venerdì 15 ottobre 2021

Il “Non resistete al male” neocatecumenale: ennesimo strumento di schiavismo morale.


 Il “Non resistete al male”, tramutato in comando neocatecumenale, configura l’ennesimo strumento di schiavismo del popolino prono alla indiscussa autorità del Tripode. Il problema del Cammino è sempre lo stesso: assolutizzare strumentalmente affermazioni vere in se stesse (che diventano false proprio perché assolutizzate). 

Ecco il popolo in Cammino

Per giustificare la perversione del “Non resistete al male” imposto nelle comunità dall’alto viene citato il famoso aforisma di Sant’Agostino d’Ippona:

“Amare il peccatore e odiare il peccato” (Enarrationes in Psalmos, 392-420, V sec.)

Lo stesso Agostino che nelle Epistole ha scritto:

“Vi può essere anche una crudeltà che perdona, come vi può essere una misericordia che punisce” (Epistolae, V sec )

Riportiamo due frasi ancora, tratte sempre dagli scritti del Santo Padre e Dottore della Chiesa Agostino, Vescovo di Ippona: 

  • “Se non peccassimo volontariamente, nessuno dovrebbe esserne rimproverato, né ammonito; ora senza di ciò non avrebbe necessariamente piú ragione di essere la legge cristiana ed ogni disciplina di religione. Dunque si pecca volontariamente. E poiché non vi è dubbio che si pecca, ne viene che non è affatto possibile il minimo dubbio che le anime nostre non abbiano il libero arbitrio.” (De vera religione, 389-391) 
  •  “Se l'uomo fosse privo del libero arbitrio della volontà, come si potrebbe concepire quel bene per cui si pregia la giustizia nel punire i peccati e onorare le buone azioni? Non sarebbe appunto né peccato né atto virtuoso l'azione che non si compie con la volontà.” (Sul Libero Arbitrio, ca. 395) 


Chi, come me, per una intera vita – dalla giovinezza fino all’età matura – ha frequentato il cammino sa bene che alcune frasi topiche e di grande effetto – arbitrariamente estrapolate dai Testi Sacri o dagli scritti dei Santi - vengono impresse ad arte nella mente e nel cuore degli adepti con catechesi martellanti, ripetitive e unidirezionali. Mentre altrettanti pezzi della dottrina cattolica vengono del tutto ignorati e colpevolmente omessi, by-passati. Ed è dall’assolutizzazione strumentale che se ne fa che inevitabilmente discendono deviazioni ed errori senza numero. 

Avete mai sentito Kiko parlare del “libero arbitrio”? Il bene o il male commesso pone le sue radici nella volontà dell’uomo. E Dio, Misericordioso e Giusto, punisce i malvagi e premia i buoni. Senza il concorso della volontà e di una coscienza consapevole dell’uomo, punizione e premio non avrebbero alcun senso.


Riceviamo e pubblichiamo da Veterano:

Mt, 5, 38ss.:

"Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; 

ma io vi dico 

di non opporvi al malvagio;..."


Tanti anni ho fatto parte del cammino neocatecumenale, troppi per non accorgermi che dietro la maschera si nascondeva una “Setta”, ne ha tutte le caratteristiche! Grazie a Dio, dopo interminabili anni di assidua e fedele partecipazione, mi hanno allontanato perché non accettavo i loro parametri di valori. Non mi voglio dilungare oltre su questo increscioso capitolo della mia vita (che ho più volte raccontato) che da solo dimostra l’essere settario ed elitario di cui si sono rivestiti. Per chi ostinatamente non si lascia irreggimentare esiste solo l’espulsione violenta. Quando mai nella chiesa cattolica è stato allontanato qualcuno per motivi simili? 


Chi canta indottrina due volte!




C’è un fascino attrattivo esercitato dai canti e dalle musiche che accompagnano le liturgie, almeno un tempo era così. E non si comprendeva che anche questa era una trappola a modo suo, in grado di cambiare, lentamente ma irreversibilmente, la sana dottrina del catechismo. I canti e le musiche del Cammino imprimono, come un timbro, nelle coscienze dei neocatecumenali gli errati convincimenti imposti dalla oscura catechesi degli iniziatori. Funziona qui il “repetita juvant”. Le espressioni del ritornello entrano nella mente degli adepti e lo ossessionano quotidianamente con quel pensiero che si vuole conculcare, giorno dopo giorno. Tutti allineati e coperti; completamente omologati, e un pensiero differente non è contemplato. 




"Non resistete al male" ripetuto nel canto 16 volte!

 Uno dei canti emblematici della collezione kikiana è, senza dubbio, quello che si intitola “Non resistete al male” (Mt 5, 39)

Una esortazione, un comando, una imposizione assoluta su cui non si transige. Basta mettere nel motore di ricerca di internet questo titolo, ecco che appaiono pagine e pagine dove viene cantato e spiegato infinite volte, naturalmente in maniera unidirezionale e anche errata. Una vera bandiera. 


Perchè il  - “Non resistete al male” (Mt 5, 38ss.). che (come si vede dalla foto) nel Titolo del canto è posto con tanto di citazione puntuale del Vangelo da cui è tratto si condanna da se stesso. Il Vangelo di Matteo diversamente recita - "Ma io vi dico di non opporvi al malvagio".


Il titolo che diventa subdolo in mano a loro, corredato della loro pseudo-catechesi esplicativa. Nonostante sia anche indicata la citazione evangelica da cui è tratto. Ma la citazione nessuno la va a controllare, poiché la parola di Kiko, una volta pronunciata, sovrasta tutto e la sua interpretazione convince i seguaci ignari e in buona fede, certi della buona fede anche di chi li indottrina con tanto zelo. Titolo che di per sé disorienta e non se ne capisce il senso perché lo hanno reso ambiguo. Lo hanno asservito ai loro scopi occulti: tenere gli adepti lontani da ogni senso di giustizia, sottomessi docilmente ad ogni genere di angherie, pronti a prendere su di sé ogni sopruso, senza mai ribellarsi ai malvagi, come all’autorità costituita, che sono sempre loro

Ma se si ascolta o legge con attenzione ciò che segue nel testo evangelico:  

“…ma io vi dico: “amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” (Mt 5, 44; cfr. Lc 6, 27.35) 

e si pensa a quanta cattiveria ha subito nostro Signore Gesù Cristo, ci si va convincendo che il senso vero è piuttosto questo: Lui mai ha reagito con violenza. Mentre il “Non resistere al male” è stato usato dai catechisti (kikatekisti) come anche dai preti (presbikiki) che dietro a Kiko hanno perso il lume della ragione piuttosto per zittire chiunque subisce un’ingiustizia e vorrebbe denunciarla! 

