domenica 15 agosto 2010

Dormizione, Assunzione della Vergine

L’Assunzione della Vergine esprime in modo mirabile l’adagio patristico diffusosi a partire da Ireneo di Lione, nel II secolo: “Dio si è fatto uomo perché l’uomo possa diventare Dio”. Diventare Dio: cioè un vivente la cui vita non ha limiti, una vita liberata dal male e dalla morte. Per descrivere con maggior chiarezza questa festa, accosterò l’una all’altra due icone: quella della Vergine con il bambino e quella della Dormizione-Assunzione (più avanti spiegherò questi due termini).

Nella prima è la madre a reggere e proteggere il bambino, e a volte, come nella “Vergine della tenerezza”, essa appoggia il proprio volto al volto minuto del Figlio. Maria, a nome di tutta l’umanità, accoglie Dio. Prima assunzione: quella della divinità da parte dell’umanità.

Nella seconda icona, avviene esattamente il contrario: la madre è morta; le sue spoglie, nera crisalide, sbarrano orizzontalmente la composizione; ma lo spazio della morte si apre, appare Cristo, vittorioso, verticale di luce che fa dell’icona una croce di gloria. Egli prende tra le braccia l’anima non disincarnata di sua madre, rappresentata come una bambina che porta a compimento la sua nascita nel regno. E in alcune icone, Gesù stringe al proprio volto il volto di questa donna bambina: germe e anticipazione della trasfigurazione di tutto il creato. Seconda assunzione, questa volta dell’umano da parte del divino. [v.a destra l'Icona di Novgorod, XIII secolo]

La Chiesa, infatti, maturò presto l’intuizione secondo cui il corpo di Maria, prodigiosamente “consustanziale” a quello del Risorto, non era possibile che fosse rimasto prigioniero della morte. Così, al Dio fatto uomo corrisponde l’uomo deificato, e il primo essere umano presente, anima e corpo, nella gloria divina è la “Donna vestita di sole” di cui parla l’Apocalisse.

Maria si trova ormai al di là della morte e del giudizio, in quella luce che le Scritture chiamano “regno di Dio”; e tuttavia umana, infinitamente materna, ella rimane totalmente rivolta verso gli uomini, verso le loro sofferenze, verso il pellegrinaggio compiuto così spesso a tastoni dalla chiesa, e prima ancora dalla chiesa mistica che ingloba l’intera umanità e tutto quanto il cosmo. Nella grande spiritualità della chiesa antica, come pure in molte leggende popolari, Maria è colei che pronuncia sull’inferno – anche sul nostro inferno interiore – la preghiera per la salvezza universale.

I testi delle omelie orientali associano, a partire dal V secolo, la Dormizione di Maria – vale a dire una morte pacifica, in cui l’anima entra nella pace – e la sua Assunzione corporale – l’anima ricongiunta al corpo nell’unità della persona (come avverrà a ciascuno di noi), ormai elevata al cielo, letteralmente sollevata dallo slancio “risurrezionale” del Cristo –.

Parecchie leggende, ricche peraltro di significato, si sono sedimentate nelle più antiche liturgie. Mentre Maria viene avvisata della sua morte da un angelo, gli apostoli, dispersi lontano da lei, le sono miracolosamente trasportati accanto. Lei li consola, li benedice, prega per la pace del mondo, e muore. Essi la seppelliscono nel Getsemani. Dopo tre giorni, Maria appare loro mentre stanno celebrando l’eucarestia, e gli apostoli trovano la sua tomba vuota.

Celebrata originariamente in ricordo di una “stazione” (così si faceva la liturgia, di stazione in stazione) ubicata nei pressi di Betlemme e dove la Vergine si sarebbe riposata, l’Assunzione veniva festeggiata in Oriente come in Occidente nel mese di gennaio. La festa estesa all’impero bizantino intorno all’anno 600, giunse in Occidente quarant’anni più tardi, grazie a papa Teodoro I, il quale proveniva dal clero di Gerusalemme.

