mercoledì 8 marzo 2023

Il peccato "insegnato" da Carmen Hernandez e sue eventuali conseguenze pratiche

Il pensiero di Carmen Hernández riguardo al peccato lo si può dedurre dagli Orientamenti del 1972 per le equipes dei “catechisti” del Cammino (come da pagina web www.internetica.it/neocatecumenali/sensopeccato-riconciliazione.htm, da cui sono tratte le citazioni che seguono).

La confessione nelle "casette" tanto disprezzate da Carmen

 Dice Carmen: “La Chiesa primitiva considerava peccato mortale quasi unicamente l’apostasia, ossia, la negazione del cammino o l’uscita da esso, perché l’uomo durante il Cammino è debole e cade, ma senza uscire dal Cammino… Per questo la Chiesa primitiva non pone l’esame di coscienza al termine del giorno, come fu più tardi introdotto dai Gesuiti, ma invece al mattino al momento di alzarsi, perché convertirsi è porsi davanti a Dio quando si comincia a camminare” (p.128).

E anche: “Dobbiamo spiegare un poco come con Costantino si entrerà nella Chiesa delle masse, perdendosi quindi la sensibilità della comunità. Non si vede più una comunità che cammina in costante conversione sotto gli impulsi dello Spirito Santo. Vediamo persone che peccano individualmente che sono assolte individualmente e, in seguito, vanno a comunicarsi… Ma tutta una comunità in conversione, che si riconosce peccatrice non la vediamo” (p.145).

E ancora: “Con il Concilio di Trento, e dal XVI al XX secolo tutto rimane bloccato. Appaiono i confessionali, queste casette sono molto recenti. La necessità del confessionale nasce quando si comincia a generalizzare la forma della confessione privata, medicinale e di devozione portata dai monaci… Chi mette i confessionali dappertutto è San Borromeo. Con dettagli che riguardano anche la grata… Adesso comprendete che molte delle cose che diceva Lutero avevano fondamento” (pag. 174).

E: “Ma a Trento si punta tutto sulle essenze, sulla efficacia, e si perde di vista il valore sacramentale del segno. Per questo è lo stesso fare la comunione col pane o con l’ostia che non sembra più pane ma carta, che il vino lo beva uno solo o che lo bevano tutti perché essenzialmente il sacramento si realizza lo stesso”.
Si vedrà dunque molto l’efficacia del sacramento della penitenza per perdonare i peccati e l’assoluzione diventa un assoluto. Così la confessione acquista un senso magico in cui l’assoluzione di per se sola è sufficiente a perdonare i peccati. L’assoluzione ti perdona i peccati e tu resti tranquillo.

Così abbiamo vissuto la confessione: per l’efficacia assoluta del sacramento si perde di vista il valore sacramentale che è quello che ti fa capace di ricevere questo perdono. Questo passa in secondo piano rimanendo in primo piano e come essenziale il semplice confessare i peccati e ricevere l’assoluzione” (pag. 175). E si potrebbe continuare.

Sembra quasi che per Carmen il peccato individuale non abbia molta importanza o, addirittura, non esista come vero peccato, ma se il peccato non è individuale, allora non esiste l’inferno, perché Dio non può permettere che si danni individualmente chi non ha peccato individualmente.

Di fatto, fin da quando ho iniziato a conoscere il Cammino Neocatecumenale attraverso i suoi aderenti, mi ha colpito come, in contrasto con lo zelo che essi dimostravano per il Cammino, riguardo al peccato sembravano quasi lassisti.

E quando seppi che, a chi iniziava a “camminare”, spesso nessuno parlava di peccato con chiarezza, tanto che poteva capitare che alcuni potessero vivere in stato di peccato grave senza che nessuno gli dicesse niente (mi chiedo se costoro si accostavano alla Comunione), la mia perplessità è aumentata.

Perché questo silenzio sul peccato? Forse per paura di sconvolgere qualcuno? Eppure su altre questioni i camminanti erano tutt’altro che morbidi, erano, anzi, molto provocatori.

Un modo di fare, questo, che sembra funzionale alla formazione di adepti che, prima che alla Chiesa, devono essere condotti al Cammino, per influenzare la loro percezione della Chiesa.

