giovedì 25 agosto 2022

Tre angeli per cento piazze luterane

Uno dei testi consigliati per le catechesi da farsi nelle 100 piazze neocatecumenali è quella dei Tre Angeli, un testo, tratto da una allocuzione fatta da Kiko Argüello  nel 2012 presso l'abbazia di Sora, ritenuto così  importante da essere pubblicato nel libro di Kiko Argüello  "Il kerigma nelle baracche" ad integrazione del racconto autobiografico della permanenza nelle Palomeras, baracche di Madrid, alla quale viene fatta risalire la fondazione stessa del Cammino neocatecumenale.

Riteniamo opportuno  riproporre questo testo, citandone alcuni passi e avvalendoci del commento a suo tempo fatto da un sacerdote di cui consigliamo la lettura integrale a questo link.

Per differenziare le varie parti, metteremo dei titoletti sottolineati e i nostri commenti in corsivo.


Ciò che ci interessa porre in rilievo è come, attraverso questa catechesi denominata dei Tre Angeli, i catechisti neocatecumenali, notoriamente poco preparati teologicamente, rischino di trasmettere nelle cento piazze un messaggio protestantizzato pensando di evangelizzare al cattolicesimo.

Kiko infatti attesta di sua sponte che è stata sua ferma intenzione di cercare punti di incontro fra la liturgia protestante e quella cattolica e che per lui è stato molto importante il periodo in cui ha studiato l’arte con i vertici del luteranesimo finlandese, francese e tedesco. Questa è l’estrazione culturale teologica e liturgica di Kiko e di chi lo segue e contraddistingue il cammino tragicamente ancora oggi.

Lo stile: da telepredicatore apocalittico

Anche il modo di predicare tradisce una impostazione protestante.

A Kiko piace la disputa, piace parlare di Gesù ai poveri, senza avere alcuna formazione e quindi alcuna idea di ciò che stia dicendo. “Aprivo la scrittura e predicavo il Vangelo”, così alla luterana, senza mandato, con il libero esame della Scrittura, come se non fosse scritto nella lettera di san Pietro che le Scritture non devono essere soggette a libera e privata interpretazione. 

Di solito la padronanza della dottrina dell’analogia – meglio detta la capacità di saper fare esempi efficaci e calzanti – è sicura garanzia di intelligenza brillante, dimostra sicura dottrina, e che chi le fa padroneggia l’argomento. Non è il caso di Kiko. 

Nel suo “annunciare il kerygma” manca di chiarezza, spesso incorre nell’ambiguità, quasi sempre manca di prudenza e di tatto, perché decine e decine di minuti del suo passionale eloquio e del suo scritto consistono in narrazione di situazioni di peccati altrui: questo comporta immettere ulteriore malizia nell’eventuale innocente ascoltatore e nel propagare gli scandali. 

E giù racconti di sodomìa, corna, stupri e rincara la dose dicendo: è tutto vero eh! Questo significa non solo non aver visto neanche il colore di un libro di etica o di teologia morale, ma anche essere privo di ragione sapienziale e di buon senso.
La sua inadeguatezza culturale non lo ferma, perché lui per tutto il libro osa pontificare su temi a lui sconosciuti di teologia trinitaria, di metafisica, sull’essere, sul peccato originale.

Naturalmente, visto che questo è il testo considerato esemplare da proporre nelle campagne evangelizzatrici delle 100 piazze, vien da sé che la predicazione dei neocatecumenali in tali occasioni sarà altrettanto ambigua, inesatta, fuorviante per chi li ascolta e pensa che si tratti, per quanto semplificata, di dottrina della Chiesa.

Miracolismo anteposto alla fede

Altro aspetto da telepredicatore protestante: la convinzione che il miracolo preceda e provochi la fede. Sappiamo che di questo Kiko è  sempre stato convinto, al punto da aver progettato di fare miracoli, senza poi arrivare al dunque perché "non ce ne era stato bisogno".

A pagina 87 Kiko ritiene che per “predisporre gli atei all’ascolto e quindi poi alla fede si fa appello al miracolo” capovolgendo la norma evangelica che il miracolo presuppone la fede, infatti al miracolo si crede per fede. 

Ricordiamoci di Epulone a cui viene risposto: “Neanche se un morto risuscitasse crederebbe…” L’opposto di ciò che dice Kiko. Non esiste modo più collaudato di farsi prendere in giro dai non credenti: parlar loro di miracoli. 

Svalutazione  della Chiesa e del sacerdozio cattolico

La Chiesa proposta da Kiko, e quindi dai catechisti  neocatecumenali  nelle 100 piazze, è una Chiesa orizzontale, che si regge sul sacerdozio universale sottostimando e disprezzando quello ministeriale, esattamente come Lutero che riconosceva solo l'origine divina del sacerdozio battesimale, quello comune, e non di quello ministeriale, istituito da Cristo nell'ultima Cena.

Kiko ritiene che per convertirsi è necessario esperire l’amore fra i battezzati, allora uno chiede il battesimo. Non farebbe una piega se non fosse che tutto ciò lo intenderebbe in modo esclusivo, cioè bandendo i preti, i simboli religiosi, e la chiesa, a cui l’uomo contemporaneo non crede più. 

Se avesse fatto teologia, o almeno fatto catechismo seriamente, saprebbe che non c’è battesimo senza Chiesa, senza simbolo, e senza prete.

Volontarismo luterano

Nel Cammino più  che una fede, si propugna un fideismo, fin dall'inizio, che procede con atti di volontà che superano ed ignorano la ragione, esclusivamente accettando uno schema che li impone come necessari e voluti da Dio. Chi pretende di sottoporre all'esame della ragione questi atti (come la vendita dei beni, il sottoporsi a scrutini che ledono privacy e foro interno, andare per le case come novelli Testimoni di Geova, dare la precedenza assoluta alle pratiche e necessità del Cammino rispetto ai propri doveri di stato eccetera) viene considerato di volta in volta un incredulo, un pagano, uno schiavo di mammona, un bigotto, un irriconoscente verso Dio che lo avrebbe eletto tramite il Cammino neocatecumenale.

Manca nel cammino la parte catechetica in cui si nutre questa fede… qualora ci fosse. Il Kerygma, come lo chiamano loro, attiva la fede, la dona con l’ascolto ma poi va protetta, nutrita, l’anima va portata a perfezione ognuno secondo i propri carismi, ma questo è il dispositivo che manca, in quanto sono strumenti che mancano all’iniziatore. Che tradisce il suo volontarismo luterano in ogni minimo dettaglio del suo eloquio: “Il Signore non ha permesso di sposarmi”… casomai tu hai deciso di “non farlo…”

Misoginia e forzatura vocazionale

Il modo di considerare il peccato e la donna, da parte dell’iniziatore, si ripercuotono sul cammino stesso. Équipe e catechisti itineranti fanno guerra psicologica ai giovani etichettandoli come falliti se non si sposano o non si fanno preti, ma sono in contraddizione: i catechisti itineranti sono né preti né coniugi con un esperienza di vita molto distante da quella di una coppia o di un sacerdote, non sono credibili né autorevoli in nessuno dei due contesti.

Eresia fideista

Il fideismo che viene richiesto fin dall'inizio per attuare una sequenza di scelte personali e familiari secondo una rigida scaletta, prevedendo "punizioni" se non ci si attiene ad essa, viene applicato anche allo stesso modo in cui ci si approccia ai dogmi di fede, escludendo per essi il vaglio della ragione.  Naturalmente i dogmi vengono rivisitati secondo la "teologia" kikiana, spesso svuotati dall'interno, come la visione stessa delle realtà ultime, il giudizio particolare, che consiste in una promozione a pieni voti se si è  camminato e nel Purgatorio se si è  "fatto male" il Cammino, la santità della Chiesa, limitata storicamente al periodo pre Costantino e post Concilio Vaticano Ii, gli stessi dogmi mariani, i più  invisi ai protestanti e ai filo-protestanti, in particolare l'assunzione al cielo della Vergine equiparata alla morte del buon catecumeno.

A pagina 94 dopo un groviglio di affermazioni contraddittorie si configura formalmente l’eresia fideista contro il Vaticano I che dice il dogma è razionale e ragionevole pertanto va creduto. “Credere che Gesù è il Signore –attesta Kiko– non è una verità razionale”, e ribadisce che non è una questione razionale. Ecco come si corrompe il popolo di Dio. In lingua italiana una cosa "non razionale" è irragionevole, e ciò che è irragionevole è sciocco e non è da credersi.
Al modo luterano Kiko esclude il vaglio della ragione al contenuto di fede. 

Libero esame della Scrittura e ricerca della felicità

L'esame della catechesi dei Tre Angeli di Kiko, rivela una pratica protestante che è il libero esame della Scrittura e svela anche i motivi della profonda "tristezza" che permea il Cammino: la ricerca della felicità infatti viene considerata, in nuce, peccaminosa, proprio per una personale e libera interpretazione kikiana delle frasi di San Paolo.

Ce n’è per tutti i gusti: a pagina 97 dà un esempio di libero esame della Scrittura, altra eresia. “Cristo è morto per tutti perché non vivano per se stessi”: allora cosa è vivere per se stessi? Kiko dice: “vivere per se stessi è cercare la propria felicità e questa è una cosa grave... un ragazzo va all’università cerca il lavoro e una ragazza e questo è un male grave, perché è causa del peccato originale”. 

Kiko confonde la concupiscenza della carne con la felicità. San Paolo non intende affatto questo; vivere per se stessi è vivere egoisticamente secondo la carne che fa guerra allo spirito, cioè un uomo con un solo orizzonte immanente. Antropologicamente il dire che la ricerca della felicità è un male è una boiata. E tutta la catechesi di Kiko è fondata su questa sua opinione.

Eresia del "sola Grazia" e svalutazione della volontà umana

Il battesimo, per Kiko come per una certa predicazione protestante, deve essere consapevole (quindi fatto da adulti, così  come il suo battesimo bis al Giordano).

Inoltre il Sacramento perde di validità se non viene continuamente rinverdito dalla predicazione neocatecumenale.


A pagina 103 mette in bocca a San Giovanni Paolo II: “se un battezzato lascia di praticare e decide di essere lui a dirigere la propria vita, il suo battesimo rimane come morto”. Io penso che mai e in nessun caso Wojtyła avrebbe detto una cosa simile. Bugiardo! Non dice questo. (cfr. Catechesi sul battesimo, Angelus del 3/3/2002) Di quella frase è evidente la paternità esclusiva kikiana, in quanto è ragionevole ritenere che Kiko pensi che un battezzato praticante non decida della propria vita, riappare l’eresia volontarista di Lutero: “sola grazia”.

Un passaggio palesemente giustapposto nello stile e nel contenuto con tanto di citazione del CCC 406 è a pagina 106: “Noi non siamo protestanti, il peccato originale non ha distrutto interamente la natura umana”. Ah! Allora l’hai studiata la teologia, Kiko, o no? Oppure te l’hanno fatto aggiungere come una pezza peggiore del buco? A casa mia si dice excusatio non petita, accusatio manifesta! Il peccato ha come ricompensa l’inferno, alta escatologia.
 

Non tutti gli uomini sono figli di Dio?

Andiamo avanti, io non so se se le inventa la notte: pagina 109, “Non tutti gli uomini sono figli di Dio. Tutti sono creature divine.” Una baggianata più grossa dell’altra, forse che alcuni hanno una natura umana diversa dagli altri? Tutti gli uomini sono figli di Dio, i Cristiani godono una 'figliolanza speciale' per i meriti che Cristo ci ha guadagnato con la sua morte e resurrezione. Ci sono diversi tipi di figliolanza, ma tutti siamo figli di Dio. Kiko è specialista di bestemmie logiche e di contraddizioni semantiche come questa. Una cosa o è divina o è creata, non si dà un terzo. Dire creatura divina in teologia in una catechesi a migliaia di persone, è come dire “rutto elegante” o “acqua asciutta”. Una contraddizione in termini in cui Kiko non incorrerebbe se avesse studiato almeno il catechismo. Ma lui si ostina a parlare di cose che non sa con noiosa pertinacia e con dissacrante superficialità.

