lunedì 17 agosto 2020

TESTIMONIANZE, TESTIMONIANZE... DA "IL SALE DELLA TERRA"

Questo è l'undicesimo (e penultimo) di una serie di articoli sulla trasmissione "Il sale della terra" di propaganda neocatecumenale andata in onda sulla RAI nel 1983. In fondo a questa pagina trovate i link agli articoli precedenti.

L'articolo precedente si è interessato della disputa teologica tra Teologia della Liberazione e Teologia del servo di Jahwe.

Sicome i kikos all'epoca erano già presenti in alcuni stati dell'America Latina, si vogliono continuare a mostrare i propri successi.

Immagine di copertina facebook della
1° Comunità di Santa Rita, Paraiba, Brasile.
Dice un post: "Evangelizzare non costa nulla!"
Ma davvero? E allora perché chiedono decime,
collette, contribuzioni, ecc., e lamentano sempre
che i soldi non bastano mai?
Tocca quindi ad un video sul Brasile, in cui parla il presbitero neocatecumenale don Angelo.
Di questo don Angelo, sappiamo poco.

Le ricerche che abbiamo condotto ci porterebbero a sospettare che si tratti di don Angelo Stefanini, itinerante neocatecumenale in Brasile, a San Paolo, dal 1974 al 1991.

Non sappiamo se sia lui o un altro don Angelo, non meglio identificato. Sono tanti i kikos d'alto rango che scompaiono perché all'improvviso non sono più graditi a qualche mega-catechista neocatecumenale, e di essi si perde memoria perché nessuno può più frequentarli (va tolto anche il saluto!).

Dunque di un certo don Angelo Stefanini, itinerante in Brasile per i kikos, però qualcosa possiamo dire.
È un prete dell'Opera della Madonnina del Grappa di Firenze, che ha fatto l’itinerante neocatecumenale in Brasile secondo l'istituto del Fidei donum, poi è tornato a Firenze come parroco di Molin del Piano, dove non ci risulta abbia impiantato le comunità neocatecumenali, per poi ritornare in Brasile, a Fortaleza dal 2003 al 2011, ad assumere la direzione del Centro sócio educacional sanitário «Madonnina del Grappa» alla morte di don Alfredo Nesi.

Si afferma che, negli anni di missione fidei donum a Fortaleza, abbia lavorato “secondo il carisma dell’Opera Madonnina del Grappa”.
Ritornato in Italia, nel 2012 gli è stata assegnata la parrocchia di S. Bartolo a Cintoia, della quale è parroco attuale, ma dove non sembra aver aperto il Movimento Neocatecumenale.

Non sappiamo se si tratta di un caso di omonimia, ma certo “don Angelo Stefanini di Firenze” figurerebbe nella lista del Consiglio Elettivo del Movimento Neocatecumenale, allegata agli statuti “ad experimentum” del 2002, al numero 11.

Si chieda a San Francesco Saverio,
patrono delle missioni,

se "evangelizzare non costa nulla!"
Allora, col beneficio del dubbio se si tratti della stessa persona o di un suo omonimo, tenderemmo a pensare che esiste un “don Angelo Stefanini, fiorentino, che è stato itinerante neocatecumenale in Brasile fino al 1991 e che poi ha lasciato baracca e burattini neocatecumenali per fare il parroco o partire fidei donum per l’Opera della Madonnina del Grappa, operando “secondo il suo carisma”.


Comunque sia, tale don Angelo riferisce che sono 10 anni che evangelizza in Brasile, predicando il servo di Jawhe:
In mezzo a tutte queste divisioni, a tutti questi problemi di ingiustizia, dove tutti cercano di lottare per rivendicare i propri diritti, noi annunciamo Gesù che prende su di sé tutte le ingiustizie degli uomini.
E attraverso questa assunzione delle ingiustizie, dei problemi, dei peccati, facendosi quasi distruggere da tutte queste cose, è l’unico che possiede la vita, ha la vita e comunica la vita. Noi crediamo proprio che la missione della chiesa dentro questa società sia questa: CREARE una comunità, CREARE una chiesa che faccia presente questo stesso servo, Gesù, e che annunci a tutti gli uomini la vita attraverso il perdono dei peccati e attraverso questo perdono che possa produrre la riconciliazione tra tutte queste classi, tra tutte queste divisioni, tra tutte questi uomini.
Questo fondamentalmente noi lo annunciamo e crediamo sia la soluzione vera e rivoluzionaria che viene da Dio per tutta l’America Latina”.

Il problema è che quelli ai quali volevano offrire il perdono dei peccati, non lo volevano, non gliene poteva fregare di meno. Non volevano nemmeno la riconciliazione.
La classe dirigente che opprimeva il popolo, anche con l’uso della violenza, non sapeva che farsene del perdono, non era pentita affatto delle proprie azioni ma anzi, perseguiva la ricerca del potere totale, la repressione, spesso anche la corruzione, per ottenere i propri vantaggi.

Questo è dimostrato dalla storia: le diseguaglianze, le repressioni, le ingiustizie… non si sono mai fermate ma anzi, in certi tempi si sono pure inasprite.
E i poveri e gli oppressi, sempre più poveri ed oppressi, vittime di ogni ingiustizia.
Da qui è certamente evidente che la Teologia del Servo di Jahwe era rivolta esclusivamente agli oppressi, al popolo, affinché assumessero su di sé tutte le ingiustizie, lasciandosene distruggere.
L'hanno strumentalizzata.


In merito alla questione dell’oppressione e dell’ingiustizia viene interpellato mons. Castellano, che condannando le posizioni di “alcuni”, reputa giusta la posizione di mons. Obando, che avrebbe parlato “veramente nel senso cristiano”.
Purtroppo a parlare son bravi in molti, anche Obando, poi coi fatti…
L'abbiamo visto l'articolo scorso.

