venerdì 10 gennaio 2014

I kikos odiano l'Atto di dolore

I neocatecumenali disprezzano l'atto di dolore e vanno dicendo fandonie tipo: "Dio non può essere offeso".

Carmen e don Pezzi
Carmen Hernàndez, iniziatrice del Cammino Neocatecumenale, negli Orientamenti per le équipes di catechisti del 1972, dice:
Le persone si chiedono se è possibile offendere solo Dio. La domanda è posta così perché abbiamo una concezione verticale del peccato, individualista: che siamo noi che offendiamo, in maniera particolare Dio, come se il peccato fosse un'offesa a Dio, nel senso di rubare a Dio la sua gloria. Accreditiamo l'ipotesi che possiamo causare danno a Dio. La prima cosa che dobbiamo pensare è che non si può causare danno a Dio. Dio non può essere offeso nel senso di togliere a Lui la gloria, perché allora Dio sarebbe vulnerabile e non sarebbe più Dio.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice il contrario:
1850. Il peccato è un'offesa a Dio: « Contro di te, contro te solo ho peccato. Quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto » (Sal 51,6). Il peccato si erge contro l'amore di Dio per noi e allontana da lui i nostri cuori.

I neocatecumenali disprezzano l'Atto di dolore e si rifiutano di recitarlo:
Deus meus,
ex toto corde poenitet me omnium meorum peccatorum,
eaque detestor, quia peccando,
non solum poenas a Te iuste statutas promeritus sum,
sed praesertim quia offendi Te,
summum bonum, ac dignum qui super omnia diligaris.
Ideo firmiter propono, adiuvante gratia Tua,
de cetero me non peccaturum peccandique
occasiones proximas fugiturum.
Amen.
Dio mio,
mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati,
perché peccando ho meritato i tuoi castighi,
e molto più perché ho offeso Te,
infinitamente buono e giusto
e degno di essere amato sopra ogni cosa.
Propongo col tuo santo aiuto
di non offenderti mai più
e di fuggire le occasioni prossime di peccato.
Amen.


Qui sotto alcune testimonianze e commenti.

Da FDF:
Sai quanti NC di alto livello disprezzano l'Atto di Dolore? Uno, parlando con me, si fece delle grandi risate sull'Atto di Dolore alle parole:
"perché peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto più perché ho offeso Te"...

Da mic:
Come teologa, davvero carente, Carmen non sa che si distingue la gloria intrinseca di Dio - invulnerabile, infinita e immutabile - dalla gloria estrinseca di Dio, gloria che può essere maggiore o minore, e che risulta diminuita a causa dei peccati degli uomini. Per questo S. Ignazio ha scelto per la Compagnia di Gesù il motto "Ad maiorem gloriam Dei", affermando che essa avrebbe dovuto lottare per la "maggior gloria di Dio".

Del resto, basta notare quanto il peccato in qualche modo escluda dalle situazioni della storia individuale e collettiva la "Presenza" del Signore, basta vedere il vuoto e i drammi umani e sociali di questo nostro mondo in cui si è perso il senso del peccato. E purtroppo si è perso il senso del peccato come responsabilità individuale, perché è sempre una mancata risposta alla chiamata costante di Dio alla conversione e al progetto che Egli ha per ognuno di noi. Questo non esclude né un ambito comunitario e sociale né la nostra responsabilità anche nei confronti del prossimo; ma tutto è fondato nel rapporto IO-TU che ogni creatura ha col suo Signore, un rapporto che può anche arricchirsi in ambito comunitario (ek-lesìa = la Chiesa di coloro raccolti insieme in comunione nel Signore) per poi dispiegarsi nelle relazioni interpersonali e nelle scelte individuali e collettive; ma è innanzitutto un rapporto pieno e profondo individuale, non di gruppo né in simbiosi. Il Signore ha creato e vuole relazionarsi con delle persone, non con dei burattini.
Il Sacro Cuore di Gesù è un cuore vivo, che gioisce per le cose belle che facciamo e si rattrista per i peccati. In questo senso, il peccato è un'offesa, eccome se è un'offesa... oltre a offendere Colui che è il Sommo Bene, rompe la comunione tra l'uomo e Dio e quindi, senza mezzi giri di parole, offende anche la dignità umana dal momento che l'uomo è tempio del Dio vivente. Duplice offesa, quindi. È ovvio che il peccato ha anche una ripercussione sociale, ma questa è una dimensione successiva, che non sostituisce ma si va aggiungere a quella individuale.
Lo stesso Gesù nel Vangelo dice: "C'è più gioia nel cielo per un peccatore che si converte che per 99 giusti che non hanno bisogno di conversione". Dunque se c'è gioia, va da sé che c'è anche tristezza se non camminiamo nella retta via. Poi è ovvio che si potrebbe discutere anche del fatto che ogni peccato è un altro chiodo conficcato in quella Croce e su quella croce Gesù non ha fatto salti di gioia, mi pare, ma ha gridato, magari pianto... sofferto per tanta indifferenza...
Come può non soffrire tuttora per i tanti peccati che commettiamo?

Come si può rifiutare di dire, ma soprattutto di interiorizzare, l'atto di dolore per i propri peccati, con i quali rompiamo l'ordine mirabile e il progetto che Dio ha inscritto nella sua creazione?

Da Sebastian:
Come ha scritto giustamente FDF: nel CN molti disprezzano l'Atto di Dolore.
A cominciare dai preti, che non chiedono mai di recitarlo durante la confessione.
Nella mia parrocchia, dove il catechismo della comunione è organizzato dai NC, ai bambini non viene insegnata questa preghiera (io stesso ho fatto il catechista ai bambini).
Molti si vantano di non conoscerla.
E se capita che in una confessione gli viene richiesto l'atto di dolore, recitano il Confesso.

E come potrebbe essere altrimenti?

"... mi pento e mi dolgo dei miei peccati...": perché pentirsi e dolersi per qualcosa che è inevitabile fare? Secondo i neocatecumenali siamo schiavi del demonio, è impossibile non peccare!

"...peccando ho meritato i tuoi castighi...": secondo i neocatecumenali i castighi di Dio sono inevitabili! Dio manda le disgrazie per convertire le persone, queste non sono mica una conseguenza del peccato (proprio e altrui)!

"...ho offeso te...": ma secondo i neocatecumenali Dio mica si offende, se no non sarebbe Dio!

"...propongo con il tuo santo aiuto...": ma secondo i neocatecumenali l'uomo essendo schiavo del demonio non può fare il bene, non ha senso impegnarsi per il bene!

61 commenti:

  1. "Dio non può essere offeso", dice il solito ignorantello neocat, allevato alla scuola di teologia della signorina "benedetta tu fra le donne" predestinata a rifondare la chiesa (c minuscola).

    Ma che altro aspettarsi dai catechisti neocat? Il loro padrone, il signor dottor (h.c.) Arguello insegna pubblicamente che per paura della morte l'uomo è schiavo del demonio per tutta la vita e non può non fare il male.
    Senza dimenticare poi che all'ultima tappa del Padre nostro ci si deve riconoscere pubblicamente "figli del demonio"! Mica male per dei battezzati...

    Perciò, come può uno schiavo essere responsabile? Se agisce sotto costrizione, non può nemmeno peccare, perché il peccato comporta la libera e consapevole volontà personale di commetterlo. Di conseguenza, il peccato non esiste.
    Molto cattolico.

    Ringrazio Mic e Tripudio sulla questione delle “offese a Dio”. Aggiungerò alle solite domandine un’altra riguardante la signorina, per la quale Dio non può essere offeso.

    Continueranno a non rispondere? Faranno la figura che meritano.
    A me non interessa che i duri e puri scappino ogni volta a gambe levate, interessa che le leggano i piccoli neocat in buona fede, che confrontino le scempiaggini dei catechisti neocat con l’insegnamento della Chiesa, e che inizino a pensare.

    p.s. @ Maurizio.
    Che facciamo, signor catechista di lungo corso? Tu, un illuminato, un discernente, uno che quando parla lo fa per ispirazione divina, non sei capace di rispondere a un po’ di domandine documentate?

    Che figura ci fai con le pecorelle che pasci? Che penseranno di te? E se in una convivenza qualcuno si alzasse e te le ponesse davanti a tutti, che faresti?

    Sai che ti dico? Più che un adulto nella fede mi sembri un adulto nei cento metri: sei scappato con uno scatto degno della finale olimpica.

