lunedì 6 gennaio 2020

LA CONTRADDIZIONE DIABOLICA NEL CAMMINO NEOCATECUMENALE

In estrema sintesi la predicazione kikiana si basa su questi 3 assunti:
  1. "l'uomo non può non peccare" e a questo scopo non serve la volontà
  2. se frequenta la comunità prima o poi gli arriva lo Spirito Santo
  3. solo lo Spirito Santo può convertire l'uomo, senza che egli debba fare NULLA.
"Tutto GRATIS", quante volte lo abbiamo dovuto sentire…

Tutto cominciò nel 1967,
con l'uscita del primo disco
.

Aveva ragione Morcillo:
Kiko era davvero un
"suonatore di chitarra"
In effetti tutta la predicazione neocatecumenale si incentra, come punto focale, sul fatto che l'uomo è per definizione peccatore incallito, anche se ci si rivolge nella quasi totalità dei casi a persone già inserite nella Chiesa e che hanno già ricevuto sia i sacramenti che la catechizzazione.
Secondo Kiko, l'uomo ha bisogno che lo Spirito Santo, e solo quello, senza alcun contributo della volontà umana (che è moralismo, legalismo e superbia), lo plasmi e lo faccia diventare uomo nuovo.
Si rivolge ai parrocchiani come se fossero uguali ai lontani, che non hanno mai sentito parlare di Dio, ignorando totalmente ogni effetto purificante che proviene anche solo dal Battesimo e che rende "figli di Dio" e non del demonio.

L'idea di un "rinnovamento delle promesse battesimali" ricevute da piccoli, di per sé non sarebbe disprezzabile; ad essere inaccettabile è la modalità con la quale viene condotta la catechizzazione neocatecumenale.
Non si può disconoscere l'effetto sacramentale del Battesimo, che fa di una persona un "figlio di Dio" e la inserisce a pieno titolo nel popolo cristiano, per poi trattare i cristiani, magari anche un po' intiepiditi, come prede incontrastate del demonio, senza alcuno scampo che non sia frequentare il Cammino Neocatecumenale.
Non si tratta di annunciare Cristo per la prima volta, quando si va nelle parrocchie ad "offrire" il Cammino, si tratta, come dice lui stesso, solo di "rinnovare", quindi sollecitare la ripresa in chi potesse essere infiacchito, rendere più coscienti di ciò che GIÀ SI È.

Ma il sentiero attraverso il quale il demonio, quello vero, ha condotto i due parvenu spagnoli a diffondere nel mondo (perché il Cammino Neocatecumenale aspira alla "conquista" del mondo) la sua dottrina traviata, è molto sottile, difficile da scovare e per nulla intuitivo.
Del resto il serpente è furbo, non scopre le sue carte, ma insinua.

Interno del disco dell'Argüello
(Discoteca Pax era la casa discografica
cattolica dell'epoca…)
Il tutto si gioca sulla impostazione della TEOLOGIA KIKIANA DEL PECCATO, insieme alla DEFINIZIONE KIKIANA DI "CRISTIANO ADULTO".

Vediamo per prima quella che conosciamo meglio, l'impostazione neocatecumenale in tema di PECCATO.

Si parte fin dall'inizio ad inculcare che l'uomo è peccatore e che deve, non solo acquistare coscienza del suo peccato, ma addirittura considerarsi "il peggiore di tutti, l'ultimo" (anche se già qui c'è la prima confusione, perché il considerarsi ultimi, evangelicamente come per Cristo, non è in ordine al peccato, ma all'importanza di sé rispetto agli uomini).
Del resto, il Cammino NON È "per diventare migliori".
Su questo tasto si batte a martello fin dalla prima predicazione, insieme alla rassicurazione che "Dio è amore", quindi ama il peccatore, non c'è da preoccuparsi.
Talmente tanto ed incessantemente viene battuto su questo tasto, che spessissimo escono frasi infelici come "siete figli del demonio", "avete il demonio per padre", "l'uomo non può non peccare".

Esemplificativa è la narrazione che mi pare si trovi proprio nelle “catechesi iniziali” del Cammino, in cui si parla della famosa collega di lavoro: se questa insiste a mostrarsi disponibile, se è carina, l'uomo che "non può non peccare", anche se sposato, alla fine automaticamente cede. Comincia a diventare preda del demonio, che è “suo padre”, che lo comanda e lo determina, al punto che poi inizia a chiedersi se non sia cosa buona tradire la moglie per soddisfare una propria egoistica pulsione. Dice a se stesso: "Che male c'è? Se il Signore me l'ha messa davanti, perché non ne devo approfittare? Nessuno lo saprà!" E così pecca.
Proprio non ne può fare a meno: il demonio presenta le cose come buone e ti inganna.

In tutto questo "catechizzare" non si vede neppure una volta il "libero arbitrio", il resistere alla tentazione invocando la Grazia di Dio, l'operare un semplice discernimento su ciò che è buono e ciò che è cattivo.
Si cade automaticamente nella trappola del demonio - quello vero, stavolta -, come Adamo ed Eva, senza che il lavacro del Battesimo abbia sortito alcun cambiamento di "natura".

Chiara la sottigliezza? Secondo l'insegnamento del Cammino, il demonio ti inganna e basta, se non hai dalla tua parte lo Spirito Santo che ti difende: sei un fantoccio, dominato o dal demonio o da Dio, senza che il tuo volere e la tua predisposizione contino. È una negazione della libertà e della divina grazia.

Una volta assorbito questo concetto, che se pecchi è perché il demonio al quale sei sottomesso ti ha ingannato (quindi sei pure vittima), hai imparato che devi considerarti "il più peccatore di tutti" e che "se certi peccati non li hai commessi è solo perché il Signore ti ha tenuto una mano sulla testa", ecco che pian piano ci si abitua a pensare che se si pecca non si ha colpa (bando al senso di colpa, che porta al pentimento), ma è perché - sempre per la vulgata neocatecumenale - siamo solo vittime del demonio che ci ha ingannati, che non ci possiamo fare nulla, che dobbiamo solo aspettare che arrivi lo Spirito Santo frequentando il tripode neocatecumenale e null'altro, che quando lo Spirito Santo arriva, ci pensa lui a trattare col demonio ingannatore.
Una sorta di mal concepito "compiere la virtù senza sforzo", che pure viene assiduamente predicato, tacendo però l'importantissima parte che i santi che arrivano a tali gradi di sublimazione hanno dovuto prima passare per combattimenti spirituali durissimi.
Nel Cammino Neocatecumenale il "compiere la virtù senza sforzo" è gratis, la porta non è stretta, non occorre mica sforzarsi - come hanno fatto tutti i santi - di resistere al peccato...

Ecco dov'erano finiti
i soliti tre amici di baracca:

ad incidere dischi in casa discografica…
Alla faccia dei poveri…
Altra martellante predicazione è che "il Signore ti ama così come sei, per amarti non vuole che tu cambi". Tacendo opportunamente che il peccato porta alla dannazione, e che quindi occorre resistervi («va' e non peccare più», disse il Signore all'adultera perdonata).
Dunque il Cammino adopera l'amore infinito di Dio, che è la sua essenza, come un comodo tranquillante per il peccatore, evitando di dirgli che Dio è anche infinita giustizia.

Spesso nel Cammino si predica che "nessuno ti ama così come sei, tutti vogliono che cambi in qualcosa, il Signore no, ti ama peccatore, fino ad aver dato la sua vita per te quando eri peccatore". Si tace di proposito il fatto che Dio, pur amando anche il peccatore, desidera la sua salvezza, che può avvenire solo se l'uomo non si trova in stato di peccato continuativo e reiterato. Il peccato, infatti, lo allontana da Dio.
Anche questa è una parte importante della battente predicazione neocatecumenale, perché insinua in chi l'ascolta che anche se rimane peccatore ha l'amore di Dio assicurato, che è ciò che conta, molto più del divenire cristiani adulti: conta sentirsi amati così come si è, peccatori, poi il resto verrà, se verrà…

Questo tipo di predicazione, che facendo insinuantemente ricorso alla Parola di Dio la piega in una concettualizzazione malvagia, assomiglia molto al brano delle tentazioni di Gesù nel deserto: il demonio utilizza la stessa Parola di Dio distorcendola, manipolandola, per fargli dire ciò che non dice.

Infatti nel Cammino Neocatecumenale, partendo dal fatto che solo Gesù è stato in grado di resistere in tutto alle tentazioni, si predica che noi, non essendo Gesù, non siamo in grado di fare altrettanto e quindi il demonio ha il potere di ingannarci e vincerci.
Si tace completamente che, utilizzando il discernimento tra bene e male (anche quello semplice, comunemente insito nell'uomo), si può ricorrere alla Grazia santificante di Dio e Gesù, che ci dona la sua forza, si allea al nostro desiderio e alla nostra volontà di non peccare e riporta vittoria, perché Dio è più forte del demonio. Anche questo significa "forte con Dio".

In questa situazione, l'adepto neocatecumenale che sente la continua citazione della Parola di Dio insieme alla predicazione kikiana (e quindi non dubita della bontà della stessa), si convince pian piano che se pecca è perché il demonio l'ha ingannato e non c'è potere di sorta che lo possa contrastare, fino a quando a forza di frequentare il tripode neocatecumenale, non gli arriva lo Spirito Santo che, passandolo da una pregressa situazione di peccato, lo fa persona nuova, gli cambia la natura e gli consente di "compiere la virtù senza sforzo", senza che abbia dovuto fare null'altro che frequentare e credere nel Cammino Neocatecumenale.

