mercoledì 15 luglio 2020

TRASMISSIONE DELLA FEDE AI FIGLI. "IL SALE DELLA TERRA" IV° PUNTATA.

Proseguiamo con l'analisi delle sei puntate de "Il sale della terra" trasmesse dalla RAI nel 1983. In calce a questo articolo trovate l'elenco degli articoli in tema.

La IV° puntata avrebbe dovuto avere per tema la trasmissione della fede ai figli, ma poi Mimmo Gennarini si è perso col farneticante Farnes sulla Pasqua, mostrando pochissimo del tema dichiarato.

Quindi riprende l'argomento e, sempre in incognita, chiede ad un genitore cosa fa per passare la fede ai suoi figli.

L’uomo, neocatecumenale in incognita, parla delle Lodi domenicali:

Sono alcuni anni che noi ogni domenica facciamo insieme con dei bambini una celebrazione per avvicinarli alla parola di Dio. Cercando di fare in modo che questa celebrazione sia il più possibile accessibile a loro, arricchendo anche con SEGNI, con fiori, anche preparando una tavola con una tovaglia speciale…”.

In attesa delle Lodi domenicali...
Notare la tovaglietta "speciale", cioè con le scritte ebraiche.
I dettagli li conosciamo: canti, domande dei bambini, preghiere…

Alla domanda se i bambini sono contenti, l’uomo risponde un po’ confuso:
Io ho visto che i bambini… soprattutto crescendo… all’inizio sono contenti soprattutto perché in questa piccola celebrazione ci sono gli strumenti musicali che un po’ li aiutano, ma poi, man mano che crescono, anche il loro amore, la gioia di partecipare diciamo alla celebrazione domestica, aumenta, ecco…
Forte di questa modalità “Lodi domenicali”, Gennarini si spinge un po’ troppo oltre:
Cioè i genitori devono avere la gioia di comunicare la fede ai figli, mentre molte volte noi vediamo che non se ne occupano oppure affidano questo compito ad altri”.
E qui ti ci voglio.

Proprio loro, tronfi delle loro Lodi domenicali, sono i primi a trattare i figli come conigli e ad affidare il compito ad altri: maestri dei bambini, padrini del post-cresima, fratelli di comunità, catechisti
Credono che portarsi i figli alle Eucarestie del sabato sera e fare le Lodi domestiche più qualche preghierina a tavola o in altri momenti, equivalga ad occuparsi della fede dei figli anziché subappaltare il compito ad altri.

Solo LEGGI E PRECETTI, spesso, poco dialogo, scarsa attenzione individuale, specialmente quando sono tanti.
Baby sitter in continuazione, messi a parcheggio anche per giorni e giorni.

Trasmettere la fede va fatto con la vita, con l’ascolto, con l’amore. Non con 683 leggi e precetti neocatecumenali.
Molti figli patiscono di questa incapacità dei genitori di entrare in dialogo, soprattutto se non riescono a corrispondere ai loro schemi. Non si sentono compresi, ascoltati, ma solo indottrinati.

Sono quelli che generalmente poi rifiutano il Cammino, oppure lo accettano perché conoscono solo quello, ma si sentono stretti ed imparano mille trucchi per sembrare ciò che non sono.

Sull’argomento Gennarini interroga mons. Coughlan, che anche stavolta, come nell’intervista precedente, dice gentilmente cose che, se solo ascoltassero, farebbero sentire i genitori neocatecumenali in difetto:
Ci sono genitori che fanno meraviglie con i loro figli, ma moltissimi genitori trovano necessità sia dell’aiuto di altri genitori o di comunità di un tipo o l’altro
Forte Coughlan.
Ma non capiranno.

Chi sono quelli che “trovano necessità dell’aiuto di altri genitori o di comunità”?
Non voi, neocatecumenali?

Lodi kikiane nicaraguensi della famiglia povera.
La chitarra, per tali "lodi", è indispensabile.
Forse Gennarini ha capito, infatti manda subito un video dal Nicaragua per mostrare una famiglia che sta facendo le famose Lodi casalinghe della domenica mattina.

