lunedì 15 luglio 2019

La Storia Infinita del Cammino Neocatecumenale

Riportiamo, da un articolo di un neocatecumenale che tesse le già note lodi al Cammino, una  sezione dedicata invece ad una disamina di alcuni suoi aspetti ritenuti critici.



100 piazze neocat:
in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi
(...) «Molte sono invece le critiche (al Cammino Neocatecumenale) che tenderei a dividere in due categorie:

(A) gli errori dovuti alle persone che ricoprono ruoli nel CNC ma che non hanno relazione coi principi fondanti previsti dallo statuto. Sono quindi critiche che dipendono da errori umani e non da come il CNC è strutturato.

(B) debolezze o incongruenze proprie del CNC.

Tra le (A) metterei:
  • la predilezione per un atteggiamento irrazionale nei confronti della vita;
  • l' esaltazione dell'inadeguatezza umana e della impreparazione nei servizi e nei lavori (perché si veda che "solo" Dio opera);
  • vedere il mondo fuori del CNC come "tana del demonio" e non come un luogo in cui vivere e da condividere con altri uomini;
  • nei giovani viene fiaccata l'ambizione al successo nella società civile e favorita la tendenza a avere tutti i propri orizzonti nel CNC favorendo, per esempio, matrimoni nel CNC;
  • la storia e la sua interpretazione (come "Parola di Dio") viene trattata in modo neopanteista vedendo indicazioni di Dio in fenomeni in cui Dio non c'entra o ritenere che Dio punisca per farti capire i tuoi errori;
  • esiste una tendenza a isolarsi e autocelebrarsi eccessiva e autolesionista negli scrutini (tappa battesimale nella quale davanti alla Comunità i catechisti stimolano un momento personale di verifica a ciascuno); 
  • esiste il rischio di trasformare il dialogo in pressioni psicologiche non consentite, in particolare dando indicazioni su scelte personali facenti parte del "foro interno".
Tra le (B) metterei:
Il CNC ha in sé il programma di riscoprire e rivivere in pienezza il Battesimo ponendo in questo il fine ultimo dell'intera azione pastorale del movimento.
Quindi, rinnovate le promesse battesimali, era prevista la fine delle Comunità del CNC a vantaggio di qualunque altra realtà parrocchiale o della Chiesa universale.
Dopo l'approvazione degli Statuti, invece, si è istituita la "formazione permanente alla fede" con la quale le comunità non finiscono mai ("la storia infinita del CNC").
Questa mi sembra una forzatura non in linea con le originarie ispirazioni dei fondatori e dettata forse dalla necessità di non perdere Comunità. Questo problema ha dato luogo all'introduzione di una nuova "tappa" del CNC chiamata "matrimonio spirituale" non presente nel rituale cattolico del catecumenato battesimale e che avviene dopo 10 anni dalla "fine del CNC".
In questo modo va interpretato anche il punto n. 7 "Communitates in Missionem" che assicura delle attività per le Comunità che hanno già finito il CNC e che abbiano anche fatto il "matrimonio spirituale". Questa decisione mi sembra debole e non logicamente coerente con gli altri 6 punti che sono, invece, tutti tra loro strettamente collegati.
Avvicinandoci alle conclusioni mi sento di poter dire che l'insieme delle critiche sia di tipo (A) che di tipo (B) sono assolutamente trascurabili rispetto alla preponderante positività che trabocca da questo movimento e del bene enorme che può produrre in migliaia di famiglie.

Le critiche di tipo (A) sono quelle che riempiono i blog dei critici e che sono spesso piene di acredine (se non di vero e proprio odio ingiustificato) e che sono frutto di un malinteso o di una reazione personale a un torto subito (vero o presunto). 
In ogni caso non possono essere dirette al CNC come tale ma sono, giustamente, dirette a chi ne dà una interpretazione personale e non prevista dagli Statuti (anche se a volte espressa con atteggiamenti anche del fondatore). 
Chi critica dovrebbe avere sempre chiara questa distinzione e chi è oggetto delle critiche, e commette errori ricoprendo una responsabilità nel CNC, dovrebbe sempre essere cosciente che sta danneggiando un bene della Chiesa, non suo.

Infine per quanto riguardano le critiche di tipo (B), cioè quelle "strutturali", mi sento di dire che le appoggio ma che, nonostante questo, il CNC non perde per questo la sua importanza e il suo valore.

Cerca Gesù: troverai il CNC.
Sono Neocatecumenali
MA NON LO SCRIVONO!
Mi sento personalmente di aggiungere tra le critiche di tipo (A) quella più grande e cioè quella rivolta a quelle persone (e sono tante) che interpretano il loro stare nel CNC come dei "funzionari di una organizzazione" che hanno un ufficio da compiere o dei soldati che devono difendere un territorio dai nemici. Così facendo esse perdono e fanno perdere memoria del fatto che il CNC è una risposta a dei problemi umani e una salvezza per tanti. 
Si inverte lo strumento con il fine e la vita di queste persone coincide con la organizzazione stessa che stanno servendo e così facendo contribuiscono a ridurre la capacità critica e l'autonomia personale lasciando tristemente il campo a un integralismo vuoto e alienato.

Ma questo, e bisogna dirlo chiaramente, è tipico di ogni organizzazione umana che supera in importanza e potere una certa massa critica per cui serve una struttura organizzativa e delle responsabilità. È un po' quello che è successo con l'imperatore Teodosio che ha introdotto nella Chiesa (oltre al problema di conservare e propagare il "depositum fidei") anche il problema di gestire un potere economico e politico. Questo fatalmente inquina e distrugge e potrebbe trasformare persone salvate o beneficate in funzionari di fazione che fanno della fedeltà all'organizzazione una clava per colpire (stessa cosa va detta per chi critica senza costrutto).

Ma non voglio stare qui stupidamente a vagheggiare una purezza che non può esistere e mi chiedo: come si può nel CNC, nella Chiesa Cattolica o in qualunque altra organizzazione umana tenere a bada questo istinto irrefrenabile a questo senso di appartenenza a una organizzazione che diventa una strumentalizzazione ad appropriarsi di tutto come fosse tuo? Come possiamo ricordarci che siamo servi inutili (Lc 17,10) di qualcosa che non è nostro e che non siamo noi?

Se questa domanda me l'avesse rivolta mio figlio risponderei cosi: intanto parliamone, facciamocelo presente a vicenda, ricordiamocelo sempre, diciamolo alla gente, ai colleghi, ai parenti, agli amici, scriviamolo su un blog. Teniamo sempre presente che qualunque cosa può essere strumentalizzata e stravolta per i nostri fini, anche le cose belle di Dio. Ma ricordiamo anche che questo è un problema di noi uomini e della nostra debolezza e non di quello che Dio di buono ha suscitato.»



Ci sarebbe molto da dire su questo brano, ci limiteremo a commentarlo per sommi capi.
Innanzitutto, bisogna ammettere che è più che apprezzabile lo sforzo di autocritica dell'autore neocatecumenale di questo contributo, motivo per il quale l'abbiamo ritenuto meritevole di attenzione e di pubblicazione sul nostro blog.

Non possono perdere le proprie pecorelle
Per quanto riguarda le critiche "strutturali" al Cammino (tipo B), le accogliamo con favore:
Il passaggio del Matrimonio Spirituale con secondo oneroso pellegrinaggio in Israele, cioè alla Domus Galileae, e lo sradicamento delle comunità che hanno finito il Cammino dalla propria parrocchia, sono «forzature non in linea con le originarie ispirazioni dei fondatori e dettate forse dalla necessità di non perdere Comunità» ... e sappiamo che "perdere comunità" equivale a perdere neocatecumeni paganti decima.
Puntualizziamo, rispetto a quanto riferito dall'autore dell'articolo, che per il Matrimonio Spirituale, tappa che interviene a "cammino finito", non si aspettano più dieci anni, ma la metà.
Rileviamo poi che non si fa menzione della durata trentennale degli altri passaggi nel loro insieme: trent'anni per la riscoperta del battesimo significa essere tenuti  in ostaggio per almeno metà della propria esistenza, anche se il cammino, secondo le promesse fallaci del suo iniziatore, finisse con l'Elezione e il secondo Battesimo nel Giordano.
Inoltre l'autore si è scordato di riferire che, oltre alle Communitates in Missionem, le comunità più anziane sono sempre soggiacenti al controllo ed alla verifica periodica di catechisti e garanti (ma forse questo fa parte dell'arcano e non si è azzardato a riferirlo...)

