venerdì 20 novembre 2009

Quale accordo tra Cristo e Beliar?


“Noi l'abbiamo finora sempre fatta da seduti, e non per disprezzo – ha affermato - ma perché per noi è sempre stato molto importante comunicarsi anche con il Sangue. Nelle comunità portiamo avanti infatti una catechesi basata sulla Pasqua ebrea, con il pane azzimo a significare la schiavitù e l'uscita dall'Egitto e la coppa del vino a significare la Terra promessa”. E qui, aprendo una lunga parentesi, l'iniziatore ha riassunto la sua catechesi sull'ultima cena, sul pane e sul vino: “Quando nelle cena della Pasqua ebraica si scopre il pane si parla di schiavitù, quando si parla della Terra promessa scoprono il calice, la quarta coppa. In mezzo a questi due momenti c'è una cena, quella nel corso della quale Gesù disse “Questo è il mio Corpo” (a significare la rottura della schiavitù dell'uomo all'egoismo e al demonio) e “Questo è il mio Sangue” (a significare la realizzazione di un nuovo esodo per tutta l'umanità)… KIKO ARGUELLO NEL 2009

"Noi abbiamo riscoperto un po' l'Eucaristia attraverso il Pesach ebraico, e anche grazie al Concilio abbiamo visto che non si può capire l'Eucaristia senza stare in Egitto nella schiavitù, nella morte e passare al vino, alla risurrezione, alla festa, perché nel deserto non c'è vino… Carmen Hernandez

Alessandro in un post ha affermato:
Quanto alla giudaizzazione della Chiesa, quale quisque de populo, non ho argomenti da sviluppare sul punto...

Per un approfondimento del problema ebraico nella Chiesa (in particolar modo nel Cammino Neocatecumanale) dal Concilio Vaticano II, propongo uno stralcio della recensione di Don Curzio Nitoglia al libro di mons Brunero Gherardini “Quale accordo fra Cristo e Beliar”?

Introduzione

Brunero Gherardini in “Divinitas” (rivista fondata dall’ex rettore della Lateranense, mons. Antonio Piolanti), Città del Vaticano, n° 2/2008, di cui egli è oggi il Direttore, ha scritto un bellissimo articolo (“La vexata quaestio del deicidio”, pp. 215-223), in cui sostiene e prova che per i cattolici, i quali credono nella divinità di Cristo, la sua uccisione fu (per l’Unione Ipostatica, delle due nature, divina e umana, nell’unica Persona divina del Verbo) un vero “deicidio”.

San Tommaso d’Aquino tratta esplicitamente il problema della responsabilità morale del giudaismo nella crocifissione di Nostro Signor Gesù Cristo. Nella Somma Teologica (III, q. 47, a.5), infatti, si domanda ‘Se i carnefici di Nostro Signore lo conoscessero come il Cristo’ e risponde con una distinzione: i maggiorenti “lo conobbero come il Cristo [...] essi infatti vedevano avverarsi in Lui tutti i segni predetti dai Profeti. Ma essi non conobbero il mistero della sua divinità [...]. Però bisogna notare che la loro ignoranza non li scusava dal delitto perché si trattava di ignoranza affettata. essi infatti vedevano i segni evidenti della sua divinità, ma per odio e per invidia verso Cristo li travisavano, e così non vollero credere alle sue affermazioni di essere il Figlio di Dio. Mentre il popolo [...] non conobbe pienamente né che egli era il Cristo, né che era il figlio naturale di Dio” (in corpore). “Si affaccia a questo punto una obiezione: se non uccisero la divinità (che in Cristo non morì), i giudei sono colpevoli soltanto di semplice omicidio (e non di deicidio ndr). Al che si risponde: se qualcuno insudicia intenzionalmente la veste del Re, non viene considerato colpevole di reato allo stesso modo che se ne avesse imbrattato la persona? Perciò sebbene non abbiano ucciso la natura divina di Cristo (cosa impossibile), gli autori morali della morte di Gesù hanno meritato, in base alle loro intenzioni, una gravissima condanna. [...] Chi lacerasse un decreto regio, attenta alla stessa maestà regale; e quindi il peccato dei giudei è di tentato deicidio” (In Symb. Ap.,a. 4, n° 912, Opuscola theologica; De re spirituali, Marietti, Torino, 1954

Si noti inoltre che per il mistero del­l’Unione Ipostatica, la natura umana di Cristo sussisteva nella Persona divina del Verbo, quindi è lecito dire che gli ebrei uccisero Dio, anche se non scalfirono neppure la sua natura divina, ma colsero soltanto quella umana che sussiste nella Persona del Verbo divino. Così il Dottore Angelico conclude questo articolo della Somma Teologica: “Vedendo i giudei le mirabili opere di Cristo, per odio, non vollero ammettere che egli era il Figlio di Dio” (ad 2um). La loro fu dunque una ignoranza affettata che non scusa dalla colpa, ma piuttosto l’aggrava: infatti essa dimostra che uno è talmente intenzionato a voler peccare, che preferisce rimanere nell’ignoranza per poter fare il peccato: “Et ideo judei peccaverunt, non solum hominis Christi, sed tamquam Dei crucifixores” (S.T., III, q. 47, a. 5, ad 3um). Il peccato di Deicidio è da attribuirsi quindi ai Capi del popolo in maniera molto grave. Perciò, se da una parte è vero che soltanto una parte del popolo giudaico (inteso in senso etnico-politico) vivente ai tempi di Gesù in Palestina e nella Diaspora abbia preso parte attiva alla crocifissione fisica di Gesù, «Non rimane scagionato da colpa o da pena il giudaismo o la religione giudaica, cioè il popolo inteso in senso religioso! [...] A me sembrano essere nel vero i numerosi e valenti esegeti i quali vedono emergere chiaramente da tutta l’economia del Vecchio Testamento [...] il principio della ‘responsabilità collettiva’ nel bene come nel male. [...] l’intero popolo è ritenuto responsabile e quindi punito, per i delitti commessi ufficialmente dai suoi capi, anche quando gran parte del popolo ne sia estranea. Ritengo legittimo poter affermare che tutto il popolo giudaico dei tempi di Gesù - inteso in senso religioso, cioè quale collettività professante la religione di Mosè - fu responsabile in solidum del delitto di deicidio, quantunque soltanto i Capi, seguiti da una parte degli adepti, abbiano materialmente consumato il delitto [...] la sentenza di condanna fu emanata dal concilio (Jo XI, 49 sg.),cioè dal massimo organo autoritativo della religione giudaica. [...] Fu il sacerdozio aronitico, [...] a condannare il Messia. È lecito, pertanto, attribuire il deicidio al giudaismo, in quanto comunità religiosa. […]. Anche il giudaismo dei tempi posteriori a Nostro Signore partecipa oggettivamente della responsabilità del deicidio, nella misura in cui tale giudaismo costituisce la libera e volontaria continuazione di quello di allora» (Luigi M. Carli: La questione giudaica davanti al Concilio Vaticano II, in “Palestra del Clero”, n°4, 15 febbraio 1965, pp.191-203. Inoltre nella rivista “Fides Catholica”, Frigento, n° 1/2008 mons Gherardini ha scritto un secondo magnifico articolo (“Sugli Ebrei: così, serenamente”, pp. 245-278). In esso il monsignore distingue il giudaismo vetero-testamentario da quello talmudico, parla di responsabilità collettiva del popolo ebraico, e non dei soli Capi, nella morte di Gesù; muove degli appunti a Nostra aetate - riallacciandosi all’articolo succitato - per aver omesso la parola “deicidio”, la quale è l’unica che possa definire esattamente l’uccisione di Gesù; asserisce che il giudaismo di oggi, continuando nel rifiuto di Cristo e non avendo rotto con quello il quale condannò a morte Gesù, forma una stessa entità con esso; riafferma che il giudaismo talmudico discende da Abramo solo secondo la carne e non per la fede; critica pacatamente, ma fermamente la teoria dell’Antica Alleanza mai revocata, poiché la Nuova ha rimpiazzato la Vecchia, che era caduca ed ora è definitivamente sorpassata; afferma inoltre che, Israele, avendo rifiutato Cristo, è stato abbandonato da Dio e da tale abbandono è seguita la “maledizione” oggettiva di esso, mentre “il piccolo resto d’Israele”, che ha creduto al Messia, è entrato coi pagani nella Nuova ed Eterna Alleanza. Infine - egli scrive - i doni di Dio sono irrevocabili da parte di Dio se gli uomini cooperano con Lui, ma, se lo abbandonano, sono da Lui abbandonati e quindi conclude qualificando l’insegnamento “pastorale”, dal Concilio Vaticano II al post-Concilio, come “teologicamente assurdo, ma politicamente corretto”.

IL DEICIDIO E IL CONCILIO VATICANO II

La dichiarazione conciliare “Nostra aetate” (28 ottobre 1965) recita: “Quanto è stato commesso durante la Passione non può essere imputato né indistintamente a tutti gli ebrei allora viventi, né agli ebrei del nostro tempo. [...] Gli ebrei non devono essere presentati come riprovati da dio, né come maledetti, quasi che ciò scaturisse dalla S. Scrittura” (Nostra aetate 4 g-h). Ora la S. Scrittura ci presenta gli ebrei come riprovati e maledetti da Dio F. Spadafora, La Chiesa e il giudaismo, Caltanisetta, Krinon, 1987). Il Concilio asserisce inoltre che la morte di Nostro Signore è “dovuta ai pec­cati di tutti gli uomini” (Nostra aetate 4), e questo è pacifico quanto alla causa finale; invece la causa prossima ed efficiente della morte di Gesù furono i giudei (Giuda, i prìncipi e la folla), come è stato dimostrato ‘ad abundantiam’ per quel che riguarda il deicidio. Come conciliare ora la dottrina del Vaticano II con quella tradizionale? E’ impossibile.

