giovedì 5 aprile 2018

Kiko nasconde, dietro l' "abitazione celeste" di Carmen, il "regno delle tenebre".

Osservando alcune icone dell'Anastasis, ho fatto una scoperta inaspettata.

In tutte, nella parte inferiore, viene rappresentato il regno oscuro della morte con tratti, spirali, piccole figure strane e linee spezzate che riportano alla mente il ritratto di Carmen Hernández, riveduto e corretto, dipinto da Kiko su uno sfondo "astratto" apparentemente senza senso... qualche scarabocchio e niente di più; una cosa proprio curiosa e inusuale dipingerci sopra un santino, tanto che uno si domanda: Kiko, come mai?

Quindicesima mancata verità: il "santino" di Carmen tutto buchi e scritte tra i capelli.

Kiko dice:
"Io vi regalerò questo (mostra l’icona) e anche questo (santino di Carmen). Dietro ho scritto:
Cari fratelli, vi do un ricordo di questa convivenza. È un disegno che ho fatto da una foto di Carmen. Ve lo regalo perché preghiate per lei e per me e il Padre Mario.Coraggio il Signore Gesù e la Santa Vergine Maria ci aiutino in tutto.Kiko
Ho messo uno sfondo che ricorda la sua abitazione celeste: un fondo astratto. È un buon regalo vero? Ci ho messo un mese perché quel disgraziato del Padre Ezechiele mi ha comprato in Austria una carta che non era da disegno e mi ha fatto morire, perché ogni volta che dovevo fare una correzione all’occhio, perché basta poco perché non gli assomigli, ogni volta che lo cancellavo si rompeva la carta. Se vedete l’originale è pieno di buchi e rattoppi. Alla fine è venuto bene. È un disegno che ho fatto da una foto di Carmen. Un foglio da disegno ha un certo spessore che ti permette di cancellare, ma questa non so cosa fosse, forse un foglio per fare le fotocopie. Correggevo e facevo un buco: mamma mia, cosa faccio adesso? Prendevo un altro foglio e provavo a incollarlo dietro, non vi dico! Ci ho messo un mese."
Ci ha messo un mese. Infatti, deve averlo riempito di buchi a forza di scrivere inquietanti messaggi tra le ciocche dei capelli.



Forse gli "inquietanti messaggi" possono, finalmente, essere interpretati.



Ho trovato una incredibile somiglianza tra l'incomprensibile sfondo astratto e tutto colorato di Kiko alla sua "Carmen rifatta" e la raffigurazione in bianco e nero del regno della tenebra, ricorrente in tutte le icone dette dell'Anastasis.

Cliccare per ingrandire
A dimostrazione, due di queste icone (ma se ne possono visionare molte) e qualche stralcio tratto dalla lettura interpretativa delle stesse:

I due "imperi" (in basso e in alto): l'icona presenta anche due sfere della vita spirituale: l'impero della morte, raffigurato nella cavità sotterranea scura e popolata di ombre che agiscono nell'uomo in modo "camuffato", nell'ombra, appunto; la sfera di Cristo, in alto, che, al contrario, si presenta apertamente, è luminosa, alla quale l'uomo arriva se cammina nella vita spirituale, rinunciando a chiudersi nel peccato.

Il fondo dell'icona dipinge l'Ades come un baratro tenebroso e spesso attorno sono disegnati catene e lucchetti spezzati. Frequentemente una o due figure sono rappresentate nell'oscurità, incatenate e generalmente identificate come personificazioni della Morte e/o del Diavolo.

Kiko, quando ha lavorato per un mese sull'immagine di Carmen, aveva forse in mente le icone dell'Anastasis? Le aveva impresse dentro? O lavoravano semplicemente nel suo subconscio?

Concludiamo ricordando che Kiko ha sempre detto che nessuno può fare arte sacra se non attenendosi all'iconografia sacra. Se questo è vero, nulla giustificava un infantile disegno astratto senza senso. Piuttosto Kiko, maestro in mistificazioni, ha preso dalle icone i canoni del regno della tenebra e, semplicemente colorandolo, ha preteso di propinarcelo come regno della luce.



