lunedì 7 luglio 2008

Oggi è il primo Anniversario del Summorum Pontificum


Un anno esatto fa è finita, speriamo per sempre, quella sorta di “cattività babilonese” che a livello liturgico tutti i cattolici hanno subito. Se è vero che esiste la chiesa militante e quella trionfante, ci pare sia altrettanto vero che esista tuttora anche una chiesa “delirante” che in tutto questo periodo ha spadroneggiato con i suoi lupi in veste di agnello a danno di tutto il popolo cristiano, con immenso scandalo. Ma l'ha detto il Signore: "Non prevalebunt"! Se i nostri legittimi pastori, di ogni grado, avessero avuto abbastanza fede, non avessero seguito l’onda per cercare un vano consenso, e non avessero peccato di codardia davanti alla riforma liturgica mal congegnata e soprattutto imposta perché da nessuno richiesta, il problema “Messa di san Pio V” non si sarebbe nemmeno posto. Invece, sono dovuti trascorrere quarant’anni perché un Sommo Pontefice animato di coraggio e buona volontà riconcedesse quanto, per sua natura, nessuno avrebbe mai potuto né dovuto abolire. Né lo richiedeva il Concilio nei termini in cui è avvenuto.

Non è questione di essere "Tradizionalisti" o "Progressisti", che sono due etichette che denotano l'ideologizzazione che purtroppo può entrare anche nelle questioni di Fede; occorre invece realismo ed apertura ad una Tradizione non sclerotizzata né forzatamente innovatrice, ma Vivente e Vivificante perché è data dalla Presenza del Signore nella Sua Chiesa... È anzi auspicabile che nessuno faccia del Motu proprio del Papa una bandiera da issare o da abbattere per la propria militanza nell'uno o nell'altro campo, come se nella Chiesa ci fossero due schieramenti contrapposti; è invece necessario che ognuno lo accolga e viva per quello che vuole essere ed è, la legittimazione di due diverse forme di un rito che sia vera espressione del 'sensum fidei' cattolico nella piena consapevolezza della lex orandi lex credendi, che diviene lex vivendi...
Il discorso del latino visto come un ostacolo appare pretestuoso, intanto perché alcuni giovani ancora lo studiano e, poi, si acquista dimestichezza coi testi strada facendo e i messali danno la duplice versione latino-italiano a fianco. D'altronde, se l'inglese è così diffuso e la maggior parte delle canzoni vengono seguite e cantate in inglese, non si vede perché chi è interessato alla Messa dovrebbe avere difficoltà; le accampano i liturgisti che aborrono il latino per partito preso, ma in realtà nelle celebrazioni V.O. si vedono sempre più giovani e non soltanto anziani. Cade, secondo noi, anche l'obiezione della lingua come maggior comprensione della scrittura, perché la messa è una celebrazione, un rito del quale - come dicevamo - si acquista dimestichezza strada facendo cercando di capire e di vivere cosa si celebra, mentre la maggiore comprensione della Parola data dalla lingua la si può avere da una maggiore frequentazione della Scrittura, che nutre la vita di fede anche al di fuori del rito, volendo...

In ogni caso la celebrazione Vetus Ordo ci fa capire cos'è davvero la Santa e Divina Liturgia che celebra i Sacri Misteri... ci fa rimanere immersi nel Mistero che coinvolge e trasforma, perché la Liturgia è Opus Dei e non dell'uomo e il celebrante è Cristo stesso come Capo dell'Assemblea... E tutto sommato ci aiuta a vivere con maggiore consapevolezza e coinvolgimento e interiorizzazione anche le celebrazioni con il Novus Ordo, perché non si dà un aut aut, ma un et et...

Nella sostanza non è che torneremo a celebrare tutte le messe in latino. Tuttavia, sarebbe opportuno prevedere, anche a cadenze regolari, celebrazioni con il messale anteriore al Concilio, trovando in questo un aiuto prezioso per tutti, un invito a riscoprire un modo di pregare che era stato confinato nel passato, un patrimonio che ha a che fare con la nostra storia, le nostre origini e soprattutto con la nostra fede. E ricordiamo che nemmeno Papa Damaso, quando nel IV secolo, per le Letture inserì i nuovi testi presi dalla Vulgata di S. Girolamo, volle toccare nulla del rito, che ci è pervenuto nella 'Vetus' latina nata nell'Africa settentrionale romana del II secolo, quando la lingua ufficiale della Chiesa era ancora il greco...

É questa una grande occasione, una ricchezza di cui non era giusto privarsi perché contribuisce ad approfondire il Mistero che è all'origine della nostra fede. Quindi se ci capiterà di entrare in chiesa e, con nostro stupore, trovare ancora il sacerdote di spalle rivolto, come e insieme agli altri fedeli, verso Oriente mentre prega in lingua latina, non diciamo - come alcuni giornali e diversepersone "ignoranti" hanno affermato, del tutto impropriamente e in base a pregiudizi purtroppo diffusi - che non è "democratico"... Proviamo, invece, a pensare che in quel momento si vuole rendere semplicemente più evidente che il sacerdote è uno che in mezzo al popolo alza le mani con i suoi fratelli verso Dio, anche lui rivolto verso la Croce, verso il Risorto, anche Lui in cammino per la salvezza attraverso un rito antico ma sempre nuovo.

Ringraziamo il nostro Papa Benedetto e il Signore, che si è servito alla grande di lui!!!

114 commenti:

  1. TE DEUM



    Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.

    Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.

    Tibi omnes ángeli, *

    tibi cæli et univérsæ potestátes:

    tibi chérubim et séraphim *

    incessábili voce proclamant:



    Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *

    Dóminus Deus Sábaoth.

    Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuae.

    Te gloriósus * Apostolórum chorus,

    te prophetárum * laudábilis númerus,

    te mártyrum candidátus * laudat exércitus.

    Te per orbem terrárum *

    sancta confitétur Ecclésia,

    Patrem * imménsæ maiestátis;

    venerándum tuum verum * et únicum Fílium;

    Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum.



    Tu rex glóriæ, * Christe.

    Tu Patris * sempitérnus es Filius.

    Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *

    non horruísti Virginis úterum.

    Tu, devícto mortis acúleo, *

    aperuísti credéntibus regna cælórum.

    Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.

    Iudex créderis * esse ventúrus.

    Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *

    quos pretióso sánguine redemísti.

    ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.



    Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *

    et bénedic hereditáti tuæ.

    Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.

    Per síngulos dies * benedícimus te;

    et laudámus nomen tuum in sæculum, *

    et in sæculum sæculi.

    Dignáre, Dómine, die isto *

    sine peccáto nos custodíre.

    Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.

    Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *

    quemádmodum sperávimus in te.

    In te, Dómine, sperávi: *

    non confúndar in ætérnum.



    ***************************

    TE DEUM



    Noi ti lodiamo, Dio *

    ti proclamiamo Signore.

    O eterno Padre, *

    tutta la terra ti adora.



    A te cantano gli angeli *

    e tutte le potenze dei cieli:

    Santo, Santo, Santo *

    il Signore Dio dell'universo.



    I cieli e la terra *

    sono pieni della tua gloria.

    Ti acclama il coro degli apostoli *

    e la candida schiera dei martiri;



    le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *

    la santa Chiesa proclama la tua gloria,

    adora il tuo unico figlio, *

    e lo Spirito Santo Paraclito.



    O Cristo, re della gloria, *

    eterno Figlio del Padre,

    tu nascesti dalla Vergine Madre *

    per la salvezza dell'uomo.



    Vincitore della morte, *

    hai aperto ai credenti il regno dei cieli.

    Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *

    Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.



    Soccorri i tuoi figli, Signore, *

    che hai redento col tuo sangue prezioso.

    Accoglici nella tua gloria *

    nell'assemblea dei santi.



    Salva il tuo popolo, Signore, *

    guida e proteggi i tuoi figli.

    Ogni giorno ti benediciamo, *

    lodiamo il tuo nome per sempre.



    Degnati oggi, Signore, *

    di custodirci senza peccato.

    Sia sempre con noi la tua misericordia: *

    in te abbiamo sperato.



    Pietà di noi, Signore, *

    pietà di noi.

    Tu sei la nostra speranza, *

    non saremo confusi in eterno.


    *****************************

    Orémus pro pontífice nostro Benedícto.
    Dóminus consérvet eum,
    et vivíficet eum,
    et beátum fáciat eum in terra,
    et non tradat eum in ánimam inimicórum éius.

    Preghiamo per il Papa Benedetto.
    Il Signore Lo conservi, Gli doni vita e salute,
    Lo renda felice sulla terra
    e Lo preservi da ogni male. Amen.

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  2. la mi scusi leggevo ecrecavo di capire santa caterina da...

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  3. alessandra ha detto...
    la mi scusi leggevo ecrecavo di capire santa caterina da...

    *****************

    si risparmi l'ironia specialmente offendendo la Patrona d'Italia e se vuole informarsi, legga il MP, la invitiamo a farlo da giorni....

    Se vuole giocare o fare battute andiamo da un altra parte, ma quando c'è da essere seri nella Preghiera, non rido....

    qui se vuole si unisca alla LODE PER IL CORAGGIOSO ATTO che il Papa ha fatto....

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  4. Pange lingua gloriosi
    corporis mystérium,
    sanguinisque pretiosi,
    quem in mundi pretium,
    fructus ventris generosi,
    rex effundit gentium.
    Nobi datus, nobis natus
    ex intacta Vírgine,
    et in mundo conversatus,
    sparso verbi sémine,
    sui moras incolatus
    miro cláusit órdine.
    In supremæ nocte cœnæ
    récumbens cum frátribus,
    observata lege plene
    cibis in legálibus,
    cibum turbæ duodenæ
    se dat suis mánibus.
    Verbum caro, panem verum
    verbo carnem efficit:
    fitque sanguis Christi merum;
    et, si sensus déficit,
    ad firmandum cor sincerum
    sola fide súfficit.
    Tantum ergo Sacramentum
    veneremur cérnui:
    et antíquum documentum
    novo cedat rítui:
    præstet fides supplementum
    sénsuum défectui.

    Genitori, Genitoque
    laus et iubilátio,
    salus, honor, virtus quoque
    sit et benedíctio:
    procedenti ab utroque
    compar sit laudátio. Amen.

    Amen.

    Canta, o mia lingua,
    il mistero del corpo glorioso
    e del sangue prezioso
    che il Re delle nazioni,
    frutto benedetto di un grembo generoso,
    sparse per il riscatto del mondo.

    Si è dato a noi, nascendo per noi
    da una Vergine purissima,
    visse nel mondo spargendo
    il seme della sua parola
    e chiuse in modo mirabile
    il tempo della sua dimora quaggiù.

    Nella notte dell'ultima Cena,
    sedendo a mensa con i suoi fratelli,
    dopo aver osservato pienamente
    le prescrizioni della legge,
    si diede in cibo agli apostoli
    con le proprie mani.

    Il Verbo fatto carne cambia con la sua parola
    il pane vero nella sua carne
    e il vino nel suo sangue,
    e se i sensi vengono meno,
    la fede basta per rassicurare
    un cuore sincero.

    Adoriamo, dunque, prostrati
    un sì gran sacramento;
    l'antica legge
    ceda alla nuova,
    e la fede supplisca
    al difetto dei nostri sensi.

    Gloria e lode,
    salute, onore,
    potenza e benedizione
    al Padre e al Figlio:
    pari lode sia allo Spirito Santo,
    che procede da entrambi.

    Amen.

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  5. Vi ricordiamo che in questo sito:

    http://www.maranatha.it/IndexText.htm

    potrete trovare l'intero Messale per la Messa san Pio V e tutti i testi liturgici....

    Diffondiamo il Magistero Ecclesiale, questo è il miglior modo, dopo la Preghiera, per amare veramente il Papa e sostenerlo nella Sua difficile Missione...

    Fraternamente CaterinaLD

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  6. Stupisce non trovare traccia nella stampa cattolica, a meno che le mie ricerche non facciano difetto, del ricordo di questa data che segna un momento di luce e di restaurazione nella storia della Chiesa.
    Se risulterà che persino l'Osservatore Romano l'ha passata sotto silenzio, non è un segnale molto positivo.

    Per quanto ci riguarda, faremo di tutto per far conoscere e amare la Messa di sempre, con l'aiuto del Signore

    già il coraggioso Motu proprio del Papa ci dimostra che il Signore non abbandona la Sua Chiesa

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  7. Non deve stupirti mic....rammenta che fa più chiasso un albero che cade anzichè che cresca una foresta....^___^
    ma il chiasso non fa il bene....e il bene non fa chiasso ^___^ lo disse un santo di Malta....

    Nessuno ne ha parlato, ma a noi interessa che lo si applichi più che a parlarne...e di frutti in un solo anno ce ne stati molti, solo che altri hanno occupato superbamente le prime notizie dei media...
    ^__^

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  8. hai ragione. E' un nuovo inizio e nulla succede a caso...

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  9. Nell'Actus paenitentialis è interessante come prima dell'invocazione di perdono sui ministranti da parte del sacerdote ci sia l'invocazione del perdono di Dio sul sacerdote da parte del ministrante.

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  10. naysshE anche interessante nell'incensatio prima della consacrazione il riferimento al sacrificium vespertinum.

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  11. memoriale del mistero pasquale:
    Unde et mémores, Dómine, nos servi tui, sed et plebs tua sancta, eiúsdem Christi Fílii tui, Dómini nostri, tam beátæ passiónis, nec non et ab ínferis resurrectiónis, sed et in cælos gloriósæ ascensiónis

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  12. Il Domine non sum dignus lo dice solo il sacerdote.

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  13. Il sacerdote rientrando recita il cantico dei tre giovani nella fornace (Cantico di Daniele).

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  14. Il vetus ordo è molto bello. Però quei filmati sulle messe in terzo (credo si dica così) non corrispondono ai miei ricordi e sembrano un balletto un po' stereotipato.

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  15. Ehi Signor Veneranda può tradurmi con
    un sofisma questo periodo?

    "Nelle comunità portiamo avanti infatti una catechesi
    basata sulla Pasqua ebrea, con il pane azzimo a significare la schiavitù e l'uscita
    dall'Egitto e la coppa del vino a significare la Terra promessa"

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  16. Il problema della liturgia, da mezzo secolo a questa parte, poggia su questo "tripode":

    1) la crisi di fede ha prodotto anche la crisi della liturgia (dopotutto lex orandi, lex credendi): ed infatti, con la messa "riformata", sono sorti abusi ovunque

    2) il dibattito è sistematicamente banalizzato in "lefebvriani/antilefebvriani", come se la questione fosse solo di opposte tifoserie

    3) la correzione di rotta (cioè la liberalizzazione) c'è stata solo nel 2007, dopo trentotto anni (due generazioni!)... meglio tardi che mai, sia benedetto papa Benedetto!


    Vige tuttora la mentalità (veramente diabolica) secondo cui la liturgia sarebbe uno spettacolino sacro in cui celebrante e assemblea sarebbero contemporaneamente attori e spettatori.

    Questa mentalità è visibilissima e verificabilissima nei discorsi che riguardano la liturgia e nei gesti stessi. Qualche esempio? Il parroco che dice: "e che facciamo, la messa senza canti?" La vecchietta che dice: "bella predica!" anche se non ha capito niente. Il chierichetto che si sforza di fare il maggior numero possibile di "operazioni". Le ragazze del coro che gareggiano in virtuosismi vanitosi. La nonnetta che "concelebra" ripetendo l'intera preghiera eucaristica. Il chierico e il laico che attraversano la navata senza genuflettersi davanti al Santissimo.

    Tali esempi - che potrebbero continuare molto a lungo - dimostrano la validità di quel lex orandi, lex credendi che amiamo citare tanto spesso.


    Neanche a dirlo, tutti gli abusi liturgici (e tutta la relativa "mancanza di fede") campeggiano maestosamente nel Cammino Neocatecumenale.

    Nel Cammino, la messa è fondata sugli abusi liturgici (omissioni, aggiunte, spostamenti).

    Nel Cammino, la messa è ridotta a un fiume di parole, ad una chiassata da osteria di campagna.

    Nel Cammino, perfino il sacramento è banalizzato: la comunione da seduti, la consacrazione ridotta a momento secondario...

    Nel Cammino è concentrata la parte peggiore di tutti i problemi liturgici del post-Concilio.

    Il "tripode" liturgico neocatecumenale, infatti, è questo:

    1) la messa non sarebbe la ripetizione incruenta del sacrificio che la Chiesa ha insegnato per una ventina di secoli... ma sarebbe una specie di cabaret liturgico in cui (testuali parole di Kiko, 17-1-2006) si passa "dalla tristezza all'allegria"

    2) la messa non sarebbe la preziosa eredità ricevuta da venti secoli di tradizione cristiana (ed in cui sono cresciute intere schiere di santi) ma solo una teatralità alla moda a cui ispirarsi, aggiungendo e togliendo secondo le proprie paturnie

    3) la messa sarebbe disunione con la Chiesa, tant'è che va celebrata il sabato sera tardi, indipendentemente dalle parrocchie, in modo che i neocatecumenali la domenica non osino andare alla messa cattolica dei "cristiani della domenica".