Non che i primi anni di catechesi rendano necessariamente i fedeli del Cammino degli eretici, anche perché alcuni di loro hanno in precedenza avuto una solida formazione cattolica, ma tendono a influenzarne le percezioni anche quando sembrano essere in contrasto con il sentire della Chiesa, come quando i camminanti percepiscono la parola “santità” come sinonimo di “superbia”.

Di fatto ho notato che a volte i camminanti sembrano percepire il peccato in modo diverso dalla Chiesa, quasi come fosse normale, e non solo perché la nostra natura è incline al peccato tanto che anche il giusto pecca “sette volte”, ma anche nel rapporto di relazione tra Dio e l’uomo, come fosse in se stesso necessario.

È come se i camminanti percepissero le parole di Gesù: “Quello a cui si perdona poco ama poco” (Lc 7,47) non come una lettura realistica di ciò che, di fatto, accade generalmente, ma come una legge spirituale che afferma che, a chi pecca poco, gli è perdonato poco e perciò ama necessariamente poco.

Ma se un “giusto” ama poco, non è perché gli è stato perdonato poco, ma, viceversa, gli è perdonato poco perché ha amato poco, secondo le parole di Gesù: “Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato” (Lc 7,47).

Eppure basterebbe formarsi secondo la dottrina della Chiesa per capire che, a colui che Dio perdona poco, non è tanto perché a lui Dio offre una minore grazia del perdono, ma perché si è “pentito poco” e poco ha avuto dolore per i suoi peccati, mentre colui a cui Dio perdona molto, è perché si è “pentito molto”, provando molto dolore per i suoi peccati.

Dio, infatti, o poco o molto, perdona sempre con TUTTO l’amore a tutti coloro che si pentono di cuore sotto l’influsso della grazia, solo che l’efficacia del suo perdono è proporzionata all’amore dell’uomo e perciò al suo pentimento.

Infatti nei giusti, come dimostrano Maria Vergine e tutti i santi che una volta pentiti non hanno commesso più peccati se non piccolissimi, la mancanza di peccato favorisce l’apertura alla grazia e l’accettazione della grazia.

Non è infatti il peccato a originare la grazia e perciò il perdono, ma è la grazia del perdono divino a cancellare il peccato.

Altrimenti la percezione del peccato è simile a quella di tanti non credenti, per i quali, per sapere cosa è il bene occorre prima sperimentare il male.

Ma nessuno può avere coscienza del male più di Dio, che è il Sommo bene, solo che la coscienza che Dio ha del male è intellettiva e non dovuta all’esperienza.

Anzi, l’esperienza diretta del peccato, ostacolando la conoscenza del bene sia a livello intellettivo che a livello di esperienza, tende a confondere il giudizio della coscienza.

Perciò, se un peccatore pentito ama Dio di più di un “giusto”, è perché il “giusto” si è intiepidito, cioè si è quasi fermato, cosa che si verifica spesso (ma non per una legge spirituale assoluta), come dimostra il fatto che, di solito, il fervore verso Dio cala al calare delle prove e aumenta al loro aumentare.

Come nei farisei che, pur essendo, come i camminanti, molto zelati riguardo alle regole (che spesso erano anche sbagliate) della loro “aggregazione”, si erano intiepiditi riguardo al peccato tanto da percepirlo in modo sbagliato, cosa che si rendeva evidente nel loro zelo verso il loro “cammino” come fosse l’autentica interpretazione della Legge.

42 commenti:

  1. A questo punto, è necessaria una statua di Carmen che lacrima...

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    1. Sottotitolo alla statua: "ma non eravamo a capo di un milione di comunità di Paganti Decima?"

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    2. Sottotitolo al sottotitolo: "Eravamo... appunto".
      Porto

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  2. Peccato è l'acronimo di :

    Potenti Eresie Catecumenali Conducono A Terribili Obbrobriosità

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  3. L'annuncio del Kerigma, kiko Arguello
    https://www.youtube.com/watch?v=GL2Li9W2dGQ&ab_channel=Tv2000it

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    1. Un incredibile sproloquio, che non tocca assolutamente l'argomento delle opere di misericordia spirituale di cui avrebbe dovuto parlare. Per forza poi i camminanti non ci capiscono nulla e credono nella salvezza per sola fede e sola grazia.

