giovedì 11 novembre 2010

Quale Iniziazione? Sul Catecumenato antico e sulle sue modalità

La "giustificazione" più ricorrente sulle due caratteristiche fondanti il cammino, ovvero la Gnosi (con conseguente uso FUNZIONALE dei riti sincretistici) e lo Scrutinamento pubblico delle coscienze, vengono fatte risalire ad una presunta pratica "Cristiana antica". A parte il fatto che abbiamo sottolineato più volte come questo sia un non-senso, visto che la Chiesa è un organismo Vivo e non MORTO, per cui OGGI la Chiesa Vive e non ha NESSUN SENSO il FISSISMO ad un momento X della sua Storia, dove in teoria sarebbe "vera Chiesa"! Oltrettutto questa pretesa, si fonda solo su ILLAZIONI personali dei fondatori del Cnc, i quali non dimostrano nulla delle loro prese di posizione, staccandosi dalla Tradizione Apostolica VIVA, che è ININTEROTTA per definizione e su cui per dogma ci si dovrebbe sempre basare! In questo sono molto simili agli "ermeneuti della rottura", che vedono nel Vaticano II un "punto 0" dove la Chiesa è stata "ri-fondata" su ciò che presumono sia "vera Chiesa"...

Ebbene in questo presunto "Catecumenato Antico" sarebbe stato componente "fondamentale" il SEGRETO sulla Dottrina (esoterismo) e lo Scrutinamento PUBBLICO della Coscienza per "favorire" (MAH!) la Conversione del battezzando (si parla sempre di NON BATTEZZATI, lo ricordo. Differenza NODALE con i neocatecumeni che invece lo SONO!). Ora: il CnC dice che i suoi metodi interni sono tali perchè non possono mimare il Catecumenato che varrebbe solo per i battezzati. Ma se è così, come potrebbe essere che si attua il presunto "Catecumenato antico", che consisterebbe nelle componenti di cui sopra, che come Catecumenato era rivolto ai non battezzati? Delle due l'una: o il Cammino attua ciò che indica l'Oica, ovvero l'adattamento di RITI LITURGICI per battezzati (senza dunque riprodurre i riti battesimali), oppure non lo fa ed è in grave errore! E se non lo fa, e attua riti e metodi per battezzandi, c'è un'altra domanda: li attua fedelmente? Il Catecumenato antico era davvero come Kiko ce lo "presenta"? Senza togliere un altro fatto non irrilevante: i Catecumeni non accedevano al Sacrificio Eucaristico, mentre il Cammino si nutre della SUA Eucaristia, perchè è un elemento funzionale, come dice Kiko, per portare i fratelli "dalla tristezza all'allegria" e per formarli alla dottrina del Cammino (anche per il Cnc vale il fondamento "lex orandi, lex credendi").

Prendiamo spunto da questo Documento Pastorale, per approfondire il discorso sul Catecumenato Antico e le sue modalità. Cito un brano:

"L’ammissione al catecumenato, stando alle testimonianze di Origene e della Tradizione apostolica, era preceduta da un esame sulle motivazioni del richiedente, per verificarne la sincerità, e sulle sue condizioni di vita, per assicurarsi che non rendessero impossibile la pratica del Vangelo.
Per la Tradizione apostolica (Vedi Sant'Ippolito Romano) si tratta di valutare le motivazioni della scelta cristiana, la capacità di ascolto della parola di Dio, l’impegno a rispettare la visione cristiana del matrimonio, la disponibilità ad abbandonare professioni o occupazioni che contrastano o possono mettere in pericolo l’adesione a Cristo7. Origene prevede l’entrata dei nuovi credenti nella comunità quando hanno mostrato sufficientemente la volontà di vivere bene8. Secondo la Didascalia degli apostoli i pagani che si pentono, si allontanano dai loro errori, promettono di fare penitenza e affermano di essere cristiani, li riceviamo nella comunità, perché ascoltino la Parola9.
I catecumeni, già considerati cristiani, erano ammessi a partecipare alla liturgia della parola insieme agli altri fedeli, ma erano esclusi dalla liturgia eucaristica. Per essi si teneva una regolare catechesi sui libri santi, mentre l’ultima fase della preparazione era dedicata alla spiegazione del Simbolo della fede e della Preghiera del Signore, rimandando a dopo la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana la loro spiegazione teologica e spirituale.
...
Coloro che manifestano alla Chiesa la volontà di diventare suoi membri, sono pubblicamente accolti attraverso il rito di ammissione al catecumenato, una celebrazione con la quale la Chiesa notifica la loro accoglienza e la loro prima consacrazione (rica, 14).
Prima del rito di ammissione previsto un giudizio di idoneità dei candidati. Spetta ai pastori, con l’aiuto dei garanti, dei catechisti e dei diaconi, giudicare i segni esterni della giusta disposizione (rica, 16).
Decisivo l’apporto dei garanti, che, dopo avere conosciuto e aiutato i candidati nel loro cammino, li presentano alla Chiesa e testimoniano dei loro costumi, della loro fede e delle loro intenzioni (cf. rica, 42 e 71)."

Il Catecumenato Antico, dunque, non ha le caratteristiche di quello attuato da Kiko. Infatti il SEGRETO SULLA DOTTRINA (leggasi Orientamenti), è un altro NON SENSO, poichè uno prima di diventare Catecumeno deve diventare ciò che in gergo si chiama "Simpatizzante" e per esserlo OCCORRE CONOSCERE LA DOTTRINA, anche se non in tutte le sue articolazioni. Per conoscerla, come dice San Paolo, occorre predicarla (e sappiamo che la predicazione degli Apostoli si svolgeva anche per iscritto)! E per predicarla, occorre PRATICARLA PUBBLICAMENTE.

Leggendo le Opere del Santo Vescovo d'Ippona, si nota, soprattutto nella Catechesi rivolta ai Catecumeni sulla consegna del CREDO, il metodo di Annuncio: un metodo che comprende TUTTI i dogmi fondamentali del Cristianesimo: La Trinità, l'incarnazione di Cristo, la Vita, la Passione, la Morte, la Risurrezione, l'Ascensione, il Dono dello Spirito, la fondazione della Chiesa Cattolica, il Battesimo e i Sacramenti.

In secondo luogo parliamo dell' esame pubblico di Coscienza.
Esso non era praticato MAI! Infatti nella Tradizione Apostolica Viva erano I VESCOVI i "giudici" del Catecumeno e della sua condotta di Vita. L'Esame non era del foro INTERNO, ma del FORO ESTERNO, ovvero della situazione PUBBLICA del Catecumeno (dedizione alla prostituzione, ladrocinio, assissinio, vita dissoluta, ecc, ecc). Il ruolo dei Catechisti e dei garanti era ben definito E NON ANDAVA OLTRE CIO' CHE ERA STABILITO.

Ora approfondiamo insieme.

50 commenti:

  1. Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto (Gv 18, 19-20)

    Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. (Mt 10, 26-27)

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  2. Piccolo saggio sulla Chiesa primitiva secondo Carmen (dagli Orientamenti)

    "La Chiesa primitiva considerava peccato mortale quasi unicamente l’apostasia, ossia, la negazione del cammino o l’uscita da esso, perché l’uomo durante il Cammino è debole e cade, ma senza uscire dal Cammino (…) Per questo la Chiesa primitiva non pone l’esame di coscienza al termine del giorno, come fu più tardi introdotto dai Gesuiti, ma invece al mattino al momento di alzarsi, perché convertirsi è porsi davanti a Dio quando si comincia a camminare” (p.128) "
    Quindi nessuna riflessione né responsabilizzazione sul comportamento tenuto, che significa nessuna assunzione di responsabilità...
    Osserviamo che i cristiani della Chiesa primitiva correvano il rischio di morire nell’arena, nel caso non cedessero all’apostasia. Era quindi naturale che questa fosse la loro grande prova, la grande tentazione: quella di divenire apostati. Questo era il loro rischio maggiore più che qualsiasi altro peccato e da qui l’importanza del problema. Ma ciò non significa che i cristiani delle catacombe considerassero, ad esempio, l’adulterio un peccato lieve.
    Carmen sostiene che la Chiesa primitiva aveva una nozione di peccato totalmente diversa da quella attuale, e per questo la concezione del Sacramento della Penitenza doveva necessariamente essere diversa...

    vediamo cosa dice Giovanni Paolo II [Motu Proprio Misericordia Dei] "La celebrazione del sacramento della Penitenza ha avuto nel corso dei secoli uno sviluppo che ha conosciuto diverse forme espressive, sempre, però, conservando la medesima struttura fondamentale che comprende necessariamente, oltre all'intervento del ministro — soltanto un Vescovo o un presbitero, che giudica e assolve, cura e guarisce nel nome di Cristo — gli atti del penitente: la contrizione, la confessione e la soddisfazione."
    Da notare che il Papa afferma che c’è stata un’evoluzione nelle forme espressive della celebrazione del sacramento, ma che la Chiesa "ha conservato la medesima struttura fondamentale del sacramento", che comprende: 1. l’azione di un ministro che giudica e assolve; 2. l’azione del penitente che include la contrizione, la confessione, la soddisfazione.
    Secondo il Papa in questa struttura nulla potrà mutare e la Chiesa così l’ha conservata; per Carmen, ciò che si è evoluto è la concezione che le persone hanno del sacramento, che è ben diverso da quello che dice il Papa.
    È questa concezione evolutiva della fede, dei dogmi e dei sacramenti che fa del neocatecumenato il movimento eretico modernista che è.