Per quanto riguarda i problemi di tipo A (i cosiddetti errori personali non in linea con le indicazioni degli Statuti), comprendiamo la necessità di giustificare in qualche modo gli errori denunciati, ma ricordiamo all'autore alcuni elementi di giudizio.
  • Negli Statuti del Cammino non viene specificato in cosa deve credere un cristiano e come debba comportarsi.
  • Coloro perciò che, all'interno del CNC, commettono gli errori denunciati dall'autore (e molti altri, ancor più gravi, che egli non conosce o non riporta) non contravvengono agli Statuti e non creano danno al Cammino, ma contravvengono al Catechismo della Chiesa Cattolica, al buon senso ed anche alle leggi umane e creano danno alla Chiesa, cioè al Corpo di Cristo.  
  • Non è vero che i malvezzi del Cammino derivano dal fatto che, avendo superato una certa massa critica, si sono dovute giocoforza assegnare delle responsabilità, stabilire delle gerarchie, all'interno delle quali si annida l'errore umano. Quando ancora il cammino era costituito da poche comunità della diocesi di Madrid, venivano nominati dei "capi" con responsabilità sul gruppo a loro affidato, e tali capi erano soggetti ai propri catechisti e fondatori; quindi la gerarchia del Cammino è nata insieme con esso, così come il concetto di obbedienza a tale gerarchia, spesso in contrapposizione alla gerarchia della Chiesa ed anche ai ruoli all'interno della famiglia stessa. 
  • L'esistenza poi di un livello gerarchico superiore dovrebbe assicurare sempre il controllo sulle eventuali devianze...invece in Cammino non è così...oppure semplicemente ciò che viene definito errore è precisamente voluto e stabilito dai livelli più alti della piramide. Quindi gli errori all'interno del Cammino Neocatecumenale non sono un incidente, come si vorrebbe credere e far credere, ma la norma, pianificata e confermata dai propri stessi fondatori.
  • Quando l'autore dice che il CNC, come la Chiesa, sono "organizzazioni umane", omette una realtà che un cristiano non può ignorare: la Chiesa ha una personalità divina, è la Sposa di Cristo, colonna e fondamento della fede, mentre è il CNC ad essere solamente una organizzazione umana, come tale destinata a perire ben presto.
  • Non ha senso quindi l'affermazione: "il CNC è una risposta ai problemi umani e una salvezza per tanti" (!!!), frase che l'autore pronuncia proprio prima di bacchettare chi, tra i suoi adepti, scambia il mezzo con il fine.
Gli irresistibili ritornelli del Cammino
La nostra riflessione finale è la seguente: 
non esisterebbero «blog dei critici e che sono spesso piene di acredine (se non di vero e proprio odio ingiustificato) e che sono frutto di un malinteso o di una reazione personale a un torto subito, vero o presunto» (così l'autore neocatecumenale ci descrive), se il CNC fosse consapevole dei propri errori e vi ponesse rimedio, invece che continuare a propugnarli.

Quindi, perché invece di dire, nella parte finale dell'articolo, parafrasando il canto dello Shemà (perché ogni Neocatecumenale, anche il più ben orientato, è schiavo dei ritornelli del Cammino, le risposte pronte ad ogni domanda scomoda)  «parliamone, facciamocelo presente a vicenda, ricordiamocelo sempre, diciamolo alla gente, ai colleghi, ai parenti, agli amici», non leggiamo un "diciamolo ai responsabili del Cammino, ai catechisti regionali, ai 72, ai 12?"  Perché non si propone "diciamolo a Kiko stesso, vediamo cosa ci risponde?".

Non servirebbe a nulla, fa capire l'autore, perché certe "interpretazioni personali" devianti e non in linea con gli Statuti  sono «a volte espresse con atteggiamenti anche del fondatore».

Di fronte a questa ammissione... non c'è altro da dire.

43 commenti:

  1. Un post orribile. Questa volta abbiamo proprio toppato.
    Credo che spesso nei post si aggiungano troppe falsità e supposizioni; ad esempio il post sulla novena si sa chiaramente che si tratta di una iniziativa personale e non del Cammino Neocatecumenale.
    Di un post su Facebook ne avete fatto un comunicato stampa e non ci crede nessuno.

    Un Fan del blog

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    1. Dal momento che le notizie ufficiali del cammino ormai non viaggiano più sui siti tradizionali ma sulle pagine fb, e dal momento che questa novena è stata veicolata (ormai questo è il terzo anno) sulle stesse pagine che hanno:
      Dato la notizia della morte di Carmen
      Della Messa a lei dedicata corpore insepulto
      Della Sepoltura
      Della pubblicazione dei Diari
      Oltre che notizie sulla salute di Kiko, i suoi ricoveri, gli auguri di papa Francesco, la famosa telefonata di papa Francesco, gli incontri vocazionali, gli incontri con i vescovi alla Domus
      Eccetera eccetera eccetera,
      Siamo non titolati, ma titolatissimi a ritenere che questa iniziativa sia ampiamente condivisa dagli alti gradi del Cammino se non direttamente promossa dagli stessi.
      Sarai un fan del blog, ma sembra che tu non sappia che i nostri amici neocatecumenali ormai hanno scelto alcune pagine fb per veicolare le notizie importanti che riguardano il Cammino e per lanciare iniziative internazionali.
      In questo caso specifico, la novena riguarda sicuramente Sud America e paesi di lingua spagnola.
      Dell'Italia non possiamo essere certi, anche se sappiamo che lo stesso Kiko ha più volte sollecitato nelle catechesi dei momenti forti (inizio corso, Quaresima, Avvento) a chiedere grazie A Carmen Hernàndez.
      Mai ha chiesto una preghiera PER Carmen Hernàndez, di questo "obbrobrio" tipicamente cattolico, nessuno potrà accusarlo mai.
      Questi documenti li abbiamo pubblicati, vai a rileggerli.
      Poi, caro fan, non capisco perché commenti sull'articolo odierno che è di tutt'altro tenore. Forse per "sporcare" due cose con un'unica zampata?
      Ma perché siete così pigri?
      Sappi comunque che in questo blog non abbiamo bisogno di fan, quelli li lasciamo tutti a Kiko, che ne ha estremo bisogno.

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    2. "Abbiamo toppato": tu e chi? Sii più preciso.

      Il post sulla novena è credibile e significativo per vari motivi.

      Il primo, è che lo ha lanciato un adepto di Kiko e Carmen, rivolgendosi ad altri adepti dello stesso grosso gruppo neocatecumenale su Facebook, per di più in maniera pubblica. È una proposta articolata, non una battutina "e se facessimo...?" È qualcosa a cui nessuno dei kikos ha risposto "ma sei tonto, o cosa?": nessuno di loro è rimasto sorpreso o negativamente sconvolto, al contrario. Se ti metti a spulciare le pagine dei gruppi kikiani avrai diverse sorprese (tutte negative)...