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  4. "Cosa che si rendeva evidente nel loro zelo verso il loro “cammino” come fosse l’autentica interpretazione della Legge".
    E infatti nei passi delle "catechesi " di Carmen, citate nell'articolo, è più che evidente che il Cammino si è del tutto sostituito alla Chiesa.
    Ad esempio:
    *la negazione del cammino o l’uscita da esso, perché l’uomo durante il Cammino è debole e cade
    *convertirsi è porsi davanti a Dio quando si comincia a camminare
    eccetera.
    Allora, non avevano alcun problema nel dichiararlo apertamente. In seguito hanno imparato a parafrasare il termine "Cammino" con vita cristiana, fede e, appunto, Chiesa.
    Come hanno imparato a nascondere le eresie, facendole filtrare di fatto attraverso il rito comunitario.
    La concezione di peccato è e rimane profondamente errata e protestante. Per esempio Timeo nell'articolo delle confessioni pubbliche di adolescenti appena trascorso, è intervenuto più volte a puntualizzare quanto sia facile, normale, inevitabile cadere nei peccati contro il sesto comandamento. Questa "normalità" nelle loro menti condizionate, è in realtà la "norma": impossibile essere casti senza conoscere il peccato e senza cadervici. La purezza è vista con sospetto e come una condizione imperfetta: perché perfetto è solo colui che cade e si rialza.
    Perché se è vero che "tutti abbiamo peccato e siamo privi della grazia di Dio" è vero pure che non tutti commettiamo gli STESSI IDENTICI peccati. Il loro problema nasce dal credere che senza peccato, senza quel peccato, commesso da tutti indistintamente, non ci possa essere né grazia, né perdono, nè vita di fede.
    Mentre è vero, al contrario, che "l’esperienza diretta del peccato, ostacolando la conoscenza del bene sia a livello intellettivo che a livello di esperienza, tende a confondere il giudizio della coscienza".

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  5. O.T.
    Catechesi odierna del Papa oggi, sulle missioni, riporto significativo periodo:

    "Altrettanto pericolosa è la tentazione di seguire più facili vie pseudo-ecclesiali, di adottare la logica mondana dei numeri e dei sondaggi, di contare sulla forza delle nostre idee, dei programmi, delle strutture, delle “relazioni che contano”.

    Mi sembra chiaro il riferimento; a quando
    il coraggio di correggerli in modo esplicito?
    Ruben.
    Fine O.T

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    1. riferimento a chi, al Cammino per casooooo???????????????

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    2. Su questo blog, ogni riferimento al Cammino è "puramente casuale".

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  6. Oggi ho cominciato a leggere il libro di S. ALFONSO M. DE’ LIGUORI DEL GRAN MEZZO DELLA PREGHIERA. Nelle prime pagine si legge:
    "Fu già bestemmia quella che disse Lutero, cioè che dopo il peccato di Adamo sia assolutamente impossibile agli uomini l’osservanza della divina legge." tradotto in lingua kika "l'uomo non puo' non peccare".
    Poi Sant' Alfonso risponde citando San Francesco (quello vero, non kiko): "Ed all’incontro, dice S. Francesco d’Assisi, che senza orazione non può sperarsi mai alcun buon frutto in un’anima. A torto dunque si scusano quei peccatori che dicono di non aver forza di resistere alla tentazione. Ma se voi, li rimprovera S. Giacomo, non avete questa forza, perché non la domandate? Voi non l’avete, perché non la cercate (Gc 4,2). Non vi è dubbio, che noi siamo troppo deboli per resistere agli assalti dei nostri nemici, ma è certo ancora, che Dio è fedele, come dice l’Apostolo, e non permette che noi siamo tentati oltre le nostre forze: "Ma fedele è Dio, il quale non permetterà che voi siate tentati oltre il vostro potere, ma darà con la tentazione il profitto, affinché possiate sostenere"

    In poche righe si legge tutto il contrario di cio che insegnano nel cammino. Mille volte sentivo i miei ex-fratelli cercando di giustificarsi dicendo "il demonio mi ha tentato, e' colpa sua se ho peccato". A volte lo dicevo anche io visto che cosi era piu facile per me continuare nei miei peccati. Per fortuna mi sono reso conto di quell'errore.

    Caro puntini diccelo tu se questi Santi sopra citati sono nemici del cammino. Intanto sembra che Lutero sia vostro amico...

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    1. Confermiamo : quei santi sono nemici del Cammino e Lutero è nostro amico........................

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    2. Bene, allora siate coerenti: andatevene dai luterani.

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    3. Bravo, Anonimo Texas! Bellissima citazione di sant'Alfonso.

