mercoledì 6 novembre 2019

L'eretico Kiko e la peste del "clericalismo" neocatecumenale.

Dopo una lunga serie di neo-catecumenalate - di quelle che ormai conosciamo a memoria - da parte di un soggetto a firma "Averroe", scatenatissimo contro don Ariel, raccogliamo una serie di esperienze autorevoli in quanto tutte fornite da Sacerdoti su “Edizioni l’Isola di Patmos”.


"Acqua Santa"
sui kikiani assatanati
che si manifestano sempre più


  • don Michele (Firenze) ha detto:
Caro Don Francesco,
prova a immaginare me parroco di 38 anni all'epoca, sacerdote da appena quattro, mandato dal vescovo in una media parrocchia dove c’erano 52 neocatecumenali divisi in quattro gruppi. Bene, immagina di dover contrastare non con uno ma con 52 Averroe, se non peggio.
Dopo neppure due anni chiesi di essere rimosso da quella parrocchia.
Mi fu concesso.
Gli amici domandavano ai miei familiari se stessi male o se fossi malato, perché in meno di due anni, quei 52 Averroe mi fecero invecchiare di dieci anni tutto d’un colpo.
Ho letto tutto d’un fiato il libro di padre Ariel … è un gioiello, un vero capolavoro! Soprattutto un atto di giustizia a tutti noi preti che per questa gente, spesso, ci siamo giocati anche la salute fisica, e io ne conosco, di preti che per i neocatecumenali si sono compromessi anche la salute, e molti vescovi ne conoscono tanti e tanti più di me.


  • don Michele (Firenze) ha detto:
Averroe,
Lei si rende conto che per decenni voi avete disubbidito alla Chiesa e ai Papi, facendovi la vostra liturgia, la vostra messa, i vostri catechismi, i vostri riti … e oggi avete pure la sfacciataggine di venire a parlare a noi preti, che la Chiesa l’abbiamo sempre servita e obbedita, dell’autorità del Papa, che noi abbiamo sempre rispettato?
Siamo stati noi, oppure è stato quel concentrato di satanica arroganza del Signor Kiko, ad uscire dalla Congregazione per la dottrina della fede che aveva osato correggervi i catechismi eretici, dicendo che un catechismo con simili correzioni non lo avrebbe accettato mai?
Abbia il pudore di stare almeno zitto, di non venirci a invocare l’autorità dei papi che voi avete sempre elusa, ma, soprattutto, di non trattare noi preti come fossimo emeriti bischeri, come si dice dalle mie parti.


  • don Paolo - Roma ha detto:
Sappiate che Luc, ed altri che hanno postato commenti analoghi, non sono “cani sciolti”, o “casi isolati” o “casi limite”.
Niente affatto!
Costituiscono invece il reale e concreto paradigma di quello che è l’atteggiamento dei neocatecumenali in generale verso noi parroci, se osiamo emettere un solo sospiro dubitativo su certi loro stili, liturgie, catechesi, ecc ..
Con lo stesso stile e tono di Luc, molti neocatecumenali, e ripeto molti, si sono rivolti, poco più che ventenni, a parroci di 70 anni.
Questa è la realtà, specie da noi a Roma, dove hanno inquinate decine di parrocchie da decine di anni.


  • Lettera Firmata di un Sacerdote italiano ha detto:
Povero Luc e affini!
Quando padre Ariel scriveva il suo libro io gli fornii un intero fascicolo processuale con tanto di sentenza di condanna del giudice del tribunale penale della città di “X”.
O pensate che noi parliamo per dar fiato alle bocche, senza prove, come fate di prassi voi?
Il fatto: dopo una serie di diverbi con i … neokatekiki, espulsi dalla parrocchia i neocatecumenali, con il benestare del vescovo che dichiarò la situazione “oggettivamente insostenibile per il bene della parrocchia”.
Poco dopo presero a circolare voci che io fossi pedofilo.
Vado subito al sodo: denunciai il fatto, furono fatte le debite indagini e due anni dopo tre catechisti neocatecumenali erano condannati per diffamazione con tutta una serie di riconosciute aggravanti che non sto a spiegare.
E non sono l’unico caso. (ndr. confermo di essere stata testimone, negli anni di cammino, di questo preciso trattamento diffamatorio riservato ai Parroci non proni agli itineranti; in questo caso il Sacerdote non sporse denuncia ma cadde in una terribile depressione che durò anni)
Noi in mano abbiamo le prove, voi solo l’odio e le chiacchiere, mio povero Luc e affini.


  • Lettera Firmata di un Sacerdote catenese ha detto:
(Rispondo a Don Paolo di Roma e alla lettera firmata di un sacerdote italiano)
Sono un sacerdote catanese, diocesi la nostra invasa dai neocatecumenali malgrado i tentativi compiuti all’epoca da mons. Luigi Bommarito di porvi freno, senza riuscirvi.
Anch’io ebbi con alcuni neocatecumenali una questione di carattere legale 20 anni fa, e vi fu anche nel caso mio una denuncia, un processo e una condanna, perché fui aggredito fisicamente nei locali parrocchiali. Uno di questi santi evangelizzatori mi dette uno schiaffo talmente forte colpendomi col palmo della mano aperta l’orecchio, che per una settimana non udii, si temette anche il danneggiamento del timpano. Invece me la sono cavata con una riduzione del 25/30% della capacità di udito da quell’orecchio.
Un mese dopo venne a Catania il grande messia Kiko che, informato del fatto accaduto, non disse una parola e tanto meno cercò il prete per chiedergli scusa. (ndr. Tipico comportamento di Kiko non casuale, ma voluto e imitato dagli itineranti. Il catechista non sbaglia mai: se anche pecca il Signore lo ha permesso e trarrà da quel male il bene, senza dubbio. Per Kiko il catechista nell'esercizio delle sue funzioni gode di una speciale GRAZIA DI STATO)
Anche io, a padre Ariel, quando lavorava al suo libro, ho dato le copie di tutti questi atti.
Amen!


  • Lettera Firmata di un Sacerdote di Salerno ha detto:
…..Una cosa per me è certa: nel 2002 a me un gruppo arrabbiato di neocatecumenali, in una parrocchia di Salerno, dentro la chiesa, alla fine della messa, mi chiamarono “coglione, “stronzo”, “testa di cazzo”, inneggiando a sproposito a san Giovanni Paolo II che a loro dire li aveva approvati in tutto.
Alla consumazione del fatto erano presenti alcune decine di persone, e io dovetti placare l’ira di un gruppo di uomini che stavano per metter loro le mani addosso, scandalizzati per l’affronto fatto da quel gruppo di neocatecumenali a un prete dentro la chiesa alla fine della messa.
Posto dunque che i commenti cui lei allude fossero anche falsi, le garantisco che i suoi “correligionari” nella concreta realtà hanno fatto molto di peggio, e non solo con me.
all’epoca del fatto avevo 60 anni, oggi ne ho 77, ma quell’episodio non riesco proprio a dimenticarlo tutt’oggi.