    Il tutto, naturalmente, è sostenuto dalla colossale ignoranza teologica e liturgica di Kiko: "Nelle comunità portiamo avanti infatti una catechesi basata sulla Pasqua ebrea, con il pane azzimo a significare la schiavitù e l'uscita dall'Egitto e la coppa del vino a significare la Terra promessa".

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  17. Ehi Signor Veneranda può tradurmi con
    un sofisma questo periodo?

    "Nelle comunità portiamo avanti infatti una catechesi
    basata sulla Pasqua ebrea, con il pane azzimo a significare la schiavitù e l'uscita
    dall'Egitto e la coppa del vino a significare la Terra promessa"



    ..............................
    Mi pareva di aver già risposto. Comunque ripeterò quanto detto.
    Come vi è ben noto il Concilio di Trento ha parlato dell'Euvarestia essenzialmente in due decreti. In uno parla della transustanziazione. OK? In un altro parla del sacrificio della Messa. In quest'ultimo decreto il Concilio di Trento parla esplicitamente di SIGNIFICATO, di PASSAGGIO/PASQUA e di REGNO:
    Questo Dio e Signore nostro, dunque, anche se una sola volta si sarebbe immolato sull’altare della croce, attraverso la morte, a Dio Padre, per compiere una redenzione eterna; perché, tuttavia, il suo sacerdozio non avrebbe dovuto tramontare con la morte, nell’ultima cena, la notte in cui fu tradito (334), per lasciare alla chiesa, sua amata sposa, un sacrificio visibile (come esige l’umana natura), con cui VENISSE SIGNIFICATO quello cruento che avrebbe offerto una sola volta sulla croce, prolungandone la memoria fino alla fine del mondo, e la cui efficacia salutare fosse applicata alla remissione di quelle colpe che ogni giorno commettiamo; egli, dunque, dicendosi costituito sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedech , offrì a Dio padre il suo corpo e il suo sangue sotto le specie del pane e del vino, e lo diede, perché lo prendessero, agli apostoli (che in quel momento costituiva sacerdoti del nuovo testamento) sotto i simboli delle stesse cose (del pane, cioè, e del vino), e comandò ad essi e ai loro successori nel sacerdozio che l’offrissero, con queste parole: Fate questo in memoria di me (336), ecc., come sempre le ha intese ed ha insegnato la chiesa cattolica.
    CELEBRATA INFATTI L’ANTICA PASQUA, - che la moltitudine dei figli di Israele immolava in ricordo dell’uscita dall’Egitto -, ISTITUI’ LA NUOVA PASQUA e cioè se stesso, da immolarsi dalla chiesa per mezzo dei suoi sacerdoti sotto segni visibili, in memoria del suo PASSAGGIO da questo mondo al Padre, quando ci redense con l’effusione del suo sangue, ci strappò al potere delle tenebre e ci trasferì nel suo REGNO .


    Quindi parlare di Pasqua antica per spiegare e introdurre la Nuova Pasqua è perfettamente in linea con il Concilio di Trento.
    In quella antica il pane azzimo ed il calice SIGNIFICAVANO la schiavitù e l'entrata nella Terra Promessa. In quella nuova, come afferma il Concilio di Trento, il pane ed il vino non solo sono transustanziati nel corpo e nel sangue del Signore ma anche significano quella morte e passione e sono segni visibili del Suo strapparci dalle tenebre e del Suo portarci al Regno di Dio, la nostra vera terra.

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  18. 1) la messa non sarebbe la ripetizione incruenta del sacrificio che la Chiesa ha insegnato per una ventina di secoli... ma sarebbe una specie di cabaret liturgico in cui (testuali parole di Kiko, 17-1-2006) si passa "dalla tristezza all'allegria


    ....................



    Dal vetus ordo:

    ut quotquot, ex hac altáris participatióne sacrosánctum Fílii tui Córpus et Sánguinem sumpsérimus ómni benedictióne cælesti et grátia repleámur.

    Penso che chi è riempito di ogni benedizione celeste e di ogni grazia non possa essere che felice e non nella tristezza. O no?

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  19. Dice Veneranda:


    Quindi parlare di Pasqua antica per spiegare e introdurre la Nuova Pasqua è perfettamente in linea con il Concilio di Trento.


    Senta Veneranda. Lei ha una cultura non comune ed ha un' intelligenza spiccata. Perchè ci deve prendere per imbecilli?

    E' incredibile come, anche lei (SIC!) per difendere l' "oracolo" si inerpichi a fare le più assurde affermazioni! I più assurdi "parallelismi"! Così, il CNC darebbe obbedienza, con i suoi riti, alle prescrizioni di Trento? MA MI FACCIA IL PIACERE!

    Anche nei brani che ha inserito, qualla frase che specifica il significato dell'Ultima Cena cosa farebbe? Giustificherebbe la "transignificazione"? No? Allora che l'ha citato a fare?

    Inoltre vorrebbe farmi credere che visto che siamo nel tempo delle NUOVA PASQUA CRISTIANA, non giudaica, ritornare alla Pasqua Giudaica de plano è in linea con i dettami di Trento?

    Continua a prendermi per imbecille anche quando afferma che "parlare della Pasqua antica per spiegare la nuova" è quello che fa il Cammino!

    Sul sito del Cammino ci sono dei documenti fotografici non sospettabili di falso dove si vede chiaramente che nel CNC non si "parla" della Pasqua Ebrea ma si FA la Pasqua Ebrea!

    D'altro canto il dio Kiko lo ha detto chiaramente! Anche perchè non si vede come possa ancora silenziarsi e silenziare dopo che la sua "creatura" è stata (finalmente!) portata all'attenzione!

    Non ha avuto nessun problema a dire che nelle comunità si CATECHIZZA in questo senso! Che è diverso da dire che se ne "parla"!

    Si dovrebbe CATECHIZZARE sulla Pasqua Nuova Cristiana, che è COMPIMENTO E SUPERAMENTO della vecchia e giudea! E pedagogicamente riferirsi a ciò che era ombra per meglio comprendere ciò che SI VIVE E SI CELEBRA OGGI!

    Ma oggi abbiamo bisogno del Pane degli Angeli e del Sangue Benedetto della Salute!

    Non della "significazione della Schiavitù d'Egitto e della Coppa della Terra Promessa" per portare la gente dalla "tristezza all'Allegria"!!!!

    Abbiamo Bisogno del Rito Sacro della Messa di sempre! Del Rito che ha accompagnato la Chiesa da quando è nata sviluppandosi sempre organicamente, sotto il Presidio dello Spirito di Dio che lo ha decretato!

    Il Canone, si crede risalga direttamente a San Pietro Apostolo!

    E' un abominio terribile che gli uomini si mettano in mezzo tra Dio e i suoi figli adottivi!
    E' terribile che si voglia soffocare questa Grazia, offuscarla, ignorarla!
    E' terribile che si volgia non credere più a questa Grazia.

    Noi ne abbiamo bisogno! Abbiamo bisogno della Grazia della Messa di Sempre, perchè senza quel Sangue Benedetto non possiamo far nulla!
    Non possiamo sederci alle Nozze dell'Agnello se le nostre vesti non sono state lavate nel Suo Sangue! Il che vuol dire che NON BASTA essere Battezzati! Perchè sempre abbiamo bisogno del Suo Sangue Salutare, finchè Egli Venga!

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  20. @ Stephanos e Veneranda

    Veneranda è convinto di ciò che dice o ripete e gli riconosco una sincerità di fondo.
    Quando un catechista neocatecumenale(o comunque qualcuno "avanti" nel Cammino) cerca di spezzare le ragioni di un comportamento "altro" da quello che la Chiesa insegna nella sua bimillenaria tradizione, è costretto a trovare delle giustificazioni storico-teologiche che contengono delle parti irrisorie di verità e vengono poi piegate per giustificare un comportamento,uno stile liturgico che invece non hanno fondamenta nè fondamenti.

    E' un po' il comportamento di Kiko Arguello che nel presentare gli statuti appena approvati si è perso in mille rigagnoli marginali e "poetici" per giustificarte tutto e non dire nulla (salvo a lanciare uno strale maldestro e , tutto sommato, molto rozzo, verso il Papa e il cardinale Arinze, i quali,secondo lui,sarebbero in "combattimento").

    E' il caso del priore di Bose, En zo Bian chi, che ancora una volta in questi giorni sta patrocinando nel suo priorato un seminario sulla liturgia che già nel titolo e negli intenti si propone esclusivamente di studiare il ruolo,a suyoa volta esclusivo, dell'assemblea nel Sacrificio della Santa Messa.

    E' questo il limite scoperto di Kiko come di Bianchi, come di Veneranda(suo malgrado,perchè gli riconosco anche io una vivace intelligenza purtroppo ripiegata su se stessa): partire da assunti e propposizioni errate per arrivare a conclusioni aberranti.

    Kiko parte da un assunto che, se può essere vero per un primo impatto col "lontano" nell'annuncio kerigmatico, non può assolutamente vale per giustificare la casualità emotiva sulla quale egli ha fondato la sua celebrazione eucaristica: la"catechesi sulla Pasqua ebraica".
    Da quest'assunto dui partenza nascono poi,in un confuso assemblaggio esoterico-mistagogico-emotivo-
    estetico- logistico, tutte le considerazioni sul perchè e sul percome si celebri l'Eucarestia nelle piccole comunità (discorso già ampiamente condotto dal cardinale Cordes nel suo apposito studio in merito,basato anch'esso su assunti storico-teologici fortemente errati).
    Il tutto per arrivare a giustificare un fatto che sarebbe ,tutto sommato, ridicolo se non fosse estremamente drammatico: il "modo" di assumere la Comunione in piedi o seduti, da fermi o in processione, ecc.

    Ecco quindi la banalizzazione fuorviante:partere da grandi (presunti) teoremi telogici per arrivare a piccolissimi,infinitesimali(inesistenti e ingiustificati) corollari liturgici o viceversa.
    Ci si augura che prevalga in tutti il buon senso di seguire l'esempio,l'esempio,l'esempio di Benedetto XVI.

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  21. Tantum ergo Sacramentum
    veneremur cérnui:
    et antíquum documentum
    novo cedat rítui:
    præstet fides supplementum
    sénsuum défectui.



    E' COSI' SIA!

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  22. Penso che chi è riempito di ogni benedizione celeste e di ogni grazia non possa essere che felice e non nella tristezza. O no?

    tutti i detrattori del Sacrificio, Veneranda compreso, partono dal presupposto - erratissimo - che chi celebra il Sacrificio sia nella tristezza, come se la Chiesa si fosse mai fermata al Sacrifico e non fosse consapevole, ma soprattutto formata e arricchita dai beni escatologici che da esso scaturiscono, compresa la "gioia" della Risurrezione, che non è uno stato d'animo passeggero come l'"allegria" che - da quanto dice Kiko - occorre ritrovare ad ogni rito, ma un "Habitus", uno stato interiore dell'anima e dello spirito e della mente, che anche nella sofferenza e nella prova attinge allo Spirito del Risorto la Vita eterna che comincia già qui... è una "gioia" che nasce da una "pienezza" che solo il Signore Morto e Risorto per noi può dare, il resto sono solo surrogati...

    E chi non celebra il Sacrificio non rende il VERO CULTO a Dio... è questo di cui volevano privarci; ma il "non praevalebunt" è già iniziato col motu proprio

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  23. Sig. Veneranda, legga con attenzione i seguenti punti della Sacramentum Caritatis

    L'istituzione dell'Eucaristia

    10. In tal modo siamo portati a riflettere sull'istituzione dell'Eucaristia nell'Ultima Cena. Ciò accadde nel contesto di una cena rituale che costituiva il memoriale dell'avvenimento fondante del popolo di Israele: la liberazione dalla schiavitù dell'Egitto. Questa cena rituale, legata all'immolazione degli agnelli (cfr Es 12,1-28.43-51), era memoria del passato ma, nello stesso tempo, anche memoria profetica, ossia annuncio di una liberazione futura. Infatti, il popolo aveva sperimentato che quella liberazione non era stata definitiva, poiché la sua storia era ancora troppo segnata dalla schiavitù e dal peccato. Il memoriale dell'antica liberazione si apriva così alla domanda e all'attesa di una salvezza più profonda, radicale, universale e definitiva. È in questo contesto che Gesù introduce la novità del suo dono. Nella preghiera di lode, la Berakah, Egli ringrazia il Padre non solo per i grandi eventi della storia passata, ma anche per la
    propria « esaltazione ». Istituendo il sacramento dell'Eucaristia, Gesù anticipa ed implica il Sacrificio della croce e la vittoria della risurrezione. Al tempo stesso, Egli si rivela come il vero agnello immolato, previsto nel disegno del Padre fin dalla fondazione del mondo, come si legge nella Prima Lettera di Pietro (cfr 1,18-20). Collocando in questo contesto il suo dono, Gesù manifesta il senso salvifico della sua morte e risurrezione, mistero che diviene realtà rinnovatrice della storia e del cosmo intero. L'istituzione dell'Eucaristia mostra, infatti, come quella morte, di per sé violenta ed assurda, sia diventata in Gesù supremo atto di amore e definitiva liberazione dell'umanità dal male.

    Figura transit in veritatem

    11. In questo modo Gesù inserisce il suo novum radicale all'interno dell'antica cena sacrificale ebraica. Quella cena per noi cristiani non è più necessario ripeterla . Come giustamente dicono i Padri, figura transit in veritatem: ciò che annunciava le realtà future ha ora lasciato il posto alla verità stessa. L'antico rito si è compiuto ed è stato superato definitivamente attraverso il dono d'amore del Figlio di Dio incarnato. Il cibo della verità, Cristo immolato per noi, dat ... figuris terminum (20). Con il comando « Fate questo in memoria di me » (Lc 22,19; 1 Cor 11,25), Egli ci chiede di corrispondere al suo dono e di rappresentarlo sacramentalmente. Con queste parole, pertanto, il Signore esprime, per così dire, l'attesa che la sua Chiesa, nata dal suo sacrificio, accolga questo dono, sviluppando sotto la guida dello Spirito Santo la forma liturgica del Sacramento. Il memoriale del suo dono perfetto, infatti, non consiste nella semplice ripetizione dell'Ultima Cena, ma propriamente nell'Eucaristia, ossia nella novità radicale del culto cristiano. Gesù ci ha così lasciato il compito di entrare nella sua « ora »: « L'Eucaristia ci attira nell'atto oblativo di Gesù. Noi non riceviamo soltanto in modo statico il Logos incarnato, ma veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione » (21). Egli « ci attira dentro di sé » (22). La conversione sostanziale del pane e del vino nel suo corpo e nel suo sangue pone dentro la creazione il principio di un cambiamento radicale, come una sorta di « fissione nucleare », per usare un'immagine a noi oggi ben nota, portata nel più intimo dell'essere, un cambiamento destinato a suscitare un processo di trasformazione della realtà, il cui termine ultimo sarà la trasfigurazione del mondo intero, fino a quella condizione in cui Dio sarà tutto in tutti (cfr 1 Cor 15,28).

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  24. Bisogna sottolineare, Mic, che la GIOIA, la Perfetta Letizia, non è uno Status che si può PROVOCARE o fabbricare!

    La sovversione della Fede ci ha posto in una specie di industria dei sentimenti costruiti!

    Questo conferma per l'ennesima volta come l'uomo si voglia sostituire a Dio!

    E' DIO SOLO che FA LA GIOIA VERA! E' DIO che DONA! E' IL DATORE DEI DONI!

    La Perfetta Letizia NON SI CREA con i balli, i banchetti di nozze, le "transignificazioni"!

    La Perfetta Letizia si RICEVE dal Datore dei DONI!

    Non siamo in una scena tatrale! Non ci sono "tempi"! Non ci sono "atti"! Non c'è la "costruzione"! Perchè "se il Signore non Costruisce", "INVANO LAVORANO I COSTRUTTORI"! Mai come oggi vedo realizzato questo Salmo sul CNC!

    Il SIGNORE DONA! Dio dà la Pace e la Letizia Perfetta a coloro che attingono a questa Sorgente! La quale NON E' DI NOSTRA PROPRIETA' ma è DONO E MISTERO!

    Più questo Dono sarà purificato dalle aggiunte umane, maggiore sarà il beneficio per i Figli!

    Non è ammissibile questa ostentata FUNZIONALITA' che ha la Messa per Kiko! La Messa non è FUNZIONALE A NESSUNO!
    La MESSA E' DONO E MISTERO!

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  25. Caro Alma Veritas, i catechisti di solito dicono che quello che riguarda la CHiesa Universale non è per il cammino!!!!

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  26. In tutto questo mi chiedo: ma come, il CNC vuole "tronare alle radici" e che fa? Ignora il Primo Concilio di Gerusalemme, che si da iL Caso sia proclamato Parola di Dio nella nostra Bibbia, che vieta di giudaizzare?

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  27. Monastero di Bose
    Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici - CEI
    VI Convegno Liturgico Internazionale

    ASSEMBLEA SANTA
    Forme, presenze, presidenza
    5 giugno 2008
    http://www.monasterodibose.it/index.php/content/view/2015/452/lang,it/

    I vescovi vanno a prendere lezioni da priore di Bose. Estraggo dal suo intervento:

    Sì, le scelte più rilevanti e le priorità nodali che la nostra generazione oggi indicherà circa la vita liturgica della Chiesa, incideranno profondamente sullo stile e la forma del cristianesimo di domani. In effetti, a ben guardare, tutto conduce a pensare che nei prossimi decenni la liturgia sarà il criterio decisivo per la trasmissione della fede cristiana, e più esattamente di quale esperienza di fede trasmettere e quale stile di cristianesimo tramandare.