Per questo molti in buona fede, tra i quali mi ci voglio mettere anch'io, aspettano quel giorno in cui lo Spirito Santo cambierà la propria vita e quella dei "fratelli" ormai adulti nella fede, finendo per accorgersi che alla fine di tutto il percorso nulla è avvenuto: continuano liti, gelosie, invidie, arrampicate alla carriera neocatecumenale, menzogne, calunnie, chiacchiericci dietro le spalle, attacchi feroci alla sacralità ministeriale, per non dire a volte anche cose peggiori. Babilonia.

Qui allora iniziano le vere domande, che portano poi anche alle risposte.

Se un'anima non viene mai invitata a resistere al peccato e a fuggire la tentazione, sull'assunto che non può non peccare ogni volta che il demonio la inganna, ma addirittura viene incoraggiata a “sentirsi amata” (nel senso di rendersi irresponsabile) soprattutto quando è maggiormente peccatrice e nessun altro la amerebbe, si ingenera un meccanismo automatico molto sottile, per cui il peccato diventa parte integrante ed indefettibile della vita. Ci si può convivere. Diventa non l'eccezione, ma la norma.
Se la causa del peccato è solo un invincibile inganno del demonio, la persona può comodamente considerarsi vittima, non responsabile di aver acconsentito al peccato, e quindi non provare un vero pentimento (o forse addirittura nessun senso di pentimento), perché la causa prima del suo peccare è il demonio ingannatore e non egli stesso.
Il punto sta nell'"accettare di essere peccatore". Questo basta.
Per questo il peccato, anche grave, nei fatti non schiaccia l'uomo, non lo immerge in alcun senso di colpa, o succede molto velatamente, perché in definitiva la colpa non è sua. L'asse viene completamente spostato.

Tale è il motivo per cui per anni e anni si può sentire con perfetta nonchalance che le persone si dichiarano egoiste, avare, irose… ma che "in questo si sentono amate dal Signore", a volte anche ingigantendo o inventando situazioni di peccato senza alcuna compunzione: perché più ti riconosci peccatore, più conosci te stesso e la tua natura, che è malvagia.

Non è raro sentir dire che dopo un po' di anni di Cammino uno "si sente peggiore di prima", attribuendolo non alla presa di coscienza del peccato pregresso ed esistente, ma proprio all'insorgenza di peccati di cui precedentemente non si avevano avvisaglie, nuovi di zecca, aggiunti comodamente alla propria collezione di offese a Dio perché c'è l'alibi dell'inganno del demonio.

Kiko Argüello, "santo peccatore"
Vediamo adesso il concetto neocatecumenale di "CRISTIANO ADULTO".

Anche in questo caso si riprende la predicazione della Chiesa, la citazione delle Scritture e vi si apportano "correttivi" kikizzati-carmenizzati.

Si predica che il cristiano maturo nella fede è colui che "ama nella dimensione della croce", "ama il nemico" e "non resiste al male", come ha fatto Gesù dando la sua vita per l'umanità.
È chiaro che questa predicazione è accettata, perché è vero che il fine ultimo del cristiano è amare in una forma al di là di quella umana, una forma "divina", che lo rende capace di perdonare a chi gli fa del male, non rispondere al male col male… proprio come ha fatto Gesù morendo sulla croce: è morto anche per i suoi nemici, ha offerto loro un'occasione di salvezza, non ha reagito all'ingiustizia, alla passione, alla croce.

Quindi nel Cammino Neocatecumenale si predica che il "cristiano adulto" sarà colui che è capace di amare in questa dimensione "divina" e non umana, diventando un altro Cristo, perché Dio abita in lui.

E poi, nel 1968, altra edizione…
È certamente una cosa questa, che per chi aspira a diventare maturo nella fede, è molto interessante, specialmente considerando il fatto che non deve fare nulla, ma proprio nulla, deve solo seguire fedelmente il Cammino Neocatecumenale e poi verrà da sé, automagicamente.

Ed è qui, infatti, che si innesta il trucchetto diabolico del maligno, che non è facile da smascherare perché molto ben congegnato e nascosto.

Le persone che ammettono molto facilmente in via pubblica peccati anche capitali, dichiarando che l'importante è solo "vederli" questi peccati, dichiararli, ma non combatterli, sono anche le stesse persone che all'occorrenza mostrano la capacità di "amare il nemico", di "non resistere al male", ecc.

Naturalmente, anche se può sembrare, questo effetto non ha nulla di cristiano perché LO SPIRITO SANTO NON ARRIVA AUTOMATICAMENTE SUI PECCATORI INCALLITI PER IL SOLO FATTO CHE HANNO PSICOLOGICAMENTE "ACCETTATO" IL LORO PECCATO.

L'inganno demoniaco si svela allorquando queste persone votate al peccato, di cui ne disistimano portata ed effetti, vengono chiamate a "dare la vita come Gesù", a "amare il nemico", a "perdonare"…

Se sono molti anni che uno sta nel Cammino, ad un certo punto ha sviluppato l'idea che pur non abbandonando il peccato, debba mostrare a se stesso e agli altri che "questa virtù senza sforzo" inizia a compiersi. Si avvia una forma di auto suggestione.

Si assiste perciò alla grottesca situazione in cui magari, proprio colui che ti ha fatto pesantemente del male sol suo peccato, contemporaneamente racconti che è stato in grado di perdonare sua madre, suo padre… che quella volta che sul lavoro l'hanno umiliato "non ha resistito al male"… e nel frattempo continua tranquillamente a farti del male.

E qui, in chi sta nel Cammino Neocatecumenale con rettitudine di cuore, iniziano ad affiorare domande profondissime su come sia possibile che continuando ad essere peccatori incalliti anche su peccati bruttissimi e capitali (ma amati da Dio), si possa nello stesso tempo essere in grado di "amare nella dimensione della croce", "amare il nemico", "perdonare… tutte cose che si possono verificare soltanto se davvero si è cambiata natura, in primis con l'abbandono del peccato serio.

Chi si pone questo tipo di domande, generalmente tenta di combattere la tentazione, si duole se fa qualcosa di sbagliato, cerca di evitare di colpire l'altro… e per questo viene giudicato legalista e moralista, uno superbo, che crede di poter confidare sulle sue capacità e tenta di rubare la gloria a Dio. Uno diverso.

In realtà questo "diverso" è più vicino alla verità di quanto si possa immaginare, per il solo fatto che inizia a porsi domande fondamentali.

E poi, a forza di domande, arrivano a scoppio ritardato anche le risposte, con difficoltà, perché la malvagità della predicazione kikiana è costruita con una mirabile arte, credo nemmeno di provenienza umana.

Interno del disco 1968.
Lo si può acquistare usato
on line tra i molti in vendita.

hi è che se ne starà disfacendo?
Perché la Chiesa ci insegna altro:
Nessuno, che viva in costanza di peccato senza combattimento, accettando semplicemente la sua condizione di peccatore amato da Dio, POTRÀ MAI DETENERE LO SPIRITO SANTO che si posa, delicato come una colomba, solo su coloro che sono graditi a Dio e quindi, pur nella debolezza umana, rifuggono il peccato ricorrendo alla grazia divina e non lo "accettano" come una costante ineluttabile della vita dell'uomo.

Sul peccatore inveterato, per nulla o poco pentito, che continua a peccare perchè non ne può fare a meno, LO SPIRITO SANTO NON SI POSERÀ MAI, non potrà renderlo nuovo, perché è l'uomo stesso che col suo peccato rifiuta questo rinnovamento e si separa da Dio.
LO SPIRITO SANTO NON PUÒ POSARSI SU CHI È SEPARATO DA DIO A CAUSA DEL PECCATO.

Su coloro che mai intraprendono un percorso per la ricerca della virtù, ma che di essa nemmeno ne parlano perché, nella migliore delle ipotesi, arriverà gratis insieme allo Spirito Santo, che non combattono per la fede ma credono che sia Dio che combatte contro di loro mandando situazioni dolorose allo scopo di convertirli, che credono che si arrivi alla virtù senza sforzo senza metterci nulla di proprio, LO SPIRITO SANTO NON SI POTRÀ POSARE.

Ergo, se si è privi dello Spirito Santo a causa della condizione di peccatori stabili, NEMMENO SI PUÒ IPOTIZZARE DI POTER "AMARE NELLA DIMENSIONE DELLA CROCE", "DARE LA VITA PER I NEMICI", "NON RESISTERE AL MALE", "PERDONARE"… TUTTE COSE CHE SI POSSONO VERIFICARE SOLO IN COLORO SU CUI VERAMENTE LO SPIRITO SANTO HA POTUTO POSARSI, PERCHÈ HANNO CERCATO LA PUREZZA E LA VIRTÙ, RIFUGGENDO DAL PECCATO ANCHE COL PROPRIO COMBATTIMENTO SPIRITUALE.

E così, ecco che il demonio ha già inquinato tutta l'impalcatura della predicazione che pretende di fare dei santi rimanendo nella pratica ancorati al peccato come condizione invincibile.

A nulla vale la dimostrazione che anche i santi erano peccatori, perché innanzitutto erano loro stessi a considerarsi tali ma in realtà non incedevano liberamente verso il peccato, in secondo luogo perché certamente, la natura umana di creature fragili e fallibili, contempla anche l'esistenza di peccati veniali in chi è davvero santo, ma contrito di essere caduto.

