domenica 13 marzo 2016

Passione, Morte, Resurrezione e Ascensione di Carmen Hernàndez

Nostra traduzione della "testimonianza" di Carmen Hernández tenuta alla Convivenza di inizio corso 1994-1995 con la spiegazione del Canto: "Carmen 63".

Evidenziamo alcuni passi, ricordando anzitutto che Carmen ha più volte cambiato versione (per esempio in altre occasioni - citate su wikipedia - disse di essere stata destinata ai minatori della Bolivia ma di sua iniziativa aveva preferito andare tra i poveri di Madrid).

Intervento di CARMEN:


«Per dare un senso, visto che ha relazione con il cammino –anche se a me non piace raccontare cose della mia vita, tanto che mi pento sempre quando dico qualcosa- per il Cammino e per la storia, e per dare gloria a Dio ed alla sua Chiesa ed al Concilio, voglio raccontarvi qualcosa.

Io fin da piccolissima mi sono sentita chiamata per il Signore alle missioni. Chissà perché, nonostante sia nata ai piedi del Moncayo in Olveda; se vedete sulla mappa, è quel posto che unisce Aragaona a Tarazona, che sta a 30 km –ci sono andata tante volte in bicicletta- e per Tudela altri 30 o 50 km, cioè Navarra, Aragona e Castiglia si incontrano lì, in quella regione.
Sebbene mia madre ci facesse nascere lì per via dei nonni e della casa, noi abbiamo sembre vissuto a Tudela, sulla riva dell’Ebro. E lì c’era una sede dei Gesuiti. Non so come stanno ora le cose, ma lì non abbiamo mai avuto Salesiani, o Domenicani né altro; il “San Francesco Saverio” era il collegio più grande che avevano i Gesuiti…enorme e meraviglioso, dove io ho visto passare fin da molto piccola missionari del Giappone, dell’India, della Cina, che sempre ci proponevano i filmini, ci parlavano delle missioni, e poi il collegio di suore della Compagnia di Maria dove andavo io, era proprio accanto ai Gesuiti.

Forse attraverso questo e per grazia del Signore ho sentito sempre fin da molto piccola la chiamata alle missioni. Io dico sempre che prima di San Paolo ho conosciuto San Francesco Saverio, che per me era l’ideale del cristianesimo, e tutto il mio ideale era partire per le missioni e, non so perché, per l'India.

Fu così che poi mio padre trasferì la famiglia a Madrid quando i miei fratelli hanno cominciato ad andare all’Università, e a 15 anni che avevo quando sono andata a Madrid, ho fatto la proposta di andarmene da sola in India.

Non so cosa pensavo di fare, però ho fatto questa proposta a casa mia che mio padre non mi ha dato uno scapellotto, però mi ha proibito tassativamente di andare in India. Io avevo una perfetta convinzione per la evangelizzazione.

Però la cosa più grande per me, è che io debbo moltissimo ai Gesuiti… per questo mi piace tanto Sant’Ignazio di Loyola, che è un uomo straordinario e non conosciuto; è stato importantissimo nella Chiesa, come tutti gli Ordini, e oggi stanno riuniti tutti i religiosi nel sinodo, e sarà una cosa fantastica, un rinnovamento oggi per loro.

Noi non siamo nulla in confronto a ciò che sono i Gesuiti, i Domenicani e tutti, è una cosa fantastica quella dei missionari e di santi che hanno dato le Congregazioni.

Però comunque il Papa ha detto loro: le Congregazioni non hanno una promessa eterna, solamente tanto quanto stanno unite alla Chiesa. Per questo chiama tutti gli Ordini religiosi alla comunione con Pietro, già nel preambolo del Sinodo che proprio ora il Papa sta inaugurando. L’hanno detto per radio, è in piena Messa con tutti i religiosi proprio in questo momento come inaugurazione del Sinodo.

A quindici anni avevo un proposito – io ho sempre propositi. Avevo uno zio Gesuita, primo fratello carnale di mia madre. Ogni anno mi proponevo di andarmene, e così presi il diploma. Però il fatto è che in quegli anni giovanili – per questo credo molto alla chiamata ai giovani e alle giovanette - Dio mi diede tantissime grazie, e debbo molto a Padre Sanchez, santo gesuita che stava a Madrid, che mise nelle mie mani il libro di Padre Lapuente.

Il Padre Lapuente è un classico dei gesuiti per la meditazione, mi introdusse molto nell’orazione. In questo Padre Lapuente, oltre al metodo gesuitico, è sempre colpito dalla sacra Scrittura: ogni pagina che sfogliavo era piena di Sacra Scrittura. Io sono entrata nella Sacra Scrittura attraverso Padre Lapuente. Ed anche  direttamente, perchè lo stesso Padre Lapuente fu il primo in Spagna a pubblicare una Bibbia in spagnolo, molto prima della Nácar Colunga e della De Bouver. Quindi già a 16 anni tenevo una Bibbia in mano. Il Signore mi ha colmato di ispirazione e di grazia.

Cosicchè veleggiavo sicuramente con questa chiamata, persino negli studi mi diedero in tutto il massimo dei voti, anche alla maturità: mi veniva tutto facile. Non sono giochi da ragazzi eh? E sono comunque molto interessanti.

Trovai molto aiuto in questo Padre Sanchez. Quando feci il diploma, feci un serio tentativo di andarmene, ma mio padre, siccome avevo 17 anni, diceva che in nessun modo avrei potuto andarmene.

Così cominciai l’Università, che mio padre aveva i suoi piani industriali, che avrei avuto successo e avrei lasciato tutto per l’industria, sarei andata a Madrid e uno di noi diventava fisico, un altro chimico, un altro ingegnere, un altro economista, aveva già costruito il suo castello.

Mi chiamò e mi disse: “Guarda, il primo a dirti che non c’è nulla di più importante di Dio nella vita è proprio tuo padre; ma non capisco perché te ne vuoi andare con le suore mettendo da parte tuo padre che ti può aiutare più di tutti per le missioni.” Cioè che aveva fede, ma voleva che lo facessi con lui e attraverso la scienza, attraverso la chimica, le fabbriche e queste cose.

Però già a 21 anni che facevo Chimica, stavo proprio con mio padre in una delle fabbriche che aveva in Andújar e me ne sono scappata da lì. Mi ricordo che mi lasciò in hotel - che lì erano quasi tutti maschi - e me ne scappai a Madrid; da Madrid fuggo a Pamplona e alla fine arrivo a Javier che era il posto da cui partire per l’India (mio padre mi aveva inseguito a Madrid e io stavo invece là).
Castello di Javier
A Javier intato era nata una cosa nuova, grazie ad un padre che Miguel conosce molto bene e che si chiama Padre Domenzain che non poteva andare alla II Guerra Mondiale, e faceva molta propaganda delle missioni in Spagna, a Pamplona aveva fatto una grande fiera missionaria; la novità a Javier era che intanto era nata una cosa nuova che non si chiamava Istituto, ma “Missioni di Cristo Gesù”, ed era esclusivamente per le missioni. Non aveva sede in Spagna ed era una cosa molto nuova, molto dinamica, come sono ora gli itineranti.

Ho vissuto lì a Javier anni fantastici. Di spirito missionario, di orazione, di grazia del Signore, di forza evangelizzatrice enorme. In un momento andarono in Giappone, in India, in Congo, da tutte le parti: partivano come frecce.

Lì il Signore mi diede moltissime grazie, mi stavo preparando. Molte mie compagne dopo il noviziato le mandavano a studiare Medicina perchè visto che andavano in zone difficili era molto utile studiare Medicina.

Questa casa missionaria la appoggiò molto il vescovo di Pamplona che era un Salesiano, don Marcelino Olaechea, suo padre era un operaio degli altoforni: come diceva lui, operaio, figlio di operai, che fu poi Arcivescovo di Valencia. Don Marcelino Olaechea fu quello che appoggiò tutta questa fondazione , che in India vestivano con il sari e in Europa vestivano normali. In casa vestivamo una specie di abitino che era come quello che indossano le studentesse di Oxford.

Rendo moltissime grazie al Signore perché quello fu per me un autentico cenacolo di orazione, di grazie del Signore immense. Così, visto che avevo studiato Chimica, mi fecero studiare Teologia, e grazie a questo Arcivescovo di Valencia che era molto aperto, molto buono, un uomo santo - ora vogliono introdurre la sua causa di canonizzazione - era un uomo molto intelligente. Anche a Valencia, quando lo trasferirono a Valencia da Pamplona, aprì una casa di formazione teologica per religiose e mise lì i migliori professori che aveva a Valencia, fra questi il Padre Sauras che era il numero uno che la Spagna ha avuto tra i Domenicani nella nostra epoca, e il primo che scrisse un libro nuovo sulla Cristologia. Fu al Concilio come consultore. Con lui ho conosciuto i Domenicani e tutta la santa Teologia che si insegna ai sacerdoti, con tutta la Summa di san Tommaso - che questo Padre fantastico spiegava molto bene, con grazia enorme.

Alla fine, mi fecero fare quella teologia. E per un anno intero ho lavato roba, che non avevo lavatrice: ho lavato sudari a montagne.
Ed infine mi destinano all’India.
Le tre fondatrici delle
Misioneras de Cristo Jesùs, a Javier
Però per entrare in India, prima di andare in India, (a quel tempo c’era il Commonwealth e anche ora è difficile andare in India, sempre è stato difficile) mi mandarono a Londra. A Londra sono stata a partire dall’anno 1960 al 1961 –ho un diario di quegli anni, che ora sono entrati i ladri nella casa di Piquer, hanno rubato una piccola valigia che tenevo, ho visto una quantità di cose impressionanti, lì a Londra, preparandomi per l’India, d’improvviso, misteriosamente, per disegno di Dio, quell’"aereo" che mi portava atterrò invece che in India in Israele, però non senza un atterraggio forzato a Barcellona.

E Barcellona fu molto importante per me, perché lì tutto l’entusiasmo che avevo in me per Cristo e Cristo Crocifisso – che me ne andavo in bicicletta con il libro di Santa Teresa e con quello di San Giovanni della Croce quando ero ragazzina – il Signore mi ha fatto atterrare lì a Barcellona per partecipare autenticamente alla Passione di Gesù Cristo.

Io per questo dico che sempre i Vespri della Domenica cominciano che “Essendo Dio umiliò se stesso e si fece uomo”, che questa discesa, questa kenosi che per me fu Barcellona, fu veramente entrare nient’altro che nella Passione, fin dentro alla Passione di Gesù Cristo. Quella di essere giudicato dal suo popolo in nome della Legge che Lui aveva dato, e cacciato fuori dal suo popolo e crocifisso fuori dalle mura.

A me mi emozionavano tantissimo gli eventi che mi stavano capitando, queste Missionarie avevano fatto una riunione nella quale cambiarono i Consultori, e incominciarono un cambio dell’Istituto… pareva loro che don Marcelino dava troppa apertura all’Istituto, che si stava rilassando (io credo che forse avevano avuto qualche problema con le ragazze che studiavano medicina soprattutto in Inghilterra) e cominciarono ad essere più rigide, a chiudersi di fronte a questa apertura immensa con la quale erano nate.
E allora, ancor prima del Concilio, iniziarono una guerra fra il conservatorismo e quella apertura, e vinse il conservatorismo persino contro l’arcivescovo di Valencia che era l’anima di quell’Istituto.

Era così grave che quasi andarono fuori strada. E oltre alle 600 regole che avevamo dai gesuiti, misero un altro mamotreto, altre regole: per esempio, per più carità, più silenzio; per più onestà, più manica larga, tutto fu rinchiuso in un nuovo corso più legalista.

Però queste che lo fecero erano sante donne eh? Una di queste era stata Presidente dell’Azione Cattolica in Spagna, e queste erano state in Giappone – erano fin dall’inizio in Giappone – e non conoscevano la nostra generazione. Cominciarono a cacciare: una, due tre e la quarta sono stata io. E con un telegramma, quando ero sul punto di imbarcarmi per l’India, detto fatto mi chiamano a Barcellona.

A Barcellona l’arcivescovo che era terrorizzato di quello che stava succedendo, perché era lui ad aver ottenuto che queste Missionarie di Cristo Gesù, in pochissimi anni fossero di Diritto Pontificio, che non appartenevano alla Congregazione dei religiosi ma dalla Propaganda Fidei direttamente per le Missioni. Perché era molto amico di Pio XII, don Marcelino Olaechea, aveva ottenuto rapidamente tutte le approvazioni.

Intanto, la cosa importante che dico di Barcellona per il Cammino è questa kenosi profonda. Mi ricordo che andavo al Museo Marés, un Museo in Barcellona tutto di crocefissi romanici meravigliosi che collezionò questo Marès: di Zamora, di Avila, di Sevilla e di tutta Spagna.

Nel 1962 le Missionarie di Cristo Gesù "cacciarono" Carmen.
Nello stesso anno (in cui ricevettero l'approvazione definitiva)
inviavano in India questa missionaria di Valencia.
Me ne andavo lì al Museo Marès e pregavo con emozione e guardando la croce mi inondava una gran pace nonostante le lacrime - sono tutti crocefissi in cui si vede gesù Cristo che regna dalla croce - per quello che stavo io stessa passando, perché era incomprensibile - dal momento che loro stesse ora dicono, e dicevano allora, che non ci avevano cacciato, che noi ce ne eravamo andate- perché era qualcosa che non capivo con la ragione; perché nel Noviziato sì che ti possono cacciare se non gli vai bene, però dopo 8 anni che eravamo lì devono esserci cose gravi previste dal Diritto Canonico.

Così il Padre Morán, Cattedratico di Morale di Barcellona, diceva loro: "State operando contro il Codice [di diritto Canonico]". E lo stesso Arcivescovo di Valencia si presentò un giorno a Barcellona a difendermi. E quello che intanto era Arcivescovo di Barcellona, che era Mons. Mondreo, un giorno andai a parlare con lui, mi ricevette e mi consolò e mi appoggiò molto. Io andavo sempre intorno alla cattadrele con questo problema che avevo, perché queste non volevano cacciarci ma volevano che ce ne andassimo, come fecero con la prima che era una Fraga, una intelligentissima.

Fu questa a contestare tanto tramite il fratello, una Fraga Iribarne. A questa dissero che era meravigliosa, ma che se ne andasse. La cosa è che lei aveva una vocazione per la Cina enorme. Come sua madre parlava anche il francese, e sempre chiedeva di andare in Cina. Le dissero che era meravigliosa ma che Dio la voleva per un’altra cosa, così lei se ne andò a Marsiglia per imbarcarsi per la Cina.

La quarta fui io, mi tennero in forse per molto più tempo. Però quel giorno che andai a Barcellona, che mi chiamò l’arcivescovo da Valencia e mi disse: umìliati, figlia mia, io gli dissi: ”Padre, non si tratta di umiliazione, ma che mi tengono qui già condannata a morte e con la sentenza firmata”.
Però comunque fu così, furono incerte se cacciarmi per un anno intero, quell’anno intero in cui rimasi lì.

