lunedì 14 aprile 2014

«Quel Pane è consacrato per noi, non per il pavimento»

Io sono ancora nel cammino, attualmente la mia comunità attende il 2° passaggio.

Tipici sacrilegi delle celebrazioni neocatecumenali:
frammenti di Eucarestia abbandonati, calpestati,
e ritrovati nell'aspirapolvere alcuni giorni dopo
Io non mi reco alle celebrazioni (parola ed eucarestia) da qualche tempo, perché sto riflettendo molto su cosa fare, in particolare il mio cuore mi dice che fare l'eucarestia disperdendo anche solo involontariamente qualche briciola, sia irrispettoso nel confronti di Cristo.

Le risposte rispetto a questo sono che Dio è più grande di queste cose e che il pane è consacrato per noi, non per il pavimento.

Non posso dire che l'eucarestia sia svolta privatamente perché tutti vi possono accedere, anche quando si tratta di quelle che a giro ogni comunità fa in saloncini a parte dal resto della chiesa. Ho visto presenti anche persone non in cammino.

Durante lo shemà neocatecumenale, ad una persona che aveva donato qualcosa e che aveva un legame affettivo, i "catechisti" neocatecumenali di turno, gli dissero che non era abbastanza poiché si deve dare tutto ed io fui l'unico ad obbiettare al catechista che non è la quantità ma il gesto che conta, al fine di comprendere che quando si vive con Dio tutte le altre cose che ci paiono irrinunciabili possono anche essere messe da parte, è un gesto che aiuta il cristiano a comprendere che può vivere slegato dai beni materiali che lo posseggono e quindi ne intralciano l'esistenza serena. Per fare un esempio: se uno fa particolarmente caso a quanto è pulita la sua auto e a mantenerla sempre bella nuova e priva di graffi, la sua vita sarà dominata da questo aspetto e quando la troverà graffiata da qualche vandalo, ci starà sicuramente male.

Eravamo 3 comunità di circa 150 persone, ed io fui l'unico di 150 che si alzò per sostenere questa tesi, salvo poi ricevere l'appoggio di più persone che erano rimaste zitte.

Il bello è che a questa signora seguì un povero ragazzo che disse di non aver niente da dare perché la macchina e la casa erano di mamma e l'unica cosa che lui poteva dare era se stesso (come testimonianza del bene che Dio gli aveva fatto).

Gli risposero che era un inganno del demonio perché sicuramente c'era qualcosa da cui non riusciva a separarsi.

Al termine dello shemà, quando a tutti viene dato il foglio bianco su cui scrivere cosa donare, c'era chi lasciò il foglio bianco e il "catechista" si è permesso di chiamarli ignavi.

Poi hanno detto che il ricavato andava alla fondazione Maria di Nazareth, senza specificare che tale fondazione va a braccetto con il Cammino.

Di fatto poi fu il mio stesso parroco a spiegare ai miei fratelli che il gesto dello shemà ha il senso che dicevo io e non quello che sbraitava il "catechista", che dopo il mio intervento cominciò ad alzare la voce, a bere bicchieri d'acqua per la bocca secca (chiaro segna di una persona che si sente in difficoltà) e a dirmi che forse io non ero fatto per quel cammino, ed io sorrisi e mi sedetti perché i miei fratelli dietro di me mi chiesero di abbassare i toni.

Per quello il vangelo del cieco nato che ho linkato da youtube mi ricorda i neocatecumenali: il bravo padre Fernando dal minuto 30 in poi dice che i farisei buttarono fuori il cieco, alzano la voce cercando di far valere la loro autorità, e poi ricorrono pure agli insulti. Tipico di chi non ha argomenti.

Ci sono tante altre cose che potrei raccontare, una che mi colpisce tanto è l'interpretazione che fanno della storia di Abramo, gente con 30 anni di cammino che non ha capito che quella storia è funzionale a far capire che il Dio vero e unico non vuole sacrifici umani come era d'uso fare all'epoca.

In tutto questo però mi sento in dovere di difendere i miei fratelli e tutte quelle persone che sono in buona fede e quindi alle volte alzano i toni per difendere quella che per loro è la verità.

Ed anche il mio parroco parecchie volte ha ripreso il delirio fanatico di qualcuno, specificando che si deve parlare più di Cristo e meno di Kiko.

(da: Carmelo)

34 commenti:

  1. L'irriverenza verso il Santissimo Corpo e il Preziosissimo Sangue di Cristo, soprattutto se fatta abitudinariamente e legittimata con profonda convinzione di dire e diffondere il bene, attira gravi castighi di Dio.