Se si dovesse veramente non reagire al male mai (come regolarmente avviene nel cammino nel senso imposto nelle comunità e purtroppo fedelmente praticato ovunque per un dictat dall’alto) si andrebbe inesorabilmente incontro (come di fatto si va incontro) a conseguenze devastanti e disastrose; com’è sotto gli occhi di tutti. E questo non ha niente a che vedere con la natura nuova del cristiano, millantata come loro esclusiva eredità. Al massimo ci troveremmo di fronte ad un buonismo o solo ad un pietismo fasullo. Dietro cui si nasconde la debolezza di uomini che hanno sempre favorito i violenti. La chiesa mai si è schierata al loro fianco: dei controproducenti e inutili buonisti, e tantomeno dei violenti. 

Cruciale è questo punto. Nel Cammino Neocatecumenale è proibita la denuncia e invisa ogni istanza di giustizia (quando denunciare e chiedere giustizia è bene anche per la salute spirituale del malvagio, di chi si macchia di spregevoli peccati contro il prossimo, perché viene richiamato con forza al ravvedimento). Ma noi siamo stati testimoni oculari della pessima gestione di Kiko e Carmen degli scandali - Qui si compie che "il pesce puzza dalla testa"! - Quanto di spregevole fanno nelle zone gli itineranti sopprimendo le vittime e tutelando gli aguzzini è assolutamente mutuato dagli Iniziatori. Come abbiamo infinite volte raccontato. 


Papa Francesco, più di tutti propenso alla misericordia, nella tanto discussa Enciclica Amoris Laetitia parla chiaramente di denuncia almeno in un passaggio al numero 197 scrive che 

“Questa famiglia allargata...(ndr. come dal Papa stesso specificato nel senso di famiglia più ampia che comprende anche gli amici e le famiglie amiche, ed anche le comunità di famiglie) ... può anche aiutare a scoprire e denunciare in tempo possibili situazioni di violenza o anche di abuso subite dai bambini, ...” 


 Nella Verbum Domini di Papa Benedetto XVI, al numero 100 è scritto 

“La Parola di Dio spinge l’uomo a rapporti animati dalla rettitudine e dalla giustizia, attesta il valore prezioso di fronte a Dio di tutte le fatiche dell’uomo per rendere il mondo più giusto e più abitabile. È la stessa Parola di Dio a denunciare senza ambiguità le ingiustizie e promuovere la solidarietà e l’uguaglianza.” 


 L’errore di fondo, credo voluto, sta proprio nella citazione biblica che non è fedele. 

“…Ma io vi dico di non opporvi al malvagio...” (Mt 5, 39) 

è la citazione letterale e significa non rispondere alla violenza con violenza. Perché ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, quindi saremmo anche noi malvagi. 

Il malvagio va amato, ma il male va dichiarato apertamente 

... e se ancora non si è convinti che denunciarlo appartiene all’essere cristiani, si può leggere il Catechismo; ne riporto solamente alcuni articoli: 

- 1777 Presente nell’intimo della persona, la coscienza morale le ingiunge, al momento opportuno, di compiere il bene e di evitare il male. Essa giudica anche le scelte concrete, approvando quelle che sono buone, denunciando quelle cattive. 

- 1868 Il peccato è un atto personale. Inoltre, abbiamo una responsabilità nei peccati commessi dagli altri, quando vi cooperiamo: -prendendovi parte direttamente e volontariamente; -comandandoli; -consigliandoli; -lodandoli o approvandoli; -non denunciandoli o non impedendoli, quando si è tenuti a farlo; proteggendo coloro che commettono il male. 

 - 2302 Richiamando il comandamento: “Non uccidere”, nostro Signore chiede la pace del cuore e denuncia l’immoralità dell’ira omicida e dell’odio. 


In aggiunta si evidenzia un versetto della lettera di Giacomo dove è usato proprio il verbo “Resistete” ma non in relazione al male

“Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi” (Gc 4, 7). 

Dove sappiamo che Diavolo è tutto ciò che impedisce la realizzazione del regno di Dio sulla terra. Le Sacre scritture, in mille modi diversi, indicano esplicitamente di compiere il bene ed allontanare il male. 

Tutti i profeti sono stati inviati al popolo proprio allo scopo di denunciare il male che vigeva in Israele e in ogni uomo! Innumerevoli sono le citazioni a riguardo, ognuno che conosce un po’ la Bibbia lo sa. Lo stesso Cristo ha fatto un lavoro di denuncia per riportare la casa di Giacobbe a pentirsi e fare Teshuvah (04/11). È pur vero che Paolo scrive: “(l’amore) … non tiene conto del male ricevuto” (1 Cor 13, 5), ma questo significa che chi ama non conserva il male che gli viene addossato, non lo tiene in “conto” per poi ricambiare al momento opportuno, cioè non medita la vendetta

Questo significa che, con i dovuti modi, chi subisce un male lo deve sempre e comunque denunciare! 

 (da Veterano)

34 commenti:

  1. SOLO I RACCOMANDATI FINISCONO IL CAMMINO E CHI NON MUORE PRIMA !!

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    1. Giusto per chiarire a chi avesse le idee confuse:

      1) Nostro Signore ha resistito al male: per esempio quando scacciò i banchieri dal Tempio, quando chiese retoricamente spiegazioni alla guardia che lo schiaffeggiava, ecc.

      "Resistere al male" non implica solo un tipo di resistenza.

      2) In qualità di cattolici siamo chiamati a resistere alle tentazioni: per esempio Nostro Signore disse all'adultera «va' e non peccare più».