Naturalmente tutti concordano con la Teologia del servo di Jahwe, anche mons. Rossano, che viene intervistato subito dopo.
È naturale che sia così, basta però che la si predichi anche agli oppressori e non solo agli oppressi.
Tutti meritano le stesse opportunità di conversione.

Sarebbe bastato anche un unico esempio di un oppressore convertito dalla predicazione del servo di Jahwe, che pubblicamente avesse lasciato potere, oppressione e corruzione, per mostrare che questa predicazione viene rivolta anche ai potenti e ne cambia il cuore.
Ma non ci risulta ce ne sia mai stato nemmeno uno. Ai potenti non interessa praticarla, interessa che la pratichino gli oppressi, per mantenere lo status quo.

Gennarini chiama Farnes a rispondere in merito al riferimento che fa la Teologia della Liberazione ad una frase di San Tommaso d’Aquino, che avrebbe detto che “in fondo è legittimo, in condizioni estreme, ribellarsi e uccidere il tiranno”.

La risposta è ovvia: “anche un santo può sbagliare”. E questo è vero, in linea di principio, perché santità non equivale a impeccabilità. Certo, ci vuole una notevole superbia per accusare san Tommaso d'Aquino di aver sbagliato un giudizio in materia di fede e di morale, per di più con un discorso da bar dello sport.

Infatti Farnes non si fa mancare l’occasione: aggiunge che l’aquinate si è sbagliato pure sul mistero dell’Immacolata Concezione.

Lui non si scandalizza che un santo “sbagli su una piccola cosa o su una grande cosa”.

Anche Madre Teresa si esprime nel senso della non istigazione all’odio, in quel suo modo tutto concentrato sull’amore
Ai poveri bisogna insegnare questo amore e dividerlo con loro, non bisogna pascerli di odio e di crimine. La guerra non ha mai portato la pace. I poveri non hanno bisogno che si insegni loro il male, non necessitano di solidarietà pietosa, ma di amore e condivisione. Se per risolvere i loro problemi ricorressero al male, questo male finirebbe per distruggerli. Il male distrugge la pace del cuore”.
Vediamo bene quale è il lato che interessa a Madre Teresa: sempre i poveri, che se ricorressero al male ne verrebbero distrutti. E lei non desidera che vengano distrutti, ma che sperimentino l'amore di Dio attraverso chi si prende cura di loro e "condivide" questo amore concreto.
A lei interessa che i poveri si sentano amati, non che "imparino a prendere su si sé le ingiustizie del mondo" per mostrare qualcosa agli altri.

Il male distrugge la pace del cuore”: tutto il male distrugge la pace del cuore, anche quello commesso da chi opprime, che non può avere pace nel cuore.

Con l’ultima testimonianza kikiana dal Perù, Gennarini non può fare al meno di magnificare il suo Movimento, il Movimento Neocatecumenale, detto “Cammino”.
Per la prima volta in 6 puntate lo dichiara esplicitamente:
Vediamo una parrocchia rinnovata dal Concilio con il Cammino Neocatecumenale. Vediamo come si sono formate le comunità e come questo converte le persone”.
Dietro di lui, a questo punto, svetta l’immagine di una menorah, uno dei simboli ebraici del Movimento Neocatecumenale.

La parrocchia di cui si parla è sempre la stessa: Todos los Santos di Lima.

Parrocchia Todos los Santos, Lima, 1983.
Le parole sono del canto neoatecumenale
"Alzo gli occhi verso i monti"
Il video inizia col canto neocatecumenale “Alzo gli occhi verso i monti” e mostra un’Eucarestia totalmente neocatecumenale: mensa centrale addobbata, Madonna del cammino", menorah, copriambone kiko-style…

Già nel 1983, addirittura in Perù, erano completamente organizzati con tutte le suppellettili kikiane standard, nulla si è accresciuto nel tempo: l’organizzazione ed i gadget neocatecumenali hanno da sempre fatto parte di un pacchetto “congelato”, predeterminato, per nulla evoluto nel tempo, più statico di un franchising di McDonald’s.

Infatti a quando risale il CAAL di Roma, primo kiko-shop per le suppellettili ed i gadget della “Nuova Chiesa”?

Al 1972!

Neanche quattro anni dopo lo sbarco dei «nuovi falsi profeti» in Italia, è già attivo il kiko-shop ufficiale.

La cronistoria dei SEGNI LITURGICI KIKO-STYLE è ampiamente fornita sul sito, dove non si vergognano ad ammettere che quelli che chiamano “segni liturgici” del Movimento Neocatecumenale, lungi dall’essere il frutto di una mozione interiore di ricerca spirituale che poi sfocia nel “segno”, sono stati improvvisati a casaccio, talvolta frugando nelle bancarelle di mercati ebraici, come la menorah:
Pensiamo alla Croce astile nelle due versioni “Gloriosa e MerKaba “ che Kiko vide nel laboratorio di un artigiano del ferro battuto a Fuentes (Spagna), oppure il candeliere nelle due versioni “Roveto e Menorhà” che Carmen trovò in un piccolo negozio di David street a Gerusalemme e che acquistò per le comunità. Anche il calice dodici lati e la patena ottagonale hanno una loro genesi: furono scelti da Kiko che li vide esposti nella vetrina dell’argentiere Fornari in via del Gambero a Roma, mentre passava di là casualmente…
Ma possibile?

Dimostrazione pratica del procedimento inverso della spiritualità cristiana: prima mi colpisce l’occhio qualcosa di “nuovo”, “particolare ed inedito”, e solo DOPO tento di attribuire un significato proprio all’oggetto che “casualmente” mi ha colpito.