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  3. E poi ancora Carmen:

    "Dobbiamo spiegare un poco come con Costantino si entrerà nella Chiesa delle masse, perdendosi quindi la sensibilità della comunità. Non si vede più una comunità che cammina in costante conversione sotto gli impulsi dello Spirito Santo. Vediamo persone che peccano individualmente che sono assolte individualmente e, in seguito, vanno a comunicarsi... Ma tutta una comunità in conversione, che si riconosce peccatrice non la vediamo (p.145)"
    E, successivamente, mette in opposizione due Chiese, quella sacramentale (prima di Costantino) e quella giuridica (dopo Costantino), che istituzionalizzandosi diviene giuridica, nella quale il peccato diventa violazione della legge che esige una punizione legale...
    Conoscete qualcosa di più falso? Anche se nel secolo scorso può essere invalso un certo "giuridismo" siamo ben lontani da questa concezione di peccato che - la Chiesa ci ha sempre insegnato - è innanzitutto un opporsi a Dio, allontanarsi dal Suo Progetto per noi... e causare innanzitutto la nostra rovina oltre ad avere effettivamente valenze sociali. Invece per Carmen il peccato ha sempre una valenza solo comunitaria.

    "Per questo la Chiesa primitiva non pone l’esame di coscienza al termine del giorno, come fu più tardi introdotto dai Gesuiti, ma invece al mattino al momento di alzarsi, perché convertirsi è porsi davanti a Dio quando si comincia a camminare (p.128) "
    Mi sembra chiaro che eliminare l'esame di coscienza al termine del giorno elimina il senso di responsabilità e l'esame di quanto operato concretamente nel bene e nel male, mettendosi davanti al Signore e riconoscendo la propria realtà.
    All'inizio del giorno puoi fare dei propositi e l'esame riguarda se mai la tua situazione e certo non per lasciarla così com'è, ma per cercare di cambiarla con l'aiuto della Grazia santificante che nel cammino non ha alcun diritto di cittadinanza!

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  4. La Chiesa primitiva considerava peccato mortale quasi unicamente l’apostasia, ossia, la negazione del cammino o l’uscita da esso

    notate l'identificazione Chiesa primitiva = cammino?

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  5. la Chiesa è un organismo Vivo e non MORTO, per cui OGGI la Chiesa Vive e non ha NESSUN SENSO il FISSISMO ad un momento X della sua Storia, dove in teoria sarebbe "vera Chiesa"!

    questa osservazione di Stefano è fondamentale.
    Non si possono ignorare 1600 anni di Tradizione che ci hanno trasmesso il 'Depositum Fidei' Apostolico arricchito dalla Fede di generazioni di credenti e di Santi

    lo ha fatto già Lutero secoli fa e ne abbiamo viste le conseguenze!

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  6. Ora: il CnC dice che i suoi metodi interni sono tali perchè non possono mimare il Catecumenato che varrebbe solo per i battezzati. Ma se è così, come potrebbe essere che si attua il presunto "Catecumenato antico", che consisterebbe nelle componenti di cui sopra, che come Catecumenato era rivolto ai non battezzati?

    ricordiamo che il catecumenato antico non durava 20 e più anni, ma il tempo sufficiente per "iniziare" i neofiti ai sacramenti: Battesimo, che consente di ricevere gli altri (Eucaristia e Confermazione) e inserisce nella Chiesa, comunità dei credenti e non in una entità settaria che procede con sue strutture e per suo conto (il cammino parla tanto di "Chiesa giuridica" versus "Chiesa Sacramentale" prima di Costantino) poi alla fine si è dato una struttura delle funzioni dei simboli degli insegnamenti delle prassi e perfino un rito suoi propri; per cui anch'esso ha la sua parte istituzionale, che però è di origine umana, non divina...

    Della Chiesa non possiamo mai vedere solo l'istituzione che ne è l'ossatura esteriore e che comunque la rende operativa nel mondo. Questa "istituzione" intanto trova la sua ragion d'essere direttamente dai tempi apostolici ed inoltre è soltanto la parte visibile della Chiesa, che è innanzitutto "Mistero" ed è tutta sacramentale e carismatica (l'aspetto misterico, l'anima della istituzione)... essa è innanzitutto il Corpo Mistico di Cristo, Sua Sposa. Questa realtà così è e così sarà per sempre e nessun mistificatore potrà trasformarla... Potrà tutt'al più trarre in inganno sotituendola con la sua nuova Chiesa ma, già lo sappiamo perché è Lui che lo ha detto: "non praevalebumt"...

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  7. Il Papa nella recente Esortazione Apostolica Verbum Domini ci ricorda:
    "La Parola divina, pronunciata nel tempo, si è donata e consegnata alla Chiesa in modo definitivo, cosicché l'annuncio della salvezza possa essere comunicato efficacemente in tutti i tempi e in tutti i luoghi"

    è evidente che ciò ribadisce l'inscindibile legame tra Scrittura e Tradizione nella fede cattolica, sottolineando che anche "il Concilio Vaticano II ricorda come questa Tradizione di origine apostolica sia realtà viva e dinamica: essa progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo; non nel senso che essa muti nella sua verità,[forte insidia da parte dei falsi profeti e dei cattovi maestri del nostro tempo] che è perenne".

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  8. Da “Orientamenti alle equipes dei catechisti per il primo scrutinio”:

    La prima cosa che faremo sarà scrivere il nome sul libro della
    vita………..
    Chi lo vuole si mette in piedi e scrive il suo nome
    nella BIBBIA DELLA COMUNITA’…………………
    Allora la Chiesa ti presenterà il CAMMINO per avere la vita eterna…..
    Noi eravamo gente che camminava nell'altra direzione: servivamo gli IDOLI di questo mondo credendo di incontrare la vita in essi. Gli idoli di questo mondo sono condensati nel DENARO, perché il denaro è ciò che ci dà prestigio, fama, benessere, sicurezza, rispetto sociale. Allora il Signore ci dice: "Non potete servire Dio e il denaro". Per questo, per cominciare a dare un segno di disprezzo verso il maligno, per rinunciare al cammino che seguivamo, PER ENTRARE NEL CAMMINO DELLA VITA ETERNA, VENDERETE I VOSTRI BENI e darete il denaro ai poveri, senza che la destra sappia ciò che fa la sinistra.
    Prima di fare l'iscrizione del nome nel Libro della Vita (DELLA COMUNITA’ n.d.r.),
    proclameremo la Parola di Dio. La prima che proclameremo sarà dal libro dell'Apocalisse. Con questa Parola il Signore dirà a tutti quelli che siamo qui cose meravigliose.
    Ci dirà: "Conosco le tue opere, so che hai nome di vivo ma SEI MORTO".

    Ecco qua’ un altro esempio dell’uso strumentale della parola. Si prende un passo della Bibbia e lo si deforma per i propri scopi. Qui IL LIBRO DELLA VITA diventa la Bibbia della comunita’ e le parole dell’ Apocalisse vengono usate per il duplice scopo di sancire la MORTE del NEOFITA e la sua RINASCITA nel CAMMINO neocatecumenale: il cammino per avere la vita eterna. Da notare l’abile manipolazione che si fa dei presbiteri (quasi sempre il sacerdote della comunita’) a volte il parroco, che danno una veste ufficiale (anche prima degli statuti)a questo fondamentale rito iniziale. Gia’ in questa catechesi d’esordio si notano tematiche costanti nelle catechesi di Arguello e la radicalita’ del suo messaggio: la rinuncia agli IDOLI riassunti dal DENARO e dalla rinuncia ad esso. Qui ancora non siamo alla chiara richiesta di denaro per il cammino sarebbe troppo evidente il raggiro….No vai e vendi ai poveri….Ma gia’ qui risulta chiaro data la continua richiesta di denaro per le collette per le spese , le baby sitter ecc. , che i poveri sono quelli del cammino. Ovviamente sono evidenti le caratteristiche elitarie del cammino nc che si propone come il cammino che la Chiesa ti presenta per avere la vita eterna, come se la Chiesa stessa non avesse gia’ questa prerogativa..ma no! Il cammino ti dice che tu che hai ricevuto il battesimo SEI MORTO e potrai RINASCERE NEL CAMMINO….Il cammino che ti dara’ la vita eterna.

