sabato 1 dicembre 2018

Kiko: Annuncio di Avvento 2018: «io sono il carisma... la Chiesa non può prescindere da noi, sarebbe un errore enorme»

Il santino di sankiko
Alcune citazioni di Kiko Argüello, dal suo "Annuncio di Avvento 2018", intercalate da qualche nostro breve commento (ne abbiamo parlato anche [qui] e [qui]):
«Noi stiamo ricostruendo la Chiesa e la Chiesa non può prescindere da noi.

Sarebbe un errore enorme. Possono farlo ma sarebbe un errore, perché sarebbe opporsi all'opera del Signore.

Io sono un'opera del Signore. Parlo qui mosso dallo Spirito del Signore, come tutto ciò che ho fatto è stato per l'azione dello Spirito Santo.
»
[ma chi crede di essere?]
«L'Avvento è un tempo forte, liturgico (...) però la Quaresima (...) ci prepariamo alla grande festa della Chiesa, la venuta del nostro Signore Gesù Cristo: speriamo che venga quest'anno. (...)
[come ogni pio ebreo, Kiko spera nella venuta del Messia "quest'anno". Noi cattolici, invece, sappiamo che il Messia «di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine», senza la foga di accelerarne la venuta]
Noi non abbiamo paura perché lo conosciamo. Ci ha dato il Suo Spirito.
E il suo Spirito in noi è il giogo soave. (...) Sappiamo che è paziente, che è buonissimo, che non ci giudica, che abitando in noi ci perdona sempre, che comprende tutto di noi, che ci scusa sempre e ci insegna ad essere pazienti con i nostri peccati.»
[cos'è tutto questo perdonismo automatico? che fine hanno fatto la contrizione, il pentimento, il ravvedersi, il sacramento della riconciliazione?]
«Dio è amore e l'amore non si impone mai, non sarebbe amore.
Ma noi dobbiamo rispondere se vogliamo partecipare con Lui al Cielo.
Per questo ci ha messo sulla Terra, ci ha dato un corpo, ci ha dato la Torà, ci ha dato la Parola, ci ha dato la Chiesa.
Ed ha detto al demonio che è necessaria la sua presenza perché noi possiamo rispondere a questa domanda.
Troppi whiskey e troppe aragoste...
[dunque Dio ci avrebbe anche donato il male, il peccato e il demonio? e la presenza del demonio sarebbe addirittura "necessaria" per la nostra salvezza? ma cosa ha bevuto Kiko?]
«È necessario che lui, il demonio, ci seduca, che ci presenti altre possibilità, perché mostriamo nella nostra vita la libertà, che siamo liberi.
E liberamente, dopo che il demonio ci presenta che possiamo andare ad accostarci alla moglie di un altro perché è molto carina, dopo che ci ha invitato a rubare di nascosto sul lavoro perché abbiamo pochi soldi, dopo che il demonio - che ha il permesso di Dio per tutto ciò - ci invita a una serie di cose, si vede in noi chi siamo, cosa abbiamo nel cuore, e possiamo rispondere a questa domanda...»
 [il solito gnosticismo che Kiko e Carmen hanno predicato per più di mezzo secolo, nascosto dietro l'equivoca espressione "ci invita" e senza precisare che le tentazioni vanno fuggite e respinte. Secondo i due spagnoli, per "vedere noi chi siamo" sarebbe necessario accettare l'invito del demonio, anziché evitare di commettere peccati]
«Lo stesso Gesù Cristo prima di cominciare la vita pubblica, prima di cominciare la sua missione di salvezza per tutti gli uomini, fu sottoposto a questo scrutinio che si chiama lo "Shemà". Lui stesso ha dovuto andare nel deserto...»
Fateci caso: Kiko anzitutto si dimentica di dire che Dio ci ha dato il suo unico Figlio, Gesù Cristo, la Sua Grazia e lo Spirito Santo; poi dice che la presenza del demonio è "necessaria"; quindi parla degli "inviti" del demonio capaci di farci "conoscere chi siamo"; infine tira in ballo la "vita pubblica" di Gesù e le tentazioni nel deserto, sorvolando sul fatto che Gesù quelle tentazioni le ha respinte: anche stavolta Kiko pare proprio voler insinuare che Gesù sarebbe un uomo un pochino più speciale, ma non il Figlio di Dio.


È aberrante che Kiko Argüello blateri di peccati riguardanti sesso e denaro (le sue ossessioni) insinuandoli necessari a "vedere chi siamo" (la gnostica "salvezza attraverso il peccato", la fissazione del dover "conoscere il proprio peccato", il proclamare che il demonio sarebbe "necessario" per mettere alla prova la nostra libertà col sottinteso che fuggire le tentazioni sarebbe sbagliato).

Inversione di ruoli:
sacerdote in ginocchio
per essere "benedetto"
dal laico Kiko
In sintesi: Kiko asserisce che la libertà di scelta dell'uomo non ci sarebbe se il demonio non ci offrisse l'alternativa del peccato.

Invece non è così.

L'uomo, dotato di libero arbitrio, in ogni momento della sua vita può scegliere Dio o scegliere contro Dio. Il peccato non è mai un ingrediente "necessario" alla libertà o alla salvezza: al contrario! La nostra libertà risiede nel fare il bene e nel decidere come farlo, quando, con che intensità. Non nell'avere la possibilità di fare il male.

Ancora una volta, Kiko lega la scelta di Dio alla necessarietà di una caduta, virtuale e reale, negli abissi del peccato, per conoscere come siamo fatti "veramente". È l'idea gnostica della «salvezza attraverso il peccato», appresa dai falsi messia Zevi, Frank, Schneerson.

In più: questo di Kiko è un discorso demoniaco, perché è satana a dirci che siamo inguaribili, sporchi, indegni, è che la nostra vera natura è questa, che siamo cioè figli suoi e non del Padre nostro.

Kiko quindi introduce il solito raccontino del popolo nel deserto in attesa di entrare nella Terra Promessa, che mormora, e Mosè che viene punito perché ha pensato di essere migliore del popolo che conduceva. Ma non gli hanno detto che siamo in Avvento anziché in Quaresima?