Il "Ritratto della Carmen reinterpretata da Kiko" è pieno di simbolici significati.

Oltre che santino e icona, è anche la copertina del primo tomo dei "diari".

Sul retro del libro torna prepotente il nero pece! ("Vade retro!")

Forse un omaggio doveroso al "regno della tenebra", abilmente camuffato sullo sfondo del ritratto.

Al centro troneggia, inquietante, puntuto, il "Logo Aziendale" del maestro Argüello:




Kiko





Giusto per porci l'ultima, risolutiva domanda: 

Forse gli servivano per la "dimora celeste"!

27 commenti:

  1. "...quel disgraziato del Padre Ezechiele mi ha comprato in Austria una carta che non era da disegno..."

    Pure la carta si fa pagare!

    Ma è possibile che Sankiko scroccone non tira fuori un centesimo nemmeno per comprarsi un foglio da disegno?

    Quando si dice la vocazione allo scrocco...

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Forse la risposta alla domanda è la più semplice: Kiko si riempie la bocca sull'iconografia, ma in realtà non ne sa assolutamente nulla. Fa quello che gli pare e piace e poi ci appiccica a casaccio qualche significato profondo perchè non sia mai che passi l'idea che "il nuovo Giovanni in mezzo a voi" faccia le cose a caso. Comunque certe volte la sostanza passa per i dettagli. Basti vedere come tratta il povero padre Ezequiel (beh è solo un presbitero..se lo può permettere) definendolo "disgraziato" (ovvero privo della grazia), solo perchè gli comperava la carta sbagliata? Non lo so..scendere in strada, andare in un negozio e comprartela da solo, no vero? Troppo complicato! E si permette di dire che "ha fatto loro un regalo"

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    1. Kiko non ha soldi con sè, come tutti gli itineranti del Cammino. Risposta semplice a domanda semplice.

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    2. Se intendi dire che non ha soldi 'propri', hai ragione.

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  4. Intanto partiamo dal chiederci perché l'immagine del santino di Carmen con mani intrecciate è stato sostituito dal ritratto. Naturalmente il motivo è che quell'immagine era così tanto taroccata da non poter viaggiare al di fuori dei confini della credulità Neocatecumenale.
    E lo ammette lo stesso Kiko, di aver usato come modello "una foto" di Carmen, quindi non "la" foto utilizzata nel libro edizione spagnola, nei manifesti, nei cartelloni "santa subito", no, ma la foto originale che abbiamo pubblicato sul nostro blog.
    È straordinariamente interessante l'osservazione di Pax, e cioè che lo sfondo del ritratto -costato un mese di fatica, quindi non indifferente o cauale, e da Kiko definito come la "dimora celeste" della cofondatrice- sia così simile alla raffigurazione dell'Ade, con l'esplosione delle catene e dei lucchetti alla discesa di Gesù.
    Ipotizzo un riferimento dell'egocentrico Kiko al proprio canto Carmen 63, testo di Tagore: alla strofa "Sono rotti i miei legami, pagati i miei debiti, le mie porte spalancate, me ne vado da ogni parte" possono essere collegati tutti quei legacci stilizzati dello sfondo del ritratto.
    Certo il solo fatto che la"dimora celeste" possa essere stata immaginata come un'Ade al contrario, colpisce e impressiona. Soprattutto se la sovracopertina del libro, nero pece con il tetragramma di Kiko, ci riporta di nuovo al centro profondo della Terra (e al centro profondo della mia libreria, dove giace sepolto da libro inquietante qual è).

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  5. "Quel disgraziato do padre Ezechiele mi ha comprato... Un foglio da disegno ha un certo spessore che ti permette di cancellare, ma questa non so cosa fosse, forse un foglio per fare le fotocopie. Un foglio da disegno ha un certo spessore che ti permette di cancellare, ma questa non so cosa fosse, forse un foglio per fare le fotocopie".

