domenica 16 settembre 2012

Confessione: cosa comanda il Papa

Contro le corbellerie di Kiko sul sacramento della riconciliazione (specialmente negli Orientamenti per la fase di conversione, febbraio 1972) e contro le pessime abitudini dei neocatecumenali, chiediamo a Giovanni Paolo II qualche precisazione sulle confessioni:

GIOVANNI PAOLO II
LETTERA APOSTOLICA
IN FORMA DI 
«MOTU PROPRIO»
SU ALCUNI ASPETTI DELLA CELEBRAZIONE
DEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA
7 aprile 2002

Confessioni da padre Pio
(affollamento ma anche riservatezza)
Per la misericordia di Dio, Padre che riconcilia, il Verbo prese carne nel grembo purissimo della Beata Vergine Maria per salvare «il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1, 21) e aprirgli «la via della eterna salvezza».(1) San Giovanni Battista conferma questa missione indicando in Gesù l'«Agnello di Dio», «colui che toglie il peccato del mondo» (Gv 1, 29). Tutta l'opera e la predicazione del Precursore è una chiamata energica e calorosa alla penitenza e alla conversione, il cui segno è il battesimo amministrato nelle acque del Giordano. Lo stesso Gesù si è sottomesso a quel rito penitenziale (cfr Mt 3, 13- 17), non perché abbia peccato, ma perché «Egli si lascia annoverare tra i peccatori; è già “l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” (Gv 1, 29); già anticipa il “battesimo” della sua morte cruenta».(2) La salvezza è, dunque e innanzitutto, redenzione dal peccato quale impedimento all'amicizia con Dio, e liberazione dallo stato di schiavitù nel quale si trova l'uomo, che ha ceduto alla tentazione del Maligno e ha perso la libertà dei figli di Dio (cfr Rm 8, 21).
La missione affidata da Cristo agli Apostoli è l'annuncio del Regno di Dio e la predicazione del Vangelo in vista della conversione (cfr Mc 16, 15; Mt 28, 18-20). La sera dello stesso giorno della sua Risurrezione, quando è imminente l'inizio della missione apostolica, Gesù dona agli Apostoli, in virtù della forza dello Spirito Santo, il potere di riconciliare con Dio e con la Chiesa i peccatori pentiti: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20, 22-23).(3)
Notare la confusione e la dispersione che si creano
nella confessione neocatecumenale
Lungo la storia e nell'ininterrotta prassi della Chiesa «il ministero della riconciliazione» (2 Cor5, 18), donata mediante i sacramenti del Battesimo e della Penitenza, si è dimostrato un impegno pastorale sempre vivamente sentito, compiuto in ossequio al mandato di Gesù come parte essenziale del ministero sacerdotale. La celebrazione del sacramento della Penitenza ha avuto nel corso dei secoli uno sviluppo che ha conosciuto diverse forme espressive, sempre, però, conservando la medesima struttura fondamentale che comprende necessariamente, oltre all'intervento del ministro — soltanto un Vescovo o un presbitero, che giudica e assolve, cura e guarisce nel nome di Cristo — gli atti del penitente: la contrizione, la confessione e la soddisfazione.
Nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte ho scritto: «Un rinnovato coraggio pastorale vengo poi a chiedere perché la quotidiana pedagogia delle comunità cristiane sappia proporre in modo suadente ed efficace la pratica del sacramento della Riconciliazione. Come ricorderete, nel 1984 intervenni su questo tema con l'Esortazione postsinodale Reconciliatio et paenitentia, che raccoglieva i frutti di riflessione di un'Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi dedicata a questa problematica. Invitavo allora a fare ogni sforzo per fronteggiare la crisi del “senso del peccato” (...) Quando il menzionato Sinodo affrontò il problema, stava sotto gli occhi di tutti la crisi del Sacramento, specialmente in alcune regioni del mondo. I motivi che ne erano all'origine non sono svaniti in questo breve arco di tempo. Ma l'Anno giubilare, che è stato particolarmente caratterizzato dal ricorso alla Penitenza sacramentale, ci ha offerto un messaggio incoraggiante, da non lasciar cadere: se molti, e tra essi anche tanti giovani, si sono accostati con frutto a questo Sacramento, probabilmente è necessario che i Pastori si armino di maggior fiducia, creatività e perseveranza nel presentarlo e farlo valorizzare».(4)
Con queste parole ho inteso e intendo far coraggio e, nello stesso tempo, rivolgere un forte invito ai miei confratelli Vescovi — e, attraverso di essi, a tutti i presbiteri — per un sollecito rilancio del sacramento della Riconciliazione, anche come esigenza di autentica carità e di vera giustizia pastorale,(5) ricordando loro che ogni fedele, con le dovute disposizioni interiori, ha diritto a ricevere personalmente il dono sacramentale.
Affinché il discernimento sulle disposizioni dei penitenti in ordine alla remissione o meno, e all'imposizione dell'opportuna penitenza da parte del ministro del Sacramento possa essere attuato, occorre che il fedele, oltre alla coscienza dei peccati commessi, al dolore per essi e alla volontà di non più ricaderci,(6) confessi i suoi peccati. In questo senso, il Concilio di Trento dichiarò che è necessario «per diritto divino confessare tutti e singoli i peccati mortali».(7) La Chiesa ha visto sempre un nesso essenziale tra il giudizio affidato ai sacerdoti in questo Sacramento e la necessità che i penitenti dichiarino i propri peccati,(8) tranne in caso di impossibilità. Pertanto, essendo la confessione completa dei peccati gravi per istituzione divina parte costitutiva del Sacramento, essa non resta in alcun modo affidata alla libera disponibilità dei Pastori (dispensa, interpretazione, consuetudini locali, ecc.). La competente Autorità ecclesiastica specifica unicamente — nelle relative norme disciplinari — i criteri per distinguere l'impossibilità reale di confessare i peccati da altre situazioni in cui l'impossibilità è solo apparente o comunque superabile.
Nelle attuali circostanze pastorali, venendo incontro alle preoccupate richieste di numerosi Fratelli nell'Episcopato, considero conveniente richiamare alcune delle leggi canoniche vigenti circa la celebrazione di questo Sacramento, precisandone qualche aspetto per favorire in spirito di comunione con la responsabilità che è propria dell'intero Episcopato(9) una sua migliore amministrazione. Si tratta di rendere effettiva e di tutelare una celebrazione sempre più fedele, e pertanto sempre più fruttifera, del dono affidato alla Chiesa dal Signore Gesù dopo la risurrezione (cfr Gv 20, 19-23). Ciò appare specialmente necessario dal momento che si osserva in alcune regioni la tendenza all'abbandono della confessione personale insieme ad un ricorso abusivo all'«assoluzione generale» o «collettiva», sicché essa non appare come mezzo straordinario in situazioni del tutto eccezionali. Sulla base di un allargamento arbitrario del requisito della grave necessità,(10) si perde di vista in pratica la fedeltà alla configurazione divina del Sacramento, e concretamente la necessità della confessione individuale, con gravi danni per la vita spirituale dei fedeli e per la santità della Chiesa.
Pertanto, dopo aver sentito in merito la Congregazione per la Dottrina della Fede, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e il Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, nonché i pareri di venerati Fratelli Cardinali preposti ai Dicasteri della Curia Romana, ribadendo la dottrina cattolica riguardo al sacramento della Penitenza e della Riconciliazione, esposta sinteticamente nel Catechismo della Chiesa Cattolica,(11) cosciente della mia responsabilità pastorale e con piena consapevolezza della necessità ed efficacia sempre attuali di questo Sacramento, dispongo quanto segue:
1. Gli Ordinari ricordino a tutti i ministri del sacramento della Penitenza che la legge universale della Chiesa ha ribadito, in applicazione della dottrina cattolica in materia, che:
a) «La confessione individuale e integra e l'assoluzione costituiscono l'unico modo ordinario con cui il fedele, consapevole di peccato grave, è riconciliato con Dio e con la Chiesa; solamente una impossibilità fisica o morale scusa da una tale confessione, nel qual caso la riconciliazione si può ottenere anche in altri modi».(12)
b) Perciò, «tutti coloro cui è demandata in forza dell'ufficio la cura delle anime, sono tenuti all'obbligo di provvedere che siano ascoltate le confessioni dei fedeli a loro affidati, che ragionevolmente lo chiedano, e che sia ad essi data l'opportunità di accostarsi alla confessione individuale, stabiliti, per loro comodità, giorni e ore».(13)
Inoltre, tutti i sacerdoti che hanno la facoltà di amministrare il sacramento della Penitenza, si mostrino sempre e pienamente disposti ad amministrarlo ogniqualvolta i fedeli ne facciano ragionevolmente richiesta.(14) La mancanza di disponibilità ad accogliere le pecore ferite, anzi, ad andare loro incontro per ricondurle all'ovile, sarebbe un doloroso segno di carenza di senso pastorale in chi, per l'Ordinazione sacerdotale, deve portare in sé l'immagine del Buon Pastore.
2. Gli Ordinari del luogo, nonché i parroci e i rettori di chiese e santuari, devono verificare periodicamente che di fatto esistano le massime facilitazioni possibili per le confessioni dei fedeli. In particolare, si raccomanda la presenza visibile dei confessori nei luoghi di culto durante gli orari previsti, l'adeguamento di questi orari alla situazione reale dei penitenti, e la speciale disponibilità per confessare prima delle Messe e anche per venire incontro alla necessità dei fedeli durante la celebrazione delle SS. Messe, se sono disponibili altri sacerdoti.(15)
3. Poiché «il fedele è tenuto all'obbligo di confessare secondo la specie e il numero tutti i peccati gravi commessi dopo il Battesimo e non ancora direttamente rimessi mediante il potere delle chiavi della Chiesa, né accusati nella confessione individuale, dei quali abbia coscienza dopo un diligente esame»,(16) va riprovato qualsiasi uso che limiti la confessione ad un'accusa generica o soltanto di uno o più peccati ritenuti più significativi. D'altra parte, e tenendo conto della chiamata di tutti i fedeli alla santità, si raccomanda loro di confessare anche i peccati veniali.(17)
4. Alla luce e nel contesto delle norme precedenti, deve essere compresa e rettamente applicata l'assoluzione a più penitenti insieme senza la previa confessione individuale, prevista al can. 961 del Codice di Diritto Canonico. Essa, infatti, «riveste un carattere di eccezionalità»(18) e «non può essere impartita in modo generale se non:
1º vi sia imminente pericolo di morte ed al sacerdote o ai sacerdoti non basti il tempo per ascoltare le confessioni dei singoli penitenti;
2º vi sia grave necessità, ossia quando, dato il numero dei penitenti, non si hanno a disposizione confessori sufficienti per ascoltare, come si conviene, le confessioni dei singoli entro un tempo conveniente, sicché i penitenti, senza loro colpa, sarebbero costretti a rimanere a lungo privi della grazia sacramentale o della sacra comunione; però la necessità non si considera sufficiente quando non possono essere a disposizione dei confessori, per la sola ragione di una grande affluenza di penitenti, quale può aversi in occasione di una grande festa o di un pellegrinaggio».(19)
Circa il caso di grave necessità, si precisa quanto segue:
a) Si tratta di situazioni che, oggettivamente, sono eccezionali, come quelle che si possono verificare in territori di missione o in comunità di fedeli isolati, dove il sacerdote può passare soltanto una o poche volte l'anno o quando le condizioni belliche, meteorologiche o altre simili circostanze lo consentano.
b) Le due condizioni stabilite nel canone per configurare la grave necessità sono inseparabili, per cui non è mai sufficiente la sola impossibilità di confessare «come si conviene» i singoli entro «un tempo conveniente» a causa della scarsità di sacerdoti; tale impossibilità deve essere unita al fatto che altrimenti i penitenti sarebbero costretti a rimanere «a lungo», senza loro colpa, privi della grazia sacramentale. Si debbono perciò tener presenti le circostanze complessive dei penitenti e della diocesi, per quanto attiene l'organizzazione pastorale di questa e la possibilità di accesso dei fedeli al sacramento della Penitenza.
c) La prima condizione, l'impossibilità di poter ascoltare le confessioni «come si conviene» «entro un tempo conveniente», fa riferimento solo al tempo ragionevolmente richiesto per l'essenziale amministrazione valida e degna del Sacramento, non essendo rilevante a tale riguardo un colloquio pastorale più lungo, che può essere rimandato a circostanze più favorevoli. Questo tempo ragionevolmente conveniente, entro cui ascoltare le confessioni, dipenderà dalle possibilità reali del confessore o confessori e degli stessi penitenti.
d) Circa la seconda condizione, sarà un giudizio prudenziale a valutare quanto lungo debba essere il tempo di privazione della grazia sacramentale affinché si abbia vera impossibilità a norma del can. 960, allorché non vi sia imminente pericolo di morte. Tale giudizio non è prudenziale se stravolge il senso dell'impossibilità fisica o morale, come accadrebbe se, ad esempio, si considerasse che un tempo inferiore a un mese implicherebbe rimanere «a lungo» in simile privazione.
e) Non è ammissibile il creare o il permettere che si creino situazioni di apparente grave necessità, derivanti dalla mancata amministrazione ordinaria del Sacramento per inosservanza delle norme sopra ricordate(20) e tanto meno, dall'opzione dei penitenti in favore dell'assoluzione in modo generale, come se si trattasse di una possibilità normale ed equivalente alle due forme ordinarie descritte nel Rituale.
f) La sola grande affluenza di penitenti non costituisce sufficiente necessità, non soltanto in occasione di una festa solenne o di un pellegrinaggio, ma neppure per turismo o altre simili ragioni dovute alla crescente mobilità delle persone.
5. Giudicare se ricorrano le condizioni richieste a norma del can. 961, § 1, 2º, non spetta al confessore, ma «al Vescovo diocesano, il quale, tenuto conto dei criteri concordati con gli altri membri della Conferenza Episcopale, può determinare i casi di tale necessità».(21) Tali criteri pastorali dovranno essere espressione della ricerca della totale fedeltà, nelle circostanze dei rispettivi territori, ai criteri di fondo espressi dalla disciplina universale della Chiesa, i quali peraltro poggiano sulle esigenze derivanti dallo stesso sacramento della Penitenza nella sua divina istituzione.
6. Essendo di fondamentale importanza, in una materia tanto essenziale per la vita della Chiesa, la piena armonia tra i vari Episcopati del mondo, le Conferenze Episcopali, a norma del can. 455 § 2 del C.I.C., faranno pervenire quanto prima alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti il testo delle norme che esse intendono emanare oppure aggiornare, alla luce del presente Motu proprio sull'applicazione del can. 961 del C.I.C. Ciò non mancherà di favorire una sempre più grande comunione tra i Vescovi di tutta la Chiesa, spingendo ovunque i fedeli ad attingere abbondantemente alle fonti della misericordia divina, sempre zampillanti nel sacramento della Riconciliazione.
In questa prospettiva di comunione sarà pure opportuno che i Vescovi diocesani riferiscano alle rispettive Conferenze Episcopali circa il verificarsi o meno, nell'ambito della loro giurisdizione, di casi di grave necessità. Sarà poi compito delle Conferenze Episcopali informare la predetta Congregazione circa la situazione di fatto esistente nel loro territorio e sugli eventuali mutamenti che dovessero in seguito registrarsi.
7. Quanto alle disposizioni personali dei penitenti viene ribadito che:
a) «Affinché un fedele usufruisca validamente dell'assoluzione sacramentale impartita simultaneamente a più persone, si richiede che non solo sia ben disposto, ma insieme faccia il proposito di confessare a tempo debito i singoli peccati gravi, che al momento non può confessare».(22)
b) Per quanto è possibile, anche nel caso di imminente pericolo di morte, venga premessa ai fedeli «l'esortazione che ciascuno provveda a porre l'atto di contrizione».(23)
c) È chiaro che non possono ricevere validamente l'assoluzione i penitenti che vivono in stato abituale di peccato grave e non intendono cambiare la loro situazione.
Quaresima 2007: Benedetto XVI
ascolta confessioni di giovani
nella basilica di San Pietro
8. Fermo restando l'obbligo «di confessare i propri peccati gravi almeno una volta all'anno»,(24)«colui al quale sono rimessi i peccati gravi mediante l'assoluzione generale, si accosti quanto prima, offrendosene l'occasione, alla confessione individuale, prima che abbia a ricevere un'altra assoluzione generale, a meno che non sopraggiunga una giusta causa».(25)
9. Circa il luogo e la sede per la celebrazione del Sacramento, si tenga presente che:
a) «il luogo proprio per ricevere le confessioni sacramentali è la chiesa o l'oratorio»,(26) pur restando chiaro che ragioni di ordine pastorale possono giustificare la celebrazione del Sacramento in luoghi diversi;(27)
b) la sede per le confessioni è disciplinata dalle norme emanate dalle rispettive Conferenze Episcopali, le quali garantiranno che essa sia collocata «in luogo visibile» e sia anche «provvista di grata fissa», così da consentire ai fedeli ed agli stessi confessori che lo desiderano di potersene liberamente servire.(28)
Tutto ciò che con la presente Lettera apostolica in forma di Motu proprio ho stabilito, ordino che abbia pieno e durevole valore e sia osservato a partire da questo giorno, nonostante qualsiasi altra disposizione in contrario. Quanto ho stabilito con questa Lettera ha valore, per sua natura, anche per le venerande Chiese Orientali Cattoliche, in conformità ai rispettivi canoni del Codice loro proprio.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 7 del mese di aprile, Domenica nell'Ottava di Pasqua o della Divina Misericordia, nell'anno del Signore 2002, ventiquattresimo di Pontificato.
GIOVANNI PAOLO II