Prosegue:
«Per questo è molto importante non considerarsi superiore a nessuno,» [sic!] «"consìderati l'ultimo e il peggiore di tutti". Perché se per qualche circostanza ti alzi e cominci a giudicare i fratelli della tua comunità, qualche fratello è caduto in adulterio e tu lo giudichi, perché ti credi superiore, Dio agirà. Questo è molto importante»
Che guazzabuglio di errori!
  • Anzitutto il fatto che Kiko comanda di tacere (pur sapendo bene che non serve a nulla) e proclama che Dio sarebbe un sadico vendicativo che crudelmente «agirà» contro chi "giudica" (sottinteso: non contro chi commette adulterio e dà pure pubblico scandalo...) perché tal "giudicare" sarebbe un "credersi superiore" anziché "l'ultimo e il peggiore di tutti".
  • Per Kiko è tutto un "giudicare": mette sullo stesso piano il legittimo formarsi un giudizio e il giudicare temerariamente. In qualità di cattolici, di fronte ad un pubblico scandalo come può essere una pubblica notizia di adulterio, possiamo forse approvare e applaudire? Secondo Kiko, che si autoproclama "Giovanni il Battista in mezzo a voi", dovremmo tacere. Invece il Vangelo ci dice che Giovanni il Battista non tacque. Né tacque Nostro Signore («voi siete in grande errore... ipocriti!... razza di vipere!... voi avete per padre il diavolo!...»)
  • Dio, lo Spirito Santo che secondo Argüello abiterebbe in noi anche quando commettiamo peccati mortali (ma davvero?), che non ci giudica, anzi, ci insegna ad essere pazienti con i nostri peccati (invece che a rigettarli), nel momento in cui alziamo timidamente il capo e commettiamo il terribile errore di "giudicare" un fratello della comunità che ha commesso un peccato sessuale (tanto per cambiare), "Dio agirà". Kiko annuncia un "Dio" buontempone che perdona automaticamente tutto ma si vendica di chi "giudica". Non è il vero Dio annunciato dalla Chiesa Cattolica.
Ecco perché nella mentalità neocatecumenale stuprare una ragazzina è un peccato veniale, perdonabile, specialmente per i membri illustri della setta che possono permetterselo mantenendo comodamente le proprie prebende e i propri privilegi, mentre il chiedere che venga denunciato o anche solo rimosso dal suo posto sarebbe un peccato MORTALE contro il quale Dio stesso "AGISCE".
(ed ecco spiegato anche il motivo per cui i neocat credono che per metterti a tacere basta urlarti contro: "tu giudichi!")

E troppo fumo...
Proseguiamo nella carrellata con un altro fioretto di "sua umiltà" Kiko Argüello:
«Se saremo umili, saremo cristiani. E qui mi pare che non ci sia nessuno veramente umile: umile.
L'umiltà è dire costantemente: Io sono un peccatore, sono un peccatore. E non giudicare nessuno, non giudicare nessuno. Per questo dice Cristo: Non giudicare, non giudicare nessuno, considerati peggiore degli altri.
Oh santa umiltà di Cristo!
Pensate che Cristo, essendo Dio, non conservò gelosamente come un tesoro per sè la propria divinità...
Kiko vuole seguaci che si auto-annichiliscano. Per questo va insinuando che l'umiltà coinciderebbe con l'autolesionismo. Kiko ti comanda: devi odiarti!

Ma scusate: vi risulta forse che i santi che più si riconoscevano peccatori, avrebbero odiato sé stessi anche nel momento in cui ricevevano l'assoluzione in confessionale? Avrebbero odiato sé stessi anche mentre ricevevano l'Eucarestia o altri sacramenti? Avrebbero odiato sé stessi anche mentre ricevevano grandi grazie dal Signore? No, i santi non odiavano sé stessi. Detestavano il peccato, le proprie inclinazioni cattive, respingevano le tentazioni, domavano la superbia. E arriva Kiko - che già si lecca i baffi per la sua canonizzazione - che vi fa pagare la Decima per poi insegnarvi la falsa umiltà del proclamarsi continuamente "peccatori" slegata dal respingere le tentazioni (anzi, addirittura inventandosi che il demonio sarebbe "necessario"!).

Poco più avanti Kiko continua a vomitare espressioni deliranti:
«Per questo è molto importante che nella tua vita qualcuno ti insulti, qualcuno derubi, che ti facciano ingiustizie, per vedere un po' come rispondi, se veramente sei o non sei cristiano, perché qui sta il punto.
Questo amore che Gesù Cristo ha mostrato sulla croce, incontra in te qualche eco? Soffri qualcosa per Gesù Cristo? Bah!»
Chi è che starà a «vedere un po' come rispondi»?
  • Dio? dunque il "dio" neocatecumenale è un sadico cattivone che ti infligge sofferenze e ingiustizie?
  • Il tuo cosiddetto "catechista" neocatecumenale? dunque un laico che Kiko ha incaricato di misurare la tua crescita spirituale? l'incarico gli dà gli stessi doni che padre Pio da Pietrelcina ricevette dal Signore?
  • Tu stesso? dunque te la canti e te la suoni senza alcun rischio di superbia? quindi il soffrire qualcosa per il Signore ti serve per autoassegnarti punteggi nella classifica comunitaria?
Subito dopo Kiko continua, citando il cardinal Benelli (vescovo di Firenze dal 1977 fino alla sua morte nel 1982):
«Mi ricordo quando stavo a Firenze in un incontro con i parroci che mi detestavano - non so perché - e pensavano che io ero di destra, e scoppiò un casino enorme, quando cominciai a parlare, subito si misero a fischiare, mi fischiarono.
E quando lo raccontai al cardinal Benelli, che allora era cardinale di Firenze, mi disse: No Kiko, coraggio! Ti voglio dire una cosa: c'è un solo Spirito Santo, un solo Spirito.
Non so, cosa voleva dire, che c'è un solo Spirito? Non ce ne sono due, o tre. Come dire, che se tu hai lo Spirito Santo, e gli altri no, allora ti fischieranno tutti.
"Ma non avere paura: c'è un solo Spirito..."
Uno solo è lo Spirito Santo!
Bene, ho questa gloria di essere stato insultato, fischiato. Questa tu non ce l'hai! Ti batto!»
Ciò che balza all'occhio è che:
  • Kiko si considera umile solo perché asserisce d'essere peccatore (e magari potrebbe essere solo obbiettivo);
  • Kiko pensa che la santa umiltà di Cristo sarebbe stata il considerarsi peggiore degli altri, anziché il seguire fedelmente il piano di Dio;
  • Kiko ritiene che nessuno, eccetto lui stesso e Gesù, sia umile;
  • Kiko si assimila a Gesù Cristo, ingiustamente messo a morte, perché è stato meritatamente fischiato dai parroci a Firenze decenni fa;
  • Kiko assolutamente non si pone il dubbio che quei parroci avessero ragione e lui torto: li giudica di sinistra...
  • Kiko dichiara che, siccome lo Spirito Santo è uno, e lui lo detiene stabilmente, tutti gli altri hanno torto, fossero pure tutti i parroci di Firenze (o la Chiesa stessa);
  • Kiko attribuisce questa convinzione al cardinal Benelli (che non può rettificare).
Sempre dall'Annuncio di Avvento di Kiko, verso la conclusione, dopo aver pesantemente messo in dubbio che il proprio uditorio sappia o voglia pregare e aver accusato gli astanti d'essere tiepidi ("Almeno rubaste!" fa dire a Dio), ci regala un altro "fioretto" dalla sua vita:
«Io ho avuto molte grazie mistiche, non sentivo le braccia, né i piedi, né il corpo, solo mi rimaneva la mente e sentivo che Dio era vicino.
E poi la mente faceva crack e entravo in estasi.Che vi posso raccontare, tante grazie, tanto che il padre Royo Marin mi disse: Tu sei stato eletto da Dio per un'opera importante: ti consiglio di trovarti un monastero di religiosi contemplativi.
Meno male che (quando era tutto pronto per entrare in monastero) ricevetti una lettera dal mio direttore spirituale, un domenicano, che mi diceva: Non entrare in quel monastero, ciò non viene da Dio!
Il mio priore mi disse: Cosa pensi di fare? Ed io: Me ne vado!
E vedete oggi che, se fossi entrato nel monastero non ci sarebbe Cammino né nulla.»
Questa l'ha proprio sparata grossa. Avrà inalato parecchio crack?
È lecito chiederselo perché le esperienze mistiche dei santi sono completamente sprovviste di "mente che fa crack".

