lunedì 23 novembre 2009

Cammino neocatecumenale. Relazioni familiari

Parlavamo di concretezza e dunque apro questa nuova pagina con una condivisione e proposta di riflessione di Jonathan:
Da questa conclusione precedente: La differenza tra l'Antico e il Nuovo, sta TUTTA nella Redenzione operata una volta per tutte da Gesù Signore, il Cristo, il Figlio di Dio che si è fatto uomo ed è Dio, con la Sua morte in Croce e la Sua Risurrezione Ascensione al Cielo Invio dello Spirito a Pentecoste: sue Azioni, Opere, Fatti, a partire dall'obbedienza alla volontà del Padre (aperta dal sì di Maria Santissima), che hanno costituito la Chiesa e l'hanno inviata nel mondo per la salvezza di tutti quelli che la accolgono. Ma per accoglierla devono conoscere ed accogliere la Sua Persona... ed è questa che non viene più annunciata da tutti nella Chiesa, oggi! E' questo il nucleo del Kerygma che deve essere annunciato a tutti, tutto e subito, senza arcani e disvelamenti ulteriori. L'approfondimento e le scoperte e gli arricchimenti successivi, sono doni di cui è PIENO il cammino di Fede nella Chiesa perché “da Lui e dalla Sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto Grazia su Grazia...”
riprende Jonathan:
E' sacrosanto. Ma com'è difficile in una Chiesa dove tutto è concesso, anche l'infedeltà alla sua Tradizione.
Ho conosciuto una coppia che da anni (una decina) sta in cammino, credo siano giunti alla tappa della preghiera. Nella loro giovane vita familiare, sono stati provati da tante avversità e difficili sofferenze. Persone splendide quali sono, ce l'hanno fatta finora a restare in piedi e a lottare con forza e tenacia per custodire la sana bellezza della loro vita di coppia.
Lui ne attribuisce in gran parte il merito al cn, perché, dice, lo ha aiutato a restare nella Chiesa; l'ascolto della Parola soprattutto lo ha reso capace di resistere alle tante tentazioni, l'adulterio, per es., o il lavoro forsennato pur di far soldi.
Lei, invece, più equilibrata e solida interiormente, è sempre stata perplessa sul cn. Tanti dubbi che nel tempo si sono rafforzati, per cui sarebbe pronta a lasciare la comunità senza troppi rimpianti. Ma non lo fa per assecondare le esigenze del marito...
...e allora mi chiedo, rispetto a questo caso, in cosa consisterebbe il mio dovere dell'annuncio, della denuncia, della testimonianza? Posso o devo assumermi la responsabilità di metterli di fronte alla verità delle cose? Pur sapendo che questo comporterebbe per loro un difficilissimo ritorno nell'alveo della Chiesa? Pur non avendo alternative da proporre per il loro percorso di fede, in questa Chiesa che rinuncia appunto all'annuncio della rivoluzionaria Verità del Vangelo?
Non vi chiedo consigli. Solo, parliamone, se vi va.
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Una considerazione immediata riguarda il dato di fatto che possono esistere soluzioni apparenti basate su equilibri patologici. E’ già rivelatore il fatto che il marito attribuisca i benefici effetti al cammino – cui impropriamente assimila il fatto di essere nella Chiesa – e non alla Parola e a ciò che ne interiorizza o ad una vita sacramentale - che nella Chiesa è autentica sequela di Cristo, nel cammino invece è sequela dei suoi iniziatori e della loro costruzione umana -. C’è inoltre da considerare un altro dato: e cioè che la moglie, pur con tutte le sue perplessità, resta nel cammino non solo per assecondare le esigenze del marito. Infatti egli è, attendibilmente, una di quelle persone che preferiscono lasciarsi portare dagli altri piuttosto che assumersi in prima persona la responsabilità e il peso delle proprie conquiste e delle proprie scelte per le quali si ha bisogno di punti di riferimento, ai quali tuttavia non è bene né ‘sano’ né psicologicamente né spiritualmente delegare l’uso della ragione e i dinamismi che formano la retta coscienza individuale (non quella di gruppo). E, quindi la moglie, se portasse fino alle estreme conseguenze le sue perplessità e conseguenti decisioni di uscire dal cammino, si troverebbe di fronte al dramma di tutte le coppie che questa difformità inesorabilmente DIVIDE… L’altro che non condivide il cammino, dopo lunga e dolorosa manipolazione, alla fine viene considerato come ‘morto’, sia esso marito moglie padre madre figlio… Quanti legami familiari frantumati abbiamo incontrato anche in questo nostro percorso? Naturalmente tra i “frutti” vengono magnificati quelli tenuti insieme dal collante-cammino e suoi potenti strumenti, che creano coesione, dipendenza e non vera comunione
Pensiamo a quanto è più vera e salda un’unione fondata sull’impegno che è anche uno “sforzo” reciproco di costruire insieme il proprio essere-coppia, anche passando da personali rinunce per il bene dell’altro, reso possibile dalla Grazia ricevuta vivendo la Fede in Cristo. Ma nel cammino neocatecumenale termini – e quindi la realtà corrispondente – come “sforzo” e “Grazia” sono banditi dal linguaggio e dalla prassi.

49 commenti:

  1. ...e allora mi chiedo, rispetto a questo caso, in cosa consisterebbe il mio dovere dell'annuncio, della denuncia, della testimonianza? Posso o devo assumermi la responsabilità di metterli di fronte alla verità delle cose? Pur sapendo che questo comporterebbe per loro un difficilissimo ritorno nell'alveo della Chiesa? Pur non avendo alternative da proporre per il loro percorso di fede, in questa Chiesa che rinuncia appunto all'annuncio della rivoluzionaria Verità del Vangelo?

    Carissima Jonathan, se tu non gli dici la verita' chi allora lo fara'?
    Il cuore dell'uomo anela alla verita' si potrebbe dire che vive di verita'.
    Il Signore ha detto "La verita' vi rendera' liberi"

    Per la qual cosa vi premetto fin d’ora: ognuno attiri a sé un fratello, anche se è necessario opporsi, anche se si debba farlo con la forza, anche con contumelie e dispute: smuovete la pietra perché si liberi dal laccio del diavolo e rompa il legame con coloro che consegnarono Cristo perché fosse messo a morte.
    Se vedessi nella piazza qualcuno condotto al supplizio, giustamente condannato, e tu potessi strapparlo dalle mani del carnefice, forse che non faresti quanto puoi per portarlo via? Ora vedendo un tuo fratello trascinato ingiustamente e contro il volere divino, non dal carnefice, ma dal diavolo nel baratro della perdizione, ti rifiuti di fare lo sforzo col quale lo libereresti dal legame dell’iniquità. E come potrai essere degno di indulgenza? "Ma è più forte e robusto di me", voi dite. Ebbene mostratemelo: se ostinatamente rimarrà nel suo proposito, affronterò un pericolo mortale piuttosto che sopportare che egli entri nel vestibolo del tempio.
    ...Che indulgenza chiederai se sei cristiano a metà? Credetemi, metterò in pericolo la mia vita prima di abbandonare qualcuno oppresso da questo male, se ne verrò a conoscenza! Altrimenti, se non ne verrò a conoscenza, che Dio lo perdoni!...

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  2. la laurea horroris causa a Kiko Arguello.
    Lectio magistralis di Kiko Argüello

    Codesto campione della menzogna gira a piede libero, annunciando clamorosamente cio' che avviene in realta', senza che nessuno della gerarchia intervenga, anzi gli consegnano dei premi laudatori:

    ...Questa iniziazione cristiana, che il Cammino Neocatecumenale ripropone nei suoi tratti fondamentali, ricostruisce la comunità cristiana, ispirandosi alla Sacra Famiglia di Nazaret. Nello Statuto lo si dice espressamente: “Modello della comunità neocatecumenale è la Sacra Famiglia di Nazaret, luogo storico dove il Verbo di Dio, fatto Uomo, si fa adulto crescendo ‘in sapienza, età e grazia’, stando sottomesso a Giuseppe e Maria[2]. Nella comunità i neocatecumeni divengono adulti nella fede, crescendo in umiltà, semplicità e lode, sottomessi alla Chiesa (Art. 7 § 2).

    Il bugiardo continua:

    Il Cammino Neocatecumenale ha potuto operare ciò che ha fatto sino ad ora – famiglie ricostruite, numerosi figli, vocazioni alla vita contemplativa e al sacerdozio… – solo attraverso quest’opera di ricostruzione della famiglia. Vorrei qui accennare brevemente a come si fa questo nel Cammino, educando le famiglie alla preghiera e alla trasmissione della fede ai figli: sono i genitori infatti, come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica, che “hanno ricevuto la responsabilità e il privilegio di evangelizzare i loro figli” (n. 2225).

    ....Dopo oltre trent´anni di cammino, uno dei frutti che più consolano è vedere le famiglie ricostruite diventare vera ´chiesa domestica´. Queste famiglie, aperte alla vita, e quindi di solito numerose, assolvono il compito primario della famiglia cristiana di trasmettere la fede ai propri figli.

    Se noi non sbugiardiamo codesto personaggio, chiunque partecipa a codesto movimento nel tempo vedra' la sua vita spirituale andare distrutta.

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  3. Sì tutte considerazioni giuste.

