domenica 4 ottobre 2009

Liturgia. Confronto sulla riforma conciliare

Inserisco questi elementi che condensano, da parte di Don De Meo, in contradditorio con p. Augé, un serio esame della deriva liturgica post-conciliare per individuarne cause e conseguenti rimedi. Molto interessante la rappresentazione delle disposizioni della Costituzione sulla Sacra Liturgia che mettono in luce quanta distanza ci sia tra esse e le applicazioni da parte di una prevalente corrente ecclesiale selvaggiamente iconoclasta. Nel diverso colore del carattere evidenzio i punti che 'toccano' particolarmente il nostro 'sentire' e la nostra esperienza che riguarda anche il rito ancor più anomalo celebrato dal Cammino Neocatecumenale.
"Credo che la questione reale sia quella di un confronto sui risultati dell’attuazione della riforma liturgica; sui frutti di quelle fasi ad experimentum, (tra cui la celebrazione versus populum); riconsiderare se la modalità di riforma dei riti, degli stessi spazi per la liturgia (prassi di adeguamento) sia proprio in sintonia con la volontà di revisione del Concilio o se non stia ancora oggi prevalendo una sorta di interpretazione di esso. Le contraddizioni e i contrasti -di cui si fa accenno nel mio articolo- potranno anche essere come lei dice “...una evoluzione della legislazione e quindi interpretarli in modo diverso...” ma non hanno origine né dallo spirito del Concilio, né dai documenti conciliari. Solo alcuni esempi: nella "Costituzione sulla Sacra Liturgia" non si parla di celebrazione verso l'altare o verso il popolo; in tema di lingua si dice che il latino deve essere mantenuto pur dando un più ampio spazio al vernacolo "specialmente nelle letture e nelle monizioni, in alcune preghiere e nei canti" (SL, n. 36, 2). Quanto alla partecipazione dei laici il Concilio ribadisce che la liturgia è essenzialmente cura dell'intero Corpo di Cristo, Capo e membra (SL, n. 7), che essa appartiene "all'intero Corpo mistico della Chiesa" (SL, n. 26) e conseguentemente comporta "una celebrazione comunitaria con la presenza e la partecipazione attiva dei fedeli" (SL, n. 27). E il testo specifica: "nelle celebrazioni liturgiche ciascuno, ministro o fedele, svolgendo il proprio ufficio, compia soltanto e tutto ciò che gli compete, secondo la natura del rito e le norme liturgiche" (SL, n. 28); e ancora: "per promuovere la partecipazione attiva si curino le acclamazioni del popolo, le risposte, la salmodia, le antifone, i canti, come pure le azioni, i gesti e l'atteggiamento del corpo; si osservi anche, a tempo debito, il sacro silenzio" (SL, n. 30).
Queste sono solo alcune espressioni del Concilio che possono essere oggetto di riflessione per tutti. Purtroppo da parte di “alcuni liturgisti” c'è la tendenza ad una certa interpretazione unilaterale capovolgendo spesso le chiare intenzioni espresse nei documenti conciliari! Faccio solo alcuni esempi, su cui si può serenamente dialogare! Il ruolo del sacerdote è ridotto da alcuni ad una mera funzione. Il fatto che il vero soggetto della liturgia sia il Corpo di Cristo nella sua interezza viene spesso stravolto fino al punto che la comunità locale diviene il soggetto autosufficiente della liturgia e i diversi ruoli vengono distribuiti al suo interno; per non parlare poi dei diversi architetti o esperti di arte sacra che cotruiscono ambienti liturgici informi e soggettivi. C'è poi una pericolosa tendenza a minimizzare il carattere sacrificale della Messa (questione sollevata da Ratzinger già da molto tempo; cito solo un testo a cui tutti possono facilmente accedere, ma la letteratura in merito è vastissima : J. Ratzinger, Il Dio vicino, Milano 2003, pp. 55-73.) e una certa desacralizzazione a tutti livelli con il pretesto e la convinzione che solo così tutti possono comprendere tutto. Infine non possiamo non notare una certo soggettivismo delle celebrazioni liturgiche in nome di un certo carattere comunitario che la liturgia “conciliare” deve avere e un certo potere decisionale affidato all'assemblea riguardo alla celebrazione.
Per questo, e per tante altre ragioni, carissimo confratello, è necessario un sincero e oggettivo confronto e dibattito che – come si auspica la Congregazione (per il Culto Divino) nel Responsum del 2000, e il Pontefice mette a tema in diverse sedi- ci porti ad una reale attuazione del Concilio in continuità con la tradizione senza brusche e ideologiche rotture con essa e senza nostalgie tradizionaliste. D’altra parte il cattolico non è colui che segue le “proprie pretese visioni”, ma si consegna a quella forma di fede che ci è stata tramandata ininterrottamente nella Chiesa.
D’altronde qualcuno ci insegna che “dai frutti li riconoscerete...”. Basta guardare la realtà e non interpretarla!"
In Domine Jesu
Don Matteo De Meo
Pubblicato da Francesco Colafemmina in Fides et Forma

