lunedì 14 agosto 2023

Dio non poteva permettere la corruzione di quel corpo santissimo e immacolato che fu l’arca vivente del Figlio suo (15 agosto Assunzione di Maria Vergine)

Munificentissimus Deus - Bolla dogmatica per la definizione dell'Assunzione in corpo ed anima di Maria SS.ma in cielo (1° novembre 1950)

PIO XII
SERVO DEI SERVI DI DIO
A PERENNE MEMORIA
COSTITUZIONE APOSTOLICA
MUNIFICENTISSIMUS DEUS(1)
LA GLORIFICAZIONE DI MARIA
CON L'ASSUNZIONE AL CIELO
IN ANIMA E CORPO


L`incoronazione della Vergine (1645 - Diego Velazquez)

Il munificentissimo Dio, che tutto può e le cui disposizioni di provvidenza sono fatte di sapienza e d'amore, nei suoi imperscrutabili disegni contempera nella vita dei popoli e in quella dei singoli uomini dolori e gioie, affinché per vie diverse e in diverse maniere tutto cooperi in bene per coloro che lo amano (cf. Rm 8, 28).

Il Nostro pontificato, come anche l'età presente, è assillato da tante cure, preoccupazioni e angosce, per le presenti gravissime calamità e l'aberrazione di molti dalla verità e dalla virtù; ma Ci è di grande conforto vedere che, mentre la fede cattolica si manifesta pubblicamente più attiva, si accende ogni giorno più la devozione verso la vergine Madre di Dio, e quasi dovunque è stimolo e auspicio di una vita migliore e più santa. Per cui, mentre la santissima Vergine compie amorosissimamente l'ufficio di madre verso i redenti dal sangue di Cristo, la mente e il cuore dei figli sono stimolati con maggiore impegno a una più amorosa contemplazione dei suoi privilegi.

Dio, infatti, che da tutta l'eternità guarda Maria vergine, con particolare pienissima compiacenza, «quando venne la pienezza del tempo (Nota 1)» (Gal 4, 4), attuò il disegno della sua provvidenza in tal modo che risplendessero in perfetta armonia i privilegi e le prerogative che con somma liberalità ha riversato su di lei. Che se questa somma liberalità e piena armonia di grazie dalla chiesa furono sempre riconosciute e sempre meglio penetrate nel corso dei secoli, nel nostro tempo è stato posto senza dubbio in maggior luce il privilegio della corporea assunzione al cielo della vergine Madre di Dio Maria.

Questo privilegio risplendette di nuovo fulgore fin da quando il nostro predecessore Pio IX, d'immortale memoria, definì solennemente il dogma dell'immacolata concezione dell'augusta Madre di Dio. Questi due privilegi infatti sono strettamente connessi tra loro. Cristo con la sua morte ha vinto il peccato e la morte, e sull'uno e sull'altra riporta vittoria in virtù di Cristo chi è stato rigenerato soprannaturalmente col battesimo. Ma per legge generale Dio non vuole concedere ai giusti il pieno effetto di questa vittoria sulla morte se non quando sarà giunta la fine dei tempi. Perciò anche i corpi dei giusti dopo la morte si dissolvono, e soltanto nell'ultimo giorno si ricongiungeranno ciascuno con la propria anima gloriosa.

Ma da questa legge generale Dio volle esente la beata vergine Maria. Ella per privilegio del tutto singolare ha vinto il peccato con la sua concezione immacolata; perciò non fu soggetta alla legge di restare nella corruzione del sepolcro, né dovette attendere la redenzione del suo corpo solo alla fine del mondo.  

Pio IX proclama il dogma dell'immacolata concezione  nel 1854

Plebiscito unanime

Per questo, quando fu solennemente definito che la vergine Madre di Dio Maria fu immune della macchia ereditaria fin dalla sua concezione, i fedeli furono pervasi da una più viva speranza che quanto prima sarebbe stato definito dal supremo magistero della chiesa anche il dogma della corporea assunzione al cielo di Maria vergine.
Infatti si videro non solo singoli fedeli, ma anche rappresentanti di nazioni o di province ecclesiastiche e anzi non pochi padri del concilio Vaticano chiedere con vive istanze all'apostolica sede questa definizione. (Nota 2)
In seguito queste petizioni e voti non solo non diminuirono, ma aumentarono di giorno in giorno per numero ed insistenza. Infatti per questo scopo furono promosse crociate di preghiere; molti ed esimi teologi intensificarono i loro studi su questo soggetto, sia in privato, sia nei pubblici atenei ecclesiastici e nelle altre scuole destinate all'insegnamento delle sacre discipline; in molte parti dell'orbe cattolico furono tenuti congressi mariani sia nazionali sia internazionali.

Tutti questi studi e ricerche posero in maggiore luce che nel deposito della fede affidato alla chiesa era contenuto anche il dogma dell'assunzione di Maria vergine al cielo; e generalmente ne seguirono petizioni con cui si chiedeva insistentemente a questa sede apostolica che questa verità fosse solennemente definita.

In questa pia gara i fedeli furono mirabilmente uniti coi loro pastori, i quali in numero veramente imponente rivolsero simili petizioni a questa Cattedra di S. Pietro. Perciò quando fummo elevati al trono del sommo pontificato erano state già presentate a questa sede apostolica molte migliaia di tali suppliche da ogni parte della terra e da ogni classe di persone: dai nostri diletti figli cardinali del sacro collegio, dai venerabili fratelli arcivescovi e vescovi, dalle diocesi e dalle parrocchie.

Per la qual cosa, mentre elevavamo a Dio ardenti preghiere perché infondesse nella Nostra mente la luce dello Spirito Santo per decidere di una causa così importante, impartimmo speciali ordini perché si fondessero insieme le forze e venissero iniziati studi più rigorosi su questo soggetto, e intanto si raccogliessero e si ponderassero accuratamente tutte le petizioni che dal tempo del Nostro predecessore Pio IX, di felice memoria, fino ai nostri tempi erano state inviate a questa sede apostolica circa l'assunzione della beatissima vergine Maria al cielo.(2)

Il magistero della chiesa

Ma poiché si trattava di cosa di tanta importanza e gravità, ritenemmo opportuno chiedere direttamente e in forma ufficiale a tutti i venerabili fratelli nell'episcopato che Ci esprimessero apertamente il loro pensiero. Perciò il 1° maggio 1946 indirizzammo loro la lettera [enciclica Deiparae Virginis Mariae, in cui chiedevamo: «Se voi, venerabili fratelli, nella vostra esimia sapienza e prudenza ritenete che l'assunzione corporea della beatissima Vergine si possa proporre e definire come dogma di fede, e se col vostro clero e il vostro popolo lo desiderate».

