? La gente pensa che Gesù Cristo è venuto a darci una legge più perfetta della precedente e che, con la sua vita e la sua morte (la sua sofferenza soprattutto), ci ha dato l'esempio perchè noi si faccia lo stesso. Per queste persone Gesù Cristo è un ideale, un modello di vita, un esempio. Non è così. Questo sarebbe convertire il cristianesimo in un moralismo: la giustificazione della persona mediante il compimento della nuova legge, con l'aiuto dei sacramenti. Così molta gente pensa: Gesù Cristo ci ha dato dei sacramenti perchè, accostandoci ad essi, abbiamo la forza di compiere la legge; inoltre ci ha dato l'esempio con la sua vita dicendoci: vedete come faccio io? Così fate anche voi. Se poi chiedi alla gente: tu lo fai? ti rispondono: via, io non sono Gesù Cristo, non sono mica un santo... Il cristianesimo non è per nulla un moralismo. Perchè, se Gesù Cristo fosse venuto a darci un ideale di vita, come avrebbe potuto darci un ideale talmente alto, talmente elevato, ché
    nessuno lo può raggiungere? ( Or. Pag. 125-126)… ?


    Occorrerebbe meditare molto profondamente queste affermazioni fatte da due Papi in due epoche differenti:

    “Noi riconosciamo liberamente che Dio ha permesso questa persecuzione della chiesa a causa dei peccati degli uomini e particolarmente dei sacerdoti e dei prelati. La mano di Dio, infatti, non si è ritirata, egli potrebbe salvarci, ma il peccato ci separa da Lui e gli impedisce di ascoltarci. Tutta la Sacra scrittura ci insegna che gli errori del popolo hanno la loro sorgente negli errori del clero…Sappiamo che, da molti anni, anche nella Santa Sede sono stati commessi molti abomini: traffico di cose sacre, trasgressione dei Comandamenti in tale misura che tutto si è trasformato in scandalo. Non ci si può meravigliare che la malattia sia scesa dalla testa alle membra, dai papi ai prelati. Noi tutti, prelati ed ecclesiastici ci siamo sviati dalla via della giustizia. Da molto tempo nessuno fa più il bene. Per questo tutti noi dobbiamo onorare Dio e umiliarci davanti a Lui. Ciascuno di noi deve esaminarsi e vedere in che cosa è caduto molto più severamente di quanto non lo sarà da Dio nel giorno della Sua ira. Noi ci consideriamo tanto più impegnati a farlo perché il mondo intero ha sete di riforma.” (discorso di Adriano VI ai delegati della Dieta imperiale, dopo la scissione protestante nel 1523)

    Le parole pronunciate dal Santo Padre, nella nona stazione durante la Via Crucis del 2005: - “Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il sacramento della riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella sua passione. Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: Kyrie, eleison – Signore, salvaci (cfr. Mt 8, 25)”- non sono forse in linea con le parole pronunciate da Adriano VI nel 1523?

    Sono passati circa 500 anni dalla aberrante Riforma protestante, e all’interno della Chiesa, (a causa della complicità di prelati ed ecclesiastici che scandalosamente hanno avvallato l’insegnamento ereticale del Cammino Neocatecumenale, che hanno volontariamente occultato le decine di testimonianze denuncianti i reali frutti di questo movimento, che hanno accettato ingenti somme di denaro elargite con l’inganno da parte di Kiko Arguello e della sua cerchia, per ingrandire la sua chiesa personale, che volontariamente non sono andati sino in fondo sui numerosissimi casi di suicidio avvenuti all’interno di codeste comunità), si è insediato il Cammino Neocatecumenale, che con i suoi fondatori e tutti coloro che hanno disprezzato la verità, facendosi corrompere in varie maniere, stanno attaccando al cuore la Chiesa Cattolica nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, nel Santo Sacramento della Confessione, nel Santo Sacramento del Battesimo e nel Santo Sacramento dell’Ordine, corrompendo le coscienze con la dottrina neocatecumenale che va contro tutto ciò che il Signore ha rivelato nella Sacra Scrittura, dalla prima parola sino all’ultima, e nella Dottrina della Chiesa Cattolica insegnataci dai Padri della Chiesa per 2000 anni. Dopo 500 anni se un Papa pronuncia queste parole significa che niente è cambiato, anzi considerando il fatto che i Suoi predecessori, soprattutto quelli prima del Concilio Vaticano II, hanno condannato tutte queste eresie e tutte queste azioni, la situazione è addirittura peggiorata.