    Ma c'è un fatto che Jonathan mette BENISSIMO e giustissimamente in evidenza.

    La concretezza della DIVISIONE e dello SFASCIO delle Famiglie.

    Questo fatto e tra i più gravi.

    E' un fatto che DEVE far riflettere tutti e soprattutto coloro che analizzano i problemi del CnC. SAcerdoti e laici.

    I problemi creati a singoli, sebbene assolutamente non di minore gravità a livello personale, però non vanno ad inficiare su un Sacramento! Per cui il problema dello sfascio delle famiglie rimane tra forse il più grave.

    A prescindere dalle considerazioni peculiari, riguardo la situazione descritta, il mio "consiglio cara Jonathan è di TUTELARE l'Unione di quegli Sposi!

    O comuqnue di ESOTARE Colui o Colei (in questo caso) che nutre dubbio e distacco dal CnC per il suo "essere", di "mettere avanti" il Matrimonio! Questo lo dico con tutta la mia consapevolezza riguardo la situazione!

    Eventualmente cercare, CON DELICATEZZA E SENZA MAI ENTRARE IN UNO SCONTRO,di esporre i problemi verificati. MA NON ANDARE OLTRE SE NNON C'E' IL PIENO ACCORDO TRA I DUE.

    Qualcuno inizierà a dire: "allora contrabbandi la Verità, usi bugie"!

    La risposta è NO! Solamente, NON OBBLIGO. Quando si è sposati si è in DUE! Se uno dei due ha una convinzione, non lo si può OBBLIGARE a lasiarla, anche se in nome della Verità! Cristo non ha mai detto di OBBLIGARE o TRASCINARE, soprattutto i coniugi.

    Ma c'è un insegnamento nel senso opposto: ovvero, il coniuge "santo" dia testimonianza di Carità nella Verità (e viceversa) all'altro coniuge!

    Dice San Pietro: "E chi potrà farvi del male, se sarete ferventi nel bene? Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non sgomentatevi per paura di loro e non turbatevi, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo."

    E ancora: "Allo stesso modo voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti, perché, anche se alcuni non credono alla Parola, vengano riguadagnati dal comportamento delle mogli senza bisogno di discorsi, avendo davanti agli occhi la vostra condotta casta e rispettosa"

    Quindi, secondo me, occorre essere PRUDENTI.

    Si può sfasciare un Matrimonio per uscire dal Cammino? Secondo me NO!
    Il coniuge che si trove in sofferenza dovrà "caricarsi della Croce", grandissima Croce. E se lo farà, guadagnerà l'altro coniuge e la corona di Gloria.

    Si può dire di aver taciuto e ignorato la Verità! No, dal momento che uno non la contrabbanda ma accetta di sopportare una sofferenza.

    So che è molto doloroso. Ma ancora più doloroso è mettersi in rotta con un coniuge o con una intera famiglia SCONTRANDOSI con loro. Se ci si scontra si è sicuri di sfasciarla!

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  4. E, quindi la moglie, se portasse fino alle estreme conseguenze le sue perplessità e conseguenti decisioni di uscire dal cammino, si troverebbe di fronte al dramma di tutte le coppie che questa difformità inesorabilmente DIVIDE

    Infatti, è proprio così. Qualche tempo fa, quando il problema cominciò a prendere corpo, suggerii loro di scegliere e decidere insieme, di non mettere in discussione la fiducia e l'ascolto reciproci. Così fecero, scegliendo però di restare.

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  5. Inoltre, in riferimento al blasfemo Art. 7: “Modello della comunità neocatecumenale è la Sacra Famiglia di Nazareth”, lo sdegno raggiunge il culmine, come già avevo scritto in passato:

    “Ora come si può pensare che sia la verità quella che vanno annunciando i Signori Carmen e Kiko e tutti i loro catechisti?
    Essi affermano tutti e due di aver visto la Vergine Santa.
    A Kiko la Vergine Maria, avrebbe detto: “Bisogna fare piccole comunità come la Sacra Famiglia di Nazareth, che vivano in umiltà, semplicità e lode, dove l’altro è Cristo”
    La Carmen invece racconta: “Io pensavo di fondare, con alcune amiche, qualcosa di nuovo, ma ho sentito dalla Madonna: “No …, è la Chiesa: benedetta tu fra le donne, sarà la Chiesa”.
    Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di andare contro la Dottrina e il Magistero della Chiesa Cattolica?
    Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di mistificare e distorcere a proprio tornaconto la Parola di Dio, che si è fatta Carne in Lei, ed è suo Figlio?
    Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di distruggere in vari modi il Sacerdozio Ministeriale?
    Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di formarsi dottrinalmente con i Protestanti e sul Catechismo Olandese?
    Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di devastare la Liturgia e negare il Sacrificio Eucaristico di suo Figlio, con abusi, Sacrilegi e peccati di ogni genere?
    Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di togliere dai cuori il senso del pentimento del peccato, cioè il Santo Timore di Dio, scardinando così a lungo andare la Confessione Sacramentale individuale?
    Forse che la Vergine Santa avrebbe detto loro di distruggere le coscienze di tutti i suoi figli, con ogni sorta di menzogne e violenze psicologiche?
    A proposito di questo,ci fu un caso agghiacciante, due anni fa a Terni: di un uomo anziano che stava in una Comunità Neocatecumenale di Terni. Quest’uomo aveva avuto problemi con la moglie e si erano separati. Accadde che nel corso di una convivenza mensile, durante il giro di esperienze, un fratello gli si scagliò contro accusandolo di questo suo doloroso problema personale che lo affliggeva da tempo; in seguito a ciò l’uomo abbandonò la comunità, entrò in depressione e a distanza di un mese, un giorno prese il suo nipotino di quattro o cinque anni e lo uccise a colpi di roncola davanti ad una chiesa e subito si tolse la vita anche lui. Questa notizia ci fu data dal Responsabile della mia ex comunità, che era un suo amico di famiglia. Ma il Responsabile della comunità che quest’uomo per vent’anni anni aveva frequentato, negò che avesse mai fatto il Cammino insieme a loro. (Che splendido esempio di KOINONIA in chi, come quel Responsabile, da anni ormai, aveva già “finito” il Cammino!!)
    Dove sono le comunità come la Santa Famiglia di Nazareth? Dove sono l’umiltà, la semplicità e lo spirito di lode? Dove si vede che “l’altro” in comunità è “Cristo”?

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  6. Come si può affermare che le comunità neocatecumenali siano strutturate “a modello della Sacra Famiglia di Nazareth”, quando Kiko negli “Orientamenti alle equipes dei catechisti” afferma:

    “Il cristianesimo non è un moralismo. Gesù Cristo non è affatto un ideale di vita. Gesù Cristo non è venuto a darci l'esempio e ad insegnarci a compiere la legge. Dio ha manifestato agli uomini la sua volontà dando la legge sul monte Sinai, con i dieci comandamenti. Questa legge nessuno l'ha potuta compiere. Come dice l'apostolo san Giovanni: "Se diciamo che non abbia mo peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi... Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di Dio un bugiardo". Quindi, se la legge mosaica nessuno l'ha potuta compiere né giustificarsi mediante essa, come ci darà Gesù Cristo una legge ancora più difficile? Come potremo compiere qualcosa di ancora più difficile? (Mosè al quadrato, come dicono i protestanti). Se già prima la legge era ardua e nessuno l'ha compiuta, tanto che la legge ha dimostrato che tutti noi siamo peccatori, come compiere ora il discorso della montagna, che è ancora più difficile? Perché Gesù Cristo dice: "Avete udito che fu detto: non commettere adulterio (per commettere adulterio bisognava accostarsi a una donna diversa dalla propria moglie), ma Io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore". Gesù Cristo porta la legge a un grado ancora più difficile di prima. Così quando dice: "Avete udito: non uccidere (per essere un assassino bisognava ammazzare qualcuno fisicamente), ma lo vi dico: chiunque dice al fratello: imbecille, è già colpevole di omicidio. Come si può capire una cosa simile? Se era impossibile compiere la legge di Mosè, come può Gesù Cristo darci una legge nuova, col sermone della montagna, ancora più impossibile da compiere? La gente pensa che Gesù Cristo è venuto a darci una legge più perfetta della precedente e che, con la sua vita e la sua morte (la sua sofferenza soprattutto), ci ha dato l'esempio perché noi si faccia lo stesso. Per queste persone Gesù Cristo è un ideale, un modello di vita, un esempio. Non è così. Questo sarebbe convertire il cristianesimo in un moralismo: la giustificazione della persona mediante il compimento della nuova legge, con l'aiuto dei sacramenti. Così molta gente pensa: Gesù Cristo ci ha dato dei sacramenti perché, accostandoci ad essi, abbiamo la forza di compiere la legge; inoltre ci ha dato l'esempio con la sua vita dicendoci: vedete come faccio io? Così fate anche voi. Se poi chiedi alla gente: tu lo fai? ti rispondono: via, io non sono Gesù Cristo, non sono mica un santo... Il cristianesimo non è per nulla un moralismo. Perché, se Gesù Cristo fosse venuto a darci un ideale di vita, come avrebbe potuto darci un ideale talmente alto, talmente elevato, che nessuno lo può raggiungere?” ( Or., pag. 125-126)

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  7. Quindi questo Articolo n.7 [Il Neocatecumenato si attua in piccola comunità …]” che dice che le comunità neocatecumenali sono strutturate e portate avanti seguendo il modello della Santa famiglia di Nazareth è da rigettare come falso e blasfemo.
    Inoltre, Il Cardinale Stanislaw Rylko, e i fondatori del Cammino Neocatecumenale, Kiko Arguello, Carmen Hernàndez e Padre Mario Pezzi e tutti coloro che in questi quarant’anni li hanno spalleggiati, vorrebbero farci intendere che in queste comunità neocatecumenali, la Sacra Scrittura, la vera Tradizione della Chiesa Cattolica, ed il Catechismo della Chiesa Cattolica, siano da mettere in relazione con le aberranti catechesi contenute negli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti(!)