      Per "non peccare più" occorre anzitutto sforzarsi di non peccare, occorre usare la propria volontà per star lontani dalle tentazioni, occorre fuggire le occasioni di peccato. (Se poi uno cade di nuovo, non è che abbia l'alibi per dire "missione fallita, mi arrendo": finché c'è vita, c'è possibilità di ravvedersi di nuovo; se uno non si sforza di non peccare... peccherà sempre di più).

      3) Nel Cammino c'è l'attitudine a darsi l'autorizzazione a peccare: per esempio quando dicono "mi faccio schifo", sottinteso di "mi sto crogiolando nel peccato ma non ho nessuna intenzione di cambiare vita, anzi, me ne vanto qui davanti a voi"; oppure quando dicono: "quando il Signore mi toglie la mano dalla testa ne combino di ogni", sottinteso di "quando ho voglia di peccare dirò semplicemente che è colpa del Signore che mi ha tolto la mano dalla testa, ah ah, guardate come me ne vanto in comunità, dopotutto Kiko ha detto che l'uomo non può non peccare, quindi io ho l'autorizzazione a peccare e ne combino di ogni!"

      Purtroppo questo avviene perché l'insegnamento del Cammino contiene madornali errori dottrinali riguardo al peccato e alla grazia. Essendo una setta ha bisogno di annichilire la volontà del singolo; per farlo, ha bisogno di insinuare che ci si possa dare un'autorizzazione a peccare; i singoli che si rendono schiavi del peccato diventano schiavi del Cammino (vale anche il viceversa: chi si rende schiavo del Cammino finisce per essere schiavo del peccato e anche dell'ipocrisia, perché nelle celebrazioni autocelebrative o in presenza di "cristiani della domenica", i kikos si sentono obbligati a fingere di essere santarellini che si autoproclamano peccatori).

      Promemoria supplementare:

      - gli autori che qui spesso citiamo (Lino Lista, don Ariel, padre Zoffoli...), attraverso metodi diversi e formazioni diverse sono pervenuti a quelle stesse conclusioni (il che non ci stupisce, visto che partivano tutti da dati oggettivi e non smentibili: cioè dalla santa dottrina cattolica, dal Magistero, dalla liturgia, dalla Tradizione, dal semplice buon senso);

      - nessuno di tali autori è mai stato smentito nel merito delle sue affermazioni; tutt'al più hanno cercato di silenziarli (le Paoline che fanno sparire il libro di Lino dal loro catalogo il giorno dell'uscita; Scemo e PiùScemo alla conquista di Patmos; nientemeno che l'oliato cardinal Ruini che tenta di zittire padre Zoffoli...);

      - infine, non dimentichiamo la vastissima quantità di testimonianze relative alle storture del Cammino. Non è che un po' di decorazione "cattolica" rende cattolico il Cammino. O come dice quel proverbio partenopeo, non è che aggiungendo sempre più rum ad una cacca di cane la si trasforma in un babà.

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    2. Ah, il fatto che ai vertici del Cammino si parli apertamente di una grossa crisi interna (quella della dipendenza dalla pornografia) è un dato piuttosto interessante.

      Abbiamo visto tantissimi scandali neocatecumenali, come il presbikikos del Redemkikos Mater arrestato dalla polizia mentre faceva sesso con una minorenne neocatecumenale che aveva adescato (i cui genitori neocatecumenali si sono poi astenuti dal denunciare il presbikikos: nella setta vale la legge del "cane non mangia cane"). Abbiamo visto addirittura come i kikos pur di difendere un loro pedofilo proclamavano che la vittima - un ragazzino di dieci anni - fosse "consenziente" (i kikos difendono i loro pedofili).

      E non parliamo del vescovo pedofilo neocatecumenale che, in perfetto stile kikiano, chiedeva alle monache di mentire! (Le monache avevano donato una grossa struttura alla diocesi, in forma anonima - "il benefattore" anonimo - per realizzare un seminario per la diocesi; arriva il vescovo pedofilo neocatecumenale e realizza un seminario per il Cammino, cioè un Redemkikos Mater - e chiede alle monache di mentire!)

      E ve lo ricordate il presbikikos pedofilo itinerante polacco che chiese di essere spretato? Al suo seminario Redemkikos Mater che fingevano di non sapere dove fosse, mentre le telecamere lo inquadravano e mentre un altro seminarista kikiano ingenuamente ammetteva che il tizio stava tenendo una "convivenza", mentre il tizio dall'ambone sgrattugiava la chitarrella...

      Nella mentalità neocatecumenale ci sono gravissimi errori riguardo al peccato e alla grazia, e pertanto avvengono di quegli scandali assurdi sopra citati senza che nessun kikos si faccia qualche domanda sulla bontà del Cammino e dei suoi capicosca.

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  2. Discorsi, commenti, ragionamenti ecc, che seguono dalle pagine precedenti.

    Sappiamo che sono stati votati un pomeriggio da un gruppo di persone, e per cui ora dominano sugli altri. Dio gli ha dato potere su tutti gli altri. Evidentemente il Signore solo in quel pomeriggio agisce, compie, opera, in altri giorni è a riposo.
    Che vogliamo fare!? abbiamo davanti a noi degli eletti, gli unici che andranno in direttamente in Cielo e che già da quaggiù poggiano in Paradiso ed hanno in mano le chiavi dell'interpretazione della Parola di Dio, gli unici che possono parlare di Dio, gli unici che si possono far obbedire ciecamente, gli unici che parlano in Nome dello Spirito Santo. Infatti se dici qualcosa: sei contro lo Spirito Santo, sei contro la Chiesa, il Papa è con noi ( significa nel loro modo di vedere: è solamente con noi), sei un blasfemo, siamo "APPROVATI", lo Statuto ( che non rispettano e fanno finta di non capire quando uno gli mette davanti lo Statuto e gli fa vedere cosa c'è scritto), e cose simili.

    CDD.

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    1. Nella Chiesa Cattolica, infatti, è condannato il giudizio temerario, non il "giudizio" inteso in "farsi un'idea chiara".