    C'era un seminarista del Cammino che prese ad insultare in modo prolungato e a squarciagola, insieme ad altri amici neocatecumenali, un neocatecumenale che aveva posto l'obiezione delle cadute di briciole di Pane Azzimo Consacrato a terra.
    Dopo diversi anni, e dopo aver contratto alcune malattie gravi nel paese di missione, esce dal Cammino e denuncia questo Sacrilegio e le ipocrisie delle persone che sono al Vertice del Cammino.

    Gesù stesso ha rivelato ad alcuni santi quanto siano gravi e quanta sofferenza Egli riceve per i peccati di sacrilegio e di ipocrisia, specie se perpetrati dai Sacerdoti e dalle anime consacrate. Al punto da non poter non castigare la gente se non ci sono persone disposte a riparare con le loro preghiere e sofferenze, questi gravi peccati.

    Gaio

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  2. Solo le persone semplici sanno aprirsi alla Verità e coglierne la sua Luce. Se non si coglie la Verità e la Luce che essa emana, si rimane nelle tenebre e nella cecità. Quanto un'anima più scende nella conoscenza di se, cioè vive in umiltà, più si apre alla Verità e cerca di spingersi nel cammino delle virtù, che non hanno termine.
    Il cammino di conversione dura una vita intera, fino alla morte.
    Chi è più avanti in questo cammino è colui che più conosce se stesso, e più esercita le virtù.
    Le persone che dopo aver fatto tutte le tappe del Cammino, fanno da maestri agli altri, si fanno chiamare catechisti ma non danno questi segni, mettono a soqquadro la credibilità del Cammino.
    Tale credibilità è minata soprattutto dall'interno, cioè dalla testimonianza di coloro che hanno superate tutte le tappe del Cammino e non certamente dall'esterno o da coloro che decidono di cambiare cammino di vita e di santità.

    un tralcio

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  3. La Settimana Santa è quel periodo dell'anno in cui i neocatecumenali danno il "meglio" di sé stessi: liturgie personalizzatissime, arroganza e mormorazioni, invadenza dei loro canti, tamburi e chitarrelle, e soprattutto la loro assurda ed estenuante "veglia" kikiana-carmeniana, con lucernari, nottate, digiuni fantozziani...

    Il neocatecumenalismo celebra sé stesso, anche quando sta cantando "il Signore, il Signore".

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  4. Vattene via da quella setta finché sei in tempo.
    by TT

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  5. http://www.youtube.com/watch?v=8lKNvpu401Q

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  6. La cosa interessante del collaborare ad un blog sulle nefandezze del Cammino è che per contraddire il neocatecumenalismo è sufficiente leggere i documenti della Chiesa.

    Il neocatecumenalismo applica ciò che gli fa comodo e devasta ciò che non gradisce.

    Il neocatecumenalismo cita le pochissime frasi dei documenti liturgici che gli fanno comodo, e però poi continua a fare di testa sua.

    Un osservatore esterno si chiederebbe: come mai il Cammino, spacciandosi per cattolico, non fa le stesse cose che si fanno nella Chiesa cattolica? perché tanta ipocrisia e tanta separazione e tanta arroganza e tanta superbia?

    Eppure, se leggessero davvero il Vangelo, saprebbero che non basta dire "Signore! il Signore!" per salvarsi. Non basta schitarrare le canzonette dell'idolo Kiko. Non basta fare quel digiuno fantozziano per vivere bene la Pasqua.

    Credono di essere più "puri" degli altri (più "càtari"), imponendo obblighi che neppure i santi imponevano a sé stessi.

    Aveva ragione san Pio da Pietrelcina quando, ancor prima che Kiko Argüello e Carmen Hernàndez si stabilissero in Italia, li aveva già qualificati come «i nuovi falsi profeti».

    Sulla "settimana santa neocatecumenale" abbiamo già pubblicato ogni anno qualche intervento.

    Per esempio:

    1) sull'ipocrisia neocat: «giovedì e venerdì santo, mentre ancora i fedeli sono in chiesa e defluiscono lentamente da essa e mentre molti altri sostano per l'adorazione del santissimo sacramento o per l'adorazione della croce, gli aderenti al cammino NC si mobilitano per preparare le loro sale per fare delle celebrazioni parallele della lavanda dei piedi e del venerdì santo»... (vedi articolo: la lavanda dei piedi neocatecumenali)

    2) sulla partecipazione alla parrocchia: «...«Si favorisca la partecipazione dei gruppi particolari alla celebrazione della veglia pasquale, in cui tutti i fedeli, riuniti insieme, possano sperimentare in modo più profondo il senso di appartenenza alla stessa comunità ecclesiale» (vedi articolo: Paschalis sollemnitatis: sulla preparazione e celebrazione delle feste pasquali, lettera della Congregazione del 16 gennaio 1988, paragrafo 94)