30 commenti:

  1. Finalmente voci che parlano forte e chiaro, documenti magisteriali alla mano, per intervenire nella temperie modernista che ha determinato "variazioni" intollerabili nella nostra Chiesa (ecclesiologia antropocentrica) e nella nostra Fede (nouvelle théologie) sotto il profilo della retta Fede, con tutto quel che esse comportano nella formazione spirituale delle generazioni attuali e future...

    Le nostre affermazioni ne vengono confermate e rafforzate.
    E ringraziamo il Signore perché, se nella Chiesa il dibattito si accende - e soprattutto si propaga ai livelli più alti - prende consistenza la Speranza di restaurazione, che non è ritorno al vecchio tout court, ma sua rivisitazione e accoglienza alla luce dei nuovi approfondimenti mai avulsi dalla Radice, cioè dalla Tradizione.

    Ormai è chiaro a molti come la Tradizione cattolica, per un quarantennio, è stata rinnegata e messa da parte dall'agguerrita cultura egemone, che non ha avuto oppositori ad eccezione di Mons. Lefebvre (pochi altri, rimasti per lo più aconosciuti) ed i suoi seguaci, grazie ai quali è stato preservato il tesoro inestimabile del Rito di Sempre.

    Che il Signore mantenga nella Verità coloro che si accingono a dialogare in questi giorni, sciogliendo ogni nodo di possibile irrigidimento e contrapposizione

    RispondiElimina
  2. Siamo altrettanto consapevoli di come nell'agguerrita cultura egemone, grazie alla quale soltanto ha potuto incunearsi nella realtà eccelsiale, sia inserito con una identità tutta sua, il Cammino nelcatecumenale

    RispondiElimina
  3. Ormai è chiaro a molti come la Tradizione cattolica, per un quarantennio, è stata rinnegata e messa da parte dall'agguerrita cultura egemone, che non ha avuto oppositori ad eccezione di Mons. Lefebvre (pochi altri, rimasti per lo più aconosciuti) ed i suoi seguaci, grazie ai quali è stato preservato il tesoro inestimabile del Rito di Sempre.

    tu sei una povera pazza!!

    RispondiElimina
  4. ... del resto la sua celebrazione e la sua assemblea, corrispondono perfettamente alle nuove applicazioni antropocentriche, con in più arbitrarie e sincretistiche innovazioni introdotte dai suoi iniziatori, ampiamente illustrate nel sito e giorno dopo giorno approfondite e discusse su questo blog

    RispondiElimina
  5. Il nostro Lvvfl continua a imperversare e, oltre ad affermare cose che non ritengo divengano pubbliche perché implicano pesanti giudizi su collaboratori di questo blog, dice che 'censuro' tutti i suoi messaggi.

    In realtà li ho lasciati passare quasi tutti. Solo qualcuno di quelli che considero più deliranti e soprattutto che utilizzano inopinatamente il Magistero per supportare il cammino è ovvio che non meriti risposta, o meglio, bisognerebbe scrivere trattati su copia-incolla selvaggi e pretestuosi, interpretati secondo una ecclesialità distorta e, francamente, richiederebbero un blog su misura. Del resto, come accaduto per le risposte fornite nei giorni scorsi, i suoi interventi farebbero oltretutto perdere il filo conduttore alle nostre discussioni, alle quali non vengono arrecati apporti o contributi, ma estenuanti monologhi unidirezionali che riprendono qualche frase qua e là per inserire arringhe ad usum cammini, senza nessun segnale di ascolto e di replica ragionata in virtù dell'ascolto.

    E' per questo motivo che mi limito a quotare questo passaggio dell'ultimo messaggio, perché decisamente emblematico e rivelatore, alla fine, del vero spirito dei camminanti

    Evidentemente volete giustificare la vostra scelta di aver abbandonato il Cammino.Non c'è bisogno nessuno vi rimprovera!Se avete lasciato il Cammino significa che il Signore non vi chiamava .Continuare in questa strada significa essere autolesionisti ed auto emarginarsi sempre di piu'.Contenti voi??