    Qual’ è dunque lo scandalo maggiore, quello che dice Kiko Arguello e tutta la sua cerchia? Assolutamente no, perché quello che predicano questi personaggi è già stato condannato solennemente dalla Chiesa Cattolica dai suoi inizi sino al 1957, poi è arrivato il “Concilio Vaticano II” che ha aperto le porte al fumo di satana, (parole di Paolo VI).
    In verità il più grande scandalo è il comportamento della gerarchia della Chiesa Cattolica dal dopo Concilio Vaticano II sino ad oggi, e come? Prima di tutto tacendo (facendo un evidente peccato di omissione), poi ricevendo delle ingentissime somme di denaro, (facendo un peccato di simonia) che di fatto a tappato loro la bocca ed infine abbracciando e predicando tutte queste eresie, che confermano il fatto che La grande apostasia da Dio è da tempo in atto, in primis dentro la Chiesa Cattolica. Non è forse annunciato nella Parola di Dio?... Noi vi preghiamo, o fratelli, per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo, e per l'adunamento nostro con lui, che non vi lasciate sì presto smuovere dai vostri sentimenti, nè atterrire, o dallo spirito, o da ragionamento, o da lettera come scritta da noi, quasi imminente sia il dì del Signore. Nessuno vi seduca in alcun modo; imperocchè (ciò non sarà) se prima non sia seguita l'apostasia e non sia manifestato l'uomo del peccato, il figliuolo di perdizione.. (Tessalonicesi 2)…

    Non l’à predetto anche il Signore Gesù, si quello stesso Signore Gesù a cui codesti Consacrati sono misticamente sposati per adempiere un ministero che neanche gli Angeli Hanno?:
    …15Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo - chi legge comprenda -, 16allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti, 17chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa, 18e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. 19Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni. 20Pregate perché la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato.
    21Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. 22E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati. 23Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: E' là, non ci credete. 24Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. 25Ecco, io ve l'ho predetto. (Matteo 24)…

    Non l’à forse detto anche San Pio X ?:
    ( Nel rivolgervi la prima volta la parola dalla cattedra del supremo apostolato, alla quale, per inscrutabile disposizione di Dio, fummo elevati, non fa d'uopo che ricordiamo con quali lacrime e calde istanze ci adoperammo di allontanar da Noi questo formidabile peso del pontificato... Per passarci di ogni altro motivo, ci atterrivano sopra ogni cosa le funestissime condizioni, in cui ora versa l'umano consorzio. Giacchè chi non iscorge che la società umana, più che nelle passate età, trovasi ora in preda ad un malessere gravissimo e profondo, che, crescendo ogni di più e corrodendola insino all'intimo, la trae a rovina? Voi comprendete, o Venerabili Fratelli, quale sia questo morbo: l'apostasia da Dio... Ai nostri giorni veramente contro il proprio Creatore fremettero le genti e i popoli meditarono cose vane; talchè è comune il grido dei nemici di Dio: Allontanati da noi. E conforme a ciò, vediamo nei più degli uomini estinguersi ogni rispetto verso Iddio eterno, senza più riguardo al suo supremo volere nelle manifestazioni della vita privata e pubblica; che, anzi, con ogni sforzo, con ogni artifizio si cerca che fin la memoria di Dio e la stia conoscenza sia dei tutto distrutta.
    Chi tutto questo considera, bene ha ragione di temere che siffatta perversità di mente sia quasi un saggio e forse il cominciamento dei mali, che agli estremi tempi son riserbati, e che già sia nel mondo il figlio di perdizione di cui parla l'Apostolo. Tanta infatti è l'audacia e l'ira, con cui si perseguita da per tutto la religione, si combattono i dogmi della fede, e si adopera sfrontatamente a sterpare, ad annientare ogni rapporto dell'uomo colla Divinità! In quella vece, ciò che appunto, secondo il dire del medesimo Apostolo, è il carattere proprio dell'Anticristo, l'uomo stesso con infinita temerità, si è posto in luogo di Dio, sollevandosi sopra tutto ciò che chiamasi Iddio; per modo che, quantunque non possa spegnere interamente in sè stesso ogni notizia di Dio, pure, manomessa la maestà di lui, ha fatto dell'universo quasi un tempio a sè medesimo per esservi adorato. Si asside nel tempio di Dio, mostrandosi quasi fosse Dio". (Enciclica di S. Santità Pio X: E supremi apostolatus cathedra)