90 commenti:

  1. Certe cose orrendamente "preconciliari" come la "grata fissa" non appartengono al passato, ma al presente e al futuro. Non c'è bisogno che il confessore e il penitente si vedano o riconoscano: la "grata" aiuta la privacy, ed è stata inventata un'enormità di secoli prima che venisse inventato il concetto di privacy.

    Anche se Giovanni Paolo II lo ricorda in un'altra sede (punto 7, poiché la lettera è indirizzata anzitutto ai confessori che avevano scialato troppo con le "assoluzioni collettive"), resta sempre importante ricordare che i peccatori che vivono "in stato attuale di peccato grave" non possono essere assolti se non vogliono cambiare vita. Invece nel Cammino è tutto all'acqua di rose: in nome di un malinteso familiarizzare con gli ultimi arrivati, gli si concede di fare la Comunione senza neppure confessarsi...

    Altra calda raccomandazione di Giovanni Paolo II è sulla disponibilità dei sacerdoti per le confessioni, in qualunque momento, senza cercare scuse. L'organizzazione di certe celebrazioni "penitenziali" non può essere un alibi per mandar via un penitente che desidera confessarsi (cosa che purtroppo è accaduta ed io ne sono stato ripetutamente testimone). D'altronde sappiamo tutti bene quanto "impegnati" (sic) siano certi presbìteri (anche non neocatecumenali) nello scansarsi le confessioni...

    Se il Papa insiste anche sulla confessione dei peccati veniali (non obbligatoria ma comunque consigliata), significa che sta insistendo anche sul distinguere tra peccati mortali e peccati veniali. Tanti, purtroppo, credono che peccato "mortale" consista o nell'ammazzare qualcuno, o il non aver potuto partecipare alla "convivenza" per una terribile serie di involontarie circostanze.

    Quanto poi al "senso del peccato", sappiamo quanto Kiko lo vada banalizzando (e con esso anche il sacramento della riconciliazione) nei suoi insegnamenti che dal 1972 ad oggi non sono cambiati di una sola virgola.

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  2. Naturalmente, c'è da pensare che nessun neocatecumenale vada a confessarsi per la disobbedienza al Papa di ieri sera (ieri sera era "sabato sera", quando i neocatecumenali disubbidiscono alle chiare e precise «decisioni del Santo Padre» contenute nel loro stesso Statuto).

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  3. Dopotutto quella disobbedienza è «invalsa» nel Cammino, nel Cammino «si è sempre fatto così», anche quando il Papa comanda il contrario...

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  4. Visto che spesso si chiede: "ma che alternativa c'è", posso illustrare come avviene una celebrazione comunitaria del Sacramento della Penitenza nella realtà ecclesiale in cui sono.

    Di solito avviene esclusivamente nei ritiri. Per il resto, OVVIAMENTE ognuno fa come tutti i cattolici di questo mondo.

    1) si va IN CHIESA
    2) si inizia usando una delle formule che ci sono nel messale Romano. Quindi riti di ingresso e liturgia della Parola.

    3) Poi, ciascuno si confessa in una stanza FUORI DELLA CHIESA o cmq in una situazione in cui la privacy è rispettata
    4) tutti gli altri, mentre aspettano il loro turno e, in seguito, dopo essersi confessati, stanno in clima di preghiera recitando il rosario, facendo l'esame di coscienza (di solito prepariamo qualche sussidio), canti adatti (preciso a dirlo perchè me ne occupo...NIENTE CAGNARA) e così via discorrendo.

    5) quando tutti si sono confessati si recita il Padre nostro e si conclude

    In pratica è il Rito per la riconciliazione di più penitenti con la confessione e l'assoluzione individuale che si trova nel Messale Romano.

    Nè più e nè meno.

    Ribadisco la privacy, il fatto che si compia in un luogo sacro e sopratutto che non ci sono limiti di tempo.

    A nessuno si "mette fretta".

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  5. Mi pongo un semplice quesito.
    La santa sede è o non è al corrente di come il cammino celebra le penitenziali?
    Se come penso si, la vostra ramanzina non è fuori luogo.
    Se siete a conoscenza di disobbedienze alle regole, discuterne voi 4 ( mic .tripudio .lino .alect) a cosa vi serve, per dovere dovete denunciare questi fatti così gravi.

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  6. Le penitenziali del Cammino danno un vero senso di riconciliazione e di pace: la Parola proclamata, i canti, le preghiere, poi il colloquio con sacerdote, l'assoluzione dai peccati, lo scambio di pace, l'allegria, l'agape fraterna. A voi osservatori non piace? Continuate pure ad andare davanti alla grata, nessuno vi critica per questo. Al mio vescovo piace, ed anche a molti sacerdoti che non sono del Cammino, e stanno programmando le penitenziali mensili nelle loro Parrocchie, alla maniera catecumenale. Saluti, Elio

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  7. Che cosa è il colloquio con il sacerdote prima dell'assoluzione dei peccati, me lo spieghi per favore? Mica intendi il Sacramento della Penitenza?

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  8. Il commento delle 14:17 è una delle classiche tecniche neocatecumenali: «esagerare con la giuridicizzazione». Proprio i neocatecumenali che disubbidiscono alle «decisioni del Santo Padre», proprio loro invocano il rispetto delle regole, per di più tirando in ballo il generico termine «la Santa Sede».

    Ma di "quale parte" della Santa Sede stiamo parlando? Le bizzarrie che avvengono nelle comunità neocatecumenali sono note ormai dovunque. Ma i cosiddetti "potenti appoggi" del Cammino, in quanto tali, non intervengono. Dunque questo significa che gli strafalcioni liturgici del Cammino sono approvati dal Signore?

    Quanto alla "ramanzina" (chi ha torto si sente sempre sgridato), era in lingua italiana. E riguardava le bislacche teorie di Kiko sulla confessione, che voi fingete di non ricordare.

    Il commento delle 17:45 si concentra invece sui presunti effetti delle penitenziali kikiste-carmeniste: "danno un senso di riconciliazione e di pace", proprio come una buona birra ben fresca nelle sere d'estate. Nel lungo elenco aggiunge di straforo "l'allegria", come se la misericordia di Nostro Signore servisse non a perdonare i peccati ma a fare del cabaret e raccontare barzellette.

    Quindi si dilunga sulla "grata", come se fosse una questione di opinioni, e sottintendendo una critica a Giovanni Paolo II (che raccomanda la "grata") e un elogio al proprio vescovo (che sta abbracciando la fede neocatecumenale).

    Ecco dunque il Cammino Neocatecumenale: quando le parole di Giovanni Paolo II non sono comode per Kiko e Carmen, le si riducono a opinioni personali.

    44 anni fa padre Pio (che aveva la vista assai lunga su certe cose), prima che Kiko e Carmen si incistassero in una parrocchia di Roma, li definì «i nuovi falsi profeti».

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  9. "Se siete a conoscenza di disobbedienze alle regole, discuterne voi 4 ( mic .tripudio .lino .alect) a cosa vi serve, per dovere dovete denunciare questi fatti così gravi."
    ================
    Personalmente l'ho già fatto dal 2002,non riesci a "cavare un ragno dal buco" anche perchè la Chiesa Cattolica è "gestita" da uno stato non di diritto, in quanto non c'è la divisione dei tre poteri;sta quindi
    alla loro discrezione, dar seguito o meno alla tua denuncia e di conseguenza, non sono neanche obbligati a darti una spiegazione in merito.

    Ruben

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  10. Anche perché quando danno spiegazioni, c'è da rabbrividire.

    Ad una donna che chiedeva come poter sporgere denuncia per i sacrilegi dei neocatecumenali a cui aveva assistito (dopo le loro "messe" ci sono briciole dappertutto: sempre, dovunque, ancor oggi), un curiale della diocesi di Roma le rispose candidamente: «ma tanto lì mica c'è la transustanziazione!»