Nota di Ariel S. Levi di GualdoQuando durante la stesura del libro “La setta neocatecumenale” ho raccolto numerose testimonianze di sacerdoti italiani, l’autore di questo commento, come numerosi altri, mi ha data una dettagliata relazione scritta e firmata sul fatto che qui ha riportato.


  • Lettera Firmata (Sacerdote dell'Arcidiocesi di Pisa) ha detto:
A me i catechisti vennero a minacciarmi in sacrestia (nel 2004) perché dopo che avevo impedita la celebrazione della “messa kikiana” il sabato sera nei locali parrocchiali, la quale creava grossi intralci e problemi a tutte le attività parrocchiali, non avendo né me né nessun altro sacerdote disposto a celebrare per loro, invitarono da Roma un prete uscito dal seminario Redemptoris Mater. Di ciò informai subito l’arcivescovo di Pisa, all'epoca mons. Alessandro Plotti, che mi appoggiò e gli fece sapere che senza il nulla osta dell’ordinario diocesano non potevano invitare preti extra diocesani a celebrare nella nostra diocesi dentro o fuori dalle chiese.
E loro vennero a prendersela con me, senza andare affatto per il sottile, ma in maniera molto, molto pesante.
Di questo ho resa testimonianza scritta a padre Ariel durante la stesura del suo libro.


  • don Luciano (Firenze) ha detto:
Aggiungo la mia testimonianza risalente al 2001: su di me i neocatecumenali respinti dall’allora mia parrocchia nei dintorni di Firenze misero in giro voce che una insegnante di Siena sposata e con famiglia, che frequentavo, era la mia amante. (ndr. confermo di essere stata testimone, negli anni di cammino, anche di quest'altra tipologia di trattamento diffamatorio neocatecumenale riservato ai Parroci che non accolgono a braccia aperte il cammino; questo genere di calunnie li ha irrimediabilmente marcati per sempre)
Nella loro foga di gettare immediato discredito su di me secondo il principio “bastonane uno per spaventarne 100” (visto che anche altri parroci legati alla vecchia “scuola Piovanelli” intendevano respingerli), non si premurarono neppure di informarsi, e si lanciarono così alla cieca.
La insegnante in questione era infatti mia sorella, sposata con un senese e trasferitasi a Siena, dopo il matrimonio.
In simile situazione, oltre ad aver commesso grave peccato per una relazione illecita con una donna, a detto peccato si aggiungeva così un peccato molto più turpe e grave: l’incesto.
A volte, nella loro foga di colpire immediatamente in ogni modo, non si premurano neppure di indagare sulle persone che vanno a colpire.
Questo la dice lunga su tante cose, comprendonio incluso …


Indovinate chi è il padre della tipica arroganza neocatecumenale



E ora, per finire, chiudiamo in bellezza:
Il solito neocatekiko tocca l’apice quando pretende di inchiodare don Ariel, insieme a tutti i suoi confratelli, appioppando loro l’accusa di "clericalismo", che si trasforma però in un boomerang, in un autogol clamoroso!
Egli ci offre, suo malgrado, un’occasione proprio unica che cogliamo al volo.
Prendendo spunto da una catechesi di Papa Francesco, orgogliosamente brandita per tappare la bocca ai preti, di fatto stigmatizza la patologia imperversante tra le fila del cammino. Altamente contagiosa, e dal momento che Kiko ne è affetto in una forma cronica, si è diffusa capillarmente in tutta l'esperienza, fino a consolidarsi negli anni come carattere distintivo dei kikatechisti fedeli alla Triade Kiko/Carmen/Cammino, totalmente votati alla causa e perfettamente addestrati per portare avanti quel proselitismo tutto neocatecumenale che nulla ha a che vedere con l’evangelizzazione.
Ecco cosa scrive il neocatekiko:
Gentile don Ariel,
……. Certo ha ragione, il Sacerdote è rivestito ecc…, ma come dice Papa Francesco Gesù era rivestito di una dignità maggiore: era il figlio di Dio e si è fatto servo di tutti. Lei invece è un semplice sacerdote e disprezza tutti coloro che la contestano, donne, poveri laici e chissà quanti altri.
Mediti egregio don Ariel…
Gentile don Ariel inquisitore, la lascio alla sua caccia agli eretici e alle streghe con queste parole di Papa Francesco sul clericalismo. Ci Mediti sopra.: https://it.aleteia.org/2017/01/10/il-papa-lautorita-di-gesu-deriva-dal-servizio-il-clericalismo-disprezza-la-gente/


Non posso esimermi dal sottolineare la rivelatrice PREMESSA sopra evidenziata.
È fin troppo chiaro che nell'immaginario neocatecumenale è del tutto assimilato a Cristo, grazie alla sua stessa autoreferenziale predicazione, il loro fondatore Kiko Argüello. Egli è "rivestito di una dignità maggiore", poiché ha il "Messia abitante in lui" eppure è tanto "umile" che si è fatto "servo di tutti", e come si permettono di trattarlo così?! Lui e i suoi diretti discendenti col suo stesso DNA?
E noi, senza ulteriori commenti, portiamo in evidenza i passi salienti del discorso del Papa che parlano da soli.
Indubbiamente, come al solito, si tirano la “zappa sui piedi”!
(Quanti articoli abbiamo pubblicato sui vari aspetti del clericalismo neocatecumenale! Segnaleremo diversi link, per opportuno approfondimento)


Kiko "fa il profeta" anche in Vaticano

Papa Francesco: L'autorità di Gesù deriva dal servizio, il clericalismo disprezza la gente (dall’omelia della Messa, 10 gennaio 2017).

Il pontefice Santa Marta:
il Figlio di Dio è «umile, vicino alla gente e coerente», ecco perché tocca i cuori.

[Gesù non è «un seduttore», un affabulatore, un docente che insegna la Legge «fino all’ultimo puntino»]

I dottori della Legge si sentono solo principi e disprezzano la gente.

Servizio, vicinanza alle persone e coerenza:
tre caratteristiche che differenziano l’autorità di Gesù da quella dei farisei:

I dottori della Legge si sentono principi
Cristo spiegava le cose perché la gente capisse bene
Aveva un atteggiamento di servitore
I dottori della legge avevano una psicologia di principi:
“Noi siamo i maestri, i principi, e noi insegniamo a voi.
Mai, Gesù, «si è fatto passare come un principe:
sempre era il servitore di tutti».

