mercoledì 18 aprile 2012

Presbiteri neocat si mimetizzano

Questa "lettera aperta al Santo Padre in occasione dell'inizio dell'anno dedicato all'Eucaristia" fu inviata il 2 novembre 2004 a Giovanni Paolo II (chissà se l'ha mai potuta leggere) e pubblicata integralmente nel n. 198 (dicembre 2004) della rivista "Il segno del soprannaturale". Ne pubblichiamo la prima parte, che riguarda il Cammino Neocatecumenale.

Le riflessioni dell'autore, a firma G.C., partono dal caso di un sacerdote che mentre ai "cristiani della domenica" dice cose normali, coi fratelli delle comunità kikiane-carmeniane professa qualcosa di ben diverso...



Sommo Pontefice,

chi Le scrive è un italiano qualsiasi, un comune uomo di mezza età, un fedele qualunque che spera tanto in Lei, in quest'anno santo dedicato all'Eucaristia.

Un sacerdote, a termine della S. Messa di alcune domeniche fa, ne ha dato l'avviso, soffermandosi, con l'occasione, sull'importanza di celebrare, ricevere e adorare degnamente l'Eucaristia! E a proposito di come ricevere l'Eucaristia, ha sottolineato che purtroppo molti La ricevono come se fosse un pezzo di pane. Poi sull'adorazione ha ricordato l'importanza di andare in Chiesa ad adorare il Santissimo, Cristo Eucaristico, il giorno della settimana in cui viene esposto.

Tutte cose sicuramente buone e che meritano di essere dette. Ma chi Le scrive è rimasto alquanto perplesso. Perché quello stesso sacerdote porta avanti, nella propria parrocchia, un "movimento" che con i suoi errori di culto mina, al cuore, la fede stessa nell'Eucaristia. un movimento che è un a vera e propria chiesa nella Chiesa (pur senza essere un ordine religioso) e che ha posto al centro della formazione cristiana il ritorno alle origini. Un "ritorno" che purtroppo ha interessato anche il modo di ricevere l'Eucaristia, cioè come pane azzimo, sotto forma di "focaccia", e sulle mani oltre che seduti. Modalità, queste, che dovrebbero essere semplicemente bandite se vi fosse una "presa di coscienza" coerente con il Dogma della Transustanziazione. Il fatto è che, probabilmente, una vera "presa di coscienza" è ancora tutta da realizzare proprio tra le varie Autorità responsabili!

Eppure quella della "presa di coscienza" della Presenza di Gesù, Nostro Signore, nell'Eucarestia dovrebbe essere la "battaglia" personale di ogni cristiano.

In ogni caso, Santità, non pensa che ricevere sulle mani l'Eucaristia confonde enormemente il fedele che così accostandosi, è indotto a pensare che sta assumendo solo un pezzo di pane e non di essere al cospetto della Sostanza di Dio?

E la Sostanza non indica forse la Presenza stessa di Dio?!

Eppure chi viene a Lei, consapevole di essere al cospetto del Pontefice di Cristo sulla Terra, si inginocchia e nessuno ha da ridire al riguardo. Anzi, è possibile che sia lo stesso protocollo a richiederlo. Allora, come mai nessuno si preoccupa di educare il cristiano al rispetto della Verità insita in un Dogma? E la mancanza di fede in un dogma non è forse un peccato contro lo Spirito Santo?

Devo amaramente constatare che in Italia (a differenza della Sua Polonia e di altri Paesi) NON esistono parrocchie dove viene praticato il culto dell'Eucaristia in ginocchio. L'Italia, che dovrebbe essere il cuore pulsante della cristianità, è purtroppo ultima in tale modo di venerare Gesù Eucaristico. Anzi, vi è dove addirittura è vietato ricevere la S. Comunione in ginocchio.

Come italiano, ne ho profonda vergogna.

15 commenti:

  1. Rieccomi dopo una lunga assenza! Vi informo che nella nostra diocesi il vescovo ha fatto una riunione con il giovane clero e i responsabili del CNC dall'esito non proprio favorevole al CNC