    3) «...una più perfetta partecipazione a tutto ciò che la santa notte significa, celebra e realizza. In questo modo il Neocatecumenato stimolerà la parrocchia ad una celebrazione più ricca della veglia pasquale» (cfr. art. 12 dello Statuto del Cammino, che parla di preparazione graduale ma non dice affatto di celebrarla autonomamente)

    4) Kiko dice: "noi portiamo avanti una catechesi basata sulla Pasqua ebrea…" Infatti lui fa celebrare niente altro che il Seder ebraico! L’eucarestia del Cammino non è la Santa Messa della Chiesa, ma solo la caricatura di una Pasqua ebrea, in cui le sacre specie vengono cabalisticamente sfruttate per intraprendere il viaggio “divinizzante” che si fa lasciandosi trasportare dal “Carro di fuoco”. Inoltre: il fatto di rimanere seduti, senza andare in processione per ricevere l’Eucarestia, non si riferisce solo alla parola escatologica in cui “il Signore li farà sedere e passerà a servirli”, ma riguarda appunto l’atteggiamento cabalista di vivere l’evento pasquale: chi conosce l’opera del cabalista Nadav Crivelli sa che costui scrive che per sperimentare il Mà Ase’Merkavà, cioè per intraprendere il viaggio sul “Carro di fuoco” occorre farlo DA SEDUTI. Inquietante, no?
    (le storture della veglia pasquale kikiana-carmeniana).

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  7. Il cammino neocatecumenale non è funzionale alla Chiesa, ma è vero esattamente il contrario.
    La comunità le si sostituisce in tutto e per tutto e Sacramenti e Liturgia vengono completamente reinterpretati.
    Motivo per il quale il cammino non finisce mai. Il cristiano adulto non viene mai restituito alla Chiesa.
    Una delle peggiori mistificazioni è quella dell'Eucarestia.
    Qui interviene uno dei paradossi del cammino: a parole, si proclama di credere che il pane è il Corpo di Cristo, nei fatti lo si sbriciola e lo si tratta come spazzatura.
    Negli animi, qual è il messaggio che viene recepito? Che ciò che viene proclamato a parole, non necessariamente corrisponde alla realtà. Che Cristo c'è ma non c'è. Che i fratelli possono non essere fratelli. Che il papa approva anche se è contrario. Che il peccato non è peccato.
    Il paradosso si sostituisce alla verità e viene chiamato fede e obbedienza.






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  8. Per salvarsi l'anima non è necessario appartenere ad un movimento ecclesiale. Quindi nessun movimento ecclesiale deve arrogarsi il diritto di aggiustare la liturgia a modo suo. Il protagonismo fracassone dei movimenti in parrocchia è 100% superbia.

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  9. Sul fico sterile.

    «Gesù si reca […] a Gerusalemme, di buon mattino, coi discepoli. Partì digiuno, e il Vangelo ci dice ch’ebbe fame durante il tragitto (Mt 21,18). S’avvicinò ad un fico; ma questo albero non aveva che foglie. Allora Gesù, volendoci dare un insegnamento, maledisse quel fico, che inaridì all’istante. Voleva significare con tale castigo la sorte di coloro che hanno solo dei buoni desideri, sui quali però non si coglie mai il frutto della conversione. Non era meno incisiva l’allusione a Gerusalemme; questa città tanto zelante per l’esteriorità del culto divino aveva il cuore cieco e duro, tanto che fra poco rigetterà e metterà in croce il Figlio del Dio di Abramo, d’Isacco e di Giacobbe» (Cf. dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 683ss.).

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  10. Ancora sul fico sterile, da sant'Alfonso, «Apparecchio alla Morte», cons. XI, punto III:

    Ma sappiate (rispondo) che il Signore maledisse quel fico, che trovò senza frutto, ancorché non fosse tempo di frutti, come nota il Vangelo: “Non enim erat tempus ficorum” (Marc. 11. 13). Con ciò volle Gesu Cristo significarci che l’uomo in ogni tempo anche nella gioventù dee render frutto di buone opere, altrimenti sarà maledetto e non farà più frutto in avvenire. “Iam non amplius in aeternum ex te fructum quispiam manducet”. Così disse il Redentore a quell’albero, e così maledice chi da Lui è chiamato e resiste.

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  11. Tripudio sei un falsone,come al solito mistifichi.Se sei un uomo abbi il coraggio di pubblicare questa mia confutazione.

    Hai citato la lettera circolare Paschalis solemnitatis n.94.Ma con la veglia pasquale del Cammino neocatecumenale non c'entra proprio nulla.Sei un ipocrita.