Maria Mediatrice universale di tutte le grazie

E coloro che «lo Spirito Santo ha costituito vescovi per pascere la chiesa di Dio» (At 20, 28) hanno dato all'una e all'altra domanda una risposta pressoché unanimemente affermativa. Questo «singolare consenso, dell'episcopato cattolico e dei fedeli»,(3) nel ritenere definibile, come dogma di fede, l'assunzione corporea al cielo della Madre di Dio, presentandoci il concorde insegnamento del magistero ordinario della chiesa e la fede concorde del popolo cristiano, da esso sostenuta e diretta, da se stesso manifesta in modo certo e infallibile che tale privilegio è verità rivelata da Dio e contenuta in quel divino deposito che Cristo affidò alla sua Sposa, perché lo custodisse fedelmente e infallibilmente lo dichiarasse.(4) Il magistero della chiesa, non certo per industria puramente umana, ma per l'assistenza dello Spirito di verità (cf. Gv 14, 26), e perciò infallibilmente, adempie il suo mandato di conservare perennemente pure e integre le verità rivelate, e le trasmette senza contaminazione, senza aggiunte, senza diminuzioni. «Infatti, come insegna il concilio Vaticano, ai successori di Pietro non fu promesso lo Spirito Santo, perché, per sua rivelazione, manifestassero una nuova dottrina, ma perché, per la sua assistenza, custodissero inviolabilmente ed esponessero con fedeltà la rivelazione trasmessa dagli apostoli, ossia il deposito della fede».(5) 

Pertanto dal consenso universale di un magistero ordinario della chiesa si trae un argomento certo e sicuro per affermare che l'assunzione corporea della beata vergine Maria al cielo, - la quale, quanto alla celeste glorificazione del corpo virgineo dell'augusta Madre di Dio, non poteva essere conosciuta da nessuna facoltà umana con le sole sue forze naturali è verità da Dio rivelata, e perciò tutti i figli della chiesa debbono crederla con fermezza e fedeltà.

Poiché, come insegna lo stesso concilio Vaticano, «debbono essere credute per fede divina e cattolica tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio scritta o trasmessa oralmente o col suo ordinario e universale magistero, propone a credere come rivelate da Dio».(6)
Di questa fede comune della chiesa si ebbero fin dall'antichità lungo il corso dei secoli varie testimonianze, indizi e vestigia; anzi tale fede si andò manifestando sempre più chiaramente.

I fedeli, guidati e istruiti dai loro pastori, appresero bensì dalla s. Scrittura che la vergine Maria, durante il suo terreno pellegrinaggio, menò una vita piena di preoccupazioni, angustie e dolori; inoltre che si avverò ciò che il santo vecchio Simeone aveva predetto, perché un'acutissima spada le trapassò il cuore ai piedi della croce del suo divino Figlio, nostro Redentore. Parimenti non trovarono difficoltà nell'ammettere che Maria sia morta (Nota 3), come già il suo Unigenito. Ma ciò non impedì loro di credere e professare apertamente che non fu soggetto alla corruzione del sepolcro il suo sacro corpo e che non fu ridotto in putredine e in cenere l'augusto tabernacolo del Verbo divino. Anzi, illuminati dalla divina grazia e spinti dall'amore verso colei che è Madre di Dio e Madre nostra dolcissima, hanno contemplato in luce sempre più chiara l'armonia meravigliosa dei privilegi (Nota 4) che il provvidentissimo Iddio ha elargito all'alma Socia del nostro Redentore, e che hanno raggiunto un tale altissimo vertice, quale da nessun essere creato, eccettuata la natura umana di Cristo, è stato mai raggiunto. 
 

L'omaggio dei fedeli

Questa stessa fede attestano chiaramente quegli innumerevoli templi dedicati a Dio in onore di Maria vergine assunta al cielo, e le sacre immagini ivi esposte alla venerazione dei fedeli, le quali pongono dinanzi agli occhi di tutti questo singolare trionfo della beata Vergine. Inoltre città, diocesi e regioni furono poste sotto la speciale tutela e patrocinio della Vergine assunta in cielo; parimenti con l'approvazione della chiesa sono sorti Istituti religiosi che prendono nome da tale privilegio. Né va dimenticato che nel rosario mariano, la cui recita è tanto raccomandata da questa sede apostolica, viene proposto alla pia meditazione un mistero che, come tutti sanno, tratta dell'assunzione della beatissima Vergine.

La liturgia delle chiese d'oriente e d'occidente

Ma in modo più splendido e universale questa fede dei sacri Pastori e dei fedeli cristiani è manifestata dal fatto che fin dall'antichità si celebra in Oriente e in Occidente una solenne festa liturgica: di qui infatti i santi padri e i dottori della chiesa non mancarono mai di attingere luce, poiché, come è ben noto, la sacra liturgia, «essendo anche una professione delle celesti verità, sottoposta al supremo magistero della chiesa, può offrire argomenti e testimonianze di non piccolo rilievo, per determinare qualche punto particolare della dottrina cristiana».(7)

Nei libri liturgici, che riportano la festa sia della Dormizione sia dell'Assunzione di santa Maria, si hanno espressioni in qualche modo concordanti nel dire che quando la vergine Madre di Dio salì al cielo da questo esilio, al suo sacro corpo, per disposizione della divina Provvidenza, accaddero cose consentanee alla sua dignità di Madre del Verbo incarnato e agli altri privilegi a lei elargiti. Ciò è asserito, per portarne un esempio insigne, in quel Sacramentario (Nota 4) che il Nostro predecessore Adriano I, d'immortale memoria, mandò all'imperatore Carlo Magno. In esso infatti si legge: «Degna di venerazione è per noi, o Signore, la festività di questo giorno, in cui la santa Madre di Dio subì la morte temporale, ma non poté essere umiliata dai vincoli della morte colei che generò il tuo Figlio, nostro Signore, incarnato da lei».(8)

Ciò che qui è indicato con la sobrietà consueta della Liturgia romana, nei libri delle altre antiche liturgie, sia orientali, sia occidentali, è espressa più diffusamente e con maggior chiarezza. Il Sacramentario gallicano, per esempio, definisce questo privilegio di Maria «inspiegabile mistero, tanto più ammirabile, quanto più è singolare tra gli uomini». E nella liturgia bizantina viene ripetutamente collegata l'assunzione corporea di Maria non solo con la sua dignità di Madre di Dio, ma anche con altri suoi privilegi, specialmente con la sua maternità verginale, prestabilita da un disegno singolare della Provvidenza divina: «A te Dio, re dell'universo, concesse cose che sono al disopra della natura; poiché come nel parto ti conservò vergine, così nel sepolcro conservò incorrotto il tuo corpo, e con la divina traslazione lo conglorificò».(9)