    Lo disse come se fosse una cosa normalissima, come se nella Chiesa certi ceffi fossero autorizzati a celebrare simil-liturgie in cui "non c'è" (presente indicativo del verbo essere) "non c'è transustanziazione", dunque non c'è sacrilegio. Chissà se ha mai fatto la stessa affermazione ai "kikos". Chissà se i "kikos" si siano infuriati, o piuttosto gli abbiano dato ragione dicendogli che la "transustanziazione" è una robetta da vecchiette troppo fissate col Catechismo di san Pio X...

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  11. Ho notato che Gv non ha più detto niente sul senso comunitario della confessione dopo la mia risposta nell'altro 3d ( leggersi i prenotanda del sacramento della riconciliazione). Aspetto fiducioso.

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  12. Buonsera.
    Per mia esperienza non a tutti i neocatecumenali la sensazione di "allegria" piace.
    Ricordo una suorina nei primi tempi di cammino scappo' via inorridita.
    Conosco neocatecumenali con anni e anni di cammino ai quali questa "allegria" o meglio dire "caciara" non piace proprio. distoglie e dissacra il Sacramento.
    E poi ce n'è veramente bisogno? Dopo una confessione vedrei meglio un'atmosfera di raccoglimento per la Misericordia ottenuta da Dio.

    Comunque è chiaro che per le persone che sono cresciute in Camino non conoscendo altro tipo di Confessione pensino che questa sia la sola e unica e indiscutibile maniera di confessarsi

    Un'altra cosa che mi sono sempre chiesto:
    in queste confessioni collettive, dove certamente c'è la confessione individuale (nelle modalità che ho già detto in un altro post) perchè oltre a recitare il Confiteor il sacerdote della comunità, dopo le confessioni individuali, mentre i partecipanti sono in ginocchio fa l'elenco dei peccati per poi assolvere tutti i partecipanti?
    Non basta l'assoluzione individuale ricevuta nella Confessione individuale?
    Grazie se qualcuno puo' spiegarmelo

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  13. Come sempre, svicoli dicendo che i "cattivi" in vaticano sono solo una parte, ma io continuo a chiedermi tutti gli altri sono sordi e ciechi?
    Non credi di sminuire tutto ad una povertà indicibile, daltra parte da un poveraccio come te cosa ci si può aspettare, pensi che siano tutti poveri (naturalmente in senso spirituale)

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  14. Salve Elio
    in effetti come ti ha già domandato l' anonimo delle 20.09 anch'io non ho capito bene cosa intendi per "colloquio con il sacerdote"
    In effetti la Confessione non puo' e non deve essere un colloquio tra il sacerdote e il confessato.

    Ammetto pero' che a volte queste confessioni individuali in comunità vengono prese come un momento utile per ricevere consigli spirituali e ..durano un poco troppo.

    Specie durante le convivenze di piu' giorni durano veramente tante ore.
    Certo dipende dal numero dei fratelli di comunità e dai sacerdoti presenti.

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  15. All'anonimo delle 22:05 chiedo:

    cosa intendi tu per "senso comunitario della confessione"?

    Quanto "senso comunitario" esprimeva Nostro Signore quando, rivolgendosi ad una singola anima, ne rimetteva i peccati? «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati»): dove sta il "senso comunitario"?

    E quando Nostro Signore ha trasmesso agli Apostoli il potere di rimettere i peccati, ha forse aggiunto la clausola "mi raccomando! fate attenzione al Senso Comunitario!" ?!?

    Per questo, per la milionesima volta, bisogna ricordare ai neocatecumenali la differenza tra ciò che può servire come aiuto e ciò che invece è indispensabile. Nonché la differenza tra "spirito" e "lettera" di un documento.

    Se infatti un qualcosa sta scritto nei "prenotanda" di qualcos'altro, e se il solito furbetto dei quartierino lo usa come pezza d'appoggio per le sue carnevalate, noi cosa dobbiamo pensare?

    Il paradosso è che la lettera di Giovanni Paolo II del 2002 (che i neocat frequentatori di questo blog si saranno guardati dal leggere) combatte proprio gli abusi del "siccome c'è scritto che in certi casi si può fare, allora io autonomamente scelgo di convincermi di essere in uno di quei casi, e perciò approfitto della possibilità offerta dai prenotanda..."

    Tutta la mentalità neocatecumenale si fonda su ipocrisie di questo genere. Per esempio la "comunione sulle mani": "dato che esiste una pezza d'appoggio (un documento CEI) che entro certe condizioni la permette, noi neocatecumenali ce ne infischiamo delle raccomandazioni e la facciamo tutto a modo nostro: tanto il documento «permette»!"


    All'anonimo delle 22:45 vorrei far presente che alla sua domanda abbiamo recentemente letto la risposta di un parroco: non se la sente di combatterli...

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  16. @Tripudio

    "un curiale della diocesi di Roma le rispose candidamente: «ma tanto lì mica c'è la transustanziazione!»

    Dimmi che stai scherzando...

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  17. Giovanni Paolo II ci ha ricordato che nella confessione bisogna tirar fuori solo i peccati. Non è previsto "colloquio" (né di intrattenimento spirituale, né di "direzione spirituale", ma quest'ultimo ormai è un termine considerato troppo "tridentino").

    Certo, nessuno impedisce che in presenza di poche persone e con abbondanza di tempo e di sacerdoti, si possa fare di più.

    Inoltre il "colloquio" in questione, non è certo necessario a tutti e per di più non impegna un tempo "prevedibile" (non è che poiché in parrocchia c'è la solita casalinga che puntualmente monopolizza il parroco in confessionale per 50 minuti ogni domenica, allora bisogna commettere l'errore opposto delle confessioni "a catena di montaggio").

    Per cui insisto a ricordare alcuni concetti essenziali che i progressisti (e i neocatecumenali) fanno sempre finta di non sentire:

    1) che la confessione è limitata ai soli peccati (il "colloquio" non deve togliere tempo al sacerdote, non deve rubare tempo agli altri penitenti in fila, eccetera)

    2) che la confessione è basata sulla libertà del singolo; il sostegno "comunitario" può (ripeto: "può") può essere talvolta di aiuto, ma non deve (ripeto: "non deve") essere un vincolo o la linea guida principale; non a caso nelle parrocchie si organizzano delle "penitenziali" solo nelle due grandi occasioni dell'anno (imminenza di Pasqua e di Natale)

    3) che le penitenziali comunitarie hanno senso solo se facilitano l'accesso al sacramento; non sono trattabili come "evento" a sé stante, non possono essere fondate sulla malsana attesa che tutti si confessino (anche chi non si è pentito? anche chi riteneva di non averne bisogno?), figurarsi se in presenza di occhiuti controllori... Già me l'immagino, un qualsiasi poveraccio, che viene ripreso dal suo cosiddetto "catechista": "e che non ti confessi nemmeno stavolta?"

    Tutto questo senza dimenticare le scarnificazioni delle coscienze operate dai cosiddetti "catechisti"...

    RispondiElimina
  18. @Elio

    "Le penitenziali del Cammino danno un vero senso di riconciliazione e di pace: la Parola proclamata, i canti, le preghiere, poi il colloquio con sacerdote, l'assoluzione dai peccati, lo scambio di pace, l'allegria, l'agape fraterna."

    Anche io faccio le penitenziali. Nel modo in cui ho descritto. Così come le descrive il Messale Romano. Quindi a che pro fare quello che fate? Perchè altrimenti "non vi sentireste felici"?

    "Continuate pure ad andare davanti alla grata, nessuno vi critica per questo."

    Innanzitutto non è questione di "grata". E' questione di privacy e di rapporto personale. E ti assicuro che poi "ci si sente felici" lo stesso...e magari con qualche motivo in più.


    Al mio vescovo piace, ed anche a molti sacerdoti che non sono del Cammino, e stanno programmando le penitenziali mensili nelle loro Parrocchie, alla maniera catecumenale."

    SiG Elio, innanzitutto faccia chiarezza nella sua mente. Voi siete NEO catecumenali...non CATECUMENALI...

    Con CATECUMENALE i vescovi non indicano qualcosa del cammino...chiaro vero?

    Seconda cosa: ma voi le cose le fate per "piacere a qualcuno"? In teoria si dovrebbero fare per piacere a "QUALCUNO"...E il modo per farlo ce lo da LA CHIESA (nei suoi documenti, non nelle "opinioni")

    Se poi ci troviamo di fronte a qlc curiale che ha dubbi sulla transustanziazione....io a loro non vorrei mai piacere...

    RispondiElimina
  19. Per Ale:

    non stavo scherzando.

    E te ne dico anche un'altra, avvenuta di recente. Una bambina fa la prima Comunione in parrocchia. Terminata la Messa, all'uscita la nonna le dice: "salutiamo Gesù". La bambina: "eh?"

    La nonna non solo ha dovuto spiegarle che Gesù è vivo e presente nel Santissimo Sacramento... e dunque anche nel Tabernacolo. Le ha dovuto spiegare che se Gesù è vivo e presente, allora bisogna salutarlo prima di uscire! La piccina non aveva minima idea di cosa fosse e dove stesse il Tabernacolo. Semplicemente in parrocchia non glielo avevano spiegato: il giorno della sua Prima Comunione non sapeva! era lì per uscire dalla chiesa così come si esce dallo sgabuzzino!

    Tanto, ormai, nelle parrocchie spesso il catechismo consiste solo in tre anni di socializzazione, giochini, e qualche lettura biblica (ai bambini che non sanno le verità di fede, si fanno meditare fumosi brani dell'Antico Testamento).


    Non oso immaginare cosa avvenga per i bambini neocatecumenali, sottoposti alle "kikate-carmenate"...

    RispondiElimina
  20. @Tripudio
    dici:
    "Non oso immaginare cosa avvenga per i bambini neocatecumenali, sottoposti alle "kikate-carmenate" questo è un piccolo passo preso da qui http://www.camino-neocatecumenal.org/neo/iniciadores%20camino/KIKO%20CATECHESI%20PER%20I%20MAESTRI%20DEI%20BAMBINI.pdf
    (spero si apri il link)
    premessa:

    -Kiko (dice):
    Io benedico il Signore che sono stato per dieci anni professore in una scuola e ho avuto molto
    contatto con i ragazzi...
    ....
    ai bambini del Cammino
    Neocatecumenale che si preparano alla Prima Comunione noi facciamo una preparazione a
    parte. La parrocchia ha una messa per i bambini che si preparano alla Prima Comunione e
    vorrebbe che anche i nostri partecipassero a questa messa.
    Ma noi non siamo d'accordo perché
    i nostri bambini non vivono assolutamente la situazione degli altri bambini che vengono al
    catechismo; è completamente differente.
    Sarebbe come farli passare da una cosa che vale
    cento a una cosa che vale venti"
    ....
    Noi (nel Cammino Neocatecumenale) abbiamo la preparazione alla Comunione, il postcomunione
    e la preparazione alla Cresima nelle parrocchie, e noi portiamo normalmente la
    Pastorale di mediazione. Risultato: volevano che i nostri bambini che hanno fatto la Prima
    Comunione continuassero a fare il post-comunione in parrocchia. Siccome nella parrocchia
    hanno messe per bambini, volevano che i nostri fossero anche a queste Messe.
    Ma questo va
    bene per la parrocchia, è un servizio buono che sta facendo la parrocchia sapendo che è
    pochissimo quello che serve, perché i genitori non hanno fede; tutto ciò che si fa lì è molto
    poco perché per noi è più importante quello che i bambini ricevono dopo nella famiglia.
    Questo va bene per i bambini che non hanno genitori in comunità, ma i nostri bambini hanno
    un post-comunione meraviglioso che è la comunità, l'Eucaristia della comunità"

    Questo è solo un piccolo estratto sull'educazione da dare ai bambini neocatecumenali.
    Chi ha il coraggio puo' leggerlo tutto.
    A me è venuto da piangere per non aver letto prima questa
    "CATECHESI PER I MAESTRI DEI BAMBINI" (neocatecumenali)

    RispondiElimina
  21. Quand'e' che padre pio avrebbe detto che kiko e Carmen sono i nuovi falsi profeti? Quanto alle penitentiali neocat non puo' esserci nessuna divergenza dai dettami del messale romano visto che il rito della penitenza non sta li, ma sta nell'ordo penitentiae. Devo arguire che i cari by tripudio e alect hanno preso tale svista perché non si sono preoccupati di controllare i testi e confrontarli con la prassi nrocat?

    RispondiElimina
  22. Quelle parole di san Pio da Pietrelcina sono il terrore di tutti i neocatecumenali. Per questo la loro reazione, al sentirle di nuovo, è di automatica negazione...

    Molto spiritoso quest'ultimo commento di jp dove insinua che dato che il rito della penitenza sta in un altro libro liturgico, allora non ci sarebbe disobbedienza a fare di testa propria. Proprio la morale dei farisei.