Spasmodica ricerca, senza alcunché di spirituale, di qualcosa di nuovo a tutti i costi, per potersi differenziare e millantare che “tutte queste cose nuove” hanno un rapporto con la liturgia.

La coppia Kiko-Carmen, pur non essendo unita in matrimonio, pare abbia trovato gusto a “metter su casa” nelle comunità neocatecumenali.
Come una coppia va alla ricerca di oggetti di proprio gradimento per arredare la casa nuziale, questi due scellerati si sono divertiti a “trovar robe” con cui poter arredare le loro salette neocatecumenali, perché avessero un proprio stile, diverso da tutto il resto.

Forse allora è proprio vero che negli utopici sogni di questi due parvenus spagnoli e di chi li sosteneva, albergava l’illusione di CREARE “LA” NUOVA CHIESA”, quella che avrebbe dovuto sostituire la Chiesa bimillenaria universale.

Poveretti, la malattia era già allora molto grave e, seppur da taluni anche diagnosticata, è rimasta purtroppo senza cure adeguate, fino alla più nefasta evoluzione.

La frase finale è tutta un programma:
Così si trovò la fabbrica che ancora oggi fornisce questi arredi alle comunità di tutto il mondo”.
E quale sarebbe la fabbrica?

Ma naturalmente quella di un “fratello di comunità” messinese, in cammino per l’appunto proprio dal 1973 (camminamento concluso nel 2009: dopo ben trentasei anni!), "catecumeno" in balìa di Salvatore Morfino.

Il Movimento Neocatecumenale è stato la fortuna di questo signore, che ammette senza timore che:
Siamo presenti in tutta Italia, in Australia, Brasile, Inghilterra, Irlanda, Africa, Malta, nel sud della Francia, in Polonia, Slovenia, Bosnia e Herzegovina, Russia ed in altri stati e nei Redemptoris Mater”.
Il titolare della fabbrica, però, dice di aver ricevuto l’incarico solo nel 1989, quindi l’affermazione “così si trovò la fabbrica che ancora oggi fornisce questi arredi in tutto il mondo” dovrebbe essere intesa nel senso che la fabbrica fu trovata ben 17 anni dopo?

Chi forniva allora tutte le suppellettili che ben vediamo esistere anche nel 1983, addirittura in America Latina?

“Tuttora” la fabbrica è quella del catecumeno messinese, in un continuum temporale, sempre lo stesso, anche prima del 1989, parrebbe.
Altrimenti si doveva dire che “fu cambiata fabbrica”, non che è sempre la stessa "ancora oggi".

Le informazioni attuali evidenziano che tale ditta SaS, fu fondata nel 2004, quindi deve aver cambiato nome e ragione sociale nel tempo, e che si tratta di “edizione di libri”, oppure è un’espansione ulteriore. Tale data consta anche dell’apertura di uguale società anche a Firenze, come unità locale.

Vendita di menorah "domestiche"
pubblicizzata su una pagina Facebook spagnola.

Significativo un botta e risposta tra "fratelli" del Cammino:
"nel cristianesimo cosa significa il
candelabro della celebrazione?" "′Le 7 tribù di Israele"
"Non lo so, so che simboleggia Israele,
ma Israele aveva 12 tribù, non sette."
Non sanno nemmeno cosa si mettono in casa…
Tornando al Perù, vediamo che la Parrocchia di Todos los Santos è tutt'oggi neocatecumenalizzata.
Dalla pagina facebook ci colpiscono due commenti, il primo dei quali rivela che per seguire il catechismo della Cresima bisogna PAGARE.
"Ho pagato per i miei due figli perché si preparino a fare la confermazione quest'anno. Quando inizia il catehismo?"
L'altra è terribile, in questo tempo di pandemia, una signora si umilia a chiedere cibo pubblicamente su facebook, come se andando direttamente in parrocchia non ne potesse ricevere:
"Buonanotte padre, per favore aiutatemi con del cibo per le mie figlie, non è facile morire di fame e dire alle mie figlie che non mi regalano un granello di riso, per favore"
Attualmente il Perù sta vivendo in pieno la pandemia da coronavirus e, purtroppo, ci risulta che molti fratelli delle comunità siano morti o ammalati.
Dai commenti si arriva a conoscere che esistono circa 23 comunità e le preghiere per i defunti e gli ammalati sono veramente un'enormità, famiglie intere, anche 3 deceduti in un solo giorno:

Parrocchia di Todos los Santos a Lima, com'è oggi:
perfettamente kikizzata
"Padre Cesar vi chiedo di pregare per l'anima dei fratelli della nostra parrocchia Victor Castañeda, AnaMaria Landa de Vega, Israel Pacheco che ieri sono partiti per il padre, grazie, per le preghiere, che Dio lo benedica"
E mentre i neocatecumenali si dedicano a preghiere, ricordi, elogi ai catechisti e saluti vari, ogni tanto appaiono richieste di aiuto, puntualmente rimaste senza risposta, almeno in facebook:
"Buongiorno fratelli, mi vedo nel bisogno di chiedere una mano, un aiuto, ho una bambina se poteste donarmi latte o pannolini..."
Nessuno che risponda "sì" o dia considerazione alla richiesta di aiuto.
Silenzio totale.