Resta da vedere come si è potuti arrivare a tale dichiarazione conciliare con 2041 placet, 88 non placet e 3 voti nulli. Léon de Poncins scrive che: «La mozione votata a Roma dimostra da parte di molti Padri conciliari una profonda misconoscenza del giudaismo. Sembra che essi si siano attenuti solo all’aspetto umanitario del problema, presentato abilmente dai portavoce del giudaismo mondiale. [...] Infatti all’origine delle riforme proposte dal Concilio per modificare l’atteggiamento e la dottrina secolari della Chiesa verso il giudaismo [...] vi sono diverse personalità ed organizzazioni ebree: Jules Isaac, Labelkatz [...] Nahum Golduran [...]. Tra le personalità ebree sopra citate ce n’è una che ha svolto un compito preminente: lo scrittore Jules Marx Isaac, ebreo d’Aix en Provence. [...]. Profittando del Concilio, dove aveva trovato serî appoggî tra i Vescovi progressisti, Jules Isaac è stato il principale teorico e promotore della campagna contro l’insegnamento tradizionale della Chiesa. Vediamo ora la posizione presa per far prevalere la sua tesi: [...] L’antisemitismo cristiano a base teologica è il più temibile. Infatti l’atteggiamento dei cristiani verso il giudaismo è stato sempre fondato sul racconto della passione tale e quale è stato riportato dai quattro Evangelisti e sull’insegnamento che ne hanno fatto i Padri della Chiesa. [...]. Jules Isaac ha tentato di distruggere questa base teologica fondamentale, contestando il valore storico dei racconti evangelici e screditandone gli argomenti proposti dai Padri della Chiesa. [...]. Il 13 giugno 1960 Jules Isaac è ricevuto da Giovanni XXIII al quale domanda la condanna dell’insegnamento del disprezzo e consiglia la creazione di una sottocommissione incaricata di studiare tale problema. Più tardi il signor Isaac aveva la gioia di sapere che le sue proposte erano state prese in considerazione dal Papa e trasmesse per lo studio al card. Bea. [...]. Nel 1964 la questione era sottoposta al Concilio. Jules Isaac ha consacrato due libri per criticare e distruggere i due pilastri dell’insegnamento cristiano (riguardo al deicidio: i racconti evangelici e la dottrina dei Padri della Chiesa, ndr). Nella prima di queste due opere, “Jesus et Israel”, pubblicata nel 1949, Jules Isaac critica gli Evangelisti, principalmente S. Giovanni e S. Matteo. “Lo storico ha il diritto ed il dovere di considerare i racconti evangelici come testimonianze faziose contro i giudei. [...] È evidente che tutti e quattro gli Evangelisti hanno avuto la stessa preoccupazione di ridurre al minimo le responsabilità romane per maggiormente aggravare quelle giudaiche [...] L’accusa cristiana contro Israele, l’accusa di deicidio [...] è essa stessa criminale, la più grave, la più nociva ed anche la più iniqua” (Jules Isaac: L’Enseignement du Mépris, p. 141). In breve, dal racconto della Passione rivisto e corretto da Jules Isaac gli Evangelisti ci appaiono come menzogneri matricolati, ma il più velenoso è senza dubbio Matteo. Nella seconda delle sue opere, ‘Genèse de l’Antisémitisme’, pubblicato a Parigi nel 1956, Jules Isaac si sforza di screditare i Padri della Chiesa: [...] “Contro il giudaismo [...] nessuna arma si è rivelata più temibile dell’insegnamento del disprezzo dimostrato soprattutto dai Padri della Chiesa del IV secolo; ed in questo insegnamento nessuna tesi è più nociva di quella del popolo deicida”. (Iules Isa­ac: Genèse de l’Antisémitisme, ed. Cal­mann-Lévy, Paris, 1956, p. 327). La Chiesa, ci dice Jules Isaac, è la sola colpevole; i giudei sono completamente innocenti, [...] solo la Chiesa perciò deve fare atto di riparazione emendando il suo millenario insegnamento. E Jules Isaac giunge alle sue pratiche realizzazioni. Egli domanda o piuttosto esige dal Concilio: [...] la modifica delle preghiere liturgiche riguardanti gli ebrei, particolarmente quelle del Venerdì Santo. L’affermazione che i giudei non sono affatto responsabili della morte di Cristo [...] Il mettere a tacere [...] i passi evangelici che riportano il cruciale episodio della Passione, particolarmente quello di S. Matteo, che Jules Isaac […] tratta da menzognero e falsario. Nel Numero del 23 gennaio 1965 il settimanale ‘Terre de Provence’, pubblicato ad Aix, dava il resoconto di una conferenza tenuta da Mons. de Provenchères, Vescovo di Aix. Citiamo l’inizio dell’articolo. Parlando di Jules Isaac mons. de Provenchères ci dice che fin dal primo incontro nel 1945 egli ebbe una profonda stima per lui, stima rispettosa che ben presto ebbe una sfumatura d’affetto. Lo schema conciliare sembra essere la ratifica solenne di quella che fu la loro conversazione. L’origine di tale schema conciliare (Nostra aetate) si deve ad una domanda di Jules Isaac al Vaticano, esaminata da più di 2000 vescovi. Questa iniziativa fu presa da un laico ed un laico giudeo”. (‘Terre de Provence’, 23 gennaio 1965). 2041 Padri hanno ritenuto che il racconto della passione secondo la versione di Jules ­Isaac era da preferirsi a quella di s. Giovanni e s. Matteo. [...]. In poche parole questo voto [...], sotto l’apparenza di cari­tà cristiana [...], è un’altra tappa nella via del cedimento, del­l’abbandono del cristianesimo tradizionale e del ritorno al giudaismo. [...] Per i pensatori giudei la riforma conciliare deve essere una nuova tappa nella via dell’abbandono, del cedimento, della distruzione della tradizione cattolica svuotata a poco a poco della sua sostanza» (Léon de Poncins: Il problema dei giudei in Concilio, Tipografia Operaia Ro­mana,Via E.Morosini 17, Roma senza data, pp. 6-28).
● Il recente “caso Williamson”, che ha portato alla dichiarazione dell’obbligo di riconoscere la vulgata sterminazionista della shoah da parte di Benedetto XVI per essere in piena comunione con la Chiesa, rappresenta - teologicamente - un ulteriore gravissimo passo verso la giudaizzazione, tramite l’olocausto-latria, dell’ambiente e della mentalità cristiane.

[...]
Conclusione
Infine, mons. Gheradini ha scritto (oltre ai due succitati) anche vari articoli sulla “collegialità”, mettendone a nudo la contraddizione intrinseca. Questi due articoli sono stati messi assieme ad altri inediti e raccolti in un libro dello stesso Gherardini, intitolato, Quale alleanza può esservi tra Cristo e Beliar?, Verona, Fede e Cultura, 2009. In questo il Nostro affronta soprattutto le varie tematiche che aveva soltanto sfiorato nel suo Il Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare (Casa Mariana Editrice, Frigento, 2009) del dialogo inter-religioso o “ecumenismo”, in oltre 200 pagine, fitte di osservazioni teologiche, molto ben scritte e intelligibili anche ai non specializzati in teologia.
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Il libro può essere richiesto a edizioni@fedecultura.com
Tel 045/ 941. 851 - Fax 045/ 925. 10. 58
[Il testo è stato tratto da d. Curzio Nitoglia 14 giugno 2009
Link a questa pagina: http://www.doncurzionitoglia.com/ecumenismo_conciliazione_Cristo_beliar.htm]

46 commenti:

  1. il presidente del “B’naï B’rith”, Label Katz, incontrò in udienza privata Giovanni XXIII nel gennaio 1960. Tramite Jules Isaac (membro del “B’naï B’rith”) l’Ordine ha giocato un ruolo di primo piano nella preparazione del documento Nostra Ætate del Concilio Vaticano II.

    IL CARDINALE DEL B’NAÏ B’RITH

    Il 16 novembre 1991, il card. Albert Decourtray, Arcivescovo di Lione e Primate di Francia, riceveva il Premio internazionale dell’azione umanitaria del distretto XIX (Europa) del “B’naï B’rith”. Nel discorso pronunciato per la consegna della medaglia ricordo a Decourtray, Marc Aron, presidente del “B’naï B’rith” francese, fece un’allusione molto interessante circa l’evoluzione delle relazioni tra gli ebrei e il Vaticano: “Poi venne Jules Isaac, un “B’naï B’rith”; il suo incontro con Giovanni XXIII è la punta dell’iceberg; il Vaticano II, Nostra Ætate, le direttive conciliari per lo sradicamento di ogni concetto antigiudeo nella catechesi e nella liturgia…”.

    Ecco chi era Jules Isaac,(massone) colui che insieme al Cardinale Bea (Ebreo Convertito)scrisse la Nostra Etate.

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  2. Caro Gianluca,

    ti ringrazio per questo contributo, che ho salvato per intero, ma ho preferito togliere i due ultimi capitoli da te inseriti, nella convinzione che la lunghezza, se pur guadagna in completazza, vada a discapito della leggibilità e della fruibilità del testo, che già di per sé contiene temi complessi e molti elementi fondamentali per la discussione che svilupperemo.

    Più tardi, appena posso, ne parlerò anch'io

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  3. su tutto quello che si dice bisogna dare una parola chiara e secondo verità.
    Nonostante tutti i documenti e personali riflessioni la realtà è questa:
    N°1) Il CN è stato ufficialmente riconosciuto dalla Santa Sede e tutto il discorso che il Papa non voleva approvarlo è pura fantapolitica;

    N°2)L'anniversario della nascita del CN, con le lodi del S. Padre, sono l'inequivocabile conferma di quello che affermo nel punto 1;

    N°3)Sul modo di assumere la S.Comunione, in quanto l'approvazione degli statuti sono successivi alla lettere del Card. Arinze si può, a ragione veduta, ritenere superata;

    N°4)Sui rapporti con l'Ebraismo si devono dare più risposte:
    A) non credo che la riscoperta di tradizioni ebraiche sia un male, anzi, è una ricchezza. Il CN non vuole farci diventare Ebrei ma instaurare col mondo ebraico un dialogo costruttivo che, a poco a poco, li avvicini a riconoscere il vero Messia;
    B)Non è stato kiko a chiamare gli Ebrei "fratelli maggiori" ma il venerabile Papa GPII;
    C) Non è kiko a chiamare gli Ebrei "il vero olivo e noi l'olivastro", ma San Paolo;
    D)San Paolo ribadisce come l'Ebraismo stia sotto un velo, che sta permettendo il Signore, per poter diffondere il Vangelo su tutta la terra e come sarà meraviglioso quando essi arriveranno a riconoscere il SN Gesù Cristo.
    E) l'accusa di Deicidio è errata perchè chi ha ucciso Gesù Cristo sono stati in nostri peccati. Il vostro è puro antisemitismo, anche se, qualche volta, gli stessi Ebrei, lo fomentano.

    N°5) Riguardo al VO, la sua rivalutazione non può che far piacere ma, purtroppo, si devono osservare alcuni elementi:
    per la mia esperienza, ho potuto constatare come esso sia partecipato solo da un certo tipo di fedele, ben collocabile culturalmente e politicamente schierato (non a caso nel nord, i partecipanti alla Messa VO sono, per la maggior parte Leghisti filo-Borghezio);
    i vecchietti e il popolino (per la mia esperienza) di Dio non vuole ritornare ad assistere alla Messa VO ma è ben felice di partecipare in maniera più coinvolgente alla liturgia.
    Questa, cari amici, è la incontrovertibile realtà, il resto sono fandonie.

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  4. (non a caso nel nord, i partecipanti alla Messa VO sono, per la maggior parte Leghisti filo-Borghezio);

    al nord sarà anche vero, ma l'Italia è molto lunga ;)

    ora non ho tempo, ma più tardi riprendo

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  5. Dice Katartiko:

    Nonostante tutti i documenti e personali riflessioni la realtà è questa:

    Caro fratello, inizi subito a con una grave contraddizione. E con una affermazione altrettanto grave. Se vi sono "documenti" che sostengono "posizioni" esse non sono più "personali". E se tali documenti, come è chiaro ed evidente, mostrano una realtà (opposta a quella che tu "certifichi" in base ad una serie di affermazioni arbitrarie), essa è da considerare per quello che è. UN FATTO, e non una interpretazione personale. Lo stesso dicasi delle obiezioni mosse a Kiko sia sul suo "metodo" catechetico che sul contenuto della sua catechesi. Nessuno, nemmeno Kiko, ha mai smentito o confutato le osservazioni che molti sacerdoti gli hanno mosso, ma tutti, compreso Kiko, cercano di capovolgerne il valore profondamente difforme. Nonostante l'evidenza. Se ci riescono, lascio a te stabilirlo.

    N°1) ...

    Caro fratello, riguardo l'intenzione di ulteriore analisi e correzione da parte del Papa, non vi sono congetture ma la sua stessa dichiarazione PUBBLICA pronunciata durante l'incontro col Clero Romano. E' una intenzione CHIARA e definita. Di "fantasia" nelle analisi documentate, ce ne è purtroppo poca. Sarei felice se fossero tutte fantasie! Inoltre, ti do ragione sul fatto che, fatto compiuto o no, ora non è nè fruttuoso nè buono fermarsi a queste considerazioni. La realtà è che il CnC ha uno statuto definitivo CHE NON APPLICA. Sarebbe bello che, nonostante tutto ciò che si può dire sulla sua approvazione, il CNC lo applicasse. E io ne sarei felicissimo!

    N°2)...
    Il Papa ha dato delle norme anche in questo discorso. E confermi che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Ma Gesù ha detto nel Vangelo che non si può imporre di aprire gli occhi a nessuno...

    N°3)

    Questa è una interpretazione totalmente arbitraria e senza senso. Anche perchè si darebbe ad uno Statuto di una Fondazione (questo è il CnC) il valore giuridico di un atto di legge canonica! Anzi, di superamento di una legge! Infatti gli statuti cattolici, approvati come tali, non possono in nessun modo approvare norme che non siano in sintonia con il diritto! La lettera del Papa, contenuta e citata nello Stauto PER INTERO, richiama ufficialmente (Leggere il Bollettino Ufficiale NOtitiae) alla LEGGE UNIVERSALE DELLA CHIESA, presente agli Atti da più di 40 anni! Pertanto è assolutamente arbitrario e pseudo-furbesco definire la lettera "superata" da uno STATUTO! Un atto di governo CORRETTIVO del Santo Padre, sarebbe "superato" da un foglio statutario di una Fondazione!!!!!?? Riguardo quella "concessione" dello "stare in piedi", in contrasto con la Lettera, si è già analizzato su queste pagine (documentando) come sia una "possibilità" da poter attuare SOLO per le Messe officiate in "piccola comunità".