La festa dell'Assunta

Preghiera di Pio XII alla Vergine Maria
Il fatto poi che la sede apostolica, erede dell'ufficio affidato al Principe degli apostoli di confermare nella fede i fratelli (cf. Lc 22, 32), con la sua autorità rese sempre più solenne questa festa, stimolò efficacemente i fedeli ad apprezzare sempre più la grandezza di questo mistero. Così la festa dell'Assunzione dal posto onorevole che ebbe fin dall'inizio tra le altre celebrazioni mariane, fu portata in seguito fra le più solenni di tutto il ciclo liturgico. Il Nostro predecessore s. Sergio I, prescrivendo la litania o processione stazionale per le quattro feste mariane, enumera insieme la Natività, l'Annunciazione, la Purificazione e la Dormizione di Maria.(10) In seguito s. Leone IV volle aggiungere alla festa, che già si celebrava sotto il titolo dell'Assunzione della beata Genitrice di Dio, una maggiore solennità, prescrivendone la vigilia e l'ottava; e in tale circostanza volle partecipare personalmente alla celebrazione in mezzo a una grande moltitudine di fedeli.(11) Inoltre che già anticamente questa festa fosse preceduta dall'obbligo del digiuno appare chiaro da ciò che attesta il Nostro predecessore s. Niccolò I, ove parla dei principali digiuni «che la santa chiesa romana ricevette dall'antichità ed osserva tuttora».(12)

Ma poiché la liturgia della chiesa non crea la fede cattolica, ma la suppone, e da questa derivano, come frutti dall'albero, le pratiche del culto, i santi padri e i grandi dottori nelle omelie e nei discorsi rivolti al popolo in occasione di questa festa non vi attinsero come da prima sorgente la dottrina; ma parlarono di questa come di cosa nota e ammessa dai fedeli; la chiarirono meglio; ne precisarono e approfondirono il senso e l'oggetto, dichiarando specialmente ciò che spesso i libri liturgici avevano soltanto fugacemente accennato: cioè che oggetto della festa non era soltanto l'incorruzione del corpo esanime della beata vergine Maria, ma anche il suo trionfo sulla morte e la sua celeste «glorificazione», a somiglianza del suo unigenito Gesù Cristo.  

La voce dei santi padri

Così s. Giovanni Damasceno, che si distingue tra tutti come teste esimio di questa tradizione, considerando l'assunzione corporea dell'alma Madre di Dio nella luce degli altri suoi privilegi, esclama con vigorosa eloquenza: «Era necessario che colei, che nel parto aveva conservato illesa la sua verginità, conservasse anche senza alcuna corruzione il suo corpo dopo la morte. Era necessario che colei, che aveva portato nel suo seno il Creatore fatto bambino, abitasse nei tabernacoli divini. Era necessario che la sposa del Padre abitasse nei talami celesti. Era necessario che colei che aveva visto il suo Figlio sulla croce, ricevendo nel cuore quella spada di dolore dalla quale era stata immune nel darlo alla luce, lo contemplasse sedente alla destra del Padre. Era necessario che la Madre di Dio possedesse ciò che appartiene al Figlio e da tutte le creature fosse onorata come Madre e Ancella di Dio».(13)

Queste espressioni di s. Giovanni Damasceno corrispondono fedelmente a quelle di altri, affermanti la stessa dottrina. Infatti parole non meno chiare e precise si trovano nei discorsi che in occasione della festa tennero altri Padri anteriori o coevi. Così, per citare altri esempi, s. Germano di Costantinopoli trovava consentanea l'incorruzione e l'assunzione al cielo del corpo della Vergine Madre di Dio, non solo alla sua divina maternità, ma anche alla speciale santità del suo stesso corpo verginale: «Tu, come fu scritto, apparisci "in bellezza", e il tuo corpo verginale è tutto santo, tutto casto, tutto domicilio di Dio; cosicché anche per questo sia poi immune dalla risoluzione in polvere; trasformato bensì, in quanto umano, nell'eccelsa vita della incorruttibilità; ma lo stesso vivo, gloriosissimo, incolume e dotato della pienezza della vita».(14) E un altro antico scrittore dice: «Come gloriosissima Madre di Cristo, nostro Salvatore e Dio, donatore della vita e dell'immortalità, è da lui vivificata, rivestita di corpo in un'eterna incorruttibilità con lui, che la risuscitò dal sepolcro e la assunse a sé, in modo conosciuto da lui solo».(15)

Con l'estendersi e l'affermarsi della festa liturgica, i pastori della chiesa e i sacri oratori, in numero sempre maggiore, si fecero un dovere di precisare apertamente e con chiarezza il mistero che è oggetto della festa e la sua strettissima connessione con le altre verità rivelate.

L'insegnamento dei teologi

Tra i teologi scolastici non mancarono di quelli che, volendo penetrare più addentro nelle verità rivelate e mostrare l'accordo tra la ragione teologica e la fede cattolica, fecero rilevare che questo privilegio dell'assunzione di Maria vergine concorda mirabilmente con le verità che ci sono insegnate dalla sacra Scrittura (Nota 5).
Partendo da questo presupposto, presentarono per illustrare questo privilegio mariano diverse ragioni, contenute quasi in germe in questo: che Gesù ha voluto l'assunzione di Maria al cielo per la sua pietà filiale verso di lei. Ritenevano quindi che la forza di tali argomenti riposa sulla dignità incomparabile della maternità divina e su tutte quelle doti che ne conseguono: la sua insigne santità, superiore a quella di tutti gli uomini e di tutti gli angeli; l'intima unione di Maria col suo Figlio; e quell'amore sommo che il Figlio portava alla sua degnissima Madre.

Frequentemente poi s'incontrano teologi e sacri oratori che, sulle orme dei santi padri,(16) per illustrare la loro fede nell'assunzione si servono, con una certa libertà, di fatti e detti della s. Scrittura. Così per citare soltanto alcuni testi fra i più usati, vi sono di quelli che riportano le parole del Salmista: «Vieni o Signore, nel tuo riposo; tu e l'Arca della tua santificazione» (Sal 131, 8), e vedono nell'Arca dell'Alleanza fatta di legno incorruttibile e posta nel tempio del Signore, quasi una immagine del corpo purissimo di Maria vergine, preservato da ogni corruzione del sepolcro ed elevato a tanta gloria nel cielo. Allo stesso scopo descrivono la Regina che entra trionfalmente nella reggia celeste e si asside alla destra del divino Redentore (Sal 44, 10.14-16), nonché la Sposa del Cantico dei cantici «che sale dal deserto, come una colonna di fumo dagli aromi di mirra e d'incenso» per essere incoronata (Ct 3, 6; cf. 4, 8; 6, 9). L'una e l'altra vengono proposte come figure di quella Regina e Sposa celeste, che, insieme col divino Sposo, è innalzata alla reggia dei cieli.