Anzi, il commento successivo, come quelli di poi, continua imperterrito sulla solita falsariga, ignorando l'indigente:
"Amici Catecumenali. Che Dio li protegga"
"Che piacere vedere il luogo in cui sono tornato a nascere. Dio è sempre stato fedele, tutto quello che ha fatto e ha permesso è sempre stato per bene… dalla morte ha tirato fuori la vita, dalla paura il valore, dalla debolezza la forza,, dalla sofferenza la pazienza, dall'odio l'amore, della condanna il perdono, del peccato l'innocenza, del nostro inferno il paradiso, ecc"
Solo parole, lo dicevamo, parole tra "amici".

C'è da dire che i commenti a decine di decine, si hanno solo in tempo di seria pandemia, prima di ciò, quasi niente in risposta ai post.

Aggiungiamo che il vescovo di Lima, Carlos Castillo, pare abbia avuto un pessimo rapporto col vescovo del Callao, del Palacio, recentemente rimosso.

Castillo ha sostituito il filo-neocatecumenale Cipriani nel 2019 e da subito ha convocato un'Assemblea arcidiocesana per preparare il Sinodo che avverrà a breve.
800 persone hanno partecipato da tutte le parrocchie e quello che è emerso, nonostante i 50 anni di Movimento Neocatecumenale peruviano, per bocca dello stesso Castillo è che:
"Nel nostro Paese accadono molte cose che danno l'impressione che la nostra preghiera NON SIA STATA EFFICACE... il Perù è uno dei paesi in cui ci sono più femminicidi nel mondo, c'è un'impressionante situazione di corruzione, siamo il paese PIÙ CORROTTO in America Latina, abbiamo una situazione di crimine e violenza molto violenta grave, è presente anche il traffico di stupefacentiIl Perù è ancora "UN POPOLO MOLTO ADOLESCENTE"… dobbiamo sollevarci nel senso di diventare consapevoli delle cose, vivere con dignità e riconoscere la dignità degli altri… alzarsi significa agire, la fede senza opere è una fede morta, e per non vivere una fede morta è necessario ravvivare se stessi al servizio degli altri, per questo motivo la dimensione pastorale è fondamentale, è solo necessario riprendere la pastorale".

In poche parole, situazione tragica, quasi tutto da rifare.

Complimenti vescovo Cipriani!

Vediamo come il vescovo Castillo, nel rimettere ordine, mette un grosso freno ai neocatecumenali.
Castillo comprende, per cui afferma:
"Non si può costruire una Chiesa isolata dall'evangelizzazione e dalle relazioni con il mondo, con le persone, con i bisogni delle persone"
Nella sua Lettera Pastorale del 26 febbraio 2020, denuncia tutti i problemi e le tragedie della società e della Chiesa peruviana: le crudeltà criminali, le crisi familiari, l'incertezza del futuro giovanile, l'insicurezza diffusa dei cittadini, abbandono umano, emarginazione e pregiudizio culturale e razziale, corruzione dei gruppi organizzati nella società, l'economia e lo stato, il ritardo della Chiesa riguardo ai cambiamenti nella società.

Pertanto, il Piano Pastorale elaborato sarà come Gesù che:
"Cammina per la città con i suoi discepoli e inizia a vedere, ad ascoltare, a prestare attenzione a coloro che hanno ceduto sotto il mantello dell'indifferenza, lapidati dal grave peccato di corruzione. Comincia a svelare molte situazioni che hanno soffocato la speranza del suo popolo, creando una nuova speranza. Chiama i suoi discepoli e li invita ad andare con lui, li invita a camminare per la città, ma cambia il loro ritmo, insegna loro a guardare a ciò che fino ad ora hanno trascurato, indica NUOVE URGENZE".
Parla di "ascolto pastorale":
"Queste realtà richiedono la compagnia e l'attenzione di persone e comunità, dove dobbiamo procedere con la saggia collaborazione di persone con esperienza e LAICI ESPERTI su questi temi. Tutta la nostra Chiesa deve organizzarsi generosamente per guarire le ferite e asciugare le lacrime…
Tutto il lavoro pastorale mira a nobilitare le persone in modo che non siano "OGGETTI" UMILIATI ma persone degne, che percepiscono profondamente i loro drammi, dicono la loro parola, si organizzano umanamente ed ecclesialmente come soggetti creativi e riconosciuti nei loro diritti…
Si suggerisce di organizzare in ogni parrocchia, decanato o vicariato territoriale, e poco a poco in tutta l'arcidiocesi, queste pastorali in modo specifico o integrato, attendendo a tutti i segmenti della nostra Chiesa".
La pastorale dei Movimenti dovrà volgere "verso un'INTEGRAZIONE PASTORALE adeguata alle esigenze pastorali della Chiesa":
"Dobbiamo MIGLIORARE I METODI E I CONTENUTI DELLA NOSTRA CATECHESI formando gruppi di lavoro adeguati alle esigenze della conversione pastorale".
Ma forse il punto più dolente per i kikos peruviani riguarda la formazione dei sacerdoti:
"Una serie di suggerimenti dell'Assemblea sinodale insieme ai parametri di riferimento dell'Instumentum Laboris dovranno essere riuniti per pubblicare una guida speciale sulla formazione che dobbiamo assumere, riformulando sinteticamente i costumi e gli stili di vita del sacerdote diocesano per i nostri tempi, e che in questi anni devono distinguere tutti i sacerdoti e quei religiosi che, occupando temporaneamente la missione dei parroci, lo dovranno attuare.
Sarà importante formare fraternità diocesane di sacerdoti che crescono in formazione NON PER INDOTTRINAMENTO, ma condividendo esperienze vissute e confrontate alla luce del Vangelo. Cioè, la pratica del discernimento e della revisione della vita.
Una formazione speciale dei sacerdoti sarà importante attorno alla delicata materia del significato di umano, affettivo e sessuale per il miglior trattamento umano, spirituale e psicologico dei fedeli. Pertanto, è necessario anche l'addestramento allo scontro sincero e trasparente di gravi crimini della pedofilia, nonché alla delicta graviora che si è verificata in confessione…
Nei prossimi anni, una preoccupazione per il pastore dell'arcidiocesi sarà la formazione di seminaristi e l'attenzione del giovane clero: essere un padre e un fratello che apprezza, ascolta, accoglie, capisce, corregge, conforta e chiede la loro collaborazione. Allo stesso modo, una attenzione alla formazione permanente del clero diocesano, rafforzando la sua identità e la propria spiritualità".
Sembrerebbero in fin di vita le "formazioni presbiterali per indottrinamento", come anche la troppa libertà d'azione del singolo parroco che dispone della sua parrocchia a piacimento.