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  2. Sarebbe imbarazzante se in una convivenza qualcuno dicesse: ho letto su Yahoo Answers che tu sei un pranoterapeuta: dunque del cammino di fede non hai capito niente...

    RispondiElimina
  3. Su Crux Sancta ci fanno sapere che in un paesetto che non conta nemmeno 3000 abitanti il Cammino Neocatecumenale ha comprato un terreno dove edificare un «catecumenium» per i suoi adepti.

    Alla faccia dell'«insieme di beni spirituali» che non possiede né beni né proprietà...

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  4. Vi ricordate che a fine maggio avevo scritto questo?

    Pasquale De Fantin
    30/05/13

    a cdf
    Reverendi Padri,
    sono da alcuni anni inserito in una comunità neocatecumenale.
    Su suggerimento di un fratello della mia comunità ho cominciato a seguire da qualche tempo a questa parte due blog:
    neocatecumenali.blogspot.com/
    chisinasconde.blogspot.com/.

    In un primo tempo ero perplesso. Ora sono confuso.
    E' evidente che ognuno è responsabile di ciò che scrive, ed essendo la comunicazione web in Italia sotto la regolamentazione della stampa e dell'editoria, ad essa ne deve far riferimento e risponderne, con tutte le conseguenze del caso. A mio avviso ci sono gli estremi per una denuncia per ambedue i casi. Ma questo non mi interessa.

    Venendo al punto. Siamo di fronte a due situazioni opposte che talvolta usano toni troppo accesi. Fanno male, molto male. L'hanno fatto a me, come ad altre persone che conosco. Sono posizioni che scandalizzano, perché ognuna delle due si considera Chiesa, e si professa Apostolica Romana.
    Io non ho grandi studi teologici alle spalle, forse non ne ho per niente. Ho ascoltato delle catechesi e un annuncio. Ma sentirmi dire che sono un eretico, mi distrugge. Sentirmi dire che ci sono cardinali, vescovi, oliati. Una "Feria Quarta" (che non so neppura cosa sia) che sta per chiudere la celebrazione dell'eucarestia al Cammino. Tutto questo mi fa male.
    Sono angosciato d'essere, seppur in buona fede, nell'eresia.

    Reverendi Padri,
    vi chiedo: perché non vi è da parte vostra, della Congregazione della Fede, un pronunciamento ufficiale? Perché se il Cammino Neocatecumenale è eretico non viene chiuso (visti anche i ripetuti interventi correttivi disattesi)?

    Reverendi Padri,
    io sto veramente per mollare tutto, è troppo pesante per me questo peso.

    Con cordialità e riverenza.


    ---------

    Ora la risposta della Congregazione.

    ---------

    CDF
    10/01/14

    a Pasquale De Fantin

    Gentile Signore,
    non entriamo nel merito dei contenuti dei due blog che lei ci ha segnalato. Non è nelle nostre competenze.
    Per quanto riguarda invece l'accusa di eresia mossa al Cammino Neocatecumenale, possiamo solo dirle che, i "problemi" del suddetto movimento sono noti a questa Congregazione. A breve sarà il Santo Padre in prima persona ad affrontare la questione indicando le Sue decisioni e obbligando perciò, con atto risolutivo, il Cammino ad un repentino "cambio di rotta".
    Chiededole di mantenere riservata questa comunicazione, cogliamo l'occasione per un saluto.

    RispondiElimina
  5. Nella mia Parrocchia in Abruzzo, il Parroco è Neocatecumenale, ma mi fa SEMPRE e ripeto SEMPRE recitare l'atto di dolore!

    RispondiElimina
  6. kerigma ha detto...
    «ti avremmo messo fuori lo stesso»

    Tanto ha scritto un supposto kerigma (è uno dei due, tre troll che frequentano l'Osservatorio, non uno nuovo) a Sebastian. Ho citato qui il suo commento perché appartiene al genere: "Noi facciamo quello che dice Kiko, noi ripetiamo solo quello che Kiko insegna".

    Certo, falso kerigma: la cacciata di quelli che osano criticare anche una sola virgola del "vangelo secondo Kiko" sta nel vostro direttorio. Voi tagliate i "fichi sterili secondo Kiko", voi chiudete le porte nella parabola (sempre secondo Kiko) delle vergini stolte a chi perfino si assenta da una convivenza per andare a trovare una cognata ammalata. Basterebbe questo per affermare: voi siete un'altra chiesa (con la ci minuscola).

    RispondiElimina
  7. C'era un sacerdote, molto vicino al cammino neocatecumenale, che dava l'assoluzione senza ascoltare i peccati: bastava accostarsi a lui con sentimenti di pentimento e chiedergli di confessarsi e lui subito poggiava le mani sulla testa pronunciando le parole di assoluzione.
    Non so se questa confessione è valida.

    Mario


    RispondiElimina
  8. Nel Cammino dovrebbero esserci alcune regole, tra cui quella della confessione mensile. Ma non tutti la rispettano.
    Se si fanno cadere le briciole di pane azzimo, la gente dovrebbe confessare anche questo, ma nessuno lo fa nel Cammino perché nessuno ritiene che sia un peccato.

    Mario

    RispondiElimina
  9. Perché non pubblicate quello che vi ho scritto alcune ore fa?

    RispondiElimina
  10. In questo post ravviso un errore metodologico di fondo, che potrebbe nuocere all’oggettività e correttezza del dibattito.
    Viene citato (suppongo in maniera corretta) espressamente un passo degli orientamenti del 1972 senza evidenziare che il testo è stato successivamente emendato (nel 1999) – come ho già fatto notare in precedenti commenti (a mic, che ha ritenuto di non rispondermi, del tutto legittimamente: se non si vuole o non si sa, si ha tutto il diritto di non rispondere).
    In sostanza: se il Signor X ha scritto nel 1972 il testo X e poi lo ha successivamente emendato (o comunque ha cambiato idea) ritengo metodologicamente corretto (nonché intellettualmente onesto) riportare il testo originario, ma anche quello emendato (cosicché il lettore può fare un confronto), o quantomeno sottolineare per il lettore ignaro che il testo è stato successivamente modificato o che l’autore ha cambiato idea. Poi, dopo aver esposto correttamente il pensiero del Signor X (o del testo X), nella sua evoluzione temporale, lo si può benissimo crivellare di critiche.
    So bene che molti dei neocatecumeni che spesso circolano in questo blog non mostrano alcuna onestà intellettuale (anzi! Si arriva all’insulto gratuito; per non parlare dell’altro controblog, i cui commenti sono in gran parte insulti, epiteti ed inviti a non frequentare questo blog), ma ciò non ci autorizza a metterci al loro livello.
    Un saluto
    Cristiano

    RispondiElimina
  11. In questo post ravviso un errore metodologico di fondo, che potrebbe nuocere all’oggettività e correttezza del dibattito.
    Viene citato (suppongo in maniera corretta) espressamente un passo degli orientamenti del 1972 senza evidenziare che il testo è stato successivamente emendato (nel 1999) – come ho già fatto notare in precedenti commenti (a mic, che ha ritenuto di non rispondermi, del tutto legittimamente: se non si vuole o non si sa, si ha tutto il diritto di non rispondere).
    In sostanza: se il Signor X ha scritto nel 1972 il testo X e poi lo ha successivamente emendato (o comunque ha cambiato idea) ritengo metodologicamente corretto (nonché intellettualmente onesto) riportare il testo originario, ma anche quello emendato (cosicché il lettore può fare un confronto), o quantomeno sottolineare per il lettore ignaro che il testo è stato successivamente modificato o che l’autore ha cambiato idea. Poi, dopo aver esposto correttamente il pensiero del Signor X (o del testo X), nella sua evoluzione temporale, lo si può benissimo crivellare di critiche.
    So bene che molti dei neocatecumeni che spesso circolano in questo blog non mostrano alcuna onestà intellettuale (anzi! Si arriva all’insulto gratuito; per non parlare dell’altro controblog, i cui commenti sono in gran parte insulti, epiteti ed inviti a non frequentare questo blog), ma ciò non ci autorizza a metterci al loro livello.
    Un saluto
    Cristiano

    RispondiElimina
  12. Cristiano, non ho riposto perché ho soltanto l'edizione del 1972.
    Se quella del 2003 - come dici - è cambiata, sto aspettando da te le pagine col testo.
    Altrimenti, a cosa ti rispondo?
    Non cambiare le carte in tavola.

