domenica 23 gennaio 2022

Ecco come celebravano i primi cristiani: intervista di Luisella Scrosati al teologo e archeologo Mons. Stefan Heid

"C’è chi prova a negarlo, ma l’Eucaristia è stata da subito il rito sacro, svolto in uno spazio sacro e non su una tavola per banchetti, bensì su di un altare. E il sacerdote era rivolto a Oriente. Luisella Scrosati per il mensile Il Timone intervista Mons. Stefan Heid, rettore del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana."

L'intervista di Luisella Scrosati, pubblicata su il Timone (n. 213 di Gennaio 2022, pag. 48, in edicola a Roma e Milano, in spedizione ovunque cartaceo o digitale), ha avuto un' eco immediata ed è stata riportata anche dai blog Cooperatores veritatis, Chiesa e Post Concilio, Messa in Latino, ed altri. 

Poiché Kiko e Carmen hanno fondato il loro movimento sulla presunta rinascita di presunte abitudini della Chiesa primitiva, nonché sulla critica di presunti difetti della Chiesa "intermedia", è molto interessante accostare, alle nozioni di mitologia ecclesiologica che si apprendono alle catechesi neocatecumenali (v. mamotreti), le parole di uno studioso che dà una visione dei fatti antichi completamente opposta alla loro.

Nel seguito, l'intervista a Mons. Heid:



La Messa una cena e l’altare una tavola? L’abbiamo sentito molte volte, ma le cose stanno un po’ diversamente. Ne abbiamo parlato con Mons. Stefan Heid, tedesco, dell’ arcidiocesi di Colonia, classe 1961, rettore del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, a Roma, dove e anche titolare delle cattedre di Storia del culto cristiano e Agiografia.

Monsignor Heid, anzitutto una domanda personale: com’è arrivato ad occuparsi di archeologia cristiana?
«Ho studiato teologia cattolica all’Università di Bonn, ma siccome la teologia non mi bastava, ho cercato altre due materie che mi attirano, ossia l’archeologia greca e cristiana. Il motivo era probabilmente che il mio professore di teologia preferito tutti gli anni teneva anche una conferenza sull’arte paleocristiana.»

Una sua pubblicazione mette in discussione alcuni aspetti del periodo paleocristiano, considerati punti fermi. Il più noto: l’Eucaristia veniva celebrata in un contesto conviviale; pertanto come altare si utilizzava la tavola da pranzo. A conferma di ciò ci sarebbe anche l‘utilizzo del termine “mensa” e non “altare”.
«In effetti cent'anni fa la scienza dell‘archeologia cristiana ha messo in giro alcune idee che, a mio parere, sono sbagliate, idee che però, soprattutto in teologia, vanno avanti imperterrite.  
Tra queste si trova la convinzione che l’Eucaristia fosse un pasto comune e che anche oggi dovrebbe essere celebrata in questo modo. Bisogna stare attenti. Certamente Gesù ha istituito il rito del Pane e del Calice durante una cena nella quale si mangiava in posizione reclinata. I pasti in questa posizione erano pasti privilegiati, solenni, per i quali occorreva personale di servizio, quindi non certo pasti per i poveri. 
Ma il vero nucleo del rito eucaristico si è sempre tramandato come un rito specifico, distinto, come già mostra Paolo nella prima lettera ai Corinzi. Il pasto in posizione reclinata è del tutto secondario. Anche se a Corinto i partecipanti fossero stati sdraiati su lettini - cosa che non ritengo probabile a causa del numero dei partecipanti - per il nucleo del rito eucaristico veniva introdotta una tavola sacra distinta - Paolo la chiama la “mensa del Signore” - unica per tutta la comunità. Questo è importante: c’è solo una “tavola sacra”, non importa quanto sia grande la comunità».
Tavola "sagra", per comunità di comunità (causa fusione) neocatecumenali.

Niente tavoli da pranzo, dunque, ma “tavole sacre”.
«Sicuramente non si tratta di un tavolo da pranzo. La “tavola sacra” è un arredo sacro che veniva utilizzato per le vittime incruente già nell’antichità pagana. E sacra quanto un altare. “Tavola sacra” e “altare” sono termini interscambiabili. Con l’espressione “mensa del Signore” Paolo richiama il profeta Malachia e per “mensa del Signore” intende effettivamente ed espressamente l’“altare”. 
Paolo conosceva già la sacralità dell’altare cristiano, solo vent’anni anni dopo la Pasqua! Analogamente, parla anche del “calice del Signore” o del “calice della benedizione”. Quindi anche il calice non è un recipiente di uso comune, ma una coppa cultuale».  


Allora anche il segno delle tovaglie è stato equivocato?

«La tovaglia era già talvolta in uso in epoca paleocristiana, ma non ha nulla a che vedere con le abitudini alimentari civili, come ce lo immaginiamo oggi. Piuttosto, la tovaglia è un segno di dignità; infatti anche le tavole ufficiali dei magistrati romani erano coperte da una tovaglia».


Se dunque si può parlare di tavole sacre, l’idea di “sacro”, come di ciò che è riservato a Dio, non è affatto tardiva.

«Qui si tocca un altro cliché della teologia contemporanea, secondo la quale il cristianesimo primitivo sarebbe stato profano. Mi dispiace, è una grossa sciocchezza. Il cristianesimo non voleva in alcun modo essere una religione profana. Una fede profana in Dio non esiste affatto. Il cristianesimo primitivo certamente considerava sacro tutto ciò che è destinato al culto e appartiene a Dio.

Nel quinto mistero della luce contempliamo l' Istituzione dell'EucaristiaIl dipinto di Joos van Wassenhove, detto Giusto di Gand, rende efficacemente la dimensione sacrale e sacramentale dell' Ultima Cena.

Non appena sulla tavola viene offerto, per la prima volta, il sacrificio cristiano, questa tavola diviene un oggetto sacro e non più profano. Non può più essere utilizzata per altre circostanze che non siano il culto. Lo stesso avviene per lo spazio sacro. Sicuramente anche i cristiani avevano fin dall’inizio degli spazi sacri. Per loro era estremamente importante entrare letteralmente nel santuario per l’Eucaristia, a differenza dei pagani che stavano sempre solo fuori dal tempio, perché solo i sacerdoti potevano entrare all’interno. 

La novità del cristianesimo non consisteva nel rinunciare allo spazio sacro, ma nel fatto che ora tutti potevano entrare in questo spazio sacro, perché i cristiani, infatti, non offrivano più sacrifici cruenti, ma soltanto il sacrificio incruento dell’Eucaristia, che si poteva compiere nella chiesa».


Ancora una domanda sull‘altare: il cosiddetto “altare del popolo” trova un reale riscontro nell’archeologia?