    Proprio questo è il punto; stanno continuando a provarci... ma questa volta non passeranno sulla nostra testa e non prevarranno i "cattivi maestri", con l'aiuto del Signore....

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  28. Ueh! C'è un altro Vaticano a Bose! Sì dimenticavo! Potremmo fare un puzzle per quanti "vaticani" esistono! E pensare che io ero convinto ce ne fosse uno solo! Che retrogado che sono!^__^

    Comunque, che ne dice Signor Veneranda di leggere anche Questo ?

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  29. Che i vescovi italiani siano andati a Bose a prender lezioni, fa il paio con i vescovi europei alla Domus:

    vanno ad ascoltare "cattivi maestri" e non ascoltano il Papa che trasmette e 'mostra' la Retta Fede...

    Continuiamo a pregare per il Papa e per la Chiesa!

    RispondiElimina
  30. quà sono tutti latinisti vedo.

    Dies irae, dies illa
    solvet saeclum in favilla:
    teste David cum Sibylla.

    Quantus tremor est futurus,
    quando judex est venturus,
    cuncta stricte discussurus!

    Tuba mirum spargens sonum
    per sepulcra regionum,
    coget omnes ante thronum.

    Mors stupebit et natura,
    cum resurget creatura,
    judicanti responsura.

    Liber scriptus proferetur,
    in quo totum continetur,
    unde mundus judicetur.

    Judex ergo cum sedebit,
    quidquid latet apparebit:
    nil inultum remanebit.

    Quid sum miser tunc dicturus?
    Quem patronum rogaturus,
    cum vix justus sit securus?

    Rex tremendae majestatis,
    qui salvandos salvas gratis,
    salva me fons pietatis.

    Recordare, Jesu pie,
    quod sum causa tuae viae:
    ne me perdas illa die.

    Quaerens me, sedisti lassus:
    redemisti Crucem passus:
    tantus labor non sit cassus.

    Juste judex ultionis,
    donum fac remissionis
    ante diem rationis.

    Ingemisco, tamquam reus:
    culpa rubet vultus meus:
    supplicanti parce, Deus.

    Qui Mariam absolvisti,
    et latronem exaudisti,
    mihi quoque spem dedisti.

    Preces meae non sunt dignae:
    sed tu bonus fac benigne,
    ne perenni cremer igne.

    Inter oves locum praesta,
    et ab haedis me sequestra,
    statuens in parte dextra.

    Confutatis maledictis,
    flammis acribus addictis:
    voca me cum benedictis.

    Oro supplex et acclinis,
    cor contritum quasi cinis:
    gere curam mei finis.

    Lacrimosa dies illa,
    qua resurget ex favilla
    judicandus homo reus.

    Huic ergo parce, Deus:
    pie Jesu Domine,
    dona eis (blog gestoribus) requiem. Amen.

    RispondiElimina

  31. dona eis (blog gestoribus) requiem. Amen


    Grazie, molto gentile! Ma sia, non era necessario che lo scrivessi.

    Sappiamo bene che ci augurate la morte molto spesso.

    Forse anche durante le vostre "messe", chi lo sa!

    Ma ci date sempre conferme insperate su cosa realmente provochi nelle persone il CNC. La "gioia" della speranza... che chi testimonia il dolore che provoca il CNC possa morire presto!

    RispondiElimina
  32. nella figura dello spartito in notazione neumatica dell'"introibo", vediamo chi sa riconoscere gli scandicus, climacus, torculus e porrectus.

    RispondiElimina
  33. intendevo requiem per riposo e pace spirituale

    RispondiElimina
  34. Sappiamo bene che ci augurate la morte molto spesso.

    Forse anche durante le vostre "messe", chi lo sa!

    Sempre che si piangono addosso.
    fate un po' pena

    RispondiElimina
  35. La "gioia" della speranza... che chi testimonia il dolore che provoca il CNC possa morire presto!


    lunga vita a mic assieme a un po' di requiem

    RispondiElimina
  36. comunque il riferimento di stefanio è, come al solito, una menata.
    Ti pare che siamo cretini da non capire che lo scritto di S.Agostino non c'entra un ciufolo?

    RispondiElimina
  37. inizio a pensare veramente che siete tutti antisemiti

    RispondiElimina
  38. E' DIO SOLO che FA LA GIOIA VERA! E' DIO che DONA! E' IL DATORE DEI DONI!
    ------------------

    Bravissimo Stephanos!

    Dio ti benedica
    per lo zelo con cui
    difendi il suo Santo Nome
    e la Sua Gloriosa Opera
    di Redenzione, di cui
    gli uomini si vogliono
    impadronire
    per ADULTERARLA:

    così come oggi
    la superbia luciferina
    degli uomini ha creato
    l'INGEGNERIA GENETICA
    per fare concorrenza a Dio
    nel mistero della vita,
    (riprodurre la vita nei
    loro laboratori...
    o deturparla con cloni ecc.,
    sciagurati!)

    altrettanto fa il CNC
    creando un' INGEGNERIA GENETICA
    DELLA MESSA E DEL SANTO SACRIFICIO,
    un' ADULTERAZIONE DEL
    MISTERO DELLA SALVEZZA,
    che anzichè scendere
    dal Cielo, dovrebbe
    scaturire dalle menti
    e dalle mani di tali
    ultra-superbi ribelli!

    RispondiElimina
  39. Caro Katartiko
    non proiettare sugli altri
    il sentire del tuo animo per favore...

    La domanda che sorge spontanea
    e' piuttosto: Perche' perdi tempo ancora qui?
    Sei approvato. Vai tranquillo.
    O forse qualche vocina ancora lebile
    un po' disturbante nel profondo
    ti spinge a rimare qui e cerchi
    di metterla a tacere proiettando
    su di noi il tuo malessere?

    Katartiko said:
    "Sappiamo bene che ci augurate la morte molto spesso.
    Forse anche durante le vostre "messe", chi lo sa!
    Sempre che si piangono addosso.
    fate un po' pena"

    RispondiElimina
  40. dedicato a gherardo, agli alti (ex)prelati e alla papessa

    In taberna quando sumus,
    non curamus, quid sit humus,
    sed ad ludum properamus,
    cui semper insudamus.
    Quid agatur in taberna,
    ubi nummus est pincerna,
    hoc est opus, ut queratur,
    sed quid loquar, audiatur.

    Quidam ludunt, quidam bibunt,
    quidam indiscrete vivunt;
    sed in ludo qui morantur,
    ex his quidam denudantur,
    quidam ibi vestiuntur,
    quidam saccis induuntur.
    Ibi nullus timet mortem,
    sed pro Baccho mittunt sortem.


    Primo pro nummata vini,
    ex hac bibunt libertini,
    semel bibunt pro captivis,
    post hec binbunt ter pro vivis,
    quater pro Christianis cunctis,
    quinquies pro fidelibus defunctis,
    sexies pro sororibus vanis,
    septies pro militibus silvanis.


    Octies pro fratribus perversis,
    novies pro monachis dispersis,
    decies pro navigantibus,
    undecies pro discordantibus,
    duodecies pro penitentibus,
    tredecies pro iter agentibus.
    Tam pro papa quam pro rege
    bibunt omnes sine lege.


    Bibit hera, bibit herus,
    bibit miles, bibit clerus,
    bibit ille, bibit illa,
    bibit servus cum ancilla,
    bibit velox, bibit piger,
    bibit albus, bibit niger,
    bibit constans, bibit vagus,
    bibit rudis, bibit magus.


    Bibit pauper et egrotus,
    bibit exul et ignotus,
    bibit puer, bibit canus,
    bibit presul et decanus,
    bibit soror, bibit frater,
    bibit anus, bibit mater,
    bibit ista, bibit ille,
    bibunt centum, bibunt mille.


    Parum centum sex nummate
    so durant, ubi immoderate
    bibunt omnes sine meta,
    quamvis bibant mente leta.
    Sic nos rodunt omnes gentes
    et sic erimus egentes.
    Qui nos rodunt, confundantur
    et cum iustis non scribantur.

    RispondiElimina
  41. La domanda che sorge spontanea
    e' piuttosto: Perche' perdi tempo ancora qui?



    che te fraga a te, dicono a Roma.

    RispondiElimina
  42. bibit ista, bibit ille,
    bibunt centum, bibunt mille.
    -----------------

    Che altro può rimanere
    nell'anima
    se non la disperazione
    degli ubriachi
    inebetiti dalle loro
    fiere liturgiche
    frastornanti...

    mentre l'anima
    sconsolata vaga
    nei blog
    alla ricerca
    del Dio Vivo e Vero
    che ha perduto
    in cambio di una
    grottesca caricatura?

    RispondiElimina
  43. inizio a pensare veramente che siete tutti antisemiti

    hai provato ancora una volta ad intasare la nostra pagina con post kilometrici... dovresti vergognarti di questi mezzucci...

    saremmo antisemiti solo perché soffriamo della giudaizzazione impropria del cristianesimo?

    che lo svuota della sua vera essenza che è l'Incarnazione, Vita, Morte, Risurrezione, Ascensione al Cielo del Signore Gesù che confessiamo e celebriamo,

    mentre il Cammino è rimasto fermo alla Pasqua Ebraica, al Sacrificio di Isacco, al manto di Elia, dell'ultima Cena ricorda solo la lavanda dei piedi perché "il Signore viene a servirli" e a noi sembra una bestemmia...

    e si è insinuato nella Chiesa e dovremo tenercelo finché il Signore vorrà come prova indicibile e come sofferenza e croce secondo la Sua volontà, ma non potremmo mai aderirvi perché la sua spiritualità è "estranea" a chi "conosce la Voce del Pastore Bello"

    RispondiElimina
  44. stephanos78 ha detto...


    Tantum ergo Sacramentum
    veneremur cérnui:
    et antíquum documentum
    novo cedat rítui:
    præstet fides supplementum
    sénsuum défectui.



    E' COSI' SIA!


    AMEN!

    RispondiElimina
  45. Ringrazio Pippoarturo per il suo post, perfettamente in tema,

    ma è così lungo che abbiamo reso la consultazione disponibile qui

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  46. Qui nos rodunt, confundantur
    et cum iustis non scribantur


    solo il Signore "scrive" tra i giusti coloro che Lui stesso giustifica col Suo Sangue Prezioso...

    RispondiElimina
  47. Con Stefano e Caterina

    Tantum ergo Sacramentum
    veneremur cérnui:
    et antíquum documentum
    novo cedat rítui:
    præstet fides supplementum
    sénsuum défectui.

    AMEN

    RispondiElimina
  48. Ok Mic.

    Quel testo è stato fondamentale per la mia "formazione" vent'anni fa. E ricordo, che appena finito di leggere commentai col mio amico sacerdote che me lo aveva consigliato: "quando Dio vorrà questo sarà il prossimo Papa".

    Comunque tutto il libro è disponibile qui:

    http://utenti.lycos.it/armeria/Rap_fede_index.htm

    RispondiElimina
  49. @ Stephanos
    Con tutto il cuore lo farò!

    Con te, con Mic e Caterina
    e tutti...

    Tantum ergo Sacramentum
    veneremur cérnui:
    et antíquum documentum
    novo cedat rítui:
    præstet fides supplementum
    sénsuum défectui.

    AMEN!

    (e pregherò perchè il Signore
    come Lui solo sa fare
    prenda nelle Sue braccia
    di Buon Pastore
    katartiko e i suoi
    poveri compagni
    di "strada"
    e metta un cuore di carne
    come il Suo
    al posto del loro
    cuore congelato
    dal pastore
    malefico...)

    RispondiElimina
  50. Chi parla di antisemitismo di questo blog non sa utilizzare internet di sicuro.

    Fate questo esperimento:

    http://www.internetica.it

    Scoprirete che internetica oltre a dare vita al presente blog ha anche un sito sulle nostre radici ebraiche:

    http://www.nostreradici.it/

    Come vedete il dialogo con gli ebrei è molto sviluppato dai partecipanti a questo blog che però allo stesso tempo criticano spesso il cammino neocatecumenale per i richiami all'ebraismo.

    Sarebbe interessante capire il perchè un'associazione con così tanti legami con l'ebraismo si preoccupi di attaccare il cammino neocatecumenale.

    Consiglio ai gestori la lettura dei documenti presenti nel loro sito fratello:

    http://www.nostreradici.it/origini-cristianesimo.htm

    Io il ho trovati molto interessanti per spiegare anche i segni liturgici utilizzati nel cammino neocatecumenale e approvati (pur se in maniera anomala e incompleta) dalla Chiesa Cattolica.
    Mi sembrava quasi di essere d'accordo ... mi sarò sbagliato.

    RispondiElimina
  51. Sarebbe interessante capire il perchè un'associazione con così tanti legami con l'ebraismo si preoccupi di attaccare il cammino neocatecumenale.

    il sito Le nostre Radici non è curato da noi; comunque ci associamo ai nostri amici che lo curano e con i quali condividiamo l'amore per le radici ebraiche (oltre che quelle greche e romane) della nostra fede, approfondire le quali di certo ci aiuta ad approfondire molte cose e conoscere meglio il Signore...

    ma nella Nuova Economia della salvezza non è un "passaggio" indispensabile, perché già nella Chiesa abbiamo TUTTO: il Signore Vivo e Vero e Presente fino alla fine dei tempi e il rapporto personale, comunitario e sacramentale con Lui ci guida alla Verità tutta intera, secondo la Sua volontà

    La ragione per cui non "attacchiamo", ma critichiamo il Cammino è che esso non va alla riscoperta delle radici ebraiche della fede cristiana, come il sito che hai citato, ma utilizza i simboli ebraici in maniera del tutto impropria e, sia attraverso i simboli che attraverso gli insegnamenti, produce una scimmiottatura sia dell'ebraismo che del cristianesimo, con una forte componente di giudaizzazione di quest'ultimo, a tutto decremento della conoscenza e del rapporto autentico col Signore Gesù, a partire dal Santo Sacrificio banalizzato e arbitrariamente modificato

    Un sano e fecondo ritorno alle origini, senza staccarsi dalla Tradizione Apostolica Viva e Autentica nella Chiesa, va operato con equilibrio e senza strumentalizzazioni né innovazioni arbitrarie che lo stesso Benedetto XVI definisce, deprecandole, "archeologismi liturgici"

    RispondiElimina
  52. se vuoi meglio documentarti sull'uso improprio dei simboli ebraici da parte del cammino e sulla sua evidente mania per l'ebraismo
    non hai che da aprire questi due link

    RispondiElimina
  53. Approfitto di questo Anniversario per segnalare, visto che d'estate si cercano libri^___^ qualche libro utile per comprendere quanto Benedetto XVI ami tanto l'Eucarestia....e per comprendere quanto abbia sofferto per dare vita a questo MP Summorum Pontificum....

    i libri sono: LA MIA VITA di J.Ratzinger, scritto proprio da lui, ed. se non erro delle paoline.... leggendolo si percepisce proprio la sua voce mentre si racconta e svela tanti aneddoti del Concilio......e si viene a conoscere come maturò la sua VOCAZIONE, altro aspetto importante della vita di ogni Consacrato....

    un altro è: PERCHE' SONO ANCORA NELLA CHIESA.......è una raccolta di interventi di J. Ratzinger sul tema Chiesa.....fatevi questo regalo e si comprenderà COME SI AMA VERAMENTE LA CHIESA....
    ^___^

    Ora, poichè si parla del MP Sacramentum Pontificum....suggerisco un personale approfondimento del testo....per coglierne LA GRAZIA che ci è stata donata....

    Orémus pro pontífice nostro Benedícto.
    Dóminus consérvet eum,
    et vivíficet eum,
    et beátum fáciat eum in terra,
    et non tradat eum in ánimam inimicórum éius.

    Preghiamo per il Papa Benedetto.
    Il Signore Lo conservi, Gli doni vita e salute,
    Lo renda felice sulla terra
    e Lo preservi da ogni male. Amen.

    Buona lettura^___^

    Fraternamente CaterinaLD

    RispondiElimina
  54. Già da quando era cardinale, per il nostro Papa è sotto accusa quello che definisce

    "l'archeologismo romantico di certi professori di liturgia, Secondo i quali tutto ciò che si è fatto dopo Gregorio I Magno sarebbe da eliminare come un'incrostazione, un segno di decadenza. A criterio del rinnovamento liturgico non hanno posto la domanda: "Come deve essere oggi?", ma l'altra: "Come era allora?". Si dimentica che la Chiesa è viva, che la sua liturgia non può essere pietrificata in ciò che si faceva nella città di Roma prima del Medio Evo. In realtà, la Chiesa medievale (o anche, in certi casi, la Chiesa barocca) hanno proceduto a un approfondimento liturgico che occorre vagliare con attenzione prima di eliminare. Dobbiamo rispettare anche qui la legge cattolica della sempre migliore e più profonda conoscenza del patrimonio che ci è stato affidato. Il puro arcaismo non serve, così come non serve la pura modernizzazione".