Nel 1950, Pio XII proclamò con tutte le solennità che si addicono ad un dogma che l’“immacolata Madre di Dio, la sempre Vergine Maria, dopo aver terminato il corso della sua vita terrena, è stata elevata in corpo e anima alla gloria celeste”. La chiesa ortodossa, che si prepara a questa festa con un digiuno di quindici giorni, non ha avvertito la necessità di un simile dogma; nessun ortodosso, infatti, contesta il mistero della dormizione-assunzione proclamato dai testi liturgici dell’ortodossia: “Ella è la Madre della vita, e colui che aveva abitato il suo seno verginale l’ha trasferita alla vita… Ogni figlio della terra trasalga nel suo spirito e celebri con gioia la venerabile assunzione della Madre di Dio”. Si aggiunga che in oriente la venerazione mariana è al tempo stesso onnipresente e assai discreta, quasi iniziatica, poiché dipendente non tanto dall’annuncio della risurrezione di Cristo, quanto dalla ricezione di tale annuncio.

La differenza tra l’oriente e l’occidente è che per il primo Maria doveva passare, in Cristo, attraverso una morte e resurrezione reali, mentre per il secondo il dogma dell’Immacolata Concezione rende dubbia la sua morte: su questo punto il dogma del 1950 non si pronuncia. Si tratta di una semplice disputa terminologica? Ciò che è in gioco sono due approcci parzialmente differenti al tema del “peccato originale” e della sua trasmissione? Oppure il problema è un altro?

In realtà, sia per l’oriente che per l’occidente, l’assunzione è un segno delle cose ultime. In Maria, “figlia del proprio Figlio”, dice Dante, ci è data un’anticipazione della glorificazione di tutto l’universo che avverrà alla fine dei tempi, quando Dio sarà “tutto in tutti”, “tutto in ogni cosa”.

Innalzata al cielo – a differenza di Cristo che si innalza da se stesso – Maria, dicono certi testi liturgici, è la nostra “Terra promessa”. La dormizione-assunzione anticipa la parusìa, e non è affatto un caso che nei grandi affreschi che impreziosiscono i muri esterni delle chiese monastiche moldave, il tronco di Iesse divenga un immenso, cosmico roveto ardente.

L’ Assunzione anticipa e prepara il nostro comune destino. Nel corpo della Vergine, sepolto simbolicamente dagli apostoli (richiamo della pentecoste) nel Getsemani (richiamo della passione, unica fonte della nostra salvezza), in quel corpo portato verso la luce originaria e terminale, tutto il creato è assunto dall’Increato, tutta la carne della terra diventa eucaristia. Come Giovanni Damasceno, allora, anche noi possiamo dire: “Rallegrati, germe divino della terra, giardino in cui fu posto l’Albero della vita!”
Da “Le feste cristiane” di Olivier Clément.

E che la Regina del Cielo pieghi il suo sguardo su di noi e sussurri al Cuore del Suo Figlio la nostra preghiera, come a Cana. Perché venga il Suo Regno.

15 commenti:

  1. Ringrazio Mic per questa bellissima pagina.
    Ricordo solo marginalmente che, secondo le visioni della beata Catarina Emmerich, la dormizione della Vergine e la sua assunzione al cielo avvenne nei dintorni di Efeso (ultima dimora di Maria sotto la cura del discepolo Giovanni) e non a Gerusalemme.

    Commovente sempre poi il canto principe alla Vergine, l'Inno Akatistos ( cieè da eseguire e ascoltare in piedi, come durante la proclamazione del S.Vangelo), che stanotte è stato cantato in tutte le Chiese Orientali e anche in qualche chiesa cattolica.
    Mi permetto di incollarlo qui e buona festa dell'Assunzione della Vergine a tutti.

    _______________

    INNO AKATISTOS


    PARTE NARRATIVA


    1. Il più eccelso degli Angeli fu mandato dal Cielo
    per dir "Ave" alla Madre di Dio.
    Al suo incorporeo saluto
    vedendoti in Lei fatto uomo,
    Signore,
    in estasi stette,
    acclamando la Madre così:

    Ave, per Te la gioia risplende;
    Ave, per Te il dolore s'estingue.
    Ave, salvezza di Adamo caduto;
    Ave, riscatto del pianto di Eva.
    Ave, Tu vetta sublime a umano intelletto;
    Ave, Tu abisso profondo agli occhi degli Angeli.
    Ave, in Te fu elevato il trono del Re;
    Ave, Tu porti Colui che il tutto sostiene.
    Ave, o stella che il Sole precorri;
    Ave, o grembo del Dio che s'incarna.
    Ave, per Te si rinnova il creato;
    Ave, per Te il Creatore è bambino.
    Ave, Sposa non sposata!