Ruolo del credente nella società

Sulla questione politica e sociale, della giustizia sociale, Kiko ha le posizioni delle sette protestanti pentecostali e dei testimoni di Geova: il mondo e la politica sono del diavolo, principe di questo mondo, qui vince sempre il demonio, nazismo, comunismo, ateismo. Così certifica la sua ignoranza vergognosa della storia della chiesa e del monumentale e poderoso magistero di Giovanni Paolo II sulla dottrina sociale e di come la Chiesa, sia sempre stata in 2000 anni paladina della giustizia sociale, basti citare Montesinos, De Vitoria, Las Casas, studiosi dello Ius gentium dell’Aquinate e questi vengono prima di Marx. Per non parlare della Rerum Novarum e di tutto ciò che è seguito, fino ad Aldo Moro. Ma questo è arabo per Kiko e i suo catechisti. Caro Kiko, un cattolico è tenuto a scendere in politica e può fare la differenza e ciò è lodevole.

Dio ti ama così come sei... perciò, non cambiare!

Prepariamoci alla castroneria più grossa del libro che metterei in grassetto. È un po’ come un pilota di formula uno che confonde un rettifilo con un curva, uno che in teologia confonde natura divina con grazia. “Il battesimo conferisce la natura divina”. 

Kiko mostra disprezzo e nausea per la devozione popolare, compresa quella eucaristica, e per il Santo Rosario. Un’accozzaglia di termini Kikiani “catechesi seria”, “Kenosis”, “esperienza di morte ontica”... 40 anni che tutti quelli usciti da questa catena di montaggio parlano con questi termini bizzarri, a parte questo, non è rara nella sua foga la tendenza ad essere pericolosamente ambiguo su argomenti delicatissimi di fede e morale. “Per amarti Dio non ha bisogno che tu sia buono che lasci la tua amante.” Adesso, chi ha studiato 10 anni di filosofia e di teologia ed è “del mestiere”, sa che probabilmente - e speriamo voglia dire - che Dio ci ama per primo con i nostri peccati… Sì, ma detto ai poveri delle favelas, alla gente che non è “del mestiere” potrebbe suonare come: “continua ad andare a letto con la tua concubina, che tanto Dio ti ama così come sei”. Un po’ come il volemose bene e l’ammore che trionfa su tutto che serpeggiano nella Chiesa oggi.

Ovviamente nei suoi sproloqui non esiste la differenza fra peccato mortale o veniale o peccati diversi da quelli sessuali: per Kiko son tutti sessuali e mortali.

Kiko vuole evangelizzare chi è già devoto

Giù ancora con l’antropologia Kikiana secondo cui la ricerca del bene e della felicità è un male. Quando sappiamo tutti quelli che hanno l’Aquinate per maestro che è una costante antropologica, naturale, l’uomo tende al bene per natura, ma no, per lui è qualcosa che lo tiranneggia che lo schiavizza: antropologia luterana. Esempi stucchevoli sulle prostitute di Roma, sulle carceri -spot per Pannella - e poi rivolgendosi ai coniugi, lui che non è sposato e non sa cosa sia la teologia, dice: “Lo Spirito Santo ti aiuta a lavare i piatti”. Andiamo avanti nell’estenuante lettura qui Kiko dice dove sarebbe il caso evangelizzare, nelle zone dove c’è forte devozione popolare cioè dove hanno già la fede e nelle zone secolarizzate. Allora ha l’intenzione di sostituire col cammino la devozione popolare? Il Kerygma non è da annunciare a chi ha già la fede, lì devi catechizzare e formare le coscienze, cose che i neokatekikos non sono in grado di fare perché ignoranti.

Come i protestanti, non ama le immagini e le opere d'arte che ispirano devozione; vuole smantellare i simboli della fede cattolica.

Secondo Kiko non si può evangelizzare attraverso simboli religiosi di fede cristiana come una cattedrale, perché i non credenti hanno pregiudizi. È ignominioso, detto da un sedicente artista, disprezzare le cattedrali medievali. Ci vogliono nuovi segni che tocchino l’uomo moderno, dice Kiko, dunque smantelliamo i simboli del cattolicesimo: ecco perché vogliono celebrare al modo loro e mai in chiesa. Dov’è finito lo spirito di cortile dei gentili di cui si fregiava poco fa? Ci adattiamo ai peccatori e ai pagani rinunciando ai nostri simboli per far contenti i lontani. Non sa Kiko che il vero stile del cortile dei gentili è dialogare di fede con l’ausilio della ragione, come la chiesa insegna da 2000 anni. Come lui vuole dialogare smantellando la propria identità cattolica e simboli cattolici si chiama luteranizzazione, oppure sottomissione, che in arabo si pronuncia islam.

Presenza reale e unico altare (non tre)

L’altare poi è uno e non tre come lui attesta, anzi dice “l’altare è l’eucaristia” (sic). L’eucaristia è un sacramento e non è un altare. Il corpo di Cristo e Dio stesso e non è “divinizzato” come dice lui, da qui si coglie la confusione che ha sulla presenza reale. L’altare è alter Christus nel senso che è Cristo stesso, ed è uno non possono essere tre. L’altare, solo per analogia è croce e trono. Nella tradizione cristiana non esistono che il talamo e l’altare. E l’altare, poi, non è tavola dove si mangia. Né la mensa della famiglia, né il talamo degli sposi è consacrato dal vescovo, e l’altare viene baciato prima di usarlo perché contiene le reliquie dei santi martiri, caro Kiko, solo l’unico altare lo è.

Dire che gli altari sono tre, equivale togliere sacralità all'unico altare.



La domanda è: quanto hanno influito su Kiko gli studi di liturgia fatti dalla scuola ereticale luterana? 

E quanti di questi insegnamenti eterodossi passano nelle 100 piazze visto che questa catechesi viene data come riferimento per la predica laica che il catechista di turno espone ai passanti?

113 commenti:

  1. Risposte
    1. Piccolo promemoria per i fedeli cattolici.

      Kiko ha sempre avuto velleità (ma mai talento) da "artista", come del resto tutti i dittatori e criminali di guerra.

      Nella sua "arte sacra", però, non intende né glorificare Dio, né suscitare la fede cattolica, ma solo affermare sé stesso (basterebbe già questo a considerare blasfemo e idolatrico l'adoperare per la preghiera o la liturgia qualcosa della sua produzione "artistica"). Kiko è al centro di tutto, Kiko è al centro delle "opere" di Kiko, e per i kikolatri Kiko è il centro assoluto e indispensabile (vedi ad esempio il sindacalista che dice che i canti di Kiko sarebbero "meglio del canto gregoriano"; ed infatti nei seminari neocatecumenali viene letteralmente "violentato il gregoriano").

      Un neocatekiko, in qualità di idolatra, non riesce proprio a pregare (o partecipare ad un qualsiasi gesto cattolico, dalla liturgia a una semplice processione religiosa) senza tentare a tutti i costi di infilarci qualcosa del kikismo-carmenismo. La diocesi organizza un pellegrinaggio ad un santuario mariano? Un manipolo di kikolatri - o anche un solo kikolatra tra tutti i partecipanti - esigerà che si canti una canzonetta kikiana, e se non ci riesce farà sfoggio di una "kikona", anche solo come decorazione della fascetta reggichitarra o del copri-Bibbia da esibire per sembrare più cristiano dei "cristiani della domenica".

      I kikolatri si riempiono la bocca del nome del Signore, esalano versetti biblici più frequentemente di altre esalazioni, ma non riescono a non mettere in mezzo Kiko, Carmen, il Cammino. Proprio non ci riescono. È più forte di loro. È una vera e propria fede religiosa nel kikismo-carmenismo-camminismo, malamente spacciata per fede "cristiana", fede "adulta", fede "cattolica".

      Cioè, capite?, quando parlate con i kikolatri non state parlando con dei cristiani che vorrebbero aumentare la loro fede cristiana, ma con dei kikolatri che vogliono aumentare la loro fede kikista-carmenista-camminista.

      Il fatto che tra voi e loro volino parole del lessico cristiano non implica che state parlando delle stesse cose. Per loro, per esempio, "evangelizzare" non significa portare il Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo nelle modalità consentiteci dalla Chiesa e dalle nostre capacità personali, ma significa portare un'interpretazione kikiana-carmeniana intesa solo a guadagnare nuovi adepti alla loro setta eretica. E quindi, necessariamente, adopereranno forse (e raramente) un'immaginetta di padre Pio come esca, per poi schiaffarvi gli orridi autoritratti kikiani (in cui rappresenta sé stesso sotto le sembianze del Redentore) e tutto il set di gadget, gergo, ammennicoli e attività tipiche del neocatecumenalismo.

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    2. In sostanza Il CCC è nemico del Cammino, ahinoi, ahinoi........................................................................

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  2. Figli di Dio non si nasce. Si diventa di Ignace de la Potterie Estratto
    “Già Erik Peterson, il famoso studioso tedesco convertitosi al cattolicesimo dal luteranesimo, nel suo saggio del 1933 Die Kirche aus Juden und Heiden (La Chiesa composta da Giudei e da Gentili), commentando i capitoli 9-11 della Lettera di san Paolo ai Romani, spiegava che non può esserci un cristianesimo ridotto all’ordine meramente naturale, in cui gli effetti della redenzione operata da Gesù Cristo verrebbero trasmessi geneticamente, per via ereditaria, a ogni uomo, per il solo criterio di condividere con il Verbo incarnato la natura umana. La figliolanza divina non è l’esito automatico garantito dall’appartenenza al genere umano. La figliolanza divina è sempre un dono gratuito della grazia, non può prescindere dalla grazia donata gratuitamente nel battesimo e riconosciuta e accolta nella fede. Un brano di san Leone Magno, letto nella liturgia dell’Avvento, chiarisce con precisione il rapporto tra l’incarnazione e il battesimo: «Se colui, che è il solo libero dal peccato, non avesse unito a sé la nostra natura umana, tutta quanta la natura umana sarebbe rimasta prigioniera sotto il giogo del diavolo. Noi non avremmo potuto aver parte alla vittoria gloriosa di lui se la vittoria fosse stata riportata fuori della nostra natura. A causa di questa mirabile partecipazione alla nostra natura rifulse per noi il sacramento della rigenerazione, perché, in virtù dello stesso Spirito per opera del quale fu generato e nacque Cristo, anche noi, che siamo nati dalla concupiscenza della carne, nascessimo di nuovo di nascita spirituale». E sant’Agostino nel De civitate Dei scrive: «La natura corrotta dal peccato genera perciò i cittadini della città terrena, mentre la grazia che libera la natura dal peccato genera i cittadini della città celeste. Perciò i primi sono chiamati vasi d’ira; gli altri sono chiamati vasi di misericordia. Se ne ha un simbolo anche nei due figli di Abramo. L’uno, Ismaele, nacque secondo la carne dalla schiava Agar, l’altro, Isacco, nacque secondo la promessa da Sara, che era libera. Entrambi sono stirpe di Abramo, ma un rapporto puramente naturale ha fatto nascere il primo, invece la promessa che è segno della grazia ha donato il secondo. Nel primo caso si rivela un comportamento umano, nel secondo caso si rivela la grazia di Dio». Basta tornare al Nuovo Testamento e al modo in cui san Giovanni, il discepolo prediletto, descrive la figliolanza divina, per mostrare come tale figliolanza non è un immediato possesso naturale ma sempre un dono gratuito che il Signore elargisce a chi sceglie, e che si accoglie nella fede («Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi», Gv 15, 16). Sono soprattutto tre i testi di Giovanni che trattano della figliolanza divina promessa da Gesù e sperimentata dal cristiano: un versetto del Prologo (Gv 1, 12) che parla del nostro potere di diventare figli di Dio; la prima parte del dialogo con Nicodemo (Gv 3, 1-8), che descrive tutto ciò che compie lo Spirito Santo in noi per realizzare la nostra generazione e la nostra nascita come figli di Dio; infine due passi della prima Lettera (1 Gv 3, 6-9; 1 Gv 5, 18-19), dove vengono descritti gli effetti spirituali e morali nella vita concreta del cristiano, quando egli vive la sua divina figliolanza e diventa così “impeccabile”. Per l’argomento che stiamo trattando, sono significativi soprattutto i primi due passi sopra citati.
    Nel Prologo (Gv 1, 12-14), Giovanni scrive: «A quanti lo accolsero, diede il potere di divenire figli di Dio, a coloro [cioè] che credono nel suo nome: [il nome di colui che] [...] da Dio è stato generato [egennete]. Sì, la Parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria, la gloria dell’unigenito [monogenous] venuto da presso il Padre [parà Patros], pieno della grazia della verità».

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    1. In altre parole, de la Potterie è un nemico del Cammino....................................................................