    Capito come e cosa siamo considerati?

    non si accorge nemmeno che non parliamo solo del cammino, ma che ne abbiamo inquadrato la realtà nell'intero contesto della storia e della vita della Chiesa del nostro tempo ed è di questa che parliamo soprattutto, testimoniando inoltre la nostra Fede assimilata vissuta nella Chiesa.

    E poi esprime quello che davvero pensa il Cammino di chi non è dei loro e lo critica argomentando e non per partito preso o squilibratamente, ben lontano da ogni faziosità.

    E poi ancora questa realtà che si definisce ecclesiale, può in questo modo esserlo davvero e, soprattutto rispondere alle esigenze di comunione col resto del Popolo di Dio richiamate dal Santo Padre?

    Tuttavia essa è ben viva e molto inserita e può continuare a de-formare le anime...

    RispondiElimina
  6. Ma veramente la Santa Chiesa Cattolica sarà disposta a vendere “per trenta denari” il suo sacro depositum fidei, e permettere a questo figlio della Menzogna di creare un “Nuovo Catechismo della Chiesa Kikiana” valido per tutte le diocesi, per tutte le parrocchie, per tutti i credenti cattolici da oggi in poi, in una parola “per la nuova evangelizzazione” ???

    riprendo da un intervento di Gianluca sull'altro thread, andato avanti mentre inserivo questo.

    Purtroppo credo che questo sia già accaduto e continui ad accadere. Quel che teme, e credo a ragione, Gianluca è il definitvo ancora maggiore radicamento e riconoscimento del cammino, ma in modo tale da 'sostituirsi' alla Chiesa. Di fatto e malauguratamente in molte diocesi questo già è accaduto.
    L'unica Speranza è nelle voci di consapevolezza e allarme che continuano ad alzarsi nella Chiesa -come analizziamo e ci auguriamo in questo articolo- e, quindi, in una ineludibile ma anche pronta (non in tempi biblici) autentica restaurazione

    RispondiElimina
  7. Fiumi di inchiostro sono stati spesi attorno al singolare e magnifico episodio della prima apparizione di Gesù Risorto ad una donna che, col cuore appassionato e credente, voleva ritrovare il Corpo del suo Signore. Chissà perché mostrarsi per prima ad una donna, una delle tante, una dei discepoli che, senza nome e senza volto, stavano ai piedi di Gesù e pendevano dalle Sue labbra. E non piuttosto ad un sacerdote, che so, uno importante.

    Voi pensate che la soluzione utile a riportare, diciamo, sulla Via Maestra la Chiesa e la sua liturgia verrà dalle carte sparse sui tavoli delle Commissioni e uffici vari?

    Pensate che la 'naturalezza', la naturale, diciamo, immanenza della liturgia nella fede dei credenti debba essere ripristinata da interventi costruiti a tavolini da eminenti liturgisti?

    Magari il Signore si farà ritrovare nella Sua intatta bellezza proprio dalle tante Maria, dai tanti ancora Giovanni, Natanaele, e poi dagli anonimi, inutili, infruttuosi cattolici della domenica, da quei discepoli che cercano con la stessa passione di sempre il Corpo del Signore, per onorarLo e adorarLo.

    E se così fosse, non sarebbe così inutile, come si potrebbe temere, questa agorà.

    RispondiElimina
  8. Grazie Jonathan,

    prendiamo come nostro emblema questo annuncio (il primo!) e rivelazione del Signore Risorto ad una "discepola", ardente seguace e poi cercatrice del Maestro e Signore sottrattole dalle circostanze avverse.

    Da tempo il Papa dice che la rinascita del Cristianesimo -io mi permetto di aggiungere del Cattolicesimo- è nelle "piccole comunità creative"

    Speriamo che la nostra, con la benedizione del Signore -del resto non mancano sacerdoti fra noi; il che significa che non siamo senza guida-, possa essere una di quelle piccole comunità creative che lanciano semi che lo Spirito del Risorto possa far fruttificare, nel Figlio, secondo la volontà del Padre

    RispondiElimina
  9. Ho la certezza che al Trono dell'Altissimo giungerà e non senza effetti il calice, che affidiamo al Suo Angelo Santo nella intercessione della nostra Madre Santissima, ricolmo della povertà, delle sofferenze, della "cattività", che vede emarginati in quasi tutte le diocesi del mondo, tanti 'piccoli' assetati della Verità... e vessati da pastori che sono diventati lupi

    insieme al loro grande desiderio e anelito a solido cibo spirituale, stanchi di tante sterili parole e di surrogati spesso addirittura avvelenati

    RispondiElimina
  10. Buon onomastico a tutte le Francesche e i Franceschi che ci leggono :)

    RispondiElimina
  11. Con ritardo, solo ora mi accorgo di questa notizia: laddove c'è una fioritura religiosa, lì gli agenti del demonio si accaniscono maggiormente inviando i loro emissari.

