sabato 9 marzo 2019

«Si devono "alzare" tutti!» I deliri kikiani del Tostone Pubblicitario di Quaresima (Kiko peggiora sempre!)

Toh, ma guarda, ecco l'avvenimento mooooolto importante che tutti aspettavate: il cosiddetto "Annuncio" di Kiko.

Scusate, fratelli del Cammino, se ve lo facciamo notare anche stavolta: ma cosa diavolo c'è esattamente da «annunciare»? Forse che l'intera Chiesa non si accorge di star entrando in quel "tempo forte" che è la Quaresima? Ve lo deve per forza «annunciare» Don Kikolone?

Mentre negli altri movimenti ecclesiali i capi fanno una introduzione ai tempi forti, volta a far vivere più intensamente tali tempi liturgici, e mentre nelle parrocchie si fa altrettanto, Kiko e Carmen hanno sempre "annunciato" sé stessi. Qualunque fratello di comunità può confermarlo, ogni volta è sempre la stessa sbobba: il video del Cammino, l'autoelogio degli inizi del Cammino, lo spot pubblicitario dei seminari del Cammino... sempre la stessa sbobba indigesta.

Lo ripetiamo: l'unico scopo onesto che potrebbe avere un "annuncio" (o equivalente tale da altri movimenti ecclesiali) è quello di esortare il prossimo ad avvicinarsi di più al Signore e fidarsi di più della Chiesa. Ma questo è proprio ciò che non si fa nel Cammino, dove tutto è centrato sulla comunità e sulla gerarchia dei cosiddetti "catechisti", spacciando per "fede adulta" il solo darsi da fare nelle comunità. Non sia mai che qualche fratello capisca che in tempo di Quaresima può compiere opere di carità al di fuori del Cammino, può accostarsi alla confessione al di fuori del programma previsto dal Cammino, può visitare il Santissimo Sacramento infischiandosene delle indicazioni dei capicosca del Cammino, può vivere il tempo di Quaresima senza limitarsi alle attività previste dal Cammino...

Insomma, gli «annunci» di Don Kikolone sono solo autocelebrazioni dell'idolo che esigono tassativamente una grande platea plaudente. Come ai tempi di Stalin, in cui nei testi scritti dei discorsi ufficiali il suo nome era scritto in rosso e sottolineato due volte, affinché l'oratore non mancasse mai di dare massima enfasi e subito partisse rigorosamente la solita burrasca di applausi che subito si trasforma in ovazione (e guai a chi smetteva di applaudire per primo).

Se il Cammino ci tenesse almeno un pochino alla salute delle anime, non ci sarebbe alcun conteggio staliniano delle presenze ai cosiddetti "annunci" (e agli "annunci degli annunci" nelle singole comunità), perché l'importante - ciò che è davvero importante - non è il conformarsi pienamente alle paturnie del Don Kikolone ma solo il vivere i tempi liturgici così come la Chiesa propone a tutti i fedeli.



Quest'anno, nell'autoannuncio quaresimale, come leggiamo da Crux Sancta, Kiko si è anzitutto vantato degli auguri ricevuti dal Papa per l'ottantesimo compleanno... sorvolando sul fatto che il Papa aveva detto ai kikos polacchi radunati in piazza San Pietro: «siete venuti a festeggiare il compleanno di Kiko, sicuramente!» ("certo non siete venuti qui a San Pietro per onorare il Papa").
Kiko si è quindi vantato della lettera ricevuta dal Papa, che stranamente è cresciuta: se confrontiamo il testo italiano pubblicato dal neocatecumenalissimo Cernuzio con il testo che Kiko legge in spagnolo, compaiono nuove frasi: «Estoy a tu lado, rezo y te acompaño. Feliz cumpleaños» (sono con te, ti accompagno nella preghiera, buon compleanno). Che belle queste lettere del Papa che "crescono" giorno per giorno. Magari anche il Cernuzio aveva già un testo "accresciuto". Probabilmente nel prossimo Annuncio di Avvento, nel rileggere quella lettera, ci troverete anche "Kiko è un santo" e "approvo le liturgie del Cammino"...
Infatti la prima autocelebrazione dell'Annuncio Kikiano era stata una lettera di fratelli kikos spagnoli che hanno riportato un lungo discorso attribuito al Papa (lo avranno ricordato a memoria? il Papa parlava con le lettere maiuscole?) rivolto loro quando quest'ultimo benediceva un bambino. 
Segue quindi il «Kiko millenarista» (per usare un termine della deprecabile Carmen): Kiko spera che il Signore torni nella prossima Veglia di Pasqua. Così come gli ebrei si aspettano che il Messia venga durante la cena dello Shabbàt, così Don Kikolone - letteralmente ossessionato di compiacerli - spera che il Signore ritorni durante una Veglia kikiana. Qualcuno dunque avvisi i responsabili delle comunità di esigere anticipatamente il pagamento delle Decime...

E da lì comincia il crescendo di emerite vaccate, come avviene tipicamente negli annunci kikiani. Per parlare dell'unione spirituale con Dio, Kiko attribuisce a san Paolo un esempio riguardante l'unirsi carnalmente con una prostituta (hai ottant'anni, squallido vecchio porco d'un Kiko, vuoi che tutti capiscano finalmente che oltre che eretico sei sempre stato anche un viscido pervertito?). Come dice lo stesso Kiko pochi attimi dopo: «il porco dopotutto è contento di rotolarsi nel fango».

Senza alcuna vergogna (e senza minimamente dire che per prepararsi al giudizio finale occorre evitare i peccati, altrimenti tutto quell'«offrire ogni giorno e ogni momento al Signore» diventa un'ipocrisia, la tipica ipocrisia autoassolutoria neocatecumenale), Kiko recita il tipico dogma neocatecumenale secondo cui sarebbero i cosiddetti "catechisti" del Cammino a dirti cos'è che il Signore avrebbe chiesto per te (chiaro il sottinteso? per farsi aiutare dal Signore bisogna aiutare quei "catechisti"... soprattutto il sommo super-catechista Kiko...).

