venerdì 3 febbraio 2023

Del Cammino Neocatecumenale Kikocentrico e dei suoi frutti ovviamente marci.

Due catechesi preparano all'ascolto del Kerigma nel mamotreto delle catechesi iniziali:

V Giorno: Chi è Dio per te?
VI Giorno: Chi sono io?

CHI SONO IO?
E’ tutta una catechesi "esistenziale" fatta da Kiko per connettere gli ascoltatori alla sua pseudo-dottrina che andrà ad esplicitare nel SUO Kerigma soggiogante, così come lo ha abilmente strutturato per poi ripeterlo, in maniera parossistica, ai suoi adepti fino alla consunzione totale (degli adepti, si intende! Che lui non si consuma mai, ma in questa opera si rigenera ogni giorno!).
Opera di abbindolamento delle menti e delle coscienze, che negli anni successivi andrà mano mano sempre più abilmente a plagiare il popolo neocatecumenale a sua immagine e somiglianza.
In questa catechesi Kiko riproduce molti dei suoi disagi giovanili e delle sue paranoie e paturnie varie. Solo con gli anni ho compreso che Kiko non era assediato da una crisi esistenziale, degna sicuramente di uomini migliori di lui, connotata da una onesta ricerca del senso della vita e del significato della morte che porta all'incontro profondo e vero con Dio.
Kiko, centrato sempre e solo su se stesso: è sotto gli occhi di tutti il fatto inconfutabile che il Cammino Neocatecumenale, purtroppo per Kiko e ancor più per gli sfortunati che lo seguono, non è Cristocentrico ma Kikocentrico.

                       Guardate questa assemblea celebrante nella Tenda di Porto San Giorgio:

                                                  tutto parla di lui e Kiko è al centro.



Questo dato è innegabile e dettagliatamente esposto in un numero infinito di articoli, post e commenti di chi il cammino lo ha fatto come me, che per 30 anni ho vissuto a stretto contatto con loro.
Ed è evidente ancor oggi, dopo tanto tempo che ho lasciato il cammino e continuando a seguirli da lontano.


Il Vangelo dei Miserabili by Kiko
Il Cammino Neocatecumenale è Kikocentrico.

CHI SONO IO? Questa catechesi che Kiko definisce “esistenziale” e che dipinge l’uomo nei suoi travagli quando cerca di scoprire il “senso della vita” e combatte col non-senso - che come in una morsa stringe ogni cosa a causa della ineluttabilità della morte - infondo parla del Kiko giovanile, il Kiko a paranoia del Vangelo dei Miserabili, il Kiko del Servo di Jhavè che una volta incontrata Carmen si è emancipato rapidamente vestendo un nuovo look, che ha assunto “di pronto” e di buon grado perché a lui più confacente (Kiko deve moltissimo a Carmen, tutto quello che è diventato).
Kiko aveva vissuto in quegli anni lontani un solo disagio (basta leggere alcuni suoi racconti autobiografici): quello di non riuscire a imporsi come un Numero UNO, come leader.
Kiko era alla ricerca spasmodica del successo personale, del prendersi la scena. Altro che di Dio.
Se la sua fosse stata una vera ricerca di Dio avrebbe avuto a cuore per prima cosa la salvezza della sua anima e quella delle persone che Dio gli affidava e gli metteva nelle mani. Avrebbe sacrificato se stesso per loro e non viceversa, come di fatto ha fatto.

Tutto nel cammino è asservito al gigantesco e ingombrante IO kikiano (il famoso YO YO YO di cui Carmen lo accusava sempre). Avrebbe fatto di tutto, lui che da sempre si autoproclama presuntuosamente “Giovanni Battista in mezzo a noi”, per far “crescere” Cristo nella vita delle persone e, man mano che Cristo cresceva, avere per sé un solo desiderio: “diminuire”, scomparire dalla scena. Ma questa cosa Kiko mai l’ha fatta ed è lontanissima da lui che incita i fratelli ad ogni annuncio a ringraziare Dio del gran dono di aver loro dato per la vita un simile catechista: Kiko Arguello, che ha rinunciato a tutto per loro e al quale devono obbedienza assoluta e cieca per fare la volontà di Dio sulla quale da soli non hanno alcun discernimento...
Perché Kiko con la sua opera ha costruito nient'altro che il suo impero. E lui si è posto al centro; tutto ruota intorno a lui, tutto è grazie a lui e per lui. Punto.

Qualcuno vuole provare a smentire?
Quando mai si è vista un’opera nella Chiesa in cui il fondatore o l’iniziatore ha più visibilità del Signore stesso?
Kiko è stato dominato sempre da un'esigenza incontenibile di diventare qualcuno ad ogni costo. Altro che travaglio esistenziale. E lo dimostra il semplice fatto che una volta conquistato il palcoscenico non è sceso mai più da esso. Non ha consentito a nessuno di diventare comprimario con lui, neanche a Carmen, men che meno a padre Mario, soprannominato a ragione e in maniera esaustiva "pesce rosso".

Neanche i secondi ha mai sopportato, se è per questo. Solo sottoposti ossequianti, adulanti, succubi, obbedienti e ripetitori delle sue stesse parole a pappagallo.

Nessuno mai ha potuto arricchire il Cammino con un suo contributo, eppure lo stesso Kiko lo ripeteva spesso che è lo Spirito Santo che nel Neocatecumenato guida e governa tutto!
Ma lo Spirito Santo - fino a prova contraria - soffia dove vuole e quando vuole e tu “ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va.…”.
("Nessuno lo tiene nel borsellino"
, parola di Kiko, che poi, guarda caso, mette in mezzo proprio il borsellino, chi sa mai perché?!).
E dunque lo Spirito Santo può benissimo scegliere altre vie in alcuni momenti, altre persone, fratelli comuni che non siano lui nè da lui scelti, giusto?
Magari l’ultimo della comunità!
Mica deve chiedere il permesso a Kiko, ogni volta.

Vogliamo tralasciare qui la storia di Fabio Rosini o di Daniel Lifshitz e di tanti altri meno noti. Ci basta richiamarli alla memoria. Con tutti Kiko ha fatto lo stesso. Dal più grande al più piccolo.
Era comunque sorprendente vedere che, se a qualcun altro veniva qualche idea e questo qualcun altro trovava finanche il coraggio di esprimerla veniva pubblicamente redarguito severamente e aspramente. Sempre con le solite stolte accuse degne di un complessato: "Tu pensi di essere più intelligente di me?" "Nel Cammino nessuno deve inventare niente, tutto passa per il nostro (di Kiko e di Carmen) discernimento" e fregnacce simili. E chiedo scusa, ma la mia esperienza è un poco datata. Queste cose risalgono tutte agli anni d'oro del Cammino.
Quando i due Iniziatori “unici” erano al loro fulgore e padre Mario, sempre in cura per una depressione serpeggiante (vorrei vedere noi al suo posto!), faceva il paravento ecclesiastico di facciata.

Ora per sgombrare il campo da residui dubbi faccio un esempio banale ma che la dice lunga.

Kiko non ha mai sopportato neanche che lo Spirito Santo avesse disposto un giorno di ispirare il canto dello Shemà non a lui ma al povero Giorgio Filippucci, che per questa cosetta e varie altre spesso e volentieri veniva bastonato perché calasse la cresta, come suol dirsi. Ma Giorgio sinceramente non dava proprio l’impressione di essere un gran presuntuoso. Era Kiko geloso (e anche invidioso) a dipingerlo così. Kiko vedeva nemici dappertutto!
Apro una breve parentesi:
(Vedeva forse negli altri i suoi peccati? Quante volte abbiamo sentito dalla sua bocca negli scrutini “Il fratello è lo specchio dei tuoi peccati!” - altro mantra ripetuto a pappagallo dai kikatekisti sguinzagliati per il mondo ai loro diretti catecumeni - questo per irretire, per ridurre al silenzio e all’ipocrisia per paura: chi osava denunciare quel che subiva, finiva per essere bastonato lui ben bene con il “NON giudicare” e il devi chiedere perdono TU al fratello che hai giudicato”.)

Quando Filippucci è morto ma già prima, pian piano con gli anni, l'autore dello Shemà è diventato lui nel convincimento di tutti. Kiko non poteva concepire di avere a che fare con chi sapeva e accettava di essere un “servo inutile” per un motivo semplicissimo: lui non si è mai considerato né servo né inutile ma indispensabile e unico e insostituibile e anche molto bravo e dotato di inestimabili talenti… che chi sa che carriera avrebbe fatto come pittore se non avesse rinunciato a tutto per loro… e tutto questo lo faceva pesare. Questa la verità falsa a cui ha sempre creduto e crede per cui si dà le arie di portare il mondo sulle spalle, con gran fatica! Per questo Kiko detestava tutte le persone che con uno spirito buono stavano dietro a lui e ce n'erano, e hanno tutti sofferto tanto. A parte che Filippucci, morto anche all’improvviso e giovane ancora, si è ritrovato, come tanti altri itineranti che lo hanno servito tutta la vita, a non essere mai ricordato, mai compianto. Ma certo. Questa è roba da donnicciole dalla fede debole, devote e religiose naturali.