«Sì e no. A partire dal Concilio (Vaticano II, n.d.r.) si è diffuso l’enorme malinteso che, nella chiesa primitiva, il sacerdote guardasse il popolo. Salvo pochissime eccezioni, non è stato così. 
Nei primi secoli, l’altare era solitamente posizionato libero ai quattro lati, ma il sacerdote stava davanti all’altare con il volto rivolto verso oriente. L’Eucaristia ha anche elementi dialogici, ma questi costituiscono solo l’introduzione alla preghiera. La preghiera deve essere sempre rivolta ad est. Ci sono alcune chiese – anche a Roma – con la facciata rivolta ad est, e in questi casi il sacerdote deve stare dietro l’altare e guardare verso il popolo. Ma il punto non è che la comunità debba ammirare la bellezza del sacerdote, ma che il sacerdote debba pregare verso est, verso Cristo, Sole di giustizia. Il modello moderno di liturgia, nello stile di un evento di intrattenimento religioso, ha poco a che fare con la serietà delle prime chiese».


Un’altra idea diffusa ritiene che il “cristianesimo primitivo” fosse essenzialmente a-cultuale; le prime comunità sarebbero state caratterizzate dalla carità fraterna, dalla preghiera, ma non da veri e propri riti cultuali.

«Sì, anche questo è un errore di valutazione. In fondo, queste affermazioni sono tutte proiezioni moderne che nascono dall’illuminismo. Ci siamo messi in testa di pensare al cristianesimo primitivo in base alle nostre idee moderne. Ma il culto e un elemento essenziale di ogni religione. 

I cristiani hanno avuto l’Eucaristia domenicale. Certamente dovevano gradualmente abituarsi. I pagani, infatti, non avevano liturgie settimanali. Quindi ci volle del tempo per far sì che i cristiani si abituassero al ritmo settimanale. Hanno anche dovuto abituarsi ai riti propri, che hanno molti elementi provenienti dal giudaismo. Ad essere decisivo e indubitabile è che il cristianesimo sia una religione sacrificale, non un insegnamento morale. 

L’illuminismo ha trasformato Cristo in un maestro morale e ha abolito il suo sacerdozio (lettera agli Ebrei)! Ci dobbiamo svincolare da queste abitudini mentali di un illuminismo agnostico. Abbiamo bisogno di leggere il Nuovo Testamento e i primi testi così come sono scritti, non con i nostri pregiudizi teologici moderni. Si tratta di riscoprire nuovamente molte cose antiche. 

L’amore fraterno non si oppone a questo, anzi. Il culto cristiano include la raccolta di denaro per poter sostenere i poveri. La comunità cristiana riunisce tutti i battezzati di una città, quindi persone povere e ricche, libere e non libere, semplici e intelligenti. Nei primi secoli c’era un’unica comunità in ogni città, nessuna chiesa domestica. C’era un solo servizio di culto pubblico per tutti».

La Norma Patrum e la Chiesa primitiva sono stati i riferimenti di molte riforme avvenute dopo il Vaticano II. Ha prevalso la storia o l’ideologia?

«In effetti, molta ideologia è oggi ancora in atto, purtroppo. Ognuno sceglie ciò che gli piace dalla Chiesa primitiva. C’è un ampio spazio per la manipolazione, specialmente quando si tratta della nostra odierna comprensione della liturgia, dell’Eucaristia e della Chiesa. Molto di ciò che oggi viene giustificato con la Chiesa primitiva e solo una proiezione moderna. Un piccolo chiarimento storico in più sarebbe molto utile a riguardo».


Stefan Heid, Sacerdote tedesco, nato nel 1961 e Monsignore dal 2009, è studioso e docente di liturgia ed agiografia. Dal 2020 è rettore del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana.

Mons. Heid è autore di numerose pubblicazioni;
Sullo stesso argomento del post odierno si veda I primi altari cristiani. Lezioni per oggi, ricco di riferimenti bibliografici. A proposito di preghiera cristiana, si legga: La croce, l'altare ed il modo giusto di pregare  


V. anche, su questo stesso blog:

La "sagra della zucca" del Cammino
Gli errori del Cammino Neocatecumenale - III

56 commenti:

  1. mons. Heid, l'ennesimo nemico del Cammino

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    1. È fin dagli inizi che i kikolatri chiamano "nemico" ("Giuda", "Faraone", "odiatore"...) chiunque abbia da ridire sul tripode Kiko-Carmen-Cammino, novello Vitello d'Oro di Categoria Superiore.

      Per un fedele cattolico appartenente ad un qualsiasi altro movimento ecclesiale, i dogmi della fede sono solo quelli autorevolmente proclamati dalla Chiesa Cattolica.

      Per un kikolatra i dogmi della fede sono solo Kiko, Carmen e il Cammino, anche quando dicessero che due più due fa cinque, anche quando contraddicessero i dogmi della fede cattolica, anche quando si tratta di disubbidire al Papa, alla Chiesa, ai documenti liturgici, al buonsenso.

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    2. Anonimo delle 8 e 36:
      sta a cuccia e non abbaiare: Mons. Heid il Cammino nemmeno lo considera.
      Lui si limita a dire che chi crede che i primi cristiani celebravano la Messa come una cena, è un credulone. Quasi come fosse una specie di allocco, noto per las poca furbizia e per non avere uno sviluppato senso critico.
      Se ti senti attaccato, il problema è tutto tuo

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    3. E' tutto il Cammino che si sente attaccato un giorno si e l'altro pure da tutti, utilizzando le frasi di tutti, santi anche antichi, articoli passati e recenti, studiosi e quanto altro. Ci rimane l'amicizia di padre Livio Falzaga, di Radio Maria, poco ma sufficente e consolatore.........................................

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    4. Boh, boh, e chi ci da degli asini raglianti, e chi ci da dei cani che abbaiano, quale sarà il prossimo animale a cui ci paragonerete? Sentiamo, sentiamo......................................................

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    5. Mons. Heid probabimente manco sa chi siete.
      Detto questo mi sembra che sia il cammino nemico della verità storica.
      Ps. tranquilli nessuno vi paragonerà più agli animali. Loro hanno più comprendonio di voi, il paragone non reggerebbe.

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    6. Penso anch' io che il Cammino sia l'ultimo dei problemi di Mons. Heid.
      Prima casomai viene la Chiesa Cattolica Tedesca, che è entrata in un vortice hippy protestanteggiante che fa impallidire persino il Cammino (forse).

      Mi ricordo di un simpatico (malgrado il tema) articolo dell'ottimo Valli, di qualche tempo fa: Se un cuboide fa da altare

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  2. Se il Cammino basa la sua credibilità e autenicità richiamandosi alla liturgia della Chiesa primitiva, allora è dimostrato dalla scienza dell'archeologia che non è credibile.