Continua poi la frenetica attività di fabbricazione di "santi neocatecumenali", che lo scorso mese cantava vittoria per l'avvio di una causa di beatificazione di una ragazza di Burgos accoltellata e uccisa nel 1992 per aver resistito ad uno stupratore.
Ora, al di là del fatto che "causa di beatificazione" significa un processo di verifica, non significa automaticamente "la faranno santa", occorre notare che il Cammino promuove un moralismo, non le virtù cristiane. Come infatti insegnano gli autonominati "iniziatori" del Cammino, «l'uomo non può non peccare», e una ragazza che subisce violenza deve «chiedere perdono al suo stupratore» poiché lei lo avrebbe "giudicato". È la mentalità neocatekika, che è all'esatto opposto di ciò che ha vissuto Marta Obregon. Che anche se venisse riconosciuta santa, quella santità non è un frutto del Cammino. Il lurido porco Kiko brama di sfruttare a scopi propagandistici la sorte di quella povera donna. Ci manca solo che comincino a dire che in punto di morte lei avrebbe gridato: il Cammino mi ha salvata! Kiko è un santo!
Occorre anche ricordare il terribile inganno che Kiko e i suoi pappagalli nascondono dietro le parole «cosa vuole Dio nella mia comunità». Infatti, in realtà:
  • la comunità neocatecumenale non l'ha voluta Dio, ma Kiko. Hanno sfruttato il tuo sincero desiderio di vivere di più la fede, quasi sempre col ricatto morale del "c'è il diavolo dietro quella porta, che fai? lasci?"
  • Dio vuole la tua salvezza, non la tua partecipazione alla comunità: la comunità neocatecumenale potrebbe essere un ostacolo alla tua vita spirituale (e lo è nella misura in cui celebra le liturgie inventate da Kiko e Carmen, insegna gli errori di Kiko e Carmen, mette continuamente al centro Kiko e Carmen, esige da te gesti e soldi per cose che non hanno a che fare con la tua salvezza, ecc.);
  • la tua salvezza si realizza attraverso i sacramenti: e il sacramento del matrimonio ti chiama a dedicarti alla famiglia che hai formato, non a giocare a fare i missionari "dilettanti allo sbaraglio" coinvolgendo la famiglia in una ridicola missione neocatecumenale in capo al mondo che non è voluta da Dio ma dai cosiddetti "catechisti" ossessionati dal dover far crescere il Cammino secondo i dettami di Don Kikolone (che infatti non manca mai di ripetere: «abbiamo bisogno di missionari»: sí, "armiamoci e partite"... «partiró come tu hai deciso»: questo "tu" non è il Signore ma è Kiko!Infatti Kiko a Madrid ha detto: «se domani dico che abbiamo bisogno di ottanta famiglie si devono "alzare" tutti, chi non si "alza" se ne vada dal Cammino!»
  • è un controsenso promuovere l'unità nella comunità mentre vi staccate dalla Chiesa (per esempio celebrando la Veglia separatamente): il Cammino vi impone delle assurdità che ostacolano la vostra vita di fede. Kiko vi inganna.
Segue poi la solita sagra delle scemenze kikiane che non tramontano mai. Kiko dice che «bisogna che il Signore distrugga in noi l’uomo della carne... la salma dell'uomo della carne... entrare in questa piscina che rappresenta la morte di Cristo...»: una collezione di scemenze mondiali. In realtà a dover essere continuamente vinti sono "i desideri della carne" (cioè le inclinazioni al peccato). Il corpo è tempio di Dio. La carne non è "peccato", se non nel senso figurativo di "desideri della carne".
Quando Kiko blatera che «non è facile lasciare l’uomo vecchio perché non sappiamo cosa dobbiamo lasciare in quanto non lo conosciamo», sta dicendo una corbelleria mostruosa perché il sottinteso è che con un adeguato itinerario di "conoscenza" di sé stessi uno potrebbe infine riuscire a seppellire l'uomo vecchio e diventare tutto spiritualeggiante. Ma questo è gnosticismo! Kiko vi riduce la vita cristiana al conseguimento di un patentino di "fede adulta" (adulta secondo Kiko), dietro pagamento di apposite rate ("Decime" e collette, per svariati decenni), e vi ha fatto un discorsetto inteso a farvi dimenticare che per tutta la vita occorre respingere le tentazioni, e che ad accogliere liberamente la grazia ci riescono anche i bambini, la santità è accessibile anche ai bambini. Kiko vi propina uno gnosticismo idiota (e se lo fa ben pagare!).
Anche se nell'annuncio di Kikuaresima ogni tanto capita che il Triplice Dottore Honoris Causa spiattelli qualche espressione che rispetta la fede cattolica («esiste il Cielo ed è molto difficile entrarvi... Amare Cristo è l’unica veritá...»), non fatevi ingannare: il Kikolone adopera il tre volte santo nome di Nostro Signore per ingannarvi: e infatti subito dopo che lo fa insinua subito: «per amore di Cristo sei disposto a fare un pellegrinaggio senza soldi» (sottinteso: quello che il Cammino ti comanda di fare).

Vorremmo poi far notare che nel suo borioso autoannuncio Kiko parla di sé stesso come "vostro catechista". Scusate, ma chi è che lo ha eletto tale? Quale autorità ecclesiastica gli ha conferito il mandato? Non vi siete ancora accorti che ha deciso da solo di essere "catechista" degli altri?
Intermezzo comico: Kiko racconta di quando per entrare nella zona delle baracche gli «tremavano le gambe» dalla paura. Scusate, ma allora perché ci andava, se c’era pericolo di essere accoltellato a morte? Chi lo aveva obbligato ad andare? Ha deciso lui, da solo, di imporsi come "catechista". Il suo direttore spirituale gli avrebbe potuto consigliare tanti modi di santificarsi senza mettersi in pericolo (tanto più che "chi ama il pericolo, in esso si perderà", cfr. Sir 3,25). E invece no, Kiko l’autoeletto missionario va lì a fare l’eroe... (ma sappiamo da testimonianze di chi viveva davvero nei baraccati, che era gente tranquilla, non c’erano né prostitute, né ubriaconi, né assassini: Kiko come al solito si inventa un passato mitico... e poi, scusate, quanto tempo è stato nelel baracche? uno o due anni? Perché invece non ci racconta delle comode vacanze al mare e in montagna che lui e Carmen hanno fatto ospiti riveriti e pagati dai "fratelli" borghesucci?).
(fine prima parte)

35 commenti:

  1. Cari fratelli del Cammino, pensateci bene: tutto il vostro buon cuore deve davvero essere al servizio di quel soggetto oppure al servizio esclusivo di Dio nella Sua unica vera Chiesa? Credete di essere al sicuro mettendovi alla sequela di un porco solo perché va blaterando invano il nome del Signore? Ma questo errore lo fecero anche i luterani seguendo "il porco di Sassonia"...

    Riguardo ai fratelli del Cammino che dicono "noi la Veglia la celebriamo come ci pare", con ciò stesso stanno proclamando il loro scisma (poiché in realtà la Veglia è di tutta la Chiesa, non è un'attività che ognuno svolge "come gli pare"), stanno proclamando che la liturgia sarebbe solo uno spettacolino (per cui ognuno lo mette in scena "come gli pare", aspettandosi applausi come se fosse la recita scolastica della prima elementare), stanno proclamando la loro disubbidienza alla Chiesa (altro che "siamo approvati e abbiamo lo Statuto": come se lo Statuto desse il diritto di disubbidire alla Chiesa e desse pure un certificato automatico di santità passata, presente e futura).

    Quanto allo gnosticismo, è un insieme di correnti eretiche che ha sempre tentato di inquinare la fede fin da Adamo ed Eva. Che vivevano una vita di comunione con Dio perché tutto della loro vita era direttamente ricevuto da Dio: non avevano "conoscenza" (oggi diremmo "esperienza profonda") del male. Il demonio propose loro il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, illudendoli che sarebbero stati "come Dio". Le conseguenze nefaste - quel peccato originale di disubbidienza a Dio, dettato dalla superbia di voler essere come Dio (oggi diremmo: di dare alla propria vita significati che non vengono da Dio), superbia suggerita proprio dal tentatore -, sono state l'aver perso la comunione con Dio e di conseguenza quel "paradiso terrestre", l'aver acquisito l'inimicizia del creato (malattie, bestie feroci o moleste, la fatica per sostenersi, il "partorirai con dolore", ecc.: tutto da intendersi in senso lato, perché il "gergo" biblico è molto più complesso della lingua parlata italiana), il dover aspettare un intervento di Dio per risanare tale insanabile frattura, ecc.