    RispondiElimina
  23. Scusa Tripudio, non so se sbagli sapendo di sbagliare o perché non sai. Nelle GP2 dice che è vietato, salvo in alcuni casi, l' assoluzione collettiva. Ma nelle penitenziali del cammino non si usa l' assoluzione collettiva bensì la celebrazione comunitaria con confessione individuale, espressamente prevista dal rituale e non come forma eccezionale, ma normale e che mette in risalto il senso comunitario della confessione.

    RispondiElimina
  24. "Tanto, ormai, nelle parrocchie spesso il catechismo consiste solo in tre anni di socializzazione, giochini, e qualche lettura biblica (ai bambini che non sanno le verità di fede, si fanno meditare fumosi brani dell'Antico Testamento)"
    Beh allora vi racconto questa in alcune parrocchie non nc si è arrivati a non insegnare i dieci comandamenti ai bimbi della prima confessione, in quanto "ormai superati" e non è da essi che si parte per vedere i peccati. Una volta da catechistga delle medie in preparazione della Confermazione mi sono trovato ragazzi che candidamente rispondono che i coamndamenti sono inutili perché non insegnano a vivere nel 2000 e che la genufelssione entrando e uscendo dalla chiesa la fanno per abitudine, senza pensare a dov'è il tabernacolo perché la presenza del SS. Sacramento in quel luogo non sanno che cos'è.
    Scusate ma io preferisco un sacerdote che quando in confessione si sente dire non ricordo altro, parte dai comandamenti per verificare se vi sono altri peccati. Ma forse per qualcuno la Bibbia è superata, invece non c'è nulla di più attuale.

    RispondiElimina
  25. "Ho notato che Gv non ha più detto niente sul senso comunitario della confessione dopo la mia risposta nell'altro 3d ( leggersi i prenotanda del sacramento della riconciliazione). Aspetto fiducioso."

    Chiedo venia, non mi ero accorto della risposta.

    Ho dato una lettura veloce. E' un bel documento e attualmente non ho tempo per studiarlo come si deve.

    Forse ci siamo fraintesi. Il senso della comunità inteso dalla praenotanda c'è l'ho ben presente. Ma non mi risulta che in questo testo bellissimo sia previsto che nelle penitenziali ci sia un catechista che pone ad interrogatorio davanti alla comunità la persona che andrà a confessarsi o sbaglio?
    Io capisco bene la dimensione comunitaria del peccato, e le responsabilità del peccato del singolo a rapporto con la comunità. Quello che non approvo è che si sia costretti a mettere le proprie intimità davanti alla comunità. Mi spiego meglio: Io ho fatto diverse volte delle penitenziali in ambito non nc con un gruppo di cui facevo parte. E verso la fine chi voleva liberamente poteva pubblicamente denunciare un suo peccato. a cui l'assemblea rispondeva con un perdonaci signore (giusto per dare il messaggio che spesso siamo corresponsabili del peccato del nostro fratello). Mai nessuno è andato a sfiorare la sfera più intima, ne mai nessun catechista è andato a far domande dirette, al massimo si son dati degli spunti. E se parlavano solo due tre persone non si è mai insistito con chi non se la sentiva, ognuno ha i suoi tempi e le sue necessità. Lasciato un giusto lasso di tempo (uno o due minuti) in cui nessuno voleva condividere una sua colpa si andava avanti con la celebrazione.

    Questo modo di fare risulta molto liberatorio, perché non si è costretti a parlare ne si è spinti a spiattellare le proprie intimità, che restano nel segreto del confessionale, dove è giusto che rimangano. Se qualcuno fosse andato nella dimensione troppo intima a riguardo magari della vita di coppia o in questioni non adatte sarebbe stato ripreso dal prete.

    In ambito nc mi risulta invece che si faccia proprio l'opposto creando una situazione che spesso provoca tensione.

    Una piccola nota. Nel su citato documento, al punto 3 delle celebrazioni penitenziali dice:

    "3. Di tali celebrazioni penitenziali si propongono qui alcuni schemi di indole varia e per assemblee diverse: un sussidio puramente indicativo; diverse sono infatti le situazioni e le esigenze delle singole comunità; di queste si dovrà tener conto per gli opportuni adattamenti."

    A me risulta che nel cnc non sia chi prepara la celebrazione ad adattarla alla comunità ma che sia la comunità che si deve adattare alla celebrazione del cammino, che è staticamente fissata e dalla quale non ci si discosta minimamente'senza tener conto delle esigenze dei singoli.

    Riassumendo la mia critica è alla spintanea e non spontanea accusa dei peccati anche più intimi che viene fatta nelle penitenziali nel cnc. Secondo me questo esula dalle linee guida e non vedo citato nessun passo che sembri autorizzare qualcosa del genere. Ammetto di aver letto frettolosamente, ma se non è così la prego di darmi delucidazioni.

    Concludo ringraziandola per avermi messo a conoscenza di un così bel documento con cui confrontarmi. Lo salvo trai preferiti in modo da utilizzarlo in futuro. Grazie mille.


    Gv

    RispondiElimina
  26. All'anonimo delle 8:36 (ma è così difficile firmarsi?) rispondo che se va a rileggere la pagina con calma e senza pregiudizi, scoprirà che qui non stavamo parlando delle "assoluzioni collettive" ma:

    1) del "senso del peccato"

    2) della "libertà" del penitente di confessarsi senza essere puntualmente inscatolato in "penitenziali abitudinarie"

    3) dello "spirito" e della "lettera" dei documenti della Santa Sede

    4) delle bizzarrie dottrinali di Kiko e Carmen quanto ai sacramenti, quanto al senso "comunitario" e quanto all'interpretazione "di comodo" delle direttive della Santa Sede


    Ma i neocatecumenali non gradiscono rispondere alle domande spinose. Come ad esempio sulla disobbedienza di sabato sera alle chiare «decisioni del Santo Padre».

    RispondiElimina
  27. @PACE E BENE:
    O.T. (e scusate)
    non metto assolutamente in dubbio quello che tu scrivi ma, posso dirti da genitore che i miei figli che hanno seguito il Catechismo della Comunione (2 anni) ogni settimana 1 incontro, vari ritiri, confessioni
    e quello della Cresima (2anni) una vota a settimana piu' vari ritiri.
    I ragazzi si sono trovati molto bene, c'erano loro amici di scola e del quartiere. NON c'erano ragazzini NC.
    I Catechisti (non NC) erano molto preparati e motivati anche perchè avevano anche loro figlioli di piu' o meno quell'età, e avevano anni di preparazione e di frequentazione della realtà Parrocchiale.

    Abbiamo volutamente scelto di farglielo seguire in Parrocchia insieme agli altri ragazzi NON neocatecumenali.

    Questo perchè:
    a) per non far isolare i nostri figli e fargli vivere la Chiesa in quanto tale e unica e non neocatecumenale e basta.
    b) vedendo la riuscita degli altri ragazzi piu' grandi che hanno seguito il catechismo con i NC e visto i risultati della loro preparazione alla "volemose bene" tanto dopo c'è la Comunità che "supporta"
    c) conoscendo i Catechisti NC (fratelli di comunità varie) a nostro avviso NON validi perchè giovani e inesperti e NON motivati se non per un "servizio" che debbono rendere alla Comunità.

    Debbo dire che pur essendo ragazzi svegli e che vivono nel mondo (scuola, attività parrocchia) i nostri figli sono stati ben preparati.
    Con i senno del poi oggi dico: per fortuna abbiamo fatto questa scelta (criticata finchè vuoi ma libera e difesa ad oltranza da noi genitori)!!

    Immagino comunque che dipenda dalla Chiesa e dalle persone.

    Fine O.T.

    RispondiElimina
  28. @JP
    "Ma nelle penitenziali del cammino non si usa l' assoluzione collettiva bensì la celebrazione comunitaria con confessione individuale"

    Lo conosco benissimo quel rito.
    Lo puoi leggere qua

    http://www.liturgia.maranatha.it/Penitenza/b1/apage.htm

    Ora mi puoi dire dove sta scritto un quelle pagine che devi scendere nei particolari dei tuoi peccati DAVANTI A TUTTA LA COMUNITA'?

    Se trovi qlc anche anche solo lontanamente simile, batti un colpo.

    RispondiElimina
  29. @Tripudio

    "Giovanni Paolo II ci ha ricordato che nella confessione bisogna tirar fuori solo i peccati."

    Giustissimo. La confessione dei peccati è una cosa e la direzione spirituale è un'altra.

    Basta che però non cadiamo nell'eccesso opposto ovvero ad semplice elenco di quello che hai "combinato", senza essere illuminati magari da un bell'esame di coscienza che ti fa capire quale peccato sia preponderante e perchè.


    Il tutto unito ad un senso del peccato confuso con il senso di colpa per cui è più importante (e appagante)chiedere perdono ALLA COMUNITA' piuttosto che Dio Padre attraverso il Sacramento

    RispondiElimina
  30. Certo, ciò che pensa, dice e attua Kiko Arguello ANCHE per le catechesi ai bambini è scioccante ma chi è responsabile in primis?
    Chi se non chi gli permette di concretizzare la sua volontà?
    Chi se non chi accetta e anche incoraggia la divisione, già a livello dei bambini, che porta il cammino neocatecumenale nelle parrocchie?
    Chi se non vescovi e parroci che , lasciandolo libero di agire e comandare alle sue comunità, si sottomettono ai diktat di un laico e dei suoi fedeli e pedissequi esecutori?
    Chi se non chi permette che queste anomalie vadano avanti da da decenni, non solo le permette ma le incoraggia, pur essendo consapevole di tutti i problemi e di tutte le gravi storture?

    RispondiElimina


  31. Il cnc è un sistema pensato e organizzato per imporre alla Chiesa, progressivamente ma sicuramente, il carmen-kiko-pensiero,
    i seminari ne erano un pilastro fondamentale, voluti e ottenuti quando non c`era nessuna approvazione,in effetti ci vogliono dei sacerdoti per imporre e diffondere le prassi immaginate dagli iniziatori,
    le catechesi sono il mezzo sicuro e iperefficace per far levitare i numeri, catechesi= formazione di comunità e inizio di un cammino che dura più di 20 anni,
    il segreto di un cammino a tappe, con i passaggi e gli scrutini=confessioni pubbliche, con le emozioni perno attorno al quale tutto gira,
    l`obbedienza assoluta ai catechisti considerati ispirati dallo Spirito Santo,
    il culto della personalità portato all`iniziatore,
    l`identificazione massiccia degli adepti al "cammino", con le loro prassi, i loro ritmi, i loro canti, diversi da quelli dei cattolici, i loro responsabili, i loro catechisti, consiglieri spirituali e di vita, che conoscono tutto della loro vita inserendosi anche nelle sue pieghe più intime.

    La demissione dell`autorità, il permissivismo,il vento di follia che ha soffiato sulla Chiesa, l`ideologia progressista di chi voleva gettare alle ortiche tutto ciò che era vivo e vero fino al Vaticano II per creare una nuova Chiesa, la libertà lasciata a chi sperimentava e si lanciava in nuove avventure, e poco importa la loro ortodossia, ha permesso la diffusione anche del cammino neocatecumenale e delle sue prassi distorte inventate da due laici.
    Ieri e oggi l`autorità che ha lasciato fare, che non ha disciplinato quelle iniziative che si allontanavano in modo manifesto dalla Dottrina e dalla teologia liturgica della Chiesa, anzi, che purtroppo le ha incoraggiate se non legittimate , ci dice che tutte sarebbero frutti dello Spirito Santo.
    Aspettiamo ancora che ci venga spiegato e dimostrato come possa essere frutto dello Spirito Santo un movimento che non solo rigetta la Tradizione, la Liturgia della Chiesa e le sue prassi, ma vuole imporre un nuovo sistema che spacca le parrocchie e funziona come una chiesa parallela.

    RispondiElimina
  32. @Deus Gratia

    Fermo restando che il problema del catechismo "all'acqua di rose" in parrocchia c'è, Kiko trova sempre la soluzione di comodo: ISOLARSI.

    Non solo. Ricordo IN QUESTO BLOG l'intervento a questo proposito di un catechista (parrocchiale) che invece ai suoi ragazzi il TABERNACOLO glielo spiegava (grazie a Dio..) il quale fu gentilmente apostrofato da un neocatecumenale con un

    "eccone un altro che non ha capito la riforma liturgica)

    E, dopo un arzigogolo mentale per cui, secondo lui, il mettere al centro il mistero pasquale estrometteva il Tabernacolo (con CHI CI STA DENTRO), alla fine diceva

    "non voglio dire che faccia male ad insegnargli UNA spiritualità (come se la presenza di Gesù sacramentato fosse UNA spiritualità tra le tante), ma quello E' L'ULTIMO PASSO"

    Quindi tra un catechista parrocchiale sciatto (ma "educabile") ed uno che ha una visione distorta (con cui difficilmente si può parlare)


    cosa è preferibile?