Un piccolo quadretto esplicativo sul destino dei seguaci del percorso neocatecumenale, ovvero dei frutti marci inevitabili:

da Tomista EX nc :

“Mi interesserebbe conoscere qualcosa in più sul rapporto tra Giorgio Filippucci e Kiko. Quando morì avevo solo 9 anni, ma sapevo chi fosse perché in famiglia si ascoltavano le sue versioni dei canti, anche in macchina. A tal proposito mi vengono in mente due cosette.
Ho sempre fatto il cantore, sin dall'età di 13 anni, ed ho sempre preferito (e diffuso) le interpretazioni di Filippucci a quelle di Kiko, rifacendomi a queste durante l'esecuzione dei canti. Per questo motivo venivo spesso redarguito dal capo-cantore, in quando non "fedele al carisma". Lo stesso Morfino vietava apertamente e pubblicamente di imparare i canti da Filippucci.
Ricordo che durante una convivenza dei cantori disse: "Proibito registrare i canti, proibito metterli su internet. Ci provò tanti anni fa Filippucci con Radio Maria facendo arrabbiare Kiko. Per questo poi è morto!" (Risate dei presenti).
Da cosa derivava questa ostilità? Possibile ci sia stata una sorta di damnatio memoriae? O si tratta semplicemente di invidia?”


Una cosa simile da Morfino o da altri lì dentro io non l'avevo mai sentita. Raccapricciante. Non trovo altre parole. Si vede che nella sua zona, dove faceva il vicerè, andava ancor più a ruota libera.
Ma certi atteggiamenti li teneva pure in assemblea di itineranti. Morfino era un minus, sotto tutti gli aspetti. Eppure ha fatto una gran carriera come itinerante perchè così si deve essere: funzionali al sistema con grande efficacia e fedeltà. Purtroppo Morfino era fatto così! Non parlava mai seriamente, faceva il simpatico, una sequenza ininterrotta di battute, stupide per la gran parte e sempre inopportune. Sperava forse così di compensare la sua palese inconsistenza.

Ma il vero responsabile di tanta inconcludenza era Kiko che per primo ridacchiava, legittimando - di fatto - lo sbracamento generale e incontrollato dell’assemblea gaudente alle sue cretinate.

Ricordo una volta mentre Morfino relazionava tutti i problemi provocati come sempre, diceva lui, dall'ostilità del Vescovo, che all’epoca era Mons. Luigi Bommarito per loro di tristissima memoria. Facendo il buffone Morfino lo aveva ribattezzato “Buonadonna”. E in assemblea lo chiamava, ridendo ovviamente, sempre e solo così.
Secondo voi Kiko lo ha mai ripreso una mezza volta per questa squallida trovata per nulla comica? MAI! Rideva pure lui e pacione diceva: "Ok, vai avanti Salvatore…" “Coraggio!”
Ormai è morto anche Morfino da un pò. E stendiamo un manto pietoso.

 

Giorgio Filippucci, itinerante e cantore.
Giorgio Filippucci era un ragazzo in gamba di suo. Laureato in ingegneria. Ha rinunciato a tutto per seguire Kiko come itinerante. Sposato con Lucia, lei era incinta dell'11 figlio quando Filippucci è morto d'infarto in pochi minuti, giovane e bello che era.
Mai ho sentito commemorarlo da Kiko. Per onestà devo precisare che Kiko non ha mai commemorato nessuno dei suoi itineranti più di tanto. Mai l'ho visto veramente commosso per la perdita di qualcuno di loro né sofferente. Sempre un panzer che va avanti, passando su tutto e tutti, senza voltarsi mai indietro. La chiamano “fede forte” che non lascia spazio alla compassione mai, né ad alcun umano sentimento. Io la trovo non fede, ma obbrobrio! Non sono uomini!
Il rapporto con Giorgio era storicamente inficiato dal fatto che Giorgio era un ragazzo intelligente e intraprendente. Ogni convivenza era una storia, lo teneva puntato come suol dirsi, perché lui voleva fare sempre di più, prendeva iniziative di ogni genere per sponsorizzare e far avanzare il cammino, mica per altro! Eppoi, come cantore era più bravo di lui. Avrebbe dovuto essere contento il Kiko, macchè! Si percepiva anche che c'era qualche spione seriale (categoria molto fiorente in quell'ambiente diffidente) che portava rapporto, che teneva quasi sotto controllo Filippucci quando lavarova nella Regione a lui assegnata e dove era molto amato, l'Umbria. Kiko esordiva sempre dicendo "Abbiamo saputo che tu" "Si dice che tu"... e simili. E iniziava il processetto ogni volta. A Kiko lo zelo di Giorgio non andava mai bene perché vedeva in atto la famosa “iniziativa personale” per lui detestabile e totalmente bandita dal cammino. Perché offuscava il marchio doc di Kiko.


 

Seguite ME... voi tutti...
Essendo il cammino personale, nessun'altra personalità oltre la sua e al massimo quella di Carmen poteva emergere, a nessun livello. Questo era il rapporto: conflittuale e sempre improntato a correzioni.

Era consueto sentire Kiko dire, rivolgendosi a Filippucci: "Tu sei ingegnere, vero, e ti senti molto intelligente". Con la frequente aggiunta del "Tu ti credi più intelligente di me" (non è poi che ci voglia molto, detto fra noi!) oppure "Che credi di aver fatto col canto dello Shemà?". “Non devi considerarlo cosa tua – questo in sostanza il discorso - è del Cammino e va messo nel libro dei canti senza specificare che è tuo.” E giù sempre le solite accuse gettando le mani avanti: “Sei un superbo, un idolatra, vuoi farti il tuo piccolo impero, ecc., ecc…”.

E’ semplicemente ridicolo tutto questo! Converrete con me.

Ma Kiko, non ti accorgi che stai parlando di te? 

“Il fratello è specchio dei tuoi peccati”... è vero? Per favore, dillo a te stesso! Medico, cura te stesso! Come non definirlo un ciarlatano travestito?

Insomma, nel Cammino è sempre la stessa musica.

Ripensando all'aria che si respirava nei consessi di Kiko/Carmen e itineranti, mi tornano alla mente tante e tante cose.

L'atteggiamento di tutti gli itineranti era uno solo, di totale soggezione, spogliati di ogni dignità. Sembravano degli elemosinanti. Dei pezzenti a cui il re aveva concesso di indossare abiti regali. Qualunque fosse la loro estrazione sociale (e per alcuni era molto molto alta!) pareva che nella vita nessuno avesse avuto mai nulla di buono all'infuori dell'incontro con Kiko. Anche alcuni di loro avevano rinunciato a molto e donato tantissimo al Cammino e a Kiko e a Carmen.

Ma nessun prezzo pagato poteva compensare la gran concessione di far parte della casta privilegiata degli itineranti, magari enumerati pure tra i 12 o i 72. La corte celeste del re sole!

Mai negli atteggiamenti o nelle parole di Kiko e Carmen un che di riconoscenza, di ammirazione, meno ancora di rispetto.

Per fare itinerante, parlavamo di Filippucci, dovevi aver rinunziato del tutto alla tua vita, alla tua carriera, alla tua laurea e quant'altro.
Embé? Che avevi fatto? Niente!

Vuoi mettere con il "sedere alla destra o alla sinistra" di Kiko e Carmen? ma che, scherziamo? Niente valeva occupare un posto d’onore sulla immensa Merkabà!

Questo comportava che tutti erano lì con la mano tesa, contenti di ottenere anche il minimo incarico in più, la più piccola promozione nei molteplici ruoli previsti. Per contare qualcosa più degli altri e comandare per la loro parte con scettro di ferro, anche loro, spadroneggiando sulle persone.
E poi... ogni giorno vivevi con la paura di essere rimosso, al primo leggero smottamento della terra sotto i tuoi piedi.

Kiko e Carmen erano bravissimi a tenere tutti sui carboni ardenti.

Cominciando dal padre Mario sotto costante minaccia di Carmen, soprattutto, che godeva a tormentarlo, pur così fragile. Altre volte ho ricordato che Carmen, con un cinismo raro, amava vedere il terrore dipingersi sul volto dell'interlocutore di turno quando, a proposito o a sproposito, pronunciava la fatidica frase: "Senti che dici? Ti togliamo da... e ti spediamo... in Siberia!". Un periodo era proprio fissata con la Siberia.
E poi era sempre lei che ripeteva, fissando negli occhi: “Tu DEVI essere legato a noi” (mi esimo da interpretazioni che sono superflue a questo punto).

Tra loro così è finita, ma Kiko non si rammarica.



Afflitti da ansia di prestazione, protesi a sempre nuovi traguardi, intenti a cogliere ogni minima aspirazione kikiana per essere il primo e magari l'unico a soddisfarla, in una competizione incessante, gli itineranti tra loro erano gli uni contro gli altri - alimentato tutto questo dalla pessima conduzione degli Iniziatori, che li governavano ad arte con il “divide et impera” - smaniosi di vivere anche un piccolo, passeggero, momento di gloria davanti all’assemblea, mentre tutti ti guardano meravigliati e invidiosi.




Non così il Signore ha ammaestrato i suoi, quando discutevano accesamente chi fosse il primo tra loro!

"Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
(Mc.10, 35ss. 41-45)

Perché sono bugiardi!





Altro ha insegnato Kiko, offrendo se stesso come esempio!

Il C.N. è Kikocentrico, idolatria pura, ha tradito il Vangelo, ha ingannato i fratelli.



62 commenti:

  1. Scusate se mi allontano un po' dall'argomento principale del post, ma vorrei che qualcuno commentasse la sua impressione. Sono stato in cammino tutta la vita, anche se per alcuni anni ne sono stato molto lontano spiritualmente, poiché mi è stato permesso di vedere le sue profonde incongruenze con la dottrina della Chiesa. Voglio vedere questa chiarezza come una grazia di Dio, anche se ha un sapore amaro.