    L'economista Giannino, facendo credere di essere laureato, parlava in TV di economia. Si scoprì che non era laureato, ma almeno di economia ci capiva.
    Kiko invece parla come l'inviato da Dio riguardo alla Chiesa primitiva senza conoscere l'argomento di cui parla.
    Quello che dice sulla Chiesa primitiva ha lo stesso valore storico del mondo degli hobbit descritto nel Signore degli anelli.

    La Chiesa primitiva di Kiko è una fiaba, come quella di Alice nel paese delle meraviglie. E come il Cammino stesso, presentato ai neofiti come il nuovo Eden, in cui le relazioni personali sono idilliache, mentre poi si fa "esperienza" di come le relazioni tra camminanti spesso sono peggio di quelle tra i "pagani" che non appartengono al Cammino.

    Kiko è come un bravo prestigiatore: quello che dice può sembrare vero, ma c'è il trucco, e mons. Heid, senza parlare del Cammino, si è limitato a svelare uno dei trucchi più usati dai prestigiatori, cioè dai fondatori di sette.

    Tanta fatica per costruire un bel castello sulla spiaggia. Una vera opera d'arte agli occhi di molti. Ma come tutte le opere d'arte fatte di sabbia sulla spiaggia, non rimarrà granello su granello che non sia distrutto.

    Camminanti svaglia! Vi annuncio che siete stati imbrogliati!
    E non lo dico per dimostrare che il blog aveva ragione, ma perché anche voi possiate godere della bellezza, non certo umana, ma divina, della Chiesa, quella che era primitiva nell'anno zero, e che oggi ha 2022 anni.

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  3. Dice Monsignor Heid "nei primi secoli c’era un’unica comunità in ogni città, nessuna chiesa domestica. C’era un solo servizio di culto pubblico per tutti".
    Basterebbe questo per capire che l'idea della divisione in "piccola comunità" dove tutto si conoscono e celebrano insieme non è assolutamente un ritorno alle origini.
    Anche il tavolone volutamente costruito in modo da richiamare una tavola da pranzo, non ha nulla a che fare con la tavola-altare dei primi cristiani, che era diversa dalla mensa su cui si pranzava e che era dedicata e consacrata al culto.
    Ciò che il Cammino neocatecumenale ha sempre voluto profanare è la figura del Sacerdote come alter Cristus, sostituito dall'Assemblea "che celebra"; naturalmente certe idee non sono frutto originale delle menti o degli studi di Kiko e Carmen ma tipiche dell'epoca vissuta dai due, e la loro originalità (ma non furono i soli) sta più che altro nell'essersi messi in mente di dover accelerare una necessaria riforma della Chiesa e di dover anticipare una riforma liturgica che ritenevano presto si sarebbe imposta.
    In qualche modo, il gioco di Carmen e Kiko, quello di anticipare i passi della Chiesa per appropriarsi dei meriti d'essere stati dei precursori di riforme che si sarebbero avvicendate, è abbastanza scoperto, come per esempio il lanciare l'idea di un catecumenato sapendo che era in preparazione un percorso per non battezzati ispirato al catecumenato primitivo. Questa è stata una strategia in qualche modo vincente, e notiamo che a tutt'oggi Kiko e i suoi si vantano di essere appunto dei precursori, dimenticando però di ammettere che la maggior parte delle loro idee sono state rigettate dalla Chiesa e corrette in modo chiaro e inequivoco.
    Una di queste è proprio la desacralizzazione dell'altare, che Monsignor Heid ritiene avere un origine illuminista e non certo paleocristiana.
    Quindi, un neocatecumeno, quando balla intorno alla "mensa" depredata dei fiori, più che sentirsi un cristiano di Gerusalemme del primo secolo, dovrebbe sentirsi un figlio del processo di desacralizzazione avviato pochi secoli fa, in epoca moderna, che tanti danni ha apportato alla Chiesa e alla fede.

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  4. Su Venerdi di Repubblica, giornale che leggo dal primo numero perchè lo compra un mio familiare ma di cui non ho mai condiviso la linea laica, è apparso un articolo di Corrado Augias, una recensione di un libro di un docente dell'università di Modena che fa uno studio sull'Eucaristia; in sintesi dice che l'Eucaristia si rifà a riti pagani che porterebbero a una sorta di cannibalismo e di infanticidio, in quanto noi cattolici ci cibiamo del Corpo di Cristo, e riporta anche una frase di Spinoza che dice come si può considerare sacro questo cibarsi di un dischetto di pane che poi finisce nelle feci. L'ho trovato allucinante. So benissimo chi è Augias, è un giornalista dichiaramente ateo. Spinoza l'ho studiato in filosofia quand'ero al liceo, ho cercato notizie su Internet. anche lui era ateo e antesignano del pensiero illuminista che sarebbe venuto dopo di lui. Non capisco dove vogliono andare a parare questi articoli. Il Vaticano non prende posizione. Parlando con il mio amico neocat di iIlesias, lui dice che il Vaticano da anni segue la linea di non smentire o querelare per non suscitare vespai inutili, io sostengo che sia un errore, è uno dei motivi su cui battibecchiamo di più. Cosa ne pensate? Aldo dei focolari di Cagliari.

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  5. Nel momento dove nella Chiesa ci sono le tentazioni della rigidità, che è una perversione, e si crede che trovare Dio è diventare più rigidi, più rigidi, con più norme, le cose giuste, le cose chiare … Non è così. Quando noi vedremo proposte di rigidità, pensiamo subito: questo è un idolo, non è Dio. Il nostro Dio non è così".
    Papa Francesco oggi

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    1. Infatti non c'è realtà "ecclesiale" più rigida del cammino.

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    2. Assolutamente. Dalle parole del Papa, lui dovrebbe essere il "nemico" n. 1 dei neocat., che sono la personificazione della rigidità. Nel movimento neocatecumenale c'è una regola per ogni singolo aspetto o momento delle celebrazioni e della vita "comunitaria". Ogni cosa si fa solo ed esclusivamente nel modo indicato dai catechisti, e in nessun altro modo. Guai a chi si permette di controbattere o, ancora peggio, di fare di testa sua. Verrà prima ripreso aspramente, poi, se "persevera",cacciato via in malo modo e su di lui/lei piomberà la damnatio memoriae in saecula saeculorum.

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    3. Dietro la rigidità delle regole si nasconde l'idolatria.

      Farebbe bene il Santo Padre a verificare come si marcia nel cammino. A cosa sono sottoposti e piegati i fratelli.
      Dal "vieni e vedi" e tutto è "gratis" si scivola in un ginepraio di regole asfissianti.