Il padre fa il cantore e racconta un po’ la sua vita.
Dice che per compensare un’infanzia difficile si diede prima alla bella vita, poi al marxismo. Conviveva con l’attuale moglie.

Ma quello che più sconcerta è che anche lui, come un altro intervistato in altra puntata, un giorno non si sa come, non si sa perché, trovò un prete in casa che gli chiese quando si sarebbe sposato.
Lui lo cacciò con parolacce ed un calcio.
Anche lui, come già un altro paio intervistati nel corso delle puntate precedenti, dovette andare per forza in chiesa a prendere la moglie e… miracolo! Sentì parlare tre "catechisti" stranieri ed iniziò a porsi domande.
Entrò così in una comunità…

Tutti con lo stampino: preti casualmente in casa, catechesi ascoltate per caso… marxisti…

I primi tempi di comunità odiava i ricchi e quando andò da un “fratello” ricco per preparare “la celebrazione della Parola di Dio”, rifiutò un dolce perché gli sembrò un affronto, essendo lui molto povero. ORA quell’uomo ricco è davvero un "fratello" e dà tutto per la sua comunità”, dice.

I bambini del "fratello povero"
giocano tra le macerie
Quest’uomo vive in una povertà estrema, la casa è una baracca fatiscente, all’esterno bidoni ed immondizie su cui giocano i bambini.

Dopo di lui viene intervistato il “fratello” ricco.
Ha una bella casa, ma dice che dalla sera alla mattina è rimasto senza soldi a causa del terremoto e della guerra.

Ma allora?
È ricco o è povero?

A me pare che la traduzione in italiano non rispecchi quello che in sottofondo si sente dire in spagnolo da questo signore.
Comunque traducono che il Signore sta liberando lui ed anche l’altro “fratello” povero dall’attaccamento al denaro.

Il "fratello ricco".
"Nessuno infatti tra loro era bisognoso,
perché quanti possedevano campi o case li vendevano,
portavano l'importo di ciò che era stato venduto

e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi
veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno."
Atti degli Apostoli.
Non mi pare questo il caso del Cammino...
Sinceramente le due versioni non mi pare combacino. Il ricco adesso si dichiara povero e non mi pare che possa quindi essere in grado di “dare tutto per la comunità”, come diceva l’altro.
Ma non è questo l’importante.

Questo video tende ad avvalorare una predicazione costante del neocatecumenalesimo: ricchi o poveri, tutti sono ugualmente attaccati al denaro in maniera morbosa.

Ma la parte ripugnante sta nell’intervista alla moglie del “fratello” povero, Maria Auxiliadora.

Lei apparteneva alla Legio Mariae, ma i neocatecumenali sono riusciti a strapparla, proprio mentre era ad una riunione del suo gruppo.

Ma ci pensiamo?

Questi arrapati conquistatori si presentano addirittura alle riunioni di un altro Movimento per reclutare soldatini per il proprio!!

Da schifo totale:
“Frequentavo la chiesa del Carmen e appartenevo alla Legio Mariae. IN UNA DI QUESTE RIUNIONI, SONO VENUTI AD INVITARMI ALLE CATECHESI”.
Continua:
A quell’epoca mi sentivo in una situazione di peccato terribile, ero sposata solo civilmente, avevo già un figlio e stavo aspettandone un altro. Io che andavo in chiesa, consideravo una disgrazia aver sposato un ateo. Penso che in questi anni, se non avessi ascoltato la catechesi, forse mi sarei separata da lui. Non avrei sopportato i suoi maltrattamenti”.
Ma come?
Nella Legio Mariae non trovava nutrimento? Inutile allora la Legio Mariae!
È la "catechesi" neocatecumenale che le ha salvato la vita?
Lei si sentiva in peccato, e lo era, ma era lui che la maltrattava, oltre ad avere lo stesso peccato comune di convivere more uxorio.

Ma ancora:
Conoscere Gesù Cristo ha cambiato la mia vita
Anche lei, come i preti di una puntata precedente, non conosceva Gesù Cristo, nemmeno stando nella Legio Mariae: dovevano arrivare i neocatecumenali a presentarglielo.