    2. Ben sapeva Maria
    d'esser Vergine sacra e così a Gabriele diceva:
    «Il tuo singolare messaggio
    all'anima mia incomprensibile appare:
    da grembo di vergine
    un parto predici, esclamando:
    Alleluia!»

    3. Desiderava la Vergine
    di capire il mistero
    e al nunzio divino chiedeva:
    «Potrà il verginale mio seno
    mai dare alla luce un bambino?
    Dimmelo!»
    E Quegli riverente
    acclamandola disse così:

    Ave, Tu guida al superno consiglio;
    Ave, Tu prova d'arcano mistero.
    Ave, Tu il primo prodigio di Cristo;
    Ave, compendio di sue verità.
    Ave, o scala celeste
    che scese l'Eterno;
    Ave, o ponte che porti gli uomini al cielo.
    Ave, dai cori degli Angeli cantato portento;
    Ave, dall'orde dei dèmoni esecrato flagello.
    Ave, la Luce ineffabile hai dato;
    Ave, Tu il «modo» a nessuno hai svelato.
    Ave, la scienza dei dotti trascendi;
    Ave, al cuor dei credenti risplendi.
    Ave, Sposa non sposata!

    4. La Virtù dell'Altissimo
    adombrò e rese Madre
    la Vergine ignara di nozze:
    quel seno, fecondo dall'alto,
    divenne qual campo ubertoso per tutti,
    che vogliono coglier salvezza
    cantando così:
    Alleluia!

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    5. Con in grembo il Signore
    premurosa Maria
    ascese e parlò a Elisabetta.
    Il piccolo in seno alla madre
    sentì il verginale saluto,
    esultò,
    e balzando di gioia
    cantava alla Madre di Dio:

    Ave, o tralcio di santo Germoglio;
    Ave, o ramo di Frutto illibato.
    Ave, coltivi il divino Cultore;
    Ave, dai vita all'Autor della vita.
    Ave, Tu campo che frutti ricchissime grazie;
    Ave, Tu mensa che porti pienezza di doni.
    Ave, un pascolo ameno Tu fai germogliare;
    Ave, un pronto rifugio prepari ai fedeli.
    Ave, di suppliche incenso gradito;
    Ave, perdono soave del mondo.
    Ave, clemenza di Dio verso l'uomo;
    Ave, fiducia dell'uomo con Dio.
    Ave, Sposa non sposata!

    6. Con il cuore in tumulto
    fra pensieri contrari
    il savio Giuseppe ondeggiava:
    tutt'ora mirandoti intatta
    sospetta segreti sponsali, o illibata!
    Quando Madre ti seppe
    da Spirito Santo, esclamò:
    Alleluia!

    7. I pastori sentirono
    i concerti degli Angeli
    al Cristo disceso tra noi.
    Correndo a vedere il Pastore,
    lo mirano come agnellino innocente
    nutrirsi alla Vergine in seno,
    cui innalzano il canto:

    Ave, o Madre all'Agnello Pastore,
    Ave, o recinto di gregge fedele.
    Ave, difendi da fiere maligne,
    Ave, Tu apri le porte del cielo.
    Ave, per Te con la terra esultano i cieli,
    Ave, per Te con i cieli tripudia la terra.
    Ave, Tu sei degli Apostoli la voce perenne,
    Ave, dei Martiri sei l'indomito ardire.
    Ave, sostegno possente di fede,
    Ave, vessillo splendente di grazia.
    Ave, per Te fu spogliato l'inferno,
    Ave, per Te ci vestimmo di gloria.
    Ave, Vergine e Sposa!

    8. Osservando la stella
    che guidava all'Eterno,
    ne seguirono i Magi il fulgore.
    Fu loro sicura lucerna
    andando a cercare il Possente,
    il Signore.
    Al Dio irraggiungibile giunti,
    l'acclaman beati:
    Alleluia!

    9. Contemplarono i Magi
    sulle braccia materne
    l'Artefice sommo dell'uomo.
    Sapendo ch'Egli era il Signore
    pur sotto l'aspetto di servo,
    premurosi gli porsero i doni,
    dicendo alla Madre beata:

    Ave, o Madre dell'Astro perenne,
    Ave, o aurora di mistico giorno.
    Ave, fucine d'errori Tu spegni,
    Ave, splendendo conduci al Dio vero.
    Ave, l'odioso tiranno sbalzasti dal trono,
    Ave, Tu il Cristo ci doni clemente Signore.
    Ave, sei Tu che riscatti dai riti crudeli,
    Ave, sei Tu che ci salvi dall'opre di fuoco.
    Ave, Tu il culto distruggi del fuoco,
    Ave, Tu estingui la fiamma dei vizi.
    Ave, Tu guida di scienza ai credenti,
    Ave, Tu gioia di tutte le genti.
    Ave, Vergine e Sposa!