      Quando i catechisti visitano la comunità, prima di interessarsi a come stai, chi sei, pongono le domande di rito di cui sopra, altamente dirimenti:
      dai la decima? (prima tra tutte)
      sei aperto alla vita?
      hai chiesto perdono?
      vai per le case?
      fai il cammino?
      fai le lodi la mattina?
      fai le lodi con i figli la domenica?
      vai per le strade e nelle piazze?
      ...........
      regole e regolette.

      Se manchi ad una cosa soltanto, questo ti impedirà di "passare".

      Rigidità e rigidismo, altro che "creatura nuova"; altro che "libertà dei figli di Dio"...

      Pax

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  6. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. il più riccardiano

    Apprendiamo che Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio nonchè ex ministro dell'ex governo Monti sarebbe ben visto da Letta e dal Pd come candidato del centrosinistra per le elezioni del Presidente della Repubblica. Kiko, venutolo a sapere, invidioso si è incazzato, perchè Sant'Egidio ha solo 60.000 aderenti mentre il Cammino ne ha ben un milione, per cui ha detto : "se c'è un candidato ideale sono proprio io", quindi ha invocato Carmen che, da Lassù, è apparsa in sogno a Letta dicendogli di cambiare Riccardi con Kiko, e Letta pare ci stia pensando seriamente. Kiko ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa, che ha detto : "hermano cardenal,se el progetto de Carmensita va in puerto, semos a cavallo por la Repubblica e por la Chiesa, quindi procedemos con la causa de beatificasion". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un saggio del biblista Alberto Maggi, pubblicato su l'Avvenire del 10 ottobre 2021, dal titolo : "come cambiare un candidato perdente con uno vincente tramite l'intercezione dei santi più appropriati".

    e la causa continua................

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    1. Caro Puntini, ti devo ringraziare perché da quando ci sei tu le notizie di attualità le apprendo attraverso i miracoli di Carmensita... ed è sicuramente più piacevole che leggere la cronaca!

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  7. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. il più messaggiato

    Da quando la Madonna appare tutti i giorni alle 12.00 ai veggenti di Medjugorje, Kiko, invidioso, ha detto : "ma come, a me la Madonna è apparsa una sola volta nel 1964 dicendomi di creare il movimento più bello del mondo, e questi veggenti la vedono ogni giorno? Qui si fanno figli e figliastri". Ha implorato Carmen e lei, da Lassù, gli ha risposto di aver parlato con la Madonna, che ha promesso di comparire a Kiko tutti i giorni verso le 13.00 , perchè alle 12.00 deve apparire ai veggenti di Medjiugorie e non ha il dono della bilocazione. Cosi Kiko viene bombardato giornalmente di un messaggio, che poi alle 14.00 manda via email a Semeraro, che alle 15.00 lo fa leggere al Papa, tanto che il Papa dopo qualche giorno ha detto : "abbiamo capito, hermano cardenal, è inutile che la Madonna compaia tutti i giorni al buen Kiko, lo sappiamo che el Cammino è di origine divina, quindi Carmensita merita di diventare santa. Procedemos, procedemos..." Semeraro ha avvisato Kiko che ha implorato a Carmen di implorare alla Madonna di non apparirgli più, tanto il gioco era fatto, e Kiko ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un cofanetto di 5 DVD con le apparizioni mariane nei santuari di tutto il mondo, più un biglietto "Santità, non sarebbe ora di fare un santuario anche a Porto San Giorgio? Cosi facciamo un pò di dineros, porque el Cammino es un poquito in difficoltà ecomomiche".

    e la causa continua......................

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  8. Oggi giornata della Parola.
    Quante volte incontrando chi è rimasto nel Cammino, ci siamo sentiti dire: "Io vado per la Parola, non per Kiko!".
    Senza rendersi conto che la Parola è stata un'esca, ma poi l'hanno stravolta e se ne sono serviti per avallare le loro teorie e legittimare le loro prassi neocatecumenali.
    Ascoltare la Parola in quel contesto non giova.

    Qualcuno ha usato contro San Paolo parole ingiuriose in un recente commento. Stanco, molto probabilmente, delle mie frequenti citazioni dell'Apostolo delle Genti che li squalificano, li condannano, li smascherano nelle loro menzogne ricorrenti.
    Non potendo smentire si avventano anche contro i Santi (quelli veri!).
    Anche oggi la seconda lettura inchioda spietatamente Kiko alla sua megalomania sfegatata.

    Recita la Parola di San Paolo:

    "... Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?" (da 1Cor 12,12-30)
    ........

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    1. Quindi s. Paolo è nemico del Cammino, come volevasi dimostrare.....................................

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    2. Ma come fa San Paolo, vissuto poco meno di due millenni prima della comparsa del Cammino neocatecumenale, a essere suo nemico? Vi riesce ogni tanto di collegare qualche neuroncino? Piuttosto è il Cammino a essere nemico di San Paolo, e anche nemico della Chiesa, ahimé.

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  9. ........

    Mettiamo Kiko a confronto.
    È chiaro che egli pretende di essere tutte queste cose insieme. Giammai una sola!
    Ed è altrettanto chiaro il perché Kiko si autodefinisce messia "il messia abitante in me".
    Non lo fa dire neanche agli altri. Se lo dice da solo.
    Basta estrapolare dai mamotreti, dagli annunci, dai raduni. Ogni volta che predica ...se stesso...

    Ma chi è Kiko? Chi pretende di essere?
    È fin troppo evidente, egli si è seduto sul trono e ha additato se stesso come dio.

    Dice San Paolo: non lasciatevi confondere "da pretese ispirazioni".
    "Nessuno vi inganni in alcun modo!.
    E così definisce "il figlio della perdizione": egli si contrappone e si innalza sopra ogni essere che viene detto Dlio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio" (2Tess. 2, 2-4)

    Pax

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  10. "C’è chi prova a negarlo, ma l’Eucaristia è stata da subito il rito sacro, svolto in uno spazio sacro e non su una tavola per banchetti, bensì su di un altare. E il sacerdote era rivolto a Oriente."

    E' sufficiente questo incipit per rendere interessante l'articolo di oggi. Risoluzione alla radice di uno dei problemi più scottanti per il cammino che ha vantato sempre il ritorno alle origini, l'autenticità della sua ispirazione originaria, radicata nella "chiesa primitiva"... neanche questo è vero, soprattutto questo non è vero.

    La mensa da sempre è "mensa del Signore" non ha un richiamo conviviale, ma è "altare", il luogo del sacrificio incruento di Cristo, non del banchetto dei fratelli.