    Questo sapore deriva dal fatto che è estremamente difficile per me rendere visibile questa incoerenza alle persone intorno a me, ea questo punto della vita praticamente tutta la mia cerchia di persone è in cammino. Qualcuno potrebbe condividere le proprie esperienze con l'apertura degli occhi
    quelli intorno a te sulla verità del percorso? Qualche storia di successo?

    Perché lungo la cammino ho incontrato persone profondamente sconsiderate, e con un'enorme paura che io possa avere ragione, dato che tutta la loro vita sarebbe scossa se lo fossi.

    Se qualcuno ha qualche idea, lo apprezzo.

    A.

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      http://3.bp.blogspot.com/-k4pDhlZWdhU/Ti9fO-7KWKI/AAAAAAAAAaY/wYZLgMbjdLg/s1600/camino-neocatecumenal-1.jpg

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      https://adelantelafe.com/herejias-y-desviaciones-del-camino-neocatecumenal/

      http://quiennoestaconmigoestacontrami.blogspot.com/2016/02/el-camino-neocatecumenal-al-descubierto.html?m=1

      https://isoladipatmos.com/es/cerano-una-volta-leucaristia-ed-il-sacerdozio-cattolico-poi-giunsero-kiko-arguello-e-carmen-hernandez-fondatori-del-cammino-neocatecumenale-e-leresia-si-fece-carne-e-venne-ad-abitare-in-mez/

      https://adelantelafe.com/expulsado-del-camino-neocatecumenal-por-defender-la-fe/

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    2. Mi rendo conto che la maggior parte di coloro che sono in Cammino, che hanno tutta la famiglia o quasi in Cammino, e la propria realtà sociale è nelle salette e negli incontri della comunità, pur a volte rendendosi conto di discrepanze ed aporie, non desiderino comunque operare quello strappo che li renderebbe degli isolati e degli incompresi, dei paria anche all'interno del proprio più stretto nucleo familiare.
      Non so se tu, A., frequenti ancora il Cammino. Il mio parere è questo: finché lo frequenti, anche se esprimi la tua insofferenza, le tue idee non verranno mai prese sul serio, perché vieni considerato semplicemente "in crisi con il Cammino". Solo se ne esci in modo definitivo, cambi parrocchia, non frequenti più neppure da lontano i loro stessi ambienti, vai alla Messa tridentina (per fare un esempio di Messa per loro incomprensibile) può essere che prendano sul serio il fatto che non sei più nella loro stessa "chiesa".
      Per quanto riguarda comunque la difficoltà di dialogare con loro e far comprendere che la tua è solo una scelta di coerenza con la dottrina cattolica, non credo si possa superare facilmente, non per tua iniziativa: come dici giustamente, c'è una chiusura totale all'ascolto.

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    3. Purtroppo, essendo una questione religiosa (sia pure diretta verso un triplice idolo: Kiko+Carmen+Cammino), non c'è nessun argomento sufficiente a convincere "chi è ancora dentro".

      Noialtri ci proviamo a far presente le assurdità, le ingiustizie, le eresie, le ambiguità, le contraddizioni, ma - come si nota dalle clamorose asinerie pubblicate dai kikolatri sui social e anche nello spazio commenti di questo blog - non esiste argomento che possa intaccare le loro idolatriche convinzioni.

      Tutto nasce infatti dalla libertà personale del singolo. Che spesso si ritrova davanti a un bivio, e deve scegliere se stare dalla parte della fede e della ragione, oppure se continuare a seguire il Cammino. E moltissimi malcapitati continuano a seguire il Cammino perché "dopo tutti i soldi che ci ho speso, il tempo che ci ho dedicato, le energie che ci ho investito, le figuracce fatte con amici, parenti, colleghi, pur di gloriare il Cammino... che faccio? lascio? mi tiro indietro? pare brutto tirarsi indietro! e allora vado avanti..." Avanti così, avanti tutta verso il baratro!

      Chi ha lasciato il Cammino, lo ha fatto quasi sempre perché si è reso conto di almeno una di queste cose:
      - che dopo aver declamato e commentato tante volte un versetto qualsiasi della Parola di Dio... sarebbe anche ora di prenderlo sul serio;
      - che la virtù della carità non può essere limitata all'interno della setta, e che è assurdo che i capicosca della setta proibiscano gesti di carità diretti a gente che non fa il Cammino;
      - che è impossibile che degli emeriti asini raglianti, dotati del titolo di "catechista" all'interno della setta, abbiano qualche importanza nel decidere della tua vita, della tua vocazione, dei tuoi figli, delle cose che riguardano il tuo percorso di studi o lavorativo, della tua spiritualità personale, e soprattutto dei tuoi soldi (rispetto ai quali quei parassiti sono letteralmente insaziabili: con la scusa di Mammona, del "tesoro in cielo", di "seminari, evangelizzazione, GMG", chiedono sempre soldi a suon di ricatti morali);
      - che l'idolatria per gli autonominati "iniziatori" e la superbia del sentirsi superiori ai "cristiani della domenica", non costituiscono volontà di Dio. E nemmeno sono volontà di Dio le porcate (sessuali, finanziarie, eccetera) fatte dai cosiddetti "catechisti", da tutta la serqua di satrapi neocat ("itineranti", "responsabili", ecc.) e dagli autoproclamati "iniziatori".


      p.s.: riguardo alla paternità responsabile, papa Giovanni Paolo II il 17 luglio 1994 disse chiaro e tondo che «il pensiero cattolico è sovente equivocato, come se la Chiesa sostenesse un'ideologia della fecondità ad oltranza, spingendo i coniugi a procreare senza alcun discernimento e alcuna progettualità». Come se stesse parlando di quella che i kikolatri chiamano impropriamente "apertura alla vita". E a gennaio 2015 papa Francesco rincarò la dose criticando chi è convinto «che il cristiano deve fare figli in serie»... raccontando di aver rimproverato una donna [neocatecumenale, ma l'articolo non lo dice] che era all'ottava gravidanza e aveva avuto sette parti cesarei: «scusatemi, c'è chi crede che per essere buoni cattolici dobbiamo essere come conigli, no?».

      Nella mentalità neocatecumenale - che si fonda sulla superbia - si vive di esagerazioni. La paternità viene ridotta a uno sfornare figli come conigli. La carità viene ridotta a «mollare il malloppo» (Kiko dixit!), ovviamente nelle mani dei "responsabili" e dei cosiddetti "catechisti". L'Eucarestia viene ridotta a spettacolino...

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    4. La verità è che hai colpito nel segno valentina, è la paura di quella lacrima che mi tiene ancora presente di tanto in tanto, sicuramente non la convinzione. Fino a qualche tempo fa volevo credere, speravo che fosse meglio mantenere l'unione con il mio coniuge, anche se cedeva un po' ea volte assisteva ma senza coinvolgersi. Tuttavia, mi rendo conto che non ne vale la pena, anche se sono ancora abbastanza codardo da andare alle ultime conseguenze con questa ricerca della verità. È molto chiaro che ciò che tiene molte persone sul cammino è la paura di perdere tutto, questo è innegabile. Lo so perché parlando con molte persone in viaggio, sono in grado di vedere e criticare gli errori, ma non vogliono nemmeno andarsene. Se non avesse questa componente di calore umano, il cammino probabilmente si dissolverebbe nel nulla. Spero che questa piccola testimonianza aiuti a far vedere a qualcuno che non è solo in questo.

      A.

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    5. Caro A., sappiamo per certo che molti di coloro che leggono Osservatorio sono nella tua situazione. In un articolo li abbiamo chiamati gli "incastrati" del Cammino.
      Consiglio anche a te, se già non lo hai fatto, di frequentare il più possibile la Messa quotidiana in una chiesa non neocatecumenale e possibilmente non modernista, di fare Adorazione, soprattutto se ne hai la possibilità in una cappella in cui si fa Adorazione perpetua. Tutto il resto verrà da sé. Sostituisci le preghiere che il Cammino richiede da te (lodi e altro) se possibile con altre o fatte in modo diverso (per esempio recitandole in latino... Rosario compreso). Leggi solo il Montfort o S. Alfonso de Liguori o l'imitazione di Cristo o simili. Qualcuno ha tratto giovamento anche facendo una visita dall'esorcista.
      Forse fai già tutto questo. Sono certa che questo è l'unico sistema per uscire veramente fuori dal Cammino (e farne uscire anche I tuoi cari).
      Finché si sta a metà del guado, non succede nulla: sono più forti le abitudini e le stereotipie di decenni da "kikos".

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    6. Soprattutto consiglio di non partecipare più al pane e al calice, simbolo di comunione a qualcosa che non è Corpo e Sangue di Cristo.

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  2. Kikocentrico è l'acronimo di :

    Kiko Ieri Kiko Oggi Comanda E Noi Tutti Ridicolmente Intruppati Certamente Obbediamo

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  3. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. il più segreto

    Kiko è stato avvisato da un lettore del blog Osservatorio che si parla di un non meglio definito "eunuco di Kiko". Non avendo la più pallida idea di chi sia, Kiko, che si vanta di sapere tutto sul Cammino e non vuole farci figure barbine, ha implorato Carmen e lei, da Lassù, gli ha rivelato in un orecchio il nome dell'individuo in questione. Kiko ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa che ha detto : "hermano cardenal, esta Carmensita es strepitosa, viene a sapere todo quel che accade nel Cammino." Replicò Semeraro : "scusi, Santo Padre, ma non ho capito di chi si sta parlando". Rispose il Papa : "se por quelo manco io, hermano cardenal, ma se es intervenida Carmensita es un signo de sanctitad, non per niente el Cammino es el movimiento de los arcanos. Basta domande indiscrete e procedamos con la beatificasion". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli una busta con il nome segreto, che il Papa ha fatto archiviare nell' Archivio Segreto del Vaticano, se no che segreto è?

    e la causa continua...