Così quell’anno, il 1962, fu per me una grazia enorme entrare nella Passione di Gesù Cristo.

Questo è emozionante raccontarlo, però non si può raccontare cos’è sentire che dentro di te si realizza la passione di Gesù Cristo: è un’esperienza che è, nonostante sembri il contrario, la migliore che esista. Ve lo dico in verità, che non ho mai sperimentato tanto Dio come nella croce. Come d’altra parte mi aveva preannunciato il Signore.

E fu Dio che io ho incontrato, nel mezzo di questa passione che ho sofferto lì, perché non sapete cosa vuol dire che ti cacciano, che cadi nel ridicolo. Mio padre che mi inseguiva da 8 anni, e avevo fatto la pace con lui all’aeroporto di Londra; con tutto il casino che avevo scatenato nella mia famiglia, che mio padre è stato senza parlarmi per anni, mi cacciavano in strada. Ho cioè vissuto quello che è venire da Londra a Barcellona con la promessa, con Isacco, sapevo cosa succedeva sul Monte Moria. Con questo il Signore mi ha dato di vivere tutto quello che sapevo delle Scritture, tutto l’ho sperimentato nella mia stessa carne. Cioè che con la promessa che avevo tenuto fin da piccola, che era il mio destino, il mio futuro, essere lì, senza sapere dove andrai né ciò che sarà di te.

Da sinistra a destra:
Farnés, Pezzi, Carmen, Kiko, Cañizares 
Proprio lì, in questa umiliazione e in questa passione, nel Gethsemani della mia vita, Dio mi ha mandato un angelo che fu il Padre Farnés.

Il Padre Farnes veniva dall'Istituto Liturgico di Parigi e teneva in pugno tutto ciò su cui si fondava il rinnovamento liturgico e teologico del Concilio, perché questo Istituto ha influito molto su tutta la preparazione del Concilio con professori come D.Botte, Bouyer ecc.

E Dio, visto ero in quell'anno proprio lì, perché lì passavo per le mie devozioni eucaristiche che, per Grazia di Dio, ho sempre mantenuto fin da piccola: non ho mai saltato una Comunione per niente al mondo, così pure all'Università. Mi ricordo dai Sacramentini, quando non mi davano il tempo di partecipare alla Messa, mi comunicavo e scappavo via come una palla. In tutti i viaggi che mio padre mi faceva fare per spegnere la mia vocazione, per esempio a Casablanca dove era difficilissimo trovare una Chiesa, non potevo comunicarmi ed era sempre Gesù Cristo che veniva da me.

Da lì è venuto che io, per l'esperienza di morte che avevo, ho capito che comunicarmi era comunicare con la morte di Gesù Cristo per fare la Pasqua e la Resurrezione. Così ho capito che, attraverso ciò che stavo passando, c'era tutto il rinnovamento conciliare della Eucarestia, della Pasqua, della Liturgia: con Farnés, che ci faceva lezione tutti i giorni.

Dico questo perché in questa Pasqua e della nuova Ecclesiologia, che è la Chiesa come luce delle nazioni e non come luogo dove chi non entra non si salva, tutto quello che è lo schema delle catechesi, è stato vissuto e sperimentato da me nella mia vita, non come una lezione, a Barcellona.

Per questo vi dicevo che volevo raccontarvi queste cose, perché sono più importanti delle baracche per il Cammino, mi perdoni Kiko Argüello.

Le baracche sono state importanti per lui, però per il Cammino è stato molto importante il Concilio e tutto il rinnovamento liturgico. Dio si è servito di questa esperienza che mi ha fatto fare per poter entrare nel Concilio. Il filo conduttore di tutte la catechesi non è altro che, per arrivare a questa Pasqua, a questo dinamismo della Resurrezione,  si deve partire da Abramo, passare per l'Esodo ecc. È tutto lo schema delle catechesi.

Siccome conoscevo tutta la Teologia antica, entrai in perfetta armonia e sintonia con quello che comportava il Concilio. E così, la mia prima idea quando mi cacciarono fu di andare in Israele.
E lì in Israele il Signore seguitò a darmi moltissime grazie. In tutti i modi, il Signore mi aiutò, perché me lo aveva predetto.

A Javier, dove ricevetti tante grazie dal Signore, una delle grazie più grandi fu negli esercizi del mese - che facciamo per due volte gli esercizi completi di Sant'Ignazio - che sono quattro settimane, nella terza settimana c'è la Passione; io mi ricordo - nella casa degli esercizi di Javier che in molti conoscerete, che cominciai a fare l'orazione per la notte e stavo metà della notte a pensare se, davanti alle sofferenze,  dicevo io, avrei negato Gesù Cristo? Se San Pietro invece di dire "Signore io non ti rinnegherò mai" avesse detto "non permettere che ti rinneghi", glielo avrebbe concesso, e con questo pensiero me ne andai in camera.

E il Signore, attraverso una visione o un sogno fantasioso, come volete chiamarlo, mi manda come un'apparizione e mi dice "tu seguimi". Però il "tu seguimi" risulta essere che si apre una finestra e che devo buttarmi.  Sono spaventata. E Gesù Cristo "Seguimi": e va bene ti seguo. Esco da questa finestra e comincia una caduta verso il basso come senza paracadute e cioè cadi, vai a terra con una velocità tale da sfracellarti.

E Gesù Cristo mi diceva: "Perchè non mi dici che vuoi seguirmi?" ed io "Sì!". Quando dico questa accettazione, "con te", incomincia un cambio radicale, un'ascesa. Sapete che sono molto devota dell'Ascensione perché ho vissuto - fuori o dentro la mia carne, non lo so, diceva San Paolo - ciò che è l'Ascensione. E cioè entrare in un'Ascensione immensa di allegria che non ha nessun paragone con nessun piacere sessuale, qualcosa che sa di eternità, che è entrare in Dio, nell'eternità. Qualcosa che l'unica cosa che io potevo dire era "Basta, Signore, basta!".

Il Signore mi aveva preparato con questo sogno, che in fondo è il mistero di Pasqua: la kenosi e la Resurrezione, la esaltazione e Ascensione. Questo, a Javier.

Quando, dopo vari anni, mi successe questo di Barcellona, mi tornò in mente -questo non l'avevo mai dimenticato, ho dimenticato molte cose, molte grazie, però questo l'ho sempre tenuto presente come una luce nella mia vita, questa esperienza che mi durò moltissimo tempo, che fu un'allegria immensa - che la finestra da dove mi cacciavano era questa.

E la Passione che vissi, che fu una passione veramente enorme, e che il Signore mi concesse con la conoscenza di tutto il Concilio di entrare in una nuova tappa della Chiesa. 
Così andai in Israele. E prima di andarci ...io alle stesse Missionarie voglio moltissimo bene, anche se mi cacciarono. Mi ricordo della Superiora - che era molto dell'Azione Cattolica... e che ascoltava Farnés, tanto che mi mandò con Farnés - mi diceva: "A volte quando parli mi pare che tu abbia ragione in tutto quello che dici, però non so perché devo esserti contro." Per questo quando me ne andai le mandai un bigliettino "Lo so che hai operato per ignoranza... perché così si compia ciò che Dio ha profetizzato per me". Le ho mandato altre parti del Kerigma con la faccia di Cristo di El Greco.

Mons. Marcelino Olaechea
E allora quell'anno una ragazza che sta nelle comunità mi ha mandato una delle cartoline che mandò un'altra missionaria -che è di Pamplona-. Tutto ciò il 28 agosto, che è il giorno in cui me ne andai, il Signore quel giorno, dopo le lotte e le tribolazioni che ebbi tutto l'anno, perché non sapevo se andarmene o non andarmene, e ho fatto tutto il possibile per non andarmene. Quelle volevano che io me ne andassi liberamente, e non cacciarmi; io ho fatto tutto il possibile, fino ad andare a parlare con l'Arcivescovo.
Però il giorno 28 che il vescovo non ci stava, l'altro non ci stava, tutto il mondo stava fuori, quel giorno scelse la Madre Generale (che la poveretta ha sofferto più di noi, che non era opera sua, ma delle Consigliere che non ci conoscevano perché erano nuove, venivano dalle missioni: India, Giappone ecc.) la poveretta venne lì e mi disse che non mi ammettevano ai voti perpetui -che erano per il 3 ottobre, Santa Teresina, che ora hanno cambiato.

E quando seppi la decisione... perché il terribile è stare nel dubbio, io non potevo andarmene liberamente finché non mi cacciavano davvero. Sono stata notti intere davanti al sacrario, con una sofferenza enorme; d'altra parte sentivo una speranza grande, che Dio mi faceva una promessa.

Con tutto questo le altre, che erano state cacciate prima, andarono a Marsiglia, vennero a cercarmi e mi dissero: "Andiamocene, che Dio ci vuole per altre cose". Però ho resistito fino alla fine, al 28 agosto. Viene anche un'altra ragazza che avevo conosciuto in Inghilterra: senza sapere quel che stavo passando, mi accompagnò al treno che presi a Valencia, prima di tutto per parlare con l'Arcivescovo, poi per andare a trovare i miei genitori che stavano a Marmolejo. Dopo, già pensavamo di andarcene a stare altrove, visto che l'Arcivescovo stesso ci appoggiava, in America. E lì stavo io, vivendo nelle baracche, in Montjiuit, nelle case popolari di Casa Antunez, lavorando in fabbrica, in Hilaturas Casal y Perez. A me Barcellona sempre mi emoziona tantissimo perché ha una storia per me tutta di morte e di resurrezione. 

E a una di queste ragazze le mandò una cartolina, per interessarsi di questa amica sua che sta nelle comunità -era molto amica con lei, le due avevano studiato Pedagogia- gliel'ha data e a me ha mandato una fotocopia.

A questa ragazza scrisse: "Sono rotti i miei indugi, pagati i miei debiti. Le mie porte sono spalancate, me ne vado da tutte le parti". Questo è verità, io l'ho sentito: la libertà di entrare nell'universo intero. Dopo le sofferenze di quell'anno, fu per me una dinamica di Pasqua, di Resurrezione e di Ascensione e di che l'universo intero è una meraviglia ed un paradiso creato da Dio con destino d'eternità.

Questa ragazza le scrisse: "Essi, accovacciati nel loro angolo, continuano a tessere la pallida tela delle loro ore" - questo passo poi Kiko lo concretizzerà, gli piace molto - "vanno a sedersi nella polvere a contare le loro monete, mi chiamano perché non li segua".

Tuttavia mio padre che aveva comprato intanto una grande fabbrica in Guadalquivir, in Siviglia, mi dice: "Guarda, proprio in quel sito c'è una Chiesa e una casa in cui potresti fare il convento che desideri". Lui sempre con l'idea che collaborerò con lui "perchè con tuo padre puoi ottenere di più per le missioni che con le suore". "Continuano a tessere la pallida tela..." - il tempo. Quando il tempo è una noia, quando non si sa cosa fare, come succede alla nostra società, che sta seduta senza ideali e senza destino, -sapete che cos'è il tempo? La noia, il vuoto più grande. Uno dei sintomi è il "zapping" con la televisione. "Mi chiamano perché non li segua. Ma la mia spada è già forgiata, la mia armatura è pronta, il mio cavallo scalpita. Guadagnerò il mio regno."

Questo le scrisse. Poi questo anno me l'hanno mandato e a Kiko è piaciuto, e ha fatto un canto per i bambini. "Me ne vado da tutte le parti": perché si è compiuto in noi nella Merkabah.

Questo regno non è kikiano, caro Kiko, benché tu lo dica qui.

Le suore non stanno in crisi, bensì si sono riprese, dopo il Concilio, e sono da tutte le parti. Però per me è stata un'esperienza.  
Kiko Argüello nelle baracche delle Palomeras
si noti al centro il suo autoritratto
nel formato "supereroe cattivo Marvel"
Solamente lo volevo raccontare perché questo mi pare sia importante per il Cammino, di più delle baracche di Madrid.

Le baracche di Madrid sono servite molto come punto di concretizzazione del Concilio tra i poveri, perché io l'ultimo posto in cui sarei andata era Madrid. Viene fuori che mentre io ero andata in Israele - prima o poi parlerò di più di questo viaggio in Israele - le mie amiche erano andate da Barcellona a Madrid, perché loro non erano di Madrid, che era l'ultimo posto in cui io sarei andata. Noi pensavamo comunque di creare tra di noi una cosa nuova.
E Dio mi ha chiuso tutte le strade per incontrarmi a Madrid. 
Le mie amiche vivevano nelle Palomeras già prima di Kiko, e noi abbiamo vissuto nelle baracche molto prima comunque. E io ho litigato con Kiko da quando l'ho conosciuto nel Cursillismo. Certo aveva una gran fede, e soprattutto io lo conoscevo prima di lui, che collaborava con una mia sorella, per il quadro con la faccia di Gesù Cristo. Questa faccia del Servo di Yahvè la teneva mia sorella in camera sua e a me piacque moltissimo, che è il primo canto che ha fatto nelle baracche. Per passare dal servo di Yahvè al Resuscitò ci è voluta tutta la Pasqua e il Concilio, non fu facile.

A volte io glielo dico a Kiko, in due parole: "Dio ti ha servito su un vassoio tutto il Concilio attraverso Carmen e tu non te nei sei neppure accorto". 

Voglio dire che il contenuto del Cammino non nasce con Kiko che apre la Bibbia a caso come racconta lui. Ciò che stiamo tenendo tra le mani è il Concilio Vaticano II vero e proprio. E Dio si servì anche di Morcillo, l'Arcivescovo di Madrid, che fu l'altro miracolo che ci fu nelle baracche; cioè il giorno in cui io ho cominciato a collaborare seriamente con Kiko, perché non mi fidavo di lui. Tanto è così che siamo stati senza parlarci per mesi, io avevo un altro gruppo in un altra parte delle baracche. La mia intenzione era sempre di partire per le missioni. Morcillo fu importantissimo: senza di lui, né io né Kiko saremmo mai andati nelle parrocchie.

"Tu es Carmen..."
Un'altra cosa molto importante che voglio dire è che in questo viaggio in Israele -anche se però se andiamo a parlare di Gerusalemme ci vuole tempo- Dio ci mandò davvero cose fantastiche, un aprirsi delle Scritture da tutte le parti. Con questa ragazza, che ho conosciuto in Inghilterra e che fu un angelo per me, ci siamo imbarcate su una nave turca. Sulla roccia del Primato di Pietro, che in molti conoscete, sono stata seduta tanti giorni, pensando a che posto avevo io nella Chiesa. È la grazia che mi diede lì il Signore. Ed anche in Ain-Karen, sito vicino a Gerusalemme, dove si commemora la Visitazione della Vergine e il Magnificat.

