giovedì 4 maggio 2023

Guai a coloro che itinerano per sè!

 


Quelli della 1^ ora  en el monte Sinaì


" Gli unici che stanno a loro agio sono i catechisti" che puntualmente percepiscono il salario illecito derivante dalle comunità. Si tratta di un'entrata cospicua che mai deroga e che viene spillata anche al fratello che versa nella condizione più indigente. Mai ho visto un personaggio di rilievo del cammino darsi pensiero per chi non possedeva somme da dare, solo rimproveri ed esortazioni decise e minacciose atte a buttare i propri averi, fosse anche l' ultimo euro vagante in tasca, nel sacco nero dell'immondizia.
Le comunità solitamente son tante, di conseguenza l'importo recepito dai capi kikos è ragguardevole. Personalmente ho incontrato catechisti nullafacenti che con questo denaro sottratto hanno provveduto ad effettuare acquisti frivoli che non corrispondevano certamente alle esigenze di prima necessità (ed anche per quelle dovrebbero tirar su le maniche) dichiarate. Ricordo, ad esempio, un dato catechista che si comprò una barca e un tot di moto per i figli. Un altro acquistò una vasca idromassaggio molto spaziosa che piazzò nella casa che gli fu donata da un "benefattore" neoc.
Mi fermo qui, poiché il degrado è molto e lo sdegno notevole. Tutto ciò mentre chi aveva elargito gli ultimi risparmi non sapeva come cavarsela. Catechisti intoccabili che esigono l'infelicita del membro credulone che, ahimè, avendo ancora gli occhi intasati di fango non scorge l'inganno. Il farabutto istiga alla tristezza, dotando le confessioni pubbliche di una connotazione violenta che sospinge a parlar male gli uni degli altri e a creare divisioni non solo in comunità, ma anche all'interno delle famiglie.
E mentre nei giri d'esperienza le sedie se le tirano davvero, i catechisti se ne stanno soddisfatti sul loro palchetto nutrendosi della scontentezza dei fedeli che agevola la manipolazione.
Se per un motivo o per l'altro il catechista dovesse subire la destituzione si ritroverebbe a lagnarsi perché costretto a compiere un lavoro: "Sigh...pietà di me fratelli, sto facendo l'imbianchino per dar sostegno alla mia famiglia hic! Capite che punizione insostenibile? Reintegratemi al mio posticello di catechista affinché possa rinfocillarmi". Poi magari dei sacerdoti kikiani e dei catechisti misericordiosi accolgono il suo lamento assecondandolo. (Tratto da una storia vera)   "    (da Rebel)

" Si lamentavano di non avere niente perché erano impegnati a evangelizzare ma avevano furgoni grandissimi e tanti mezzi di trasporto. I figli facevano mille corsi...musicali, sportivi, e avevano case di tutto rispetto. Ma andassero a...... Grazie Rebel mi hai colpito.  "     (da  Anonimo)

Sulla plancia di comando se la suona e se la canta...


Gli itineranti devono dedicarsi all'evangelizzazione come attività esclusiva e non è un optional. Non sono solo loro che non vogliono lavorare!

E' condizione irrinunciabile dell'essere itinerante lasciare il lavoro per dedicarsi all'evangelizzazione in obbedienza a Kiko e inviati da lui.  

 

Il vero Tripode neocatecumenale

Una parentesi:

Nel governo del cammino ha molto inciso Carmen. Ora non c'è più, per cui si parla di Kiko mentre Carmen aleggia su tutto. Il sistema fondato sui cd. ITINERANTI è stato messo in piedi da entrambi, con pari responsabilità: 50 e 50. Era Carmen che sempre ripeteva, ossessivamente, che per essere itinerante necessario e irrinunciabile è "essere legato a NOI". Che gran genialata! E che DEVI LASCIARE IL LAVORO! Una specie di prova del 9 della tua fedeltà, del tuo essere votato completamente alla causa, anima e corpo: lasciare tutto per seguirli e non solo il lavoro.
Più "legato" di così!
(... più ricattabile!)

Si comprende che se l'unico sostentamento è il cammino, tu sei tenuto in pugno; ostaggio totalmente degli autonominati iniziatori. Ad ogni alzata di testa, possono irretirti ripetendo: "Chi sei tu oggi senza il cammino?" (fuor di metafora: "dove vai? che fai? dove sbatti la testa?").

Attenzione:

Qui parliamo di capo-equipe laici, con moglie e prole molto numerosa. Parliamo di famiglie. Che se dovessero, dopo anni e anni, smettere di fare gli itineranti resterebbero letteralmente senza sostentamento, senza più nessuna possibilità di mantenersi autonomamente. Se per il cammino hai rinunciato a tutto, dove vai a finire? Tu, tua moglie e i tuoi figli?  (...questa l'oscura minaccia)

E ora andiamo al punto. Rivolgendoci a chi si scaglia contro di noi con violenza ogni volta che raccontiamo "fatti concreti" di cui siamo testimoni, accusandoci di mentire, chiedo in sincerità: vista la condizione dell'itinerante nel C.N., spiegateci voi come fanno costoro a vivere? Con sei, otto, dieci e anche più figli? Senza un lavoro, senza alcuna entrata autonoma? 

Non solo. Ma come fanno a vivere così bene come vivono? 

Tutte le coppie itineranti - quelle della prima ora, quelle che insieme agli Iniziatori realmente governano tutto, che hanno fondato e diffuso il Cammino in tutto il mondo, legate come nessuno a Kiko e Carmen - hanno almeno un lussuoso e comodissimo SUV, case tutte molto confortevoli nelle zone loro affidate. 

 

I due compari
Questo è dappertutto, lo ribadiamo, per i cd. itineranti della prima ora, quelli storici - i primogeniti di Kiko e Carmen - che vivono proprio come "figli di re" senza privazioni di sorta e senza far mancare niente ai propri figli, per gli studi e per tutto il resto. 

Ho conosciuto anche io itineranti che mandavano i figli nelle Università o in Istituti Privati tra i più costosi. Dicevano: "il Signore provvede!" senza pudore, senza vergogna. Tiravano in ballo ogni volta la provvidenza e nessuno osava fiatare poichè si trattava di discutere l'opera di Dio! 

Ma le mormorazioni serpeggiavano eccome nelle comunità. Perché i soldi, di fatto, poi li cacciavano loro: i fratelli. Anche perchè tante volte questi figli fighetti dei mitici itineranti non erano neanche un esempio o un modello di virtù ed educazione! E fuor di dubbio se la passavano molto meglio della maggior parte dei loro catechizzati, che coi loro soldi gli consentivano la bella vita, pur dovendo mantenere anche loro famiglie numerose e molto spesso monoreddito (poiché la moglie, giocoforza, era stata costretta a lasciare il lavoro - cosa frequentissima - o non aveva potuto neanche cercarlo mai) e in più tutti paganti decima.