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  9. Dottoressa, inanzitutto devo farTi i miei complementi, in questo trhead mostri tutta la Tua competenza "in materia" che è accompagnata da una grande Fede nell'Unica Chiesa di Cristo...

    per tornare all'arcano, mi sembra chiaro che i nc dovevano avanzare giustificazioni pretestuose..

    l'arcano inteso come segretezza..(questo non lo puoi sapere..ora sei piccolo nella fede..poi capirai..) è la linfa vitale per i capi, è l unico modo che hanno (speriamo non per molto) per tenere i soldatini legati per 15/20 anni..
    non credere, Cara Mic, lo sviluppo del II passaggio che abbiamo fatto su questo blog ha dato molto fastidio (e lostesso avverrà quando svilupperemo le altre tappe)

    abbiamo ragione noi..hanno ragione loro... ora non è importante; ora molti sanno cos'è e come si fà emolti ancora sapranno....
    come si suol dire gli stiamo rompendo il giocattolino

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  10. Mic..poi leggiti questo link
    parla anche del "mio Vescovo" ora mi spiego molte cose..
    http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1345540?ref=hpchie

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  11. ho letto, Aldo, del tuo vescovo e purtroppo sappiamo quanti ce ne sono come lui.

    Chissà se queste parole del Papa, dirette proprio a loro, riusciranno a penetrare nelle loro menti oscurate?

    ...Ogni vero riformatore, infatti, è un obbediente della fede: non si muove in maniera arbitraria, né si arroga alcuna discrezionalità sul rito; non è il padrone, ma il custode del tesoro istituito dal Signore e a noi affidato. La Chiesa intera è presente in ogni liturgia: aderire alla sua forma è condizione di autenticità di ciò che si celebra...

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  12. Aldo, ti ringrazio dei complimenti, che non merito. Li giriamo a Stefano che è l'autore di questo articolo, molto centrato e ben in tema con i precedenti, e anche con i successivi ;)

    Aspetto te e Larus anche al varco della Traditio e Redditio...

    Un affettuoso abbraccio nel Signore

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  13. Blogger strl, vorrei risponderti, così come ho risposto a Aldo e a Mic, ma la moderazione non ritiene di pubblcare le mie risposte.
    Di certo la titolare del blog parlerà della solita motivazione, utilizzata ad uso e consumo a seconda di ciò che ritiene utile, non alla discussione ma a ciò di cui lei vuole che si discuta.
    Ma il vero problema è che, anzichè incensare la Dottoressa, il sottoscritto ha evidenziato qualcosa che non è gradito.
    Si faccia come si voglia, restate delle vostre opinioni, più di dire che vorrei rispondere, non so che fare.

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  14. Gianluca,
    è stato risposto a molti tuoi post. Se qualcuno non è 'passato' forse era il solito 'Cicero pro domo sua' che non dà nessun contributo alla riflessione, anzi la svia...

    Invece di rispondere ti chiedi cosa fare... prova a rispondere in tema con argomenti logici e vedrai che ti si darà ancora risposta.

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  15. Molto interessante, nel documento linkato in articolo di apertura, la descrizione di questo famoso "Catecumenato antico", che il Cammino dice di attuare "perchè i partecipanti sono battezzati, per non mimare il battesimo", mentre invece mima il battesimo presumendo che quello che fa apparteneva al Catecumenato antico!

    Nello svolgimento del Catecumenato antico, un elemento fondamentale, da cui dipendeva la sua stessa esistenza, era l' Annuncio o pre-catecumenato. Ecco come lo descrive il documento in link:

    "28. - Il primo periodo si riferisce agli inizi della fede. Il rica lo chiama tempo di ricerca o precatecumenato. E' caratterizzato dalla evangelizzazione, rivolta al nuovo credente, perchè maturi la seria volontà di seguire Cristo e di chiedere il Battesimo (rica, 10).
    E' questo il tempo dell’evangelizzazione che vede l’annuncio del Dio vivo, di Gesù Cristo Figlio di Dio, morto e risorto, dell’amore del Padre che ha dato il suo Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui, del progetto di Dio sull’uomo e sul mondo e della possibilità di una nuova vita. Ne consegue la necessità della conversione e della fede in Cristo per essere salvi. In questo primo annuncio non dovrebbe mancare un richiamo essenziale alla morale cristiana, alla vita spirituale, alla Chiesa.
    All’inizio o durante il precatecumenato si può prevedere, senza alcuna formalità, un’accoglienza dei simpatizzanti, cio di coloro che mostrano una certa propensione per la fede cristiana"

    Ne consegue che bisognerebbe chiarire cosa sia mai questo "ARCANO" di cui tanto si parla in CnC, visto che si definisce "ARCANO" ciò che riguarda l'ANNUNCIO, le famose catechesi.
    Nel Catecumenato Antico NON ESISTE nulla di simile! Infatti se di ARCANO si parla, lo si fa riguardo ai RITI! Un elmento ARCANO su tutti, direi il fondamentale per il valore che ha e che poi il Catecumeno COMPRENDE APPIENO, senza rimanere in "sospeso" sine die, è la Santa Eucaristia.

    Infatti, i Catecumeni vengono ALLONTANATI dal Sacro Altare, al momento dell'Inizio della Liturgia Eucaristica, poichè non possono accedervi a causa del loro stato imperfetto. "Le cose Sante ai Santi".

    Questo ARCANO, dunque, non riguarda l'ANNUNCIO ma I RITI, il MISTERO DI CRISTO che si COMPIE NEI SACRAMENTI. Essi infatti sono l'attuazione del MISTERO, la sua concretizzazione! La realizzazione di ciò che il Catecumeno ha udito, e che vedrà realizzato per lui!

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  16. Ne consegue che bisognerebbe chiarire cosa sia mai questo "ARCANO" di cui tanto si parla in CnC, visto che si definisce "ARCANO" ciò che riguarda l'ANNUNCIO, le famose catechesi.

    insomma nel catecumenato antico (e anche in quello moderno, per i non battezzati) l'Arcano è Cristo e il suo Mistero che diventa accessibile sia attraverso l'Annuncio del Dio vivo, di Gesù Cristo Figlio di Dio, morto e risorto, dell’amore del Padre che ha dato il suo Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui, del progetto di Dio sull’uomo e sul mondo e della possibilità di una nuova vita.
    Mistero il cui contenuto essenziale è rivelato TUTTO E SUBITO, ma la cui profondità richiede, da parte del credente, la fedeltà alla vita sacramentale nella Chiesa, soprattuttto all'Eucaristia, nella quale il Signore si fa REALMENTE PRESENTE fino alla fine dei tempi

    Nel Cammino nc, invece, l'ARCANO non è il Mistero di Cristo, ma i contenuti e le modalità di svolgimento delle sue tappe iniziatiche.

    Quando parliamo di qualcosa, è sempre bene intenderci di cosa stiamo parlando...

    Chiarito questo e meglio precisato da Stefano:

    Nel Catecumenato Antico NON ESISTE nulla di simile! Infatti se di ARCANO si parla, lo si fa riguardo ai RITI! Un elmento ARCANO su tutti, direi il fondamentale per il valore che ha e che poi il Catecumeno COMPRENDE APPIENO, senza rimanere in "sospeso" sine die, è la Santa Eucaristia.

    Infatti, i Catecumeni vengono ALLONTANATI dal Sacro Altare, al momento dell'Inizio della Liturgia Eucaristica, poichè non possono accedervi a causa del loro stato imperfetto. "Le cose Sante ai Santi".

    Questo ARCANO, dunque, non riguarda l'ANNUNCIO ma I RITI, il MISTERO DI CRISTO che si COMPIE NEI SACRAMENTI. Essi infatti sono l'attuazione del MISTERO, la sua concretizzazione! La realizzazione di ciò che il Catecumeno ha udito, e che vedrà realizzato per lui!


    è così chiaro e limpido, quel che ho evidenziato in nuce all'inizio del post...

    Insomma, il documento Ecclesiale riporta, in parole esplicite e inequivocabili quel che andiamo sostenendo da oltre quattro anni....

    nel prossimo post metterò in parallelo l'annuncio cristiano e quello kikiano

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  17. Per Mic.

    "nella Tradizione Apostolica Viva erano I VESCOVI i "giudici" del Catecumeno e della sua condotta di Vita"

    Verissimo; però con l'ingresso delle grandi masse nella chiesa i Vescovi come avrebbero potuto seguire personalmente i catecumeni (oggi neo)? Esattamente servendosi dei laici (il Vescovo della mia diocesi qualche settimana fa ha fatto una benedizione di invio in missione per tutte le equipe che danno catechesi in questi giorni).
    Il catechista evangelizza su invio del Vescovo!

    "L'Esame non era del foro INTERNO, ma del FORO ESTERNO, ovvero della situazione PUBBLICA del Catecumeno".

    OK, ma non pensi che ciò che emerge all'esterno è frutto di ciò che è all'interno dell'uomo, nel suo cuore, nella sua ragione?
    Se non curi la causa ma solo gli effetti, il giorno dopo ti troverai con lo stesso problema!