    E Leone XIII ?:
    ( 1901 in una lettera in data del 29 giugno e indirizzata ai Superiori generali degli ordini e istituti religiosi, Leone XIII insisteva ancora sul pericolo dell'apostasia: "Non è a meravigliarsi, scriveva il chiaroveggente Pontefice, che contro gli ordini ed istituti religiosi, come in altri tempi, imperversi la Città del mondo, massime quella setta che, con sacrileghi patti, è più strettamente avvinta al principe stesso di questo mondo, e più servilmente gli ubbidisce. Pur troppo nei loro disegni lo sbandeggiamento e l'estinzione degli Ordini religiosi è un' abile mossa a condurre innanzi il meditato proposito dell'apostasia delle nazioni cattoliche da Gesù Cristo)

    Quindi si può affermare con certezza, che prima che avvenga la riunificazione della Chiesa Cattolica pellegrinante con quella Celeste, avverrà “l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo”, e qual’e il Luogo Santo? È la Chiesa Cattolica.
    Tutti questi Consacrati, coscienti o non, che hanno svenduto per un “piatto di lenticchie” il proprio ministero, si stanno adoperando efficacemente per portare l'abominio della desolazione. Questo linguaggio è troppo duro? E’ sicuramente meno duro del giorno del Giudizio di Dio; dove davanti a Lui, ogni piccola azione malvagia da noi giudicata di poco conto, è una montagna, figuriamoci che giudizio riceveranno coloro che si stanno adoperando per portare la GRANDE APOSTASIA DENTRO IL LUOGO SANTO.
    Quindi questo articolo “7 (Il Neocatecumenato si attua in piccola comunità)” che dice che le comunità neocatecumenali sono strutturate e portate avanti seguendo il modello della Santa famiglia di Nazareth è da rigettare come falso e blasfemo.
    Inoltre, Il Cardinale Stanislaw Rylko, e i fondatori del cammino neocatecumenale, Kiko Arguello, Carmen Hernàndez e Padre Mario Pezzi e tutti coloro che in questi quarant’anni li anno spalleggiati, vorrebbero farci intendere che in queste comunità neocatecumenali, la Sacra Scrittura, la vera tradizione della Chiesa Cattolica, il catechismo della Chiesa Cattolica, siano da mettere in relazione con le aberranti catechesi contenute negli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti, vorrebbero inoltre farci intendere che il modo di celebrare l’Eucarestia in queste comunità sia da considerare ortodosso e non blesfemo.
    Ci si chiede fortemente che tipo di formazione teologica abbiano ricevuto prima di tutto il Cardinale Rylko (che ha contribuito falsamente a far approvare gli statuti) e tutti i Vescovi, (soprattutto quelli che hanno deposto le firme sul documento presentato il 28 Aprile 2008 sul tavolo del Papa e che erano presenti assieme ad alcuni Cardinali dal 24 al 29 Marzo 2008 presso la Domus Galilaeae sul Monte delle Beatitudini in Israele, affinché approvasse il cammino neocatecumenale) e tutti i consacrati che in questi anni li anno accompagnati e spalleggiati. E soprattutto ci si chiede, dato che le azioni perpetrate nel tempo da questi consacrati sono note a tutti, che fine abbia fatto la dottrina di PIO PP. VII, dataci nell’enciclica "DIU SATIS", per fermare le azioni di queste persone, che si aggirano nel Vaticano e nelle varie Diocesi del mondo?:
    (E non annoverate nel Clero nessuno; non affidate a nessuno "l’amministrazione dei misteri di Dio"; non tollerate che nessuno riceva le confessioni o parli al pubblico dei fedeli; non date a nessuno alcuna funzione o incarico prima di avere attentamente esaminato, indagato e accuratamente provato se la sua anima sia conforme a Dio. Poiché "così non avessimo imparato per esperienza che grande quantità di pseudo-apostoli si sono diffusi in quest’epoca, pseudo-apostoli che sono subdoli lavoratori i quali si fanno passare per Apostoli di Cristo", dai quali, se non facciamo attenzione, certamente "saranno corrotti i fedeli, come Eva fu sedotta dal serpente con l’astuzia, e decadranno dalla semplicità cristiana". E bisogna che voi "badiate bensì a tutto il gregge nel quale lo Spirito Santo vi pose come Vescovi"; ma soprattutto i fanciulli e gli adolescenti reclamano la vigile, zelante, attiva opera del vostro paterno amore e della vostra benevolenza: i fanciulli e gli adolescenti che Gesù Cristo così caldamente raccomandò a Noi, sia con l’esempio che con le parole; e coloro che tentano di rovesciare le istituzioni pubbliche e private e di mettere sottosopra tutti i diritti umani e divini, hanno fatto ogni sforzo per avvelenare e corrompere le loro tenere anime, sperando così di compiere i loro premeditati misfatti. E infatti non ignoriamo che essi sono simili a cera molle e possono essere facilmente maneggiati, piegati da tutte le parti e plasmati: e una volta assunta una forma, crescendo induriscono in questa e la mantengono molto tenacemente, respingendone ogni altra; donde quel proverbio che va per le bocche di tutti: "Chi segue una data via nell’adolescenza, anche invecchiando non se ne allontanerà". Non fate in modo, dunque, Venerabili Fratelli, "che coloro che si occupano di cose mondane siano più saggi di coloro che seguono nella loro vita giustizia e verità". Considerate attentamente a quali uomini siano affidati i fanciulli e gli adolescenti nei seminari e nei collegi, in quali discipline siano istruiti, quali maestri siano scelti nei licei, che lezioni si tengano; sorvegliate assiduamente, indagate, esplorate ogni cosa; scacciate e tenete lontani "i lupi rapaci che non risparmiano" il gregge degl’innocenti agnelli; e se per caso si sono introdotti in qualche luogo spingeteli fuori e sterminateli immantinente, "secondo il potere che Dio vi diede per l’edificazione".)