Eravamo con alcune comunità in Israele. C'era l'abitudine di lasciare un pomeriggio libero, che veniva dedicato a un giro nel quartiere ebraico, ricco e pieno di splendidi negozi. Si faceva qualche acquisto e c'era sempre qualche ostiario zelante che dava l'incarico di comprare il costosissimo incenso profumatissimo che solo in Israele si trova. Quella volta ero in compagnia di un itinerante storico appunto, che mi chiese di accompagnarlo perché voleva acquistare un regalo alla moglie per un anniversario. Ebbene rimasi basita quando vidi che scelse una sciarpa/foulard che costava 500 euro, così in un colpo e senza batter ciglio. Comprese la mia istintiva ripugnanza e mi guardò con una certa pena. Ma, senza scomporsi e con un sorriso compassionevole,  mi disse: "Questo avevo pensato; un regalo minimo sui 500 o 600 euro...". (Certo, qui si pone lo stesso quesito che ci siamo posti per Kiko che ogni mattina fa un'elemosina di 50 euro alla botta, pur essendo povero in canna). 

Un altro capitolo di spesa senza tetto era, questa volta per gli itineranti alla triade più vicini, il regalo da portare a Carmen quando si veniva onorati di un'udienza privata. Carmen, una molto esigente, amante del bello e del costoso, una che non accontenti facilmente. Scegliere un regalo per lei: una vera impresa e delle più complicate,  perchè Carmen aveva di tutto e ognuno cercava di portarle il meglio. Grande studio richiedeva la scelta e sempre correvi il rischio che il regalo (generalmente un vestito o un tessuto molto prezioso) non le piacesse affatto. Ella lo rifiutava senza problemi e lo rispediva al mittente senza tante cerimonie. Soluzione non era togliersi dall'imbarazzo non omaggiandola affatto,  poiché questo avrebbe portato sicuro a conseguenze peggiori.

Un'equipe proveniente dalla comunità madre di Roma dei Martiri Canadesi alla ricerca di un alloggio degno nella Regione assegnata, espose in convivenza di itineranti la sua scelta, caduta su una bella villa nel quartiere più alto della città di destinazione con annesso, ragguardevole, affitto da pagare. Chiese, senza mezzi termini, che si provvedesse tramite la Fondazione Famiglia di Nazareth.
Giustamente, essendo primogeniti di cotanti illustri genitori !
Altri non avrebbero osato chiedere tanto e con tanto candore al cassiere generale Giampiero Donnini e alla presenza di Kiko e Carmen. Questo perché il Centro neocatecumenale già esistente nel capoluogo di quella Regione, con annesso alloggio, a dir loro era indegno di accoglierli.
Ora, vi pare che gente che non lavora, che non ha mai lavorato, possa permettersi tanto lusso e pretendere di campare a scrocco così? Mostravano apertamente di  essere incontentabili anche loro, come Carmen era incontentabile, disdegnosa e capricciosa con i soldi sudati da altri e messi nelle collette anche da poveri fratelli chi sa con quanti sacrifici (pezzenti moralisti e tirchi pure!). Collette sollecitate da loro con sfacciataggine, senza alcun ritegno e ad ogni occasione, con insistenza, con una petulanza condita di accuse indegne di attaccamento al danaro, orecchio chiuso alla parola e quant'altro. 

E non dimentichiamo di ribadire una cosa: per gli itineranti certo che si attinge anche alla decima. Neanche a dirlo. 

Dovunque possono i responsabili raccattano i soldi necessari per il mantenimento di un simile caravanserraglio. Che, oltretutto, ne va del loro mantenimento in carica (prova tu responsabile a non passare per sei mesi di fila "la busta" ai tuoi catechisti itineranti, e vedi come "di pronto" vieni sostituito!). Mantenimento che deve essere a 360 gradi come ben si comprende più annessi e connessi. 

Questo fa parte del linguaggio non scritto e non detto del Cammino (e ovviamente neppure approvato). 

Ma è regola ferrea e condivisa ovunque il neocatecumenato si sia espanso. 

Non rispettarla è causa di rimozione certa in primis dei responsabili delle prime comunità delle parrocchie che sono le comunità pilota. Questi responsabili, sono i collettori di tutte le comunità  della parrocchia affinché le buste fluiscano regolarmente alla volta degli itineranti. Se iniziano a scarseggiare o non si vedono soldi per un pò, son dolori! Sicuro.

Repetita juvant... per le teste dure. 


E sempre per le stesse teste di coccio, un'ultima testimonianza:

Vi volevo parlare delle famiglie neocat in missione : dieci anni fa il mio parroco, che era del Cammino, invitò una famiglia con 12 figli, della Palma, che stava partendo in Sud America, che ci chiedeva un contributo per le spese. Nessuno diede niente, poi ho saputo che il padre di lei era ricco, l'ho conosciuto, era un industriale che vicino a Oristano ha un'azienda che commercia idrocarburi tra l'Italia e il Sud America. Il genero lavorava con lui, parti e rimase alcuni anni fuori, poi è ritornato e ha ripreso a lavorare con il suocero. Quando venne il nuovo parroco da noi, che era stato anni prima proprio alla Palma, e che non è del Cammino, mi parlò del suocero che ogni tanto veniva a s. Bartolomeo per sentire la messa, questi era un neocat, aveva 8 figlie tutte nel Cammino, tutte sposate con neocat e con figli tutti nel Cammino. Forse questo è un eccezione, non credo siano molte le famiglie che vanno in missione con un suocero ricco che le mantiene. (da Aldo dei focolari di Cagliari)

Certo. Fa riflettere il rapporto ancestrale del C.N. con il denaro e la ricchezza; a partire dalla ricca Carmen, di una delle famiglie più ricche di Spagna. Ma le famiglie ricche ci sono sempre state nel Cammino, alcune molto ricche e nobili pure. C'è da chiedersi il perchè del forte impatto del Cammino in questi contesti sociali. Anche tra gli itineranti molti provengono da famiglie agiate. A conoscerli da vicino non mostrano in questo un gran cambiamento di natura, in verità. 

Quelli che ho conosciuto più da vicino si sono portati dietro negli anni tutta la loro spocchia, la supponenza originaria, che andava ad aggiungersi alla conclamata e ben nota arroganza congenita dei super-itineranti/super-catechisti

Neanche lontanamente sembrano disposti ad assumere uno stile di vita più modesto. In genere fanno sotto gli occhi di tutti e pure sfacciatamente "i figli di re" come Kiko insegna. D'altra parte Carmen Hernandez è capofila di questa prominente dinastia, il jet-set internazionale neocatecumenale. 

Delle famiglie in missione non conosco la percentuale dei ricchi. Ma non mi meraviglia affatto che parta giuliva una famiglia costituita, come pare sia in questo caso, da fratelli che sono nati e cresciuti nel cammino. Aperti alla vita, con 12 figli, figli a loro volta di camminanti storici della prima ora "di alto bordo" appunto, come nel caso esposto.

Generalmente questi illustri capostipiti spesso rivestono importanti ruoli di responsabilità nel contesto.

La finta sceneggiata dei sorteggi



Certo fa scena: Guarda questi! Che vocazione! Lasciano la loro vita agiata e sicura par andare 'famiglia in missione'.... che eroi (la spazzatura del mondo, come condannati a morte...)! 

Ma FERMI tutti, ALTOLA'. E se ti fermi cosa noti? Oh, giochi del destino!!! 

Noti che - Ma GUARDA CASO - questa splendida famiglia - PER SORTEGGIO (come tutti, nevvero?) - dove è stata inviata da Kiko in missione? Ma che coincidenza!!!! 