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  8. Magistero di PIO PP. VII, datoci nell’Enciclica "DIU SATIS", promulgata per fermare le azioni di persone come queste, che si aggirano nel Vaticano e nelle varie Diocesi del mondo.

    Su questo punto, Venerabili Fratelli, non possiamo chiudere gli occhi, né tacere, né essere troppo indulgenti: se infatti non è frenata e repressa così grande libertà di pensiero e di parola, di leggere e di scrivere, sembrerà che per tanto tempo siamo stati sollevati dal male che da così lungo tempo ci affligge, per il senno e le forze dei più sapienti e potenti re e duci; ma che, scomparsa ed estinta la loro stirpe (inorridiamo nel dirlo, pure bisogna dirlo) quello dilagherà di più e acquisterà forza abbracciando tutta la terra, né per l’avvenire basteranno a distruggerlo o ad allontanarlo legioni di soldati, guardie, sentinelle, munizioni di città e fortificazioni di imperi. Ognuno di noi, Venerabili Fratelli, si sente commosso ed esaltato dal fatto che Dio ci assegnò il Profeta Ezechiele: "O figlio dell’uomo, io ti ho posto come vedetta nella casa di Israele: tu udrai dalla mia bocca la mia parola e l’annuncerai loro. Se quando io dico all’empio: morrai di morte, tu non glielo annuncerai... l’empio morrà nella sua malvagità: e io esigerò da te il suo sangue". Queste parole, lo confessiamo, Ci vanno stimolando giorno e notte, e non Ci permetteranno mai di essere incerti o esitanti nell’adempimento del Nostro dovere; e vi promettiamo e garantiamo che non solo saremo il vostro collaboratore e fautore, ma anche il primo e il capo.

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  9. Per la qual cosa vi premetto fin d’ora: ognuno attiri a sé un fratello, anche se è necessario opporsi, anche se si debba farlo con la forza, anche con contumelie e dispute: smuovete la pietra perché si liberi dal laccio del diavolo e rompa il legame con coloro che consegnarono Cristo perché fosse messo a morte.

    caro Gianluca,

    non sappiamo che rapporto ha jonathan con questa coppia e comunque, conoscendo l'autoritarismo dei catechisti(che non è autorevolezza e la toglie a chiunque altro), il suo dire sarebbe del tutto ininfluente: gli occhi li apre solo chi VUOLE e soprattutto chi è in grado di aprirli... lo ha spiegato molto chiaramente e lucidamente A.Rita nel penultimo thread; conclusioni già tratte anche a me.

    Non possiamo mettere sulla coscienza di Jonathan un peso che non è tenuta a portare perché sappiamo bene come non può dipendere dalle sue esortazioni la 'salvezza' di questa coppia.
    Se ha detto parliamone, intendeva chiedere confronto proprio nel misurarsi con questa impotenza e con questa ineluttabile distruttività del cammino che purtroppo continuerà a perpetuarsi finché ci saranno le connivenze che conosciamo e finché il Signore lo permetterà.

    La riprova di quello che dico sta scritta nel nostro percorso qui, durante il quale abbiamo avuto un buon indice di ascolto: non parlo ovviamente del numero dei frequentatori del blog, ma di coloro che si sono confrontati con noi, hanno recepito gli insegnamenti della Chiesa e hanno cambiato coraggiosamente e dolorosamente direzione.

    Ma tutto purtroppo si è limitato a questo e a mettere sull'avviso chi non sa: non è poco se pensiamo che si tratta di molte anime, che certo potevano e potrebbero essere molte ancora di più senza le connivenze e la sconcertante e opinabile 'approvazione' che continua a garantire questa entità così nefasta per la Chiesa e per le persone in essa.

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  10. Qualcuno inizierà a dire: "allora contrabbandi la Verità, usi bugie"!

    Preciso, per chiarezza, che questi miei carissimi amici conoscono le ragioni della mia scelta di lasciare il cn. Non ho taciuto la verità. Solo, non ho forzato, diciamo così. Avrei potuto portare altri argomenti, entrare nel dettaglio, ma non l'ho fatto appunto per i timori che ho detto, e che Stefano ha bene precisato.

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  11. caro Gianluca,

    vorrei fare una osservazione sulla tua citazione di Pio VII:

    Ognuno di noi, Venerabili Fratelli, si sente commosso ed esaltato dal fatto che Dio ci assegnò il Profeta Ezechiele:...
    ................
    e vi promettiamo e garantiamo che non solo saremo il vostro collaboratore e fautore, ma anche il primo e il capo.


    Ora, mentre possiamo ritenere tuttora attuale e la prima parte, la conclusione non mi sembra realisticamente rispecchi la NOSTRA attuale situazione. Ergo siamo sì sentinelle (lo dico perché non ce lo siamo detto da soli ma così ci ha esortati qualcuno che ha più responsabilità di noi nella Chiesa), ma senza capo, nel senso che collaboratori e fautori, a livello gerarchico non ne vedo... o meglio, se pensiamo al nostro Papa nel parlare lo è ma, nei fatti, il "vietato vietare" glielo impedisce

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  12. Cara Jonathan.

    Sai, la situazione mi tocca da vicino.

    Io e mia Moglie siamo usciti insieme dal CnC, di comune accordo dopo aver sperimentato ciò che ci ha fatto soffrire. Il metodo e l'indipendenza del CnC.

    Ma ti dico da subito che se mia Moglie avesse obiettato, io sarei rimasto. Soffrendone, ma sarei rimasto.

    Anche perchè lasciare la Comunità è stata in ogni caso una grande sofferenza per tutt'e due. Ho lasciato fratelli a cui sono legato molto. Soprattutto uno, a cui mi lega una grande amicizia. Inevitabilmente i rapporti sono diventati meno stretti, soprattutto perchè pensano che io "parlo male del Cammino su internet"! L'analisi è assimilata in modo automatico al "parlar male"! E' difficile combattere contro pregiudizi. Soprattutto se sono sostenuti da talune "autorità" come in comunità. Anche se "auto-investite".

    Se mia moglie avesse avuto un dubbio, un'incertezza, se non avesse avuto convinzione, sarei rimasto. Magari avrei detto la mia, avrei esposto tutto il mio sentire. Ma se lei rimaneva IO RIMANEVO. Non ci piove.

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  13. ma senza capo, nel senso che collaboratori e fautori, a livello gerarchico non ne vedo... o meglio, se pensiamo al nostro Papa nel parlare lo è ma, nei fatti, il "vietato vietare" glielo impedisce.

    E' questa e la tragicita' del momento, chi dovrebbe agire, non solo nel parlare, non lo fa.

    (lo dico perché non ce lo siamo detto da soli ma così ci ha esortati qualcuno che ha più responsabilità di noi nella Chiesa)

    Anche codesto qualcuno, che cosa sta facendo di concreto per fermare questa piaga?
    Esorta noi a continuare a parlare, ma tremo nel pensare se questo qualcuno, non stia facendo niente del suo, specialmente se e' un Vescovo o un cardinale.

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  14. Anche codesto qualcuno, che cosa sta facendo di concreto per fermare questa piaga?

    ci sono molti sacerdoti che hanno pagato e stanno pagando di persona... a qualcuno come al nostro newgold, che li ha estromessi dalla sua parrocchia, è andata bene perché ha un vescovo che è di quelli "che non vedono, non sentono, non parlano"...

    Ma oggi la Chiesa è quella che è.
    Dobbiamo continuare a denunciare, ma anche a intensificare la preghiera e a chiedere al Signore che custodisca e aumenti la nostra Fede!