    RispondiElimina
  12. Caro Tripudio,
    non ho più parole :(

    RispondiElimina
  13. visto che non ho ricevuto la minima risposta e che "lvvfl" pensa che scrivendo qui sto giustificando la mia uscita dal cammino e non so cosa ... riposto:
    vorrei ricordare che per la mia esperienza il Cammino, di fatto, divide le persone in 3 macrogruppi: i fratelli del Cammino (tutti fantastici), i non fratelli (ciechi), gli ex catecumeni (i peggiori della terra!).
    Caro "lvvfl" prova a pensare come sono totalmente spariti da ogni contatto con te (e non dire per colpa loro perché immagino che non li avrai cercati praticamente mai) i tuoi amatissimi fratelli quando sono diventati ex catecumeni!
    Se non è così me ne compiaccio ma saresti una rara se non l'unica eccezione.
    ciao

    RispondiElimina
  14. strl ha detto...

    visto che non ho ricevuto la minima risposta e che "lvvfl" pensa che scrivendo qui sto giustificando la mia uscita dal cammino e non so cosa ... riposto:
    vorrei ricordare che per la mia esperienza il Cammino, di fatto, divide le persone in 3 macrogruppi: i fratelli del Cammino (tutti fantastici), i non fratelli (ciechi), gli ex catecumeni (i peggiori della terra!).Caro "lvvfl" prova a pensare come sono totalmente spariti da ogni contatto con te (e non dire per colpa loro perché immagino che non li avrai cercati praticamente mai) i tuoi amatissimi fratelli quando sono diventati ex catecumeni!
    Se non è così me ne compiaccio ma saresti una rara se non l'unica eccezione.
    ciao


    La verita'

    Caro amico ma ci hai pensato prima di scrivere queste fesserie?Ma chi ti ha detto queste scemenze?Io non divido proprio nessuno per me le persone sono tutte uguali.Semmai qualche ex neocatecumeno evita di salutare perche' sente la coscienza che gli rimprovera qualcosa.Ma per me sono tutti fratell anche quelli che lasciano e io non mi sento migliore di nessuno.

    RispondiElimina
  15. "Caro amico ma ci hai pensato prima di scrivere queste fesserie?"
    Ci ho pensato, aivoglia se ci ho penso
    ato.

    "Ma chi ti ha detto queste scemenze?"
    Vita vissuta. Non me le hanno dette nessuno se non per avere conferma che quanto vissuto direttamente da me è comportamento comune.

    "Semmai qualche ex neocatecumeno evita di salutare perche' sente la coscienza che gli rimprovera qualcosa"
    Questo può essere vero per qualcuno. Ma non penso perché sentano la coscienza non a posto quanto perché si siano proprio rotti le scatole di sentirsi dire fratello fratello e poi al dunque abbandoanti a se stessi.
    Per quanto mi riguarda saluto tutti ma ti assicuro di avere più confidenza con il postino che con i c.d. fratelli...

    Comunque ti avevo chiesto di quantificare se e quanto li avevi cercati, non se ti avevano cercato;
    visto che scrivi che sono tutti fratelli, penso che li avrai cercati più che mai pensandoli in crisi, o mi sbaglio?
    Cerca di scendere nel concreto, ok?

    RispondiElimina
  16. by Tripudio ha detto...
    Con ritardo, solo ora mi accorgo di questa notizia: laddove c'è una fioritura religiosa, lì gli agenti del demonio si accaniscono maggiormente inviando i loro emissari.



    Non vedo cosa ci sia di scandaloso in questo video....
    Siamo ai solito preconcetti...

    RispondiElimina
  17. Sono totalmente contraria alle riforme e alle variazioni della "parola" nella nostra Chiesa.
    Le persone semplici, di cui faccio parte anch'io, potrebbero restare scandalizzate, visto che la Sacra Scrittura si conclude con l'ammonizione: Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, e a chi vi toglierà qualche parola, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa........
    Ecco che l'uomo rivela ancora la sua natura, quella di essere il "disobbediente" oggi, come ieri, come domani.......come allora.