PECCATO E AMORE DIVINO NON POTRANNO SPOSARSI MAI.

È quindi chiaro che quanti si dichiarano con faciloneria peccatori e poi vantano "opere di Dio" nella loro vita sul perdono, l'amore al nemico, il dare la vita per nemici ed amici, HANNO VERAMENTE SUBITO UN INGANNO DIABOLICO, che li porta a credersi "cristiani adulti" pur rimanendo immersi nel peccato, che mai hanno lasciato, potendo soltanto essersi modificato in aspetti diversi.

Si spiegano quindi anche tutte le parolacce, gli insulti, le offese, le prese di giro e talvolta anche le blasfemie che hanno inviato a blog, alla rivista di padre Ariel, e a chiunque abbia perplessità sul Cammino.
Per un neocatecumenale è "normale" agire in quel modo senza contrizione né senso di colpa (tanto, se le cose vanno storte, c'è sempre l'alibi dell'inganno del demonio) e allo stesso tempo credere di aver potuto amare l'altro, che nella predicazione kikiana è l'"inferno", la "morte", invece di essere il "prossimo".

Ma questo NON PUÒ ESSERE: nella stessa persona non può albergare il demonio vincitore e l'essere "altro Cristo", portatore di amore e perdono. Non si possono servire due padroni.

Da sempre lo pensavo, senza mai vederlo così lucidamente, più a livello di forte sensazione di qualcosa che non torna, ma senza che il quadro fosse CHIARO.

L'INGANNO SOTTILE NELLA PREDICAZIONE KIKIANA È DI FAR CREDERE DI POTER DETENERE LO SPIRITO SANTO CHE TI RINNOVA, A PERSONE CHE MAI LO POTRANNO DETENERE, PERCHÈ RIMANGONO VITA NATURAL DURANTE IMPASTATE COL PECCATO MAI COMBATTUTO, IN ASSENZA TOTALE DELLA RICERCA DELLA VIRTÙ, CREDENDO CHE TUTTO ARRIVI GRATIS.

Una frase emblematica che spiega bene questo concetto, è la frase che mi fu detta da una "sorella" di comunità che era mossa da anni da evidenti sintomi di invidia nei miei confronti (vizio capitale) e che sempre mi faceva guerra, ogni cosa dicessi o facessi, anche non inerente al Cammino Neocatecumenale. Io la perdonavo sempre, per come potevo: mi chiedeva scusa (non perdono, e nemmeno tutte le volte), ed io accettavo le scuse. Così per anni.
Poi un giorno, per l'appunto in un periodo difficilissimo della mia vita privata, me ne combinò una grossissima, arrivando anche ad un gesto di violenza fisica, peraltro alla presenza di alcuni miei figli che ne sono testimoni.
Anche quella volta mi chiese scusa, ma quella volta non ce la feci proprio a passare sopra l'ennesima ingiusta aggressione, fosse anche stata solo verbale, perciò le dissi che stavolta non l'avrei perdonata, che mi ero stufata di essere sempre il suo bersaglio da anni.
Mi rispose seccamente: "Tu devi perdonare 70 volte 7!" Mi colpì molto e mi fece grandemente riflettere.
Condensò in pratica tutta la dottrina kikiana, che prevede che lei potesse continuare (povera vittima dell'inganno del demonio, eh?) a reiterare il suo peccato negli anni, senza mai provare seriamente a combatterlo, agendo liberamente, come le andava, ferendomi ogni volta.
Non si chiese nemmeno per un istante che se un comportamento dura invariato negli anni, crescendo addirittura di potenza, significa che non c'è pentimento vero, non c'è coscienza del male procurato e nemmeno desiderio di combattere quelle pulsioni ogni volta più potenti.
Lei doveva solo accettare di essere così, povera peccatrice, che fa di continuo male all'altro, ma che trova conforto perché il Signore la ama così come è. Su di me, invece, vantava come una sorta di esigenza: "Tu devi…"
Non metteva in dubbio di poter peccare liberamente nei miei confronti, aggredirmi in ogni modo, screditarmi ed insinuare su di me cose false.
Nel Cammino Neocatecumenale la dimostrazione di santità la deve dare solo la vittima, non anche il peccatore ripulendosi dal suo peccato.
Ero solo io che, se veramente ero cristiana adulta, avrei dovuto perdonare anche quella centounesima volta lo stesso peccato, che invece lei poteva continuare a fare impunemente, peraltro con la benedizione dei cosiddetti “catechisti” e di tutta la comunità, che non le hanno detto nulla, mai una sola volta.
È vero che io avrei dovuto perdonare anche quella volta, ma senza che si tenesse minimamente in conto che Cristo non era solo quello che amava i peccatori e subiva l'ingiustizia, essendo allo stesso tempo anche quello che non arrecava ingiustizie e non faceva del male agli altri.

Se diventi "un altro Cristo", in te i due aspetti DEVONO COESISTERE.

Solo così la catena del male si può interrompere: non facendo del male e perdonando chi ne ha fatto. Ambedue gli aspetti insieme.
Invece NEL CAMMINO SI PRETENDE SI ESSERE CAPACI DI "AMARE", "PERDONARE" E "MORIRE AL NEMICO", RIMANENDO I SOLITI PECCATORI DI SEMPRE.
Della figura di Cristo se ne accoglie solo una parte, per l'appunto quella che, attraverso il perdono, la non resistenza al male, l'amore al nemico, lascia campo libero al demonio di agire incontrastato costringendo al peccato "chi non può non peccare".

ED ECCO IL MIRABILE INGANNO DEL DEMONIO: ogni singolo distruttore di vite altrui, ogni singolo avaro di soldi, ogni singolo giudicatore degli altri, ogni singolo mentitore, ogni singolo calunniatore, ecc… pensa di aver raggiunto il grado di "cristiano adulto" e SI ILLUDE di poter amare il nemico, perdonare e subire l'ingiustizia come Cristo.

Ecco che allora la frittata è fatta, il demonio ha riportato vittoria, perchè è riuscito a creare L'ILLUSIONE DI QUALCOSA CHE NON PUÒ ESISTERE, MA CHE NELLE MENTI NEOCATECUMENALI È COME SE FOSSE REALTÀ.

È certo che nel chiuso delle loro salette contiueranno a raccontarsi le presunte “grandi opere che il Signore compie con loro”, le possibilità che dà loro di perdonare il figlio o il marito, le volte che non rispondono al male col male sul lavoro… mentre nello stesso identico tempo distruggono quelli che chiamavano "fratelli" con la loro arroganza, la loro indifferenza, il loro giudizio, con l'emarginazione, dimenticandosi freddamente di tutti gli anni che hanno condiviso, tutte le esperienze che hanno fatto insieme, il bene che dichiaravano di volere…

QUESTE SCHIZOFRENICHE DIVISIONI IN SE STESSI HANNO GIÀ DECRETATO LA VITTORIA DEL DEMONIO, CHE HA SAPUTO CREARE L'ILLUSIONE DEL BENE SU PERSONE CHE, AGENDO PECCATI CHE DISTRUGGONO IL PROSSIMO, CERTAMENTE NON POSSONO VANTARE ALCUN UOMO NUOVO NÈ LA PRESENZA DELLO SPIRITO SANTO, CHE PER PRIMA COSA NON FAREBBE MAI DEL MALE A NESSUNO.


E per finire…
Altra edizione discografica 1968!
In vendita usato per soli € 30
(chi è che sta sbarazzandosene, e perché?)


Interno del disco anno 1968

56 commenti:

  1. Innanzitutto, grazie Libera m.s.!
    Spero che questo articolo venga letto, con mente sgombra e libera da pregiudizio, da molti che, pur in Cammino, sentono, forse ancora indistintamente, che c'è un grande errore, alla base del suo insegnamento.
    Ripetiamo anche noi il loro mantra: guardate i frutti! I frutti non sono le mura dei seminari, il numero dei figli, le ore trascorse nelle salette, ma la pulizia e la trasparenza del cuore.
    Ogni atto di prepotenza o di prevaricazione del catechista o del fratello deve farvi salire questo pensiero: dopo 10,20,30,40 anni...tanta esperienza di Dio...Non dico che non si dovrebbe peccare, ma il peccato dovrebbe suscitare orrore, non compiacimento o Comunque prona accettazione!
    Non ripeterò ciò che l'articolo espone così bene. Solo faccio una osservazione finale: Davide, per nascondere il proprio peccato di omicidio nei confronti di Uria, crea una montagna di cadaveri. Kiko e Carmen, per nascondere la propria smania di potere e il proprio orgoglio smisurato e incapace di sottomettersi a Dio, hanno creato una montagna di superbi. E tante, troppe vittime della superbia altrui (e del proprio stesso insanabile ed insanato errore).

    RispondiElimina
  2. Certo che uno che racconta a Trieste, il racconto è online, che non aveva nulla, dormiva con cinque cani sopra, per la grande povertà, e ci vediamo quelle foto a fare dischi, fa pensare? A non essere cattivi pensatori, credo che sia non cattivo affermare questa cosa: come si passa veloci dalla povertà estrema ad altro, ovvero nel fare dischi con giacca e cravatta.
    Dio ci ha dato anche gli occhi per distinguere, capire, ammirare, studiare, ecc, ecc.
    Per cui le immagini parlano, come tante altre foto. Le immagini ci parlano, sono delle catechesi.