E un altro ancora elemento fondante che vedo il Signore non vuole - me lo ha detto a me chiaro e ce l'ho presente così chiaro, per questo attacco sempre la parola "movimento" - vedo che vuole che sia qualcosa per tutta la Chiesa, non un'Associazione né una Congregazione, ne un Movimento: è il Concilio. Cioè un rinnovamento della Chiesa. Per questo io le ragazze le invito ad entrare nelle Congregazioni, e i ragazzi nel Seminario Redemptoris Mater che è diocesano, e le comunità stanno nelle parrocchie. Un rinnovamento della Chiesa. Ciò che portiamo non è che un carismatico si è inventato una cosa; sì, a lui come artista il Signore lo ha portato, che gli ha dato tante grazie per realizzare nella parola e nella prassi il rinnovamento.»


Intervento di KIKO:

«Questo che ha detto Carmen - alcuni già sapevano delle cose - credo che sia molto importante. Perché tutto quello che ha detto è certo, e più che certo. È la verità: senza Carmen il Cammino Neocatecumenale non esisterebbe. Senza il Concilio. Carmen è stata il veicolo, studiando Teologia e conoscendo attraverso Farnés tutto il rinnovamento liturgico, il Mistero Pasquale. Io, poco ho fatto: porre la mia povera arte al servizio di questo rinnovamento, come può.

Questo canto lo dedico ai seminaristi di Valencia. Ve lo dedico perché aspetto che si compia in voi è possiate dire come Carmen: "Me ne vado da tutte le parti".
"Io credo che l'India, tramite uno dei suoi poeti,
ha dedicato a Carmen questa poesia"

È uno dei poeti più grandi che abbia l'India, che si chiama Tagore, che fu premio Nobel nel 1913. Studiò in Inghilterra e conobbe il Cristianesimo, e stava enormemente impressionato. Ebbe molta fama in Spagna perch tradusse le sue opere Zenobia, la moglie di Juan Ramon Jimenez, un altro premio Nobel. Per questo, la traduzione in spagnolo di questo Tagore è così buona, non è così in altre lingue, perché soltanto con la traduzione come quella di Jimenez, un altro grandissimo poeta, si può tradurlo, adattarlo, perché la poesia è sempre quasi impossibile, perde molto quando si passa da un idioma all'altro, come sapete.

È una poesia delle tante che ha scritto, è molto bella, in essa c'è l'intuizione che hanno i poeti. Io credo che l'India, tramite uno dei suoi poeti, ha dedicato a Carmen questa poesia.
Dice: "Sono rotti i miei legami". Cristo ha rotto i nostri legami, quelli di tutti, ha pagato i nostri debiti: "pagati i miei debiti, le mie porte sono spalancate. Me ne vado da tutte le parti".
Noi, per salire sulla Merkabah, agli itineranti dicevamo -prima di conoscere questa poesia di Tagore- che un cristiano è universale, deve essere disposto ad andare da tutte le parti.»


Intervento di CARMEN:

«Il primo incontro che ho avuto con Kiko Argüello fu in casa sua, mentre suonava la chitarra. Io che venivo da sofferenze enormi, a Madrid, con la mia famiglia che mi stava perseguitando ed altro, lui stava lì, suonando la chitarra e mangiando pollo, facendo il galletto con la svedese; alla fine, non ci ho fatto caso, ho pensato: è una creatura. Poi andai alla Fortuna, il quartiere dei trappisti, aspettando, perché mio padre mi diceva: "ora sai che tuo padre può fare tutto ciò che vuoi per te: ora vieni qui a casa a mangiare e a farti la doccia". Stavo dormendo in una farmacia e poi andai alla Fortuna con i poveri, aspettando di vedere cosa voleva Dio, perché le mie amiche ancora non volevano imbarcarsi.

Intanto Kiko andava a fare il servizio militare. Nel primo incontro che ho avuto con lui in un bar delle Palomeras, dove stavano queste amiche mie - che si unirono alla lotta sociale, alle Commissioni Operaie - Kiko mi racconta le sue visioni, che la Vergine gli aveva detto di formare piccole comunità come la Famiglia di Nazareth. Mi ricordo del bar. E mi dicevo: "Questo ragazzo è tanto moderno ed è un bigotto". Perché in quei tempi Conciliari per me San Giuseppe non aveva più importanza. Immaginavo che era stato mesi interi a Nazareth, che era stato lì nella grotta ore ed ore con grande devozione. Tutto ciò lo aveva unito all'annuncio, alla mia idea missionaria; però la Sacra Famiglia di Nazareth a quei tempi a me sapeva di rancido, come quelle statue che erano dappertutto ed erano insopportabile. Intanto per me San Giuseppe era sparito dal globo. Quando ho sentito che diceva di formare piccole comunità come la Famiglia di Nazareth... E come vedo che veramente è stato così. L'importanza oggi della famiglia.
Carmen (detentrice dello "Spirito Santo")
e mons. Casimiro Morcillo Gonzàlez

Cioè, io volevo missioni di evangelizzazione, Kiko costituire piccole comunità. Tutto questo delle Missioni Popolari era quello che noi pensavamo di fare in America, e comunque sono quelle che ha introdotto, dopo Denver, benché tu Kiko non ricordi...

Ha la Grazia creativa dell'assimilazione; di assimilare tutto e di fare tutto suo. Aspetto che faccia tua la Croce di Gesù Cristo, e vedrai la Resurrezione.

Tutto ciò lo dico per via delle piccole comunità come la Famiglia di Nazareth. Me lo disse il primo giorno che lo conobbi. Di mandare gli itineranti, e tutto questo mi stava bene perché io l'ho fatto con i gesuiti e le Missionarie di Cristo Gesù: andavamo due a due, senza denaro. Io ho vissuto tutto il tempo in Israele senza un soldo: ci siamo imbarcate su una nave turca. Questo in fondo veniva da Sant'Ignazio, dai gesuiti, dalla vita di itineranti come erano gli Apostoli nel Vangelo. Kiko invece sempre forma gruppi.

La cosa importantissima a Madrid fu per me la presenza dell'arcivescovo, e come Dio voleva una cosa per la Chiesa, formare piccole comunità per l'evangelizzazione. E come il piano e il progetto che aveva Dio era unico.»


Intervento di KIKO:

Kiko impettito e travestito da accademico
«Senza alcun dubbio. Ho imparato che, perché non mi glorii, Dio fa miracoli enormi, ma con strumenti deboli, con strumenti come Carmen e me, perché non ci gloriamo. Perché vediate che è un'opera di Dio, che non è opera mia, né di Carmen, né di nessuno.

Io ho visto come questo canto si è compiuto in Carmen: "Accovacciati nel loro angolo tessono la tela delle loro pallide ore". Qui il poeta ha avuto un'intuizione, perché nel mondo ci sono due cose terribili: una che la gente sta tessendo il tempo, sta tentando di sfuggire al tempo "tessono la tela delle loro pallide ore". Per questo i night-club, gli svaghi, la noia della domenica sera chiamando gli amici per vedere se si va a ballare o a fare altro.

Tutti voi avete sperimentato che se uscite dalla conversione, il tempo chiede immediatamente il suo prezzo, il tempo ti annuncia che la tua vita non ha senso, cioè il tempo è carico di morte. E il tempo carico di morte, come si chiama? Si chiama noia, il tedio che porta la gente al suicidio. Per questo la gente deve scappare da questo tempo che ti sta dicendo che la vita non ha senso. Cerca di scappare con le feste, con gli amici, con i divertimenti, andando a giocare a carte. Deve scappare, andare al cine. Deve scappare dal tempo.


Per questo, attenzione a una cosa che vi dico sul tempo. Quando stavate nel paganesimo, se qualcuno ti faceva aspettare mezzo minuto che ti affliggevano con la sua famiglia, il tempo non lo sopportavate. Nel Cammino puoi aspettare, puoi far tardi, diciamo così. Attenzione perché il tempo è cambiato cosmologicamente: non ci angustia più.

"Tessono la tela delle loro pallide ore, contano le loro monete, seduti nella polvere". Due cose ci sono al mondo fuori dal Regno di Dio: scappare dal tempo che ti porta alla morte  il denaro. "Contano le loro monete, seduti nella polvere". Il tempo è denaro. E l'uomo deve scappare dal tempo che porta alla morte con le vacanze e i divertimenti, simulando la festa.

È la liturgia che ci riscatta dal tempo della morte e ci introduce nel tempo escatologico, nel tempo eterno.

Bene, anche il demonio ha le sue liturgie, che sono le orge, il nightclub con le donne, con le prostitute. È una liturgia che cerca di imitare la Festa. Che dopo, siccome è un inganno, quello che va alla festa, all'orgia, al baccanale con le amichette, dove si beve, si fornica ecc., quando escono dalla festa stanno peggio di quando sono entrati, perché è stato un inganno e loro sono distrutti.

È una cosa terribile, che quelli che siamo stati nel mondo e siamo stati dei mascalzoni, lo sappiamo, lo conosciamo.

"Accovacciati nel loro angolo, tessono la tela delle loro pallide ore, contano le loro monete, seduti nella polvere, e mi chiamano indietro".


Mi chiamano -questi del mondo- perché non prosegua - Carmen aspettava due anni a Londra per andare missionaria in India, improvvisamente la chiamano a Barcellona, Non può proseguire.

"Però la mia spada è già forgiata" - Carmen aveva con sé una spada che era la Parola di Dio, che era la Teologia che aveva studiato"Già tengo pronta la mia armatura" - l'armatura che Dio le aveva dato era un anno intero di kenosi, di sofferenze, di essere giudicata in funzione della legge. Mi cacciano, non mi cacciano, cosa sarà della mia vita, dove andrò eccetera.

"Già il mio cavallo scalpita, io guadagnerò il mio regno". Questo lo ha mandato una ragazza perché, chiaro, quando lo mandò, dopo anni che Carmen se ne era andata, cacciata, e oggi è famosa per la sua congregazione.

Ho incontrato la Generale delle Missionarie di Cristo Gesù - la sua congregazione, che attualmente stanno nelle missioni, e mi ha detto: "Carmen l'abbiamo cacciata e lo Spirito Santo se ne è andato dalla Congregazione". Perché dopo ebbero una crisi profonda, senza vocazioni né nulla, e senza dubbio ciò che tiene tra le mani Carmen sono vocazioni eccetera.

Ha guadagnato un regno. Carmen, guadagnerai il Regno di Dio, così dice molto bene, guadagnerai, non conquisterai...perché Il Regno di Dio bisogna guadagnarlo.

Dice San Paolo che tutto considera spazzatura pur di guadagnare Cristo. Io devo considerare spazzatura la mia pittura pur di guadagnare Cristo. Le donne, il matrimonio, tutto, pur di guadagnare Cristo. Chi disprezza Cristo e preferisce un altro idolo finisce senza Cristo e senza nulla.»


Affresco in una parrocchia della Campania

91 commenti:

  1. Carmen ribadisce a più riprese di aver voluto "fare il Concilio", cioè portare innovazioni nella Chiesa. La sua idea di "missione", al pari di Kiko, è quella di vendere chiacchiere pseudocristiane a dei poveracci.

    Ha convertito alla sua idea di "Concilio" il giovane bigotto cursillista Kiko. Kiko si è vantato di aver inventato il Cammino aprendo la Bibbia a caso, ma Carmen lo corregge: il Cammino è un progetto di cambiamento della Chiesa, non un banale "movimento" o "associazione", Carmen intende proprio modificare la Chiesa, anche se parla di "rinnovare", parla in realtà di "innovare", portare innovazioni, portare qualcosa di nuovo per abolire ciò che le sembra vecchio (il vero "rinnovare" non censura mai il passato, non cancella mai la Tradizione, non altera mai il Magistero). Con la scusa del Concilio, fare i propri porci comodi.

    Non riesco a trovare nell'internet l'anno di nascita della Carmen. Prendendo alla lettera il suo raccontino, ho tre date: a 17 anni comincia a litigare col padre, a 21 abbandona gli studi di chimica per scapparsene a fare la missionaria a modo suo, e a fine agosto 1962 - otto anni dopo, presso le Missionarie, poco più di un mese prima della professione dei voti solenni - viene espulsa dalle suore e si riappacifica col padre. Dunque nella tarda estate del 1962 aveva 29 anni, per cui si direbbe che è nata nel 1933 (Kiko è del 1939).

    Otto anni incluso il pre-noviziato sono un periodo decisamente lungo per arrivare ai voti perpetui, e sono probabilmente indice del fatto che lei viveva a modo suo l'ubbidienza ("contro il Diritto Canonico", tentando di far scendere in campo a suo favore anche il vescovo, magari "oliato" dal padre di lei, ricco industriale); Carmen viveva certamente a modo suo la povertà (la cacciano via e va a studiare a Barcellona, viaggia in Israele, eccetera: c'è da pensare che si era sempre autoesentata dal voto di povertà grazie alla paghetta dei genitori, benché sceneggiasse la parte della povera verginella che s'imbarca su una nave di turchi per approdare nella super-controllatissima Israele).

    Notevole il fatto che lei si sia permessa di accusare di "ignoranza" la sua ex superiora, rea di non averne assecondato i capricci e di averle fatto notare che gli argomenti carmeniani erano solo eleganti chiacchiere.

    Per un lungo periodo - almeno fino alla fine del secolo scorso - Kiko l'ha vantata come "laureata in chimica", il che può essere vero qualora lei dopo l'espulsione dalle suore abbia ripreso a studiare, visto che afferma di aver piantato gli studi in chimica all'età di 21 anni. In un'epoca dove le rare donne laureate lo erano grazie ai molti soldi della propria famiglia, ed in cui gli esami universitari erano severissimi, abbandonare era o il riconoscimento della propria incapacità negli studi, oppure l'estremo capriccio della ribelle.

    Della sua "conversione" al "Concilio" (virgolette d'obbligo!) esistono almeno altre due versioni: quella in cui si rifiutò di andare in Bolivia perché preferiva darsi da fare tra i poveri dei baraccati di Madrid, e un'altra in cui aveva una diversa destinazione e ugualmente preferiva i baraccati. Queste due versioni più quella dell'India citata in questa pagina, sono tutte sufficienti per un'espulsione immediata dall'istituto di suore, visto che sono identici esempi di una plateale disubbidienza alle sue superiore (l'istituto delle Misioneras prevedeva i classici tre voti di povertà, castità e ubbidienza, e il quarto voto di missione - quest'ultimo venne poi abolito nel 1969, probabilmente per non imporre pesi eccessivi sulle spalle di suore anziane e malate).

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  2. La faccenda delle "aperture" rifiutate è evidentemente centrale riguardo alla sua espulsione dalle suore: durante l'anno di noviziato preferivi andare in missione dove piaceva a te (India o Madrid) anziché laddove l'Istituto ti inviava in ubbidienza (Bolivia o che altro). Più che vocazione alla missione, si direbbe turismo pseudoreligioso. "Aperture", in quegli anni di tumultuoso fermento conciliare, significava anzitutto rilassamento dei costumi (quanto all'abito, alla preghiera, ai digiuni, alle mortificazioni, ecc.): è ragionevole sospettare che le Misioneras, dopo aver ricevuto il decreto di lode dalla Santa Sede nel 1954 e nell'anno dell'approvazione definitiva (9 aprile 1962), abbiano detto chiaramente alle novelle rivoluzionarie: questo Istituto non è un Alpitour per furbette. Bisogna averla combinata proprio grossa per farsi bloccare la professione solenne programmata di lì ad appena trentatre giorni, quando ormai erano già stati invitati tutti i familiari, amici, parenti e conoscenti (la Carmen comunque aveva avuto tutti i possibili preavvisi, e quando ha tentato di tirar fuori l'asso dalla manica - cioè il vescovo - quest'ultimo era in... ferie).