    RispondiElimina
  13. OT, ma neanche tanto

    "ho meritato i tuoi castighi"

    Mi suona male, si meritano i castighi?

    Gv

    P.S. ultimamente sono molto impegnato ma vi seguo sempre con piacere.

    RispondiElimina
  14. Se Kiko dice una cosa, non c'è il rischio che con le catechesi di riporto si finisca per aggiungere o dire qualche altra cosa, da parte dei catechisti?

    Mario

    RispondiElimina
  15. @ Cristiano
    L’oggettività e la correttezza del dibattito, caro Cristiano, sono viziate da un errore metodologico di fondo (non di questo blog): quei testi sono tutti segretati dal Cammino. Non c'è "imprimatur" di editore; anche quando tu abbia inoltrato gli Or. del 1999 si potrà contestare: l'autore li ha emendati nella versione approvata nel 2010. E, essendo segretati, si potrà sempre rivendicare la falsificazione dei testi sfuggiti al silenzio e al segreto.
    Ecco perché io spesso ho scritto: "nelle catechesi sviluppate per decenni". Per 27 anni, nel caso delle due "edizioni" alle quali ti sei riferito.
    In ogni caso, la stringa "peccat" soltanto negli Or. per la fase di conversione disponibili in rete ha ben... 519 ricorrenze! Dubito che siano stati modificati i concetti costantemente espressi, del tipo: "E' un cammino di conversione per toccare con mano la tua povertà e la tua impotenza, perché tu conosca la tua realtà profonda di peccato e di miseria". Dubito che sia stato revisionato l'assunto kikiano che il riconoscimento del peccato - e non la Grazia, non l'Amore gratuito del Padre della parabola del figliolo prodigo - siano alla base di una conversione. Dubito che nel miracolo del cieco nato (secondo Kiko) il fango sia riproposto come una creta di ri-creazione dell'uomo e non come il fango/peccato del cieco che Cristo gli avrebbe mostrato.

    Se il Signor X avesse inteso emendare il testo del 1972 per quanto concerne la questione del topic, caro Cristiano, avrebbe dovuto riscrivere solo negli Or. per la fase di conversione 519 passi (e tanti altri dove la ricorrenza non è del vocabolo ma della tematica): prima avrebbe fatto a redigere un altro testo, sicuramente, anche fondando un differente Cammino NC.

    RispondiElimina
  16. @ Gv
    Beh, lo pensa il servo di Mt 25, quello che aveva ricevuto un solo talento, il servo che dice "Signore, so che sei un uomo duro" e che viene castigato perché temeva di poter essere castigato ;-)

    RispondiElimina
  17. Mic, scusami, non volevo affatto offenderti.
    Ti ricordo solo che io ti ho citato alcuni brani, ma, soprattutto, che Lino – nel commento del 9.1.2014, ore 18,05 – ti aveva indicato gli estremi per consultare in rete il mamotreto da me citato (per poi concludere “A te, Mic”). I testi che cerchi sono in rete, come ti ha già indicato Lino.
    Non esigo affatto una risposta, ci mancherebbe. Volevo solo uno scambio di idee, anche perché, da come mi appare, il testo è stato emendato proprio (o anche) per correggere l’errore che tu hai rilevato, tramite l’aggiunta di quella postilla “in sé stesso” dopo “danno a Dio” (probabilmente qualcuno ha fatto capire a Kiko, o a chi per lui, che così com’era il testo confliggeva palesemente con il CCC 1850).
    Un saluto
    Cristiano

    RispondiElimina
  18. Risposte varie:

    1) il prete neocat che faceva dire l'atto di dolore: come dice il proverbio, "una rondine non fa primavera";

    2) errore metodologico? beh, forse solo per gli accademici, visto che i mamotreti non sono veramente cambiati negli ultimi 45 anni, salvo qualche aggiustatina e l'aggiunta di citazioni in nota che non cambiano la sostanza. Se un cosiddetto "catechista" ha recitato per 10, 20, 30 anni sempre lo stesso copione a memoria, si intratterrà mica a precisare, spiegare, chiarire le Sacre Elucubrazioni di Kiko e Carmen? elucubrazioni che fra l'altro i diretti interessati non hanno mai pubblicamente rettificato (come si fa a rettificare in pubblico una dottrina che deve rimanere "arcana"?)

    3) la risposta pubblicata da Pasquale non mi convince molto. Staremo a vedere, e intanto continueremo a segnalare le storture del Cammino: infatti abbiamo già visto come le «decisioni del Santo Padre» nel 2005 sono state ignorate, e quindi mi aspetto che i kikos ignorino qualsiasi cosa scomoda da parte di qualsiasi Papa (presente e futuro).

    4) "meritato i tuoi castighi" è una traduzione italiana che oggi suona male solo perché è un termine che si usa coi bambini; il termine in latino, poenas, riguarda la giustizia divina (la pena inflitta a chi compie il male: nella vita eterna, e in qualche modo anche nella vita presente). Il latino, come al solito, non sbiadisce col passare del tempo...

    RispondiElimina
  19. Tripudio ma che faiiiii quello è un FAKE!!!!
    ma ti pare che la CONGREGAZIONE risponda svelando le sue intenzioni e raccomandando di non dirlo a nessuno?
    FAKE!!
    FAKE!!!!!!!
    FAKE!!!!!!!!!!!
    E' UN PESCE D'APRILE anticipato!!!!
    E' UNO SCHERZO DI CARNEVALE IN ANTICIPO!!!!!!
    ma guarda a cosa si abbassano i NEUROCATECUMENABILI per indurvi in errore......!!!!!!!

    RispondiElimina
  20. Caro Tripudio, con tutto rispetto, non è una questione per meri “accademici” (cos’è: un insulto?), ma una questione di correttezza. Se io citassi il pensiero pregresso di “Tripudio” omettendo di evidenziare il cambiamento nello stesso (grande o piccolo che sia), io farei una scorrettezza nei tuoi confronti e nei confronti della verità. Se io, oggi, citassi solo la tua precedente opinione sui presunti martiri neocatecumenali (che tu dici di aver cambiato) ed omettessi di esporre anche i cambiamenti che hai maturato, non sarei un “accademico” ma semplicemente uno scorretto.
    Un Saluto
    Cristiano

    RispondiElimina
  21. @ Pasquale ha detto:
    "Ma sentirmi dire che sono un eretico, mi distrugge... Sono angosciato d'essere, seppur in buona fede, nell'eresia."

    Perdonami, Pasquale: considerato che non scrivi male - periodi brevi con un corretto uso della punteggiatura - c'è da immaginare che anche sai leggere. Allora, invece di angosciarti tanto e di sciupare tempo nell'invenzione di mail della CDF, perché non lo impegni a confrontare le catechesi che hai ascoltato con la dottrina e l'esegetica della Chiesa e dei Padri? Potresti, in tal modo, superare il tuo stato di angoscia derivante da nevrosi fobica ossessiva per supposta eresia. Magari, quando avrai raggiunto la consapevolezza di essere per davvero un eretico, potrai decidere di curarti e guarire.

    RispondiElimina
  22. Sono in comunità e alla fine della confessione il sacerdote mi fa dire l'atto di dolore e nn è vero che viene addirittura schifato come si vuole far credere. Mi accorgo di quanto questo blog sia ridicolo. Federico

    RispondiElimina
  23. "CDF
    10/01/14

    a Pasquale De Fantin

    Gentile Signore,
    non entriamo nel merito dei contenuti dei due blog che lei ci ha segnalato. Non è nelle nostre competenze.
    Per quanto riguarda invece l'accusa di eresia mossa al Cammino Neocatecumenale, possiamo solo dirle che, i "problemi" del suddetto movimento sono noti a questa Congregazione. A breve sarà il Santo Padre in prima persona ad affrontare la questione indicando le Sue decisioni e obbligando perciò, con atto risolutivo, il Cammino ad un repentino "cambio di rotta".
    Chiededole di mantenere riservata questa comunicazione, cogliamo l'occasione per un saluto."



    Il solito "neocatecumenale in cerca d'autore".....ma cresceranno mai? Accenderanno mai il cervello?








    NO.