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  15. 1 Testificor coram Deo et Christo Iesu qui iudicaturus est vivos ac mortuos, et adventum ipsius et regnum eius: 2 praedica verbum, insta oportune inportune, argue, obsecra, increpa in omni patientia et doctrina. 3 Erit enim tempus cum sanam doctrinam non sustinebunt, sed ad sua desideria coacervabunt sibi magistros prurientes auribus, 4 et a veritate quidem auditum avertent, ad fabulas autem convertentur.
    5 Tu vero vigila in omnibus, fossura tolerate patientia, labora opus fac evangelistae, ministerium tuum imple. ( 2 Tim 4 ,1 – 5 )

    ...increpa in omni patientia et doctrina...
    Chiaramente le situazioni familiari sono delicate da affrontare, un conto sono i singoli, un conto, ripeto, sono una famiglia intiera, naturalmente il mio modo di pensare non e' agire come dei carri armati, ma bisogna agire se no codeste famiglie incappate nei lacci di codesta setta a lungo andare soccomberanno, e questo e certo come sorge il sole:

    ...E che cosa ne sarà di tutte le persone che in buona fede militano dentro questo movimento, plagiate, e sottomesse all‟obbedienza più cieca dalla guida di catechisti eretici? Io stesso (Gianluca), discutendo con un loro super catechista (con 11 figli) della loro dottrina sull‟Eucaristia, dopo un primo momento della solita incapacità che hanno di riconoscere la verità, mi son sentito confessare: “prega per me, mi sento un fallito”. Questo per far capire che le famiglie creatisi nel Cammino Neocatecumenale (soprattutto quelle in intineranza e quelle molto numerose), giacciono in uno stato spirituale che è prigioniero della dottrina e della personalità di Kiko Arguello, e soprattutto il giorno che prenderanno coscienza della verità sul Cammino Neocatecumenale e sul loro fondatore, se volessero tornare nella vera realtà della vita si ritroverebbero con una moltitudine di figli da sfamare e da mantenere in tutto e per tutto, “cosa materialmente impossibile con uno stipendio solo” e con uno stato spirituale veramente da “falliti”; Traendo così l‟amarissima conclusione che non possono abbandonare il movimento per problemi di sopravvivenza. Quello che ci chiediamo sul problema delle famiglie intineranti è soprattutto chi faccia il discernimento per capire, innanzitutto se veramente Dio le chiama a questa missione (e con vera paternità e maternità responsabile), e poi come sia possibile fidarsi delle rassicurazioni di Kiko Arguello su tale discernimento. A questo particolare eretico non gli importa nulla delle famiglie, a lui importa solo di far fare tanti figli, non per uno spirito di apertura alla vita come predica, ma per crearsi il suo popolo e - non ci stancheremo mai di dirlo - gli è stato permesso. E considerando la sua particolare attitudine a mentire, quando appare in televisione e sui palchi, come ultimamente ha fatto per le giornate della famiglia, è con certezza un vano tentativo da parte sua di dimostrare che lui è Cattolico. Ci permettiamo di parlare in questo modo, non per sentito dire, ma perché siamo testimoni oculari, prima di tutto su noi stessi per aver fatto parte di questa setta, secondo perché quello che Kiko predica è già stato bollato al fuoco della Verità a partire dal Concilio di Trento sino al Concilio Vaticano I.

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  16. “Lui ne attribuisce in gran parte il merito al cn, perché, dice, lo ha aiutato a restare nella Chiesa; l'ascolto della Parola soprattutto lo ha reso capace di resistere alle tante tentazioni, l'adulterio, per es., o il lavoro forsennato pur di far soldi…”

    E’ difficile tenere in piedi un matrimonio quando, mi pare di capire, tante avversità piombano sulla coppia. Non so quali siano tali avversità, però si evince in filigrana che “lui” sia stato tentato da situazioni particolari, probabilmente per far fronte al dolore o ai dispiaceri subiti. “Lei” appare più salda, forse più matura. “Lui”, di contro, ha bisogno di una comunità che lo protegga come lo scapolare che certi ordini portano contro le tentazioni.

    Non conosco i retroscena, ripeto, e conoscerli servirebbe a poco. Mi pare, però, emergano almeno un paio di questioni che meritano un minuto di riflessione.
    La prima: manca, a mio avviso, un riferimento alla Croce. Nel sacramento del matrimonio, la formula è chiara: parla di unione “nel bene e nel male”, anche quando il carico del male si fa più consistente. Ma ecco che il male arriva a sorpresa: colpisce e indebolisce, sfascia e lascia stremati. La psicanalisi risolve facilmente la questione: è l’eterno conflitto tra Thanatos ed Eros: all’evento doloroso si risponde o con la depressione o con una esagerata ed incongrua “gioia di vivere” che, però, sembra esser toccata solo a “lui”…

    La seconda: un matrimonio non si salva solo con l’osservanza dei Comandamenti. Si può bigottamente rispettare “le regole” e, intimamente, lasciar sfiorire l’amore vivendo l’altro, o l’altra come “croce” con la c minuscola. Un peso, insomma. La Croce è lontana da quest’atteggiamento legalista, legalista perché i Comandamenti non vengono seguiti con amore ma per timore, la stessa differenza che passa tra attrizione e contrizione.

    Dov’è, allora la svolta? Semplicemente, dico semplicemente ma non è facile, unire la morale dei Comandamenti con la morale che deriva dalle Beatitudini. Il “non devi” gravoso e imperioso (per il bene nostro, non dimentichiamolo…) diventa il “beato te” quando sarai provato, quando avrai fame di giustizia, sete d’amore, desiderio di misericordia per essere a tua volta misericordioso.

    I Comandamenti d’origine mosaica vengono traslati, come è giusto perché il Signore fa nuove tutte le cose, sotto una luce nuova: il “non devi…” deve essere letto con un seguito: “non devi…, ma non preoccuparti della tua debolezza: c’è la mia Grazia”.
    Se la Grazia non viene presentata come Amore o, più precisamente, la comunità (qualunque essa sia) dice “io sono la tua grazia”, l’obbedienza ai Comandamenti sarà sempre gravosa e le Beatitudini inudibili perché dettate da una montagna troppo alta che disperde il suono e la dolcezza del consiglio evangelico.

    Ma ora la domanda cruciale: qual è la mia responsabilità nei riguardi di un intervento “chiarificatore” all’interno di una situazione come questa? Devo “mettere il dito tra moglie e marito” o non entrare in merito alla questione?
    Il mio consiglio, forse per molti pavido, è questo: implorerei l’assistenza dello Spirito su di me, per capire il mio dovere, il mio possibile contributo, il mio eventuale impegno a favore della coppia, indipendentemente dal fatto che sia stato “bruciato” da quell’esperienza comunitaria. Rimarrei, facendolo capire, nell’attesa pronto all’ascolto se un consiglio mi dovesse esser richiesto. Ma se non c’è chiarezza spirituale in me, fuoco divoratore che mi fa ardere per la verità, potrei diventare, involontariamente, causa seconda di un male che cova e che non potrò combattere senza l’ausilio della Grazia che, paradossalmente, deve toccare me per primo per potermi fare Sua indegna eco.

    Chisolm

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  17. Se mia moglie avesse avuto un dubbio, un'incertezza, se non avesse avuto convinzione, sarei rimasto. Magari avrei detto la mia, avrei esposto tutto il mio sentire. Ma se lei rimaneva IO RIMANEVO. Non ci piove.

    chissà quanti sono in questa situazione... è una prova davvero dura e tale da mettere nel tempo anche a rischio la propria fede continuando ad assorbire veleno, anzighé il "buon cibo solido" degli Apostoli...

    pregare e offrire per la Chiesa di Cristo, altro non ci è dato se non il nostro povero impegno

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  18. Rimarrei, facendolo capire, nell’attesa pronto all’ascolto se un consiglio mi dovesse esser richiesto. Ma se non c’è chiarezza spirituale in me, fuoco divoratore che mi fa ardere per la verità, potrei diventare, involontariamente, causa seconda di un male che cova e che non potrò combattere senza l’ausilio della Grazia che, paradossalmente, deve toccare me per primo per potermi fare Sua indegna eco.

    è questo, assolutamente questo, da fare da chiedere da essere

    RispondiElimina
  19. Ma ora la domanda cruciale: qual è la mia responsabilità nei riguardi di un intervento “chiarificatore” all’interno di una situazione come questa? Devo “mettere il dito tra moglie e marito” o non entrare in merito alla questione?
    Il mio consiglio, forse per molti pavido, è questo: implorerei l’assistenza dello Spirito su di me, per capire il mio dovere, il mio possibile contributo, il mio eventuale impegno a favore della coppia, indipendentemente dal fatto che sia stato “bruciato” da quell’esperienza comunitaria. Rimarrei, facendolo capire, nell’attesa pronto all’ascolto se un consiglio mi dovesse esser richiesto. Ma se non c’è chiarezza spirituale in me, fuoco divoratore che mi fa ardere per la verità, potrei diventare, involontariamente, causa seconda di un male che cova e che non potrò combattere senza l’ausilio della Grazia che, paradossalmente, deve toccare me per primo per potermi fare Sua indegna eco.

    Carissimo Chisolm, hai espresso in poche parole quello che intendevo dire sul come agire nelle situazioni come queste, questo solo aggiungo a quello che hai detto, che mai avvenga che io taccia per pusillanimita', che Dio me ne scampi

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  20. chissà quanti sono in questa situazione... è una prova davvero dura e tale da mettere nel tempo anche a rischio la propria fede continuando ad assorbire veleno, anzighé il "buon cibo solido" degli Apostoli...

    pregare e offrire per la Chiesa di Cristo, altro non ci è dato se non il nostro povero impegno


    Sì, la situazione non è solo dura è tragica!

    Perchè va a distruggere i legami SACRI.

    Ma ho capito che si può sostenere questa Croce con la pace nel Cuore.

    In primo luogo perchè il dramma non lo abbiamo provocato ma lo subiamo!