    RispondiElimina
  55. Anche nella Summorum Pontificum, il Papa ricorda Gregorio Magno e questo passaggio mi sembra molto significativo, soprattutto per comprendere come la Liturgia non è qualcosa che può essere fabbricato a tavolino da nessuno, tantomeno da laici... ma è "Opus Dei"...

    Tra i Pontefici che ebbero tale doverosa cura eccelle il nome di san Gregorio Magno, il quale si adoperò perché ai nuovi popoli dell’Europa si trasmettesse sia la fede cattolica che i tesori del culto e della cultura accumulati dai Romani nei secoli precedenti. Egli comandò che fosse definita e conservata la forma della sacra Liturgia, riguardante sia il Sacrificio della Messa sia l’Ufficio Divino, nel modo in cui si celebrava nell’Urbe. Promosse con massima cura la diffusione dei monaci e delle monache, che operando sotto la regola di san Benedetto, dovunque unitamente all’annuncio del Vangelo illustrarono con la loro vita la salutare massima della Regola: “Nulla venga preposto all’opera di Dio” (cap. 43). In tal modo la sacra Liturgia celebrata secondo l’uso romano arricchì non solo la fede e la pietà, ma anche la cultura di molte popolazioni. Consta infatti che la liturgia latina della Chiesa nelle varie sue forme, in ogni secolo dell’età cristiana, ha spronato nella vita spirituale numerosi Santi e ha rafforzato tanti popoli nella virtù di religione e ha fecondato la loro pietà.

    RispondiElimina
  56. Sempre dal Summorum Pontificum:

    "Perciò è lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo l’edizione tipica del Messale Romano promulgato dal B. Giovanni XXIII nel 1962 e mai abrogato, come forma straordinaria della Liturgia della Chiesa."

    Straordinaria, non vuol dire "una eccezione", ma "non-ordinaria", come affermato pochi giorni fa a Londra dal Card Castrillon Hoyos

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  57. Non serve il puro arcaismo nè la pura modernizzazione nè la cristallizzazione barocca.

    RispondiElimina
  58. Non serve il puro arcaismo nè la pura modernizzazione nè la cristallizzazione barocca.

    no, Signor Veneranda, non serve nessuna delle tre cose e quella che lei chiama "cristallizzazione barocca", non è certo la Santa e Divina Liturgia Vetus Ordo, e chiunque è capace di osare un'affermazione del genere non la conosce o, se la conosce, ne ha sfiorato solo l'involucro e non il puro, profondo, insondabile, incomparabile ma "preparato per noi", dolcissimo Mistero...

    RispondiElimina
  59. ne ha sfiorato solo l'involucro e non il puro, profondo, insondabile, incomparabile ma "preparato per noi", dolcissimo Mistero...
    ------------------

    Mistero da adorare,
    con gli Angeli,
    che ci attira
    con Potenza Infinita
    d'Amore Radiante
    Meraviglia Eterna...

    *****
    già,
    perchè chi ha comprato
    bigiotteria
    da un mercante di passaggio
    come potrà capire
    che cos'è
    l'Oro Vero,
    che ci dà Colui
    che dice:

    "...io ti consiglio di comperare da me dell'oro purificato dal fuoco, per arricchirti..."
    (Apocalisse 3:18)

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  60. Signor Veneranda ha detto...
    Non serve il puro arcaismo nè la pura modernizzazione nè la cristallizzazione barocca.

    *****************

    Non voglio credere che si riferisse alla Messa san Pio V giusto? ^____^

    Indubbiamente c'è il rischio di cristallizzazione quando nelle catechesi NON si spiega bene che cosa è la Messa oppure quando si fanno le catechismi estranei alla Tradizione...come appunto spiega il Papa nel MP....

    Il punto è che la Messa NON è totalmente spiegabile....Essa è nel suo centro UN MISTERO....che racchiude appunto il più grande dei Misteri e più grande dei prodigi....l'aver tentato di dare delle spiegazioni al Mistero, dice Ratzinger in un altro testo sulla liturgia, ha dato origine ALLA CONFUSIONE E AL DISORIENTAMENTO sul che cosa è la Messa e già specificava che la Messa san Pio V E' L'UNICO RITO CHE ABBIA MANTENUTO INALTERATO IL SENSO SACRAMENTALE DEL MISTERO.....
    Questo, attenzione, nulla toglie al NOM se però è celebrato senza ulteriori INVENZIONI ATTE A SPIEGARE A TUTTI I COSTI il cuore della Messa....^___^
    lo dice ancora Ratzinger nel testo sulla Liturgia....

    Infatti tutto ciò che il Papa sta facendo da settembre nelle Liturgie Pontificie non è altro che RIPORTARCI ALLA CONTEMPLAZIONE DELLA MESSA e di ciò che avviene...

    La Messa NON è solo "il banchetto" al quale siamo invitati, ma è principalmente IL SACRIFICIO AL QUALE SIAMO INVITATI.....l'Amore di Dio per noi è talmente immenso da averci donato questo INVITO E QUESTA PARTECIPAZIONE COME UN BANCHETTO perchè sarebbe stato impossibile per l'uomo partecipare solo ALLA CROCE, SOLO AL SACRIFICIO senza un ricevimento...^___^

    La Messa NON è vero che deve cambiare o modificare a seconda delle stagioni, delle epoche o delle generazioni, essa è IMMUTABILE....cambiare la Messa ad ogni stagione, ad ogni Kiko che arrivasse in ogni generazione (come giunse Lutero a tentare di snaturalizzarla) significherebbe INVENTARSI LA MESSA, INVENTARSI UN CULTO a seconda della personale comprensibilità...e allora si che sarebbe opera di uomini ma non certo di DIO il quale è lo stesso IERI, OGGI E SEMPRE, COME LA MESSA...per questo il Papa difende a ragione il Rito antico....^___^
    e per questo sta portando il NOM a somigliargli almeno nel senso della sacramentalità....ripristinando piccoli gesti di profonda venerazione e adorazione come l'inginocchiatoio...

    Sono sicura che in tutto questo dovremo trovarci d'accordo visto che sono le catechesi del Papa sulla Messa....
    ^___^

    Fraternamente CaterinaLD

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  61. Katartiko scusa ma perchè hai citato parte dei Carmina Burana di Orff (almeno mi pare di ricordare a memoria)?...era ironico? e per quale motivo lo dedichi a tutti noi?

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  62. Su Zenit la prima parte dell`intervista a Padre Zuhlsdorf


    Il motu proprio “Summorum Pontificum” un anno dopo (I)

    Padre John Zuhlsdorf ne analizza gli effetti

    http://www.zenit.org/article-14928?l=italian

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  63. significherebbe INVENTARSI LA MESSA, INVENTARSI UN CULTO a seconda della personale comprensibilità... e allora si che sarebbe opera di uomini ma non certo di DIO il quale è lo stesso IERI, OGGI E SEMPRE, COME LA MESSA...per questo il Papa difende a ragione il Rito antico....^___^

    In un'epoca razionalista come la nostra, la "comprensibilità" e anche la "sperimentabilità", misurata con la "sensazione" o, peggio ancora, col "sensazionalismo", per molti diventa l'esigenza prioritaria...

    e, soprattutto, si pretende di portare cambiamenti alla liturgia con l'intento dichiarato di renderla comprensibile o accessibile ai cosiddetti "lontani"...

    Ma l'unica cosa che essi devono comprendere e che tutti dobbiamo comprendere è l'Amore che ci precede sempre e che ci accoglie e vuole essere accolto, per salvarci dalla schiavitù del peccato e dell'egoismo e dell'egocentrismo, e quindi dalla 'estraneità' alla Vita Divina e introdurci nella Famiglia Divina: la Santissima Trinità...

    E l'accessibilità alla Liturgia, non richiede una profonda conoscenza, richiede semplicemente l"abito nuziale", cioè:

    - la disposizione interiore di creature che si accostano con rispetto e sacro timore ai Sacri Misteri, e quindi al Creatore e Signore, perché attraverso il Figlio fatto Uomo e al Suo supremo dono di Sè, sanno di dover ricevere tutto da Lui e

    - l'apertura di cuore per poter accogliere, col Perdono e la Redenzione, tutte le altre Grazie che ci introducono nel mondo della Risurrezione e danno alla nostra vita il Senso e ogni altro dono che l'accompagnano fino alla fine e costituiscono il suo fine... cioè il posto che essa ha nel Progetto di Dio...

    Il semplice rivelare ai 'lontani' Chi è il Signore e cosa ha fatto per noi (questa è la vera evangelizzazione e non richiede tante 'tappe' o rivelazioni di arcani) rende possibile che partecipino al Santo Sacrificio con la disposizione d'animo che permette alla Grazia Santificante operante nella Celebrazione di fare il resto... la conoscenza sempre più approfondita viene dopo e per gradi, strada facendo...

    e la comprensione non è data mai una volta per tutte; ma è il cammino di tutta la vita nella Fedeltà e nella frequentazione dei Sacramenti, che rende possibile l'approfondimento e il radicamento sempre ulteriori che non avrà mai fine...

    A me sembra che nel Cammino si parli tanto di Spirito Santo, ma poi si ha poca fiducia nell'Azione dello Spirito, se è "fare il Cammino", con tutti gli atti e i fatti che comporta, che costruisce la persona (da vedere QUALE persona) e ti dà lo Spirito Santo...

    Lo Spirito del Signore preesiste e ci precede e non siamo noi a fare né il rito né il Cammino, è Lui che fa la Chiesa attraverso la Vera Eucaristia, che crea Comunione e ci rende "un cuore solo e un'amima sola" e, nel Signore realmente lo siamo e veniamo edificati sempre ulteriormente!

    E il VERO celebrante è il Signore, attraverso il Sacerdote, non l'Assemblea, che per questo non vede sminuito in alcun modo il proprio "sacerdozio regale"... essere un popolo di Sacerdoti non significa essere un popolo di protagonisti della celebrazione, ma persone che, come dice S. Paolo, diventano capaci, nel Signore, di rendere la propria vita un sacrificio vivente santo, gradito a Dio!

    RispondiElimina
  64. Art. 1. Il Messale Romano promulgato da Paolo VI e' la espressione ordinaria della ''lex orandi'' (''legge della preghiera'') della Chiesa cattolica di rito latino. Tuttavia il Messale Romano promulgato da S. Pio V e nuovamente edito dal B. Giovanni XXIII deve venir considerato come espressione straordinaria della stessa ''lex orandi'' e deve essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico. Queste due espressioni della ''lex orandi'' della Chiesa non porteranno in alcun modo a una divisione nella ''lex credendi'' (''legge della fede'') della Chiesa; sono infatti due usi dell'unico rito romano.
    Percio' e' lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo l'edizione tipica del Messale Romano promulgato dal B. Giovanni XXIII nel 1962 e mai abrogato, come forma straordinaria della Liturgia della Chiesa

    mi sembra che sia definita forma straordinaria per celebrare e nn oridnaria cm alcuni qui presenti vorrebbero

    RispondiElimina
  65. Emma ha detto...
    Su Zenit la prima parte dell`intervista a Padre Zuhlsdorf


    Il motu proprio “Summorum Pontificum” un anno dopo (I)

    Padre John Zuhlsdorf ne analizza gli effetti

    http://www.zenit.org/article-14928?l=italian


    *********

    grazie Emma^___^


    Cara Alessandra....se lei avesse letto il MP avrebbe letto il perchè il Papa specifica la forma Ordinaria e la forma Straordinaria che in questo caso NON significa quel che lei intende....ossia oscurare tale Rito ed applicarlo solo per chi lo vuole....ripetiamo LA MESSA NON E' UN OPCIONAL....
    lei pensi che se uno si trovasse con il rischio di perdere la Messa domenicale e si trovasse vicino ad una opportunità di prendere Messa alla fraternità san Pio X perchè fosse la più vicina, questa sarebbe VALIDA....

    Come spiega il Papa questa differenza fra straordinario ed ordinario? leggiamolo dal MP

    Non c’è nessuna contraddizione tra l’una e l’altra edizione del Missale Romanum.

    Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto. Ovviamente per vivere la piena comunione anche i sacerdoti delle Comunità aderenti all’uso antico non possono, in linea di principio, escludere la celebrazione secondo i libri nuovi. Non sarebbe infatti coerente con il riconoscimento del valore e della santità del nuovo rito l’esclusione totale dello stesso.

    L’uso del Messale antico presuppone una certa misura di formazione liturgica e un accesso alla lingua latina; sia l’una che l’altra non si trovano tanto di frequente. Già da questi presupposti concreti si vede chiaramente che il nuovo Messale rimarrà, certamente, la forma ordinaria del Rito Romano, non soltanto a causa della normativa giuridica, ma anche della reale situazione in cui si trovano le comunità di fedeli.

    ***************

    dice dunque il Papa che tale Messa è straordinaria per le seguenti cause:

    1) non si conosce il latino....:
    presuppone una certa misura di formazione liturgica e un accesso alla lingua latina; sia l’una che l’altra non si trovano tanto di frequente
    ergo....il latino lo si può e si deve imparare, il Papa lo ha da poco ricordato di recente per i seminaristi L'OBBLIGO del latini....^___^

    2) a causa di una questione GIURIDICA:
    non soltanto a causa della normativa giuridica
    ergo anche questa causa potrà essere tolta...^___^

    3)a causa della situazione attuale:
    ma anche della reale situazione in cui si trovano le comunità di fedeli
    ergo...anche questa situazione potrà mutare^___^ il fatto stesso che il Papa sta ritornando ad una forma più sacra della Messa ci rammenta che EGLI DESIDERA UN RITORNO, PER IL NOSTRO BENE, AD UNA MESSA CHE SOMIGLI AL VOM....^___^


    come vede Alessandra queste e non altre sono le motivazioni del termine STRAORDINARIA e tutte tre le cause sono removibili...
    ^__^

    RispondiElimina
  66. comunque il numero sempre più scarno di postatori rende palese una cosa che forse internet nn riesce per molto a tener celati numeri e forme....e meno male perchè l'abituale cattolico praticante nn è indottrinato di documenti e leggi ,ma della Parola di Dio , piccola digressione al tempo di Gesù chi sapeva menadito documenti erano scribi e farisei
    e penso che ben sappiamo tutti come Gesù si rivolse ai farisei

    ricordate che il Signore vede la purezza del nostro cuore nn il nostro attaccamneto preconciliare

    RispondiElimina
  67. Grazie Emma!
    la prima cosa che mi colpisce della parole di Padre Zuhlsdorf

    "Le gocce stanno formando un ruscello."

    Questa la trovo condivisibile

    "Contrariamente a quanto sostengono i più progressisti, “la cosa cattolica” non è iniziata negli anni Sessanta. Benedetto XVI ci sta guidando verso una visione più salutare della dottrina della Chiesa, della storia, dell'adorazione pubblica e della nostra identità come cristiani. Non ci può essere vero cambiamento in vista di un futuro migliore senza continuità con il nostro passato. La liturgia è la punta della lancia."

    Questa invece mi impensierisce un po':

    "Solo con un'identità solida possiamo, come cattolici, avere qualcosa di positivo e salutare da offrire al mondo, una voce chiara per dare importanti contributi nella sfera pubblica."

    mi impensierisce perché non vorrei portasse a derive teocon: quelli che temo di più sono coloro che fanno del cristianesimo una "religione civile" e così si corre il rischio di dimenticare che è Fede in una Persona...

    ma forse sto esagerando...

    RispondiElimina
  68. come vede Alessandra queste e non altre sono le motivazioni del termine STRAORDINARIA e tutte tre le cause sono removibili...
    ^__^

    08 luglio, 2008 19:20

    francamente mi auguro che nulla cambi a che rimangano in auge ambo messali

    RispondiElimina
  69. ricordate che il Signore vede la purezza del nostro cuore nn il nostro attaccamneto preconciliare

    so che è una impresa disperata pretendere da Alessandra di trovare la connessione logica tra purezza di cuore e il fatto che l'attaccamento preconciliare possa essere un suo contrario

    A parte il fatto che noi non stiamo nemmeno esprimendo attaccamenti preconciliari di nessun tipo, non abbiamo mai condannato il Concilio ma solo diverse sue abominevoli applicazioni e stiamo manifestando apprezzamento ed attaccamento alla Santa e Divina Liturgia, se permette, alla quale il termine pre-conciliare non si adatta per niene:

    1. perché non è mai stata abolita

    2. perché non è la Messa preconciliare, ma è la Messa di sempre

    RispondiElimina
  70. .......certi suoi desideri, cara alessandra sono frutto di incomprensione delle cose sacre...mi perdoni, ma che se lo tenga per sè se non altro per rispettare LA SOFFERENZA DI BENEDETTO XVI NEL DIFENDERE QUESTA LITURGIA....non che lei non la rispetta, ma fare quelle affermazioni offendono il lavoro che sta facendo il Santo Padre da molti anni...

    se ha a cuore la VERITA' continui ad informarsi....mediti magari, non risponda a getto, nessuno le toglierà il NOM ^___^ ma non sia LEI a dividere il NOM dal Rito san Pio V perchè se lo facesse lei insegnerebbe che la SUA liturgia ha avuto inizio dal Concilio....legga cosa dice il Papa invece^__^

    ....A dieci anni dal Motu proprio "Ecclesia Dei"
    conferenza, tenuta a Roma, presso l'Hotel Ergife il 24.10.1998, in occasione delle celebrazioni per i dieci anni del Motu proprio "Ecclesia Dei"
    .....
    così si esprimeva l'allora Prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede:

    Card. Ratzinger:

    A dieci anni dalla pubblicazione del Motu Proprio "Ecclesia Dei", quale valutazione possiamo fare? Penso che questa sia innanzitutto un'occasione per mostrare la nostra gratitudine e per esprimere ringraziamenti. Le diverse comunità che sono sorte grazie al documento pontificio hanno dato alla Chiesa un gran numero di vocazioni sacerdotali e religiose che con zelo, in letizia e in stretta unione con il Papa, hanno offerto il loro servizio alla Chiesa in questo nostro attuale periodo storico. Per mezzo loro molti tra i fedeli sono stati confermati nella gioia di vivere la liturgia e confermati nel loro amore per la Chiesa o forse hanno riscoperto entrambe le cose. In molte diocesi - e il loro numero è tutt'altro che piccolo - essi servono la Chiesa in collaborazione con i Vescovi e in unione fraterna con quei fedeli che si sentono a loro agio con le mutate forme della nuova liturgia. Per tutto questo non possiamo mancare oggi di rendere grazie.