    RispondiElimina
  33. Restando in tema di celebrazioni penitenziali visto che qualcuno, giustamente, obbietta che magari si critica ma non si da alternative, volevo anche dare qualche riferimento pratico nella nostra parrocchia a Pasqua abbiamo alcune volte preso spunto e riadattato quello che si trova qui http://www.qumran2.net/indice.php?id=21

    Guardare "Celebrazione penitenziale in preparazione alla Pasqua"

    Certo che la penitenziale accompagnata all'adorazione, alle letture e alla preghiera, ti mette in uno stato di profonda ed intima riflessione che quando vai a confessarti e ti liberi dal tuo peccato ti senti un uomo veramente nuovo, poi non hai più voglia di abbandonare la chiesa e l'adorazione eucaristica, in un intimo silenzio momento d'amore con Lui che ti riempie il cuore. Poi magari finito per chi vuole nell'oratorio c'è un rinfresco, un te. Anche se questo si fa più in avvento che in quaresima, di solito la quaresima si preferisce un clima più contenuto.

    Ma il vantaggio è che puoi dare alle persone la possibilità di restare in compagnia con Lui solo che ti ha risollevato dai tuoi peccati, in quei momenti non parli, non preghi, non pensi, ami e basta.

    Invece è difficile raggiungere questa intimità se mi sento costretto a rivelare ad altri i miei peccati e se poi non ho tempo per un po di Silenzio dove lasciar che il mio cuore entri in contatto con Dio.

    "Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo, da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì Elia si coprì il volto con il mantello. Uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco venne a lui una voce che gli diceva: che cosa fai qui Elia? (1Re 19,11-13)"


    Gv

    RispondiElimina
  34. Fermo restando che il documento postato da Deus Gratias per certi versi è demenziale.

    Es.

    "l'Eucarestia non deve essere divertente per il bambino...

    Per cui le Messe che fanno per i bambini (con chitarra e tutto quel trambusto di cose, che
    parlano di loro e per ciò gli parlano di tutto, e tutti se la passano molto bene) è antipedagogico secondo una nostra opinione."

    Il "trambusto con la chitarra" è ANTIPEDAGOGICO?? DETTO DA LUI??

    "Sarebbe come farli passare da una cosa che vale
    cento a una cosa che vale venti"

    Lavorare per far diventare 100 quello che è 20 no vero? Troppo complicato.

    (ammesso che la SUA cosa valga veramente 100, s'intende)

    Oppure

    "Rispetto alla preparazione dei bambini per la Prima Comunione, direi che invece di stare tre
    anni, o due anni, basterebbe un anno di preparazione. Che conosca altre cose, che veda altri
    bambini in un'altra preparazione. E quello, se è importante, è che conosca per lo meno quello
    che era lo schema del Catechismo di Pio X che c’era prima, questo sono tenuti a saperlo.
    Non le domande classiche, bensì imparare le preghiere, le Beatitudini, gli Articoli della Fede,
    il Padre Nostro, l'Ave Maria, il Credo, la Salve Regina, i Dieci Comandamenti... questo lo
    devono sapere."

    Noooo, quest'uomo mi sorprende sempre di più!

    "Forse è che con queste catechesi che li stiamo dando, il ragazzo non ha memorizzato mai niente"

    Chissà per quale motivo...

    Ma il finale è veramente...come dire...

    "(Un didascalo suggerisce di fare un campeggio)

    Vi ricordo che in questo dei campeggi con ragazzi giovani sono sempre sorti molti problemi, omosessualità ed altro, soprattutto se si fanno accampamenti misti. "

    Un filino pressapochista?

    RispondiElimina
  35. Per Gv:
    Scusa Gv, non so chi te lo ha detto, ma non è assolutamente vero che nelle celebrazioni penitenziali del cammino c'è un' accusa pubblica dei peccati: dopo l' ascolto della Parola chi lo desidera va a confessarsi da uno dei presbiteri presenti, in perfetto segreto. Questo deve essere chiaro.

    RispondiElimina
  36. ma ancora non lo avete capito????
    NOI CONQUISTEREMO IL MONDO!!!!!!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  37. A che pro conquistare il mondo se poi si perde la propria anima?

    RispondiElimina
  38. L'anonimo delle 11:23 effettua la tipica tattica neocatecumenale del "rispondere sempre alle obiezioni che non erano state poste" (un ottimo metodo per distrarre, far perdere tempo, stancare inutilmente).

    Lo sfido a mostrare dov'è che qualcuno avrebbe distrattamente associato le "penitenziali" neocatecumenali con le "confessioni pubbliche"...

    RispondiElimina
  39. "ma ancora non lo avete capito????
    NOI CONQUISTEREMO IL MONDO!!!!!!!!!!!!!!"

    Visto che hai fatto una bella battuta rilancio in maniera altrettanto divertente:

    Tra Kiko e Carmen chi è Mignolo e chi è il prof?

    RispondiElimina
  40. @AleCt e Luisa:

    il documento preso dal sito http://www.camino-neocatecumenal.org/neo/camino_neocatecumenal.htm
    oltre che che demenziale è raccapricciante!

    Infatti questa catechesi ai didascoli io in tanti anni di cammino NON l'avevo MAI LETTA!

    Nel cammino queste "indicazioni di comportamento" cosi' come dette da Kiko non si sanno.
    Cosi' è vero allora che i catechisti tengono i loro segreti, i didascoli i loro e via seguendo.

    Sono profondamente amareggiato nel pensare che tutti i bambini NC dovranno seguire l'iter di formazione cristiana inventato dalla mente geniale di Kiko!

    E i loro genitori sono completamente all'oscuro del cosa si insegna ai loro bambini e del perchè. Invece del catechismo della Chiesa Cattolica (vi siete domandati perchè ai NC non viene regalato il CCC?)si insegna l'applicazione di uno pseudo-catechismo Kikiano infarcito DI concetti errati di falsa psicologia familiare.

    Guardate per esempio (ma ce ne sono a iosa nel documento) la figura del PADRE del bambino come è sminuita nei confronti dello stesso e viene sostituita da quella del didascolo che magari è un ragazzo di appena 20/25 anni!

    Scusate lo sfogo ma sono scandalizzato.

    Per fortuna Gesu' Cristo ci ha tenuto la mano sulla testa e ci ha fatto scegliere, con il buon senso di genitori che amano i loro figli, di mandarli al Catechismo in Parrocchia.

    RispondiElimina
  41. "Scusa Gv, non so chi te lo ha detto, ma non è assolutamente vero che nelle celebrazioni penitenziali del cammino c'è un' accusa pubblica dei peccati: dopo l' ascolto della Parola chi lo desidera va a confessarsi da uno dei presbiteri presenti, in perfetto segreto. Questo deve essere chiaro."


    Forse c'è stato qualche fraintendimento.

    Nello scorso trade qualcuno parlava della dimensione pubblica della confessione e io ho supposto che le sue intenzioni fossero quelle di giustificare gli interrogatori che si fanno ai passaggi con la dimensione pubblica della confessione che se vista da un punto di vista a mio parere distorto potrebbe giustificare l'irruenza nell'intimo delle persone da parte dei catechisti.

    Quindi ho chiesto una fonte per capire dove ci fosse il permesso di spiattellare in piazza l'intimo dei camminanti, e mi è stato citato il suddetto documento, nel quale l'unica cosa che può lontanamente portare a pensare che si possa giustificare ciò che avviene nei passaggi è il riferimento alle penitenziali. Almeno io ho inteso che la citazione fosse in quel senso perché non ho trovato altri brani del documento che facessero riferimento a qualcosa che riguarda sia la comunità che l'intimo dei singoli. E partendo dal presupposto che quel documento per qualcuno potesse giustificare l'irruenza di taluni catechisti ho voluto sottolineare che la penitenziale non giustifica ciò che avviene nei passaggi.

    Non so mi son spiegato?

    Gv


    RispondiElimina
  42. @Gv dice:
    Ma non mi risulta che in questo testo bellissimo sia previsto che nelle penitenziali ci sia un catechista che pone ad interrogatorio davanti alla comunità la persona che andrà a confessarsi o sbaglio

    Se vogliamo dare pane al pane, non avviene così. Sono due cose distinte.
    Quello che dici tu è lo scrutinio (criticabile quanto vuoi), che avviene in alcune tappe del cammino.
    La penitenziale avviene tre o quattro volte all'anno (avvento, quaresima, in vista di pellegrinaggi, e alla convivenza di inizio anno) e la confessione con il sacerdote è privata. Poi la modalità con cui si svolge la penitenziale è criticabilissima (eccessiva confusione, poca meditazione, confessioni troppo brevi...), però durante la penitenziale non avviene nessuno scrutinio o confessione pubblica dei peccati.
    In realtà di solito alla penitenziale non ci sono proprio i catechisti, né tanto meno qualcuno a obbligarti di confessarti.
    Per quanto mi riguarda ciò che più mi dà fastidio è proprio la cagnara. Per altro essendo cantore, posso testimoniare che è una faticaccia portare avanti i canti perché la maggior parte della gente passa il tempo in cui gli altri si confessano a chiacchierare...

    RispondiElimina
  43. Scusa Deus Gratias
    Ma al link

    ttp://www.camino-neocatecumenal.org/neo/camino_neocatecumenal.htm

    non ho trovato la catechesi...

    RispondiElimina
  44. Mko ha detto...
    Scusa Deus Gratias
    Ma al link

    ttp://www.camino-neocatecumenal.org/neo/camino_neocatecumenal.htm

    non ho trovato la catechesi.
    =================
    Infatti quel sito per evitare di far trasmettere le "pagine dedicate",ti rimanda sempre all'indice e se non ricordi il percorso a ritroso, la pagina non la trovi più.
    E' un sistema di semi-segretezza.

    RispondiElimina
  45. Scaricato e messo qua cosi se serve: https://docs.google.com/open?id=0B1QWmd11da8cOUptYUkyM1RZZjQ

    RispondiElimina
  46. @ Mic
    Accipicchia, Mic. Oggi, a pag. 136, con la citazione della fenice, mi avete fatto singhiozzare per le risate. Per buona sorte avevo a portata di mano una penna e un foglio.
    Tieni, tanto meritate :-))
    -----------------------------------

    L’arcano del Cammino

    È la fede dei viandanti,
    come l’araba fenice:
    che vi sia, ciascun lo dice;
    dove sia, nessun lo sa.
    Se tu sai dove l’hai letto,
    chi lo sfoglia con le dita,
    me lo citi e ti prometto
    segretezza e fedeltà.

    T’ assicuro il mio silenzio
    se quel libro è un po’ massone:
    noi diremo ch’è un mattone
    della pria cristianità.
    So che apparve sopra i deschi
    di Francisco e Carmencita
    che qualcuno me lo peschi
    nel deserto dove sta.

    Non si trova nella Chiesa,
    in parrocchia e all’oratorio:
    non si trova il Direttorio,
    dimmi tu come si fa.
    E se fosse il Santo Graal
    – qualche tal lo dice un tomo –
    chi sconfigge il Male e i Baal?
    Solo Kiko lo potrà.

    RispondiElimina
  47. Cari fratelli siete proprio all'oscuro di come funziona una penitenziale in comunita'.
    Uno: i canti accompagnano i fratelli che si vanno a confessare "liberamente", due non e' una confessione pubblica, tre i fratelli che hanno bisogno di una direzione spirituale vanno comunque, in altra occasione, a parlare con sacerdoti che li stanno seguendo. Mi trovo molte volte a vedere durante la messa dei teatrini di gente che arriva tardi si confessa perdendosi gran parte della celebrazione e poi si va a prendere la comunione. Mi chiedo se poi sono i nc a trascurare questo sacramento. Non so se sapete di tantissima gente che non crede piu' in questo sacramento e non si comfessa piu' dicendo che nel sacerdote non vede Cristo. Preoccupatevi di come recuperare questa gente e non delle celebrazoni, peraltro anticipate dall'ascolto della parola e dall'omelia del sacerdote, delle comunita'.

    RispondiElimina
  48. @sebastian
    mi sembra poco che fate le penitenziali 3 o 4 volte l'anno. Forse siete "giovani di cammino"?
    Le penitenziali come vuole la famosa "prassi NC" si fanno il martedi' o mercoledi' dopo ogni convivenza mensile.
    Proprio in questa convivenza si fa il giro di esperienze, nel giro di esperienze vengono confessati o per meglio dire rivelati a tutti i fratelli (e al presbitero se c'è) dove e come sei caduto nel peccato nell'ultimo mese. Ora è chiaro che non è obbligatorio perchè nessuno ti punta la famosa pistola alla tempia, pero' è proprio durante questi giri di esperienza che vengono fuori le cose (i peccati) piu' frequenti (la croce) dei fratelli.
    Non è che solo nel 2° passaggio di punto in bianco si scoprono i peccati dei fratelli che camminano con te. Non è durante la reddizio che come per magia il fratello "spiattella" i suoi peccati di fronte l'assemblea dei fedeli
    Insomma i percorsi di "redenzione" NC passano proprio attraverso le modalità delle risonanze e del giro di esperienze.