    Attenzione alla terminologia biblica: per noi "conoscere" implica qualcosa di intellettuale (per esempio: "conoscere le verità di fede"), per qualcosa di più vivo diremmo "fare esperienza" (per esempio: "conoscere la vita religiosa" a causa dell'aver passato diversi anni della propria vita in convento); attenzione alla parlantina neocatecumenale che quando dice "ho fatto esperienza" sta in realtà significando "ho provato sensazioni ed emozioni a cui ho dato un titolo altisonante" (vedi ad esempio: "esperienza forte con mammona", "esperienza del Cammino", ecc.).

    Nella terminologia biblica "conoscere" è invece qualcosa di ancora più profondo. E la fondamentale truffa degli gnostici sta nel far credere che una volta acquisita la "conoscenza" (diciamo piuttosto "acquistata", visto che gli gnostici la fan sembrare un elenco di super segreti comprabili se riesci a convincere il venditore che ti fa capire di conoscerli), tutto sarebbe risolto, e uno sarà talmente "adulto nella fede" da non aver più bisogno di ciò che viene raccomandato caldamente ad ogni cristiano. Ci avete fatto caso? Anche Kiko è il tipico truffatore che tenta di venderti il patentino di "fede adulta" (con un mutuo ultratrentennale che costa il 10% del tuo stipendio più un'interminabile raffica di collette, obblighi, balzelli, "convivenze" e quant'altro).

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    1. Dal punto di vista psicologico, il CN è praticamente 1 'dispensatore di emozioni', a cui ci si può rivolgere senza sentirsi troppo in colpa dal momento che formalmente ha
      l' autorizzazione della Chiesa.
      Una specie di "droga legalizzata" .. ma gli esperti concordano che legalizzare le droghe leggere incentiva la tossicodipendenza .. e la "droga neocatecumenale" è tutt'altro che leggera.

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  2. Cari fratelli del Cammino, pensateci bene: tutto il vostro buon cuore deve davvero essere al servizio di quel soggetto oppure al servizio esclusivo di Dio nella Sua unica vera Chiesa? Credete di essere al sicuro mettendovi alla sequela di un porco solo perché va blaterando invano il nome del Signore? Ma questo errore lo fecero anche i luterani seguendo "il porco di Sassonia"...

    Riguardo ai fratelli del Cammino che dicono "noi la Veglia la celebriamo come ci pare", con ciò stesso stanno proclamando il loro scisma (poiché in realtà la Veglia è di tutta la Chiesa, non è un'attività che ognuno svolge "come gli pare"), stanno proclamando che la liturgia sarebbe solo uno spettacolino (per cui ognuno lo mette in scena "come gli pare", aspettandosi applausi come se fosse la recita scolastica della prima elementare), stanno proclamando la loro disubbidienza alla Chiesa (altro che "siamo approvati e abbiamo lo Statuto": come se lo Statuto desse il diritto di disubbidire alla Chiesa e desse pure un certificato automatico di santità passata, presente e futura).

    Quanto allo gnosticismo, è un insieme di correnti eretiche che ha sempre tentato di inquinare la fede fin da Adamo ed Eva. Che vivevano una vita di comunione con Dio perché tutto della loro vita era direttamente ricevuto da Dio: non avevano "conoscenza" (oggi diremmo "esperienza profonda") del male. Il demonio propose loro il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, illudendoli che sarebbero stati "come Dio". Le conseguenze nefaste - quel peccato originale di disubbidienza a Dio, dettato dalla superbia di voler essere come Dio (oggi diremmo: di dare alla propria vita significati che non vengono da Dio), superbia suggerita proprio dal tentatore -, sono state l'aver perso la comunione con Dio e di conseguenza quel "paradiso terrestre", l'aver acquisito l'inimicizia del creato (malattie, bestie feroci o moleste, la fatica per sostenersi, il "partorirai con dolore", ecc.: tutto da intendersi in senso lato, perché il "gergo" biblico è molto più complesso della lingua parlata italiana), il dover aspettare un intervento di Dio per risanare tale insanabile frattura, ecc.

    Attenzione alla terminologia biblica: per noi "conoscere" implica qualcosa di intellettuale (per esempio: "conoscere le verità di fede"), per qualcosa di più vivo diremmo "fare esperienza" (per esempio: "conoscere la vita religiosa" a causa dell'aver passato diversi anni della propria vita in convento); attenzione alla parlantina neocatecumenale che quando dice "ho fatto esperienza" sta in realtà significando "ho provato sensazioni ed emozioni a cui ho dato un titolo altisonante" (vedi ad esempio: "esperienza forte con mammona", "esperienza del Cammino", ecc.).

    Nella terminologia biblica "conoscere" è invece qualcosa di ancora più profondo. E la fondamentale truffa degli gnostici sta nel far credere che una volta acquisita la "conoscenza" (diciamo piuttosto "acquistata", visto che gli gnostici la fan sembrare un elenco di super segreti comprabili se riesci a convincere il venditore che ti fa capire di conoscerli), tutto sarebbe risolto, e uno sarà talmente "adulto nella fede" da non aver più bisogno di ciò che viene raccomandato caldamente ad ogni cristiano. Ci avete fatto caso? Anche Kiko è il tipico truffatore che tenta di venderti il patentino di "fede adulta" (con un mutuo ultratrentennale che costa il 10% del tuo stipendio più un'interminabile raffica di collette, obblighi, balzelli, "convivenze" e quant'altro).

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  3. Riporto anche qui, per comodità, un gustosissimo divertissement scritto da un mio caro amico oltre 10 anni fa. Spero di fare cosa gradita.

    Tomista ex NC

    Può esserci una vicinanza nel pensiero di Adolf Hitler, con quella di Kiko Arguello? Il cammino neocatecumenale può essere inteso come una forma di nazismo, da applicarsi, anziché sul piano politico e sociale, su quello religioso e teologico?

    Sembrerebbe di no, tuttavia una attenta analisi di “Orientamenti alle equipes di catechisti per la fase di conversione”, il famoso libro segreto di Kiko, che contiene parte delle catechesi riservate ai catechisti, che questi devono imparare e poi riproporre negli incontri di comunità, propone una visione del cristianesimo e della fede cattolica, assolutamente simile alla visione del Fuhrer sulla razza e sulla società.

    Mi propongo di evidenziarne le affinità.

    1) Kiko arguello, crede, come tutti gli gnostici, nell’esistenza di una mitica età dell’oro. Questa età dell’oro, che per Hitler era l’era della supremazia dei popoli germanici, quando, all’epoca dei miti nibelungici, vivevano in un mondo perfetto ed incontaminato da razze inferiori, potendo esprimere al meglio la loro superiorità, per Kiko è rappresentata dai primi 2-3 secoli di cristianesimo, in cui gli elementi cristiani (a suo dire) erano ancora vicini al giudaismo e non si erano ancora imbastarditi con contaminazioni esterne, quali aristotelismo, tomismo, tridentinismo. La mitica età dell’oro per kiko è quella del “cristianesimo delle origini, cioè del periodo in cui secondo l’eresiarca spagnolo i dogmi non erano tutti enunciati, la fede era più povera, priva di paletti e di formalismi, e avveniva più libera l’opera dello spirito santo (evidentemente dopo Trento, ingabbiato dalle definizioni magisteriali). Una Chiesa semplificata in cui il primato era della Parola di Dio e dove non vi era tradizione (dimentica il fatto che gli apostoli e i loro successori sono invece i detentori della tradizione apostolica, che deriva dall’insegnamento orale di Cristo stesso). Una chiesa dove la Liturgia era spontanea e non ingabbiata dal rubricismo del messale tradizionale cattolico (la più alta espressione liturgica della Chiesa latina). Una Chiesa dove la comunità aveva un ruolo predominante, tanto che Kiko scade nell’assemblearismo. Essa è una eresia ecclesiologica, che vede nella comunità non una proiezione simbolica della vera comunità che è la Chiesa o Corpo Mistico, o comunione dei Santi, ma un gruppo autocosciente, autodeterminatosi, contingente, che agisce, celebra e vive la liturgia, come se fosse la Chiesa. Qui si vede un’altra analogia con il pensiero hitleriano ed hegeliano: il pensiero di un gruppo, di una comunità (razza, partito, nazione, ecc.) come incarnazione del divino, come di spirito agente, incarnante l’idea, ed operante.