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  3. È importante notare in questo brano del Prologo innanzitutto l’uso del verbo divenire (ginestai), sul quale i commentari non dicono quasi niente. Proprio questa scelta linguistica testimonia come intende Giovanni la figliolanza divina: FIGLI DI DUIO SI DIVENTA, non si è ab initio solo in virtù della propria natura umana. La figliolanza divina non è un dato acquisito a priori, un possesso statico, implicito nella propria nascita naturale. Si diventa figli di Dio – come Gesù dice nel dialogo con Nicodemo – quando si è «generati dall’alto», cioè quando si è «generati dall’acqua e dallo Spirito». E ciò accade quando un avvenimento, il battesimo e la fede ci introducono in una nuova dinamica dell’essere, e mettono un dinamismo nuovo nella nostra esistenza. Questo tesoro fa di tutta la vita un cammino, un progredire, sempre preceduti e accompagnati da quei fatti di grazia operati dal Signore che tornano a sorprendere il cuore nutrendo così la fede. Insomma la figliolanza divina non è un marchio metafisico impresso nel destino di ognuno, lo sappia o non lo sappia, lo voglia o non lo voglia. È piuttosto un dono che si riconosce e si accoglie nella fede. Che interpella la nostra libertà, tanto che Dio stesso, secondo l’immagine stupenda di san Bernardo, ha atteso con n’espressione che troviamo più volte in Giovanni: la vera fede consiste nel «credere nel nome del Figlio unigenito di Dio» (Gv 3, 18). Ne segue che la nostra figliolanza non può che essere una partecipazione alla figliolanza di colui che si è manifestato tra noi come «il Figlio unigenito venuto da presso il Padre». Questo potere di diventare figli di Dio, questa fede sorge, rimane e cresce come accadde alla fede dei primi discepoli. Proprio ciò che è accaduto ai primi discepoli resta per sempre l’esperienza paradigmatica di come si diventa figli di Dio. Perché la stessa presenza, che ha suscitato la fede nei primi che ha scelto, continua a operare nel presente, così da stupire e destare la fede anche oggi nel cuore degli uomini che il Padre gli dà (cfr. Gv 17, 2). “

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    1. In altre parole : uomini si nasce, camminanti si diventa........................................................................

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  4. È sempre bello leggere Ignace de la Potterie, e quanto scrive sull'essere figli di Dio come partecipazione alla Sua divinità non fa che confermare quanto brevemente scritto nell articolo. "La figliolanza divina non è un marchio metafisico impresso nel destino di ognuno, lo sappia o non lo sappia, lo voglia o non lo voglia. È piuttosto un dono che si riconosce e si accoglie nella fede. Che interpella la nostra libertà".
    E non come nel discorso di Kiko, che si perita di affermare che ci sono uomini che non sono figli di Dio, come se l'umanità fosse divisa in due razze, mentre sappiamo che Adamo stesso viene chiamato nella Scrittura "figlio di Dio".
    Kiko infatti sostiene che il cristiano ha una diversa natura, mentre, per dirla con il teologo Domenicano padre Angelo Bellon
    "Essere figli di Dio e coeredi di Cristo non vuol dire che la natura dell’uomo sia cambiata e sia diventata come quella di Dio.
    La nostra natura rimane sempre quella umana. Rimaniamo uomini.
    Ma siamo resi partecipi della vita di Dio.
    Pertanto non diventiamo Dio.
    Rimaniamo uomini che diventano partecipi della natura divina.
    Se mi passi un paragone: il ferro che viene messo dentro il fuoco rimane ferro.
    Ma diventa ardente come il fuoco e cioè è reso partecipe della natura del fuoco. Rimane tuttavia ferro."

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  5. Per quanti riguarda il miracolismo di Kiko cito quanto raccontato da lui:
    "Quando vedemmo che non accettavano la nostra predicazione, arrivammo a pensare che avevamo bisogno che il Signore ci facesse fare miracoli. Là c'era un paralitico ed eravamo pronti a dirgli: in nome di Gesù Cristo io ti dico: alzati perchè tutti costoro restino confusi, dato che nessuno crede alla nostra predicazione.
    E così avremmo fatto, perchè Gesù ha detto: andate a risanare gli infermi. Gesù ha dato potere agli apostoli per guarire gli infermi. »
    Ebbene, colpo di scena: Kiko e compagni stavano per compiere un miracolo di quelli veri. C'era lì un paralitico, del tutto ignaro del fatto che intendevano guarirlo, e lo avrebbero fatto per puro dispetto perché chi li criticava e non credeva alla loro predicazione "restasse confuso".
    «...Ma il miracolo fisico non fu necessario perchè, grazie a Dio, un piccolo gruppo di quelli che ascoltavano credette alla nostra predicazione. »
    Ricordiamoci che quelli che avrebbero dovuto "credere nella predicazione" di Kiko erano cattolici credenti e praticanti e probabilmente più a conoscenza di altri della dottrina cattolica, al punto di sgamare l'eterodossia neocatecumenale. Per "convertire" costoro Kiko avrebbe voluto fare miracoli! Peccato che non ci abbia provato...

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    1. Anche perchè se il paralitico si alzava veramente, i nemici di Kiko avrebbero detto che era un falso paralitico che si era messo d'accordo con Kiko per far credere che Kiko ha fatto il miracolo. O noooo???????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????

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    2. Perché, Puntini, secondo te Mario non si prestava ad inscenare un finto miracolo? Se si è prestato a fare il presbitero approvante.............................................................................................................................................................. (se permetti)

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    3. Ma quando mai, Kiko è meglio...................................................................................................................

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  6. Pietro non del Cammino25 agosto 2022 alle ore 15:57

    Kiko, smantellando l'arte sacra, sembra voler smatellare tutti i simboli della Chiesa, per smantellarne la Tradizione e, perciò, per smatellare la Chiesa stessa.
    In questo è simile a quegli occidentali che detestano l'Occidente prendendo a pretesto i suoi errori (spesso innegabili), per smantellarne i valori che sono scaturiti dalla cultura e dalla tradizione cristiana, come dimostra la propaganda ideologica LGBT, tanto che oggi bisogna spostarsi un po' a oriente per veder difese le tradizioni dell'Occidente.
    Come i nemici pegiori dell'Occidente sono gli occidentali antioccidentali, così i peggiori nemici della Chiesa cattolica sono i cattolici anticattolici.

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  7. Pietro non del Cammino25 agosto 2022 alle ore 16:14

    Kiko confonde la razionalità con la mancanza di fede, esattamente come confonde la ricerca della felicità con il peccato.
    La fede non può essere irrazionale, altrimenti a cosa crederemmo?
    Distruggere la razionalità della fede è distruggere la sua dottrina.

    Un conto è dire che alla fede in Gesù non ci si arriva con la ragione perché è un dono soprannaturale che la supera, e un conto dire che la fede è irrazionale, cioè incompatibile con la ragione, cosa che è una bestialità. Un assurdo.

    Se si crede che la fede e la ragione sono incompatibili, allora tante cose assurde possono essere credute, come che Dio può fare il male, o che non si può non peccare, cioè che il male, che è finito, equivale al bene, che è infinito.

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  8. Pietro non del Cammino25 agosto 2022 alle ore 16:27

    Kiko mi ricorda il personaggio di Crozza chiamato Napalm51: "stavo per fare... il miracolo... ma...".
    Se fosse vissuto nel West forse sarebbe stato uno di quei predicatori stravaganti che si vedono nei film, oppure un berbiere-cavadenti e farmacista, che vendeva qualche intruglio "miracoloso".

    Mi piacerebbe sottoporlo alla macchina della verità per sapere cosa realmente pensa della Chiesa.
    Da quello che appare dalla sua sconcertante "predicazione" è una critica continua, ma lui si dice cattolico... e viene tollerato.
    Ma il vantaggio della macchina della verità è che là non può predicare, e neanche fare domande, ma può solo rispondere...
    Temo che il suo vero pensiero e il disprezzo verso la Chiesa sarebbero una grossa sorpresa per tanti camminanti in buona fede.

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  9. La supremazia del giudizio privato nella interpretazione della Sacra Scrittura è un principio contagioso e catastrofico. Non vi è 'catecumeno' che non sia caduto in questa tragica impresa. Tra mille celebrazioni il peccato non può che venir reiterato, inoltre davanti ad un pubblico coinvolto e credulone. Per non parlare delle superstiziose fobie kikiane nascenti dall'apertura casalinga della Bibbia, un momento che pretende una traduzione autonoma dei brani (quando un brano scontenta si richiude la Bibbia e si riprova. Guai se più volte di fila capita un testo poco piacevole, ci si angoscia e spaventa) che debbono andare ad incastrarsi e adattarsi ad una propria situazione personale. Un'apertura casuale che in verità è uno squarcio nell'animo. Essa, per come Kiko ha impostato la pratica, deprime sino a condizionare pensieri e azioni.
    Era scura in volto e possedeva una voce grave la donna che durante una celebrazione affermò di sentirsi male perchè dubitava dell'amore di Dio. A quanto capii durante la giornata aprì la Bibbia e si sconsolò perché i brani rivelati sembravano l'assegnazione di una disgrazia, una sensazione fomentata dalla piega che prese l'eucarestia. Lei percepì ogni scritto Sacro come un attacco alla sua vita e si sgomentò. Ricordo che ebbe una sorta di crisi e che mentre la celebrazione proseguiva fu condotta fuori da due 'sorelle' affinché si tranquillizzasse.

    Nel movimento nc l'unica autorità riconosciuta è quella di Kiko, di conseguenza quella dei catechisti. Kiko si è attribuita un'autorità tanto esagerata da sostenere (nel suo direttorio catechetico): “Ubbidite ai vostri catechisti; Chi dice di no ad un catechista, dice di no a Dio!”.
    Egli non può sentire né sopportare niente che sia contrario a ciò che insegna, per questo necessita di perseveranti verifiche riguardanti la fedeltà dei suoi sottoposti. Ciò avviene durante i passaggi e altri svariati e innumerevoli momenti di indagine.
    Fu Kiko ad affermare: "Il Cammino ha la capacità di formare un figlio di Dio...(che ha un "cordone ombelicale che è la obbedienza al catechista")

    Certo, per Kiko gli unici a meritare d'esser riconosciuti come figli di Dio sono i praticanti del cammino. I prediletti! Coloro che hanno assunto come capo e idolo proprio lui.
    E che contraddizione, dato che in contemporanea annunciano d'esser figli del diavolo ("i peccati sono imprescindibili, siamo tutti figli del demonio!" questa la filosofia che mi espresse un sacerdote anziano appartenente al cammino dagli albori della sua vocazione). È delirante oltre che superbo. Kiko sentenzia gravemente contro tutti i fedeli della Chiesa di Roma estranei alla sua setta.

    Chiare e risolutive d'ogni dubbio sono le due prime risposte del Catechismo maggiore di san Pio X: «Siete voi cristiano? Sì, io sono cristiano per grazia di Dio. Perché dite voi: per grazia di Dio? Io dico: per grazia di Dio, perché l’essere cristiano è un dono tutto gratuito di Dio, che noi non abbiamo potuto meritare»
    La figliolanza divina è sempre un dono gratuito della grazia, non può prescindere dalla grazia donata gratuitamente nel battesimo e riconosciuta e accolta nella fede.

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    1. Mi colpisce quanto hai raccontato di quella donna che si sentiva perseguitata dall'apertura a caso della Bibbia.
      È una pratica che non approvo, e sant'Agostino, che viene scomodato per difendere questa usanza, ebbe una vera e propria ispirazione divina, "tolle, lege", non ne faceva una specie di gioco di società come i catechisti neocatecumenali sugli autobus della GMG.
      Mi sento di dire che, pur essendo la Bibbia un libro sacro, il diavolo possa metterci la coda e far uscire passi che sembrano confermare per esempio una scelta errata o far ricredere da una decisione giusta ed opportuna.
      Oppure anche solo può creare quello stato di profondo disagio che è un modo con cui si presenta proprio Berlicche.

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    2. Come avete ragione, che spauracchio la bibliomanzia! Da non voler più aprire la Bibbia. E, già che c'ero, mai più nessun libro in generale!

      Falso Profeta e Falso Veggente FungKu, leggo fondi di caffè (senza zucchero, grazie), faccio bibliomanzia con il catalogo della co*p, solo belle notizie e tanti 3x2.

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    3. Ahhhh, è risbucato fuori FungKu con i suoi ameni interventi. Che bello....................................................