    RispondiElimina
  49. a DG
    il didascalo faceva catechesi ai bambini durante le convivenze mensili, e poi li preparava prima della Pasqua e per la festa dei re Magi.

    Ho visto didascali ripetere le catechesi degli annunci ai bambini, senza nessuna mediazione in relazione all'età. Quindi più che altro erano momenti di cagnara, niente a che vedere con un catechismo per bambini.

    oggi le cose sono un po' cambiate, si cerca di fare un dopocresima, magari in casa, ma sono coinvolti più i catechisti che non i didascali.

    RispondiElimina
  50. per il link
    ttp://www.camino-neocatecumenal.org/neo/camino_neocatecumenal.htm
    io ho trovato cosi' la catechesi:

    sull'indice a sinistra del sito c'è la dicitura "carismas" si clicca e compaiono vari e catechesi (come si vogliono chiamare)
    Si clicca sull'ultima :
    '-DIDASCALOS- e compare la catechesi in spagnolo o in Italiano.
    Formato Pdf - cominca alla 2a pagina e c'è scritto:

    "catechesi per i maestri dei bambini" :(

    Ora ci scommetto sparirà come per incanto.
    Io l'ho registrata per poter permettere di leggerla anche ad altri fratelli.

    RispondiElimina
  51. @Michela

    nella mia comunità e quelle altre che ho frequentato, in questi lunghi e tanti anni, per la comunione e la cresima nonchè le riunioni, le preparazioni per le grandi celebrazioni, le convivenze con i bambini (quelli piu' grandi gli altri a casa perche' disturbano e sono troppi) si fa esattamente come c'è scritto.

    I catechisti sono neocatecumenali didascoli di una comunità scelti per la loro disponibilità.

    Chiaro che la Prima Comunione ai bimbi, se la Chiesa è grande, viene celebrata in piu' giornate, in genere sono raggruppati i bambini NC in una o piu' giornate. Tutti insieme i bimbi NC ma possono starci anche i bambini della parrocchia,ci mancherebbe!

    Mai pero' e ripeto MAI visto un bimbo NC al dopocomunione o dopocresima. Questi ultimi entrano direttamente in una nuova Comunità

    tu scrivi :
    "ma sono coinvolti più i catechisti che non i didascali."
    Vorrei sapere da te a quali "catechisti" ti riferisci?

    Quelli della comunione e cresima appositamente formati per i bambini ragazzi NC?

    Trovavo fuori luogo domandare ai bambini (cosi' come c'è scritto su quelle pagine) come vanno le Lodi in casa? Cosa vuole dire? E' un controllo qualità e fedeltà?

    Sarebbe tempo di permettere anche attraverso le parole di Kiko (visto che alcune persone le prendono alla lettera) che i bambini e i ragazzi di famiglie NC facessero la loro prima comunione e cresima seguendo gli altri ragazzi della parrocchia e facendo il dopocomunione e dopo cresima con gli altri.

    RispondiElimina
  52. Rispondo a Deus Gratias. Sei assolutamente un falso durante la convivemza mensile non si dice nessun peccato.

    RispondiElimina
  53. Cari fratello Deus Gratia perche' non mi dai una spiegazione sul fatto che nelle parrocchie il post cresima e un fallimento totale. Almeno i ns figli fanno un cammino, ma che fine fanno gli altri ragazzi che hanno fatto la cresima? Aspetto una tua risposta.

    RispondiElimina
  54. Visto che hai fatto una bella battuta rilancio in maniera altrettanto divertente:

    Tra Kiko e Carmen chi è Mignolo e chi è il prof?


    ^__^ ehehehehehe
    Forse non conoscono il cartone animanto...

    Che coppia, il Mignolo col Prof Prof Prof... ^__^

    RispondiElimina
  55. Sei assolutamente un falso durante la convivemza mensile non si dice nessun peccato

    Nooooo.... E le "risonanze" che sono? "Fatti concreti. Che ti ha detto la Parola. Che cosa è successo in questo periodo di Cammino"? Di che vuoi che trattino le risonanze? Di uccellini e fiori?

    RispondiElimina
  56. Stefano 78 durante la convivenza non si fanno risonanze.E' un giro di esperienze sulla comunita' e sulò vangelo ascoltato al mattino.

    RispondiElimina
  57. "Cari fratello Deus Gratia perche' non mi dai una spiegazione sul fatto che nelle parrocchie il post cresima e un fallimento totale."

    Sinceramente dalle mie parti in diverse parrocchie il post cresima funziona, dipende chi lo fa e come.

    In tante parti non funziona, ma se dove c'è si fanno proposte concorrenti invece che unire si divide e diventa decisamente più difficile fare anche il post cresima. Se nella tua parrocchia non funziona hai mai provato a metterti in gioco in prima persona?

    Nella mia parrocchia non mi piaceva come funzionava il catechismo per i giovani della cresima, il don troppo anziano non riusciva ad entrar in sintonia. Mi son dato da fare e mi son messo in gioco per cercare di aiutar il don rendendosi conto che avevamo un metodo più adatto ci ha sostenuto e dopo un po di tempo ci dava carta bianca. Ovviamente la programmazione avveniva con lui, all'inizio per ogni incontro poi una volta rodata la macchina ha preferito spostar la sua attenzione su altri gruppi più bisognosi e veniva più raramente agli incontri e invece che partecipare alla programmazione settimanale magari partecipava più raramente, salvo l'ultimo anno che partecipava quasi sempre ma lasciando a noi in mano la programmazione e l'attuazione degli incontri.


    Gv

    RispondiElimina
  58. @Deus Gratias
    mi sembra poco che fate le penitenziali 3 o 4 volte l'anno. Forse siete "giovani di cammino"?
    Le penitenziali come vuole la famosa "prassi NC" si fanno il martedi' o mercoledi' dopo ogni convivenza mensile.


    Non so, sto da dieci anni in cammino ma non abbiamo mai fatto una penitenziale al mese...

    Siccome si fanno battute vi racconto una barzelletta che gira nelle comunità.

    Un giorno Kiko muore e va all'inferno dove trova ad aspettarlo tutti i neocatecumenali imbestialiti.
    Al che Kiko mette le mani avanti: "Aspettate! Vediamo cosa vuole dirci il Signore con
    questo fatto!"


    xD

    RispondiElimina
  59. OT: "Mercificazione del Cammino"

    Aprendo il sito:

    http://www.neosigne.com/

    Troverete uno store on line completo,
    di tutti gli accessori, Croci, Madonne,arredi, amboni, casule...tutto rigorosamente Neocatecumenali.
    Che fai non compri?
    E Kiko incassa...

    fine OT

    RispondiElimina
  60. a Deus Gratias
    tu scrivi :
    "ma sono coinvolti più i catechisti che non i didascali."
    Vorrei sapere da te a quali "catechisti" ti riferisci?

    ----------

    credo che in ogni diocesi si faccia in modo diverso, per esempio non sempre è possibile che i bambini facciano la prima Comunione in un'altra parrocchia. Dipende dalle disposizioni del vescovo e degli accordi tra parroci. Inoltre io non ho mai visto gruppi di Comunione o cresima fatti solo da bimbi nc. Da noi il catechismo è sempre parrocchiale.

    Invece si stanno cominciando ad organizzare dei dopocresima, [ed anche dei post-comunione] con i catechisti nc, sia con ragazzi nc che con non-nc della parrocchia.
    Sono strutturati alla maniera nc, con liturgie della Parola, ecc.
    E' una specie di introduzione al cammino, per giovanissimi, senza convivenze in albergo e senza i relativi problemi di responsabilità di minori non accompagnati dai genitori.

    RispondiElimina
  61. ""Cari fratello Deus Gratia perche' non mi dai una spiegazione sul fatto che nelle parrocchie il post cresima e un fallimento totale."

    Carissimo, mi spiace per te, ma qua caschi veramente male.

    Qui hai a che fare con gente che si fa il mazzo di persona per migliorare le cose. Altro che isolarsi e creare riti alternativi...

    Troppo facile...

    RispondiElimina
  62. @ Sebastian
    Se fossi un neocatecumenale a questa barzelletta - già raccontata nell'Osservatorio - non riderei, caro Sebastian. Sai perché? Perché la barzelletta, con "questo fatto", intende con "questo segno". Ed è indicativo del pensiero kikiano e neocatecumenale, come soltanto le battute innocenti sanno indicare.
    "Mentre i Giudei chiedono segni..." abbiamo citato da 1Corinzi1 in questi giorni.

    RispondiElimina
  63. @stefano
    tu mi dici "Sei assolutamente un falso durante la convivemza mensile non si dice nessun peccato"
    e io ti rispondo : con esempi o, per meglio dire in gergo neocatecumenale, con "fatti concreti":
    se un uomo sposato durante il giro di esperienze racconta che è andato a "provare piacere presso donne a pagamento" (scusami ma mi ha capito anche se non uso le parole dirette) secondo te la moglie che lo ascolta e i figli e i fratelli di comunità che fanno si otturano le orecchie?
    Se un ragazzo dice che ha rapporti prematrimoniali con la sua ragazza (magari davanti ai genitori di quest'ultima) o ricorre sovente all'autoerotismo, secondo te non sta confessando dei peccati in un'assemblea davanti a tutti?

    Potrei farti molti altri esempi ma tu comunque diresti che non è una "confessione pubblica" ma semplicemente un passatempo, tipo sudoku per intenderci.

    RispondiElimina
  64. scusatemi prima volevo rispondere a Filippo non a stefano78

    sorry
    :D

    Approfitto allora per rispondere ancora a Filippo
    sul fallimento dei gruppi del dopocresima: io non vedo questo. Ti potrei anche citare il nome della Chiesa che frequenta la nostra famglia dopo che siamo usciti dai NC cosi' magari ci vai a fare un giretto per vedere con i tuoi occhi, ma per privacy ti devi fidare di quello che dico. :D

    Altrimenti non importa perchè l'unica cosa che un NC puo' dire è ignorare la realtà parrocchiale o disprezzarla fino ad arrivare a dire che tutto quelloc he dicono e vivono i famosissimi "cristiani della domenica" sono baggianate e falsità

    Inoltre mi rifaccio alle parole di Michela per risponderti sui post-cresima:

    "...i catechisti nc, sia con ragazzi nc che con non-nc della parrocchia.
    Sono strutturati alla maniera nc, con liturgie della Parola, ecc.
    E' una SPECIE DI INTRODUZIONE AL CAMMINO (!) per giovanissimi, senza convivenze in albergo e senza i relativi problemi di responsabilità di minori non accompagnati dai genitori"

    Appunto quello che dicevo e temevo: non il catechismo della Chiesa Cattolica
    (YouCat per esempio?http://www.youcat.org/it/il-libro/benedetto-xvi-e-youcat.html) ma quello delle catechesi NC proprio per...prepararli ad un eventuale entrata in Cammno NC.

    RispondiElimina
  65. Se uno scrive cose come "i fantastici 4 chiedono aiuto ad un altro tuttologo" e pretende pure di farsi pubblicare il resto delle sue isterie, che devo pensare? Che non ha altre frecce al suo arco?

    Ma proviamo a ricordare alcune tipiche tattiche neocatecumenali.

    Tattica numero 123: trasformare il particolare in universale o viceversa, a seconda della comodità del momento.

    Esempio: "dove il Cammino ha mai negato questo?"

    Anche i farisei, di fronte ai miracoli di Nostro Signore, non avevano il coraggio di negarli apertamente. Ma vivevano come se quei miracoli non esistessero, o come se fossero truffe. Negavano i miracoli non con le parole, ma con la propria vita.

    Del resto, per negare che 2+2=4 non c'è bisogno di dire che 2+2=5. Si può dire anche 2+2=3, oppure 2+2=7, oppure qualsiasi cosa vi venga in mente. Si può dire "dividi le sedie a due a due, cioè sette alla volta".

    Così, anche gli infoiati attivisti neocatecumenali hanno imparato questo meccanismo per evitare la verità senza poter essere giuridicamente (sottolineo: giuridicamente) accusati di aver pubblicamente detto l'esatto contrario della verità.

    Tattica neocatecumenale numero 456: accusare gli altri dei propri vizietti.

    Esempio: "le vostre spiegazioni fantateologiche... voi estrapolate dalle parole di Kiko..."

    Ancor prima di esclamare "da qual pulpito vien la predica!" (coloro che nel 1990 fecero affiggere in tutte le parrocchie le parole di Giovanni Paolo II estrapolate dal contesto e senza le precisazioni pubblicate da Acta Apostolicae Sedis), ancor prima di esclamare "ma senti chi parla!" (proprio Kiko e Carmen hanno fatto "fantateologia", e non siamo stati certo noi a dimostrarlo, ma persone molto più competenti e preparate di noi che venivano prese sul serio fino a non troppo tempo fa), ancor prima di tutto questo, ci sarebbe da chiedergli: "ma a parte gli insulti, non hai proprio altri argomenti?"