    Per cui ci appare involontariamente comica l'espressione "cadi nel ridicolo" riferita all'essere cacciata via dalle suore. Se un ordine religioso è molto serio, esserne mandati via non è un disonore; se un ordine è molto rilassato, allora esserne mandati via è davvero ridicolo (pensate oggi, per esempio, se qualcuno si sentisse dire: "ma come, ti sei fatto cacciar via dai Comboniani? se perfino loro non ti vogliono, vuol dire che sei totalmente inadatto alla vita consacrata" - il riferimento a don Pezzi, ex comboniano cacciato via per disubbidienza, non è del tutto casuale).

    Molto comico è il racconto dei viaggi che il padre organizzava alla giovinetta Carmen per "spegnere" la sua vocazione. Un po' come quando i parenti di san Tommaso d'Aquino gli mandarono una prostituta seminuda per corromperlo - san Tommaso la scacciò via con un tizzone ardente, e poi chiese - ed ottenne - la grazia di non essere tentato nella carne, per potersi meglio dedicare al Signore. La Carmen invece ai viaggi ci andava eccome (la povertà può attendere).

    Non si può negare che spiritualmente la Carmen sia stata inguaiata dal gesuitismo biblicheggiante e casuistico; il colpo finale l'ha dato il Farnés, grazie al quale lei si è convinta di dover «entrare nel Concilio» (entrare a modo suo) piuttosto che nell'amore di Dio (e nell'ubbidienza alla Chiesa), e che questo suo «entrare» ha originato il Cammino (sottinteso: "sono io la burattinaia di Kiko"). Naturalmente anche la Carmen vanta visioni preternaturali (o "sogni fantasiosi": propenderei più per questo secondo caso, anche se lei parla come se si trattasse di vere visioni, le dà per assolutamente certe, le indica come il momento in cui è stata convinta).

    Ma il particolare più agghiacciante di tutta la storia è quella falsa devozione secondo cui «non ho mai saltato una Comunione». Eh, no, cara Carmen, la Comunione - se sei in stato di peccato mortale - va saltata, altrimenti mangi e bevi la tua condanna. Moltissime anime si dannano perché fanno una Comunione indegna (solo la Beatissima Vergine è sempre stata esente da ogni peccato, e solo pochissimi santi erano quasi sempre senza peccati mortali).

    Uno dei devastanti effetti delle Comunioni fatte in modo indegno è la perdita del senso del peccato. Ci si proclama peccatori, ma poi si banalizza (e si comincia ad evitare) il sacramento della riconciliazione. Ci si abitua a conservare dentro di sé i propri peccati, a non riconoscerli come tali, a trasformare la Comunione da sacramento a cerimoniale, cioè a pura apparenza. Si distribuiscono a pioggia quelle richieste "pregate per me" e poi contemporaneamente si procede spediti dritti verso l'inferno.

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    1. A rigor di logica, secondo anche il favor che va dato a chi non può rispondere ora e sulle cui parole possiamo impegnare il nostro tempo, la tua obiezione non é obiettiva. Fare le comunione ogni giorno é possibile, e raccomandata, e nel suo caso anche plausibile, perché frequentando ambienti ad alto contenuto di...clero, é facile che trovasse il modo di confessarsi, qualora fosse stata in peccato mortale. Se ha fatto sempre la comunione, avrà avuto la grazia di trovare all'occorrenza un prete. Un tempo, e, ripeto, con l'ambiente che frequentava, era molto facile, ora purtroppo i preti confessano solo previa ordinazione telefonica. Sigh, e pensare che in origine la riconciliazione era vissuto come un "secondo battesimo", ora invece é uno dei sacramenti più trascurati, da cui deriva il declino morale e la fede personalistica che molti dicono di avere.

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  3. agghiacciante!
    e questi disobbedienti ed anarchici sono quelli che ci imponevano l'obbedienza assoluta!
    aprite gli occhi neocatecumenali e salvatevi da questi bugiardi e presuntuosi

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  4. Kiko ha detto: "...in essa c'è l'intuizione che hanno i poeti. Io credo che l'India, tramite uno dei suoi poeti, ha dedicato a Carmen questa poesia".
    Ottimo. I poeti (che "creano") possiedono l'intuizione. Lui, che copia e incolla, ha l'ispirazione.

    Kiko: "Studiò in Inghilterra e conobbe il Cristianesimo, e stava enormemente impressionato". Questo è vero. Tagore scrisse di Gesù e tentò un sincretismo religioso tra cristianesimo e induismo, che trovò la sintesi in una sorta di panteismo. E non sono pochi - l'ho riferito nell'altro post - a considerare le sue poesie vicine ai Vangeli. Questo, però, discende essenzialmente dall'uso di simboli universali e dallo spirito pacifista e cosmopolita di Tagore.
    A me Tagore piace molto come poeta e, per l'appunto precedente - perché "lavorò" con simbolismi universali e naturali. Perché piace a Kiko? Semplice: perché Tagore come Kiko non amava la teologia, ritenendo l'arte - la poesia mistica, nel caso - più utile per "conoscere" Dio. E per la predisposizione al sincretismo, naturalmente.

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  5. @ Michela
    A questo punto, letto il sogno di Carmen, non si chiederà più: "E' nato prima l'uovo o la gallina?". Si domanderà: "Nel Cammino, è sorto prima il sogno o la kenosis?" :-)

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  6. Chiedo un parere a chi conosce e parla lo spagnolo. Ho letto il seguente paragrafo in una grammatica spagnola:
    «L’utilizzo del pronome personale in spagnolo non è molto diffuso. Normalmente il verbo indica chiaramente chi è il soggetto e in questi casi si tende ad omettere il pronome. Si utilizza quindi solo nel caso si voglia enfatizzare il soggetto o nel caso in cui il verbo non indichi chiaramente chi compie l’azione».
    In questa testimonianza di Carmen il pronome personale "yo" (io), ricorre 99 volte.

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  7. quando ero nel cammino non andavo alle convivenze di riporto per cui non avevo mai sentito questa interpretazione del canto. E difatti ho sempre pensato che si riferisse a Gesù Cristo e al suo Regno.
    Lino, sono inorridita: la kenosi assimilata alle aspettative frustrate di una ragazza ricca e viziata!

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  8. Michela detto: "ho sempre pensato che si riferisse a Gesù Cristo e al suo Regno"
    E non sbagliavi a pensarlo, è una interpretazione allegorica del tutto lecita, considerati i simboli: non uno solo è estraneo al symbolarium biblico. Questo perché i simboli biblici sono naturali e/o universali.
    La questione sta sul piano della lettera; è come nel Dolce Stil Novo, la lettera rinvia ad altro piano.

    Sulla kenosi, davvero c'è da piangere. E sorge il sospetto che davvero Kiko sia stato soltanto l'uomo da palcoscenico, l'interprete dei "sogni fantastici" di Carmen.

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  9. Di tutto il racconto la cosa più brutta è quel Carmen l'abbiamo cacciata e lo Spirito Santo se ne è andato dalla Congregazione". Le implicazioni di questa affermazione sono spaventose. E fanno schifo.

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  10. Caro sandavi, di affermazioni sconvolgenti ce ne sta più di una. Volevo evitarlo, ma questa dello Spirito Santo che se ne va dalla Congregazione davvero è troppo.
    Bene, anzi male. Sul foglietto della Messa di oggi c'è una preghiera di san Gregario di Narek, in cui c'è scritto: "Signore... non anneghi ma salvi".
    Il sogno di Carmen - ammesso che sia stato vero e non fabbricato sulla scorta della discesa nel peccato in un discorso di Kiko - è davvero inquietante: "Però il 'tu seguimi' risulta essere che si apre una finestra e che devo buttarmi". Cristo che invita a buttarsi giù!
    I simboli di Tagore nella Bibbia ci sono tutti, come poesia la lirica è apprezzabile ma... questo dell'invito a buttarsi giù per essere poi salvata di Carmen, dove lo ritrovo nei Vangeli?
    Purtroppo si ritrova: davvero inquietante.

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  11. Non ci avevo pensato e effettivamente è terrificante. Gettati giù! Ai suoi angeli darà ordini...

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  12. @Tripudio ha detto:
    "Dunque nella tarda estate del 1962 aveva 29 anni, per cui si direbbe che è nata nel 1933 (Kiko è del 1939)."
    ---
    Proprio perché l'età di Carmen, è sempre stata piuttosto incerta, mi ha sempre incuriosito il problema: ho sempre collocato la sua nascita, secondo me, con buona approssimazione, intorno al 1928/29, diciamo che nelle foto delle "palomeras" di Madrid 1964/65, considerando anche il fatto che all'epoca le donne, "invecchiavano precocemente", sicuramente aveva non meno di trentacinque anni; quindi attualmente non ne avrebbe meno di 86/87, ed il fatto è confermato, in quanto da circa cinque sei anni, non sta affatto bene in arnese.

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  13. La data di nascita della Carmen: il più protetto arcano del neocatecumenalismo...

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  14. sandavi ha detto...
    Non ci avevo pensato e effettivamente è terrificante. Gettati giù! Ai suoi angeli darà ordini...


    neanche io ci avevo pensato, ma l'ho riletto due volte ricavandone un'immagine inquietante, la stessa che vedo quando qualcuno racconta di esperienze estreme di meditazione con abissi neri e voglia di precipitare.
    E mi sono chiesta se si può descrivere la fede come un 'buttarsi da una finestra', lo spavento di cadere nel vuoto per poi essere salvata nell'allegria dell' ascensione.
    Da una che dice di aver letto S.Teresa non mi aspetto l'uso di questo linguaggio.

    Ogni tanto riemerge questo lato oscuro del cammino,

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  15. CARMEN HERNANDEZ DANZANDO https://www.facebook.com/camino.neocatecumenal.104?fref=photo guardate questo video del gruppo su fb Hermano Del Camino Neocatecumenal

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  16. @by Tripudio ha detto...
    "La data di nascita della Carmen: il più protetto arcano del neocatecumenalismo..."
    ---
    Vero, a quando la "dormizione" con la conseguente "assunzione"?...

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  17. Secondo Google sarebbe nata nel 1936

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  18. Dal vangelo secondo la sora Carmen , nel post attuale:
    "E il Signore, attraverso una visione o un sogno fantasioso, come volete chiamarlo, mi manda come un'apparizione e mi dice "tu seguimi". Però il "tu seguimi" risulta essere che si apre una finestra e che devo buttarmi. Sono spaventata. E Gesù Cristo "Seguimi": e va bene ti seguo. Esco da questa finestra e comincia una caduta verso il basso come senza paracadute e cioè cadi, vai a terra con una velocità tale da sfracellarti."

    Dal Vangelo secondo Matteo:
    "Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede». » (Matteo 4,5-6)


    Dall'altro vangelo secondo la benedetta. sora Carmen: "Una delle grazie più forti che ho avuto è stata a Ein Karem: io pensavo di fondare, con alcune amiche, un’associazione nuova, un movimento, ma ho sentito dalla Madonna "No … è la Chiesa: Benedetta tu fra le donne, sarà la Chiesa"."

    Dal Vangelo secondo Luca:
    "ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne" (Lc 1,42a)

    Inutile chiedersi da che parte guarda la Curia. La sora Carmen ha tirato fuori la storiella della benedetta tu davanti al Pontificio consiglio per i laici!
    E tutti zitti di fronte a una simile follia.

    Chi accidenti hanno dietro a manovrarli, nell'ombra, 'sti due?

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  19. @ Michela ha detto: "Da una che dice di aver letto S.Teresa non mi aspetto l'uso di questo linguaggio"

    Santa Teresa d'Avila, dice di aver letto?

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  20. @ Anonimo l'apostata ha detto...Chi accidenti hanno dietro a manovrarli, nell'ombra, 'sti due? FORSE NIENTE NIENTE AVRANNO DIO DIETRO?

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  21. Non esattamente il Dio dei cristiani.

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  22. @ Anonimo ha detto...
    Secondo Google sarebbe nata nel 1936
    ---
    Vero; ho la mia sorella maggiore, che è del 9 marzo 1936, 80 anni da qualche giorno, se la vedi, sembra la nipote di Carmen!....

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  23. Cristo non si è fatto crocifiggere per salvare gli uomini dalla guerra, dalla povertà, dall’invidia, dal matrimonio andato male, dalla tristezza. Lo ha fatto per salvarli dalla dannazione eterna. E i sacramenti sono il mezzo per uscire da questa terribile malattia.

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  24. a Lino, dal post iniziale

    E Barcellona fu molto importante per me, perché lì tutto l’entusiasmo che avevo in me per Cristo e Cristo Crocifisso – che me ne andavo in bicicletta con il libro di Santa Teresa e con quello di San Giovanni della Croce quando ero ragazzina – il Signore mi ha fatto atterrare lì a Barcellona per partecipare autenticamente alla Passione di Gesù Cristo.

    anche San Giovanni della Croce!
    ma evidentemente letture da adolescente, superate dalla successiva assimilazione direttamente a Gesù cristo

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  25. Tu ci vedi Dio non perché sia la verità ma perché sei abituato a quel linguaggio e lo associ a Dio, perché così ti hanno detto.

    Il racconto è penso tipicamente modernista, pieno di frasi ambigue mischiate a errori e frasi cattoliche. Così ê impossibile capire le reali intenzioni e pensiero di chi parla.

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  26. @ anonimo 13 marzo 2016 20:31 ha detto: "FORSE NIENTE NIENTE AVRANNO DIO DIETRO?"

    Carmen disse: "E cioè entrare in un'Ascensione immensa di allegria che non ha nessun paragone con nessun piacere sessuale, qualcosa che sa di eternità, che è entrare in Dio, nell'eternità. Qualcosa che l'unica cosa che io potevo dire era "Basta, Signore, basta!".
    A parte il linguaggio, forse niente niente si sono ubriacati con l'arte?

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  27. Lino, secondo me no perchè qui il problema è proprio il linguaggio che non descrive un'estasi. Non mi fa problema il riferimento al piacere sessuale perchè obiettivamente è difficile descrivere un'esperienza mistica.
    Mi fa problema il riferimento all'allegria che non ha nulla a che vedere con la mistica.
    "Entrare in Dio"? come nelle religioni orientali?
    Noi siamo cattolici, i nostri mistici ci insegnano l'incontro con Dio, che in modo misterioso non resta mai disgiunto dalla sofferenza.
    Altro che allegria! per quella basta il vino.