    E Ancora:
    (La salute stessa della Chiesa, dello Stato, dei Principi e di tutti i mortali, salute che dobbiamo considerare molto più cara e più importante della nostra vita, esige che questo potere sia tutto da Noi esplicato nel distruggere quel mortale flagello dei libri. Questo argomento trattò largamente e a fondo con voi il Nostro Predecessore Clemente XIII di felice memoria in una sua Lettera direttavi il 25 Novembre 1766. E non parliamo soltanto di strappare dalle mani degli uomini, di distruggere completamente bruciandoli quei libri nei quali si dà contro la dottrina di Cristo apertamente; ma anche e soprattutto bisogna impedire che arrivino alle menti e agli occhi di tutti quei libri che operano più nascostamente e più insidiosamente. Per riconoscerli "non c’è bisogno", dice Cipriano (Dell’unità della Chiesa), "di un lungo trattato e di argomentazioni; in breve, vi è una facile prova di verità: Dio dice a Pietro: Pascola le mie pecore". Dunque le pecore di Cristo debbono ritenere salutare per loro quel pascolo nel quale le ha poste la voce autorevole di Pietro, a esso debbono dedicarsi e con esso nutrirsi: e stimare assolutamente peccaminose ed esiziali le cose dalle quali tale voce li richiami e li distolga; e non debbono lasciarsi attrarre da alcuna apparenza né travolgere da alcuna seduzione. Coloro che non si mostrano così obbedienti, non si possono certo annoverare fra le pecorelle di Cristo. Su questo punto, Venerabili Fratelli, non possiamo chiudere gli occhi, né tacere, né essere troppo indulgenti: se infatti non è frenata e repressa così grande libertà di pensiero e di parola, di leggere e di scrivere, sembrerà che per tanto tempo siamo stati sollevati dal male che da così lungo tempo ci affligge, per il senno e le forze dei più sapienti e potenti re e duci; ma che, scomparsa ed estinta la loro stirpe (inorridiamo nel dirlo, pure bisogna dirlo) quello dilagherà di più e acquisterà forza abbracciando tutta la terra, né per l’avvenire basteranno a distruggerlo o ad allontanarlo legioni di soldati, guardie, sentinelle, munizioni di città e fortificazioni di imperi. Ognuno di noi, Venerabili Fratelli, si sente commosso ed esaltato dal fatto che Dio ci assegnò il Profeta Ezechiele: "O figlio dell’uomo, io ti ho posto come vedetta nella casa di Israele: tu udrai dalla mia bocca la mia parola e l’annuncerai loro. Se quando io dico all’empio: morrai di morte, tu non glielo annuncerai... l’empio morrà nella sua malvagità: e io esigerò da te il suo sangue". Queste parole, lo confessiamo, Ci vanno stimolando giorno e notte, e non Ci permetteranno mai di essere incerti o esitanti nell’adempimento del Nostro dovere; e vi promettiamo e garantiamo che non solo saremo il vostro collaboratore e fautore, ma anche il primo e il capo.)