    Tattica neocatecumenale numero 789: confondere i piani di discussione, per esempio sostituire il piano teologico ("la verità") con il piano del successo mondano ("siamo una potenza!").

    Esempio: "hanno aperto altri seminari Redemptoris Mater, non vi dico quanti..."

    Anche se fossero centomila seminari, la sostanza del discorso non cambierebbe. La verità non è il risultato di "potenti appoggi" in Vaticano, la verità non è il poter vantare giganteschi numeretti (tanto più quando li inventa Kiko), la verità non è il risultato dei successi vantabili ai quattro venti... Uno può avere tutti gli "Statuti" che vuole, e non essere gradito al Signore.

    Qualche anno fa ironizzavo dicendo che quando ci ritroveremo al giudizio universale, si sentiranno tanti neocatecumenali lamentarsi a gran voce:
    "Ma come, Signore?
    noi eravamo Approvati!
    noi eravamo Dono dello Spirito!
    noi avevamo lo Statuto!
    ma come ti permetti, Signore?
    Tu giudichi!"


    E stasera ho scoperto che la barzelletta su Kiko che circola negli ambienti neocatecumenali (leggi qualche riga più su) suggerisce praticamente la stessa idea...

    RispondiElimina
  66. Per Deuus Grasias.La tua e' un oasi felice perche' in generale il post cresima nelle parrocchie e un fallimento.
    E nutile nascondersi dietro un dito la realta' e' questa.
    La famiglia ha perso i valori ai genitori non gli interessa di trasmettere la fede ai figli. Allora fino alla cresima (non sempre) va bene poi via ci vediamo al matrimonio.
    Non sono fesserie quelle sulla pastarale di sacramentalizzazione attuata dalle parrocchie.La gente va a prendersi i sacramenti solo per convenienza come in un supermercato.Criticate pure ma la realta' e' questa.

    RispondiElimina
  67. Filippo,

    sono d'accordo con te che le parrocchie sono in crisi.

    Ma un male non si può combattere promuovendo un male peggiore.

    Se il Cammino proponesse esattamente il Magistero della Chiesa anziché le fandonie di Kiko e Carmen, io sarei il primo a chiedere che in parrocchia venga installato il Cammino.

    RispondiElimina
  68. caro filippo
    un'oasi felice dici?
    Puo' darsi
    Pero io vedo che la mia Chiesa che è in uno dei piu' grandi quartieri della mia città e che ha rifiutato (dopo un'esperienza di anni) il cammino NC per opera dei suoi fedeli di tutte le età e dei sacerdoti che danno il 200% a TUTTE le realtà della parrocchia è sempre strapiena e i ragazzi giovanissimi e giovani sono moltissimi.
    Post-comunione e post-cresima compresi, cosi' come gli scout e l'oratorio.

    Ora pero'dovrei raccontarti dei fallimenti (sempre giustificati da "fatti concreti'" dati dai catechisti) delle 3 comunità che ho frequentato, sia nella mia città che in altre, e questo non per quanche anno ma per un' intera generazione.
    Per farti l'esempio ora ci sono i figli dei figli di quelli che hanno cominciato il cammino nello stesso mio periodo.

    Guarda che dall'esterno si puo' anche vedere le famiglie felici di 6/7/8 e piu' figli ma poi in casa cosa succede?
    E quando questi figli saranno grandi siamo sicuri che entreranno nel cammino NC per fede (chiamata di Dio) o perchè è cosi' che sono stati abituati a vivere, cioè per instillazione de pensiero Kikiano?

    Fin dall'infanzia il bambino non vede e non sente altro che "catechesi di Kiko" ripetue dai propri genitori, dai didascali, dalla comunità dei genitori. E' abituato fin da bimbo a vivere nella maniera neocatecumenale (1000 sfumature non conosciute o non viste dall'esterno) frequentando poi gli altri bambini di genitori Neocatecumenali.
    E' chiaro che non conoscendo altre realtà non riuscirà a scegliere.

    Siamo sicuri che il Signore vuole questo?
    E siamo sicuri che invece li' "fuori nel mondo'" ci sia solo peccato, violenza, droga e pornografia (ripeto quello che ho sentito per anni dire in Catechesi ai ragazzi NC durante anche i Pellegrinaggi)
    Ti assicuro che NON è vero.
    Che sia un oasi di pace la Parrocchia (mia e le altre) non credo. Come si dice dalle mie parti -se vuoi qualcosa mettiti a disposizione alzati le maniche e datti da fare-

    Io il mio l'ho fatto (troppo e per troppo tempo) nei NC e non ho ricevuto quello che mi avevano promesso le catechesi di Kiko e quello che per anni mi è stato ripetuto.
    Strano che la Pace l'abbia poi scoperta in quella realtà che tu denigri pensando che non vale nulla o è fallimentare.

    Poi per quanto riguarda l'abitudine ai Sacramenti, ti assicuro che questo avviene anche nei NC.
    Specie nell'Eucarestia che è vissuta da molti fratelli come maniera di stare insieme piu' che di unione con il Signore.

    RispondiElimina
  69. @Filippo

    Come già ti hanno risposto

    "Che sia un oasi di pace la Parrocchia (mia e le altre) non credo. Come si dice dalle mie parti -se vuoi qualcosa mettiti a disposizione alzati le maniche e datti da fare"

    Francamente tra uno che si fa in quattro tutti i santi gironi ed un altro che parla per frasi fatte e poi si isola dal contesto (pur dicendo di farne parte) io scelgo il primo...

    RispondiElimina
  70. Cari fratelli io parlo perche' sono parte in causa, nel senso che da piccolo che sono inserito in parrocchia e continuo ad esserlo. Diciamo che in parrocchia sono piu' vicino alla figura di marta che di Maria. Non lo dico io se le parrocchie, in generale, sono vuote.
    Anche la mia e' una parrocchia centrale e ricca di gruppi. In ogni gruppo (a parte il cammino) ci sono non piu' di 20 persone e per una parrocchia di 5000 e' un po pochino.Ma la situazione genele e' anche peggio.Poi vi assicuro che i ns figli frequentano anche la parrocchia, es gli araldini guidati da una coppia dell' Ofs e' composto dal 80% da bambini figli di genitori che fanno il cammino.
    La caritas guidata da una coppia dell'Ofs e supportatata dal 60% dei fratelli del cammino. Poi al l'ultimo intervento riguardo ai figli che crescono nelle famiglie dei nc, io sono il primo responsabile della fede per i miei figli quindi faccio quello che credo sia meglio per loro i frutti li vedremo dopo.Voi non vi rendete conto della situazione che vive la Chiesa in particolare i giovani. Un ultima cosa una volta al mese i giovani della mia diocesi (per lo piu' catecumeni) si incontrano una domenica al mese per fare al scrutatio con i Vespri e adorazione al Santissimo. Ne vengono piu di 140 mi sembra che questa sia una buona iniziativa.

    RispondiElimina
  71. Dalle mie parti in varie zone funziona, in altre no, spesso dove non funziona è perché ci sono poche energie a disposizione e mal organizzate, o non ci sono personalità in grado di continuare un percorso post cresima, ma vedo che un po alla volta imparando dagli errori spuntano nuove iniziative. Certo se uno sta a casa a dire non c'è il post cresima o se c'è non funziona, non può pretendere che nella sua parrocchia non funzioni. E se Dio chiamasse proprio te e volesse che tu ti mettessi in gioco in quest'ambito? Ci hai mai pensato?


    Gv

    RispondiElimina
  72. Io sono giovane e mi rendo conto, da me ci sono belle iniziative in parrocchia e diocesi, i problemi ci sono, isolarsi come spesso fa il cammino non so se è la soluzione più adatta.


    Gv

    RispondiElimina
  73. Per Anonimo dele 19:49 Io non so se sei inserito in parrocchia ma se fai un cammino ti incontri con i fratelli della tua fraternita'. Ora il problema e' che a voi non va giu e' l'Eucarestia al sabato sera. Mi dispiace,non voglio essere ripetitivo, ma dopo i vespri e' gia domenica. Da noi la Gifra va alle 10,00 l' Ofs alle 19,00 il ter'ordine alle 18,00.Poi, una cortesia, mi piacerebbe conoscere la vs testimonianza concreta di come vi siete incontati con Gesu Cristo, perche' tutte ste cose di cui parliamo non danno frutto ma la testimonianza si.

    RispondiElimina
  74. Quello che a noi non va giù sono gli abusi liturgici, non l'orario della Messa.

    Se la liturgia neocatecumenale seguisse fedelmente il Messale Romano, io sarei il primo a invitare i parrocchiani a parteciparvi.

    Invece la "celebrazione del sabato sera" l'hanno inventata Carmen e Kiko, letteralmente: inventata.

    E l'hanno posta al sabato sera non perché "il sabato sera è già domenica", ma in contrapposizione alla Messa domenicale della parrocchia (anche le Lodi della domenica mattina sono state "inventate" allo stesso scopo).

    Quanto al "sabato sera già domenica", è una stupidaggine colossale che tenta di far estendere un privilegio di alcune particolari festività alla... comodità di chi non può andare a Messa la domenica.

    Infatti è stato solo agli inizi del XX secolo che un Papa preconciliare ha concesso che il "precetto domenicale" potesse essere assolto anche il sabato sera.

    La Messa "prefestiva" è dunque un paterno atto di misericordia del Successore di Pietro, per facilitare la partecipazione alla Messa a coloro che si ritrovavano impossibilitati la domenica.

    Che poi il Cammino ci abbia ricamato la sua comodità, è un'altra storia.

    Stesso discorso per la Comunione "sulle mani", indulto concesso dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 1989: dunque prima del luglio 1989 chi ha fatto la Comunione "con le mani" (come ad esempio i neocatecumenali) ha compiuto sacrilegio oltre che disubbidienza.

    Inoltre la Comunione "sulle mani" non è prevista dal Messale Romano: quello della CEI è un indulto, votato a maggioranza, che una maggioranza potrà tranquillamente abolire in un prossimo futuro.

    E invece il Cammino non solo ha disubbidito "prima", ma ha anche disubbidito "dopo": con la scusa della Comunione "sulle mani" e delle "due specie", ha costruito un modo tutto suo di fare la Comunione, un modo basato sull'ipocrisia: ricevete in piedi, vi sedete, aspettate e, quando arriva il segnale, manducate. In pratica la fate "da seduti" (contrariamente alle indicazioni della Chiesa e del Messale Romano) agitando la finta scusa di riceverla "in piedi" (nello Statuto c'è scritto che la «ricevete» in piedi, ma non poteva esserci scritto che «dovete» aspettare "seduti" che vi arrivi il segnale di "mangiamo tutti").

    Quindi, caro Filippo, i problemi del Cammino non sono l'orario delle celebrazioni o la possibilità di fare la Comunione "sulla mano", ma è il modo ipocrita con cui voi sfruttate quelle possibilità per promuovere gli strafalcioni di Kiko e Carmen.

    Se tu vieni qui a far finta di niente e ad accusarci dell'assurda idea di disprezzare «l'orario del sabato sera», significa come minimo che sei in mala fede.

    RispondiElimina
  75. @ Filippo.

    La mia testimonianza l'ho data nel commento 14 settembre, 2012 14:53

    qui
    http://www.blogger.com/comment.g?blogID=29059218&postID=2822005917676914280


    A me personalmente non è che "non va giu e' l'Eucarestia al sabato sera"


    Il problema è che nelle eucarestie nc mi sento totalmente estraneo. Ti risulta normale che in una chiesa universale ci siano eucarestie dove chi non vi fa parte si trova estraneo?

    A me non va giù che le famiglie siano separate in stanzini diversi.

    A me non va giu essere obbligato a prendere la pagnotta in mano.

    A me non va giu che si aspetti il giretto del calice. Che senso ha prendere la comunione sotto le due specie e aspettare per assumere l'altra specie? Una volta che hai dentro Cristo che senso ha consumare anche il vino, non è che hai più Cristo in te perché bevi un buon vino.

    A me non va giu che ci siano solo musiche e immagini di kiko

    A me non va giù il l'impossibilità di stare inginocchiato

    A me non va giu l'impossibilità dopo l'eucarestia di fermarmi in un luogo sacro a contemplare il mio rapporto con il Signore.

    A me non va giù che nella stanza affianco durante la consacrazione si faccia un enorme baccano di tamburi e chitarre.

    A me non va giù che prima dell'omelia si sproloqui a sproposito sulle scritture senza aver alba di ciò che quel testo vuole dire ma interpretandolo in maniera protestante.

    A me non va giù che ci si permetta di disubbidire al Santo Padre.