Ma certo in Sud America!!! 

Proprio dove lo straricco suocero commercia felicemente i suoi idrocarburi. Da sempre. A sua volta il fortunato genero di cotanto suocero (che da sempre com'è ovvio lavora con lui in Azienda) rimane solo ALCUNI ANNI in terra di missione (pardon terra di esportazione), per poi tornare alla base e "riprendere" a lavorare con il munifico suocero CHE - come ben noto - ERA UN felice NEOCATECUMENO anche lui. Felice come solo i naocatecumenali ricconi e opulenti possono essere lì dentro! Protetti da una speciale immunità che li rende diversi dai comuni camminanti. Dei privilegiati.

Davvero a leggere simili esperienze ci si apre un mondo! E viene il voltastomaco. 

Il Cammino è davvero un teatro ed un gran palcoscenico!

Questi possono darla a bere a molti, ma non a gente come noi; e purtroppo per loro.

51 commenti:

  1. La struttura del Cammino, inizialmente, è stata volutamente una imitazione di quella apostolica: il kerigma, l'annuncio di Carmen e Kiko, viene propagato dagli apostoli itineranti; ma mentre gli apostoli, pur con il primato di Pietro, avevano una gestione collegiale (vedi il primo Concilio di Gerusalemme raccontato in Atti), nonostante vari tentativi (negli anni 1979-81 ne troviamo traccia dei Diari di Carmen), di creare degli organismi di governo formati da catechisti, di fatto questi non sono mai decollati, e il Cammino si trova tutte oggi ad avere una struttura uno-a-molti, in cui quell'uno, meno a dirlo, è sempre è solo Kiko, ieri Kiko e Carmen. Questo succede secondo me proprio per i motivi illustrati da Pax: i catechisti itineranti non hanno mai goduto di vera autonomia, neppure quella di mettere una parolina di troppo nella ripetizione degli annunci dati loro prestampati e ricevuti da Kiko, e questa loro disponibilità è sempre stata remunerata da provvidenze economiche (provvidenze con iniziale minuscola, che poi loro trasformano, nel loro linguaggio mitologico, in Provvidenza con la maiuscola); e pur essendo spesso ricchi di proprio, la loro avarizia - i ricchi infatti sono tali proprio perché avari e avidi - li induce a profittare delle "offerte" dei camminanti e a rendersene dipendenti.
    Un vero e proprio caravanserraglio, come dice giustamente Pax: un parco buoi dal quale non emerge nulla di buono e di nuovo, che possa dare speranze di riforma e di rinnovamento: anche perché tutti coloro che avrebbero potuto o voluto incarnare questa speranza, se ne sono andati da tempo, o sono stati decisamente estromessi.

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    1. O anche un sistema di tipo medievale con:
      Kiko= Signore;
      Vassalli=Responsabili;
      Valvassori=Catechisti;
      Valvassini=Cantori, Ostiari ed assimilati;
      Servi della gleba= il popolo NC, che
      paga la decima e si svena con ulteriori "tributi".
      Ruben.
      ---

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    2. ottima questa classificazione

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    3. Sì giusto Ruben! È un'organizzazione feudale, rigidamente verticistica. Assomiglia ancora più alla struttura delle aziende che applicano il multi level marketing, quello però che non produce e non vende nulla, e in cui i guadagni dipendono solo dell'espansione della base della piramide e dall'ingresso di nuovi potenziali venditori... che se non erro è illegale.
      In effetti il nostro feudatario, Kiko, non possiede nulla, non ha nessun latifondo da far amministrare, sua è solo l'idea... anzi, neppure quella è sua.

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    4. caravanserraglio.......

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  2. Vi siete dimenticati le vacanze estive ed invernali dei figli di re.

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  3. Dentro de las muchas irregularidades de esta gente, los catequistas nos han predicado que ellos son los "pequeñitos" de los que habla el Evangelio!!!

    San Mateo 25,....
    Entonces el Rey dirá á los que estarán á su derecha: Venid, benditos de mi Padre, heredad el reino preparado para vosotros desde la fundación del mundo.

    35
    Porque tuve hambre, y me disteis de comer; tuve sed, y me disteis de beber; fuí huésped, y me recogisteis;

    36
    Desnudo, y me cubristeis; enfermo, y me visitasteis; estuve en la cárcel, y vinisteis á mí.

    37
    Entonces los justos le responderán, diciendo: Señor, ¿cuándo te vimos hambriento, y te sustentamos? ¿ó sediento, y te dimos de beber?

    38
    ¿Y cuándo te vimos huésped, y te recogimos? ¿ó desnudo, y te cubrimos?

    39
    ¿O cuándo te vimos enfermo, ó en la cárcel, y vinimos á ti?

    40
    Y respondiendo el Rey, les dirá: De cierto os digo que en cuanto lo hicisteis á uno de estos mis hermanos pequeñitos, á mí lo hicisteis.

    Acaso es esto cierto?????, o hasta dónde llegan a manipular la Palabra de Dios en el camino neocatecumenal!! Por qué la Iglesia le da al Evangelio una interpretación y los catequistas del camino neocatecumenal aseguran que los pequeñitos del Evangelio son ellos????

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  4. Intanto domenica andiamo a fare le cento piazze, se volete venire siete bene accetti. A proposito, che fine ha fatto quello che andava alle cento piazze per guardare i decolletè delle donne? Comunque vi invito a venire, vi accoglieremo con affabilità, non vi scacceremo certo. Anzi, se avete qualche vera e autentica esperienza di fede che ci possa edificare, vi ascolteremo con piacere. Per cortesia però, non attacchi al Cammino o a Kiko e Carmen, al Papa, insomma non la solita solfa di questo blog, che ormai è unta e bisunta, che ha stancato tutti e che proprio non interessa nessuno. Vorremmo conoscere la vostra esperienza di fede, come Dio ha operato ed opera in voi, le disquisizioni teologiche, morali, liturgiche, non ci interessano, le lasciamo a questo blog, anche perchè non conoscete nè la teologia, nè la morale, nè tantomeno la liturgia, pertanto, lasciate perdere. Vi attendo!

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    1. Meno male che ce l'hai detto: c'era il rischio che di voi non se ne sarebbe accorto nessuno, visto che vi fate la claque da soli, letteralmente ve la cantate e ve la suonate.

      Piccolo off-topic: i neocatekiki che fingono di essere devoti all'ubbidienza al Papa non sanno (o fingono di non sapere) a quale livello di confusione siamo arrivati.