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  28. Anonimo Anonimo ha detto...
    hai scritto:
    FORSE NIENTE NIENTE AVRANNO DIO DIETRO?

    Perbacco! Benedetto tu fra gli anonimi, hai avuto anche tu una visione come la sora Carmen? In che bar è successo?


    Sull'ascensione della sora Carmen.

    E' accaduta davvero, non ha mentito. La storia.

    Bisogna risalire indietro nel tempo, a quando la sora Carmen -oggi stagionata- era nel pieno della maturità.

    L'ascensione della sora Carmen e i fratelli Montgolfier sono strettamente connessi.

    I fratelli Montgolfier sono gli inventori della mongolfiera, ovvero del pallone ad aria calda. All'epoca la sora Carmen era già una matura e disobbediente novizia delle Pie Madri Recalcitranti.

    Un giorno, anziché recarsi al convento per gli esercizi spirituali, come suo solito disobbedì alla Madre Superiora raccontando che una celeste apparizione le aveva ordinato di andare in itineranza in campagna a fare una bella passeggiata, convertendo tutti quelli che avrebbe incontrato: contadini, pastori, vaccari, mucche, pecore, capre, zucche e anche qualche cavolo.

    Purtroppo, come sempre, non convertì nessuno, poiché tutti quelli che la incontravano, uomini, bestie e anche ortaggi, al solo vederla cambiavano strada.

    Ma quel giorno la sora Carmen incappò nei due fratelli che, immersi nei loro pensieri, non l'avevano vista arrivare.
    Sulle prime, trovatasela davanti, rimasero atterriti. Poi però, superato lo smarrimento, ebbero una folgorazione ed esclamarono: "Benedetta tu fra i palloni gonfiati"! Così concepirono il progetto della mongolfiera, ovvero del pallone ad aria calda.

    La sora Carmen pretese di fare per prima un giro sul pallone: aveva capito che era l'unico modo per poter fare "l'ascensione"!

    Perciò non mente quando dice: "...Sapete che sono molto devota dell'Ascensione perché ho vissuto - fuori o dentro la mia carne, non lo so, diceva San Paolo - ciò che è l'Ascensione. E cioè entrare in un'Ascensione immensa di allegria che non ha nessun paragone con nessun piacere sessuale..."

    L'ascensione l'ha fatta, San Paolo lo ha visto mentre era in volo causa altitudine, l'allegria era sincera perché è scesa sana e salva.

    L'unico dubbio che ancora circola è il paragone che fa con il piacere sessuale, anzi con "nessun piacere sessuale".

    Vuoi vedere che ha fatto approfondite ricerche in materia di cui non parla per santa umiltà?

    Chi li capisce i santi, a volte, specialmente se benedetti fra le donne.


    Piccolo quiz.

    Cosa hanno in comune Sankiko, padre Mario il muto e la sora Carmen?

    La disobbedienza! Sankiko disobbedisce a Chiesa e Papa da una vita, il muto si è fatto cacciare dai Comboniani e la sora Carmen dalle suore.

    Perciò la radice del cammino è la disobbedienza.

    Ecco perché i camminanti devono obbedire, eseguire e non discutere; ecco perché la liturkikia è intoccabile; ecco perché ai kikatekisti si deve obbedienza assoluta.

    Viva la logica.

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  29. Infatti, Michela, sono d'accordo con te, anzi direi che è impossibile descrivere un'estasi - così come sarebbe impossibile spiegare a una persona che non si sia mai scottata con il fuoco la relativa sensazione - se non con l'espressione "esperienza di gioia indefinibile". A me ha dato fastidio perché mi è parsa un descrizione da estasi dionisiaca, da baccante (a proposito di vino).
    Per il resto, hai ragione: "entrare in Dio" è davvero da misticismo orientale.

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  30. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  31. Con tutto l'orrore e la repulsione che mi fa il cammino e pur comprendendo i travisamenti (eufemismo) spirituali degli iniziatori, vi dico che Carmen ha un'anima e più prima che poi (data l'età che avete sottolineato) dovrà presentarsi davanti al Trono dell'Altissimo. Direi che una buona dose di Ave Marie sarebbe più adatta rispetto a queste battute. In fondo state fotografando un dramma di decenni. Ma ugualmente ritengo più caritatevole la preghiera.
    Chi doveva essere messo in guardia lo è stato abbondantemente. E questa, insieme alla preghiera, alle denunce e alle testimonianze, è la nostra dose di "riparazione".
    Ma adesso, oremus. Miserere per Carmen.

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  32. OT

    Sul sito di TV2000 è uscita questa notizia: "Tv2000, in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano, trasmetterà venerdì 18 marzo alle 11.30 l'udienza di Papa Francesco ai neocatecumenali."
    Io e mio marito la vedremo in diretta sicuramente, e speriamo che questa volta il Papa riprenda i rimproveri (le tre famose "tirate d'orecchio") al Cammino del 1 febbraio 2014.
    Luisa

    fine OT

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  33. Devozione.

    Secondo la sora Carmen:
    "...Mi ricordo dai Sacramentini, quando non mi davano il tempo di partecipare alla Messa, mi comunicavo e scappavo via come una palla..."


    Secondo la Chiesa: il ringraziamento:
    "L'unione con Cristo, a cui il sacramento stesso è ordinato, si deve estendere e prolungare a tutta la vita cristiana, in modo che i fedeli, contemplando ininterrottamente nella fede il dono ricevuto, sotto la guida dello Spirito Santo, trascorrano la vita di ogni giorno in rendimento di grazie, e producano frutti più abbondanti di carità.
    E perché permangano più facilmente in questo rendimento di grazie, che in modo eminente è innalzato a Dio nella Messa, si raccomanda a coloro che si sono accostati alla santa comunione, di sostare per qualche tempo in preghiera"..

    (Cfr S. CONGR. DEI RITI, Istr. Euc. Mysterium, n. 38: A.A.S. 59 (1967), p. 562.)

    Insomma, il fast-food eucaristico, che poi è sfociato nel girotondo finale.

    Ringraziamento? E che è?

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  34. Qui c'è gente che parla con Dio e che a nome di Dio e dello Spirito Santo vorrebbe imporre il proprio pensiero agli altri.

    PS apostata di cosa ti stupisci, il Pontificio consiglio per i laici sarà l'ennesimo inutile aggregato della chiesa cattolica. Queste istituzioni non servono a nulla se non a giustificare lauti stipendi a vescovi teologi e cardinali sempre più lontani dalla gente ed evanescenti nelle loro vane dissertazioni.

    Carlo.

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  35. Non serve tirar fuori un implausibile spiegone (come quello delle 00:03) per tentare di giustificare le ingiustificabili magagne del neocatecumenalismo.

    Sì, è vero che la Comunione quotidiana è possibile - ma come già spiegato nei commenti iniziali di questa stessa, pagina, non era questo l'argomento presentato dalla Carmen.

    Nel Cammino il Sacramento della riconciliazione è stato svilito per più di cinquant'anni (e questo è un fatto indiscutibile), e nel frattempo è stato messo ossessivamente l'accento sul comunicarsi sempre perché la Comunione è stata trasformata in uno snack che simboleggia l'unità della comunità (si pensi ad esempio anche al fatto che è oggettivamente difficile, se non impossibile, evitare di fare la Comunione nelle celebrazioni neocatecumenali).

    Il demonio (quello vero) ha ispirato la prassi neocatecumenale di trasformare quei due sacramenti da gesti personali, liberi, volontari, intimamente vissuti... in gesti comunitari, automatici, programmati, pubblicamente sceneggiati. Così anche i neocatecumenali che ancora non hanno perso il senso del peccato, si vergognano di non fare la Comunione (che si fa? scatta il segnale e stai lì senza la tua porzione da mangiare?); si vergognano di cercarsi un buon confessore (meglio aspettare la penitenziale comunitaria NC)... tutto questo perché il Cammino commette deliberatamente l'errore di far accostare - fin dalla prima convivenza delle cosiddette "catechesi iniziali" - far accostare alla Comunione tutti ma proprio tutti, senza riportare il vero insegnamento della Chiesa sulla necessità e sui benefici del Sacramento della riconciliazione.

    Le cosiddette "catechesi" del Cammino sono un cumulo di putrido ciarpame pseudoteologico (in cui gli ignoranti insegnano e i disubbidienti comandano), che si affanna a strombazzare bizzarrie sull'Antico Testamento, a disprezzare la Chiesa preconciliare, a nominare invano il tre volte santo nome di Nostro Signore, e a dimenticare deliberatamente di chiarire lo scopo e la necessità dei sacramenti. E dimentica proprio perché intende cambiarne il significato e lo scopo.

    Coloro che hanno inventato tutto questo hanno rovinato tantissime anime. La speranza di un miracolo (cioè di una sincera conversione dell'ultimissimo minuto, poiché non può essere tua una salvezza che tu rifiuti da tutta la vita) non può bastare a farci dimenticare che Dio è anche infinita Giustizia.

    Da oltre mezzo secolo Kiko e Carmen si son preparati un perfetto posto nel profondo dell'inferno, dove si ritroveranno circondati dai loro complici (alcuni dei quali li hanno già preceduti lì): la cosa non ci dà alcuna gioia, ma finché sono ancora vivi fa bene ricordarlo. Venerdì 18 vedremo il solito neocatecumenal-show ipocrita davanti al Papa e ripenseremo a tutte le anime devastate dal Cammino (oltre che a tutti i rimproveri che il Cammino ha ricevuto da Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco, mai annullati né rettificati).

    Ora ci manca solo il solito fratello PasqualonJeffSaverioJack che accorre qui a dire che lui fin dalle cosiddette "catechesi iniziali" si confessava diciotto volte a settimana e che tutta la sua comunità è perennemente in stato di grazia.

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    1. L'ironia caustica del sempre festante Tripudio ormai é proverbiale, e la respingo. Io frequento, oltre al Cammino, anche vari ambienti ecclesiali, quali l'azione cattolica e commissioni diocesane, e penso che nel cammino sia concessa una bella opportunità, specie per chi era lontano dalla Chiesa, di riscoprire il peccato, escluso dalla società di oggi, la riconciliazione e i sacramenti. Concordo quando dici che la modalità di distribuzione può spingere i giovani a non evitare di accostarsi alla comunione se in peccato mortale, ma questo é imputabile anche alla indole giovanile. É capitato anche a me, e ignoravo che fosse peccato (e quindi mancando la piena avvertenza non era mortale), e da quando ho approfondito la dottrina cristiana grazie a padre Angelo, semplicemente non mi accosto, e recito l'atto di dolore. Il cammino offre la dimensione comunitaria, un percorso di conversione, i sacramenti, delle ottime intuizioni dello spirito santo, che inevitabilmente però non potranno andare bene a tutti. La sana dottrina, se posta a fondamento, e la disciplina dei sacramenti non può che rendere migliore questa iniziazione cristiana.

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  36. Luisa a parte quelli che dite rimproveri mi sembra che per la stragrande maggioranza il Papa abbia fatto solo elogi o sbaglio? Siete ridicoli e attaccabrighe e non capite che le opere dello Spirito Santo 4/5 esaltati non le scalfiscono. Jack

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    1. @Jack oggi 09:36
      Non è che "noi", diciamo che il Papa il 1°febbraio 2014,vi abbia fatto tre chiarissimi rimproveri, lo dice chiaramente la lingua ialiana, nella quale il Papa, nell'occasione si è espresso.
      L'anno scorso invece vi ha elogiato; l'elogio non cancella assolutamente, i rimproveri pregressi.
      Il Papa, ha quindi usato con voi "la carota e il bastone", come si usa fare con i somari, naturalmente...
      ---

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  37. IL PAPA FA IL GIROTONDO NEO CATECUMENALE !!!!

    800-800x500.jpg

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  38. @ Maria Guarini

    Sulle preghiere siamo tutti d'accordo.

    Però denunce, sfoghi e testimonianze non bastano a svegliare certi soggetti

    A volte aiutano anche le "battute", come dici tu.

    Se c'è una cosa che i tiranni temono è il ridicolo. A volte per farli apparire per quel che sono uno sberleffo vale più di cento discorsi.

    Prendi Sankiko e la sua quarantennale menzogna di parlare per ispirazione divina. Puoi contestargli punto per punto le cento eresie che ripete, e va benissimo.
    Ma aggiungi anche cinque minuti di sbobinamento letterale di quel che ha detto, e la menzogna diventerà evidente anche ai suoi aficionados.

    Insomma, tutto serve per svegliare i neocat. C'è chi capisce meglio un approfondimento, chi un parallelo con il Catechismo, chi una testimonianza, e chi uno sberleffo che mostri che "il re è nudo".
    A differenza del cosiddetto cammino, nel quale vige il monopensiero, qui sappiamo che siamo tutti diversi, con sensibilità differenti.

    Poi, sulla preghiera, qui siamo tutti d'accordo. Non mi pare che, a differenza di certi neocat duri e puri, questo blog trasudi odio.

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  39. @ Jack e al suo demonio muto

    Precisazione.

    "...Siete ridicoli e attaccabrighe e non capite che le opere dello Spirito Santo 4/5 esaltati non le scalfiscono".

    Gentili Jack e annesso demonio, vi faccio presente che i vertici del cosiddetto cammino non sono "4/5 esaltati" bensì 3: Sankiko, la sora Carmen e don Pezzi il muto.

    Quanto al fatto che detti esaltati "le opere dello Spirito Santo ... non le scalfiscono" sono pienamente d'accordo.

    E' palese che i 3 non hanno mai avuto nulla a che fare con lo Spirito Santo, nonostante le consuete menzogne (cfr. la sora Carmen sulla torre a Pechino "chiama lo Spirito Santo" ed ecco la colomba bianca! Sankiko "io parlo sempre come il Signore mi ispira" e ancora la sora Carmen e Sankiko "Ho incontrato la Generale delle Missionarie di Cristo Gesù - la sua congregazione, che attualmente stanno nelle missioni, e mi ha detto: "Carmen l'abbiamo cacciata e lo Spirito Santo se ne è andato dalla Congregazione". Perché dopo ebbero una crisi profonda, senza vocazioni né nulla, e senza dubbio ciò che tiene tra le mani Carmen sono vocazioni eccetera").

    Cordialità ad entrambi.

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  40. @ Anonimo

    "...riscoprire il peccato ... La sana dottrina, se posta a fondamento..."

    Ma di che parli? Non sai che queste sciocchezze le raccontano solo i pretonzoli e la derelitta Chiesa Cattolica, cioè che il peccato è un atto volontario, dato il libero arbitrio?

    Per fortuna è arrivato Sankiko pasticcione, che ha categoricamente stabilito che l'uomo è schiavo del demonio, il maligno è il suo signore, e non può non fare il male.

    Chi ti credi di essere, specie di faraone, per contraddirlo?

    Rifletti, se sei schiavo non hai volontà, quindi dei tuoi peccati non sei responsabile dato che puoi fare solo il male.
    Per questo si fanno le penitenziali, per chiedere perdono dei peccati che non hai commesso volontariamente.