    Abbiamo il forte sospetto che in questo caso, si agirà (spostandoli semplicemente di sede, o peggio mettendo a tacere i loro delitti) come si è agito in passato nei confronti di tutti quei consacrati, che per anni anno profanato e violentato i piccoli, cioè i bambini.
    E non sembri azzardato il paragone, perché chi, impugnando coscientemente la verità rivelata insinua attraverso false dottrine l’eresia e la menzogna, nelle coscienze e nei cuori dei piccoli nella fede, allontanandoli dalla conoscenza e dall’amore per Cristo, non si macchia in realtà di un delitto minore rispetto a chi con la malizia e la forza fisica distrugge l’innocenza. E come giustamente il Papa ha saputo trovare espressioni di una giusta severità nei confronti dei primi, ci si aspettava che fosse ugualmente urgente difendere i piccoli nella fede dai violentatori dell’anima, ma invece è arrivata questa incredibile approvazione di codesto movimento, che non mi stancherò mai di dire è totalmente eretico.



    Di fatti ben profetizzava di costoro San Pio X nell’enciclica PASCENDI DOMINICI GREGIS
    Descrivendo con una esattezza impressionante sia la natura che il comportamento, di questi attentatori della verità, ed aggiungendo anche le linee guida per i provvedimenti da intraprendere con codesti personaggi:

    (L'officio divinamente commessoCi di pascere il gregge del Signore ha, fra i primi doveri imposti da Cristo, quello di custodire con ogni vigilanza il deposito della fede trasmessa ai santi, ripudiando le profane novità di parole e le opposizioni di una scienza di falso nome. La quale provvidenza del Supremo Pastore non vi fu tempo che non fosse necessaria alla Chiesa cattolica: stanteché per opera del nemico dell'uman genere, mai non mancarono "uomini di perverso parlare (Act. X, 30), cianciatori di vanità e seduttori (Tit. I, 10), erranti e consiglieri agli altri di errore (II Tim. III, 13)". Pur nondimeno gli è da confessare che in questi ultimi tempi, è cresciuto oltre misura il numero dei nemici della croce di Cristo; che, con arti affatto nuove e piene di astuzia, si affaticano di render vana la virtù avvivatrice della Chiesa e scrollare dai fondamenti, se venga lor fatto, lo stesso regno di Gesù Cristo. Per la qual cosa non Ci è oggimai più lecito di tacere, seppur non vogliamo aver vista di mancare al dovere Nostro gravissimo, e che Ci sia apposta a trascuratezza di esso la benignità finora usata nella speranza di più sani consigli.Ed a rompere senza più gl'indugi Ci spinge anzitutto il fatto, che i fautori dell'errore già non sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati; ma, ciò che dà somma pena e timore, si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più perniciosi quanto meno sono in vista. Alludiamo, o Venerabili Fratelli, a molti del laicato cattolico e, ciò ch'è più deplorevole, a non pochi dello stesso ceto sacerdotale, i quali, sotto finta di amore per la Chiesa, scevri d'ogni solido presidio di filosofico e teologico sapere, tutti anzi penetrati delle velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si dànno, senza ritegno di sorta, per riformatori della Chiesa medesima; e, fatta audacemente schiera, si gittano su quanto vi ha di più santo nell'opera di Cristo, non risparmiando la persona stessa del Redentore divino, che, con ardimento sacrilego, rimpiccioliscono fino alla condizione di un puro e semplice uomo)

    E ancora:

    (Di più, non pongono già la scure ai rami od ai germogli; ma alla radice medesima, cioè alla fede ed alle fibre di lei più profonde. Intaccata poi questa radice della immortalità, continuano a far correre il veleno per tutto l'albero in guisa, che niuna parte risparmiano della cattolica verità, niuna che non cerchino di contaminare. Inoltre, nell'adoperare le loro mille arti per nuocere, niuno li supera di accortezza e di astuzia: giacché la fanno promiscuamente da razionalisti e da cattolici, e ciò con sì fina simulazione da trarre agevolmente in inganno ogni incauto; e poiché sono temerari quanto altri mai, non vi è conseguenza da cui rifuggano e che non ispaccino con animo franco ed imperterrito. Si aggiunga di più, e ciò è acconcissimo a confonderle menti, il menar che essi fanno una vita operosissima, un'assidua e forte applicazione ad ogni fatta di studi, e, il più sovente, la fama di una condotta austera. Finalmente, e questo spegne quasi ogni speranza di guarigione, dalle stesse loro dottrine sono formati al disprezzo di ogni autorità e di ogni freno; e, adagiatisi in una falsa coscienza, si persuadono che sia amore di verità ciò che è infatti superbia ed ostinazione. Sì, sperammo a dir vero di riuscire quando che fosse a richiamar costoro a più savi divisamenti; al qual fine li trattammo dapprima come figli con soavità, passammo poi ad un far severo, e finalmente, benché a malincuore, usammo pure i pubblici castighi. Ma voi sapete, o Venerabili Fratelli, come tutto riuscì indarno: sembrarono abbassai la fronte per un istante, mala rialzarono subito con maggiore alterigia. E potremmo forse tuttora dissimulare se non si trattasse che sol di loro: ma trattasi invece della sicurezza del nome cattolico. Fa dunque mestieri di uscir da un silenzio, che ormai sarebbe colpa, per far conoscere alla Chiesa tutta chi sieno infatti costoro che così mal si camuffano.)

    Difatti se al serpente gli tagli la coda, questa ricresce, ma se gli tagli la testa, questa non ricresce. Ecco perché io e Annarita, pensiamo che i capi del CN vadano non redarguiti, ma buttati fuori della Chiesa Cattolica, per la salvezza dei fedeli che non sanno e per la salvezza stessa di questi capi totalmente eretici.
    Mi scuso per la lunghezza, ma la situazione secondo me è veramente grave.

    Gianluca Cruccas.

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  7. Gianluca,perchè non spezzi i tuoi post?

    Caterina,perché nei 27 anni prima di Benedetto XVI nessuno ha mai parlato come Ramnjith e altri oggi?

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  8. Oggi, come pecore del gregge del Signore, iniziamo la transumanza verso i pascoli della Pasqua. Pecore e pastori insieme, visto che parliamo del libro del Card. Biffi. Io sono contento di essere una pecora, sono felice della mia singolarità, esclusività che, insieme a quella delle altre pecore del Gregge, compone il Gregge stesso, lo riempie e lo colma di differenti unicità.
    Conosco la voce del Pastore e il Pastore conosce me, il mio belato, così come conosce quello di milioni di altre pecore.

    Ci sono Pastori e pastori. I primi si identificano nel Pastore originario, gli altri ne tentano una “moderna” imitazione, cercano di omologarsi al mondo trascurando i pascoli verdi ove il Pastore conduce. I primi conoscono le pecore loro affidate “una ad una”: la Rosina, la Carlotta, la Bianchina… I secondi vorrebbero tante pecore clonate da una pecora sola, quasi un falso modello, come del caso della famosa pecora Dolly.

    La Rosina, la Carlotta, la Bianchina, ovviamente si sentono isolate: i loro belati così differenti sembrano coperti da un unico, grande belato monocorde che copre la loro particolare voce. Malgrado ciò, oggi iniziano la loro transumanza perché l’istinto le guida a seguire la Voce fedele, percepiscono nell’aria quelle vibrazioni dell’erba dei pascoli, il fischio che le richiama se qualcuna si allontana troppo. Seguono il Pastore e, nella docilità della sua Voce si riconoscono una ad una: sono felici di essere nel Gregge, ma di sentirsi chiamare Rosina, Carlotta, Bianchina e non Dolly…

    Mi torna in mente un racconto di don Francesco Fuschini, (si intitola: Un uomo aveva cento pecore) pastore coi fiocchi in quel di Comacchio.
    Don Francesco si trova a passare davanti ad un gregge e, subito, tra lui e il pastore (mangiapreti) incomincia il solito inveire romagnolo, tipo “ti vegn’ un cancher” e via dicendo. E’ il modo di salutarsi di quelle parti… Poi, il pastore offre un po’ di vino a don Francesco e i due iniziano a chiacchierare bonariamente, come due vecchi amici.

    Dopo un po’, si salutano. Don Francesco si allontana e il pastore continua a salutarlo con le braccia.
    Il prete pensa al Vangelo, lì dove dice: “Un uomo aveva cento pecore…”, allora si volta, ricambia il saluto e riflette: “Un uomo aveva cento pecore, ma io (come pastore) ne conto 101…”.

    Buon tempo di Quaresima a tutti.

    Chisolm

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  9. Buona Quaresima.
    Soprattutto a Manuele. Che ringrazio di Cuore.

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  10. Gert ha detto...