    Forse era un foglio sottile semitrasparente per ricalcare una foto, Kiko. Con uno di un certo spessore non ci saresti riuscito :-)

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    1. Il messaggio ufficialmente transitato nei padiglioni auricolari neocatecumenali è: se il disegno vi sembra un'emerita ciofega la colpa è di tale Ezequiel presbitero galoppino.

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    2. Qualora, poi, qualche neocat si sia messo a ragionare (ma solo un pochino) avrà potuto pensare: "Forse è per merito di tale Ezechiele presbitero che Kiko improvvisamente è divenuto un pittore ritrattista; prima - come scrisse Daniel - nemmeno le manine sapeva dipingere" :-)

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  6. A me pare che Kiko, che non è mai originale, abbia semplicemente riprodotto forme e colori che usa per vetrate e altri sgorbi presenti nei redemptoris mater, particolarmente nei "santuari della parola". I colori ricordano vagamente il dipinto "Numeri e costellazioni" di Mirò, anche questo quindi per niente originale.
    Insomma: il disegno è la copia di una foto, lo sfondo l'ha fregato agli astrattisti.
    Non riesce a fare una cosa sua nemmeno per sbaglio.

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  7. In qualità di fedeli cattolici, sappiamo che non esiste solo il livello naturale, ma anche quello soprannaturale, cioè quello di Dio, e il livello preternaturale, cioè quello del demonio (attenzione: parliamo del demonio quello vero, gli angeli ribellatisi a Dio, non parliamo qui del simpatico portasfortuna neocatecumenale che provoca il traffico in autostrada quando l'adepto kikiano è in ritardo mentre sta andando alla "convivenza" kikiana). Per esempio, quando qualcuno dice di aver avuto una visione, c'è tutta una lunga indagine delle autorità della Chiesa per stabilire se si tratta di soprannaturale (cioè veramente proveniente da Dio) oppure preternaturale (cioè qualcosa che sembra soprannaturale ma in realtà è un inganno del demonio). Dato che il demonio è infaticabile nel tentare le anime, è normale che i grandi santi e veggenti abbiano sempre nutrito diffidenza verso le proprie visioni, i propri "doni" e "carismi", ecc.: per loro è sempre stata una santa fissazione quella di voler promuovere la Chiesa piuttosto che il proprio "dono". Lo stesso san Giovanni Battista, nel maturare certezze su Nostro Signore, disse: «Egli deve crescere e io invece diminuire» (Gv 3,30: e dal versetto precedente sappiamo che aveva anche spiegato i motivi più che ragionevoli: «l'amico dello sposo... esulta di gioia alla voce dello sposo»).

    Chi ha conosciuto anche solo indirettamente grandi esorcisti come padre Amantini (e padre Amorth suo discepolo) e chi si è informato su certe grandi truffe spacciate per "apparizioni", avrà sicuramente riflettuto un po' su quanto siano elaborate le tecniche del demonio per trarre in inganno le anime, specialmente quelle degli sprovveduti bramosi di miracoli e apparizioni, che si illudono che la fede sia impossibile da vivere in modo normale, senza miracolismi, senza apparizionismi, senza bizzarrie. Padre Pio era seccatissimo che le sue stimmate fossero oggetto di malsana curiosità, addirittura di turismo. Il Signore opera miracoli ma solo la Chiesa può vagliarli e certificarli, e finché non lo fa occorre diffidare, minimizzare, tacere, per evitare il rischio di dare un aiuto al demonio (i promotori in buona fede di false apparizioni, verranno forse premiati per le loro buone intenzioni fondate sulla propria ingenuità?). L'errore fondamentale da evitare è di prendere per soprannaturale qualcosa che in realtà è preternaturale (se non addirittura naturale) e ciò tipicamente avviene fidandosi di sé stessi piuttosto che del giudizio definitivo della Chiesa sulla questione.

    Alle origini dell'eresia neocatecumenale, al di là dello spessore umano dei due giovani squinternati spagnoli (una ex suora scacciata per disubbidienza e un imbrattatele depresso) ardenti dal desiderio di essere Capi Ubbiditi e Spesati di qualche Gran Comunità, e al di là dell'improvviso interesse di loschi soggetti (incluso il cardinal massone Bugnini), abbiamo alcuni indizi interessanti.