    RispondiElimina
  3. Grazie di cuore Libera. Hai fatto un ottimo lavoro, preciso, puntuale, teologicamente corretto fin nei minimi dettagli. Da ciò che scrivi si evince una profonda vita interiore, da cui deriva quella sapienza delle cose divine che nessuna facoltà teologica può concedere, senza un'autentica vita di grazia. Mi consola enormemente ritrovare nelle tue riflessioni le medesime perplessità che mi hanno portato ad abbandonare il neocatecumenato, quando il Signore mi ha concesso il dono della preghiera e della vita spirituale. In fondo la quintessenza del cammino sta tutta qui: giustificazione imputata. Nessuna ascesi (apostrofata da Kiko come stoicismo), nessuna mistica, nessuno slancio verso la trascendenza nella Liturgia, ma al contrario, tutto così miseramente immanentista e materiale. Questa grazia impossibile da raggiungere, utopia rimandata all'infinito, finanche dopo la morte. Il riconoscimento del proprio peccato altro non è che il punto di partenza di un vero cammino di conversione (vedasi Battesimo di Giovanni), ma dopo occorre lottare, sostenuti dalla Grazia divina, per giungere alla cristificazione PRIMA che l'anima abbandoni il corpo. Il cristiano non può essere spettatore della battaglia contro i nemici esterni (mondo, demonio, peccato) ed interni (carne), no! No, il cristiano è soldato, è parte attiva, se non sta in trincea si illude con sé stesso nel "ricercare la sua colpa e detestarla".
    Ancora grazie.

    Tomista ex NC

    RispondiElimina
  4. Anch'io mi sento di ringraziare Libera che da voce a tutti noi ex, che siamo passati per la falsità di queste persone. Sei riuscita a dare voce a ciò che è nel nostro cuore, ciò che delle volte non si riesce ad esprimere, ciò che abbiamo incontrato lì dentro, verso alcuni: L'ODIO.
    il contrario dell'Amore e della Grazia.
    Costoro fecero un errore e lo continuano a fare, ovvero non riescono a capire che chi sta davanti a loro ha già assaporato la Grazia di Dio, perchè non sanno che Dio non è vincolato al loro pensiero e al loro pregiudizio. Dio dona a tutti i suoi figli. Credono che ciò che passa per la loro mente sia la verità, e siccome scagliano sul prossimo parole amare e di odio, ecco che hanno un profondo odio sul prossimo. Ho assistito a commenti dove criticavano i cristiani delle domenica, definiti con ogni termine improprio. Ma chi vede è Dio, non tu, questi danno per scontato di vedere, di sapere cosa c'è nel cuore del prossimo. Ecco che pensano cosa sia accaduto ad una persona, cosa sia successo, cosa essa pensa, cosa essa fa, cosa essa dice, e se è sbagliato il suo pensiero, se è giusto e altro. Il tutto facendosi passare per immersi nello spirito santo, cioè che sono profeti della verità. Realmente vai a scoprire che sono una montagna di menzogne e di povertà spirituale. Come il racconto che hai inserito tu di quella poveretta la quale era schiava del suo peccato, la quale è sottomessa all'odio che si accendeva verso di te, ad ondate intemittenti. Il punto che hai sottolineato è molto importante, è vero che si dovrebbe perdonare settanta volte sette, ma si parlò di pentimento, in primo luogo, ed in secondo luogo il perdono non va preteso, non va dato per scontato, e a pagamento, e chi sbaglia deve avere un atteggiamento di avere l'intenzione di non volersi ripetere più. Il Peccato tolgie dignità alla creatura di Dio. Ma se non c'è pentimento, e per cui vi è convinzione, come alcuni con cui ho commentato ieri, ecco che lì scatta altro. Lì è questione di vita e di morte, ovvero hai delle bestie davanti accecate di odio che vogliono distruggerti, e per cui in quel caso Gesù non ci chiama al perdono.

    (segue)

    RispondiElimina
  5. Mi spiego meglio. E lo faccio con il Signore, cioè prendendo esempio dal Signore, come spero di fare sempre nelle mia vita. Gesù ha perdonato sulla Croce, ed ha detto non vi è un Amore più grande. Dio ha detto che non esiste un Amore più grande, fate attenzione a questa cosa, è importantissima. Se non vi è un Amore più grande, e sappiamo che dall'altra parte vi era l'odio, ecco che per una sorta di legge, chiamiamola, spirituale, dall'altra parte vi era un odio, che più grande non c'è. Per cui è come se Dio avesse stabilito un paletto fermo, e ciò che stabilisce Dio, ricordiamoci tutti che nessuno lo può modificare. Se Gesù ha perdonato sulla Croce, tutti, anche i nemici, e questi non si sono ravveduti, in un qualche modo, ecco che inevitabilmente, dopo averlo rifiutato, si va all'Inferno, non vi altro da fare per l'anima. Non esiste altro perdono, in quanto viene riggettato il Perdono di Dio, che ha perdonato il massimo dell'Odio. E siccome il Perdono non viene accolto. Ecco che il confine è stato fissato, si entra nell'Inferno, inevitabilmente. La stessa cosa capita nella nostra vita, in un certo senso, se una persona viene messa in croce, in qualche modo, e poi si continua a compiere il male, su quella persona, non tenendo conto, ecco che non vi è più nulla da fare. Vi è solo una differenza, il grado, cioè la persona è umana, ma figlio di Dio, e per cui non è questa che fissa il temine, ma è Dio. Cioè è Dio che stabilisce il grado di colpa, se è condanna eterna, oppure vi è ancora da fare qualcosa. Ma, penso, che Dio non chieda oltre a quell'anima che è stata martoriata, e per cui se quella persona chiude i rapporti, in quanto vede solo in male, credo che Dio sia d'accordo con l'anima, perchè il Signore vede che l'anima non potrebbe sostenere un peso maggiore, e per cui sarà Dio che se ne occuperà poi.
    Tutto qui.

    Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

    RispondiElimina
  6. Il concetto distorto di Kiko sul peccato comporta anche un concetto distorto sulla MISERICORDIA e sulla GRAZIA.

    E' vero, Kiko parla spesso di peccato, ma in modo ossessivo e superficiale, soprattutto descrivendo lo sfascio della società come una cosa del tutto naturale in quanto la natura dell'uomo è totalmente marcia e la volontà umana fosse del tutto impotente (concetti condannati dal Concilio di Trento).

    Di conseguenza parla di misericordia in modo superficiale: basta credere a lui, basta camminare col Cammino, e sarai salvo. Il peccato? SE VUOI, dice Kiko (per cui non sembra affatto un obbligo), lo puoi confessare al sacerdote.

    Certo, è vero che l’amore di Dio è INFINITAMENTE più potente del peccato, ma il fatto è che, se pure Dio non si “spaventa” per nulla di fronte al peccato dell’uomo, a qualsiasi peccato, il peccato si OPPONE all’amore.
    Cioè chi commette peccato non è buono, e non lo diventa nemmeno se ascolta Kiko.
    E’ sempre amato da Dio e chiamato all’amore, ma non lui ama affatto! E, conseguentemente, RIFIUTA la misericordia e la salvezza.
    Non c'è predicazione di Kiko che tenga: chi vuole salvarsi deve rompere col peccato.
    Può camminare quanto vuole, ma se non RINUNCIA al peccato non si salva.

    Per questo il Cammino, che confonde la GRAZIA con i PASSAGGI e le altre pratiche gnostiche, è come un gioco dell'Oca truccato. Che, cioè, non ti fa mai avanzare, ma sempre tornare al punto di partenza.
    La misericordia offerta da Kiko e don Pezzi è una patacca, come sono le promesse del Gatto e della Volpe.

    La MISERICORDIA passa NECESSARIAMENTE per il riconoscimento e l’annientamento del peccato, non attraverso la confessione pubblica, o l'ascolto della predicazione di Kiko, o il cammino nel Cammino, ma attraverso la contrizione del cuore e la confessione sacramentale (che per essere valida prevede il proposito, semplice ma sincero, di non peccare più).

    La Madonna è Colei in cui la misericordia si manifesta preservandola perfino dal peccato originale, a dimostrazione di come, se pure la misericordia non tiene affatto conto del peccato, il peccato tiene conto eccome della misericordia, almeno fintanto che l'uomo, per opera certo della grazia, non rinuncia VOLONTARIAMENTE al peccato.
    Solo allora interviene la grazia che opera la salvezza! Cioè la misericordia, che è amore di Dio che opera.

    Per questo la porta stretta che propone Kiko assomiglia a un cunicolo di quelli dove ci si infilano gli speleologi, che conduce in basso e non in alto come la porta stretta a cui fa riferimento Gesù.

    RispondiElimina
  7. Gesù rimprovera due cose ai FARISEI: l'incoerenza e l'invenzione di regole non bibliche atte a far si che l'incoerenza si trasformi in coerenza, che è il massimo dell'IPOCRISIA.
    Cosa che avviene anche nel Cammino!

    L'incoerenza, è vero, più o meno appartiene a tutti.
    Ma i farisei avevano fatto dell'incoerenza un sistema, un'ideologia, tanto da inventare una legge nella Legge, che consideravano come conseguenza della Legge, anche se invece la contraddiceva.
    Gesù la chiamerà "tradizione di uomini" atta ad annullare la Legge di Dio.
    Una legge atta ad annullare la Legge divina: un po' quello che Kiko e Carmen hanno fatto col Cammino.