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  7. Il Concilio Vaticano I è quello del dogma dell'infallibilita del Papa, criticata da Hans Kung..........

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  8. Dice Carmen: “La Chiesa primitiva considerava peccato mortale quasi unicamente l’apostasia, ossia, la negazione del cammino o l’uscita da esso, perché l’uomo durante il Cammino è debole e cade, ma senza uscire dal Cammino… Per questo la Chiesa primitiva non pone l’esame di coscienza al termine del giorno, come fu più tardi introdotto dai Gesuiti, ma invece al mattino al momento di alzarsi, perché convertirsi è porsi davanti a Dio quando si comincia a camminare” (p.128).

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    Non ricordavo la portata delle carmeniane corbellerie. Dopo tanti anni di cammino e molti altri da che l'ho lasciato, appare incontestabile la gravità assoluta di affermazioni tanto categoriche quanto date per scontate.
    È così e basta. Eppure sono follie.

    Provo ad attualizzare.
    Se appena ti alzi rinnovi la tua risoluzione di "fare il Cammino", questa è conversione.
    Tanto basta.
    Se 'apostasia' è lasciare la comunità, solo questo ti merita l'inferno.
    Tutto il resto che può essere oggetto dell'esame di coscienza non conta più di tanto, poiché - cosa vuoi farci? - si cade!... ma... senza... uscire... dal Cammino...

    Ecco un'altra dimostrazione di quel che sono e del perché poi durante le tue giornate puoi combinarne di ogni restando imperturbabile purché tu sia un kikos di fede provata, un convinto e accanito sostenitore del neocatecumenato che imponi a te e a tutti coloro che con te vogliano avere a che fare.
    Poi va da sé che tu ti salvi con quelli che hai trascinato dietro a te nel Cammino, tutti gli altri si dannano e non hanno capito niente.

    Pax

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    1. È Dio che assicura la santità a chi la desidera e persegue. Lo sproloquiare di Carmen la bandisce del tutto.
      Ossia, distoglie come minimo da essa.

      Non ve ne date pensiero, camminanti!

      Voi pensate camminare.
      Che a tirarvi dietro a noi in un fosso ci pensiamo noi.

      Pax

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    2. Ringrazio Pietro che ci riporta alla mente le catechesi di Carmen.
      Provocano in me una 'risonanza' che metto in comune per l'utilità collettiva.... anche questo è camminare insieme.

      Pax

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    3. @pax dice: "Se appena ti alzi rinnovi la tua risoluzione di "fare il Cammino", questa è conversione. Tanto basta. Se 'apostasia' è lasciare la comunità, solo questo ti merita l'inferno."
      Cara @pax, anche se il cammino Neocatecumenale è sicuramente un paradigma del cammino del Cristiano verso il Padre, Carmen non parla del cammino Neocatecumenale come piace intendere a te che addirittura poni queste parole tra le virgolette lasciando intendere che le avesse proprio dette Carmen (fallacia logica...) e tanto meno parla di comunità parola neanche pronunciata, ma parla del cammino del Cristiano verso Dio. Tutte le mattine il Cristiano deve sentirsi in cammino verso Dio, debole, cade e si rialza, ma sempre in cammino verso il Padre. Abbandonare questo cammino (verso Dio... Meglio specificare...) e addirittura rinnegarlo è quanto nella Chiesa primitiva si chiamava apostasia.
      Fallacio Asino Vinicio