    Ti è chiara ora la dottrina del signor trettre dottor (h.c.) confessor Arguello?

    "...delle ottime intuizioni dello spirito santo, che inevitabilmente però non potranno andare bene a tutti..."

    Ti invito altresì a non utilizzare le massime di Sankiko, sacrilego.
    Il nostro fece sua la pubblicità di un noto alcolico: "Per molti ma non per tutti" di cui era solito servirsi nei bar delle apparizioni.
    Gli piacque per il senso di esclusività, di qui che "il cammino non è per tutti" e via blaterando.

    Va', fatti un bel girotondo e non pensarci più.

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  41. L'ironia caustica di Nostro Signore è sempre stata proverbiale - «secondo voi è più facile dire ad un uomo "ti sono rimessi i tuoi peccati", oppure "alzati e cammina"?».

    Il sottoscritto, nel suo piccolo, si è perciò accorto che vale più una battuta ironica che mille discorsi teologici, e che chi compie le opere del Padre della Menzogna detesta dal profondo del cuore l'ironia.

    Il commento delle 10:39 (che conferma la mia profezia che ho scritto alle 9:33) si può riassumere così:
    - chi fa ironia sul Cammino ha automaticamente torto
    - il Cammino fa riscoprire i sacramenti che la Chiesa ha nascosto
    - oggi c'è l'«indole giovanile» che per venti secoli era stata assente
    - il Cammino offre la dimensione comunitaria che la Chiesa ha proibito
    - il Cammino offre un percorso di conversione che la Chiesa ha negato
    - il Cammino offre i sacramenti che la Chiesa ha smesso di amministrare
    - il Cammino offre ottime intuizioni dello Spirito che la Chiesa non possiede
    - il Cammino non è per tutti ma solo per coloro che possono pagare la Decima
    - la sana dottrina può migliorare il Cammino, che finora però non ha avuto mai bisogno di migliorare.

    Ecco dunque il frutto centrale del Cammino: imparare a prendere in giro sé stessi e gli altri, fingendosi cattolici proprio mentre si tengono ben lontani i tesori spirituali della Chiesa Cattolica: «il Cammino può migliorare...» ma stranamente da 52 anni non "migliora" mai.

    Sarebbe divertente interrogare tutte le superiore delle Misioneras dal 1962 in poi per chiedere loro se hanno mai detto una panzana del genere e fotografarne i volti stupiti e amareggiati.

    Stupore che peraltro non è nostro: Kiko ci ha già abituati a simili menzogne - per esempio quando fece circolare la voce che padre Enrico Zoffoli a giugno 1996 in punto di morte gli avrebbe chiesto scusa... e in realtà, grazie a testimoni oculari lì presenti, sappiamo che a chiedere scusa (ipocritamente e con un trucchetto per mentire) fu invece Don Kikolone.

    Don Bosco, che ha fatto un bene incalcolabile alla Chiesa, nell'ultimo periodo della sua vita temeva sinceramente per la propria anima e chiedeva di pregare per lui. Un vero gigante della fede, instancabile nelle opere di Dio, sentiva ancora il bisogno di essere sostenuto con la preghiera.

    La salvezza della propria anima è una faccenda seria. Ma ai neocatekikos interessa solo portare avanti il loro spettacolino autogestito.

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  42. @ by Tripudio

    Che ti puoi aspettare dai seguaci duri e puri di uno che ha distribuito il proprio santino (!) scrivendoci sopra "il Messia presente in noi".

    E la Curia tace.

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  43. Condivido la pietà e l'invito alla preghiera per Carmen.
    Vorrei poter astrarre dalla persona, dal suo rapporto con Dio e dalla sua vicenda umana e spirituale che non possiamo giudicare, né dobbiamo farlo, la figura dell'iniziatrice del cammino. In fondo, è stata lei a voler personalizzare, affermando che il cammino nasce dalla propria esperienza spirituale vissuta a Barcellona.
    Ebbene, si aderisce al cammino principalmente sulla affermazione degli iniziatori che esso sia un frutto del Concilio (Carmen dice che esso "È" il Concilio), ispirato dal Signore e dalla Madonna. Non si approfondiscono mai però nel cammino i documenti conciliari, viene perciò il dubbio che questo concilio tanto sbandierato corrisponda solo alle teorie di alcuni teologi riformatori. Le stesse che, in quei "tempi conciliari", aveva indotto Carmen a svalutare San Giuseppe e la Sacra Famiglia.
    È importante allora capire, basandosi sulle stesse parole degli iniziatori, come si sia formata e manifestata questa ispirazione, e quanto possa essere considerata valida e proponibile, quanto invece sia frutto di percezione personale, alla quale si attribuisce un valore di volontà divina (Carmen lo afferma con decisione: Dio stesso le avrebbe detto che il cammino doveva essere "la Chiesa" -benedetta tu fra le donne- e non un movimento qualsiasi).
    Soprattutto siamo obbligati a dare un giudizio sulle visioni degli iniziatori, se è in base a queste che vengono sollecitati a scelte vocazionali ragazzi molto giovani.
    Ho letto ieri una 'testimonianza' di un ragazzo neocatecumenale che, spinto dai canti delle convivenze di inizio corso (a loro volta, come sappiamo viene detto, ispirati direttamente da Dio) ha fatto diverse scelte di vita: ha lasciato la fidanzata ed è andato alla Domus a causa di un canto, un altro l'ha fatto sentire amato per quel che era e l'ha fatto allontanare per anni dedicandosi ad altro, un altro canto infine l'ha convinto al matrimonio e alla scelta di farsi una famiglia quando neppure aveva una candidata a disposizione.
    Insomma, ha fatto delle scelte eterodirette, fondando la propria vita sulle visioni altrui.
    Per questo motivo, nonostante dispiaccia sentenziare sulla vita e le scelte di altri, quando queste diventano esemplari e paradigmatiche non è possibile non farlo.

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  44. Sempre@Jack oggi 09:36
    Per quanto riguarda gli "esaltati", senti tu da che pulpito viene la predica!
    Fai parte di una congrega di fanatici, e cosequenzialmente esaltati, di 1.000.000(*)nel mondo, fortunatamente in calo di
    200.000 unità rispetto al 2012.

    (*)fonte Wikipedia Spagna.
    ---

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  45. Concordo quando dici che la modalità di distribuzione può spingere i giovani a non evitare di accostarsi alla comunione se in peccato mortale, ma questo é imputabile anche alla indole giovanile

    Questa affermazione è di una idiozia imbarazzante.

    A) Cosa c'entra "l'indole giovanile" col non capire che non si può prendere la Comunione in peccato mortale? Il Catechismo della Chiesa Cattolica fa questa distinzione giovani-adulti?

    B) Nel cammino in decenni, da quando ero piccolo, da quando ho celebrato "l'accoglienza" in comunità che si tiene in pompa magna dopo la Prima Comunione, nessuno e ripeto nessuno mi ha mai raccomandato di assicurarmi la Confessione prima della Comunione, non l'ho mai insegnato (e mi rammarico da morire!) alle decine e decine di bambini che hanno fatto il percorso della Prima Comunione con me e mia moglie, né mai mi è stato ripetuto nei miei "anni giovanili" del Cammino, in nessuna catechesi, né a me né ad alcuno dei miei fratelli di comunità. Quando alla fine della Convivenza iniziale del Cammino si tiene un incontro per spiegare il prosieguo del cammino stesso, non si dice assolutamente che prima di accostarsi alla Comunione è necessario premettere la Confessione e chiunque dica il contrario è bugiardo e mentitore.

    C) Lo stesso Kiko e la stessa Carmen proprio nella convivenza iniziale parlano di "cena a cui si va per mangiare" e di chiesa primitiva nella quale era impensabile che uno non si comunicasse. Se pure fosse (e dove sono le prove, se già Sant'Agostino ammoniva i suoi fedeli in tal senso?) oggi la Chiesa PRETENDE diversamente. Kiko invece afferma, e lo mette per iscritto, che ai neocat dei primi due anni "non si chiede niente" nemmeno sulla propria vita, situazione e condizione. Dato che il cammino come dite voi si rivolge ai lontani è una cosa assurda non chiedere se sono in condizioni di accostarsi alla Santa Comunione già dal Sabato successivo alla convivenza!

    D) Al contrario si insegna ai bambini la serietà della confessione: giusto i miei figli mi hanno chiesto domenica scorsa come mai non prendessi l'Ostia e ho colto l'occasione per raccomandare loro di non essere superficiali con l'Eucarestia.

    Sarebbe bellissimo prendere il corpo di Cristo quotidianamente, tuttavia la Chiesa raccomanda la partecipazione tutti i giorni, la richiede nella Domenica e nelle feste, e richiede la Comunione solo una volta l'anno, almeno a Pasqua.
    Voi pensate di aggiungere serietà all'Eucarestia con i vostri gesti aggiuntivi, le vostre pratiche aggiuntive, mentre invece dimenticate l'aspetto più importante.
    E' proprio vero che siete come i farisei: pulite l'esterno, ma l'interno resta sporco.

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  46. p.s. La stessa modalità di distribuzione dell'Eucarestia nega totalmente che si possa rifiutare il Corpo del Signore: ci si alza in piedi per riceverlo, quindi quando passa si rimane seduti e si deve fare un gesto perché il "cerimoniere liturgico" non si fermi davanti a te. Rifiutare il pane e quindi essere esclusi dal "gesto comunitario" è di fatto imbarazzante come ha notato bene Tripudio, per due motivi:
    - ci si trova in una assemblea circolare, nella quale praticamente i tre quarti dei presenti possono facilmente vedere che non ti sei alzato (è ben diverso quando sei in una assemblea in cui tutti guardano il Sacerdote e l'altare)
    - al momento della comunione tutti insieme portano il pane alla bocca tranne il poveraccio che ha voluto rispettare le indicazioni della Chiesa.
    Risultato: mai visto rifiutare il corpo di Cristo, ad eccezione di peccatori pubblici, tipo gente divorziata-risposata.
    All'inizio della celebrazione si contano i presenti, in modo da spezzare il pane in un numero sufficiente di parti tale che tutti possano essere serviti: se per dire un terzo dell'assemblea rifiutasse di comunicarsi (immaginiamo un'assemblea di 60 persone, quindi 20 pezzi avanzati) ci si troverebbe nell'imbarazzante situazione di avere un terzo del pane ancora nel piatto, e, non potendo conservarlo, doverlo distribuire fra i presenti finché non termina, quindi 20 persone avrebbero il doppio della "razione".

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  47. Resta da capire come mai delle «ottime intuizioni dello Spirito» non possono andare bene a tutti: come mai tale "Spirito" sbaglia ogni volta che c'è qualcuno che scopre le magagne del Cammino?

    Quanto al "riscoprire il peccato", basterebbe assistere a qualche "scrutinio" o a qualche confessione pubblica.

    Oppure nelle "sessioni in autobus" durante qualche evento come la GMG, dove l'«indole giovanile» s'inventa "peccati" e "croci" per passare la patata bollente al prossimo malcapitato (e i cosiddetti "catechisti" che magari si concentrano sulla bruttezza di qualcuno per dirgli che non è adatto al matrimonio, col sottinteso che si dovrà "alzare" davanti a Kiko).

    Non prendetevela con il sottoscritto, che è un emerito signor nessuno che preferirebbe occuparsi di altri argomenti di fede cattolica piuttosto che collaborare a tenere in piedi questo blog. Ma finché il neocatecumenalismo continuerà a rovinare anime, il tacere sarà complicità.

    Il neocatecumenalismo è marcio fin dalle sue fondamenta, e perciò ha bisogno di ingannare, di mentire, di essere ipocrita perfino davanti a Dio. Cioè ha bisogno di imbiancare sé stesso, sepolcro pieno di ogni marciume ma perfettamente imbiancato.

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  48. Una volta, in un incontro tanti anni fa, uscì fuori in un discorso tra catechisti quando nacque Carmen; mi ricordo che era nata negli anni '30; più grande ma quasi coetanea di alcuni anni con Kiko (nato nel '39), il 1936 di internet è una data plausibile, anche se non ne sono certo.

    Escludo che fosse degli anni '20 nella maniera più categorica.

    Comunque, che "sufrimineto" leggere questo post scritto dalla Carmen!

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  49. p.p.s. Dimenticavo di dire che se una persona volesse, come è richiesto dalla Chiesa, inginocchiarsi durante la consacrazione o, come è raccomandato dal Santo Padre Benedetto e dalla Chiesa, inginocchiarsi e prendere il Corpo di Cristo direttamente in bocca, non potrebbe, perché le assemblee neocat non lo permettono. E poi il Jack viene qui a fare l'esaltato.

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  50. Alcune espressioni del demonio venute fuori durante gli esorcismi ad Anneliese nei primi anni Settanta:

    - “L’altare rivolto al popolo... lo abbiamo fatto noi!”

    - “Bisogna stare in piedi a fare la Comunione! ...Io faccio di tutto perché nessuno stia in ginocchio!”

    - “Le nuove riforme (conciliari) ci piacciono moltissimo! Siamo felicissimi dei cambiamenti!”

    - “Quello di dare in mano la comunione l’ho portata a termine io!”

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  51. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  52. Personalmente mi stavo facendo una domanda: ma nel Cammino, esistono donne Catechiste?
    Facendo eccezione per Carmen, naturalmente, che è unica ed irripetibile!
    Di solito infatti, vedo parlare dall'ambone NC, sempre e comunque uomini.
    ---

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  53. @sandavi ha detto...
    p.p.s. Dimenticavo di dire che se una persona volesse, come è richiesto dalla Chiesa, inginocchiarsi durante la consacrazione o, come è raccomandato dal Santo Padre Benedetto e dalla Chiesa, inginocchiarsi e prendere il Corpo di Cristo direttamente in bocca, non potrebbe, perché le assemblee neocat non lo permettono. E poi il Jack viene qui a fare l'esaltato.
    ---
    Personalmente, ogni volta che ho assistito alla loro Messa nelle salette, alla Consacrazione, mi sono inginocchiato; il Sacerdote, può essere anche un Redemptoris Mater, ma nel bene o nel male, ahimè, sempre Sacerdote è.
    Nelle stesse salette, ho sempre rifiutato la Comunione in mano, e l'ho assunta in bocca, quindi di fatto, comunicandomi immediatamente e senza attese.
    Ho sempre rifiutato la specie del vino, in quanto, se si crede veramente nella Transustansazione, lo stesso "pane" è consustanziale.

    Colgo quindi l'occasione che mi è data da questa risposta, per invitare chi ci legge, od anche parte, di coloro che leggono, che non sono del Cammino a "non avere paura"(tranquilli, non mi credo GPII:-))ad entrare, se vogliono, i sabati sera di tutto l'anno, od alla prossima Vigilia di Pasqua NC, nelle salette!...
    Sarete accolti malissimo! Vi faranno mille eccezioni per scoraggiarvi dal restare.

    Considerate però, che è un vostro diritto, garantito dal vigente Codice di Diritto Canonico, così come dal Concordato Stato-Chiesa, ovvero il Culto, è equiparato ad un Pubblico Servizio.