I farisei disprezzano e allontanano «la povera gente, ignorante».
A loro, i dottori della legge, piace passeggiare nelle piazze,
vestiti eleganti: «Erano staccati dalla gente, non erano vicini».
Quelli staccati, questi dottori, avevano una psicologia clericalistica: insegnavano con un’autorità clericalistica, cioè il clericalismo».

Cristo «viveva quello che predicava:
c’era come una unità, un’armonia fra quello che pensava, sentiva, faceva».
Mentre chi pensa di essere principe o sovrano ha «un’atteggiamento clericalistico»,
«questa gente non era coerente e la loro personalità era divisa al punto che Gesù consiglia ai suoi discepoli: “Ma, fate quello che vi dicono, ma non quello che fanno”: dicevano una cosa e ne facevano un’altra. Incoerenza. Erano incoerenti». La definizione che «tante volte Gesù dice loro è ipocrita». Ed è comprensibile «che uno che si sente principe, che ha un atteggiamento clericalistico, che è un ipocrita, non ha autorità!
Invece Gesù, che è umile, che è al servizio, che è vicino, che non disprezza la gente e che è coerente, ha autorità».

45 commenti:

  1. "...nell'immaginario neocatecumenale è del tutto assimilato a Cristo, grazie alla sua stessa autoreferenziale predicazione, il loro fondatore Kiko Argüello..."

    Immaginario? Ma se Sankiko fanatico fece stampare sul suo santino "... Forse che il MESSIA, presente in noi, voglia avvicinarsi al suo popolo?"

    Lo ha messo per iscritto e strombazzato ai quattro venti che il Messia è in lui!

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    1. Kiko dice: il Messia, presente «in noi» [plurale maiestatis]...

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  2. Un mio punto di vista.
    Gesù è dentro di noi. È vero. Ma Dio abita dentro un cuore che lo accoglie e lo ama, e per cui fa la Volontà di Dio. Un cuore ipocrita, ecco che non è ben accetto al Signore. Chiunque, sapendo ciò, potrebbe mettersi a dire che è portatore di Cristo. Cioè,per fare un esempio, chiunque potrebbe mettersi a dire di essere un dottore. Ma ci vuole la laurea e la competenza. Per cui, come riconoscere un cuore abitato da Dio? Dio è amore, per cui dall'amore, in primo luogo, e poi da altri attributi: giustizia, misericordia,carità, fedeltà,
    ecc,ecc.
    Per cui, s e ci vediamo davanti delle persone ipocrite, che menano al prossimo,ed in particolare a sacerdoti,ecco che lì non c'è Dio, ma il Nemico. Il punto,che ci deve preoccupare,e non poco,è il fatto che questi ne sono convinti, perché chiunque potrebbe cadere nel laccio,e dopo rinsavire e pentirsi. Queste persone si pensano che quelle azioni provengono dallo Spirito Santo,e per cui attribuiscono a Dio azioni inique, provenienti da tutt'altra parte. Come il fatto del palco in mondo visione,davanti a vescovi,sacerdoti, fedeli,altri,dove si proclamava la menzogna,ribaltando la realtà. Ovvero Caino proclamato Abele, e Abele proclamato Caino.
    (Segue)

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  3. Per cui ci troviamo, per dirla fino in fondo, al fatto della Genesi, dove Satana ha ribaltato la Verità in menzogna. Cioè la menzogna viene fatta passare per verità. Per cui, sappiamo cosa c'è dietro a queste persone, che decidono di comportarsi in un certo modo.
    Gesù,che è Dio, ci richiama sempre all'unità, perché la Santissima Trinità è unione eterna, un Solo Dio, Tre Persone. Tra i figli di Dio dovrebbe regnare l'armonia e la pace, in quanto la Trinità,che è dentro di loro,ecco che fa tutto questo, cosicché vi sia l'Unità.
    Ma se troviamo faziosità, ipocrisia, falsità, mercanteggiare nelle cose di Dio, ambiguità,abusi sessuali, farsi pagare i pernottamenti facendosi passare per falsi bisognosi, lo sparlare dietro le spalle, il pensare di essere gli unici, il negare i Segni di Dio perché non ci vengono a favore verso le nostre convinzioni errate, il farsi pagare gli oggetti per il culto, ritenendosi,dopo aver ottenuto,i proprepropr, il continuare ad essere convinti di non volersi inginocchiare davanti a Dio che si fa carne e sangue, il voler propinare agli altri la propria mentalità decaduta per fame carnale e mondana, ecc,ecc; ecco che tutto questo non viene da Dio, ma dalla Tenebre.
    (da IPG)

    Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

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  4. Appunto per ciò, di cui ho esposto, ecco che, carissimi, dobbiamo sempre mirare all'unità, specialmente con il Papà, che è il capo, in terra, della Chiesa, non dobbiamo creare la divisione. E se dovessimo cadere per cui dividere, dobbiamo subito rialzarci e cambiare e riportare l'unità. Ovviamente sapendo che, anche, il Papà è uomo,per cui non è Dio, e quindi potrebbe errare in un qualcosa. A quel punto, credo sia importante pregare, aspettando l' intervendo Divino, che rimetterà le cose al suo posto.

    (da IPG)

    Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

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  5. Copio qui il commento che ho scritto ieri su le violenze ai danni di alcuni sacerdoti in Perù, visto che è l'argomento del giorno.

    Un altro sacerdote, e non solo lui, vittima dei kikos. Coraggiosamente ha denunciato il tutto ed è sotto scorta. 
    Forse è proprio la verità quando vi dichiarate figli del demonio. 

    https://www.religiondigital.org/america/sacerdote-Callao-denuncia-recibiendo-Kikos-peru-camino-neocatecumenal_0_2174182570.html

    Frilù

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  6. abbiate coraggio di pubblicare tutti i commenti....

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    1. Partecipare alla discussione è ben accetto, ma il voler far perdere tempo ai lettori di questo blog non è ben accetto. Questo è uno spazio commenti, non il muro da imbrattare a disposizione dei vandali di passaggio.

      Ora, il problema fondamentale del Cammino è che è fondato su madornali errori dottrinali e liturgici, nonché sull'idolatria per i fondatori. Dalla combinazione di questi elementi nasce inevitabilmente l'arroganza tipica dei kikos, e ancor più dei cosiddetti "catechisti", a perfetta imitazione della gigantesca arroganza di Kiko e Carmen. Chi rifiuta di ammettere questo elemento essenziale, verificabile, noto e arcinoto, documentato e testimoniato, si è già messo dalla parte dei noiosi disturbatori.