    Inutile dire che nulla di tutto ciò è esistito: la tradizione è sempre stata considerata una fonte della rivelazione al pari della scrittura (l’insegnamento degli apostoli aveva lo stesso peso del Vangelo di N.S. o della Bibbia), la liturgia non è mai stata una cosa improvvisata, ma ha sempre avuto le sue regole, seppure in evoluzione, ma sempre ha voluto rendere lode a Dio con un sacrificio solenne e sacrale, la comunità non ha mai trasceso l’individualità cui si rivolge il messaggio cristiano: essa è espressione della Chiesa, ma non è la Chiesa. La fraternità dei tempi apostolici è indice della carità ardente dei primi cristiani, non un ideale rivoluzionario.

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  4. 2) Come Adolf Hitler, anche Kiko crede che l’età dell’oro sia finita. Hitler vede nell’imbastardimento razziale dei popoli germanici la causa principale della decadenza morale e spirituale del suo popolo. Per Kiko sempre di imbastardimento si tratta, ma per lui è imbastardimento teologico. Il medioevo ha portato con sé la filosofia tomista, e la controriforma ha determinato il concilio di Trento. Trento e Tommaso, sono per Kiko, i due cancri maggiori del cristianesimo. D’un lato egli vede la razionalizzazione dell’”evento” cristiano, che per lui è un fatto meramente empirico, irrazionale, un incontro, una chiamata, una sensazione. Risulta a lui inaccettabile che il cristianesimo possa essere studiato, analizzato, scomposto, razionalizzato, esaminato. Per lui il cristianesimo è un monoblocco misterico che si prende per cieco fideismo, e di fronte al quale non può esserci nulla che il silenzio e l’accettazione inconsapevole. Al massimo, è tollerato il ricorso alla privata ispirazione da parte del Paraclito. Ma il sapere teologico e filosofico, è visto come un atto di superbia. Secondo Kiko, Cristo si è rivelato agli umili e si è rifiutato ai superbi, cioè occorre essere nell’ignoranza e nella misconoscenza dei rudimenti filosofici e teologici per poter essere veri cristiani (anziché intenderlo come intese Cristo, ossia che i Farisei e gli Scribi non avevano capito la sua divinità, nonostante la loro scienza, mentre lo avevano capito gli umili, non superbi). L’interpretazione arbitraria ad usum cammini della Bibbia è una delle caratteristiche del kikianesimo. Di conseguenza anche il concilio di Trento è visto come fumo negli occhi. L’aver proclamato la tradizione indispensabile per l’interpretazione corretta della Scrittura (per kiko la Bibbia si deve interpretare luteranamente, da sola), l’aver definito solennemente i canoni sui sacramenti e la dimensione sacrificale della Eucaristia, l’insistere su una devozione personale e individuale e non hegelianamente di comunitaristico-assembleare è per Kiko il venir meno del suo “tripode”. Trento è disprezzato negli orientamenti, come il periodo di massima decadenza cattolica. Rubricismo senza fine, giuridicismo, schiavitù della legge e aridità della fede, spirito Santo ingabbiato nei dettami dogmatici. Questo è il concilio di Trento, e gli ultimi 500 anni di storia cristiana, per il perfido Arguello. Schernisce i santi, come San Carlo Borromeo, come dei fanatici che fanno della fede una questione di dettagli, ed esalta Lutero come un combattente del libero pensiero cristiano. Siamo ben al di là del limite del lecito.
    L’imbastardimento della razza spirituale cristiana, per Kiko è il male da cui occorre difendersi, da eliminare con ogni mezzo, lecito o illecito, pena la distruzione della purezza razziale spirituale cristiana. In Questo, Kiko è identico a Hitler.

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  5. 3) Pertanto, occorre fare di tutto per sradicare dal ceppo cristiano, le contaminazioni bastarde. Come Hitler riteneva di dover preservare la razza ariana dalla contaminazione con le razze inferiori, così Kiko vuole preservare il cristianesimo del cammino dalla contaminazione con gli elementi bastardi, la teologia e la tradizione. E’ nota a tutti l’ignoranza teologica dei neocatecumenali, e la loro distanza dalle più banali pratiche di devozione popolare tradizionale. Il com’unitarismo di Kiko è ideologico, non è popolare. Vi è una differenza abissale in questo. Mentre una parrocchia è una comunità tradizionale e popolare, dove le persone si succedono, nel tramandare le usanze, i costumi e il sapere di coloro che sono venuti prima, per preservarlo alle nuove generazioni, insegnando loro come si è cristiani, allo stesso modo di come lo si è imparato (Tradidi quod et accepi), nel kikismo neocatecumenale, la comunità è un gruppo artefatto, creato a tavolino, senza storia, senza radici, senza cultura, senza legami, senza identità, senza collante, senza tradizione, senza sentimento popolare. L’unica cosa che li accomuna è l’insegnamento di Kiko e la fede nel kikismo (non necessariamente in Cristo). Nel cammino pertanto c’è chi non sa cosa sia il rosario, chi non sa cosa siano le quarant’ore, chi non sa cosa sia una novena, chi non ha mai sentito il gregoriano, chi non ha mai fatto una processione in vita sua, chi non ha mai recitato l’atto di dolore. Tutto questo è normalissimo, perché gli elementi tradizionali, popolari, sono contrari e ulteriori al cammino. Nel cammino è più importante avere in casa un quadretto con la Madonna di Kiko, che pregarla. E’ più importante recitare le “lodi” del breviario (probabilmente ignorando anche cosa sia una recita liturgica), che andare ai vespri solenni con la benedizione eucaristica. E via dicendo. Non dimentichiamo poi che kiko riprese personalmente una comunità di Firenze, che seguendo una indicazione di Giovanni Paolo II ai responsabili del cammino, si era messa a frequentare corsi di esegesi e di teologia. Kiko disse, “se fate questo, non avete capito nulla del cammino, siete superbi”. Chi sa, non è degno del cammino. Il cammino necessita di cialtroni indottrinati solo alla dottrina di kiko. Non servono altre campane che non sia kiko, non servono altre nozioni bibliche che non siano la privata lettura eventualmente assistita dal dizionario del Dufour (che nega la resurrezione come fatto storicamente avvenuto). Gli alambicchi teologici, sono propri dei superbi e di gente che non vive il cristianesimo nel cuore, per i neocatecumenali. Occorre solo per essere cristiani, accettare gli insegnamenti del catechista ed obbedirgli in tutto ciecamente.