    Poi perchè la responsabilità del "sincretismo" nella Verità non ce l'abbiamo noi. E nemmeno un coniuge che "scelga" quello che la Chiesa permette! Una cosa è che una si avveduto. Ma al Fedele non è richiesta la laurea inTeologia o l'Istruzione Teologica. Soprattutto se i Maestri non fanno più i maestri! Quindi, si può stare con il cuore in pace, anche se soffrendo.

    Occorre che chi ha delle responsabilità cominci a prendersele.

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  21. Ma al Fedele non è richiesta la laurea inTeologia o l'Istruzione Teologica.

    non occorre la laurea in teologia, per riconoscere certi svarioni dottrinali, come non occorre una laurea in piscologia per riconoscere gli psicologisni da quattro soldi né una laurea in psichiatria per riconoscere certi meccanismi manipolatori e le ragioni per le quali vengono subiti (del resto ce lo ha sciorinato con estrema lucidità e proprietà A. Rita)

    E' ormai ineludibile la protezione di chi non è in grado di sottrarsi e di chi ancora non sa e corre il rischio di cascarci dentro con l'avallo della Chiesa...

    questo è il grande scandalo che diventa un dramma esistenziale morale e spirituale per tante persone e tante famiglie, più di quanto non appaia qui...

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  22. Due miei cari amici - nel CNC da più di un decennio - stanno per divorziare.
    Già vivono separati. Lui è stato denunciato per percosse…
    Capita certamente dentro e fuori dal CNC, nella Chiesa in generale: i cristiani, in questi frangenti, come possono dare una testimonianza?

    Nel CNC, però c’è un problema: il peccato è quasi - troppo - “giustificato”.
    Sì, hai percosso tua moglie. Non è una tragedia, ti dicono i NC. Sei senza fede, peccatore.
    In questa sede è già stato evidenziato che dietro questo “laissez faire” c’è un luteranesimo spinto… La natura umana è troppo compromessa e non più in grado di fare del bene.

    E qua non ci siamo. Bisogna insistere di più sull’esempio da dare al prossimo, ferma restando la contemporanea insistenza sulla confessione frequente.

    Bell’articolo, cara Jonathan. Non ho suggerimenti particolari. Fai quello che ti senti e, nei modi e nei tempi opportuni, dai liberamente la tua testimonianza.

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  23. non occorre la laurea in teologia, per riconoscere certi svarioni dottrinali, come non occorre una laurea in piscologia per riconoscere gli psicologisni da quattro soldi né una laurea in psichiatria per riconoscere certi meccanismi manipolatori e le ragioni per le quali vengono subiti (del resto ce lo ha sciorinato con estrema lucidità e proprietà A. Rita)


    Forse non occorre, ma occorre una FORMAZIONE CATTOLICA potente, proprio per i motivi che hai detto!

    E chi la da? I fedeli se la danno da soli? Sono chiamati a istruirsi da soli? NO. I Maestri che fanno? Dormono? Allora se dormono non si può addebitare ai fedeli di non essersi auto-istruiti o chiedere loro di cercare il più possibile di auto-istruirsi!

    RispondiElimina
  24. ...E riguardo la "messa in gaurdia" di chi come noi testimonia, ci sta tutta. Ma non ha e non potrà mai avere il Crisma della "definitività".

    Nel senso che è e deve essere presentata come una "testimonianza" appunto. Come una "scelta" da mettere davanti alle persone. Mai come un "mezzo" che vada in qualche modo a "sovrapporsi" a quello che devono fare i Pastori. E' certo che qui mai nessuno abbia pensato una cosa del genere, ma all'esterno può emergere dalla "forza" con cui si sostengono i fatti.

    L' Autorità Divinamente Costituita è la SOLA che può dirimere definitivamente i dubbi e le tragedie. Per questo chi ha responsabilità dovrebbe esercitarla per il bene di tutti!

    Finchè ci sarà questo limbo, sarà impossibile creare le condizioni per una presa di coscienza, individuale e "collettiva".

    C'è bisogno di Autorità, non solo nel parlare, ma nel SOSTENERE certe posizioni. Così Gesù ha fatto la Chiesa. Ha fatto Lui la Gerarchia e ha fatto bene. Essa ha un peso fondamentale, nel bene e nel "male".

    Per questo sono convinto che i problemi del CnC, come di altri, si risolveranno solo dall' "alto" in basso e non viceversa. Si potrà, dal basso, evidenziare i problemi. Ma la Soluzione se verrà, sarà dall'Alto. In tutti i sensi.

    RispondiElimina
  25. E chi la da? I fedeli se la danno da soli? Sono chiamati a istruirsi da soli? NO. I Maestri che fanno? Dormono? Allora se dormono non si può addebitare ai fedeli di non essersi auto-istruiti o chiedere loro di cercare il più possibile di auto-istruirsi!

    hai perfettamente ragione Steph!

    La mia generazione non era così pesantemente inquinata e se anche ho vissuto il cambiamento e in gran parte a suo tempo ne assorbito gli effetti, da cui ora prendo per Grazia del Signore le distanze, molto dipende dalla formazione ricevuta in precedenza (approfondita poi, ma alle Fonti non inquinate, dopo aver conosciuto i 'falsi profeti')

    Il dramma è: quale cristianesimo interiorizzano i giovani di oggi, che tutte le religioni hanno pari dignità, è saltato il primato petrino (nei fatti se non nella collegialità che non è corretamente applicata, ma forse è una delle tante ambiguità conciliari volute), la Chiesa non fa più proselitismo, il che significa che ha rinunciato all'Annuncio, e tuttavia 'manda' a evangelizzare una entità eretica e settaria, TRASCURANDO TOTALMENTE LA REALTA' CHE NON CORREGGERE L'ERRORE SIGNIFCA LASCIARLO PROLIFERARE e a far aumentare gli erranti, che peraltro già il modernismo imperante sforna a bizzeffe!

    Ecco, ancora una volta non resta che affidarsi al Padrone della vigna, allo Sposo che sembra tardare a venire, ma che è già qui...!

    RispondiElimina
  26. Per questo sono convinto che i problemi del CnC, come di altri, si risolveranno solo dall' "alto" in basso e non viceversa. Si potrà, dal basso, evidenziare i problemi. Ma la Soluzione se verrà, sarà dall'Alto. In tutti i sensi.

    non può che essere così, Steph; ma nel frattempo il nostro impegno qualche mattoncino per il Regno, forse lo tira su ed è la malta della Verità che lo fissa, non noi, che non possiamo arrogarci autorità che non abbiamo né funzioni che non sono le nostre e non possiamo far altro che continuare a fare del nostro meglio dal nostro posto (che non è solo quello visibile da questo blog), ma che solo il Signore conosce...

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  27. Un esempio di come il Cn distrugge le famiglie, attraverso la testimonianza di faustini.

    Lettera di Augusto Faustini al Cardinale Alfonso Lopez TRUJILLO

    Se Ella non ne fosse a
    conoscenza, mi permetto di informarLa che, il 27 aprile del 1992, alle ore 17, in presenza di testimoni, il parroco
    responsabile della parrocchia di S. Leonardo Murialdo, in Roma, dove i Neocatecumenali si riunivano e si riuniscono
    tuttora, Padre Domenico Paiusco, dei "Giuseppini del Murialdo", visti i gravi disaccordi che per colpa dei
    Neocatecumenali esistevano tra me ed il resto della famiglia, impose il DIVORZIO DI FATTO, pur di mantenere nella loro
    organizzazione il grosso della famiglia. Giustificò il provvedimento citando le disposizioni di S. Paolo in merito alle coppie
    formate da una donna cristiana ed un marito "pagano" (1Cor 7, 12-15). Nei sette anni antecedenti il gravissimo fatto da
    me testé riportato frequentavo la Comunità neocatecumenale che, sotto l'aspetto psicologico, si impadronì lentamente di
    mia moglie e dei miei tre figli. Vivendo personalmente questa terribile esperienza, ho avuto modo di verificare,
    dall'interno, quale è la concezione di "famiglia" messa in atto dai dirigenti della organizzazione neocatecumenale. In ogni
    singola "Comunità Neocatecumenale" si realizza, durante i numerosissimi anni di assidua ed esclusiva frequentazione,
    una situazione paradossale che, pur divenendo sempre più evidente, viene costantemente negata! Si realizza una unica
    grande famiglia di 40 / 50 persone guidate da un unico Capo famiglia (il "Catechista"). La indipendente progettualità di
    coppia, che è uno dei fondamenti della famiglia tradizionale cristiana, viene a scomparire completamente. Al suo posto
    subentra quella che viene ispirata direttamente dalla filosofia e dalla pseudo-teologia del fondatore Kiko Arguello. Anche
    la vita privata delle singole famiglie, sempre più limitata dai crescenti impegni di Comunità, viene manomessa ed orientata
    dai "Catechisti" neocatecumenali, fino a cessare definitivamente. L'aumento naturale delle amicizie interne, unito al
    crescente controllo psicologico dei dirigenti, annulla ogni possibilità di confronto e di dialogo con le realtà familiari esterne
    alle comunità stesse. Durante le confessioni pubbliche (che nelle comunità neocatecumenali venivano e ancora vengono
    fatte ad alta voce, alla presenza di tutta la comunità) si entra in particolari così intimi, scabrosi e delicati che quello che
    dovrebbe essere un equilibrio esclusivo della coppia viene sconvolto ed annullato definitivamente! Tutti i segreti intimi, e
    persino i peccati commessi nel passato, divengono patrimonio della comunità, distruggendo l'intimità esclusiva della
    coppia. La ferrea organizzazione neocatecumenale si vanta di stimolare la creazione di nuove famiglie. Questo è vero
    solo in apparenza! Ma con quali metodologie ciò avviene? Quando un giovane (o una giovane) raggiunge l'età di 20 - 25
    anni, viene posto davanti ad un bivio che non ammette eccezioni: divenire prete o suora di clausura (naturalmente
    continuando a restare legati all'organizzazione) oppure sposarsi al più presto facendo la scelta del partner all'interno
    della organizzazione stessa, secondo la pratica della "Endogamia"!