    RispondiElimina
  24. Avete sbagliato una cosa. Anzi due. Io sono una neocatecumenale da più di trent'anni e non ho mai sentito una cosa simile. I nostri catechisti mai ci hanno detto una cosa simile e riguardo a Carmen che conosco abbastanza bene se avesse detto, e se date dei riferimenti precisi, che l'Atto di dolore non serve perchè Dio non può essere offeso, allora era fuori con la testa quando lo ha detto. Se lo ha detto convinta che è vero ha detto una eresia e non mi dilungo sul perchè.Io sono stata licenziata il Teologia e so benissimo cosasi intende per "offesa contro Dio"!
    La seconda cosa è che io lo recito ogni sera con mio marito all'inizio di Compieta l' Atto di dolore seguendo le indicazioni di Maranatha.it. Inoltre preferisco la formula che mi hanno insegnato, la vostra mi sembra - scusate - meno rispettosa, recitandola in terza persona: Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore per i miei peccati, perché peccando ho meritato i VOSTRI castighi, non i tuoi che va bene forse per una banda di boy-scouts. Che vado, a parlare con il Vescovo e gli do del tu, forse? Queste derive che succedono mi danno sempre in nervoso e mi fanno arrabbiare. Scusate per lo sfogo.

    Annamaria

    RispondiElimina
  25. Sono in comunità e alla fine della confessione il sacerdote mi fa dire l'atto di dolore e nn è vero che viene addirittura schifato come si vuole far credere. Mi accorgo di quanto questo blog sia ridicolo. Federico

    Sì immagino, durante la penitenziale con i canti assordanti in piedi in mezzo alla sale che ti fa recitare l'atto di dolore. Ho fatto convivenze di riporto, passaggi, convivenze di inizio corso con i catechisti regionali, convivenza di centro vocazionale... Mai capitato che un sacerdote mi chiedesse l'atto di dolore. Addirittura un prete una volta mi ha vietato di inginocchiarmi per ricevere l'assoluzione!
    Ora verranno tutti qui a dire: "non è vero! Io mi sono sempre inginocchiato!".

    Ma il punto è che alla luce di ciò che insegnano Kiko e Carmen, sarebbe strano se un prete NC chiedesse atto di dolore in ginocchio!

    RispondiElimina
  26. Scusa Annamaria non ho capito l'ultima parte del tuo intervento... tu a Dio dai del Voi?

    Aspetta fammi capire... tu a Dio dai del rispettosissimo Voi, ma poi durante la consacrazione scommetto che nemmeno fai il gesto di inginocchiarti, giusto?

    RispondiElimina
  27. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  28. Annamaria,

    se sei neocatecumenale da tanti anni, allora saprai bene che nel Cammino certe cose non c'è bisogno di "dirle" e nemmeno di "scriverle".

    Se sei neocatecumenale da tanti anni, allora saprai benissimo che basta uno sguardo di sufficienza di un cosiddetto "catechista" per inguaiare un fratello di comunità.

    Nel Cammino non resta niente di "scritto".

    Non c'è scritto da nessuna parte che dovete pagare la "decima", eppure la "decima" è uno dei tre pilastri fondamentali del Tripode del Cammino. Come mai?

    Non c'è scritto da nessuna parte che dovete disubbidire al Papa in materia liturgica: eppure le vostre celebrazioni del sabato sera sono uguali in ogni latitudine del pianeta da mezzo secolo, con la "comunione seduti", i calici a forma di insalatiera, le focacce delle 12 tribù con la ricetta esclusiva dello chef Kiko, eccetera. Come mai?

    Semplice: fin dagli inizi i due "iniziatori" Kiko e Carmen hanno avuto l'astuzia di non lasciare nulla per iscritto. In modo da potersi difendere con il solito formulario di scuse: «avete capito male! da noi non succede! non succede da nessuna parte! avrete incontrato solo uno un po' facinoroso! non avevamo detto questo! non lo dice mai nessuno nel Cammino!»

    Nel Cammino nessuno ti ha mai detto di odiare l'Atto di dolore, però da tanti preti kikiani e in tante comunità NC è del tutto messo da parte. Come si spiega?

    Si spiega col fatto che il Cammino fonda i propri insegnamenti sulle ambiguità.

    Sulle "offese a Dio" si possono dire tante parole e si possono usare tante sfumature; e allora per fare il confronto abbiamo preso gli Orientamenti del '72 e il Catechismo della Chiesa Cattolica e abbiamo visto che dicono due cose totalmente diverse.

    Non sappiamo se la Carmen abbia cambiato idea nel frattempo.

    Intanto prendiamo atto di testimonianze sul Cammino e il suo disprezzo verso l'Atto di dolore.

    A questo punto ci chiediamo: siete voi che disubbidite a Carmen oppure Carmen ha cambiato idea ma vi lascia nell'errore del 1972 ?

    Quanto da Kiko e Carmen "ispirati dallo Spirito" nel '72 era sbagliato (e proveniente dal demonio) oppure è sbagliato il Catechismo?

    Se Kiko e Carmen si sono finalmente allineati al Catechismo, come mai nelle comunità del Cammino si dicono ancora emerite corbellerie come «il Signore ti manda le disgrazie per convertirti»? E che è, un "Dio cattivo"?

    Ora, qui vogliamo anche prendere sul serio la tua testimonianza. Ma non basta per annullare tutte quelle contrarie. Non basta la tua parola per restuitire la dignità a tanti fratelli massacrati dai cosiddetti "catechisti" del Cammino che hanno semplicemente applicato ciò che Kiko e Carmen hanno sempre insegnato.

    E fino ad oggi, purtroppo, una testimonianza come la tua rappresenta più l'eccezione che la regola. Come quella del pranoterapeuta neocatecumenale che ci ha allietato fino a ieri l'altro con i suoi bio-magnetismi.

    RispondiElimina
  29. @ Aanmaria
    " Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore per i miei peccati, perché peccando ho meritato i VOSTRI castighi, non i tuoi che va bene forse per una banda di boy-scouts. Che vado, a parlare con il Vescovo e gli do del tu, forse?"
    ---
    Fermo restando che nel Padre Nostro,
    a Dominedio gli si da tranquillamente del "tu", non vedo perché definire i boy-scouts come una banda; L'AGESCI(Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani),
    altro non è che un' aggregazione Ecclesiale, ne più ne meno come il Cammino o l'Azione Cattolica.

    RispondiElimina
  30. Brevi note.

    1) Dare del "voi" a Nostro Signore è una forma di rispetto che si è estinta nel postconcilio. La traduzione italiana delle preghiere spetta alla Chiesa, e se la Chiesa usa il "Tu" perfino nella Messa, allora lo posso usare anch'io. Ma non mi risulta che il "Voi", nelle preghiere private, sia proibito.

    2) "Accademici" non era inteso a insultare. Il fatto è che se Kiko per 40 anni ha insegnato delle emerite corbellerie a gente che lo ha seguito alla lettera, allora Kiko ha una enorme responsabilità nei confronti di tali anime, che restano nell'errore anche quando interviene il Papa (si veda ad esempio la liturgia).

    3) Non so dire se la risposta data a Pasquale sia vera o sia falsa, e comunque lo potremo tutti verificare nei prossimi mesi. Però ricordo bene che nel 2005 Benedetto XVI ha dato una seria strigliata ai kikos i quali ovviamente... hanno disubbidito così come hanno sempre fatto fino ad oggi (e Kiko continua a vantarsi coi cardinali di tale disubbidienza). Quindi, assumendo che Pasquale abbia detto la verità, dubito seriamente che i kikos ubbidiranno: al più faranno un po' di messinscena ipocrita per qualche mesetto (anche meno), e nemmeno dappertutto, e presto tutto tornerà come prima e peggio di prima. Esattamente ciò che avvenne nei primi mesi del 2006.

    Il che è perfettamente logico, dal loro punto di vista: per loro Kiko è infallibile, per loro il Papa è solo uno che ha il compito di "approvare" ed "elogiare" il Cammino.

    Altrimenti gli ubbidirebbero, eliminando immediatamente tutti gli strafalcioni liturgici, sostituendo gli insegnamenti con il sicuro Catechismo, rinunciando a sentirsi superiori ai "cristiani della domenica", e smettendo di comprarsi il consenso a suon di rappresaglie e oliature.