    Pensiamo alla neocatecumenalizzazione delle Chiese cadute nelle grinfie di questi dissacratori e vediamo che il "sacro" da esse è stato bandito. Moquettes rosse accecanti, grande mensa al centro, sedie trasparenti intorno, i fratelli disposti in circolo, il sacerdote opacamente inserito in questo circolo, sminuito del tutto nel suo ruolo sacerdotale. Nessuno spazio atto alla adorazione, inginocciatoi zero. Il Tabernacolo nascosto. Unico carattere evidente: il kikianismo. Tutto parla di lui, tutto a lui è dedicato.

    Ance gli sciocchi candelabri collocati sulla mensa, fiori e ceroni, tutto tranne la Croce. Nel C.N. è bandito l'aspetto sacrificale, lo denunciamo da tempo. Questo è snaturare il mistero. Togliere Cristo e mettere al centro la comunità che si fonda sull'obbedienza al cammino.
    Non esiste cammino senza obbedienza ai catechisti. E arrivi al punto che se non vai all'eucarestia della comunità e ti rechi alla messa in chiesa ti pare che hai fatto qualcosa in meno, che valga di meno dei tuoi riti da disciplinato neocatecumenoobbediente.

    Pax

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    1. Dal Catechismo di s. Pio X del 1905

      Chi è Kiko?
      Kiko è l'essere perfettissimo signore e creatore del cielo e della terra.

      Ecco perchè questo splendido catechismo è stato sostituito da quello orrido dei nostri tempi.

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  11. kikianismo è l'acronimo di :

    Kiko Induce Kerigmaticamente Assurdi Neocatecumenali In Seducenti Mamotreti Obbrobriosi

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  12. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  13. Strano : FAV non sta scrivendo nel blog, come maiiiii???????????????????????????????????????????????

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    1. Ha solo cambiato pseudonimo ma è sempre qui, dalla mattina presto alla sera tardissimo, è ossessionato da questo blog.

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  14. Anonimo delle 18 e 41 di ieri:

    la citazione che hai fatto delle parole del Papa, senza alcuna premessa e decontestualizzate dal resto del discorso, non ha alcun significato.
    Il termine "rigido" e i suoi contrari: "malleabile" o "cedevole" o "pieghevole", o "friabile", non hanno connotazioni di bene o di male, di peggio o di meglio, come, ad esempio, "buono" e "cattivo", o "intelligente" e "imbecille".
    Il termine "rigidità", perciò, dipende a cosa è applicato.

    Se è applicato a una ROCCIA, alle cui caratteristiche Gesù si è ispirato quando ha conferito a Simon Pietro la carica di primo Papa, il termine rigido è appropriato.
    Come è appropriato al Papa nell'espletamento del suo ministero di dottore supremo della Chiesa.
    Una roccia friabile non serve per costruire un edificio e un Papa arrendevole ad ogni suggestione mondana o alle ideologie non è un buon Papa.

    Se invece parliamo di creta, non deve affatto essere rigida.
    Allo stesso modo l'uomo deve lasciarsi plamare da Dio come la creta è plasmata dal vasaio.

    La fermezza nella fede è una cosa buona.
    La fermezza nel metodo, anche quando si rivela controproducente per bene delle anime, nè una cosa cattiva.
    Quando è il metodo ad essere fermo come fosse la fede (come fanno i camminanti, ma anche tanti Pastori troppo dialoganti, cioè dialoganti a scapito della verità, come se nel dialogo fosse racchiusa tutta le fede, come se il "volemose bene" e il "finomola a tarallucci e vino" fosse il cuore del Vangelo), è una cosa cattiva.

    Per applicare le esigenze della fede al bene delle anime, occorre essere malleabili, ma non a scapito della fede, ma per proprio per evidenziarla e farla risaltare nelle anime.

    In quest'ottica il termine "dogmatismo" è pericoloso perché equivoco.
    Ovviamente per "dogmatista" si intende colui che fa riferimento ai dogmi e alle regole della Chiesa come fossero formule chimiche da applicare asetticamente, in cui la carità non trova posto.
    Ma poiché oggi nessuno parla più dell'importanza dei dogmi e della dottrina (ti pare che se non fosse stato importante la Chiesa vi avrebbe sprecato tante risorse di tempo e intellettuali per definire i dogmi e scrivere catechismi?), usare spesso il termine "dogmatismo" con un'accezione negativa, può essere interpretato come se la Chiesa, rispetto alle verità di fede, abbia decretato una sorta di "tana libera tutti".

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  15. OT

    Articolo odierno di Amici Domenicani, che potrà interessare a qualche ex- o futuro ex- neocatecumenale ma anche a chi è stato solo catechizzato dai neocatecumenali senza farne parte:

    Dopo tante derive e ricordando l’esempio luminoso di mia nonna desidero iscrivermi alla confraternita del Santissimo Rosario

    Fine OT

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    1. "Ho deciso di riabbracciare Dio, confessandomi e comunicandomi per la prossima Pasqua aspirando a confermare la mia Cristianità con la Cresima.
      Ora in virtù di queste righe suddette sarei interessato a dare il mio apporto alla confraternita con la recita del Santo Rosario."

      Come come? Era lontano, ateo e si è riavvicinato senza sentire il kerigma kikiano? E vuole confermare il proprio battesimo e cresima senza catechisti, padrini, garanti, decime, vendita dei beni, piccole comunità, convivenze, kenosi nei peccati, consegna di Padre Nostro e Credo, Reddditio con laudatio del Cammino in chiese affollate, viaggio in Israele e bibattesimo nel Giordano? E soprattutto vuole cominciare il proprio viaggio di ritorno alla Chiesa pregando il Rosario, che Kiko tiene a distanza per almeno 12 anni perché "non lo si può capire"? Questa lettera a padre Angelo è veramente scandalosa...qualche neocatecumenale intervenga per ristabilire le giuste priorità, presto!

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    2. Ricordo a Valentina che per pregare il Rosario nel cammino ci vogliono almeno 20 anni, io sono stato 10 anni per appena arrivare al passo della preghiera, dove alcuni ex fratelli erano felici di lasciare il rosario per cominciare a pregare le lodi mattutine. Mia suocera sta li da quasi 20 e ancora non si avvicina al passo di loreto che e quando ti dicono di pregare il rosario se ben ricordo.

      Da quando sono uscito dal cammino sto cominciando a pregare il Rosario spesso. Da una settimana io e mia moglie lo preghiamo insieme ogni sera ed e bellissimo!
      Ci sta aiutando un sacco!