    Non sarebbe tuttavia realistico se sorvolassimo in silenzio su quelle cose che sono meno positive. In molti luoghi persistono e si perpetuano difficoltà perché alcuni vescovi, preti e fedeli considerano questo attaccamento alla vecchia liturgia come un elemento di divisione che non può non disturbare la comunità ecclesiale e non far supporre una certa riserva quanto all'accettazione del Concilio e, più in generale, all'obbedienza verso i legittimi pastori della Chiesa.

    Le domande che dobbiamo porci sono dunque le seguenti: come si possono superare queste difficoltà? Come si può costruire la necessaria fiducia nei gruppi e nelle comunità che amano l'antica liturgia e che vogliono sia pacificamente integrata nella vita della Chiesa? Ma c'è un'altra domanda che deriva dalle precedenti: qual è la ragione profonda di questa sfiducia e del rifiuto di perpetuare le antiche forme liturgiche?

    È senza dubbio possibile che in questo campo esistano ragioni che sono a monte di ogni considerazione teologica e che hanno le loro radici nel carattere degli individui, o nel contrasto tra i diversi caratteri, o in altri elementi affatto esteriori. Ma è certo che vi sono anche altre e più profonde ragioni che spiegano questi problemi. Due sono le ragioni che vengono più frequentemente addotte: mancanza di obbedienza al Concilio che volle riformati i libri liturgici e rottura dell'unità come conseguenza necessaria del lasciare in uso forme liturgiche differenti. E' relativamente semplice confutare sul piano teoretico questi due ragionamenti. Non è stato il Concilio a riformare i libri liturgici, esso ne ha ordinato la revisione e, a questo fine, ha fissato alcuni principi fondamentali.

    In primo luogo il Concilio ha dato una definizione di che cos'è la liturgia e questa definizione fornisce un metro di giudizio per ogni celebrazione liturgica. Se si ignorano queste regole essenziali e si accantonano le "normae generales" formulate nei numeri 34-36 della Costituzione "De Sacra Liturgia", allora si che si disubbidisce al Concilio! È alla luce di quei criteri che le celebrazioni liturgiche debbono essere giudicate, siano esse basate sui vecchi o sui nuovi testi.

    Va qui ricordato quanto osserva il Cardinale Newman: nel corso della sua storia la Chiesa non ha mai abolito o proibito forme ortodosse di liturgia, perché ciò sarebbe estraneo allo spirito stesso della Chiesa. Una liturgia ortodossa, vale a dire una liturgia che esprime la vera fede, non è mai una raccolta fatta secondo criteri pragmatici di cerimonie diverse, manipolabili ad arbitrio, oggi in un modo e domani in un altro. Le forme ortodosse di un rito sono realtà viventi, sgorgate dal dialogo tra la Chiesa e il suo Signore; sono l'espressione della vita della Chiesa, in cui si condensano la fede, la preghiera e la vita stessa delle generazioni, dove è incarnata nello stesso tempo in forma concreta l'azione di Dio e la risposta dell'uomo. Questi riti possono estinguersi se il soggetto che li usa in un particolare momento scompare, o se questo soggetto viene ad inserirsi in un altro modo di vita. In situazioni storiche diverse l'autorità della Chiesa può stabilire e limitare l'uso dei riti, ma non li vieta mai sic et simpliciter! Cosi il Concilio ha ordinato una riforma dei libri liturgici, ma non ha proibito i libri precedenti. Il criterio espresso dal Concilio è più ampio e più esigente: esso ha invitato tutti all'autocritica. Su questo punto ritorneremo.

    RispondiElimina
  71. Padre Zuhlsdorf dice:

    All'inizio c'erano aspettative non realistiche. Molti di coloro che sostengono la Messa nel vecchio stile erano troppo ottimisti. Gli oppositori, spesso in posizioni di potere, hanno provato a fermare l'ondata parlando in modo molto negativo non solo della vecchia Messa, ma anche della gente che la desidera.
    Molti Vescovi diocesani, incredibilmente, hanno posto ostacoli irragionevoli ai provvedimenti che il Santo Padre aveva generosamente promulgato. Questa resistenza si sta ora sgretolando sotto l'esame della gente e la pressione della Santa Sede.
    L'altro fattore importante è che molti giovani sacerdoti vogliono imparare la Messa tradizionale in latino. Ad esempio, so che più di 1.000 sacerdoti hanno richiesto il nuovo DVD realizzato dalla Fraternità di San Pietro insieme a EWTN [Eternal World Television Network, ndt].
    Molti sacerdoti stanno frequentando laboratori di formazione a Chicago e in Nebraska, a Oxford (Inghilterra) e in altri luoghi, dovunque siano proposti. Non appena i sacerdoti impareranno questa forma della Messa, inizieranno a implementarla nelle parrocchie.


    Dati che corrrispondono sia nel negativo che nel positivo anche alla nostra esperienza italiana e, per quanto ho potuto vedere, a quella francese

    E' consolante che stia aumentando il numero di sacerdoti che potranno celebrare... so che la Fraternità di S. Pietro e anche la FSSPX sono dei veri vivai :)

    RispondiElimina
  72. la seconda parte del testo sopra riportato:

    ....A dieci anni dal Motu proprio "Ecclesia Dei"
    conferenza, tenuta a Roma, presso l'Hotel Ergife il 24.10.1998, in occasione delle celebrazioni per i dieci anni del Motu proprio "Ecclesia Dei"
    .....
    così si esprimeva l'allora Prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede:

    Card. Ratzinger:

    Inoltre si può dire questo: che viene spesso ampliata, a torto e spesso con conseguenze di abusi intollerabili, la libertà che il nuovo Ordo Missae lascia alla creatività, e che la differenza fra liturgie che si celebrano secondo i nuovi libri, così come vengono di fatto messe in pratica e celebrate nei diversi luoghi, è spesso più grande di quella tra l'antica e la nuova liturgia, quando l'una e l'altra vengono celebrate in conformità con le prescrizioni dei libri liturgici. Il cristiano medio, privo di una cultura liturgica specialistica, ha difficoltà a distinguere tra una Messa cantata in latino secondo il vecchio Messale ed una cantata in latino secondo quello nuovo. La differenza fra una celebrazione liturgica che si attiene fedelmente al Messale di Paolo VI e la realtà di celebrazioni in lingua corrente, con tutte le possibili libertà di partecipazione e di creatività, quella differenza si che può essere enorme!

    A me sembra che i contrasti che abbiamo menzionato sono così grandi perché le due forme di celebrazione vengono a giustapporsi a due atteggiamenti spirituali, vale a dire a due modi diversi di concepire la Chiesa e l'essere cristiani. Le ragioni sono molte.

    La prima è questa: si giudicano le due forme liturgiche dalle loro caratteristiche esteriori e si giunge così alla conclusione che sono due differenti atteggiamenti di fondo. Il cristiano medio considera essenziale nella nuova liturgia che essa sia celebrata nella lingua corrente e rivolti ai fedeli, che sia lasciato ampio spazio alla libera creatività e all'esercizio per i laici di un ruolo attivo; nella vecchia liturgia al contrario ritiene essenziale che essa sia in latino, che il sacerdote sia rivolto verso l'altare, che il rito si svolga secondo tutte le prescrizioni e che i fedeli seguano la Messa in preghiera silenziosa senza alcun ruolo attivo.

    Questo punto di vista considera essenziale per una liturgia la sua fenomenologia, non quanto la liturgia stessa considera come essenziale. C'era da attendersi che i fedeli avrebbero interpretato la liturgia a partire dalle forme concrete visibili e che da quelle forme sarebbero stati determinati spiritualmente: i fedeli non penetrano facilmente nelle profondità della liturgia.

    Le contraddizioni e i contrasti che abbiamo elencati non hanno origine né dallo spirito del Concilio, né dai documenti conciliari.

    Nella "Costituzione sulla Sacra Liturgia" non si parla di celebrazione verso l'altare o verso il popolo; in tema di lingua si dice che il latino deve essere mantenuto pur dando un più ampio spazio al vernacolo "specialmente nelle letture e nelle monizioni, in alcune preghiere e nei canti" (SL, n. 36, 2).


    Quanto alla partecipazione dei laici il Concilio ribadisce che la liturgia è essenzialmente cura dell'intero Corpo di Cristo, Capo e membra (SL, n. 7), che essa appartiene "all'intero Corpo mistico della Chiesa" (SL, n. 26) e conseguentemente comporta "una celebrazione comunitaria con la presenza e la partecipazione attiva dei fedeli" (SL, n. 27). E il testo specifica: "nelle celebrazioni liturgiche ciascuno, ministro o fedele, svolgendo il proprio ufficio, compia soltanto e tutto ciò che gli compete, secondo la natura del rito e le norme liturgiche" (SL, n. 28); e ancora: "per promuovere la partecipazione attiva si curino le acclamazioni del popolo, le risposte, la salmodia, le antifone, i canti, come pure le azioni, i gesti e l'atteggiamento del corpo; si osservi anche, a tempo debito, il sacro silenzio" (SL, n. 30).

    Queste le direttive del Concilio; esse possono fornire a tutti materia di riflessione. In una pane dei liturgisti moderni c'è purtroppo la tendenza a sviluppare i principi del Concilio in una sola direzione, rovesciando così gli intendimenti stessi del Concilio. Il ruolo del sacerdote è ridotto da alcuni a qualcosa di semplicemente funzionale. Il fatto che il Corpo di Cristo nella sua interezza è il soggetto della liturgia viene spesso stravolto fino al punto che la comunità locale diviene il soggetto autosufficiente della liturgia e i diversi ruoli vengono distribuiti al suo interno.

    C'è poi una pericolosa tendenza a minimizzare il carattere sacrificale della Messa e ad indurre alla sparizione del mistero e del sacro con il pretesto - un pretesto asserito imperativo - che in questo modo ci si fa comprendere meglio. Infine si percepisce la tendenza a frammentare la liturgia, mettendo arbitrariamente in rilievo il suo carattere comunitario e conferendo all'assemblea il potere di decidere riguardo alla celebrazione.

    D'altra parte, là dove il Movimento liturgico aveva suscitato un certo amore per la liturgia e aveva anticipato le idee essenziali del Concilio - come, ad esempio, la partecipazione di tutti nella preghiera all'azione liturgica — proprio lì è stato maggiore il dolore, di fronte ad una riforma intrapresa troppo frettolosamente e spesso limitata all'esteriorità. Là dove, invece, il Movimento liturgico non è mai esistito la riforma non ha sollevato, in un primo tempo, dei problemi. Questi sono sorti solo sporadicamente là dove il mistero sacro ha ceduto il posto ad una creatività selvaggia.

    Per questo è molto importante osservare i principi essenziali della "Costituzione sulla sacra liturgia", che ho ricordati sopra, anche quando si celebra con il vecchio Messale. Nel momento in cui questa liturgia tocca profondamente i fedeli con la sua bellezza e ricchezza, allora essa sarà amata e non la si porrà più in contrapposizione inconciliabile con la nuova liturgia, purché i criteri siano fedelmente applicati secondo i desideri del Concilio.


    **************

    parola di Ratzinger...oggi Benedetto XVI per grazia di Dio
    ^___^

    RispondiElimina
  73. Dalla Messa papale di LEONE XIII:
    Cantato il Prefazio dal Sommo Pontefice, il Coro intona il Sanctus, mntre otto prelati con torce accese vengono a mettersi in ginocchio davanti all'Altare.
    Lasciatemi dire che trovo molto più bello il lucerniere vivente a otto luci che i sette candelabroni!

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  74. l'epitaffio del blog:


    Hic, rogo, pauxillum veniens subsiste, viator.
    et mea scrutare pectore dicta tuo,
    ut tua deque meis agnoscas fata figuris:
    vertitur o species, ut mea, sique tua.
    quod nunc es fueram, famosus in orbe, viator,
    et quod nunc ego sum, tuque futurus eris.
    delicias mundi casso sectabar amore,
    nunc cinis et pulvis, vermibus atque cibus.
    quapropter potius animam curare memento,
    quam carnem, quoniam haec manet, illa perit.
    cur tibi rura paras? quam parvo cernis in antro
    me tenet hic requies: sic tua parva fiet.
    cur Tyrio corpus inhias vestirier ostro
    quod mox esuriens pulvere vermis edet?
    ut flores pereunt vento veniente minaci,
    sic tua namque, caro, gloria tota perit.
    tu mihi redde vicem, lector, rogo, carminis huius
    et dic: 'da veniam, Christe, tuo famulo.'
    obsecro, nulla manus violet pia iura sepulcri,
    personet angelica donec ab arce tuba:
    'qui iaces in tumulo, terrae de pulvere surge,
    magnus adest iudex milibus innumeris.'
    Alchuine nomen erat sophiam mihi semper amanti,
    pro quo funde preces mente, legens titulum.

    Hic requiescit beatae memoriae domnus Alchuinus abba, qui obiit in pace XIV. Kal. Iunias. Quando legeritis, o vos omnes, orate pro eo et dicite, 'Requiem aeternam donet ei dominus.' Amen.



    p.s.
    Sofia (detta asofia)pensa alla tua salvezza. Non è mai detto.....
    Pregherò per te, perchè il Signore ti dia la vera Sofia

    RispondiElimina
  75. Per inciso, Leone XIII è il fondatore dell'Università Liturgica di S. Anselmo.

    RispondiElimina
  76. Si, in effetti i candelabroni oggi come oggi sarebbero sprecati coi neocatecumenali.
    A meno che non li si voglia usare per accarezzar loro le spalle...

    RispondiElimina
  77. @ Katartiko

    Come può dettare un epitaffio chi ha già scritto il proprio da un pezzo?

    RispondiElimina
  78. Signor Veneranda ha detto...
    Dalla Messa papale di LEONE XIII:
    Cantato il Prefazio dal Sommo Pontefice, il Coro intona il Sanctus, mntre otto prelati con torce accese vengono a mettersi in ginocchio davanti all'Altare.
    Lasciatemi dire che trovo molto più bello il lucerniere vivente a otto luci che i sette candelabroni!


    ****************

    STRAQUOTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    ma andove l'hai pescato????? non è facile leggere questa conoscenza....^___^
    in una discussione tempo addietro lo proposi ma non mi presero sul serio........ahahahahah
    però se non erro era per una funzione particolare non per la Messa "normale"....
    ^___^

    RispondiElimina
  79. ...senonchè, cara Caterina 63, gli otto candelabroni non costituiscono simbologia ebraica,la kannukiah si.
    E poi,parliamoci chiaro, sono più maneggevoli i candelabri che non la kannukiah se li si vuole usare come ramazze antineocat.

    RispondiElimina
  80. ...su la kannukiah si era già chiarito infatti quanto dice la Legge della Chiesa in materia di preparazione dell'altare:

    [185.] Sono da annoverare come altrettanto gravi i casi seguenti:


    b) introdurre nella Santa Messa e parimenti nelle altre celebrazioni della sacra Liturgia un simbolo o professione di fede, non presente nei libri liturgici regolarmente approvati;

    c) introdurre nella celebrazione della santa Messa elementi desunti dai riti della religione ebraica o di altre religioni;

    ^___^

    la Chiesa latina, ma anche quella Ortodossa svilupparono praticamente da subito una liturgia che indubbiamente recava simboli ebraici che la Chiesa, attraverso ALTRI CONCILII legittimi lentamente abolì....
    ma per quale motivo? perchè la simboligia ebraica ATTENDE IL MESSIA....al contrario e durante la Messa DIO VIVO E VERO E' LI PRESENTE.....

    Ecco perchè il Papa con il MP richiama tutti alla Tradizione, non certo per negare una riforma che c'è sempre stata nella Chiesa, quanto per NON modificare il significato della Messa....