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  6. 4) Importantissima è la convinzione da parte di Kiko, che esistano forme di razza cristiana superiore, e forme di razza cristiana inferiore. Kiko è razzista. Lui sostiene che esistano diverse specie di uomini, con differenti dignità. Al vertice vi sono i neocatecumenali, unici a potersi definire cristiani in senso stretto. Dopo di loro ci sono i sotto-cristiani (Unterchristen?), o cristiani della domenica. Vengono anche definiti i “salati”, a causa di una catechesi sul sale della terra, dove esso sono i neocatecumenali, i salati, ossia gente che non è sale, ma nemmeno proprio insipida (avranno usato il dado), che sono i cristiani normali, quelli che vanno a messa la domenica, e poi gli atei. Negli atei, kiko fa rientrare tutti, i tiepidi, gli incostanti, gli agnostici, i marxisti, i razionalisti, tutti. Oltre agli atei vi sono i pagani, che sono tutti quelli di altre religioni, ma il disprezzo è simile a quello degli atei. Forme di vita indegne di essere vissuta in pratica. Ma solo i neocatecumenali sono cristiani veri e propri. Essi sono gli unici ad avere capito il senso della fede, della scrittura, sono gli unici ad avere una liturgia partecipata, sono gli unici ad avere il soffio dello spirito santo. Lo Spirito che non deve essere ingabbiato da Trento, può esserlo nelle fredde aulette con alle pareti le iconacce di kiko.

    5)Le razze inferiori, per Kiko, devono o convertirsi al kikismo, oppure essere lentamente assimilate. Sono destinate a scomparire. Per kiko, l’inferiore soccombe e il superiore trionfa. Il cammino prenderà il posto delle parrocchie, la struttura a comunità “atomica”, dovrà sostituire tutte le parrocchie “territoriali”. Così anche le parrocchie neocatecumenali saranno in seguito le uniche realtà ecclesiali e daranno i preti e i vescovi alla Chiesa. Kiko vuole impadronirsi della Chiesa, eliminando ciò che non gli va a genio, cioè tutti. Questi modi di intendere il cristianesimo, per kiko non hanno più senso, sono legati ai secoli bui della storia della Chiesa, non riflettono lo spirito primitivo, pertanto sono da eliminare e da censurare. Per giunta, kiko afferma che è necessario sforzarsi per sradicare da ognuno i retaggi legati al passato. Kiko dice che purtroppo dal devozionalismo tridentino ci sono passati tutti, perché un tempo c’era solo quello. Bisogna lottare per fare trionfare lo spirito rivoluzionario ed annullare in sé ogni rimembranza di cattolicesimo, anche sforzandosi in pratiche contrarie a quelle tradizionali, per purificarsi dai retaggi di idolatria tridentina. Il cristianesimo kikiano è comunitario e festoso, e si esprime col canto e la partecipazione chiassosa alle adunanze liturgiche. Cose come il rosario recitato privatamente, non sono comunitarie, e sono contrarie allo spirito del cammino.

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  7. 6)Come Hitler credeva che la rivoluzione nazista fosse il motore del rinnovamento spirituale e razziale della germania, così Kiko crede che il Concilio Vaticano II sia la rivoluzione che rinnova la razza cattolica. Per Kiko è inequivocabile: il concilio è di rottura col passato. Il concilio segna il rinnegamento di Trento e di tutta la storia Cristiana dalla Pace costantiniana alla contemporaneità. Il concilio è la rivoluzione che distrugge tutto e tutto rinnova in una catarsi gnostica: la liturgia è distrutta e si fa posto alla liturgia assembleare kikiana, la tradizione è annientata e si fa posto alla libera interpretazione della bibbia, la chiesa è vista solo come comunità di persone, una visione sociologica e immanentistica. Ovviamente il concilio non fu nulla di tutto ciò, ma per kiko e carmen, il concilio è il lascia passare per ogni sperimentazione e degenerazione. In nome del concilio giustificano ogni abuso introdotto, in nome del concilio è lecito pervertire la religione ed instaurarne un’altra, opposta alla prima, in nome del concilio è lecito fare la guerra agli altri cristiani ed odiare i non neocatecumenali, considerandoli inferiori. Il concilio soprattutto consacra il cammino come unico faro di verità, poiché a detta di kiko, il concilio demolisce la tradizione e annulla la teologia tridentina. Quindi il concilio avalla le tesi kikiane in pieno, secondo il pittore dalle scarse abilità artistiche, e lo consacra perfettamente come azione dello spirito santo per i tempi presenti.

    7) Infatti Kiko nega che il cammino sia un movimento. Per lui il cammino non è un movimento, ma bensì l’unico modo possibile di essere cristiani. Dagli orientamenti emerge un fatto chiaro. Le comunità neocatecumenali non sono un modo di essere cristiani, ma sono il cristianesimo del futuro, la nuova razza perfetta che il concilio ha voluto e lui ha provveduto ad inventare. Per Kiko il cammino non è una eventualità, che in parrocchia può sussistere per chi la vuole, con molte altre realtà. La visione kikesca è totalizzante: il cammino come unico cristianesimo possibile, e conseguente obbligo o destino, per tutti di farne parte prima o poi. Il catecumenato eretico di kiko, dovrà essere la nuova religione per gli uomini nuovi forgiati dal concilio. Chi è contro il cammino è contro il concilio e quindi contro Dio.
    Il concilio non è un movimento, quindi, ma l’unica incarnazione nella storia della perfetta purezza cristiana evangelica delle origini, con la conseguente necessaria conclusione, che il cammino dovrà essere la unica guida della Chiesa e del mondo. Tertium non datur.

    Si aggiunga a ciò, la personale convinzione di Kiko che Dio sia dalla loro parte (Gott mit uns), e li sorregga spiritualmente, come cristiani superiori, portatori di una verità superiore.

    In conclusione quindi, se sostituiamo alla razza lo spirito cristiano, ne emerge che il pensiero di Kiko coincide in modo sorprendente con quello di Hitler. Non può quindi che concludersi dicendo che Kiko è nazista nello spirito e nella religione, poiché i fatti lo dimostrano.

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  8. Perché il catecumenato è eretico?

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    1. La domanda è stupida e maliziosa ma rispondiamo ugualmente.

      "Catecumenato" è un concetto generico che non equivale a "Cammino Neocatecumenale".
      Se vogliamo riferirlo al Cammino, allora sì, stiamo parlando di qualcosa di eretico, poiché il Cammino è eretico.

      Cos'è l'eresia? È il distorcere le verità di fede.
      Come fa il Cammino ad essere eretico? Insegna eresie, per bocca dei suoi stessi autonominati "iniziatori".
      Cosa fanno i fratelli del Cammino di fronte a tali eresie? Non reagiscono: dunque o sono ignoranti (cosa molto grave, visto che un "itinerario di riscoperta" non dovrebbe lasciarti più ignorante di prima), oppure sono complici ed eretici a loro volta.

      Vediamo un esempio di un'eresia di Kiko, di cui si trova ancora la registrazione video su youtube.

      Ai giovani della GMG di Rio, parlando dei peccati mortali contro il sesto comandamento, Kiko disse: «il Signore ti ha già perdonato; domani, se vuoi, lo sigillerai nella confessione...»

      Questa è un'eresia. È vero che il Signore è sempre disposto a perdonarti, ma solo se tu quel perdono lo desideri. Non puoi ottenere un perdono che non desideri. Dire che il Signore "perdona sempre" senza premettere che è indispensabile il tuo ravvedimento, significa distorcere la verità rivelata. Cioè significa dire un'eresia.