      Il fatto che nel Cammino, per opera della stessa Carmen e di Don Kikolone, le novene erano considerate roba da "religiosi naturali", non toglie nulla al fatto che improvvisamente c'è il "Contrordine Compagni!" che proclama "giusto" ciò che era sempre stato definito "sbagliato". Si tratta della tipica ipocrisia neocatecumenale, che deriva dal relativismo neocatecumenale, cioè dall'illudersi che la verità sarebbe "relativa", che l'errore e la verità abbiano gli stessi diritti, che quel che oggi è "vero" domani potrebbe essere "falso", che la verità scomoda per il Cammino sarebbe solo l'erronea opinione di un qualche "odiatore"... Per cui se ieri il Cammino ti diceva che le novene sono sbagliate, tu dovevi crederle sbagliate, e se oggi ti dice che sono giuste se si fanno per Carmen, tu oggi devi crederle giuste, e non devi riflettere sul fatto che ieri dovevi credere il contrario di ciò che devi credere oggi perché l'autorità di Kiko è tale che devi credergli anche se si contraddice: Kiko è superiore alla verità, Kiko può calpestare la verità, Kiko se ne infischia della verità (idem Carmen: ed infatti ieri disprezzava le devozioni e le novene, e oggi bisogna far novene per Carmen ed essere devoti di Carmen). Sul caso "canonizzare Carmen" avrai notato la lunga lista di articoli con parecchie testimonianze, sfògliali a volo d'uccello e prova a farti un'idea. Se metti da parte il buonismo noterai elementi per sospettare che Carmen stia bruciando tra le fiamme dell'inferno insieme alle anime che ha contribuito a far dannare.

      Riguardo al "post" di oggi, vorrei farti notare che sul Cammino riflettiamo da parecchi diversi punti di vista: liturgico e dottrinale in primis, disciplinare, familiare, sociale, economico, politico, perfino sociologico. Questo perché in qualità di cattolici sappiamo che chi inquina la fede, irrimediabilmente inquina anche il sociale (oltre che la liturgia, il modello di famiglia, il concetto di apertura alla vita, l'idea di donare alla Chiesa, la pratica dell'ubbidienza ai legittimi pastori della Chiesa...).

      L'articolo nella pagina di oggi è stato scritto non da noi ma da uno favorevole al Cammino, che - facci caso! - praticamente conferma dalla sua esperienza quelli che qui sul blog in tanti abbiamo confermato essere problemi seri del Cammino (e non siamo stati né i primi, né gli unici). Se uno favorevole al Cammino critica qualcosa del Cammino, sei disposto a prenderlo sul serio o no? Nota poi che la sezione "A" riguarda le persone «che ricoprono ruoli nel CNC» (dunque non si tratta di eccezioni o fratelli un po' bizzarri entrati per caso nel Cammino), mentre la sezione "B" riguarda problemi del Cammino in quanto tale. Ti invito a leggere tutta la pagina, prima di gridare "orribile".

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    4. Volentieri rispondo ai commenti
      https://www.nicolasparvieri.com/l/risposta-ai-commenti-ricevuti-dall-osservatorio-sul-cammino-neocatecumenale/

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    5. Non essendo riuscita a postare sul blog di Nicola Sparvieri, inserisco qui il mio commento.

      Gentile professore, la sua risposta mi pare solo in piccola parte pertinente, in quanto l'articolo di Osservatorio non aveva a tema lei o il suo blog e nemmeno il Cattolicesimo in generale ma (come del resto appare chiaro dal titolo stesso del blog) il Cammino neocatecumenale (CN).

      Trovo interessante che abbia espresso la sua esperienza e la sua attuale posizione a riguardo, ma essa non mi appare del tutto chiara, per l'ambiguità che trovo nelle seguenti affermazioni (le quali del resto, non riesco bene a conciliare nemmeno col suo dichiararsi "Cristiano Cattolico").

      " dare più spazio nella mia vita a un criterio di autonomia e di razionalità. Stesso principio per la realizzazione di un Blog che assolutamente non è schierato con nessun gruppo monocolore "
      ------------
      Benissimo, ogni cittadino è libero di fare come crede e del resto lei lo ribadisce:

      " Ma cosa ce ne importa se un Libero Cittadino in Libero Stato vuole frequentare il CNC o vuole scrivere sul Blog dell'Osservatorio sul CNC ..?"
      ---------------
      Però credo che un "Cristiano Catttolico" NON possa semplicemente "stare nel mezzo" , cioè super partes, solo perché ragiona "in autonomia" di

      " Famiglia basata sul Matrimonio lasciando perdere tutte le fandonie che noi cattolici inseguiamo sul Diritto Naturale o sui Gender? Perché non proviamo a ragionare sul senso che può ancora avere oggi il celibato dei sacerdoti in una epoca in cui la Chiesa è dilaniata al suo interno da pedofilia e omosessualità?"
      ----------------
      si può ragionare e ascoltare e porsi domande, ma una posizione in base alla propria fede, bisognerà pur prenderla no?

      Elimina
    6. Perciò, quando lei CONTRAPPONE il suo blog o il CN al blog Osservatorio , sta confrontando due grandezze non omogenee tra loro.

      ".. non è schierato con nessun gruppo monocolore ma offre solo miei ragionamenti pieni di lungaggini pallose su quello che interessa a me.
      Non si può dire la stessa cosa, perdonatemi, per il Blog dell'Osservatorio del CNC nel quale appare chiaro che, non chi ragiona a mente libera, ma chi parla male del CNC guadagna punti."
      --------------
      Quindi lei nel suo blog può parlare (giustamente) di ciò che interessa a lei, per il fatto che "ragiona" con "criterio di autonomia e razionalità", mentre, chi scrive su Osservatorio secondo lei non usa lo stesso criterio?
      In base a quale indagine ha tratto questa conclusione?

      - Se si vuol prendere la briga di approfondire, troverà Sì lo sfogo personale di qualcuno che ha ricevuto ogni genere di male dal CN, ma puntualmente troverà soprattutto FATTI, cioè testimonianze documentate, analisi sui documenti della Chiesa, sul CCC, sui "documenti" NC, sui discorsi dei Pontefici, sui discorsi di Kiko e Carmen, messi a CONFRONTO gli uni con gli altri .. da qui, da questo lavoro "scientifico" escono le pagine che lei ha superficialmente bollato come "polemica".
      E questo non significa parlare di "tutto" ciò che interessa (ma che criterio di razionalità è confrontare 1 blog personale con uno tematico? Grandezze non omogenee appunto ..) ma ribadire la Vera Fede Cattolica di fronte ad 1 organizzazione, il CN, che di FATTO non la riconosce perché ne mina le fondamenta.

      Da quando in qua, dire la VERITÀ significa "parlare MALE"?

      Non è 1 gioco a chi guadagna più punti .. ma sì! Che ci importa se uno va nel CN o altrove .. peccato che qualcuno abbia avuto la famiglia, la salute psichica, la vita spirituale e materiale DEVASTATA dalla frequentazione del CN .. ma che ci importa, siamo liberi cittadini!

      " Credo che la stessa Autonomia basata sulla propria Coscienza dovrebbero averla tutti gli appartenenti al CNC ma direi tutti i cristiani formati nei vari contesti, voi compresi. "
      ---------------
      Questa affermazione fa sorridere (per non piangere) là dove afferma che tale "Autonomia basata sulla propria coscienza" la dovrebbero avere anche i NC.

      Ma si rende conto che gli appartenenti ad un gruppo a struttura gerarchica e SETTARIA, quale è il CN, NON sono più in grado di esercitare tale autocoscienza poiché ad essa hanno sostituito una coscienza "collettiva"?

      Se uno ne è capace NON permane nel CN.

      - Se invece non rientra nei suoi attuali interessi approfondire la questione e conoscere meglio ciò di cui parla (mi riferisco alla sua risposta attuale non al suo articolo dell'anno scorso) .. perché ne parla? Non rischia di essere superficiale e perciò trarre conclusioni errate?

      Non le pare 1 comportamento 1 po' "antiscientifico"?
      Inoltre, non le pare che asserire come 1 assioma, che il CN è "Cattolico" (cioè come punto di PARTENZA e non di ARRIVO, dopo seria indagine) contraddica il suo bel "criterio di autonomia e razionalità".

      Detto ciò, lei è libero di ringraziare chi meglio crede, anche il CN .. Da parte mia ringrazio il Signore di avermene liberato.