    Se i dottori della legge sono quelli che dicono bene e operano male, i farisei, o almeno certe tipologie di farisei, sono quelli che a furia di regolamenti, distolgono dalla legge di Dio e da quella della Chiesa.

    Per gli ordini religiosi le regole sono provvidenziali, perché non hanno famiglia e hanno doveri di stato particolari.
    I movimenti, invece, devono fare regolamenti leggeri, altrimenti schiavizzano gli aderenti.

    Così come avviene tra i camminanti con la loro interminabile serie di impegni che spesso distolgono dai doveri di stato, dai doveri ecclesiali e, perfino, dal seguire la Legge divina attraverso l'ignoranza di questa e le eresie vissute.

    RispondiElimina
  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  9. L'articolo è davvero molto ricco di spunti.

    Per cui Kiko ha detto che il Cammino non serve a "diventare migliori"!
    In che senso, visto che il cammino è fatto a TAPPE?
    In che senso, visto che è facile constatare come i camminanti spesso non fanno nulla per nascondere il loro senso di superiorità o, almeno, si comportano come fossero superiori agli altri, tanto che spesso accompagnano questo loro modo di fare con un'arroganza tale che è difficile da trovare perfino in un contesto puramente mondano?

    Un Cammino che non fa migliorare, ma che fa CAPIRE il Vangelo meglio di tutti?
    CAPIRE, attraverso il fare, senza sentire il bisogno anche di ESSERE, secondo me è un chiaro sintomo di gnosticismo.

    Ma a parte questo, sembra evidente che per Kiko esiste una morale della Chiesa e una morale del Cammino.
    La morale della Chiesa per lui così irrilevante che, ammette, il Cammino non è fatto per rendere migliori secondo questa morale.

    Il Cammino, invece, vuole rendere i suoi adepti buoni camminanti, cioè ubbidienti CIECAMENTE ai "catechisti" che ubbidiscono CIECAMENTE a Kiko, e paganti la decima e quant'altro serva alla realizzazione dei sogni e delle manie di grandezza di Kiko.

    Cioè, per Kiko non si deve migliorare secondo la morale cattolica, e perciò non si deve, con l'aiuto della grazia, ambire ad aumentare ciò che San Tommaso d'Aquino chiama l'ABITO della santità, ma basta essere un buon camminante.

    Il Cammino NON serve per "diventare migliori", dice Kiko.
    Gesù penso gli risponderebbe: "Tu l'hai detto... Dalle tue parole ti giudico (servo infingardo e fannullone)"

    RispondiElimina
  10. Interessante l'esempio che Kiko fa della "collega di lavoro".

    Per Kiko: se questa insiste a mostrarsi disponibile, se è carina, l'uomo che "non può non peccare", anche se sposato, alla fine automaticamente cede. Comincia a diventare preda del demonio, che è “suo padre”, che lo comanda e lo determina, al punto che poi inizia a chiedersi se non sia cosa buona tradire la moglie per soddisfare una propria egoistica pulsione. Dice a se stesso: "Che male c'è? Se IL SIGNORE ME L'HA MESSA davanti, perché non ne devo approfittare? Nessuno lo saprà!" E così pecca.

    Anche Adamo disse a Dio: "La donna che TU MI HAI DATO" mi ha fatto mangiare della mela!

    Kiko parla come se tutti ragionassero "Dio mi ha tentato, Dio mi ha fatto andare a 150 all'ora, ecc."
    Vedono l'opera di Dio anche nel caso (che Dio permette e di cui può servirsi) e anche nelle conseguenze del peccato dell'uomo (che permette e di cui può servirsi).
    E' incredibile come questo imprinting si sia trasmesso a tutti i camminanti!
    E' evidente che se si tende, in modo non implicito ma tendenzioso, a incolpare Dio anche della disponibilità della collega, il peccato che ne consegue non è poi così grave!

    Questo modo di pensare è un'evidente esempio di come l'ERESIA può diffondersi di fatto anche in chi non ha nessuna intenzione di diventare eretico

    RispondiElimina
  11. Per Kiko, non essendo noi Gesù, che ha resistito alle tentazioni: "non siamo in grado di fare altrettanto e quindi il demonio ha il potere di ingannarci e vincerci".

    Certamente noi non siamo Gesù, ma abbiamo il suo Spirito.
    Di fatto sono esistiti santi che non hanno mai commesso un peccato mortale, e santi che, una volta convertiti, non hanno più peccato, almeno non gravemente.

    Per cui, pur non essendo certamente Gesù, ognuno può essere, il proporzione alla misura della sua fede, come Gesù riguardo alle tentazioni.

    Le eresie kikiane sono molto subdole, ma letali

    RispondiElimina
  12. Uomo Libero!!!!!!!!!!6 gennaio 2020 alle ore 20:43

    ANCHE CHARLES MANSON TENTÓ LA CARRIERA DISCOGRAFICA, COME KIKO...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche Nerone aveva velleità da artista. E pure Gheddafi, Hitler, eccetera. Ogni dittatore furioso aveva tentato di spacciarsi per "artista".

      Per maggiori informazioni rinvio all'articolo: La sindrome di Nerone.

      Elimina
  13. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  14. Che la la natura umana dopo il peccato originale non è del tutto corrotta e che la VOLONTA' umana ha non è totalmente impotente, è chiarissimo nella lettera di Paolo ai Romani:

    "Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono" (Rm 2.14-15).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma persino nella Genesi Dio dice a Caino che il peccato sta accovacciato alla sua porta , ma che lui PUO' dominarlo...

      Ora: siamo tutti d'accordo che IL MALE FA MALE? E siamo d'accordo che un conto è una distorsione a una caviglia e un conto darsi una coltellata nello stomaco? Ecco, se siamo d'accordo su questo dovremmo essere d'accordo anche sulla distinzione fondamentale che la CHIESA CATTOLICA fa tra PECCATO VENIALE E PECCATO MORTALE.

      Il peccato Mortale porta appunto alla MORTE dell'anima ed abbisogna che sussistano tre condizioni perchè si verifichi.

      Basta leggere il Catechismo:
      1857 Perché un peccato sia mortale si richiede che concorrano tre condizioni: « È peccato mortale quello che ha per oggetto una materia grave e che, inoltre, viene commesso con piena consapevolezza e deliberato consenso ».
      Come dice Giovanni Paolo II ("San Giovanni Paolo II) in Reconciliatio et Paenitentia: “Si ha peccato mortale quando l’uomo, sapendo e volendo (sciens et volens) per qualsiasi ragione sceglie qualcosa di gravemente disordinato” (RP 17).

      Sulla "materia grave" si può leggere qui.
      https://www.amicidomenicani.it/quando-si-commette-il-peccato-mortale-e-il-peccato-veniale/

      Basta leggere questo piccolo paragrafo del CCC per capire che la concezione di peccato e di Grazia di Kiko non è cattolica...e questo per il semplice fatto che per lui LA VOLONTA' dell'individuo (che fa parte della nostra dignità) NON ESISTE. E se non c'è volontà non si può neanche scegliere nè di fare il bene nè di fare il male.
      Secondo il suo ragionamento non si potrebbe neppure scegliere di fare il cammino. E siccome nella sua testa SOLO chi fa il cammino si salva automaticamente, allora dovrebbe dire che Dio predestina qlc a salvarsi ed altri no. Altro che Luterano...qui si scade nel CALVINISMO più becero.


      Elimina
  15. Mi scuso se scrivo troppo, ma l'argomento introdotto da Libera è molto interessante.

    E' vero, come dice Kiko, che Dio ti ama come sei, anche se sei un peccatore e vivi in stato di peccato mortale, purtroppo, però, se sei in peccato, sei tu che NON AMI Dio e, di conseguenza, NON puoi ricevere la GRAZIA della salvezza!

    Se per amarti Dio non ha bisogno che tu cambi, per SALVARTI ha invece sì.
    Devi cambiare con l'aiuto della GRAZIA tramite la contrizione per i peccati commessi, seguita dalla CONFESSIONE SACRAMENTALE e il PROPOSITO di non commettere più peccato.

    E poiché il Signore VUOLE salvarti, vuole anche che tu CAMBI.

    E' così importante questo cambiamento, che Dio usa vari "stratagemmi" per ottenerlo almeno al termine della vita, come la pratica, alle dovute condizioni, dei Primi 9 Venerdì del mese, che dona la certezza umana della penitenza finale.

    Infatti se uno è cambiato diventando un giusto, anche solo al termine della sua vità, si salva, perché chi è giusto non può andare all'inferno, tra gli ingiusti.

    Allo stesso modo se non cambi, cioè se vivi nel peccato (mortale) e sei ingiusto, puoi aver fatto tante cose, puoi aver anche finito il Cammino, ma vai dove c'è pianto e stridore di denti.

    Basta vedere ai santi: coloro che più di tutti avevavo fiducia in Dio e nella sua misericordia, erano anche coloro che più di tutti avevano orrore del peccato.
    Questa è la tradizione cattolica.

    E poi: perché invece di seguire i ragionamenti stravaganti di Kiko i camminanti consultano il catechismo (basta anche un semplice manualetto) per sapere cosa ne pensa la Chiesa riguardo il peccato, la misericordia, la salvezza, la confessione, la giustizia, ecc.?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' vero che l'ignoranza è una sorta di "ottavo sacramento" e può in qualche modo giustificare, ma solo se è invincibile anche se si cerca la verità.
      La verità occorre cercarla: perché, se ti dici cattolico, non consultare il Catechismo della Chiesa Cattolica?