    Di sicuro i neocatecumenali considerano papa Francesco "malleabile" e sperano di strappargli l'autorizzazione a celebrare strafalcioni. Ma una cosa del genere autorizzerebbe chiunque a inventarsi una sua liturgia: se Kiko venisse autorizzato alla Comunione "seduti", allora perché mai uno non dovrebbe sentirsi autorizzato alla Comunione con la faccia a terra e i piedi per aria?

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  31. OT:

    Dai post dell'ultimo Tread di Crux Sancta, emergerebbe che il Cammino è solito intestare formalmente i beni immobili alla Chiesa, per eludere imposte e tasse.

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  32. Solo una precisazione. Io fin piccola sono stata a contatto diretto con la Parrocchia dove seguivo mia madre che era della San Vincenzo. Lei si confessava spesso seguendo il buon consiglio del Parroco, un Uomo di Dio, che raccomandavaa tutti di non aspettare nè mesi per confessarsi e nemmeno andare a confessarsi tre volte alla settimana, per gli scrupolosi. Quando mia Madre succedeva che la accompagnassi dopo la Prima Confessione, in pratica dalla Prims Comunione come si faceva una volta,coglievo la Occasione per confessarmi acnh'io. quindi almeno tre o quattro volte al mese. Da allora, sebbene con meno frequenza, mi sono sempre accostata alla Confessione almeno due volte al mese. Per cui l'ho imparato a memoria e non sono mai riuscita a "toglierni il vizio !"Poichè nelle Comunità si fa una Liturgia della Riconciliazione quando capita, io continuo a confessarmi regolarmente, anche in una Chiesa che incontro passando se trovo un Sacerdote disponibile, e la mia memoria è talmente tenace che non riesco a imparare la formula in versione " Tu ". E' questione di abitudine. Anche nelle Liturgie Penitenziali in comunità continuo a recitarlo a mio modo, sebbene assieme agli altri che usano il Tu Tutto qui! Saluti

    Annamaria

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  33. RISPOSTA DA ANNAMARIA

    \\Aspetta fammi capire... tu a Dio dai del rispettosissimo Voi, ma poi durante la consacrazione scommetto che nemmeno fai il gesto di inginocchiarti,giusto?\\

    NO, ASPETTA, FAMMI CAPIRE BENE: TUTTA LA ASSEMBLEA RESTA IN PIEDI E IO DA SOLA A INGINOCCHIARMI... ALLORA TUTTI QUELLI CHE ALLA MESSA ALLA DOMENICA CHE CI ACCOMPAGNO MIA MADRE TUTTI QUELLI CHE RESTANO IN PIEDI, QUALCUNO ANCHE A BRACCIA CONSERTE CHE FAMO? MO CHIAMIAMO LE GUARDIE SVIZZERE? (scherzo, eh..) ma a quella Messa dove i piu'si inginocchiano m'inginocchio anch'io. Durante la elevazione delle specie eucaristiche facciamo tutti un inchino profondo, a testa china e molto prolungato
    Chiedo scusa per gli Scout, era per dire, che quando sono piccoli fanno una bella caciara! Li rispetto e come.

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  34. @ Annamaria

    Sei neocatecumenale da trent'anni e sei laureata in Teologia, dici.
    Perciò dovresti aver finito il cammino, e magari sei pure catechista.

    Bene.

    Sei disposta a rispondere ad un po' di domande documentate sul cammino?
    Nessun neocat finora ha mai voluto confrontarsi, anzi sono scomparsi tutti senza farsi più vedere su questo sito.

    Se accetti sarai la prima.
    Se rifiuti e scappi sarai l'ultima di una lunghissima serie di fuggitivi.

    Facci sapere...

    Ai piccoli neocat in buona fede.
    Ecco una adulta nella fede che è nel cammino da trent'anni e dice di essere laureata in Teologia.

    Che ne dite, risponderà o farà come tutti gli altri neocat?
    Secondo voi perché nessun catechista illuminato e discernente, che parla sempre per ispirazione divina, è mai riuscito a rispondere almeno ad una delle domandine?

    RispondiElimina
  35. Tu da sola a inginocchiarti?
    Mi pare il minimo davanti a Dio vero, vivo , sull'altare...
    Io se non c'è l'inginocchiatoio mi metto per terra, come molti nella mia parrocchia..

    Ele

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  36. Annamaria, e quelli che non hanno avuto una madre devota che gli insegnasse a confessarsi frequentemente senza aspettare la celebrazione penitenziale che fanno?

    RispondiElimina
  37. Se un peccato non viene mai confessato perché non lo si considera tale, allora l'anima si ammala spiritualmente.

    Nel Cammino c'è questo, quando non si confessa tutte le cadute di briciole di Pane Azzimo Consacrato.

    Mario

    RispondiElimina
  38. @Annamaria ha detto:
    "...QUALCUNO ANCHE A BRACCIA CONSERTE CHE FAMO?"
    Che famo? Non so. Le braccia conserte non sono una posizione che vedo spesso e nemmeno ne conosco il significato. Perché non lo chiedi a lui?
    "Che vo' dì'? "

    Essendo tu licenziata in Teologia, potrai magari spiegarmi il senso di questa catechesi di Kiko:

    "Il memoriale che Egli lascia è il Suo Spirito resuscitato dalla morte, presente con tutto il suo mistero di morte e resurrezione, fatto vita per portare al Padre tutti quelli che celebrano la Pasqua, tutti quelli che celebrano la cena con Lui”
    "l'inquietante-cena-di-kiko-arguello "

    RispondiElimina
  39. per Apostata
    Che ne dite, risponderà o farà come tutti gli altri neocat?
    Secondo voi perché nessun catechista illuminato e discernente, che parla sempre per ispirazione divina, è mai riuscito a rispondere almeno ad una delle domandine?


    Sai già come la penso sulle domande. Noi siamo chiamti a dare ragione della speranza che è in noi, ma probabilmente se uno della uaar mi facesse domande sulla mia fede, non saprei rispondere.

    leggo il blog abbastanza spesso, ma non ricordo la 'storia' delle persone che scrivono qui.
    Per questo ti chiedo se hai fatto il cammino, e per quanto tempo. e sei hai fatto il cammino, come ti sentivi davanti alle incongruenze che vedevi,
    e come hai scoperto gli errori dottrinali?
    Ovvero quale percorso hai fatto per uscire dal cammino?

    RispondiElimina
  40. Colgo l'occasione per un paio di precisazioni, partendo dal fatto che Michela stava parlando di due problemi diversi.

    Da un lato c'è il problema del conoscere le verità di fede. Ancora un secolo fa veniva addirittura considerato peccato il non conoscere le verità di fede in maniera adeguata alle proprie capacità intellettuali.

    Dall'altro lato c'è il problema dei sordi che sono tali perché non vogliono ascoltare. Un ateo della Uaar (a proposito: ma esiste ancora la Uaar?) non è molto disposto ad andare al di là dei suoi "dogmi atei" e del suo relativismo. Allo stesso modo un kikos, se anche è disposto ad ammettere che la "comunione seduti" è un errore, continuerà volontariamente a commetterlo perché Kiko lo vuole. Non basterebbe neppure Nostro Signore in persona a convincerli: perfino i farisei, di fronte ai miracoli, avevano da ridire ("ha infranto il sabato! scaccia i demoni per mezzo del demonio!" eccetera: e a costoro Nostro Signore rispondeva: "voi avete per padre il diavolo", "razza di vipere", eccetera).

    Il problema, dunque, non è il "come" esporre le verità di fede, ma il conoscerle il più possibile.

    Occuparmi dei neocatecumenali mi ha costretto a leggere e rileggere documenti della Santa Sede, testi del Papa, pagine e pagine del Catechismo, scritti dei santi... ed anche gli Statuti del Cammino, le presunte "approvazioni" che in realtà sono limitazioni, le emerite corbellerie dei due "iniziatori"... Mi ha anzitutto costretto a conoscere di più le cose della fede, perché dovevo rispondere ai neocatecumenali tontoloni e a quelli brillanti, perché dovevo controbattere a degli slogan che sentivo essere falsi ma non ero ancora in grado di dimostrarlo6, perché dovevo capire se su tanti argomenti mi ero sbagliato oppure avevo seguito le indicazioni della Chiesa.