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    1. Suggerisco la lettura dell'articolo: Kiko si vanta di essere casto, e nel frattempo dice che esistono molti omosessuali nel Cammino tra cui cosiddetti "catechisti" e addirittura "itineranti", di cui lui è certissimo che siano "casti" come lui (ah, beh, se lo dice il "casto" Kiko, peraltro sempre "veritiero" e "ispirato dallo Spirito"...).

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  4. Eunuco è l'acronimo di :

    Eresie Umanamente Neocatecumenali Uniscono Catecumeni Orridi

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  5. C'è un che di completamente sbagliato in quelle domande "chi è Dio per te" e "chi sono io".

    Purtroppo è un errore madornale modernista, a cui prontamente il Cammino Kikolatrico si è adeguato.

    Ora, è Nostro Signore ad aver insegnato; e ad aver costituito la Chiesa Cattolica nelle persone di Pietro e gli Apostoli, dando loro mandato di proclamare il Vangelo «a tutte le genti» (cfr. Mc 13,10). Dunque c'è un soggetto che insegna (che è l'autorità della Chiesa, su esplicito incarico di Nostro Signore) e c'è un soggetto destinatario degli insegnamenti (che sono i fedeli - e ricordiamo che anche un vescovo e un Papa sono stati nella loro vita tra i fedeli che ricevevano tali insegnamenti).

    Quelle due domande - "chi è Dio per te", "chi sono io" - sono una cosa imbarazzante, inutile, fuorviante, per numerosi motivi, ne cito alcuni:
    - perché presumono che il fedele abbia grosse conoscenze di filosofia e teologia
    - perché insinuano che l'opinione del fedele ("per te") avrebbe una qualche importanza nell'apprendere la dottrina della fede
    - perché danno l'impressione che chi insegna voglia adeguare il proprio discorso alla mentalità degli ascoltatori
    - perché sono basate su psicologismi da quattro soldi.

    Nostro Signore non ha mai fatto quelle due domande, né esplicitamente, né implicitamente. E neppure gli Apostoli. Per insegnare «una dottrina nuova insegnata con autorità» (cfr. Mc 1,27) non c'era bisogno che gli ascoltatori rispondessero a domande come "chi sono io", "chi è Dio per te". Nostro Signore sfidava gli ascoltatori ad usare la propria intelligenza e la propria ragione, senza adoperare "strategie pastorali": per esempio «che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina?» (cfr. Mc 2,9), una domanda che resta uguale sia per chi ha grandi conoscenze di teologia, sia per i bambini.

    Sì, la dottrina cattolica va insegnata tenendo conto di quanto possono recepire gli ascoltatori (e sappiamo anche che Nostro Signore, in privato, chiariva ai discepoli il senso delle parabole). Ma non va inteso come un evento culturale. L'apostolo Paolo, nell'areopago, si permise di aggiungere dotte citazioni di autori greci, cosa che gli guadagnò velocemente un uditorio che però subito si eclissò (con facili sarcasmi) non appena parlò di Uno risorto dai morti. Non puoi trattare la dottrina cattolica come un contenuto banalmente "culturale".

    Vien da ridere a pensare che il Cammino che non ti consente di chiedere spiegazioni ad un cosiddetto "catechista" che recita pappagallescamente la pappardella kikiana-carmeniana, è lo stesso Cammino che poi si va infognando in questi psicologismi ridicoli da sagrestia modernista. Il tipico discepolo, di fronte alla domanda "chi sono io", si sente costretto come quegli studentelli ignoranti a cercare urgentemente di fabbricare una qualche "risposta intelligente" per sperare che il professore si senta soddisfatto e interroghi qualcun altro. E lo stesso vale per "chi è Dio per te", cioè chiedere un'opinione, e il poveraccio che è interrogato deve cercare urgentemente di fabbricare una qualche "risposta intelligente" sperando che il professore si senta soddisfatto e cominci a tartassare qualcun altro.

    Davvero, il Cammino è non solo idolatria, ma è anche una spugna che ha assorbito tutte le peggiori mode di sagrestia degli anni Settanta, quando certi cattoliconi da salotto e dalla pancia piena vollero sostituire la teologia con psicologismi infantili, quando vollero sostituire la preghiera con un parlarsi addosso, quando vollero sentirsi più aristocratici giocando a fare introspezioni da ignoranti. Senza dubbio si vede l'impronta della signora Carmen Hernández Barrera, che si sentiva Esperta di Teologia perché aveva fatto due domande idiote a qualche professore in vena di psicologismi, e qualche familiare le aveva pagato il lussuoso viaggetto turistico in Israele.

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    1. questi post di by Tripudio sono tutti uguali : prolissi ripetitivi con frasi in neretto e altre in corsivo, se non si firmasse si capitebbe lo stesso che è lui

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    2. Sembrano ripetitivi sia perché repetita juvant, sia perché i lettori che raggiungono questo blog partendo dai motori di ricerca, non hanno generalmente il tempo di andarsi a spulciare decine di pagine prima di trovare una risposta.

      Il sottoscritto adopera corsivi e neretti perché sa bene che tanta gente ha "la soglia di attenzione di un TikTok" e quindi vedere evidenziati i punti salienti rende più facile la lettura (anche la lettura "selettiva" e parziale).

      Infine ricordiamo che gli errori neocatecumenali sono sempre gli stessi, dal 1964 ad oggi non è cambiato nulla. Se oggi ci permettiamo di menzionare i cosiddetti "mamotreti", è perché quella sbobba viene ancor oggi insegnata "a pappagallo" (motivo per cui i capicosca della setta si sono guardati bene dal pubblicare il cosiddetto "Direttorio": tutti diverrebbero in grado di capire che nel Cammino si insegnano sempre le vecchie eresie, e non la versione "corretta" - ancorché piena di strafalcioni).

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    3. Puntini, proprio da te vengono queste osservazioni, che sei la ripetitività in persona???

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    4. ripetitività.....................

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  6. La catechesi esperienziale, basata su bisogni, richieste, insicurezze e problemi della persona, può avere successo finché appunto ciò che viene offerto è una risposta a quel problema, a quell'ansia. Il fatto è che poi, quando quell'incertezza di sé è delle proprie scelte viene superata, oppure ci si è lasciati indietro quell'età e quella specifica situazione, non per questo è superata la vita di fede, che deve continuare in modo autonomo e adulto.
    Per questo il Cammino, impostato per rispondere proprio alle prime domande di fede, si è specializzato, per poter durare per tutta la vita, nel creare incertezze a cui poter rispondere. Anzi, addirittura in Cammino si proclama che se non hai i problemi di chi non sa neppure chi è lui stesso, chi è Dio, e come sviluppare la propria esistenza, non sei neppure un vero credente, ma un fariseo o un fratello maggiore o un cristiano della domenica.
    Naturalmente questa eterna infanzia spirituale ha bisogno di eterni "padri", i catechisti fatti a immagine di Kiko, che stanno lì per dare sempre le medesime "non risposte", visto che le risposte vere ti condurrebbero fuori dal Cammino.

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  7. I due quesiti hanno solleticato la mia curiosità, anche perché non avevo fatto molta attenzione a certi dettagli quando facevo catechesi.
    Praticamente si dice che saranno "catechesi in dialogo con la gente", ma due righe sotto si dichiara che non è un dialogo, ma un interrogatorio, in cui la gente deve solo rispondere alle domande e i catechisti devono interrogare e spiegare. Una lezione, insomma. Non un dialogo.
    Ed è vero, è un interrogatorio.

    In 18 righe si fanno ben 5 riferimenti all'azione dello spirito santo su di loro, tanto per convincere che loro sono ispirati:
    1) Questa catechesi ce l'ha ispirata Dio (come fanno a saperlo?)
    2) Sentimmo lo Spirito Santo con molta forza (un sentimento?)
    3) Le risposte sono di Carmen, che su questo fu molto ispirata dal Signore (chi lo garantisce, Kiko?)
    4) Il Signore ci potenziò di fronte a marxisti e a giovani atei (ai Martiri Canadesi era pieno di marxisti e atei...)
    5) Lo Spirito Santo agiva con molta forza tra quei giovani (Ron Hubbard avrebbe detto lo stesso al posto di Kiko)

    Le domande che discendono da "chi è Dio per te" sono tendenziose: "a che ti serve Dio nella tua vita?". Instillano il concetto che Dio è un come un utensile, che deve servire a qualcosa. Credo perché mi serve Dio.

    Tutto il contesto è tendenzioso, perché si mira ad un fine, a far dire alla gente quello che loro vogliono che sia detto:

    "OBBLIGANDOLI ad approfondire, ad ATTERRARE, SMONTANDO I LORO FALSI CONCETTI di Dio.(Perchè l'80% della gente ha una serie di idoli e dei concetti di Dio completamente falsi).
    Bisogna far scoprire alla gente che forse mai ha conosciuto Dio. Perchè SONO CIECHI e NON HANNO MAI VISTO DIO nella loro vita. E' una forma di DISALIENARLI da se stessi.
    Non abbiate paura di SMONTARE I FALSI CONCETTI che hanno le persone.
    BISOGNA CONDURRE un po' la gente a scoprire che forse NON CREDE IN DIO."