    RispondiElimina
  28. continua...

    ( sposate le figlie di Israele?). Se un giovane è già
    fidanzato con una ragazza esterna alla organizzazione, deve farla entrare nel così detto "Cammino", oppure dovrà
    cambiare fidanzata! Non parlo per sentito dire, Eccellenza. Quello che Le dico è accaduto anche a tutti e tre i miei figli. Il
    mio terzo figlio, studente, disoccupato e senza casa, fidanzato con una ragazza studentessa, disoccupata e senza casa,
    è stato fatto sposare al compimento dei 26 anni, perché Kiko Arguello non vuole che i suoi? giovani siano "tentati" dal
    demonio sul terreno della castità! Qualsiasi tipo di impegno esterno possa avere la singola famiglia, passa in secondo
    ordine rispetto agli impegni interni delle Comunità che, col loro costante controllo psicologico, garantiscono la
    cancellazione di ogni possibile percorso emotivo di crescita familiare indipendente! Gli impegni che la singola famiglia
    amava coltivare prima dell'ingresso nella organizzazione neocatecumenale: artistici, sociali, politici, sportivi, di studio, o
    altro, vengono etichettati come "Idoli". Ma il peggiore IDOLO di tutti, quello che deve essere abbandonato per primo,
    perché è quello che può far crescere le menti conservando l'autostima, è la cultura. I giovani sposi, con la scusa
    dell'apertura alla vita, vengono spinti ad una prolificità eccessiva ed irresponsabile. Arrivano a generare nuovi figli per
    esibizionismo, più che spinti da autentico amore.
    Ci sono famiglie di 8, 10 12 figli! Se nascono disaccordi, non si può
    affrontare un confronto di idee all'interno della famiglia, ma si deve esporre il problema all'interno della "Comunità
    neocatecumenale, perché la vera famiglia è la Comunità?!!! Se uno dei due coniugi non è d'accordo, e ne vuole parlare
    senza il controllo della Comunità, viene accusato di mormorazione? e, trascinato davanti alla Comunità, deve giustificarsi e
    chiedere scusa! Durante gli scrutini?, poi, dovrà convincere i Catechisti d'aver capito la lezione e che non lo farà mai più.
    La stima e la considerazione per i catechisti nell'organizzazione neocatecumenale è talmente esagerata ed enfatizzata
    che si verificano forme di autentico "tradimento psicologico".

    RispondiElimina
  29. ...È frequente che una moglie concepisca il proprio bambino
    fisicamente con il proprio marito, sapendo e sperando che sarà poi il Catechista il vero educatore e padre putativo. Nel
    caso che uno dei due coniugi formuli delle critiche nei confronti del "Cammino neo-catecumenale", i Catechisti
    intervengono sull'altro coniuge convincendolo che Dio parla agli uomini attraverso di loro ("angeli inviati dal Signore") e che il demonio sta cercando di allontanarli dalla organizzazione, agendo sul coniuge cattivo. Gli ricordano: Se il tuo
    coniuge ti è d'inciampo, odialo! Lo stesso farai con chiunque vorrà separarti da noi: figli, fratelli e genitori compresi! Gli
    insegnamenti di Kiko Arguello sul tema del matrimonio, negli ultimi anni hanno superato ogni aspettativa. Kiko ha deciso
    d'essere più realista del re! Nonostante il metodo naturale di regolazione delle nascite (Ogino Knaus) sia accettato e,
    spesso, raccomandato dalla Chiesa, in molte Comunità neocatecumenali viene considerato un peccato?. Anche questo
    viene discusso e giudicato dai "catechisti", che sono dei semplici laici. L'intimità affettiva e psicologica, unite alla
    progettualità, dovrebbero essere i cardini su cui basare qualsiasi rapporto di coppia! Tutto invece viene deciso dai potenti
    "catechisti". Per decenni tutto ciò è vissuto, trattato e giudicato da persone laiche estranee alla coppia stessa. Ognuno può
    immaginare quali effetti distruttivi scaturiscano da una situazione simile. La maggior parte delle coppie viene rovinata per
    sempre. Sin dai primi incontri nella organizzazione neocatecumenale si insegna che il matrimonio, la famiglia, il lavoro, i
    figli, gli averi, quando diventano importanti, sono idoli che vanno odiati?; i figli sono spazzatura!?. Kiko fa dire ai suoi
    catechisti: La famiglia è un mito terribile quando diventa religione! La cristianità la deve distruggere!?. Se la moglie è
    innamorata di suo marito, o il marito della moglie, si sono fatti un idolo! Devono imparare ad odiare?!!! I genitori devono
    fare la confessione pubblica davanti ai figli che, quindi, vengono a conoscenza di particolari scabrosi e vergognosi della
    loro vita intima, col risultato della distruzione definitiva della stessa figura genitoriale. In questo strano mondo
    neocatecumenale, fatto di fanatismo fondamentalista, la figura del genitore viene calpestata ed umiliata. Io pensavo che
    le cose orribili e le situazioni assurde in cui m'ero imbattuto io fossero deformazioni o esagerazioni di qualche "Comunità"
    particolarmente fanatica e distruttiva, ma, entrato in contatto con il sito internet: www.geocities.com/athens/delphi/6919 ,
    documentatissimo sulle catechesi impartite, ho potuto constatare che queste sono direttive date ancora oggi a tutte le
    Comunità neocatecumenali. Infatti nelle diverse edizioni degli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la convivenza
    della rinnovazione del primo scrutinio battesimale" viene mantenuto sempre lo stesso concetto. A pag. 179 si dice: Il
    primo mito che il Cristianesimo distrugge è la Famiglia?!!! Le invio, in allegato, l'intera pagina 179. Alla luce di quanto Le
    ho testimoniato, credo che Lei, Eccellenza, non mancherà di prendere posizione a difesa della famiglia almeno all'interno
    della Chiesa, prima che il mondo laico possa accorgersi di contraddizioni così imbarazzanti. Augusto Faustini
    (Roma 10 agosto 2004)

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  30. Alla luce di quanto Le
    ho testimoniato, credo che Lei, Eccellenza, non mancherà di prendere posizione a difesa della famiglia almeno all'interno
    della Chiesa, prima che il mondo laico possa accorgersi di contraddizioni così imbarazzanti.


    infatti! magari la colpa è del fatto che adesso il cardinale responsabile non c'è più. Ma in quattro anni (è morto del 2008), che si sappia, egli non ha fatto nulla e non era la prima né unica drammatica testimonianza di Faustini

    Ho la certezza che, se egli scrivesse all'attuale responsabile del Pontificio Consiglio per la Famiglia otterrebbe lo stesso assordante silenzio, come è accaduto per tutte le altre numerose testimonianze ai dicasteri competenti che conosciamo...

    RispondiElimina
  31. E’ difficile tenere in piedi un matrimonio quando, mi pare di capire, tante avversità piombano sulla coppia

    Questa coppia è stata sì, provata da tante difficoltà, che non è utile precisare, per ragioni di sintesi, ma anche di cautela e rispetto. Quel che conta è che loro hanno affrontato sempre tutto insieme. Non è stato affatto il cn a 'salvarli', anzi, in taluni casi (gravidanze a rischio) sono rimasti soli. Proprio 'nel bene e nel male', scegliendosi ogni volta reciprocamente, specchiandosi l'uno nell'altra. Ritrovandosi insieme, anche dopo cadute, cedimenti, debolezze. Non certo grazie al cn, ma direi nonostante il cn, il quale tende a contrapporre la sana ragionevolezza di lei al più superficiale e grezzo spiritualismo di lui.

    Loro sono cercatori di Dio, digiuni di chiesa, ma assetati di Dio, della Sua Verità. Non amano i catechisti, ma accettano di seguirli sperando, attraverso il cn, di poter incontrare e accogliere nella loro vita il Signore...

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  32. Cara Jonathan,
    pensa la tenerezza del Signore nei confronti di queste creature!
    Non vorrei essere nei panni dei responsabili di simili cose

    RispondiElimina
  33. sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i duri e puri itineranti della prima ora, sommersi di figli, sulla introduzione del "metodo billings", filtrata dalla blindatissima convivenza di inizio corso di quest'anno!
    Un po' di ragionevolezza (la paternità e maternità responsabile la stabilisce la Chiesa) introdotta forse perché qualcuno si è reso conto che era un meccanismo davvero irrazionale quello innescato da kiko?

    RispondiElimina
  34. ...ora, non saprei dire in merito alla 'chiarezza spirituale' di cui diceva Chisolm: di chiaro in me c'è solo la certezza che il Signore mi precede ed è luce ai miei passi. Anche adesso, che di luce sembra essercene poca.