Questo misticismo di Kiko è una scoperta nuova, così come è del tutto inaudita la sua presunta obbedienza perinde ac cadaver ad una guida spirituale.

Da quando è a capo del proprio movimento, non ha mai fatto riferimento a nessuna autorità superiore a sé, a nessun consigliere spirituale (tranne forse una santona che consultava periodicamente).

Questi orridi scarabocchi di Kiko Argüello
sarebbero nientemeno che il «recupero dei
valori dell'Oriente... come un sacramento»?
Continua poi con un altro suo cavallo di battaglia: quello del profondo disprezzo per l'arte occidentale basato su una concezione estremamente superficiale dell'arte orientale:
«Nella pittura d'Oriente c'è un accento non devozionistico, sentimentale, come succede nella tradizione d'Occidente, ma teologico-sacramentale.
Se ci pensate, nella Natività non mettono la Vergine commossa e inginocchiata in adorazione a Dio. No. Questo succede nella tradizione d'Occidente. Non mettono il Bambino in un Presepe ma lo pongono in una tomba, perché in questo quadro stanno già proferizzando che risusciterà da morte (...)
La pittura d'Oriente non è sentimental-devozionistica, ma teologico-sacramentale, come un sacramento, come una notizia, per questo ho cercato di recuperare nella pittura questi valori dell'Oriente che sono immensi. L'Oriente non li ha perduti. L'Occidente ha perduto tutto con il Rinascimento. L'Arte Sacra muore, non c'è più Arte Sacra, è terribile! E si trasforma tutto, però non voglio fare ora una conferenza.»
Meno male: non vuole fare una conferenza su sé stesso il sedicente recuperatore e risuscitatore di Arte Sacra. Intanto, se non vi è bastata la massiccia dose di superbia di queste parole, vi riproponiamo in conclusione l'apoteosi dell'Annuncio dell'Avvento di Kiko 2018:
«Sempre pone la Chiesa d'Oriente san Pietro e san Paolo che significano San Pietro l'istituzione e san Paolo il carisma. Senza i carismi la Chiesa non cresce.
Io sono il carisma e questo prete è l'istituzione. Siamo uniti. Questo salva la Chiesa (...)
Per questo nella pittura d'Oriente pongono sempre a fianco della Vergine San Pietro e san Paolo e i due stanno ricostruendo la Chiesa.
Noi stiamo ricostruendo la Chiesa e la Chiesa non può prescindere da noi.
Sarebbe un errore enorme. Possono farlo ma sarebbe un errore, perché sarebbe opporsi all'opera del Signore.
Io sono un'opera del Signore.
Parlo qui mosso dallo Spirito del Signore, come tutto ciò che ho fatto è stato per l'azione dello Spirito Santo.
»
Tutte le citazioni sopra riportate sono state
tradotte dal testo ufficiale originale in spagnolo

35 commenti:

  1. Alcuni chiarimenti.

    1) Nella mentalità ebraica il Messia non è ancora venuto, per cui l'accento sulla sua venuta vien posto in continuazione. Si pensa che verrà durante la cena dello Shabbàt (che infatti comincia festosa e termina con canti tristi, poiché se può permettersi di terminare significa che il Messia non è ancora venuto), cioè di sabato sera. È comune l'augurarsi che il Messia venga "quest'anno".

    Nella Chiesa Cattolica invece sappiamo che il Messia - cioè il Redentore, il Figlio di Dio, non un generico leader "politico" - non solo è venuto facendosi riconoscere («andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano...»: cfr. Lc 7,22; «che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina?»: cfr. Mt 9,5; «in verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono»: cfr. Gv 8,58), ecc.), ma non sappiamo il momento in cui «di nuovo verrà nella gloria» (l'importante non è "quando", l'importante è essere spiritualmente pronti), né pretendiamo di accelerare la volontà di Dio.


    2) Per dire un'eresia basta presentare un singolo aspetto di una verità di fede esagerandolo in modo da insinuare che gli altri aspetti siano secondari o falsi. Notate come l'eretico Kiko, che ha sempre distorto le verità di fede, riesce a banalizzare la necessità di ravvedersi e la necessità di ricevere il perdono sacramentale: "[lo Spirito] è paziente, è buonissimo, è giogo soave, ci perdona sempre, ci scusa sempre..."

    Non è vero. Il perdono dei peccati mortali non è automatico. Il perdono esige il pentimento. E quando Nostro Signore ha istituito il sacramento della riconciliazione, ha chiaramente detto: «e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (cfr. Gv 20,23). L'eresia di Kiko, in questo caso, consiste nel mettere la divina misericordia in contrapposizione con la divina giustizia. Se il perdono fosse automatico, come insinua Kiko, allora non ci sarebbe bisogno del sacramento della riconciliazione, anzi, nemmeno della Passione, Morte e Resurrezione.


    3) Nel suo autoannuncio di Avvento Kiko dà numerose prove delle sue convinzioni eretiche. Quando blatera «è necessario che il demonio ci seduca» sta proclamando la sbagliatissima dottrina della "salvezza attraverso il peccato". Dottrina secondo la quale per poter ascendere al cielo occorrerebbe prima necessariamente inabissarsi nella Geenna, e più si scende nel peccato e più qualitativa sarebbe la (presunta) successiva risalita (sempreché ci sia davvero tempo e modo per risalire: ma questo gli gnostici non ve lo dicono, perché potreste capire la truffa).

    Si pensi invece a tanti santi che hanno guadagnato il regno dei cieli senza perdere l'innocenza: san Domenico Savio, i pastorelli di Fatima, ecc., e soprattutto alla Beatissima Vergine che fu completamente estranea al peccato.


    4) I cristiani riconoscono i propri peccati, se ne pentono, chiedono e ottengono perdono mediante i sacramenti che li rimettono (battesimo, confessione, unzione), e voltano pagina nella loro vita. Potranno detestare magari qualche grave peccato per il quale sono già stati perdonati, e riconsiderarlo come monito a non peccare più, ma non sono ossessionati dai propri peccati.

    Invece Kiko insegna che l'uomo «non può non peccare», gli adepti di Kiko sono ossessionati dal proprio peccato e sotto sotto smettono di rifiutare le seduzioni del demonio.
    Liturgia cattolica: «rinunciate a satana? rinuncio! e alle sue seduzioni ecc.? rinuncio!...», mentalità neocatecumenale: «siamo figli del demonio!... il demonio è necessario!... il demonio ci invita a una serie di cose! Dio mi perdona automaticamente l'adulterio ma agirà se giudico...»

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Notizie dal sacro Kikolone: el sufrimiento del foro ne la gamba: «Ora ho una gamba con un foro grande così, che non c'è nessuno che riesce a chiuderlo, che mi fa male. Mi curano ogni giorno come possono, ma mi sembra che questo - sono stato con questo buco per tre mesi - non si chiuda neppure a forza. Bene, molto bene. Ho male a una gamba? Bene, bene, non succede nulla».

      Elimina
    2. Pensate che la mentalità neocatecumenale è talmente intrisa dello gnosticismo kikiano (molto ruspante e poco raffinato) che certi kikos vanno proclamando che le loro confessioni pubbliche sarebbero una "catarsi". Capite? Noi cattolici abbiamo il l'Eucarestia (Nostro Signore realmente presente nel Santissimo Sacramento), i neocatecumenali invece hanno le confessioni pubbliche.