    "ricordiamo che il catecumenato antico non durava 20 e più anni, ma il tempo sufficiente per "iniziare" i neofiti ai sacramenti"

    La secolarizzazione del mondo dimostra che il processo interiore di rinnovamento dello spirito richede un tempo notevolmente maggiore rispetto ai primi tempi della chiesa; il progresso ha cambiato un pò le cose del mondo, o no? e l'uomo è molto cambiato, come è cambiato anche rispetto ad appena il secolo scorso quando ancora la società era permeata dalla Fede. E comunque nel cammino non si negano i sacramenti, ma si riscoprono (mica si aspettano 20 nanni per ricevere l'eucarestia...).

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  18. il kerygma (cioè l'annuncio) cristiano è l'Incarnazione, Vita, Passione, Morte, Risurrenzione, Ascensione di nostro Signore:

    l'enfasi sulla Risurrezione (gloriosa ma disincarnata e senza l'Offerta espietoria) del cammino -e lo abbiamo dimostrato- non innesta la nostra croce sulla Croce di Cristo (senza la quale non c'è Risurrezione) e la nostra Offerta sulla Sua, per poter davvero risorgere in Lui... e questo non tien conto di tutti gli altri elementi pesantemente giudaizzanti -che sviano dall'autentico cristianesimo- collegati a questi concetti...

    il Kerigma kikiano è la paura della morte (OR pag.11) "Noi uomini siamo tutti attanagliati dalla paura della morte, a causa di essa siamo tutti schiavi del peccato, siamo tutti schiavi del male.

    E Cristo cos'è venuto a fare, visto che tali rimaniamo e ci salviamo solo se "facciamo" il cammino.

    E' più che evidente che il Kerigma kikiano si riferisce all'ordine psicologico e lì resta, mentre l'Annuncio, il Kerygma cristiano appartiente all'ordine ontologico, che attinge al Soprannaturale.

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  19. Da “Orientamenti per la fase di conversione” pag. 8
    Carmen:
    Kiko scoperse alle baracche una Parola che arrivava alla gente:
    un Kerygma vivo, frutto del dialogo con la gente. Kiko apriva la
    Bibbia e chiedeva: "E questo a te che dice?" Così sorsero una serie di domande, come “chi è Dio per te?" Quando poi andammo ad Arguelles, non sapevamo niente del catecumenato. Annunciavamo
    Gesù Cristo e questo creava un clima di unità, una comunità. Lì
    ci si presentò davanti, con grande sorpresa, il Battesimo.
    Attraverso i fallimenti di Arguelles scoprimmo che non c'è
    Battesimo senza cammino catecumenale.
    Questo è un altro documento assai interessante perché fa capire come da una esperienza personale in mezzo ai poveri delle baracche si crea “IL METODO” (il cammino neocatecumenale) per RATIFICARE IL PROPRIO BATTESIMO. Questa affermazione e’ di una portata devastante e naturalmente viene negata ufficialmente, eppure è un elemento imprescindibile delle catechesi, di quei “BENI SPIRITUALI” di cui parlano gli STATUTI.

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  20. Ma che dici? Altro che Schopenahauer... Prendi una frasetta e dici che quello è il Kerygma degli orientamenti?
    Ma è assolutamente il contrario di quello che scrivi! Il Kerygma riportato negli orientamenti è l'annuncio, la buona notizia che Gesù Cristo è risorto, che ci libera dai peccati, dalla morte, dalle sofferenze, che carica su di se i nostri peccati, gratis...che ci ama.
    Che mi smentiscano gli altri blogger che prima erano in Cammino, ma quello che scrivi tu è il prologo per poter poi annunciare il Kerygma.

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  21. Altro punto fondamentale è il ruolo del VESCOVO.

    Il Vescovo, nel Catecumenato antico (e anche attuale ovviamente), è il "giudice" che discerne sul Catecumeno. E' lui che valuta il cammino spirituale compiuto, i problemi come anche i passi in avanti. E' LUI, IN QUANTO VESCOVO, SUCCESSORE DEGLI APOSTOLI, Il MINISTRO DEI SANTI MISTERI e il valutatore dello spirito. Per cui è lui che verifica col Catecumeno i problemi e i progressi fatti.

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  22. Da “Orientamenti per la fase di conversione” pag 73 e seg. :

    “Il nostro Dio è la "Mercabà", il
    carro di fuoco è Iahvè colui che "passa", è la Pasqua, è colui
    che fa Pasqua (passaggio) e fa passare anche noi……..
    …….di
    fronte a una crisi di fede creiamo i segni della fede allo
    interno della parrocchia per chiamare gli uomini alla fede………….
    La strada attraverso cui andremo
    camminando verso i Regno di Dio è il Battesimo perché non c'è
    altra porta per entrare nella Chiesa che il Battesimo. Rivivremo
    per tappe il nostro Battesimo mediante un cammino catecumenale,
    come faceva la Chiesa primitiva………
    Può passare all'ultima tappa del Battesimo solo colui in cui
    l'apostolo riconosce l'opera di Dio, colui che ha dentro di sè
    Gesù Cristo e lo fa visibile in segni di fede adulta……
    La comunità ha la missione di aprire nella parrocchia un
    cammino catecumenale.
    ………..Così andremo aprendo comunità e
    formeremo una nuova struttura di parrocchia. Ogni comunità avrà
    il suo presbitero, il suo diacono, e appariranno nella comunità
    differenti carismi………
    Una chiesa locale in cui il parroco sarà una specie di
    vescovo con il suo collegio presbiterale. Questa chiesa locale è
    la scoperta del Concilio “(Vaticano II n.d.r.)
    Qui assistiamo alla giustificazione del cambiamento della liturgia (quella del cammino) in virtu’ del concilio Vaticanno II. E’ interessante notare che viene citato in queste pagine Bonhoffer un protestante, si fa riferimento alla Mercava’ , in pratica al carro di Ezechiele e alla Qabbala ebraica e viene descritto il cammino neocatecumenale come la “vera chiesa” la CHIESA-SEGNO, che e’ SALE, LUCE, LIEVITO per i CRISTIANI “RELIGIOSI NATURALI” (La liturgia muta di forma con il cambiare del linguaggio e
    della cultura dei popoli…)
    “(Kiko)
    Se per noi la Chiesa è, come la concepisce il Concilio,
    Sacramento di salvezza, non si tratterà di avere molta gente
    nella Chiesa, ma che nella Parrocchia ci sia una comunità di
    cristiani per davvero, che siano sacramento di salvezza …”

    RispondiElimina
  23. Chiedo venia per questo OT importante:
    i Cristiani dell'Iraq ci chiedono di non dimenticare il loro martirio....
    cliccate qui e fate conoscere:

    http://it.gloria.tv/?media=109585

    RispondiElimina
  24. E' LUI, IN QUANTO VESCOVO, SUCCESSORE DEGLI APOSTOLI, Il MINISTRO DEI SANTI MISTERI e il valutatore dello spirito. Per cui è lui che verifica col Catecumeno i problemi e i progressi fatti.

    per Kiko il vescovo è il catechista, dal momento che solo il catechista (o lui stesso possono dire chi ha lo spirito)

    si serve strumentalmente dei vescovi di cui non riconosce la giurisdizione (perché ritiene che la sua Chiesa, ritenuta sacramentale, prenda il posto di quella giuridica, istituzionale) e tuttavia gli serve il 'mandato' formale del vescovo per continuare a invadere e ad inquinare la Chiesa.. ma questo sembra non interessare a nessuno, tanto meno ai vescovi, abituati a guaradre ai frutti ed ai numeri sbandierati, nonché alla morale farisaica riguardo alle famiglie, senza conoscere (!?) il rovescio della medaglia

    RispondiElimina
  25. Chiedo venia per questo OT importante: i Cristiani dell'Iraq ci chiedono di non dimenticare il loro martirio....

    non mi ricordo chi attribuisce il martirio e la decimazione delle comunità orientali alla crisi del cristianesimo dell'occidente. Una volta le nazioni cristiane difendevano quelle conmunità. Oggi non ci sono più nazioni cristiane.

    Ma il cammino, che insiste a proporsi come rimedio, è peggiore del male...

    RispondiElimina
  26. Vediamo se ho capito. Se uno volesse riattualizzare la prassi delle prime comunità cristiane, come pretende di fare il cn, non dovrebbe aggiungere e togliere come fa il cammino. Il quale impone un segreto che invece non esisteva, impone uno scrutinio pubblico che verte sulla profonda intimità della propria vita che invece non esisteva, lascia fare tutto questo a laici, peraltro non formati, mentre quello era ed è un compito di pertinenza di uomini consacrati, cioè il Vescovo e i suoi Sacerdoti. Al mio paese questo si chiama imbroglio.

    E comunque, forse che ricostruire, o anche solo presumerlo, le antiche comunità garantisce una maggiore radicalità nella fede in Cristo? Se così fosse la Chiesa, che è opera di Dio, avrebbe inanellato 2000 anni di fallimenti. La Tradizione della Chiesa che vive, pensa, cresce pur restando fedele a se stessa, è cosa diversa dalla chiesa antica che è un tempo storicamente circoscritto. La fedeltà alla Tradizione della Chiesa esclude forse lo sviluppo del suo pensiero? Riguardo al catecumenato, ma anche alla teologia, alla liturgia.