    Caterina,perché nei 27 anni prima di Benedetto XVI nessuno ha mai parlato come Ramnjith e altri oggi?

    *******************

    bè non è propriamente vero he nessuno ha parlato ^___^
    le denuncie sugli abusi liturgici cominciano dal 1980, con l'arrivo di Giovanni Paolo II...
    ma non dimentichiamo che fu l'epoca in cui i Vescovi aveva presoil sopravvento circa la COMUNIONE ECCLESIALE, così come denunciò Ratzinger nel Documento ai Vescovi del 1992
    Communionis Notio - Lettera, Congregazione per la Dottrina della Fede
    e per il quale fu ASPRAMENTE CRITICATO...come sempre....

    in sostanza già con Paolo VI iniziano le denuncie, ma il Pontefice è solo...c'è la ribellione dei vescovi olandesi che inventano un nuovo catechismo dove si DUBITA della divinità del Cristo...il Papa Paolo VI NON scomunica nessuno, farà solo correggere quel catechismo lasciandolo in circolazione, e fu un gravissimo errore...come errore fu dare mano libera ai MOVIMENTI LACALI senza dar ad essi subito nell'immediato una serie di LIMITI...come ho scritto sopra è probabile che la paura della chiesa VUOTA, DEI PRETI SPOSATI, DELLO SVUOTAMENTO DI CONVENTI abbia prevalso sulla disciplina da mantenersi nella dottrina...

    Tuttavia seppur la maggiorparte dei vescovi TACEVA e lasciava passare gli abusi, altri parlavano, ma NON venivano ascoltati...la propaganda PROGRESSISTA è sempre stata più forte...^__^

    di esempi, oltre a quelli sopra riportati, ce ne sono a josa....è appena uscito un interesante articolo su Rinacmento Sacro che pubblicizza un libro in cui il card. Antonelli ha raccolto le critiche sui lavori sulla Riforma liturgica del Concelio denunciando, nel 1998, dieci anni fa....le INCOMPETENZE e la gravità del silenzio...il libro è stranamente scomparso dalla circolazione ^___^

    cliccate qui:
    http://www.rinascimentosacro.com/2009/02/il-r.html
    vi si lgge:

    Queste cose le dice il card. Antonelli nei suoi diari:

    «Mi dispiace del come è stata cambiata la Commissione: un raggruppamento di persone, molte incompetenti… Discussioni molto affrettate. Discussioni a base di impressioni: votazioni caotiche. … La Commissione o il Consilium è composto di 42 membri: ieri sera eravamo 13, neanche un terzo.» (pp. 228-229).

    «…Ma lo spirito non mi piace. C’è uno spirito di critica e di insofferenza verso la S. Sede che non può condurre a buon termine. E poi tutto uno studio di razionalità nella liturgia e nessuna preoccupazione per la vera pietà. Temo che un giorno si debba dire di tutta questa riforma… accepit liturgia recessit devotio. Vorrei sbagliarmi.» (p. 234)

    [sulla formula dell’Ordinazione] «Non metto in dubbio che i periti abbiano studiato a fondo la tradizione… Ho l’impressione però che il corpo giudicante, che in questo caso erano i 35 Padri del Consilium presenti, non fossero all’altezza. C’è poi un elemento negativo: la fretta di andare avanti quia tempus urget.» (p. 237)

    «… in una adunanza di detto Consilium… (19/4/67) …Paolo VI vi intervenne personalmente… si disse amareggiato, perché si facevano esperimenti capricciosi nella Liturgia e piú addolorato ancora di certe tendenze verso una desacralizzazione della Liturgia. Però ha riconfermato la sua fiducia al Consilium. E non si accorge il Papa che tutti i guai vengono dal come sono state impostate le cose…» (pp. 237-238)
    «1. confusione. Nessuno ha piú il senso sacro e vincolante della legge liturgica. … 4. negli studi di piú vasta scala continua il lavoro di desacralizzazione, e che ora chiamano secolarizzazione; … 6. la grande crisi perciò è la crisi della dottrina tradizionale e del magistero.» (pp. 242-243)



    è importante comprendere ciò che accaduto....e sostenere immeiatamente la Riforma di Benedetto XVI abbandonando ogni forma di CREATIVITA' INIZIATA DAI LAICI IN TEMALITURGICO...

    semprea disposizioone per le domande^__^

    RispondiElimina
  11. chisolm ha detto...