    Così, anche prendendo sul serio gli slogan dei kikos e le parole dei loro due idoli, si arriva presto a capire dove finisce la buona disposizione del cuore e dove cominciano invece l'idolatria, lo scisma, l'eresia. Se poi qualche kikos comincia ad aprire gli occhi, è tutto a suo vantaggio, perché si libera del fardello inflittogli dai nuovi farisei e si apre davvero alla grazia di Dio. I brutali racconti di Flannery O'Connor sono tutti sul tema di come un evento duro, o a volte catastrofico, faccia finalmente cominciare ad aprire gli occhi a persone abbruttite dal peccato. Ed è anche per questo motivo che non sempre si può essere gentili e caritatevoli e pronti a operare mille distinguo: Nostro Signore stesso, per chiarezza e per sintesi, a volte ha detto cose come: "sepolcri imbiancati", "voi siete in grande errore".

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  41. Faccio parte del cammino neo catecumenale e recito l'atto di dolore ogni volta ke mi confesso. Sto rispondendo xk leggere queste fandonie mi fa ridere. Molto probabilmente sono parole uscite o da persone che non conocono e vivono il cammino o da persone non umili che sn uscite dal cammino. Il cammino neocatecumenale è un cammino di fede kr avvicina le persone a cristo. Grazie al cammino ho superato tanti dolori della vita... Provare x credere.. Se non provate, non credo sia corretto giudicare...

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  42. Caro fratello,

    anche tu, come tutti i neocatecumenali che hanno risposto in questa pagina, hai letto solo il titolo e hai subito deciso di scrivere un commento.

    Ti prego di rileggere almeno i primi paragrafi di questa pagina, dove si cita l'iniziatrice del Cammino, Carmen Hernàndez, che fa un'affermazione totalmente contraria al Catechismo della Chiesa Cattolica e che è la base per cui i cosiddetti "catechisti" del Cammino disprezzano l'Atto di dolore, pensando che sia una "religiosità naturale" dei "cristiani della domenica".

    Proprio mezz'ora fa commentavo il fatto che i neocatecumenali non vogliono sentir ragioni, non sono disposti ad ascoltare le ragioni dell'interlocutore, sono sordi che non vogliono sentire.

    Ed ora arrivi tu a commentare il titolo di questa pagina senza leggere le ragioni.

    Chissà perché i neocatecumenali soffrono tutti di riflessi pavloviani...

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  43. Nota importante:

    se per farsi un'idea del Cammino occorre "provarlo"...

    ...allora vuol dire che per farsi un'idea della droga bisogna drogarsi?

    Per farsi un'idea dell'omosessualità bisogna viverla?

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  44. dice Tripudio
    Il problema, dunque, non è il "come" esporre le verità di fede, ma il conoscerle il più possibile.

    in realtà non è così semplice.
    sulla scia di Kiko ci sono i neocat che hanno studiato all'istituto GPII.
    C'è un rettore di RM che ha scritto libri, che si pone come teologo in perfetta comunione con la Chiesa.
    Ci sono tanti che hanno studiato nelle varie facoltà teologiche locali, e tutti questi sono rimasti perfetti neocatecumenali, anzi convinti ancora di più di quello che annunciano.

    Quindi non basta conoscere la verità per rinunciare agli errori di Kiko.

    Passando sul piano personale, io non sono dell'idea che le cose vadano dette con dolcezza, o per lo meno mi importa più della verità che della dolcezza.

    Parlo da ex neocat: mi ha molto aiutato pensare che i neocat sono come i dipendenti da sostanze, e come gli alcolisti anonimi insegnano, si resta dipendenti a vita.
    Per questo non posso parlare di teologia, pur conoscendone qualcosina, perchè devo continuamente verificare che il mio pensiero sia'pulito' e non inquinato dal virus neocat.

    Ecco perchè rivedo nel fare domande e pretendere risposte, il metodo neocat.

    Ed ecco il perchè del post -un po' provocatorio- sul percorso di Apostata.

    Sono d'accordo con Tripudio sul fatto che 'i piccoli in buona fede' siano un mito. in realtà si resta nel cammino per orgoglio, per senso di superiorità.
    Poi dopo molti anni, quando ci si è consegnati anima e corpo al cammino, diventa difficile uscirne.
    ma è anche indubbio che i nostri pastori contribuiscono ad aumentare la confusione, rinunciando a dire la verità.

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  45. Michela ha detto:
    "Ecco perchè rivedo nel fare domande e pretendere risposte, il metodo neocat"

    Io, Michela, credo invece che tra i due metodi - nelle affermazioni come nelle interrogazioni - esista una grande differenza: quello neocat personalizza, quello qui dominante (l'eccezione conferma la regola) mira alla sostanza oggettiva delle cose.

    Analizziamo i commenti di Annamaria e dell'anonimo 13:22, per esempio: "Io, io, io". Testimonianze personali, che si scontrano con l'oggettività dei fatti, la quale oggettività è in primo luogo nelle catechesi. Mi spiego: nel migliaio di volte che negli Orientamenti è citato il vocabolo "peccato" al singolare e al plurale, per decine di volte si evince l'inutilità dell'atto di dolore secondo Kiko e Carmen. Un numero così elevato di volte che ieri ho rinunciato a copiare e incollare. Mi limito a copiare ora la domanda retorica dello scrutinio: "Vai a purificarti tu da solo? Quante volte nel peccare hai temuto le sue conseguenze sugli altri e specialmente sulla comunità?". Questa domanda, retorica perché ammette una risposta univoca in accordo alle pregresse catechesi, orienta l'interrogato verso una dimensione orizzontale del peccato, dimensione nella quale l'atto di dolore va recitato sì, ma non in verticale verso Dio, bensì verso la comunità.

    Per quanto concerne le mie ripetute domande, Michela - anche se non credo che a me tu ti sia riferita - ti confido il mio metodo: io domando per capire meglio. Adoro la dialettica platonica del confronto, chiunque sia poi a giungere alla sintesi alata sul caduceo del conflitto degli opposti.

    Annamaria, purtroppo, non risponderà mai alla catechesi del "memoriale che Egli lascia è il Suo Spirito resuscitato dalla morte...". Al massimo risponderà "Io, io, io, i miei genitori, la mia esperienza...". E io, per capire meglio, dovrò continuare a domandare.

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  46. A Michela, che mi chiede alcune cose.

    Le domande che rivolgo ai neocat duri e puri, alle quali non rispondono mai, non sono volte a chiedere ragione della loro Fede (F maiuscola).
    Quel che chiedo è di confrontare realtà del cosiddetto cammino, catechesi, parole del signor dottor (h.c.) Arguello con il Catechismo della Chiesa Cattolica, i Libri Liturgici, il Magistero, e di esprimere la loro opinione, argomentata, precisando che le loro persone non sono minimamente in discussione, né pretendo di convincerli di alcunché. Solo l'opinione su fatti.

    So bene che chi segue il cammino, specialmente all'inizio, ha quasi sempre un sincero desiderio di incontrare Dio, è veramente in buona fede, e una volta che scopre di essere finito in una setta può capitare che si allontani addirittura dalla Chiesa, sentendosi tradito. Per non parlare delle conseguenze dell'aver obbedito agli ordini assurdi degli illuminati catechisti. Quello che non ho mai capito è come hanno fatto certi a dire di sì a palesi idiozie, salvo pentirsi quando è stato troppo tardi.

    Ma è importante insistere, proprio per i "piccoli", perché aprano gli occhi. Mai arrendersi, gutta cavat lapidem. Perciò continuerò a riproporle.

    Mi chiedi poi dei miei trascorsi neocat. Entrato da adulto, l'ho seguito per quasi vent'anni. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la sceneggiata del capo equipe quando una sera, anzi una notte, ci ha urlato: "Voi ci dovete obbedienza assoluta"!!! Molto cristiano, vero?

    I primi anni sono stati piuttosto tranquilli. L'aspetto che mi piaceva era la cosiddetta preparazione delle letture per le celebrazioni. Delle scempiaggini interpretative non mi sono mai preoccupato, per me valeva solo il Catechismo della Chiesa Cattolica.
    Ad esempio, qualcuno portò la trascrizione di una lunga catechesi di un sacerdote RM da usare per un argomento. Non so se era la trascrizione o la pochezza del tizio, ma era davvero un'accozzaglia di scemenze. Lo dissi, e usammo solo ed esclusivamente il Catechismo.
    Con l'andare del tempo le cose presero pian piano un'altra piega. Continuai, però, perché un po' un carattere forte, un po' una vita veramente molto piena di dolori grandi, mi hanno reso immune alle pressioni psicologiche e ai ricatti morali dei catechisti. Ero l'unico a dire di no a certe pretese assurde, a rispondere, a interloquire prima di tutto con il parroco (non neocat) lasciando a lui e non ai catechisti l'ultima parola. Il parroco era molto equilibrato, buono d'animo e colto, e impediva che le storture prevalessero. Riprendeva anche i supercatechisti. Anche per lui sono rimasto a lungo. Pochi anni fa è andato in pensione, ne è arrivato uno RM ed è successo il finimondo.