    L'articolo da te citato dice:

    "94 È auspicabile che talvolta venga prevista la riunione nella stessa chiesa di più comunità, quando per la vicinanza delle chiese o per lo scarso numero dei partecipanti non possa aversi una celebrazione completa e festiva.
    Si favorisca la partecipazione dei gruppi particolari alla celebrazione della Veglia pasquale, in cui tutti i fedeli, riuniti insieme, possano sperimentare in modo più profondo il senso di appartenenza alla stessa
    comunità ecclesiale.I fedeli che a motivo delle vacanze sono assenti dalla propria parrocchia, siano invitati a partecipare alla
    celebrazione liturgica nel luogo dove si trovano".

    Anzitutto il Cammino non è un gruppo particolare anzi non è affatto un gruppo è una iniziazione cristiana comunitaria,post battesimale.Da questo orecchio non vuoi proprio ascoltare.

    La Veglia Pasquale nel CN non viene fatta per separarsi dagli altri ma in quanto è parte del percorso di fede.E' importante per i neocatecumeni che venga vissuta in modo completo e in tutta la sua ricchezza(Cnf art.12 Statuto).
    Quindi tutta la notte e con tutti i segni.Chi non percorre questo cammino,non essendo abituato
    a stare tutta la notte,si stanca e va via.

    Poi questo articolo parla dei casi in cui nelle parrocchie non possa aversi una celebrazione completa e festiva e dove ci sono assemblee troppo scarse.Poi non proibisce la prassi del cammino ma dice,come esortazione,che si favorisca,non come un obbigo o precetto,la partecipazione dei gruppi particolari.E' una esortazione non una legge quindi nè una proibizione.

    Il vizietto di estrapolare le parole per strumentalizzarle non vuoi proprio togliertelo.

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  12. Fico sterile: l'abate Ricciotti, «Vita di Gesù Cristo», 510-511:

    «Gesù s’avvicinò ad un albero di fico che stava presso la strada ed era lussureggiante di foglie, come se ne trovano comunemente ancora oggi sul monte degli Olivi, e cercò tra il fogliame se c’erano frutti. Ma frutti non ce n’erano e non potevano esserci, per la semplice ragione - come dice Marco (11, 13) - che non era la stagione dei fichi. Si stava infatti ai primi d’aprile e a quella stagione in Palestina, anche nelle zone più solatie, l’albero di fico può bensì aver gettato i primi bocci, i cosiddetti fichi fiori, ma questi non sono allora in nessun modo mangiabili e maturano solo verso i primi di giugno; anche i frutti della gettata seconda, o autunnale, possono conservarsi sull’albero fin verso gli inizi dell’inverno, ma non vi resistono mai fino all’aprile in cui allora si stava. Volendo dunque giudicare quell’albero come se fosse stato una persona morale e responsabile, bisognerebbe dire che esso non era “colpevole” se non aveva frutti in quella stagione: in realtà Gesù cercava ciò che, regolarmente, non poteva trovare. Con tutto ciò egli maledisse quell’albero dicendo: Mai più in eterno nessuno mangi da te frutto! Tutte queste considerazioni ci confermano che Gesù volle compiere un’azione che aveva valore simbolico, analoga per esempio allo spezzamento della brocca compiuto da Geremia (Ivi., cap. 19), all’azione compiuta da Ezechiele (Ivi., cap. 5) di radersi barba e capelli con una spada affilata, e a tante altre azioni paradossali degli antichi profeti, le quali avevano tutte un significato simbolico. In questo caso dell’albero il simbolo prendeva argomento dal contrasto tra l’abbondanza del fogliame inutile e la mancanza dei frutti utili: dal quale contrasto era anche giustificata la maledizione all’albero “colpevole”. Chi poi - come gli Apostoli ch’erano presenti - conosceva l’indole del ministero di Gesù ed aveva ascoltato le sue discussioni con i Farisei e le sue invettive contro la loro ipocrisia, poteva comprendere agevolmente a chi si riferisse l’insegnamento simbolico: il vero colpevole era il popolo eletto, Israele, ricchissimo allora di fogliame farisaico ma ostinatamente privo da lungo tempo di frutti morali, e quindi meritevole della maledizione di sterilità eterna. Ché se qualche dubbio su tale riferimento storico poté sussistere da principio nella mente degli Apostoli, esso fu del tutto rimosso dalle parabole della riprovazione (Ivi., § 512 segg.) pronunziate da Gesù il giorno appresso e indirizzate appunto contro l’Israele contemporaneo. Quanto avvenne dopo la maledizione di Gesù è riassunto in poche parole da Matteo (21, 19), il quale dice che l’albero si disseccò subito e riporta immediatamente appresso l’ammonizione fatta su tal proposito da Gesù».