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    2. Accomuni presuntuosamente Kiko e Carmen al Papa, come se si trattasse di un'unica entità indistinta, una furbata che mortifica il tuo intelletto (non certo il nostro). Sarebbe proficuo per le vostre anime intendere una volta per tutte che il cammino non è la Chiesa! Un concetto tanto banale quanto per voi stranamente ostico.
      Le piazzate sono un evento molesto dove, con microfono alla mano, imponete ai poveri passanti le vostre esperienze condite di particolari disturbanti, ciò poiché siete abituati a pensare che certe storie miserevoli abbiano il potere di suscitare ammirazione e adesione, mentre in verità causano pena e molte volte disapprovazione e disgusto. Non avete accortezza neanche dei più piccoli, che piuttosto scandalizzate e orientate per vie malsane ove primeggia il peccato. Inoltre cantate, suonate e ballate avendo come idea fissa che gli "spettatori" inconsci siano così deboli da lasciarsi contagiare e catturare dalla mera "festa" - vale a dire la gioia artificiale e dunque costruita -, la quale può effettivamente ingannare la ratio, ma non sempre, soprattutto oggi che per conoscervi basta un "click".
      Chiamerei a raccolta tutti coloro che abitano nei dintorni delle vostre piazzate impenitenti, molti dei quali hanno palesemente espresso il loro disagio e fastidio.
      Grazie dell'invito, ma passo...

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    3. Sarebbe proficuo per le vostre anime intendere una volta per tutte che il cammino FA parte della CHIESA, una volta che accetterete questo innegabile fatto, forse, troverete la pace e, forse, capirete l’inutilità di questo blog!

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    4. Sarebbe ancora più proficuo per le vostre comportarvi come foste parte della Chiesa, e non solo urlare di farne parte per poi di fatto non esserlo.

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    5. @Anonimo 4 maggio 2023 alle ore 15:59
      Non vedo perché dovrei farvi conoscere le mie esperienze di Fede, che condivido intimamente solo con Nostro Signore ed appartengono al mio foro interno.
      Ruben.
      ---

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    6. La mia esperienza di Fede? Dopo 25 anni di cammino, durante i quali ero radicalmente cambiato in peggio, iniziando a giudicare tutto il mondo, dentro e fuori la comunità, adultero, con il lavoro quasi perso per stare dietro a continue evangelizzazioni, preparazioni, celebrazioni, convivenze e pellegrinaggi, con soldi buttati a destra e sinistra, finalmente appena ne sono uscito fuori mi si è illuminata la vita: ho riscoperto la Chiesa, la Famiglia, la Pace, la vita tranquilla, la dignità di persona e soprattutto di Cristiano.
      I miei EX catechisti cercano di inculcare ai miei EX fratelli di comunità che io, mia moglie i miei figli stiamo male, cha siamo tornati "al nostro vomito", che ci siamo "secolarizzati" e che siamo da evitare. Sicchè quando incontro qualche mio EX fratello, questi mi guarda con aria malinconica e mi chiede: "come staii". Sorrido e gli rispondo "adesso bene". Loro un pò mi fanno pena, mi ci rivedo in tante cose e mi auguro che escano anche loro fuori da quella tortura.
      Da quando sono uscito dal CN (ultima tappa del Padre Nostro) sono rinato ed ho scoperto la Fede. E sono Libero!
      Questa è la mia esperienza: caro fratello, vuoi davvero che venga a raccontarla nelle "cento piazze"? Io potrei farlo.
      Ma non ne ho voglia. Ho anche una figlia ancora lì dentro, e rispetto lei e tutte le persone che ancora ci vivono contente. Poi strada facendo scopriranno da sole gli inganni. Si faranno esperienza, qualcuno ne uscirà e riscioprirà la gioia di vivere; altri non ce la faranno, rimarranno sempre con i loro volti "cupi" e continueranno a chiedermi con aria triste "come staii".

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  5. Ogni volta che partecipavo a convivenze, pagavo felicemente il conto dell'hotel, perche comunque avevo alloggio e mangiavo...
    Ma grazie a Dio non ho mai spillato un centesimo verso la decima.
    Quei soldi invece di darli ai catechisti li spendevo e continuo a farlo verso esigenze per la mia famiglia.

    Come dice Gesu:
    Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini".
    E aggiungeva: "Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione.
    Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte.
    Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn ("e' decima"), cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me,
    non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre,
    annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte".

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  6. L'impressione più forte nel leggere dello stile di vita di questa schiatta di itineranti e delle loro famiglie è che siano dei poveri ricchi... o dei ricchi poveri. Hanno cioè nei confronti dei beni materiali la stessa superba noncuranza di chi ritiene proprio diritto di nascita non mancare mai di nulla. Si comportano da "signori", da "figli di re", come giustamente si autodefiniscono. Mentre, se c'è una cosa che identifica chi sta facendo un percorso spirituale, anche non strettamente cattolico, è la capacità di "viaggiare leggeri", la scelta di non concedersi ciò che altri non possono avere, e, soprattutto, di non farlo mai a spese altrui!
    Invece, nulla atterrisce costoro più della miseria, diversissima dalla loro tanto decantata precarietà, che sarebbe semplicemente dover tirare la cinghia ogni tanto in attesa delle ricche provvidenze che non possono mancare...
    Per questo, Kiko addirittura ha teorizzato che San Francesco avesse scelto d'essere povero solo perché al tempo c'era questa "deprecabile moda". Incredibile, che abbiano la fissazione per le beatitudini che esaltano la nobile semplicità dei gigli dei campi, che sono belli per loro stessa natura e non certo perché si concedano, anzi, pretendano, ciò che è superfluo.

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  7. O.T.
    Cose strane succedono....

    Nella Parrocchia Neocatecumenalizzata,
    distante da me pochi metri, da qualche
    mese, hanno installato impalcature esterne, che fanno sottendere ad una ristrutturazione/manutenzione.
    Manca però il cartello esplicativo, previsto per legge: ovvero, ditta che esegue i lavori, responsabili, inizio e fine dagli stessi.
    Il fatto inquietante è, che sulle strutture suddette, non ci lavora nessuno, confermato ulteriormente dal mancato
    rumore di eventuali lavori in corso.
    Tra l'altro la Parrocchia e gli annessi, sono
    interamente rivestiti in cortina di mattoni, che non hanno bisogno di alcun intervento in merito.
    Cantiere fantasma?
    "Cui prodest"?
    Ruben.
    ---

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  8. Alla fine quella di certi itineranti del Cammino, non è una vita cristiana straordinaria, perché questa si basa su una vita ordinaria straordinaria, ma è solo una vita mondana straordinaria.

    Dice il Papa: "Nessuna famiglia può essere feconda se si concepisce come troppo differente o “separata”… Invece a volte succede che certe famiglie cristiane, per il linguaggio che usano, per il modo di dire le cose, per lo stile del loro tratto, per la ripetizione continua di due o tre temi, sono viste come lontane, come separate dalla società, persino i loro stessi parenti si sentono disprezzati o giudicati da esse” (Amoris laetitia, 182).

    La grande impresa dei laici cristiani è fare i laici cristiani. E’, cioè, vivere bene la vita ordinaria.
    Non dico che i laici non devono assumersi compiti anche all’interno della Chiesa, ma questo viene dopo, perché se non sanno vivere bene la vita ordinaria, non vivono bene neanche la loro azione straordinaria.

    Questo è lo spirito del Concilio Vaticano II riguardo ai laici: fare emergere i colori della vita ordinaria che spesso sono coperti dalla smania di protagonismo.
    Infatti è la vita ordinaria il campo di battaglia dove si manifesta la santità.

    Dire che la vita ordinaria è grigia, è come dire che i figli non danno gioia anche se se ne hanno molti.
    E, anzi, se la vita si sente come grigia, è proprio quando se ne hanno molti che, forse, emerge ancora di più l’aspetto doloristico di chi vive la propria croce in senso masochistico: tutto è sempre e solo croce e l'unica gioia non viene più dalla Croce, ma solo dalla resilienza in se stessa alla Croce.