    N°4)
    A

    Non si instaura nulla se si contrabbanda la Verità. Gli Ebrei sarebbero tutelati se gli si annuciasse Cristo come LA NOVITA' che compie le Promesse, non come un simulacro di profeta Ebreo!

    B

    Sì. Gli ebrei se la presero molto, perchè i "fratelli maggiori" sono quelli che perdono la primogenitura o che uccidono i minori.

    C

    E con questo?

    D
    Come faranno a riconoscere NSGC se gli presentiamo un Rabbino-Messia alla maniera ebraica?

    E

    Senza senso. L'accusa di antisemitismo è sempre utile quando non si riesce o non si sa rispondere a delle obiezioni.

    N5

    Unione di qualunquismo e pregiudizio priva di analisi.

    RispondiElimina
  6. B)Non è stato kiko a chiamare gli Ebrei "fratelli maggiori" ma il venerabile Papa GPII;

    http://www.doncurzionitoglia.com/commentanostraetate.htm
    7°) L’espressione utilizzata da G. P. II alla sinagoga romana (1986), con la quale chiama gli ebrei “fratelli maggiori nella fede”, la si trova già nella nuova liturgia (1968) del Venerdì Santo, ove dice «il popolo ebraico che Dio ha scelto per primo».

    Ma l’autore non distingue il popolo dell’AT, fedele al mosaismo (il quale fu scelto per primo cronologicamente, per pura e gratuita bontà di Dio, e non ontologicamente per un merito intrinseco al popolo ebraico), e il popolo ebraico post-biblico che ha abbandonato Mosè per il Talmùd e la Càbala rabbinico-farisaica.

    Si può tranquillamente concludere che il magistero di “N.A.” e degli insegnamenti successivi ad essa, sui rapporti spirituali della Chiesa col giudaismo post-cristiano, è molto differente da quello della Scrittura, dei Padri ecclesiastici e dei Dottori della Chiesa. L’ambiguità di “N.A.” e l’errore manifesto degli insegnamenti alla luce di “N. A.”, fa supporre che il giudaismo religione post-biblica è puro da ogni errore. Bisognerebbe allora pensare che la Tradizione divino-apostolica e il Magistero della Chiesa pre-conciliare è falso. Ma ciò è impossibile, data la indefettibilità della Chiesa e l’assistenza divina a Lei promessa. Inoltre quando si leggono i testi del Concilio Vaticano II e il magistero successivo, si evince la affermazione, da parte di chi li elabora ed interpreta, di un magistero autentico (sui rapporti col giudaismo) che inizia con “la Chiesa del Concilio” (card. Walter Kasper), che è in contraddizione con quello della patristica e della Chiesa preconciliare. Mi sembra che le cose stiano davvero così’, la chiesa conciliare è la sinagoga di Sàtana di cui ci parla l’Apocalisse, è il marranesimo e “il fumo di Sàtana che è penetrato sino al vertice della Chiesa” (Paolo VI) la quale starebbe “autodemolendosi” (Paolo VI), si fieri potest; sed portae inferi non praevalebunt.

    È questa una sorta di apostasia più che di eresia, infatti l’eretico sceglie di accettare alcuni dogmi e di rifiutarne almeno uno (per es. si nega l’Immacolata concezione di Maria), mentre l’apostasia è il passaggio da una religione (per es. cristiana) ad un’altra (per es. giudaico-talmudica), rinnegando totalmente la prima. Per la teologia cattolica, più esattamente, è l’abbandono della fede da parte di un battezzato. È peccato mortale e non ammette parvità di materia, essendo un’offesa diretta contro Dio; il Diritto canonico l’annovera nei delitti contro la fede. L’elemento materiale dell’apostasia è l’abbandono totale della fede cattolica, manifestata esternamente con parole o atti non equivoci; non occorre che l’apostata aderisca ad una confessione specifica (questo sarebbe un’aggravante), basta diventare panteista, materialista, libero pensatore. Occorre la perfetta coscienza e piena libertà di abbandonare la fede cristiana. L’apostata incorre ipso facto nella scomunica latae sententiae. Chi abbia dato il proprio nome o abbia aderito pubblicamente ad una setta a-cattolica diventa ipso facto infame ().

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  7. Continua...
    d) La genesi di “Nostra Aetate”

    Come abbiamo visto, sia gli ebrei che i cristiani, ritengono che “N.A.” sia la “Dichiarazione” più importante del Concilio, avendo dato luogo ad una nuova èra, quella della “chiesa conciliare” (come l’hanno chiamata i cardinali Benelli e Kasper), fondata sui rapporti tra ebraismo e cristianesimo, in essa Gesù non è più necessario alla salvezza degli ebrei, i quali sono sempre cari a Dio, sono tuttora il suo popolo eletto e restano nella sua Alleanza che non è stata mai revocata.

    Ma come si è arrivati a tanto?

    Marx Jules Isaac, è stato uno dei protagonisti principali della formazione di “N. A.”; egli era un ebreo, non credente, tendenzialmente comunista ed iscritto al B’nai B’rith (la massoneria ebraica), come ha rivelato il presidente del B.B. francese Marc Aron, il 16 novembre del 1991, nel discorso in occasione della premiazione del card. Decourtray ().

    L’incontro tra Roncalli e Isaac (13 giugno 1960) fu organizzato dal B.B e da alcuni uomini politici socialcomunisti ().

    L’altro artefice di “N.A” fu il card. Agostino Bea (). Il porporato tedesco, volle incontrare - subito dopo aver ricevuto da Roncalli l’incarico di arrivare ad un documento “revisionista” sui rapporti giudaico-cristiani - Nahum Goldman, presidente del Congresso Mondiale Ebraico, a Roma il 26 ottobre 1960. Bea chiese a Goldman, da parte di Roncalli, una bozza per il futuro documento del Concilio sui rapporti cogli ebrei e sulla libertà religiosa (“N.A” e “D.H”). Il 27 febbraio 1962 il memorandum fu presentato a Bea da Goldman e Label Katz (membro del B.B.), a nome della Conferenza Mondiale delle Organizzazioni Ebraiche. Ebbene questa bozza ispirata dalla massoneria ebraica (B.B.) e dal Congresso Mondiale Ebraico, ha prodotto Nostra Aetate ().

    Lo stesso Bea, sin dal 1961, incontrava spesso, a Roma, il rabbino Abraham Heschel, professore al seminario teologico ebraico, che «come collega scientifico di Bea... esercitò un notevole influsso sulla elaborazione di “N.A.”» ()

    Nel 1986 Jean Madiran ha svelato l’accordo segreto di Bea-Roncalli con i dirigenti ebrei (Isaac-Goldman), citando due articoli di Lazare Landau, su Tribune Juive (n° 903, gennaio 1986 e n° 1001, dicembre 1987). Landau scrive: «nell’inverno del 1962, i dirigenti ebrei ricevevano in segreto, nel sottosuolo della sinagoga di Strasburgo, un inviato del papa... il padre domenicano Yves Congar, incaricato da Bea e Roncalli di chiederci, ciò che ci aspettavamo dalla Chiesa cattolica, alla vigilia del Concilio... la nostra completa riabilitazione, fu la risposta... In un sottosuolo segreto della sinagoga di Strasburgo, la dottrina della Chiesa aveva conosciuto realmente una mutazione sostanziale» ().

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  8. N°4)Sui rapporti con l'Ebraismo si devono dare più risposte:
    A) non credo che la riscoperta di tradizioni ebraiche sia un male, anzi, è una ricchezza. Il CN non vuole farci diventare Ebrei ma instaurare col mondo ebraico un dialogo costruttivo che, a poco a poco, li avvicini a riconoscere il vero Messia;
    B)Non è stato kiko a chiamare gli Ebrei "fratelli maggiori" ma il venerabile Papa GPII;
    C) Non è kiko a chiamare gli Ebrei "il vero olivo e noi l'olivastro", ma San Paolo;
    D)San Paolo ribadisce come l'Ebraismo stia sotto un velo, che sta permettendo il Signore, per poter diffondere il Vangelo su tutta la terra e come sarà meraviglioso quando essi arriveranno a riconoscere il SN Gesù Cristo.
    E) l'accusa di Deicidio è errata perchè chi ha ucciso Gesù Cristo sono stati in nostri peccati. Il vostro è puro antisemitismo, anche se, qualche volta, gli stessi Ebrei, lo fomentano.

    Per quanto riguarda queste affermazioni, consiglio al novello pseudo cristiano ebreo convertito dalla pseudo predicazione dello sconcertante Kiko Arguello e company, di leggere molto attentamente lo scritto di Monsignor Gherardini:
    http://www.doncurzionitoglia.com/MonsGherardini-DIVINITAS-SugliEbreiSerenamente.htm

    ...Gravissima è la parte dell'accusa che destituisce gli scritti neotestamentari di validità storica. Ancor più grave è che cattolici più o meno rappresentativi se ne faccian difensori e portavoce. Costoro dimenticano - voglio sperare che non lo faccian di proposito - le conseguenze deleterie che ne deriverebbero sul dogma cattolico in genere, ed in specie sui dogmi dell'incarnazione, della rivelazione e dell'ispirazione biblica6. Sta di fatto, però, che all'umile confessione si preferisce la deriva del patrimonio dogmatico sopra accennato e con esso, di conseguenza, della stessa fede cattolica. La ragione? Una sola: non urtare la suscettibilità del mondo ebraico..

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  9. Diceva ieri Larus (lo posto qui perché si parla di ebrei…):
    la conclusione sarà sempre: “... sì ma il Signore ti ha chiamato qui! Vuol dire che ciò è buono per te”

    Esatto, Larus,
    qualunque cosa si dica ai neocatecumenali, qualunque logica si usi – anche la più stringente – per dimostrar loro l’infondatezza della dottrina e della prassi del Cn, anche quando dovessero finire tutti gli argomenti in loro possesso per difendere l’indifendibile, tanto risponderebbero che comunque Dio ha usato il Cammino per incontrarli, per avvicinarli alla Chiesa, per “salvarli” dalle loro “morti ontiche” e per dargli la fede … quindi se “Dio mi ha portato qui, questa era la Sua volontà, perché la volontà di Dio si vede nella storia”.

    E’ quello che inculcano loro i catechisti fin dall’inizio, per tenerli legati mani e piedi al Cammino qualunque cosa succeda; ma questa strana teoria non è di origine cristiana: chi ha detto che TUTTO quello che accade sia sempre volontà di Dio? Era volontà di Dio che Adamo ed Eva peccassero? Eppure è storia. Sono forse volontà di Dio tutte le guerre e le atrocità che si compiono nel mondo? Ma sono storia. Che un ragazzo entri in una setta satanica è forse volontà di Dio, solo perché accade? Gli esempi potrebbero essere infiniti … La Chiesa insegna che non tutto è VOLONTA’ diretta di Dio, che è Autore solo del bene, ma che tutto è certamente PERMISSIONE di Dio, (conosciamo tutti l’inizio del Libro di Giobbe) poiché a questo mondo non esiste solo il bene, c’è anche il male, che Dio permette – deve permettere – perché ha creato l’uomo LIBERO e CAPACE di scegliere il bene o il male, la Vita o la Morte.