    Ed è altrettanto chiaro che da Lui trae origine il senso, il perché, il come di me.

    In ogni caso, sono lieta che questa discussione abbia mostrato ancora una volta il sano e sapiente equilibrio che governa questo blog.

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  35. pensa la tenerezza del Signore nei confronti di queste creature!

    Infatti. Credo anch'io che il Signore abbia un debole, per così dire, per loro, e per i tanti come loro.

    Questo rassicura. E placa un po' la tristezza di saperli là. E il desiderio di prendere iniziative che potrebbero risultare avventate.

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  36. Scusate se insisto, non voglio annoiarvi, ma giusto per restare ancora sul concreto, magari può anche essere utile.

    C'erano due questioni inerenti il cammino su cui divergevano le opinioni di questi due sposi: la cosiddetta 'apertura alla vita', famigerato slogan nc, e poi l'impegno della decima. Quante discussioni e quanti problemi hanno generato in questa e in tante altre famiglie!

    Ricordo come in comunità si faceva fatica a parlarne apertamente, come fosse un male anche solo discutere la parola dei catechisti.

    Venivano annunciate le gravidanze come 'un frutto del cammino'. Ho conosciuto donne che hanno letteralmente rischiato la vita, per obbedire all''apertura alla vita', davvero un paradosso, oltre che un obbrobrio dottrinale, che non ha alcuna corrispondenza col catechismo della Chiesa catt.

    Come si fa a disinstallare questa roba? Come può farlo chi della Chiesa conosce solo il volto deturpato del cammino? Ho provato a far notare le differenze con l'insegnamento della Chiesa, ma non funziona, non più di tanto, non solo perché la mia parola non conta nulla, ma anche perché la chiesa è il cammino per loro.

    Così per la decima. Ne abbiamo parlato, tempo fa, con questi sposi, giovani, con tanti legittimi progetti in cantiere: lui predicava il rispetto delle regole, lei una ragionevole elasticità. Siamo arrivati ad una specie di compromesso, e abbiamo archiviato il problema come secondario e da modulare a discrezione.

    Questo non è prendersi cura della famiglia, ma tenerla al guinzaglio, seminando l'ignoranza di Cristo e del Suo Vangelo.

    Ecco perché non mi sento a posto solo perché non devo più sporcarmi le mani con certe scempiaggini.

    RispondiElimina
  37. Cara Jonathan

    utile ed emblematica la tua 'concretezza', che meglio aiuta a conoscere e conferma tante nostre valutazioni.

    La coppia in questione al momento - in parte grazie al tuo aiuto e poi con molto buon senso, capacità di dialogo e confronto nonché buona volontà ed evidente rispetto reciproco - ha trovato il suo equilibrio su queste due questioni, che l'irrigidirsi dell'uno o dell'altro sulle rispettive posizioni avrebbe portato a rottura...

    E, in ogni caso, il problema non è risolto definitivamente, ma solo accantonato perché, andando avanti nel cammino, i passaggi si fanno più rigorosi e il cerchio si stringe ancora di più.
    Io non ho la certezza che chi riesce a trovare un compromesso nel senso di non essere completamente 'trasparente' con i catechisti e la comunità, riesca poi a conservare la sua individualità fino in fondo...

    RispondiElimina
  38. Dice Jonathan:

    Ho provato a far notare le differenze con l'insegnamento della Chiesa, ma non funziona, non più di tanto, non solo perché la mia parola non conta nulla, ma anche perché la chiesa è il cammino per loro.


    Eh già.

    E ritorna il problema della carenza di AUTORITA' e del fatto che la nostra povera parola, a volte anche coperta da nostri umani errori, non abbia la possibilità di fare molto.

    Se davanti ai due fosse stata la Gerarchia, il Papa, che avesse affrontato il tema in modo diretto e inequivocabile, il discorso sarebbe cambiato.

    La costituzione interna del CnC impedisce di discernere personalmente. Il Discernimento personale è paradossalmente mediato anche quello! E si discerne semrpe per mezzo della Comunità! Con la presunzione di "garanzia" dell'analisi!

    Quello che vale per il CnC è il "riconoscimento formale" di se stesso. Le condizioni di questo riconsocimento NON IMPORTANO, perchè il loro adempimento o meno non è stato oggetto di interventi da parte della Chiesa.

    E' difficile far notare le differenze evidenti con la Chiesa, in materia di Fede, metodo e Litrugia, perchè c'è un pre-giudizio di fondo: il CnC è "approvato" e ogni differenza è coperta di "indulto". Per cui è tutto permesso e la differenza è solo "formale".

    Questo è quanto. Su questo impianto, se non c'è un segnale di "apertura" con l'accettazione di metter in discussioni il CnC, tutti gli sforzi sono vani e forse anche controproducenti!

    Il CnC ha una sruttura ed una identità granitica, trasmessa con forza agli adepti.C'è poco da addebitare a loro. Il problema è sostanziale e la soluzione non è alla nostra portata.

    Quello che si può fare è testimoniare con sincerità. Ma anche in questo caso attendendosi accuse di ribellione al Papa...!!!

    E' il paradosso dei paradossi! Ma tant'è!

    RispondiElimina
  39. Non ho voluto intromettermi in questa scambio, preferendo lasciare la parola a chi ha l`esperienza del cammino nc.
    Ho letto molte cose saggie e equilibrate, la priorità da dare al matrimonio, la sofferenza di chi per amore si adatta e porta quella sofferenza come una partecipazione alla Croce di Cristo.
    Ma, perchè deve essere la moglie ad adattarsi?
    Perchè è la più forte? La più ragionevole, la più capace di prendere la giusta distanza? La meglio armata per non lasciarsi coinvolgere dalle emozioni che confondono e mescolano tutto, parasitano la ragione, quando non prendono il potere su di essa?
    Solo il suo amore, la sua fede, la sua capacità di "dimenticarsi", ma in piena consapevolezza, la sua pazienza, la preghiera, la comunicazione nel rispetto reciproco, possono e potranno permettere a quella coppia di resistere alle difficoltà.
    Ma non mi sembrerebbe giusto che la moglie taccia, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, le sue emozioni, il suo marito non è un bambino, infantilizzarlo, constatare il suo stato di dipendenza affettiva, emotiva e spirituale senza rifletterlo e senza esprimere ciò che questo stato suscita in lei, non sarebbe giusto, e non aiuterebbe di certo la coppia crescere.
    Senza colpevolizzare il marito, mi sembra giusto che egli conosca lo stato d`animo della moglie che resta nel cammino per lui, per il loro matrimonio .
    La sincerità, la comunicazione, la trasparenza, il poter esprimere i propri bisogni, danno forza, se tutto ciò avviene nel rispetto reciproco, quella coppia vive il suo cammino all`interno del cammino nc, per il momento.
    Come amica mi limiteterei se richiesta, ad ascoltare, a riflettere, come in uno specchio, ciò che vedo, cercherei di andare dietro le parole per ascoltare e riflettere le emozioni che non si dicono, forse mi spingerei a porre delle domande, di quelle che fanno riflettere, perchè frutto dell`esperienza che se è personale è condivisa da molti fuoriusciti.
    Pur sapendo che il risultato non mi appartiene, quanta responsabilità, sensibilità, delicatezza e rispetto ci vogliono nella presenza di un`amica, talvolta non si può fare far all`altro l`economia di un`esperienza che gli è necessaria .

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  40. talvolta non si può far fare all'altro l'economia di un'esperienza che gli è necessaria.

    è vero, Emma, che non si possono risparmiare ad altri esperienze dalle quali non vogliono o hanno difficoltà ad uscire; ma non è troppo fatalistico pensare che esse siano loro necessarie? Certo, usciamo dal fatalismo se abbiamo fiducia che Dio ricava il bene anche dal male, ma è un discorso che non possiamo assolutizzare.

    Comunque sia, l'unico atteggiamento e comportamento buono e giusto è quello indicato da te, con le stupende motivazioni conclusive di Chisolm!

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  41. Questo è quanto. Su questo impianto, se non c'è un segnale di "apertura" con l'accettazione di metter in discussioni il CnC, tutti gli sforzi sono vani e forse anche controproducenti!

    intanto, un piccolo segnale di cambiamento, se è esatto quanto dice Psyco, c'è stato con l'attenuazione del rigore sulla cosiddetta assoluta e inesorabile "apertura alla vita", nell'ipotesi che
    qualcuno si è reso conto che era un meccanismo davvero irrazionale quello innescato da kiko?


    Ho lasciato l'interrogativo, perché davvero è tutto da verificare e potrebbe essere una piccola breccia sulla asserita e granitica infallibilità del falso 'profeta', con la possibilità che qualche spirito illuminato riesca ad innescarne anche altri.

    Tuttavia realisticamente non la vedo così semplice, perché l'"entità cammino" non è smantellabile con rimedi umani... solo se ci mette le mani il Signore

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  42. Comunque questa piccola 'breccia', sempre se risponde al vero, è un segnale interno; ma in questo caso probabilmente rivolto ad un qualcosa che stava per implodere proprio dall'interno. Dall'esterno nulla scalfisce il cammino, neppure le indicazioni del Papa!