    Privilegiare le attività straordinarie a quelle ordinarie, è come privilegiare il volontariato straordinario alla preghiera, che sta alla base della vita cristiana.
    Dire che la vita ordinaria per un laico, e soprattutto per un laico cristiano, è grigia, è come dire che la preghiera, per un cristiano, è grigia rispetto all’attivismo apostolico.

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  9. La cronaca quotidiana dimostra in modo esplicito i frutti di tanto itinerare! Siamo sulla bocca di tutti, in tutta Italia ed anche all'estero, per i cori da stadio durante la Messa, lanciati dallo stesso parroco, in onore di Gesù Cristo? No... della vittoria calcistica del Napoli naturalmente, nella cornice neocatecumenale della chiesa di San Vitale a Fuorigrotta, Napoli, con sull'abside la maxi icona di Kiko.
    Sfondo più che opportuno per questa scena incredibile che mai avremmo pensato di vedere in una Messa cattolica!

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    1. Alle 21:26, in piena eucarestia neocatecumenale. Dopodiché molti dei presenti se ne sono andati direttamente per continuare in modo più acconcio i festeggiamenti, scrive un articolo.

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    2. Qui uno dei tanti articoli che danno la "bella notizia". E pare che non sia stato un caso isolato e che in altre parrocchie (durante le parodistiche messe neocatecumenali) sia accaduta la stessa cosa.

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    3. In sintesi: CORI DA STADIO INNEGGIANTI LA VITTORIA DEL NAPOLI DURANTE LA MESSA. Grazie a Kiko e alla missione indefessa di tanti catechisti che hanno permesso tutto ciò...

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    4. Non mi meraviglio più di nulla,
      con una "Chiesa", in cui le eresie
      conclamate, sono all'ordine del giorno.
      Ruben.
      ---

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    5. @valentina, e da quando in qua le comunità celebrano la sera del mercoledì 3 maggio? L'odio ormai vi ottenebra la ragione e fate una gaffe dietro l'altra.
      Fallacio Asino Vinicio

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    6. Perché, non fate la cinquantina? O la messa viene sospesa se c'è la partita?

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    7. @valentina, la cinquantina? Ti risulta che la cinquantina si fa senza vesti bianche? Ma siete sicuri di averlo fatto il cammino? Ma soprattutto di averlo capito?
      Fallacio Asino Vinicio

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    8. Per la Messa in questione, Valentina riporta l'orario 21,26 e
      trattasi quindi, di Messa Vespertina
      straordinaria e propiziatoria al successo napoletano(partita in corso).
      Che la Parrocchia in questione sia
      Neocatecumenazizzata non ci sono dubbi.
      Resta il fatto della celebrazione
      blasfema.
      A quando le messe propiziatorie
      per augurare la morte a qualcuno?
      (vedi film di Fantozzi)
      Ruben.
      ---

      Elimina
    9. Qui ti aspettavo caro FaV. "La cinquantina? Ti risulta che la cinquantina si fa senza vesti bianche?"
      A me risulta che le vesti bianche dei battezzati venivano deposte durante la domenica in albis. E quindi: premesso che voi non siete neo battezzati, il vostro vero battesimo risale a quando eravate neonati, voi mettete in atto una sorta di "teatro" (e va bene, fatelo pure): le vesti bianche -che non hanno nessun significato se non all'interno della "setta"- voi invece di deporle, ve le portate per tutta la cinquantina (quando mai vi hanno consigliato di seguire le Messe feriali, neppure quelle del primo venerdì o del primo sabato del mese, anzi, chi partecipava veniva preso in giro come bigotto); ma si sa, quelle sono messe "speciali " a porte chiuse e ordinate da Kiko. E non solo: quest'anno vi ha detto di mettervi tutti in vesti bianche la notte di Pasqua, non solo i neofiti... magari anche nelle Messe in parrocchia o in cattedrale, così da distinguervi una buona volta dai semplici parrocchiosi...e poi anche per ammortizzare la spesa di tutto il percorso! Se no, perché lo avreste fatto?
      Chissà quando vi renderete conto dell'artificiosità delle pratiche cui vi sottoponete? E qualcuno è così poco intelligente da godere di tutto ciò e di sentirsi un eletto, come te, che pensi che tutte queste cose non le sappiamo. Certo non mettereste su YouTube il video del balletto in veste bianca e gagliardetto della squadra del cuore....ma non è detto di no, conoscendo la vostra infantile mania di protagonismo.

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  10. Piccolo promemoria: il 17 gennaio 2006 Kiko-Carmen-Pezzi scrissero a Benedetto XVI una lettera per dire che sulla "comunione seduti" avrebbero continuato a disubbidire al Papa.

    Come motivazione scrissero che a loro piaceva tanto il versetto de «il Signore passerà a servirli», come se il Signore fosse una specie di "cameriere liturgico" che ti porta la Comunione "al posto" anche se non hai seri problemi di deambulazione.

    In realtà il contesto è diverso: Nostro Signore racconta una parabola usando un esempio volutamente esagerato anche per la mentalità dell'epoca (dopotutto quale padrone, al ritorno, avrebbe voluto servire i suoi stessi servi?): [cfr. Lc 12,37] «Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.»

    "Al suo ritorno" - ritorno ad un orario non prevedibile, cioè anche "dopo una vita intera", cioè allusione a quel che avviene dopo la morte - significa solo che i servi che per tutta una vita hanno vissuto la fede nonostante le difficoltà e gli ostacoli, otterranno dopo la morte il privilegio del vero banchetto del Signore, che li "servirà" nel senso di portare alla pienezza la loro esistenza, nel senso di esaudire all'infinito la sete del loro cuore, ecc.

    La parabola riguarda qualcosa di "escatologico" - cioè relativo alla salvezza eterna - ma i kikolatri la reinterpretano a modo loro spostandola al "fare delle cose", cioè infilandoci a forza la pagliacciata del "cameriere liturgico". È lo stesso genere di forzatura che fanno quando adoperano il versetto del «se uno non odia suo padre, sua madre, sua moglie, i figli...» (cfr. Lc 14,26) per implicare che debbano "volare le sedie", che tuo marito dev'essere "la tua croce", che devi "odiare" i tuoi figli... interpretazione sbagliatissima e contraria alla virtù della carità, proprio quella che la Chiesa ha sempre condannato.