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    4. Ancora la fissazione delle virgolette! Ebbene sì, quelle parole, dette da Carmen e riversate sul mamotreto, hanno costituito le fallaci (quelle sì!) catechesi del Cammino neocatecumenale per mezzo secolo.
      Io non c'ero quando Carmen le pronunciò, ma mi fido delle sbobinature dei mamotreti, perché , quella volta, c'erano davvero, i registratori!
      Che non stesse precisamente parlando del Cammino cristiano si evince dal contesto; o meglio, nell'ambito del discorso, si intendeva come cammino quello delle prime comunità cristiane poi riscoperto e rilanciato da Kiko e Carmen, con l'ausilio del padre Farnès, tramite il cosiddetto cammino neocatecumenale.
      E naturalmente secondo Carmen e Farnès nelle prime comunità cristiane ai praticava la confessione pubblica dei peccati, solo in seguito, per lamentevoli motivi di decadenza e di adeguamento a diverse necessità e cultura, soppiantata dalla confessione individuale ed auricolare nelle "casette", cioè nei confessionali.
      Non potendo e non volendo riportare tutto il capitolo, basterà citare un paio di frasi per far comprendere quanto sopra espresso, cioè l'idea che il Cammino neocatecumenale stesse provvedendo ad attuare in se stesso (senza alcuna autorizzazione ecclesiastica naturalmente) un rinnovamento liturgico epocale, che avrebbe ripreso quanto essi ritenevamo la Chiesa non avrebbe mai dovuto abbandonare, come se duemila anni di storia fossero da mettere tra parentesi (e sappiamo bene che quelle parentesi le mettevano realmente, da Costantino al Concilio Vaticano II, cioè alla nascita del Cammino).
      Carmen: "LA VERA RINNOVAZIONE DEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA VERRA' CON LA SCOPERTA DEL CATECUMENATO E LA RIVALORIZZAZIONE DEL BATTESIMO (in maiuscolo nel testo originale). Con ciò si comincerà a vedere che segno deve avere il sacramento penitenziale.
      Con l'apparire della comunità ecclesiale apparirà di nuovo la penitenza comunitaria. La cosa fondamentale è creare la comunità e per ottenere ciò, il processo catecumenale."
      Kiko: "Penso che quello che vi ha detto Carmen vi avrà dato la stessa allegria che ha dato a me. Ed è vedere come Dio ci ha dato questo cammino perché la vera rinnovazione della penitenza
      nascerà dalla rinnovazione del Battesimo. Vedere come, rinnovato il catecumenato nella Chiesa, si manifesterà il senso della penitenza, perchè la penitenza è come un secondo battesimo. Per questo vedremo come la Chiesa primitiva in questo senso prenderà come modello per i penitenti il catecumenato. Per questo rinnovare il catecumenato è rinnovare a fondo la penitenza."
      Poi, se qualcuno vuole approfondire, lo può andare a leggere in rete.

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    5. Le asinerie del Fallace Asino vengono smentite dal fatto che nel Cammino non si insegnano le cose della fede ma un guazzabuglio di ambiguità, strafalcioni, vere e proprie eresie.

      Pertanto il vero paradigma del Cammino è quello del camminare verso l'eresia, e dunque verso la perdizione.

      L'apostasia è un rinnegare la fede. Pertanto se uno esce dal Cammino conservando la fede cattolica, non è apostasia.

      Di più: se uno esce dal Cammino perché non ne può più di ambiguità, strafalcioni, ingiustizie, eresie, malvagità, sta facendo un percorso verso Dio. Altro che "apostasia".

      Attenzione poi a non ridurre a sensazioni il proprio percorso spirituale verso Dio. Cioè non commettete l'errore asinino del Fallace Asino, secondo il quale «il cristiano deve sentirsi in cammino verso Dio...».


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    6. apostasia é l'acronimo di :

      Ancora Potenti Ostacoli Se Troviamo Assurde Situazioni Indicanti Abnormita'

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  9. Ciao.Nuova evangelizzazione neocatecumenale: parrocchia SCELTA a caso,presentarsi una Domenica a Messa in prima fila con figli a seguito,poi andare in sacrestia....

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    1. Intendi che i fratelli del Cammino vengono mandati in parrocchie non neocatecumenalizzate estratte a sorte, con famiglia e figli a seguito, a partecipare alla Messa domenicale in prima fila per poi andare in sacrestia a proporre le catechesi neocatecumenali? Ma a quante Messe devono assistere prima di presentarsi? Ne basta una?

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    2. Ciao , potresti darci qualche informazione in piu su questa nuova trovata neocatecumenale?
      LUCA

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    3. Ciao.. forse mi sono espresso in modo equivoco... Ho sentito di questa nuova carnevalata e... 🤦.. (frecce in mano ad un guerriero !) .. non ho parole ...

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    4. Per ora si sa solamente questo

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  10. Ricordiamo ai lettori eventualmente distratti alcuni punti fondamentali.

    Primo punto fondamentale: la fede ha parecchi "dati oggettivi" che chiunque può osservare e verificare.

    Così come la matematica - in cui non c'è bisogno di avere una laurea o di un pronunciamento del congresso internazionale della matematica per dire che due più due fa quattro, e se anche un pluri-laureato in matematica dicesse che fa cinque allora anche un bambino può smentirlo - anche la fede ha dei dati "oggettivi" di fronte ai quali è possibile stabilire se qualcuno è in grande errore. Anche se non si è dotati di altisonanti titoli teologici.