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  13. Attenzione anche alle imminenti pagliacciate autocelebrative neocat.

    Lo scorso 1° febbraio 2014 Kiko ha detto: «...Dopo di questo entrano nell'elezione, terzo scrutinio battesimale, finisce il cammino nella veglia Pasquale nella Cattedrale con il Vescovo e ci permettono il segno delle vesti bianche. E dopo di questo la parrocchia è stata trasformata in una comunità di comunità e loro sono pronti per la missione...»

    Quella frase di Kiko in lingua italiana va letta così: «ci permettono di trasformare la liturgia cattolica in un palcoscenico dove fare la sfilata dei "kikiani adulti" (con prestigiosa vestina bianca griffata personalmente da Kiko)». L'affermazione di Kiko è da intendersi che il kiko-show va messo in scena a suon di "fatto compiuto", a suon di «oliature e rappresaglie», a suon di "siamo approvati", e di pazienza (quando non di connivenza) di parroci e vescovi.

    Il neocatecumenalismo, infatti, è fondato sulla superbia di essere più cristiano dei cristiani: lo vedrete all'opera anche e soprattutto nella Settimana Santa a preparare i propri riti separati e, dove possibile, neocatecumenalizzare anche le parrocchie per cantare a squarciagola alla maniera di Kiko.

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  14. @ psyco (citando Sant'Alfonso) ha detto...
    "Con ciò volle Gesu Cristo significarci che l’uomo in ogni tempo anche nella gioventù dee render frutto di buone opere, altrimenti sarà maledetto e non farà più frutto in avvenire..."
    Non so, psyco: con tutto il rispetto per sant'Alfonso, ma in questo caso avrebbe avuto ragione il filosofo razionalista Bertrand Russell (e il suo postumo scarsissimo e ridanciano pessimo allievo Odifreddi) a scandalizzarsi: perché seccare un povero fico il quale - in accordo con la natura decisa dallo stesso Creatore - i frutti li dava al tempo debito?

    Ahi ahi ahi, questi esegeti (grandissimi santi, per l'amor del Cielo, la qual cosa è più importante) che fissano l'attenzione sui frutti e trascurano il fogliame :-)

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  15. P.S.
    Ecco, il tuo secondo commento ancora non era stato pubblicato, quando ho inviato il mio: già con l'abate Ricciotti quasi ci siamo. Segno che, nella sua esegesi, l'abate aveva affrontato anche il problema agrario, assieme a quello simbolico. Nei Vangeli è vera la lettera ed è vera l'allegoria, come scrisse Dante: non accade che, per significare un'allegoria, si seccano i fichi giovani e innocenti :-)

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  16. Oltre all'ebraismo e al protestantesimo, ci sono anche similitudini con l'islamismo?

    Fr

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  17. Il commento infuriato delle 20:11 mi dà modo di precisare alcuni utili punti.

    La Paschalis sollemnitatis è espressamente citata nell'articolo 12 dello Statuto del Cammino, incluso il paragrafo 94 summenzionato.

    Il furente commentatore delle 20:11 invece va blaterando che non c'entra niente col Cammino. Ma lo hai letto lo Statuto o no? Fidarsi solo delle omelie dei cosiddetti "catechisti" del Cammino, serve solo ad azzeccare figuracce.

    In secondo luogo faccio notare che il paragrafo 94 da te citato specifica certe precise condizioni: la vicinanza delle chiese, lo scarso numero dei partecipanti, ecc.

    Il Cammino è da qualificare coe "gruppo particolare" all'interno della parrocchia.

    Infatti non c'è scritto da nessuna parte (tranne nella testa di Kiko) che il Cammino sia un'alternativa alle parrocchie.

    Altrimenti o stai dicendo che tutti i vescovi si sarebbero sbagliati, oppure sarebbe sbagliato il documento dei vescovi.

    Dire che il Cammino è una iniziazione significa usare un concetto astratto per evitare di essere identificati in modo concreto. Sarebbe come dire che vuoi correre in autostrada contromano con la tua Fiat 127 perché non è una Fiat 127 ma solo un "mezzo di trasporto" e sarebbe perciò esonerato dal Codice della Strada che vale solo per autoveicoli e motoveicoli.

    La veglia neocatecumenale viene fatta separatamente dalla parrocchia: quindi, anche se vi separate in buona fede, vi state separando volontariamente dalla Chiesa.

    Il percorso di fede, come dice il vostro stesso Statuto, come vi hanno detto Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, va fatto in comunione con la Chiesa parrocchiale e diocesana, non separandovi, non in modo autonomo.