    Non così invece per i neocatecumenali. Mi diceva la mia catechista: “La SAPIENZA DI ISRAELE insegna che Dio E’ CAUSA PRIMA DI OGNI COSA.” Quindi, a rigor di logica, Dio sarebbe causa sia del bene che del male. Quindi il fine giustifica i mezzi! Ma questo non è vero. Dice San Giacomo: “Dio non compie il male E NON TENTA NESSUNO AL MALE.” Dice San Giovanni: “ Dio è Luce e in Lui non ci sono tenebre.” E’ assurdo perciò credere che Dio determini un male per trarne un bene, come Kiko interpreta letteralmente la famosa frase dell’Esodo, in cui Jahve dice: “Indurirò il cuore del Faraone…..”, attribuendo direttamente a Dio la durezza di quel cuore.
    (continua)

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  10. Poi un giorno, documentandomi, ho scoperto l’origine di questa astrusa teoria: viene dalla concezione ebreo cabalista dell’Albero della vita, che secondo “i sapientoni” ebrei è l’immagine dei dieci attributi dell’Universo ( le Sephorit, di cui la prima sarebbe una versione esoterica di Dio Padre, dalla quale, PER EMANAZIONE e non per “creazione”, deriverebbero le altre nove, tra le quali ce n’è una, invisibile, che rappresenterebbe il Cristo, che sarebbe a mezza strada tra l’umano e il divino. Fra l’altro ogni Sephira rappresenta anche un pianeta dello Zodiaco. Aberrazioni paganeggianti. E meno male che Dio aveva ordinato ad Israele “Non ti farai immagini alcuna di ciò che è lassù nel cielo” … lasciamo stare …). Ebbene, queste Sephirot o virtù sono una di fronte all’altra e si compensano a vicenda: rigore e dolcezza, paternità e maternità, bellicosità e misericordia, dominio e passionalità: Secondo “la sapienza di Israele” se una Sephira predomina sull’altra decade l’equilibrio delle forze dell’universo e questo da origine al Male, che nell’immagine dell’Albero della Vita è rappresentato dalla CORTECCIA DELLA PIANTA! Capito?? L’Albero della vita, secondo loro, conterrebbe il Male, nella corteccia! Il Male sarebbe parte integrante degli attributi di Dio! Orrore! Bestemmia! Ecco su cosa si fonda il principio neocat che tutto quello che ti accade, bene o male, anche entrare nel Cn, sia una chiamata di Dio, una sua volontà.

    Queste, ragazzi, sono in ultima istanza “le fonti ebraiche che bisognerebbe riscoprire”, secondo Kiko e Carmen, per essere veri cristiani! Perché sono queste le cose che Kiko mette in testa a quelli che finiscono il Cammino! Accettare questo cumulo di fesserie, che giustificherebbero come “volontà di Dio” l’essere incappati in una gabbia di matti come è il Cn, dovrebbe – come ha detto KatartIKO? - “aiutare gli ebrei a riconoscere il Messia”? E come li aiutiamo? Solidarizzando con le loro scempiaggini?

    Questo è FALSO ECUMENISMO: sia introducendo le allucinazioni ebraiche nell’insegnamento di Cristo, sia sperando che rispettare le loro assurde credenze li possa far giungere a riconoscere il Signore.

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  11. Per quanto possa valere, io credo che la questione relativa all'uccisione fisica di Gesù sia del tutto marginale.

    Se è vero che gli Ebrei del Tempo (e non di tutti i tempi, si si fa una analisi storica!) hanno una responsabilità diretta, è vero che ce l'hanno anche i romani. Anzi, soprattutto i romani. Storicamente parlando, comminare la condanna a Morte, per quanto possa essere sobillata, spettava al Governatore.

    Non a caso, la varia "umanità" che era presente alla Passione di NSGC, incredibilmente rappresentava l'UOMO tutto intero.

    Vi erano Ebrei accusatori, vi erano Ebrei probi. Vi erano Romani persecutori, vi erano Gentili buoni. Vi erano le "figlie di Gerusalemme" che piangevano, vi erano quelle che urlavano.

    La vicenda Storica di Gesù, non slegabile da quella di Fede, tende ad evidenziare che lì, in quel momento era rappresentato l'UOMO INTERO. Non un certo popolo o una certa caratteristica.

    La cosa da tutelare, secondo me, è la Verità di fede senza la quale non ha senso definirsi Cattolici: senza Cristo e la Sua Chiesa non c'è salvezza.

    Questo è il punto. Per cui, noi che siamo TUTTI DEICIDI, compresi gli Ebrei di ogni tempo, abbiamo bisogno (nessuno escluso) del Sangue di Gesù! Della Santa Chiesa di ROma. Tanto basta.

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  12. Per quanto possa valere, io credo che la questione relativa all'uccisione fisica di Gesù sia del tutto marginale...

    Dimmi caro Stefano secondo te, la morte corporale di Gesu' ad opera degli ebrei in combutta con i Romani, (pagani e privi di qualsiasi conoscenza di Dio, a differenza del popolo ebraico), sarebbe di poco conto?


    [1]Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?
    A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
    [2]E' cresciuto come un virgulto davanti a lui
    e come una radice in terra arida.
    Non ha apparenza né bellezza
    per attirare i nostri sguardi,
    non splendore per provare in lui diletto.
    [3]Disprezzato e reietto dagli uomini,
    uomo dei dolori che ben conosce il patire,
    come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
    era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
    [4]Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
    si è addossato i nostri dolori
    e noi lo giudicavamo castigato,
    percosso da Dio e umiliato.
    [5]Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
    schiacciato per le nostre iniquità.
    Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
    per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
    [6]Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
    ognuno di noi seguiva la sua strada;
    il Signore fece ricadere su di lui
    l'iniquità di noi tutti.
    [7]Maltrattato, si lasciò umiliare
    e non aprì la sua bocca;
    era come agnello condotto al macello,
    come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
    e non aprì la sua bocca.
    [8]Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
    chi si affligge per la sua sorte?
    Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
    per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte.
    [9]Gli si diede sepoltura con gli empi,
    con il ricco fu il suo tumulo,
    sebbene non avesse commesso violenza
    né vi fosse inganno nella sua bocca.
    [10]Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
    Quando offrirà se stesso in espiazione,
    vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
    si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
    [11]Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
    e si sazierà della sua conoscenza;
    il giusto mio servo giustificherà molti,
    egli si addosserà la loro iniquità.
    [12]Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
    dei potenti egli farà bottino,
    perché ha consegnato se stesso alla morte
    ed è stato annoverato fra gli empi,
    mentre egli portava il peccato di molti
    e intercedeva per i peccatori.

    Ancora oggi questo avviene:

    [3]Disprezzato e reietto dagli uomini,
    uomo dei dolori che ben conosce il patire,
    come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
    era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
    Mi dispiace dirtelo ma il tuo pensiero e veramente di poco conto, in linea con uno scandaloso documento, Nostra Etate, scritto da un cardinale corrotto con un massone conclamato

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  13. La vicenda Storica di Gesù, non slegabile da quella di Fede, tende ad evidenziare che lì, in quel momento era rappresentato l'UOMO INTERO. Non un certo popolo o una certa caratteristica.

    Questo che affermi, non corrisponde assolutamente all'evento storico della vita terrena di Gasu'.

    dalle Omelie di San Giovanni Crisostomo:

    2 - Invero non stupitevi se ho definito miseri i Giudei. Infatti sono ben sventurati e disgraziati poiché hanno ricevuto nelle loro mani tanti beni e li hanno ripudiati, ed hanno respinto i tesori che erano loro offerti. È sorto per loro il sole della giustizia ed essi, rifiutati i suoi raggi, stanno nelle tenebre: mentre noi che eravamo nelle tenebre, abbiamo attirato a noi la luce e ci siamo liberati dall’ombra dell’errore. Essi erano i rami della radice sacra (Rom. XI, 16 - 17) ma sono stati spezzati; noi non eravamo parte della radice, eppure abbiamo portato il frutto della pietà. Essi hanno letto i Profeti sin dalla più tenera età ed hanno crocifisso Colui che dai Profeti era stato annunziato. Noi che non avevamo mai udito parlare delle Sacre Scritture, noi abbiamo adorato questo stesso crocifisso. Perciò essi sono miseri, perché hanno respinto i beni che erano loro inviati mentre altri li hanno presi per sé, portandoli loro via. Ma essi, chiamati ad essere adottati come figli, si sono abbassati alla condizione di cani: noi che eravamo nella condizione di cani, con l’aiuto della grazia divina abbiamo potuto spogliarci di questa indole bruta ed elevarci alla dignità di figli. Cosa lo fa manifesto? Cristo ha detto alla donna di Canaan "Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cuccioli" (Mt. XV, 26), designando come figli i Giudei e come cani i gentili. Vedete quindi come l’ordine è stato invertito, i Giudei sono diventati cani e noi figli. "Guardatevi dai cani, dice Paolo, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi dai circoncisi.Siamo noi i circoncisi" (Filipp. III, 2-3). Vedete dunque come quelli che prima erano figli sono caduti nella condizione di cani? Volete sapere in qual modo noi che eravamo nella condizione di cani siamo diventati figli? "Invero, a tutti coloro che lo hanno ricevuto, Egli ha dato il potere di diventare figli di Dio" (Gv. I, 12).

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  14. Continua...

    Nulla è più miserabile di questi Giudei che da ogni parte vanno in senso contrario alla loro salvezza. Quando bisognava osservare la Legge, essi l’hanno calpestata: adesso che la Legge è stata abrogata, con insistenza essi vogliono che sia osservata. Che cosa ci potrebbe essere di più miserabile di costoro che dispiacciono a Dio non soltanto quando trasgrediscono la Legge ma anche quando la osservano? Per questo è detto: "Duri di cervice e incirconcisi di cuore, voi sempre resistete allo Spirito Santo" (Atti VII, 51): non soltanto violando le leggi, ma anche volendole osservare a sproposito. "Duri di cervice": giustamente sono stati chiamati così, perché non hanno voluto portare il giogo di Cristo per quanto dolce e benché non avesse nulla di pesante o di spiacevole. Egli dice: "Imparate da me che sono dolce ed umile di cuore (Mt. I, 29 - 30) e prendete il mio giogo su di voi poiché esso è dolce ed il mio fardello leggero". Essi però non lo sopportavano a causa della loro testardaggine, anzi non soltanto non lo hanno sopportato ma lo hanno rotto e fatto a pezzi. "Sin dall’inizio hai spezzato il tuo giogo, hai rotto i tuoi legami" (Ger. II, 20; V, 5; Sal. II, 3). È un profeta, non Paolo che dice queste parole indicando il giogo ed i legami come segni distintivi del potere: perché i Giudei avevano respinto il potere di Cristo quando avevano detto: "Non abbiamo altro re che Cesare" (Gv. XIX, 15). Avete spezzato il giogo, rotto i legami, vi siete esclusi dal regno dei cieli e vi siete sottomessi al potere dell’uomo. Vorrei che esaminaste con quanta abilità il Profeta ha espresso la sregolatezza del loro animo. Infatti non dice: avete deposto il giogo, bensì: l’avete spezzato, atto proprio della brutalità animale, dei vizi sfrontati che respingono ogni freno e non sopportano alcun potere. Da dove proviene questa loro durezza? Dalla gozzoviglia e dalla intemperanza. Chi lo dice? Mosè stesso. "Israele mangiò ed il popolo diletto ingrassò e si rimpinzò.Si rivoltò" (Deut. XXXII, 15). Come gli animali che si nutrono in ricchi pascoli diventano più ostinati ed indocili e non sopportano più né giogo né freno né la mano dell’auriga, così il popolo giudeo, spinto nell’abisso della malvagità dall’intemperanza e dalla troppa abbondanza materiale ha vissuto licenziosamente e non ha sopportato il giogo di Cristo, né trascinato l’aratro della sua dottrina. È quanto un altro Profeta aveva espresso con le parole: "Israele si comporta da pazzo, come una giovenca eccitata da un tafano" (Osea IV, 16).

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  15. Allora questa sacrosanta dottrnina di un grande Santo sarebbe da giudicare, in base al nuovo pensiero introdotto da personaggi corrotti nel Concilio Vaticano II, antisemita?