    Il primo è che le cosiddette "catechesi" dei due eretici venivano da essi stessi spacciate come ispirate dallo Spirito. Un normale fedele cattolico dovrebbe come minimo profondersi in una sinfonia di pernacchi di fronte a tale affermazione. Solo l'autorità della Chiesa - e solo dopo adeguato, lungo, meticoloso esame (che potrebbe anche durare secoli) - può stabilire se qualcosa proviene dallo Spirito. I due «nuovi falsi profeti» pretendevano che le loro strampalate elucubrazioni fossero di fatto equivalenti al Vangelo (quello sì che è certificato dallo Spirito). I loro adepti si sono fidati di quelle farneticazioni facendo a meno dell'autorità della Chiesa. E pensare che sarebbe loro bastato confrontare con il Catechismo le parole e le opere dei due spagnoli: da quando in qua, per esempio, un laico va scrutinando la coscienza di un altro laico?

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    1. A quanto ho scritto ieri vorrei aggiungere qualche altra riga. Il demonio (quello vero) trae enorme vantaggio da due categorie di persone: quelle che lo tengono in eccessiva considerazione (cioè lo "vedono" dappertutto) e quelle che lo tengono in eccessivamente scarsa considerazione (cioè si comportano come se fossero convinte che non esiste).

      Per avere un'adeguata conoscenza del demonio è sufficiente resistergli. Chi continuamente ne rifiuta tentazioni e lusinghe, finisce per capire "come funziona", cioè finisce per maturare una maggior chiarezza sul soprannaturale, sul preternaturale, e sulla inclinazione al peccato, per esempio anzitutto cominciando col capire che per il demonio è più conveniente tentare le anime alla tiepidezza che ai super peccatoni giganti, è più conveniente inquinare la liturgia che indurre a smettere di frequentarla, è più conveniente una verità distorta che una completa menzogna (se ciò ci apparisse paradossale, è Nostro Signore a far notare che «pubblicani e prostitute vi passano avanti nel regno di Dio» poiché «hanno creduto» - cfr. Mt 21,31-32 - cioè una fede inquinata è molto peggio che essere «pubblicani e prostitute»).

      Il successo del Cammino è dovuto a persone di buon cuore che hanno creduto alla menzogna di Kiko e Carmen riguardo alla "fede adulta". Ma tale successo è stato accompagnato e sostenuto da qualcosa di preternaturale, poiché non bastano l'ingenuità e il malriposto entusiasmo a spiegare certi eventi, in particolare i clamorosi "potenti appoggi" che il Cammino ha ricevuto quando era un fenomeno del tutto insignificante (numericamente piccolo, senza alcuna particolarità e grosso modo indistinguibile dai tanti esperimenti ecclesiali in voga negli anni del Concilio).

      Intendo dire che i seguaci di Kiko e Carmen ne sono stati letteralmente soggiogati fin dagli inizi - ed è qualcosa che avviene ancor oggi: per esempio pensate alla Miriano, abituata a intervistare serenamente personaggi assai illustri, e che davanti a Kiko riesce appena a balbettare; o anche a quei francescani che per una vita intera avevano celebrato Messa, recitato il breviario, studiato teologia, fatto prediche, ecc., e non hanno battuto ciglio davanti al laico Kiko che dall'alto della sua sbruffoneria si vanta di aver esorcizzato la Cina, e a chissà quanti dei centocinquantatre grossi vescovi che Kiko adescava nella sua Domus per "evangelizzarli".