    Molto comica la tua spiegazione secondo cui i cristiani della domenica «non sono abituati a stare tutta la notte». Eh già, solo i neocatecumenali sono esperti del vegliare, vero? Tu sì che vai bene...

    Altro fattore divertente è che tu dai per scontato X per giustificare Y, e poi subito dopo dai per scontato Y per giustificare X. Queste acrobazie verbali da testimone di geova fanno ridere i polli, e talvolta possono perfino ingannare chi non conosce l'ipocrisia neocatecumenale, ma di sicuro non possono ingannare Dio.

    Se tu fossi cattolico, se tu sapessi che la verità non è la comoda fabbricazione che hai in testa, partiresti dai princìpi indiscutibili: la struttura della Chiesa è fondata sulle parrocchie, isolarsi dalle parrocchie significa isolarsi dalla Chiesa. Tu invece prima pretendi che il Cammino si debba isolare perché "iniziazione", e poi pretendi che l'isolamento venga addirittura elogiato perché i cristiani della domenica "non sono abituati a fare la notte"... Ma che credi, che abbiamo la sveglia al collo e l'anello al naso? Non ti rendi conto di quanta superbia c'è nelle tue parole?

    Quando uno per giustificare i suoi guai invoca le "situazioni particolari" di qua e la "prassi invalsa" di là, significa che in cuor suo intende disubbidire alla Chiesa e ubbidire solo a Kiko, e per soprammercato tenta di far credere che tutto ciò non sia peccato e neppure ipocrisia.

    Fra parentesi, la "prassi invalsa" nel Cammino contiene ancor oggi tutti gli strafalcioni liturgici inventati dai due spagnoli e proibiti espressamente dallo Statuto e dal Papa. Evidentemente voi amate più l'idolo Kiko che la liturgia della Chiesa cattolica.

    Ma sì, coraggio, caro fratello furbacchione, continua così per la tua strada! Infatti se ti sforzi ancora un po' riuscirai perfino a convincere te stesso di aver ragione.

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  18. http://www.youtube.com/watch?v=qRylH4DW-X4

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  19. Ad Anonimo delle 20.11 che eccepisce che la Veglia pasquale è parte del percorso di fede e in quanto tale deve essere celebrata in Comunità vorrei chiedere:

    Quanto dura questo percorso di fede?
    Più di 20 anni?
    E per più di due decenni è necessario vivere la veglia separatamente senza poter "sperimentare in modo più profondo il senso di appartenenza alla stessa comunità ecclesiale"?

    E poi, ti risulta che coloro che hanno finito il cammino partecipino alla celebrazione parrocchiale?
    (ma c'è qualcuno che abbia davvero "finito" il cammino?)

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  20. Ma dico io: i Farisei erano separati dalla gente normale, dal "popolo della terra" - il loro analogo dei cristianucci della domenica - ma perlomeno avevano il coraggio di affermarlo pubblicamente. E i Farisei, ancora, si ritenevano i puri, quelli che meglio osservavano la Legge, ma perlomeno anche avevano il coraggio di affermarlo pubblicamente. Questi separati/secessionisti dei neocatecumenali, che seguono una sorta di torah orale ricevuta da Kiko, fanno tutto ciò ma poi pretendono di giustificarlo con menzogne e ragionamenti arzigogolati.
    Ma fateci il favore! Non vi rendete conto che vi separate in tutto, persino la palma grande dovete esibire, per quel poco che vi si vede in giro, per distinguervi dal "popolo della terra" attuale? Allora riferitelo apertamente, siate intellettualmente onesti: "Noi siamo separati. Punto".

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  21. " iniziazione cristiana comunitaria"

    E' un controsenso logico chiamare iniziazione cristiana un insieme di persone che sono già cristiane. Conosco persone non battezzate che fanno un cammino di iniziazione cristiana per ricevere il battesimo, ma un battezzato, o ancor più uno che ha già ricevuto il corpo di Cristo a cosa può essere iniziato se già è permeato di Lui?

    Si può se mai fare un percorso di iniziazione esegetica imparando gradualmente l'ermeneutica, l'esegesi, la retorica, la storiografia, l'analisi logiga, semantica e sintattica, si può essere iniziati all'aramaico antico, all'ebraico, al greco con cui sono stati scritti i testi biblici. Queste sono le uniche iniziazioni che han senso logico per un battezzato.

    L'iniziazione è etimologicamente qualcosa che ti permette di passare da uno stato inferiore ad uno superiore (per farla semplice) ora se uno ha già conosciuto Dio ed il suo sconvolgente Amore Gratuito a cos'altro lo vuoi iniziare? Se si chiamasse cammino di iniziazione alla santità per lo meno non avrebbe un controsenso nella sua stessa parola.