      Elimina
    3. Riguardo alla «mente che fa crack» ci sarebbero da aggiungere parecchie cose. Mi limito ad un paio di note.

      L'estasi, l'essere «rapiti in Dio», è per definizione qualcosa di soprannaturale, non annulla la natura ma la arricchisce, la perfeziona, la rende pura. Chi fa un'esperienza mistica capisce di più, vede di più, "sente" di più. È un dono di Dio - e come tale è gratuito e inaspettato, non è funzionale ad una strategia religiosa-"commerciale" per promuovere la propria persona o la propria opera. È anche qualcosa che si fa enorme fatica a descrivere (come fai a descrivere i colori ad un cieco?), è qualcosa che chi l'ha vissuta anche solo minimamente la riconosce (per esempio sappiamo cosa significa "scottatura" perché in alcuni momenti della vita ne abbiamo provata qualcuna, lo sanno anche i bambini, che pure non sono in grado di descrivere cosa sia).

      Kiko il bugiardo va millantando di misticismi di cui fino a ieri o non conosceva l'esistenza, o aveva sempre proclamato essere robette da "religiosità naturale". Magari è perché qualcuno gli avrà detto che sono ingredienti da esibire per la propria canonizzazione.

      Anzitutto c'è da osservare che i mistici parlavano delle loro estasi con grandissima prudenza, riserbo, discrezione (e altrettanto veniva comandato da parte dai direttori spirituali). Non volevano essere qualificati come fenomeni da baraccone, come visionari rincretiniti. Il giovanissimo Domenico Savio sopra citato ebbe almeno in un caso un'estasi: era in cappella, con una mano appoggiata al leggìo, alle due del pomeriggio, fermo come una statua. Quando don Bosco lo chiamò e lo scosse, il giovane chiese se fosse già finita la Messa. Quell'attimo di estasi era durato sette ore. Don Bosco gli comandò di andare a pranzo e di non parlarne a nessuno, e di rispondere, a domande inopportune, di aver eseguito ordini di don Bosco. Se ne parlerà solo al processo di beatificazione.

      Kiko lo sbruffone, invece, cosa fa? Se ne vanta in pubblica piazza. Perfettamente coerente con la vanteria di cinquantaquattro anni fa nel bar di Madrid: "ho visto la Madonna". Oggi vede di qua, domani vede di là, ieri era "intellettuale", oggi è "mistico", applica discrezione solo ai lauti guadagni delle fondazioni a lui intestate, in compenso si inventa continuamente nuovi miracolismi, apparizionismi e misticismi (alla faccia di coloro che da lui avevano imparato a disprezzarli come "religiosità naturale").

      Elimina
    4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

      Elimina
    5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    6. Quando diciamo «la verità rende liberi» facciamo sul serio, perché ce l'ha detto Nostro Signore personalmente. Ma se dico che due più due fa quattro, o se proclamo di essere un peccatore, non sto facendo una "testimonianza", benché si tratti di verità. Nella parlantina neocatecumenale il termine "testimonianza" non significa testimonianza cristiana, ma significa solo esecuzione di un prevedibile discorsetto secondo i canoni prescritti da Kiko e Carmen.

      La vera testimonianza, anche senza parole, la dà il cosiddetto "catechista" che si converte alla fede cattolica e ripudia gli errori del kikismo-carmenismo. La dà il fratello di comunità che giunto alla tappa della "confessione pubblica obbligatoria" decide che la propria dignità di figlio adottivo di Dio vale più delle messinscene pseudoreligiose della setta. La dà il giovane spedito nei Redemkikos Mater che riconosce di essere chiamato al vero sacerdozio e perciò esce dal seminario di Kiko per affidarsi al vescovo della diocesi ed essere sacerdote per tutta la Chiesa, anziché figuretta ornamentale delle celebrazioni neocatecumenali.

      Quelle sono vere testimoninanze, perché mettono Dio al di sopra di tutto, anche al di sopra del Cammino e dei suoi autoeletti "iniziatori". A gridare che Dio ti perdona son bravi anche i protestanti (e la loro è testimonianza delle proprie eresie). A compiere opere di carità e a leggere la Bibbia sono bravi persino i ridicoli testimoni di geova (e la loro è testimonianza delle proprie eresie). Persino gli atei possono avere "aperture alla vita" molto più sincere di quelle del neocatecumenalismo.

      I fratelli del Cammino sono allergici alla verità. Si limitano a ciò che fa loro più comodo. Se amassero la verità, cioè se desiderassero essere liberi, di fronte alla sola ipotesi che i perfidi Kiko e Carmen li hanno imbottiti di strampalate ambiguità e di vere e proprie eresie, si darebbero da fare per correggerle. "Lo zelo per la tua casa mi divora": invece, essendo idolatri, dicono: "lo zelo per il kikismo-carmenismo mi divora".

      Infatti il metodo del Cammino esige di essere ostili ad ogni verità scomoda, piegarla a seconda delle convenienze, escogitare astuti giochi di parole per negare l'evidenza che rovinerebbe il prestigio (e gli introiti) del Cammino, fino ad adoperare volentieri la menzogna pur di promuovere il triplice idolo Kiko-Carmen-Cammino.

      Riguardo alle confessioni pubbliche - coi cosiddetti "catechisti" che scarnificano le coscienze con domande che neppure un confessore farebbe - sono un metodo completamente sbagliato, altrimenti in venti secoli di storia la Chiesa lo avrebbe promosso, i santi lo avrebbero elogiato, ecc., e invece... niente. Il fatto che storicamente quella moda in certe zone e in epoca altomedievale abbia attecchito un pochino (per poi venir soppressa dalla Chiesa) non giustifica le "confessioni pubbliche" neocatecumenali, e nemmeno è paragonabile. Sappiamo che per grandissima parte quelle "confessioni pubbliche" sono estremamente dettagliate, vengono estorte dai cosiddetti "catechisti" che prendono addirittura appunti per poterti rinfacciare in seguito quei peccati, ecc.

      Non costituiscono una "purificazione" (neanche a chiamarla pomposamente "catarsi"). Per purificare la propria anima occorre un confessore e un direttore spirituale e la buona volontà di correggere ciò che non va.

      Elimina
    7. Un altro dei trucchetti neocatekiki è quello di confondere l'espressione "riconoscere i propri peccati" con la necessità di "conoscere" (in senso biblico, di fare "esperienza" del peccato, praticamente di gustarselo, se non addirittura di cercarselo). È fin dall'epoca apostolica che la confessione sacramentale è "auricolare" (letteralmente: fatta all'orecchio del sacerdote, in modo che nessun altro possa ascoltare, che nessuno possa scandalizzarsi, che nessuno possa andare a pontificare se ti sei convertito o no, specialmente i cosiddetti "catechisti" che hanno verso di te un conflitto di interessi...).