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  11. I vostri interventi confermano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la vostra ignoranza e malafede, falsità e vigliaccheria, anche altri preti, molto conosciuti a Napoli, hanno inneggiato allo scudetto. Uno di questi è famoso perchè è anche scrittore e giornalista e appare spesso in tv. Non c'è nulla di male, che un prete esulti per lo scudetto, a Napoli il calcio è un evento sociale al quale la Chiesa non può e non deve essere indifferente. La Chiesa non è una entità isolata che vive fuori dal mondo, vive tra la gente, tra il popolo e partecipa delle sue gioie e dolori. Il prete che ha inneggiato al Napoli, durante la messa dei bambini, non mi riferisco a quello di S.Vitale, con il Cammino Neocatecumenale non ha nulla in comune, ma anche se lo avesse non ci sarebbe nulla di male, siete degli stupidi bigotti che come al solito non perdono il vizio di usare tutto contro il Cammino, fate solo pena, siete ipocriti e falsi. Inoltre l'icona della parrocchia di S.Vitale, non è opera di Kiko, parlate a vanvera è solo una normale icona, dunque fornite solo informazione false e tendenziose. Il parroco di S.Vitale inoltre è un ottimo sacerdote, molto attivo socialmente, fate molto male a criticarlo, vi dovete solo vergognare, non avete nemmeno il coraggio di farlo apertamente, nemmeno lo conoscete, parlate a vanvera, come al solito. Non è un prete uscito dal Cammino o dai seminari Redemptoris Mater, anche se lo fosse non ci sarebbe nulla di male, ma questa è la verità, vergognatevi.

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    1. A parte i risentimenti, ormai triti e ritriti nei confronti di questo blog, nessuno contesta a Sacerdoti o
      Religiosi di avere delle simpatie
      calcistiche anzi, ci sono stati e ci sono dei precedenti autorevoli, vedi
      Padre Eligio nel Milan, Padre Lisandrini e Suor Paola nella Lazio;
      tutte persone, che si son ben guardate dal far piazzate in Chiesa.
      Ruben.
      ---

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    2. Purtroppo, carissimi tutti ( lettori), sono falsi e disonesto, oltre ad essere amorali e sacrileghi.
      Voi vi direte: ognuno ha i suoi parei.
      E no! Carissimi, perché una cosa è il parere di un mondano, come Anonimo5 maggio 2023 alle ore 13:04, altra cosa è la Verità.
      Volete le prove concrete? Bene! ( mentre leggerete quanto metterò subito dopo, leggettevi il suo commento, poi capirete chi avete davanti, e badate bene, non è un caso isolato, trattasi di buona parte di questi soggettoni che circolano lì dentro. Per lì dentro mi riferisco a 360°, anche da chi permette loro di muoversi liberamente nelle loro nefandezze).

      (1) Stando nel mio solito stato, Gesù mi ha invitato a girare per vedere che cosa
      facevano le creature. Io gli ho detto: “Mio adorabile Gesù, questa mane non ho voglia
      di girare e di vedere le offese che ti fanno, stiamoci qui, tutti e due insieme”. Ma Gesù
      insisteva che voleva girare, allora, per contentarlo gli ho detto: “Se vuoi uscire, andiamo
      piuttosto dentro di qualche chiesa, che là sono più poche le offese che vi fanno”.
      (2) E così siamo andati dentro ad una chiesa, ma anche là era offeso, più che in altri
      luoghi, non perché nelle chiese si facciano più peccati che nel mondo, ma perché sono
      offese fatte dai suoi più cari, da quegli stessi che dovrebbero mettere anima e corpo per
      difendere l’onore e la gloria di Dio, perciò giungono più dolorose al suo cuore adorabile.
      Quindi vedevo anime devote, che per bagattelle da niente non si preparavano bene alla
      comunione; la loro mente, invece di pensare a Gesù, ci pensavano ai loro piccoli
      disturbi, a tante cose minute e quest’era il loro apparecchio. Quanta pena facevano
      queste tali a Gesù e quanta compassione facevano loro stesse, che badavano a tante
      pagliuzze, a tante frasche ed intanto poi, non benignavansi d’uno sguardo a Gesù.
      Gesù mi disse:
      (3) “Figlia mia, quanto impediscono queste anime che la mia grazia si versi in loro, Io
      non guardo alle minutezze, ma all’amore con cui si accostano, e loro me ne fanno un
      cambio, più badano alle paglie che all’amore, anzi, l’amore distrugge le paglie, ma con
      molte paglie non si accresce un tantino d’amore, anzi, lo si diminuisce. Ma quel che è
      peggio di queste anime, che si disturbano tanto, ci perdono molto tempo, vorrebbero
      stare coi confessori le ore intere per dire tutte queste minutezze, ma mai mettono mano
      all’opera con una buona e coraggiosa risoluzione per svellere queste paglie.
      (4) Che dirti poi, oh! figlia mia, di certi sacerdoti di questi tempi? Si può dire che
      operano quasi satanicamente, giungendo a farsi idoli delle anime. Ah! si, dai miei figli il
      mio cuore viene più trafitto, perché se più gli altri mi offendono, offendono le parti del
      mio corpo, ma i miei mi offendono le parti più sensibili e tenere, fin nell’intimo del cuore”.

      IPG
      (5) Chi può dire lo strazio di Gesù? Nelle dire queste parole piangeva amaramente. Io
      feci quanto più potevo per compatirlo e ripararlo, ma mentre ciò facevo ci ritirammo
      insieme con Gesù nel letto

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    3. (4) “Figlia mia, vedi in che stato lacrimevole si trova la mia Chiesa, quelle stesse
      persone che dovevano sostenerla, vengono meno, e con le loro opere l’abbattono, la
      percuotono e giungono a denigrarla. L’unico rimedio è che faccia versare tanto sangue,
      da formare un bagno per poter lavare quel marcioso fango e sanare le loro piaghe
      profonde, imperocché sanate, rafforzate, abbellite in quel sangue, possano essere
      strumenti abili a mantenerla stabile e ferma”

      Elimina
    4. (1) Avendo inteso da una persona che facilmente si distraeva nella comunione, stavo
      dicendo nel mio interno: “Come è possibile distrarsi stando con Te? Non resta forse tutta
      assorbita in Te?” Or, trovandomi nel solito mio stato, stavo facendo le mie solite cose
      interne, e vedevo come se volesse entrare in me qualche distrazione, e Gesù benedetto
      che metteva le sue mani innanzi, e non me le faceva entrare, e poi mi ha detto:
      - 445 -
      (2) “Figlia mia, se l’anima soffre le distrazioni, i disturbi, è segno che non si è data
      tutta a Me, perché quando l’anima si è data tutta a Me, essendo cosa mia so tenere ben
      custodito il mio dono; mentre quando tutto non mi danno, in virtù del libero arbitrio, non
      posso avere quella custodia speciale, e sono costrette a soffrire le cose importune, che
      turbano la mia unione con loro; mentre quando è tutta mia, l’anima non fa nessuno
      sforzo per starsene quieta; è tutto mio l’impegno per non far entrare nessuna cosa che
      potesse turbare la nostra unione”.

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    5. 15 Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe 16 e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. 17 Ed insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:
      La mia casa sarà chiamata
      casa di preghiera per tutte le genti?
      Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!».
      18 L'udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. 19 Quando venne la sera uscirono dalla città.

      Con questo ho finito!

      IPG

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  12. Non c'è niente di male che un prete esulti per lo scudetto, ma non che lo faccia nel corso della Messa. Altri video si riferiscono a simili manifestazioni ma non in medias res. E per quanto riguarda la qualità del sacerdote, può essere bravissimo, abbiamo visto ottimi Vescovi guidare in chiesa la bicicletta, abbiamo visto scene orride che non riguardano il Cammino ormai da più di 50 anni, da parte di ottimi sacerdoti liturgicamente confusi, ma nel corso delle Messe neocatecumenali si sono viste le scene peggiori... da parte di chi si definisce "vera Chiesa".