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    4. Buongiorno, sono un ex cat, ormai disintossicato da diversi anni. Vi leggo con interesse e mi ritrovo in tutte le esperienze che citate. Il cammino non gradisce le persone che pensano, riflettono, vagliano e valutano quello che gli viene detto o quello che leggono nei testi delle catechesi dei passaggi o delle convivenze di riporto. Le teste pensanti, che come me ed altri, che hanno chiesto spiegazioni o manifestato perplessità, vengono accusati di ribellione e diventano scomodi. Le migliori risposte che ho avuto: stai nell'obbedienza! altrimenti un altra risposta bellissima che ricordo: nella chiesa esiste l'arcano! .... e mi fermo quì. Avete ragione a dire che i catechisti sono idolatrati e interpellati per i più banali problemi, loro sì che hanno discernimento.... carisma. A volte alcuni, ma solo i migliori però, addirittura il dono della profezia... e non si contano le cantonate che hanno preso, altro che discernimento e dono della profezia. Ormai sono anni che li ho mollati, ne ho guadagnato in salute. So che trovo Dio in qualsiasi chiesa io vada, loro sono convinti di essere gli unici veri cristiani e che Dio esista solo nelle parrocchie catecumenali, fuori, nel mondo come lo chiamano loro, solo idoli e perdizione. Peccato non si accorgano che sono proprio loro ad adorare un idolo (Kiko) e a puntare sempre il dito sugli altri. Alla faccia del "non giudicare" ritornello di un famoso canto Kikiano ..



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    5. Puntinibus, mi puoi dare del tu, invece che parlare di me in III persona. (Del voi, anche bene). Ma vieni a trovarmi alle centopiazze, che sono in servizio, ti offro il gelato.

      Gelataio Ambulante FungKu, mi trovate alla 44-esima piazza luterana. Alla 87-esima abbiamo la succursale dello zucchero filato e ci trovate Fav, se non è in comunità. Quindi più probabile di Domenica.

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    6. Cosaaa? incontrare FAV? neanche se ce lo ordina Kiko in persona.........................................................

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    7. Puntinibus..............................................................................................................................................

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  10. Il Catechista non Neocat. (ARDVSFN)

    Confidare sempre in Dio.

    Nella nostra vita abbiamo scelto di seguire il Signore, e quindi ci siamo adoperati in questo senso, andando in chiesa e partecipando alla Santa Messa, pregando, leggendo la Parola di Dio, cercando di fare, con volontà buona, ciò che Dio ci diceva nel nostro cuore.
    Ma ad un certo punto abbiamo incontrato l’opposizione a tutto questo, cioè un’azione iniqua che cercava di farci cadere nel male, ovvero siamo stati umiliati, giudicati, maltrattati.
    Fino a quando abbiamo ricevuto questo in ambito mondano, cioè in quegli ambiti dove vi era la legge del mondo, tutto questo ci ha causato delle ferite, ma queste non sono molto profonde in quanto ci si aspettava di ricevere, diciamo così, questo trattamento, e quindi siamo andati con le difese, e il nostro cuore non ha sofferto più di tanto. Eravamo preparati a questo.
    Altra cosa è l’aver ricevuto il male lì dove non ci aspettavamo di riceverlo, in quanto credevamo che non potesse manifestarsi più di tanto. E proprio lì abbiamo ricevuto delle ferite profonde, le quali sanguinano e ci creano dei grandi dolori. Questo è accaduto perché il nostro cuore era aperto, e ci si fidava dell’ambiente, infatti era l’ambiente stesso che esercitava un’azione in tal senso, cioè si proclamava l’amore tra i fratelli, veniva spesso detto che bisognava fidarsi di alcune persone, vi era la Parola di Dio, la preghiera, si operava dentro la chiesa, e altro di simile.
    Non dico che non vi è stato del bene, questo si, ci sono state azioni buone e che hanno prodotto frutto, come l’amicizia, la fratellanza, il seguire seriamente il Signore ecc, ecc.
    Ma come il vino buono che si tramuta in aceto se non lo conservi bene ecco che il bene si è tramutato in male. Cioè abbiamo incontrato l’iniquità. Questa iniquità ha preso piede, si è allargata sempre più, fino ad arrivare ad oggi che ancora non smette la sua presenza.
    Infatti incontrammo odio, maldicenza, persecuzione, manipolazione, indifferenza, condanna, derisione, e umiliazione nella Volontà Divina.
    Tutto questo, oggi, capisco che era stato previsto da Dio, anche se la situazione rimane sempre non molto chiara, infatti non riusciamo a vedere chiaramente i disegni divini perché siamo delle sue creature e quindi non siamo il Creatore, ma ne percepiamo le pennellate, per cui affermiamo che Dio ha previsto tutto. Il Signore sapeva che l’iniquità si sarebbe manifestata con tanta forza, e ad oggi si manifesta ancora.
    ---

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    1. niente niente si allude al Cammino??????????????????????????????????????????????????????'

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  11. Il punto che mi sento ora d’affrontare è quello di inviare un messaggio a tanti che davanti a questa iniquità potrebbero avere come una certa ribellione verso Dio e la Chiesa, cioè pensare che la Chiesa, nel Papa e sottoposti, sia in accordo con quanto è stato fatto e viene fatto, e quindi se la Chiesa è d’accordo, ecco che potrebbe esserlo Dio.
    Noi a questo punto dobbiamo essere lucidi e metterci davanti al Vangelo, con umiltà e sincerità. Infatti se guardiamo al Figlio di Dio, che è Dio, ecco che troviamo delle corrispondenze, e cioè: COSA HANNO FATTO A LUI?
    L’HANNO MESSO IN CROCE!
    COSA E’ LA CROCE?
    LA CROCE E’ DISPREZZO DELLA VOLONTA’ DIVINA, CONDANNA, DERISIONE, OLTRAGGIO, DISCRIMINAZIONE, INGIUSTIZIA, ECC, ECC.
    Per cui, davanti a tutto questo, abbiamo le prove tangibili che Dio non era d’accordo e non lo è, perché è Lui che ha passato quelle cose in primo luogo, ed è proprio Lui che ci indica da che parte stiamo, ed è sempre Lui che ci dice dove sia la Volontà Divina. Ricordiamoci sempre che la Chiesa è chiamata a fare la Volontà di Dio, se una qualsiasi persona è contraria non è Chiesa in quel momento.
    Infatti la Parola di Dio ci viene in aiuto:

    La parola della croce infatti è stoltezza per quelli cha vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. 19Sta scritto infatti : Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l'intelligenza degli intelligenti.
    ---

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    1. in sostanza, Dio è nemico del Cammino....................................................................................................

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    2. @anonimo
      è quasi una bestemmia

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    3. In sostanza siete VOI che considerate Dio un nemico. Esattamente come Satana.

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  12. Concludo questo mio spunto.
    Non dobbiamo scoraggiarci e ribellarci a Dio credendo che Dio sia a favore, o sia stato, di certe cose, e non dobbiamo farci alimentare da vendette e azioni insensate, ma dobbiamo avere fiducia il Lui ed offrire queste umiliazioni per la salvezza della nostra e di altre anime. Infatti, sappiamo che Gesù chiede alle sue anime di conformarsi a Lui. Faccio un esempio terra terra: se una tovaglia è bianca, secondo voi potrebbe starci una macchia nera? No! Si nota la macchia, e quella macchia crea, diciamo così, della confusione. Così, diciamo, in Dio.
    La croce è dura da portare e sopportare, ma se ci pensiamo bene e fino in fondo, ecco che attraverso la croce riusciamo a distinguere, come se fosse in pieno giorno, il male, e tante illusioni cadono e sono cadute. Infatti si credeva, e si metteva a credere, che vi era lo Spirito Santo che agiva in certe persone infallibili, e poi abbiamo scoperto che non era così. Infatti secondo voi: lo Spirito Santo ha messo in Croce la seconda persona della Trinità?
    La risposta è scontata. Da questo capito che ha agito altro spirito, nel migliore dei casi la volontà umana, e per cui abbiamo la certezza che lo Spirito Santo non c’entra nulla, anche se si sbandiera ogni minuto.
    State sereni e in santa pace, ritornate a Dio se vi siete allontanati a causa di ciò e anche di altro, sapendo che si parla di Dio, ma si può parlare per aprire solamente la bocca e dargli fiato ripetendo parole, e invece si può parlare avendo il cuore collegato a Dio e alla bocca.

    La Croce di Gesù illumina le tenebre.

    CDD

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  13. Noto la mancanza di commenti da parte di Fallacio e Martello. Così solleciti quando si parla di decime, ma quando si parla della FEDE silenzio totale. Parlano tanto di "trasmissione della fede" ma evidentemente gliene frega poco di QUALE fede trasmettono

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  14. Questa dei tre altari, nei quali l'altare dell'Eucarestia è parificato all'altare della mensa e del talamo, mi pare in parte ripresa dall'ebraismo.

    Nell'ebraismo rabbinico infatti il tavolo familiare è paragonato all'altare (Mizbeach):

    "Quando il Tempio esisteva, l’altare espiava per tutti; dalla distruzione del Tempio, la tavola di ciascuno espia per lui. Dunque la nostra tavola dove consumiamo i pasti di ogni giorno è come un altare"

    In una trasmissione a Radio Maria, Francesco Voltaggio descrive la croce come "il "Talamo nuziale” in cui il nuovo Adamo ha dato vita alla nuova Eva, la Chiesa, dal suo costato."

    Naturalmente sono invenzioni neocatecumenali.

    In un Incontro delle famiglie del catechismo di non so dove, si arriva a degli eccessi allucinanti:

    "Anche voi rischiate di predicare bene e razzolare male! Ve la smettete a far dormire i figli sempre con voi quando vogliono?...
    Vi volete riservare almeno una stanza della casa o dovete essere sempre invasi dai FIGLI APPICCICOSI?"

    Fate voi.

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    1. «Beata sei, Chiesa, un re ti chiede in moglie, con le sue sofferenze ti rende gloriosa. Fluisce la tua salvezza nell’istante in cui egli muore dissanguato: è stata la croce il suo talamo nuziale. Il giorno della sua morte amara ti genera a una vita dolce, ti rapisce, beata moglie, al trono del suo regno celeste» (S. EFREM in, Inno sulla Chiesa e la verginità).
      "O albero fecondo e glorioso,
      ornato d'un manto regale,
      talamo, trono ed altare
      al corpo di Cristo Signore" (Inno dei Vespri della Settimana Santa, liturgia cattolica).
      "Allora il duro talamo della croce diventa il dolce talamo di nozze e la «reclusa a vita per amore» trova gli accenti più appassionati della Sposa del Cantico: «Attirami a Te, o celeste Sposo!... Correrò senza stancarmi mai, finché tu mi introduca nella tua cella» (Lett. IV, 30-32: FF 2906)" (S. Giovanni Paolo II, Lettera alle causali clarisse per l'VIII centenario della nascita di Santa Chiara).
      "Giunse al letto nuziale della Croce e lì, salendovi, consumò il suo matrimonio. E quando vide i sospiri della creatura, amorosamente si abbandonò al tormento in luogo della sua sposa, e si unì a lei per sempre" (S. Agostino, Sermo Suppositus 120).
      Nolite iudicare secundum faciem, sed iustum iudicium iudicate (Gv 7,24)

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  15. Noooo, non stuzzicate Fallacio e Martello, meno parlano meglio è.....................................................................