      Elimina
  2. Ringrazio Tripudio per questo articolo che ha riportato alcuni momenti della catechesi di Avvento che è stata e verrà ascoltata dai neocatecumenali di tutto il mondo, tradotta nelle varie lingue.
    Trovo sintomatico che Kiko, fin dall'inizio, abbia confuso l'Avvento con la Quaresima, non certo a caso!
    Sovrapporre infatti gli elementi dei due tempi liturgici gli dà modo di operare una confusione ben più grave tra la chiamata di Dio a conversione, il dono gratuito e immeritato della Sua Grazia, al combattimento spirituale del cristiano, momento nel quale resistere alle tentazioni implica uno sforzo di volontà, un desiderio di bene ed anche l'eventualità di alcune cadute da cui rialzarsi.
    Confondendo i due piani, riesce a dire che per rispondere sì alla chiamata del Signore, è necessario sottoporsi alla tentazione e possibilmente cadere, è necessario che esista Satana, il quale addirittura viene considerato come inviato da Dio, ancor più necessario è sentirsi sporchi, condizione che, erroneamente, definisce "umiltà" ed attribuisce a Gesù Cristo.
    Naturalmente questa operazione da gioco delle tre carte, in cui Kiko si è sempre destreggiato molto bene -anche se devo dire che in passato lo sapeva fare molto meglio, ora, con i riflessi rallentati dall'età, lo sgamerebbe pure un bambino- sta alla base del concetto di imprescindibilità del Cammino per la Chiesa: perché i cattolici battezzati, che cioè hanno già accolto questa Grazia, secondo Kiko sono a zero, anzi, sotto zero, e non avrebbero neppure potuto o dovuto rispondere il loro Sì al Signore senza prima aver compiuto il necessario viaggio nell'inferno della propria natura inguaribilmemte peccaminosa.
    Sarebbe la famosa riscoperta del Battesimo, che per Kiko e Carmen non può avvenire senza passare per la Pasqua, una Pasqua in cui in croce sta un Gesù peccatore, il peggiore di tutti. Ecco perché quel prete di Guam parlò di un Cristo che si fece peccatore: non era ubriaco né in difficoltà con la lingua inglese, anzi: aveva perfettamente capito, interiorizzato e trasmesso questa diabolica teologia al contrario.
    Scusate se espongo questi pensieri così malati, ma è necessario capire quale sia il veleno di queste melliflue ed infernali catechesi, per chi lo ha assorbito nel tempo, per poterlo rifiutare, e per chi ancora non ne sia stato intaccato, per evitarne la contaminazione.

    RispondiElimina
  3. Tripudio ha detto: "certi kikos vanno proclamando che le loro confessioni pubbliche sarebbero una 'catarsi'..."

    A riferire l'informazione è stato un nick noto all'Osservatorio, Jack, in una pagina FB di ex. Mi è stato chiesto un parere, ma non sto partecipando a FB, rispondo qui.
    Questo il virgolettato di Jack: "...la confessione pubblica (errato in parte, si fa alla redditio ed è una catarsi che uno fa quando è pronto)".

    Pronto a che cosa Jack, al "reditus" di Plotino, al ritorno all'Uno dopo la "purificazione" dalle scorie della materia umana? Oppure pronto a completare l'iniziazione pagana, decidi tu se in accordo a un rituale orfico o dionisiaco?

    Precisa il concetto, Jack, magari fanne un post, ti leggerò. Spiega quando e da chi nel cattolicesimo è stato definito catartico un rituale di confessioni pubbliche.
    Spiegati bene, JacK, perché - magari nemmeno lo hai capito - al momento hai fornito una ennesima prova che il Cammino è una conventicola gnostica.
    Spiegati bene perché copierò il tuo post e lo pubblicherò qui.

    RispondiElimina
  4. Una considerazione molto terra, terra. La psichiatria senz'altro avrà dei termini precisi per definire uno che agisce così e la sociologia saprà spiegare perché abbia avuto tanto seguito. Ma il comportamento della Chiesa, chi lo spiega? L'ho capito il discorso che fa sempre Tripudio del distinguere "la Chiesa" dagli "uomini di Chiesa", eppure non mi basta .
    Perché pare che la prima sia diretta dai secondi e se lo Spirito Santo, che è il padrone, vuole lasciar loro la libertà di farlo, non resta che gioire se essi sono santi ma preoccuparsi e disperarsi se essi sono corrotti.

    "La Chiesa" avrebbe dovuto GIÀ prescindere dal CN, qualunque cosa farà ora o in futuro (mi raccomando senza fretta .. è appena la terza generazione che stanno rovinando) sarà sempre tardiva.
    La religione e tanto meno la fede e tanto meno la fede cristiana, non hanno nulla a che spartire con l'organizzazione CN, non c'è bisogno di essere teologi o praticanti o nemmeno credenti per accorgersene .. e gli "uomini di Chiesa" non lo capiscono?
    È sufficiente per loro che questi personaggi, Kiko&C., nominino il nome del Signore e lo scrivano in 1 statuto, per essere liberi di scorrazzare e fare ciò che vogliono? Anche il male morale e materiale ai danni dei "figli della Chiesa" ?
    Sì che è sufficiente, purché il male lo facciano dalla parte opposta a quella dove guarda il prete.
    E il guadagno (in senso lato) sia spartito.

    Ha detto il Signore che alla Sua Chiesa non mancherà mai la Forza dello Spirito, ma bisogna che "gli uomini di Chiesa" lo vogliano davvero lo Spirito.
    Giorni fa si citava come il Catechismo parli delle "virtù umane". .
    Come si fa a vivere dei doni dello Spirito "a prescindere" dalle virtù umane?
    Eppure questo sta facendo la Chiesa (o se preferite "gli uomini di Chiesa", anche se a volte verrebbe da dire il contrario: che cioè in una Chiesa sbagliata, si trovano sacerdoti onesti): non si cura di praticare la prudenza, cioè scegliere il bene migliore (sarebbe il CN il bene migliore per la Chiesa?) né la giustizia ( è giustizia che quelli detti "Pastori" lascino ai forti di manipolare la vita dei deboli?) .

    Mi spiace di dirlo qui dove siete quasi tutti di forte tradizione cattolica, ma la PRIMA religione è l' ONESTÀ e senza questa tutto il resto cade, fosse anche la Chiesa.
    Una Chiesa disonesta, per me, vale meno di niente.
    Sono pronta ad uscirne come ho fatto dal CN, se mi accorgo che tra le due realtà non c'è poi differenza.

    La mia fede "cristiana" non può prescindere dai valori insegnatimi da mio nonno, il quale senza aver mai messo piede in Chiesa e senza aver mai nominato Gesù Cristo, questa FEDE però me l'ha trasmessa:
    - nel fare onestamente il proprio dovere; - nel fare di più del proprio dovere quando c'era da essere solidale; -nel mettere al primo posto il bene della propria famiglia; -nel sapere dimostrare tenerezza, nonostante il carattere rude; - nell'atteggiamento di umiltà e contemplazione davanti alle bellezze della natura (nel vedere mio nonno con le lacrime agli occhi, ammirare in silenzio le montagne rosse al tramonto .. ho "capito" che Dio esiste e che quello che dicevano al Catechismo era vero), ecco come 1 apparente "non praticante" riesce a essere credente nel cuore e a essere testimone che "evangelizza" davanti alla nipotina.

    Scusate la parentesi personale dell' "ode al nonno " , ma il paragone mi viene tanto spontaneo quando vedo certi preti, vescovi, cardinali, gente che ha sempre in bocca il Nome del Signore (mentre sostengono il CN o altre cose di moda) , senza minimamente praticare la prudenza e la giustizia .. mi fanno solo venire voglia di prendere le distanze più grandi possibili.
    Roberta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Roberta sottoscrivo tutto ciò che hai detto, mi trovo pienamente d'accordo con te.
      Il silenzio e l' immobilismo della Chiesa forse è peggio del CN stesso!
      La Chiesa è troppo preoccupata del potere economico e temporale ed oggi anche di riconquistare persone,come dimostra questo papa che per acquistare popolarità e "consumatori" si è dato al relativismo che come sappiamo non appartiene a Dio che ci ha insegnato ad essere concreti e dire si si o no no e non trovare un accordo per far contenti tutti.
      La Chiesa è corresponsabile con il CN per i danni fatti a tantissime persone per la sua incapacità di chiudere il CN ed hai ragione Roberta non si può distinguere la "chiesa" dalla "Chiesa degli uomini" troppo comodo così!
      Ex fratello!