    RispondiElimina
  2. Premettendo che rispetto profondamente la buona fede dei molti piccoli che frequentano il cammino neocatecumenale e ribadendo l'importanza del seguire l'esempio dei santi per capire ciò che c'è di essenziale nella nostra fede, mi viene da condividere con voi questo dubbio...
    Ma se veramente i neocat sono prontissimi ad obbedire ai dettami del pontefice e sono ansiosi di sentirsi profondamente cattolici, come mai hanno questa strenua resistenza nel non abbandonare nessuna delle cose che li contraddistinguono: l'uso delle suppellettili e arredamenti sacri di gusto ebraico, la consuetudine di comunicarsi seduti, il rifiuto d'inginocchiarsi, ecc. ecc. ...
    Se fossero davvero cose marginali, dettate solo da un certo amore per l'esotico, gli iniziatori ne avrebbero fatto a meno da decenni, invece lottano centimetro per centimetro e ricorrono ad espedienti risibili pur di mantenere i propri usi e costumi.
    Un esempio basti per tutti:
    i neocat ricevono il pane azzimo in piedi, attendono che tutti abbiano ricevuto il pane, quindi si siedono e "manducano"....tutto questo pur di non obbedire al papa che ha ordinato di comunicarsi in piedi....
    A ragionarci su, salta all'occhio, che questa strenua resistenza mascherata da obbedienza, abbia una valenza perlomeno inquietante nei propositi degli iniziatori...
    E, ovviamente, viene da domandarsi quale sia le ragione che li spinge a comportarsi così....

    RispondiElimina
  3. Io non direi che questo presbitero si mimetizza. Io direi piuttosto il contrario: questo povero sacerdote dice quello che nelle comunità NC non può dire perchè i catechisti si farebbero subito sentire.

    Ne abbiamo avuto una testimonianza diretta.

    @sem

    Io non parlare di "esito non proprio favorevole" perchè questo non fa altro che alimentare la forma mentis NC che dice "se ci dicono qualcosa è perchè gli siamo antipatici"

    La realtà è diversa. In realtà il tuo vescovo LI STA AIUTANDO a migliorare. E' molto diverso.

    RispondiElimina
  4. E, ovviamente, viene da domandarsi quale sia le ragione che li spinge a comportarsi così....

    Purtroppo, oltre ad esserci fatti la domanda, abbiamo anche la risposta: perché dietro a quei 'segni' diversi c'è una teologia diversa che, evidentemente, non intendono abbandonare per assumere quella davvero cattolica.

    RispondiElimina
  5. Non sono molto d'accordo con AleCT perché quando uno riconosce la Verità, fa di tutto per portarla ai propri cari.

    Un prete che predica sull'importanza di celebrare, ricevere e adorare degnamente l'Eucaristia... se ci crede davvero, come proverà nel vedere, anzi: nel celebrare! lo scempio neocatecumenale?

    RispondiElimina
  6. Dal tread:
    Un sacerdote, a termine della S. Messa di alcune domeniche fa, ne ha dato l'avviso, soffermandosi, con l'occasione, sull'importanza di celebrare, ricevere e adorare degnamente l'Eucaristia! E a proposito di come ricevere l'Eucaristia, ha sottolineato che purtroppo molti La ricevono come se fosse un pezzo di pane. Poi sull'adorazione ha ricordato l'importanza di andare in Chiesa ad adorare il Santissimo, Cristo Eucaristico, il giorno della settimana in cui viene esposto.

    Da Tripudio:
    Un prete che predica sull'importanza di celebrare, ricevere e adorare degnamente l'Eucaristia... se ci crede davvero, come proverà nel vedere, anzi: nel celebrare! lo scempio neocatecumenale?
    ----------
    La risposta Tripudio è scontata:
    quel sacerdote nelle celebrazioni con le comunità NC riscontra che vi si celebri, si riceva e si adori degnamente l'Eucaristia.

    E quando parla di "purtroppo molti La ricevono come se fosse un pezzo di pane", non si riferisce al segno visibile del pane azimo, ma a chi la riceve anche nella parrocchia "come se fosse".

    Tu credi davvero che nel CNC riceviamo il Corpo di Cristo "come se fosse un pezzo di pane" solo perchè tu Tripudio vedi il pezzo di pane?

    Il ragionamento di questo sacerdote è molto meno incentrato sulla "visibilità" di quanto crediate.

    Ma forse io ho interpretato in modo personale quanto scritto nella lettera. Altrimenti concordo con voi che se questo sacerdote non ritenesse il pane azimo conforme a quanto previsto dai Libri Liturgici, non potrebbe far altro che chiedere al suo Vescovo, che probabilmente gli ricorderebbe però di leggere le Istruzioni Generali del Messale e la Redemptionis Sacramentum.

    Così capirebbe che il pane azimo si può usare, anzi rende ancor più evidente la fractio panis, e nello stesso tempo capirebbe che tale cosa non dovrebbe mai essere fatta dagli accoliti, anche se avesse la fortuna di averli istituiti e non solo vestiti. Come comprenderebbe che agli stessi non compete la purificazione dei vasi sacri alla credenza, nè tantomeno agli ostiari che "rigovernano e sparecchiano", ai quali invece compete solo quello di occuparsi dell' "ostum", cioè della porta, niente di più di quanto fanno i sacrestani.

    Ma d'altronde sapete anche bene che la stessa Istruzione ai punti 90 e 91 consente che un cattolico possa ricevere il Corpo di Cristo in piedi inchinandosi (90), e non gli si può vietare (91). neppure se fosse il Papa a celebrare. in linea teorica, perchè io di fronte al Papa se vuole mi sdraio pure....