      Se nel Cammino fosse importante professare la fede della Chiesa, di fronte alle accuse di ambiguità ed errori dottrinali i kikos reagirebbero correggendo tali ambiguità e rifiutando e condannando le eresie. Invece questo non avviene, perché "Kiko ha sempre ragione, anche quando sbaglia", e l'ubbidienza al cosiddetto "catechista" (pappagallo di Kiko) "è tutto". Ubbidienza cieca, anche quando il cosiddetto "catechista" proclama eresie "per il tuo bene", anche quando calpesta la tua spiritualità e scarnifica la tua coscienza. Ma allora perché vi lamentate di questo blog e invece siete contenti del cosiddetto "catechista"?

      Dato che la fede si esprime nella liturgia, le carnevalate liturgiche neocatecumenali vanno perfettamente a braccetto con le aberranti dottrine kikiste-carmeniste. Se ai kikos interessassero davvero i sacramenti della santa Chiesa, farebbero di tutto per celebrarli così come li celebra la Chiesa, senza modificazioni, senza aggiunte, senza omissioni. Prenderebbero come esempio i sacerdoti più devoti, dimenticherebbero le ridicole carnevalate (a cominciare dalla "comunione seduti con alzatina ipocrita"), celebrerebbero nella Chiesa aperta a tutti anziché nel chiuso di polverose salette tirate a lucido e imbottite di gadget kikiani.

      E invece no. Un idolo - un triplice idolo Kiko-Carmen-Cammino - si può difendere solo conl'arroganza di chi rifiuta ragioni, solo con l'astuzia di chi agita approvazioni e slogan, solo con l'inganno e la menzogna.

      Le testimonianze di sacerdoti riportate in questa pagina sono solo l'ennesima conferma che il Cammino è identico dappertutto. L'idolo Kiko vuole così (e nel Cammino non si muove foglia che Kiko non voglia), e l'idolo ha sempre ragione, anche quando notoriamente ha torto.

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    2. il vigliacco anonimo che parla di coraggio. Grazie per la risata che mi hai fatto fare.
      Detto questo lasciati dire che il 99% delle volte chi non pubbica i vostri commenti vi fa un favore. Perchè dimostrate il peggio di voi.

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    3. Ah, quasi dimenticavo.

      La lettera della Congregazione del Culto Divino del 1° dicembre 2005 con le «decisioni del Santo Padre» (quella firmata dal card. Arinze) esigeva che «entro due anni» (cioè subito senza rinviare troppo, e al massimo tassativamente entro il 1° dicembre 2007) le liturgie del Cammino si adeguassero a quelle della Chiesa.

      A febbraio 2006 il campione di disubbidienza Kiko Argüello mistificò il testo della lettera e disse: «il Papa ci dà due anni». Cioè trasformò il termine massimo e perentorio in un rinvio. Dal 1° dicembre 2007 non cambiò nulla.

      A maggio 2008 gli amiconi di Kiko nel fu Pontificio Consiglio per i Laici "approvarono" lo Statuto definitivo (mettendo Benedetto XVI - che non voleva - di fronte al fatto compiuto), postdatandolo al 13 giugno 2008 per consentire di preparare adeguati festeggiamenti. Quel 13 giugno Kiko, tronfio e trionfante, proclamò in conferenza stampa «ora è il Papa che deve combattere con Arinze». Evidentemente Kiko non aveva letto il testo dello Statuto, che all'articolo 13, nota 49, faceva sua la lettera di Arinze. Praticamente Kiko ci fece capire che l'approvazione dello Statuto (ed il proseguimento della disubidienza in materia liturgica) era stata un dispetto al Papa.

      Eppure, ancor oggi, quella lettera è ancora valida (il Santo Padre non si è mai rimangiato quelle «decisioni del Santo Padre»), e lo Statuto del 2008 l'ha fatta sua. Se qualcuno dice «siamo approvati», non si accorge di star dicendo: è dal 2005 che dovevamo ubbidire alla lettera di Arinze ma stiamo ancora celebrando le carnevalate liturgiche.

      Altro che "vi prego vi scongiuro pubblicatemi il commento".

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    4. Ma sono passati più di 10 anni e pertanto è prescritta. Infatti Papa Francesco non ha mai fatto riferimento, negli incontri con gli iniziatori, di criticità in tal senso, anzi nell'ultimo incontro di settembre dove ha ringraziato Kiko per l'obbedienza a destinare un Seminario Redentoris Mater sotto la giurisdizione vaticana, ha altresì aggiunto che uno dei pregi del CNC è il non fare "proselitismo"
      Per quanto concerne Ariel o "Il Nuovo Zoffoli" va sottolineato che basa le sue idee esclusivamente su testimonianze di fratelli (presbiteri compresi)che vomitano nel piatto dove hanno mangiato per anni.
      Shemà

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    5. Naturalmente sulla prescrizione scherzavo :-))
      Shemà

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    6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    7. Anche Abramo ha vomitato sul paganesimo. Cristo ha vomitato sul giudaismo. San Francesco ha vomitato su suo padre.

      Tomista ex NC

      Dimenticavo, anche la grammatica latina è stata prescritta?

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    8. Più che prescritta, non è mai stata conosciuta. Il neocat medio fatica a scrivere in itaiano corretto. Sperare che riesca a riprodurre una espressione latina in maniera corretta è vano. E magari si vantano pure della loro "beata" ignoranza... tanto quello che conta è la "fede adulta", cioè l'ipocrisia sovrana.

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    9. Vorrei dire al fratello Shemò che sono passati più di 10 anni dallo Statuto del Cammino, e pertanto è prescritto.

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  7. Grazie Pax. Una carrellata di testimonianze che fa pensare a un vero ATTACCO AL CUORE DELLA CHIESA, in nome di una "chiesa" basata sull'uomo, cioè di un'ideologia.

    Come il Cammino tenta di sovvertire l'ORDINE MORALE pretendendo che la vittima chieda perdono senza che il colpevole si accusi ed espii, così, cambiando le FORME e i RUOLI sociali ed ecclesiali, tenta di creare una nuova società e una nuova chiesa.

    Mi spiego: contrariamente a quanto oggi si dice, certe formalità (ma non il formalismo) e certi ruoli sociali (che non devono ridursi a gabbie), sono necessari in quanto, dovuti a differenze di natura, aiutano i rapporti umani a basarsi sul rispetto e, perciò, a costruire l’unità.