    RispondiElimina
  18. Scusate, mi permetto di richiamare l'attenzione sul link di Tripudio. Perché non capisco, al solito.

    Al di là della coreografia dei canti che può risultare fuori luogo, addirittura indigesta a qualcuno, ma al di là di questo. Siamo in Spagna, quando ho visto in TV quel servizio ho immaginato che la provenienza di tante di loro fosse il cammino. Ma adesso sono clarisse. Non danno la vita per venerare Kiko, ma per farsi offerta a Dio. E' Lui che servono, è Lui che adorano, nel luminoso e magnifico esempio di S. Chiara che le ha precedute in quella scelta.

    Se il cammino è valso ad accendere qualcuna di quelle vocazioni, ben venga, Il Signore, come suol dirsi, sa scrivere anche sulle righe storte!

    I problemi sono fuori di là, le divisioni, i dubbi, le menzogne, le infedeltà, la Chiesa che tradisce se stessa, 'gli agenti del demonio' sono fuori di là. Credo.

    Ma, siccome sbaglio 9 volte su 10, volete per favore, Mic e Tripudio, spiegare meglio quel che pensate a questo proposito?

    RispondiElimina
  19. Ma, siccome sbaglio 9 volte su 10, volete per favore, Mic e Tripudio, spiegare meglio quel che pensate a questo proposito?

    in teoria è giustissimo quel che dici. Non parlo per il convento spagnolo, che non conosco; ma posso parlare per esperienza diretta di tanti ordini religiosi di Roma, dei quali ho verificato di persona l'inquinamento e il degrado attraverso il loro lasciar spazio ai neocat i quali, ovunque vanno, portando i loro stili e le loro prassi, i loro insegnamenti.

    Anni fa ci sono state suore di Clausura romane che, dopo qualche tempo dall'ingresso di novizie neocatecumenali, hanno chiesto la loro estromissione proprio per lo scompiglio che ne derivava: infatti c'è chi si lascia scompigliare e chi no...
    Ebbene, come credete sia finita? Hanno fatto chiudere il convento!

    RispondiElimina
  20. ... e così ho risposto anche a katartiko

    RispondiElimina
  21. PER LA VERITA ecc.......
    Non ti pare di esagerare con le offese? Mic e tutti noi, abbiamo il diritto di esprimere, opinioni, dubbi,perplessità e quant'altro....
    circa le riforme della Chiesa e di quanto alcuni movimenti siano stati fautori di tanto scempio.
    Quello che non si può fare ( e questo vale eclusivamente per te e quelli come te) lanciare insulti e
    denigrare, perchè non te lo puoi permettere.
    VERGOGNATI E CHIEDI SCUSA A MIC E A NOI TUTTI PER IL TUO LINGUAGGIO SEMPRE COLORATO E FUORI DA OGNI SCHEMA DI CATTOLICITA'.

    RispondiElimina
  22. Grazie, mic.
    Della serie...non c'è più religione.
    Tempo fa, tanto tempo, partecipai con un gruppetto di giovani ad un ritiro di tre bellissimi giorni che prevedeva anche la visita ad un convento di clausura (mi sembra clarisse).

    Ricordo la discrezione premurosa con cui ci ospitarono, l'attenzione silenziosa con cui le suore ascoltarono la dotta catechesi biblica del sacerdote che ci accompagnava. Senza parole ci trasmisero quella pace speciale, quella certezza dell'Altro, che solo chi vive di e per Cristo sa restituire.

    E' un autentico delitto che vengano contaminati quei 'sacramenti di luce' (così definiva il convento padre Pino che era con noi) con i fai-da-te neocat e vari.

    RispondiElimina
  23. Forse sarò un pò OT ma ho approfondito ora la questione che troverete qui:
    http://www.oriensforum.com/index.php?topic=1750.0

    della quale facevo questa riflessione...

    Parlando anche con qualche NC essi mi sbattono in faccia le Norme del 1996 a riguardo delle NUOVE CHIESE e per giustificare lo stile kikiano...
    Cercavo il documento NUOVO e un anima pia me lo ha fatto avere in link...

    ergo riporto quanto gentilmente mi è stato chiarito ^__^ sperando che i NC APRANO GLI OCCHI e si rendano conto non solo della disobbedienza di Kiko ma anche di tutto l'ambaradam tirato su da lui PER CREARSI UNA CHIESA PARALLELA a dispetto di quanto dice il Pontefice e la Chiesa stessa:

    le norme che inviterebbero alla rimozione degli altari a muro (cioè la Nota C.E.I. del 1996) sono state definitivamente superate dalla Congregazione per il Culto Divino che in data 25 settembre 2000 interpreta autorevolmente le norme del Messale (forma ordinaria) relative all'altare, chiudendo definitivamente la questione:

    è stato chiesto alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti se l'enunciato del n. 299 dell'Institutio Generalis Missalis Romani costituisca una normativa secondo la quale, durante la liturgia eucaristica, la posizione del sacerdote versus absidem sia da considerarsi esclusa.