      Ora, l'ingenuità è tipicamente umana ma l'essere ammaliati da don Kikolone - come ad esempio quel seminarista che rideva grassamente alle barzellette blasfeme contro Nostro Signore e un attimo dopo si chiudeva in silenzio con una faccia da cane bastonato perché qualcuno aveva ironizzato sulla presunta vita sessuale di Kiko e Carmen, o come il vescovo Belìn che si straccia le vesti quando gli si fanno notare le porcate che lui ha fatto a favore del kikismo - è cosa che solleva più di qualche perplessità. Se si fosse trattato solo di ingenuità i poveri adepti del signor Kiko avrebbero dovuto chiedersi come mai costui prima dice loro (testualmente) «io sono Giovanni Battista in mezzo a voi» e poi non è mai stato minimamente propenso a «diminuire». Una persona con un minimo di conoscenze del Catechismo, o con un minimo di sentire cum ecclesia, avrebbe riconosciuto immediatamente i due spagnoli come imbroglioni e il Cammino come porta aperta al demonio.

      E se ricordiamo che gran parte dei "pazienti" di padre Amorth aveva bisogno di esorcismi perché avevano attirato infestazioni e disturbi dal demonio attraverso peccati di simonia, cleromanzia, ecc., o anche solo il ricevere frequentemente la Comunione in stato di peccato mortale, comincia a farsi vivo il sospetto che i due "iniziatori" abbiano davvero lavorato tutta la vita per il demonio.

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    2. Noialtri qui siamo "vaccinati" contro le storture del Cammino perché sappiamo che può contenere errori, sappiamo che i suoi capi possono commettere errori, sappiamo che tali errori sono gravissimi poiché riguardano la dottrina della fede e la celebrazione dei sacramenti (e anche tanto altro, ma se dottrina e liturgia sono sporcate allora è naturale che sia sporcato anche tutto il resto), ci accorgiamo facilmente dei suoi aspetti talvolta ridicoli, talvolta malvagi, e più spesso entrambe le cose. Per cui, pur partendo dall'ipotesi che i fratelli delle comunità siano tutti in buona fede, diventa necessario farsi qualche seria domanda sulle incredibili "coincidenze" riguardanti il Cammino (dovrebbe essere necessario anzitutto ai fratelli delle comunità: dopo che hanno dovuto sborsare soldi a palate per il Seminario R.M. di Guam che a detta dei cosiddetti "catechisti" era stato regalato -«paff!»- al Cammino, l'autorità della Chiesa lo ha soppresso -"paff!"- e si è anche scoperto che il "regalo" era stato invece una perfetta ruberia... altro che "il Signore, il Signore"!).

      In qualsiasi aggregazione umana (non solo ecclesiale) c'è sempre qualche pecora nera, qualche mela marcia, qualcuno che interpreta male (intenzionalmente o per stupidità). Allontanare tali soggetti (o sterilizzarne in altro modo l'operato) dovrebbe essere una priorità di chiunque, al preciso scopo di non permettere che una mela marcia rovini a poco a poco l'intero cesto di mele. Se perfino le organizzazioni criminali - anzi, specialmente quelle - hanno premura nell'evitare che un loro qualsiasi membro scalfisca i loro obiettivi, cosa bisogna pensare di un'aggregazione che applica una "doppia morale" rigida con i membri plebei e assai elastica con la propria gerarchia? Non sarebbe altro che un club di sfruttatori intenti a promuovere i propri porci comodi: basterebbe già soltanto questo per convincere il più onesto dei fratelli delle comunità ad abbandonare il Cammino. Ma c'è di peggio.