    Perciò, quando la misura è stata colma ho detto basta.

    Non ho avuto particolari traumi, non ho mai confuso il cammino con la Chiesa e soprattutto non ho mai avuto bisogno che qualcuno si sostituisse alla mia coscienza dicendomi quello che dovevo fare.
    Vivo serenamente la mia vita di cristiano della domenica nella mia parrocchia, dove c'è un ottimo parroco. Vado alle catechesi sul Vangelo, alla lectio divina. Faccio insomma quel che posso, con i normali alti e bassi. Tutto qua.

    Il problema serio, cara Michela, è che quando si è avanti con il cammino, vengono fatti fuori tutti quelli che non obbediscono ciecamente agli illuminati discernenti, con pessime conseguenze per le persone.
    Nella mia ex comunità hanno "cacciato" recentemente una serie di coppie e singoli impegnati nelle parrocchie, disponibili, generosi. Perché? Perché non accettavano diktat assolutamente anticristiani da parte dei supercatechisti, per i quali prima viene il cammino e poi, forse, il resto.
    Chi è rimasto? Tutti quelli succubi psicologicamente degli onnipotenti catechisti. Insomma, gli indifesi, la truppa da spremere senza pietà.
    Per questo ritengo importante non stancarmi di riproporre determinate situazioni. Non pretendo di valutare la Fede di qualcuno, spero di spingerlo a pensare.

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  47. all'anonimo che ha scritto: "...leggere queste fandonie mi fa ridere. Molto probabilmente sono parole uscite o da persone che non conocono e vivono il cammino o da persone non umili che sn uscite dal cammino...."

    Al di là dei tuoi giudizi insindacabili su chi non conosci, visto che dici di saper bene che cos'è il cammino, sei disposto a dare la tua opinione su fatti documentati?

    Aspetto fiducioso...

    RispondiElimina
  48. da Annamaria
    Ho letto tutti i vostri conciliaboli dopo la mia precisazione. Ogni tanto venivo sul vostri sito per leggere opinioni contrarie, ma mi dispiace leggere, dopo la mia precisazione, che viviate in un mondo tutto vostro, ex neocat. o altro che siete, dove la opinione spesso sarcastica, senza alcuna traccia di accoglienza come dovrebbe praticare un buon Cristiano, abbiate messo in piedi un blog, un sito che come a Sodoma lasciate entrare un pellegrino che spera di ottenere comprensione ed invece viene massacrato verbalmente dalle opinioni incrociate. Tutte volte a mettere alla berlina chi non è allineato alle vostre idee. Figuratevi se mi metto a rispondervi. Cristo ha detto " E non date le vostre perle ai porci". Io non voglio assimilarvi ai porci, ma fate ogni sforzo per dare il pretesto di essere classificati tali. Nessuna accoglienza, nessun colloquio, ogni parola messa sotto il microscopio della Vostra Inquisizione. Continuate pure, per accontentare i lettori di gossip cattolefebvriani, perchè è ciò che sembrate essere.

    Annamaria

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  49. ma ANNAMARIA è il nuovo nome di maurizio pranoterapeutico?

    RispondiElimina
  50. Credo che la risposta di l'apostata sia sufficiente.

    Annamaria sicuramente conosce un po' di casi di persone che anche se di buon cuore e di buona preparazione sulle cose della fede, sono state in qualche modo estromesse dal Cammino.

    Nel Cammino, infatti, non c'è spazio per chi non elogia Kiko.

    Se il Cammino avvicinasse davvero a Cristo, allora le fandonie di Kiko e Carmen non avrebbero mai preso il posto del Catechismo.

    I trionfalismi dei kikos che cominciano a sognare chissà cosa per il 1° febbraio prossimo (l'ennesimo show autocelebrativo di Kiko), dimenticano che le leggi (siano esse della Chiesa o della società) o rispecchiano la legge di Dio o sono un'ingiustizia. Loro sperano che una qualche "legge" (o almeno una "pezza d'appoggio", anche se fondata su una mezza verità, cioè una totale menzogna) possa improvvisamente far diventare bianco il nero e nero il bianco.

    RispondiElimina
  51. @ Annamaria.

    Parli di giudizi, ma tu non mi pare che ci vada leggera.

    Nell'altra discussione ti ho chiesto se eri disponibile a dare la tua opinione su questioni documentate riguardanti il cammino. Non mi hai nemmeno risposto no, solo silenzio.

    Te lo chiedo di nuovo ora. A chiare lettere ti ribadisco che ti sto domandando una opinione argomentata. Non voglio convincerti di niente né sindacare le tue idee.

    Solo, rispondi senza slogan ma con argomenti oggettivi.

    L'inquisizione lasciamola a Torquemada e a certi catechisti durante gli scrutini.

    Dato che affermi di essere nel cammino da trent'anni e licenziata in Teologia, chi meglio di te potrebbe essere in grado di valutare dei fatti.

    Te la senti si o no?

    Ai piccoli neocat in buona fede.

    Come avete potuto constatare tantissime volte nessun neocat duro e puro che interviene qui ha mai voluto e/o potuto rispondere.

    Chiedo la vostra collaborazione. Sottoponete ai vostri catechisti le solite domandine, e fateci sapere se e cosa hanno risposto.

    Loro dicono essere illuminati, di avere il discernimento, di parlare sempre per ispirazione divina, per questo vi danno ordini indiscutibili e pretendono la vostra totale obbedienza.
    Perciò non dovrebbero essere senza argomenti. O no?

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  52. Annamaria (già licenziata in Teologia) ha detto: "Figuratevi se mi metto a rispondervi. Cristo ha detto 'E non date le vostre perle ai porci'..."

    Come Volevasi Dimostrare. Annamaria (già licenziata in Teologia) non ci darà mai il senso della nota "perla" di Kiko:

    “Il memoriale che Egli lascia è il Suo Spirito resuscitato dalla morte, presente con tutto il suo mistero di morte e resurrezione, fatto vita per portare al Padre tutti quelli che celebrano la Pasqua, tutti quelli che celebrano la cena con Lui...” (Or. Fase di Conversione, pag. 326).

    E i "piccolini" non licenziati in Teologia resteranno nel dubbio se nell'Eucarestia il memoriale lasciato sia soltanto il "Suo Spirito resuscitato" etc. etc. oppure, anche, il dono "dello stesso corpo che ha consegnato per noi sulla croce, lo stesso sangue che egli ha « versato per molti, in remissione dei peccati» (CCC, I SACRAMENTI DELL'INIZIAZIONE CRISTIANA, 1365)".
    E io dovrò continuare a domandare.

    Mi stia bene, teologa licenziata Annamaria.

    RispondiElimina
  53. Per la vostra gastrite, Rai 1 ore 23, 45.
    Autogol

    RispondiElimina

  54. Dice AnnaMaria:
    "senza alcuna traccia di accoglienza come dovrebbe praticare un buon Cristiano, abbiate messo in piedi un blog, un sito ==che come a Sodoma lasciate entrare un pellegrino che spera di ottenere comprensione ed invece viene massacrato verbalmente dalle opinioni incrociate. Tutte volte a mettere alla berlina chi non è allineato alle vostre idee==. Figuratevi se mi metto a rispondervi".

    Ma di cosa stai parlando?

    Perchè voi agite in modo diverso con chi viene ad ascoltarvi e rimane intrappolato nella tela del ragno?

    Ti stai guardando allo specchio?

    Poi dici:
    "Figuratevi se mi metto a rispondervi"

    E perche' no?