Generosa Socia del divino Redentore,
che ha riportato un pieno trionfo sul peccato
e sulle sue conseguenze
Inoltre i dottori scolastici videro adombrata l'assunzione della vergine Madre di Dio, non solo in varie figure dell'Antico Testamento, ma anche in quella Donna vestita di sole, che l'apostolo Giovanni contemplò nell'isola di Patmos (Ap 12, 1s). Così pure, fra i detti del Nuovo Testamento, considerarono con particolare interesse le parole «Ave, o piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu fra le donne» (Lc 1, 28), poiché vedevano nel mistero dell'assunzione un complemento della pienezza di grazia elargita alla beatissima Vergine, e una benedizione singolare in opposizione alla maledizione di Eva.
Perciò sul principio della teologia scolastica il pio Amedeo, vescovo di Losanna, afferma che la carne di Maria vergine rimase incorrotta; - non si può credere infatti che il suo corpo vide la corruzione, - perché realmente fu riunito alla sua anima e insieme con essa fu circonfuso di altissima gloria nella corte celeste. «Era infatti piena di grazia e benedetta fra le donne (Lc 1, 28). Lei sola meritò di concepire Dio vero da Dio vero, che partorì vergine, vergine allattò, stringendolo al seno, ed al quale prestò in tutto i suoi santi servigi e omaggi».(17)

Tra i sacri scrittori poi che in questo tempo, servendosi di testi scritturistici o di similitudini ed analogie, illustrarono e confermarono la pia sentenza dell'assunzione, occupa un posto speciale il dottore evangelico, s. Antonio da Padova. Nella festa dell'Assunzione, commentando le parole d'Isaia: «Glorificherò il luogo dove posano i miei piedi» (Is 60, 13), affermò con sicurezza che il divino Redentore ha glorificato in modo eccelso la sua Madre dilettissima, dalla quale aveva preso umana carne. «Con ciò si ha chiaramente - dice - che la beata Vergine è stata assunta col corpo, in cui fu il luogo dei piedi del Signore». Perciò scrive il Salmista: «Vieni, o Signore, nel tuo riposo, tu e l'Arca della tua santificazione». Come Gesù Cristo, dice il santo, risorse dalla sconfitta morte e salì alla destra del Padre suo, così «risorse anche dall'Arca della sua santificazione, poiché in questo giorno la Vergine Madre fu assunta al talamo celeste».(18)

La dottrina di s. Alberto Magno e di s. Tommaso d'Aquino 

Quando nel medio evo la teologia scolastica raggiunse il suo massimo splendore, s. Alberto Magno, dopo aver raccolti, per provare questa verità, vari argomenti, fondati sulla s. Scrittura, la tradizione, la liturgia e la ragione teologica, conclude: «Da queste ragioni e autorità e da molte altre è chiaro che la beatissima Madre di Dio è stata assunta in corpo ed anima al disopra dei cori degli angeli. E ciò crediamo assolutamente vero».(19) E in un discorso tenuto il giorno dell'Annunciazione di Maria, spiegando queste parole del saluto dell'angelo: «Ave, o piena di grazia ...», il dottore universale paragona la santissima Vergine con Eva e dice espressamente che fu immune dalla quadruplice maledizione alla quale Eva fu soggetta.(20)

Il dottore angelico, seguendo le vestigia del suo insigne Maestro, benché non abbia mai trattato espressamente la questione, tuttavia ogni volta che occasionalmente ne parla, ritiene costantemente con la chiesa cattolica che insieme all'anima è stato assunto al cielo anche il corpo di Maria.(21)

L'interpretazione di s. Bonaventura

Dello stesso parere è, fra molti altri, il dottore serafico, il quale ritiene assolutamente certo che, come Dio preservò Maria santissima dalla violazione del pudore e dell'integrità verginale nella concezione e nel parto, così non ha permesso che il suo corpo si disfacesse in putredine e cenere.(22) Interpretando poi e applicando in senso accomodatizio alla beata Vergine queste parole della s. Scrittura: «Chi è costei che sale dal deserto, ricolma di delizie, appoggiata al suo diletto?» (Ct 8, 5), così ragiona: «E di qui può constare che è ivi (nella città celeste) corporalmente. ... Poiché infatti ... la beatitudine non sarebbe piena, se non vi fosse personalmente; e poiché la persona non è l'anima, ma il composto, è chiaro che vi è secondo il composto, cioè il corpo e l'anima, altrimenti non avrebbe una piena fruizione».(23) 

Il futuro Pio XII, quando era Nunzio in Germania

 

Il pensiero della Scolastica nel secolo XV

Nella tarda scolastica, ossia nel secolo XV, s. Bernardino da Siena, riassumendo e di nuovo trattando con diligenza tutto ciò che i teologi del medioevo avevano detto e discusso a tal proposito, non si restrinse a riportare le principali considerazioni già proposte dai dottori precedenti, ma ne aggiunse delle altre.

La somiglianza cioè della divina Madre col Figlio divino, quanto alla nobiltà e dignità dell'anima e del corpo - per cui non si può pensare che la celeste Regina sia separata dal Re dei cieli - esige apertamente che «Maria non debba essere se non dov'è Cristo»;(24) inoltre è ragionevole e conveniente che si trovino già glorificati in cielo l'anima e il corpo, come dell'uomo, così anche della donna; infine il fatto che la chiesa non ha mai cercato e proposto alla venerazione dei fedeli le reliquie corporee della beata Vergine, fornisce un argomento che si può dire «quasi una riprova sensibile».(25)

La conferma dei più recenti scrittori sacri

In tempi più recenti i pareri surriferiti dei santi Padri e dei Dottori furono di uso comune. Aderendo al consenso dei cristiani, trasmesso dai secoli passati, s. Roberto Bellarmino esclama: «E chi, prego, potrebbe credere che l'arca della santità, il domicilio del Verbo il tempio dello Spirito Santo sia caduto? Aborrisce il mio animo dal solo pensare che quella carne verginale che generò Dio, lo partorì, l'alimentò, lo portò, o sia stata ridotta in cenere o sia stata data in pasto ai vermi».(26)
Parimenti s. Francesco di Sales, dopo avere asserito che non é lecito dubitare che Gesù Cristo abbia seguito nel modo più perfetto il divino mandato, col quale ai figli s'impone di onorare i propri genitori, si pone questa domanda: «Chi è quel figlio che, se potesse, non richiamerebbe alla vita la propria madre e non la porterebbe dopo morte con sé in paradiso?».(27)
E s. Alfonso scrive: «Gesù preservò il corpo di Maria dalla corruzione, perché ridondava in suo disonore che fosse guasta dalla putredine quella carne verginale, di cui egli si era già vestito».(28)

Chiarito però ormai il mistero che è oggetto di questa festa, non mancarono dottori i quali piuttosto che occuparsi delle ragioni teologiche, dalle quali si dimostra la somma convenienza dell'assunzione corporea della beata Vergine Maria in cielo, rivolsero la loro attenzione alla fede della chiesa, mistica Sposa di Cristo, non avente né macchia, né grinza (cf. Ef 5, 27), la quale è detta dall'apostolo «colonna e fondamento della verità» (1 Tm 3, 15) e appoggiati a questa fede comune ritennero temeraria per non dire eretica, la sentenza contraria. Infatti s. Pietro Canisio, fra non pochi altri, dopo avere dichiarato che il termine assunzione significa la glorificazione non solo dell'anima, ma anche del corpo e dopo aver rilevato che la chiesa già da molti secoli venera e celebra solennemente questo mistero mariano dell'assunzione, dice: «Questa sentenza è ammessa già da alcuni secoli ed è issata talmente nell'anima dei pii fedeli e così accetta a tutta la chiesa, che coloro che negano che il corpo di Maria sia stato assunto in cielo, non vanno neppure ascoltati con pazienza, ma fischiati come troppo pertinaci, o del tutto temerari e animati da spirito non già cattolico, ma eretico».(29)
Contemporaneamente il dottore esimio, posta come norma della mariologia che «i misteri della grazia, che Dio ha operato nella Vergine, non vanno misurati secondo le leggi ordinarie, ma secondo l'onnipotenza di Dio, supposta la convenienza della cosa in se stessa, ed esclusa ogni contraddizione o ripugnanza da parte della s. Scrittura»(30) fondandosi sulla fede della chiesa tutta, circa il mistero dell'assunzione, poteva concludere che questo mistero doveva credersi con la stessa fermezza d'animo, con cui doveva credersi l'immacolata concezione della beata Vergine; e già allora riteneva che queste due verità potessero essere definite.