      C'è di peggio il fatto che Kiko ha disseminato in cinquantaquattro anni di attività (altro che "cinquantesimo anniversario"!), dal 1964 ad oggi, un'inquietante elenco di indizi: simboli massonici, negazione della Santissima Trinità, pretesa (lui laico) di esorcizzare interi continenti, strafalcioni liturgici e kikolatria (se Kiko fosse almeno un po' cristiano si opporrebbe fermamente al culto della sua stessa personalità), ecc., fino a quello indicato in questa pagina. Per quanto Kiko e Carmen e i loro fedelissimi scagnozzi abbiano sempre tentato di camuffare, nascondere, banalizzare, ignorare, quegli indizi emergono con forza, nei modi più disparati: e i fratelli del Cammino accuratamente evitano di interrogarsi, confermando con ciò di essere idolatri. Se hai tanto terrore di farti oneste domande su chiare evidenze che continuamente ti si ripropongono, significa che o hai paura o sei talmente avvelenato dall'idolatria da vietare al tuo cervello di trarre le più logiche conclusioni. È un male di ordine spirituale, per di più acquisito non da singoli fratelli sparsi, ma dappertutto in ogni comunità. La pecora nera, nel Cammino, è chi non sotterra il talento dell'intelligenza, è chi si ostina a prendere sul serio il Vangelo (vedi il caso della donna sgridata dai cosiddetti "catechisti" perché compiva atti di sincera carità nei confronti di persone non appartenenti al Cammino: accusata di idolatria da quegli stessi idolatri, gelosi del proprio idolo Kiko-Carmen-Cammino, perché aveva preso sul serio qualche virtù cristiana; e anche in quel caso in cui una stessa "catechista", sinceramente convinta di avere un dovere di fronte a Dio riguardo ai fratelli delle comunità, di fatto andava contro il Cammino perché aveva a cuore più le anime che le comodità dei pretoriani di Kiko, finendo perciò per uscirne).

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  8. L'opera omnia di Kiko in 13 volumi, tutte le sue assurde icone, tutti i suoi annunci, tutte le sue convivenze di inizio corso, tutte i discorsi alle GMG sarebbero da gettare immediatamente alle fiamme. Io spero non sopravvivano al tempo, ma temo non sarà così. Spero solo che saranno rivalutate per quello che sono, un'opera eretica.
    Tutto in Kiko lo è. E se non è eretico, è stravolto, rovesciato, distorto, mal detto. Le poche cose sane che dice sono sommerse da un mare magnum di stupidaggini e assurdità.

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  9. p.s. per inciso, trovo curioso che per la copertina abbia scelto una foto da giovane quando nessuno la conosceva, invece che una foto da anziana. Per esempio, su tutti i libri che parlano di Madre Teresa ci sono le foto che abbiamo imparato a conoscere, così di Padre Pio, vecchio e con le stigmate. Anche altri fondatori come Chiara Lubich, o Don Giussani sono rappresentati sempre nel loro volto conosciuto.
    Perché Kiko ha fatto mettere quella foto surreale, di quel viso che nessuno conosce? Fa parte anche questo, secondo me, dell'operazione pulizia accuratamente condotta dalla propaganda kika.

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    1. Hai ragione,per esempio questo sarebbe stato più adatto.

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    2. Beh, ne aveva fatto uno con l'occhio già ritoccato:
      https://4.bp.blogspot.com/-V7GnkRWxxKg/WAnsxROFumI/AAAAAAAACiM/nREdZnFqbQE1bYTfCNwJGm3G2MbaiLYlACPcB/s1600/carmen%2Bicona%2B.jpg

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    3. Per carità! L'avevo rimossa.... Sembra una a cui hanno spaccato la testa.

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    4. Perché utilizzare un'immagine di Carmen giovane piuttosto che un sua immagine dell'ultimo periodo quando era più conosciuta?

      Scusate non sarebbe rientrata nei canoni della nuova estetica! Quella che deve salvare il mondo!

      Pensate che Kiko ha fatto dei dipinti con Gesù e Maria con occhi neri ed inquietanti, immagini cupe che incutono tristezza, mentre Carmen no!

      Carmen, quella nella realtà con il viso sempre cupo, che non l'ho mai vista sorridere, quella sempre arrabbiata, ebbene proprio lei l'ha ritratta solare!

      Kiko deve sempre stravolgere tutto!

      EX-NC-???

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  10. Giusta osservazione Bps.
    Cartina di tornasole che abbia scelto di ritrarre Carmen nella massima forma, giovane e rifatta in modo da nascondere anche tutti i difetti, cosa che la dice lunga sulla necessità di mistificare, sulla non accettazione degli anni che passano, sulla idolatria dell'immagine. Tutte cose da "uomo della carne" che non è rinato in Cristo. Uomo vecchio che più vecchio non si può.