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  2. Ho letto l'articolo originale al link riportato da Valentina.
    Mi hanno colpito alcune cose che cito testualmente:
    "Attualmente si stima che le Comunità del CNC nel mondo sono circa 40.000 presenti in 6.000 Parrocchie di 900 Diocesi".
    "Esistono attualmente 122 Seminari "Redemptoris Mater" nel mondo e sono stati ordinati oltre 2.500 Sacerdoti".
    L'articolo è datato 10/11/2018 , mi piacerebbe conoscere le fonti alle quali attinge questo signore: 40.000 comunità, 122 Seminari "R.M.", 2.500 sacerdoti ordinati ???

    Neanche Kiko le spara così grosse !

    (A) gli errori dovuti alle persone che ricoprono ruoli nel CNC
    (B) debolezze o incongruenze proprie del CNC.

    Signor Nicola lei ha fatto una analisi sbagliata quanto inutile, il punto A e il punto B coincidono, nel senso che non c’è nessuna incongruenza dovuta agli errori delle persone che ricoprono i ruoli nel CNC.
    Se le persone non hanno questa mentalità non sono scelti per ricoprire alcun ruolo nel CNC.
    Devono essere fanatici e irrazionali per essere scelti, non è il contrario, cioè che diventano fanatici e irrazionali dopo essere stati scelti.
    “…il CNC è una risposta a dei problemi umani e una salvezza per tanti “
    Il CNC non è una risposta ai problemi umani, il CNC si vanta di essere l’unica soluzione ai problemi umani, il CNC pretende di avere in tasca la soluzione di tutti i problemi umani, nonché di avere in tasca la giusta visione e la lettura esatta della antropologia umana.
    Quando i catechisti dicono: “Il cammino non è per tutti” , rendono evidente questa visione deformata della realtà umana dove chi rifiuta il cammino rifiuta la felicità, la salvezza di Cristo e la vita eterna.
    Perché il cammino sceglie e seleziona le sue “pecorelle”, tra quelle che si adeguano agli standard del cammino, mentre esclude ed elimina quelle che non accettano in todo le regole e le restrizione del cammino.
    Non c’è nessun dialogo, non c’è nessuno scambio di idee nel cammino, ci sono delle regole inderogabili sulle quali non si può discutere, quindi o dentro o fuori.
    Il cammino è il classico con me o contro di me, dentro o fuori, amico o nemico.
    Il cammino ti isola dal mondo e ti colloca in una finta “realtà”.
    Il cammino ti vuole legare alla sola comunità che diventa il centro del tuo piccolo mondo.
    Il cammino ti fa sentire parte di una “elite”, ti fa sentire “speciale”, ti fa sentire “migliore”, in verità ti imprigiona in una gabbia dalle sbarre dorate e ti costringe a lottare per il finto “privilegio” di rimanere in questa gabbia.
    Il cammino dura tutta la vita, perché serve tutta la vita ad isolarti dalla realtà, quella vera, ed a convincerti che fuori dal cammino per te non c’è nulla.

    Continua…….

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  3. Continua…….

    “Si inverte lo strumento con il fine e la vita di queste persone coincide con la organizzazione stessa che stanno servendo e così facendo contribuiscono a ridurre la capacità critica e l'autonomia personale lasciando tristemente il campo a un integralismo vuoto e alienato. “

    Questa frase che lei dice è esattamente quello che succede agli adepti del cammino, come succede agli adepti di una qualsiasi “setta”.

    “Ma non voglio stare qui stupidamente a vagheggiare una purezza che non può esistere e mi chiedo: come si può nel CNC, nella Chiesa Cattolica o in qualunque altra organizzazione umana tenere a bada questo istinto irrefrenabile a questo senso di appartenenza a una organizzazione che diventa una strumentalizzazione ad appropriarsi di tutto come fosse tuo? Come possiamo ricordarci che siamo servi inutili (Lc 17,10) di qualcosa che non è nostro e che non siamo noi?”

    Caro Nicola, questo “istinto irrefrenabile di appartenenza a una organizzazione che diventa una strumentalizzazione ad appropriarsi di tutto come fosse tuo”, nel camino non è solo supportato ad hoc ma incentivato a dismisura.
    Le parrocchie sono terra di conquista segnate su una carta tipo Risiko dove il buon Kiko colloca bandierine colorate.

    “Come possiamo ricordarci che siamo servi inutili (Lc 17,10) di qualcosa che non è nostro e che non siamo noi?”

    Questa storia del “servo inutile” è stata sempre usata in maniera magistrale dal catechista capo equipe della mia ex-comunità.
    Quando decideva lui qualcosa di assurdo, senza confrontarsi con nessuno, il mio buon catechista si sentiva inspirato in automatico dalla sua esperienza di cammino e dallo spirito santo.
    Quando gli rinfacciavo prontamente le cazzate che faceva e di cui non voleva prendersi le responsabilità, allora “improvvisamente”, io, non avevo nessun diritto di giudicare e diventavamo tutti automaticamente “servi inutili”.
    Alla faccia del dialogo e del confronto !
    Nessuna ammissione di colpa e nessuna concessione alle “critiche costruttive”, che aiutano ad impedire le cazzate.

    Questo è il cammino neocatecumenale con cui ho avuto a che fare io per 17 anni.
    Chissà, magari sono stato “sfortunato” ????
    LUCA

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    1. Invece è proprio quello il merito dell'articolo: un kikos che lamenta i difetti del Cammino e della sua gerarchia.

      Secondo me ha già almeno un piede fuori dal Cammino... almeno da quando ha pubblicato l'articolo a novembre 2018.

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    2. Comunque l'autore dell'articolo deve essere, o essere stato, un "duro e puro" del Cammino;
      al punto tale che, nell'unico commento, troviamo questa osservazione un po' curiosa: "Non mi aspettavo questi pensieri da te, quando li hai elaborati? Sai cosa intendo..."
      È un appunto un po' strano all'apparenza, ma io l'ho letto così: ad un catechista di quelli tosti, quelli di punta, dei quali fino l'altro giorno si sono sentite risuonare le professioni pubbliche di fede al cammino, viene naturale chiedere "quando" abbia sviluppato un pensiero critico e autonomo in materia.
      Il "sai cosa intendo" credo proprio sia un modo educato di chiedere ragione della coerenza tra ciò che trasmette come catechista neocatecumenale e l'articolo attraverso il quale accredita una propria posizione critica e indipendente.
      Come Tripudio, saluto con favore tutti gli elementi che fanno intravvedere le crepe nell'establishment neocatecumenale...per assurdo, sono ancor più contenta se non fossero frutto di revisione personale e sincera, perché vuol dire che la barca sta affondando e ...si salvi chi può!

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  5. Intanto, notizie da Guam: il presbikiko neocatekiko Adrian Cristobal è ancora latitante. L'arcivescovo di Guam, mons. Byrnes, dopo averlo richiamato sull'isola più volte, a norma del diritto canonico lo ha sospeso a divinis (cioè privato di tutte le funzioni sacerdotali: non può più celebrare, confessare, ecc., né può usare i segni sacerdotali come l'abito, il colletto da prete, ecc., più altre restrizioni, tra cui il blocco dello "stipendio" da prete, cosa che non gli comporterà danni perché il soggetto è notoriamente milionario).

    Da notare che il Cristobal a suo tempo, quando terminò il seminario, fu giudicato "non idoneo al sacerdozio" dai suoi superiori a causa di motivi riguardanti la morale. Il vescovo pedofilo neocatecumenale lo ordinò ugualmente: dopotutto fra pedofili ci s'intende, così come tra kikos.

    Il presbikiko Cristobal ha poi fatto carriera durante il regno del vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron, divenendone vicario episcopale. Il suo sogno tutt'altro che segreto era di diventare vescovo di Guam e successore di Apuron, consolidando così la neocatecumenalizzazione della diocesi e mettendosi al riparo dalle denunce delle sue vittime (anche Apuron, come ricorderete, diceva alle sue vittime: "non ti crederà nessuno").