    10. Banditori di Dio
    diventarono i Magi
    sulla via del ritorno.
    Compirono il tuo vaticinio
    e Te predicavano, o Cristo,
    a tutti, noncuranti d'Erode,
    lo stolto, incapace a cantare:
    Alleluia!

    11. Irradiando all'Egitto
    lo splendore del vero,
    dell'errore scacciasti la tenebra:
    ché gli idoli allora, o Signore,
    fiaccati da forza divina caddero;
    e gli uomini, salvi,
    acclamavan la Madre di Dio:

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    Ave, riscossa del genere umano,
    Ave, disfatta del regno d'inferno.
    Ave, Tu inganno ed errore calpesti,
    Ave, degl'idoli sveli la frode.
    Ave, Tu mare che inghiotti il gran Faraone,
    Ave, Tu roccia che effondi le Acque di Vita.
    Ave, colonna di fuoco che guidi nel buio,
    Ave, riparo del mondo più ampio che nube.
    Ave, datrice di manna celeste,
    Ave, ministra di sante delizie.
    Ave, Tu mistica terra promessa,
    Ave, sorgente di latte e di miele.
    Ave, Vergine e Sposa!

    12. Stava già per lasciare
    questo mondo fallace
    Simeone, ispirato vegliardo.
    Qual pargolo a lui fosti dato,
    ma in Te riconobbe il Signore perfetto,
    e ammirando stupito
    l'eterna sapienza esclamò:
    Alleluia!



    PARTE TEMATICA


    13. Di natura le leggi
    innovò il Creatore,
    apparendo tra noi, suoi figlioli:
    fiorito da grembo di Vergine,
    lo serba qual era da sempre, inviolato:
    e noi che ammiriamo il prodigio
    cantiamo alla Santa:

    Ave, o fiore di vita illibata,
    Ave, corona di casto contegno.
    Ave, Tu mostri la sorte futura,
    Ave, Tu sveli la vita degli Angeli.
    Ave, magnifica pianta che nutri i fedeli,
    Ave, bell'albero ombroso che tutti ripari.
    Ave, Tu in grembo portasti la Guida agli erranti,
    Ave, Tu desti alla luce Chi affranca gli schiavi.
    Ave, Tu supplica al Giudice giusto,
    Ave, perdono per tutti i traviati.
    Ave, Tu veste ai nudati di grazia,
    Ave, Amore che vinci ogni brama.
    Ave, Vergine e Sposa!

    14. Tale parto ammirando,
    ci stacchiamo dal mondo
    e al cielo volgiamo la mente.
    Apparve per questo fra noi,
    in umili umane sembianze l'Altissimo,
    per condurre alla vetta
    coloro che lieti lo acclamano:
    Alleluia!

    15. Era tutto qui in terra,
    e di sé tutti i cieli
    riempiva il Dio Verbo infinito:
    non già uno scambio di luoghi,
    ma un dolce abbassarsi di Dio verso l'uomo
    fu nascer da Vergine,
    Madre che tutti acclamiamo:

    Ave, Tu sede di Dio, l'Infinito,
    Ave, Tu porta di sacro mistero.
    Ave, dottrina insicura per gli empi,
    Ave, dei pii certissimo vanto.
    Ave, o trono più santo del trono cherubico,
    Ave, o seggio più bello del seggio serafico.
    Ave, o tu che congiungi opposte grandezze,
    Ave, Tu che sei in una e Vergine e Madre.
    Ave, per Te fu rimessa la colpa,
    Ave, per Te il paradiso fu aperto.
    Ave, o chiave del regno di Cristo,
    Ave, speranza di eterni tesori.
    Ave, Vergine e Sposa!

    16. Si stupirono gli Angeli
    per l'evento sublime
    della tua Incarnazione divina:
    ché il Dio inaccessibile a tutti
    vedevano fatto accessibile, uomo,
    dimorare fra noi
    e da ognuno sentirsi acclamare:
    Alleluia!