    Tutto si basa sulla realtà di Dio, onnipotente e infinito nell’amore, e dell’uomo, limitato e peccatore, e sul rapporto tra essi, che è la forma base dei rapporti umani e che favorisce la devozione e la confidenza.

    Il fatto che perfino nella società ecclesiale i rapporti umani, e perfino quelli con Dio, siano sfalsati dal peccato originale e attuale, non significa che tutto deve essere cambiato, tanto meno i principi dell’ordine sociale riportati dal Catechismo.

    Ma di fatto nel Cammino avviene questo: si destrutturano tutte le dinamiche sociali, famigliari ed ecclesiali, giuste e sbagliate che siano, per destrutturale la realtà stessa della Chiesa, della famiglia e della società, e se costruiscono altre, RIGIDISSIME, all’interno del Cammino.

    Sembra proprio si voglia costituire una nuova società e una nuova chiesa replicando, nella vera Chiesa, questo DNA invasivo.

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    1. Purtroppo era prevedibile.
      Quando si dà la possibilità ad una coppia di laici lontani anni luce dalla Chiesa di fondare un "movimento" e di formare sacerdoti nei "propri" seminari queste sono le conseguenze.
      I preti neocatecumenali sono fedeli a Kiko,da preti,da Vescovi o da Cardinali.
      Quello che manca per finire in bellezza è un Papa "neocatecumenale".
      Quando finirà questa "farsa"?
      LUCA

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  9. Mi ha impressionato l'ultimo commento di attacco a Padre Ariel che riporto nel post perché è sintomatico della cecità incurabile che colpisce i più fanatici seguaci del guru Arguello.

    Parlo di tirarsi la zappa sui piedi: cos' altro è - infatti - presumere di mettere in crisi Padre Ariel sbattendogli sul muso un discorso del Papa sul male del peggior clericalismo? Quando basta evidenziare tutti i passaggi della cruda analisi che fa Papa Francesco per trovarsi davanti bell'e fatto il perfetto identikit della peggiore casta neocatecumenale?
    Come l'abbiamo conosciuta per esperienza diretta tanti di noi che ne diamo testimonianza e molti di più, ancora, che si astengono dal commentare, pur leggendoci assiduamente - ne sono certa - e restando stupiti.

    Ripeto qui la stupefacente carrellata che fa il Papa, un nome Kiko Arguello, un volto...e il volto di tutti i suoi cloni sguinzagliati ai quattro angoli della terra. Quanti post abbiamo scritto esplicitando ognuno degli aspetti! Qualche link l'ho segnalato, ma se cercate troverete nel nostro Blog una miniera........

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  10. L'ERESIA DELLA LOBBY DI KIKO È AMORE PER I PARADISI FISCALI..

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  11. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  12. ........questa la carrellata.......

    Leggete e stupite, secondo l'ordine del discorso papale questi i caratteri distintivi del clericalismo nella peggiore accezione del termine:

    - disprezza la gente
    - insegna la Legge "fino all'ultimo puntino"
    - principi che disprezzano la gente
    - noi siamo maestri, noi insegniamo a voi
    - noi comandiamo, voi obbedite
    - allergia alla gente: disprezzano e allontanano
    - staccati dalla gente
    - annuncia una cosa e ne realizza un'altra
    - incoerenza
    - ipocrisia

    Con questo abbiamo concluso il quadro che parla da solo.

    Anonimo voleva condannare Padre Ariel, ha condannato se stesso.

    Pax

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  13. @ Shema' delle 15:36

    Come indica il nome che hai scelto: "Ascolta!"

    Come fai in un unico commento a infilarne una dietro l'altra così?
    Scherzando scherzando, spiegami ti diverti a fare ironia sul buon successo delle vostre bravate senza numero? Cosa vuoi significare, comunque, sottolineando che sono passati INVANO 10 ANNI 10? Io comprendo una volta di più che siete sempre voi, sempre i soliti. Prendete per stanchezza e, purtroppo, la Chiesa non ha la perseveranza di incalzarvi senza darvi tregua FINCHÉ FINALMENTE NON VI METTETE IN RIGA, accidenti a voi che NON OBBEDITE MAI e ne menate pure vanto prendendo in giro invece di vergognarvi.
    Sulle menzogne che hai scritto dopo a proposito di espressioni che proditoriamente attribuite al Papa già vi è stato risposto esaurientemente su questo stesso blog con interi post pubblicati e relativi commenti....il Papa avrebbe ringraziato il magnanimo Kiko per l'obbedienza nientemeno ad aver destinato un R.M. alla giurisdizione vaticana, e chi è???? Sul proselitismo poi, palla più grossa non potevi sparare. È Kiko che ostenta un simile apprezzamento da parte del Papa nei suoi confronti. Una foto altamente esplicativa è stata pubblicata ripetutamente negli ultimi articoli, a significare che Kiko cambia i rimproveri in approvazioni. È una vita che fa questo. Falsario fin nel midollo. Proprio il proselitismo poi che è il suo sport preferito, dopo quello di fare la bella vita a scrocco, sulle spalle dei fratelli gonzi delle comunità.
    ........

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  14. Ma quello che più mi ha nauseato è la conclusione.
    Padre Ariel ( dietro il quale sottintendi lo stesso Padre Zoffoli di felice memoria) fonderebbe le sue idee su gente che oggi vomita nel piatto DOVE HA MANGIATO PER ANNI. Gli stessi Parroci delle cui testimonianze Padre Ariel vi ha subissati AVREBBERO MANGIATO PER ANNI A SPESE DI KIKO ARGUELLO.
    Questa è davvero la più bella barzelletta sul cammino che abbia mai sentita, eppure ne circolano in giro di esilaranti.
    Quale piatto? Vogliono essere serviti e riveriti e rispettati, ti spremono come un limone, ti spogliano di tutto e non mi far ricordare di quanti soldi e beni ho dato come tanti al e per il cammino, altrimenti stanotte non dormo. È solo mi consola che il Signore c'è è mai mi ha abbandonata. Fosse per loro, io oggi sarei una persona distrutta sotto tutti gli aspetti, anche economicamente. Non ne parliamo spiritualmente. Ti dico anche che ho visto alcuni consumarsi pian piano nel cammino dietro alle kikocarmeniane follie a ripetizione, senza mai un risveglio di coscienza, per cui sono rimasti ingabbiati nel sistema. Ebbene di questi dei quali cerco sempre di sapere che fine hanno fatto col passare degli anni più di uno, ridotti oramai a relitti umani, sono stati abbandonati lungo la strada poiché Kiko, nella sua incessante corsa nella quale trascina con se' i suoi fedeli, NON PUÒ FERMARSI. Le famiglie di origine pietosamente li hanno accolti, ultima spiaggia, sì mio caro Shema' dall'orecchio chiuso e l'occhio miope, proprio la famiglia di carne, quella del chi non odia...non può essere mio discepolo, quella del lasciate che i morti seppelliscano i loro morti, quella dalla quale ci siamo allontanati tanto che, una volta usciti dal cammino, non ci raccapezzavamo più!