    A me non va giù il fatto che si faccia una messa privata che i parrocchiani non sanno neanche che si celebri (in nessuna parrocchia affianco dell'orario delle messe parrocchiali c'è anche quello delle messe nc. In sostanza puoi chiamarle messe parrocchiali ma di fatto non lo sono, perché nelle messe parrocchiali partecipa la PARROCCHIA nelle messe nc ci sono solo nc).

    Tolte queste cose va tutto bene.


    Gv

    RispondiElimina
  76. @Filippo

    "Ora il problema e' che a voi non va giu e' l'Eucarestia al sabato sera. Mi dispiace,non voglio essere ripetitivo, ma dopo i vespri e' gia domenica. Da noi la Gifra va alle 10,00 l' Ofs alle 19,00 il ter'ordine alle 18,00."

    No Filippo, il problema NON E ' la messa del Sabato sera. Il problem è che INTENZIONALMENTE vi separate dal resto della parrocchia.

    Il problema è che, se tu sai quando si riunisce l'Ofs o il Terz'ordine...il terz'ordine e l'oFs NON SA quando vi riunite voi!

    Parliamoci chiaro, Filippo, a voi per potervi trovare per la messa bisogna avere una botta di sedere! Perchè l'orario non c'è in quello parrocchiale, perchè non si sa in quale saletta siete, etc.etc.

    "Poi, una cortesia, mi piacerebbe conoscere la vs testimonianza concreta di come vi siete incontati con Gesu Cristo, perche' tutte ste cose di cui parliamo non danno frutto ma la testimonianza si."

    In questo blog l'ho scritta alemno 4 volte. Se la vuoi scrivimi in privato (la mia mail la trovi cliccando sul mio profilo) e ti scriverò, l'ho fatto con Sebastian e lo farò con te.

    Il blog non lo intaso.

    RispondiElimina
  77. "mi piacerebbe conoscere la vs testimonianza concreta di come vi siete incontati con Gesu Cristo, perche' tutte ste cose di cui parliamo non danno frutto ma la testimonianza si."
    ==============
    Subito accontentato: L'ho incontrato una sessantina d'anni fà a Roma a due giorni di vita,nella basilica di S.Agnese fuori le mura;
    "riconfermando" l'Incontro,nove anni dopo in una Chiesa suffraganea
    della stessa Basilica.

    RispondiElimina
  78. Mi piacerebbe conoscere la vs testimonianza, perche' mi edifecherebbe molto. Pero' immaggino (per gli ex nc) le vs risonanze alle convivemze di inizio corso (ne ho sentita qualcuna di quelli che scrivono sul blog) dove si rendeva gloria a Dio per averli messi nel Cammino e che attraverso il quale avevano conosciuto Cristo. Allora non vi sembra strano che persone cosi' intelligenti e preparate su tante cose si siano accorte dopo tanti anni di essere plagiate. Io penso che i motivi della loro fuoriuscita siano altri. Perche' di fronte ad un 2° passaggio non credo che nessuno non sia andato a documentarsi. Scusa Alect ma non ho mai letto la tua testimonianza perche' non sono un assiduo frequentatore di internet.

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  79. "Allora non vi sembra strano che persone cosi' intelligenti e preparate su tante cose si siano accorte dopo tanti anni di essere plagiate."
    °°°°°°°°°°°°°°°
    Ma tu veramente pensi che le persone intelligenti siano esenti da plagio?
    Voi, che in un primo momento avete convinto anche Giovanni Paolo II,che
    era tutt'altro che influenzabile...

    RispondiElimina
  80. "Scusa Alect ma non ho mai letto la tua testimonianza perche' non sono un assiduo frequentatore di internet."

    Non è un problema. Ti ripeto, scrivimi in privato e ti risponderò volentieri.

    "Allora non vi sembra strano che persone cosi' intelligenti e preparate su tante cose si siano accorte dopo tanti anni di essere plagiate"

    Io direi che Stefano, Michela, Ruben potrebbero risponderti, sta a te però avere abbastanza onestà intellettuale per non bollare tutto con un " il cammino non fa per te" oppure "non ci siete riusciti e quindi vi vendicate"

    RispondiElimina
  81. davvero filippo la mia testimonianza di come ho incontrato Dio Ti
    "EDIFICHEREBBE molto"?

    Lasciami dubitare sulla tua buonafede .
    Anche perchè proprio subito dopo questa tua affermazione ne fai un'altra non proprio fraterna e cristiana verso alcuni fratelli che scrivono in questo blog (?)

    Tu dici anche
    "di fronte ad un 2° passaggio non credo che nessuno non sia andato a documentarsi"
    documentarsi dove scusa?
    Ti risulta forse che ti viene consegnanta una copia dei mamotreti all''inizio cammino?

    Ti ricordo poi che alcune persone al tempo del 2° passaggio non potevano nemmeno andarsi a leggere lo Statuto perchè non esisteva!
    E anche dopo la sua pubblicazione lo svolgimento reale del 2° passaggio non è nemmeno menzionato. Si nasconde la Verità!
    Infatti quando arrivi agli scrutini del 2° passaggio non sei a conoscenza del vero e concreto svolgimento dello stesso.

    Ammetto che molti fratelli che hanno fatto un percorso di cammino con me ne sono usciti amareggiati e feriti ma non perchè ne conoscevano le "modalità" ma perchè le avevano vissute sulla propra pelle.

    Certo che potei citarti i "fatti concreti" ma, proprio per un senso di amore verso questi miei ex fratelli e per quello che hanno vissuto non lo faro'
    Non mi sembra giusto pero' il tuo disprezzo nei loro confronti

    RispondiElimina
  82. Per DG ore 19:29 intendevo la decima. Mi sembra che non solo il cammino ne faccia uso. E' poi e' anche scritto nella Bibbia.Ripeto io sono del Cammino e' mi sono trovato anch'io di fronte ai catechisti. La mia esperienza e' stata determinante a fin di bene qulcuno che se ne uscito e' perche' ha trovato troppo duro il percorso non il Cammino. Parliamo di tempo da dedicare al Signore.

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  83. Il problema della "decima" è il fatto che nel Cammino è obbligatoria.

    Quando Nostro Signore parla della decima, ne parla in termini negativi ("voi che date la decima della menta e del cumino..." oppure il fariseo che nel Tempio prega e si vanta di "pagare la decima"...)

    In altri movimenti ecclesiali ognuno sceglie in segreto la quota da versare, senza farla conoscere agli altri, senza dover rispettare rigorosamente il "dieci per cento", curando solo di essere fedele e puntuale. Quello che conta è la libertà e la fedeltà: il Signore ama chi dona con gioia.

    E invece i cosiddetti "catechisti" obbligano a versare la decima.

    Capisci, Filippo? Quando la libertà dei singoli è meno importante della "decima", la "decima" diventa una tassa da pagare agli occhiuti e fiscali esattori del Cammino...

    RispondiElimina
  84. @filippo
    "Mi sembra che non solo il cammino ne faccia uso"

    se fossi in te non insisterei su questo...

    TdG:
    "Fatevi amici per mezzo delle ricchezze ingiuste. Quando dedichiamo la nostra vita a Geova, in effetti diciamo che tutto ciò che abbiamo, tutte le nostre risorse appartengono a lui. (...). Da dove viene il denaro necessario per sostenere questo grandioso programma di insegnamento e di costruzione? Da persone di cuore generoso. Personalmente stiamo facendo la nostra parte? Il modo come usiamo le nostre risorse economiche dimostra che il servizio di Geova ha per noi la massima importanza. (...). Col cuore colmo di gratitudine per le benedizioni spirituali che abbiamo, non dimentichiamo il privilegio e la responsabilità di contribuire finanziariamente per promuovere gli interessi del Regno in tutto il mondo"

    scientology (testimonianza):
    -(domanda)Ma se non si vuole pagare, cosa succede?
    -(risposta) Il discorso è questo: se tu non vuoi aiutare, implicitamente tu stai andando contro il maggior bene e gli scopi di Scientology, che è l'unica salvezza dell'umanità, quindi tu sei in torto. La gente è portata a pagare anche per questo, perché si fa leva sui tuoi punti debole, sul fatto che non stai facendo abbastanza, ecco perché la gente può arrivare veramente ad indebitarsi"

    obbligo, obbligo obbligo, come vedi, hai ragione il cammino NC non è il solo

    Ma un vero Cristiano dovrebbe donare senza vantarsi e senza renderne conto a nessuno.
    Solo il suo cuore e la sua coscienza ne deve essere a conoscenza.

    ps= il cammino NC NON è DURO è solamente FALSO

    RispondiElimina
  85. Caro DG il falso sei tu e non e' la prima volta che te lo dico.
    Con la decima sperimntiamo anche la comunione dei beni. E poi che ti importa di quello che voglio fare con i miei soldi. Voi non ci arrivate, per questo ve ne siete usciti. La legge e' una cosa lo spirito un'altra.

    RispondiElimina
  86. La comunione dei beni si può sperimentare solo nella libertà.

    Non è "comunione dei beni" quella che viene imposta con trucchetti emozionali, parole astute, tranelli psicologici, e occhiuto e fiscale controllo da parte dei cosiddetti "catechisti".

    RispondiElimina
  87. Filippo
    tu puoi ripetere fino allo sfinimento che "DG il falso sei tu e non e' la prima volta che te lo dico."

    non è importante che tu mi creda o no, l'importante che io abbia un luogo anche piccolo e marginale come questo Blog per dire quello che ho sperimentato sulla mia pelle e peggio ancora su quella delle persone che amo di piu'.

    Poi ci sarà qualcuno che prenderà la mia testimonianza per vera e alcuni invece la penseranno come te.
    Pero' le testimonianze sono importanti per chi le legge, NC o non neocatecumenali, perchè quacosa poi resta e si puo' cosi mettere in guardia, anche in una maniera semplice come questa, le persone che hanno dubbi o che cominciano a sospettare che in fondo in questo movimento ci sono molte cose che non vanno.

    Per la comunione di beni:
    ricordo una famiglia NC, uscita quache tempo dopo il 2° passaggio, che aveva veramente bisogno di essere aiutati in maniera "concreta"(economica)

    Noi (la comunità) ancora non sapevamo che fine faceva ogni mese la nostra decima e immaginavamo che questa famiglia fosse aiutata attraverso il responsabile e il parroco.
    Poi invece venne fuori che i soldi non gli venivano dati perchè loro non erano abbastanza umili da chiederli!!!

    Ora, tutti i fratelli di comunità, quindi il responsabile con la moglie e il parroco che conosceva bene questa famiglia (era stato lui ad invitarli alle catechesi)sapevavo delle misere condizioni di questa famiglia con 5 figli

    C'era bisogno che si umiliassero a chiederli?

    I quel periodo in comunità si ignorava il fatto che la decima invece era usata per la ristrutturazione della chiesa.
    Poi l'abbiamo saputo perchè le cose prima o poi vengono fuori, ma oramai la famiglia era uscita dal cammino.

    Piangeva la povera donna quando diceva che la decima non la poteva dare perchè non avevano nulla e vivevano con l'aiuto della famiglia materna (e di alcuni fratelli di nascosto).

    Comunque hai ragine Filipo, a me dei tuoi soldi e di come li impieghi non me ne puo' importare nulla e ti diro' di piu' a mio avviso nemmeno ai catechisti dovrebbe importare

    E poi non è sulla questione di soldi che si sta discutendo ma è l'obbligatorietà di fare la decima e le collette in comunità come condicio sine qua non per fare i passaggi e il cammino.

    RispondiElimina
  88. "Caro DG il falso sei tu e non e' la prima volta che te lo dico.
    Con la decima sperimntiamo anche la comunione dei beni. E poi che ti importa di quello che voglio fare con i miei soldi. Voi non ci arrivate, per questo ve ne siete usciti. La legge e' una cosa lo spirito un'altra."


    Ma tu Filippo ti rendi conto di come giudichi?

    Tu che ne sai che noi non versiamo SPONTANEAMENTE molto più della decima del nostro stipendio? Ti rendi conto che stai basando il tuo discorso su un presupposto inesistente? Che ne sai che tra chi scrive non ci sia qualcuno che ha fatto voto di povertà o che con quello che ha da a chi può, senza misurare decime o non decime, semplicemente dando ciò che ha in più, offrendo ospitalità e cibo agli affamati, investendo il suo tempo libero per gli altri.


    Lo sai la decima è la cosa più pericolosa al mondo per un cristiano, è quella che può innescare il fariseo che è in ognuno di noi (guarda caso i farisei erano quelli che prestavano più attenzione alla decima)

    Versare la decima ti deresponsabilizza, rischi di pensare che sia sufficiente dare un decimo del tuo stipendio per essere apposto con il prossimo, ma non ti rendi conto che il prossimo più che del decimo del tuo stipendio ha bisogno di AMORE.


    Gv

    RispondiElimina
  89. Che spettacolo!!!

    http://sphotos-b.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc7/429285_4305837535517_135999315_n.jpg

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