      Se tutti ti dicono che Kiko riguardo al peccato e alla giustificazione sbaglia, se ti dici cattolico, perché escudere di informarti sul Catechsmo?
      Se è vero che cerchi, CERCA! Altrimenti la tua ignoranza potrebbe essere colpevole.

      Elimina
    2. Sembra la descriuzione di quelle interminabili sedute del partito comunista staliniano dove si applaudiva ininterrottamente terrorizzati e ci si autodenunciava per colpe inesistenti al fine di avere la ... salvezza dalla possibile ira del despota.
      Che vita di m...(te lo dice uno che sta praticamente su una sedia a rotelle)

      Elimina
  16. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  17. Chissà perchè su questo nessun NC interloquisce...Solo quando si parla di soldi interloquiscono. Poi saremmo noi quelli fissati con i soldi, vero?

    RispondiElimina
  18. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dovrebbero riprendersi in mano il CCC..e poi se fanno qualche cavolata chi lo sente il responsabile? E il catechista?

      Elimina
  19. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  20. Carissimi state attenti che ci sono persone le quali si nascondono dietro alla parola Cammino,Spirito Santo, usano le parole dei Papi, e tanto altro, ma dietro c'è la loro pancia. Cercano in ogni modo di piegare il prossimo alla loro volontà, dissimulano, si fanno passare per profeti, usano il prossimo, si nascondono dietro alle cose Sante, come se loro stessi siano portatori di verità.
    Realmente vi portano la menzogna. Il loro è solamente un gioco per piegarvi, hanno una doppia faccia, mentre vi accusano di colpe, ovviamente inesistenti, ecco che quelle colpe le commettono proprio loro. Con malanimo si rivolgono al prossimo, usano parole cariche di odio, commettono i più grandi crimini, parlo non con armi, ma in altri modi, forse più dolorosi. Un esempio palese è ciò che abbiamo assitito da sempre verso queste persone, avevano un abusatore seriale infilato dentro il Seminario, e ve ne sono altri, non pensate, McCarrick, proprio nel loro ambito era coccolato e accolto. Voi credete che lì c'è Dio?
    Se c'è Dio in ciò, davanti a tutti vi metterò una parola del Profeta, vedete tutti se è così, oppure non è così. Ognuno è libero di vedere ciò che vuole vedere.
    Una cosa, giusto per farvi capire chi avete davanti. Sono stato acusato di stare davanti al pc da persone che se vedete stanno anche loro... Da qui capite che tipo di persone vi stanno avanti. Quando avete queste persone davanti, non conviene parlare con loro, cercheranno sempre di portarvi a mangiare il frutto. Non bisogna parlarci, solo se vedrete che dietro c'è Dio. Ma Dio è Verità, non menzogna. Kiko ha difeso Apuron è davanti a tutti, c'è il video. Per cui parlare oltre non ha senso. E' lo spirito della menzogna, Kiko ha parlato per mezzo dello spirito della menzogna, da ciò capite chi avete davanti, UNO CHE DICE MENZOGNE! PUNTO!!!
    Sapete dove sta la differenza, che Tizio parla e sa di poter sbagliare, invece Caio dice di essere profeta dello spirito santo e dice menzogne. Da qui, se volete, capite tante cose.
    Tantissime sono le bestialità seminate da queste persone, sono innumerevoli, hanno distrutto persone con giudizi e menzogne, incolpato facendosi passare per profeti, propagato false accuse e calunnie. Hanno seminato devastazione e morte. Ovviamente a chi non digerivano. Per questo negano, e forse, dico forse, ma sono sicuro che sanno, fanno finta di non capire. Il loro è il gioco del carnefice che si fa passare per vittima, così non paga. Ma, da qui, capite che sono mondani, persone del mondo, in quanto sarà Dio, e con Lui non posson odissimulare, che li giudicherà.L'importante è salvare le aparenze, in quanto la posta in gioco è tanta. Ci sarebbero tante cose da dire. Ma ora mi fermo qua.
    Ovviamente, a conclusione, ricordatevi tutti che a Gesù gli davano del pazzo ( Erode, i Farisei, e altri), è un onore che mi diano del pazzo, ringrazio Dio.

    (segue)

    RispondiElimina
  21. Comunque vi carico il passo del Profeta.
    [1] Mi fu rivolta questa parola del Signore:

    [2] "Figlio dell'uomo, fà conoscere a Gerusalemme tutti i suoi abomini.

    [3] Dirai loro: Così dice il Signore Dio a Gerusalemme: Tu sei, per origine e nascita, del paese dei Cananei; tuo padre era Amorreo e tua madre Hittita. Alla tua nascita, quando fosti partorita, non ti fu tagliato l'ombelico e non fosti lavata con l'acqua per purificarti; non ti fecero le frizioni di sale, né fosti avvolta in fasce.

    [5] Occhio pietoso non si volse su di te per farti una sola di queste cose e usarti compassione, ma come oggetto ripugnante fosti gettata via in piena campagna, il giorno della tua nascita.

    [6] Passai vicino a te e ti vidi mentre ti dibattevi nel sangue e ti dissi: Vivi nel tuo sangue

    [7] e cresci come l'erba del campo. Crescesti e ti facesti grande e giungesti al fiore della giovinezza: il tuo petto divenne fiorente ed eri giunta ormai alla pubertà; ma eri nuda e scoperta.

    [8] Passai vicino a te e ti vidi; ecco, la tua età era l'età dell'amore; io stesi il lembo del mio mantello su di te e coprii la tua nudità; giurai alleanza con te, dice il Signore Dio, e divenisti mia.

    [9] Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue e ti unsi con olio;

    [10] ti vestii di ricami, ti calzai di pelle di tasso, ti cinsi il capo di bisso e ti ricoprii di seta;

    [11] ti adornai di gioielli: ti misi braccialetti ai polsi e una collana al collo:

    [12] misi al tuo naso un anello, orecchini agli orecchi e una splendida corona sul tuo capo.

    [13] Così fosti adorna d'oro e d'argento; le tue vesti eran di bisso, di seta e ricami; fior di farina e miele e olio furono il tuo cibo; diventasti sempre più bella e giungesti fino ad esser regina.

    [14] La tua fama si diffuse fra le genti per la tua bellezza, che era perfetta, per la gloria che io avevo posta in te, parola del Signore Dio.

    RispondiElimina
  22. [15] Tu però, infatuata per la tua bellezza e approfittando della tua fama, ti sei prostituita concedendo i tuoi favori ad ogni passante.

    [16] Prendesti i tuoi abiti per adornare a vari colori le alture su cui ti prostituivi.

    [17] Con i tuoi splendidi gioielli d'oro e d'argento, che io ti avevo dati, facesti immagini umane e te ne servisti per peccare;

    [18] poi tu le adornasti con le tue vesti ricamate e davanti a quelle immagini presentasti il mio olio e i miei profumi.

    [19] Il pane che io ti avevo dato, il fior di farina, l'olio e il miele di cui ti nutrivo ponesti davanti ad esse come offerta di soave odore. Oracolo del Signore Dio.

    [20] Prendesti i figli e le figlie che mi avevi generati e li sacrificasti loro in cibo. Erano forse poca cosa le tue infedeltà?

    [21] Immolasti i miei figli e li offristi a loro, facendoli passare per il fuoco.

    [22] Fra tutte le tue nefandezze e infedeltà non ti ricordasti del tempo della tua giovinezza, quando eri nuda e ti dibattevi nel sangue!

    [23] Ora, dopo tutta la tua perversione, guai, guai a te! Oracolo del Signore Dio.

    [24] In ogni piazza ti sei fabbricata un tempietto e costruita una altura;

    [25] ad ogni crocicchio ti sei fatta un altare, disonorando la tua bellezza, offrendo il tuo corpo a ogni passante, moltiplicando le tue prostituzioni.

    [26] Hai concesso i tuoi favori ai figli d'Egitto, tuoi corpulenti vicini, e hai moltiplicato le tue infedeltà per irritarmi.

    [27] Ed ecco io ho steso la mano su di te; ho ridotto il tuo cibo e ti ho abbandonato in potere delle tue nemiche, le figlie dei Filistei, che erano disgustate della tua condotta sfrontata.

    [28] Non ancora sazia, hai concesso i tuoi favori agli Assiri; ma non soddisfatta

    [29] hai moltiplicato le tue infedeltà nel paese di Cànaan, fino nella Caldea: e neppure allora ti sei saziata.

    [30] Come è stato abbietto il tuo cuore - dice il Signore Dio - facendo tutte queste azioni degne di una spudorata sgualdrina!

    RispondiElimina
  23. [31] Quando ti costruivi un postribolo ad ogni crocevia e ti facevi un'altura in ogni piazza, tu non eri come una prostituta in cerca di guadagno,

    [32] ma come un'adultera che, invece del marito, accoglie gli stranieri!

    [33] Ad ogni prostituta si dà un compenso, ma tu hai dato il compenso a tutti i tuoi amanti e hai distruibuito loro doni perché da ogni parte venissero da te per le tue prostituzioni.

    [34] Tu hai fatto il contrario delle altre donne, quando ti prostituivi: nessuno è corso dietro a te, mentre tu hai distribuito doni e non ne hai ricevuti, tanto eri pervertita.