Ma al peggio non c’è fine:
I catechisti mi dissero che il marito che ho è quello che Dio ha scelto per me dall’eternità e che non devo rifiutare la volontà di Dio. E che sono stata un’adultera con la mente perché ho pensato che sarebbe stato meglio avere un altro marito
Ma, signora, quello non era tuo marito!!
Era sposata solo civilmente, quindi per la Chiesa non aveva contratto matrimonio, anche se conviveva con quell’uomo.
Magari non era nemmeno quello scelto da Dio, chissà…

Ma guarda come hanno rimbambito questa povera signora, semplice, indigente, ingenua, credulona…
Le hanno dato dell’adultera perché nella mente aveva pensato “che sarebbe stato meglio avere un altro marito” che magari non la maltrattasse, che poi “marito” per la Chiesa non era.

Le hanno instillato sensi di colpa a lei, la vittima dei maltrattamenti di quell’uomo, considerando marito l’uomo che ha sposato per contratto civile.
L’hanno giudicata.

Ha addirittura avuto altri due figli da quell’uomo, 4 parti cesarei e sta aspettando il quinto e se morirà al quinto cesareo, “sarà stata la volontà di Dio”.

La signora non ha detto di essersi poi sposata in Chiesa, grazie alla “comunità”.
Magari era rimasta pure convivente…

Questa testimonianza, sinceramente, mi ha mosso all’inquietudine, perché mi è sembrato veramente squallido, per non dire peggio, approfittarsi così dei semplici e dei poveri.

A questo punto Gennarini avrebbe anche potuto finirla.
Invece no, intervista in studio Maria Scicchitano, medico, anche lei reduce da 4 parti cesarei che, imbeccata dal Gennarini, dichiara di non essere una donna forte, ma di avere avuto paura per le anestesie dei cesarei.

Mimmo Gennarini era veramente una persona negativa, ascoltandolo parlare in incognita del suo personale interesse davanti agli italiani, procura veramente sdegno, anche perché è subdolo, insinuante, tira soltanto acqua al suo mulino.

Infatti dice alla signora:
Cioè, ti sei trovata, in fondo, se posso dir così, di fronte alla morte”.
Eh no. La signora non ha detto questo, c’è differenza.
Ha detto che “ha avuto paura”, ma non che era di fronte alla morte.
Si può avere paura anche se non si corre un pericolo reale.
C’è chi ha anche paura di una vespa…

Ma Gennarini, per drammaticizzare il fatto, imbecca la preda, il suo trofeo.
Così la smidollata si trova ad accondiscenderlo:
Sì, sì, all’inizio dell’anestesia del terzo parto cesareo senz’altro. Io ho visto come per me quello poteva essere l’inizio della morte. Non che ci fosse un motivo, ecco per morire, diciamo, ma come per me quella è stata un’esperienza che “io potevo morire”.
Ma che vuol diree?!
Se non c’era pericolo reale, erano solo le sue ansie. Non aveva la morte di fronte.

Ma la signora intervistata dopo non lo accondiscende quando le chiede cosa ne pensa delle coppie che hanno un solo figlio o al massimo due.

Quest’uomo era incredibile. Giudicatore, supponente e strisciante.
Tipica tipologia del catechista neocatecumenale ben inquadrato.

La seconda signora lo mette al suo posto, rispondendo:
Io ho avuto la fortuna di fare un’esperienza di Dio che mi permette di aspettare il quarto figlio con serenità. Questo fatto non mi mette assolutamente in grado di giudicare chi ha un’esperienza diversa dalla mia e che quindi arriva ad una conclusione diversa dalla mia
Brava!
Neocatecumenale forse, ma brava.
Avrà fatto poca carriera.

Cosa si aspettava Gennarini, che tirasse un pippone come fa lui per la causa, giudicando gli altri?
Smaccato, passa subito ad altro argomento, senza nemmeno ringraziare la signora come fa di consueto con chi parla, ed attacca il suo pippone sull’amore di Dio che ha dato la vita a queste due madri, perché anche loro potessero dare la vita…

E per mostrare l’amore di Dio manda un video pateticissimo sempre sui campi di concentramento.
Fantasia zero.