    3 - So che molti rispettano i Giudei e pensano che i loro riti odierni sono degni di stima; per questo sono incitato a cercare di sradicare completamente tale dannosa opinione. Dissi che nessun teatro val meglio della sinagoga e porterò i profeti a testimoni; i Giudei non sono degni di fede più dei profeti. Dunque uno che dice? "La tua fronte è diventata quella di una prostituta, non vi è più nessuno davanti a cui tu arrossisca" (Ger. III, 3.) Invero il luogo in cui la meretrice si prostituisce, questo è il vero lupanare. Anzi la sinagoga non è soltanto un teatro e un luogo di prostituzione, ma anche una caverna di briganti e un rifugio di belve. Infatti il profeta dice: "La vostra dimora è diventata la tana della iena" (Ger. VII, 11), non semplicemente di una belva ma di una belva impura. E ancora: "Ho lasciato la mia casa, ho abbandonato la mia eredità" (Ger. XII, 7). A colui che ha abbandonato Dio che speranza di salvezza rimane? Se Dio lascia un luogo questo diventa dimora di demoni. Ma dicono di adorare anch’essi il Signore. Lungi da noi il dire questo: nessun giudeo adora Dio. Chi lo dice? Il Figlio di Dio. "Se aveste riconosciuto il Padre mio avreste riconosciuto anche me. Ora voi non avete riconosciuto né me né il Padre" (Gv. VIII, 19). Che testimonianza addurrò più degna di fede di questa? Se non riconobbero il Padre, se crocifissero il Figlio, se respinsero l’assistenza dello Spirito, chi oserà sostenere che la loro sinagoga non è l’asilo dei demoni? No, Dio non vi è adorato, statene lontani. È di conseguenza il luogo dell’idolatria; tuttavia alcuni frequentano tali luoghi come se fossero sacri.

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  16. cruccas, il tuo parlare è intriso di vero odio. Per il resto: bla bla bla

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  17. Dimmi caro Stefano secondo te, la morte corporale di Gesu' ad opera degli ebrei in combutta con i Romani, (pagani e privi di qualsiasi conoscenza di Dio, a differenza del popolo ebraico), sarebbe di poco conto?

    No Gianluca. Ogni fatto relativo al Nostro Signore Dio Gesù non è affatto di poco conto.

    Ma si rischia di fare come gli eretici! Isolando un fatto e facendo discendere tutto il resto dall'interpretazione di questo fatto.

    Conosco molto bene le Catechesi dei Padri, come quelle di Sant'Agostino, sui Giudei e sul Giudaismo.

    Queste catechesi, specialmente quelle del Santo d'Ippona, tendevano a mostrare sì la realtà storica, ma nell'ottica della Carità! Infatti, i Giudei erano (e sono) i primi a cui DOVREBBE rivolgersi il Messaggio Cristiano, in quanto Essi hanno un posto cardine nella Storia della Salvezza.

    Ovviamente, parliamo dei Giudei "puri", del Giudaismo Moseico. Oggi esiste ancora questo Giudaismo? Non credo, ma questo non è importante. E' importante che Moseici o no, gli Ebrei come tutti gli uomini siano fatti partecipi dell'Unica SAlvezza di Gesù.

    Se dobbiamo essere precisi, caro Gianluca, i responsabili DIRETTI della Morte di Cristo sono le Autorità Romane della Provincia! E SU QUESTO NON CI SONO DUBBI!

    Il processo si è svolto davanti ad un procuratore ROMANO e la pena di morte è stata comminata dall'Autorità! QUESTO E' QUANTO! Che poi UNA PARTE di Giudei avesse istigato questa pena, non modifica il fatto: Gesù è morto per mano dell'Autorità Romana! Ignori forse quello che dice il Vangelo? Disse Pilato: "Sai che io ho il potere di liberarti o il potere di mandarti a morte? Rispose Gesù: Tu non avresti nessun potere se non ti fosse dato dall'Alto".

    La responsabilità diretta ed Oggettiva della Morte di Gesù è di PONZIO PILATO! PUNTO.

    Per cui: il punto di vista storico interessa ma MARGINALMENTE. Soprattutto se se ne fa un "archetipo" su cui basare la propria interpretazione o il proprio atteggiamento di fronte alle false religioni. Ricordiamo che TUTTE sono false, eccetto quella Cattolica. L'approccio, dunque, è IDENTICO. Soprattutto nei confronti dei Giudei moderni, i quali ALLA PARI DEGLI ALTRI, attendono l'annuncio di Gesù.

    E se noi avessimo davvero carità per loro, faremmo di tutto per portare il Vangelo di Gesù Vristo (e non di altri..)! Invece ci dimeniamo in due estremi: il buonismo ecumenista e indifferentista o il rigidismo esclusivista!

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  18. Per cui: il punto di vista storico interessa ma MARGINALMENTE

    Integro. Interessa Marginalmente non perchè non abbia importanza o non abbia un senso ben preciso! L'Incarnazione è una realtà STORICA quindi ciò che accade STORICAMENTE ha una grande importanza. Ma l'accadimento NON PUO' ESSERE SLEGATO dal Significato intrinseco di Fede!

    Cristo si è Incarnato Storicamente e legate a Lui vi sono vicende storiche...Ma tali avvenimenti PERCHE' sono avvenuti? Il "Perchè" degli avvenimenti, non solo li rende definitivamente spiegabili in un unico modo, ma si potrebbe dire che li "superi" senza rinnegarli!

    La Morte in Croce di Gesù, avvenimento storico certificato, non si ferma al significato accidentale! Altrimenti sarebbe inutile essere Cattolici!

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  19. Se dobbiamo essere precisi, caro Gianluca, i responsabili DIRETTI della Morte di Cristo sono le Autorità Romane della Provincia! E SU QUESTO NON CI SONO DUBBI!

    La responsabilità diretta ed Oggettiva della Morte di Gesù è di PONZIO PILATO! PUNTO.

    Complotto contro Gesù e tradimento di Giuda

    [1]Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua, [2]e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano come toglierlo di mezzo, poiché temevano il popolo. [3]Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici. [4]Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani. [5]Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro. [6]Egli fu d'accordo e cercava l'occasione propizia per consegnarlo loro di nascosto dalla folla.

    L'arresto di Gesù

    [47]Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. [48]Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?». [49]Allora quelli che eran con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». [50]E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. [51]Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli l'orecchio, lo guarì. [52]Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? [53]Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre».

    Primi oltraggi

    [63]Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, [64]lo bendavano e gli dicevano: «Indovina: chi ti ha colpito?». [65]E molti altri insulti dicevano contro di lui.
    Gesù davanti al sinedrio

    [66]Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: [67]«Se tu sei il Cristo, diccelo». Gesù rispose: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; [68]se vi interrogo, non mi risponderete. [69]Ma da questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio». [70]Allora tutti esclamarono: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli disse loro: «Lo dite voi stessi: io lo sono». [71]Risposero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

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  20. Continua..

    Gesù davanti a Pilato

    [1]Tutta l'assemblea si alzò, lo condussero da Pilato [2]e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re». [3]Pilato lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». [4]Pilato disse ai sommi sacerdoti e alla folla: «Non trovo nessuna colpa in quest'uomo». [5]Ma essi insistevano: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea fino a qui».

    [6]Udito ciò, Pilato domandò se era Galileo [7]e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode che in quei giorni si trovava anch'egli a Gerusalemme.
    Gesù davanti a Erode

    [8]Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. [9]Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. [10]C'erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza. [11]Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato. [12]In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti c'era stata inimicizia tra loro.
    Gesù di nuovo davanti a Pilato

    [13]Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, [14]disse: «Mi avete portato quest'uomo come sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; [15]e neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. [16]Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò». [17]. [18]Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «A morte costui! Dacci libero Barabba!». [19]Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio.

    [20]Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. [21]Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». [22]Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò». [23]Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. [24]Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. [25]Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà.

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  21. Continua...

    Gesù in croce deriso e oltraggiato

    [35]Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». [36]Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: [37]«Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». [38]C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.

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  22. continua...

    Discussione della testimonianza di Gesù su se stesso

    [13]Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». [14]Gesù rispose: «Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. [15]Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. [16]E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. [17]Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera: [18]orbene, sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dà testimonianza». [19]Gli dissero allora: «Dov'è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». [20]Queste parole Gesù le pronunziò nel luogo del tesoro mentre insegnava nel tempio. Enessuno lo arrestò, perché non era ancora giunta la sua ora.

    [21]Di nuovo Gesù disse loro: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». [22]Dicevano allora i Giudei: «Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?». [23]E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. [24]Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati». [25]Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico. [26]Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui». [27]Non capirono che egli parlava loro del Padre. [28]Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. [29]Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite». [30]A queste sue parole, molti credettero in lui.
    Gesù e Abramo

    [31]Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; [32]conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». [33]Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?». [34]Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. [35]Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; [36]se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. [37]So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. [38]Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!». [39]Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo». Rispose Gesù: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! [40]Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto. [41]Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero: «Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!». [42]Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. [43]Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, [44]voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna. [45]A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. [46]Chi di voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? [47]Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio».

    .

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  23. Continua...

    [48]Gli risposero i Giudei: «Non diciamo con ragione noi che sei un Samaritano e hai un demonio?». [49]Rispose Gesù: «Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate. [50]Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica. [51]In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte». [52]Gli dissero i Giudei: «Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte". [53]Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?». [54]Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "E' nostro Dio!", [55]e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. [56]Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò». [57]Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?». [58]Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». [59]Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

    Mi sa che abbiamo letto un Vangelo differente, a me risulta questo riguardo alle vere responsabilita' dell'uccisione di Cristo nella carne quindi DEICIDIO PERPRETATO IN MANIERA MALIZIOSA VE SATANICA DAI CAPI DEI GIUDEI, e non e' certo un documento fasullo scritto da un massone ebreo che annulla codesto Deicidio che tuttora sussiste

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  24. Infine ti rispondo con le parole di un Santo.

    San Giovanni Crisostomo.

    Trecento Padri e forse più, convenuti in Bitinia hanno decretato queste cose, e tu le disprezzi tutte? Due sono le ipotesi: o tu condanni i Padri come ignoranti, che non avevano studiato accuratamente, oppure tu accusi i Padri di vigliaccheria perché pur conoscendo la questione hanno dissimulato e tradita la verità. Se non segui quanto hanno decretato, sono queste le considerazioni che ne conseguono. Quanto stabilito fu veramente modello di grande saggezza e fermezza, come testimoniano gli avvenimenti che seguirono...

    Non udisti Cristo dire: "Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro?" (Matt. XVIII, 20). Ma se quando due o tre sono riuniti nel suo nome Cristo è presente, a maggior ragione quando trecento e molti di più erano presenti, Cristo era presente, e designava e definiva ogni cosa.
    Tu non condanni soltanto quei Padri, ma la terra intera che approvò la loro sentenza. Allora giudichi i giudei più sapienti dei Padri venuti da ogni parte, questi giudei che, ripeto, sono privi dei riti degli antenati e che non celebrano nessun giorno solenne? Da loro non vi sono né il pane azimo né le feste pasquali (anche se sento che molti dicono che hanno Pasqua e azimo); che effettivamente non vi siano da loro gli azimi, lo comprendi dalle parole del legislatore: "Non potrai celebrare la Pasqua in nessuna delle città che ti dà il Signore Dio tuo, ma soltanto nel luogo in cui il suo nome sarà invocato" (Deut. XVI, 5-6): parla di Gerusalemme. Considera dunque come il Signore abbia prima limitato ad una sola città il giorno festivo, e poi abbia distrutto questa stessa città per strappare gli abitanti, malgrado loro, da quelle usanze religiose. Non c’è dubbio che il Signore prevedeva le conseguenze. Per qual ragione del resto radunò qui i giudei venuti da ogni parte della terra, pur prevedendo che in futuro la città sarebbe stata distrutta? Non è evidente che voleva abolire questa festività? Dio dunque la cancellò, e tu ricerchi la compagnia dei giudei, dei quali il Profeta disse: "Chi è cieco se non i miei figli, e chi è sordo se non coloro che li comandano?" (Isaia, XLII, 19). Infatti verso chi furono ingrati e stupidi? Verso gli apostoli, verso i profeti, verso i loro dottori? Ma che bisogno vi è di parlare di profeti e di dottori quando uccidevano persino i loro figli? "Immolarono ai demoni i loro figli e le loro figliuole" (Salmo CV, 37). Non hanno tenuto conto della voce della natura, come dunque, ti chiedo, potevano osservare le solennità? Calpestarono i congiunti, dimenticarono i legami con i figli, e hanno dimenticato il Dio da cui erano stati creati; disse il Profeta: "Hai abbandonato il Dio che ti ha generato e dimentichi il Dio che ti ha nutrito" (Deut. XXXII, 18). Dunque avrebbero dimenticato Dio e celebrato le solennità? Ma chi dice questo? Se Cristo celebrò la Pasqua con loro, non fu perché noi pure la celebrassimo coi giudei, ma per passare dall’ombra alla luce della verità. Fu circonciso, osservò il sabato e ne celebrò la festività, mangiò il pane azimo e tutto questo lo compì a Gerusalemme; tuttavia noi non siamo più tenuti all’osservanza di questi obblighi, come proclama Paolo quando dice: "Se ti farai circoncidere, Cristo non ti servirà più a nulla" (Gal. V, 2) e sugli azimi: "Celebreremo la solennità non con l’antico lievito, né con il lievito della malizia e dell’iniquità, ma con gli azimi della sincerità e della verità" (I Cor. V, 8). In verità i nostri azimi non sono farine mescolate, ma consistono in rapporti sinceri e in una vita virtuosa.