      Elimina
  5. Dalle mie parti il parroco neocatecumenale diceva spesso: "Non facciamoci le pulci", esattamente perché il primo ad essere pieno di pulci era proprio lui.
    "Ma si , siamo tutti peccatori",con questa scusa ti senti autorizzato dal tuo parroco,dai tuoi catechisti e dai peggiori dei tuoi fratelli di comunità a fare tutto le porcate che fanno loro.
    E se qualcuno ti dice qualcosa gli urli in faccia che ti sta giudicando.
    Capite come si evitano tutte le critiche?
    Capite come si imbavaglia la verità?
    Capite come succede che i peggiori catecumeni diventano i migliori catechisti neocatecumenali?
    LUCA

    RispondiElimina
  6. Mi dicono dalla regìa che non è del tutto esatto che «il Signore ti ama così come sei». Questo slogan neocatecumenale contiene una profonda ambiguità.

    Dio ama coloro che corrispondono alla Sua grazia. Dio non "ama" i peccatori, se non per il fatto che possono ancora convertirsi. Colui che ha commesso peccato mortale, separandosi deliberatamente da Dio, come potrà mai essere amato allo stesso modo di colui che invece persevera nella grazia sforzandosi di non peccare? Dio amava forse allo stesso modo Hitler e padre Pio? Allora come mai padre Pio ricevette una vasta quantità di doni soprannaturali e Hitler no?

    Dunque, sì, è vero che Dio ti ama "così come sei", ma bisognerebbe essere più precisi: se guadagni la Sua grazia, Dio ti ama; se scegli di separarti da Dio, Dio ti tollera. Dio ti vuole salvo (cioè in perfetta comunione con Lui), ma devi essere tu a scegliere ogni giorno, ogni momento, quella salvezza. Se scegli di rifiutarla (mediante il peccato mortale: consapevolezza, materia grave, deliberato consenso) sei stato tu a negarti quell'amore di Dio.

    "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama": dunque ci sono uomini che non sono amati da Dio e che non riceveranno pace. A quanto mi riferiscono, nella prossima edizione del Messale Romano questo dettaglio sarà meglio evidenziato nella liturgia.

    RispondiElimina
  7. A parte la tristezza e il disprezzo, il disgusto e l'ilarità, questo stupido annuncio niente altro mi suscita.

    Attento Kiko!

    RispondiElimina
  8. Cari fratelli! Faccio un appello a tutti voi, cioè a tutti gli uomini di buona volontà, anche tra i Neocatecumenali. Vi chiedo di essere dei "Piccoli Apostoli della Resurrezione di Gesù" . Dentro il vostro ambito c'è bisogno di Luce, perchè molti necessitano di avere più forza nella Fede. Molti dei vostri fratelli si sono persi nelle vie del mondo, cioè nelle opere della carne e della mondanità, e non riescono ad avere uno spirito forte per resistere alle seduzioni di questo mondo. Non svalutate questo mio messaggio, perchè la situazione è seria e non può essere presa alla leggera. C'è bisogno di portare lo Spirito della Resurrezione e del Perdono. Incontrerete mille difficoltà, mille impedimenti, il vostro nemico, il Diavolo, appena vi metterete in azione seminerà zizzania, prima dentro di voi, mettendovi le paure e altro, poi se vedrà che con voi non avrà vittoria, passera ai vostri fratelli neocatecumenali e non. Andate avanti sempre nel Perdono e nella Resurrezione.

    Gesù ha detto:

    «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
    Delle volte il mondo è il compagno, delle volte è il vicino, delle volte è il collega, delle volte è il fratello di comunità neocatecumenale, e altri. Quello che conta è fare la Volontà di Dio.

    Vi chiedo, umilmente, di mettervi al lavoro. Non abbiate paura ne dei vostri catechisti e ne di altri. Portate l'Amore e la Resurrezione di Gesù.

    Andate, prima di iniziare, dal vostro Vescovo, Sacerdote, Confessore, e dite similmente così: "chiedo l'autorizzazione a Santa Madre Chiesa di portare Gesù ai miei fratelli, per la loro salvezza". Poi fate voi, se sapete dire meglio o dire altro. Ma conta rimanere nello Spirito del Perdono e della Resurrezione. Non iniziate se non sarete autorizzati dalla Chiesa.

    Non vi chiedede chi io sia e non cercatemi. Conta Gesù, e sarà Gesù che vi indicherà cosa dovete dire.Chiedete tutto a Gesù, pregate Gesù, parlate di Gesù, e fate ciò che vi dice Gesù. Per fare ciò, seguite la Chiesa, nel Papa, e chiedete alla Chiesa se avete dubbi o altro da chiarire e definire. Sarà la Chiesa a guidarvi. Fatevi guidare, chiedetelo, nello Spirito del Perdono e della Resurrezione. Non fate senza la guida della Chiesa. Rimanete uniti alla Chiesa. Pregate per la Chiesa e per il Papa.

    Sarete calunniati! Offesi! Presi per pazzi! Ma riceverete anche tanta Pace dal Signore.

    Diranno ogni sorta di male, tireranno fuori ogni menzogna e raggiro, tireranno fuori i vostri peccati passati e perdonati e cancellati dal Signore, faranno le vittime, faranno i carnefici, vi rideranno in faccia, qualsiasi cosa la useranno per andarvi contro. Non rispondete al Male con altro Male, ma rispondete con Verità e Giustizia. Gesù è la Verità e la Giustizia. Se cadrete, causa il forte contrasto, rialzatevi con il Signore e rimettetevi all'opera. Vi sentirete più forti di prima. Sarà il Signore che vi rimettera in piedi, vi ristabilirà con il Suo Spirito, lo Spirito della Resurrezione. Mettete parole di Amore dove è l'Odio, portate la Luce dove è la Tenebra. Lasciate messaggi e parole pieni di Luce, ovunque, e portateLa. Portate la Resurrezione, perchè siete figli della Resurrezione. Non ci costa nulla! Fate passare questo messaggio anche agli altri fratelli credenti e uomini di buona volontà.Che Gesù vi benedica a tutti!

    Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

    RispondiElimina
  9. "L'Occidente ha perduto tutto con il Rinascimento. L'Arte Sacra muore, non c'è più Arte Sacra, è terribile!"

    E voi ancora a seguire questo ignorante tronfio trombone, vizioso, eretico e superbo!

    Neocatecumenali! Voi lo state seguendo, non potete dire di non essere stati avvisati!
    Andatevi a guardare le opere di Gentile da Fabriano, invece di sto cretino, andate a vedere gli affreschi rinascimentali di Loreto, andate a pregare nella cattedrale di Firenze!

    E voi che ancora andate in giro a ripetere la sua ridicola fuffa siete colpevoli come lui!