Quali sono i delicta graviora di cui parla mons. Castellano?

La Congregazione per la Dottrina della Fede lo specificò nel 2001:
- I delitti contro la santità dell'augustissimo sacramento e sacrificio dell'eucaristia, cioè:
1) l'asportazione o la conservazione a scopo sacrilego, o la profanazione delle specie consacrate;
2) l'attentata azione liturgica del sacrificio eucaristico o la simulazione della medesima;
3) la concelebrazione vietata del sacrificio eucaristico assieme a ministri di comunità ecclesiali, che non hanno la successione apostolica né riconoscono la dignità sacramentale dell'ordinazione sacerdotale;
4) la consacrazione a scopo sacrilego di una materia senza l'altra nella celebrazione eucaristica, o anche di entrambe fuori della celebrazione eucaristica

- Delitti contro la santità del sacramento della penitenza, cioè:
1) l'assoluzione del complice nel peccato contro il sesto comandamento del Decalogo;
2) la sollecitazione, nell'atto o in occasione o con il pretesto della confessione, al peccato contro il sesto comandamento del Decalogo, se è finalizzata a peccare con il confessore stesso;
3) la violazione diretta del sigillo sacramentale
- Il delitto contro la morale, cioè: il delitto contro il sesto comandamento del Decalogo commesso da un chierico con un minore al di sotto dei 18 anni di età.

Peggiora anche, se non di più, la situazione dei laici:
"È anche un dato di fatto che I LAICI SONO STATI SCARSAMENTE ADDESTRATI in relazione della Parola di Dio e delle prospettive per la riforma della Chiesa. Non è sufficientemente noto che siamo in fase di riforma da oltre 50 anni. FORMATI IN UNA SPIRITUALITÀ INDIVIDUALISTICA E DOPPIA, HANNO ACQUISITO COSTUMI PASTORALI LEGATI ESCLUSIVAMENTE ALLA PERCEZIONE DI UNA CHIESA COME OGGETTO E NON COME SOGGETTO EVANGELIZZATORE. Il nuovo Spirito di gioioso annuncio missionario è necessario per prendere le luci del Concilio Vaticano II.
Pertanto, è essenziale aggiornare tutti i fedeli nel rinnovamento e nella riforma della Chiesa derivati ​​dal Concilio Vaticano II e che in America Latina si riflettono nei documenti di Medellín ad Aparecida e nei documenti costitutivi della riforma del papa Francisco. Anche qui la formazione attraverso il dialogo e l'ascolto della Parola è indispensabile. Apprezziamo molto la sincerità, l'accusa libera e comprovata di crimini contro la dignità umana e la sessualità delle persone, soprattutto minorenni, da parte dei laici, attraverso ACCUSE CANONICHE E CIVILI.
Tutto ciò che costituisce trasparenza favorirà la maggiore credibilità della Chiesa che vuole aiutare a ELIMINARE TUTTI I SEGNI DELLA DOPPIA VITA nei suoi membri e rivendicare istituzionalmente vittime innocenti. Questo è l'unico modo per superare questo FLAGELLO INSTALLATO NELLA CHIESA DURANTE ANNI DI COMPORTAMENTO SBAGLIATO. Un laicato maschile e femminile, un soggetto degno e responsabile è il miglior antidoto contro questo tipo di male."

"Infine, la vita di sacerdoti e laici richiede un accompagnamento comunitario che consenta a tutti di crescere nella carità e ognuno nella propria specifica vocazione. I laici vogliono e chiedono sacerdoti vicini alla gente e con l'odore delle pecore, il sacerdote ha bisogno dell'affetto, del RISPETTO, dell'opinione e del sostegno della gente, è lì dove sacerdoti e laici devono risvegliare canali di approccio per sentire e vivere in Chiesa".

Infine, UDITE, UDITE!
"Il presbiterio richiede forme di comunità e organizzazione dinamica che provengono da una spiritualità non monastica, ma esperienziale e sulla strada come quella di Gesù. Le proposte di SPIRITUALITÀ CARISMATICHE PARZIALI NON FAVORISCONO L'ORGANIZZAZIONE DELLA CHIESA LOCALE E NON INCORAGGIANO LA CRESCITA DEL PRESBITERO DIOCESANO, al contrario, sono un parallelo piuttosto distante dal trambusto della vita parrocchiale in mezzo al mondo specialmente urbano. Una guida manuale che riassume come vivere e organizzare la vita del sacerdote diocesano e che, poiché è un percorso, si formerà come un processo sinodico che aggiorna i modi di vita e la spiritualità per il servizio in città."