    Il kikos Cristobal si era infatti reso latitante un annetto fa quando è stato denunciato per abusi sessuali su minori (a margine dello scandalo Apuron); si era già premurato di correre in USA per improbabili "motivi di studio" e da lì è magicamente sparito. Si può essere certi che viene tuttora ospitato dai kikos e che continua a celebrare i sacramenti, anche dopo la sospensione a divinis (in qualità di fratello del Cammino, infatti, ubbidisce al vescovo solo in quei rari casi in cui il suo cosiddetto "catechista" laico del Cammino gli comanda di ubbidire al vescovo perché ciò fa comodo al Cammino).

    Nel frattempo continuano a fioccare altre denunce su di lui per altri casi di abusi sessuali, da parte di vittime che erano sempre state ricattate, intimidite, minacciate.

    Infine, c'è da ritenere che il Cristobal è al centro della ben orchestrata manovra neocatecumenale per distruggere la figura di Tim, autore di Jungle Watch. È infatti convinzione profonda di tutti i fratelli del Cammino, che chi critica il Cammino deve essere calunniato e messo nei guai in ogni modo, cioè credono che tappare la bocca a chi dice la verità è sufficiente per annullare la verità stessa.

    p.s.: Nella pagina di Jungle Watch in cui vengono riepilogati questi dettagli, non poteva mancare la foto dell'ineffabile Gennarini in posa plastica da mansueto agnellino spiegatore di Scritture. Dopo la gran serie di figuracce internazionali per il caso Guam, e perfino il venire accolto all'aeroporto di Guam da cattolici con cartelli "No al Cammino, Gennarini go home", il mansueto agnellino deve riguadagnare parecchi punti nella corsa dei pretendenti al trono di Kiko.

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  6. IL CNC È LA RISPOSTA AI PROBLEMI MENTALI DI KIKO & CARMEN..

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  7. Riporto un brano dell'articolo:
    "Le critiche di tipo (A) sono quelle che riempiono i blog dei critici e che sono spesso piene di acredine (se non di vero e proprio odio ingiustificato) e che sono frutto di un malinteso o di una reazione personale a un torto subito (vero o presunto).
    In ogni caso non possono essere dirette al CNC come tale ma sono, giustamente, dirette a chi ne dà una interpretazione personale e non prevista dagli Statuti (anche se a volte espressa con atteggiamenti anche del fondatore).
    Chi critica dovrebbe avere sempre chiara questa distinzione e chi è oggetto delle critiche, e commette errori ricoprendo una responsabilità nel CNC, dovrebbe sempre essere cosciente che sta danneggiando un bene della Chiesa, non suo."

    In sintesi, chi critica, rilevando nella formazione neocatecumenale i seguenti difetti:
    atteggiamento irrazionale nei confronti della vita;
    esaltazione dell'inadeguatezza umana e della impreparazione nei servizi e nei lavori (perché si veda che "solo" Dio opera);
    vedere il mondo fuori del CNC come "tana del demonio";
    giovani condizionati nelle scelte di carriera, nella vocazione e nel matrimonio;
    neopanteismo;
    isolamento ed autocelebrazione eccessiva e autolesionismo;
    scrutini con pressioni psicologiche non consentite, con violazione del "foro interno";
    non deve trarre la conclusione che tutto questo sia responsabilità del Cammino in quanto gli Statuti non prevedono queste anomalie.

    Lo sa l'autore dell'articolo che degli Statuti fa parte integrante il Direttorio delle catechesi (mai pubblicato)? Se la sente di escludere che tutti i problemi nascano proprio dalle catechesi, visto che non sappiamo se quelle somministrate siano state corrette e visto che proprio il fondatore, per stessa ammissione dell'autore, "esprime con i propri atteggiamenti" tali concetti devianti anche attraverso le catechesi sicuramente non approvate che continua a fare nei momenti liturgici?
    In cosa consistono i contenuti formativi del Cammino? Nelle catechesi degli anni 70, nascoste per decenni? In quelle corrette e mai pubblicate? Nelle catechesi sempre più deliranti del leader del Cammino? Lo sa che è proprio nelle catechesi che si insegna che è Dio stesso a permettere che ci si sporchi con i peccati peggiori perché altrimenti non ci si può convertire? Che bisogna assolutamente abdicare a tutti i propri ideali per lasciar fare ai catechisti, portavoce di Dio? Che bisogna abbandonare ogni possibile affettività verso coniugi e famiglia? Che bisogna sposarsi tra "figli di Israele"? Lo sa che nelle catechesi ci sono chiari esempi di come possa e debba violare il foro interno degli scrutinati?

    È quindi un po' assurdo pensare che certe anomalie di pensiero e di atteggiamento, guarda caso, uguale per tutti, non abbiano una genesi comune.
    Quindi, criticare i singoli catechisti quando si sa che non fanno che ripetere la lezioncina a memoria, sarebbe veramente ingiusto. Poi, è vero, qualcuno di loro è ancora più delirante degli altri, ma questo può succedere.

    In sintesi: si accusano i catechisti, si accusano i critici, ambedue per aver danneggiato il CNC che è "un bene della Chiesa", e lo è per miracolo divino, per autodeterminazione, perché ha un bollo Pontificio su un foglio dove è scritto il suo nome e poco più.

    A me questo discorso pare il massimo dell'irrazionale. Mi chiedo se direbbe lo stesso dell'Azione Cattolica, delle Armate di Maria, dei Legionari di Cristo. Sono anch'essi indefettibili? Anch'essi ispirati dallo spirito ed incriticabili?

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  9. Nel cammino lo statuto non conta un bel niente,nel cammino conta la tradizione.

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  10. OTTIMO post.
    Buone le intenzioni del camminante, ma le conclusioni sono totalmente errate.

    Prendiamo gli errori dovuti alle persone: dovrebbero variare da persona a persona.
    Se invece TUTTI i camminanti hanno lo stesso difetto, il difetto dipende da chi li "fabbrica", cioè dal Cammino stesso.
    Prendiamo ad esempio l'ATTEGGIAMENTO IRRAZIONALE. E' tipico di 9 camminanti su 10. Tra i cristiani della domenica, invece, il rapporto è 1 a 10.
    Conclusione: l'irrazionalità fra i cristiani della domenica è dovuta a un difetto della persona, mentre tra i camminanti quello difettoso è l'unico a non essere irrazionale (e perciò è l'unico a non essere fideista e a possedere una fede autentica).

    Le disubbidienze allo statuto sono numerose e VOLUTE. Dico volute perché quando, come hanno recentemente testimoniato vari ex, per decine di anni è stata "studiata" la Parola senza il sacerdote, sebbene questo dovesse presenziare per STATUTO, è manifesta la volontà di non tenere in nessun conto quanto dice lo statuto stesso. E questo è solo un esempio.

    Inoltre il Cammino si regge sull'ubbidienza CIECA ai catechisti, che lo Statuto tace totalmente.
    Secondo il "dogma" decretato da Kiko, i catechisti non sono infallibili e sbagliano (ma non solo perché non infallibili ma più ancora perché, in molti casi, autentici esaltati squilibrati e ignorantissimi della dottrina e della morale della Chiesa), ma occorre obbedirgli perché lo Spirito Santo li ha investiti come faceva con Sansone quando si infuriava. Perciò, dice Kiko, anche dicessero scemenze, Dio tirerà fuori del bene.
    Ma questa dottrina è condannata dalla Chiesa.

    Il camminante autore dell'articolo, con molta onestà lamenta che ci sono delle cose che nel Cammino non vanno a livello strutturale, tra cui il fatto che il Cammino doveva finire per confluire nella parrocchia e, invece, è destinato a non finire mai. Questo lui la chiama una FORZATURA. E conclude che, nonostante certe FORZATURE, i benefici del Cammino sono di gran lunga maggiori dei suoi errori.