    Ma mi associo a quanti invece giustamente si lamentano che sovente sia impedito, o certo non invogliato per l'assenza dell'inginocchiatoio, di riceverla in ginocchio. Io se vedessi un sacerdote negare l'Eucaristia ad un fedele in ginocchio, reagirei in favore del fedele.

    Alessio

    RispondiElimina
  7. Ma forse io ho interpretato in modo personale quanto scritto nella lettera. Altrimenti concordo con voi che se questo sacerdote non ritenesse il pane azimo conforme a quanto previsto dai Libri Liturgici, non potrebbe far altro che chiedere al suo Vescovo, che probabilmente gli ricorderebbe però di leggere le Istruzioni Generali del Messale e la Redemptionis Sacramentum.

    -----------

    una sola semplice domanda: che cavolo c'entra il pane azzimo?

    RispondiElimina
  8. Alessio,

    il fatto è che le due celebrazioni sono talmente "diverse", radicalmente diverse, che è impossibile vedere buona l'una e buona l'altra. Puoi verificarlo tu stesso, partecipando ad una santa Messa tradizionale in latino e vedendo che differenza c'è.

    Quanto alla materia del Sacramento, anche un bambino è capace di capire che:

    - se la materia è "sbriciolabile" o "da spezzare", allora si rischia seriamente di calpestare Nostro Signore

    - se normalmente la Chiesa concede una sola specie (e una folla di santi si sono santificati senza mai usare le mani e senza mai ricevere le due specie), allora il fatto di riceverla "sempre" sotto entrambe le specie alla lunga finisce per banalizzare il senso, per far sembrare "minore" quella fatta con un'ostia normale o sotto una sola specie...

    - se la spiritualità tradizionale (quella che ha alimentato don Bosco e padre Pio) è il silenzio e l'adorazione, che razza di "spiritualità" sarebbe lo star seduti, sproloquiare, cantare canzoncine tristi tutte composte da Kiko, e addirittura "dover aspettare" prima di potersi comunicare tutti contemporaneamente?


    Madre Teresa di Calcutta (che ha passato parecchio tempo della sua vita in ginocchio in preghiera) diceva che il peccato più grave nella Chiesa di oggi è la "comunione sulle mani".

    Aveva dunque ragione padre Pio a qualificare «i nuovi falsi profeti» Kiko e Carmen.

    RispondiElimina
  9. Ma mi associo a quanti invece giustamente si lamentano che sovente sia impedito, o certo non invogliato per l'assenza dell'inginocchiatoio, di riceverla in ginocchio. Io se vedessi un sacerdote negare l'Eucaristia ad un fedele in ginocchio, reagirei in favore del fedele.

    1. qui si parla di adorazione e Alessio tira fuori il pane azzimo.
    2. si cerca di far emergere lo spirito della liturgia e Alessio va a pescare nelle pieghe e nelle piaghe delle prescrizioni tutte le possibilità pro-cammino
    3. si discute di quanto accade tutti i giorni in tutte le comunità di tutto il mondo e Alessio ci risponde quello che farebbe lui che sappiamo in cammino quanto possa contare...
    ...
    ...

    RispondiElimina
  10. Un solo commento: quanti danni ha fatto l'apertura del CVII! Il risultato è che da frutti proprio chi come il cammino applica una rigida liturgia unica in tutto il mondo. Questo dovrebbe fare la Chiesa: dire BASTA! Se vuoi essere nella Cattolico la messa la celebri cosi e cosà e basta interpretare l'interpretabile. Sono sicuro che qualcuno si farebbe la chiesa per conto suo ma noi cattolici torneremo ad essere la luce del mondo.

    RispondiElimina
  11. Non sono d'accordo. Non c'è un solo rigo di tutti i documenti del Concilio in cui si avalli questo modo di fare...

    Non c'è scritto da nessuna parte: "Da questo momento in poi, ognuno faccia quello che vuole"

    RispondiElimina
  12. Mko la colpa non è del concilio, è nostra di tutti noi cattolici, che magari abbiamo abbassato la guardia, accettato la logica delle masse e del compromesso su qualunque cosa. Il problema è generale e riguarda tutta la socetà. E' da una parte la logica del pensiero debole e dall'altra la corruzione che stanno minando la Chiesa non il CV II

    Gv

    RispondiElimina
  13. come faceva padre pio a dire queste cose se il cammino a roma è arrivato nel novembre del 1968? due mesi prima che morisse?

    RispondiElimina
  14. Quindi secondo te padre Pio poteva conoscere solo i fatti circoscritti nei limiti del territorio italiano?

    Quindi secondo te nessun fedele spagnolo poteva parlargli dei cosiddetti "iniziatori"?

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.