    RispondiElimina
  81. A dire il vero è una delle "cose" che stento ad accettare, come è possibile che sia tollerata e legittimata la presenza di quel candelabro ebreo, importante simbolo ebreo, sulla mensa-tavola, non oso dire altare, durante la celebrazione della Santa Eucaristia.
    Dobbiamo aspettarci che la kanucchiah sarà posta anche sull`altare, nelle chiese confidate al Cn?
    Che alla fine della Santa Messa i fedeli saranno chiamati a fare una danza ebraica attorno all`altare?
    Che il rito celebrato in quelle chiese sarà esclusivamente il rito neocatecumenale?
    Mi sembra che tante domande restano in sospeso sull`applicazione concreta dello Statuto.

    RispondiElimina
  82. ...su la kannukiah si era già chiarito infatti quanto dice la Legge della Chiesa in materia di preparazione dell'altare:

    [185.] Sono da annoverare come altrettanto gravi i casi seguenti:


    b) introdurre nella Santa Messa e parimenti nelle altre celebrazioni della sacra Liturgia un simbolo o professione di fede, non presente nei libri liturgici regolarmente approvati;

    c) introdurre nella celebrazione della santa Messa elementi desunti dai riti della religione ebraica o di altre religioni;
    ................................
    Questo era un pezzo del capitolo IX della Pignus redemptionis che non vide mai la luce. O no?

    RispondiElimina
  83. I karmina burana ??????
    Quelli di O Fortuna,
    velut luna
    statu variabilis,
    semper crescis
    aut decrescis;
    vita detestabilis
    nunc obdurat


    KATARTIKO 6 grande!!!!!!!

    RispondiElimina
  84. Signor Veneranda ha detto...
    ...su la kannukiah si era già chiarito infatti quanto dice la Legge della Chiesa in materia di preparazione dell'altare:

    [185.] Sono da annoverare come altrettanto gravi i casi seguenti:


    b) introdurre nella Santa Messa e parimenti nelle altre celebrazioni della sacra Liturgia un simbolo o professione di fede, non presente nei libri liturgici regolarmente approvati;

    c) introdurre nella celebrazione della santa Messa elementi desunti dai riti della religione ebraica o di altre religioni;
    ................................
    Questo era un pezzo del capitolo IX della Pignus redemptionis che non vide mai la luce. O no?


    ******************

    NO! ^___^
    la sua trasposizione e citazione si ebbe poi in altri vari documenti...
    Alcuni Documenti della Chiesa vengono redatti solo in latino e non vengono divulgati semplicemente perchè vengono usati per le citazioni ad altri Documenti, sono diciamo...Documenti TECNICI per gli "addetti ai lavori"...quali i vescovi, e le persone addette alla consultazione del Diritto Canonico con annessti articoli di altri documenti...
    ^___^

    RispondiElimina
  85. Il Pignus pignae,caro Veneranda,
    sta dunque al Magistero della Chiesa
    come nella Sistina la mutanda
    apposta allor a immagine indifesa?

    Se tutto è relativo pel suo Kiko
    e giusto è sol quello che lui sogna,
    perchè non poni più foglia di fico
    sulla bocca di chi già si vergogna?

    RispondiElimina
  86. Il testo che segue è tratto dalla rivista Jesus del 2003


    Un’istruzione vaticana metterà all’indice gli abusi sull’Eucaristia

    Il titolo provvisorio è Pignus redemptionis ac futurae gloriae e si tratta di una "istruzione" firmata dalle Congregazioni per la dottrina della fede, e per il culto e la disciplina dei sacramenti. La bozza dell’ultima versione del documento – che Jesus è in grado di anticipare in queste pagine – è stata distribuita a vescovi e consultori il 5 giugno scorso, e l’uscita della stesura definitiva è prevista tra la fine dell’anno e l’inizio del 2004.
    L’istruzione era stata preannunciata da Giovanni Paolo II nel numero 52 dell’enciclica Ecclesia de Eucharistia: «Occorre purtroppo lamentare che, soprattutto a partire dagli anni della riforma liturgica post-conciliare, non sono mancati abusi», aveva scritto il Papa nel testo firmato il Giovedì santo di quest’anno. E precisava: «Per rafforzare il senso profondo delle norme liturgiche ho chiesto ai dicasteri competenti della Curia romana di preparare un documento più specifico, con richiami anche di carattere giuridico, su questo tema di grande importanza».
    È quello che si propone, appunto, l’istruzione in gestazione, che in 200 paragrafi prende di mira 37 "abusi" principali contro l’Eucaristia. Il testo è stato stilato da un’équipe composta da tre membri della Congregazione per la dottrina della fede, guidati dal domenicano Joseph Augustine Di Noia, e da tre esperti del culto divino, con a capo il padre marista Anthony Ward.
    Il principale elemento di novità è probabilmente quello del paragrafo 197 dell’attuale bozza, intitolato De quaerelis circa abusus in re liturgica, in cui si afferma che «ogni cattolico, sacerdote o diacono o fedele laico, ha il diritto di sporgere querela circa gli abusi liturgici», in via preferenziale «al proprio vescovo diocesano», ma anche «al pastore equiparato sui iuris o presso la Santa Sede». E nel paragrafo successivo si chiede che «tutti portino il dovuto rispetto a coloro che lamentano l’abuso e si astengano da parole che possano nuocere alla buona fama dei denuncianti. Infatti a nessuno è lecito ledere la buona fama della quale qualcuno gode».
    Ma quali sono gli abusi elencati nell’istruzione? In realtà si tratta di materia già ampiamente trattata in altre sedi, dal Codice di diritto canonico ai vari documenti liturgici, come dimostra l’ampio corredo di 316 note.
    Entriamo nello specifico. Un riferimento, non esplicito, sembra essere fatto alle Chiese del Nord Europa, Germania in testa, per quello che viene considerato un eccessivo protagonismo dei laici. Si parla infatti dei cosiddetti "assistenti pastorali", dei quali, si dice al n. 41, «non vi è nessuna necessità dal punto di vista ecclesiologico» e che «non poche volte mostrano in maniera non adatta dei caratteri assunti dal ministero sacerdotale. Da ciò si crea una figura che presenta elementi autenticamente laicali e impropriamente clericali, eccessivamente plasmata sulla forma del ministero pastorale dei chierici». Per rimediare alle tante difficoltà che da questa confusione dei ruoli possono nascere, «laddove esiste, l’assistente pastorale non assuma compiti durante la stessa celebrazione liturgica, anche se mancano sacerdoti e diaconi. Il suo impegno tenda soprattutto a ciò: che sia promosso il ministero dei sacerdoti e dei diaconi, siano suscitate vocazioni al sacerdozio e al diaconato e in ciascuna comunità cristiana i fedeli laici si preparino con cura, secondo le norme del diritto, ai vari uffici liturgici». Inoltre, si dice al paragrafo successivo, «nelle celebrazioni liturgiche ciascuno, avendo il suo ruolo, svolga solo e tutto quello che lo riguarda. Non è mai lecito ai laici arrogarsi l’ufficio e l’abito del diacono o del sacerdote». Agli "assistenti pastorali", ma in generale ad «alunni di seminario, studenti di teologia» e a ogni «altro genere di laici», qualunque sia il gruppo, la comunità, o l’associazione di appartenenza, «è proibita la predicazione durante la celebrazione della Messa» (n. 55).
    Sempre in riferimento alla partecipazione dei laici, nel secondo capitolo si dice che l’Eucaristia non va ritenuta una "concelebrazione" del sacerdote con i fedeli presenti (n. 34) e le stesse espressioni «comunità celebrante» e «assemblea celebrante» vanno evitate, perché richiamano modi di dire politici, che poco hanno a che fare con la materia liturgica.
    L’uso delle ragazze ministranti è ammesso a giudizio del vescovo, ma va evitato «senza una giusta causa pastorale né mai i sacerdoti devono ritenersi obbligati a chiamare le fanciulle a quest’ufficio». E riguardo ai ministeri ordinati dei laici, questi vanno utilizzati solo per stretta necessità e chiamati «ministri straordinari della comunione» e non «dell’Eucaristia».
    Nel capitolo sulla corretta celebrazione della santa Messa, tra le altre cose si esclude la possibilità di «applausi e danze all’interno dell’edificio sacro, anche al di fuori della celebrazione eucaristica. Né viene ammesso alcun pretesto in loro favore» (n. 60). Tutti gli abusi trattati alla fine sono riassunti nel capitolo nove e, nella prassi per combatterli, i cattolici vengono invitati a denunciarli.

    Vittoria Prisciandaro

    *********************

    L'Istruzione, FIRMATA DAI VESCOVI e dunque stabilita... come appunto si legge, si ebbe, ma al pubblico pervenne una lunga attesa sfociata poi nella Redemptionis Sacramentum dove specifica appunto:

    3. Altri abusi

    [174.] Inoltre, le azioni commesse contro quelle norme, di cui si tratta altrove in questa Istruzione e nelle norme stabilite dal diritto, non vanno considerate con leggerezza, ma le si annoveri tra gli altri abusi da evitare e correggere con sollecitudine.

    "di cui si tratta altrove..."

    [175.] Quanto esposto nella presente Istruzione, come risulta chiaro, non riporta tutte le violazioni contro la Chiesa e la sua disciplina, quali sono definite nei canoni, nelle leggi liturgiche e nelle altre norme della Chiesa secondo la dottrina del Magistero o la sana tradizione. Se qualche errore viene commesso, andrà corretto a norma del diritto.

    *****************

    questo solo per rispondere correttamente alla giustissima osservazione di Veneranda...che potrebbe tuttavia far pensare che certi abusi sono stati condonati ^___^

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  87. Katartiko scusa ma perchè hai citato parte dei Carmina Burana di Orff (almeno mi pare di ricordare a memoria)?...era ironico? e per quale motivo lo dedichi a tutti noi?

    Per essere precisi i Carmina Burana sono brani poetici goliardici del XII o XIII secolo di cui il musicista Orff ha musicato alcuni testi.
    Lo dedico a tutti voi perchè fra approvazione degli statuti e risposte negative della S.Pio X e meglio che vi fate una bella bevuta.
    Comunque, lasciando stare la goliardia, io sono contento del Motu Propio e già abbiamo fatto sapere al Papa che il vescovo di CL impedisce le celebrazioni del VO (ed è arrivato il severo rimprovero). Non vi dico quello che sta combinando il Vescovo dopo i rimbrotti vaticani: falsi articoli di giornale, punizioni all'unico presbitero che si è azzardato a celebrare col rito antico, minacce a chi ha scritto al Papa, ecc..
    Tra le altre sventure di questo vescovo dobbiamo aggiungere che non ama per niente il CN.
    Purtroppo ce lo avremo per lungo tempo perchè era in procinto di diventare Arcivescovo di Siracusa, ma dopo i rimproveri papali tutto si è fermato.

    RispondiElimina

  88. falsi articoli di giornale, punizioni all'unico presbitero che si è azzardato a celebrare col rito antico, minacce a chi ha scritto al Papa


    mmmmmm. MI RICORDA QUALCUNO...!

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  89. In questo collegamento
    http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20040423_present-card-arinze_it.html

    il card. Arinze lo stesso mons. Amato della Cong. per la Fede, spiegano lo sviluppo e l'importanza di questa Istruzione, qui metto solo la presentazione del card. Arinze:

    1. Origine di questa Istruzione

    È utile ricordare l’origine di questa Istruzione. Il 17 aprile 2003, Giovedì Santo, nel corso della celebrazione solenne dell’Ultima Cena nella Basilica di San Pietro, il Santo Padre firmò e diede alla Chiesa la sua quattordicesima lettera enciclica Ecclesia de Eucharistia.

    In questo bel documento, il Papa Giovanni Paolo II dichiara, tra l’altro, che la Santa Eucaristia "si pone al centro della vita ecclesiale" (n°3), "essa unisce il cielo e la terra. Comprende e pervade tutto il creato" (n° 8). "Essa è quanto di più prezioso la Chiesa possa avere nel suo cammino nella storia" (n° 9).

    Fa notare, allo stesso tempo, che dopo il Concilio Vaticano II, degli elementi positivi e negativi si sono sviluppati nella celebrazione del culto (n° 10) e che gli abusi sono stati un motivo di sofferenza per molti. Considera dunque suo dovere lanciare un "caldo appello perché, nella Celebrazione eucaristica, le norme liturgiche siano osservate con grande fedeltà" (n° 52). Aggiunge: "Proprio per rafforzare questo senso profondo delle norme liturgiche, ho chiesto ai Dicasteri competenti della Curia Romana di preparare un documento più specifico, con richiami anche di carattere giuridico, su questo tema di grande importanza. A nessuno è concesso di sottovalutare il Mistero affidato alle nostre mani: esso è troppo grande perché qualcuno possa permettersi di trattarlo con arbitrio personale, che non rispetterebbe il suo carattere sacro e la dimensione universale" (n° 52).

    Ecco dunque l’origine di questa Istruzione che la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti offre adesso alla Chiesa latina, in stretta collaborazione con la Congregazione per la Dottrina della Fede.

    2. Senso delle norme liturgiche

    Ci si potrebbe porre la domanda sul senso delle norme liturgiche. La creatività, la spontaneità, la libertà dei figli di Dio, un buon senso ordinario non è sufficiente? Perché il culto di Dio dovrebbe essere regolamentato per mezzo di rubriche e norme? Non basta insegnare semplicemente al popolo la bellezza e la natura elevata della liturgia?

    Le norme liturgiche sono necessarie perché "il culto pubblico integrale viene esercitato dal Corpo Mistico di Gesù Cristo, cioè dal Capo e dalle sue membra. Di conseguenza, ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo Corpo che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza" (Sacrosanctum Concilium, n° 7). L’apice della liturgia è la celebrazione eucaristica. Nessuno dovrebbe stupirsi se, nel corso dei tempi, la santa Chiesa la nostra Madre ha sviluppato delle parole, delle azioni, e dunque delle direttive, rispetto a questo atto supremo del culto. Le norme eucaristiche sono state elaborate per esprimere e tutelare il mistero eucaristico e, di più, per manifestare che è la Chiesa che celebra questo augusto sacrificio e questo sacramento. Come dice Giovanni Paolo II, le norme liturgiche "sono un’espressione concreta dell’autentica ecclesialità dell’Eucaristia; questo è il loro senso più profondo. La liturgia non è mai proprietà privata di qualcuno, né del celebrante, né della comunità nella quale si celebrano i Misteri" (Ecclesia de Eucharistia, 52).

    Segue che "il sacerdote che celebra fedelmente la Messa secondo le norme liturgiche e la comunità che a questa si conforma dimostrano, in un modo silenzioso ma eloquente, il loro amore per la Chiesa" (ibid.).

    È evidente che una conformità esterna non basta. La partecipazione all’eucaristia esige la fede, la speranza e la carità, che si manifestano anche mediante degli atti di solidarietà con quelli che sono nel bisogno. Questa dimensione è sottolineata all’articolo 5 dell’Istruzione: Una osservanza puramente esteriore delle norme, come è evidente, contrasterebbe con l’essenza della sacra Liturgia, nella quale Cristo Signore vuole radunare la sua Chiesa, perché sia, con Lui, «un solo corpo e un solo spirito». L’atto esterno deve essere, pertanto, illuminato dalla fede e dalla carità che ci uniscono a Cristo e gli uni agli altri, e generano l’ "amore per i poveri e gli afflitti"

    3. È importante prestare attenzione agli abusi?

    Legata a quanto precede c’è una tentazione alla quale si deve resistere: cioè, quella di pensare che sia una perdita di tempo prestare attenzione agli abusi liturgici. Si è scritto che gli abusi sono sempre esistiti e che esisteranno sempre; dunque, dovremmo piuttosto preoccuparci di formazione e di celebrazioni liturgiche positive.

    Questa obiezione, parzialmente vera, può indurci in errore. Gli abusi a proposito della Santa Eucaristia non hanno tutti lo stesso peso. Alcuni minacciano di rendere il sacramento invalido. Altri manifestano una mancanza di fede eucaristica. Altri contribuiscono ancora a seminare confusione tra il popolo di Dio e tendono a dissacrare le celebrazioni eucaristiche. Gli abusi non sono da prendersi alla leggera.

    Certamente, tutti i membri della Chiesa hanno bisogno di una formazione liturgica. Secondo il Concilio Vaticano II è assolutamente necessario dare il primo posto alla formazione liturgica del clero (Sacrosanctum Concilium 14). Ma è anche vero che ci sono "nell’uno o nell’altro contesto ecclesiale, abusi che contribuiscono ad oscurare la retta fede e la dottrina cattolica su questo mirabile Sacramento (Ecclesia de Eucharistia 10). "Gli abusi non di rado si radicano in un falso concetto di libertà" (Istruzione 7). "Atti arbitrari, infatti, non giovano a un effettivo rinnovamento" (Istruzione, 11), sperato dal Concilio Vaticano II. "Tali abusi non hanno nulla a che vedere con l’autentico spirito del Concilio e vanno corretti dai Pastori con un atteggiamento di prudente fermezza" (Giovanni Paolo II, 40° anniversario della Costituzione conciliare sulla Liturgia - Lettera apostolica Spiritus et sponsa 15).

    Come dice l’Istruzione: "A quelli che modificano i testi liturgici di propria autorità, è importante far notare che la sacra Liturgia, infatti, è intimamente collegata con i principi della dottrina, e l’uso di testi e riti non approvati comporta, di conseguenza, che si affievolisca o si perda il nesso necessario tra la lex orandi e la lex credendi" (Istruzione, 10).