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  16. @blog, tra le tante sciocchezze scritte in questo post, anche a me ha colpito il commento di @Rebel, quando racconta di una signora ossessionata dall'atto di aprire la parola di Dio, perché in effetti è un atteggiamento molto diffuso tra i cattolici di oggi. Mi ha fatto pensare agli Israeliti ai piedi del monte, che impauriti dalla voce di Dio forte e potente, incaricano Mosè di ascoltare per loro la parola di Dio e di "filtrarla" per loro. Gli Israeliti, con tutti i loro precetti, abluzioni e purificazioni erano tranquilli, ma all'ascolto della parola di Dio avevano paura. E questo è l'atteggiamento di molti cattolici, che finché si tratta di processioni, Novene e compagnia bella non hanno problemi, ma quando si tratta di ascoltare la parola di Dio ed indagare circa la Sua Volontà si fanno prendere dalla paura. Certo, la volontà di Dio ti scomoda, è di intralcio ai piani che ci siamo fissati per la nostra vita e non vorremmo ascoltarla, ma è l'obbiettivo di ogni Cristiano, fare la volontà di Dio. Non possiamo fare finta che non esista, non possiamo fare finta che la volontà di Dio sia la nostra volontà. Saremmo come il servo timoroso che al ritorno del padrone restituisce il talento che aveva sepolto per paura di perderlo: il Signore lo chiama "servo malvagio"!
    Poi ricordo a tutti, che il termine "biblomanzia" che non c'entra nulla con il cammino, deriva da "biblo", cioè libro, non bibbia, ed è una divinazione che nulla c'entra con l'ambiente liturgico nel quale viene letta la bibbia nel cammino. Prima di aprire la Bibbia poi, si fa sempre una invocazione dello Spirito Santo e una preghiera di chi presiede la liturgia, su un pullman in pellegrinaggio o in Chiesa non cambia nulla.
    Fallacio Asino Vinicio

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    1. @Fav
      i cristiani hanno bisogno di una persona che spieghi il senso delle Scritture e la persona migliore per farlo è il sacerdote, non i catechisti o altri laici che potrebbero fornire interpretazioni sbagliate e personali, come accade tra i testimoni di Geova. Inoltre credo che sia un azzardo fare scelte di vita importanti basandosi sull'apertura a caso della Bibbia. Ad esempio, posso aprire la Bibbia nel passo in cui il Signore mi dice di lasciare tutto e seguirlo e senza un sacerdote che mi consiglia potrei anche lasciare i miei figli da soli ed unirmi ad un convento, così tradirei la mia vocazione di madre, mentre magari lo Spirito Santo che si era invocato voleva dirmi altro, non so se sono riuscita a spiegarmi bene

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    2. L'episodio della signora si spiega cosi : le hanno dato una Bibbia taroccata, con 1000 pagine tutte uguali, se ne apriva una a caso usciva sempre quel passo, che sapevano l'avrebbe fatta andare in tilt, come infatti è successo. E' semplice.......................................................................................................

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    3. FAV
      ma perché ostinarsi alla ricerca della Parola "personalizzata" da prendere a caso?
      Di Parola ne sentire già abbastanza per discernere la volontà di Dio.
      Il problema che tu non vuoi ammettere e che lo fanno in privato come per consultare l'oracolo.
      E non voglio entrare nei gruppi della veglia del Corpus Domini ( gestiti in autonomia senza presbiteri )

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    4. Il fatto è che voi aprite la Bibbia al caso anche quando siete da soli, non solo durante le vostre liturgie.

      Per voi è come cercare delle risposte alla vostra situazione contingente, così vi hanno insegnato.
      L'ho fatto anch'io, quando ero sotto l'influsso del Cammino.

      E poi, soprattutto, vi hanno insegnato male cosa sia "fare la volontà di Dio".
      Vi hanno detto che sarebbe seguire certe strade e non altre, come la scelta tra sposarsi o farsi prete, o partire itinerante.
      Vi hanno detto che Dio ha "una volontà su di te", come se Dio avesse programmato la vita di ciascuno per certe cose e non altre.

      Nel cattolicesimo non è così: si fanno le scelte secondo libertà e inclinazioni proprie, senza programmazione di nessuno, perché si sa che quello che Dio vuole non è che venga compiuta una scelta piuttosto che un'altra, ma che si faccia buon uso della scelta che si è fatta.

      Qui viene spiegato benissimo:

      "Ciò che Dio si attende da te non è che tu scelga questa o quella via che Egli avrebbe previsto per te da tutta l’eternità; è che tu inventi oggi la tua risposta alla sua presenza e alla sua chiamata"

      Leggetevi l'articolo e capirete quanto siete distanti dalla concezione cattolica di "volontà di Dio".

      https://gesuiti.it/letture/dio-volonta-particolare-ciascuno/

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    5. Felicio Asino Vinicio, esistevano e forse ancora esistono in Cammino, dei fanatici che la Bibbia la aprono a caso e considerano la pagina che arriva come un ordine divino. E insegnano questa pratica, ache ai giovani.
      Lascia stare la volontà di Dio, le definizioni del dizionario, il greco antico, i ramponi per gli specchi, e il ministero della verità, perché di questo stiamo parlando: il catechista prega, apre, legge, e tu FAI.

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    6. @Neo: come funziona la veglia del Corpus Domini?

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    7. @neo, la Parola di Dio è sempre "personale", perché Il Signore parla al cuore dell'uomo concretamente, non fa teorie e soprattutto parla ad ognuno personalmente. Poi per carità, possiamo pure evitare di leggere la parola di Dio perché "il prete ce la deve spiegare" o per paura di scoprire quale è la volontà di Dio per noi, ma ricordiamoci che chi è contento che il Cristiano non apre la bibbia è proprio il demonio.
      Ps. Nei gruppi di veglia del Corpus Domini, anche in caso che manca il presbitero, si apre la bibbia sempre in ambiente liturgico.
      Fallacio Asino Vinicio

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    8. FAV
      sai bene che è impossibile che in tutti i gruppi ci sia il presbitero, e comunque sai bene che TUTTI quelli del gruppo "spezzano" la parola al fratello a cui è stata estratta la parola. Che come ben dovresti sapere è "frutto" di due estrazioni.
      n.b.
      E sai bene anche che in molti casi il presbitero dopo che espone il SS "sparisce" ( va a dormire ) fino all'alba, per riporlo e celebrare la messa "piana".

      p.s.
      risparmiaci la lezioncina del "personale" perché hanno capito tutti il senso di quella frase tranne te che fai finta di non capire.

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    9. Il fatto che questa specie di gioco di società avvenga in "ambiente liturgico", cioè durante la Veglia del Corpus Domini, peggiora di gran lunga il quadro anziché migliorarlo.

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    10. @Fav
      forse hai capito male il mio commento. Non intendevo dire che è meglio evitare di leggere la Bibbia, anzi il Papa stesso (ma tanto voi non lo ascoltate) raccomanda di portare sempre con sè un Vangelo tascabile e leggerne un passo al giorno anche da soli durante la giornata; si raccomanda anche di tenere la Bibbia in un luogo centrale della casa (voi lo fate già, lo so, ma solo perchè ve lo hanno detto nel Cammino). Io intendevo dire che secondo me è sbagliato aprire la Bibbia a caso per prendere decisioni importanti ed interpretare il passo che arriva come volontà di Dio. Puoi anche scrutare le Scritture per cercare la volontà di Dio sulla tua vita, ma l'importante è farsi seguire da un sacerdote che ti aiuta a comprendere il significato profondo, e soprattutto nel discernimento spirituale bisogna evitare il "fai da te".

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    11. @FAV
      Cosa significa per te la dizione fumosa "ambiente liturgico"? Anche un pulman su cui un catechista che non ha nessuna investitura / mandato da parte della chiesa interpreta per te secondo il suo personale discernimento la parola di Dio e su quella base ti dice quale sarebbe la volontà di Dio per la tua vita e cosa tu dovresti fare per compierla?
      Porto

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    12. @neo, allora forse devi imparare a scrivere meglio, perché la "parola personalizzata", marcando il termine "personalizzata" non ha altro significato che quello che ho descritto io. Il presbitero se non è della comunità va a dormire e ritorna all'alba, ma se è della comunità e se la sente resta insieme al gruppo, come spesso succede. Se tutti dovessero "spezzare" la parola al fratello staremmo freschi, non basterebbe la Veglia solo per la Liturgia della Parola, a meno che non sia un gruppo molto piccolo, ma a noi non è mai capitato. Il problema di fondo però è che a voi, come a molti Cristiani, fa paura aprire la Bibbia per timore di quello che il Signore possa dirvi. E allora vi inventate la scusa fanciullesca che c'è bisogno del prete che la spieghi o meglio la "addolcisca", o la balla della "biblomanzia", che come già spiegato non ha niente a che vedere con un ambiente liturgico. Il seminatore il seme lo semina, ma se voi "vi scansate", come può portare frutto? Is: "così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata."
      Chi desidera che non aprite la Bibbia è proprio il demonio, perché sa bene che la parola di Dio non ritorna a Lui senza aver compiuto ciò per cui l'ha mandata.
      Fallacio Asino Vinicio

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    13. @Fav
      credo che tu abbia capito male, per cercare la volontà di Dio sulla propria vita è necessario aprire la Bibbia e scrutarla il più possibile, nessuno ha mai detto il contrario, ma visto che il progetto di Dio sulla propria vita è una questione di fondamentale importanza, è importante farsi guidare da un sacerdote che non addolcisca nessun significato, al contrario spieghi il senso delle Scritture e ti aiuti ad applicarlo alla propria situazione di vita. Interpretare le Scritture da soli o farsele spiegare da laici che non hanno mai studiato teologia come i catechisti è assolutamente sconsigliato e dannoso. Per fare un esempio pratico, se un giorno avessi un problema di salute, andresti da un medico professionista preparato e competente, oppure da una persona che ha solo imparato dei testi di medicina scritti da una persona senza preparazione? Guarda che il demonio può anche desiderare che apriate la Bibbia per dare interpretazioni sbagliate e creare angoscia negli animi, non è un caso che la Chiesa da secoli insegni che la sana inquietudine (anche in caso di discernimento vocazionale) viene da Dio, ma l'angoscia no

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    14. Semplicemente obbediamo alla Chiesa che richiama a una lettura delle Scritture secondo il Suo Magistero. E non la usiamo superstiziosamente come un libro magico o come strumento per fare sedute di psicanalisi di gruppo. Personalmente, leggo spesso la Bibbia in modo casuale, me la porto sempre dietro quando viaggio ed ogni volta trovo più di una risposta a domande che neppure sapevo di dover porre, ma mi guardo bene dal tentare il Signore e dal trattarla come un oracolo pagano, soprattutto coinvolgendo terze persone e, in modo blasfemo, a mio parere, davanti al Santissimo.

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    15. @Fallacio
      Sono 2000 anni che i cattolici discernono la propria vita usando le Sacre Scritture e nessuno mai fa come fate voi. I pochissimi casi che sono passati alla storia PROPRIO perchè rari e che da voi sono usati come SCUSA per fare quello che fate non fanno testo. Infatti succede solo da voi che si usi la Bibbia in quel modo. Fattela una domanda. Ah, scusa...per te L'UNICO modo per discernere è quello che usate voi.
      Solita scusa: noi sì che facciamo le cose, voi cristianucci della domenica avete paura di aprire la Bibbia.
      TI dico solo una cosa: voi siete degli ignoranti patologici per quanto riguarda l'interpretazione della Bibbia. Non basta "invocare lo Spirito Santo" così anche se dico cavolate allora SICURAMENTE Lui ci mette una pezza. E' solo l'ennesimo modo blasfemo per usare Dio per giustificare i vostri errori. Per la serie: "Oh, io lo Spirito Santo l'ho invocato poi se ho detto una caxxata e magari ho rovinato la vita ad una persona prendetevela con il Padreterno"
      No, carissimo. Anche i protestanti fanno così e lo fanno anche molto meglio di voi se è per questo.
      Carissimo, nella Chiesa Cattolica esistono cose come gli Esercizi Spirituali di Sant'Ignazio i quali si fanno in diverse forme persino online e non hai idea di quante persone li facciano ogni anno. Loro, i gesuiti, sì che ti INSEGNANO a distinguere il buono dal cattivo spirito e a distinguere questi dal TUO pensiero. Perchè sì, esiste anche un "pensiero tuo proprio".
      Prova a farli, caro Fallacio, e poi magari ti accorgerai della ENORME differenza che c'è tra l'aprire la Bibbia a caso e sentirsi in diritto di pontificare della vita di persone che non conosci per nulla ammantandoti da profeta e aiutare l'altro a discernere ciò che ha dentro di sè alla luce della Parola di Dio.
      PS. voi la Bibbia non la conoscete...vi vantate di fare dieci milioni di riferimenti a memoria, ma siete ignoranti come le capre perchè date interpretazioni che sono tutto tranne che cattoliche. E pretendete pure di insegnare agli altri? E pensate pure di essere GLI UNICI a poterlo fare? Sul serio?

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    16. FAV
      La tua risposta certifica che non hai capito niente di quello che ho detto, o meglio fai finta di non capire.
      Invece a proposito di paura siete voi che avete il terrore di sentire una interpretaziobe diversa della parola da quella che vi danno ingessata e intoccabile. Avete una sola "canzone" e vi perdete tutto il resto, contenti voi contenti tutti.

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  17. Da chi si vanta di essere uno zelante cattolico capace di fare scelte radicali in nome del Vangelo, e che fa dell'ubbidienza, addirittura cieca, una bandiera, come i camminanti, mi aspetterei che, oltre a impegnarsi nel seguire scrupolosamente tutte le regole del Cammino, facesse altrettanto, e a maggior ragione, con le norme della Chiesa.
    Mi aspetterei, ad esempio, che mettesse tutto l'impegno nel seguire il Messale romano, visto che è prescrittivo.