    Pax

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    1. Grazie Pax. Penso che solo chi ha vissuto un'esperienza simile agli itineranti di lunga data che hanno dedicato la loro vita al Cammino e poi sono stati abbandonati, possa capire la ferita inferta loro dal sedicente Cammino o Itinerario di riscoperta del Battesimo per acquisire una "fede adulta". Abbandonare persone che hanno dato la loro vita per te è disumano. Persone che hanno lasciato il lavoro, le sicurezze, gli affetti, il loro paese e tutto quello che era stato la loro vita fino a quel momento. Abbandonare ueste persone al loro destino perchéP non servono più è mostruoso e demoniaco. Questo mi conferma quello che ho sempre sentito fin dall'inizio e cioè una sfiducia profonda verso i vertici del Cammino. Negli anni di cammino, oktre a cercare di farmi fidanzare con questa o quella, più volte mi è stato "suggerito" di alzarmi "per la missione", ma io non l'ho fatto mai. Mi accusavano di non fidarmi di Dio, al che io rispondevo che di Dio mi fidavo, era del Cammino che non mi fidavo affatto... ovviamente non potevo essere ben visto...

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  15. Pax ho visto alcuni consumarsi pian piano nel cammino dietro alle kikocarmeniane follie a ripetizione, senza mai un risveglio di coscienza, per cui sono rimasti ingabbiati nel sistema. Ebbene di questi dei quali cerco sempre di sapere che fine hanno fatto col passare degli anni più di uno, ridotti oramai a relitti umani, sono stati abbandonati lungo la strada poiché Kiko, nella sua incessante corsa nella quale trascina con se' i suoi fedeli, NON PUÒ FERMARSI.

    Quelli più fregati sono stati gli itineranti che dopo aver lasciato tutto ed essere stati per anni responsabili di nazioni o regioni sono stati da un momento all'altro messi da parte o emarginati. Mi sembra di aver letto su questo blog che questo è accaduto anche ad un itinerante delle Marche che aveva dato tantissimo al cammino e ad uno del nord Europa (Germania o Olanda)

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  16. per:Shemà.
    Carissimo, sei liberissimo di volerti collocare dove vuoi e come vuoi, ma per onore alla Verità, che è scesa su questa terra, ti faccio presente che ci troviamo nel periodo dopo Gesù Cristo, cioè nel NT.Per cui al posto tuo metterei: pace, il Signore ti dia pace, e simili.
    E' buono voler approfondire le origini e gli inizi, ma voler vedere solo una parte, e del passato, ecco che si rischia di non crescere e di vivere in un mondo d'illusione.
    (daIPG)

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  17. Don MICHELE di Firenze ricorda che Kiko uscì: "dalla Congregazione per la dottrina della fede che aveva osato correggervi i catechismi eretici, dicendo che un catechismo con simili correzioni non lo avrebbe accettato mai".

    Per cui Kiko è eretico sapendo di esserlo.
    Per cui Kiko non crede che la CHIESA lo possa correggere, ma crede che è lui a correggere la Chiesa.
    Per cui Kiko era disposto a separarsi dalla Chiesa e se non lo ha già fatto è perché, finora, non gli è convenuto.

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  18. La prepotenza e disprezzo dei camminanti verso i sacerdoti, che questo post evidenzia, si configura come un evidente PECCATO MORTALE.
    Ma ci sono altre occasioni in cui il modo di fare dei camminanti può essere considerato PECCATO MORTALE, anche se a volte non gli si da troppo peso.

    Una di queste occasioni è quando, nella "confessione pubblica", si insiste morbosamente e ossessivamente sui peccati sessuali e sulla sessualità in genere.
    Infatti, benché sono convinto che si possa parlare di tutto con purezza di cuore, anche della sessualità e del denaro, spesso non è così e il sintomo è proprio quello dell'insistenza ossessiva e della morbosità, che rivelano una forma di IMPUDICIZIA.

    Se Gesù ha detto che anche il desiderare una donna è adulterio (il desiderare è un atto volontario), il voler volontariamente entrare in dettagli intimi e spesso scabrosi è impudicizia, anche perché non è affatto necessario farlo.
    Se neanche in Confessione l'accusa dei peccati non entra in dettagli inutili, perché farlo in una pratica che, anche non affrontasse certi temi, è comunque in contrasto con le disposizioni della Chiesa in quanto viola il foro interno?

    Quale può essere l'utilità di btale pratica? Forse il bene del malcapitato scrutinato?
    E' chiaro che la pratica è utile per metterne a nudo l'anima dello scrutinato e così metterlo psicologicamente in balia dei responsabili. Ed è utile per soddisfare le eventuali passioni di Kiko e dei catechisti.

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  19. Qualcuno di voi ha mai fatto parte del cammino?

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    1. Si fa più presto a dire chi non ha fatto parte del Cammino. Il sottoscritto, ad esempio, non ha mai partecipato al Cammino.

      Per farti un'idea sulla droga non hai certo bisogno di drogarti. Piuttosto, l'aver a che fare con un drogato, ti fa capire benissimo gli effetti nefasti della droga, specialmente quando il drogato dice che "nella sua esperienza" ha incontrato la felicità, "il Signore", o cos'altro.

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    2. Tripudio ti ha risposto, giustamente.
      Io invece neanche ti rispondo poiché tutto quello che scrivo, di cui rendo testimonianza, fa riferimento alla mia trentennale esperienza nel cammino. Vuol dire che neanche leggi con attenzione i nostri articoli che sono testimonianze.
      Questo per sgombrare il campo dalla cretinata che ripetete: bisogna conoscere il c.n. vivendolo, dovete sperimentare.
      Qui c'è chi lo ha vissuto, c'è chi lo ha vagliato avendo le conoscenze teologiche e dottrinali necessarie. Così anche Padre Zoffoli, Padre Landucci, Padre Ariel.
      Da dove lo guardi guardi il cammino neocatecumenale fa acqua da tutte le parti.

      Pax

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    3. Neppure io ne ho mai fatto parte. Ma ho avuto a che fare con persone che ne fanno parte, con sacerdoti di formazione NC, persino con quelli che POI ho saputo essere membri IMPORTANTISSIMI del cammino. Ed ho visto il grado di presunzione, ipocrisia, menzogna ed ignoranza di cui sono capaci, e questo in certi casi ANCORA PRIMA di sapere che fossero del cammino (neanche si può dire che fossi prevenuta).