Tutte queste ragioni e considerazioni dei santi padri e dei teologi hanno come ultimo fondamento la s. Scrittura, la quale ci presenta l'alma Madre di Dio unita strettamente al suo Figlio divino e sempre partecipe della sua sorte. Per cui sembra quasi impossibile figurarsi che, dopo questa vita, possa essere separata da Cristo - non diciamo, con l'anima, ma neppure col corpo - colei che lo concepì, lo diede alla luce, lo nutrì col suo latte, lo portò fra le braccia e lo strinse al petto.

Dal momento che il nostro Redentore è Figlio di Maria, non poteva, come osservatore perfettissimo della divina legge, non onorare oltre l'eterno Padre anche la Madre diletta. Potendo quindi dare alla Madre tanto onore, preservandola immune dalla corruzione del sepolcro, si deve credere che lo abbia realmente fatto.

Maria è la nuova Eva

La devozione popolare per Maria SS.ma
Ma in particolare va ricordato che, fin dal secolo II, Maria Vergine viene presentata dai santi padri come nuova Eva, strettamente unita al nuovo Adamo, sebbene a lui soggetta, in quella lotta contro il nemico infernale, che, com'è stato preannunziato dal protovangelo (Gn 3, 15), si sarebbe conclusa con la pienissima vittoria sul peccato e sulla morte, sempre congiunti negli scritti dell'apostolo delle genti (cf. Rm cc. 5 e 6; 1 Cor 15, 21-26.54-57). Per la qual cosa, come la gloriosa risurrezione di Cristo fu parte essenziale e segno finale di questa vittoria, così anche per Maria la lotta che ha in comune col Figlio suo si doveva concludere con la glorificazione del suo corpo verginale: perché, come dice lo stesso apostolo, «quando... questo corpo mortale sarà rivestito dell'immortalità, allora sarà adempiuta la parola che sta scritta: è stata assorbita la morte nella vittoria» (1 Cor 15, 54).

In tal modo l'augusta Madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta l'eternità «con uno stesso decreto»(31) di predestinazione, immacolata nella sua concezione, Vergine illibata nella sua divina maternità, generosa Socia del divino Redentore, che ha riportato un pieno trionfo sul peccato e sulle sue conseguenze, alla fine, come supremo coronamento dei suoi privilegi, ottenne di essere preservata dalla corruzione del sepolcro, e, vinta la morte, come già il suo Figlio, di essere innalzata in anima e corpo alla gloria del cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli (cf. 1 Tm 1, 17).

Le ragioni del nuovo dogma

Poiché la chiesa universale nella quale vive lo Spirito di verità e la conduce infallibilmente alla conoscenza delle verità rivelate (Nota 6), nel corso dei secoli ha manifestato in molti modi la sua fede, e poiché tutti i vescovi dell'orbe cattolico con quasi unanime consenso chiedono che sia definita come dogma di fede divina e cattolica la verità dell'assunzione corporea della beatissima vergine Maria al cielo - verità fondata sulla s. Scrittura, insita profondamente nell'animo dei fedeli, confermata dal culto ecclesiastico fin dai tempi remotissimi, sommamente consona con altre verità rivelate, splendidamente illustrata e spiegata dallo studio della scienza e sapienza dei teologi - riteniamo giunto il momento prestabilito dalla provvidenza di Dio per proclamare solennemente questo privilegio di Maria vergine.

Noi, che abbiamo posto il Nostro pontificato sotto lo speciale patrocinio della santissima Vergine, alla quale Ci siamo rivolti in tante tristissime contingenze, Noi, che con pubblico rito abbiamo consacrato tutto il genere umano al suo Cuore immacolato, e abbiamo ripetutamente sperimentato la sua validissima protezione, abbiamo ferma fiducia che questa solenne proclamazione e definizione dell'assunzione sarà di grande vantaggio all'umanità intera, perché renderà gloria alla santissima Trinità, alla quale la Vergine Madre di Dio è legata da vincoli singolari. Vi è da sperare infatti che tutti i cristiani siano stimolati da una maggiore devozione verso la Madre celeste, e che il cuore di tutti coloro che si gloriano del nome cristiano sia mosso a desiderare l'unione col corpo mistico di Gesù Cristo e l'aumento del proprio amore verso colei che ha viscere materne verso tutti i membri di quel Corpo augusto. Vi è da sperare inoltre che tutti coloro che mediteranno i gloriosi esempi di Maria abbiano a persuadersi sempre meglio del valore della vita umana, se è dedita totalmente all'esercizio della volontà del Padre celeste e al bene degli altri; che, mentre il materialismo e la corruzione dei costumi da esso derivata minacciano di sommergere ogni virtù e di fare scempio di vite umane, suscitando guerre, sia posto dinanzi agli occhi di tutti in modo luminosissimo a quale eccelso fine le anime e i corpi siano destinati; che infine la fede nella corporea assunzione di Maria al cielo renda più ferma e più operosa la fede nella nostra risurrezione.

La coincidenza provvidenziale poi di questo solenne evento con l'Anno santo che si sta svolgendo, Ci è particolarmente gradita; ciò infatti Ci permette di ornare la fronte della vergine Madre di Dio di questa fulgida gemma, mentre si celebra il massimo giubileo, e di lasciare un monumento perenne della nostra ardente pietà verso la Regina del cielo.

La solenne definizione

«Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».
Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica.
Affinché poi questa Nostra definizione dell'assunzione corporea di Maria vergine al cielo sia portata a conoscenza della chiesa universale, abbiamo voluto che stesse a perpetua memoria questa Nostra lettera apostolica; comandando che alle sue copie o esemplari anche stampati, sottoscritti dalla mano di qualche pubblico notaio e muniti del sigillo di qualche persona costituita in dignità ecclesiastica, si presti assolutamente da tutti la stessa fede; che si presterebbe alla presente, se fosse esibita o mostrata.