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    3. Grazie Anonimo Texas per la precisazione! Hai ragione, di solito gli anni per arrivare alla convivenza di Loreto sono molti di più; quando dico 12 mi riferisco al periodo minimo enunciato dallo stesso Kiko nell'ambito di un iter "solo" ventennale e non trentennale o più come avviene di solito. Preferisco sempre, quando parlo di Cammino, citare le notizie più favorevoli allo stesso, che già a mio parere sono gravi e tali da far piuttosto optare per qualsiasi altro itinerario che si definisca di formazione cattolica.Fin dalla catechesi iniziale (qui più che ai mamotreti mi riferisco alle catechesi iniziali che ho avuto modo di ascoltare personalmente) il fatto di recitare in chiesa il rosario è considerato sintomo di religiosità naturale, cioè di paganesimo, e enunciato con disprezzo.

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    4. A lato - l'enunciazione in effetti costituisce i 3/4 della predicazione.

      Tra urla, vocali allungate, nasali accentuate, tono zompettante, pause sigificative, esempi di fatti persino troppo intimi dei catechisti o di malcapitati anonimi assenti, tono cavernoso o lamentoso della voce, tono di disprezzo, di riprovazione, di degnazione... se ne servono ogniqualvolta è da mettere in chiaro (senza dirlo, per non prendersi la responsabilità) che qualcosa non si fa, non si fa più, era ora che finisse, prelude a chissacché, significa chissacché, eccetera eccetera eccetera.

      Insinuano, alludono, suggeriscono. Sibilano. Del resto, i contenuti si esauriscono in fretta ed è vietato porre domande.

      Spno pizzini retorici, che ho visto venir assorbiti e ripetuti acriticamente nel giro di poche settimane da una buona parte degli ascoltatori. Ricordi dalle catechesi: catechista con la voce vibraahahahante ha detto "non giudicaahahaate chi non rimette a posto le sedie?" (un esempio ipotetico di comando idiota, non lontano da quelli veri). Il primo che critica, trova pronta la perpetua di turno a rimproverarlo. (Ci sarebbe voluto per davvero l'antistaminico di cui parlava AleCT, ma per chi vede queste scene).

      E così la gente perde cose come il Santo Rosario perché il neocatecumenalastro di turno, che la Diocesi ha ammesso in cattedra a straparlare, ripete, da parte di Kiko, che è troppo presto per loro.

      Recitatelo lo stesso! Io l'ho fatto e non mi sono pentita.

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    5. neocatecumenalastro, eh ???????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????

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  16. Noi del blog per alcuni camminanti saremmo i rigidi, i tradizionalisti, i cupi difensori delle regole della fede, gli inquisitori sempre corrucciati. Solo perché diamo importanza alla verità.
    Ma non è colpa nostra se la verità è quella che è.

    La verità è “democratica” nel senso che è per tutti, ma non è parlamentarista, perché se ne infischia della maggioranza. E la maggioranza, non potendo incolpare la verità, incolpa chi, la verità, la difende.

    Per quanto mi riguarda, in famiglia ho tutte donne, ma non sono considerato il maschio alfa, né io forzo la situazione, che tanto fallirei. Sono anzi considerato un po’ sprovveduto, e allora mi accontento di essere al centro delle attenzioni protettive di chi mi circonda.
    Solo le mie cagne mi riconoscono una leadership assoluta, e ne sono pure entusiaste, come gli adepti di Kiko sono entusiasti del loro lider maximo.

    Non penso, perciò, di essere un pittbul come certi gerarchi del Cammino.
    Ma se devo andare in guerra, vado anche da solo. Meglio, però, in compagnia, come in questo blog.

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    1. E' meglio............................................................................................

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    2. Diceva Ponzio Pilato : che cos'è la Verità? Vivesse oggi, sarebbe pro o contro il Cammino???????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????

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    3. avendo liberato barabba ,non ci sono dubbi...PRO

      un caro saluto
      Dom

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    4. Anonimo delle 13 e 24:

      se al posto di "Ponzio Pilato" mettiamo alcuni Vescovi troppo accondiscendenti, al posto del "Cammino" mettiamo Kiko e al posto dei punti interrogativi che seguono la parola "Cammino" mettiamo gli adepti di Kiko (ironia della sorte il punto interrogativo è un'immagine perfetta del camminante), hai la risposta che cerchi.

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  17. Dice Kiko nella sua catechesi sull'Eucaristia della Convivenza iniziale:

    "Io ricordo le Messe che ascoltavo a Madrid nella Chiesa del Buon Successo. Tutto in latino; stavi lì dieci minuti, suonava un campanello e ci inginocchiavamo per la consacrazione; subito dopo suonava un'altra volta il campanello; poi sette minuti ancora e quello vicino a me si faceva il segno della croce, che voleva dire che la messa era finita. Pensate a
    quell'epoca in cui non avevamo Parola perché era in latino; non c'era omelia, né orazione dei fedeli, né bacio della pace, né anafora in volgare; il pane in forma di carta, nessuno comunicava, il calice lo beveva solo il sacerdote, etc..
    Questo lo abbiamo vissuto tutti.
    Immaginatevi la cosa meravigliosa che il Concilio presuppone: uomini, diceva Carmen, che hanno dato tutta la loro vita per studiare l'Eucarestia della Chiesa primitiva. Ma accade che il popolo continua a non capire nulla per mancanza di catechesi."


    Capiamo quindi il rispetto equivalente a zero spaccato del catechista spagnolo nei confronti della Santa Eucarestia, il disprezzo con cui ne parla e che è tipico del protestante incallito, la voluta mistificazione del dettato conciliare.
    A chiunque conosca la dottrina è chiaro che chi disprezza la liturgia della Chiesa, che sia presente o passata, disprezza la Chiesa.
    In questo modo hanno allevato un seguito di persone ignoranti e resi incapaci di comprendere cosa vuol dire essere cattolici, fra i quali sono stata anch'io, per questo mi permetto di dirlo.
    Hanno sostituito i segni esteriori ai significati interiori, fatto credere che la particola 'di carta' non fosse il Corpo di Cristo, che fosse necessario bere al calice per fare una vera comunione, che l'insistenza sulla Presenza reale fosse solo in polemica con Lutero e non una esigenza imprescindibile valida oggi come ieri.

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    1. L'anonimo delle 13 e 24 si chiede, e ci chiede, dove sta la verità.

      Lui prima dovrebbe domandare a Kiko dove sta nel Concilio Vaticano II che il Pane eucaristico deve essere sottoforma di pagnotta, e dove sta che il Sangue di Cristo deve essere offerto anche ai partecipanti della Messa in un coppone gigante.

      Io dico che Kiko INGANNA.

      Deve anche chiedere a Kiko perché pretende di dare alla preghiera dei fedeli e allo scambio della pace un'importanza fondamentale, come se, quando manca, allora la Messa perde qualcosa.

      Infine deve domandare a Kiko perché racconta la balla mostruosa che una volta non c'era l'omelia e quella che nessuno si comunicava.
      Forse non tutti si comunicavano, ma coloro che non lo facevano era perché sapevano che avevano bisogno di confessarsi, mentre nel Cammino c'è chi si accosta alla Comunione anche dopo un peccato mortale non purificato dalla Confessione.