Il video però non è solo  patetico, manda anche messaggi fuorvianti, perché sostiene che “il Padre vostro celeste È BUONO CON I MALVAGI E I PERVERSI”.
Pare sia buono solo con loro, mentre DIO È BUONO con tutti, ma conta poco, perché alla resa dei conti, anche se Dio è stato buono, gli empi avranno il giudizio che meriteranno. Perché ci sarà un giudizio. Dio è buono, ma anche giusto, come diceva Madre Teresa.

Video sui campi di concentramento
Ma vanno anche oltre, in questo video:
Non avete ancora capito la parola della bestia. L’agnello ferito vince la bestia. Sei tu, siamo noi questo agnello che oggi vince la bestia
Quei semplici uomini, quei deportati, sarebbero gli agnelli che vincono la bestia…
Quanti agnelli vincitori ci sarebbero, quindi?

A questo punto la band dei kikos canta il canto neocatecumenale “Cavallo bianco” ispirato al capitolo 19 del libro dell'Apocalisse.

È un canto che da noi si faceva poco, è pure molto brutto, ma non avevo mai confrontato le parole del canto con quelle della Bibbia. Mi fidavo.
Qualcosa stavolta però mi ha stonato, forse perché ho riattivato la ragione, e sono andata a verificare.

Quello che mi ha stonato è la frase che dice di Gesù: “Nella sua bocca una spada per FERIRE”.
PER FERIRE?!

Eh no. La scrittura non dice così, infatti.
Gesù che usa la spada PER FERIRE?

L’Apocalisse, infatti, dice “per colpire le genti” il giorno del giudizio. Non per ferire.
E’ molto diverso.

Si legge:
Gesù ha l’arco della giustizia divina e corre vincitore sul mondo per vincere il male che ovunque dilaga seminando morte e disperazione
Quindi NON “PER FERIRE”, MA PER COLPIRE E VINCERE IL MALE”.

Kiko, quando può, non solo parla di Gesù come "solo uomo", ma gli attribuisce cose cattive, un animo cattivo.
Non possono essere tutte sviste.

Ma anche la frase “Il suo nome è Parola di Dio” è tendenziosa, perché fa riferimento alle loro celebrazioni della Parola di Dio, molto indebitamente.

L’Apocalisse dice “Verbo di Dio”, cioè Gesù, esistente fin dal principio, eterno.
La seconda persona della SS. Trinità.

Ma Mimmo Gennarini ripete:
Il canto ci ha detto che il nome di questo guerriero è Parola di Dio
Questo guerriero è Gesù, il Verbo di Dio.
Ma ci rendiamo conto???
IL NOME DEL GUERRIERO, CHE È GESÙ, SAREBBE "PAROLA DI DIO"...

Il video che verrà proposto, sarà quindi la conseguenza della necessità della Parola di Dio, che una “comunità” dell’Africa celebra vicino a Nairobi.
Sempre gli stessi posti. Sempre le stesse persone.

Ma la presentazione è quanto mai tendenziosa, perché al solito Mimmo Gennarini dice che:
Anche là è arrivata la necessità di ascoltare e celebrare la parola
O vive fuori dal mondo o è in malafede.
Non lo sa che in Africa i primi missionari sono arrivati nella seconda metà del 1400?
E vorrebbe dire che la necessità di ascoltare la Parola “è arrivata” appena sei o sette anni prima della trasmissione, con l’avvento neocatecumenale?

Il video presenta sempre le stesse persone di un video precedente, sempre a Nairobi.
Non ci pare avessero molti luoghi da mostrare. Sempre gli stessi, gira e rigira.

Anche qui, l’esperienza del fratello africano tende a mostrare l’elezione di Dio: l’uomo non può scegliere se stare con Dio o no. E’ lui che chiama chi vuole che sia cristiano. Predestinazione…
Ho sentito che anche io sono chiamato, cioè è Dio che ha fatto la sua elezione [ndr: chiamata, non elezione] chiamandomi ad essere cristiano. NON È LA MIA DECISIONE, PERCHÉ SE FOSSI IO A DECIDERE, NON POTREI”.
Capito cosa insegnano a proposito di Dio?
Eletti addirittura, nemmeno chiamati.