    17. Gli oratori brillanti
    come pesci son muti
    per Te, Genitrice di Dio:
    del tutto incapaci di dire
    il modo in cui Vergine e Madre Tu sei.
    Ma noi che ammiriamo il mistero
    cantiamo con fede:

    Ave, sacrario d'eterna Sapienza,
    Ave, tesoro di sua Provvidenza.
    Ave, Tu i dotti riveli ignoranti,
    Ave, Tu ai retori imponi il silenzio.
    Ave, per Te sono stolti sottili dottori,
    Ave, per Te vengon meno autori di miti.
    Ave, di tutti i sofisti disgreghi le trame,
    Ave, Tu dei Pescatori riempi le reti.
    Ave, ci innalzi da fonda ignoranza,
    Ave, per tutti sei faro di scienza.
    Ave, Tu barca di chi ama salvarsi,
    Ave, Tu porto a chi salpa alla Vita.
    Ave, Vergine e Sposa!

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    18. Per salvare il creato,
    il Signore del mondo,
    volentieri discese quaggiù.
    Qual Dio era nostro Pastore,
    ma volle apparire tra noi come Agnello:
    con l'umano attraeva gli umani,
    qual Dio l'acclamiamo:
    Alleluia!

    19. Tu difesa di vergini,
    Madre Vergine sei,
    e di quanti ricorrono a Te:
    che tale ti fece il Signore
    di tutta la terra e del cielo, o illibata,
    abitando il tuo grembo
    e invitando noi tutti a cantare:

    Ave, colonna di sacra purezza,
    Ave, Tu porta d'eterna salvezza.
    Ave, inizio di nuova progenie,
    Ave, datrice di beni divini.
    Ave, Tu vita hai ridato ai nati nell'onta,
    Ave, hai reso saggezza ai privi di senno.
    Ave, o Tu che annientasti il gran seduttore,
    Ave, o Tu che dei casti ci doni l'autore.
    Ave, Tu grembo di nozze divine,
    Ave, che unisci i fedeli al Signore.
    Ave, di vergini alma nutrice,
    Ave, che l'anime porti allo Sposo.
    Ave, Vergine e Sposa!


    20. Cede invero ogni canto
    che presuma eguagliare
    le tue innumerevoli grazie.
    Se pure ti offrissimo inni
    per quanti granelli di sabbia, Signore,
    mai pari saremmo ai tuoi doni
    che desti a chi canta:
    Alleluia!

    21. Come fiaccola ardente
    per che giace nell'ombre
    contempliamo la Vergine santa,
    che accese la luce divina
    e guida alla scienza di Dio tutti,
    splendendo alle menti
    e da ognuno è lodata col canto:

    Ave, o raggio di Sole divino,
    Ave, o fascio di Luce perenne.
    Ave, rischiari qual lampo le menti,
    Ave, qual tuono i nemici spaventi.
    Ave, per noi sei la fonte dei sacri Misteri,
    Ave, Tu sei la sorgente dell'Acque abbondanti.
    Ave, in Te raffiguri l'antica piscina,
    Ave, le macchie detergi dei nostri peccati.
    Ave, o fonte che l'anime mondi,
    Ave, o coppa che versi letizia.
    Ave, o fragranza del crisma di Cristo,
    Ave, Tu vita del sacro banchetto.
    Ave, Vergine e Sposa!

    22. Condonare volendo
    ogni debito antico,
    fra noi, il Redentore dell'uomo
    discese e abitò di persona:
    fra noi che avevamo perduto la grazia.
    Distrusse lo scritto del debito,
    e tutti l'acclamano:
    Alleluia!

    23. Inneggiando al tuo parto
    l'universo ti canta
    qual tempio vivente, o Regina!
    Ponendo in tuo grembo dimora
    Chi tutto in sua mano contiene, il Signore,
    tutta santa ti fece e gloriosa
    e ci insegna a lodarti:

    Ave, o «tenda» del Verbo di Dio,
    Ave, più grande del «Santo dei Santi».
    Ave, Tu «Arca» da Spirito aurata,
    Ave, «tesoro» inesausto di vita.
    Ave, diadema prezioso dei santi sovrani,
    Ave, dei pii sacerdoti Tu nobile vanto.
    Ave, Tu sei per la Chiesa qual torre possente,
    Ave, Tu sei per l'Impero qual forte muraglia.
    Ave, per Te innalziamo trofei,
    Ave, per Te cadon vinti i nemici.
    Ave, Tu farmaco delle mie membra,
    Ave, salvezza dell'anima mia.
    Ave, Vergine e Sposa!