    @ Valentina!
    Non avevo pensato al Canto di Carmen "sono rotti i miei legami....le mie porte spalancate...
    questo avrà fatto affiorare alla memoria di Kiko il profondo Sheol, chi sa perché!.

    Infine, caro Lino, mi hai strappato un sorriso.
    Giusta osservazione:
    Forse era un foglio sottile semitrasparente per ricalcare una foto, Kiko. Con uno di un certo spessore non ci saresti riuscito :-)

    Lo diciamo sempre, uno scopiazzatore da strapazzo, che utilizza mezzucci squallidi.

    Pax

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    1. @ Pax
      Kiko dixit "Prendevo un altro foglio e provavo a incollarlo dietro, non vi dico!".
      E invece l'hai detto. Dietro il foglio semitrasparente è stato attaccato un foglio più doppio, per evitare rotture e riflessioni. Dal lavoro così completato sono state tratte le riproduzioni che girano :-)

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  11. "...Ci ho messo un mese perché quel disgraziato del Padre Ezechiele mi ha comprato in Austria una carta che non era da disegno e mi ha fatto morire, perché ogni volta che dovevo fare una correzione all’occhio, perché basta poco perché non gli assomigli, ogni volta che lo cancellavo si rompeva la carta...."

    Una semplice riflessione: Kiko non sbaglia mai, e se nella remota ipotesi dovesse accadere e' per colpa di altri.

    Un vero artista non avrebbe detto comprami della carta, senza specificare per quale tipo di tecnica (la carta da acquarelli e diversa da quella per disegnare), senza specificare la grammatura e senza specificare il tipo di superfice (liscia o ruvida) per avere un disegno con effetti diversi.

    Un vero artista di fronte ad un foglio che non avesse determinate caratteristiche non avrebbe MAI INIZIATO ha disegnare.

    Ma Kiko deve pensare di se stesso che è un grande artista, il nuovo Leonardo da Vinci, ma la cosa ancora più triste che tra un milione di suoi seguaci non ci sia nessuno che gli dica la verità, nessuno che gli faccia il servizio di metterlo davanti allo specchio per fargli vedere com'è realmente.

    Che dire! simili fortune e trattamenti sono riservati ai comuni mortali. Quanti di noi in convivenza si è sentito piovere addosso, improvvisamente ed in malo modo, giudizi e sentenze, con la scusa di ricevere correzioni fraterne???

    EX-NC-???

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  12. A DISEGNARE!
    😁

    Scusatemi ...

    EX-NC-???

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  13. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  14. Premesso che avevo una ex-suocera che nello stile e nei modi aveva deciso di imitare Carmencita. Il risultato finalale era empatia pari a zero e tatto della carta vetrata. Per questa ragione quando vedo le foto di La Carmen sussulto perché ho constatato sulla mia pelle gli effetti devastanti di chi "parla nella verità" per partito preso e non per carità.
    Detto questo, credo che la grande, ennesima e prevedibile opera di mistificazione in atto sia per i kikos e non per gli "esterni". Certo, sfoggiare una fondatrice in odore di santità fa guadagnare punti davanti a un nuovo adepto (digiuno completamente di fede cattolica) ma l'opera di maquillage è per chi è dentro fino al collo e ha bisogno costantemente di essere nutrito con contenuti di "fede" e "santità" katekikos. Per dire..."vedete che abbiamo una santa"? Tanto le cause di beatificazione possono durare decenni e anche quando non dovesse essere accolta si può sempre dare la colpa al faraone brutto e cattivo.
    Intanto però i katekikos vengono nutriti, caricati e continuano a buttare soldi dentro sacchi neri.

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    1. Detto questo, credo che la grande, ennesima e prevedibile opera di mistificazione in atto sia per i kikos e non per gli "esterni"

      Assolutamente credibile. Gli esterni, d'altra parte, manco sanno chi sia stata Carmen. E' un'operazione mirata a motivare i neocat e a fornire un'immagine del Cammino positiva per i vescovi e i sacerdoti che faraoni non sono.

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