Un altro si tradisce:
Perché possiamo seguirlo E NON SOLO DI DOMENICA
Anche questi africani quindi, erano già convertiti e battezzati, i kikos li hanno solo strappati facilmente alla loro fede: andavano infatti alle Messe della domenica.

Gennarini quindi chiede una parola a padre Cantalamessa, che non parla esattamente “neocatecumenalese”:
Se noi pensiamo che la vita dell’uomo è solo la vita del corpo, allora non ha senso parlare di questo bisogno vitale che è la parola di Dio. Ma se ci ricordiamo che esiste anche una VITA DELLA NOSTRA INTELLIGENZA, E IL PANE DELLA NOSTRA INTELLIGENZA È LA VERITÀ, SE CI RICORDIAMO CHE L’UOMO HA ANCHE UNA VITA DEL CUORE, DELLA VOLONTÀ, E IL PANE DEL CUORE È L’AMORE, E CHE QUESTA VITA È QUELLA CHE DURERÀ IN ETERNO, allora comprendiamo bene come questa vita ha bisogno di un alimento, che è la parola di Dio
Cantalamessa non nega la necessità del cibo spirituale, non la fa assurgere come primaria, di fronte a gente che muore di fame, perché questa indifferenza si chiama cinismo ed aridità, non fede.

Non per nulla il buon Samaritano della scrittura, all'uomo aggredito dai ladroni, non si mise a fare una tirata catechetica di sole parole, ma gli pagò le cure e la locanda, senza dire nulla.

"Il buon Samaritano" di Teofilo Patini
Esiste invece una catechesi kikiana che fa tutta un pippone per mostrare che la chiesa ha invertito la parola di Dio da “non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”, per trasformarla in sciocco assistenzialismo:non di sola parola di Dio vive l’uomo, ma anche di pane”.

Una volta condividevo questo assunto, perché ci ripetevano ossessivamente che la Parola di Dio viene prima di tutto.
Ed è pure vero, ma non davanti a chi muore di fame.
In quel caso ci vogliono entrambe le cose, perché l’uomo è fatto di spirito e corpo. Occorre equilibrio.
Se si può, è nostro dovere soccorrere anche il corpo, dono di Dio, invece di annunciare solo parole davanti a chi domani non mangerà, mentre questi annunciatori avevano la pancia piena.

Oggi rinnego fortemente quella visione, che si disinteressa del corpo “altrui”, ponendo molta attenzione al proprio.

Ma Gennarini è insensibile, si muove un muscolo della sua faccia solo quando parla in incognita dei neocatecumenali, come quando estasiato dal balletto eseguito in una puntata antecedente, per la prima ed unica volta azzardò un compiaciuto sorriso.

Per cui si rivolge a padre Vanhoye per giudicare la gente che “molte volte trova difficile vedere nella storia di Israele qualcosa che lo riguarda

Specializzazione neocatecumenale: ne sanno più degli ebrei che dei cristiani.

Vanhoye non si sbilancia e dice che "è difficile perché si tratta di una cultura diversa e lontana, ma la chiesa ha sempre visto nell’Antico Testamento una preparazione del Nuovo, e leggendo l’Antico scopre già Cristo

Non soddisfatto della risposta ricorre al “teologo neocatecumenale”, il farneticante Farnes.

Infatti quest’uomo è evidentemente spostato e risponde con tutt’altra argomentazione, come un automa che ripete gli input incamerati:
Io direi che soprattutto, la cosa che più si dirà nei secoli che verranno, sui nostri tempi, è più precisamente che noi abbiamo recuperato nella liturgia la Parola di Dio. E questo sarà UN CAMBIAMENTO FORTISSIMO NELLA CHIESA DEL FUTURO
La grande illusione neocatecumenale, passata da questo visionario prima a Carmen e poi a Kiko.
Già pregustano il futuro dei secoli a venire e se ne attribuiscono il merito: sono loro che hanno recuperato la “liturgia della Parola”, apportando per i secoli a venire UN CAMBIAMENTO FORTISSIMO NELLA CHIESA DEL FUTURO.

C’entrava poco con la domanda, ma è pur sempre propaganda occulta, non fa mai male.