      Ed è un'eresia anche quel "se vuoi", perché contiene il sottinteso che potresti "non volerlo". Nel Vangelo, riguardo al sacramento della riconciliazione, ascoltiamo Nostro Signore che dice agli Apostoli: «...a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». Se i sacramenti che rimettono i peccati fossero stati facoltativi, Nostro Signore non li avrebbe indicati come necessari, vi pare? E invece Kiko dice: "domani, se vuoi, sigillerai...»: e questa è un'eresia notevole, che contraddice le parole di Nostro Signore, che ha istituito tre sacramenti che rimettono i peccati (il battesimo, che si riceve una sola volta, la confessione, e l'unzione).

      Vediamo un altro esempio: nel Cammino si dice che "il Signore ti manda le disgrazie per convertirti". Ma questa è un'eresia, perché implica che il Signore sarebbe sadico e cattivo anziché infinita misericordia e infinita giustizia. Inoltre è anche una colossale menzogna, perché le disgrazie nella nostra vita sono dovute o alla malvagità altrui, o all'inimicizia del creato (come le malattie), o alle nostre incapacità (come il non saper valutare la fatica necessaria per superare un esame).

      Il Cammino è eretico perché insegna continuamente quel genere di errori. Nessuno nel Cammino si ribella a quegli errori. Nessuno dei giovani kikos alla GMG di Rio si è permesso di spernacchiare l'eretico o di smettere di seguirlo. Nessuno dei fratelli delle comunità si permette di spernacchiare i cosiddetti "catechisti" quando blaterano che il Signore "ti manda le disgrazie" (per esempio quando pomposamente ti domandano: "cosa vuol dirti il Signore con questo?", facendoti credere che le malvagità umane e l'inimicizia del creato e le tue incapacità sarebbero tutte dovute ad un "Dio" che si diletta nel torturarti e renderti la vita impossibile). Certo, il linguaggio biblico a volte si presta a equivoci ("il Signore indurì il cuore del faraone...": vi pare che il Signore sia cattivo? oppure era il faraone ad aver rifiutato fortemente la grazia che gli veniva offerta?), ed è per questo che occorrerebbe smetterla di leggere la Bibbia come se fosse il magico libro delle magiche ricette (come fanno Kiko e i suoi seguaci), e affidarsi piuttosto al Magistero e alla Tradizione per capire le Scritture.

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    2. Sarebbe il caso di riscoprirla, l'unzione, di farla riscoprire anzitutto a tanti sacerdoti che l'hanno dimenticata, hanno dimenticato quanto essa rappresenta come minimo la particolare tenerezza di Nostro Signore nei confronti di anziani, ammalati e sofferenti.

      Vorrei precisare anche che la Chiesa non può approvare eresie. Infatti lo Statuto del Cammino non contiene nessuna approvazione delle eresie pronunciate dai suoi iniziatori e dai suoi cosiddetti "catechisti", così come non contiene alcuna approvazione della prassi invalsa delle carnevalate liturgiche con "comunione seduti" e quant'altro (anzi, all'articolo 13, nella nota 49, fa sue le «decisioni del Santo Padre» che proibiscono carnevalate e strafalcioni).

      Sono costretto a precisarlo perché la tipica astuzia verbale dei kikolatri è quella di fingere di credere che "eretico" coincida con "è stato dichiarato eretico da un tribunale ecclesiastico". Ma questa è una cretinata, oltre che una menzogna. È eretico chi dice eresie, ed è "condannato come eretico" colui che viene condannato da un tribunale ecclesiastico per aver detto eresie. Non facciamoci ingannare dall'ipocrisia dei kikos. Lutero era già eretico nel 1517, e ci vollero quattro anni prima di vedersi recapitare ufficialmente la bolla di scomunica (che, secondo la leggenda, lui bruciò: dunque i neocatekikos insinuerebbero che non esistendo più la bolla di scomunica, non era più eretico).

      Infine, come ricordato dallo stesso autore dell'articolo sul "nazismo spirituale di Kiko" sopra citato, il catecumeno è colui che ancora non ha ricevuto il battesimo. Pertanto un battezzato non dovrebbe dichiararsi "catecumeno" poiché ciò costituisce disprezzo per il battesimo che ha già ricevuto e che lo ha reso figlio adottivo di Dio, e non dovrebbe nemmeno dichiararsi (ambiguamente) "neo-catecumeno", per lo stesso motivo, ma al più può dirsi "neo-catecumenale" in virtù del fatto che segue l'itinerario neocatecumenale promosso da Kiko e Carmen.

      Purtroppo nelle comunità del Cammino c'è la gravissima prassi di appropriarsi di parole importanti del lessico cristiano (come ad esempio "kerygma", "catechista", "missione"...) e cambiarle di significato (per i kikos "kerygma" è una qualsiasi deiezione del sommo Kiko, "missione" è una qualsiasi iniziativa intesa ad aumentare il prestigio del Cammino e il numero di comunità del Cammino, e "catechista" non è colui che insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica ma è solo uno dei pappagalli che ripetono il mantra kikiano-carmeniano). Questo facilita enormemente l'eresia del Cammino, poiché quando il Papa parla di "missione", i kikos credono che stia parlando di loro, quando il Papa menziona il "kerygma", i kikos credono che stia lodando Kiko, quando il Papa parla di "catechizzare", i kikos credono che stia elogiando l'infame operato dei cosiddetti "catechisti" del Cammino...

      p.s.: ciò che Kiko ha "annunciato" (altro verbo che nella Chiesa significa una cosa e nel Cammino significa un'altra completamente diversa) a Madrid poco più di una settimana fa, cioè l'espressione «si devono "alzare" tutti! chi non si "alza", se ne deve andare dal Cammino», formalmente non è eretica. È però una violenza sul piano psicologico e spirituale fatta contro tutti i fratelli del Cammino, che si sentiranno "colpevoli" di non aver consacrato abbastanza la vita al Tripode Kiko-Carmen-Cammino. Ma a quanto pare i fratelli del Cammino sono masochisti, cioè godono nel farsi infliggere sofferenze e dolori da Kiko e dai suoi scagnozzi.

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    3. Grazie Tripudio per l'ottima spiegazione: precisa e puntuale, vorrei vedere i kikos tentare di rispondere!

      Vorrei aggiungere anche un'altra cosa: nel dire che "il Signore ti manda le disgrazie", il CNC crea una confusione tra Dio e il demonio. Perché da un lato dicono che è il Signore a mandarti le disgrazie e gli imprevisti negativi della vita. Dall'altro, sono sempre pronti a tirare fuori il demonio quando qualcosa non va per il verso giusto. Questo, nella mente del neocat, crea una confusione di fondo: quando gli succede una cosa brutta, chi è che l'ha mandata? Dio o il demonio? Come faccio a saperlo? La devo prendere come una "disgrazia da accettare", oppure come qualcosa contro cui combattere? Una confusione inestricabile finalizzata a concedere maggior potere ai catechisti: infatti il neocat, non sapendo come districarsi in questo dilemma, si rivolge a chi si suppone "ne sappia di più", cioè il suo catechista, che quindi può strumentalizzare la disgrazia avvenuta al membro secondo i bisogni suoi e/o della comunità, attribuendola a Dio o al demonio a seconda del caso.

      Classico esempio: normalmente "le disgrazie te le manda il Signore per convertirti", piccole o grandi che siano. Però, quando magari ti capita un imprevisto che ti impedisce di andare a una convivenza, allora lì "è il demonio che cerca di sviarti".

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  9. Non so definire se e quanto il Cammino sia eretico. Posso però dire che la fede che professa, se è dettata dal suo iniziatore e leader, è lontana da quella cattolica.