    Poi la Carmen incalza:

    "c'è bisogno del discernimento dell'apostolo per discernere colui che parla.
    Per questo Gesù invia i suoi discepoli con il potere di esorcizzare e di cacciare i demoni, perchè l'apostolo ha davanti a sè la persona come fosse trasparente."

    Peccato che gli apostoli non siano i catechisti laici e non abbiano nemmeno il potere di esorcizzare i demoni.
    Nessun catechista laico neocatecumenale vede la persona come trasparente. Improvvisa. E a volte sbaglia con gravi danni alle persone.

    Poi, dopo aver OBBLIGATO la gente a vedere che è cieca e non ha fede, SMONTANDO tutte le loro convinzioni, si arriva allo scopo predeterminato:

    "porsi in un cammino di fede e LASCIARE CHE LO CONDUCIAMO alla fede in un cammino di anni, lento, in cui imparerà a pregare e dove sarà esorcizzato."
    (Loro conducono, i catechisti conducono)

    Ed è proprio così.
    Noi catechisti laici, detentori dello spirito santo, dovevamo condurre la gente al punto desiderato, per mostrare che non aveva fede e convincerla di aver bisogno del Cammino di Kiko e Carmen.
    Chi era in buona fede, come me, credeva davvero che tutte quelle persone fossero ingannate e alienate e che noi potessimo "agganciarle" con il nostro spirito santo.
    Il termine "agganciare" è di Kiko:

    "Io non sapevo come AGGANCIARE con questi fratelli, e vedevo che non andavano nè avanti nè indietro."

    Questo modo di procedere è tipico della manipolazione: creare il problema (non avere fede) e offrire la soluzione (il Cammino Neocatecumenale).

    Oggi non "aggancio" più nessuno, lascio che sia la mia vita una testimonianza. Spero lo sia.

    Marco

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    1. Marco,
      sulla stessa falsariga ci sono i dialoghi nelle catechesi di Abramo e Esodo, nelle quali ci si deve NECESSARIAMENTE posizionare in Ur o in Egitto, pena il "massacro" supponente ad opera di chi, senxa conoscere minimamente chi ha di fronte, si prende la responsabilità di ILLUMINARE il "fratello".
      Il "manuale" prevede che chiunque non si posiziona in Ur o in Egitto sia INGANNATO. Cosa in verità possibile ma non certa al punto da "violentare" il mal capitato, anche perché la visione è miope, e o le figure di Abramo o Mosè corrispondono allo stereotipo cnc o non vengono considerate, così come "il popolo" è la comunità cnc e non può essere nient'altro.

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    2. Verissimo!
      Le consegne erano di situare le persone in Egitto, ancor prima della liberazione.
      Dovevamo inventarci mille espedienti per convincerle di essere ancora in Egitto. Quello era lo scopo predeterminato.
      Potevamo accettare che dicessero di aver incontrato Mosé (che eravamo noi), ma non che avessero camminato per conto proprio.
      Quando, finita la catechesi ci riunivamo nella saletta per commentare, naturalmente deprecavamo quelli che avevano dichiarato di trovarsi nel deserto o addirittura nella terra promessa. Erano degli ingannati.
      Questo significa manipolazione. Perché a quell'epoca io ci credevo davvero.
      Marco

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  8. Nelle recenti pagine di Jungle Watch si accenna al caso di padre Blockley, del quale traducemmo una testimonianza che dimostra che i neocatecumenali adoperano tranquillamente intimidazioni mafiose (e perfino a mano armata) contro i sacerdoti che non accettano il Cammino.

    Jungle Watch fa riferimento, inoltre, al fatto che i kikolatri di Guam fossero "riusciti" a far pubblicare su La Stampa (e sul suo organo Vatican Insider) delle illazioni contro Tim Rohr, l'autore di Jungle Watch e che ha massimamente contribuito a far chiudere il farlocco seminario neocatecumenale di Guam e a far venire alla luce lo scandalo del vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron.

    Naturalmente non troverete alcun neocatecumenale disposto a stigmatizzare il vizietto pedofilo di un VIP del Cammino... o almeno il vizietto di minacciare sacerdoti che non accolgono il Cammino (nemmeno se le minacce avvengono con vandalismi e nemmeno se "puntandoti una pistola al cuore")... o almeno il vizietto di calunniare a mezzo stampa chi svela le magagne del Cammino (è una calunnia che Tim avesse un qualsiasi interesse economico nella "vendita del seminario", e infatti Tim non è stato coinvolto in nessuna delle operazioni immobiliari conseguite alla bancarotta dell'arcidiocesi di Guam, bancarotta dovuta al vescovo pedofilo neocatecumenale e ai preti pedofili che proteggeva).

    Nella mentalità neocatecumenale, l'unica cosa importante è "far bene il Cammino" (regola a cui i VIP del Cammino sono esonerati), il fondamento del Cammino è che "l'ubbidienza al cosiddetto «catechista» è tutto" (per cui i cosiddetti "catechisti" e i VIP del Cammino possono abusare di te e dei tuoi soldi, possono calunniare e minacciare, possono mandarti intimidazioni mafiose e armate, e non puoi chiamarli "peccati" perché il peccatore sei tu che non paghi abbastanza Decime!).

    Nella mentalità neocatecumenale l'inganno e la menzogna sono strumenti santi, se adoperati per difendere il prestigio e i soldi del Cammino. Indovinate chi è il Padre della Menzogna e Padre del Cammino.

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  9. "Quando mai si è vista un’opera nella Chiesa in cui il fondatore o l’iniziatore ha più visibilità del Signore stesso?" Si chiede Pax nell'articolo. E aggiunge "Se la sua (di Kiko) fosse stata una vera ricerca di Dio avrebbe avuto a cuore per prima cosa la salvezza della sua anima e quella delle persone che Dio gli affidava e gli metteva nelle mani. Avrebbe sacrificato se stesso per loro e non viceversa, come di fatto ha fatto".
    Questo emerge un po' da tutto ciò che conosciamo di lui; e i canti neocatecumenali lo riflettono.
    Come per esempio il canto, dedicato ai catechisti itineranti "Come condannati a morte" che espunge intere frasi dal breve testo di San Paolo a cui fa riferimento, tra cui "ci affatichiamo lavorando con le nostre mani."
    Certo, si affaticano a spiegarci, quella frase non "suonava" bene... e noi non capiamo quanto offenda il senso dell'estetica quella frase, e non solo, anche solo l'ipotesi che i catechisti di alto rango, gli apostoli, si affatichino lavorando con le proprie mani!
    Poi anche il versetto "Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti, voi onorati, noi disprezzati" ha dovuto essere tolto. Era poco estetico, stonava forse? O faceva comprendere che gli Apostoli si sacrificano e affrontano l'ignominia per i fratelli di comunità, perché essi siano onorati?
    Tutto il contrario di ciò che avviene in comunità, in cui sono i fratelli ad essere "tartassati", ad essere trattati come spazzatura, mentre ai catechisti, emuli di Kiko, invece vanno tutti gli onori.

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  10. Raro ma vero! Una volta il Kiko si è messo nella verità da solo, confermando praticamente tutto quello che dice Pax in questo post. Lo ha fatto a modo suo, con una canzone che abbiamo trasmesso all'epoca su Tele-Radio FungKu e che potete riascoltare a questo link, nel sito della radio!
    Teleradio FungKu, aprite e vi sarà suonato.

    PS per i puristi: se con questo commento vi pare che io abbia peccato, fatemelo sapere e domani, se vorrò, lo sigillerò in confessione. Aspetterò quindi con ansia che il Kiko venga a chiedermi perdono per il mio peccato contro di lui, incontro che mi darà l'occasione di dirgli anche tutto il resto, peccando quindi ancora contro di lui e sigillando in confessione, dopodomani, se ne ho voglia, e così via.
    Cordialità, FungKu.

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  11. N.B. Non leggete il libro raccomandato da Carmen per rispondere alla domanda "chi sono io?".

    Si intitola "La dimensione perduta della religione" ed è un articolo (non un libro, figuriamoci) del teologo protestante Paul Tillich (The Saturday Evening Post, 14 giugno 1958 ). Non analizza la società da un punto di vista cattolico, ma delle religioni in generale.

    L'articolo parla esattamente di ciò che si trova nel copione kikiano, ed è ritenuto da Carmen "molto utile per questa catechesi".
    È Tillich che si pone le domande: "Qual è il significato della vita? Da dove veniamo, dove andiamo? Cosa faremo, cosa dovremmo diventare in questo breve tratto tra la nascita e la morte?".
    "Molti in questo periodo hanno perso la capacità e la voglia di porsi queste domande, e hanno quindi perso la dimensione della profondità, e vivono una vita solo nel "piano orizzontale".
    Ma la conclusione è che non c'è risposta alla perdita di profondità, solo la consapevolezza di averla perduta e lo sforzo per riconquistarla.

    Pure dai teologi protestanti hanno ricopiato
    Marco

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    1. Vuoi dimenticare il "famigerato" catechismo olandese?