      Nella setta neocatecumenale tutta la manfrina sul "non giudicare" serve solo a difendere le porcherie dei cosiddetti "catechisti" e soprattutto di Kiko «io sono il Vostro Catechista». Per mantenere in piedi la setta occorre difendere le porcherie della gerarchia della setta, per cui se un cosiddetto "catechista" ti fa del male, allora ti dicono che "è per il tuo bene", che sarebbe un "disegno di Dio sulla tua vita", che se non lo denunci "otterrai grazie maggiori" e via blaterando.

      Invece noi cattolici sappiamo che un peccato XYZ è da considerare molto più grave se a compierlo è qualcuno che ha responsabilità maggiori davanti a Dio e davanti agli uomini (come può esserlo un'anima consacrata, o un politico, ecc.). Quando si dice che i capi "devono dare l'esempio", è un modo improprio per dire: "a parità di peccati", i capi possono dare grave scandalo proprio perché sono più "in vista", proprio perché hanno più responsabilità davanti agli altri. Se Tizio ruba è un ladro; ma se Tizio è un capo che ruba, tutti coloro che dipendono da lui avranno (legittimamente) timore di essere stati derubati.

      Per questo è vergognosa l'ipocrisia e la doppia morale dei neocatekikos, una morale per i fratelli delle comunità, e una completamente diversa (ed enormemente più comoda) per i capicosca della setta.

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    2. Chi insegna agli altri ed è più in alto non gode mai di attenuanti, neanche generiche, questa è verità sacrosanta.
      Se uno predica e poi fa il contrario di ciò che insegna agli altri è di scandalo, toglie credibilità alle sue stesse parole, svia i più fragili che hanno bisogno di modelli concreti di vita. Non per niente la testimonianza è fondamentale nel cristianesimo. Non per niente Cristo non ha detto parole, ma E' La Parola di Dio fatta carne.

      Se esiste il detto "Predicare bene e razzolare male" è perchè spesso ci si imbatte in chi carica di pesi insopportabili gli altri, ma egli stesso poi non li muove neanche con un dito. Questa una delle etichette dei farisei ipocriti del Vangelo, nei quali da tempo identifichiamo, per singolare somiglianza, i kikatekisti e Kiko che abbiamo conosciuto.

      Sempre a costoro è detto "medico cura te stesso!". Il concetto è chiaro. Che vergogna di persone.
      Problema ulteriore è che il Signore dedica loro tanta parte della sua predicazione più dura, ma di regola sono incorreggibili.

      Pax

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  3. Anche Sant'Agostino, adesso. Abbiamo capito : tutti i preti e tutti i santi della Chiesa sono contro il Cammino, tranne padre Livio Fanzaga di Radio Maria. E' cosi? E' cosi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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    1. Finalmente hai cominciato a farti qualche domanda e a capire come stanno veramente le cose.

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    2. Sant'Agostino non è contro il Cammino. State attenti tutti.
      Non mistificare per poi non capire e mettere a capire cose errate.
      Attenzione!
      Sant'Agostino ha scritto alcune cose, e sono tutte davanti a noi, non sono nascoste, e per cui il Santo, e credo di non sbagliare, ha voluto lasciare una testimonianza a tutti coloro che vogliono seguire il Signore che lui ha amato e seguito.
      E per cui, è normale logica, se qualcuno dice delle cose, e quelle cose sono contrarie a quanto ha scritto Sant'Agostino, ecco che non è che Sant'Agostino sia contro il Cammino, ma si sta evidenziando che ciò che ha scritto Sant'Agostino non è in sintonia su alcune predicazioni.
      Evidentemente vi sono delle mentalità, che ronzano su questo blog, che intervengono spesso, che a loro, e dice bene by Tripudio, non interessa la verità e la realtà e la conoscenza. Ma a loro conta andare contro a priori, mistificare, dire bugie, calunniare, portare confusione, e cose simili. Non rispondono con un senso di verità, ma solo di contrapposizione.
      Potrei capirlo, ma fino ad un certo punto. Si dice: errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

      CDD.

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  4. Un sacerdote non neocatecumenale mi illuminò molto su questo refrain del "non resistete al male" ed è proprio grazie a lui che lasciai definitivamente il Cammino, finalmente consapevole di ciò che significa veramente.

    La difficoltà a lasciare, anche se erano ormai anni che non mi tornava più nulla, era determinata proprio dalla ripetizione di quello slogan (nel Cammino è uno slogan), secondo il quale se lasciavo "uscivo dalla storia di dio per me", "resistevo al male volendo fare la mia giustizia", "abbandonavo la croce", "non offrivo la mia vita davanti a chi mi aveva fatto molto male", "non accettavo e mi sottraevo alla morte inflitta dal male"... e tutti discorsi come questi.

    Vi sintetizzo ciò che mi disse quel sacerdote, liberandomi.

    Intanto il "male" a cui si è eventualmente invitati a non resistere è quello procurato dai nemici della Chiesa, dai persecutori.
    I martiri offrivano materialmente la loro vita, non perché erano invasati, ma perché attraverso il dono della loro vita offrivano testimonianza di fede contro i nemici della Chiesa, quelli disposti a mettere a morte il cristiano per il fatto di essere cristiano.
    Questo l' effetto del dono della propria vita, l'identificazione del nemico dei cristiani.
    Altrimenti il dono di sé sarebbe stato inutile e vano: morire donando la vita è per Cristo, per la fede, per la Chiesa, contro chi la vuole minare.
    Questo vale anche se la vita non viene offerta materialmente, ma anche solo esistenzialmente e spiritualmente.

    Approfondii quel concetto e scoprii molte cose.
    Quel sacerdote aveva ragione.

    Il martirio, dono della propria vita è estrema professione di fede davanti ai PERSECUTORI della fede.
    I martiri non hanno resistito al male che i nemici della Chiesa hanno inflitto loro fino alla morte.
    Attraverso la professione di fede dei martiri, associati a Cristo nella morte fisica, è stata illuminata la Chiesa.

    Anche se il martirio fisico è l'espressione più alta del dono di sé per Cristo e per la fede, il non resistere al male e alla persecuzione ha comunque sempre lo stesso senso.