    Questa dottrina, il documento conciliare Nostra Etate, a cercato di cancellare, ma rimane un documento scritto da un massone in combutta con dei consacrati corrotti.
    Quello che rimane e' la verita' storica degli eventi, cioe' L'uccisione nella Carne del Salvatore per mano degli ebrei con i pagani Romani, (ingnari della sapienza di Dio quindi moralmente meno responsabili, DEI PERFIDI EBREI)

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  25. E se noi avessimo davvero carità per loro, faremmo di tutto per portare il Vangelo di Gesù Cristo (e non di altri..)! Invece ci dimeniamo in due estremi: il buonismo ecumenista e indifferentista o il rigidismo esclusivista!

    quoto

    il problema è tutto qui.
    Oggi, nella Chiesa, o ci caliamo le braghe e assistiamo ad una sorta di fascinazione assurda o di soggezione psicologica nei confronti degli ebrei, oppure siamo ancora all'accusa di 'deicidio', che storicamente non fa una piega, ma che è inutile star lì a ribadire fino alla fine dei secoli... pregare e annunciare, e sapere chi siamo e di Chi, bisogna, nient'altro...

    E, da chiarire, c'è la famosa frase di Giovanni Paolo a Magonza: La prima dimensione di questo dialogo, cioè l’incontro tra il popolo di Dio del Vecchio Testamento, da Dio mai denunziato (cf. Rm 11,29) quello del Nuovo Testamento, è allo stesso tempo un dialogo all’interno della nostra Chiesa...
    Ora dire che Dio non ha mai revocato il suo Patto (Lui che è Fedele), è vero; ma è altrettanto vero che se c'è una Nuova Alleanza qualcuno ha rifiutato la prima...

    Non è per rivendicare nulla, come giustamente dice Stefano, ma è motivo di consapevolezza e identità e responsabilità, che non si vive facendo crociate, ma con la preghiera (non si capisce tutto lo scandalo sulla preghiera del venerdì Santo e perché nessun rappresentante ecclesiale ha mai chiesto agli ebrei che continuano a pretenderne l'eliminazione, di cancellare le loro maledizione nel Talmud) e l'Annuncio: chi ascolta e accoglie bene, altrimenti esercita la sua libertà...

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  26. ... ma dovrebbe imparare a rispettare quella degli altri.
    Il fatto è che con la strumentalizzazione dell'olocausto (che, da fatto storico esecrabile quant'altri mai e peraltro purtroppo non unico, sembra tuttavia diventato un nuovo dogma) vogliono farci sentire in colpa e viverne il culto e la memoria ricorrente e martellante, inchinandoci senza posa a questo lutto senza fine... a me sembra oltretutto un comportamento psicologicamente malato sia per chi lo perpetua e pretende che per chi lo subisce e sono convinta che, se NON SI GUARISCE dal proprio passato, non si può avere un futuro

    Per il resto, il cristianesimo, la cattolicità, deve ritrovare la sua vera essenza, la sua identità - che è il vero Volto del Suo Signore - che si è diluita e distorta in questa strana nuova chiesa post-conciliare

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  27. dice Katartiko:
    cruccas, il tuo parlare è intriso di vero odio. Per il resto: bla bla bla

    molto facile e semplicistico accusare di odio e cavarsela con un bla bla bla in mezzo e un discorso così complesso e così coinvolgente il cuore della nostra fede

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  28. Quanto al cammino NC, quoto tutte le considerazioni di A.Rita

    Purtroppo nessuno nella Chiesa sembra tenerne conto

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  29. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  30. Ogni tanto mi metto nei panni di A. Rita e di tutti coloro che hanno lasciato il cnc, chi per obbedire a Benedetto XVI dopo la lettera del card. Arinze, chi dopo aver realizzato che non erano sulla strada giusta, scrivo così per farla breve, e mi domando come devono sentirsi oggi, vedendo che quel cammino che hanno abbandonato per fedeltà alla Chiesa di Cristo e al suo Pastore universale, non solo continua a non essere corretto, non solo si tollera che i testi catechetici non siano pubblicati, (legittimando così i testi difformi di Kiko Arguello) e che la prassi liturgica nc continui ad essere praticata, ma vedono anche che la gerarchia loda e ringrazia chi è responsabile di queste prassi distorte e li invia ad evangelizzare.
    Posso solo lontanamente immaginare la loro amarezza e il loro sgomento.

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  31. A quanto pare non è affatto "inutile" ribadire fino alla fine dei secoli il fatto storico del Deicidio del Figlio Unigenito di Dio, visto che appena "gli è stato dato un dito, si sono presi tutto il braccio" pretendendo addirittura di modificare, oltre che la realtà storica dei fatti, anche la fisionomia della dottrina della Chiesa Cattolica, con la falsità inaudita che li contraddistingue, come abbiamo appreso dagli scritti di Jules Isaac, tacciando di menzogna i Santi Evangelisti Matteo e Giovanni e questo è stato accettato ed avallato da un falso ed iniquo documento conciliare, per l'azione indegna di un Pontefice (Giovanni XXIII, non è difficile immaginare a questo punto CHI diffuse a suo favore l'amabile titolo di "Papa buono"),il quale decise le sorti della fede cattolica nello scantinato di una sinagoga ebrea!!

    Non è affatto inutile, Mic, perchè questa gente menzognera per costituzione, in combutta con una Gerarchia e due pontificati venduti al principio del "dialogo con i nemici di Cristo della Chiesa", hanno tentato quasi riuscendoci del tutto, di toglierci quel "sapere chi siamo e di CHI siamo" di cui parli tu, facendo passare dei veri atti delittuosi per santi documenti conciliari, indiscutibili ed intoccabili.

    E non solo è utile scoprire questa sacrosanta verità documentata (visto che "solo la verità rende tutti liberi"), ancora troppo troppo sconosciuta a molti, ma è doveroso anche ricordare che quel giorno ... il giorno della cosciente tortura del Figlio di Dio - "Da ultimo mandò loro il proprio Figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero fra sè: costui è l'erede: venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E presolo, lo cacciarono fuori della vigna e lo uccisero.
    Perciò Io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato ad un popolo che lo farà fruttificare. Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno lo stritolerà.
    Udite queste parabole i sommi sacerdoti e i farisei CAPIRONO CHE PARLAVA DI LORO e cercavano di catturarlo" - ...ecco, quel giorno il Deicidio fu talmente perfetto che essi oltre a fare fuori il Figlio rinnegarono, anzi apostatarono anche dal Padre, da colui che li aveva fatti uscire dall'Egitto, dicendo: "Non abbiamo altro Re all'infuori di Cesare."
    (Mt 21, 37-45) (continua)

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  32. Sappiamo bene che Dio voleva essere l'unico RE di Israele e che quando il popolo si incaponì ad avere un re come tutte le altre nazioni Egli tristemente acconsentì concedendo loro Saul, consacrato tale dal profeta Samuele, al quale seguì Davide, dal quale poi nacque Gesù Cristo. Ma il vero e solo Re d'Israele era Dio, che ad essi non bastava.... Quando il Padre mandò poi il Suo Unigenito fu per ristabilire l'iniziale regalità spirituale di origine divina, che gli ebrei hanno rifiutato in toto, ammazzando l'Erede e rigettando di fronte a tutto il mondo pagano(Roma)la potestà di Dio Jahve su di loro.

    Per questo, oltre a commettere Deicidio nel senso letterale del termine, cioè uccidendo il Santissimo Corpo fisico di Dio-Cristo, l'adorabile purissimo Corpo, divinizzato dall'Unione Ipostatica con la Natura divina della Seconda Persona della Trinità Santissima,essi hanno commesso anche il Deicidio spirituale rigettando dalle loro anime:
    1) lo Spirito Santo che avrebbe permesso loro di riconoscere il Messia atteso da secoli;
    2) lo Spirito del Figlio, venuto per rivelare ad essi il Padre e per liberarli dalla schiavitù del demonio;
    3) lo Spirito Eterno del Padre, che li ha creati e plasmati e che voleva regnare su di essi, ma essi non lo hanno voluto.

    Sono essi, perciò, rifiutando anche il Padre, che hanno rotto l'Antica Alleanza ...e allora la risposta del Padre non si fece attendere:
    "Ed ecco, il velo del Tempio SI SQUARCIO' IN DUE, DA CIMA A FONDO,la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono..."

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  33. “Ogni tanto mi metto nei panni di A. Rita e di tutti coloro che hanno lasciato il cnc …
    … e mi domando come devono sentirsi oggi …
    non solo si tollera che i testi catechetici non siano pubblicati, (legittimando così i testi difformi di Kiko Arguello) e che la prassi liturgica nc continui ad essere praticata, ma vedono anche che la gerarchia loda e ringrazia … e li invia ad evangelizzare.
    Posso solo lontanamente immaginare la loro amarezza e il loro sgomento.”

    Carissima Emma,
    posso parlare per me … ma sicuramente anche per Gianluca, con cui condivido l’amore per Gesù nostro Santissimo Signore, l’amore per la nostra Santa Madre Chiesa ed il desiderio profondo (spesso da alcuni scambiato per odio, pensa un po’…) della Salvezza eterna DI TUTTI, nel trionfo del Regno di Dio e del Cuore Immacolato della nostra dolcissima Madre.

    Come mi sento, chiedi, a vedere che il Cammino non si emenda?
    Non è nessuna sorpresa per me, poiché essendoci stata per dieci anni ed avendone sperimentato in lungo ed in largo, sulla mia pelle, la granitica impostazione ideologica, inamovibile … che preferisce di gran lunga schiacciare nei suoi ingranaggi le vite dei singoli appartenenti (vedi i suicidi messi a tacere) piuttosto che mettere lontanamente in discussione dottrina e prassi, sono assolutamente convinta che il Cammino non cambia perché non PUO’ farlo, PENA IL RINUNCIARE ALLA SUA STESSA NATURA. La sua peculiarità, che la Chiesa chiama “originalità del carisma degli iniziatori”, purtroppo, è parte integrante della sua natura eretica: il Cammino prende forza dalla sua struttura interna, che è tale, spiritualmente ed organizzativamente parlando, perché poggia proprio su quella dottrina, così com’è: la forza del Cammino poggia sul suo sentirsi “unica alternativa di salvezza per la Chiesa”, è questo che galvanizza i suoi aderenti, motivandoli nel loro stato di esaltazione che essi scambiano per zelo per il Signore …. anch’io ero così quando stavo lì. Se il Cammino diventasse cattolico, se Kiko si convertisse abbandonando l’eresia, sarebbe un miracolo ben più portentoso di quello del sole che danzò sul cielo di Fatima! Sarebbe come immaginare che Satana diventa buono, si pente di tutto, si confessa e va a Messa.
    (continua)

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  34. Come ci sentiamo, chiedi, a vedere la cieca i bieca approvazione ecclesiastica? Beh, lo stato d’animo va molto al di là dell’amarezza e dello sgomento, quelli sono durati finché avevamo il dubbio di una buona fede da parte ecclesiastica, magari poggiata su una poca conoscenza del fenomeno ... ma non è così.