Non vorrei azzardare pronostici, ma per come si pone il vescovo Castillo, dovrebbe finire l'era del prete "col carisma" che fa come gli pare…

Le bastonate però continuano:
"Allo stesso modo, le forme di organizzazione parrocchiale e diocesana laica si sono moltiplicate PER LIBERA INIZIATIVA e per necessità, ma l'identità di queste organizzazioni con la Chiesa locale non è sempre stata rafforzata, perché SONO STATI PROMOSSI MOVIMENTI CHE invece di rafforzare la Chiesa REALIZZANO AZIONI E FORMANO PROPRIE SPIRITUALITÀ CHE A VOLTE DISINTEGRANO L'UNITÀ DELLA CHIESA, anche se collaborano o partecipano a grandi eventi.
Si richiede un tipo di formazione propria della Chiesa locale e Organizzazioni come in passato erano l'Azione Cattolica, come il movimento dei vescovi per lo sviluppo delle Chiese locali, che assicura l'evangelizzazione delle nuove generazioni nel rafforzamento dell'evangelizzazione del nostro popolo a Lima. Si tratta quindi di rafforzare ciò che esiste e di GENERARE NUOVI PROCESSI NELLA VITA DI GRUPPI E MOVIMENTI LAICI che rafforzano la loro identità diocesana e l'appartenenza a una Chiesa locale".
Insomma, con il pensionamento di Cipriani e l'allontanamento di del Palacio, sembra proprio che in Perù si avvii una nuova era de-neocatecumenalizzata.

Manca ancora uno tosto, il vescovo di Arequipa, Javier del Rio Alba, ancora troppo giovane per il pensionamento.
Vedremo cosa succederà.

Per concludere con la visione del video proposto da Gennarini, si ascolta l'intervista a padre Alfonso Rakosy Palma, parroco, morto nel 2019 e da sempre parroco della parrocchia di Todos los Santos.

Pover’uomo, credeva che il Concilio avesse dato una risposta alla “crisi di fede”, totalmente ignaro all’epoca che oggi, dopo quasi 40 anni, la crisi di fede si è aggravata a livelli quasi di non ritorno.
Credeva che Dio lo chiamasse alla lotta di classe (Teologia della Liberazione), ma con le catechesi ed un cammino (neocatecumenali) ha visto che Gesù cambia il cuore dell’uomo".
PRIMA non l’aveva visto mai, evidentemente.

Poi, onestamente, bisogna vedere se questo cuore lo cambia davvero Gesù o qualcos’altro, conoscendo oggi l’evoluzione neocatecumenale.
Non mi pare che i cuori neocatecumenali siano tanto “cambiati” in senso positivo, al di là di esemplari del tutto particolari ed individuali, indipendenti dal neocatecumenalesimo.

Vede le vocazioni: 5 giovanotti lontani dalla fede sono entrati in seminario.
Ma di più: tutta la parrocchia “si sta trasformando” in una parrocchia missionaria, facendo catechesi in altre parrocchie (il che vuol dire che hanno iniziato da subito a sguinzagliare i disponibili per precettare parrocchie, esattamente come hanno fatto in Italia).

Tutto fiero, adesso “mostra concretamente cosa ha suscitato il Concilio Vaticano II in questa parrocchia (ma non dice le “comunità noecatecumenali”). Ci sono 10 comunità, questa è la prima (hanno iniziato nel 1973, quindi).

1° Comunità della parrocchia Todos los Santos, Lima
Parla Betty: lo sfruttamento dei pastori peruviani, che vengono trattati da schiavi…

La signorina doveva essere benestante, perché dice di aver studiato all’università, anche se poi ha dovuto interrompere causa malattia.
Non voleva sposarsi, “ma Dio ha progetti diversi da quelli dell’uomo”, quindi si è sposata, entrando nella “comunità”.
Afferma che oggi è felice, perché vede che la vera libertà viene da Dio.

Mi chiedo: a quale libertà si riferisce?

Perché se si riferisce a quella dei pastori oppressi dal regime, che lei voleva “liberare” studiando, dopo 47 anni esiste ancora.

Forse si è dedicata alla ricerca di una “libertà” molto più personale, lasciando le aspirazioni di libertà sociale, verso i pastori e i poveri, che perseguiva “prima” di entrare nella comunità.

Questa doveva fare la catechista, doveva essere una “missionaria in casa” che andava a catechizzare le altre parrocchie: sostiene che adesso “porta la liberazione a tutte quelle persone che sono schiave".
"Oggi è felice perché va ad annunciare il Vangelo”.

Dopo è il turno di Francesco, seminarista, viene dal mondo della droga e della delinquenza. Rubava. Non accettava nulla della sua vita.
Poi ha incontrato una chiesa che gli ha annunciato che “c’è UNO (sempre lo stesso modo di dire, "c'è UNO") che lo ama così com’ è, senza pretesa di cambiare".

Così ha sentito che Dio lo chiamava ad esercitare un ministero nella chiesa.

A Gennarini, la parrocchia di Todos los Santos sembra “veramente un frutto meraviglioso del Concilio" (dica pure del neocatecumenalesimo).

Per concludere, la band neocatecumenale canta il canto neocatecumenale “Fuggi mio diletto”.

Diceva bene Gennarini ad una puntata precedente: nessuno aveva mai sentito questi canti, che per espresso divieto di Kiko non potevano oltrepassare i confini del Movimento Neocatecumenale.