    Invece, a chi li richiama su questo punto, che è molto importante (e il fatto che il Mesale è prescrittivo evidenzia l'importanza di attenersi alle regole liturgiche della Chiesa), viene tacciato di legalismo e accusato di rigidità.

    Ma, essendo le regole prescrittive della Chiesa rigide, chi le applica, cioè chi si adegua ad esse, non è rigido, mentre lo è chi vuole adattare a forza le norme della Chiesa, ma anche la sua dottrina, ai suoi schemi mentali, ricevuti nel Cammino.

    Come mai chi ubbidisce al Cammino è rigido mentre chi ubbidisce alla Chiesa non lo è?
    Poiché il vangelo "predicato" dal Cammino contiene errori, anche il modo di presentarlo e testimoniarlo dei "catechisti" contiene errori, perché forma e sostanza nel Vangelo corrispondono.
    Il Cammino, perciò, non evangelizza, ma indottrina, mentre la Chiesa evangelizza.
    Per questo chi ubbidisce alla Chiesa, facendolo liberamente, non è né formalista, né legalista, mentre chi ubbidisce al Cammino, che forza le coscienze, è rigido.

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  18. Ed eccolo Fallacio.
    Appena evocato.
    Puntuale e inopportuno, come sempre.

    Vuoi mettere Kiko con Mosè?
    Tanto per dire?

    Poi la Parola è una cosa.
    L'apertura a caso della stessa da parte di usurpatori un'altra.
    Aprono e interpretano per te.
    Divinazione pura.
    Superstizione della peggior specie.

    Pax

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    1. Inopportuno, appunto..............................................................................................................................

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    2. E' più facile capire il dogma della Santissima Trinità che capire il profondissimo motivo per cui FAV scrive nel blog, e come se non bastasse è sbucato fuori anche Martello...................................................

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  19. Ecco, quante assurdità sono passate come volute dal Signore solo perché prima si procura di fare una invocazione allo Spitito Santo? In particolare nel Cammino neocatecumenale tantissime, soprattutto gli scrutini, che hanno scarnificato tante coscienze, oppure i giri d'esperienza con i regolamenti di conti nelle convivenze periodiche delle comunità.
    Chi volutamente utilizza questa invocazione per imporre la propria volontà e le proprie decisioni agli altri facendole passare come volute da Dio, commette un peccato gravissimo, che io mi chiedo se mai nelle penitenziali neocatecumenali si insegna a confessare (ma la risposta è no...). Sts di fatti che le peggiori porcherie della mia vita le ho sentite dire e fare dopo quell'invocazione allo Spirito Santo.
    Poi facciamo le debite distinzioni fra chi legge per sé un passo della Scrittura, anche casuale, e ne trae guida e conforto in momenti specifici della propria esistenza, come fecero sant'Agostino e San Francesco, e chi legge e soprattutto interpreta un passo della Bibbia aperto a caso per un altro, come fanno certi apprendisti stregoni sugli autobus dei pellegrinaggi dei giovani neocatecumenali.
    Il passo della Bibbia aperto a caso è in quel caso come la busta che si apre prima dell'orale alla maturità: è un pretesto per far parlare il candidato e soprattutto per poterlo interrogare. Oltre a svilire la Sacra Scrittura, oltre a farne un uso non opportuno, l'errore, voluto e ricercato, è l'usarla come grimaldello per estorcere confessioni pubbliche, fatte di fronte a tutti, mentre il loro posto giusto è il confessionale, oppure il colloquio riservato con il padre spirituale, oppure anche solo la confidenza ad un amico.

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    1. Riporto uno di questi momenti "'liturgici" su un autobus di un pellegrinaggio neocatecumenale.

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    2. @Valentina
      questa testimonianza la ricordo molto bene, soprattutto perchè a me è successa la stessa cosa. Dopo la morte di mio padre in comunità mi dicevano che stavo viaggiando troppo spendendo i soldi della famiglia, solo perchè ero andata a lavorare fuori l'Italia, e che se fossi andata di nuovo all'estero dopo le esperienze che avevo avuto (non tutte positive) avrei fatto soffrire mia madre, vedo con dispiacere che la mentalità del Cammino spesso è uguale in tutto il mondo.

      Ricordo molto bene gli scrutini sui pullman alla Gmg. Io non riuscivo ad integrarmi nel gruppo delle persone nate in Cammino perchè venivo da fuori e loro mi escludevano per questo, e perchè per natura sono molto riservata, e il catechista esterno alle noste comunità mi disse "non sappiamo se la tua è timidezza o superbia", ovviamente senza sapere niente di me o della mia vita. Altre persone decisero di sposarsi l'anno dopo anche sulla base del fatto che avevano aperto lo stesso passo del Vangelo a caso. Alla prossima Gmg, se riesco ad andare, sarà con un altro gruppo o per conto mio.

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  20. Aggiungo una cosa, per chi ha fede, la vera fede, perché la può vedere chiaramente. La cosa si vede con gli occhi della fede, non con gli occhi della mondanità.
    E cioè: la prima operazione che fecero i Giudei dopo la resurrezione è stata quella di occultare la cosa, in primo luogo dentro il loro cuore, e poi manipolando gli altri. Infatti dissero: dite che sono venuti i loro discepoli e hanno portato via il corpo.
    La storia si ripete sempre, infatti si cercherà sempre di occultare la verità e di sviare, perché non la si vuole accettare. Chi ha capito i Giudei perché agirono a quel modo, può capire quanto sta avvenendo in giro, e perché alcuni stanno agiendo in un certo modo.
    Questo, per capirci, avviene ovunque, specialmente ai cristiani, ai quali vengono fatte delle azioni negative e poi Dio li consola e li fa risorgere con la forza deloo Spirito. Invece, chi ha commesso nega e occulta, perché, se ci pensiamo bene, è naturale, essendo preso da quello spirito ed avendo agito con convinzione, per forza deve agire così. Tutto questo non ci deve turbare, ma dovrebbe rafforzare la nostra Fede in Dio, in quanto tocchiamo con mano ciò che avvenne duemila anni fà. Ne facciamo esperienza. Ricordatevi che Cristo è passato per la croce, non per urla e battiti di mani. Ovviamente sapendo che non è tutto croce, cioè sofferenza, vi sono anche molti momenti di pace e serenità, e lassù la sofferenza sarà passata. Ma, ora siamo su questa terra, il peccato c'è, la corruzione dilaga, e quindi il Signore ha scelto come risposta la croce.
    Tutto qua.
    Ognuno tiri le proprie conclusioni.

    Pace

    CDD

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  21. Pietro facci leggere quale "prescrizione" del messale romano prescrive la croce al centro dell'altare?Grazie

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    1. Leggitelo o cerca nel blog
      Ne abbiamo già straparlato

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    2. @martello
      leggi l'art.13 dello Statuto

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    3. Vorrei rispondere anch'io, se posso.

      L'art. 117 del Messale Romano PRESCRIVE cosa può stare sull'altare per la Messa e, riguardo al crocifisso, stabilisce che venga posto sull'altare o vicino ad esso.

      Qui tutto sta nel misurare la lontananza o la vicinanza.

      Per voi la la croce con l'immagine di Cristo crocifisso sta vicino all'ambone, molto più che all'altare.

      Dovessi dire dove sta la croce in una celebrazione eucaristica neocatecumenale, direi che sta vicino all'ambone, e non vicino all'altare.
      Molto spesso dista dall'altare quanto l'immagine della Madonna di Kiko. Stessa distanza.

      Ma ciò che mi preme sottolineare è che lo stesso art. PRESCRIVE almeno 2 CANDELABRI.

      Non un candelabro solo a 9 braccia.

      Tra l'altro 9 luci non sono proprio prescritte: il massimo è 7 candelabri.

      L'articolo parla sempre di candelabri: 2, 4, 6 o 7.

      Non ammette 1 solo candelabro e non ammette 9 luci.

      Se consideri che voi SISTEMATICAMENTE eliminate il crocifisso dall'altare, mettete 1 solo candelabro e accendete 9 luci, si può dire che la vostra mensa-altare disattende ogni prescrizione del Messale.

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    4. Martello, lascia perdere. Con questo blog non ne cavi un ragno dal buco, come FAV...............................

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    5. Veramente asfissiante, o meglio, martellante, questa polemica sulla Croce sopra l'altare, che è prevista dal Messale, mentre assolutamente non è previsto il candelabro ebraico che ci piazzate voi. Ma siccome è evidente il tentativo di cambiare argomento, direi che è meglio chiuderla qui, giustamente Neo ha ricordato che ne abbiamo già parlato tante volte.

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    6. Ma voi siete veramente convinti che, il giorno del Giudizio Universale, Dio ci giudicherà sul numero di candelabri che c'erano sull'altare? Tu, quanti ne hai messi? Nove. All'Inferno. Tu? Come da Messale. Allora in Paradiso. Noi non ne siamo convinti, e quindi mettiamo sull'altare il numero di candelabri che ci pare..........................................................................................................................................................

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    7. Intanto Dio ci giudicherà con giudizio PERSONALE alla nostra morte. E ci giudicherà per quello che abbiamo fatto e sopratutto per le motivazioni che abbiamo usato per giustificarci. Quindi sì, DIo vi giudicherà perchè avete buttato la sua Chiesa nella spazzatura e vi siete dati altre regole che usate per strumentalizzarLo e schiavizzare gli altri.

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  22. Dice sant'Agostino: Vale piu una sola lacrima sparsa meditando sulla Passione di Cristo, che un pellegrinaggio sino a Gerusalemme ed un anno di digiuno a pane e acqua.

    Adesso io mi domando, esiste qualche kiko che ha mai sparso una sola lacima meditando sulla passione? Non credo
    E poi guardando su istagram gli ex fratelli di comunita, tutte le foto che hanno mess in rete erano di balli canti e tante sigarette... Sara stato questo un pellegrinaggio gradito a Dio?

    Ah quasi dimenticavo, al ritorno in Texas, i fratelli che hanno partecipato al pellegrinaggio hanno anche ricevuto un certificato ufficiale di partecipazione, a che servira' mai?

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    1. Servirà a "riempire" il vuoto delle loro vite... Normalmente un certificato di partecipazione ad un pellegrinaggio mi sembrerebbe una presa in giro. Un pellegrinaggio non è mica un corso di specializzazione o di perfezionamento, no? Cosa si certifica, che uno ha acquisito meriti "spirituali"? Lo presenteranno a Dio quando si troveranno al Suo cospetto? Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere...
      Porto

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  23. Vi sblocco un ricordo: il cardinal Bartolucci.

    Nel luglio 2006, ad un concerto di musica sacra diretto da lui in presenza e in onore di Benedetto XVI, il Papa disse: «Un autentico aggiornamento della musica sacra non può avvenire che nel solco della grande tradizione del passato, del canto gregoriano e della polifonia sacra».

    Col Concilio Vaticano II, nella foga di apportare "novità", la musica sacra che aveva alimentato la spiritualità di tantissime generazioni di santi fu spazzata via e sostituita con canzonette inventate al momento. In tale scia vandalica si innesta perfettamente il Vitello d'Oro di Categoria Superiore, Kiko Argüello Wirtz, con la sua chitarrella e i suoi squinternatissimi "canti" ("ma sono canti biblici! tu dunque critichi la Bibbia?!", vi risponderanno i facinorosi kikolatri), che da diversi decenni a questa parte sono tutti uguali (e gli unici che a volte sembrano decenti non li compose lui).

    Il Cammino Neocatecumenale rifiuta e odia la musica sacra, poiché disprezza e denigra e deliberatamente ignora il canto gregoriano e la polifonia sacra. Il Cammino odia la Tradizione cattolica perché odia la fede cattolica: se amasse la fede, desidererebbe ripresentarla così come è stata sempre vissuta. E invece no: in nome di un improbabile "ritorno ai primi cristiani delle origini cristiane", disprezza tutto ciò che c'è stato "fra Costantino e il Vaticano II", e dell'epoca pre-costantiniana prende solo pochissime favolette astratte ad usum kikianum-carmenianum. I primi cristiani non avevano "responsabili", catechistoni, "convivenze", Decime con ricatto morale e controllo fiscale degli introiti, ecc.: ma tanto a Kiko e Carmen interessava solo fondare un impero, non è mai interessato nulla della fede (tant'è che i Diari e altre favolette li hanno inventati solo quando servivano per fingere una inesistente santità).