Non sapendo come introdurre l’ultimo video, Gennarini ricorre alla definizione “gruppi ecclesiali” annoverandovi anche il Movimento Neocatecumenale: Focolarini, Rinnovamento dello Spirito e Cammino Neocatecumenale.
Sai poi che risciacquata avrà preso dalla sora Carmen, se l’avesse sentito: il Movimento Neocatecumenale è LA CHIESA, non un gruppo ecclesiale come gli altri!

Gennarini, impara!

Il succo del video è che i gruppi ecclesiali salvano i matrimoni.
Che stress! Che noia!

Ma il fiero e tronfio Gennarini va dritto alla conclusione convinto del suo e termina:
La puntata sta per finire, vi abbiamo fatto un pochino entrare in un’assemblea cristiana, vi abbiamo parlato e fatto vedere anche una chiesa domestica…”
"NOI abbiamo mostrato a VOI la Chiesa" (mai detto neocatecumenale).

Come non affermare a chiare e sonore lettere che si tratta di propaganda di un prodotto per invogliare la gente ad “acquistarlo”?

Ricordiamoci cosa disse Madre Teresa: “È l’amore PER DIO che ci fa capaci di amare i moribondi poveri e sofferenti”. L’amore all’altro come conseguenza dell’amore a Dio.

Gennarini parla esattamente del contrario, come tutti nel neocatecumenalesimo: è Dio che ti ama e ti cambia la vita, tu puoi tranquillamente continuare ad essere quello che eri, Dio non vuole che tu cambi. Ma se lo segui OTTERRAI DEI VANTAGGI, TI SERVIRÀ:
Tutte le esperienze che vi abbiamo mostrato, esperienze di cambiamento della vita, di felicità raggiunta, di pace ottenuta, tutte queste esperienze, tutte queste NOVITÀ, nascono… sono il frutto della Chiesa
Fine.

Ora sì che la band neocatecumenale può cantare l’Alleluja neocatecumenale.

Band neocatecumenale in incognita


(fine ottava parte -- segue)


Nel 1983 la RAI trasmise sei puntate di propaganda neocatecumenale nella trasmissione "Il sale della terra" condotte dal neocatekiko Mimmo Gennarini. Gli articoli precedentemente pubblicati su questo tema sono:
  1. introduzione e contesto storico
  2. "prima-e-dopo", dalla prima puntata de Il sale della Terra
  3. "fruttidelcammino", dalla prima puntata
  4. sofferenza-morte-ingiustizia, dalla seconda puntata
  5. il possesso della morte, introduzione alla terza puntata
  6. il possesso della resurrezione, terza puntata
  7. devianze neocatecumenali, quarta puntata

11 commenti:

  1. Uomo Libero!!!!!!!!!!!15 luglio 2020 alle ore 07:50

    IL "SALE DELLA TERRA" È L'OTTAVA PIAGA D'EGITTO..

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  2. Ho ascoltato l'intervista del padre che dice di trasmettere ai figli la fede con le Lodi alla domenica mattina.
    E la domanda nasce spontanea: prima o dopo la Messa? La risposta è: nè prima nè dopo, ma al posto della Messa.
    Quindi, visto che sappiamo che le parole, soprattutto con i bambini, sono molto meno importanti dei fatti, ecco, i fatti sono questi: il messaggio che viene veicolato da quell'intervista è "in parrocchia non c'è bisogno di andare".
    La fede, invece, che trasmettono i genitori dovrebbe consistere in un messaggio semplice, oltre all'esempio di vita e alla preghiera comune: abbiamo bisogno di Gesù, e Gesù lo si trova nella Chiesa. E la Chiesa più prossima per i cattolici è la parrocchia.
    Dirò di più: i neocatecumenali "pipponi" paterni sulle Scritture, nel corso di queste celebrazioni casalinghe, rafforzano nei figli la convinzione che il padre abbia diritto di interpretare personalmente la parola di Dio, che non ci sia bisogno dell'omelia del sacerdote, del magistero della Chiesa, della vita nella Chiesa, che raccoglie tutti i credenti, non solo un gruppo fisso e ben definito come è la comunità neocatecumenale.
    Papa Francesco ebbe modo di dire: «la vera fede si trasmette sempre in dialetto: il dialetto dell’amore, della famiglia, della casa, quello che si capisce nell’aria. Forse la lingua è la stessa, ma c’è qualcosa di dialetto lì, e lì si trasmette la fede “maternalmente”».
    Ecco, forse il punto è questo: il Cammino ha esaltato il ruolo del padre-pastore che arringa i figli con le parole dei catechisti e di Kiko, mentre invece la fede in famiglia deve essere trasmessa maternalmente, cioè per via naturale con il linguaggio naturale, casalingo, semplice dell'amore e della casa.
    Senza mai perdere di vista l'invito di San Paolo ai Colossesi: "E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo".
    Quell'unico corpo è la Chiesa, e ad essa un genitore non può sostituire nulla di parziale o di inferiore.