    E infine: perché mai un movimento che si dice orgogliosamente figlio del CVII e che dovrebbe essere attento alle istanze sociali nuove, al linguaggio, ai segni dei tempi, presume invece di emulare la chiesa antica, le prime comunità, la prassi e anche la liturgia dei primi passi della chiesa? Anche qui, a me sembra, il cn prende quel che gli fa comodo e lascia tutto il resto. E tradisce, così facendo, i suoi stessi presupposti.

    RispondiElimina
  27. rispondo a Urlo:

    Per Mic. "nella Tradizione Apostolica Viva erano I VESCOVI i "giudici" del Catecumeno e della sua condotta di Vita"

    Verissimo; però con l'ingresso delle grandi masse nella chiesa i Vescovi come avrebbero potuto seguire personalmente i catecumeni (oggi neo)? Esattamente servendosi dei laici (il Vescovo della mia diocesi qualche settimana fa ha fatto una benedizione di invio in missione per tutte le equipe che danno catechesi in questi giorni).
    Il catechista evangelizza su invio del Vescovo!


    Con l'ingresso delle grandi masse nella Chiesa il Vescovo delega al sacerdote anche la "cura d'anime". Oltre ad essere il santificatore, il sacerdote è anche la guida e il maestro che può delegare al laico solo il munus docendi (la catechesi, ad esempio). L'anomalia è che il catechista NC, formato sommariamente da Kiko in base alla sua pseudo-rivelazione, evangelizza su invio del vescovo perché il vescovo o non sa o non vede o non sente o non parla... il perché non sta a me dirlo... sta di fatto che il catechista nelle parrochie, l'itinerante ad gentes, non portano il vangelo di Cristo, ma quello di Kiko e non avviene l'implantatio ecclesiae, ma quella del cammino !

    E comunque il vescovo può delegare al laico (e nel caso del cammino lo fa impropriamente per i duemila motivi che sono snocciolati su questo blog) l'evangelizzazione, ma non la guida, che viene esercitata con quell'esorbitante potere sulle persone, compresi i sacerdoti

    "L'Esame non era del foro INTERNO, ma del FORO ESTERNO, ovvero della situazione PUBBLICA del Catecumeno".

    OK, ma non pensi che ciò che emerge all'esterno è frutto di ciò che è all'interno dell'uomo, nel suo cuore, nella sua ragione?
    Se non curi la causa ma solo gli effetti, il giorno dopo ti troverai con lo stesso problema!


    NON E' certo col metodo invasivo e rozzo del cammino che la persona è portata ad autoconoscersi e liberarsi dalle sue schiavitù e dalle sue ferite, che solo Cristo Signore ed non un percorso iniziatico può sanare davvero!
    La vera maturazione psicologica e spirituale si realizza nella libertà e nel rapporto personale con Dio, non in una identità di gruppo...

    RispondiElimina
  28. ... segue

    "ricordiamo che il catecumenato antico non durava 20 e più anni, ma il tempo sufficiente per "iniziare" i neofiti ai sacramenti"

    La secolarizzazione del mondo dimostra che il processo interiore di rinnovamento dello spirito richede un tempo notevolmente maggiore rispetto ai primi tempi della chiesa; il progresso ha cambiato un pò le cose del mondo, o no? e l'uomo è molto cambiato, come è cambiato anche rispetto ad appena il secolo scorso quando ancora la società era permeata dalla Fede. E comunque nel cammino non si negano i sacramenti, ma si riscoprono (mica si aspettano 20 nanni per ricevere l'eucarestia...).


    Questa è una balla colossale. Se te lo fanno credere, cerca di informarti meglio e approfondire la tua conoscenza di psicologia e antropologia. Possono cambiare le mode, i gusti, certi bisogni indotti... ma l'interiorità dell'uomo è la stessa di 2000 e anche più anni fa. La struttura psicologica e spirituale dell'uomo non cambia se non c'è un 'salto' evolutivo e non mi pare che stiamo a questo punto, altrimenti dovremmo pensare piuttosto ad una regressione ;)... le domande fondamentali sono sempre quelle: chi sono, perché sono qui, dove sto andando, con chi e perché, cosa c'è dopo la morte, cosa mi aspetta, che senso ha la mia vita, la mia storia... ma è solo un modo diverso per dire le stesse cose, che sono sempre quelle e saranno quelle fino alla fine dei tempi, fiché ci sarà un uomo su questa terra: se non rispondiamo a quelle domande fondamentali non diventiamo uomini, rimaniamo dei burattini manovrabili a piacimento dal potente di turno, di qualunque panno si vesta, politico, religioso, filosofico, altro...

    quanto all'eucaristia, nel cammino tutti accedono al rito fin dal primo momento. E' il battesimo al Giordano (che lo sa solo chi ci è arrivato, ma intuitivamente qualcosa si può dedurre sia pur dal poco che è trapelato), che arriva dopo 20 e più anni... e ha a che fare con Elia il suo mantello e il carro di fuoco (la merkavà) che ricorre un po' troppo, persino riferita a Cristo Signore (il che è quanto meno riprovevole), non ti sembra?

    RispondiElimina
  29. ringrazio Jonathan

    e condivido ogni parola di quel che ha detto

    RispondiElimina
  30. i Cristiani dell'Iraq ci chiedono di non dimenticare il loro martirio....

    ognuno di noi non mancherà di ricordarli nella preghiera, estesa a tutte le forme di martirio di questi nostri tempi oscuri

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  31. Ma che dici? Altro che Schopenahauer... Prendi una frasetta e dici che quello è il Kerygma degli orientamenti?

    ho riportato il Kerygma del primo annuncio, che non resta relegato lì, ma su esso viene costruita tutta la pseudoteologia e la prassi del cammino...

    RispondiElimina
  32. No Mic, sbagli, ha ragione Gianluca, quella è la premessa al kerigma.
    Anzi riprende da lì il discorso iniziato con le catechesi precedenti proprio dalle domande esistenziali che tu stessa hai evidenziato qualche commento sopra e che generalmente vengono proposte alla gente "chi sono, perché sono qui, dove sto andando, con chi e perché, cosa c'è dopo la morte, cosa mi aspetta, che senso ha la mia vita, la mia storia...".
    Tutto ciò prepara il kerygma.
    Il Kerygma è l'annuncio, la buona notizia che Gesù Cristo è risorto che viene a distruggere la morte

    RispondiElimina
  33. se io mi sbaglio devi rispondere ad alcune domande collegate col kerygma

    1) dov'è che Kiko dice che Gesù Signore è morto per espiare il peccato dell'uomo che offende Dio e dov'è che insegna che è la Sua Grazia Santificante che ci salva e ci trasforma e non ci fa rimanere inesorabilmente peccatori (anche se dobbiamo, in Lui, sempre lottare contro il male che è anche dentro di noi)

    2) perché Gesù non è il nostro modello, come afferma Kiko? Ti ricordo che la Chiesa non lo insegna in senso imitativo, ma nel senso di 'connaturalità' ricevuta ed accolta attraverso la vita di Fede

    3) perché Kiko (e Carmen) insegnano che il peccato non offende Dio?

    4) non hai risposto alla replica alla tua affermazione che l'uomo è molto cambiato... ti sei limitato a servirti di alcune delle mie parole per riferirle al kerygma kikiano...
    torno a ripetere che il kerygma che tu e Gianluca definite iniziale è quello del primo annuncio sul quale è costruita tutta la pseudoteologia e connessa antropologia kikiana...

    che poi in altri momenti e forse più recentemente dica che Cristo è morto per noi ti ricordo che lo diceva anche Lutero, ma poi diceva anche che il nostro peccato viene 'ricoperto' quindi ci salva la "fede fiduciale" e non la nostra risposta consapevole ed obbediente, analogamente a Kiko secondo cui la salvezza è per "chi fa" il cammino...

    RispondiElimina
  34. Il Kerygma è l'annuncio, la buona notizia che Gesù Cristo è risorto che viene a distruggere la morte

    riprendo queste tue parole MOLTO incomplete: Gesù, prima di risorgere è morto in Croce per espiare i nostri peccati e non è risorto per vincere la morte ma è risorto PERCHE' ha vinto la morte causata dal PECCATO che lui ha ESPIATO, prendendolo su di sé

    Quindi non è vero che è la paura della morte che ci fa peccare (questo è un dato psicologico). E' il peccato che causa la morte, innanzitutto spirituale perché provoca il distacco da Dio, e poi anche materiale per la finitudine entrata nella creazione tutta con la caduta prodotta dalla disobbedienza dei progenitori.
    La paura fa parte della condizione umana e della debolezza della nostra natura dopo la 'caduta' causata dal peccato. Questo è un dato 'ontologico', molto più profondo e pregnante, che necessitava del Sacrificio amante di un Dio per essere sanato... non un Dio assetato di vendetta (come dice Kiko) ma un Dio così amante della Sua creatura, da farsi carico lui stesso, nella Persona del Figlio, del male penetrato nell'uomo per effetto della prima disobbedienza, alla quale ha posto rimedio il 'serviar' di Maria e l'obbedienza fino alla fine di Gesù Signore...