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    2. Riguardo all'infatuazione per protestanti (come Tillich, Bonhoeffer, ecc.) o quasi-protestanti (come Dufour, ecc.), c'è da notare che erano mode già in voga nei "formidabili quegli anni" del Concilio e del postconcilio (dunque sora Carmen non aveva "scoperto" né "meditato" né "preso ispirazione": si era solo adeguata alla moda del momento). L'andazzo generale nei seminari e nelle facoltà teologiche era l'idea che ci fosse una Grande Rivoluzione in corso, e che quindi tutti fossero liberi di attingere alle fonti più bizzarre per un immaginario "rinnovamento" della Chiesa (fonti come i vari protestanti Bultmann, Barth, ecc.), e molti ponderosi teologi cattolici presero rapidamente lucciole per lanterne,

      Dopo gli "anni '70 rivoluzionari", seguirono per contrappasso gli anni '80 della tolleranza estrema (si tollerava tutto tranne il Magistero e la Tradizione) e del moderatismo esasperato (qualsiasi vaccata era buona tranne i dogmi e la chiarezza), e quindi il terremoto ecclesiale nei seminari e nelle case di formazione di monaci e suore si stabilizzò nei tardi anni '90 istituzionalizzando e consolidando molti dei madornali errori fatti nei decenni precedenti (a cominciare dalla fatidica "comunione sulla mano" divenuta criterio di valutazione delle vocazioni: se la critichi, o peggio se rifiuti di farla o consentirla, "allora non hai la vocazione").

      Non è un caso che la ribellione di Lefebvre avvenne negli anni '80, cioè quando cominciò a non esserci più speranza che la rivoluzione potesse essere arginata (e quando nella Curia romana pensarono che la strategia migliore fosse quella di promettergli cose che non avrebbero mantenuto, cioè prenderlo per il sedere, cioè letteralmente indurlo a ribellarsi).

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    3. Conoscevo l'andamento principale degli errori di cammino, che è il derivato di Farnés, e prima di lui quello dell'ala rivoluzionaria del movimento liturgico, ma non so da dove venga l'interesse per il cammino per Dufour. Da dove viene la fissazione con questo libro in il cammino?

      A.

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    4. L'ottimo Lefebvre, l'unico che si è opposto all'immenso sesquipedale casino fatto dal CVII

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    5. una volta tanto condordiamo con by Tripudio : Concilio Vaticano II = casino all'ennesima potenza

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    6. Ricordiamo che il Concilio Vaticano II è un concilio "pastorale", cioè non è "dogmatico", cioè non richiede l'assenso della fede, cioè è criticabile (si veda ad esempio il caso della Fraternità Sacerdotale San Pietro - FSSP - che nei suoi statuti prevede la libera e rispettosa critica del Concilio Vaticano II, statuti approvati da Benedetto XVI).

      Del Concilio Vaticano II si dice spesso che ciò che era buono non era nuovo, e ciò che era nuovo non era buono. Ciò che era buono "non era nuovo", ossia era buono solo perché si rifaceva alla Tradizione. Ma ciò che era nuovo "non era buono": il linguaggio dei documenti conciliari tutto imbottito di "ma, tuttavia, però" si presta a troppe interpretazioni, cioè ognuno interpreta a modo suo. E così abbiamo avuto (pochi) chierici che fedelmente al Concilio hanno lavorato per la Chiesa, e (tantissimi) chierici che sfruttando le ambiguità dello stesso testo conciliare hanno lavorato contro la Chiesa. Abbiamo per esempio la costituzione Sacrosanctum Concilium che esige che il latino si conservi nelle liturgie e che il gregoriano resti il canto liturgico per eccellenza, e invece abbiamo visto fin dal 1965 la corsa a spazzar via il latino e il gregoriano dalla liturgia (senza contare tutte le cose fatte in nome del Concilio, come il "girare gli altari" e la "comunione sulla mano", che invece non erano richieste né auspicate dal Concilio). Abbiamo per esempio sacerdoti che celebrano con sobrietà la nuova liturgia (Novus Ordo) e -purtroppo- tantissimi pretini che la celebrano sciattamente (a partire dai kikolatri) e, per chi non se lo ricordasse, la riforma Novus Ordo voleva essere la risposta ai -pochi- pretini che negli anni '50 e '60 celebravano sciattamente la liturgia tradizionale.

      Ricordiamo dunque che i concili della Chiesa sono ventuno (di cui venti dogmatici e uno pastorale), e dunque coloro che ossessivamente pongono il Vaticano II al centro di tutto sono (anche loro malgrado) coloro che vogliono far dimenticare i venti concili dogmatici precedenti, sono esattamente coloro che vogliono sfruttare le ambiguità del Vaticano II (ambiguità di cui lo stesso Ratzinger - prima da cardinale e poi da pontefice - si è lamentato, tentando inutilmente di imporre una "ermeneutica della continuità" per evitare che con la scusa del Vaticano II venissero introdotte robacce spurie nella Chiesa).

      Anche la defunta Carmen, che riguardo a Kiko si vantò di avergli «servito il Concilio su un piatto d'argento», è una di quelle che ha preteso di fare una "rivoluzione" nella Chiesa - "rivoluzione" che lei e Kiko hanno chiamato "fare come i primi cristiani, delle origini cristiane" (Decime obbligatorie, chitarrelle, "kikone", ecc.: la scusa dei "primi cristiani" serviva solo a crearsi un piccolo impero di cui essere i capi ammirati, temuti, lodati, ubbiditi, e soprattutto pagati).

      Non fatevi abbindolare dai rivoluzionari sotto mentite spoglie. Come messo nero su bianco da Benedetto XVI, «ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso».

      Il destino del Vaticano II è tutt'altro che roseo: nel giro di qualche decennio lo vedremo seppellito tra i brutti ricordi (come quando la Chiesa si era quasi tutta convertita all'eresia ariana). I suoi fautori avevano promesso una "primavera della Chiesa" e invece abbiamo visto un rigido "inverno"; promettevano una Chiesa "ringiovanita", e invece quei fautori sono morti di vecchiaia o sono già vecchi a trent'anni (età in cui tutti i giovani preti vanno in crisi perché stufi di essere clown di parrocchia, amiconi-animatori, elementi decorativi di spettacolini pseudo-sacri; e la crisi delle vocazioni è dovuta al fatto che donarsi a Cristo è cosa ben differente dal donarsi al dialogo).

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    7. E così il teologo Gesuita Dufour, di cui nel cammino si studia il suo manuale di teologia, per @tripudio sarebbe "quasi protestante"... Annamobbene! (come direbbe a sora Lella).
      Fallacio Asino Vinicio

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    8. Si usa quel dizionario, non si studia un bel niente

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    9. Esatto. Avevano bisogno di un dizionario. Hanno utilizzato il Dufour. Avevano bisogno dei riferimenti biblici a tema per "risuonare". Punto. Per le preparazioni. Poi ci mettevano il loro. Ben ammaestrati da Kiko e secondo il suo logo.

      Pax

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  12. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  13. Vorrei ricordare, a proposito di Catechismo Olandese e Catechismo di Kiko.

    In secondo luogo, in fondo al mamotreto del II scrutinio, in una lunga appendice, a mo'di testo di riferimento, si trova un estratto di Oscar Cullman, teologo luterano francese.

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  14. Ci vuole stile anche a portare avanti un blog. É incredibile come si evitino sistematicamente i commenti scomodi. Continuo a non vedere cio che scrivo proprio negli interventi cruciali.
    Ma cosa vuol dire? C'è tanta paura di venire smascherati.
    PedroS

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    1. Mi risulta che i moderatori non pubblichino i commenti del tutto fuori tema e volutamente devianti rispetto al tema dell'articolo. Per ora PedroS ho letto molti dei tuoi commenti che tu definisci cruciali e non ho trovato nulla di illuminante.

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    2. Pedro mettiti in proprio, apriti un blog dove scrivi solo tu le tue risposte ai commenti di questo blog se hai qualosa di così cruciale da scriver

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    3. a proposito di smascherare, mi sembra che i segreti abitino decisamente altrove, tant'è che venite qui a conoscere il cammino

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  15. Il Dufour viene usato per fare quelle celebrazioni della parola a tema: pietra, acqua eccetera, visto che è un dizionario biblico. Non è utilizzato sistematicamente per approfondire argomenti scritturali, che sarebbe il suo utilizzo più idoneo, e tantomeno per consultazione, al fine di correggere gli strafalcioni dei mamotreti. Come per il Catechismo della Chiesa Cattolica, non se ne fa l'uso più proprio, altrimenti sarebbe un buon complemento, tutto sommato. Se i decenni di Cammino fossero impiegati per uno studio accurato, foss'anche del Dufour, sarebbe comunque sempre meglio della continua ripetizione di quei quattro concetti incompleti su cui Kiko ha dichiarato deve vertere esclusivamente la preparazione dei catechisti, mentre i normali catecumeni neppure a quelli hanno accesso, devono limitarsi ad "aprire l'orecchio" e basta.

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  16. una domanda : chi è l'eunuco di Kiko?

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    1. Penso si tratti di Stefano Gennarini. Si tratta di un nomignolo infame, di quelli che nella mia vita mai ho sopportato, pur se applicati a persone non amiche, coniato da Carmen. E questo è uno dei motivi per cui l'aureola proprio non le si addice: tanta malignità non viene certamente da Dio.

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    2. E grazie al tempestivo intervento di Valentina, ci siamo risparmiati 999'999'999 domande...

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    3. Puntini, se lo chiedi di nuovo, ogni volta che lo richiedi ti sarà data una risposta diversa!
      Ti ci viene un libro più corposo di quello degli epiteti.

      Edizioni FungKu. Rivolgetevi a noi, dieci copie in stampa gratuita ogni cento copie vendute.