    L'unica cosa che puoi cercare di fare è essere fedele a quell'Amore in atti ed opere, cercare di capirne meglio il Vero messaggio studiando approfonditamente i testi biblici, ma questa non è iniziazione cristiana, è se mai coerenza o al più iniziazione allo studio di testi Biblici.

    Iniziazione cristiana la fa chi non è cristiano perché ti porta dall'essere non cristiano (status precedente), mediante un particolare evento (initiatio), a diventare cristiano (status post initiatio).

    Quindi questo cammino iniziatico alla fine a cosa inizia?

    All'essere cristiani? Io credevo fosse il battesimo il rito di iniziazione cristiana, quindi qual'è lo status a cui punta questo cammino che chiamate di iniziazione cristiana se i componenti già possiedono ciò a cui dovrebbe essere iniziati?

    Se poi, senza scomodare Il Devoto Oli, vediamo cosa dice Wikipedia sulla parola gruppo: " gruppo un insieme di persone che interagiscono le une con le altre, in modo ordinato, sulla base di aspettative condivise riguardanti il rispettivo comportamento."

    Bè mi sembra che il termine gruppo sia decisamente consono all'interpretazione di Tripudio, o per lo meno non contiene una contraddizione intrinseca.

    P.S. La Chiesa, non obbliga quasi mai. Sono i farisei che se non vedono la parola obbligo si sentono legittimati a fare tutto quello che vogliono e puntualmente Cristo li riporta all'importanza del significato del testo intero anche andando contro le norme codificate ma in virtù della coerenza con il vero messaggio del testo " Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così." (Mt, 19-8)



    Gv

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  22. http://cruxsancta.blogspot.it/ qualcuno sa dove posso leggere l'annuncio di Pasqua in italiano? Qui non riesco a tradurre e quindi non capisco nulla, grazie

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  23. Ho notato molta dipendenza dal catechista quando ero nel Cammino. Se per esempio, volevo presentare qualche preghiera quaresimale si diceva: "°Ma questo X non l'ha detto".
    Oppure si diceva "Dobbiamo fare così perché X ha detto così". Certe volte anche scelte importanti venivano suggerite come se fossero obblighi, dai catechisti.

    Pelegrino

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  24. La verità vi farà liberi ha scritto (13 aprile 2014 12:44:00):
    "Questi sono esaltati...
    Poi si dirigono in Chiesa, fanno spostare un paio di famiglie già sedute ai primi banchi dicendogli che i posti erano riservati per loro dal parroco (cosa non vera) ed assistono alla messa
    ".

    Kiko ha detto:
    "Hemos tenido también un encuentro con el Card. André Vingt-Trois, que está muy contento, y nos ha dicho que pueden ir las dos comunidades con las vestiduras blancas y que entrarán en procesión con él en la Vigilia pascual en la catedral de Notre Dame de París; los pondrá en un sitio privilegiado cerca del presbiterio.".
    Bravissimi, complimenti, non avevo alcun dubbio che avreste cercato di essere messi in un posto privilegiato, speciale, vicino al presbiterio. E guai a chi, giungendo prima, tenterà di sedersi in quel posto. Gli direte: "Il card. André Vingt-Trois li ha riservati a noi".

    Questi sono davvero esaltati, ma non è colpa loro, la colpa è della testa del pesce...

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  25. poi avrei scritto una lettera a Papa, una pagina, dicendo che se ci potrebbe aiutare, perché sono stati interpretano male le sue parole. Perché il problema è questa frase: "alcuni dettagli". Quali dettagli? Perché una cosa è un dettaglio e un altro è essenziale. E chi decide ciò che è e ciò che è dettaglio essenziale? Poi c'è anche uno statuto, non può dare un dettaglio che va contro la legge. E tutte queste cose hanno detto contro lo Statuto, come se lo statuto non aveva alcun valore . gli disse che stavo soffrendo e Vi preghiamo di aiutarci se potevamo aiutare e vedere come ci potrebbe aiutare. poi un paio di giorni fa ha ricevuto in Santa Marta al Vicariato di Roma, i responsabili dei vari tenute catechistico. E dopo aver celebrato la Messa ha ricevuto uno per uno. Quando ha raggiunto il Redemptoris Mater, che è responsabile per la creazione di vicariato Telecomunicazioni, il vescovo ausiliare presentato, e dice: "Questo è uno dei modo, la Redemptoris Mater", perché è uno dei primi ordinato Redemptoris Mater, chiamato Fulvio; fu rettore del seminario di Lugano. Quando il papa ha conosciuto era un sacerdote della Redemptoris Mater alzò la voce , per farsi sentire tutta la canonica, dove abbiamo molti nemici, e disse: "Farò una richiesta: raccontare Kiko non soffrono e Non preoccuparti per le incomprensioni che hanno reso le mie parole io ti amo! Hai sentito? Ripeto: Dì Kiko non soffrire, che guai non per cattive prestazioni, io ti amo 'e ripetuto tre volte!. Puoi dare un applauso al Papa!