    In parole povere, se non vi fanno entrare in saletta, chiamate, se volete, i Carabinieri!
    ---

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  54. Torno un attimo sulle espressioni sopra citate:

    - “L’altare rivolto al popolo... lo abbiamo fatto noi!”
    (i neocatecumenali hanno addirittura ridotto l'altare a "tavolinetto centrale smontabile")

    - “Bisogna stare in piedi a fare la Comunione! ...Io faccio di tutto perché nessuno stia in ginocchio!”
    (i neocatecumenali hanno addirittura la "Comunione seduti")

    - “Le nuove riforme (conciliari) ci piacciono moltissimo! Siamo felicissimi dei cambiamenti!”
    (gli autonominati "iniziatori" del Cammino si presentano dicendo di essere "frutto del Concilio")

    - “Quello di dare in mano la comunione l’ho portata a termine io!”
    (i neocatecumenali l'hanno fatta sempre così).

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    1. Queste affermazioni affonderebbero anche la Chiesa nella sua quasi totalità, con esclusione di tradizionalisti e pochi altri, perché se é vero che il Papa fa inginocchiare alla comunione, é pur vero che utilizza l'altare rivolto al popolo. Ritengo grave ricorrere a queste espressioni che colpiscono la Chiesa tutta, e per questo dubito della loro veridicità. Paolo VI parlava del fumo del diavolo, ma ritengo improbabile si riferisse all'altare rivolto al popolo e alle riforme conciliari di quel Concilio da lui stesso condotto e chiuso. Che l'attenzione verso queste espressioni della spiritualità nascondano non un odio al cammino, ma un odio alla Chiesa di questo millennio? Capisco l'amore per la dottrina, che condivido, ma qui si sfiora la temerarietà e l'ossequio della mente che ogni cristiano, osservante e osservatore, deve al Papa. E invece qui lo si critica per il suo operato (mi riferisco al papà Francesco), avvallando poi improbabili tesi sull'origine demoniaca delle riforme conciliari.

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  55. le donne catechiste esistono,sono le mogli dei catechisti.
    Il catechista celibe esiste e fa in genere parte del gruppo (due coppie di sposati un sacerdote un celibe) fino ad ora non sono a conoscenza di ragazze nubili catechiste.

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  56. Ruben, ci sono donne catechiste anche parecchie, le mogli diventano di fatto catechiste insieme al marito. Ce ne sono anche responsabili di équipe benché non sia la norma.

    @Psyco, non credo che il Papa stia facendo un balletto ma che le persone stiano insieme semplicemente tenendosi le braccia sulle spalle. Non credo si tratti di NC, non ci sono simboli kikiani in vista.

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    1. @Sandavi _Psyco
      Il Papa non sta facendo la danza neocatecumenale. Tempo fa, più o meno un mese, andò a trovare, senza preavviso una comunità, mi sembra di ex tossico dipendenti, a Roma. La notizia la lessi nel sito del Vaticano.

      Xz

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  57. @sandavi oggi 16:12
    Ti ringrazio per la precisazine; qualcosa di analogo, accade anche nelle parrocchie, ove esista un Diacono Permanente, ovvero la moglie del Diacono stesso, accquista automaticamente, autorità e potere.
    Personalmente non mi piace; il brillare di luce riflessa, e falso e ipocrita.
    ---

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    1. Scusate il refuso dell'è senza accento, ma spesso mi trovo a scrivere con l'iPhone.
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  58. La foto del Papa è di un evento in un centro ricupero tossicodipendenti, il Cammino non c'entra niente. Però la foto mostra quanto è degradante un atteggiamento del genere, una "compagnoneria" che fa il girotondo, come tanti ubriaconi al villaggio vacanze.

    Quanto alle "donne catechiste del Cammino", nessuna di loro prevale mai sul prestigio del marito "catechista del Cammino".

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  59. Chissà che quella foto non sia stata già adoperata dai gruppi facebook neocatecumenali per dire che il Papa fa la danza kikiana-carmeniana come nel Cammino.

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  60. Ci sono tantissime donne nelle Equipe catechisti ma nessuna è all'interno del "gruppo ristretto" che conta nel cammino.

    In genere sono le mogli dei "pezzi grossi" ma se comandano lo fanno dietro le quinte; non in facciata.

    Esistono anche tante donne nubili nelle equipe, ma sono al 99% con ruoli da secondarie, Kiko desiderava che sempre ci fossero delle donne nubili nei gruppi di evangelizzazione, credo perché si dimostravano molto fedeli e disponibili.

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  61. @ Psyco
    Se il Papa avesse fatto il girotondo con i neocat, la Fondazione di Kiko avrebbe comprato uno spazio pubblicitario nel bel mezzo di "Ballando con le stelle" a suon di centinaia di migliaia di di euro pur di mostrare il video :-)

    http://www.ansa.it/giubileo/notizie/roma/2016/02/26/papa-visita-comunita-tossicodipendenti_5a73e616-2fa1-4063-bc34-536cc69e5220.html

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  62. nei 72 non c'è nessuna donna.

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  63. non sviamo il discorso per favore. Si parla del Cammino: il modo di ricevere la comunione nel Cammino banalizza il sacramento e svilisce il Sacerdozio. Carmen è stata la prima a sostenere che la Chiesa esagera (e lo pensa ancora) con l'Adorazione eucaristica, che la transustanziazione è solo una "parolina".

    Il Cammino propaganda assurdità teologiche e errori liturgici gravi.

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  64. Ruben io sono d'accordo con te, ma tu potevi farlo perché "outsider". Un fedele del cammino non lo farà mai.

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  65. Il commento scalcagnato delle 23:24 è una mastodonica catasta di sciocchezze.

    Infatti:

    1) confonde le affermazioni di principio con i dogmi della Chiesa, e contemporaneamente con il programma di qualche fazione a lui sgradita: «queste affermazioni affonderebbero anche la Chiesa nella sua quasi totalità...» - disonesto. Se fosse onesto, si concentrerebbe sugli argomenti anziché tentare di squalificarli con un furbo gioco di parole;

    2) confonde l'atteggiamento di un Pontefice con la Tradizione plurimillenaria: «è pur vero che utilizza l'altare rivolto al popolo...» - sciocchezza. Se fosse intelligente, ricorderebbe che fino a Benedetto XVI la cappella Sistina era orientata versus Deum, non verso il popolo. E ricorderebbe che un'infinità di santi (praticamente fino all'altro ieri, incluso padre Pio) hanno nutrito la propria anima con l'inginocchiarsi, con l'altare "verso Dio", eccetera. Allora? Chi si è sbagliato? Un esercito di santi lungo parecchi secoli, oppure un Papa gesuita notoriamente poco sensibile alla liturgia?

    3) insinua che Paolo VI doveva essere necessariamente cosciente dei danni che fece alla Chiesa (non atteggiarti a candida verginella: lo sapete tutti che l'infallibilità del Papa è solo entro certe precise condizioni, e sappiamo tutti che anche un grande pontefice può commettere qualche errore). L'ossequio al Papa non consiste nell'adulazione e nel fingere di crederlo santo (e due esempi recenti, Palmaro e Socci, sono stati anche ringraziati dal Papa che avevano pubblicamente criticato). Ricordiamoci inoltre che le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni: la riforma liturgica, piaccia o non piaccia, è stata accompagnata dallo sfascio liturgico e dottrinale - e neppure il più deciso mentitore riuscirebbe a negarlo.

    4) oltre a leggere nel cuore del Papa, legge nel cuore di chi collabora a questo blog, quando accusa di covare «un odio alla Chiesa di questo millennio»: è il classico argumentum ad hominem, cioè un tentare di respingere gli argomenti accanendosi sulle persone. È vero o non è vero che in nome del Concilio sono state commesse le peggiori iniquità? È vero o non è vero che la liturgia è stata devastata dai sedicenti "frutti del Concilio"? È vero o non è vero che la risposta dei Papi e vescovi postconciliari è stata quantomeno debole ed erratica? È vero o non è vero che prima del Concilio la Chiesa era una calamita di vocazioni e di conversioni, mentre oggi le prime e le seconde sono scarse e confusionarie? È vero o non è vero che tumori come il Cammino Neocatecumenale potevano nascere solo nell'arietta rivoluzionaria postconciliare?

    5) naturalmente non poteva mancare l'insulto: «qui si sfiora la temerarietà». Dove? Quando? Come? il nostro caro anonimo delle 23:24 non lo spiega: gli basta dirci che lui è l'unico che non è temerario perché è l'unico che crede che il mezzo secolo di postconcilio sia più santo dei due millennni di preconcilio.

    Ora, a titolo di puro promemoria, gli ricordo alcuni punti di riflessione citati innumerevoli volte su queste pagine nei dieci anni di esistenza di questo blog:

    - la carità non è il buonismo
    - la verità non è la più prevalente delle opinioni
    - il dovuto ossequio al Santo Padre non è adulazione
    - l'approvazione della gerarchia non è il certificato di santità
    - la Chiesa non è una confederazione di movimenti e associazioni
    - l'ubbidienza non è riducibile ad un eseguire ordini
    - la povertà non è impoverimento
    - la speranza non è ottimismo
    - la prima forma di carità è la verità
    - la fede non è banalmente un elenco di regole da seguire e di parole da dire
    - la liturgia non è un cerimoniale modificabile a piacere
    - il Vaticano II non è un dogma
    - non si può difendere qualcosa insinuando che due millenni di santità e di Tradizione sarebbero sbagliati, superati, "tradizionalisti", inadatti ai tempi odierni.

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    1. 1: L'altare in san Pietro é rivolto al popolo, così come l'altare mobile in piazza, e gli altari mobili delle GMG, solo per fare un esempio e solo parlando del Papa. Non dico che prima sbagliavano, non lo penso. Ritengo che il vetus ordo abbia nutrito le anime per secoli, e ancora possa farlo, ma la Chiesa, saggiamente, col suo magistero conciliare, ma già prima erano state introdotte modifiche, ha saputo offrire lo stesso bene in maniera diversa, perché le anime di questo mondo potessero goderne più facilmente. Benedetto disse che il concilio non cambiò la tradizione, ma le abitudini. Dire e avvallare che le riforme conciliari sono opera del demonio quantomeno non appartiene alle mie corde, poi giudicherà Dio.
      A proposito di fallace, rivedo qui la "post hoc ergo propter hoc", cioè queste deviazioni sono avvenute dopo il concilio, quindi a causa del concilio, come se nel frattempo il mondo non fosse cambiato, e non avesse subito una accellerazione pari a quella di qualche secolo. Sono tesi tue che la riforma conciliare abbia causate i danni che dici. La Chiesa ha risposto ai tempi odierni col Concilio, cosa sarebbe accaduto senza? Benedetto dice che rimane per la gran parte inattuato.
      Poi già Giovanni XXIII voleva l'altare rivolto al popolo, e padre Bellon, noto teologo, ha detto che non ha mai celebrato col vetus ordo né col rito domenicano. Come lo classifichiamo, corruttore di giovani perché usufruisce di una riforma non dogmatica di cinquant'anni fa non volendo usufruire del vetus ordo? Ovvio che no!! Ciò che contano sono le persone, i preti, e il loro "odorare di pecora", e su questo gioca la indole personale, la vocazione e lo spirito santo sopra le riforme liturgiche.
      Per cui non ho mai detto né insinuato alcunché sulla tradizione, che rispetto, anche perché nell'ottica della continuità il concilio non ha rotto alcunché. Per favore sia piú corretto.

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  66. Piccolo promemoria ad uso dei troll che vogliono che in ogni pagina gli si faccia il riassunto delle quasi 1700 pagine precedenti del blog.

    Esempio 1: il dottore ti dice: "a parte questo principio di tumore, stai benone".

    Il troll è così cretino che torna a casa tutto contento: «il dottore ha detto che a parte una cosuccia sto proprio benone!»

    Esempio 2: in una bottiglia di latte è stata messa una goccia di arsenico.

    Il troll è così cretino che la dà a bere ai figli dicendo: «basta polemiche! guardiamo il positivo del latte, e non alla goccia estranea che era solo una goccia!».

    Esempio 3: "il Papa mi loda!".

    Il troll è così cretino da non aver mai letto che il buon pastore è capace persino di lasciare le 99 pecore nel deserto per rincorrere quella che si era perduta. Ma se la pecorella perduta insiste a volersi perdere, quanto potrà durare la pazienza del buon pastore?

    Esempio 4: "come osi disprezzare la droga? la droga è la mia ragione di vita!"

    Il troll è così cretino da fingere di non aver capito che anche se in ambito farmaceutico certe droghe vengono utilizzate in misura minima e controllatissima, non significa che tutti hanno il diritto di drogarsi come gli pare. Anche perché così facendo rovinano non solo sé stessi, ma anche il loro prossimo.

    Esempio 5: "come ti permetti di parlare contro il Cammino?"

    Tipica strategia neocatecumenale dell'aggredire le persone anziché gli argomenti.
    Gli argomenti ci sono e li abbiamo ricordati un'infinità di volte: abusi liturgici, corbellerie dottrinali, metodo settario, scarnificazione delle coscienze, idolatria dei fondatori, ecc... Sono questi il marciume che costituisce le fondamenta del Cammino (e di cui il Cammino non si vuol liberare, nemmeno dopo che tre Pontefici lo hanno esplicitamente chiesto). Ma secondo voi un troll si confronterà mai coi fatti?

    Esempio 6: "siccome tu non mi lodi, tu non stai dalla parte del Papa".

    Il troll è così cretino da adoperare trucchetti infantili come questo: "non ti piacciono i nostri canti? ma i nostri sono canti biblici! tu dunque critichi la Bibbia!». Aveva ragione padre Enrico Zoffoli: i neocatecumenali sono «gente fanatica, abilissima a mentire, malata di presunzione». Ed aveva ragione anche padre Pio da Pietrelcina, quando definì Kiko e Carmen «i nuovi falsi profeti».

    Esempio 7: "questo Papa ha le scarpe gialle, dunque tutti i cattolici devono indossarle".

    Tipica strategia neocatecumenale del prendere un comodo particolare e fingere che sia universale. Una cosa che è andata bene a innumerevoli generazioni di santi fino all'altro ieri, può essere mai improvvisamente abolita e addirittura ritenuta cattiva? Oppure, in altre parole: il troll vuole che noi crediamo che la Tradizione sia inutile e dannosa, così potrà comodamente imporci il suo idolo.

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  67. Prosegue la mastodontica catasta di sciocchezze dell'anonimo Bellon delle 00:28, forte del suo veltroniano "maanchismo" tutto intriso del solito chiacchierume politically correct modernista e dei tipici trucchetti verbali di chi ha da difendere solo degli slogan preconfezionati.

    Anzitutto bisogna chiedergli di non mettere troppa carne a cuocere. Tenterò di essere sintetico.