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  21. Dal commento di Porto delle 14:31

    Questo mi conferma quello che ho sempre sentito fin dall'inizio e cioè una sfiducia profonda verso i vertici del Cammino. Negli anni di cammino, oktre a cercare di farmi fidanzare con questa o quella, più volte mi è stato "suggerito" di alzarmi "per la missione", ma io non l'ho fatto mai. Mi accusavano di non fidarmi di Dio, al che io rispondevo che di Dio mi fidavo, era del Cammino che non mi fidavo affatto... ovviamente non potevo essere ben visto...
    --------
    Mi dai modo di confermare quanto dici. Leggendo mi è presa una oscura angoscia al ricordo. E non so spiegare a me stessa come mai, quando assistevo a queste vere e proprio indebite pressioni psicologiche, non ho capito subito in che razza di sistema perverso stavo sprecando la mia vita. Trenta lunghi anni sono stata lì dentro. Riemergono nella memoria tanti fratelli delle comunità che venivano, come tu dici, sottoposti a pressioni costanti. Ogni visita dei catechisti, ogni scrutinio soprattutto, i pellegrinaggi...era una tortura soprattutto per i giovani ogni anno più pressante, mano a mano che Kiko aveva più Seminari R.M. da riempire. Per alcuni era un incubo eppure continuavano a restare lì e a farsi bombardare. I sensi di colpa non si contavano e non di rado i soggetti più improponibili, cedendo esausti, fingevano anche con se stessi di essere convinti di avere la "vocazione"....poiché Dio parla nella storia e una fidanzata proprio non riuscivano a trovarla.

    Pax

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  22. Dal commento di Porto un altro spunto è questo:

    Abbandonare queste persone al loro destino perché non servono più è mostruoso e demoniaco.

    Voglio aggiungere a quello che tu giustamente dici che questo destino non è solo degli itineranti o di tante famiglie in missione distrutte (di cui non si parla perché seppellire la gente ancora viva è la loro specialità, nelle convivenze avessi sentito una volta parlare di fallimenti o delusioni, mai. Queste situazioni Kiko e Carmen le hanno sempre "risolte" tra loro e gli itineranti coinvolti a danno dei malcapitati, nelle "stanze oscure" che poteva essere la casa di Kiko a Roma o la Veranda nel loro appartamento al primo piano a Porto San Giorgi, mentre si svolgevano le convivenze. A volte però le urla si sentivano fino a sotto, dove noi intanto pascolavamo in attesa che questi incontri a quattr'occhi si risolvessero nella massima segretezza con annessi morti e feriti) ma anche dei fratelli delle comunità più deboli, più fragili sotto tutti i punti di vista. Ad onta dell'ostentare, come spesso e volentieri fanno, che nelle comunità NESSUNO E' LASCIATO SOLO - "questo il bello della comunità...la gente è sola, abbandonata, nel cammino non è così!" in quante catechesi Kiko dice queste cose? - conosci storie di sorelle e fratelli anziani, malati, disabili che nel momento del maggior bisogno, quando hanno perso ogni minima autonomia, sono stati abbandonati completamente dal cammino. Ossia, hanno le badanti COME TUTTI GLI ALTRI, vengono chiusi in istituti COME TUTTI GLI ALTRI e non vanno neanche a trovarli una volta all'anno "per amore dei miei fratelli, per amore dei miei amici" COME FANNO TUTTI I COMUNI MORTALI DEL MONDO DI TENEBRA.
    Aggiungo io, alcuni lo fanno, non tutti in verità, e anche questo si sa.
    Ma, questa almeno la mia esperienza, ho conosciuto persone "del mondo" fuori dal cammino molto ma molto più, non dico neanche cristiane, ma UMANE di loro.

    Pax

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    1. Sì, spesso anche i deboli e i bisognosi vengono abbandonati. Conosco il caso di due "fratelli", fratello e sorella di sangue, entrambi non sposati , entrambi che hanno dedicato la loro vita al Cammino. In particolare, per anni e anni hanno fatto da aiutanti e baby sitter a due famiglie della loro comunità con molti figli, prestandosi sempre ad aiutarli. Beh, quando sono invecchiati ehanno cominciato ad avere loro bisogno di cure e assistenza, La comunità è scomparsa, loro sono andati in una residenza per anziani e le due famiglie che avevano ricevuto tanto aiuto da loro non sono andati a trovarli nemmeno una volta. Ecco il famoso "amore tra i fratelli"!
      Gli unici che li hanno in po' assistiti sono stati i loro parenti di sangue. Questi ultimi, fra l'altro, non potevano credere allafreddezza assoluta e alla totale mancanza di empatia nei figli di queste due famiglie che praticamente erano stati cresciuti dai loro congiunti.

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  23. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  24. Nelle comunità della mia parrocchia succede la stessa cosa, vengono sbandierate le solite 3 "vocazioni" in 30 anni di CN e neanche una parola sui 2 seminaristi che si sono ritirati dopo anni di mantenimento coatto da parte delle comunità.
    Dopo anni di sacrifici per pagargli il seminario, i viaggi,i pellegrinaggi, il mantenimento a seguito delle missioni Kikiane, il ritorno a casa per i "passaggi" e per le "vacanze".
    Compito tanto gravoso che ad un certo punto hanno dovuto creare una sorta di "gemellaggio" con un'altra comunità per sostenere le spese di queste "vocazioni".
    Tutto finito nel nulla, gente che si è svenata per niente.
    Eppure esistono degli ottimi seminari diocesani.
    In cui la Chiesa si prende cura a 360 ° dei seminaristi.
    Ma figurati se Kiko rinuncia ad una "SUA" vocazione, in favore della Chiesa.
    Io so perfettamente perchè Kiko fa questo, il problema è che i poveracci che si svenano per questi ragazzi vengono tenuti nell'ignoranza dei motivi "veri", con la menzogna che i seminari RM del cammino sono "migliori" perchè preparano alla "missione".
    Missione per la Chiesa?
    No, missione per Kiko ed il "SUO" CN.
    Missione per creare altre comunità fedeli all’idolo Kiko ed alla sua “creatura”.