    Il primo dato oggettivo è che l'unica autorità sulla liturgia è la massima autorità della Chiesa, e tale autorità ha già parlato - promulgando il Messale e gli altri documenti liturgici (lezionari, breviari, ecc., fino agli interventi dei dicasteri competenti riguardo abusi liturgici e precisazioni di dubbi).

    Chi segue il Messale e gli altri documenti, fa quel che fa la Chiesa, fa quello che la Chiesa vuole che si faccia. Dunque è sulla retta via.

    Chi invece non segue correttamente il Messale o gli altri documenti, non fa quello che la Chiesa fa, cioè fa quello che la Chiesa non vuole che si faccia. Se la massima autorità della Chiesa ammettesse uno svarione XYZ, lo avrebbe menzionato (anche solo indirettamente, anche solo genericamente) nei documenti liturgici.

    Osservazione pratica: il Cammino non segue il Messale, né gli altri documenti liturgici, né le «decisioni del Santo Padre» riguardanti esplicitamente le liturgie del Cammino. Dunque il Cammino non vuole appartenere alla Chiesa cattolica, ma solo alla chiesuola kikista-carmenista che di cattolicesimo ha solo la decorazione.

    Secondo dato oggettivo: questo è un blog con uno spazio discussioni, non è la morte del Cammino. Chi ci accusa di voler "distruggere" il Cammino è non solo in perfetta malafede, ma mostra anche che il Cammino ha paura che le proprie storture vengano liberamente mostrate e liberamente discusse. Cioè il Cammino sa di sbagliare, ma non ha alcuna intenzione di correggersi, poiché ama i propri errori (e le proprie eresie, e i propri strafalcioni liturgici, ecc.) molto più dell'unica vera fede dell'unica vera Chiesa. Il Cammino vuole essere sgradito a Dio (e gradito a Kiko e Carmen), anche se a parole dicesse il contrario.

    I nostri lettori avranno già notato che le menate neocatecumenalizie nello spazio commenti di questo blog sono intese solo a disturbare ed estenuare, sia chi legge che chi scrive. Avrete anche notato che nella mentalità neocatecumenale, mentire e ingannare sono considerate azioni sante qualora adoperate per difendere il prestigio e i soldi della setta kikista-carmenista. Non s'è mai visto un kikolatra ammettere che su un determinato punto Kiko e Carmen si sono sbagliati, che i cosiddetti "catechisti" hanno sbagliato, eccetera. I kikolatri addirittura difendono i loro pedofili, tentando di screditarne le vittime!

    Insomma, i camminanti in buona fede continueranno a leggere questo blog e le inviperite intemerate degli asini raglianti kikiani non faranno altro che confermare che è una grandissima grazia del Signore l'abbandonare la setta di Kiko e Carmen. Il Cammino produce una fede inquinata e idolatrica (e troppo propensa a difendere i propri VIP), e pensa solo a come spennare meglio i propri polli.

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    1. Parafrasando una famosa parabola (Mt 21,28-31), il Cammino si autoproclama ubbidiente al Padre, ma poi disubbidisce. Nel frattempo giudica coloro che criticano il Papa, e però questi ultimi non disubbidiscono alla liturgia, non inquinano la fede, eccetera. Ordunque, chi è che fa la volontà del Padre: i neocatecumenali ipocriti che si vantano di essere "approvati" anche quando compiono malvagità e professano eresie, oppure i "cristiani della domenica" che si adeguano a ciò che ha sempre fatto e detto la Chiesa?

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    2. Intanto https://www.radionuovatrieste.it/wp-content/uploads/2023/03/SPECIALE-Testimoni-di-Dio-2-dd08-03-23.mp3

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    3. «Come posso fare a meno di vedere quello che ho davanti agli occhi? Due più due fa quattro.»
      O’Brien «A volte, Winston. A volte fa cinque, a volte tre. A volte fa cinque, quattro e tre contemporaneamente. Devi sforzarti di più. Non è facile diventare sani di mente.»

      1984 - George Orwell

      Winston è il cristianuccio della domenica che segue il Messale.
      O'Brien è Kiko o il catechista neocatecumenale i quali, mediante manipolazione, inducono a vedere che due più due fa cinque, a volte tre, a volte quattro. E ti dicono che sarai sano di mente (cristiano adulto), se arrivi a crederci.