    Il Concilio Vaticano II non ha comandato nessuna delle patetiche innovazioni postconciliari: per esempio non ha comandato l'altare "rivolto al popolo", non ha comandato la "Comunione sulla mano", non ha comandato a preti e religiosi di dismettere l'abito, ecc. Bisogna dunque tener presente non solo il fatto che il Vaticano II è un concilio "pastorale" (cioè a volte apprezzabile, altre volte criticabile) anziché "dogmatico": occorre anche riconoscere che è stato adoperato come scudo tutte le volte (tutte!) che c'era da difendere qualcuna delle novità introdotte abusivamente nella Chiesa nell'ultimo mezzo secolo.

    La questione dell'altare "rivolto al popolo" riguarda la trasformazione della liturgia da sacrificio eucaristico ad un festoso cerimoniale/spettacolino che tutti devono poter "capire" e fare la loro parte. Che è indubitabilmente un cambiamento teologico, oltre che liturgico. Il fatto che oggi la liturgia Novus Ordo sia così raramente celebrata con vera dignità e devozione, è indice come minimo del mostruoso fallimento della riforma liturgica.

    L'altare della basilica di san Pietro, al pari di simili altri altari di altre epoche (che oggi gli ignoranti classificherebbero furbescamente come "rivolti al popolo"), certamente non era inteso a trasformare la liturgia in uno spettacolino. Ma riguardo alla nostra epoca di chiese-deposito di Fuksas, di tavolinetti smontabili kikiani, di altari-mensa in plexiglas, ecc., delle orride chiese costruite dagli anni '60 in poi, qualche domanda onesta bisogna pur farsela, senza cortocircuitare il discorso con il trucchetto "siccome il Papa non lo impedisce, allora va considerato buono".

    Un'altra grossa sciocchezza dell'anonimo commentatore è credere che le anime di oggi (che lui chiama pomposamente «anime di questo mondo»: perché? chi non è allineato sarebbe dell'altro mondo?) avrebbero principalmente bisogno del modernismo teologico e liturgico in voga. Nonostante lui lo neghi, tale affermazione insinua che tutto ciò che c'è stato prima (incluse le liturgie di padre Pio) sarebbe improvvisamente diventato inutile o addirittura dannoso per la quasi totalità dei fedeli.

    La questione degli "altari portatili" riguarda solo la possibilità di celebrare Messa in condizioni di grave difficoltà o di emergenza (come le Messe nei sottomarini, nei dirigibili, sul picco di una montagna, durante le persecuzioni contro i cristiani, ecc.). L'anonimo furbetto parla però degli abusi commessi nelle GMG che oltre ai patetici tavolinetti smontabili (si ringrazia chi ha pianificato tale ammasso di giovanilismo) hanno visto anche i bicchieri di plastica usati come pissidi, le particole consacrate che passavano di mano in mano, e tutto il resto. Il fatto che una cosa sia "legale" (la possibilità di usare un "altare portatile") non autorizza le furbate, la sciatteria, l'approssimazione.

    (Fra parentesi: pensate ai neocatecumenali, quando dicono che le "monizioni" sono "approvate", e sfruttano tale cavillo per impestare la liturgia di omelie di laici. Poi, se qualcuno va a spulciare i documenti liturgici, scopre che l'autorità della Chiesa comanda che «le eventuali monizioni siano brevi...»: e quelle neocat non sono né "eventuali", né "brevi". Chiaro il meccanismo dei furbetti furboni?).

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  68. Un altro astuto trucchetto dell'anonimo delle 00:28 è di esagerare ed assolutizzare le affermazioni altrui, in modo da potersi comodamente spacciare per modesto ed equilibrato. Si tratta della tipica fallacia dell'argomento fantoccio. Per esempio quando si difende dall'affermazione (che nessuno aveva fatto) che tutte le riforme postconciliari sono opera del demonio (notate: "tutte"; non "certune", né "alcune", né "molte", ma proprio "tutte": esagera, assolutizza, e poi pomposamente si presenta come l'anima candida ed equilibrata che affida il giudizio a Dio).

    Non si possono ignorare le storture postconciliari bollando la questione col «post hoc ergo propter hoc»: sono sempre stati gli stessi difensori di tali storture a dire senza essere smentiti che esse sono "frutti del Concilio" (il Cammino si presenta come "frutto del Concilio", chi lamenta gli eccessi della "Comunione sulla mano" viene etichettato "preconciliare", ecc.: eppure il Concilio non ha comandato né il marciume neocatecumenale, né la Comunione sulla mano...). Inutile aggiungere che tali autonominati "frutti del Concilio" sono poi naturalmente a loro volta causa di altri mali, come ad esempio il crollo delle vocazioni.

    Il ridicolo slogan secondo cui la Chiesa «ha risposto ai tempi odierni col Concilio» meriterebbe solo una fragorosa pernacchia. Le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni, e la storia del Concilio Vaticano II è ricchissima di ottime intenzioni, di scivoloni pericolosi, e di porcate pazzesche... Basterà qui ricordare che quando Giovanni XXIII decise di convocare il Concilio, furono tutti colti di sorpresa - persino i suoi più stretti collaboratori. Colti di sorpresa perché nessuno riteneva che fosse necessario.

    L'andazzo degli schemi preparatori, l'aver silenziato i padri più "tradizionalisti", le assemblee orchestrate dai novatori più organizzati, trabocchetti e tranelli di ogni genere (per esempio quando Paolo VI in extremis riuscì a scongiurare l'introduzione della collegialità), ecc... sono tutte cose che si possono leggere nero su bianco anche nei libri dei fautori del Concilio.

    In poche parole, non è che la Chiesa ha «risposto col Concilio»: è vero invece che la Chiesa ha subìto il Concilio - e se perfino i Papi lamentano che è rimasto «inattuato» (incapaci loro stessi di attuarlo), significa che fino ad oggi ne sono state «attuate» solo le rogne: possibile che il demonio c'entri poco e niente con tale epic fail?

    Intanto - e questo è un altro dato impossibile da negare - nei piccoli ambienti tradizionalisti la qualità della liturgia è rimasta la stessa di prima del Concilio, la quantità e la qualità delle vocazioni sono rimaste le stesse di prima del Concilio, ecc.: è un dato su cui bisognerebbe riflettere onestamente, senza partire dai soliti slogan, senza dividere il mondo in bianco e nero (come fa invece il nostro caro fratello anonimo delle 00:28). Ma i tifosi del Vaticano II hanno paura - anzi, terrore - di riflettervi.

    Quanto all'«odorare di pecora», odora di pecora anche la pecora tipicamente catalogata come tradizionalista, anche quella che vorrebbe una liturgia normale, quella che desidererebbe le verità della fede anziché il solito ciarpame pseudobiblico pseudosociologico pseudopsicologico, anche quella che soffre più per la notizia di un sacrilegio che per un serio problema personale e familiare.

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  69. Vediamo di capirci: checchè ne dica qualcuno non è che l'altare rivolto verso il popolo sia la causa di tutto il male del mondo.
    Personalmente ho sempre partecipato alla messa in forma ordinaria e il mio incontro con Dio è stato favorito proprio da un modo di celebrare la forma ordinaria COSI' COME L'AVEVANO NORMATA I PADRI CONCILIARI.

    La celebrazione neocatecumenale con il CVII non c'entra niente, tanto è vero che gli NC alla messa "normale" non mettono piede.

    Quando Carmen parla del "concilio" parla del "concilio secondo lei" come spesso e volentieri ancora si fa e che è la causa di tutto il marasma degli ultimi 40 anni.

    Per il resto mi dispiace sinceramente che una persona come Carmen, cresciuta a pane e Sant'Ignazio come me, non abbia compreso da lui il valore dell'OBBEDIENZA.

    Sant'Ignazio, e lo si legge bene, nell'Autobiografia, considerava l'obbedienza un atto FILIALE. Lui obbediva alla Chiesa perché si sentiva FIGLIO della Chiesa e come figlio si fidava. E come figlio, chiedeva SPIEGAZIONI quando qualcosa non lo convinceva del tutto.

    In tempi recenti ho conosciuto un padre gesuita il quale ha avuto dalla Compagnia tutta una serie di umiliazioni (assolutamente non meritate) sopportate da lui con una mitezza evangelica. Il risultato di una di queste umiliazioni è stato un trasferimento grazie al quale l'ho conosciuto. Adesso è a fare il Terz'anno e lui dice sempre che ringrazia il Signore per quello che è successo perché è stata una liberazione.

    Se avesse vissuto tutto questo come una "condanna" (così come ha detto Carmen) non avrebbe visto tutti i doni che il Signore gli ha fatto (e di cui io, per riflesso, ho goduto)

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  70. Puo essere verosimile il card. Burke il 18 con loro?

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    1. @Anonimo oggi 09:46
      No; sarebbe come mettere insieme il diavolo e l'acqua Santa.
      ---

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  71. Riportando l'argomento a bomba, prima del Concilio il Cammino Neocat non sarebbe stato possibile, Carmen e Kiko sarebbero stati etichettati come novatori ed eretici e i loro scritti censurati.
    La loro abusiva modifica della Liturgia (cioè del tesoro più sacro della Chiesa) non sarebbe stata possibile in nessun modo, e molto probabilmente avrebbero subito la scomunica della Santa Sede.
    Ricordiamoci, perché è utile, che dal 1968 al 2005 (cioè per 38 anni) Kiko e Carmen hanno comandato una liturgia abusiva, priva di alcun permesso, tale che dopo decenni di abusi finalmente il Card. Arinze, SU MANDATO DEL PAPA BENEDETTO, vi aveva posto fine (per quanto gli abusi continuino in misura ridotta, lasciando però i più gravi).
    Quindi, invece di una discettazione sui "buoni frutti" del Concilio, l'anonimo si concentri su quale devastazione teologica ha potuto permettere a due spagnoli novatori di introdurre un nuovo rito liturgico al cuore della Chiesa Cattolica, una roba impensabile anche solo pochi anni prima (dal 1958 morte di Pio XII al 1968, sbarco di K. e C. a Roma sono solo 10 anni...).

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  72. @sandavi oggi 16:12
    Ti ringrazio per la precisazine; qualcosa di analogo, accade anche nelle parrocchie, ove esista un Diacono Permanente, ovvero la moglie del Diacono stesso, accquista automaticamente, autorità e potere.
    Personalmente non mi piace; il brillare di luce riflessa, e falso e ipocrita.
    ---

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  73. @ Anonimo delle 09:46
    Non so se il 18 marzo ci sarà anche il Card. Burke, ma se così fosse non credo che siano in vista belle notizie per il Cammino.
    Ricordo ancora l'evento che lo riguardavano e di cui parlarono i giornali (fu affrontato anche su questo blog):
    http://neocatecumenali.blogspot.it/2012/06/card-burke-anche-dopo-la-correzione-la.html
    Angelo

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    1. @Anonimo oggi 11:13
      Non so da dove possa provenire questa "notizia", vera o falsa che sia.

      So soltanto però, quanto possano essere vendicativi, ed in modo molto raffinato e sottile, i Cardinali, i Vescovi ed i Prelati di Curia, in carica od ex che siano.
      ---

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  74. Anonimo ha detto: "anche perché nell'ottica della continuità il concilio non ha rotto alcunché"
    "Le Immagini sono similissime alle Lettere; la disposizione e l'alloggiamento delle Immagini alla Scrittura" recita un detto attribuito a Cicerone.
    in questo disegno di Kiko traspare tutta l'ermeneutica della continuità del Cammino. Io una rottura la leggo. O no?

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  75. L'anonimo neocatecumenale dell'ermeneutica della continuità nel Cammino non ha osservato il disegno, oppure ha fatto finta di non leggere il mio commento. Dalla Chiesa primitiva al CV II c'è un vuoto di pallini significativi, un segmento vuoto tra parentesi. Diciassette secoli non degni nemmeno di un pallino, secondo Kiko.
    Avrei potuto citare dai mamotreti decine e decine si passaggi nei quali, secondo Kiko, dopo il cristianesimo primitivo e prima del CV II fu il nulla o quasi, comunque non una salvezza per noi di questo tempo. Non ho tempo da perdere, però: quel disegnino basta e avanza a chi non ha fango sugli occhi.

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  76. @ sandavi che ha detto: Ricordiamoci, perché è utile, che dal 1968 al 2005 (cioè per 38 anni) Kiko e Carmen hanno comandato una liturgia abusiva, priva di alcun permesso.. sai caro sandavi, quando sono entrato io in cammino, nel lontano 1986 prendevamo già la comunione nelle mani, eravamo abusivi.. ma io non capivo niente, poi quando c'è stato l'indulto eravamo solo contenti che tutti avrebbero potuto ricevere l'eucarestia come facevamo noi Eroi Ancora alcuni anni e il cammino invaderà ogni spazio, politico anche... poveri noi Federico

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  77. Non è solo una questione di comunione sulla mano purtroppo, che Kiko e Carmen comandavano quando era sostanzialmente vietato, ma di una liturgia protestante spacciata per cattolica... Si, poveri noi, ma il cammino è solo una briciola e la Chiesa vera non può soccombere.

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  78. Condivido, Sandavi: la Chiesa vera non può soccombere. Può essere offuscata per anni, però, per secoli, Ario fu la lezione. In ogni caso, l'obiettivo di Kiko era, rimane forse, quello di invadere ogni spazio. Il detto che una nuova estetica avrebbe salvato la Chiesa del terzo millennio e il discorso che fece al Papa sulla necessità di insediare comunità neocatecumenali in ogni parrocchia lo dimostrano.
    Purtroppo per Kiko, lui ha fallito prima di diventare un nuovo Ario. Siamo nei tempi della comunicazione globale, dove le "bufale" non sopravvivono più per secoli. Qualcuno ancora può credere alla storiella del gattino-bonsai cresciuto nella bottiglia, ma dopo qualche lustro bonsaikitten.com fu chiuso.

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  79. Akkedà. Veglia di Pasqua 2013 https://www.youtube.com/watch?v=vRPS0CWncTI

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  80. @ Neocatecumenali per PASQUA

    "Celebrate l'Eucaristia e, soprattutto, la Pasqua, con vera pietà, con grande dignità, con amore per i riti liturgici della Chiesa, con esatta osservanza delle norme stabilite dalla competente autorità, con volontà di comunione con tutti i fratelli [...] Il ministero della riconciliazione [...] è affidato a voi, Sacerdoti. Siatene ministri sempre degni, pronti, zelanti, disponibili, pazienti, sereni, attenendovi con fedele diligenza alle norme stabilite in materia dall'Autorità ecclesiastica [...] in piena adesione al ministero e alla disciplina della Chiesa, con la confessione individuale, come ripetutamente raccomanda il nuovo Codice di Diritto Canonico [...] Non chiudetevi in voi stessi, isolandovi dalla vita della Comunità parrocchiale o diocesana [...] Pertanto le norme giuridiche, come anche quelle liturgiche, vanno osservate senza negligenze e senza omissioni." (Giovanni Paolo II, in Osservatorio Romano, 11 febbraio 1983, pag.1 e 2)

    Annalisa

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