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    4. Il nome come ho già scritto in altri post ve lo scordate.
      Non può essere Stefano Gennarini, non corrisponde alla definizione che evidentemente faceva riferimento a persona "single" che viveva esclusivamente per servire Kilo nelle sue "adunanze". E in secondo luogo ex eunuco, evidentemente non è più "single" ma vive ancora come se lo fosse, Kiko sopra ogni cosa. Ribadisco fa di tutto tranne il cammino.
      Ma il nome non serve saperlo, e di sicuro non lo faccio, per rispetto per lui e per la sua famiglia. Quello stesso rispetto che non gli è stato dato da chi gli ha affibiato quel "soprannome", tra l'altro con sommo divertimento di chi ascoltava. Lui serviva e serve Kiko, non credo che sia disposto a fare altrettanto per chiunque gli succederà.

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    5. Ultima nota, l'ho citato non per porre l'attenzione su di lui, ma per smontare l'aurea mitica dei Martiri Canadesi, il centro da cui Kiko è partito alla "conquista" del mondo. Da quella parrocchia è uscito il "peggio" del cammino, basta confrontare Agudo vs Gennarini & Co.

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  17. Questi nomuncoli squallidi a chi si riferiscano poco importa. E' plausibile l'ipotesi di Valentina anche per quanto ho narrato nel post. Ma Stefano non era l'unico bersaglio di Carmen. Lei ne aveva per tutti!
    Ora, la sensazione è che bastava avvicinarli per restare sporcati o anche bruciati. Prima ti portavano su e poi... ti lasciavano cadere, come dice la canzone. E per Carmen, almeno dalla sua ilarità, era un vero spasso, un divertimento incontenibile mettere a giro qualcuno e ripassarlo.
    Un'altra cosa fa riflettere. Gli attacchi partivano quando qualcuno andava d'amore e d'accordo in equipe o anche in comunità. Questa cosa per la loro diffidenza, per la convinzione radicata che nessuno lì in mezzo fosse sincero o sinceramente filantropo o capace di donarsi davvero agli altri. Doveva esserci un inganno. E Carmen cominciava a fare la radiografia e, in ogni caso, se l'equipe non costituiva sofferenza e il compagno d'equipe una croce per lei la cosa non andava per niente bene. Il minimo era essere cambiato d'equipe, sostituito il presbitero o il cantore "complice". Quando invece si era uno contro l'altro potevi star certo che l'equipe sarebbe rimasta invariata anche per decenni, ho visto itineranti supplicare per un cambio quando la comunione mancava del tutto e si viveva una guerra quotidiana; nulla da fare. Era inutile implorare. (Per questo spesso ripeto che il dominio kikocarmeniano è fondato eminentemente sul "divide et impera").

    Pax

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    1. E ma non era mica a piombo questa Carmen. Se qualcosa è bene, a lei fa schifo. Se è male, le piace. Tutta bacata. Neocatecumenali, ma state ben attenti, a chi andate dietro!

      FungKu. Io che da bravo somaro alpino conosco la vita della stalla, volevo dire, della camerata, posso dirlo: questo di Carmen non è per niente cameratismo!

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  18. https://www.facebook.com/cristiano.delladomenica/videos/1225276151411268
    CDD
    Pace.

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  19. Sondaggi neocatecumenali

    Dopo la pubblicazione del post dove si accennava a un non meglio precisato "eunuco di Kiko", e vista la ritrosia a rivelare in nome, forse per motivi di privacy o altro che non è dato sapere, l'Equipe Internazionale del Cammino, nelle persone di Kiko, Ascension e don Mario, hanno ritenuto opportuno inviare via email un quesito a tutti le comunità del Cammino del mondo, con la domanda : "chi è l'eunuco di Kiko"?. Hanno risposto il 94 % degli interpellati e, dallo spoglio delle schede , è risultato una varietà composita di soluzioni all'increscioso dilemma..
    I camminanti si sono così espressi :
    1) Non lo so e non lo voglio sapere
    2) Lo so ma non ve lo dico, cosi imparate a farvi i ca....voli vostri
    3) Non lo sappiamo ma assumeremo un'equipe di investigatori, pagata da noi, finchè non lo avranno scoperto
    4) Non lo sappiamo, lo chiederemo direttamente a Kiko e se Kiko non ce lo dice perchè non lo sa il nome rimarrà segreto per sempre
    5) Chiederemo ausilio a Carmen perchè solo lei, da lassù, lo può sapere, sperando che ce lo dica, altrimenti....
    6) e dopo che lo sappiamo, cosa cambia? Niente. E allora.........................................
    7) i catechisti dicono che il nome non si può dire, altrimenti devono scontare la decima del 4 % e perdono un mucchio di quattrini, quindi............

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  20. Sicuramente il creare appositamente situazioni umanamente instabili, come il tenere in equipe persone che non si sopportano oppure anche non apprezzare troppo "amore" nelle comunità, è un modo per far prevalere il "carisma" dei due fondatori, che fra loro hanno sempre litigato, fino ad arrivare alle mani, ma che hanno dato sempre il primo posto al Cammino.
    Ha una sua logica, questo criterio del disamore, e la sistematica svalutazione delle virtù naturali, la temperanza, la parsimonia, il controllo di sé, a favore delle "virtù teologali" della fede, speranza e carità nel Cammino, per il Cammino e a favore del Cammino.
    Nel deserto delle virtù naturali, secondo il pensiero dei fondatori, risplendono le virtù teologali; poco importa se la dottrina della Chiesa insegna in modo totalmente diverso: siccome loro due erano così, la loro filosofia di vita era quella, e non si sono mai sforzati d'essere diversi, questo è ciò che hanno trasmesso al loro popolo e questo i neocatecumenali hanno appreso di dover essere. Mai definizione di "carisma bacato del fondatore" è stata più opportuna!

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    1. Infatti:

      1 Pietro 3,8: siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili.

      Ibid. 5,5: Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili.

      Galati 5,22: Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.

      2 Cor 10, 1: Io, Paolo, vi esorto per la mansuetudine e la mitezza di Cristo

      1 Timoteo 2,8: Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza polemiche.

      1 Timoteo 6,11: Ma tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza

      2 Timoteo 2,22-24: cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro. Evita inoltre le discussioni sciocche e da ignoranti, sapendo che provocano litigi. Un servo del Signore non deve essere litigioso, ma mite con tutti, capace di insegnare, paziente, dolce nel rimproverare.

      Col. 3, 12-13: Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi...

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    2. 1 Kiko 3,8: se nelle comunità (o tra coniugi) non si litiga, significa che non state facendo bene il Cammino. Nelle piccole comunità gioite dei dolori degli altri, fate a fette il fratello, comandategli di essere misericordioso e umile impartendogli fardelli che voi cercate di non toccare nemmeno con un dito.

      Kiko 5,5: Rivestitevi tutti di abiti da piccolo lord inglese (o da prostituta in cerca di clienti) alle convivenze, perché il Cammino esiste per accontentare i superbi e si prende la Decima per umiliarli meglio.

      Kikizzati 5,22: Il frutto dello "Spirito" invece è dottrina inquinata, liturgia inquinata, giro di soldi pazzesco e non rendicontato, doppiopesismo sulla morale (ceffoni se mangi la banana senza usare forchetta e coltello, ma guai a chi non chiede perdono al cosiddetti "catechista" abusatore sessuale, violentatore, ingannatore, imbroglione, ignorante, e pedofilo).

      2 Kiko 10, 1: Io, Kiko, sono «il Vostro Catechista», sono «Giovanni Battista in mezzo a voi». Mi «darete la Decima!»

      1 Kikolatrico 2,8: Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini paghino la Decima (pensate un po' quanti fantastiliardi incasserò se le parrocchie diventano "comunità di comunità"), alzando sguaiatamente la voce quando cantano i canti di Kiko, grattugiando con foga infernale le chitarrelle e i charangos.

      1 Kikoteo 6,11: Ma tu, uomo di Kiko, evita questo blog, e ancor più evita le liturgie cattoliche; tendi invece ad andare dai fratelli di comunità a esigere la Decima in contanti anche se c'è il lockdown e il rischio che la polizia ti becchi con una mazzetta di contanti inspiegabili.

      2 Kiko 2,22-24: non resistete al male, però se qualcuno critica il Cammino aggreditelo come cani rabbiosi. Promuovete le discussioni sciocche e da ignoranti (cioè "monizioni", "risonanze", "giri di esperienze"...) specialmente quelle che provocano litigi. Un servo del signor Kiko non deve essere religioso, ma deve promuovere il kikismo-carmenismo con tutti, capace di insegnare la kikolatria, paziente e ossessivo, e se è un cosiddetto "catechista" si può pure mangiare il dolce mentre rimprovera gratuitamente i Paganti Decima.

      Kiko 3, 12-13: Rivestitevi dunque, come amanti di Kiko, di pizzi e merletti, della costosissima vestina bianca griffata da Kiko che serve a esibirvi come più cristiani dei cristiani, sopportatevi a vicenda per qualche millisecondo (il tempo di scattare la foto da usare per la propaganda kikiana). Così come Kiko vi ha tartassato, mobbizzato, martellato, insultato, così fate anche voi...