      Una volta che sei preso nel giro, è difficile rimanere Winston. Molti va a finire che credono a O'Brian.

      Recentemente qualcuno mi ha raccontato di come sia possibile sovvertire l'ordine costituito.
      Uno + uno non farebbe due, ma sempre uno.
      Come?
      Prendendo una goccia d'acqua e facendola cadere su un'altra goccia d'acqua, di modo che si formi una sola goccia d'acqua un po' più grande. Solo una.

      Questo per dire che si può sostenere di tutto, tentando di scardinare principi incrollabili.
      Chi arriva a credere a queste teorie manipolatorie, apparentemente condivisibili, si può considerare manipolato.
      Ed è quello che succede nel Cammino.

      Secondo la Chiesa l'uomo ha solo un'inclinazione al peccato, dopo la caduta, vincibile con la grazia e il libero arbitrio.
      Ma Kiko sostiene che l'uomo è perso, figlio del demonio e condannato a peccare. Non crede al libero arbitrio, alla legge naturale inscritta nel cuore di ogni uomo e all'azione salvifica della grazia nell'uomo che utilizza la propria volontà per il bene.
      Chi segue questa teoria, è come quello che finisce per credere che uno + uno fa uno.
      Marco

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    4. @ Annarosa 10 marzo 2023 ore 16,32.

      È il "canto del cigno" di Mons.Crepaldi
      Ruben.
      ---

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  11. "Se il peccato non è individuale, allora non esiste l’inferno, perché Dio non può permettere che si danni individualmente chi non ha peccato individualmente" scrive Pietro(NdC). Secondo me se il peccato non è individiale, neppure il merito è individuale; infatti secondo la "teologia" neocatecumenale ci si salva a grappoli. E il merito non sta nelle opere buone compiute (queste anzi sono negative in quanto potrebbero far insuperbire) ma esclusivamente nell'aver fatto il Cammino in obbedienza ai catechisti. Infatti viene posto l'accento sul fatto che i santi fossero gli eletti, senza alcun loro merito, a far parte delle prime comunità, e si richiamava l'attenzione sul fatto che, con questo appellativo, venivano infatti salutati da san Paolo nelle sue lettere.
    Con mia grande sorpresa e sconcerto, ho ritrovato queste stesse argomentazioni nella "evangelizzazione ", fondata su posizioni critiche della dottrina cattolica, dei predicatori protestanti. Si tratta di mezze verità, dovute ad una conoscenza limitata, al mancato approfondimento, agli slogan superficiali così radicati nel Cammino e direttamente discendenti dalle idee raccogliticce dei suoi iniziatori.

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    1. ...che dopo aver sparato a zero sul concetto di santità cattolica e aver preso in giro e trattato da ipocrita bigotto chiunque avesse manifestato loro l'intenzione di voler "farsi santo" , così come insegnava san Giovanni Bosco, ora ci vogliono gabellare come santa la patologica Carmen, grande avversatrice della Messa quotidiana, del rosario, del rispetto del sacerdozio, e di quelle qualità e intuizioni che hanno portato alla santità tante anime nella storia della Chiesa Cattolica.

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  12. L'inferno esiste, e ci vanno tutti coloro che rifiutano volontariamente e consapevolmente all'amore di Dio. Un conto è peccare per debolezza, perchè si cade tante volte ma Cristo sempre ci rialza con la sua misericordia, un altro paio di maniche è peccare per scelta consapevole, per il gusto di contravvenire all'amore di Dio. La celebrazione penitenziale è fatta comunitariamente ma, uno per volta ci si confessa al presbitero disponibile. Chi vi ha detto il contrario? Dove avete visto il contrario?
    Timeo

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    1. Attenti alle furbate neocatecumenali.

      «Cristo sempre ci rialza con la sua misericordia», è solo metà della verità. E con le mezze verità si fabbricano le menzogne.

      Nostro Signore si degna di rialzarci solo se noi lo vogliamo (cioè se siamo sinceramente e adeguatamente pentiti, e la Chiesa ci ha sempre chiarito che tale pentimento passa attraverso i sacramenti del perdono: il perdono non è automatico e comincia sempre con la conversione personale, come il figliuol prodigo che torna in sé e decide umilmente di tornare alla casa del padre disposto a rientrarvi ache solo come uno dei garzoni).