    Dunque, il cardinal Bartolucci, "grandissimo interprete del gregoriano e della polifonia di Giovanni Pierluigi da Palestrina, e nello stesso tempo vittima del loro quasi azzeramento", fu estromesso dalla direzione del coro papale della Cappella Sistina. Fu la curia di Giovanni Paolo II a estrometterlo, non dimentichiamo mai che i nemici della Chiesa che si sono incistati nelle curie, negli episcòpi, nelle sagrestie, sono gli stessi che hanno favorito il vandalismo come quello del Cammino Neocatecumenale.

    È esemplare la lucidità del Bartolucci nel diagnosticare i mali vaticansecondisti che hanno attanagliato la liturgia, la musica sacra, perfino la actuosa participatio - che nei tempi antichi c'era davvero, e in quelli postconciliari è diventata invece uno sterile attivismo, un "darsi da fare", una spettacolarizzazione. Quando il maestro lamentava «un compiacimento per tutto ciò che è volgare, sguaiato, di cattivo gusto e anche dottrinalmente temerario... Non mi domandate, per favore, delle chitarrine e delle tarantelle...», sembrava quasi parlare dell'autonominato "iniziatore" del Cammino Neocatecumenale, Kiko il grattugia-chitarrella.

    * Il cardinal Bartolucci parla della liturgia [link]


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  24. Altro off topic:
    L attore shea labeouf si e recentemente convertito al cattolicesimo mentre recitava la parte di Padre Pio per un nuovo film. Ha detto ad un intervista con il vescovo Barron che per lui e' stato fondamentale la partecipazione lla messa tridentina, perche sente qualcosa di sacro invece che schiamazzi di chitarre

    Adesso domado ai kikos, costui si sarebbe convertito partecipando alla liturkika che abbona di grida e schiamazzi di chitarra? Oppure si sarebb convertito grazie al girotondo finale???

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    1. L'abbiamo sempre detto che p. Pio è pericoloso....................................................................................

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    2. @Anonimo Texas
      Potremmo parlare anche di Edith Stein, filosofa atea di cultura ebraica, che rimase folgorata al vedere che nelle chiese cattoliche si poteva andare a "trovare" Dio con le borse della spesa.

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    3. @anonimo Texas e @aleCT
      Ricordo che pochi anni fa in Cammino si parlasse della conversione dell'attore che interpreta Barabba nel film sulla Passione di Gesù di Mel Gibson. Questo signore era rimasto talmente colpito dal modo in cui l'attore che interpreta Gesù lo aveva fissato durante la sua uscita di scena (se guardate il film si vede come l'attore si gira più volte a guardare Gesù/Jim Caveziel prima di andare via) che da quel momento intraprese un cammino di conversione e alla fine chiese il Battesimo per sè stesso e per i suoi figli. Non fece nessun itinerario di formazione come il Cammino, e la sua conversione è nata sotto le telecamere grazie ad un attore, in un film di Hollywood, a dimostrazione che Dio può operare ovunque. Anche Edith Stein, quando chiese il battesimo al parroco, lui le disse che era necessario avere una preparazione, ma quando la interrogò e vide che conosceva molto della Chiesa Cattolica, decise di fissare la data del battesimo. Un catechista del Cammino le avrebbe dato della presuntuosa e saccente, alla fine lo stesso Kiko definì S. Francesco "un superbo"..

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  25. Quindi Benedetto XVI è anche lui nemico del Cammino?…...…...........….............….............................................................
    ......…..

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  26. Ma Kiko è ancora (e sempre) a Murcia in villa vista mare con badante e maggiordomo? Che si sa della convivenza di inizio a settembre a porto san Giorgio? La farà lui o il Gennarino? Alfredo

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  27. il card. Bartolucci era un altro nemico del Cammino meno male che non c'è più

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    1. @anonimo
      quindi sei contento che una persona non ci sia più? spero che il tuo commento non fosse serio

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  28. Vi racconto una storia.
    Vi era un uomo in un paese, e quest'uomo amava ascoltare Celentano. Tutti i giorni sentiva dalla mattina alla sera le sue canzoni.
    Quell'uomo usciva quasi tutti i giorni per fare la spesa e la sua passeggiata.
    Quando usciva, gli capitava sentire delle canzoni, infatti passando davanti ad un bar ascoltò Lucio Dalla, e disse tra se: questo bar è sicuramente un nemico di Celentano.
    Altro giorno entrò dal barbiere e ascoltò Gianni Morandi, e si disse: il barbiere è certamente nemico di Celentano.
    Altro giorno gli passò accanto un automobilista che stava ascoltando Zucchero, e disse: costui è certamente nemico di Celentano.
    Qualsiasi cantante, e qualsiasi canzone per lui era nemica di Celentano.
    Quello che contava per quell'uomo era ascoltare solamente Celentano, a tal punto che voleva che anche gli altri ascoltassero solamente Celentano.
    Poi, quell'uomo ebbe le stesse pretese anche sulle foto, sui dischi da vendere, film da vedere, e termini per parlare, e modi per vestirsi, per arredare, per pregare, per spendere e per altro.
    Ogni cosa che vedeva era nemica di Celentano.
    Un giorno incontrò un fan di Celentano e gli disse: fratello! bene! dobbiamo formare comunità come la canzone di..., dove l'altro è Celentano.
    Passo in quel momento un cristiano, che vide la scena ed ascoltò il tutto, è disse: Signore Gesù perdona loro perché non sanno quello che fanno.

    CDD

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    1. Anche Gianni Morandi è nemico del Cammino?.…...........................................................................................

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    2. Chiunque dica che la liturgia è culto a Dio anziché spettacolino autogestito (tanto più se da "abbellire" a suon di gadget kikiani), dev'essere per forza un "nemico del Cammino".

      Il Cammino è nemico della Chiesa, altrimenti ubbidirebbe alla Chiesa.
      Il Cammino è nemico della liturgia cattolica, altrimenti non celebrerebbe le carnevalate kikiane-carmeniane.
      Il Cammino è nemico di Nostro Signore, altrimenti non sarebbe kikolatrico-carmenlatrico.

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    3. Ah, adesso è il Cammino che è nemico di..............e non gli altri che sono nemici del Cammino, escludendo p. Livio Fanzaga e la Pellicciari................................................................................................

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    4. Non capisco la sorpresa. Sono decenni che Kiko afferma che non c'è arte sacra, non c'è musica sacra in occidente tranne la sua e che tutto fa schifo.

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  29. si sà niente della megaconvivenza di porto san.giorgio ? il pane aumenterà?

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    1. Aumenterà molto più probabilmente l'incessante richiesta di soldi. Animo fratelli, mano al portafoglio!

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  30. Piccolo off-topic.

    Leggo su Chiesa e postconcilio che un attore-regista americano dalla vita non proprio esemplare (come del resto la quasi totalità degli addetti ai lavori nell'ambiente dell'entertainment), si è convertito alla fede cattolica durante la preparazione di una fiction su padre Pio, per la quale era stato assoldato come attore.

    Pur essendo concentrato solo sulla propria carriera e sul proprio successo, per calarsi nel personaggio aveva assaporato (per lavoro, s'intende!) per un breve periodo un po' di silenzio e preghiera e un po' di liturgia "tridentina". E ad un certo punto si è accorto che la Messa in latino «non vuole "venderti" niente ma solo introdurti a qualcosa di "più speciale"».

    Ora, se parlate di liturgia con qualsiasi cristiano (cioè cattolico) e qualsiasi eretico o scismatico (cioè protestante, neocatecumenale, anglicano, eccetera), si diranno tutti d'accordo che la liturgia "non vuol venderti niente ma solo introdurti a qualcosa di più speciale". Ma la realtà dei fatti è profondamente diversa, perché eretici e scismatici - e purtroppo anche tanti sedicenti cattolici - davvero intendono la liturgia come un "venderti qualcosa".

    La liturgia spettacolarizzata vuole veramente venderti qualcosa, che si tratti di sensazioni ("ehi, venite qui che facciamo messe beat, messe molto veloci o molto lunghe, messe divertenti o piagnucolose o roboanti, messe molto sentite o super sentitissime, inaomma, messe con qualcosa in più degli altri! su, venite, che dobbiamo far numero!"), oppure che si tratti di un vero e proprio prodotto in franchising (come nel caso del Cammino: cantidikiko, kikonedikiko, drappidikiko, suppellettili sacre designed by Kiko, copribibbia di Kiko, fascetta reggichitarra di Kiko, seggiole pieghevoli e tavolinetto smontabile disposti alla maniera prestabilita da Kiko... è una liturgia per Kiko, non per il Signore: devono venderti il prodotto kikiano-carmeniano, rigorosamente in abbonamento perpetuo con rate sempre più crescenti, che si pagano non solo «mollando il malloppo» ma anche mollando la propria dignità).

    La liturgia "tridentina" - quella sostanzialmente immutata per quattordici secoli, di tempi di papa Dàmaso alle soglie del Vaticano II - non ha bisogno di "venderti" qualcosa, poiché è intesa a glorificare Dio partendo da come Nostro Signore stesso ha voluto e da come gli Apostoli e i loro successori hanno garantito. Nella "tridentina" - chiamata spesso così perché al Concilio di Trento san Pio V stabilì la libertà per tutti i sacerdoti, in perpetuo, di poterla celebrare, poiché è vero culto a Dio - si sono nutrite le spiritualità di innumerevoli generazioni di santi, ed è assurdo pensare che i nuovi cristiani sviluppino una fede adulta a partire da una miserabile pagliacciata quale è la "liturgia" neocatecumenalizia, un patetico e ridicolo spettacolino inventato da due spagnoli tanto ignoranti quanto arroganti per far sembrare molto vissute le proprie attività del sabato sera.

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    1. Devo aggiungere un piccolo inciso perché nell'articolo su quell'attore si menziona, tra i frutti della conversione, «la pace ritrovata dopo la riconciliazione con la madre».

      Ora, noi semplici cattolici sappiamo che le cose buone avvengono per grazia di Dio, cioè perché il cuore si apre almeno un pochino a quella divina grazia che ci viene continuamente offerta in modi imprevedibili e impensabili.

      Sappiamo che quella "riconciliazione con la madre" può essere frutto di un cuore ben disposto - a causa della conversione stessa già avvenuta - oppure può essere stato un gesto di carità di un cuore che desidera convertirsi (i gesti di carità facilitano la conversione). Sono cose che avvengono in modo "misterioso", non programmato. Sono "frutti della grazia" che possono essere la premessa o il risultato della fede. Sono qualcosa che ai cattolici sembra normale perché chi crede davvero che la grazia agisce, non si meraviglierà di vederla agire, anzi, se lo aspetta, per esempio sapendo benissimo che la preghiera personale - non quella fatta per farsi vedere in piazza, come i farisei che si sfigurano il volto per far capire a tutti di star digiunando - produce frutti in maniera misteriosa e imprevedibile e nei momenti più impensabili. e nei momenti più impensabili.

      Il Cammino Neocatecumenale, un "itinerario" ispirato dal demonio, esige che i gesti di carità siano solo quelli programmati di attivismo della setta. Nel Cammino il "riconciliarsi con la madre" avviene solo quando il cosiddetto "catechista" ti comanda di fare un gesto eclatante (cioè che deve sembrare eclatante davanti alla tua "comunità", perché per far sembrare che la comunità funzioni c'è sempre bisogno di qualche "colpo di scena", qualcosa da sfruttare per dire "ehi, noi siamo più speciali perché qui succedono cose eclatanti, mica come i cristiani della domenica!").

      Il tragicomico risultato è che i kikos - novelli ragionier Fantozzi - devono "chiedere perdono" in maniera cinematografica kolossal alla Ben Hur, persino a gente a cui non importava niente. Cosicché succede che casalinga X deve telefonare a casalinga Y per dirle: "ehi, io sono una Caina!" per poi poter finalmente vantarsi, davanti ai cosiddetti "catechisti", di aver ubbidito, di essersi umiliata, di aver chiesto perdono a un'amica per averla "giudicata", e tutto il crescendo di escalation del terrore pseudoreligioso kikiano-carmeniano. E i cosiddetti "catechisti", dall'alto della loro pseudo-autorità, si degneranno di approvare X alla tappa successiva, mentre Y, cristiana della domenica, si starà ancora chiedendo perché diavolo X ha espletato quella scenetta isterica da Cavalleria Rusticana Telefonica.