    4. Sguardo generale sull’Istruzione.

    L’Istruzione comporta un’introduzione, otto capitoli ed una conclusione.

    Il primo capitolo sulla regolamentazione della sacra Liturgia parla del ruolo della Sede apostolica, del Vescovo diocesano, della Conferenza episcopale, dei sacerdoti e dei diaconi. Attiro l’attenzione sul ruolo del Vescovo diocesano. È il grande sacerdote del suo gregge. Dirige, incoraggia, promuove ed organizza. Vigila sulla musica e l’arte sacra. Stabilisce le commissioni necessarie per la liturgia, la musica e l’arte sacra (cf. Istruzione, 22, 25). Cerca dei rimedi agli abusi: in questo caso, è a lui o ai suoi collaboratori che bisognerebbe ricorrere in prima istanza, piuttosto che alla Sede Apostolica. (cf. Istruzione 176-182, 184).

    I sacerdoti, come i diaconi, hanno promesso solennemente di esercitare il loro ministero con fedeltà. Si aspetta dunque che la loro vita sia in accordo con le loro sacre responsabilità.

    Il secondo capitolo mette a fuoco la partecipazione dei fedeli laici alla celebrazione dell’Eucaristia. Il Battesimo è il fondamento del loro sacerdozio comune (cf. Istruzione 36, 37). Il sacerdote ordinato è sempre indispensabile ad una comunità cristiana ed i ruoli dei sacerdoti e dei fedeli laici non dovrebbero essere confusi (cf. Istruzione, 42, 45). I laici hanno il loro ruolo specifico. Secondo l’Istruzione, ciò non vuol dire che tutti debbano fare qualche cosa ad ogni momento. Si tratta piuttosto di lasciarsi coinvolgere pienamente in questo grande privilegio, dono di Dio che è la chiamata a partecipare alla liturgia, con cuore e mente e con tutta la vita, e per mezzo di essa di ricevere la grazia di Dio. È importante comprendere bene ciò e non supporre che l’Istruzione abbia pregiudizi contro i laici.

    I capitoli 3,4 e 5 provano a rispondere ad alcune domande presentate ogni tanto. Affrontano alcuni abusi riconosciuti durante la celebrazione della Messa, il discernimento di chi può e chi non può comunicarsi, la cura necessaria per ricevere la comunione sotto le due specie, delle domande concernenti i paramenti ed i vasi sacri, la posizione richiesta per ricevere la Santa Comunione e altre domande dello stesso genere.

    Il capitolo 6 tratta la devozione alla Santa Eucaristia fuori dalla Messa. Inoltre del rispetto dovuto al tabernacolo e di pratiche come le visite al Santissimo Sacramento, le cappelle di adorazione perpetua, le processioni ed i congressi eucaristici (cf. Istruzione 130, 135-136, 140, 142-145).

    Il capitolo 7 tratta degli uffici straordinari affidati ai laici, per esempio, ai ministri straordinari della Santa Comunione, ai responsabili o animatori di preghiere nell’assenza di un sacerdote (cf. Istruzione 147-169). Questi ruoli sono da considerarsi distintamente rispetto a ciò che si dice nel capitolo 2 dell’Istruzione, dove si tratta della partecipazione ordinaria dei laici alla liturgia ed in particolare all’Eucaristia. Qui si tratta di ciò che i laici sono chiamati a compiere quando manca un numero sufficiente di sacerdoti o anche di diaconi. In questi ultimi anni la Santa Sede ha prestato un’attenzione considerevole a tale questione, e questa Istruzione si muove nella stessa linea, aggiungendo altre considerazioni per circostanze particolari.

    L’ultimo capitolo tratta di rimedi canonici nei confronti degli abusi contro la Santa Eucaristia. A lungo termine, il rimedio principale si trova in una formazione ed un’istruzione adeguata ed in una fede solida. Ma quando ci sono degli abusi, la Chiesa ha il dovere di affrontarli con chiarezza e carità.

    5. Conclusione.

    Considerando l’articolo di fede secondo cui la Messa è una ri-presentazione sacramentale del Sacrificio della Croce (cf. Concilio di Trento: DS 1710), e che "nel santissimo sacramento dell’Eucaristia è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il corpo ed il sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l’anima e la divinità, e, quindi, il Cristo tutto intero" (Concilio di Trento: DS 1651; cf. CCC 1374), è chiaro che le norme liturgiche concernenti la Santa Eucaristia meritano la nostra attenzione. Non si tratta di meticolose rubriche dettate da spiriti legalisti.

    "La santa Eucaristia contiene tutto il tesoro spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e nostro pane vivo" (Presbyterorum Ordinis, 5). I sacerdoti ed i Vescovi sono ordinati innanzitutto per celebrare il sacrificio eucaristico e dare il Corpo ed il Sangue di Cristo ai fedeli. I diaconi, e, al loro modo, gli accoliti, altri ministri, i lettori, i cori, e i laici avendo ricevuto una missione particolare sono chiamati tutti ad offrire il loro aiuto per le differenti funzioni ed a riempire i loro diversi ministeri con fede e devozione.

    L’Istruzione dunque si conclude dicendo che la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti "si augura che anche mediante l’attenta applicazione di quanto richiamato alla mente nella presente Istruzione, l’umana fragilità intralci in misura minore l’azione del Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, e rimossa ogni irregolarità, bandito ogni uso riprovato, per intercessione della Beata Vergine Maria, «donna eucaristica», la presenza salvifica di Cristo nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue risplenda su tutti gli uomini" (Istruzione 185).

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  90. dice paolo1234
    Quelli di O Fortuna,
    velut luna
    statu variabilis,
    semper crescis
    aut decrescis;
    vita detestabilis
    nunc obdurat


    beh i carmina burana sono quelli di fortuna imperatrix mundi...ma appunto non centrano nulla con quanto si discuteva.

    Quindi al di là del fatto che sono bellissimi sono appunto stati citati a sproposito!!!

    RispondiElimina
  91. Dal testo sopra riportato....è importante rileggere le parole del card. Arinze....


    3. È importante prestare attenzione agli abusi?

    Legata a quanto precede c’è una tentazione alla quale si deve resistere: cioè, quella di pensare che sia una perdita di tempo prestare attenzione agli abusi liturgici. Si è scritto che gli abusi sono sempre esistiti e che esisteranno sempre; dunque, dovremmo piuttosto preoccuparci di formazione e di celebrazioni liturgiche positive.

    Questa obiezione, parzialmente vera, può indurci in errore. Gli abusi a proposito della Santa Eucaristia non hanno tutti lo stesso peso. Alcuni minacciano di rendere il sacramento invalido. Altri manifestano una mancanza di fede eucaristica. Altri contribuiscono ancora a seminare confusione tra il popolo di Dio e tendono a dissacrare le celebrazioni eucaristiche. Gli abusi non sono da prendersi alla leggera.

    Certamente, tutti i membri della Chiesa hanno bisogno di una formazione liturgica. Secondo il Concilio Vaticano II è assolutamente necessario dare il primo posto alla formazione liturgica del clero (Sacrosanctum Concilium 14). Ma è anche vero che ci sono "nell’uno o nell’altro contesto ecclesiale, abusi che contribuiscono ad oscurare la retta fede e la dottrina cattolica su questo mirabile Sacramento (Ecclesia de Eucharistia 10). "Gli abusi non di rado si radicano in un falso concetto di libertà" (Istruzione 7). "Atti arbitrari, infatti, non giovano a un effettivo rinnovamento" (Istruzione, 11), sperato dal Concilio Vaticano II. "Tali abusi non hanno nulla a che vedere con l’autentico spirito del Concilio e vanno corretti dai Pastori con un atteggiamento di prudente fermezza" (Giovanni Paolo II, 40° anniversario della Costituzione conciliare sulla Liturgia - Lettera apostolica Spiritus et sponsa 15).

    Come dice l’Istruzione: "A quelli che modificano i testi liturgici di propria autorità, è importante far notare che la sacra Liturgia, infatti, è intimamente collegata con i principi della dottrina, e l’uso di testi e riti non approvati comporta, di conseguenza, che si affievolisca o si perda il nesso necessario tra la lex orandi e la lex credendi" (Istruzione, 10).

    Buona meditazione...
    ^__^

    RispondiElimina
  92. dice Caterina

    Legata a quanto precede c’è una tentazione alla quale si deve resistere: cioè, quella di pensare che sia una perdita di tempo prestare attenzione agli abusi liturgici. Si è scritto che gli abusi sono sempre esistiti e che esisteranno sempre; dunque, dovremmo piuttosto preoccuparci di formazione e di celebrazioni liturgiche positive.

    Questa obiezione, parzialmente vera, può indurci in errore. Gli abusi a proposito della Santa Eucaristia non hanno tutti lo stesso peso. Alcuni minacciano di rendere il sacramento invalido. Altri manifestano una mancanza di fede eucaristica. Altri contribuiscono ancora a seminare confusione tra il popolo di Dio e tendono a dissacrare le celebrazioni eucaristiche. Gli abusi non sono da prendersi alla leggera.



    si ma alla luce di tutto questo...non capisco come mai sia stata confermata in modo implicito la liturgia neocatecumenale. O meglio anche se non esiste nessun documento che consente ai neocatecumenali di praticare una nuova liturgia, l'approvazione statutaria risulta di fatto una sorta di autorizzazione implicita.

    Da una parte leggiamo fiumi di documenti che sembrano avvalorare le nostre tesi (ovvero che il cammino utilizza impropriamente una nuova liturgia) dall'altra arrivano queste approvazioni inspiegabili .....io faccio sempre fatica a capire come si possa scrivere una cosa e fare all'opposto.

    RispondiElimina
  93. caterina stamattina ha già iniziato a scrivere i suoi interminabili poemi.
    Lo capisci così che non ti legge nessuno?

    Non sapevo che gert fosse un raffinato poeta.. Complimenti veramente. Adesso posto la mia preghiera a Sant'Alberto Magno, vincitrice di un concorso di poesia nel quale partecipavo io e una vecchietta di 70 anni.

    C’E’ BISOGNO DI TE

    C’è bisogno di te.
    In questo mondo,
    dove la fede viene contrapposta alla scienza,
    c’è bisogno di te.
    In questo mondo,
    dove il caso è al principio della creazione,
    c’è bisogno di te.
    In questo mondo,
    dove la vita non inizia dal concepimento,
    c’è bisogno di te.
    In questo mondo,
    dove gli embrioni sono creati in laboratorio,
    c’è bisogno di te.
    In questo mondo,
    dove si vuol sopprimere il malato che soffre,
    c’è bisogno di te.
    In questo mondo,
    dove, in nome della scienza, l’uomo si fa Dio,
    c’è bisogno di te.
    In questo mondo,
    dove il libero pensiero sconvolge l’ordine morale,
    c’è bisogno di te.
    In questo mondo,
    dove non c’è più posto per il trascendente,
    c’è bisogno di te.
    Tu, o Sant’Alberto,
    che hai esplorato con umiltà lo scibile umano,
    intercedi presso l’eterno Creatore
    affinché doni la sua Sapienza ai sapienti,
    la sua Scienza agli scienziati,
    e il suo Spirito torni ad aleggiare
    sulle caotiche acque di questo nostro mondo.

    RispondiElimina
  94. falsi articoli di giornale
    mmmmmm. MI RICORDA QUALCUNO...!

    Si stefanio, mi ricorda Farina

    RispondiElimina
  95. Dice Frafra:


    io faccio sempre fatica a capire come si possa scrivere una cosa e fare all'opposto.


    Anche io prima facevo fatica.

    Ma alla luce degli approfondimenti, questa confusione incredibile e questa schizofrenia ha una spiegazione logica.

    Può avvenire una cosa del genere quando due "fedi" e due "liturgie" (forse anche più!) si "contrastano". Cercano di stabilire o mantenere un primato!

    Questo accade quando tali "due", si "contrastano" all'interno di uno stesso contesto: la Chiesa di Roma. E quando sempre tali "due" sono comunque "definiti" entrambi, sebbene opposti, Cattolici Romani!

    Perchè due elementi opposti sono definiti entrambi Cattolici? Perchè è sparita, si è dissolta, la DISCIPLINA Ecclesiale!

    Ciò che oggi è materia UNICAMENTE di Istruzioni, come quelle citate dalla nostra Cate, in altri Tempi della Chiesa (e non mi riferisco solo a prima del Concilio V II) eranon materia di Istruzione E DISCIPLINA PER ATTUARLE!

    Ovvero: in presenza di sovversioni o ribellioni alla Fede di Sempre, si corregge e, nel caso, si constata la mancata Comunione! E non per "imposizione" o "autoritarismo" ma per AUTORITA'!
    L'Autorità conferita da Gesù Stesso al suo Pietro! E per chiarezza! Per preservare la Fede del Popolo di Dio! Per dare CURA ad esso! Per riconfermarlo nella Fede!
    Tutte cose basilari e necessarie per l'armonia della Fede e dei DIscepoli!

    Ebbene, oggi il problema esiste perchè NON C'E' DISCIPLINA!
    La quale farebbe del bene prima di tutto a cloro che sovvertono la fede e provocano confusione, magari con buone intenzioni e senza rendersene conto. In questo caso avrebbero modo, se in buona fede, di abbandonare i loro stravolgimenti ed abbracciare l'unica Madre!

    Anche riguardo la lettera del Papa (parliamo della Volontà di un PonteficE!), con le nomre per il CNC, abbiamo visto che era Vincolante e definitiva. Ma abbiamo visto che in 2 anni e mezzo di NON CURANZA della stessa, NULLA E' ACCADUTO!
    Ad oggi si prosegue ad IGNORARLA, rimanendo auto-convinti (bel contentino!) che rimanendo in piedi (!!!) tutto è assolto!

    Ma il problema è questo? NO! Almeno non solo! IL problema è che NULLA SUCCEDE!

    Se io fossi ancora NC, la mia Coscienza di figlio del Papa mi farebbe rivoltare le budella vedendo questi ignobili compromessi! Me ne andrei in un attimo, portandomi dietro tutta la mia sofferenza! Pensa che l'ho fatto quando vidi che da pochi mesi si IGNORAVA la lettera! A maggior ragione oggi! Non capisco, infatti, in chi anche qui spertica il suo amore assoluto per il Papa, come in coscienza possa vivere tranquillo in un compromesso evidente come quello di oggi!

    Quindi il problema, oltre le contraddizioni di coscienza di chi è in buona fede (ma che magari NON HA LA FORZA per andarsene, perchè SOLO!), è la DISCIPLINA CHE MANCA!
    Mancando quella, chi non ha la forza continuerà ad essere schiacciato. Chi vorrebbe ma non sa, continuerà a non sapere. Chi sbaglia in buona fede, continueràa a farlo. Chi lo fa in cattiva fede continuerà a fare "vittime"!

    Per questo oggi siamo qui a discutere su ovvietà, prendendoci i nostri bravi insulti.

    Perchè è vero che il CNC è in qualche modo "nella chiesa". E' vero che oggi ha uno Statuto definitivo monco e stranissimo. Ma ce l'ha. E' vero che oggi la situazione è diversa da ieri.

    Su questa base formale, IGNORANDO quella sostanziale ovviamente, si poggiano gli attacchi che riceviamo.

    Chi tende a voler "cambiare la fede", consapevolmente o no, sfrutta totalmente il "giuridismo" in questo senso: dove sta scritto che quello che professo non va? Dove sta scritto che la mia associazione non è ortodossa? Dove sta scritto che io celebro in modo diverso (ignorando volutamente la realtà dei fatti!)?

    Visto che non c'è un "foglio" giuridico, con timbri e firme, che certifica la realtà, allora la realtà non esiste! Peggio di Hegel!

    Si sfiora la pazzia! E questo ha permesso anche ad Alessandra in questi giorni di seguiatare a prenderci per imbecilli, quando citava alcuni brani del Messale, calandoli alla realtà NC!!!!

    Volendo potrebbe citare anche Trento, come ha fatto Veneranda!! Tanto chi dice nulla???

    La Realtà à OPPOSTA a quelle citazioni, o peggio: di una eccezione concessa dal Messale il CNC ne fa regola! Ma chi dice nulla?

    In questa realtà dove tutti possono dire la loro, basta che portino qualche decina di migliaia di persone, chi vuole seguire la fede di sempre è DEFINITO UN IMBECILLE NEI FATTI! Tradizionalista quando va bene (mai stato! Ho 29 anni!). ANTISEMITA quando si vuole ottenere maggiore risultato (un mezzuccio che mi fa vomitare e che mi ha indignato anche qualche post fa! VERGOGNA!).

    Basterebbe entrare a San Bartolo di Scandicci per capire in un attimo la diversità del CNC! Diversità TEOLOGICA! Leggere Kiko nelle sue conferenze (poche) pubbliche! E' un attimo, te lo assicuro! Io l'ho pure ascoltato per 5 anni, ed ho avuto già le mie belle crisi di identità Cattolica perchè in Comunità ascoltavo una Catechesi (astrusa!) e dal Papa un'altra!!! E cercavo una cavolo di coerenza (DA SOLO, per carità! Nienete domande, razionalista!) che non ho trovato perchè non c'è!!