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    1. Interessante.
      Per cui il Cammino non solo si fa "chiesa" per tutti, ma si fa anche "famiglia" per tutti.
      Proprio come nelle SETTE!

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  3. Il Cammino è una serie di cose da FARE e una serie di SEGNI da capire.
    Insistono sui segni come contenessero tutti un mistero, un ARCANO, che, come nel gioco dell'oca, fa progredire. Come se ogni passo del Cammino fosse un Sacramento (dove i segni manifestano la realtà che è efficace per se stessa).
    Ma il mistero che si nasconde dietro i segni del Cammino, non ha nulla di soprannaturale, ma si deve solo CAPIRE e mettere in atto attraverso l'ubbidienza cieca.
    E' questa comprensione che fa "funzionare" tutto spontaneamente: il MIRACOLO è tutto qui.
    Come chi capisce il meccanismo del giocattolo rotto e lo accomoda, lo può fare rifunzionare come per miracolo.
    Così succede, secondo Kiko, quando si svelano gli "arcani".
    Capisci gli arcani e la giostra funziona.
    Ma dove sta la GRAZIA della fede, che certo interpella la nostra ragione, ma che, se accettata, "funziona" per se stessa, senza dipendere direttamente dai segni (a parte nel caso dei Sacramenti)?
    Forse è per questo che i camminanti hanno sempre sulla bocca i "miracoli" ma non ne fanno neppure uno.

    Il "povero" camminante nicaraguense caccia via a calci il prete: può aver fatto strada perché il DNA è quello giusto (se non ha poi preso a calci anche i catechisti).

    La povera Maria Auxiliadora testimonia:
    “I catechisti mi dissero che il marito che ho è quello che Dio ha scelto per me dall’eternità e che non devo rifiutare la volontà di Dio. E che sono stata un’adultera con la mente perché ho pensato che sarebbe stato meglio avere un altro marito”

    Come fanno a dire con quella certezza che in questo caso è inscindibile dalla supponenza, che quel marito (che poi non era affatto suo marito) era quello che Dio le aveva predestinato dall'eternità?
    Che forse credono che sia tutto già scritto e che l'uomo più che collaborare con Dio, è come un cane che deve essere bene addestrato (da Kiko) per capire gli ordini del padrone?
    Dove sta il concetto di ispirazione divina, che certo deve essere seguita, ma che ha ampi spazi di azione e di efficacia che si realizzano anche secondo il grado di generosità della risposta dell'uomo e del suo amore?

    Riguardo poi al fatto che Maria Auxiliadora sia stata un’adultera con la mente per aver pensato che sarebbe stato meglio avere un altro marito, è criminale e ridicolo.
    Dove sta la concupiscenza? Maria Auxiliadora non parla di desiderio accettato di unirsi carnalmente a un altro uomo.
    Siamo alla follia

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  4. Mi ricordo benissimo questa puntata e di alcune aggiunte che qualcuno potrà confermare.

    - Nicaragua. Il ricco del racconto era ed è uno dei più ricchi del suo paese padrone di una catena di distribuzione che negli anni è diventata sempre più estesa. Credo che sia stato centrale nella costituzione del seminario RM di Managua.

    - il medico di Roma. La battuta che non può avere "fatto carriera" nel cammino è inconsapevolmente infelice perché morì in in incidente stradale travolta da un camion pochissimi lamesi dopotdopo la Mi ricordo benissimo che i catechisti ci diedero la notizia.