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    1. e quelli che celebrano al mare su un materassino in acqua o quelli che tengono in testa il casco da motociclista, quelli vanno bene?????????????

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    2. No non vanno bene neppure quelli. Quindi?

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  13. Anonimo sdegnato delle 13 e 04:
    hai pienamente torto e rispedisco al mittente l'invito a vergognarsi.
    Dire che è normale durante la Messa festeggiare lo scudetto è come dire che le pie donne e Giovanni apostolo, sul Calvario, alla notizia che la Galilea aveva prevalso sulla Giudea avessero cominciato a festeggiare.
    Vi hanno così tanto detto che la Messa è un banchetto tra amici, che non avete più il senso che è il Sacrificio di Cristo. Scambiate la Messa per una cena goliardica, come quelle tra cacciatori.

    E' vero che nell'Eucaristia è presente il Signore già risoro, come anche nell'Ultima cena, in cui si festeggiava la Pasqua, ma il Signore sapeva benissimo quello che lo attendeva e non ha mai accennato a questioni mondane, come la vittoria di uno scudetto, ma tutta la festa è stata orientata al compimento del mistero della salvezza.
    Non a caso la Chiesa considera la Messa il Sacrificio di Cristo, tanto è vero che sono duemila anni che, per non generare confusione, ha separato la convivalità della tavola dalla celebrazione.

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    1. Meglio sarebbe per voi se come idolo aveste la famiglia, piuttosto che la "celebrazione" che avete "scolpito" con le vostre mani, o la Croce di Cristo, o la faiglia numerosa.

      So di genitori del Cammino con molti figli che si sono traditi e separati. Non li voglio certo giudicare, ma è facile dare continuamente dell'idolatra a chi non è del Cammino quando poi di lui si può, a ragione, ipotizzare che non era per Cristo che musso su una famglia numerosa (che è una cosa molto bella), ma per Kiko, per cui ha fatto del numero dei figli un idolo.

      E quanti professori di "crociologia" banalizzano la Croce col dolorismo lamentoso, come il prof. Marsala di Alto Gradimento: "Ho un cerchio alla testa... dei dolori...". Perché non potrebbe essere solo un modo di idolatrare la stessa Croce, prendendo da essa la gloria che va solo a Cristo?

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    2. crociologia è l'acronimo di :
      Catecumeni Ridicoli Ostentano Certe Idee Obbrobriose Largamente Orride Grandemente Irricevibili Adesso

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  14. Oramai questi non sanno neanche cosa sia la Sacralità: rubano negli hotel, diffamano, odiano e dissimulano dicendo che sono odiati, si drogano durante le convivenze, fumano e dicono che non hanno soldi per pagare le convivenze, usano il prossimo a convenienza, chiamano il prossimo fratello per usarlo e poi gli sputano in faccia, lussurie, si credono migliori ma sono mondani e attaccati alle cose terrene, amano il denaro, fanno i perseguitati e realmente perseguitano, calunniano, cercano di piegare in tutti i modi il prossimo alle loro nefandezze, cori da stadio dentro i luoghi sacri, aprono la bocca dicendo menzogne e affermano di parlare per opera dello Spirito Santo, condannano il prossimo mentre loro stessi si autoassolvono dicendosi che siano poveracci, sono ipocriti, dicono agli altri sei attaccato al denaro mentre loro ne sono il doppio, usano la vita del prossimo, usano il Vangelo e altro per fini personali e faziosi, odiano chi si inginocchia davanti al Signore, si credono a fantasie mentali e faziose che il Concilio di Trento sia superato, interpretano il Concilio Vaticano II a loro faziosità e incongruenza spirituale, hanno ridotto la Sacralità ad uno spettacolo, si credono che il loro mondo sia per tutti, si piegano in base a come tira il vento, hanno lo spirito della contrarietà, cianciano miracoli di ogni genere poi gli esplodono i loro palazzi, ABBATTUTI E CROLLATI DURANTE LA PANDEMIA E DIO LI HA SEGNATI PER SEMPRE, perseguitano chi fa la Volontà di Dio, ciechi verso il prossimo e vedenti verso le loro baggianate inesistenti, vedono sul prossimo i peccati che hanno loro stessi, affermano di parlare per opera dello Spirito Santo e proclamano pedofili condannati da Vaticano che siano innocenti, violano il foro interno, cioè il Sigillo Sacramentale della Confessione, e sono scomunicati , fissati con il loro ambito, pensano che sono arrivati loro come fossero i migliori della Chiesa, realmente sono i peggiori, non vedono oltre il proprio naso e si credono di profetare sul prossimo ecc.
    Quando e dove volete, a fatti, vi dimostrò punto per punto che ogni cosa scritta è vera. Basta volerla incontrare la verità se si vuole. Se non si vuole, è scontato che si è nella menzogna.

    IPG.

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  15. Non voglio sminuire le croci dei camminanti o la loro generosità nel dare soldi e nell'accoglienza della vita, ma a volte quando parlano di certe cose usano modi che fanno ridere, perché sembra che per loro ostentare le sofferenze vere o presunte, e la generosità vera o presunta, sia la prova di una vita veramente cristiana e sia la testimonianza più grande.
    Invece la più gande testimonianza è la carità vicendevole, secondo le parole di Gesù: "Da come vi amate risconosceranno che siete miei".
    Ma è proprio in quest'amore vicendevole che il Cammino sembra mancare, e molto.

    Nel Cammino, come emerge dall'articolo, esistono delle vere e proprie caste, delle differenze sociali che, invece di essere livellate, sono accentuate. In questo è peggio di uno stato ladro dove, almeno, sebbene il sistema sia sbagliato all'origine, formalmente le tasse si pagano a scaglioni di reddito, mentre nel Cammino si fa pagare la decima a tutti, soprattutto ai poveri, o comunque a chi ha un redditi fisso. E la si versa a chi spesso è ricco e nullafacente.

    Ricordo che una volta in un campeggio conobbi dei principi zingari con enormi e lussuose roulotte. Mi dissero che loro una volta all'anno giravano mezza Europa a riscuotere i tributi che gli spettavano e di quello vivevano.
    Almeno loro erano chiari, tutto avveniva alla luce del sole, e non parlavano di testimoninza cristiana.

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    Risposte
    1. La questione delle "croci" è pura retorica neocatecumenalizia.

      Infatti, visto che i cosiddetti "catechisti" spingono moltissimo a che si faccia nelle comunità lo show delle sofferenze, e dato che dopo aver parlato due o tre volte delle proprie vere sofferenze uno non sa più che dire, anche in presenza di persone sincere diventa tutto uno show, a cui anche chi voleva essere sincero finisce per adeguarsi al copione.

      Nostro Signore ci ha detto (cfr. Lc 9,23): «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua».

      I neocatecumenali invece hanno capito diversamente: "se qualcuno vuol sembrare Cristiano Più Cristiano Degli Altri, affermi sé stesso, vantando qualche croce ogni giorno, e segua Kiko e Carmen".