    Se non ha quel senso, è solo masochismo.

    Infatti, proprio perché la vita si dona per Cristo e per la fede, non si contempla la possibilità che questa vita debba essere donata all'interno della Chiesa, che si presume non faccia del male e non perseguiti i propri fedeli.

    Non resistere al male e dare la propria vita significa non resistere al male che ti viene fatto da contesti "al di fuori" della Chiesa a motivo della tua fede.

    Se nella Chiesa ti viene fatto del male, non solo sei moralmente obbligato a segnalare quel male, ma non sei neppure tenuto masochisticamente a sopportarlo.
    La Chiesa non perseguita e non fa del male ai cristiani a motivo della fede.
    Se lo fa, non è a motivo della fede, perché la fede dovrebbe essere la stessa.

    Se in quella che viene definita chiesa prendo solo sberle, infamie, calunnie e cattiverie, non sono assolutamente obbligato a sopportarle.
    Anzi, le devo denunciare come male e me ne posso tranquillamente allontanare non stando masochisticamente a subire.
    La Chiesa è grande ed universale, posso tranquillamente andare altrove.

    Non so se sono riuscito ad esprimere bene questo concetto in sintesi, ma comprenderlo per me è stata fonte di grande liberazione da uno slogan assurdo che tende soltanto a sottometterti ingiustamente al male che quella stessa "chiesa" impunemente ti fa.

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  5. "Non resistere al male" è come "ama e fa ciò che vuoi", se non si interpetra questi concetti in linea col MAGISTERO della Chiesa, gli si fa dire quello che si vuole.
    Il magistero della Chiesa, ad esempio, ammette perfino la legittima difesa e, a volte, quando si tratta di difendere, ad esempio, dei bambini ostaggio di terroristi, un intervento anche armato può diventare moralmente obbligatorio.
    La casistica di come interpretare il "non resistere al male" la fa la Chiesa, non Kiko.

    Se poi questo concetto venisse adoperato per far intendere che, se anche nel Cammino ti senti trattato ingiustamente e ti senti sfruttato, non devi uscire, ma devi continuare a farti sfruttare maltrattare, è una vera truffa morale.

    Non solo pèerché con questo pretesto si ammette e si approva che il Cammino commette il male, in quanto non si interviene sul male ma su chi lo subisce, ma anche perché, se si vuole essere precisi, non resistere non significa tollerare.

    Anche se non ci si dovesse contrapporre direttamente al male, si può e si deve FUGGIRE da esso in ogni caso.
    Sempre il Vangelo di Matteo riporta: "Ma LIBERACI dal male"

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    1. Hai espresso bene Pietro. Proprio una truffa morale. Perchè quando succedono casi di sopruso e violenza all'interno stesso del Cammino di cui si rendano responsabili gli stessi fratelli o, peggio ancora, i catechisti a danno di chi non si sa difendere questo si insegna: Tu non devi resistere al male. Devi perdonare. E se hai giudicato chi ti ha fatto violenza PERCHE' tu ti consideri MIGLIORE di lui, devi anche recarti a chiedergli perdono.
      Credo che questo capolavoro sia esclusivo del C.N.. Dubito che certe vette altre realtà le abbiano toccate come loro. Sono i Numero UNO.

      Pax

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    2. A me continuavano a dire che nessun gruppo e' perfetto e quindi mi dovevo adeguare e rimanere nel cammino con tutti i suoi difetti, che vedere i difetti era un problema della mia superbia, che dovevo essere umile e tralasciarli... truffa morale si!

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    3. Ah Anonimo Texas, grazie di questa testimonianza.
      Come ti dicevano sempre:
      "nessun gruppo e' perfetto"?

      Ahahahah... allora sono un gruppo anche loro, uguale identico a tutti gli altri?

      Che bella scoperta. Ci sono arrivati finalmente, era ora!

      Dato che, poi, i difetti sono così palesi che non possono negarli loro stessi, hanno pure girato la frittata:
      "vedere i difetti era un problema della tua superbia".

      Ma che geni... del male!

      Mistificatori, giocolieri, illusionisti, maghi da strapazzo.

      E tengono sempre ragione loro. Questo conta.

      Sono unici, i primi della classe... ma tengono i difetti... che ci vuoi fare... impara a sopportare... tu sei superbo.

      Truffatori è poco, ma per ora un altro termine non lo trovo. Mi verrà.

      Pax

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  6. Forse non me la prenderei tanto, se non giocassero come giocano con la vita della gente.
    Come si dice, questi giocano a far male. E non va bene.

    Se mettiamo in fila tutte le magagne che in questi anni abbiamo portato alla luce documentando, esce un quadro sconcertante davvero. Uno lo guarda e non crede ai suoi stessi occhi.

    Non rispondere al male col male - "non opporsi al malvagio" - è un conto.
    Anche perché chi compie il male (anche per rispondere ad un male ricevuto ingiustamente) è malvagio sempre.
    E la vendetta non alberghi nel cuore dell'uomo.

    Altro è "Non resistere al male", nel senso di assecondarlo quasi con la propria inerzia supina (scambiata malamente per misericordia o benevolenza).
    Quasi che - come dicono loro - ogni reazione al male rischi di confondersi con il
    "non amare il nemico"
    "non perdonare"
    "non giudicare"

    Tutti i soliti clichè del cammino atti a soggiogare gli adepti schiavizzati.

    Detto questo Gesù ha fieramente resistito al male, lo ha denunciato apertamente e lo ha condannato. In Parole e Opere. Per questo era intollerabile anche la sua vista a chi non voleva convertirsi.
    Per questo è stato messo in Croce.
    Egli dava fastidio.

    E come dice il profeta tutti i farisei a lui intorno si dicevano l'un l'altro: Togliamolo di mezzo perchè ci è di inciampo, una denuncia dei nostri costumi con il suo comportamento; la sua presenza ci è intollerabile, scomoda la sua esistenza in mezzo a noi. Egli è la nostra condanna, insopportabile anche alla vista...