    Questo è l'essenziale, ma ci sarebbe da approfondire, e molto, per meglio conoscere il Signore e cosa ha fatto e fa per noi, se ti interessa...

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  35. dimenticavo un'altra domanda, o meglio la vostra mancata replica o tentativo di spiegazione alla differenza tra l'ARCANO nella Chiesa primitiva alla quale vi dicono che si rifaccia il cammino e l'ARCANO secondo il cammino stesso?

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  36. L'uomo non è cambiato nel suo io interno, l'uomo interiormente è sempre identico, per questo le domande esistenziali sono quelle alle quali l'uomo ha sempre cercato di dare una risposta e da lì sono nate filosofie e religioni.
    Ma il mondo, le strutture, tutto ciò che è al di fuori dell'uomo è cambiato e ciò influisce sul suo comportamento.
    Riguardo il kerygma, avevo abbreviato il succo in 2 parole perchè sarebbe da scriverne milioni e la sera siamo tutti un pò stanchi, comunque si, Cristo è risorto, ha vinto la morte e distrutto il peccato, sicchè ci libera anche a noi dai peccati, dalla morte, dalle sofferenze, che prende su di se, manifestando il suo amore per noi ...
    Invece, non ho mai ascoltato la frase che secondo te kiko direbbe e cioè che "la salvezza è per chi fa il cammino".
    Che il "modello" del cristiano è Cristo credo non lo metta in dubbio nessuno, visto che come ben sai le prime catechesi terminano con il discorso della montagna che raffigura l'uomo "nuovo" ... quello che non resiste al male ecc... che molto assomiglia alla persona di Gesù.

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  37. Dice Urlo
    OK, ma non pensi che ciò che emerge all'esterno è frutto di ciò che è all'interno dell'uomo, nel suo cuore, nella sua ragione?

    Il punto è: chi ti dà la facoltà di scrutare 'ciò che è all'interno dell'uomo' pubblicamente? Non esiste una norma, una sola parola del Magistero, un esempio della Chiesa antica che autorizzi l'esame pubblico della coscienza, che tra l'altro mette con ogni probabilità a rischio la fama della persona esaminata. Il vostro stesso statuto non ve lo consente. Questo è il punto.

    RispondiElimina
  38. Inoltre, parlate di Kerigma con tanto orgoglio, il famoso Kerigma, il fiore all'occhiello dei catechisti. In dieci anni di cammino non ho mai sentito una catechesi su quelli che sono i contenuti della nostra fede, e che quindi dovrebbero essere l'oggetto dell'annuncio, come detto nel post d'apertura che vi invito caldamente a rileggere:


    il metodo di Annuncio: un metodo che comprende TUTTI i dogmi fondamentali del Cristianesimo: La Trinità, l'incarnazione di Cristo, la Vita, la Passione, la Morte, la Risurrezione, l'Ascensione, il Dono dello Spirito, la fondazione della Chiesa Cattolica, il Battesimo e i Sacramenti.

    RispondiElimina
  39. OK, ma non pensi che ciò che emerge all'esterno è frutto di ciò che è all'interno dell'uomo, nel suo cuore, nella sua ragione?
    Se non curi la causa ma solo gli effetti, il giorno dopo ti troverai con lo stesso problema!"


    Questa sola frase mostra non solo l`ignoranza ma l`arroganza di chi ciecamente continua a voler giustificare l`ingiustificabile.
    Chi sono i catechisti neocat per "curare" la causa" ?
    Al dilà della competenza che non hanno, con quale diritto entrano nell`intimità di una persona?
    Che cosa ne sanno dei legami sottili, complessi, complicati, fra ciò che è visibile ("gli effetti") e ciò che "riposa" nell`intimità di una persona( "la causa"), perchè lo ha"dimenticato",messo da parte, rimosso, ricoperto, protetto, che cosa ne sanno delle sue cicatrici, forse ancora dolorose, con quale diritto entrano in quell` anima che si trova in quel momento del suo cammino di vita portatrice del suo passato, della sua storia, delle sue memorie, alcune dolorose, molte non risolte, vissute in un silenzio consapevole o rimosse.
    Che cosa sanno di quel percorso delicato, difficile, sovente doloroso, che porta alla coscienza contenuti "dimenticati", "trascurati", rimossi, sanno che toccando un punto apparentemente insignificante possono provocare una tempesta, la salita di contenuti rimossi con tutte le gravi conseguenze facilmente immaginabili?
    Lo sanno?
    E se succede che cosa faranno? Manderanno il povero scrutato da uno psicologo neocat?
    Chi sono quei catechisti per avere l`arroganza di pretendere che loro conoscono la causa, che loro sanno e che è loro compito condurre la persona sul cammino dello svuotamento che porta dagli "effetti" alla "causa", è così che pretendono "curare" la persona?
    È così che prendono cura di quell`essere unico che sta davanti a loro?
    Ma non si vergognano?
    E non si vergognano coloro che tollerano, legittimano e incoraggiano questi soprusi?
    Come possono i catechisti neocatecumenali arrogarsi il diritto di penetrare in quello spazio sacro e protetto a cui ha diritto ogni essere umano?
    Quella è violenza, e grave.
    E se i catechisti neocat senza competenze particolari sono marionette obbedienti a chi tira i fili, se fra i catechisti vi sono psicologi e psichiatri, grave, gravissima è la loro responsabilità, perchè loro sono perfettamente consapevoli della violenza in atto.

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  40. @Urlodeldrago
    Verissimo; però con l'ingresso delle grandi masse nella chiesa i Vescovi come avrebbero potuto seguire personalmente i catecumeni (oggi neo)? Esattamente servendosi dei laici (il Vescovo della mia diocesi qualche settimana fa ha fatto una benedizione di invio in missione per tutte le equipe che danno catechesi in questi giorni).
    Il catechista evangelizza su invio del Vescovo!


    Forse fai confusione fratello mio.
    Il Vescovo è L'UNICO (col suo presbiterio) ad avere il POTERE di "legare e sciogliere" (potere che gli dà Dio per mezzo di Pietro), di RIMETTERE I PECCATI e di discernere la Coscienza dell'Uomo. La critica verte sul fatto che il Catechista Laico FA CIO' CHE NON HA IL POTERE DI FARE, esce dall'ambito del suo essere "maestro di dottrina" (quale?), ed entra nell' "altare" della Coscienza dell'Uomo PUBBLICAMENTE! Il problema è questo!
    Con ciò non è detto che magari due persone, unite dalla stessa fede e magari anche da amicizia, non possano aiutarsi vicendevolmente nella lotta contro il peccato, magari anche avvalendosi di scambi confidenziali e aperture. Ma questo che può avvenire in una amicizia "spirituale", non PUO' essere "desacralizzato" mettendolo in pubblico, aggredendo il malcapitato con giudizi pubblici di coscienza e di vita, mettendolo in condizioni di affrontare problemi maggiori di quelli che ha creato col suo peccato!

    Poi fai una preoccupante analogia: ti chiedi come il Vescovo possa seguire i Catecumeni, oggi NEO. Allora ti domando di nuovo: c'è uguaglianza tra i due termini? In Cammino ci sono Catecumeni (=gente priva di battesimo, con ciò che consegue) o NEOCatecumeni (=gente battezzata, dunque facente parte del Corpo di Cristo, che ha bisogno di essere ISTRUITA alla realtà in cui GIA' VIVE)?
    E' solo un lapsus il tuo? Infatti lo stato di Battezzati, implica anche una IMPOSSIBILITA' di eseguire riti propriamente battesimali e catecumenali. Che il Catechista evangelizzi su invio del Vescovo nessuno discute. Si discute sul fatto che il Catechista, LAICO, esula da questo compito entrando in un campo che non gli compete! Se il Catechista fosse Sacerdote, il discorso cambierebbe nell'ambito dell'esame di coscienza il quale non deve mai essere pubblico.

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  41. Urlo, noto che rispondi solo ad una domanda e solo prendendo quel che serve per portare avanti il TUO discorso... e la risposta alle altre domande?

    L'uomo non è cambiato nel suo io interno, l'uomo interiormente è sempre identico, per questo le domande esistenziali sono quelle alle quali l'uomo ha sempre cercato di dare una risposta e da lì sono nate filosofie e religioni.
    Ma il mondo, le strutture, tutto ciò che è al di fuori dell'uomo è cambiato e ciò influisce sul suo comportamento.


    Adesso cambi versione dicendo che non è cambiato l'uomo, ma ciò che è al di fuori di esso e che influisce sul suo comportamento... e quindi riconosci vero quel che dicevo io, e cioè che l'uomo è lo stesso di sempre e quel che cambia sono le mode, i gusti, i bisogni indotti, ecc... Ma da dove deduci che questi cambiamenti esteriori, nei quali tuttavia ci sono le pulsioni negative di ogni tempo, che magari si presentano sotto altra forma, richiedano una formazione, spacciata per iniziazione cristiana da noi attendibilmente riconosciuta come de-formazione, operata dal Cammino? Il Male, presente da sempre e per sempre nel mondo, sia pur sotto forme diverse ma riconducibili alle stesse essenziali realtà interiori tradotte in comportamenti, può essere vinto solo dall'Opera Redentrice di Cristo, non dal sottomettersi a 'tappe iniziatiche' con quel che abbiamo visto che ciò comporta...