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  43. Come amica mi limiteterei se richiesta, ad ascoltare, a riflettere, come in uno specchio, ciò che vedo

    Il consiglio di Emma mi sembra confermi il pensiero di tutti. E direi, è quel che ho fatto, più o meno, quel che cercherò di fare nelle prossime occasioni d'incontro. Se Dio vuole.

    Anche se mi resta l'amaro in bocca.
    Mentre metto nelle mani del Signore tutta la mia impotenza e povertà.

    Grazie. Siete magnifici.

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  44. Sono nel cammino da oltre 30 anni. Tutto ciò che leggo mi lascia di stucco. Si accettano come verità rivelate delle totali menzogne, e dei fatti gravissimi, se pur accaduti (anche nella chiesa ufficiale sono successe cose gravi, in ogni tempo: lo sappiamo bene)in un luogo o in una particolare circostanza, sono considerati la "norma" del cammino catecumenale. Questo non è "difendere la verità", e non è "difendere la Chiesa di Cristo". E' prestare il fianco all'inganno del demonio, che vuole soltanto accecare gli uomini perché non vedano quanto bene Dio ha fatto a tante persone all'interno delle comunità. Attenti, perché il peccato contro lo Spirito Santo non sarà mai perdonato, e ricordate che anche Cristo diceva la verità e venne crocefisso. A me basta sapere che il Vaticano ha approvato lo Statuto del Cammino, per rimanere in comunità. Se ciò non fosse accaduto, ne sarei uscita immediatamente. Perché dunque, gente che si dice "cristiana" si mette apertamente CONTRO IL VATICANO, calunniando e accusando di eresia un'esperienza che il Papa stesso ha considerato buona e valida per la conversione di tanta gente? Non fate dunque i sepolcri imbiancati. Preoccupatevi di "sapere" prima di pontificare sugli errori altrui. Sono nel cammino da oltre 30 anni. Tutto ciò che leggo mi lascia di stucco. Si accettano come verità rivelate delle totali menzogne, e dei fatti gravissimi, se pur accaduti (anche nella chiesa ufficiale sono successe cose gravi, in ogni tempo: lo sappiamo bene)in un luogo o in una particolare circostanza, sono considerati la "norma" del cammino catecumenale. Questo non è "difendere la verità", e non è "difendere la Chiesa di Cristo". E' prestare il fianco all'inganno del demonio, che vuole soltanto accecare gli uomini perché non vedano quanto bene Dio ha fatto a tante persone all'interno delle comunità. Attenti, perché il peccato contro lo Spirito Santo non sarà mai perdonato, e ricordate che anche Cristo diceva la verità e venne crocefisso. A me basta sapere che il Vaticano ha approvato lo Statuto del Cammino, per rimanere in comunità. Se ciò non fosse accaduto, ne sarei uscita immediatamente. Perché dunque, gente che si dice "cristiana" si mette apertamente CONTRO IL VATICANO, calunniando e accusando di eresia un'esperienza che il Papa stesso ha considerato buona e valida per la conversione di tanta gente? Non fate dunque i sepolcri imbiancati. Preoccupatevi di "sapere" prima di pontificare sugli errori altrui.

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  45. questo spot pubblicitario, infarcito dei soliti luoghi comuni formerà oggetto della prossima discussione

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  46. SPOT PUBBLICITARIO...? Amico mio, evitiamo il sarcasmo. Altrimenti potrei pensare che la carità cristiana non abbondi neppure nei sedicenti seguaci della "Chiesa Cattolica Ufficiale D.O.C.", il che, diciamocelo, sarebbe una scoperta imbarazzante....(per voi: non per i neocatecumenali, che, equitativamente e più democraticamente, non l'hanno mai messo in dubbio)
    Mi domando come, ma soprattutto PERCHE', gente come voi si adoperi con tutte le armi a screditare e calunniare opere di bene, in nome di una presunta "non aderenza" ai dettami della Chiesa ufficiale: così contraddicendo sé stessa (ripeto che il Vaticano HA APPROVATO IL CAMMINO....ma forse siete troppo occupati a calunniare, o troppo invidiosi, per aprire gli occhi davanti a questa realtà?) Perché non rivolgere tanta energia alla PROPRIA conversione ("Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere" recita il Vangelo: ne tenete conto? Non si direbbe) anziché sindacare quella altrui? e perché non rivolgersi a coloro che non conosco ancora Dio, e ce ne sono tanti nel mondo attuale, che soffrono le pene dell'Inferno..? Perché, ne sono certa: se pure le vostre calunnie si rivelassero fondate, NON HO DUBBIO che Dio salverà i catecumenali dall'"Inferno", per la loro buona fede e la loro rettitudine di cuore nel cercare Cristo nella loro vita: non potrei dire altrettanto dei creatori di questo sito, che si prefigge unicamente l'OSSERVAZIONE di un'esperienza di fede, con l'evidente, unico scopo di operare una VENDETTA PERSONALE, le cui remote origini sarebbe interessante conoscere in questa sede. E non dico altro. Anzi. Aspetto chiarimenti.

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  47. SPOT PUBBLICITARIO...? Amico mio, evitiamo il sarcasmo. Altrimenti potrei pensare che la carità cristiana non abbondi neppure nei sedicenti seguaci della "Chiesa Cattolica Ufficiale D.O.C.", il che, diciamocelo, sarebbe una scoperta imbarazzante....(per voi: non per i neocatecumenali, che, equitativamente e più democraticamente, non l'hanno mai messo in dubbio)

    come non definire spot pubblicitario un post infarcito dei luoghi comuni più ricorrenti e più gettonati a difesa del cammino, senza confutare un'acca delle critiche e delle denunce, che è troppo semplicistico definire calunnie senza dimostarlo?

    Mi domando come, ma soprattutto PERCHE', gente come voi si adoperi con tutte le armi a screditare e calunniare opere di bene, in nome di una presunta "non aderenza" ai dettami della Chiesa ufficiale: così contraddicendo sé stessa (ripeto che il Vaticano HA APPROVATO IL CAMMINO....ma forse siete troppo occupati a calunniare, o troppo invidiosi, per aprire gli occhi davanti a questa realtà?) Perché non rivolgere tanta energia alla PROPRIA conversione ("Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere" recita il Vangelo: ne tenete conto? Non si direbbe) anziché sindacare quella altrui?

    a prescindere che il perché è ampiamente motivato sia dal sito che da tutto quello che andiamo ripetendo da oltre tre anni a questa parte, basta con "scrededitare", "calunnie" e" presunta non aderenza"

    1. mettere a raffronto gli insegnamenti kicarmeniani con il Magistero ecclesiale e rilevarne le indiscutibili difformità, non è screditare, ma chiamare le cose col loro nome e secondo verità

    2. se le nostre critiche sono davvero calunnie, perché nessuno le confuta con argomenti di ragione e prove in contrario?

    3. quel "supposta" è di troppo perché la non aderenza è reale e dimostrata. Piuttosto fa scandalo, oltre a sorprendere, il fatto che essa possa continuare senza che nessuno intervenga

    e perché non rivolgersi a coloro che non conosco ancora Dio, e ce ne sono tanti nel mondo attuale, che soffrono le pene dell'Inferno..? Perché, ne sono certa: se pure le vostre calunnie si rivelassero fondate,

    la nostra esperienza ci porta a rivolgerci alle pecore perdute della Chiesa cattolica, che pastori infedeli costringono ad una forzata transumanza su altri infidi e sconosciuti pascoli...

    NON HO DUBBIO che Dio salverà i catecumenali dall'"Inferno", per la loro buona fede e la loro rettitudine di cuore nel cercare Cristo nella loro vita: non potrei dire altrettanto dei creatori di questo sito, che si prefigge unicamente l'OSSERVAZIONE di un'esperienza di fede,

    chi può ergersi ad arbitro del giudizio di Dio? Noi no certamente! Infatti ci limitiamo ad esercitare l'uso di ragione, dono di Dio ed il discernimento, frutto di preghiera, vita Sacramentale nella Chiesa e Adorazione e anch'esso dono di Dio.

    Nessuno qui si arroga giudizi sulle persone né tanto meno sulle loro anime, ma vengono solo stigmatizzati insegnamenti e prassi anomali e svianti dalla retta fede

    Solo un catechista NC, che ha il monopolio dello Spirito Santo (!?) può permettersi di esprimere un "giudizio" del genere :(

    con l'evidente, unico scopo di operare una VENDETTA PERSONALE, le cui remote origini sarebbe interessante conoscere in questa sede. E non dico altro. Anzi. Aspetto chiarimenti.

    con l'evidente, unico scopo di dare un'informazione corretta dove essa è molto ma molto carente... le vendette personali e ventilate remote origini lasciamole alla malignità dell'interlocutore, perché nulla nel nostro comportamente e nel nostro stile lascia trasparire motivazioni basse o personali, ma inicamente l'amore per la Verità che ha un Nome e mi piace pronunciarlo, mentre lo invoco: Signore Gesù!

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  48. prego Anita, se vuole, di intervenire su questo thread
    http://neocatecumenali.blogspot.com/2010/02/dinamiche-moralmente-intimidatorie.html

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  49. io sono nel cammino e mio marito no dovro fare il secondo scrutinio mi faranno passare

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