    - uno degli attori della scena teatrale dovrebbe essere Pino Manzari

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    1. Ricordiamo ai lettori che il concetto di "schiavitù dal denaro" è la solita tipica esagerazione neocatecumenale, dovuta al fatto che nel Cammino bisogna «mollare il malloppo» a Kiko.

      Un ricco "difficilmente" entra nel regno dei cieli perché ha statisticamente più "beni" a cui lasciare che si attacchi il cuore. Ma anche un povero in canna può essere attaccatissimo in modo insano alle poche cose che ha. Quello che è importante, nella fede, è la disposizione del cuore, non la quantità di "malloppo" effettivamente mollata al Cammino.

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  6. Io bandirei da certi lavori e studi alcune persone non per discriminazione ma potenzialità e rischi sulla preparazione,equi equilibrio e saggezza nei compiti e giudizi..
    Mi incuriosisce anche sapere percezione e cambiamenti nelle faccende di studio, professionali lavorative,quotidiane ecc ..
    Saremo in Europa....
    Quasi...

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  7. Ricordo tutte le minuziose prescrizioni per le lodi domestiche. Il cero, la croce, la tovaglia, possibilmente i fiori.... C'erano persone che si vantavano pubblicamente di avere tutti gli addobbi kikiani e poi magari sparlavano di questo o quel fratello, e quando c'era da offrirsi volontari per preparazioni o aiuto ai "fratelli" altro si sottraevano sempre con mille scuse. Come si fa a "trasmettere la fede ai figli" facendo le lodi puntualmente ogni domenica, senza che la propria vita cambi di uno iota verso il cristianesimo, cioè senza una autentica conversione del cuore? In realtà, quello che si trasmette, o si cerca di trasmettere, è la "fede" nel kikianesimo, come è stato detto.

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  8. Dice padre FARNES, l'ideologo di Kiko e Carmen:

    “... la cosa che più si dirà nei secoli che verranno, sui nostri tempi, è... che NOI abbiamo recuperato nella liturgia la Parola di Dio. E questo sarà un CAMBIAMENTO fortissimo nella Chiesa del futuro".

    Qui si evidenzia una delle tante superballe del Cammino: che il Cammino sia frutto del Vaticano II.
    Quando dice: NOI, Farnes intende noi del Cammino, NOI che abbiano dato origine al Cammino e al CAMBIAMENTO che il Cammino comporta.
    Quel NOI non può riferirsi ai padri conciliari, perché lui non lo era.

    Gli iniziatori del Cammino hanno preso a pretesto il Concilio per il cambiamento che avevano in mente, anzi, nel cuore.
    Il Cammino in realtà è un "frutto" della mentalità di cambiamento dei suoi tempi.
    Come un bravo generale in una battaglia riesce a sfruttare a suo favore gli imprevisti metereologici o di altro tipo, così hanno fatto gli iniziatori del Cammino col Concilio.

    Il Cammino è frutto di quella mentalità che sfociò nel Sessantotto in campo laico e nel neo modernismo in campo ecclesiale (quando il Concilio fu interpretato dai sessantottini infiltrati nella Chiesa).

    Il Cammino apparentemente non ha nulla a che fare col modernismo, ma ha lo stesso fine: svuotare del mistero soprannaturale i "segni" della Chiesa coi propri segni (gnostici per il cammino e altre sette).

    Mentre il fine del Concilio voleva essere un rinnovamento della devozione, il fine del modernismo e del Cammino vuole essere uno svuotamento della devozione cristiana ritenuta superstiziosa.
    Le novità formali apportate dal Concilio hanno solo evidenziato il piano modernista dando un pretesto ai modernisti per uscire allo scoperto.

    Forse la provvidenza ha voluto far sì che si cominciasse a giocare a carte scoperte.
    Il Cammino oggi cerca di camuffarsi ancora, ma ormai è tutto chiaro: per essere NELLA Chiesa non deve far altro che fare autocritica, chiedere pubblicamente scusa alle sue vittime e rientrare nei ranghi come un qualunque movimento, secondo quelli che sono i suoi statuti mai seguiti.
    L'alternativa è: o scomparire, o continuare come una setta ma fuori dalla Chiesa e dalle parrocchie.

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