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  26. Scusa Lino ieri sera sono stato all'annuncio di Pasqua, e non mi sembra che Kiko sia considerato un esaltato, per lui è una vera sofferenza vedere parroci che prendono la palla al balzo delle cose dette dal Papa, per togliersi le pietre dalle scarpe nei nostri confronti, e farcela pagare togliendoci o l'eucarestia, oppure obbligandoci a stare in parrocchia quando potremmo benissimo stare al duomo col vescovo nel triduo pasq. questo non è neanche giusto però, Franco

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  27. La lettera di monsignor Becciu della Segreteria di Stato a Kiko del 3 aprile 2014 è leggibile sul sito web Scribd.

    Papa Francesco non si rimangia niente. Dice solo di seguire "integralmente" gli articoli 12 e 13 dello Statuto del Cammino. Tali due articoli non autorizzano le "veglie neocat separate".

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  28. Il parroco qualche giorno dopo che i neocatecumenali fecero la Veglia Pasquale, disse che non gli era piaciuto molto l'attaccamento che c'è per i propri "riti", il voler fare le cose per conto proprio.
    Per esempio, la veglia con il Vescovo è aperta a tutti, mentre quella neocatecumenale, pur essendo aperta a tutti, di fatto ci vanno solo neocatecumenali.

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  29. @ Franco ha detto:
    "Scusa Lino...
    oppure obbligandoci a stare in parrocchia quando potremmo benissimo stare al duomo col vescovo nel triduo pasq. questo non è neanche giusto però
    "
    Beh, concordo con te, Franco. Non capisco come possa il tuo parroco obbligarvi a stare in parrocchia. Il mio nuovo parroco, per esempio, in una parrocchia già neocatecumenalizzata, non obbliga nessuno. Infatti ci sono facce di NC che non ho visto più, in parrocchia. Magari è perché vanno in crisi di astinenza, senza i canti di Kiko?

    Certo che o la parrocchia è neocatecumenalizzata, oppure "vi puzza", non è vero?

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  30. Il parroco di Madrid che ha scritto a Kiko ha avuto un bel coraggio. Quale sarà stato il vescovo italiano che si è opposto a Kiko?

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  31. @Anonimo 13:01

    Vedi, anche se c'è onestà nelle tue parole, e si sente la differenza rispetto a certi tuoi colleghi, giri la questione solo dal punto vista neocat.

    Se il parroco vi chiede di stare in Parrocchia con gli altri fedeli, oppure di andare altrove, potrà sembrare ingiusto, ma potrebbe farlo per qualche motivo pastorale, che magari voi non capite, e voi sareste tenuti a obbedire filialmente (il parroco è delegato del Vescovo, ricordiamocelo).

    Invece tu dai per scontato che in una situazione del genere il parroco si stia "vendicando", oppure che deve "togliersi qualche sassolino dalle scarpe". In pratica ha fatto solo esempi nei quali il Parroco è vendicativo e in cattiva fede.

    Questo è il modo di pensare di Kiko, quel che mi dispiace è che non riesci a rendertene conto. Inoltre il cristiano, ti ricordo, è tenuto a obbedire ai pastori e ai sacerdoti, quando le loro indicazioni non contrastino con la fede. Se il parroco non vuole la Veglia Pasquale tutta la notte, poiché nella Parrocchia egli è capo, non glielo si deve imporre a forza, anche se non capite.

    Purtroppo accade esattamente il contrario.

    Testimonio che alla celebrazione della Domenica delle Palme, il nostro parroco ha cacciato "gli attributi" e ha costretto (con scorno) tutti gli NC a stare nell'assemblea dei fedeli con tutti gli altri cristiani e non sul presbiterio con le palme come dei privilegiati.
    Inoltre ha tenuto una celebrazione eucaristica solenne ma snella, impedendo lunghe monizioni e perdite di tempo inutili.

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  32. "Il parroco qualche giorno dopo che i neocatecumenali fecero la Veglia Pasquale, disse che non gli era piaciuto molto l'attaccamento che c'è per i propri "riti", il voler fare le cose per conto proprio.
    Per esempio, la veglia con il Vescovo è aperta a tutti, mentre quella neocatecumenale, pur essendo aperta a tutti, di fatto ci vanno solo neocatecumenali."


    Si è il parroco che sbaglia a pretendere che vi comportiate da cattolici.


    Gv

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