    Così danno fastidio nel Cammino quelli che parlano, che tirano fuori gli scandali, che denunciano il male (ricevuto nella propria persona o inferto ad altri, ma di cui sono stati testimoni. E non possono in coscienza sottrarsi dal parlare - Esistono anche i peccati di omissione).

    Ma il Cammino con i suoi soliti collaudati giochetti trasforma i giusti in peccatori e viceversa.
    Un mondo all'incontrario, proprio come piace al demonio, senza dubbio.

    Pax

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    1. Sono due giorni che by Tripudio non dice "asino ragliante". Incredibile. Forse è un altro miracolo di Carmen. Che sia la volta buona che la beatificheranno davvero?

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    2. Oh, ma guarda, un asino ragliante che vuole essere pubblicamente chiamato asino ragliante.

      Questo genere di sadomasochismo del provar piacere ad essere insultati e maltrattati nasce sicuramente dall'essere stati insultati e maltrattati dai cosiddetti "catechisti" del Cammino per innumerevoli anni.

      Ed è addirittura utile, agli asini raglianti, tentare di sviare ogni discussione ad un "uh, mi ha offeso, pertanto i suoi argomenti non sono più validi".

      Purtroppo per l'asino ragliante, indipendentemente da quanto forte riesce a ragliare, non si tratta delle opinioni di Tripudio. Si tratta del Magistero, della Scrittura, della Tradizione, cioè delle tre colonne portanti della fede.

      Magistero è ciò che la Chiesa ha autorevolmente insegnato da due millenni. Tradizione è ciò che la Chiesa ha fatto sempre e ovunque. Scrittura è ciò che la Chiesa riconosce come parola divinamente ispirata, e che la Chiesa autorevolmente interpreta perché assistita dallo Spirito.

      Il neocatecumenalismo va contro tutti e tre quei pilastri. Tradisce il Magistero, perché propugna le balzane teorie di Kiko e Carmen, che nel migliore dei casi sono frutto di crassa ignoranza, mentre normalmente sono frutto di un piano ben elaborato per fare vita da pascià a spese dei loro seguaci. Mentendo, dicono di essere "ispirati dallo Spirito": ma lo Spirito non ispira eresie, disubbidienze, malvagità, inganni, calunnie, menzogne...

      Tradisce anche la Tradizione, perché si presenta come una cosa "nuova", addirittura "necessaria" per la Chiesa, pretendendo che le parrocchie diventino "comunità di comunità" (sottinteso: paganti Decima a Kiko). Hanno massimo disprezzo per la Tradizione - tutto ciò che è "preconciliare", per loro, è da gettar via con disgusto e orrore; tutt'al più la usano come decorazione (come quando gli Statuti vengono pomposamente intitolati Neocatechumenale Iter Statuta in latino, o Missio ad gentes in latino, o Communitates in missionem in latino, o quando i presbikikos si esibiscono in paramenti sacri e colletto da prete).

      E tradisce anche la Scrittura, con le interpretazioni fondamentaliste kikiane-carmeniane intese non a far crescere la fede, ma solo a estrarre soldi e ubbidienza dagli adepti. Aveva ragione padre Pio a definire Kiko e Carmen "i nuovi falsi profeti», e non ci sarà raglio d'asino che potrà smentire un gigante come padre Pio.

      Altro che beatificazione e canonizzazione dell'eretica Sancarmen Santhernandez. I kikolatri veramente credono che il titolo di santità equivalga a un titolo nobiliare VIP, davvero credono che il fabbricarsi titoli da VIP e honoris causa possa tappare la bocca a chi ha visto e udito personalmente lo scempio perpetrato dai due eretici e dai loro scagnozzi.

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  7. Riprendo il commento di Pietro NdC e l'importante conferma di Anonimo Texas, per osservare che questo insistere sulla non resistenza al male, uno dei filoni maggiori del manifesto neocatecumenale, ha degli scopi puramente interni, e non esterni al Cammino.
    Il Camminante tipo, non è persona che non difende i propri diritti con tutti i mezzi; a livello sociale, anzi, e soprattutto sulle tematiche della famiglia e in particolare contro il gender, si sono battuti e si battono senza esclusioni di colpi.
    Faccio un esempio per tutti, Gandolfini, ma non è certamente un unicum, anzi! E posso dire che anche per altri attuali tematiche sono presenti e attivi.
    E soprattutto, al di là delle iniziative dei singoli, i catechisti e la gerarchia non stigmatizzano questo loro impegno.
    La truffa morale e religiosa di questa famosa catechesi, ha delle finalità esclusivamente interne, cioè, come appunto specificava Anonimo Texas,serve a tenere unite le comunità, a chinare il capo al 'nemico interno' che non è il singolo fratello litigioso e insopportabile, ma è il potere incontrastato, ingiusto e insopportabile della gerarchia del Cammino.
    Per restare in comunità infatti, non bisogna mettere in discussione nessun aspetto organizzativo, religioso, cultuale: lo dimostra il persistere della strage liturgica del sabato sera del Corpo di Gesù Cristo, ed anche l'uso, per le catechesi che assurgono poi a norma di vita, delle insopportabili ed inutili sbobinature di esternazioni di Kiko e Carmen fatte più di mezzo secolo fa.
    Questi sono i 'mali' a cui il neocatecumeno non deve resistere, oltre ad accettare le discutibilissimi scelte nell'uso del denaro comune, ogni decisione che venga dall'alto, le bizzarrie di chiunque abbia un ruolo all'interno della comunità e tutte le ingiustizie e persino gli abusi reiterati, anche se vengono da chi è in qualche modo legato o protetto da chi questo ruolo, come per esempio i figli dei catechisti rispetto a chi non lo è.
    Ecco, in queste situazioni 'scatta' la catechesi del non resistere al male, e chi chiede giustizia o equità o anche solo il rispetto del buon senso, viene massacrato per aver anche solo reagito e 'mormorato'.
    Quindi, come spesso abbiamo notato, le parole di Gesù vengono strumentalizzate e divengono, da strumento di vera libertà interiore, un laccio ed una trappola asservita a logiche di auto conservazione da parte di una struttura pararreligiosa. Questo è uno dei motivi per cui il Cammino può diventare una vera e propria trappola per chi, con tutta la più buona volontà di seguire un percorso di crescita personale, vi aderisce. Come tutte le vere trappole, non scatta subito, ma dopo un ragionevole lasso di tempo.