    Riguardo il kerygma, avevo abbreviato il succo in 2 parole perchè sarebbe da scriverne milioni e la sera siamo tutti un pò stanchi, comunque si, Cristo è risorto, ha vinto la morte e distrutto il peccato, sicchè ci libera anche a noi dai peccati, dalla morte, dalle sofferenze, che prende su di se, manifestando il suo amore per noi ...

    Sai Urlo, tu non ti sei accorto di aver usato le stesse parole del tuo iniziatore, carenti nel senso che io ho sottolineato, perché è vero che nel cammino è stato abolito il Dogma della Redenzione e viene enfatizzata la Resurrezione bypassando la Croce, presentata come gloriosa (lo è, ma non senza passare dalla morte espiatrice) e te lo dimostro indicando le parole di Kiko confrontate con il Magistero:

    Kiko: "Il Concilio ha risposto rinnovando la teologia. E non si è parlato più di dogma della Redenzione ...." OR pag. 97.

    Il concilio Vaticano II però insegna tutto l'opposto, perché Gesù,
    - "con la sua obbedienza ha operato la Redenzione" (LG 3).
    - Egli "ha compiuto la Redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni..." (iv., 8);
    - "Il popolo messianico (...) è pure da Lui assunto ad essere strumento della Redenzione..." (iv., 9):
    - "Lo stato religioso (...) testimonia la vota nuova ed eterna acquistata dalla Redenzione di Cristo..." (iv., 44);
    - Volendo Dio misericordioso e sapientissimo compiere la Redenzione del mondo (...) mandò il suo Figliolo..." (iv., 52);
    - "Questa unione della Madre col Figlio nell'opera della Redenzione si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo..." (iv., 57);
    - Nella celebrazione della Messa "si attua l'opera della nostra Redenzione..." (SC 2; cf. UR 12; PC 5; AA 2,5; DH 11; PO 13; GS 67, ecc.)

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  42. ... segue


    Invece, non ho mai ascoltato la frase che secondo te kiko direbbe e cioè che "la salvezza è per chi fa il cammino".

    ah, no? Non è quello che dicono tutti i catechisti e sempre quando qualcuno manifesta l'intenzione di uscire dal cammino e lo accusano di essere indemoniato e di lasciare Cristo? Oppure quando, per blandirti, dirti che sei lì perché il signore "ti ha chiamato"?

    Che il "modello" del cristiano è Cristo credo non lo metta in dubbio nessuno, visto che come ben sai le prime catechesi terminano con il discorso della montagna che raffigura l'uomo "nuovo" ... quello che non resiste al male ecc... che molto assomiglia alla persona di Gesù.

    Kiko lo dice esplicitamente che Cristo non è modello di nessuno, come ciò che vi viene inculcato è la discesa nel proprio male, nel quale si resta inesorabilmente bollati come peccatori che luteranamente, come già detto, si salvano gratis, senza alcuno sforzo (uno dei termini esplicitamente banditi dall'iniziatore) né responsabilità. Mi limito a trascriverti una testimonianza che ognuno di noi può sottoscrivere:

    "Qualche volta sono stata attenta a questa fase del kerygma, che viene ripetuta agli annunci di Pasqua o Quaresima ogni anno. Quando si trattava di tradurre la famosa frase della catechesi che noi non sappiamo amare perchè non abbiamo la natura divina, il catechista più sgamato prendeva la croce come un bastone e invece di parlare diceva 'non siete così' mostrando Cristo. Qui passa un messaggio indiretto molto forte, che vale più di mille parole.

    Da un punto di vista dottrinale, come ho scritto prima, questo deriva dall'aver ignorato i concilii cristologici, limitandosi alla sola scriptura. Da un punto di vista psicologico, questo tiene la gente in stato di soggezione,
    -ti dicono che nessuno è capace di prendere Cristo come modello,
    -ti dicono - anche coi gesti e lo snaturamento dei sacramenti- che tu devi 'fare' come Cristo salendo sulla croce, con le tue forze
    Questa contraddizione tra un pelagianesimo (fai il cammino e ti salvi) e un luteranesimo in cui l'uomo non può nulla, ed è nulla, mette le persone in condizione di sottomissione psicologica, incapaci di agire per il bene proprio e degli altri, e soprattutto incapaci di esercitare il pensiero critico."

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  43. Per Urlo

    se non rispondi alle domande precise che ti sono state fatte non puoi lamentarti se vieni censurato.

    il tuo ultimo post, che non pubblico perché sono stufa di ripetere sempre le stesse cose, non è altro che la riaffermazione che gli scrutini fanno bene e vanno bene così, che le esperienze negative sarebbero incidenti di percorso, che il cammino ha salvato tante vite (sì, dici, senza sforzo)

    se è così e non vedi il male alla radice e gli inganni che abbiamo mostrato, continua il tuo cammino e va in pace

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  44. Kiko NON insegna che il peccato non offende Dio.
    Dice (guarda il questionario che prepara il sacramento della riconciliazione) che non si può offendere Dio senza offendere allo stesso tempo il prossimo e se stessi.
    Precisa poi: in che senso si può parlare di offesa a Dio? Nel senso che il peccato rompe il piano (il disegno) di Dio su di noi che non è nient'altro che l'amore.
    Quando pecchi, insomma, rompi questo disegno e offendi Dio ma anche fai male a te stesso e agli altri.
    E che il peccato offenda Dio in quanto incrina il dialogo tra Dio e l'uomo non mi sembra che lo dica solo kiko, o no?

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  45. Dice Urlo...
    Kiko NON insegna che il peccato non offende Dio.
    Dice (guarda il questionario che prepara il sacramento della riconciliazione) che non si può offendere Dio senza offendere allo stesso tempo il prossimo e se stessi.
    Precisa poi: in che senso si può parlare di offesa a Dio? Nel senso che il peccato rompe il piano (il disegno) di Dio su di noi che non è nient'altro che l'amore.
    Quando pecchi, insomma, rompi questo disegno e offendi Dio ma anche fai male a te stesso e agli altri.
    E che il peccato offenda Dio in quanto incrina il dialogo tra Dio e l'uomo non mi sembra che lo dica solo kiko, o no?


    devo ipotizzare che tu attinga alle "catechesi corrette", che notoriamente Kiko ha rifiutato... mentre questo è quel che risulta dagli Orientamenti per i catechisti... "Le persone si chiedono se è possibile offendere solo Dio. La domanda è posta così perché abbiamo una concezione verticale del peccato, individualista: che siamo noi che offendiamo, in maniera particolare Dio, come se il peccato fosse un'offesa a Dio, nel senso di rubare a Dio la sua gloria. Accreditiamo l'ipotesi che possiamo causare danno a Dio. La prima cosa che dobbiamo pensare è che non si può causare danno a Dio. Dio non può essere offeso nel senso di togliere a Lui la gloria, perché allora Dio sarebbe vulnerabile e non sarebbe più Dio (OR p. 140)"

    A parte che sono cose che ho ascoltato anch'io anni fa, non mi risulta che si usino le catechesi corrette. Le tue parole non differiscono in nulla da quel che di cattolico affermiamo noi...

    Ma ora devo dirti che, come teologa davvero carente, Carmen non sa che si distingue la gloria intrinseca di Dio - invulnerabile, infinita e immutabile - dalla gloria estrinseca di Dio, gloria che può essere maggiore o minore, e che risulta diminuita a causa dei peccati degli uomini. Per questo S. Ignazio ha scelto per la Compagnia di Gesù il motto "Ad maiorem gloriam Dei", affermando che essa avrebbe dovuto lottare per la "Maggior gloria di Dio".
    Del resto, basta notare quanto il peccato in qualche modo escluda dalle situazioni della storia individuale e collettiva la "Presenza" del Signore, basta vedere il vuoto e i drammi umani e sociali di questo nostro mondo in cui si è perso il senso del peccato. E purtroppo si è perso il senso del peccato come responsabilità individuale, perché è sempre una mancata risposta alla chiamata costante di Dio alla conversione e al progetto che Egli ha per ognuno di noi. Questo non esclude né un ambito comunitario e sociale né la nostra responsabilità anche nei confronti del prossimo; ma tutto è fondato nel rapporto IO-TU che ogni creatura ha col suo Signore, un rapporto che può anche arricchirsi in ambito comunitario (ek-lesìa = la Chiesa di coloro raccolti insieme in comunione nel Signore) per poi dispiegarsi nelle relazioni interpersonali e nelle scelte individuali e collettive; ma è innanzitutto un rapporto pieno e profondo individuale, non di gruppo né in simbiosi. Il Signore ha creato e vuole relazionarsi con delle persone, non con dei burattini.

    con questo devo pensare che hai risposto ad una delle domande... e le altre?