Dopo quasi 40 anni mi pare successo l’inverso, perché non ci sono diritti d’autore da proteggere: è stata la Chiesa a non nutrire alcun interesse per i canti kikiani i quali, tranne rarissimi casi, sono stati ben volentieri lasciati all’interno del recinto neocatecumenale.
(fine undicesima parte -- segue)


Nel 1983 la RAI trasmise sei puntate di propaganda neocatecumenale nella trasmissione "Il sale della terra" condotte dal neocatekiko Mimmo Gennarini. Gli articoli precedentemente pubblicati su questo tema sono:
  1. introduzione e contesto storico
  2. "prima-e-dopo", dalla prima puntata de Il sale della Terra
  3. "fruttidelcammino", dalla prima puntata
  4. sofferenza-morte-ingiustizia, dalla seconda puntata
  5. il possesso della morte, introduzione alla terza puntata
  6. il possesso della resurrezione, terza puntata
  7. devianze neocatecumenali, quarta puntata
  8. trasmissione della fede ai figli, quarta puntata
  9. la "novità" nella Chiesa, quinta puntata
  10. le opposte teologie a confronto, quinta puntata

8 commenti:

  1. Anche il demonio (quello vero) deve riferirsi a Nostro Signore con giri di parole: "quello lì", "uno", ecc.

    Il narcisista Kiko Argüello, mentre da un lato pronuncia invano il nome del Signore solo come decorazione dei propri discorsetti, dall'altro lato commette un altro abuso, più sottile ma non per questo meno odioso: quello di dire "c'è UNO che ti ama così come sei...".

    Questa terminologia "UNO" sottintende che gli interlocutori non abbiano la più pallida idea di Nostro Signore, e che pertanto perima di indicarne il santissimo nome ci sia bisogno di questa specie di presentazione preliminare con le features pubblicitarie ("che ti ama così come sei"). Eppure tali interlocutori sono battezzati e piuttosto preparati, cioè hanno abbastanza conoscenze di catechismo da non aver bisogno di quei ridicoli giri di parole. Giri di parole che molto raramente - e solo per enfasi -vengono adoperati nell'omiletica e nelle catechesi cattoliche.

    Passo ad altro argomento: notizie da Guàm. Si beccano un nuovo "lockdown" con annessa chiusura delle parrocchie. (Magari è la stessa diabolica porcheria che succederà a breve anche in Italia)

    In un lungo riepilogo di Frenchie si ricordano alcune vicende:

    - la tuttora esistente perplessità sul fatto che mons.Byrnes a suo tempo fu scelto dal cardinale neocatecumenale Filoni; noi qui abbiamo sempre ipotizzato che sia stato subìto anziché proposto dal Filoni, tanto più che Byrnes ha veramente fatto tutto quel che poteva fare (ferma restando l'irrefrenabile guerra condotta contro di lui e contro la diocesi dai presbikikos e dai membri del Cammino, sia isolani che esteri che italiani che gennariniani);

    - la tuttora fondata perplessità su quella scelta infelice di mons. Byrnes (ma c'erano davvero poche alternative) riguardo alla nomina di quel cancelliere di curia piuttosto ostile ai cattolici dell'isola;

    - la vittoria politica della governatrice abortista, vittoria favorita in ogni modo dagli esponenti del Cammino (quando si tratta di agguantare soldi e potere, i kikos diventano tutti abortisti per "ubbidienza al catechista"), con uno sconquasso notevole non appena è arrivata l'epidemia Covid, che ha avuto il culmine - come qui da noi - al divieto di amministrare i sacramenti (a cui ha posto rimedio solo quel don Paul, proprio quel don Paul che era stato distrutto dal vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron oggi esiliato e dal presbitero pedofilo neocatecumenale Cristobal oggi ancora latitante);

    - la prolungata assenza per motivi di salute di mons. Byrnes (che rientrerà sull'isola solo il 2 ottobre); necessaria, sì, ma capitata a fagiolo proprio quando le cose si stavano mettendo male per i cattolici i solani.

    Sappiamo che "nel torbido si pesca meglio", e i neocatecumenali - che sono ottimi pianificatori - avranno certamente pianificato come sfruttare ogni possibilità per riconquistare le cariche più influenti. In qualità di idolatri, non digeriscono mai una sconfitta, tanto meno quelle più plateali, e non troveranno sonno finché non si saranno vendicati di chiunque non li abbia assecondati.

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  2. OT: visto che siamo ancora in pieno agosto, ecco qualche statistica su questo blog.

    Questo blog esiste da fine maggio 2006. Ha pubblicato 2342 pagine compresa questa, per un totale di oltre 158.000 commenti. Ha racimolato 7,2 milioni di visite.

    C'è una pagina del 2008 che la scorsa settimana ha ricevuto ben 35 visite. Eh, sì, perché la maggior parte dei lettori di questo blog proviene da ricerche su Google e da condivisioni sui social. I primi sei siti web di provenienza (cioè dov'è che hanno cliccato un link a questo blog), in ordine sparso, sono Google, Bing, Facebook, Duckduckgo, la casellina di ricerca Android (cioè di nuovo Google) e GoogleTranslate (da cui questo mese son giunte centinaia di visite dal Brasile... magari qualcuno lì si è accorto della vera realtà del Cammino). Arrivano visite anche da siti web che non c'entrano niente col Cammino ma che hanno messo un link a questo blog nella loro casellina Link Utili.

    Sempre la scorsa settimana, il blog ha ricevuto 19 visite su una pagina del 2014, quasi tutte fra mercoledì e giovedì scorso.

    Questo mese le chiavi di ricerca più gettonate sono state "oss neocat", il nome di due famigerati mega-catechisti del Cammino (magari hanno combinato qualcosa di grosso che sta per uscire sui giornali), il termine "neocatecumenali" (con o senza la parola "blog"), e "canti kikiani". Comica la ricerca "cammino neocatecumenale ultime notizie": qualche ingenuo fratello di comunità avrà disubbidito al Divieto di Internet imposto da Kiko e mai rispettato. Qualche fratello meno ingenuo ha addirittura cercato "litigi baruffe astii neocat", evidentemente sta scrivendo un articolo ed è stufo di sentirsi dire dai fratelli di comunità che tutto va ben madama la marchesa. Naturalmente capitano anche ricerche che col Cammino c'entrano poco. Come nelle ultime 24 ore, qualcuno ha letto pagine perché cercava "guida del nostro cammino cristiano" e "novus ordo fa perdere la fede".