    Io però penso che le FORZATURE del Cammino non sono cose da poco. Basti pensare che quando il Cammino è stato approvato tutti sapevano che sarebbe FINITO.
    L'attuale, perciò, non è il Cammino approvato.
    Il fatto che il Cammino non finisce, infatti, ha un valore sostanziale, perché ne CAMBIA IL FINE.
    A questo punto il dubbio è: il fine è stato cambiato perché così è improvvisamente garbato a Kiko, o era già noto ai responsabili ed è stato tenuto nascosto per facilitare l'approvazion? Se così fosse vi sarebbe anche il peccato della mala fede.

    Infine: non entro nel merito se i benefici superano i danni procurati dagli ERRORI o meno.
    Dico però che gli errori, se sono tali e sono ostinati, manifestano delle ERESIE, che fanno del Cammino una realtà NON ecclesiale.

    Basta essere chiari. Con la chiarezza non solo non ci sarebbe "acredine" nei riguardi del Cammino (quella che l'autore dell'articolo chiama acredine è, in realtà, zelo per la verità, che spesso comporta, specie da parte di chi ha subito la malvagia potenza della menzogna, un coinvolgimento emotivo), ma tutti augureremmo al Cammino un buon percorso fuori dalla Chiesa Cattolica.
    Con la chiarezza di intenti, ammetterei volentieri che, nonostante le differenze con la Chiesa, ci sarebbero più cose uniscono i cattolici ai camminanti di quelle che li separano e che, perciò, la grazia potrebbe agire anche nel Cammino. Ma occorre CHIAREZZA.

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  11. La rovina del cammino neocatecumenale è stata l'approvazione degli statuti.
    La Chiesa con gli statuti ha messo una pistola carica e senza sicura in mano ad un bambino che si chiama Kiko.
    Gli statuti "zoppi", senza la pubblicazione del direttorio catechetico, sono stati la rovina della Chiesa e dei piccoli nc in buona fede.
    Sono stati il tappo con cui la gerarchia del cammino ha chiuso la bocca a tutte le critiche interne ed esterne al movimento.
    Come qualcuno ha detto giustamente, gli statuti non contano nulla, l'unica cosa che conta nel cammino sono le parole di Kiko e dei suoi catechisti.
    LUCA

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  12. Articolo totalmente spogliato della parte economica: la decima, le collette, i bonifici, la gestione del denaro, i fondi nei paradisi fiscali, il 5 per mille, i beni immobili, l'acquisto forzato di libri, immaginette, icone, ecc ???

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  13. Dal post:
    ...rinnovate le promesse battesimali, era prevista la fine delle Comunità del CNC a vantaggio della Chiesa universale....

    Che senso ha un cammino che non porta da nessuna parte ma si nutre di se stesso in eterno?
    Cammino battesimale, lo abbiamo evidenziato mille volte, ha senso solo come percorso che inizia e finisce. D'altra parte per questo Carmen ossessivamente ribadiva: "No movimento, no associazione" Come se definire il c.n. tale fosse una bestemmia "MA CAMMINO"
    (Santità, non dica movimento, siamo un cammino, siamo un cammino! fino al "La donna taccia!")

    Qui è il cuore della kikiano/carmeniana menzogna, la madre di tutte le falsità di tutte le fregature che si nascondono dietro e nel cd. cammino neocatecumenale.

    Si comprende l'assurdità delle ultime due trovate balorde che servono per incartare e infiocchettare il "pacco" rifilato agli adescati e poi abbindolati "fratelli della comunità":

    LA FORMAZIONE PERMANENTE

    che non ha alcun senso, se ci pensate bene, una volta che uno è stato formato ottenendo con la veste bianca il riconoscimento da parte dei suoi stessi formatori/scrutatori di aver raggiunto la "fede adulta". Ancora Formare? Formare permanentemente? Il bidone incombe sinistro, chi può contraddire questa affermazione? A cosa serve questo patetico istituto se non a lasciare PER SEMPRE il neo/catecumeno neo/catecumeno a vita (uno scolaretto per nulla dotato) e il catechista catechista eternamente, maestro, padrone e signore della vita di coloro che gli sono stati affidati un giorno per un'altro fine?...
    Cercate Gesù...si dice loro...alla fine si ritrovano solo il neocatecumenato (ma questo non ve lo diranno mai all'inizio, vedi foto del post, per cui sono convinta che dai lontani anni sessanta hanno sempre mentito sapendo di mentire. Alla fine solo si è visto e tutto è stato chiaro)

    IL MATRIMONIO SPIRITUALE

    Oramai ammaestrati a dovere, con chi i "cristiani adulti" i "neofiti" stringeranno un patto nuziale definitivo?
    Chi hanno imparato, a suon di correzioni memorabili, ad amare, meglio idolatrare?
    Di chi sono stati ridotti ormai a non poter più fare a meno?
    Chi e cosa hanno davanti agli occhi, nel loro cuore e nella mente quando pregano, celebrano, fanno i giri di esperienza? Quando vivono quotidianamente? Quando sono parte della Missio ad gentes? Chi, cosa?

    Pax




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    1. Per curiosità: il presbitero di una parrocchia vicina alla nostra ha studiato e vissuto fino a quarantacinque anni a Roma appartenendo ad una comunità; poi prima della ordinazione in tutt'altra diocesi e tuttora è presbitero e "fratello"di un'altra comunità del posto: con chi farà il "matrimonio", con quella di Roma o con quella attuale? Magari per Kiko in tali casi può essere legittima la poligamia.....che assurdità!Lucy

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    2. Tutte le volte che vuole. Con quella di origine e con quelle acquisite. I pb sono merce preziosa nel cammino e normalmente non pagano loro il viaggio, che viene messo a carico delle quote dei fratelli normali, così come avviene in ogni caso per l'equipe dei catechisti che, nei migliori alberghi di Gerusalemme, godono anche di alloggiare nella suite come vere prime donne.

      Pax

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    3. Grazie Pax,immaginavo fosse così.Ridicoli e assenteisti.Lucy

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  14. Ciò che dice Pax è fondamentale.
    Aggiungo che la formazione permanente in qualsiasi azienda si attua facendo dei richiami, dei seminari, non tenendo i lavoratori in classe, soggetti al giudizio dei docenti.
    In secondo luogo, la formazione non è tale se i docenti non sono preparati, non studiano, sono insegnanti solo in virtù di una investitura "sacerdotale" parallela a quella autentica e, per assurdo, più autorevole, benché sia frutto di un mero "gioco di ruolo".
    Poi, insisto: a meno che non vogliamo pensare che la Chiesa cattolica, l'ortodossa, la luterana, l'anglicana, la valdese, la presbiteriana eccetera sbagliano nel battezzare gli infanti e in particolare noi cattolici equivochiamo ritenendo il Battesimo un Sacramento che, come tale, agisce e salva non per azione umana, non perché noi lo riscopriamo, lo attiviamo, lo coltiviamo ma perché produce ciò che promette, un'insistenza di un'intera vita sulla riscoperta del sacramento di accesso alla vita cristiana è paradossale.
    La triste verità è che il Cammino è antitetico alla Chiesa, per questo non può mai terminare.
    Si diceva che sarebbe terminato, ma perché i fondatori pensavano che avrebbe rinnovato la Chiesa. Anche Lutero non aveva nessuna intenzione di fondare un'altra chiesa, ma "semplicemente" di rifondare la Chiesa Cattolica.
    Per questo motivo il rendere il Cammino una "formazione permanente", è un'ammissione di fallimento da fare a denti stretti.

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    2. Aggiungo non "rinnovare" e neanche "rifondare" semplicemente.

      “Ecclesia semper reformanda” nella migliore accezione è un munus per ogni generazione che, per mantenersi fedele al messaggio evangelico e al deposito della fede, deve costantemente rinnovarsi nel profondo, rimanendo però ben fondata sull'unica pietra posta da Cristo stesso a fondamenta dell'intero edificio.

      Il piano inconfessato (e inconfessabile) dettato da una megalomania pura era, piuttosto, quello di "ripassare" tutta la Chiesa preesistente al Cammino "nel suo convertitore" e trasformarla a propria immagine e somiglianza.