    La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, re mature perpensa et habita ratione [dopo matura riflessione e alla luce] dei precedenti liturgici, risponde:

    Negative et ad mentem . [Negativamente e in accordo con i chiarimenti seguenti].
    [...]Quando si tratta di chiese antiche o di gran pregio artistico, occorre, inoltre, tenere conto della legislazione civile al riguardo dei mutamenti o ristrutturazioni. Un altare posticcio può non essere sempre una soluzione dignitosa
    http://www.paginecattoliche.it/modules.php?name=News&file=print&sid=605

    Dunque non c'è più alcun obbligo, neanche per la celebrazione secondo il messale paolino, di stravolgere i presbitèri, rimuovere le balaustre e dire messa sui tavolini invece che sul "vecchio" altare.
    Certo, il chiarimento della Congregazione ha avuto un tempismo da chiusura della stalla quando i buoi sono scappati, ma può ancora servire ad evitare ulteriori scempi come quello di Condrò, nonché ad incoraggiare eventuali parroci di buona volontà che vorrebbero abbandonare il tavolino per tornare all'altare...(ne conosco alcuni che lo farebbero volentieri e altri che lo hanno già fatto). Magari saranno pochi, ma...bonum diffusivum sui!

    RispondiElimina
  24. Non ne varrebbe la pena, ma giusto per onorare il nostro 'secondo Verità'
    dice Vvfl
    Ma per me sono tutti fratelli

    ...salvo poi definirci pazzi, fessacchiotti, bugiardi...

    però, che strana idea di fratellanza.
    Va bè, chiusa parentesi.

    RispondiElimina
  25. “Senza parole ci trasmisero quella pace speciale, quella certezza dell'Altro, che solo chi vive di e per Cristo sa restituire…”

    Mi riaffaccio un attimo per salutare e per cercare di cogliere la bellezza di questo pensiero.
    Credo che ognuno di noi persegua questo ideale di pace, appartenga o meno ad una comunità grossa o piccina. I problemi nascono quando non riusciamo a “restituire” questa pace perché essa non ci appartiene ma ci è donata per essere rimessa in circolazione, non per essere trattenuta.

    Peggio di “trattenere”, cioè considerare proprietà personale un dono comunitario, è trasmettere questa presunta pace con modi e mezzi inadeguati. La liturgia, ne è un esempio, l’arena nella quale ci si scontra e che lascia tutti insoddisfatti, arroccati nelle rispettive posizioni. Non è tanto il disquisire tra vecchio e nuovo a risultare, alla fine, un nodo gordiano che solo la spada del più forte saprà recidere. Non è la vittoria dialettica o logica che mi interessa in questo momento nel consueto confronto tra moderno e antico, tra vernacolo e latino.

    Ciò che ora mi preme è cercare di capire se sono un indegno strumento di pace, quella pace da restituire, o un superbo poliglotta che vorrebbe parlare la lingua degli uomini e degli angeli ma, talvolta, scade nell’insulto facile, quello che vorrebbe mettere a tacere un discorso avviato e, fateci caso, mai concluso.
    Più volte, è stato ribadito in questo blog che al bando è messo l’errore, non le persone, quale che sia la loro appartenenza ad un determinato gruppo.

    Ora, credo si possa cantare la bellezza dell’antica liturgia come discutere su alcune letture parziali, personalistiche della nuova: ma senza l’intento di quella pace non nostra perché da trasmettere, ciò risulta vano e inutile. Dobbiamo sforzarci di riflettere nel dia-logo la stessa natura dia-logica del Verbo, anche se, (scusatemi se smembro una strofa di Giovanni della Croce) siamo posti in quella dimensione di “solitudine sonora” ben distante dalla trinitaria “musica silenziosa”. Queste due realtà, il mistico spagnolo le lega nella “cena che ricrea ed innamora”, nella dimensione eucaristica che è il luogo preciso nel quale la pace ottenuta col sangue dell’Agnello unisce musica e silenzio, cielo e terra, divino e umano.