    Oggi, come pecore del gregge del Signore, iniziamo la transumanza verso i pascoli della Pasqua. Pecore e pastori insieme, visto che parliamo del libro del Card. Biffi. Io sono contento di essere una pecora, sono felice della mia singolarità, esclusività che, insieme a quella delle altre pecore del Gregge, compone il Gregge stesso, lo riempie e lo colma di differenti unicità.
    Conosco la voce del Pastore e il Pastore conosce me, il mio belato, così come conosce quello di milioni di altre pecore.

    ****************************

    PASTURIAMO INSIEME ^___^
    non c'è cosa più bell e LIBERA che sentirisi pecore, LIBERE NELL'OVILE (libertà nell'obbedienza eh!) e al sicuro con il Pastore che attende alle nostre necessità....
    ^__^


    Santa Quaresima amico Chisolm...
    ^__^

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  12. Sempre per Gert e per tutti^__^....oltre al rifermento al testo di Ratzinger sul Sacerdozio riportato nel mio primo mesaggio...

    ripetere giova^__^

    se si fosse dato ascolto e APPLICAZIONE al monito di Giovanni Paolo II lanciato sull'Ecclesia Dei dove dice nel 1988:

    a) L'esito a cui è approdato il movimento promosso da Mons. Lefebvre può e deve essere motivo per tutti i fedeli cattolici, di una sincera riflessione circa la propria fedeltà alla Tradizione della Chiesa autenticamente interpretata dal Magistero ecclesiastico, ordinario e straordinario, specialmente nei Concili ecumenici da Nicea al Vaticano II. Da questa riflessione, tutti devono trarre un rinnovato ed efficace convincimento della necessità di migliorare ancora tale fedeltà, rifiutando interpretazioni erronee ed applicationi arbitrarie ed abusive, in materia dottrinale, liturgica e disciplinare.

    Soprattutto ai Vescovi spetta, per propria missione pastorale, il grave dovere di esercitare una chiaroveggente vigilanza piena di carità e di fortezza, affinché tale fedeltà sia salvaguardata ovunque(7).


    ...la Chiesa e NOI con Lei, ci saremo risparmiati non poche afflizioni e divisioni....Tuttavia abbiamo la speranza, la SPE SALVI ^__^ siamo ottimisti, PERSEVERIAMO....


    Il libro "Pecore e Pastori" del card. Biffi ci aiuta su questa strada...^__^

    Fraternamente CaterinaLD

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  13. Carissimi,

    sono strafelice che è stato inserito un thread su Pecore e Pastori di Biffi un libro che considero davvero fondamentale soprattutto in questa fase di enorme confusione, un libro che mi sono permesso di citare più volte nei miei interventi...

    mamma mia quanta carne al fuoco, quanti spunti di riflessione vengon fuori da questa, più che consigliabile lettura, indispensabile lettura.

    Allora vado a memoria e riporto ancora la frase di Biffi secondo cui ciò che è eterno è più attuale di ciò che è soltanto attuale ergo il Concilio di Calcedonia è molto più "attuale" del CVII.

    Buona lettura, buona riflessione e soprattutto buona preghiera a tutti in questo Santo Tempo di Quaresima
    Jacobus

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  14. "La prima misericordia di cui abbiamo bisogno è la luce impietosa della Verità...."

    (card. Giacomo Biffi nel libro Pecore e Pastori )

    ^___^

    ecco un altra espressione dal libro che a sua volta potrebbe essere usata per scriverne un altro sulla VERITA' da gridare dai tetti e che invece ci hanno quasi imposto di tacere....
    ^__^

    a stasera.....e se potete da www.sat2000.it
    non perdetevi la diretta del Papa per le Sacre Ceneri....

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  15. Riscusatemi se sono una rompiscatole ma faccio mie le parole di Manuele "non riesco a tenere il ritmo con i repentini cambiamenti dei testi che fate sul Blog."
    Cambiamenti rapidi quando la discussione del precedente post è ancora in corso, post troppo lunghi che dovrebbero essere, a mio avviso, spezzati in diversi post.
    Diventa difficile approfondire, riflettere, informarsi, e quando la riflessione è matura hop si è già passati ad un altro tema!
    Eppure non penso essere così lenta, ma forse con l`età ho bisogno di tempi più lunghi !!

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  16. Significativi i contenuti del seguente articolo, che CONSIGLIO VIVAMENTE A TUTTI DI LEGGERE SUBITO:

    http://www.facebook.com/group.php?gid=26504362144&ref=mf#/topic.php?uid=64467067136&topic=7531&ref=mf

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