      TRASFORMARLA IN UN'ALTRA COSA, QUINDI, ALTRO CHE RINNOVARLA, in un totale progressivo stravolgimento della sana dottrina, della tradizione dei padri, della stessa liturgia.

      Questa la verità.
      La Chiesa, così com'era, era ritenuta da questi ambigui personaggi oramai sorpassata e destinata all'estinzione, superata del tutto e loro, i nuovi inviati/ispirati erano lì, pronti a prenderne il posto.

      Ecco il
      "solo noi abbiamo vocazioni"
      "solo noi evangelizziamo"
      "solo noi abbamo il Kerigma"
      "solo noi celebriamo la vera eucarestia"
      "solo noi facciamo figli"
      ecc.

      Ciò non è stato, ed ecco il fallimento sempre più incontestabile del progetto di colonizzazione e soggiogamento della Chiesa e dei suoi più autorevoli rappresentanti (attività a cui i capoccia del cammino, agli ordini della Carmen novella Giovanna D'Arco, si sono dedicati lungo tutti questi anni con uno zelo unico).
      Tante volte abbiamo parlato del Cammino che si è insinuato come un "Cavallo di Troia" e non solo noi, molto più autorevolmente ne ha parlato Mons. Schneider: "Il Cammino Neocatecumenale è un cavallo di Troia nella Chiesa, è una comunità Protestante-Ebraica".
      Davanti al fallimento, giustamente molto mal digerito, ecco l'invenzione, in calcio d'angolo, della "formazione permanente", per mantenere le posizioni acquisite al riparo dall'alveo della cattolicità in cui avrebbero dovuto SECONDO LE LORO SOLENNI PROMESSE rientrare.
      Ma Kiko e Carmen non volevano rientrare proprio da nessuna parte - che per loro significava cedere lo scettro - certo non ritornare di nuovo inesorabilmente a tutto quello da cui erano fuggiti e che era divenuto oggetto di ogni loro disprezzo che manifestavano apertamente ogni giorno in parole e opere.
      Ma siamo pazzi! Come avrebbero potuto mai?

      Pax

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    5. Che dite di fare un post sul futuro de CNC con tutto quello che è stato detto negli ultimi commenti di Valentina,Pax e Libera, sulla "formazione permanente" del CNC?
      LUCA

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    6. Sì LUCA, mi sembra un'ottima idea. Preparalo senz'altro per tutti noi.

      Ho apprezzato nel tuo precedente commento delle quanto scrivi:
      ---------
      Se le persone non hanno questa mentalità non sono scelti per ricoprire alcun ruolo nel CNC.
      Devono essere fanatici e irrazionali per essere scelti, non è il contrario, cioè che diventano fanatici e irrazionali dopo essere stati scelti.
      ------------

      Questo è un altro indicatore del l'essenza vera del cammino da non sottovalutare.
      Certo che il nostro amico camminante sta portando GRATIS acqua al nostro mulino e noi gli siamo grati. È il mulino gira veloce e noi maturiamo nuove preziose riflessioni che sono ben radicate nelle nostre varie esperienze. Conferme su conferme, insomma.
      La redazione ti contatterà perché tu possa collaborare. Io non so come si fa.
      A presto carissimo. E grazie sempre per i tuoi commenti che, come quelli di altri, hanno dato vita già in passato a molti interessanti post.

      Pax

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    7. Ho mancato l'orario, scusate
      ...delle 12:46 del 15 luglio

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    8. E' vero, volevano rifondare la Chiesa, lo hanno anche detto a volte, insieme al discorso della Nuova Chiesa ecc ecc.

      Chiedetevi tutti. Giusto come punto di riflessione:
      La Chiesa è stata fondata da Dio, Gesù Cristo. OK!Per cui, se vi viene un uomo, un uomo e una donna, un gruppo di uomini e donne, ecc, ecc, che vi iniziano a dire: vogliamo rifondare la Chiesa! E cose simili. Secondo voi: cosa hanno dentro la testa quelle persone?
      Io l'ho capito cosa hanno dentro la testa. Non lo dico perchè... è meglio non dirlo.
      Vi lascio un piccolo spunto: dire presuntuosi è un pò poco.
      Chiaramente, vi sottolineo un altro aspetto.
      I camaleonti.
      Dopo vi metterò una fonte, che ho trovato l'altro giorno.
      Perchè i camaleonti? Perchè, questi, sentendovi dire ciò, a quel punto diranno l'opposto, oppure faranno finta di nulla . In base all'ambiente si colorano. Se hanno delle persone che si bevono tutto, ed hanno bisogno di credere di essere sulla Luna, ecco che iniziano a dire : siamo i riformatori della Chiesa.E cosa simili. Viceversa, se hanno davanti non degli sprovveduti, ecco che diranno l'opposto: sono un poveraccio! Ho bisogno di conversione! ecc, ecc, similmente.
      Cambiano colore, in base all'ambiente.

      (da IPG)

      Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

      Elimina
    9. Questa è la fonte, nel testo si tratta di altro, degli Ariani. Ma l'esempio dei camaleonti cala a pennello.

      Con tali affermazioni e con l'interpretazione delle Sacre Scritture più volte li confutammo,ma quelli di volta in volta si trasformavano come camaleonti 12,adoperandosi di applicare a sé il detto:«Quando l'empio giunge al fondo del male,arriva al disprezzo» (Prov.18,3). Infatti prima di loro ci sono state molte eresie, che per aver osato più del dovuto sono precipitate nella stoltezza, ma costoro che con tutte le loro chiacchiere hanno cercato di distruggere la divinità del Logos, hanno resogiustizia a tutte quelle, in quanto si sono avvicinati di più all'Anticristo. Per questosonostati condannati ed espulsi dalla chiesa.17.Noi siamo addolorati per la loro rovina e soprattutto perché avendo prima anch'essi appreso la dottrina della chiesa poi sonovenuti meno; però non ci stupiamo.Infatti è successo lo stesso anche a Imeneo e Fileto (2Ep.Tim.2, 17), e prima di loro, a Giuda,che aveva seguito il Salvatore e in un secondo momento lo tradì.

      (da IPG)

      Pace ai figli della Pace. Gesù, il Signore, è la Pace.

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  15. Molto importante ciò che è stato detto negli interventi precedenti riguardo al cammino infinito che conduce solo a uscire dalla Chiesa.

    Cristo ha fondato la Chiesa, che è di diritto divino, e "rifondato" la famiglia, che da istituzione naturale di diritto divino, è stata elevata fino all'ordine soprannaturale.
    Il resto, perfino gli ordini più grandi della Chiesa, sono di diritto ecclesiastico. Di per se la Chiesa sussiste benissimo anche senza di essi.
    Naturalmente sono opera della provvidenza e ispirati dallo Spirito, ma solo come strumenti, come "carismi".
    Tra la Chiesa e un ordine religioso c'è una differenza più o meno simile a quella che c'è tra i sacramenti e i sacramentali: i Sacramenti sono indispensabili, i sacramentali (come lo Scapolare della Madonna del Carmelo di cui oggi ricorre la festa) sono utili, raccomandabili, ma se ne può fare a meno.
    Anzi, sono così tanti che se si vorrebbe usarli tutti, si sarebbe maniaci a scapito della vera fede, per cui è bene farne uso, ma è bene farlo con moderazione, come quando si beve il vino.

    Kiko forse pensa il Cammino come fosse di diritto divino, per questo tende a sovrapporlo alla Chiesa così com'è.
    Di fatto il Cammino avrebbe senso solo se rappresentasse una spiritualità specifica all'interno della Chiesa.
    Ma il Cammino non vuole essere una spiritualità, né un movimento, né un'associazione e nemmeno uno dei tanti carismi nella Chiesa.

    Se il Cammino accetta di essere accostato a un carisma, penso lo faccia suo malgrado, per non contrapporsi in modo manifesto alla Chiesa, e solo perché il termine "carisma" è vago e gli si possono dare più accezioni, come al temine "profezia" o "profeta".