    La Chiesa approva il Cammino perché è d’accordo con la posizione di Giovanni XXIII e Paolo VI di venire talmente incontro al mondo giudaico da accettare anche la giudaizzazione della Chiesa cattolica. E’ il principio conciliare della Nostra Aetate. Tutti gli anni Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (i precedenti non so) avevano ed hanno un incontro con una delegazione del B’Nai B’Rith , con i quali si scambiano cordiali saluti ed auguri reciproci, rallegrandosi del “grande dono” della Nostra Aetate che ha riavvicinato i rapporti tra cristiani ed ebrei... La questione è a monte, cara Emma, è di scelta ecclesiale, è falso ecumenismo, è mentalità conciliare ….. non c’è nulla da fare.

    Quando abbiamo capito che non si trattava di un semplice errore di valutazione sulla bontà o meno dei frutti del Cammino, la nostra visuale si è allargata, il dolore del sentirsi traditi da chi dovrebbe mostrarti la Verità e la strada, ha lasciato il passo ad una sofferenza più ampia, più generalizzata, che non ci abbandona mai e che poggia sulla consapevolezza che il Cammino è solo la punta dell’iceberg del dramma della Chiesa di aver abbandonato la fedeltà al suo Signore e al Vangelo: è in atto l’apostasia della Gerarchia della Chiesa profetizzata da Maria SS. a Fatima, apostasia completa da parte dei vescovi e cardinali venduti ai nemici di Dio, apostasia “indiretta, di riflesso”, ma non meno efficace, da parte di tutti coloro che, adeguandosi al momento, cercano debolmente di barcamenarsi giustificando anche l’impossibile, pur di non ammettere l’errore di un concilio nato male e continuato peggio, cercando di conciliare la Tradizione con la rottura giudeo-massone-protestante, scomodando “un’ermeneutica” che è solo un palliativo di fronte al tumore maligno che ci affligge.

    Ma questo dolore continuo, grazie a Dio, non ci scoraggia, non ci deprime, ci da la forza di drizzare la testa ed alzare la voce, a difesa della Verità calpestata in tutti i modi, e non ci stancheremo mai di parlare, denunciare, combattere, finché avremo fiato e vita per poterci schierare a difesa della sana dottrina, a difesa dello stesso Santissimo Corpo di Cristo che è la Chiesa ma anche la Santissima Persona di Nostro Signore, ancor oggi misconosciuto in ogni modo. E se per questo saremo giudicati, odiati, combattuti, allora … beati noi. :-)
    Ti abbraccio in Cristo
    Anna Rita Onofri

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  35. Cara A.Rita, esco commossa dalla lettura delle tue parole.
    La vostra sofferenza non vi ha distrutto, non vi distrugge, ma si trasforma in energia di lotta, PER la Chiesa di Cristo, per la Verità.
    Quando osservo il "fenomeno" cnc, lasciato crescere a lato della Chiesa, tollerato, incoraggiato, legittimato, malgrado tutte le sue storture, quando osservo tutte le anomalie, quando vedo il silenzio complice che lo circonda, quando vedo il silenzio del Papa sul loro "rito" e sui loro testi, che cosa posso dirmi, se non che mai e poi mai questo avrebbe potuto succedere prima del Concilio Vaticano II ?
    Prima del CV II il cnc sarebbe stato bollato come eretico, che cosa è successo?
    Non mi si venga a dire che nulla è cambiato, come posso credere alla continuità nella Tradizione?
    La rottura c`è stata eccome, il cammino neocatecumenale ne è la prova.

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  36. La Chiesa è malata. Il Cn è uno dei sintomi, il più grave forse, di questa malattia, che ci ha contagiati, chi più chi meno.

    Ma la Chiesa, questa Chiesa, è di Dio. E' nata, è stata pensata, voluta, da Dio. Ha attraversato l'intimità dei Tre, nell'eterno fluire d'amore che Li avvolge. Questa Chiesa, non un'altra, perfetta, tutta santa e tutta bella come vorremmo. Questa. Prostituita ad altri amanti.

    Per chi altri il Figlio di Dio si sarebbe fatto inchiodare ad una croce? Per cosa? Per lei, per la Sua Sposa. E in lei, anche per me.
    Deicidio? Non so. Ma felice colpa, di chiunque sia stata.

    Cosa si aspetta il Signore da me, oggi? Che sguaini la mia spada e tagli l'orecchio a tutti quelli che lo tradiscono? Che urli al mondo il mio dolore e la mia indignazione perché l'Amore non è amato? Cosa?

    Leggendovi, mi accorgo con fin troppa chiarezza di essere oggi una cattolica 'senza qualità', mi accorgo di aver perso le forze. Sono davvero a mani vuote. A cuore vuoto.

    Ma sono certa, certissima, che il Signore è vivo. Forse è lì, assopito, a prua. Silenzioso. Ma è Lui il Re. Il sovrano delle cose e della storia. E del tempo, di ogni attimo consumato sotto il Suo sguardo. Ed è Lui il mio Pastore. Non temerò alcun male, perché è Lui che seguo, col mio cuore buio, non fa niente. Circondata da una Chiesa che ha smarrito il suo abito da sposa. Non fa niente, perché
    il Signore non smetterà mai di cantare alla Sua Sposa 'mia bella'. E questo basta a farla bella. Capace di Dio.

    Va bè, al solito. Parole, tanto per fare.

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  37. Cosa si aspetta il Signore da me, oggi? Che sguaini la mia spada e tagli l'orecchio a tutti quelli che lo tradiscono? Che urli al mondo il mio dolore e la mia indignazione perché l'Amore non è amato? Cosa?

    esattamente il mio sentire quando ho detto che è inutile che continuiamo a tirar fuori, fino alla fine dei tempi, il deicidio (anche se deicidio c'è stato) e tuttavia non sono d'accordo, come ho già detto, col calabraghismo e con la soggezione psicologica che mostra la chiesa di oggi, che ha modificato la preghiera del venerdì Santo, poco ci manca che la abolisca del tutto e ha smesso di Annunciare Cristo Signore anche agli ebrei, nella falsa convinzione che si salvino grazie all'Antica Alleanza; il che è gravissimo, perché vanifica totalmente la venuta di Gesù Signore Dio e Messia Salvatore

    Leggendovi, mi accorgo con fin troppa chiarezza di essere oggi una cattolica 'senza qualità', mi accorgo di aver perso le forze. Sono davvero a mani vuote. A cuore vuoto.

    non ti sento senza forze o a cuore vuoto, carissima, altrimenti non ci doneresti tanti pensieri profondi e bellissimi, che nascono da un ascolto e da una intimità che li genera. Piuttosto posso accostarti a quei 'miti' che erediteranno la terra!

    Mi rendo tuttavia conto che oggi, in un tempo di indifferenza, di smarrimento di disorientamento e anche purtroppo di sviamenti come quelli che stiamo evidenziando, occorre anche il vigore dell'Apologetica, della quale nella Chiesa non si parla più, perché essa è troppo omologata e connivente con l'errore, malauguratamente...

    Nella Chiesa ognuno di noi ha un posto: c'è chi vince la menzogna, nel Signore, con la sua mitezza e chi con il vigore della denuncia, che può svegliare molte coscienze, se fatta con carità.

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  38. Ricevo ancora una volta perplessità (per usare un termine delicato) da parte di persone che per la prima volta si accostano alle celebrazioni neocatecumenali.

    Riporto qui, in modo abbastanza accurato, ciò che mi è stato riferito da diverse persone che sono rimaste sbigottite dalla messa neocatecumenale del sabato sera perché:

    1) parlano troppo! la celebrazione non finiva più! fanno una predica di introduzione persino ai canti, neanche fosse il festival paesano...

    2) all'uscita c'era il solito sacco nero per depositare offerte, uno di qua e uno di là, in modo che nessuno poteva evitare di passargli accanto

    3) l'altare era una comune tavola... non venivano usati nè il leggìo per il messale nè il panno che copre il calice dopo la consacrazione... i calici vengono disposti lontano dal celebrante, come se non c'entrassero niente...

    4) alla comunione si alzano in piedi solo per un istante, nessuno si inginocchia mai!

    5) si passano il calice tra di loro, perfino i bambini... al calice ci beve tutta quella gente... che schifo! poi una vecchina tiene per sé il calice per un sacco di tempo; altra gente porta al petto il pane consacrato provocando sbriciolamenti prima di consumarlo...

    6) lo scambio della pace era una chiassata di sbaciucchiamenti, e c'era pure il balletto alla fine della messa



    Come vedete, ancora oggi, dopo anni di "approvazione" del Cammino, ritroviamo sempre le stesse cose che hanno caratterizzato il Cammino Neocatecumenale fin dalle sue origini, e cioè:

    - abusi liturgici
    - disobbedienza alle norme date esplicitamente dal Papa
    - liturgie ridotte ad una chiassata da osteria


    Mi colpisce in modo particolare l'ipocrisia di quell'alzarsi in piedi per un attimo per dare la parvenza di obbedienza al loro Statuto. Fingono di obbedire in modo da poter poi proclamare di essere obbedienti!

    Ecco perché il neocatecumenale tipico è un "eretico di fatto".

    Il sabato sera, nessuno gli tocchi la festicciola da osteria, nessuno gli muova un appunto su quegli sproloqui che lo fanno sentire protagonista e quei tamburi e battimani che lo fanno sentire il re della giungla, nessuno contesti le contraddittorie approssimazioni e deviazioni dottrinali kikiane, nessuno gli faccia presente la grandiosa semplicità e maestosità della vera liturgia cattolica (quella non inquinata da abusi) e della vera dottrina cattolica (quella della bimillenaria tradizione della Chiesa).

    È avvilente, per chi ama la sana liturgia e la retta dottrina, vedere che i fautori di tanto scempio vadano in giro fregiandosi dell'attributo di "Approvati dal Papa".

    "Approvati dal Papa"? Ma se è stato un Pontificio Consiglio (retto da un loro amico) ad "approvarli"! E se il Pontificio Consiglio è un "Approvati dal Papa", allora cosa dovrebbe essere la cosiddetta "lettera di Arinze" contenente le "decisioni del Santo Padre" confermate dal Papa stesso?

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  39. Tripudio,
    potresti gentilmente mandare a Gianluca la fonte (che so: luogo di quell'Eucarestia, o altri dati) di questa testimonianza che hai ricevuto? E' importante. La sua mail è:
    gianluca.cruccas@gmail.com
    grazie

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  40. Don Luigi Villa
    ...questo Movimento kikiano che, purtroppo, ha trovato, incredibilmente, persino l'approvazione e l'appoggio di una vasta Gerarchia cattolica... irresponsabile!

    Sì, perché la Gerarchia avrebbe dovuto rendersi conto dei numerosi e gravi punti di coincidenza della presunta "dottrina" (?!) di Kiko con quella protestante, tutta in antitesi col Concilio di Trento e con tutta la Tradizione cattolica, mostrandosi parallela se non addirittura superiore a quella cattolica, e mostrando, con cerimonie spettacolari e con l'interesse della stampa, della radio, della TV e del Clero, che non esistevano altre istituzioni con forme e metodi di vita apostolica così benemerite nella propagazione del messaggio evangelico, come quella del "Cammino neocatecumenale.

    E così pure la Gerarchia poteva benissimo conoscere la "dottrina" (?) del "Cammino", la sua singolare prassi liturgica, la legge del suo "segreto", la dura disciplina imposta ai loro fedeli!.. Né poteva ignorare l'accentuato proselitismo e le forme intimidatorie dei "Catechisti" per non abbandonare più il "Cammino", proclamato da loro come "unica possibile via di salvezza"!.. E come potevano sottovalutare il livellamento del sacerdozio dei "presbiteri" con quello dei fedeli semplicemente battezzati?..

    E come non vedere l'autorità attribuita ai loro "catechisti", superiore persino a quella della Gerarchia?.. E come potevano non sapere della pratica neo-catecumenale della "pubblica accusa" dei peccati, anche gravi, contraria al naturale istinto del pudore e al diritto della propria fama, oltre ad essere anche causa di disgregazione delle famiglie e di subbugli nelle varie comunità parrocchiali?.. E come non sapere dell'obbligo che i neo-catecumenali hanno di vendere i propri beni, per versarne, poi, la "decima", la cui gestione veniva affidata, in modo incontrollabile, ai "Catechisti"?

    E come ignorare che la loro "Messa" è declassata a semplice "banchetto", così che il Santissimo subisce inevitabili profanazioni, specie con la "Comunione sulla mano", un traguardo diabolico voluto dalla Massoneria?..