    Il mio augurio per tutti è semplice e povero: che si possa percepire la pace come dono da restituire, appunto, pur nella saldezza della Verità che è “la certezza dell’Altro” nell’altro, che nessuno si senta escluso dal dono della pace del quale si è amministratori provvisori e del quale renderemo conto al Datore dei doni, che si dialoghi senza l’arroganza della ragione del più forte, ma con la mansuetudine dell’Agnello che passa, si volta, ci guarda e ci chiede: “Che cercate?”…

    Chisolm

    RispondiElimina
  26. Non sei OT, Cate,

    il confronto sulla Riforma conciliare significa anche rendersi conto e recepire quel che è accaduto e la tua segnalazione dimostra che una evoluzione e una consapevolezza, almeno a livello teorico, c'è.. che poi nel frattempo i buoi siano scappati e che la cultura egemone non recepisca i giudizi della Congregazione competente è un fatto.
    Ma almeno qualcosa sta cambiando e speriamo nel nostro Papa

    RispondiElimina
  27. ho inserito la nuova pagina con l'intervento di Chisolm.

    Bentornato e grazie!!!

    RispondiElimina
  28. Non sono d’accordo quando si parla di due diverse visioni di Chiesa: una nella 'continuità', l'altra nella 'discontinuità' con la Tradizione. Io direi piuttosto, una nella “tradizione” e l’altra nella “continuità della tradizione” e non discontinuità perché di discontinuo non c’è nulla, a meno che non si voglia ignorare la storia della Liturgia e persino le parole del Santo Padre Benedetto.
    Non sono d’accordo quindi quando si dice a proposito della Santa Messa “Rito di Sempre”, che vuol dire di sempre? Chi ha avuto modo di studiare anche solo minimamente sa che la S. Messa di Pio V scaturisce dal Concilio di Trento e quindi “non da sempre”. In quel Concilio infatti si è pure discusso della necessità della riforma della Liturgia e dell’uso della lingua volgare al posto del latino… ecc ecc.
    Non voglio dilungarmi ne innescare discussioni in merito, concludo dicendo, che se i santi Padri conciliari, a larghissima maggioranza, hanno voluto la riforma che conosciamo, e se quando elaborato la Costituzione SC erano, come credo, sobri e guidati dallo Spirito Santo, allora umilmente da figlio della Santa Madre Chiesa devotamente mi inchino alle disposizioni che mi vengono impartite.
    E dico anche, ben venga il Motu proprio che da la possibilità di celebrare con l’Antico Rito, accontentando così i fratelli che non amano tanto il Concilio Vaticano II.
    Ma, cari amici e fratelli, smettiamola di lacerare con queste sterili beghe la martoriata Chiesa Santa. Evitiamo di scandalizzare i fedeli con le nostre guerre intestine. Dobbiamo incarnare e manifestare a tutti (nessuno escluso) l’Amore di Dio per noi.
    Disapprovo gli abusi, questo si! Gesù Cristo è Unico e indivisibile. Non esiste quindi il Gesù di Paolo o il Gesù di Pietro, ne tanto meno quello dei tradizionalisti o dei modernisti e ne tanto meno quello di Kikko o altri. Il Cristo che dobbiamo seguire, lodare ed amare è il Figlio di Dio, Incarnato, Crocefisso e Risorto, integralmente, senza sottrazioni o aggiunte umane!
    Giovanni DE’

    RispondiElimina
  29. riprendo questa risposta data a GiovanniDE su Messainlatino e poi aggiungo la mia

    I toni si tengon bassi se le contingenze lo consentono. Davanti a evidenti assurdità, per non dire di peggio, quali la costruzione di muraglie cinesi davanti ad antichi altari, pronunciamenti d'ufficio in difesa di situazioni oggettivamente non difendibili, provvedimenti restrittivi indebitamente adottati dagli ordinari diocesani, dichiarazioni incendiarie di alcuni alti prelati, manifestazioni quotidiane di abusi liturgici - e non solo liturgici - impuniti o tardivamente sanzionati (e solo dopo che qualche fedele di buona volontà è insorto e ha levato alta la voce), ecc. ecc. ecc., di fronte a tutto questo tenere unilateralmente toni bassi è, non solo difficile, ma anche inutile.

    Come ben dice, giovanniDE, i fedeli hanno il diritto di conoscere il Vetus Ordo, può benissimo coesistere con il Novus. Il presupposto indispensabile della coesistenza però è l'ESISTENZA, che oggi viene di fatto negata in molte diocesi. E questo è un fatto inoppugnabile.