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  8. Non resistere al male è l'acronimo di :

    Neocatecumeni Osceni Non Resistono E Sproloquiano Insieme Stravolgendo Testualmente Eventi Ridicolmente Eretici Adesso Le Malelingue Annunceranno Lesivi Esempi

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  9. Vi chiedo un O.T. Ho notato che nel blog non si parla di politica. Dico questo perchè l'amico iglesiente neocat di cui parlo spesso, tempo fa mi disse che uno dei motivi di attrito con il suo gruppo, che però si ostina a frequentare ancora, è proprio la politica. Cioè, lui dice che il Cammino è nettamente schierato a destra, sarebbero cioè simpatizzanti soprattutto della Lega di Salvini, mentre il mio amico è di idee opposte, da sempre. Iglesias è nel Sulcis che è la zona della Sardegna più povera, storicamente zona di miniere ormai tutte chiuse, e dove da un secolo si sono sviluppate le idee comuniste. Lui dice che evita di parlare con i suoi confratelli di politica per evitare litigi. Nel mio movimento, invece, sono praticamente tutti di sinistra, votano tutti Pd, per intenderci, tranne me che propendo più per la destra perchè ritengo sia più vicina alla Tradizione. I focolarini hanno avuto un politico, Igino Giordani, che era nel Parlamento con la Dc dal 1948 al 1953, ai tempi di De Gasperi, e si richiama a Giorgio la Pira e Giuseppe Dossetti, che erano nell'ala, molto in minoranza, della cosiddetta sinistra cattolica. Non so se è importante quanto vi ho detto, certo sono altri gli aspetti da discutere di un movimento ecclesiale, se volete darmi il vostro parere. Grazie. Aldo dei focolarini di Cagliari

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    1. Ci sono questioni - come ad esempio la politica - che ci farebbero deviare troppo dal tema del blog, che è quello di gettare un po' di luce in più sul Cammino (e il Cammino, che ama le tenebre perché è ispirato dal Principe delle Tenebre, non gradisce la luce).

      Il Cammino viene talvolta indicato come "di destra" perché certi temi - come ad esempio l'apertura alla vita - sono generalmente fumo negli occhi per chi si definisce "di sinistra".

      Ma a ben guardare, si tratta spesso di equivoci: la fede cattolica non esige di "sfornare figli come conigli" ma invita ad essere padri e madri - da cui il concetto di paternità responsabile, che implica anzitutto che il figlio non va solo voluto ma va anche fatto crescere: non è che una volta "sfornati" li rifili alla babysitter e ciaone. Dal punto di vista di chi per partito preso non vuole figli, la sola idea dell'esistenza di famiglie "numerose" (con o senza stuolo di baby sitter e "didascali" a corredo) è terribilmente "di destra" (nel senso insultante del termine, non nel senso di posizione politica). Cioè gli esterni al Cammino (ed esterni al dibattito ecclesiale) finiscono per realizzare quella famosa canzone di Giorgio Gaber.

      Poi, sì, c'è anche il problema di quando qualche esponente del Cammino si butta un po' in politica e succedono pasticciacci. Cfr. ad esempio:

      - nel Cammino proibizione di far politica... anzi no

      - il Cammino neo-elettorale (e il drogarsi alle convivenze)

      - Family Day, "golpe neocatecumenale"

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    2. Se si vogliono impropriamente applicare le categorie in uso nella politica al mondo ecclesiale, occorre quanto meno fare una distinzione forzata tra l'azione ecclesiale relativa al sociale e quella relativa nel campo spirituale, sacramentale e dottrinale.

      Per quanto riguarda la pastorale sociale i camminanti sono piuttosto "conservatori", e quasto fa si che, in campo politico, una buona parte di loro votano per i "conservatori" (ammesso che in politica ve ne siano ancora).
      Ma per quanto riguarda il campo spirituale e dottrinale, i camminanti sono da considerarsi degli ultra progressisti.
      Se, per assurdo, in politica vi fosse un corrispettivo, voterebbero per il Partito Comunista di Marco Rizzo.

      C'è però da fare una considerazione: poiché le scelte spirituali condizionano le scelte sociali più ancora di quanto quelle sociali hanno influenza su quelle spirituali, in quanto dalla disubbidienza a Dio sono nati tutti i disordini, anche quelli sociali, se i partiti abortisti e genderisti oggi dettano l'agenda della politica, è anche grazie alle scelte moderniste di cui il Cammino si è fatto interprete fin dal suo sorgere.

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  10. Sì, le tematiche soprattutto morali del Cammino in Italia non si identificano certo con quelle della cosiddetta sinistra. Ma neppure quelle della Chiesa, a ben vedere, nonostante all'apparenza ci siano molti afflati comuni, per esempio nella tutela del povero, nell'accoglienza dello straniero eccetera.
    A mio parere, se vogliamo essere cattolici, dobbiamo seguire la dottrina morale e sociale della Chiesa, senza omissioni o strumentalizzazioni. Poi, l'adesione ad un partito o ad un altro, può essere una scelta strumentale, sempre però considerando che ci sono tematiche nei confronti delle quali dobbiamo mantenere libertà di spirito, per esempio sui principi cosiddetti non negoziabili.
    Comunque è vero che in Cammino per esempio in Italia si sono date indicazioni al voto di propri 'uomini' in seno ai partiti, di solito conservatori. A Guam invece addirittura si sosteneva un candidato abortista. Ma purtroppo quest'ultimo, che, a mio modo di vedere, è un vero e proprio scandalo, non riguarda solo il Cammino.

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  11. Ma dove sono i fallacio vinicio e i barone celestiale? Oggi non gli conviene affacciarsi al blog?
    D'altronde fallacio non può che dire cose "fallacie" e Barone non si è reso conto che in cielo non ci ci sono caste sociali!. Quindi è impossibile che esista una santa superiore come vortrebbero far credere!
    Veterano. Carmen l'ho conosciuta e tra i vicini era soprannominata "la megera".