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    2. @pietro non del: "Lui prima dovrebbe domandare a Kiko dove sta nel Concilio Vaticano II che il Pane eucaristico deve essere sottoforma di pagnotta".
      Ogmr: "321. La natura di segno ESIGE che la materia della celebrazione eucaristica si presenti VERAMENTE COME CIBO."
      Fallacio Asino Vinicio

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    3. E poi, sempre Kiko, quando ha ritenuto di dover giustificare il perchè non potevano obbedire al Papa smettendola di comunicarsi seduti, ha detto - tomo tomo - che dovevano per forza comunicarsi seduti se no il vino (Sangue di Cristo) rischiava di cadere a terra.

      E' certamente più agevole gestire un coppone ricolmo dal quale devi bere centrando l'angoletto, seduto per bene ciascuno sulla sua sedia, prendendolo saldamente tra le proprie mani dalle mani del ministrante e portandoselo alla bocca per berne un gran sorso.
      Come da consegna dei catechisti.

      Pax

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    4. FALLACIO:

      grazie perché confermi a tutti che nel Cammino l'inganno è centro di tutto.
      Tu citi l'Ordinamento generale del Messale romano, e non il Concilio, che viene prima ed è più importante.
      Ma soprattutto non citi quelòlo che viene dopo.

      Se avessi copiatio e incollato un paio di righe in più, ti saresti accorto che l'Ordinamento non sta parlando di pagnotte, ma di OSTIE azzime:
      "La natura di segno esige che la materia della celebrazione eucaristica si presenti veramente come cibo. Conviene quindi che il pane eucaristico, sebbene AZZIMO e confezionato nella forma TRADIZIONALE, sia fatto in modo che il sacerdote nella Messa celebrata con il popolo possa spezzare davvero l’OSTIA in più parti e distribuirle almeno ad alcuni dei fedeli. Le ostie piccole non sono comunque AFFATTO escluse, quando il NUMERO dei comunicandi o altre ragioni pastorali lo esigano".
      Nella Messa parrochhiale delle 11 si fa come dice l'Ordinamento, nelle Messe delle salette, no.

      La prossima volta pensaci prima di intervenire, che il boomerang, se non lo sai adoperare, a un certo punto non lo vedi più, poi però lo senti sulla nuca.

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    5. @pietro non del cammino, quindi l'ostia si presenta "veramente come cibo"? Dall'ogmr si evince che le ostie piccole non sono affatto escluse se le situazioni lo impongono, ma sono tollerate non richieste, perché la natura di segno "ESIGE", che il corpo di Cristo si presenti "VERAMENTE COME CIBO". Tu pensando di fregare la gente con le parole lasci scivolare questa frase concentrandoti sulla parola "ostia" che nell"ogmr è intesa come "forma" del pane (cioè sottile e azzimo) e non come sostanza. Ricapitolando l'ogmr dice che il PANE EUCARISTICO DEVE (ESIGE... ) presentarsi veramente come cibo sebbene sottile (come un ostia) e azzimo. Il mio torto è di sopravvalutare la vostra intelligenza e che quindi vi basti una sola frase per capire, ma invece è più evidente che vi occorrono i disegnini. Tranquillo, tanto lo so che questo non lo pubblicherete...
      Fallacio Asino Vinicio

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    6. @Fallacio
      Come giustamente ti hanno già detto la tua citazione è INCOMPLETA.
      LE cose sono due: o lo hai fatto perchè sei ignorante (e allora non capisco a cosa servano 30e passa anni di cammino) o perchè sei IN MALAFEDE e vuoi IMBROGLIARE. Solo che questi mezzucci qua non attaccano perchè i documenti del CVII qui li conosciamo molto bene.
      Ps. il povero cristianuccio della domenica sa che quello che sta assumendo è PANE anche se non ha la forma della pagnotta. Voi evidentemente a questo purtroppo non arrivate.

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    7. @alect, mi dispiace ma non lo dico io che il Pane eucaristico deve presentarsi veramente come cibo, ma l'ordinamento generale del messale romano. Poi che la gente sa che l'ostia è pane buon per loro, ma l'ostia deve anche "apparire" come pane e non solo essere "immaginato" come pane. Ripeto, non lo dico io ma l'ogmr.
      Fallacio Asino Vinicio

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    8. @FAllacio
      "Tanto lo so che questo non lo pubblicherete..." e invece te lo hanno pubblicato. Ne azzeccassi una eh. Evidentemente è più facile fare la vittima e lamentarsi delle possibili " censure".
      Quello che non capisci è che quando ti pubblicano ci fai figure barbine.

      "Ricapitolando l'ogmr dice che il PANE EUCARISTICO DEVE (ESIGE... ) presentarsi veramente come cibo sebbene sottile (come un ostia) e azzimo."
      Seguendo il tuo ragionamento allora il pane carasau non è pane.

      Amico mio, la verità che è la tua è l'ennesima supercazzola. Persino un bambino sa benissimo che l'ostia è fatta di pane (ma magari è fatta " di carta" come dice Kiko...che ne dici?) è che è un cibo tanto è vero che la mangia e la digerisce.

      Voi però non vi potete confondere con la massa dei cristianucci della domenica (ps.non mi risulta che il Papa celebri con il pagnottone..neanche nelle occasioni "private"..sarà un cristianuccio pure lui.) e quindi avete bisogno del pane fatto come dice Kiko, segnato come dice Kiko e via così discorrendo.

      Siamo sempre là, caro Fallacio: tu quando scrivi devi sempre mettere in chiaro prima di tutto a te stesso che il cammino può SOLO INSEGNARE agli altri, e MAI apprendere. Poi ovviamente devi rincarare la dose e dire: "beh, non siete intelligenti quindi non potete capire" perchè si sa, un insultino buttato a casaccio rafforza l'idea.
      Lasciati dire una cosa, caro Fallacio, questo tuo atteggiamento qua non ci fa nè caldo nè freddo. Semplicemente ci scivola come l'acqua. E lo sai perchè? Perchè crediamo nella Chiesa. E la Chiesa non è nata nel 1968. Ha una sapienza che le viene da Cristo fin dal giorno di Pentecoste. E questa sapienza è per tutti, gratis. Di fronte a questa e di fronte all'esempio di innumerevoli santi che questa sapienza l'hanno incarnata nella loro vita le chiacchere di Kiko (e tue) stanno veramente a zero.