    Anzi, non sono io a dirlo, ma è Kiko stesso, nell'Annuncio di Quaresima fatto a Madrid.

    Dichiara infatti:

    «Por eso estamos haciendo una gran obra y vosotros tenéis que estar todos disponibles, todos disponibles a partir. Es es nuestra fe. Si mañana digo que necesitamos ochenta familias aquí os levantáis todos. Y el que no se levante que se vaya del Camino.»

    Cioè dice:

    "Per questo stiamo facendo una grande opera e voi dovete essere tutti disponibili,tutti disponibili a partire. Questa è la nostra fede.

    Se domani dico che abbiamo bisogno di ottanta famiglie, qui voi vi alzate tutti (cioè immagino tutti i presenti all'annuncio, età media ottant'anni). E chi non si alza, che se ne vada dal Cammino."

    Ebbene, la Chiesa non ha mai imposto a nessuno la missione. Anzi in genere scoraggia chi vuol partire, come le sorelle missionarie fecero con Carmen, evidentemente non ritenendola adatta e addirittura cacciandola dall'ordine. La Chiesa, al contrario, ci ricorda i nostri doveri di stato nei confronti principalmente di coniuge e figli. La Chiesa, poi, non ha costituito nessuno "catechista" (come giustamente ha osservato Tripudio) dandogli potere di vita o di morte sui propri adepti.

    Giustamente, Kiko dice "questa è la nostra fede", ma siccome non è la fede della Chiesa, è chiaro che ritiene di aver fondato qualcos'altro.

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  10. KIKO È APPARSO ALLA MADONNA!

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    1. Povera Madonna. Vestito con camicia nera e moschetto da fascista (e franchista) perfetto, chissà che paura le avrà fatto.

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  11. secondo la logica, idiota tra l'altro, di kiko, Dio manda le disgrazie per convertirti. Allora desumiamo che Giovanni Paolo II era un peccatore super incallito.

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  12. Rileggendo gli annunci di Kiko, in particolare quello di Quaresima di vent'anni fa, mi sono resa conto della terribile involuzione che ha subito questa persona.
    Gli argomenti biblici sono gli stessi, lo Shemà, per esempio, la preghiera ebraica che il Cammino ha fatto propria, che introduceva la catechesi del 1999 ed anche questa del 2019.
    La differenza, sconcertante, è che nelle catechesi di oggi Kiko sembra solo "citare" le catechesi di allora -che pur sempre si sforzavano di evidenziare il collegamento fra quelle parole e la missione di Gesù- senza ripeterle, trattenendo e ripetendo solo alcuni elementi, in particolare quelli che si ricollegano al fatto che, inserendolo nella "propria" sinfonia, ha commosso i rabbini.
    Così pure anche per gli altri argomenti: la Passione di Gesù, il digiuno...vengono solo citati, il clou del discorso è la missione del Cammino, che non è più un rinnovamento interno dell'uomo, ma un'impegno esterno, quanto più difficile, straziante ed alienante, tanto più sicuramente di ispirazione divina.
    Insomma, è come se si fossero inaridite le fonti di ispirazione di Kiko, che ancora mi chiedo quali fossero e tutti questi anni non lo abbiano portato ad approfondire nulla, come se la Bibbia, sotto il suo braccio, non avesse più nulla da insegnargli.
    Capisco il senso di scoramento dei neocatecumenali che lo ascoltano da decenni.

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    2. Giusta osservazione.
      Un argomento di prova in più che Kiko è uno gnostico.
      Come i massoni che hanno raggiunto il grado 33: non possono ambire a nulla di più.
      Kiko sa TUTTO. Non ha più NIENTE da imparare. Nei suoi mamotreti c'è TUTTO. La sua missione è ripeterli.

      Io non ho mai sentito Kiko prendere ispirazione da qualcuno che non sia se stesso e la sua esperienza.
      Non ho mai fatto parte del Cammino, per cui su questo ho un'esperienza limitata, ma non ho mai sentito Kiko citare approfonditamente o studiare il Concilio Vaticano II.
      Per lui il Concilio è un spartiacque: prima e dopo Kiko.
      Senza il Concilio non ci sarebbe stata nessuna possibilità per il Cammino. Questo però non significa che Kiko e il Cammino sono i frutti del Concilio.
      Non sono frutti del Concilio, ma i PARASSITI.
      Sono come una tenia che non deriva dal corpo che abita, ma che lo strumentalizza fino a distruggerlo.

      Personalmente non conosco un solo camminante desideroso di IMPARARE qualcosa che non provenga dal Cammino.

      Quando un amico raccontava a me, e a un altro amico camminante, di come il fidanzato della figlia si fosse convertito durante un normale corso pre matrimoniale della parrocchia, l'amico camminante non ha mostrato nessuno stupore, solo cercava di razionalizzare, alla luce degli insegnamenti ricevuti nel Cammino, come fosse possibile che anche in una semplice parrocchia ci si possa convertire. Ricordo che ci SPIEGAVA come la PREDICAZIONE possa convertire...

      Il padre della ragazza era molto felice di questa conversione e ne parlava con entusiasmo, ma il camminante parlava del come ciò fosse stato possibile, dandomi l'impressione che stava cercando di convincere più se stesso che noi.

      Per i camminanti è la gnosi che salva, non la GRAZIA, anche quando pensano di no, come questo mio amico del Cammino di cui non dubito della buona fede.
      Cioè: i camminanti dicono che è la GRAZIA che salva, solo che intendono GNOSI! Scambiano la gnosi con la grazia!
      Questa è la "forza" di aver forgiato un linguaggio tutto loro. Non si capiscono più con la Chiesa.

      Formalmente parlando di grazia che salva non dicono eresie, almeno non in questo caso, ma i FATTI, cioè il modo di comportarsi e di spiegare la grazia, evidenziano le loro eresie.
      Il Cammino si manifesta come il frutto di una GNOSI.

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    3. Sono 1800 anni che San Clemente Alessandrino ha affrontato e risolto l'argomento e quindi una volta ancora basterebe leggere alla fonte e non alla foce inquinata del kikismo.
      Siccome Kiko è un autoiniziato (cosa impossibile) e quindi uno pseudo iniziato non può che generare una pseudo gnosi perchè nessuno ne uomo nè amelo gli ha trasmrsso alcunchè.
      La gnosi islamica (sufismo) nasce dal fondatore, quella ebraica (Kabballah) dalle rivelazioni divine fatte a Adamo e dalle tavole della legge frantumate da Mosè sul Sinai, quella cristiana non lo dico e lo lascio all'immaginazione ed ha una caratteristica indedfettibile E' TRADIZIONE ORALE.