    RispondiElimina
  10. E' lecito criticare - anche da un punto di vista della "sacralità" - i generi artistici di un dato periodo storico. Non è consentito farlo per esaltare il proprio genere. Mi permetto di dirlo perché da poco ho terminato la lettura di un saggio su Pavel Florenskij: Arguello è un ignorante, discute con affermazioni apodittiche di argomenti che non conosce. L'iconofilia di Kiko e dei suoi adepti sconfina nell'idolatria. Un'opera d'arte è sacra quando sa configurarsi come un tramite, come un transitus che conduce a Dio, alla Vergine, al Sacro. Un'opera d'arte è sacra per l'osservatore o per il lettore se sa svolgere il ruolo di "intermediaria", se è in grado di evocare "l'Altro e l'Altrove" nel lettore, nell'osservatore. Questo vale per l'arte del Rinascimento come per le icone d'Oriente. Troppo spesso nel discutere di icone di Oriente sconfinano nella magia. Kiko presenta le proprie come magiche.
    Personalmente mi incanto, per i suoi simbolismi, davanti alla Madonna Bardi: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/95/Botticelli%2C_madonna_bardi_01.jpg

    Se qualche neocat me lo chiede gliela spiego :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Lino, vale anche per i non NC come me? :-) A me interesserebbe sapere quali siano i simbolismi contenuti in questa opera d'arte, perché capisco ben poco di arte... Così da apprendere qualcosa in più, che può portare - perché no - ad una maggiore edificazione forse anche dal punto di vista spirituale! Ti ringrazio anticipatamente!

      Elimina
  11. Lino spiegala lo stesso...
    LUCA

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' un dipinto complesso, Luca, mi limito a pochi accenni.
      Esso si muove simbolicamente tra l'AT e il NT (basta osservare i due san Giovanni). E' un incredibile omaggio alla Vergine: basta osservare il vaso avanti a Lei (Virgo potens, Virgo clemens, Virgo fidelis, Vas spirituale...).
      Affascinanti sono le piante alle spalle di Lei, tradizionalmente associate alla Vergine Maria: un rosaio (Bibbia: "quale rosaio in Gerico"), rami di olivo (Come bell'ulivo nei campi), rami di cipresso (come un cipresso sul monte Sion), cedri (Qual cedro del Libano mi innalzai), rami di palma (quasi palma in Cades mi innalzai). Anche ci sono gigli, dal Cantico dei Cantici: "Come un giglio tra gli spini".
      Mi fermo qui. Se Kiko lo chiede, però, gli faccio una... catechesi. Su questo e - naturalmente, per chi conosce i miei studi su Botticelli- sulla sacra processione dantesca della Primavera :-)

      Elimina
    2. Anche in risposta a Vincenzo, chiaramente.

      Elimina
    3. Grazie Lino! Qualcosa avevo notato anch'io, specialmente il fatto del vaso davanti alla Madonna. Una bellissima ed esauriente spiegazione di quanto da un'opera si possa estrapolare tanto anche riguardo la spiritualità. E chissà quanti altri simbolismi ancora ci sarebbero da spiegare... Grazie ancora!

      Elimina
  12. Carissimo Lino hai fatto bene a specificare. Chiaro: chiunque può criticare, ma certo nessuno può, dal basso della propria mostruosa ignoranza, pontificare eliminando duecento anni di sviluppo artistico.
    Lui, con le sue croste eretiche, poi, è ancora più grottesco.

    RispondiElimina
  13. Mi accorgo che kiko è affetto da pazzia spirituale manifesta, ciò che dice non condurrà mai alla salvezza, perché esula dalla verità del Vangelo e della morale cristiana.

    argüello è sempre andato avanti con dei sentimenti forti, da lui ritenuti presuntuosamente santi, presentando all' assemblea affamata di emozioni importanti eventi soprannaturali che lo esaltassero.
    Prodigi inventati di sana pianta dato il deplorevole evolversi delle scene che, peraltro, spiega senza imbarazzo (privo anche del più spicciolo pudore).

    Gli interrogativi esistenziali di kiko, cui fa riferimento nelle sue interviste o libri autobiografici, sono rimasti inalterati, senza una risposta; dei quesiti aleggianti che diffonde inquinando la vita spirituale dei suoi fedeli, i quali riproducono la sua insania, quindi entrano in depressione ed in crisi spirituale (che confondono per mancanza di diligenza per la comunità, ritrovandosi a dedicarsi ancora di più al cammino, quindi a scavarsi una buca sempre più profonda).

    La sua giovinezza, descritta da lui stesso, non parla di un kiko di ieri ma di un kiko attuale, dalla mentalità e dalla spiritualità senza autenticità, che i suoi adepti riproducono; quindi è da considerarsi di notevole gravità il testo riportante il tentativo di suicidio (ancora adesso in atto).

    kiko non vuole eliminare i vizi, non sa orientarsi verso l´esercizio paziente e costante delle virtù cristiane. Allo stesso modo con cui attinge alla verità per poi annullarla con l' inganno, vive lacerato tra due "beni" contrapposti: non riesce a raggiungere la vita di fede e non vuole liberarsi da alcune o anche da una sola schiavitù peccaminosa.
    Vive lacerato tra la virtù (che conosce ma non persegue) e il vizio, tra il peccato e la Grazia (che pretende), tra la salvezza (che disforma) e la dannazione, tra l´inferno e il Paradiso, un conflitto costante in cui domina la menzogna.
    satana abilmente ha cucito queste due realtà nella sua anima, condizione che il guru trapianta anche alle sue piccole comunità, che cercano il bene ma riscontrano muri.

    Il dramma è che nel cammino risiede anche gente che cerca la vera unione con Cristo, ma che non si accorge che al di là di una certa illusione non può andare, perlomeno finché permane in quell' ambiente.

    Argüello ha deciso di perseguire la strada del suo orgoglio e dell' amor proprio, e questa decisione lo porta ad un' altra pazzia:
    nello scontro con le sofferenze e la sua insoddisfazione è ammattito, se l' è presa con Dio, ha provato a togliersi la vita, decidendo in seguito di toglierla ad altri, e le vittime sono gli inconsapevoli del cammino. Uscite da quelle salette INCOSCIENTI!

    RispondiElimina
  14. Ma poi, non scherziamo, i dipinti di Kiko non sono icone. L'icona di per sè è portatile, fatta su legno. Non è un affresco su muro alto tre metri, anche quando, date le dimensioni della saletta, non sarebbero necessarie figure così grandi e sovrastanti.
    Si tratta di immagini di stile bizantino, non di icone.
    Poi, nelle chiese abbiamo sempre posto delle opere d'arte originali, quelle kikiane sono delle riproduzioni, dei poster degli originali di Kiko.
    Anche in questo, il fondatore spagnolo ritiene di essere l'unico mediatore del messaggio divino. I suoi adepti, che magari sono in grado di creare icone bellissime, non potranno mai aspirare ad esporle, neppure in una saletta.
    Non per nulla Kiko dichiara "io sono il carisma, io sono l'opera di Dio": crede davvero di esserlo, e continua a trattare il suo uditorio come se parlasse ad una massa di ignoranti, non rendendosi più conto della figura meschina che fa.