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  21. Kiko è il protagonista assoluto e il cammino è il suo show. Guai dunque a contestarlo, potrebbe risentirne personalmente e prendere a schiaffoni l'impudente con tutta la comunità appresso, con la possibilità di buttar tutti fuori dal cammino. Dipende dall'umore del momento (non crederete mica che Carmen fosse lunatica e lui no, anzi...anzi...condividevano tutte le irrinunciabili psicosi, nevrosi, allucinazioni, acredini).
    Che poi mica è vero che sei tu a decidere se "il cammino fa per te oppure no", questi ti cacciano e ti pigliano a loro piacimento. Su e giù, dentro e fuori dalle salette, e quel "YO YO..."assume un significato inaspettato e ancora più ampio.

    Kiko si ritiene spiritualmente - e non solo - superiore, ed i suoi soggiogati fedeli non stentano a mantenere intatta questa convinzione offrendogli su un piatto d'argento (in definitiva da sempre) canti già composti da addebitarsi, servigi a go go, regali da fare impazzire anche quella demente dall'inopportuna maglia Adidas (che mica lo dava a vedere, era sgarbata e ingrata. Eh...qui abbiamo a che fare con degli esseri superiori: viziosi di categoria superiore; squilibrati di c.s.; spiacevoli di c.s.; ingiusti di c.s.; dissoluti di c.s.; colpevoli di c.s.; falsi di c.s.; pazzi di c.s...si, insomma, il loro ego dice il giusto, sono davvero dotati di una certa superiorità) e tante altre 'prelibatezze'.
    Mi sembra di sentirlo canticchiare come se fosse a due passi da me, con l'enfasi assurda dei puffi durante la loro iconica 'trallallera': "come è bello, come dà gioia che i fratelli stiano insieme...per realizzarmi e organizzarmi tutte le cose belle da potermi attribuire con orgoglio". Giustamente Kiko ha una reputazione, sente sulle sue spalle tutto il peso di dover fare bella mostra di sè davanti agli altri, di vantarsi e di passare come una brava persona con un alto grado di moralità (poco importa se non è vero), come deve fare? Non avendo né arte né parte deve pur arrangiarsi, e l'unica chance a sua disposizione è quella di approfittarsi delle capacità altrui.

    Però ammettiamolo, Kiko è bravo, davvero bravo, lui sa sfruttare gli altri ed è un maestro dell'abuso spirituale. In pratica si concentra su quei passi della scrittura che gli permettono di manipolare gli altri a suo favore. Ad esempio, può farti credere che per amore devi sopportare tutto il male che ti viene inflitto. È incredibile! Quasi un trucco di magia. Oppure voilà, può aprire la Bibbia a caso (tzè...a caso!) e ottenere il brano opportuno nel momento opportuno, tipo quello in cui deve mandare a destra e a manca la gente ad "evangelizzare" e gli esce: "andate ed annunziate ai miei fratelli, che vadano in Galileaaa". E quelli ci vanno, in Galilea dico, ma anche in Cina (ah, la Cina!), in Congo, a Lilliput...qua e là.

    Kiko è narcisista, egocentrico, superbo, però è bravo. Vogliamo forse dimenticare la sua trovata più geniale? Questa: se i nc non si adeguano alle sue pretese se ne vanno all'inferno per direttissima. In pratica si giocano il posto in comunità per ritrovarsi accerchiati dai demoni, almeno così diceva durante le convivenze.
    Forte.
    A lui piace l'idea di minacciare il prossimo rinchiudendolo in una sorta di nube superstiziosa che gli fa temere il castigo di Dio. Ognuno ha le sue passioni.

    Lo sappiamo tutti, Kiko esagera con l'esteriorità infestando quanto più può: sale, case, chiese, hotel...ma è giustificato, questa è l'espressione del suo talento: coprire con l'esteriorità la miseria che c'è nella sua interiorità.
    È un narcisista che partorisce altri narcisisti, come furono lo sfortunato Filippucci e il miserrimo Morfino. Dei fini seminatori di zizzania che creano divisioni all'interno delle comunità nonostante predichino l'unione. Guardate che ci vuole abilità eh. Parlano di fede ma seminano dubbi nei cuori. Creano rivalità tra fratelli. In sostanza sono dei narcisisti spirituali. Che non è la stessa cosa dell'essere il "Giovanni Battista in mezzo a voi" e bla bla, ma è sempre qualcosa.

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  22. Kiko è bravo, davvero bravo, non ne avevamo dubbi............................................................................................

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    1. Non capisci niente o fai l'indiano o ti piace scherzare o vuoi sminuire inutilmente quello che hai letto e abbiamo letto..............o ..........................................sai meglio di noi che è tutto vero e non sai come uscirne.... oppure ti fa piacere che questo Blog esista e tutto quello che qui apprendi lo ritieni utile e importante.

      Pax

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    2. Si, infatti amico mio, Kiko è bravo così come tu sei generoso con i tuoi puntini. Ma non pensare di essere l'unico ad esserlo, anche Kiko è generoso con i puntini sospensivi, ma per un fine più nobile.

      Ti spiego, ma non sentirti svilito da lui, tu nel tuo piccolo fai quello che puoi.

      - "Niente decima, niente comunità! Se non sei disposto a pagare e a fidarti te ne puoi andare via perché sei un superbo!
      Dai la decima..............."

      E poi uno si lascia trasportare, infila i suoi soldi nel sacco nero della decima, di quella colletta e di quell'altra, e si ritrova le ragnatele nel portafoglio. A quel punto che fa per poter affrontare adeguatamente i suoi bisogni e quelli della famiglia? E boh, puntini di sospensione, cioè cavoli suoi. In fondo Kiko ha imposto la decima, non certo la risoluzione del conseguente problema. Giustamente, mica può fare tutto lui, già è stata dura imporre la decima, per il resto.....................

      - "Tuo figlio è un demonio, devi cacciarlo di casa!
      Buttalo fuori e negagli i soldi dell'università.............."

      E tu lo fai, perché se lo dice un profeta di tale portata vuol dire che è un'azione benefica per tutti, soprattutto a livello spirituale.
      Ma se poi ti senti afflitto, dispiaciuto, tuo figlio ti toglie la parola, sei depresso, che fai? Niente, saltelli su quei punti di sospensione senza trovare soddisfazione. Non è che Kiko se ne infischi, anzi, è solo che già si affatica ad obbligare, figuriamoci se può anche risolvere. È stanco, non ce la fa, siete in tanti. "I numeri sono sbalorditivi" (dice lui).

      ALLERTA ROSSA:

      - "Tuo marito non vuole entrare in comunità e vuole che anche tu la eviti? È una tentazione, allontanati. Lascialo per un periodo, imponiti................"

      E poi lei lo lascia davvero e tutto crolla. Il matrimonio si frantuma e nascono problemi gravosi. Il sano confronto è bandito quindi non ci si può nemmeno comprendere.
      E c'amm'a fà? Di certo non può chiedere a Kiko che provveda, lui è timido, riservato in certe cose, preferisce non interagire mai direttamente con l'estraneo. Lui è di questo parere: "tra moglie e marito non mettere il dito...in presenza. Soprattutto se c'è il rischio che il tipo non sottomesso ti tiri un pugno nell'occhio".
      Kiko fa quello che può, poverino.............

      - "Non hai una vocazione precisa? Ti ho già dato troppo tempo per decidere, per un anno starai fermo così ti chiarirai le idee............."

      Prima ti senti umiliato, poi deluso, infine arrabbiato. Cosa fai? Diventi prete per tagliare la testa al toro oppure continui a ad essere un escluso senza sapore?
      Fatti tuoi, già è tanto che Kiko ti ha scosso interiormente, anche questo è un lavoraccio sai?

      Dunque si, è bravo, anzi bravissimo!
      Ammiriamo il suo genio indiscusso, contempliamo la sua superiorità illusoria.
      Che arte, che creatività. Kiko ha perfino rinominato i puntini sospensivi indicandoli come: provvidenza!

      Insomma, tu obbedisci, tutto il resto è "provvidenza"...........................

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    3. Gerardo1
      Come hanno sempre detto tutti i catechisti ascoltati fino ad ora in vita mia, il matrimonio prima di tutto. E' la cosa più importante in assoluto. Se ci sono problemi a spostarsi per qualche giorno o addirittura per fare le semplici celebrazioni, il marito e/o la moglie in cammino sono obbligati ad obbedire al consorte, e si invita l'interessato/a alla paziente evangelizzazione domestica. Non ho mai sentito da nessuno quello che dice Rebel

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    4. Un saluto a te Gerardo fortunello. Sai, può darsi che certe esternazioni dei catechisti ti sfuggano, o, come si dice: "ti entrino da un orecchio e ti escano dall'altro", ma nel mezzo del processo ti si depositi una consapevolezza, per così dire, "raddrizzata". È il furbetto Kiko ad istruire in proposito:

      "Anche se i catechisti dicono delle cose che possono essere incomplete, mal dette, questo si chiama stoltezza della predicazione. Anche se i catechisti fossero così, lo Spirito Santo corregge, ti apre l'orecchio, ti situa le parole nella condizione più completa, più totale di cui tu hai bisogno".

      Così il catechista ti esorta e indirizza malevolmente richiamando un numero interminabile di volte il demonio, e tu, essendo oramai persuaso delle sue catechesi, recepisci invece un buon intento. Ma non solo, addirittura salvifico. Basta che siano loro a parlare e tutto assume l'aspetto del lecito.

      Non voglio dire che sei sbadato, perlomeno non gratuitamente, però è legittimo pensarlo dato che ti sono sfuggite anche tutte le testimonianze che nel tempo hanno costellato questo blog e non solo. Testimonianze sofferte e drammatiche concernenti proprio quanto ho riportato.

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  23. Provvidenza.........................

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