    24. Grande ed inclita Madre,
    Genitrice del sommo fra i Santi,
    Santissimo Verbo,
    or degnati accogliere il canto!
    Preservaci da ogni sventura, tutti!
    Dal castigo che incombe
    Tu libera noi che gridiamo:
    Alleluia!

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  5. E' uno degli Inni più belli.
    Grazie Francesco!

    Spero non vi formalizziate se ho scelto il brano di un autore Ortodosso; ma l'ho trovato ricco di alta spiritualità ed è portatore di suggestioni sia della Tradizione orientale che di quella Occidentale, che è quella che più ci appartiene...

    Buona Festa dell'Assunzione a tutti!

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  6. Ripeto ancora la preghiera che ci ha lasciato Jonathan sull'altro thread

    E che la Regina del Cielo pieghi il suo sguardo su di noi e sussurri al Cuore del Suo Figlio la nostra preghiera, come a Cana. Perché venga il Suo Regno.

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  7. Freedom ha detto...
    Per Manilo e per chiunque, anche neocatecumenale, domani si reciteranno tutti i misteri meditati in latino.
    Un abbraccio pieno di luce ed affetto in Gesu', alle ore 21.30.
    Grazie.


    **********************

    per chi volesse unirsi e non sa il latino, qui trovate tutto...

    http://difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9378697

    ;-)

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  8. Grazie dell'aiuto Caterina mi hai preceduto di poco : Buona festa dell'Assunta.

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  9. Perdonate l'OT
    Freedom...ho messo skype ma non so come si fanno i contatti ^__^
    solitamente chiedo agli amici di unirmi a loro perchè io non so farlo a parte da FB e da gmail che mi da l'elenco...
    a quanto ho compreso tentate di unirvi in conferenza con skype per il Rosario...io potrei esserci ogni tanto...
    ti do l'email:
    pergamena1@gmail.com

    Mic!
    hai fatto bene a mettere un pezzo Ortodosso....de sti tempi è un testo più affidabile di altri ^__^

    ed ottimo l'Inno Akatistos che ci ha sempre mantenuti uniti con il mondo Ortodosso....
    Maria UNISCE!
    ^__^

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  10. Cara Caterina,
    il gruppo per il rosario in latino è pressochè tutto "in vacanza" ma ricominceremo ben presto. (il mio nome skype è freehdohm o Marco Aiuti)
    Stasera abbiamo deciso di recitare il ROSARIO IN LATINO COMPLETO ALLE 21.30 SENZA SKYPE.
    PER REPERIRE IL TESTO INTEGRALE DIGITA QUI': Sanctum Rosarium

    UN SALUTO FRATERNO IN CRISTO+

    RispondiElimina
  11. OVVIAMENTE, IL LINK è SOLO PER AVERE TUTTI UN TESTO COMUNE, NON PER ALTRO,
    UN ABBRACCIO ANCORA+

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  12. PER CATERINA AGGIUNGO IL TUO CONTATTO SU SKYPE : SPERO DI SENTIRTI PRESTO.

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  13. Cara Mic con Caterina ci siamo sentiti e abbiamo fatto una bella chiacchierata, tu quando ti fai sentire su skype?
    Un abbraccio+

    RispondiElimina
  14. Oggi, festa dell'Assunta volevo risentire una messa in latino, visto che la chiesa normalmente usata in città è chiusa per l'estate.Ho trovato in altra città,tramite il sito "messainlatino". Ho visto sacerdoti giovani vestiti da sacerdoti (con tonaca!) ho visto un monsignore che celebrava con tiara ed al Vangelo intonare e poi predicare dal pulpito (meraviglia delle meraviglie). Da ultimo ho risentito dopo decenni le più belle canzoni a Maria (tra cui "bella tu sei qual sole" che possiede un'enfasi vocale ed una visualità eccezionale)cui mi sono associato cercando di non stonare.Bellissimo,elevante e rinfrancante.Quanto lontane le schitarrate ed i canti "moderni" ed avvilenti delle comuni messe!Invece un tuffo nel Sacro, ancora.

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