A nessuno dunque sia lecito infrangere questa Nostra dichiarazione, proclamazione e definizione, o ad essa opporsi e contravvenire. Se alcuno invece ardisse di tentarlo, sappia che incorrerà nell'indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati apostoli Pietro e Paolo.

Dato a Roma, presso S. Pietro, nell'anno del massimo giubileo 1950, 1° novembre, festa di tutti i santi, nell'anno dodicesimo del Nostro pontificato.
Noi PIO, vescovo della chiesa cattolica,
così definendo abbiamo sottoscritto

(1) La glorificazione di Maria nella sua corporea assunzione è verità radicata profondamente nel senso religioso dei cristiani, come dimostrano lungo il corso dei secoli innumerevoli forme di specifica devozione, ma soprattutto il linguaggio della liturgia dell'Oriente e dell'Occidente. I santi padri e i dottori della chiesa, facendosi eco della liturgia, nelle feste dell'Assunta parlano chiaramente della risurrezione e glorificazione del corpo della Vergine, come di verità conosciuta e accettata da tutti i fedeli. I teologi, trattando di questo argomento, dimostrano l'armonia tra la fede e la ragione teologica e la convenienza di questo privilegio, servendosi di fatti, parole, figure, analogie contenuti nella sacra Scrittura. Accertata così la fede della chiesa universale, il papa ritiene giunto il momento di ratificarla con la sua suprema autorità.

(2) Petitiones de Assumptione corporea B. Virginis Mariae in Caelum definienda ad S. Sedem delatae, 2 voll., Typis Polyglottis Vaticanis, 1942.
(3)Bulla Ineffabilis Deus: Acta Pii IX, pars I, vol. 1, p. 615; EE 2/app. 
(4) Cf. CONC. VAT. I, Const. dogm. Dei Filius de fide catholica, c. 4: COD 808-809.
(5) CONC. VAT. I, Const. dogm. Pastor aeternus de Ecclesia Christi, c. 4: COD 816.
(6)CONC. VAT. I, Const. dogm. Dei Filius de fide catholica, c. 3: COD 807.
(7) Litt. enc. Mediator Dei: AAS 39(1947), p. 541; EE 6/475.
(8) Sacramentarium Gregorianum.
(9) Menaei totius anni
(10) Liber Pontificalis.
(11) Ibidem.
(12) Responsa Nicolai Papae I ad consulta Bulgarorum, 13 nov. 866.
(13) S. IOANNES DAMASCENUS, Encomium in Dormitionem Dei Genetricis semperque Virginis Mariae, hom. II, 14; cf. etiam ibid., n. 3.
(14) S. GERMANUS CONST., In sanctae Dei Genetricis Dormitionem, sermo I.
(15) Encomium in Dormitionem sanctissimae Dominae nostrae Deiparae semperque Virginis Mariae (S. Modesto Hierosol. attributum), n. 14.
(16) Cf. S. IOANNES DAMASCENUS, Encomium in Dormitionem Dei Genetricis semperque Virginis Mariae, hom. II, 2, 11; Encomium in Dormitionem... (S. Modesto Hierosol. attributum). 
(17) AMEDEUS LAUSANNENSIS, De Beatae Virginis obitu, Assumptione in Caelum, exaltatione ad Filii dexteram.
(18) S. ANTONIUS PATAV., Sermones dominicales et in solemnitatibus. In Assumptione S. Mariae Virginis sermo.
(19) S. ALBERTUS MAGNUS, Mariale sive quaestiones super Evang. "Missus est", q. 132.
(20) S. ALBERTUS MAGNUS, Sermones de sanctis, sermo XV: In Annuntiatione B. Mariae; cf. etiam: Mariale, q. 132. ,
(21) Cf. Summa theol., III, q. 27, a. 1 c.; ibid., q. 83, a. 5 ad 8; Expositio salutationis angelicae; In symb. Apostolorum expositio, art. 5; In IV Sent., D. 12, q. 1, art. 3, sol. 3; D. 43, q. 1, art. 3, sol. 1 et 2.
(22) Cf. S. BONAVENTURA, De Nativitate B. Mariae Virginis, sermo 5. 
(23) S BONAVENTURA, De Assumptione B. Mariae Virginis, sermo 1.
(24) S. BERNARDINUS SENENSIS, In Assumptione B.M. Virginis, sermo 2. 
(25) IDEM, l.c.
(26) S. ROBERTUS BELLARMINUS, Conciones habitae Lovanii, concio 40: De Assumptione B. Mariae Virginis.
(27) Oeuvres de St François de Sales, Sermon autographe pour la fete de l'Assomption.
(28) S. ALFONSO MARIA DE' LIGUORI, Le glorie di Maria, parte II, disc. 1.
(29) S. PETRUS CANISIUS, De Maria Virgine.
(30) SUAREZ F., In tertiam panem D. Thomae, quaest. 27, art. 2, disp. 3, sec. 5, n. 31.
(31) Bulla Ineffabilis Deus: l. c., p. 599; EE 2/app.

 



Note tratte da "La definizione dogmatica dell'assunzione della Beata Vergine Maria in cielo" (1951, ed. Studi domenicani vol.54 pag. 109-132) del padre lazzarista Giacomo Crosignani C.M.
 
Nota 1
Nella prospettiva di una definizione del dogma dell'assunzione, certi spiriti erano esitanti circa la sua opportunità; non essendovi negazioni o errori da colpire, qualcuno non vedeva il bisogno che venisse proclamata una verità già universalmente creduta.
Altri non giudicavano tempestiva la definizione perché non esaurite le ricerche storiche e teologiche.
Altri non la desideravano particolarmente nel timore che potesse provocare una reazione nei dissidenti e rendere sempre più  arduo il riavvicinamento tra i cattolici e le altre confessioni cristiane.
E infatti i dissidenti, in particolar modo i protestanti, hanno disapprovato e anche attaccato la definizione del dogma; ma per quanto ciò sia doloroso, non è una ragione sufficiente perché la Chiesa debba tacere la verità.

Nota 2
Stabilito  il dogma dell'immacolata, i fedeli furono pervasi da una più  viva speranza  che anche il dogma dell'Assunta sarebbe stato quanto prima definito dalla Chiesa.
Si cominciò allora ad inviare suppliche alla Santa Sede per ottenere tale definizione. Tra le altre, è rimasta celebre la petizione della regina Isabella II di Spagna del 27 dicembre 1863 - alla quale si suole connettere l'inizio del "movimento assunzionistico" - e la risposta data ad essa da Pio IX: "Non c'è  dubbio che l'assunzione, nella maniera colla quale è  creduta dalla comune dei fedeli, è una conseguenza del dogma della Concezione Immacolata... tempo verrà che i santi desideri di vostra maestà saranno esauditi".
All'inizio del pontificato  di Pio XII erano già  un numero veramente imponente le petizioni inviate in pia gara da Pastori e fedeli nel mondo: 113 di Cardinali, 18 di Patriarchi, 2.505 di Arcivescovi e Vescovi, oltre 32mila di sacerdoti e religiosi, 50mila di religiose e 8 milioni di fedeli.