    Perchè fai la "splendida"?

    non attacca,

    Non rispondi perchè non ne sei capace nonostante la tua laurea in Teologia non puoi rispondere,

    ti è proibito,nonostante la tua laurea ti è proibito, non sei una persona "LIBERA"

    Per te dovere ammettere che 2 + 2 = 4 è proibito verresti subito"licenziata"

    E questo è quello che successe a me,l'aver difeso che 2 + 2 = 4 l'aver aperto gli occhi ai miei fratelli d'equipe sulla più semplice regola matematica che 2 + 2 = 4 mi costò il licenziamento

    Le tue "perle" le conosciamo

    tienile tutte per te


    Per apostata:

    Mi sono fatto un'idea :

    Fin che qualcuno ai vertici del cnc non avrà ciclostilato le risposte alle tue domande e tutti i neocat le avranno imparato a memoria come dei pappagalli, non avrai la soddisfazione di leggere da "questi" ciò che chiedi e che non li fanno dormire di notte :-))))

    ODG

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  55. da Annamaria
    Ho letto tutti i vostri conciliaboli dopo la mia precisazione. Ogni tanto venivo sul vostri sito per leggere opinioni contrarie, ma mi dispiace leggere, dopo la mia precisazione, che viviate in un mondo tutto vostro, ex neocat. o altro che siete, dove la opinione spesso sarcastica, senza alcuna traccia di accoglienza come dovrebbe praticare un buon Cristiano, abbiate messo in piedi un blog, un sito che come a Sodoma lasciate entrare un pellegrino che spera di ottenere comprensione ed invece viene massacrato verbalmente dalle opinioni incrociate. Tutte volte a mettere alla berlina chi non è allineato alle vostre idee. Figuratevi se mi metto a rispondervi. Cristo ha detto " E non date le vostre perle ai porci". Io non voglio assimilarvi ai porci, ma fate ogni sforzo per dare il pretesto di essere classificati tali. Nessuna accoglienza, nessun colloquio, ogni parola messa sotto il microscopio della Vostra Inquisizione. Continuate pure, per accontentare i lettori di gossip cattolefebvriani, perchè è ciò che sembrate essere.

    Annamaria


    Cara Annamaria
    perchè non restiamo ai fatti?
    questo blog ha nell'intitolazione la parola verità, ed è sotto la protezione di E Stein che è stata una donna che ha ricercato sempre la verità in un contesto ( leggasi ebrea convertita in una Germania antisemita) in cui i problemi erano ben più seri rispetto alle nostre piccole incomprensioni sul blog.

    per questo ti chiedo se sei capace di passare oltre il sentimentalismo e la ricerca di comprensione, come dici tu.

    L'unico atto di comprensione e di carità che posso fare verso una sconosciuta che fa il cammino è di dirle che è finita in una setta, approvata dalla Chiesa, ma sempre una setta, che modifica il significato della Confessione e dell'Eucarestia, che vi ha trasformato in finte vittime che vedono nemici ovunque.
    sentirmi assimilare a Sodoma e ai porci mette un po' alla prova la mia pazienza, ma ti capisco, e sono sincera, perchè anch'io ero come te. Poi, proprio nel cammino, il Signore mi ha aperto gli occhi ( come dite voi) e ho visto gli errori; e poi questo blog, di cui tu non vedi il bene e il servizio che sta facendo, anche a te!, mi ha aiutato a dare un nome al malessere e alle falsità che avvertivo nel cammino.

    Oggi, come vedi, non scappo più dalla verità. Non chiudo il dialogo nè con te nè con nessuno.

    Invece, se leggi le pagine più vecchie del blog, vedrai quanti sono i neocat come te che sono venuti qui, hanno difeso il cammino, ma non hanno saputo mantenere il dialogo, si sono dichiarati offesi e se ne sono andati.
    O siete tutti ipersensibili e non sapete mantenere un confronto con chi non la pensa come voi
    oppure non avete gli strumenti logici e razionali per difendere il cammino.
    So che non risponderai, nè a me nè a ODG e a Lino, ma per carità cristiana e amore per la verità dovevamo chiarire alcune cose con te, prima di lasciarti andare per la tua strada.

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  56. “Il memoriale che Egli lascia è il Suo Spirito resuscitato dalla morte, presente con tutto il suo mistero di morte e resurrezione, fatto vita per portare al Padre tutti quelli che celebrano la Pasqua, tutti quelli che celebrano la cena con Lui...” (Or. Fase di Conversione, pag. 326).

    visto che Annamaria e gli altri neoc non risponderanno mai, ti rispondo io.
    Anche se ormai ho dimenticato tante cose del cammino, ci avevano abituato ad accettare questa frase perchè: sono importanti la comunità ( coloro che celebrano la cena..) e lo spirito. Queste due cose associate assieme parlano di una comunità che deve essere missionaria ( secondo lo Spirito), e in cui il rapporto personale, con il Corpo di Cristo, che ci trasforma, è meno importante, rispetto allo Spirito che invia ad annunciare il kerigma e a formare altre comunità.

    Oggi capisco anche che è impossibile che in comunità ti insegnino ad accogliere il Corpo e il Sangue ( se non in forma puramente materiale), perchè questo significherebbe entrare in una relazione PERSONALE con il Signore, una relazione che richiederebbe una risposta PERSONALE, cioè libera ed unica, cosa impossibile in un cammino settario.

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  57. @ Michela
    Sì, Michela. In relazione alla finalità e agli effetti (la salvezza della comunità neocatecumenale che, essendone parte determinante, partecipa alla cena pasquale e l'invio missionario per la formazione di nuove comunità) sono d'accordo con te, per quanto ho letto dagli Orientamenti.
    Personalmente, però, sono interessato alla sostanza della questione. E la sostanza è questa: la negazione sempre passa per il sovvertimento di un ordine. Prima si sovverte l'ordine, poi, gradualmente, si offusca ciò che è stato dislocato più in basso.
    Il memoriale del Corpo e del Sangue (come nel dipinto che tanto mi ha inquietato) diventa il memoriale dello Spirito resuscitato, l'abito di Cristo nella cena giovannea è già bianco, il Sacrificio nella cena neocatecumenale è soltanto il ricordo di un mistero, non il "memoriale" che attualizza.
    C'è, quindi, uno spostamento di attenzione nel mistero della Passione, Morte e Resurrezione: dalla Passione e Morte alla Resurrezione.
    Allo spostamento aggiungi cosa si celebra ("Nelle comunità portiamo avanti infatti una catechesi basata sulla Pasqua ebrea, con il pane azzimo a significare la schiavitù e l’uscita dall’Egitto e la coppa del vino a significare la Terra promessa...”) e la frittata - anzi la pagnotta - nel pensiero del neocatecumenale è cotta.

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  58. @ ODG che ha scritto: "...qualcuno ai vertici del cnc non avrà ciclostilato le risposte...".

    Me lo immagino il ciclostile neocat, con il kiconfiteor da imparare a memoria.

    :-D

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  59. Per Lino,
    molti neocat vedono le contraddizioni del cammino, ma le sopportano solo perchè le considerano il male minore rispetto al grande bene, per se stessi e per la chiesa, che deriva dal fare il cammino.

    Il togliere significato alla passione di Cristo, è una costante del cammino, che avevo notato sopratutto nelle catechesi degli annunci di Avvento, Quaresima e Pasqua.
    E ci sono tanti esempi: considerano loro stessi come il servo sofferente e di conseguenza si ritengono perseguitati da questo blog! e da chiunque gli dica qualcosa.
    operano una sottile sostituzione per cui l'adepto diventa Gesù (perchè sale sulla croce e dalla croce ama il nemico e quindi gli uomini, guardandolo, si convertiranno),
    ad un altro livello è la comunità stessa che si sostituisce a Gesù ( e questo avviene nell'Eucarestia che è un'autocelebrazione della comunità)
    e poi c'è il terribile santino di Kiko, in cui egli stesso in qualche modo si assimila al Messia, e ci sono le ultime farneticazioni in cui Kiko vaneggia di un martirio per mano islamica, che lo farebbe assomigliare a un nuovo messia, ben visto anche dagli ebrei.

    Quindi non è il sacrificio di Cristo che salva, ma è l'adepto/Kiko/la comunità ( che per me a questo punto sono diventati indistinguibili)
    che 'salendo sulla croce' salvano il mondo.
    Questo è quello che viene detto negli annunci.


    Non entro nel merito delle immagini kikiane, ma ricordo solo la Madonna del cammino, con il nome di kiko nel posto dove avrebbe dovuto esserci quello di Cristo.

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  60. Michela ha detto: "considerano loro stessi come il servo sofferente..."

    Molto interessante questa tua notizia. Tipico dell'ebraismo, che interpreta il servo di Isaia 52 come figura del popolo di Israele.

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