    Ed è possibile che la Gerarchia non si sia resa conto che i "neo-catecumenali itineranti" non sono affatto da equiparare all'opera dei missionari cattolici, che hanno rinunciato a tutto - parenti, averi, comodi, ecc., fino al martirio! - per dedicarsi all'evangelizzazione del mondo, come voluta da Cristo ("... euntes docete... evangelizzantes omnes populi"...), mentre i mandati da Kiko vanno all'estero ben equipaggiati e foraggiati dalle comunità d'origine, assieme alle loro rispettive famiglie?...

    E per chiudere, possibile che i Vescovi non si siano mai domandati quali garanzie di validità possono avere le ordinazioni sacerdotali che avvengono nei Seminari di Kiko, addottrinati con tutti quegli "errori" dottrinali che contiene la sua "presunta dottrina", che costituisce, sicuramente, una delle peggiori minacce per la Chiesa cattolica di oggi e di domani, perché è una delle più temibili insidie per la Fede, anche per la potenza organizzativa ed economica del Movimento?..

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  41. Leggete questa lettera:
    «Riceviamo da una nostra cara amica di Roma la seguente descrizione di una celebrazione eucaristica dei neocatecumenali.
    II 15 ottobre sono stata avvertita che nel pomeriggio si sarebbe svolta, in San Giovanni in Laterano, la solita ordinazione dei Diaconi neo-catecumenali, presieduta dal card Ruini. Allora, sono andata per rendermi conto personalmente, come ho sempre fatto.
    Solo al vedere come era sistemata la Basilica c'era da piangere. La funzione si svolgeva tra l'altare della Confessione e l'abside. L'altare della Confessione era coperto con un panno, e, appoggiate di spalle, vi erano le poltrone del cardinal Ruini e di altri tre vescovi. Erano presenti circa trecento e più sacerdoti.
    Non volevano che io fossi presente, perché ci voleva il biglietto di invito; ma io,
    nonostante la loro insistenza, sono rimasta, trattandosi di chiesa pubblica...
    (il rito si è svolto) senza Veni Creator, senza Gloria, senza Credo, tutti in piedi per l'Elevazione. AI posto delle ostie c'erano delle pizze rotonde.
    Alla Comunione, tutti rimasero seduti; mangiarono il primo boccone tutti insieme col card. Ruini, consumando il resto a più riprese. Tutti bevettero nelle coppe.
    I canti del gran capo Kiko erano da bettola.
    Ma la cosa più grave fu vedere con quale leggerezza venne trattata l'Eucaristia: sembrava che mangiassero dei pasticcini con una certa indifferenza.
    Volevo andar via, ma mi sono avvicinata a quella tavola che funge da altare, e ho visto alcune donne che prendevano i fiori e mettevano in bocca le briciole che stavano tra i fiori e sulla tovaglia.
    Allora, mi sono permesso di prendere alcune briciole che stavano per terra, non più di tante, perché non sapevo dove metterle e non volevo fare sacrilegi su sacrilegi. Ne ho preso a sufficienza per testimoniare la dispersione, e le ho messe in un bicchiere di vetro, e insieme con alcuni documenti le ho consegnate a un monsignore del Santo Ufficio. Egli ha ritirato tutto, e mi ha detto che ho fatto bene a documentare questi fatti.
    Sono andata via contenta di aver fatto qualche cosa, ma ho l'impressione che tali denunce servono solo a rinforzare i modernisti e i neo-catecumenali!...
    Testimoni fidati ci informano sulle "liturgie", dirette dal cardinale Ruini nella basilica di San Giovanni in Laterano, per l'ordinazione di sacerdoti o diaconi neo-catecumenali: II cardinale è stato informato sugli errori neo-catecumenali, da p. E. Zoffoli, eppure...!
    - 25 aprile 1991. Per la prima volta, in San Giovanni in Laterano, l'altare è stato sostituito con una tavola, sostenuta da cavalletti. L'Eucaristia è stata consumata secondo lo stile neo-catecumenale.
    - Ottobre - novembre 1991. Liturgia senza ritegno. Si è anche ballato. Proteste di vari sacerdoti e laici (Cfr. Zoffoli E., "Magistero del Papa e catechesi di Kiko", p. 95).

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  42. CONTINUA...

    - 24 aprile 1992. È stata buttata della cera per confonderla con le briciole consacrate e impedire che fossero raccolte. C'è stato ancora il ballo. I neo-catecumenali dichiarano di essere una potenza e che bisogna dimenticare i dogmi.
    Un sacerdote è stato inviato, dal cardinale, a p. Zoffoli, per impedire la pubblicazione di ciò che è avvenuto.
    - 21 ottobre 1992. Persone buone raccolgono frammenti di ostie consacrate, per documentare in Curia.
    - 19 ottobre 1993. Il corpo di guardia cerca di impedire la raccolta di frammenti eucaristici, obbligando a mangiarle. Fatte foto documentative.
    - 12 ottobre 1994. Come al solito.
    - 10 ottobre 1995. Osservati sacerdoti che buttavano, disinvoltamente, le briciole eucaristiche rimaste nei vasi sacri. Le briciole furono buttate in uno scatolone. Minacce alle donne che osservavano, per riferire.
    - 10 ottobre 1996. Come al solito

    PIAGA CANCEROGENA NELLA CHIESA?
    La documentazione sugli errori del Neocatecumenato potrebbe proseguire indefinitamente, sulla base dei loro scritti e delle innumerevoli testimonianze raccolte da persone di ogni categoria. Per una conoscenza più estesa, rimandiamo alle documentazioni raccolte da p. Enrico Zoffoli, in "Verità sul cammino neocatecumenale", "Catechesi neocatecumenali", ecc. Ma già il nostro umile saggio consente di concludere che il neo-catecumenismo si radica in una teologia schizofrenica; è un vulcano di errori e contraddizioni che scardinano radicalmente la Fede e finiscono con l'allontanare gli stessi suoi adepti dalla pratica religiosa.
    Come fondare, inoltre, un "diritto canonico" dei "seminari (?!) neo-catecumenali "Redemptoris Mater" su simili basi teologiche (Cfr. B. Esposito, "Un nuovo tipo di seminario?". Quaderni di diritto ecclesiale, n. 12, 1999).
    Ma ciò che più addolora è la cecità di ecclesiastici che accettano il neo-catecumenali, o peggio ancora, li gratificano del loro appoggio incondizionato!..

    La gravità degli errori e l'estensione del Movimento costituiscono, per la Chiesa Cattolica, una piaga cancerogena che potrebbe diventare inguaribile, come il protestantesimo, se non si riccone, senza indugi, a smascherarne l'insidia e alla condanna!..

    NEL 2009 NIENTE E' CAMBIATO, ANZI LA SITUAZIONE E PEGGIORATA CON UN O STATUTO DEFINITIVO E LA FESTICCIOLA DEL 10 GENNAIO.

    INTANTO OGNI SABATO CHE HA FATTO DIO, CODESTA SETTA COMMETTE I PIU' BRUTALI SACRILEGI EUCARISTICI, SENZA CHE NESSUNO INTERVENGA, MA I VESCOVI CHE STANNO A FARE? MA I SARCERDOTI CHE CELEBRANO CODESTE BLASFEMIE CHE STANNO A FARE?

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  43. Giuseppe Gennarini uno dei papabili del dopo kiko.
    http://www.camminoneocatecumenale.it/new/default.asp?lang=it&page=statuto08_5

    Successivamente, nel 1972, il neocatecumenato venne studiato a fondo proprio dalla Congregazione per il Culto Divino, che stava per pubblicare l’OICA.

    L’allora Segretario della Congregazione, Mons. Annibale Bugnini, e il gruppo di esperti che erano con lui, rimasero impressionati nel vedere che ciò che stavano elaborando da alcuni anni sul catecumenato per gli adulti , lo Spirito Santo, partendo dai poveri, lo stava già mettendo in opera. Dopo due anni di studio della prassi liturgico –catechetica del Cammino Neocatecumenale, pubblicarono su Notitiae, la rivista ufficiale della Congregazione, una nota laudatoria dell’opera che stava svolgendo il Cammino neocatecumenale nelle parrocchie, riconoscendo nel Cammino un dono dello Spirito Santo per attuare il Concilio. Con la Congregazione si concordò il nome: "Neocatecumenato", o Cammino Neocatecumenale.

    Mons. Annibale Bugnini (Massone e distruttore della liturgia)

    Preme qui soltanto sottolineare come l’approvazione degli statuti sia il compimento di un lungo processo che ha portato il magistero della Chiesa a vedere sempre più la necessità di rievangelizzare i battezzati e a riconoscere nel Cammino Neocatecumenale uno strumento idoneo a tale fine. Mancava però fino ad oggi uno schema che potesse proporsi per attuare un catecumenato post-battesimale.

    Questo è quello che ha fatto la Santa Sede con questa decisione: approvare e offrire uno schema di itinerario catecumenale postbattesimale, composto però non solo di tappe liturgiche, ma integrato anche da un contenuto catechetico che in più di trent’anni ha dato moltissimi frutti. Il riconoscimento del cammino neocatecumenale è dunque una delle attuazioni concrete delle indicazioni del magistero e il compimento di una delle esigenze più sentite da Giovanni Paolo II.

    ...ma integrato anche da un contenuto catechetico che in più di trent’anni ha dato moltissimi frutti...

    Bugiardo patentato, come il suo capo

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  44. ma se Gesu' doveva morire per i nostri peccati come vittima sacrificale annunciata dalle scritture non dovremmo considerare gli ebrei e/o le autorità romane come CORREDENTRICI in quanto hanno fatto in modo che si realizzasse cio' che era scritto? Io ho sempre sentito il concetto di deicidio come razionalmente assurdo oltrechè inutile e blasfemo da un punto di vista della fede: sembra la continuazione ossessiva di quell'antico dibattito IN o DI due nature e i vari homoousios o homoiusios...i luoghi ove la ragione perde se stessa e la fede si umilia

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  45. gli ebrei e/o le autorità romane come CORREDENTRICI in quanto hanno fatto in modo che si realizzasse cio' che era scritto?

    questa è una baggianata enorme, perché il termine Redentore è attribuito a Colui che opera la Redenzione obbedendo alla volontà del Padre: la volontà del Padre non era l'uccisione del Figlio Vittima - che pure alla fine ha operato l'espiazione della colpa - ma la liberazione dell'uomo dalla morte, causata del 'distacco' da Dio provocata dalla disobbedienza e il reinserimento dell'uomo nella comunione con Lui.

    La 'colpa' del Sacrificio di Cristo ricade innanzitutto su noi e sul nostro peccato: gli esecutori materiali, i Romani istigati dal Sinedrio che ha coinvolto il popolo, hanno una colpa 'prossima' e non stavano certo eseguendo la volontà del Padre, stavano perpetuando il peccato del rifiuto della sua volontà, che era il riconoscimento del Messia che portava la Salvezza.

    Ricordiamo tuttavia che Pilato non avrebbe voluto giustiziare Gesù, altrimenti non avrebbe pensato di sottoporlo alla lapidazione con la quale pensava di cavarsela; è stato il Sinedrio a VOLERE la morte di Gesù, della quale i Romani sono stati i meri esecutori materiali, gli ebrei i mandanti.

    Il termine "deicidio" è più che corretto, visto che Gesù è Dio; può essere esecrabile l'uso antisemita che ne è stato fatto nel senso persecutorio (non nel senso antigiudaico, perché siamo sul fronte opposto rispetto ai giudei). E non mi riferisco alla shoah, che è stata originata da un'aberrante ideologia pagana e non ha nulla a che vedere con l'antigiudaismo cristiano.

    Quanto al resto della tua affermazione, stai facendo una confusione PAUROSA...
    Tuttavia, per la precisione, i i "luoghi ove la ragione perde se stessa e la fede si umilia" non sono certo quelli in cui si esercita il dono della ragione illuminata dalla fede per meglio comprendere e penetrare il senso del mistero, ma quelli in cui tale esercizio viene eliminato oppure asservito ad una ideologia e non alla Verità o delegato ad altri...

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