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    9. Io comprendo FAV e il suo blocco mentale, lo comprendo soprattutto alla luce delle catechesi iniziali in cui persone che si sono ammantate di autorità divina, i suoi catechisti neocatecumenali, gli "angeli che Dio ha mandato alla sua vita", che lui è stato convinto gli abbiano dato un messaggio infallibile, gli hanno detto chiaramente e con autorità, mentre lui era in uno stato simile alla trance ipnotica, che l'ostia è carta, non pane.
      Per questo motivo, nonostante tutti i suoi sensi lo avvertano che l'ostia è pane, per lui continua ad essere carta, e non riesce neppure a comprendere che, fosse come dice lui, tutta la Chiesa, non consacrando filoncini e maltagliati, starebbe contravvenendo alle proprie stesse chiare disposizioni.
      So che FAV è in buona fede, per questo non posso prendermela assolutamente con lui; non posso però fare a meno di far rilevare la forza di quel messaggio errato dato nelle catechesi iniziali, in grado di paralizzare menti adulte e coscienze cattoliche che dovrebbero essere anch'esse adulte e ben formate.
      E mi rattrista il pensiero che una delle responsabili di quelli che sono dei veri e propri "comandi" contro non solo la fede cattolica ma contrari anche a logica e intelligenza umana, dati a persone in stato di sudditanza mentale o ipnosi, è una persona che si vorrebbe portare agli altari!

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    10. Cibo sì, ma vengono anche posti numerosi e dettagliati limiti, al fine di garantire la devozione che si deve al Sacramento, nonché norme di prudenza, al fine di evitare i messaggi spuri che possono essere trasmessi, più o meno intenzionalmente, dalle modalità difformi.

      Da La retta celebrazione della Santa Messa, tratto dalla Istruzione Redemptionis Sacramentum , (documento interessante che vale la pena esaminare nella sua interezza):

      =

      " 49. In ragione del segno espresso, conviene che qualche parte del pane eucaristico ottenuto dalla frazione sia distribuito almeno a qualche fedele al momento della Comunione. «Le ostie piccole non sono comunque affatto escluse, quando il numero dei comunicandi, o altre ragioni pastorali lo esigano»;si usino, anzi, di solito particole per lo più piccole, che non richiedano ulteriore frazione."

      =

      Come sottolineato ripetutamente, Kiko e Carmen hanno abituato le comunità ad usare una forma di cibo, ed una modalità di assunzione dello stesso, che annulla la dimensione sacrificale ed esalta quella conviviale della comunità in festa, che si cememta tra sé e si fa essa stessa sacramento.

      E questo è il motivo per cui si rende necessario apporre dei limiti in modo tanto dettagliato.

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  18. Ho girato l'interessante articolo che avere presentato di mosignor Stefan Heid a un'amica , grande esperta del primo cristianesimo e titolata ad esprimersi sull'argomento
    Questo il suo riscontro

    Grazie dell’articolo.
    Molto, molto interessante.
    Mi pare che manchi però un dato di fondo: la separazione tra pasto ed eucarestia avviene con San Paolo, a causa delle difficoltà dei gentili a capire il pasto sacro giudaico.
    L’unico testo che documenta il pasto insieme all’eucarestia è la Didachè.
    Un caro saluto
    VLG

    Per cui la domanda che pongo è questa: sapete il motivo pe cui la Didachè nel testo dell'autore non è mai presentata (se non ho letto male l'articolo ovviamente)

    Grazie

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    1. Per eventuali approfondimenti consiglio di leggere il libro di monsignor Heid, "Altar und Kirche".

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    2. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

      Miracolo n. il più scheda bianca votato

      Dopo due giorni, ancora i 1008 parlamentari grandi elettori hanno votato con schede bianche il nuovo Presidente della Repubblica. Kiko, che segue costantemente alla tv le votazioni, ha deciso che cosi non si può andare avanti e ha chiesto l'intercessione di Carmen, e lei, da Lassù, è apparsa in sogno ai grandi elettori esortandoli a votare Graziano del Rio, uomo, oppure Maria Ascension Romero, donna, entrambi neocatecumenali, pena l'inferno. I grandi elettori, terrorizzati, hanno votato al 50% per Del Rio e al 50 % per Maria Ascension, però gli scrutatori, ferventi anti neocatecumenali, hanno distrutto le schede sostituendole con schede bianche. Kiko ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa che ha detto : "hermano cardenal, esta volta Carmensita ha fatto un bueco nell'agua, el piano por aver un presidiente neocatecumenal es andato a ramengo, quindi rallentamos la causa de beatificasion". Semeraro ha avvisato Kiko, che stavolta non ha ringraziato il Santo Padre, risparmiando cosi l'ennesimo regalo, e il Papa era contento perchè non sapeva più dove mettere l'ennesimo regalo di Kiko, quindi tutti contenti, e Carmensita è diventata la santa che rende tutti contenti, questo è l'ultimo vero autentico miracolo.

      e la causa continua..................

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    3. @Fallacio
      "Poi che la gente sa che l'ostia è pane buon per loro"- Ti do una notizia, FAllacio: la gente è meno stupida ed ha più fede di quello che pensate. Poi, se siete voi che DOVETE vedere il pagnottone per CAPIRE che quello è PANE mi dispiace per voi, ma è l'ennesima riprova che vi considerate al centro del mondo e usate la VOSTRA percezione per GIUDICARE tutta la CHIESA.
      Ribadisco il concetto: quando scenderete dal piedistallo di cartapesta che vi siete fatti vi farà solo bene.

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  19. Dagli "Orientamenti alle équipes di catechisti per la fase di conversione", dice Kiko:

    "Non c’è Eucaristia senza assemblea. È un’assemblea intera che celebra la festa e l’Eucaristia; perché l’Eucaristia è l’esultazione dell’assemblea umana in comunione; perché il luogo preciso in cui si manifesta che Dio ha agito è in questa Chiesa creata, in questa comunione. È da questa assemblea che sgorga l’Eucaristia" (p. 317).
    --------
    La gravità di queste affermazioni è palese.
    L'Eucarestia sgorgerebbe dall'assemblea. Anzi dice Kiko da QUESTA assemblea. Dove è facile indovinare che intende la SUA "piccola comunità"... CREATA.

    Ecco un esempio tra i mille delle sue catechesi mistificanti e pilotate ad arte.
    Il centro è il C.N. e quindi lui, Kiko, che come ripetiamo spesso si è assiso sul trono dal solo e si è insignito del titolo regale come un Napoleone da strapazzo. (Se solo non avesse fatto tanti danni! Per il seguito che purtroppo ha avuto di seguaci in tutti gli ambienti, specie altolocati.)

    L'Eucarestia senza assemblea non ha senso o è solo una sorta di devozione privata per placare le paure del religioso naturale che in essa cerca sicurezza e conforto.

    E il Sacerdote dov'è? Il suo ruolo e la sua dignità?

    Pax

    RispondiElimina

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