      Le "croci" - cioè le oggettive difficoltà della vita, familiari, sociali, di salute, spirituali, ecc. - non sono un argomento di cui vantarsi. Ma nelle comunità del Cammino ci si è convinti che fare lo show delle sofferenze servirebbe a darsi un qualche alibi quando fa comodo, e un titolo nobiliare da esibire. "Mio marito è la mia croce!" - cioè stai banalizzando coloro che hanno davvero problemi di coppia, poiché ti stai vantando di un problema che è molto più piccolo di quel che dici.

      E poi non c'è alcun motivo di sciorinare in pubblica comunità i propri problemi privati. Perché se è una questione di ordine educativo, beh, ci devono pensare i soggetti che devono educare. E tuo figlio non lo educhi lamentandoti in comunità "mio figlio è la mia croce", con o senza che lui sia presente alla tua omelia laicale. Se è una questione di ordine spirituale, ti conviene parlarne in privato col direttore spirituale - tanto più che in pubblico potresti non esprimerti bene (mentre il direttore spirituale può comprendere il tuo stato d'animo anche se non ti sai esprimere correttamente), o comunque altri potrebbero capire male, e sta' sicuro che sono proprio i cosiddetti "catechisti" che capiranno a modo loro qualsiasi cosa tu dica. E se è un problema pratico (economico, organizzativo...) qualcuno sicuramente penserà che stai parlando non di una "croce", ma stai facendo un discorso ipocrita di quelli "parlare a nuora affinché suocera intenda", e quindi reagiranno di conseguenza (di solito con altrettanta ipocrisia: vanteranno di avere una "croce" costruita in modo da sminuire e ridicolizzare la tua...).

      Insomma, lo show delle sofferenze non è utile a nessuno. Il condividere in pubblico - e davanti a gente che pensa di conoscerti già abbastanza bene (non importa che ciò sia vero o falso, importa solo che pensino di conoscerti già abbastanza bene) - condividere qualcosa della propria vita, per giunta rispettando le regole dello "show", è sempre rischioso.

      E pensare che Kiko e Carmen avevano inventato questo show solo per dare l'impressione che la gente che si legava al Cammino passava magicamente «dalla tristezza all'allegria». Per fare pubblicità al "Cammino" che avevano inventato, pretendevano che gli adepti facessero uno show ipocrita. Alla faccia di quanto abbiamo letto in Lc 9,23-24 riguardo al "prendere" (in senso di accettare, e di trasformare in opportunità) le proprie "croci". "Prendere", non "fare lo show".

      p.s.: oggi è sabato e stasera nelle comunità si peccherà di nuovo contro il Signore, oltre che disubbidire alla Chiesa e alle «decisioni del Santo Padre».

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  16. Molte cose del Cammino si possono capire subito se si afferrano questi due semplici ma fondamentali concetti:

    - la fede cattolica riguarda ciò che sei, ciò che ti porti in cuore, il tuo rapporto personalissimo e unico col Signore;

    - la religone kikolatrica riguarda solo un elenco preconfezionato di cose da dire e da fare, cioè è una pagliacciata, un esibirsi, cioè riguarda la quantità di attività fatte, di soldi mollati ai capicosca, di figli sfornati, e soprattutto di come e quanto riesci a vantartene in comunità e fuori.

    Per questo, nella mentalità cattolica, il convertirsi non è vincolato a una serie di gadget da comprare ed esibire (ma siamo seri, la fascetta reggichitarra col logo di Kiko?!, il plinto neoclassico all'ingresso su cui sfoggiare il Bibbione Neocatecumenale, i copponi-insalatiera a dodici lati per farsi l'abbeverata di gruppo, il copribibbia col logo di Kiko, il "tabernacolo a due piazze" e le "kikone" designed by Kiko e tutto il resto... Ma su, dai, siamo seri, i giovinetti neocatecumenalizi che si radono la barba "alla foggia di Kiko", ham ham scusate me s'è seccata la gola, le Palme Alte da esibire sul balcone ("ehi qui abita un kikolatra, sapevatelo!"), il bizzarro gergo delle comuità ("i Faraoni! l'Alabanza! mi faccio schifo! l'Ambientale! noi facciamo Evangelizzazione! facciamo le Lodi! facciamo la Decima!..."), ma insomma, siamo seri, davvero credete che la conversioe del cuore richieda questa vastissima serie di pagliacciate?

    Il fedele cattolico valuta le cose nella misura in cui lo avvicinano davvero a Dio, il fratello di comunità neocatecumenale valuta le cose nella misura in cui portano prestigio e soldi all'idolo Kiko e alla propria setta.

    Il fedele cattolico cerca di evitare le occasioni di peccato (giacché il peccato ti allontana da Dio) e di "rialzarsi subito ogni volta che cade". Invece il fratello del Cammino si crogiola nel peccato ("mi faccio schifo... quando il Signore mi toglie la mano dalla testa -eh,eh,eh!- ne combino di ogni!...") perché dopotutto la sua comunità sta "facendo bene" il Cammino, cioè marca regolarmente presenza alle convivenze e «molla il malloppo».

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    Risposte
    1. Prendiamo il caso di un Neocatecumenale molto ricco, che
      pagasse una decima di 10.000 Euro al mese, anche a lui verrebbe
      imposto di "farsi schifo"?
      Ruben.
      ---

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  17. Piccolo dialogo fra uno studente e un catechista itinerante:

    Studente: “... in riferimento a quello che hai detto volevo precisare che il Papa parla di ragione e fede, per cui la ragione...”,

    Catechista: (interrompendolo con nervosismo ed in modo perentorio, stando in piedi davanti all’ambone con la Bibbia aperta): “No! No! No! Non parlare, perché sei un cretino!”

    Studente (allibito e con voce tremante): “Ma questo è un tuo giudizio!”.

    Catechista (fermo e deciso): “No! E una constatazione di fatto! Se non ci stai, la porta è aperta! ”.

    In quella sala si fece un silenzio di ghiaccio.

    Il catechista che tanto parlava di mitezza, amore e misericordia, pubblicamente metteva a tacere un giovane dandogli del cretino!

    Rimanemmo tutti trasecolati, increduli, profondamente scloccati.

    A capo chino uscirono in fretta dalla sala il ragazzo, sua madre e le due sorelle.

    Il giovane era distrutto, avvilito, in lacrime per l'umiliazione subita. La madre (che era stata responsabile della Comunità per circa cinque anni) pallida e con una voce fioca ed interrotta dal pianto diceva: "Incredibile... tutto è finito... non possiamo più tornare in comunità... questa non è la Chiesa!"

    E così successe. Nessuno li cercò più. Il catechista infatti raccomandava con aria di sufficienza: "Non siate sentimentali, lasciateli cuocere nel loro brodo!"

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    Risposte
    1. D'altronde, cos'altro possono fare, quando gli si dimostra che hanno torto mentre loro si sentono "urgere" dentro il mandato di angeli inviati da Dio? L'unica soluzione è l'aggressione, quanto più brutale, tanto più efficace.

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    2. Io non mi sarei dato per vinto, avrei continuato a interloquire e poi avrei chiamato qualche autorità, religiosa o laica. Ovviamente non sperando di ottenere una qualche giustizia da questi esseri, solo per dargli un po' di filo da torcere (il minimo che si meritano per la loro malvagità, davvero il minimo: si meriterebbero ben altro).
      Porto

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