Nota 3
Tacendo della morte della Madonna, la definizione astrae, naturalmente, pure dalla sua resurrezione e ha per unico e diretto oggetto ciò che è essenziale all'Assunzione, ossia l'esaltazione del corpo, unitamente all'anima, della Beata Vergine in cielo.
Tale esaltazione era ammessa da tutti e non poteva non essere intesa da quanti avevano domandato che l'Assunzione venisse proclamata dogma di fede.

Nota 4
Dalla liturgia  è presa la prima testimonianza esplicita che la Bolla porta in favore dell'Assunzione: la celebre orazione "Veneranda" fatta inserire da papa Sergio I verso la fine del secolo VII nel Sacramentario Gregoriano, nel quale dice che la Madonna non potè "mortis nexibus deprimi" perché  "de se genuit" il Figlio di Dio.

Nota 5
In definitiva tutto si fonda sulla Maternità divina, chiaramente  affermata nella Sacra Scrittura.
La mancanza di testimonianze dirette della Sacra Scrittura su una verità di fede come l'Assunzione, e di trasmissione esplicitamente risalente agli Apostoli, non prova da sola che tale verità non appartenga al deposito della fede.
Si sa che la rivelazione pubblica è terminata con gli Apostoli, ma il dato rivelato ha una sua vitalità; non sono rivelate solo le verità contenute esplicitamente nelle fonti della rivelazione, ma anche quelle che vi sono contenute solo implicitamente e mediante l'intuizione soprannaturale del Magistero, dei teologi e dei fedeli, vengono gradualmente scoperte ed esplicitamente conosciute.
La prima ed ultima parola in materia di progresso dogmatico spetta alla fede vivente della Chiesa, che è  il grande fattore dello sviluppo della dottrina rivelata.

Nota 6
La definizione dell'Assunzione è stato il più  grande avvenimento mariano del secolo XX, ed è  stato preludio di una sempre maggior penetrazione nel mistero di Maria SS.ma nel quale tanta luce ancora si cela.
In particolare si tratta di approfondire i rapporti alquanto singolari fra il Cristo e la Madre sua, e altri importanti  problemi, segnatamente quello del concorso della Beata Vergine Maria alla nostra redenzione e quello della universalità della sua mediazione nella distribuzione delle grazie (ndr: Corredentrice, Avvocata, Mediatrice di tutte le grazie
"Assunta al Cielo perche Corredentrice".)

17 commenti:

  1. direbbe Di Pietro : che ci azzecca con il Cammino????????

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    1. Quando noi cattolici leggiamo quelle cose il nostro cuore si scioglie, anche nel caso in cui le conosciamo già. Tanto più quando si tratta dell'autorità della Chiesa che spiega con chiarezza le cose della fede.

      Nella setta idolatrica neocatecumenale, invece, vige l'ignoranza obbligatoria. Ai kikolatri basta sgrattugiare le chitarrelle urlando "Maria tu sei Lascecchinà Dessignoure", e credono di sapere già tutto quel che c'è da sapere.

      E per questo è chiaro come mai l'asino anonimo delle 9:53 ha ragliato così forte.

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  2. Quando vi ripetono a pappagallo i soliti sterili slogan della propaganda kikiana, secondo cui il Cammino sarebbe un itinerario di iniziazione di riscoperta della fede del battesimo eccetera, significa che le loro cosiddette "catechesi" vi faranno ignorare cose essenziali della fede.

    Vi daranno a intendere che la devozione alla Beatissima Vergine è una roba da "religiosi naturali" (che nel loro gergo è ancora più insultante), tranne nei casi in cui tale devozione è kikizzata (oltre che comandata dai cosiddetti "Catechisti", visto che nel Cammino l'ubbidienza cieca è tutto: «l'ubbidienza al "catechista" è tutto», insegna Kiko, autodefinitosi pomposamente «io sono il Vostro Catechista»).

    I capicosca della setta neocatecumenale non vi inviteranno mai a verificare voi stessi, andando alle fonti del Magistero, se ciò che vi hanno "annunciato" è vero o no. Hanno paura che voi scopriate che vi hanno diluviato di stupide (ed eretiche) chiacchiere. Eppure, per un cattolico, e ancor più per un fondatore di movimento o associazione cattolica, non dovrebbe esistere soddisfazione più grande del sentirsi dire: "abbiamo verificato così come ci invitavi a fare, e abbiamo scoperto che c'è un'immensità di tesori spirituali ancor più grande di quella che ci anticipavi".

    Che poi è esattamente ciò che rispose Giovanni il Battista: «[Gv 3,30] Egli deve crescere e io invece diminuire». Deve crescere la fede nel Signore (e la Chiesa del Signore), tutto il movimento fondato dal Battista era inteso a "preparare" la gente alla fede nel Signore, la stessa del Battista. Il Battista aveva addirittura mandato due dei suoi più fedeli seguaci a convincersene: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?» (cfr. Lc 7,18-23). Direi che il Battista già conosceva ben ela risposta, e voleva solo assicurarsi che i suoi avessero molta più fede in Cristo che nel Battista. Esattamente il contrario di Kiko, che vuole che la sua Nueva Estetica rimpiazzi l'arte cristiana, che le sue canzonette rimpiazzino ciò che si canta nelle parrocchie, che i fedeli smettano di decidere quando e quanto donare alla Chiesa e inizino a versare la Decima nelle tasche di Kiko...

    Ricordiamolo, agli asini neocatecumenali: i movimenti ecclesiali non sono una federazione di club che combatte un campionato ecclesiale in una classifica di chi ha più adepti. Movimenti e associazioni sono un aiuto. Nel momento in cui diventano "autoreferenziali", cioè pensano più a sé stessi che al bene dell'unica vera Chiesa, sono non soltanto inutili ma anche dannosi, sono parassiti, sono di allontanamento alla Chiesa (se ne lamentò perfino Paolo in 1Cor 1,11-13: «io invece sono di Apollo...»). E ovviamente non basta dire "io sono di Cristo" se poi qualsiasi cosa fai e dici fa capire che "sei di Kiko".

    I kikolatri parlano del Cammino come una modalità "nuova" (sottinteso: la Chiesa ha sempre sbagliato...), come di un "itinerario di iniziazione" (sottinteso: Simon Pietro e gli Apostoli hanno sbagliato a battezzare chi si convertiva dopo aver udito poche parole...), e ti mantengono nell'ignoranza perfino riguardo alla Beatissima Vergine (nonostanteblaterino che nel Cammino c'è grande rispetto eccetera eccetera). Basterebbe già solo questo a capire che il Cammino è ispirato dal demonio. Quello vero, non il simpatico portasfortuna che ti fa trovare pioggia mentre vai alla "convivenza" di Kiko.

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    1. Comunque mi vien da ridere alla domanda:

      ma secondo te per un kikos è più pericoloso leggere e meditare la Munificentissimus Deus riportata qui sopra... oppure evitare di leggerla ma restando con la pulce nell'orecchio che "per restare nel Cammino devi assolutamente evitare di conoscere il Magistero della Chiesa"?