      Al sopracitato attore mobilitato per la fiction su padre Pio, probabilmente nessuno aveva chiesto di riconciliarsi con la madre. Lo avrà fatto o per gesto di carità frutto di una fede già in essere, o per gesto di carità di uno che desidera raggiungere quella fede di cui ha assaggiato la pace del cuore già solo attraverso quelli che agli occhi di un ateo sembrerebbero i contorni "superficiali" (silenzio, preghiera, liturgia, rosario...). Lo avrà fatto come premessa o come risultato della fede, chissà. Lo ha fatto sicuramente in modo gratuito, senza che qualche super-catechistone tanto arrogante quanto ignorante glielo abbia imposto per completare la "tappa".

      I cristiani "della domenica" sanno che c'è una stretta interconnessione tra fede, speranza e carità. Ai neocatecumenali, poveracci, i cosiddetti "catechisti" insegnano invece che la fede dipende dal "tesoro in cielo" (cioè dal «malloppo che mollano» a Kiko), che la carità è un attivismo che deve sembrare eclatante, e che la speranza è solo uno sperare che il Cammino venga fatto "bene" e che prenda il posto della Chiesa Cattolica.

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    2. Mi dicono dalla regia di ricordare che nel Cammino i gesti di carità non possono essere diretti a gente esterna al Cammino... a meno che il gesto in questione porti gloria al Cammino e ai suoi autonominati "iniziatori" (e non dite che state in Cammino per il Signore, che sappiamo bene che è uno slogan falso). Infatti è obbligatorio portare frutti al Cammino.

      Capito, cocchi di Mammona? Siete pieni di "idoli" non kikiani! Attenti che dovete salvarvi "a grappoli"!

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    3. Cocchi di mammona, eh?????????????????????????????????????????????????????????????

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    4. se non molli il malloppo
      ti do un tiro di schioppo
      è poco ma sicuro che t'accoppo

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  31. Ancora con questa Messa Tridentina : ma certo, il latino lo capiscono tutti, tutti i cattolici, un miliardo, hanno fatto il Liceo Classico, sentire : introibo ad altare Dei è come parlare con il vicino di casa...................................

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    1. Si sente, che hai fatto il classico, Puntinibis! Tassello dopo tassello, risaliremo alla tua biografia completa........

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    2. Anonimo ascolti solo musica italiana?
      Se uno vuole capisce, non siamo più nella situazione del 1950, non esistono più gli analfabeti.

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    3. Invece se vai ad una messa Novus Ordo in lingua indonesiana capisci tutto per caso? Ovviamente no, ma sai cosa sta succedendo. Lo sai che anche le Messe in Novus Ordo possono essere celebrate in latino? Il problema vostro non è la LINGUA, ma i Segni e di conseguenza il SIGNIFICATO. Voi vi sentite fuori posto semplicemente se andate alla messa parrocchiale...e scusa se è poco.

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    4. Anonimo, ai miei tempi 61/64, erano sufficienti i tre anni di latino
      della scuola media non unificata,
      per comprendere la Messa in Vetus
      Ordo. I Licei poi, con ulteriori cinque anni, ti davano senz'altro
      qualcosa In più.
      Hai citato L' "Introibo ad altare Dei";
      ti rispondo con molto piacere,
      "Ad Deum qui laetifcat joventutem
      meam."
      Il latino poi, essendo una buona
      componente delle lingue "romanze", è sempre stato stato
      orecchiabile e abbastanza comprensibile da italiani, francesi, spagnoli, portoghesi, rumeni e ladini.
      Ovvero, dopo l'orribile inglese,
      le lingue di mezzo mondo.
      Ruben.
      ---

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  32. C'è un'interessante intervento che spiega con precisione enciclopedica la questione «Giuda apostolo e diavolo» (mi riferisco alla "seconda parte" del testo).

    Sebbene sia stato scritto contro certi tradizionalisti deviati - di quelli che credono che a fronte degli errori di malafede del Bergoglio occorrerebbe fare l'errore dello scisma - si applica perfettamente alla mentalità neocatecumenale che oltre che eretica è notoriamente scismatica, poiché se ne è sempre infischiata del Papa e della gerarchia cattolica, nonostante la gigantesca ipocrisia di fingersi "ubbidienti" (a parole).

    Il problema creato dalla mentalità del Cammino parte dal non riconoscere il rapporto fra libertà umana e grazia divina, e quindi finisce per avere una visione funerea e pessimistica del peccato ("l'uomo non può non peccare", cioè la grazia sarebbe alquanto inefficace), situazione dalla quale tenta di uscire commettendo errori ancor più madornali (cortocircuitare le questioni, presumere che ci si salvi peccando "ma facendo bene il Cammino", insinuare la sbagliatissima convinzione che occorra crogiolarsi nel peccato prima di poter fare esperienza della grazia, eccetera).

    Nel Vangelo di Giovanni, alla fine del capitolo 6, si legge infatti che Giuda, pur scelto come «apostolo» da Nostro Signore, in quel particolare momento pensò e agì da «diavolo». Nostro Signore, nello scegliere, non cancella la libertà umana, anche sapendo che tale libertà potrebbe essere usata male. Siamo sempre chiamati ad evitare il peccato, e questo vale soprattutto per chi ha gravissime responsabilità nei confronti del gregge del Signore - e ciò vale sia per il clero e la gerarchia, sia per i cosiddetti "catechisti" del Cammino che in quanto tali esercitano abusivamente un ruolo di "guida" spirituale che tantissimi danni fa alle anime dei poveri neocatecumenali (ci dispiace ricordarlo ma questo è motivo di dannazione per tantissimi di quei "catechisti", l'inferno è zeppo di catechistoni neocatekiki che per tutta una vita si atteggiavano ad agnellini mansueti e perseguitati, che avevano sempre in bocca il nome del Signore, e che hanno condotto tanti fratelli a una fede inquinata e idolatrica e ad opere sbagliate).

    Se nel Cammino si insegnasse non dico la verità di fede tutta intera, ma almeno il fatto che l'uomo può e deve resistere al peccato, l'uomo può e deve accettare la grazia, e che queste cose costano uno "sforzo personale" (ascetico, spirituale, di volontà, di intelligenza e ragione, ecc.), "sforzo" che viene facilitato dal compiere buone opere (carità, preghiera personale), ebbene, se nel Cammino si insegnasse almeno questa cosa... il Cammino si autodistruggerebbe, perché non potrebbe più far leva sulle autoassoluzioni ("eeeh, sapete, quando il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni!"), non potrebbe più far leva sui ricatti morali ("dietro quella porta c'è il demonio, che fai, te ne vai?!" e sì che me ne vado, perché il demonio è molto più presente qui nel Cammino, il demonio vuole che io creda alle vostre panzane, che io pecchi con la scusa della "mano sulla testa", che io vi paghi la Decima illudendomi di aver fatto una Grandiosa Opera di Carità, che io metta le squallide e mefitiche esalazioni kikiane - canore, artistiche, eccetera - al centro di tutto, anche della mia vita di preghiera e sacramenti...).

    Infine, precisazione ovvia (ma non abbastanza ovvia per i kikos) la libertà umana può essere usata sì per peccare, ma anche per redimersi (come ampiamente spiegato, per esempio, dalla parabola del figliuol prodigo).

    Nota di glossario: "pìano" è un aggettivo (caduto in disuso) per dire "di [papa] Pio" (a seconda dei casi Pio IX, Pio X...).

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  33. Vorrei che commentaste questa risposta di padre Bellon, che voi spesso citate, circa la croce al centro dell'altare:

    "4. E a proposito di quanto obietta il tuo interlocutore va detto che diverse cose che lui ritiene indiscipline o abusi, in realtà non lo sono. È lecito ad esempio prendere la Santa Comunione in mano. Questo non è un abuso.Così si è invitati a inginocchiarsi durante la consacrazione, ma non è un precetto.Il crocifisso in mezzo all’altare NON E' OBBLIGATORIO, soprattutto se a fianco dell’altare è ben visibile un altro crocifisso.
    La stola nella celebrazione del sacramento della Penitenza in linea ordinaria va messa, soprattutto se il sacerdote siede in confessionale.Ma se capita di confessare per strada o in altro luogo, si dovrà fare a meno della stola.A me è capitato più di una volta che alcune persone in treno abbiano chiesto di confessarsi. Certo sarebbe stato grave da parte mia se avessi detto: “non posso perché non ho la stola!”.

    Quindi secondo padre Bellon, la croce al centro dell'altare non è obbligatoria, per quale motivo?Perchè non è prescritta dal Messale, allora perchè la mettono?Ma perchè non rispondete a questa domanda, vi ho volto in castagna forse?Rispondete dunque, voi che dite di essere nel giusto. Quale problema a avete?Grazie

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    1. Chiedi a Padre Bellon se è lecito mettere sull'altare un candelabro ebraico e vedi cosa ti risponde. La risposta alla tua domanda la dà Papa Francesco quando parla della liturgia eucaristica: "In essa, attraverso i santi segni, la Chiesa rende continuamente presente il sacrificio della nuova alleanza sigillata da Gesù sull’altare della Croce" La Croce è stata il primo altare ed è per questo che la si mette al centro. Questa è la motivazione. Siccome voi rifiutate in toto il concetto di sacrificio quella croce non la sopportate e ci avete messo un candelabro ebraico.

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    2. Martello,
      come tutti gli altri non capisci neanche quello che riporti.
      Ti ripeto cerca nel blog e troverai tutte le nostre considerazioni.

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    3. @blog, ma vi sembra un modo corretto di discutere, quello di screditare l'interlocutore? Non capiamo niente vero? Questa che usate è una tecnica molto subdola che si usa quando non si sa cosa rispondere e si chiama "argomentum ad ominem".
      Fallacio Asino Vinicio

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    4. @Fallacio
      Tu che ci accusi ogni due per tre di essere attaccati ai soldi e di essere cristiani pantofolai invece che argomenti usi.
      Fallacio, trovati un'altra scusa che questa non attacca

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    5. FAV
      a che proposito vi sentite screditati? per l'intervento di Martello che cita Bellon in maiuscolo non accorgendosi che proprio quanto riportato va contro le sue tesi?
      Era una constatazione, non capisce quello che legge! E lo riporta pure.
      Rimane valido l'invito, cercatevi il thread dive ne abbiamo parlato e li leggetevi le risposte.
      Di sicuro se voi siete pigri per cercare, non potete costringerci a ripetere cose già dette.
      E per giunta fuori tema.

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    6. Ci si chiede un commento: che dire?
      Padre Bellon è molto chiaro, come sempre, nel riportare cosa deve stare sull'altare o a fianco dell'altare, come la croce (e non vicino all'ambone, per essere strattonata da un laico che invece dovrebbe parlare, se proprio deve, da una posizione più defilata).
      Il Messale quindi prescrive la presenza della croce in stretta relazione all'altare, ma non ne definisce la posizione.
      Questo dà il pretesto a certi commentatori neocatecumenali di affermare, contro ogni logica, che mettere la croce al centro è un abuso alla pari del metterci il candelabro ebraico, che invece il Messale non prescrive come possibile arredo fisso dell'altare, quindi non consente.
      Chi legge senza conoscere il Cammino neocatecumenale potrebbe pensare che si tratti di una polemica sterile e insensata; chi invece lo conosce, sa che il neocatecumenale segue rigidamente le prescrizioni di Kiko, le ritiene prevalenti a quelle della Chiesa, ma ha la pretesa allo stesso tempo di non poter essere criticato o richiamato o semplicemente considerato poco attento; motivo per il quale, visto che non può giustificare il proprio abuso, cerca disperatamente di dimostrare che non è un abuso ma una libera interpretazione della regola.
      Allo stesso modo giustifica ogni altra deviazione o invenzione, che ritiene sacra perché gli viene imposta da Kiko.
      Poi si offende se viene chiamato kikiano e non cattolico, ma non dovrebbe, visto che compie le opere del padre suo.

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    7. Padre suo? Uno solo è il padre, Dio, e Kiko é il suo più degno rappresentante

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  34. Pietro non del Cammino27 agosto 2022 alle ore 17:43

    Testa di MARTELLO:
    vuoi che ti cito qualche "prescrizione"?
    Tu prima citami dove avrei fatto riferimento alla posizione della Croce sull'altare.

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  35. E che dite che distribuiscono la Comunione dei semplici laici senza nessuna preparazione? L'ho visto con i miei occhi.

    CDD

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  36. Signor puntini ci dia l'esempio non scriva più!!

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    1. xNeo27 agosto 2022 23:05 : puntini è dei vostri.

      Molto probabilmente si, ma ho dei dubbi. La sua azione lascia pensare, si nasconde dietro i segni grammaticali e scrive senza senso. Comunque.

      CDD

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  37. Puntini fa rima con Gennarini

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