    Nessuno parla di un matrimonio distrutto proprio in comunità, con un coniuge che ha lasciato la moglie ed è “scappato” con una “sorella di comunità”.
    Queste cose non si dicono perché il CN è perfetto, non è mai colpa del cammino, è il demonio che ci mette lo zampino, oppure magari sarebbe successo comunque, il cammino in fondo ti mette “nella verità”, però quella donna abbandonata non si deve lamentare, deve accettare la sua croce ed andare avanti.
    Non si deve permettere di parlare male del cammino, la sua vita è distrutta ma deve soffrire in silenzio, anzi, dovrebbe essere grata al cammino per il “servizio” che gli ha reso.
    Questa donna secondo, i canoni del cammino, dovrebbe aspettare il ritorno del marito, restare al proprio posto in comunità, prendersi tutte le umiliazioni e non pensare a rifarsi una vita.
    Scordarsi il sesso e restare fedele al marito, anche se questo decide di non tornare MAI.
    C’è da stupirsi se questa persona è uscita dal cammino?
    C’è da stupirsi se questa donna fa una cattiva pubblicità al cammino?
    C’è da stupirsi se questa donna, non accetta di vivere così e quindi viene abbandonata dai suoi “fratelli e sorelle” di comunità?
    In fondo è colpa sua, il cammino aiuta ed assiste solo chi obbedisce e si uniforma al cammino.
    Potrebbe fingere, come fanno tante persone, essere ipocrita, allora avrebbe aiuto ed assistenza, ma decidere altre strade secondo la propria sensibilità od il proprio libero arbitrio non è compatibile con il cammino neocatecumenale.
    Il CN ti chiede di “stare al tuo posto” , perché questa è l’unica soluzione per la tua vita, cioè l’unica soluzione prevista in questi casi dal CN, tutte le altre soluzioni non sono valide, semplicemente perché non sono “previste” dal CN.
    E qualcuno ha ancora il coraggio di dire che il cammino “ti lascia libero”?
    “Libero” di mettere la propria vita in mano al cammino o “libero” di andarsene se non lo fai.
    LUCA

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  25. @porto "...Questi ultimi, fra l'altro, non potevano credere allafreddezza assoluta e alla totale mancanza di empatia nei figli di queste due famiglie che praticamente erano stati cresciuti dai loro congiunti...."

    Il cammino non crea uno spirito di empatia, non aiuta a sensibilizzare le persone a vedere i bisogni degli altri e di conseguenza intervenire. Intervenire anche con una telefonata, ma che testimonianza una presenza ed un interessamento.

    Il cammino non combatte l'indifferenza verso i bisogni degli altri. Chi fa volontariato e' visto con commiserazione come se sempre cercasse esclusivamente una propria gratificazione, senza fare alcun distinguo.

    L'unica cosa chiesta e' evangelizzare, ovvero portare il credo Kikiano.

    Nel cammino non si insegna l'accoglienza e l'ascolto.

    L'accoglienza e' solo in funzione di avere dei nuovi adepti.

    Nel cammino non si sviluppa la sensibilità ma la durezza ed intransigenza. Questa intransigenza e poca comprensione viene inconsapevolmente assorbita e si riflette sulle modalità con cui sono gestite le relazioni.
    Il catechista NC-doc e' quello che urla, che dice più parolacce, e se ti scandalizzi e' perché sei un moralista.

    Si, caro anonimo abbiamo purtroppo fatto il cammino, e proprio perché l'ho fatto anch'io 30 anni mi riconosco nelle parole di Luca, Porto, Pax, Libera, Donna Carson, autore della lettera, Rebel, Apostata, ex-fratello, Sandavi, mib, Roberta e tanti altri che chiedo scusa se non ho menzionato (l'età avanza e la memoria retrocede).

    Anch'io come tanti di noi ho dato tanto al cammino sia in termini di tempo, energie e soldi, come ha detto Pax, in cui mi ritrovo molto.

    EX-NC-???

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  26. Sono del tutto d'accordo con te. Io ho riportato il punto di vista dei parenti (cugini) di questi fratello e sorella, parenti estranei al Cammino e che vivevano in un'altra città e non potendo occuparsi a tempo pieno dei loro congiunti per ovvie ragioni, speravano che i fratelli di comunità non li avrebbero abbandonati del tutto. I loro cugini hanno dedicato l'intera vita alla comunità, non avendo altri impegni oltre al lavoro di impiegati. Tutto il tempoi libero, le energie, i soldi che "avanzavano" tutto lo davano alla comunità. Per noi che il cammino lo abbiamo conosciuto e, ahimé patito, sulla nostra pelle, questo atteggiamento non è cosa nuova, ma per un esterno che per tutta la vita ha sentito i suoi congiunti magnificare la comunità, il Cammino neocatecumenale, l'amore tra i fratelli come in una grande famiglia, la fede adulta, la riscoperta del Battesimo, il "vero" cristianesimo, etc., etc. (per Shemà, si scrive etc. e non ect. perché viene dal latino "et cetera"), vedere poi la totale indifferenza e abbandono da parte dei cosiddetti "fratelli" ai quali i loro cugini avevano dedicato la vita è stato scioccante...

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  27. Scusate nella mia diocesi a corto di preti sono stati incardinato nel giro di 3 mesi 7 preti neocatecumenali, 5 italiani, 1 americano e 1 messicano, è normale che dispongano di preti a raffica? Che si può fare, qui non esiste il movimento del cammino.

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    Risposte
    1. Ahinoi, detta così sembra il classico caso di corruzione presso le alte sfere.

      Il Cammino non dispone di "preti a raffica" però può facilmente muovere parecchi preti in un sol colpo (basta un cenno dei cosiddetti "catechisti" laici... e un po' di pianificazione: e sappiamo bene che i kikos sono collaudatissimi pianificatori).

      L'incardinazione in una diocesi italiana consente al presbitero incardinato di cominciare a ricevere (dopo pochi mesi, il tempo che l'iter vada in porto) lo "stipendio" da prete (a spese dell'ottopermille destinato alla Chiesa), anche se detto presbitero prende il volo per qualche "missione" all'estero, e perfino in parecchi casi che comporterebbero la pena di sospensione dal sacerdozio.

      Incardinarne così tanti in un sol colpo sembra essere frutto di un accordo dei vertici del Cammino, quantomeno col vescovo e col vicario generale, possibilmente col solito metodo di "bastone e carota" (promesse di carriera, ricatti, e soprattutto soldi). Se si fosse trattato di transfughi dal Cammino, infatti, sarebbero stati valutati caso per caso, singolarmente, e accolti in diocesi dopo tutte le verifiche del caso e le consultazioni e valutazioni degli organi diocesani (consiglio presbiterale, ecc.).

      Di sicuro i primi a insospettirsi di tale invasione saranno i sacerdoti del clero diocesano, tanto più quando i nuovi arrivati presbikikos cominceranno a fare tutte le manovre più assurde pur di far incistare il Cammino nelle parrocchie e negli uffici diocesani.

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