    Insomma, il problema è proprio questo. Nonostante Fede e Liturgia professate dal CNC siano OPPOSTE a Roma, oggi grazie alla assenza di Disciplina siamo in una situazione di assoluta confusione e di divisione profonda!

    Istruzioni e norme non mancano. Manca la Disciplina per esse. Anche per il CNC, il Culto Divino ha dato norme già nel 1988, nel 2002 lo Statuto provvisorio,nel 2005 direttamente dal Papa. C'è stata la Redemptionis Sacramentum, La Ecclesia de Eucharistia.

    Ma le associazioni come il CNC, non basano se stesse sull'Integrazione, almeno formale, con le Norme Universali. Basano se stesse... su se stesse! Si dice che la permanenza SENZA CHE NULLA ACCADA nella CHiesa, nonostante l'apparenza opposta, è dovuta ad Indulti! Che l'Opposto che vive la CHiesa non è "Per il CNC"! E anche se tutto questo è evidentemente falso, questa situazione permette di credere ad una tale falsità!
    Perchè loro ci sono! Continuano ad esserci! E per questo ci sarà sempre un "indulto orale" che permette loro di fare come sempre!

    Kiko non è stupido. E' forse un po' rozzo ma non è stupido.

    Abilissimo nel dire nell'ultima conferenza stampa quelle paroline: ora spetta al Papa lottare con Arinze!

    Vi immaginate che cosa vogliono dire quelle parole nelle COmunità? Sono di una potenza strepitosa e sono dette pubblicamente! Il Papa è con loro (gott mit uns?)! Combatte (!!!!!???) contro tutti perchè è IL LORO Papa! Quindi? Non è il Papa che ha voluto le NOrme ma sono i complotti contro il Cammino! Lui è felice che loro continuino come sempre! Solo che per "politica" deve fare compomessi (il Papa! Mica Kiko!)! Allora devono "stringere un po' la cinghia"!

    Vedete come mi ha risposto il maleducato NC tempo fa! E' terribile ma riscontrabile: vedere per credere (basta usare "cerca")!

    Ha detto che in Giappone la Norma diramata dal Papa stesso non è stata attuata....per volontà del Papa!!!! Perchè "combatte contro i suoi Vescovi" per il Cammino!!!! Vi rendete conto?

    E vi assicuro, ci potete mettere la mano sul fuoco, che è "normale" prendere il Papa per schizofrenico, credere alle favole delle lotte alla Dan Brown, piuttosto che verificare la realtà dei fatti della disobbedienza, disc-comunione e tragedia creata nel Popolo di Dio!

    RispondiElimina
  96. dice frafra
    ...dall'altra arrivano queste approvazioni inspiegabili .....io faccio sempre fatica a capire come si possa scrivere una cosa e fare all'opposto.
    -------------

    Sottoscrivo.

    Continuiamo a vivere nel regno dell'ambiguità e della confusione, dove è vero tutto e il
    contrario di tutto.
    Non si procede
    secondo il SI' SI', NO NO,
    ma col fumo che confonde
    le coscienze e
    le disorienta...

    E' stato il Papa stesso
    a denunciare fin dall'inizio del suo pontificato
    la "dittatura del
    RELATIVISMO",
    che evidentemente carica
    di grandi sofferenze
    la sua azione pastorale,
    come noi non possiamo
    immaginare!

    RispondiElimina
  97. Vorrei dapprima smentire Katartiko quando pretende che nessuno legge Caterina, io leggo e imparo molto e so di non essere la sola.
    Se poi Katartiko conosce a memoria quei testi della Chiesa, non ha che da passare oltre, nel caso contrario, leggendoli, potrebbe allargare l`orizzonte delle sue conoscenze.
    Condivido poi le perplesità di frafra quando leggo:

    "Ma quando ci sono degli abusi, la Chiesa ha il dovere di affrontarli con chiarezza e carità.
    Ecclesia de Eucharistia."

    Come è possibile che la Chiesa abbia lasciato crescere il Cn senza mettere uno stop agli abusi liturgici, senza raddrizzare le storture?
    Ci sono i testi e c`è il rito neocatecumenale, c`è la lettera del cardinale Arinze, e dunque la volontà del Papa, e c`è l`art.13 dello Statuto, c`è uno Statuto ancora incompleto, dopo un mese dalla consegna, e ci sono ancora tante domande che restano in sospeso.

    RispondiElimina
  98. Dice Veneranda:

    Questo era un pezzo del capitolo IX della Pignus redemptionis che non vide mai la luce. O no?

    Ha risposto già Cate ma vorrei precisare anche io.

    Nella Redemptionsi Sacramentum vi è una parte descrittiva dei "più gravi" (non unici) abusi perpetrati al Culto.

    E' vi è anche questo:

    [79.] Infine, va considerato nel modo più severo l’abuso di introdurre nella celebrazione della santa Messa elementi contrastanti con le prescrizioni dei libri liturgici, desumendoli dai riti di altre religioni.

    Chiaro? Ma a me fu risposto che "non è per il CNC", che addirittura non l'aveva scritta il Papa!

    RispondiElimina
  99. caterina stamattina ha già iniziato a scrivere i suoi interminabili poemi.

    katartiko stamattina, ha già ripreso Caterina

    da buona vedetta non fa mancare la sua presenza: stigmatizza, magari goliardamente, e già siamo fortunati perché l'insulto risulta questa volta attenuato... andiamo avanti così, da qualche parte arriveremo, anche perché siamo ben lontani dal dover scrivere l'epitaffio del blog come lui e tanti suoi compagni di consorteria vorrebbero...

    Definisce "poema" la citazione di Caterina, perché se ne infischia del fatto che aiuta a meglio comprendere un importante aspetto del Magistero cattolico...

    eh già! il Magistero non è per lui, non è per loro, Caterina...

    Infatti noi citiamo, ci sforziamo di condividere i frutti delle nostre ricerche, del nostro nutrirci alle Fonti, per dimostrare non da noi stessi con le nostre parole, ma attraverso l'insegnamento della Chiesa, quanto ne è difforme il loro Rito, che certo non possiamo definire Santa e Divina Liturgia, anche soltanto (e non soltanto) perché chi lo celebra è l'Assemblea...

    ma con loro sono parole, anzi messaggi al vento, Caterina, perché NON FANNO PRESA, non tanto per la lunghezza, perché chi è interessato si legge anche un testo bello lungo e ponderoso, ma avuto riguardo alla fonte da cui provengono.

    Ti rendi conto Caterina, che la fonte è il Papa e non Kiko o un suo autorevolissimo (molto più del Papa) megafono, cioè il catechista?

    Ti rendi conto, Caterina, che come non hanno ascoltato del Papa se non gli incoraggiamenti perché enfatizzati in ogni comunità da tutti i catechisti dell'orbe e ne hanno IGNORATO le norme, così continuano a fare, perché il Cammino ha una sua fortissima e strutturata identità, che se cambia una sola virgola crolla l'impalcatura, e quindi deve rimanere così com'è, Papa o non Papa, perché Kiko dixit?

    A questo punto verrebbe spontaneo il "ma allora che ci stiamno a fare", che loro aspettano da più di due anni....

    Ebbene, noi continuiamo ad essere qui, come 'sentinelle', al posto dei guardiani ciechi e dei cani muti e se anche uno solo, conoscendo la verità non resta invischiato, avremo già raggiunto un risultato

    Ma al di là di qualunque risultato, che non è nelle nostre mani, noi continuiamo a fare quello che è buono e giusto e che non è per noi, se non perché "passa" attraverso di noi...
    e che sicuramente "chi ha orecchi per intendere" lo raggiungerà...

    RispondiElimina
  100. @ Stephanos

    è la DISCIPLINA CHE MANCA!
    Mancando quella, chi non ha la forza continuerà ad essere schiacciato. Chi vorrebbe ma non sa, continuerà a non sapere. Chi sbaglia in buona fede, continuerà a a farlo. Chi lo fa in cattiva fede continuerà a fare "vittime"!
    --------------------
    Ottimo, dalla A alla Z.

    E' ormai da 40 anni (esattamente
    dal fatidico '68)
    che nella cultura occidentale
    (in Italia in modo più
    marcato e persistente)
    si è perso il principio di
    Autorità, che da Dio stesso
    procede e viene conferito
    alla paternità umana,
    alle autorità ecclesiastiche
    e anche a quelle civili
    (compresa quella dell'insegnante),
    correttamente esercitate
    con equilibrio e spirito di
    servizio (senza inversione di ruoli, come il catechista NC che
    scavalca le competenze del Sacerdote e le calpesta...),

    Esso fu abbattuto da un coro di grida empie che urlò al cielo:

    Padre Nostro, che sei nei
    cieli,
    RESTACI!

    (rabbrividisco al ricordarlo...)

    Da allora sembra che il Padre Celeste abbia lasciato andare
    alla deriva di ogni
    comportamento anarchico
    i suoi figli ribelli, facendo loro
    sperimentare il caos morale
    conseguente al rifiuto
    dell'Autorità del Padre,
    che, fin da Adamo ed Eva,
    chiese OBBEDIENZA al Suo comando,
    per amore dei suoi figli,
    solo per Amore...!

    RispondiElimina
  101. c`è uno Statuto ancora incompleto, dopo un mese dalla consegna, e ci sono ancora tante domande che restano in sospeso.

    ecco perché siamo ancora qui, cara Emma, e loro continuano a marcarci stretto

    RispondiElimina
  102. Da allora sembra che il Padre Celeste abbia lasciato andare
    alla deriva di ogni
    comportamento anarchico
    i suoi figli ribelli, facendo loro
    sperimentare il caos morale
    conseguente al rifiuto
    dell'Autorità del Padre,


    Cara Sofia, hai drammaticamente centrato il problema... anche noi più volte abbiamo la sensazione che il Padre abbia ritirato il suo braccio... ma poi penso che ci ama tanto da aver mandato il Suo Figlio e questa è l'UNICA COSA che che ci salva e quando, sull'altare, il Suo Figlio gli ri-presenta l'offerta di tutto Se stesso PER NOI, il Padre non può non ascoltarlo...
    Per questo è NECESSARIO, VITALE, INDISPENSABILE, non lasciarci strappare questo TESORO che è la ragione del nostro vivere e del nostro "esserci"

    RispondiElimina
  103. INDISPENSABILE, non lasciarci strappare questo TESORO che è la ragione del nostro vivere e del nostro "esserci"
    -------------

    Sì, Mic,
    io lo credo:

    credo con tutto il cuore
    che il Padre possa nascondere
    il Suo volto
    (come nelle tragedie delle Twin-Towers, dello tsunami, ma soprattutto
    in questa grande tempesta
    che sballotta la Santa Chiesa
    e mette a dura prova la nostra Fede),
    come fosse un'eclissi
    di Sole...

    ma non ci toglierà mai
    Suo Figlio Gesù, che sarà con noi
    fino alla fine dei tempi
    e in eterno!

    Gesù, nascosto, in questi eventi
    oscuri e incomprensibili, eppure sempre Presente,
    come quando, affiancandosi
    (sotto un aspetto ignoto!)
    ai discepoli di Emmaus,
    che tristemente
    tra loro commentavano gli eventi recenti, di come il Maestro
    diceva di essere Colui che avrebbe liberato Israele, e che sarebbe risorto…
    ma "... è stato messo a morte...tutto è finito!”
    Egli, (prima ancora di rivelarsi
    nello spezzare il Pane)
    disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto
    ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo
    patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».

    Questa è la mia speranza,
    mentre gli dico:
    Resta con noi, Signore,
    perchè si fa sera!

    RispondiElimina
  104. Questa è la mia speranza,
    mentre gli dico:
    Resta con noi, Signore,
    perchè si fa sera!


    Questa è anche la nostra, cara Sofia, sapendo che la Speranza cristiana è qualcosa di più e di diverso dalla speranza di cui si parla comunemente, perchè è la CERTEZZA DELLE PROMESSE DEL SIGNORE

    RispondiElimina
  105. Caro Mic

    quelle di Katartiko sono le tristi goliardate di chi investito della missione
    di reprimere il dissenso, non si rende
    conto che ridicolizzando noi
    cerca in realta' di minimizzare quel
    suo personale dissenso interiore
    di cui ha una paura tremenda e che non ammetterebbe mai a se stesso.
    Ecco perche' tali goliardate non
    fanno nemmeno ridere, non sono
    portatrici di quel sano umorismo
    che nasce dall'individuazione e accettazione dei difetti propri e altrui
    ma sono un sarcasmo forzato e inefficace
    perche' mosso da conflitti irrisolti e rimossi.
    E' questo processo psicologico che spinge questi "martellatori" instancabili a rimanere qui nonostante l'approvazione.
    Martellare (con la propaganda o col sarcasmo ) il dissenso degli altri per non fare i conti con quello personale che cova interiormente.

    RispondiElimina
  106. katartiko ha detto...
    caterina stamattina ha già iniziato a scrivere i suoi interminabili poemi.
    Lo capisci così che non ti legge nessuno?


    *****************

    verissimo, non li leggi tu, nè altri NC perchè ciò che ho riportato E' PAROLA DELLA CHIESA, non topolino o carmensita....non mia
    ^___^, ma sappiamo che altri leggono, ed essi sono stati scritti per chi ha buona volontà di SAPERE come stanno le cose...

    Nel frattempo che tu sparavi cazzate io, dopo aver inserito la SANA CULTURA, ho fatto anche tre commissioni, ed una in ospedale...preoccupati del tempo di come lo spendi e per cosa, anche questo sarà chiesto in conto
    ^__^

    RispondiElimina
  107. Orbene, quanto dice Katartìco,
    è scampolo di bava blu di Kiko,
    e ciascuna parola vale un fico...!

    RispondiElimina
  108. Emma ha detto...

    Condivido poi le perplesità di frafra quando leggo:

    "Ma quando ci sono degli abusi, la Chiesa ha il dovere di affrontarli con chiarezza e carità.
    Ecclesia de Eucharistia."

    Come è possibile che la Chiesa abbia lasciato crescere il Cn senza mettere uno stop agli abusi liturgici, senza raddrizzare le storture?
    Ci sono i testi e c`è il rito neocatecumenale, c`è la lettera del cardinale Arinze, e dunque la volontà del Papa, e c`è l`art.13 dello Statuto, c`è uno Statuto ancora incompleto, dopo un mese dalla consegna, e ci sono ancora tante domande che restano in sospeso.

    *********

    semplicemente perchè esistono non pochi kartitiko fra sacerdoti e vescovi che NON LEGGONO i testi della Chiesa ^___^
    " ma prediligono LETTURE PROFANE generando false aspetti dottrinali mai insegnati dalla Chiesa..." come ammoniva già san Pio X se soltanto, appunto lo si leggesse
    ^___^

    o come ammoniva Benedetto XVI negli ultimi Auguri alla Curia di questo Natale quando denuncia LA DISOBBEDIENZA DI MOLTI FRA LA GERARCHIA....
    ^___^

    RispondiElimina
  109. Martellare (con la propaganda o col sarcasmo ) il dissenso degli altri per non fare i conti con quello personale che cova interiormente.

    non conosciamo la realtà personale di katartiko né quella degli altri nostri interlocutori, ma una cosa possiamo dirla: i loro tentativi di sminuire, disturbare, vanificare i nostri contenuti con l'intento di "salvaguardare", dal loro punto di vista, gli adepti che ci leggono, non fanno altro che ottenere l'effetto opposto.

    Infatti chiunque avrebbe maggiore rispetto per chi confutasse le nostre affermazioni - e polemizzasse anche - ma con argomenti di ragione, piuttosto che per chi si propone e ci rivela la sua presenza con insulti e cazzeggiamenti vari

    RispondiElimina
  110. Cari amici,

    vorrei dirvi di notare che il nostro
    katartiko, tra una battuta e l'altra,
    ci ha però ricordato (almeno a me, che l'ho riscoperto ora grazie a lui)
    la figura di un Santo molto interessante, se confrontato
    col nostro Papa Benedetto,
    fautore dell'accordo tra
    Fede e ragione:
    Sant'Alberto Magno,
    Vescovo e dottore della Chiesa.

    Alberto, filosofo e teologo, assiduo ricercatore dell'incontro fra la scienza e la fede. Domenicano, dottore della scolastica, insegnò nelle più celebri cattedre del suo tempo e a Parigi ebbe come suo discepolo San Tommaso d'Aquino. Vescovo di Ratisbona per due anni (1260-1262), fu promotore di pace della vita civica e sociale.
    ***********

    Caro katartiko
    è molto bella quella preghiera che hai postato:
    un Santo che prega lo Spirito Santo di aiutare gli scienziati, serve proprio oggi!

    Sapienza, Scienza...
    Vorrei tanto prolungarla
    aggiungendo la richiesta
    degli altri 5 Doni,
    ti va l'idea, katartiko?

    RispondiElimina
  111. Caro katartiko
    è molto bella quella preghiera che hai postato:
    un Santo che prega lo Spirito Santo di aiutare gli scienziati, serve proprio oggi!


    quoto e anche il resto.

    Grazie Sofia, per questo sguardo attento e questo 'soffio' di Pace

    RispondiElimina
  112. Su Zenit, seconda Parte dell`intervista di Padre Zuhldorf

    Il motu proprio “Summorum Pontificum” un anno dopo (II)

    http://www.zenit.org/article-14940?l=italian

    RispondiElimina

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