    RispondiElimina
  15. Ma qualcuno può mettere a disposizione o condividere il link del file pdf dell'annuncio. Grazie

    RispondiElimina
  16. La strategia “social” dei pasqualoni e’ semplice: montare un’onda di fango che distrugga la reputazione di chi dice la verita’ sul cammino, e poi attaccarsi a tutti i post dell’avversario (e dei suoi sostenitori) buttando tra i commenti un’altra onda di fango e insulti prefabbricati, spesso iniettati nel dibattito (blog o fb) usando degli appositi bot.

    Questo rende il dibattito pubblico impossibile. Ci sono essenzialmente due tipi di post di questo genere: il primo e’ detto “shitposting” e consiste nel buttare nel dibattito (=rispondere in questo modo a qualsiasi post delle persone prese di mira) una quantita’ gigantesca di off-topic, affermazioni stupide, leggende metropolitane, storie improbabili, e tutto quello che serve a rendere impossibile seguire un thread.

    La seconda e’ quella di riempire di calunnie, sospetti e accuse i commenti a qualsiasi post della persone che dicono la verita’ sul cammino, in modo da distruggerne la reputazione.

    Ma per fare questo, questo stormo di robots deve per prima cosa fare una cosa: seguire il vostro account fb (o blog), per avere la notizia che avete postato qualcosa. Tutto inizia, cioe’, quando questi bot si “attaccano” al vostro account, quando iniziano a seguirvi.

    RispondiElimina
  17. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  18. Un grazie a Tripudio per il prezioso lavoro.

    Kiko è ossesionato dai giudizi.
    Confonde il giudizio sulle anime, che non deve essere fatto, col giudizio su ciò che è bene e male.
    Ma se non bisognava giudicare il bene e il male, perché Dio ci avrebbe dato i Comandamenti?
    La Tradizione della Chiesa, in campo morale, è tutta basata su dei giudizi.
    Chi stupra commette peccato mortale e basta. Se poi non si rende conto perché è schizofrenico, non sta a me deciderlo, ma io devo DENUNCIARE.

    Kiko TEME che certe porcherie e certe perversità vengano fuori perché il Cammino potrebbe rimetterci. Della verità pare disinteressarsene.
    La posizione attuale della Chiesa su certi crimini è chiara: occorre denunciare. Perciò chi non denuncia DISUBBIDISCE alla Chiesa.

    Il Cammino di Kiko è un idolo a cui Kiko ha scolpito delle gambe ma che, come tutti gli idoli, non cammina.
    I camminanti rischiano di fare come chi corre sul tapirulan: tanta fatica per restare sempre allo stesso punto, più stanchi e depressi di prima.

    RispondiElimina
  19. Oramai il parlare di Kiko è un unico e solo farneticare che pare superfluo commentare, come sparare sulla Croce Rossa.
    Il treno che da tempo ha deragliato corre per un binario tutto suo e conduce completamente fuori strada.

    Kiko ci racconta qualcosa delle sue innumerevoli esperienze mistiche delle quali mai ci ha parlato in questi anni e si premura di riferirci che a LUI - CHE NON HA UN DIRETTORE SPIRITUALE perché si dirige benissimo da solo infatti sa che lo Spirito Santo lo ha ispirato in tutto - giovane con la mente in crack...
    ... il padre Royo Marin disse: Tu sei stato eletto da Dio per un'opera importante: ti consiglio di trovarti un monastero di religiosi contemplativi...
    ...meno male che arrivò in tempo la lettera del suo padre spirituale(?) un domenicano(?) poiché tutto era pronto per il monastero e gli disse "no, quel monastero no"
    Kiko rispose al priore che NO, non sarebbe entrato (in zona cesarini)
    Kiko dice che se fosse entrato il Cammino non sarebbe mai nato...
    ....mentre pronuncia queste parole, il volto dei neocatecumeni diventano lividi per la paura!
    Che gran rischio hanno corso!
    Che sarebbe stato di loro se Kiko non avesse fatto discernimento del discernimento di un tal padre Royo, a sua volta vagliato da un padre domenicano e dopo interpello del priore del monastero. Se Kiko non avesse da solo deciso dove soffiava lo "spirito del cammino"

    Pax


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusate ho dimenticato di chiudere le ultime due frasi con due bei punti di domanda:

      ?

      ?

      Sono una gran distratta.qq

      Elimina
  20. E cosa dire del penultimo trafiletto riportato nel post sull'Arte Sacra Occidentale vs. quella Orientale?
    Ci risparmia una conferenza, El Kiko! Una conferenza, fatta da Arguello? Da sganasciarsi dalle risate!
    Detto questo. Molto pacatamente. Impossibile in così poche frasi riuscire a raccogliere tante castronerie da lasciare senza fiato chi legge che passa i primi dieci minuti a bocca aperta a ripetersi: ma ci vedo bene?
    Kiko è un uomo privo di sentimenti, più volte lo abbiamo ribadito, e non è un complimento! Sia Carmen che lui sempre ostentavano "libertà affettiva" ma in realtà erano due "senza cuore". In mille circostanze lo hanno dimostrato specie col loro disprezzo (molto malcelato) per le persone più fragili e vulnerabili, loro bersagli preferiti.
    Ora Kiko saprebbe fare una conferenza sul simbolismo delle icone Orientali teologico- sacramentale contro la deriva sentimentalistica e devozionale dell'arte Occidentale, in particolare del Rinascimento.
    È un bel po' che El Kiko va ripetendo queste bestialità (per non chiamarle in altro modo). Ma dico io, possibile che tra quei quattro cialtroni che lo attorniano neanche uno gli abbia spiegato che parla come un ciuccio? Io gli direi di più. Qui non è solo problema di ignoranza. Qui, come dicevo, siamo difronte ad una persona insensibile, con turbe affettive serie, a mio avviso. Qualcuno potrebbe dirmi: come osi, nullità?! Ebbene, oso. Kiko ha scrutato il mondo intero. Parla in pubblico inviato dallo "spirito del cammino" e noi non possiamo scrutare lui?
    Gli chiederei:
    Kiko, che rapporto avevi con tuo padre? Soprattutto, che rapporto hai avuto con tua madre? E con i tuoi fratelli? Da piccolo e adolescente hai avuto amici? Che rapporto avevi con i tuoi alunni quando insegnavi? Ecc. Fino a Carmen e Padre Mario.
    Hai scritto un diario di bordo come Kerigma e Annotaciones è in esso parli SOLO e SEMPRE di te stesso.
    Che c'entra?
    C'entra sì. Kiko non sa cosa è l'emozione profonda davanti ad una "opera d'arte".
    Egli dal malato patologico che è si emoziona solo per SE STESSO è per ciò che lo raffigura.

    Pax

    RispondiElimina
  21. Scusate per qualche accento di troppo da correttore automatico nel precedente commento.

    Il thred inizia e termina così, giustamente, perché questa è la perfetta "icona" di Kiko -io-io-io.

    Noi stiamo ricostruendo la Chiesa e la Chiesa non può prescindere da noi.
    Sarebbe un errore enorme. Possono farlo ma sarebbe un errore, perché sarebbe opporsi all'opera del Signore.
    Io sono un'opera del Signore.
    Parlo qui mosso dallo Spirito del Signore, come tutto ciò che ho fatto è stato per l'azione dello Spirito Santo.

    Eccolo qui, perfettamente dipinto nel suo ennesimo "Autoritratto".
    Merita di essere messo sotto giudizio, non gli spetta la minima attenuante.

    Pax

    RispondiElimina
  22. Sempre le stesse cose, come non si annoino non si sa...

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.