      In entrambi i casi il kikos capirebbe di essere stato turlupinato dai suoi cosiddetti "catechisti" e soprattutto dall'autonominato "Vostro Catechista" Kiko. Altro che lascecchinà dessignòure.

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    2. A quelli che mi definiscono "antipatico e pedante" vorrei ricordare che non dovete guardare me. Dovete guardare i temi che vi propongo. E dato che sono "pedante", indico sempre motivi, fonti, argomenti, spiegazioni, tutto ciò che mi ha convinto e che non è farina del mio sacco. Non dovete prendervela con la persona ma con gli argomenti, perché quando si tratta di una mia opinione difficile da dimostrare, ve lo dico subito che è una mia opinione anziché qualcosa che potete verificare voi stessi.

      Per esempio, provate a rispondere con sincerità: è vero o non è vero che la Municificentissimus Deus (riportata in cima a questa pagina) nel Cammino non ve l'hanno mai presentata, mai fatta leggere, mai suggerito per la meditazione qualche suo passo importante?

      E dopo averla letta, siete ancora convinti che Kiko e i suoi cosiddetti "catechisti" vi abbiano insegnato quelle stesse cose? Oppure state sempre e solo comprando "kikone" e grattugiando la chitarrella ndrùng-ndrùng-ndrùng cantando un'improbabile Lascecchinà Dessignòure?

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    3. Ora gli asini raglieranno "io non ho bisogno di conoscere il Magistero della Chiesa!"

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    4. Oppure raglieranno "non è come dici tu! ti sbagli! io la teologia la conosco!...", ma sempre senza argomentare.

      Nel Cammino, infatti, i cosiddetti "catechisti" non spiegano, non argomentano, non danno motivi, non vogliono che verifichiate se quello che dicono è vero.
      Per cui i kikolatri non argomentano mai: per loro tutto dev'essere ridotto a "favorevole a Kiko" o "contrario a Kiko". Non considerano alternative.

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    5. o con Kiko o contro Kiko.......

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    6. @Anonimo 15 agosto 2023 alle ore 08:19
      o con Kiko o contro Kiko.......
      ---
      Vedo che stai mutando il "chi non è
      con Me, è contro di Me" di Cristo,
      traferendolo su Kiko; quindi sei:
      -eretico
      -apostata
      -idolatra
      ---

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    7. E.C. mio 16,39 volevo dire "mutuando", è stato un refuso.
      ---

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  3. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. quello dell'Assunzione

    Il 31 ottobre 1950 a Pio XII apparve in sogno la Madonna, con a fianco una ragazzina di 14 anni, Carmen Hernandez Barrera, e gli disse che grazie a una supplica di Carmen doveva proclamare il dogma dell'Assunzione, cosa che avvenne il giorno dopo, 1 novembre 1950. Kiko venne a sapere la cosa da un cardinale, di cui non si fa il nome, che aveva trovato un documento segretissimo che citava l'episodio, nell'Archivio Segreto Vaticano. Kiko ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa che ha detto : "fantastico, hermano cardenal, con esto interviento Carmensita ha convinto da giovane Pio XII a proclamare el dogma dell'Assunsion. Con cosa fa rima Assunsion?". Rispose Semeraro : "con beatificasion, Santo Padre." Riprese il Papa : "appunto, quindi procedamos". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un plico contenente l'edizione originale del dogma dell'Assunzione, datato 2 novembre 1950, del modico valore di 4500000 euro, che il Papa ha fatto mettere nella Biblioteca Vaticana in una teca con un cartello : "quando i sogni diventano realtà".

    e la causa continua...

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  4. Questo non è un blog ma un diario privato di By Tripudio, scrive solo lui.

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    1. Sei lo stesso che quando mi assentai per 4-5 giorni qualche mese fa, si lamentò che il sottoscritto non scriveva più?
      Comunque, cosa cambia se c'è la firma del sottoscritto o di qualcun altro?
      Forse che 2+2=4 diventa falso se lo dice qualcuno che ti è antipatico?

      Ah, già. I kikolatri non hanno a cuore né la verità, né la giustizia,e nemmeno il buonsenso. Per esempio ricordiamo:

      - contro il buonsenso: quando tutti temevano il Covid, i neocatecumenali continuavano a non rispettare neppure le più elementari norme igieniche

      - contro la verità, le panzane ufficiali: il cosiddetto "kerygma" (cioè le omelie laicali di Kiko) "suscitano moltissime vocazioni"

      - contro la Chiesa: spiritualità a confronto: cattolici vs neocatecumenali

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    2. Un blog in verità è proprio una sorta di diario. Comunque sai, tutti qui abbiamo una vita.

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  5. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. quello più eclatante

    Il 7 agosto 2023 l'Equipe Internazionale del Cammino, nella fattispecie Kiko, Ascension e don Mario, dopo il mega raduno vocazionale con i giovani della Gmg di Lisbona, si sono recati alla tomba di Carmen e hanno constatato che il loculo era aperto e la tomba vuota. Pensarono che il corpo fosse stato trafugato, e l'Equipe implorò Carmen per avere chiarimenti. Lei, da Lassù, disse loro che il corpo, incorrotto dopo ann,i era stato assunto in Cielo per volere di Dio. Kiko ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa che ha detto : "hermano cardenal, non ci sono più parole : con esto episodio Carmensita ha eguagliado Nuestra Segnora, quindi merita non solo la beatificasion, ma pure la canosisasion con procedura de urgensia. Procedamos". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un libro del 1978, ancora inedito, ed. Paoline, del card. Martini, dal titolo : "Storia del dogma dell'Assunzione di Maria, aneddoti e aspetti controversi".

    e la causa continua...

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  6. La bellezza della dottrina cattolica sta nella sua completezza e nella sua chiarezza. Ci siamo noi, noi esseri umani, in ogni parola. E al di là delle nostre debolezze, c'è un'oceano di grazie in ogni riga. Leggere parole come queste fa sentire incredibilmente piccoli, ma anche tanto importanti. Tra questo e Kiko c'è un abisso.
    Nell'Assunzione è riassunta tutta la storia dell'amore fra Dio e l'uomo, mi lascia senza parole il pensare che Dio sia così innamorato della Sua creatura da desiderare infinitamente di salvarla Egli stesso. L'uomo ha tradito Dio ma Dio si è incaricato di salvarlo. L'offesa a Dio era così grande che l'uomo non sarebbe stato in grado di ripararla e perciò ha scelto di farlo al nostro posto. E per questo ha creato una perfetta creatura, la Santissima Vergine, la porta del Cielo, per poter abitare in mezzo a noi.
    Viene da piangere. Ma Kiko questo non lo dice. Cupo, immaturo, per lui tutto è un essere schiavi, essere incapaci....Siamo figli di Dio siamo figli della Vergine, non è vero che siamo senza valore.

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