    I nostri articoli sul Cammino vengono linkati anche da siti web non cattolici - e addirittura polemici contro la Chiesa -, motivo per cui nei nostri articoli continuamente precisiamo le grossissime differenze tra Cammino Neocatecumenale e Chiesa Cattolica. Se qualcuno vuol sputare sulla Chiesa, troverà sempre e comunque degli appigli, perché la Chiesa è gestita da uomini, e gli uomini - specialmente se al soldo di Kiko - possono sbagliare.

    Ma la Chiesa è santa, perché è stata istituita da Nostro Signore personalmente, e Nostro Signore non può aver sbagliato o calcolato male. Per questo padre Enrico Zoffoli invitava i fedeli a distinguere nettamente la Chiesa dagli "uomini di Chiesa", perché gli scandali, il perbenismo, le eresie, l'autoritarismo, la spettacolarizzazione del culto, ecc., non vengono dal Signore ma dal cuore dei singoli, anche se tali singoli fossero ai vertici della Chiesa. Questo è il motivo per cui non possono essere presi sul serio gli slogan n eocat tipo "il Papa ci appoggia": non solo costituiscono menzogna (infatti i kikos vengono ripetutamente rimproverati dai Papi), ma è anche un confondere la "santità della Chiesa" con le "porcate di certi uomini di Chiesa".

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  3. Interessante è l'interpretazione che padre Bellon, nella rubrica "un sacerdote risponde", dà alle parole di San Tommaso sul tirannicidio.

    In certo modo ne parla anche Papa Paolo VI nella Populorum progressio, al n. 31:
    "Si danno per certo delle situazioni la cui ingiustizia grida verso il cielo. Quando popolazioni intere, sprovviste del necessario, vivono in uno stato di dipendenza tale da impedire loro qualsiasi iniziativa o responsabilità, e anche ogni possibilità di promozione culturale e di partecipazione alla vita sociale e politica, grande è la tentazione di respingere con la violenza simili ingiurie alla dignità umana. E tuttavia lo sappiamo: l’insurrezione rivoluzionaria – salvo nel caso di una tirannia evidente e prolungata che attenti gravemente ai diritti fondamentali di una persona e nuoccia in modo pericoloso al bene comune del paese, – è fonte di nuove ingiustizie, introduce nuovi squilibri, e provoca nuove rovine. Non si può combattere un male reale a prezzo di un male più grande".

    Sembra che la ribellione non venga esclusa sempre e in ogni caso, anche se i limiti da superare sono molto alti.
    Il caso è estremo ma non impossibile se, come sembra, anche Papa Pio XII approvava l'attentato a Hitler.

    Per quanto riguarda l'evangelizzazione del Cammino, che di fatto è vista quasi in opposizione alla promozione sociale, può essere vista come un sintomo di settarismo.
    Non si può infatti separare l'evangelizzazione dalla promozione umana, così come non si può separare l'amore per Dio da quello per l'uomo e la giustizia verso Di, dalla giustizia verso l'uomo, perché tutto è espressione dell'amore di Dio e della giustizia di Dio.
    La separazione è tipico delle sette.

    Il questa prospettiva, la promozione umana, come quella di Madre Teresa, è una forma di evangelizzazione, perché si fa tutto in nome di Gesù, per la gloria di Gesù e come fatto a Gesù.

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    1. Madre Teresa si pendeva cura dei più poveri trai poveri nel nome di Gesù evangelizzando anche attraverso lo stile di vita, tanto che ha sempre voluto che le sue suose vivessero secondo lo stile dei poveri della zona.
      In India le suore mangiavano, e pernso che mangino ancora, le stesse cose dei poveri e Madre teresa non ha mai voluto i condizionatori perché i poveri non li hanno.
      Gli evangelizzatori di Kiko, invece, spesso vivono nel lusso

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  6. “In mezzo a tutte queste divisioni, a tutti questi problemi di ingiustizia, dove tutti cercano di lottare per rivendicare i propri diritti, noi annunciamo Gesù che prende su di sé tutte le ingiustizie degli uomini."
    C'è una gravissima ambiguità in queste affermazioni. Gesù prende su di sé le nostre ingiustizie perché noi possiamo conoscere una giustizia più grande, quella dell'amore e ci rendiamo conto di essere sempre più debitori che creditori, perché abbiamo ricevuto più di quanto mai potessimo aspettarci nè tantomeno meritare.
    Da questa consapevolezza siamo spinti a contribuire a formare società giuste, dove tutti ricevono il necessario per vivere secondo la propria dignità di uomini e dove la giustizia è vivificata dall’amore.
    Assolutamente non è vero che il cristianesimo sia una carta assorbente del male: siamo invece chiamati a compiere le opere di Gesù e addirittura a farne di più grandi (per mezzo suo). Quindi non ci sono limiti, se non quelli imposti dalla carità.

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  7. Ho letto con attenzione tutta la serie di articoli sulla trasmissione agli inizi del Cammino. Non ricordavo bene anche se io c'ero a quei tempi. E' proprio vero che i Cammino è nato preconfezionato.
    Leggendo in sequenza come agivano nel primo decennio e come agiscono ora si capisce benissimo chi si credevano di essere e quanti appoggi avevano.
    Chi c'era a quel tempo non sapeva tutte queste cose, credevamo che si trattasse della chiesa. Invece erano già organizzati al massimo per pubblicizzarsi dappertutto.
    Tanti soldi dovevano avere già all'inizio.

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