    [35] Perciò, o prostituta, ascolta la parola del Signore.

    [36] Così dice il Signore Dio: Per le tue ricchezze sperperate, per la tua nudità scoperta nelle prostituzioni con i tuoi amanti e con tutti i tuoi idoli abominevoli, per il sangue dei tuoi figli che hai offerto a loro,

    [37] ecco, io adunerò da ogni parte tutti i tuoi amanti con i quali sei stata compiacente, coloro che hai amati insieme con coloro che hai odiati, e scoprirò di fronte a loro la tua nudità perché essi la vedano tutta.

    [38] Ti infliggerò la condanna delle adultere e delle sanguinarie e riverserò su di te furore e gelosia.

    [39] Ti abbandonerò nelle loro mani e distruggeranno i tuoi postriboli, demoliranno le tue alture; ti spoglieranno delle tue vesti e ti toglieranno i tuoi splendidi ornamenti: ti lasceranno scoperta e nuda.

    [40] Poi ecciteranno contro di te la folla, ti lapideranno e ti trafiggeranno con la spada.

    [41] Incendieranno le tue case e sarà fatta giustizia di te sotto gli occhi di numerose donne: ti farò smettere di prostituirti e non distribuirai più doni.

    [42] Quando avrò saziato il mio sdegno su di te, la mia gelosia si allontanerà da te; mi calmerò e non mi adirerò più.

    Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

    RispondiElimina
  24. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  25. Carissimi, come potete vedere il loro gioco è quello di mettere a tacere il Blog, pensano che facendo nomi e altro, di mettere a tacere. No sanno che qui siamo IPG, Tripudio, Pietro,Valentina, Pax, Libera, Alect, Lylly, e tanti altri ( non elenco tutti, mi fermo qui). Fuori siamo... E quindi? Continueremo sempre ad essere sul Blog: IPG, Tripudio,Pax, Libera, Pietro...
    E' come un prete, o è prete o non lo è. Il Papa come si chiama? Francesco, ok, ma il suo nome di battesimo è Jorge Mario Bergoglio. Ma sempre Papa Francesco è nella Chiesa.OK!
    Si continuerà. Ma sappiate che dopo si inizieranno a fare i nomi e cognomi di tutti, di chi ha calunniato i fuoriusciti, chi non ha dato ricevute e ha intascato soldi mentre si facevano passaggi, chi ha intascato decime e non ha pagato le tasse, chi ha calunniato dall'ambone, i catechisti nome e cognome cosa hanno fattto e accusato, le calunnie dopo i pranzi di Pasqua alle persone che dicevano che si erano intascate i soldi, le lussurie fatte dai responsabili, gli abusi riferendo nome e cognome di chi li ha fatti, e tantissimo altro. Giusto per prospettare lo scenario a tutti. Usciranno fatti, persone, orari, luoghi e comunità. In maniera dettagliatissima. Dopo ci vedremo nei tribunali sia civili e sia Apostolici e li si parlerà seriamente.
    Per il resto si continuerà normalmente a riportare la Verità, se la Verità sai la porta Tizio che realmente si chiama Caio, che differenza fa? Basta che si porta la Verità. Forse si pensa che uno faccia le cose di nascosto, perchè non è capace di farle davanti? io esco tutti i giorni a lavorare a viso scoperto, davanti a tutti, e non ho timore delle mie idee e in ciò che credo.

    Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. pienamente d'accordo..
      tutte cose che accadono…
      torniamo alla Chiesa,quella vera..
      dom

      Elimina
  26. dov'e' la liberta nel movimento?
    dom

    RispondiElimina
  27. Dico un'assurdità, così, non sapendo più di tanto, ma per rendere l'idea.
    Mi è sembrato di sentire che si è pagato 3000 euro a mattonella con i nomi, alla Domus, ripeto forse mi sbaglio. A quel punto si potrebbe andare a vedere il costo reale del manufatto, e chi ha intascato i soldi e altro. Per non parlare di progetti, appartamenti, e altro.

    RispondiElimina
  28. Giusto per prospettare lo scenario un pò agli amici:

    https://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Gerusalemme_(70)

    RispondiElimina
  29. LMS Quindi, più decorosamente possono smetterla di fare sciarade T++... = a... Li rende solo estremamente poveri umanamente e quindi, pure spiritualmente.

    Non sarei così critico perché mi pare che le sciarade e gli anagrammi aggiungano un tocco di comicità all'intera faccenda (come disse Flaiano: "la situazione è tragica ma non seria" ... ).
    E visti gli sforzi profusi a scoprire i nomi di chi scrive su questo blog mi unisco al gioco fornendo nome e cognome (cifrato) di chi come me è ancora in cammino, e pur dissentendo sui giudizi teologici, non direbbe mai che sono scritte solo fake news perché non può negare che molti fatti citati sono veri.

    RBMDGQVIXPHGEVY


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non basta, devi fornirgli codice fiscale, indirizzo, numero di telefono, iban, libretto sanitario e dischi di Little Tony, altrimenti sei solo un volgare calunniatore fakenewsaro.

      Tomista ex NC

      Elimina
  30. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Potevano benissimo querelare Don Ariel,(di Lui sapevano il nome e pure la faccia)visto che il suo libro contiene tutte le accozzaglie del cammino....perché non lo fanno?Ancora vogliono contrabbattere?Se un sacerdote(e non é l unico) é arrivato a fare e dire tutto questo senza avere timore di una scomunica vuol dire che sà il fatto Suo.

      Elimina
    2. Credo che anche il più avido degli avvocati avrebbe loro risposto che per contraddire dei fatti non bastano le parole...

      Elimina
  31. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  32. Insomma delle serie: come te movi te fulmino!
    Certo che collaborare a questo Blog ci dona anche momenti di sana ilarità.
    Noi che abbiamo subito tanto e, in coscienza, abbiamo cercato di mantenere nel cammino un comportamento retto e corretto. Ci siamo imbattuti nell'assurdo di doverci difendere da loro, mentre facevamo scrupolosamente quello che ritenevamo il nostro dovere.
    No, noi cara Libera non abbiamo nulla da temere.
    Poiché abbiamo dovuto difenderci da loro, incredibile ma vero. E, quando sconcertata ponevo domande per capire come mai si dovesse predicare in un modo e agire nel modo opposto, mi sono sentita rispondere: "Tu sei una moralista!"
    Qualcuno mi traduce il concetto?

    Concludo per quel che riguarda la smania di smascherarci - cosa che mi fa sbellicare - "indovina indovinello..." E dai amici pluridecennali del percorso neocatecumenale, se collegate due neuroni non ci vuole poi tanto a capire chi siamo alcuni di noi! Su', coraggio, un piccolo sforzo!
    Ma forse non vi conviene, giusto?

    Pax

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, in fondo anche a me piacerebbe sapere chi siete, ma per motivi opposti :):):):)
      Magari ci diamo tutti appuntamento presso un autogrill sperduto, con berretto nero e occhiali da sole stile Mons. Viganò che incontra Valli :-D

      Tomista ex NC

      Elimina
  33. Tra i commenti del video di Daniele su YouTube, vi consiglio di leggere le considerazioni ed il botta e risposta di Andrea Russo sulle liturgie eucaristiche neocatecumenali confrontate con le liturgie eucaristiche della Chiesa.
    Andrea è molto preparato sulla materia e mette in seria crisi i suoi interlocutori neocatecumenali che alla fine si lamentano di essere trattati male e con superiorità, cosa assurda solo perché Andrea riporta solo e solamente dei documenti della Chiesa.
    È interessante seguire il dibattito, perché oltre a mettere in evidenza la differenza di cultura e la differenza di esposizione tra Andrea e i suoi interlocutori, mette a nudo i limiti evidenti della dottrina Kikiana e dei suoi sostenitori che cambiano continuamente le carte in tavola pur di sembrare credibili, collezionando una lunga serie di figuracce.
    Leggere per credere.
    LUCA


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Trovo interessanti anche i botta e riposta tra un certo Giovanni Maneglio e Andrea Russo, disseminati tra i commenti.

      Elimina
    2. Sì, li ricupereremo in un nuovo post qui sul blog fra qualche settimana.

      È uno dei soliti casi in cui i difensori del Cammino "fanno notizia" non per ciò che dicono, ma per ciò che non dicono. Non hanno uno straccio di argomento, e perciò o menano il can per l'aia, o aggrediscono l'interlocutore.

      Qualche kikos di buon cuore potrebbe obiettare che non tutti i kikos sono così, e che qualsiasi movimento ha il suo "club dei pasqualoni". Ora, a parte il fatto che anche il più sincero dei kikos, quando si trova di fronte all'evidenza, o scappa o mente, c'è il fatto che i "pasqualoni" degli altri movimenti vengono derisi e ridimensionati dai loro stessi "fratelli", e ancor più il fatto di non aver da difendere a spada tratta tutta una foresta di madornali errori teologici e dottrinali.

      E in fin dei conti "il club dei pasqualoni" involontariamente contribuisce a dare credibilità a questo blog e a chiunque abbia delle osservazioni critiche: a furia di difendere il superdogma "Kiko-Carmen-Cammino" a suon di fallacie logiche, diffondono l'idea che il Cammino sia fatto di decerebrati come loro, cioè che non è un "itinerario di iniziazione".