      Quanto alla penitenziale "fatta comunitariamente", non c'entra col discorso, ma il kikolatra furbetto cerca di infilarcela di proposito. Ora, il sacramento della confessione va vissuto personalmente, con o senza "penitenziale". Una celebrazione "penitenziale" - cioè il dare la possibilità di confessarsi a molte persone, facendo intervenire in un unico luogo parecchi sacerdoti - non va considerata necessaria perché il singolo fedele è chiamato a ripulire l'anima dai propri peccati quando ciò è necessario, non quando la Comunità ti Organizza l'Evento. Altrimenti si finisce per banalizzare la confessione - "ok, ci penserò alla prossima penitenziale fra un mese", e ciaone.

      Dunque notate come il pasqualone ragliante che oggi si firma Timeo tenta disperatamente di mischiare le carte in tavola, prima parlando come se il perdono del Signore fosse qualcosa di automatico (come se non richiedesse un pentimento sincero e volontario ogni volta), quindi menzionando a sproposito le penitenziali neocatecumenali come se fossero il modo ordinario di accedere alle confessioni (quando in realtà le parrocchie, i santuari, i conventi e monasteri che fanno "pastorale" sul territorio, ecc., danno generalmente possibilità di confessarsi, così che non ci sia da aspettare il mese dopo ma al massimo il giorno dopo).

      Il fatto è che nel Cammino ti annullano l'individualità anche per quel che riguarda la fede. Noi cattolici sappiamo che «a chi non li rimetterete, [i peccati] resteranno non rimessi», cioè è una cosa che ci tocca personalmente, ciascuno di noi. Dunque ognuno di noi, personalmente, liberamente, si esamina la coscienza e decide liberamente e personalmente di andare a confessarsi, al massimo avendo da bilanciare le opportunità (sacerdote disponibile? orari di lavoro? maltempo? ritardi dei mezzi pubblici? difficoltà a parcheggiare l'auto?).

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    2. ti sei risposto da solo tripudio. I preti usciti dai redentoris mater riescono a resistere a celebrazioni penitenziali di 5/6 ore.
      Timeo

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    3. Ariecco l'analfabetismo neocatecumenale ed il canonico trucchetto "ehi, organizziamo le Olimpiadi Penitenziali in modo da far Vincere i Presbikikos! diremo che sono quelli che Resistono Più Ore!"

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  13. Notizie da Guam: Frenchie fa presente che le varie diocesi suffraganee di Guam hanno o un vescovo ammalato (come la stessa Guam) o un vescovo «piuttosto propenso al Cammino» (come nell'isola di Saipan, diocesi di Chalan Kanoa), e che recentemente si è presentato a Guam l'ineffabile Gennarini, contro le disposizioni dello stesso arcivescovo Byrnes e probabilmente a suon di pressioni indebite nei confronti di alcuni sacerdoti locali (come il vicario generale dell'arcidiocesi), allo scopo di "evangelizzare" le isole (cioè incistarvi il tumore neocatecumenale) e riconquistare Guam.

    Anche dopo i pesanti ridimensionamenti subiti dal Cammino in virtù degli scandali e dopo la morte del Pius Sammut (il catechistone del vescovo pedofilo neocatecumenale, alle dirette dipendenze del Gennarini, e che sparì dall'isola più o meno in concomitanza dello scoppio del grosso scandalo Apuron), la setta di Kiko e Carmen non ha mai smesso di lavorare alacremente per riconquistarsi l'isola di Guam ed espandersi nel Pacifico. Tanto più che Byrnes non volle espellerla definitivamente da Guam.

    Intanto anche The Thoughtful Catholic commenta il Tostone dell'Autoannuncio di Quaresima, cominciando proprio dall'affermazione di Kiko secondo cui Carmen sarebbe stata nientemeno che «scelta da Dio prima della creazione del mondo». Più -naturalmente- la vanteria di Kiko che ha fatto esperienza di «mie visioni, mia estasi, e tutto il resto».

    Charlie dà le informazioni di contatto per la "canonizzazione" della signora Hernández affinché gli ex neocatecumenali possano inviare la propria testimonianza delle grazie di Dio ottenute nel momento in cui lasciavano la setta e ripudiavano gli errori propinati dalla Carmen.

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    1. Bella mossa quella di Chuck. Dovremmo farlo tutti... Dobbiamo intasare la email del Vaticano.

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