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  46. Urlo, se "va tutto bene", se lo scrutinio è "solo un aiuto per incontrare Cristo" (!), se il Vescovo è e rimane anche in CnC il "giudice delle coscienze" e nel CnC non si fanno esami pubblici di coscienza, perchè non ci dici dove si terrà il prossimo vostro Scrutinio o dove si stanno tenendo quelli di qualche comunità che conosci?

    Se è vero quello che dici, e gli scrutini sono solo "riti liturgici adatti" ai battezzati (come dice il vostro statuto), allora sono anche pubblici, come ogni rito liturgico, e non contemplano altro che una "tappa" per rinnovare le proprie promesse al SIgnore, consapevoli del male del Peccato e della necessita del SACRAMENTO DELLA PENITENZA per combatterlo.

    Dunque, ci dai queste indicazioni?

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  47. Da un pò di tempo seguo questo blog, più o meno da quando, due anni fa ho lasciato il cammino nc, dopo tredici anni; ma solo adesso, sollecitata dagli interventi sul II scrutinio, ho deciso di intervenire. Rileggere i vostri commenti, infatti, mi ha fatto un pò rivivere quei momenti e, ancora di più, mi sono resa conto di come quello che ora mi sembra assurdo, allora mi sembrava perfettamente normale.
    In realtà avevo avuto sin dall'inizio qualche dubbio sul cnc
    ma lo autocensuravo poichè come mi dicevano i catechisti "i dubbi sono insinuati nella mente dal demonio che vuole farvi lasciare il cammino", ed io, certamente, non avevo nessuna intenzione di essere considerata un'indemoniata.
    Per esempio non capivo perchè i catechisti avessero sempre quell'aria così seria nonostante predicassero la gioia; non capivo perchè non rinunciassero alle belle case, ai fuoristrada e a tante altre piccole e grandi cose, nonostante ci invitassero a rinunciare praticamente a tutto; non capivo perchè catechisti itineranti che tornavano da paesi poverissimi dell'Africa, non avevano perso niente dell'aspetto borghese con cui erano partiti e si ripresentassero alle convivenze regionali ingioiellati e con i vestiti firmati (ho letto infatti che esperienze di missione in quelle terre cambiano la vita e di conseguenza anche il modo di relazionarsi con la ricchezza); ancora non capivo perchè ci dicessero che "il cristiano" non accetta "raccomandazioni" in ambito lavorativo, ma tra di loro e nelle loro famiglie questa fosse una pratica consolidata.
    Molti altri dubbi mi sono venuti nel corso degli anni: ad esempio quando, in occasione dell'approvazione degli Statuti, i catechisti chiesero una colletta straordinaria perchè per accelerare tale approvazione avevano inviato una quantità di dolci tipici siciliani tale da "addolcire" tutto il Vaticano e così si erano ritrovati con un grosso debito da assolvere. Mah! Era proprio necessario? Ma non potevo certo fare prevalere il mio "attaccamento al denaro" e così andavo avanti facendo tacere in me ogni perplessità.
    E poi, quell'abitudine di nominare il demonio per ogni cosa mi dava proprio fastidio: se non potevi andare in celebrazione era colpa sua, se andavi, ma non eri attento, era colpa sua, se dopo la celebrazione avevi un incidente era lui che ti voleva togliere la pace che avevi ricevuto in comunità, se litigavi con il marito era colpa sua, ma se non litigavi era sempre colpa sua pechè per "loro" se non litighi chissà cosa covi, sotto, sotto...
    Comunque, anche se adesso quasi ci rido su, in effetti ci sono stati momenti in cui sono stata veramente male da un punto di vista psicologico, forse perchè dentro di me c'era, in quei tredici anni, una coscienza sempre vigile che non sopportava quella mancanza di coerenza tra la teoria e la pratica e che, soprattutto non sopportava che anch'io, come catechista, stavo diventando come i miei catechisti. Ma più di tutto non sopportava quella mancanza di libertà spirituale, morale e nella vita quotidiana tanto che, quando il mio parroco, in confessione, mi chiese come mi sentissi fuori dal cammino, io gli risposi, senza pensarci un attimo: "liberata!".

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  48. Quanta gioia mi da la testimonianza di Carmen! Proprio così mi sono sentita anch'io, dopo un paio di mesi di sofferenza: "liberata". Libera di disporre del mio tempo e del denaro senza sensi di colpa, pur essendo sempre convinta che entrambi sono doni di Dio e vanno usati in modo cristiano. Libera di amare i miei cari senza sentirmi accusare di idolatrarli. Libera di non giudicare, perché nel cammino si giudica, eccome!
    Appena uscita dal cammino ho ripreso a frequentare un corso che mi stava molto a cuore ed avevo abbandonato per mancanza di tempo, ho cominciato ad andare al cinema e mi sono procurata una gran quantità di libri da leggere.
    In cammino non avevo dei veri propri amici, ma comunque uscendo mi sono sentita piuttosto sola: ho dovuto quindi, in età non più giovanissima, mettermi a cercare nuove amicizie.
    Tutto questo non mi ha allontanata dal Signore, come avevano predetto i catechisti. Non è vero che chi lascia il cammino lascia la Chiesa, posso testimoniare che molti miei ex-fratelli che sono usciti prima di me sono tuttora presenti alla Messa e spesso si impegnano attivamente in ambito parrocchiale.
    Carmen tocca un tasto dolente nel parlare del rapporto tra catechisti e denaro. Condivido in pieno le sue perplessità, perché in più occasioni mi sono stupita nel vedere come nella vita privata alcuni catechisti di mia conoscenza sono ossessionati dai soldi, in particolare dal timore di essere truffati. Il fatto di parlarne in continuazione anche in comunità (così come si fa con il sesso) è comunque indice di un rapporto non proprio sereno con il denaro.
    Tutto questo è umano e non lo voglio giudicare, solo mi è sembrato molto strano: ma come, mi dicevo, in tanti anni di cammino non si superano queste dipendenze? Ma allora che cosa ci sto a fare in comunità?
    Infine anch'io non capivo le espressioni troppo serie, così come non mi andavano giù le convivenze nei locali chiusi, con le tende tirate e la luce elettrica mentre fuori splendeva il sole.

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  49. Piccole proposte


    PER CARMEN E MIC

    La testimonianza di Carmen mi pare meritevole di costituire da sola, in un momento successivo, un nuovo thread: che ne dite?

    PER STEFANO

    Ottimo, e da portare sicuramente avanti, il lavoro di analisi dello Statuto neocatecumenale, di quanto esso prescrive e delle relative indampienze del NCN nella prassi usuale.

    Mi chiedo però, se continuando più o meno a "giustificare" lo Statuto ed a porre l'accento "solo" ( o quasi) sulle inadempienze ncn, non si rischi di trascurare un altro aspetto preminente, vale a dire le " stranezze" liturgiche, dottrinarie e catechetiche grossolante di per sè conclamate impunemente nello statuto medesimo.

    Cito a titolo d'esempio alcune di queste incredibili e gravi scorrettezze presenti nell'i,pianto generale dello statuto in parola:

    - Il Cammino come "iniziazione cristiana" a se stante;

    - Il Cammino a tappe, come itinerario apertamente gnostico ( qualunque sia l'accezione in cui i difensori a oltranza del Cammino stesso considerano l"Arcano");

    - Il Cammino come realtà giuridica avente un patrimonio di "beni spirituali" propri ( perchè non dovrebbe condividere i "beni spirituali" di cui è portatore l'universalismo cattolico?);

    - Il Cammino fondato sulla delega ai laici di valutare, correggere( spesso anche condannare) l"avanzamento nella conversione" di chi lo frequenta;

    -Il Cammino, infine, fondato su una realtà evanescente, fumosa, contraddittoria, ammbigua e sfuggente qual è quella degli Orientamenti Catechetici, dettati da laici e mai resi di pubblico dominio.

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  50. perdonate l'OT, ma ho appena letto sull'Osservatore Romano, mentre le comunità cristiane d'oriente stanno subendo persecuzioni di ogni genere, un dotto ed esaustivo articolo sul Pellegrinaggio dei musulmani alla Mecca, nell'imminenza dell'evento...

    ancora pochi giorni fa si è permesso, sempre dal giornale del Papa (!?) al rabbino Gattegna di partire dalla fiction su Pio XII e tornare alla carica con lo sterminio e con la preghiera (una preghiera!) del venerdì Santo... (non è che davvero a qualcuno in Curia mancano gli 'attributi' per indignarsi?)

    Credo che i commenti siano superlfui; ma una esternazione immediata viene spontanea: continuiamo a 'calarci le braghe', a rinnegare su tutti i fronti la nostra identità cristiana prima ancora che cattolica, continuiamo a costruire 'cortili dei gentili' e a dialogare ad ogni costo, con inclusioni anomale che permettono si mandi ad evangelizzare cani e porci... cos'altro dovremo vedere ancora?

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