    Kiko vuole che il Cammino sia solo considerato un Cammino, anzi IL Cammino, perché probabilmente, magari solo inconsciamente, lo considera LA Chiesa. E agisce di conseguenza.
    Per questo i camminanti tendono a sovrapporre tutto ciò che la Scrittura dice della Chiesa esattamente al Cammino, senza sottolineare le differenze, anche sostanziali, che esistono tra il tutto che è la Chiesa e una sua parte, che in se stessa non ha vita.
    E questo tendere del Cammino a considerarsi autosufficiente e perciò esattamente come la Chiesa, favorisce il FONDAMENTALISMO.

    Un Cammino che invece di sciogliersi nelle parrocchie, non smette mai di camminare e, nello stesso tempo, rifiuta di rappresentare una spiritualità e di essere un movimento, non cammina con la Chiesa.
    Non solo, rende invalidi gli stessi statuti, in quanto questi sono come dei contenitori che, però, non riescono a contenere ciò che veramente è il fine del Cammino.

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    1. Tanto è vero ciò che tu hai scritto che posso confermarlo con l'esperienza fatta alle convivenze con Kiko, Carmen e padre Mario all'epoca delle "battaglie" per gli Statuti (Carmen dixit, era sempre lei che - oggi mi rendo conto - teneva la guerra in testa e tutto, quando c'era lei, era in un contesto di combattimento e conflito costante e interminabile, così anche con Kiko, lei era sempre in guerra, armi in resta).

      La lamentela era costante: come faremo! chi ci salverà da quest'ora?
      Ossia si paventava il giorno in cui gli Statuti sarebbero stati approvati e tutto messo nero su bianco. Dicevano, sempre i due ispirati iniziatori, che IL CAMMINO POTEVA ESSERE VERO, SE STESSO, SOLO SENZA ALCUNA APPROVAZIONE O CODICE SCRITTO O REVISIONE DI MAMOTRETI. Facendo passare, oggi questa cosa mi è fin troppo chiara nelle sue aberranti conseguenze, che QUALUNQUE INTERVENTO DELLA CHIESA E DEL PAPA E DELLE CONGREGAZIONI AVREBBERO INEVITABILMENTE PORTATO A SOFFOCARE e sminuire LO SPIRITO ORIGINARIO...COSI' COME DA ISPIRAZIONE PRIMARIA. Aberranti, devastanti conseguenze!
      cosicchè proprio quanto era indispensabile (e agognato sopra ogni altra cosa da tutti i santi iniziatori che la Chiesa ha conosciuto nei secoli) per garantire ortodossia e assistenza dello Spirito Santo, subdolamente si è fatto passare nell'immaginario collettivo neocatecumenale come la più grande disgrazia, la distruzione stessa del sacrosanto cammino. Decretato tale da loro stessi che, come ben sappiamo MAI si sono sottoposti ad alcun discernimento, nè lo hanno mai accettato per il cammino, come stiamo dicendo, ma neanche per loro stessi, giudici di se stessi...controllanti e controllori. Dei pazzi scatenati. Ma la Chiesa comprende o no tutto questo?

      Pax

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    2. Voglio completare il mio pensiero. Quello che Pietro mi ha fatto mettere ben a fuoco. Lo ringrazio per la sua lucida analisi poiché quanto dice è tutto vero.

      Quante volte Kiko ha ripetuto questa frase, ostentando un tormento che vuol far passare per travaglio spirituale, degno di altre anime davvero elette, non certo della sua....

      "Io non so cosa noi siamo! Ci dicono di definirci, ma io non so."
      Chiediamoci: Che vuole dire?
      Vuole dire: la Chiesa ci chiede di collocarci, decodificando noi stessi il nostro carisma e per poterci vagliare (la Chiesa con grande delicatezza desiderando dare al c.n. il suo posto tra le "realtà ecclesiali frutto del Concilio"), ci chiede di spiegare alle Congregazioni chi noi siamo, in modo da poter essere correttamente regolamentati, come tutti gli altri.

      Dice bene Pietro, come sempre la Chiesa ha fatto con tutti gli ordini religiosi. E gli ordini religiosi sono stati ben lieti di questo, hanno desiderato di conoscere dalla Chiesa quale fosse il loro posto, per compiere la volontà di Dio davvero, senza correre il rischio di fare solo la propria!
      Ricordo San Paolo, che ha visto il Signore e ha ascoltato veramente la Sua voce rivolta proprio a lui, che è stato trasportato al settimo cielo, se col corpo o senza non so (dice l'apostolo delle genti). Eppure San Paolo, prima di intraprendere la sua missione, si reca da Pietro per esporre tutto, PRONTO A RINNEGARE LA SUA STESSA ESPERIENZA CONCRETA, LE SUE STESSE VISIONI, LE SUE ESTASI, se Pietro non le avesse avallate. E aggiunge anche la motivazione "per non rischiare di correre o aver corso invano"!...

      Aggiungo un'ultima perla, di Carmen questa volta.

      "Vogliono chiamarci per forza Associazione o Movimento, ci chiedono di dire loro chi siamo. Ma nulla di questo. Siamo un Cammino, siamo una cosa diversa da tutte le altre. Un Neocatecumenato. PERCHÉ SIAMO IL BATTESIMO E IL BATTESIMO È LA
      PORTA DELLA CHIESA"

      E sì, cara compianta Carmen, la porta della Chiesa, ossia solo per voi si entra e si esce? Giusto? Che bella presunzione!
      Solo voi siete la Chiesa. La Vera Chiesa. QUESTO È CIÒ CHE PENSATE DI VOI.
      Poiché non esiste Battesimo senza Catecumenato - continuava convinta -
      Dov'è oggi nella Chiesa un Catecumenato per adulti? (Per un mondo scristianizzato da una parte e una vecchia chiesa solo di religiosi naturali dall'altra?)
      E ditelo, bello chiaro e tondo una buona volta quello che pensate:

      Noi soli siamo il "Cammino Neocatecumenale".
      NOI SOLI SIAMO LA CHIESA.

      Pax

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  16. Ricordo San Paolo, che ha visto il Signore e ha ascoltato veramente la Sua voce rivolta proprio a lui, che è stato trasportato al settimo cielo, se col corpo o senza non so (dice l'apostolo delle genti).

    Im realtà era il terzo, quello della visione isoangelica. Il refuso non è insignificante

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  17. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  18. Caro Anonimo ti ringrazio per la precisazione. Hai ragione, è imperdonabile sovrapporre alla Parola di Dio quello che mi è balzato alla mente per un comune modo di dire: sentirsi al settimo cielo. Chiedo scusa per questo.
    Ho scritto senza riandare, come in genere faccio, alla citazione, riportandola. Non ho una mente lucida.
    Questo il passo, tratto dalla Seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi:

    12,1 Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. 2 Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo. 3 E so che quest'uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio - 4 fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare. 5 Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò fuorché delle mie debolezze. 6 Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi solo la verità; ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me.

    Mi dai l'occasione, rileggendo questo passo, di mettere in evidenza la differenza tra il modo di esprimersi di San Paolo e quella di Sankiko.

    Qui risplende la cristiana umiltà, quella vera, profondamente radicata nel cuore del credente.
    La piena coscienza di ciò che è opera di Dio gratuita, da un lato, e la piena coscienza di se', dall'altro.
    E poi, la splendida conclusione:

    Evito di vantarmi - dice l'Apostolo - perché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me.
    Quanta saggezza! Farebbe bene Kiko a dedicare più tempo alla meditazione delle Scritture, lui che comanda ai fratelli di scrutare la Parola ogni giorno e di fare la preghiera silenziosa.
    Quante figuracce avrebbe risparmiato! Se ci riferiamo a quanto dice ogni volta che apre bocca e a quanto ci fa vedere di lui ogni volta che si esibisce in pubblico!

    Kiko, ascolta bene San Paolo tu che sempre ti elogi da solo:

    Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene!

    Pax

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