    La tesi che per celebrare in latino occorra conoscere il latino è poi del tutto pretestuosa. Noto che sia il significato di quanto si dice e acquisita che sia la giusta padronanza della forma rituale, delle sue parole e dei suoi contenuti, QUALSIASI sacerdote di buona volontà può celebrare più che DEGNAMENTE in latino.

    La tanto sbeffeggiata e proverbiale vecchina della candela avrà anche recitato "dona bisodie" per "da nobis hodie", pensando che si trattasse di un riferimento alla Vergine, ma chi può escludere che la fede e il retto intendimento del cuore pulsante del Cristianesimo fosse più profondo in quell'anziana analfabeta che in tutto il collegio cardinalizio messo insieme. Lei, giovanniDE? Io? Qualche anonimo di passaggio? E chi può dire che il moderno sacerdote o il moderno fedele volgarizzanti intendano realmente ciò che stanno dicendo e facendo? Se non costasse, come invece costa, tanto, sarebbe bello commissionare un sondaggio, che so, sul Credo; vedere che cosa ha nella zucca la gente quando dice "generato, non creato, della stessa sostanza del Padre"; oppure un sondaggio tra il clero - al netto del coefficiente ipocrisia - su cosa passa per la zucca del prete quando dice "questo è il mio Corpo" o "questo è il mio Sangue".

    Non se ne abbiano a male, gli amici come giovanni DE, né la stessa Redazione, ma non si può sempre stare a subire. Specie quando il presidio luminoso della coscienza esclama senza equivoci: non feram, non patiar, non sinam!

    Sullo

    RispondiElimina
  30. caro Giovanni buonista,
    mostri di non conoscere (o fai finta?) da dove provengono le "beghe" e le difficoltà pressocché insormontabili frapposte da vescovi, parroci ecc. alla Messa Gregoriana e ci presenti un irenismo disincarnato che non tiene conto della realtà vera, ma di quella virtuale che ci propini col tuo sermone

    Recentemente Obama così si è espresso: "la vita e la solidità della democrazia dipendono dalla convinzione con cui la gente è pronta a combattere per ciò in cui crede: in modo pacifico e legale, ma con vigore e senza equivoci."

    Nella Chiesa è più praticata la dimensione della coerenza e della fedeltà nel nascondimento, ed è cosa buona e giusta; ma ci sono situazioni e contesti in cui, a maggior ragione che per la vita e la solidità della democrazia, combattere per ciò in cui si crede, civilmente (=con carità) ma con vigore e senza equivoci, non solo diventa opportuno, ma indispensabile!

    Stanno facendo di tutto per relegare la Fede a fatto puramente privato -e lo è sicuramente-, ma non si può prescindere dalla sua dimensione comunitaria, collettiva e che non può non essere visibile anche nell'impegno civile e, a maggior ragione, nell'impegno per combattere tutte le forze
    -interne (a noi stessi e alla Chiesa, a partire quindi dal peccato personale, da cui sempre convertirsi e dagli errori che purtroppo si sono insinuati e proliferano in essa)
    -ed esterne, che hanno molte facce
    forze interne ed esterne che snaturano -oggi purtroppo anche dall'interno- la funzione e l'identità della Chiesa.

    E, non dimentichiamoci che questo snaturamento si traduce nel tradire il Signore e sfigurare il Suo Volto, che dovremmo essere capaci di rivelare al mondo, non di lasciarci fagocitare dal mondo o frenare dal buonismo che diventa indifferenza.

    Sfatiamo un altro pregiudizio sul fatto che la Messa di Sempre venga fuori dal Concilio Tridentino. E' in parte vero, perché San Pio V ha universalizzato l'uso del rito Romano, che non ha "fatto" lui, ma che -nella sua forma essenziale- esisteva fin dal II secolo, con qualche aggiunta intervenuta nel corso dei secoli che il Papa ha ridimensionato. Il canone Romano risale addirittura a S. Pietro. La struttura della Vetus Latina che ne costituisce l'impianto, non fu toccata per sacra riverenza neppure da Papa Damaso quando, nel IV secolo, si limitò a sotituire le sole letture introducento quelle della Vulgata di S. Girolamo.

    Quindi, dire Messa di Sempre non è un errore, ma corrisponde alla realtà, tanto più che Benedetto XVI ha affermato sul Motu proprio Summorum Pontificum che l'Antico Rito "non è mai stato abrogato"

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.