      Oggi le cosiddette "catechesi iniziali" vanno deserte - come ci confermava anche Elena -, domani qualcuno si alzerà e chiederà subito: "scusate, ma voi siete quelli dell'obbligo delle decime, delle convivenze, delle alzate, delle confessioni pubbliche etichettate come scrutini o giri d'esperienze, del costosissimo matrimonio spirituale con pranzo a sorpresa nell'albergo più lussuoso di Gerusalemme?" Immaginatevi il sorrisetto fantozziano di circostanza dei cosiddetti "catechisti" in quel momento...

      Elimina
  34. Una domanda per voi che avete anni di cammino alle spalle: ma è un atteggiamento dei catechisti o cmq di chi ha un ruolo importante dare dei "bambini" agli interlocutori quando finiscono gli argomenti? Perchè alla fine finiscono sempre con questi epiteti. Quindi mi è venuto da pensare che da qualche parte lo hanno sentito. Ci ho preso?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se non riescono a metterti sotto questo ed altro. Per me il loro preferito era "moralista" come se fosse il peggiore epiteto con cui offendere una persona che non ha capito niente. Poi c'è "infantile" spessissimo, "schiavo dell'affettività" "hai un'affettività malata" e via di questo passo.

      Pax

      Elimina
  35. Che ho una affettività malata ancora non me lo hanno detto (oddio, qualche epiteto volgare in questo senso me lo sono preso, ma non penso che valga).. Evidentemente bisogna essere catechisti supersayan di secondo livello per utilizzare questo argomento.

    Scusate l'ironia.. Ma come dice il saggio "una risata lì seppellirà"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bisogna arrivare alla tappa in cui ti permettono di mettere lo spazio dopo la punteggiatura. Adesso non lo fanno per obbedienza.

      Tomista ex NC

      Elimina
  36. @ AleCT

    Il rapporto “personale”, catechista neocatecumenale e catecumeno, nel CN è fondamentale.
    Un buon catechista lavora continuamente sulla conoscenza dei suoi catecumeni.
    Nel CN ci si chiama per nome, quasi mai si usa il cognome.
    Questo atteggiamento informale serve esattamente a fare “sbottonare”, il più possibile, le persone.
    Per i catechisti è importantissimo capire esattamente con chi hanno a che fare.
    Ogni adepto è schedato, peccati, paure, difetti, limiti, atteggiamenti, modi di esprimersi.
    La conoscenza delle persone determina la buona riuscita del “percorso” neocatecumenale e la permanenza della gente nel CN.
    L’ultimo catechista capo-equipe con cui ho avuto a che fare, cioè colui che conta veramente in una equipe di catechisti, era ed è una delle persone più scaltre ed intelligenti che abbia conosciuto nel CN.
    Basava e basa il suo potere di coercizione proprio sulla conoscenza dei suoi sottoposti.
    In fondo gli “scrutini” dei passaggi servono esattamente a questo, cioè ottenere un profilo psicologico ed umano dei catecumeni.
    In ogni dialogo, questo signore scandagliava continuamente le persone, cercando i loro punti di forza ed i loro punti deboli.
    È risaputo che i responsabili di comunità “lavorano” per i loro catechisti, anzi devono “lavorare” per i loro catechisti se vogliono continuare ad essere responsabili di una comunità.
    Dopo alcuni anni di cammino, infatti sono i catechisti e non la comunità a “scegliere” i responsabili delle comunità a loro affidate.
    Tutte le notizie utili al CN vanno riferite dal responsabile ai suoi catechisti.
    I responsabili di comunità sono le orecchie, gli occhi e la bocca dei catechisti.
    E sono una fonte di informazioni preziosa per i catechisti, perché stanno a diretto contatto con i loro catecumeni.
    Il catechista di cui parlo, usava definirci i “piccoli” quando era in buona , “servi inutili” quando qualcosa non andava come voleva lui.
    Poi ci sono altre definizioni, più personalizzate, uscite dalla sua bocca durante gli “scrutini”, tipo “ladro” se hai difficoltà con la decima, “pagliaccio” e “buffone” se non prendi sul serio ogni precetto del CN, “prostituta” se magari confessi di avere fatto sesso con il tuo principale per ottenere attenzione o per tenersi un posto di lavoro.
    I termini “affettivo”, “moralista”, “superbo”, “orgoglioso”, “tiepido”, “posseduto dal demonio muto”, “pieno di giudizi”, “ipocrita”, “disobbediente”, non li prendo neanche in considerazione perché nel CN sono talmente gettonati che li usano anche i catecumeni tra di loro.
    Il problema di certi catechisti è che entrano nella loro parte al punto di auto-convincersi di essere veramente infallibili perché “ispirati” realmente dallo “spirito santo” (minuscolo intenzionale).
    Li ho sentiti, personalmente e in pubblico, definirsi “talebani” e “fondamentalisti” del CN e vantarsene con convinzione.
    Gente convinta di avere avuto il loro incarico direttamente da Dio.
    Gente che una volta ti “esalta” e la volta dopo ti “umilia”.
    Carota e bastone, senza la minima coerenza, ma con le idee ben chiare sul loro obiettivo ultimo da raggiungere.

    Continua…..

    RispondiElimina
  37. Continua…..

    Cosa dire, forse non sono tutti così, ma quelli che vanno avanti devono essere così, perché altrimenti qualcuno gli fa le scarpe.
    Loro sono i Padri putativi e i Padri Spirituali dei loro catecumeni.
    Qualsiasi problema personale e/o spirituale, automaticamente diventa di loro competenza.
    Puoi non rivolgerti a loro, ma di sicuro se ne parli in comunità o durante una “risonanza”, loro lo vengono a sapere.
    Il fatto di non chiedere i loro consigli, alla lunga ti penalizza, perché denota la tua mancanza di fiducia nella perfetta “organizzazione” del CN.
    È una forma di controllo così profondo e capillare che la gente evita di prendere in considerazione ma che inconsciamente tutti sanno ed accettano.
    È il prezzo da pagare per conservare il proprio “nido caldo” in una comunità neocatecumenale.
    È chiaro che ci sono dei vantaggi, economici, sociali, personali, ma il prezzo da pagare è non avere una vera vita privata ed essere vincolati in molte scelte personali.
    È un po’ come vivere in un piccolo paesino.

    In generale sono ignoranti di cose della Chiesa, quello che sanno è finalizzato a ottenere ragione e giustificazione verso chi ne sa più di loro.
    Loro sono la “vera” Chiesa, loro sono i “veri” cristiani, loro hanno il “vero” spirito.
    Tutto il resto non conta.
    LUCA

    RispondiElimina
  38. Sì ok, ma un cos' altro livello di analfabetismo funzionale non lo avevo mai visto. Vabbene circoncidere la ragione, ma a tutto c'è un limite!

    RispondiElimina
  39. Confermo quanto scritto da Luca e da Libera: i catechisti neocatecumenali sono tutti molto simili tra loro: attaccati al loro potere, si sentono investiti di autorità divina e spesso fuori dalle salette neocat. sono persone che, ad essere gentili, si comportano in modo assai scorretto col resto della società, sul lavoro, nei rapporti con gli altri, ecc. Addirittura gli ultimi che ho avuto si equiparavano a profeti (parole del catechista capo). Fra l'altro mi era capitato in modo del tutto fortuito di conoscere un collega di lavoro dell'ultimo catechista e me ne aveva parlato malissimo, come di una persona arrogante, invidiosa, malevola, che non si faceva problermi a mettere in cattiva luce i colleghi pur di emergere lui. Insomma, niente di più lontano da come dovrebbe essere un cristiano. Spesso sono piuttosto ignoranti. Più che ripetere a pappagallo i mamotreti kikiani non sanno fare. Confermo anche l'uso di espressioni tipiche dei neocat. che non sanno neanche loro cosa vogliono dire, e che il più delle volte vengono semplicemente scagliate come pietre per denigrare gli altri: "tu giudichi", "sei un moralista", "hai un'affettività malata". Generalmente vengono usate quando qualcuno mette in luce delle contraddizioni fra quanto si predica e come si agisce. Ovviamente sempre riferite agli altri, mai a se stessi. Quello che trovo estremamente grave (l'ho già detto e non mi stancherò di ripeterlo) è che la Chiesa non eserciti nessun tipo di controllo (NESSUNO) né preventivo né di altro tipo, su queste persone, che purtroppo nell'ambito del Cammino Neocatecumenale godono di potere incontrastato e possono fare (e spesso fanno) molto danno. Soprattutto in persone che per diversi motivi (insicurezza, solitudine, soggezione psicologica e quant'altro) si affidano a loro e seguono i loro "consigli".

    RispondiElimina
  40. I nostri genitori neocatecumenali ci hanno sempre considerati dei potenziali demoni, per cui pregavano costantemente a Dio perché "ci tenesse la mano sulla testa", altrimenti chissà che avremmo combinato io e il mio fratello...al punto che io avevo paura di me stessa, il terrore di poter essere abbandonata da Dio e fare chissà cosa...del tipo: "guida alla creazione di una buona autostima e autoefficacia per tuo figlio a partire dagli 0 anni". Devo dire che Kiko l'ha studiata bene come legare a sé tutta 'sta gente: paura e insicurezza in se stessi che crea dipendenza assoluta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto anonimo, distruggi l'autostima di una persona e avrai uno schiavo fedele, non per amore ma per paura di perdere quei pochi consensi che gli concedi tra una bastonata e l'altra.
      LUCA

      Elimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.