      Se quindi c'è qualcosa da contestare è meglio contestare San Clemente Alessandrino (che io tra l'altro non amo affatto) che un imbecille che ha trovato spazio in una chiesa in declino perchè ha trovato altri mentecatti più microcefali di lui che gli stanni appresso.
      Oggi c'è persino la "chiesa dello spaghetto" che onora cerimonialmente l'alimento e lo scolapasta che lo contiene figurarsi a chwe punto stiamo!
      Mi sono letto e riletto negli ultimi tempi un cantinaio di libri sull'argomento, magari non ci ho capito nulla, ma ci ho provato, provaci anche tu invece di parlare per stupidi slogan

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    4. Ariecco lo gnostikiko con le sue affermazioni apodittiche e non documentate, costituite da grossi nomi altisonanti ("san Clemente Alessandrinoooh!"), elogio della propria presunta cultura ("basterebbe leggere alla fonteeeeh!": quale fonte? quale libro? quale passo? non si sa. Eppure ne avrebbe «riletti» nientemeno che "centinaia". Poveraccio. Troppo pieno di sé per abbassarsi a specificarla), panzane colossali ("gnosi islamicaaah, sufismoooh") intese a gettar luce favorevole alla parola "gnosi" (che è il suo idolo), mostruosità da credulone ("gnosi ebraicaaaah Adamooooh Kabballaaaaah Mosèéèéèéh"), e l'invito a commettere i suoi stessi errori ("non lo dicooooh lascio all'immaginazioneeeeh svegliaaaah gombloddoooh") e a professare la sua stessa mostruosa ignoranza ("non amo affatto Clementeeeeeh!"). Più il contorno di insulti.

      Ma soprattutto le mostruose contraddizioni:

      - "Kiko è un autoiniziato (cosa impossibile)": esatto;

      - "il sufismo nasce dal fondatore": ma tale fondatore è un autoiniziato ("cosa impossibile"), e la mistica "sufi" non è una "gnosi islamica" (per affermarlo occorre enorme ignoranza riguardo la gnosi, riguardo il sufismo e riguardo l'islam). Il caro fratello gnostikiko, in qualità di adoratore dell'idolo Kiko, ne sposa i metodi, cioè addossa insieme paroloni a cui ha assegnato significati arbitrari in modo da gloriare sé stesso e il kikismo-carmenismo;

      - "Kabbalah rivelazioni Adamo frantumate Mosé": è praticamente come il credere negli oroscopi, visto che anche in questo caso i paroloni altisonanti sono stati addossati insieme arbitrariamente ed eletti a (pseudo)scienza, (pseudo)mistica, (pseudo)dignità.

      Vedete, questo è esattamente il meccanismo dell'idolatria. Stabilire arbitrariamente che qualcosa abbia dignità, significato, valore, importanza. Arbitrariamente proclamare che certe robette ridicole (la rubrica degli oroscopi in televisione, o la "gnosi islamica" o altre accozzaglie di paroloni altisonanti) avrebbero enorme valore che si acquisirebbe leggendo Centinaia di Libriiiih come ha fatto lui, il Saggio, il Maestro, l'Iniziato, cioè il nostro caro fratello Gnostikiko, che dall'alto del suo anonimato si sforza di imbottire questo blog di gloriose autocelebrazioni per dimostrare a sé stesso di essere superiore a tutti.

      Poveraccio.


      p.s.: "Kiko autoiniziato": esatto, poiché fondare qualcosa o è frutto di intelligenza (che Kiko non ha in misura significativa), oppure è frutto di un dono ricevuto (come per i santi: l'analfabeta Caterina da Siena ha il titolo di dottore della Chiesa, oltre che di santa; ma Kiko non è santo, poiché va contro la Chiesa e contro le verità di fede).

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  13. Naturalmente il discorso sui singoli camminanti è generale, perché ci sono casi particolari.
    Il mio amico del Cammino di cui ho parlato, ad esempio, mostrando di non escludere la possibilità che ci si possa convertire anche in parrocchia, ha manifestato un'apertura mentale che per un camminante non è cosa da poco.
    Ma ciò che il Cammino insegna non è affatto l'apertura verso gli altri.
    Mi piacerebbe sapere se, in 50 anni di "predicazione", Kiko abbia mai mostrato apprezzamento sincero per qualcosa che non sia il Cammino (e perciò lui stesso)

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  14. Che botto, 5,1milioni di euro.
    Questo è quanto una fondazione di Panama (indovinate chi c'è dietro)ha pagato per aggiudicarsi il mega terreno a Gerusalemme, precisamente il monte degli ulivi.
    Povero kiko vivere così in povertà e umiltà che sofferenza. E voi gli credete ancora e riempite il sacco nero.

    http://ilsismografo.blogspot.com/2019/03/gerusalemme-getsemani-venduta-la-terra.html?m=1

    Frilù

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  15. Su neocatecumenali venite a scrivere, come al solito, che le decime servono per i bisognosi della comunità.
    Quello che mi fa più inc o scusatemi arrabbiare, non è il fatto dell'acquisto in se, ma che Kiko usa la scusa della Fede per i suoi porci scopi di onnipotenza.

    Frilù

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    1. Anche l'acquisto in sé è abominevole. San Massimiliano Kolbe fece costruire un monastero per i suoi frati su un terreno donato da un principe polacco. La struttura era fatta di mattoni di carbon coke. Il materiale più misero che si potesse immaginare
      Non volle mai nessuna comodità, tanto che non c'erano nemmeno i letti, ma tavolacci e paglia per dormire.
      Quello un santo, Kiko un maiale.

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    3. Tutto giusto. Ma per me c'è un'altra cosa che è più incomprensibile di tutte e che davvero mi fa uscire fuori dai gangheri...ma come è possibile che i fratelli siano così pecoroni senza cervello e continuino a mettere i loro soldi nel sacco nero a telecomando?
      Pecoroni e polli spennati....per non usare un'espressione che è troppo volgare ma che gli starebbe proprio a pennello.

      Pax

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    4. La risposta alla tua domanda l'ha data Tripudio con l'esempio di Goebbels e Hitler. Il desiderio di compiacere l'idolo ti fa scalare velocemente le vette dell'idiozia

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  16. Questo acquisto dimostra una volta ancora che nel nc è tutto farlocco. Tutto quello che interessa al fondatore è la sua gloria / fama personale. Tutto è finalizzato a questo scopo: le decime, i figli come conigli, le famiglie in missione, i seminari RM, i presbiteri sfornati come noccioline, non importa se non sono ben formati e se presto entreranno in crisi.... Cavoli loro. Per il mostro contano solo i numeri e le persone sono numeri, appunto: piu' sono più lui ha gloria, più si sente famoso e potente agli occhi del mondo... È solo questo che gli interessa: un po' di gloria terrena... Kiko leggiti il Qoelet.... Tutto è vanità. Fra un po' tornerai polvere e di te fra qualche decennio scomparirà anche la memoria.....

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    1. Di lui e del suo cammino. Tutta polvere, delle sue orrende costruzioni vuote, della sua estetica bizzarra per non dire blasfema

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  17. Grazie frilu'!

    Articolo molto interessante, sei preziosa come sempre.

    Cito solo due passaggi, ma ce ne sarebbero di più:
    1) i francescani non avevano i soldi per comprarlo i NC si
    2) le voci parlano già di un grande edificio di culto: "...La proprietà è passata di mano da poco, è presto per l’avvio di progetti, anche se è circolata la voce della destinazione ad un edificio di culto. Che non sarà certo la piccola costruzione, dove per anni hanno vissuto due suore italiane, entrambe di Cesena."

    Certamente sarà una coltata di cemento! Mica creeranno un'oasi di verde e di pace. Gli architetti NC si stanno già sfregando le mani. Sarà l'ennesimo abuso edilizio per celebrare la grandiosità del cammino: Sui 5000 mq certamente non costruiranno un semplice edificio di 300 mq (che già non sarebbe piccolo)!

    EX-NC-???

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    1. Sarà un posto meraviglioso !!

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    2. L'idolatra mattia è convinto che il Monte degli Ulivi, prima di essere comprato dal Cammino, non era un posto meraviglioso.

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