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    1. Questo thread è ottimo e inattaccabile. Il discorso è delicato ed i Pasqualoni, che son bravi ad
      Infossarsi da soli - E LO SANNO! -, si mantengono accuratamente alla larga.

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  12. Quando Gesù nel discorso della Montagna ci ricorda "Cercate invece, anzitutto, il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” significa sforzarsi di fare la volontà di Dio, fuggire il peccato, operare secondo virtù.

    In particolare la virtù della giustizia che comporta il "dare a ciascuno quanto gli è dovuto".
    Se ad un catechista maniaco è dovuta una denuncia è virtuoso aiutare la vittima a presentarla.

    Impedire ai fratelli deboli di denunciare il male subìto e anzi obbligarli a tenerselo dentro senza neppure reclamare, rientra nei peccati che gridano vendetta al Cielo, come oppressione dei poveri, tanti auguri.


    Irene

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  13. Il male dipende dalla libertà dell’uomo, dalla sua responsabilità e dalla sua consapevole trasgressione della legge divina. Il peccato è, quindi, la causa prima del male. Ma se Kiko insegna ai suoi che non sussiste libertà di scelta, che il peccato non si può scansare e che, anzi, esso serve per accedere ai successivi gradini della kenosi e che il peccatore merita comprensione mentre la vittima no, non ci si può di certo aspettare nulla di diverso del "non resistete al male" kikiano, vale a dire dell'assopimento delle coscienze e dell'accettazione del male.

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  14. "Grazie a Dio, dopo interminabili anni di assidua e fedele partecipazione, mi hanno allontanato perché non accettavo i loro parametri di valori"

    "Per chi ostinatamente non si lascia irreggimentare esiste solo l’espulsione violenta."

    Ecco la fratellanza così tanto decantata dal cammino. "Dopo interminabili anni di assidua e fedele partecipazione" ti ritrovi più insicuro che mai, infatti basta una misera obiezione ai dettami neocatecumenali per causarti un'espulsione violenta dal contesto. L'ostracismo e l'esclusione che i nc applicano a discapito di chi si dissocia dalle asserzioni kikiane è frustrante e inconcepibile!

    “Ma io vi dico di non opporvi al malvagio” cosa significa?

    È sottinteso, mi pare evidente: “non opporti al malvagio facendoti anche tu malvagio, mettendoti sul suo stesso piano, rispondendogli con un’azione uguale e corrispondente alla sua”. Come ha fatto Kiko a far passare l'idea che invece, Cristo, ispiri a divenire vittime inermi?

    Il fatto è semplice: - Gesù stesso, nella passione, al soldato che l’ha percosso sulla guancia, non ha offerto l’altra, ma ha risposto: «se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (Gv 18,23). Gesù si è opposto al malvagio, ha resistito, ma non con lo stile del malvagio, bensì con la bellezza di una risposta limpida, che sorprende l’altro, che lo mette con chiarezza davanti al male compiuto, perché l’altro possa ascoltare, comprendere, convertirsi, se vuole. - Kiko è un mistificatore.

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  15. Ringrazio Veterano e Pax per questo testo così forte e così profondamente vero. Ho saggiato sulla mia pelle il risultato di questo indottrinamento kiko/carmeniano che stimola la crudeltà e decapita la ragione. Non perché io abbia soggiaciuto a questa cinica convinzione, ma perché l'ho subita. E, mi si creda, quando una persona crede alla parola kikiana la sua coscienza soccombe e l'animo diviene capace di compiere ciò che in condizioni di normalità psichica mai compirebbe. Mi hanno scacciata senza pietà, e per far comprendere le maniere utilizzate sfrutto il termine che Veterano ha correttamente affermato: "violentemente!". Mi hanno spinta violentemente fuori in modi subliminali ma dolorosi (non ebbero il coraggio di farlo con termini diretti per non sentirsi accusare anche di settarietà oltre che di protettori dei molestatori).

    "Non resistete al male!", un eco inesorabile che penetra nel cuore di pietra di molti, che sazia i catechisti vogliosi di nascondimento e che uccide il giusto. Ma io non credetti e resistetti a quel male che volevano far passare per bontà: "quel noto catechista ti ha fatto del male, ma è il Signore che ha voluto questo, per constatare la tua fedeltà. Sono i suoi progetti! Arrenditi alla situazione e accettala!"
    Io non la accettai! Forse perché non diedi mai ragione a Kiko, alle sue follie, alle sue catechesi senza capo né coda. Forse perché Carmen mai mi ispirò qualcosa di buono per la sua durezza e mancanza di empatia. Forse perché mai mi sentii edificare dai loro riti e mai scorsi Dio nelle loro chiacchiere di convenienza.
    I miei genitori, la mia bellissima famiglia, mi avevano trasmesso la bellezza della fede, la gioia della preghiera del Rosario, la logica dell'amore sempre intrinseca al senso di giustizia, come potevo cedere alle loro assurdità? Ed ecco, io non concessi al malvagio d'esser ritenuto un martire e, coerentemente con il Vangelo di Marco, non lo contrastai scendendo a patti con il male, ma rincorsi il buon senso e la giustizia. I fatti, adesso sintetizzati, furono molto penosi.
    Davanti all’ingiustizia patita, occorre non tacere mai, non fuggire, ma intervenire. Non lasciare che l'ingiustizia trionfi come il cammino comanda! Non è questo che Gesù ci chiede.

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  16. Per chi ha sentito la mia mancanza Comunico che sono in convivenza.
    Fallacio Asino Vinicio

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    1. che eri in convivenza ( vista l'ora )

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    2. Vinicioooo! Allora non ti sei perso! Credevo che avevi usato il navigatore di Carmen!
      Allora mi passeresti il mamotreto, che a me non mi ci hanno voluto alla convivenza?

      FungKu. Se domani mi ci interrogano, faccio scena muta. Oppure invento.

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    3. Poco male Fungku, Kiko inventa da 50 anni e non gli sono mancati mai soldi,sigari ed aragoste.

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